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Allegato B
Seduta n. 63 del 6/11/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
CAMILLO PIAZZA, FRANCESCATO, BONELLI, LION, CASSOLA, FUNDARÒ, PELLEGRINO, POLETTI e TREPICCIONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
il 25 ottobre 2006 Transport & Environment (T&E), il network europeo delle associazioni che si occupano di trasporto sostenibile, ha pubblicato i risultati di uno studio che fa il punto sulle prestazioni delle singole case automobilistiche nel rispettare gli obiettivi di emissione di anidride carbonica concordati dai costruttori con l'Unione europea nel 1998;
i risultati evidenziano che tre quarti delle venti principali marche automobilistiche mondiali presenti sul mercato europeo stanno fallendo nel ridurre i consumi e le emissioni del proprio venduto al tasso richiesto dall'accordo volontario, mentre la Fiat risulta al primo posto di questa graduatoria che coniuga l'efficienza ambientale con il risparmio per l'utente. Non solo: è anche l'unico marchio a livello globale a rispettare già oggi l'obiettivo europeo dei 140 g CO2/km al 2008;
l'associazione amici della Terra in un suo comunicato ha dichiarato che questi risultati dimostrano che l'obiettivo di riduzione della CO2 delle auto è realizzabile, ma che la strada degli accordi volontari è inadeguata e sono maturi i tempi per introdurre un mercato comunitario delle emissioni di CO2 delle auto, al fine di promuovere il raggiungimento dell'obiettivo ambientale nel pieno rispetto dei principi di libero mercato;
secondo l'associazione i risultati di questo studio dimostrano inoltre che anche l'obiettivo inizialmente posto dall'Unione europea dei 120 g. CO2/km entro il 2010 era realistico e sarebbe tuttora raggiungibile: l'esempio della Fiat è emblematico. Tuttavia, siccome il sistema è di tipo volontario e non esiste alcun meccanismo sanzionatorio delle non conformità né alcun sistema di bonus/malus che stimoli tutti i produttori a investire nell'innovazione ambientale, il miglioramento complessivo del settore automobilistico è del tutto insufficiente anche rispetto al ben più blando obiettivo dei 140 g. CO2/km volontariamente sottoscritto dall'industria;
dai calcoli fatti risulterebbe che, se già oggi fosse in vigore nel settore automobilistico europeo un mercato delle emissioni con un tetto di 140 g CO2/km sul venduto del 2005, la FIAT sarebbe l'unica casa automobilistica al mondo a fare addirittura utili con la vendita dei crediti di emissione, mentre le altre case sarebbero costrette ad acquistare crediti sul mercato comunitario per circa 25 milioni di tonnellate, equivalenti ad un valore complessivo di 517 milioni di euro al prezzo medio della CO2 nel 2005;
si tratta di una stima conservativa, basata su un obiettivo iniziale minimo (140 g CO2/km nel 2005) che dovrebbe essere reso sempre più stringente negli
anni successivi per rendere più convenienti gli investimenti in efficienza per i produttori e contemporaneamente scoraggiare i consumatori dall'acquisto di auto energivore;
in uno studio commissionato dal governo britannico e pubblicato il 30 ottobre dal settimanale Stern emerge l'urgenza di un nuovo accordo sui gas serra (finora in aumento e non in calo) prima del 2010, dato che l'effetto combinato dall'aumento dei fenomeni estremi (siccità, alluvioni, uragani), del collasso di interi settori agricoli e dell'aumento del livello dei mari costituisce un pericolo gravissimo per la capacità di tenuta dell'economia mondiale e per gli equilibri politici, nonché per le specie viventi, delle quali il 40 per cento sarebbe a rischio;
lo studio britannico suggerisce di fissare tetti per le emissioni di gas serra e attivare il mercato in modo che, attraverso un sistema di obblighi e di incentivi, le industrie siano spinte ad accelerare l'innovazione verso il risparmio energetico (via già indicata dal protocollo di Kyoto) -:
se il Governo italiano, nel quadro attuale delle conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici prodotti principalmente dal modello energetico basato sul petrolio e sui combustibili fossili e dei sacrifici richiesti all'industria energetica italiana per rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto, non ritenga opportuno sostenere in sede europea iniziative concrete che identifichino nell'obiettivo della CO2 un elemento centrale delle politiche industriali nazionali contrastando contestualmente quelle basate sulla volontarietà dei produttori di veicoli, e favorendo in ogni modo gli strumenti flessibili e premianti l'innovazione ambientale, come il mercato delle emissioni, che abbia come unico fine uno sviluppo durevole e sostenibile del Paese.
(4-01472)
SGOBIO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
venerdì 27 ottobre 2006, come ampiamente riportato dalla stampa locale, si è avuta l'emissione di una densa nube di fumo dal nucleo industriale di Termoli (Campobasso), una nube più intensa rispetto alla solita emissione della zona industriale;
nelle aree limitrofe e nella stessa cittadina di Termoli molti cittadini hanno accusato bruciore agli occhi e secchezza delle labbra, sintomi che non compaiono mai quando solitamente si avvertono cattivi odori provenienti dalla zona industriale;
non è la prima volta che tali fenomeni accadono nel nucleo industriale di Termoli, infatti si sono più volte attivate le istituzioni locali adibite al controllo ambientale e al rispetto della salute dei cittadini ma, sino ad oggi, con risposte non chiare per la cittadinanza su tale fenomeno -:
se non ritengano urgente avviare un'indagine su tali vicende al fine di verificare se, come denunciato da associazioni di cittadini, esse possano comportare danni alla salute, alla qualità dell'aria e all'agricoltura;
se le emissioni di fumi e vapore non stiano creando una modifica del microclima;
se risulti ai ministri interrogati che la regione Molise e la provincia di Campobasso abbiano richiesto alla direzione della centrale a Turbogas e del Consorzio industriale di realizzare misure di compensazione ambientale.
(4-01475)