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Allegato B
Seduta n. 62 del 30/10/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta orale:
CARTA e INTRIERI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Circolo Velico Reggio è un'associazione sportiva dilettantistica, con sede nella città di Reggio Calabria, fondata dal 1982, che ha riscosso prestigiosi successi sportivi in Italia e all'estero, concessionaria di un impianto sportivo sul demanio marittimo attiguo al lungomare Italo Falcomatà di Reggio Calabria;
l'Associazione Sportiva è stato oggetto di un primo incendio doloso il 27 settembre 2005 e, successivamente, di un altro, di natura da accertare, che ha distrutto la sede sociale il 29 gennaio 2006. Etrambi i fatti delittuosi sono stati ampiamente riportati dalla stampa e dalle televisioni quale segno di un'ascesa criminale nel pieno centro della città di Reggio Calabria che suscita un grave allarme sia per la notorietà dell'associazione, sia per la loro frequenza che lascia intendere che gli autori di tale disegno delinquenziale agiscono totalmente indisturbati ed in dispregio di qualsiasi misura di sicurezza;
successivamente, si sono verificati ulteriori atti intimidatori subito denunciati dai rappresentanti legali del Circolo Velico Reggio alle forze dell'ordine. Tant'è che l'ultimo incredibile atto di sopraffazione e di macabra simbologia di stampo mafioso ha portato alla distruzione di attrezzature nello stesso giorno, il 19 agosto 2006, in cui si sarebbero dovuti inaugurare i locali del Circolo, recuperato dopo un difficile e travagliato lavoro di ricostruzione;
la stampa regionale, nazionale e specializzata, e l'opinione pubblica hanno dato una grande eco di questi atti criminosi evidenziandone il forte allarme sociale -:
quali concrete misure il Ministro dell'interno abbia attivato e quali intenda adottare per salvaguardare la incolumità e
i diritti fondamentali dei gestori e dei frequentatori dei locali del Circolo Velico Reggio, che resistono con coraggio e coerenza alle intimidazioni subite e si oppongono alle infiltrazioni mafiose in una zona della città di forte interesse turistico.
(3-00359)
FALOMI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'articolo 1 comma 4 della legge n. 726 del 1982 e del decreto del Prefetto di Reggio Calabria 1603 del 31 ottobre 2005 è stata costituita la Commissione di Accesso agli atti amministrativi dell'Azienda Sanitaria n. 9 di Locri (Reggio Calabria);
il 25 marzo 2006 la Commissione ha terminato il suo lavoro redigendo una ampia relazione circa i suoi accertamenti che è stata successivamente segretata da parte del Viminale;
nonostante il dispositivo di riservatezza il testo della relazione è stato pubblicato da alcuni quotidiani locali e regionali e da numerosi siti internet;
a conferma di quanto suddetto la copia della Relazione è disponibile sul sito web del noto quotidiano la Repubblica;
il Vice Ministro dell'interno onorevole Marco Minniti nel corso della trasmissione televisiva «Anno Zero» ha dichiarato che il testo della relazione andrebbe fatto leggere nelle scuole;
la relazione della Commissione di accesso è stata altresì pubblicata sui siti www.democrazialegalita.it e www.ilcantiere.org (attraverso un link);
a tal proposito alle ore 6.30 del 27 ottobre 2006 agenti di Polizia della Questura di Firenze, hanno fatto il loro ingresso nelle abitazioni di Marco Ottanelli e Roberta Anguillesi, in quanto gli stessi svolgono la funzione di Web master dei siti di cui al punto precedente;
gli agenti, in possesso di regolare mandato di perquisizione e sequestro delle attrezzature informatiche hanno poi condotto Marco Ottanelli in Questura per ulteriori accertamenti;
non si comprende per quale motivo, nonostante numerosissimi siti internet ospitino tale documento, l'unica azione di sequestro, se si esclude quella attuata nella sede del Quotidiano Calabria Ora, sia avvenuta proprio ai danni dei siti www.democrazialegalita.it e www.cantiere.org -:
se non si ritenga opportuno eliminare i requisiti di riservatezza di tale documento in virtù del carattere pubblico che lo stesso ha di fatto assunto onde evitare conseguenze giudiziarie per quanti intendano consultarlo e pubblicizzarlo ulteriormente.
(3-00361)
Interrogazioni a risposta scritta:
DIOGUARDI, CARUSO, DE CRISTOFARO e ACERBO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
in data 12 ottobre 2006, un gruppo di alcune decine di nuclei familiari di senza-casa hanno occupato la cattedrale di Palermo per denunciare l'emergenza abitativa che perdura da anni nel capoluogo siciliano;
l'azione di lotta in questione si sta ancora protraendo e vede protagonisti decine di uomini e donne che materialmente non hanno un tetto e una casa nella quale potere alloggiare dignitosamente;
i manifestanti, aderenti ai comitati di lotta per la casa, chiedono alle istituzioni locali la convocazione di un tavolo tecnico presso la Prefettura di Palermo con la partecipazione dell'amministrazione comunale e dei rappresentanti dei senza casa e, soprattutto, che si renda operativa la commissione mista sull'emergenza abitativa già approvata dalla Giunta comunale;
da anni, le famiglie in lotta, chiedono, in maniera del tutto legittima a parere
degli interroganti, che vi sia un'assegnazione provvisoria alle famiglie dei senza-tetto dei beni sequestrati alla mafia;
le istituzioni locali, con l'eccezione della Prefettura, hanno finora risposto a questa mobilitazione con la chiusura ad ogni forma di dialogo o addirittura con l'oltraggio, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Palermo sul quotidiano «Il Manifesto» del 15 ottobre 2006, con le quali definisce l'occupazione della cattedrale «un atto simile a quello di un figlio che stupra la madre»;
l'emergenza abitativa a Palermo ha ormai toccato livelli drammatici, con circa diecimila persone che non hanno o non possono permettersi l'affitto per un alloggio, costretti periodicamente a mettere in piazza i propri drammi a fronte delle mancate promesse del comune;
i dati dell'Agenzia del demanio dimostrano che vi sarebbero almeno ottocento appartamenti che potrebbero essere subito affidati a sfrattati o senza-casa;
quanto accade nella città di Palermo non è, purtroppo, un fatto isolato stante il progressivo aumento del «bene casa» che, soprattutto nelle grandi città, non consente alle famiglie e ai single con reddito basso e medio-basso di sopportare i costi dell'indebitamento per l'acquisto e i livelli degli affitti che, ormai, sono totalmente fuori controllo;
questa situazione, in un Paese in cui i dati ufficiali dicono che circa il 73 per cento delle famiglie è proprietario dell'abitazione in cui vive (dato questo riferito agli immobili e che, di conseguenza, non tiene conto del fenomeno diffusissimo della coabitazione o dei giovani che non possono, per problemi economici, crearsi una vita propria), sta creando forti tensioni e discriminazione sociale;
l'iniziativa, oltremodo necessaria, condotta dal governo con il decreto che ha, temporaneamente, bloccato gli sfratti nei casi più evidenti di disagio sociale, pur opportuna, non è sufficiente ad affrontare il dramma abitativo nel nostro Paese se non sarà predisposto un piano concreto che, attraverso l'aumento dell'offerta abitativa nuova e diversificata, sappia dare una risposta al «bisogno» casa;
tale situazione, ancor più aggravata dalle nuove regole del mercato del lavoro che hanno determinato un numero crescente di lavori precari ed a termine, necessita di impegni di spesa precisi (dalla riforma del Titolo V della Costituzione le Regioni hanno competenza in materia di politica della casa, ma ancora oggi non è stato individuato il meccanismo di finanziamento dell'edilizia sociale sostitutivo del contributo ex Gescal) e di nuove politiche abitative a partire dalla necessaria revisione della legge 431/98 -:
quali misure - anche di iniziativa legislativa - si intendano adottare per salvaguardare il diritto fondamentale alla casa e fronteggiare l'emergenza abitativa nel Paese e nel capoluogo siciliano;
se e come si intendano rilanciare, al di là dell'autonomia propositiva in materia da parte del Parlamento, nuove politiche abitative che determinino un nuovo ed articolato «piano casa» che coniughi il rilancio di un affitto equo con il necessario incremento dei fondi destinati all'edilizia residenziale pubblica;
se non si ritenga opportuno, per quanto riguarda la situazione che si è venuta a creare a Palermo, in tempi brevissimi e nell'ambito delle proprie competenze, intervenire presso gli organi periferici dello Stato affinché si solleciti il dialogo e il confronto tra le istituzioni locali e le famiglie dei senza-casa;
se non ritenga opportuno, per quanto premesso e anche in considerazione dei rilievi effettuati dal CNEL - indicati nel rapporto relativo al monitoraggio della legge 109/96 del maggio scorso - sui ritardi rispetto ai termini disposti della legge 575/65, dell'azione amministrativa della competente Ufficio del territorio di Palermo (articolo 2/decies), nominare un commissario sostitutivo dello stesso per l'adozione di tutti i provvedimenti relativi
all'iter disciplinato dalla legge 575/65 e successive modificazioni ed integrazioni;
se non ritenga opportuno per quanto rilevato nel punto 4, adottare tutti i provvedimenti, come una commissione ministeriale, per verificare le cause relative al patologico ritardo e/o alla mancata adozione - ad oggi - degli atti relativi all'iter amministrativo la cui titolarità è attribuita al citato Ufficio del territorio ai sensi della legge 575/65.
(4-01455)
SPERANDIO, CACCIARI, FRIAS e SINISCALCHI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
nell'edizione di giovedì 26 ottobre della testata locale «La Nuova Venezia», apparivano delle dichiarazioni dell'assessore comunale di San Donà di Piave, Paolo Battistella;
in tali affermazioni il predetto confermava un progetto del comune di San Donà di Piave di controllo capillare all'interno delle abitazione dei 2765stranieri non comunitari regolarmente residenti nel Comune ed in possesso di regolari permessi di soggiorno;
l'obiettivo dichiarato sarebbe quello di «scovare la presenza di clandestini, laddove vivono persone con il permesso di soggiorno o la residenza a San Donà»;
l'assessore Battistella dichiara trattarsi di «esigenze di sicurezza» facendo le seguenti affermazioni: «Accerteremo con precisione, già a partire dai prossimi giorni, quali sono extracomunitari e di quale etnia. Successivamente faremo controlli con i nostri messi ed i vigili nelle abitazioni in cui risiedono, per veder se vivono effettivamente in quelle case. Accerteremo che lavoro fanno, se altre persone dimorano illegalmente nelle abitazioni. Potremo anche chiedere l'aiuto delle forze dell'ordine e dei carabinieri, qualora fosse necessario in caso di pericolo. In questo modo snideremo eventuali clandestini ed avremo un controllo della condizione degli extracomunitari nella nostra città»;
non essendo nuova l'amministrazione di San Donà di Piave ad iniziative di questo tenore che già hanno riscontrato un comportamento secondo gli interroganti vessatorio e discriminatorio verso tutta la popolazione immigrata residente nel Comune -:
se rientri nei limiti di un'azione legale e legittima il controllo indiscriminato di tutta la popolazione straniera residente, al fine di stabilirne la composizione etnica e l'eventuale coinvolgimento in delitti (favoreggiamento dell'immigrazione clandestina);
se siano autorizzate le forze di polizia, senza preventivo mandato dell'autorità giudiziaria, ad introdursi nelle abitazioni dei cittadini non comunitari, regolarmente residenti, al fine di accertare la sussistenza di ipotesi di reato non personalmente attribuibili, se non in virtù di una presunzione legata alla sola provenienza etnica;
se siano autorizzate le forze di polizia, senza preventivo mandato dell'autorità giudiziaria, a svolgere interrogatori volti ad accertare, insieme con le condizioni personali degli interrogati, anche la sussistenza di ipotesi di reato e se sia possibile che quanto sopra si svolga senza preavviso della facoltà di nomina di un difensore;
se intendano questi Ministeri avviare un'ispezione presso il Comando dei Carabinieri della tenenza di San Donà di Piave, per accertare se vengano condotte operazioni del tenere di quelle sopra illustrate, in collaborazione con la polizia municipale e con il personale civile del Comune.
(4-01462)
STRADELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
per la seconda volta in poche settimane è stato organizzato un cosiddetto Rave Party nel territorio di Pozzolo Formigaro, provincia di Alessandria;
dal 28 ottobre 2006 circa mille giovani con 400 mezzi occupano lo stabilimento ex Sidercomit privo di servizi bivaccando in modo disordinato;
la polizia e i carabinieri controllano a distanza con il numero di agenti disponibili ma insufficienti a garantire l'ordine e la sicurezza dei cittadini;
la piccola comunità pozzolese è praticamente in balia degli umori ed agli atteggiamenti imprevedibili di un'orda eterogenea e poco incline al rispetto delle regole di convivenza -:
come il Ministro intenda potenziare la disponibilità di uomini e mezzi per garantire l'ordine;
quali provvedimenti intenda assumere anche in accordo con la Carige, proprietaria dell'immobile, per impedire l'accesso in occasione di eventuali, non augurabili, successivi incontri.
(4-01463)