Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 66 del 9/11/2006
...
INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il Commissario prefettizio di Taranto, dottor Tommaso Blonda, accertava, con delibera n. 234 del 17 ottobre 2006, il dissesto del comune per una passività complessiva di euro 357.356.434,00;
da notizie di stampa si apprende che sarebbe alla firma del Ministro in indirizzo il decreto di nomina della commissione straordinaria di liquidazione che avrà il compito di risanare i conti del comune di Taranto;
sempre da notizie di stampa si apprende che a presiedere la suddetta commissione sarebbe il professore Francesco Boccia, già assessore al bilancio del comune di Bari in una giunta di centrosinistra nonchè candidato alle elezioni primarie del centrosinistra per la corsa alla Presidenza della regione Puglia;
da quanto sopra appare evidente che il professore Francesco Boccia è persona impegnata in politica ed esponente di spicco del centrosinistra;
secondo gli interpellanti, la nomina di una persona fortemente connotata politicamente a presidente della commissione straordinaria di liquidazione del comune di Taranto potrebbe ingenerare dubbi quanto mai legittimi non sulla competenza tecnica ma sulla imparzialità e terzietà, elementi indispensabili per poter svolgere un ruolo particolarmente delicato con correttezza e serenità senza correre il rischio di alimentare il sospetto che il suo operato si svolga dovendo dar conto non solo alla Città ma anche allo schieramento politico di cui è organico -:
se risponda al vero la notizia circa la nomina del Professore Francesco Boccia a presidente della commissione straordinaria di liquidazione del comune di Taranto;
se non ritenga più opportuno, alla luce di quanto in premessa, individuare per la Presidenza di cui trattasi una figura che rispecchi senza ombra di dubbio alcuno le necessarie caratteristiche di imparzialità e di terzietà che il ruolo richiede senza che ciò favorisca, di fatto, uno degli schieramenti politici in vista delle prossime elezioni amministrative.
(2-00226) «Franzoso, Fitto, Leone, Vitali, Mazzaracchio, Bruno, Di Cagno Abbrescia, Lazzari, Sanza, Licastro Scardino, Carlucci, Pizzolante, Adornato, Luciano Rossi, Testoni, Di Centa, Bernardo, Galli,
Campa, Zanetta, Carfagna, Romagnoli, Mistrello Destro, Fedele, Fratta Pasini, Pelino, Gianfranco Conte, Baiamonte, Bocciardo, Gardini, Giuseppe Fini, Palumbo, Marras, Mario Pepe, Biancofiore, Bertolini, D'Ippolito Vitale, Cicu, Paniz, Gelmini».
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
la decisione del TAR del Friuli Venezia-Giulia contro l'ordinanza del Sindaco di Azzano Decimo che richiamava i residenti all'obbligo di rispettare la legge n. 152 del 1975 che vieta di comparire col volto coperto suscita forti riserve e preoccupazioni;
in particolare appare inspiegabile e fortemente criticabile l'atteggiamento del ministero dell'interno che avrebbe espresso un parere negativo su una prima pronunzia del TAR del Friuli Venezia Giulia favorevole all'ordinanza del Sindaco predetto;
dovrebbe essere evidente che nel nostro Paese il principio di legalità va rispettato sempre da tutti e che non sono ammissibili deroghe comunque motivate e questo ovviamente vale anche per il velo islamico quando questo impedisce la piena riconoscibilità della persona;
la stessa Costituzione repubblicana è chiarissima in proposito in quanto all'articolo 8, nel sancire la piena libertà religiosa, pone il limite del rispetto dell'ordinamento giuridico italiano di cui evidentemente fa parte anche la legge n. 152 del 1975 -:
in quali modi si intenda garantire l'eguaglianza di tutte le persone di fronte alla legge e di evitare quindi deroghe fondate su un malinteso multiculturalismo pericolose per l'ordine pubblico anche perché vulnerano il principio di legalità.
(2-00224) «Boniver, Fabbri, Paoletti Tangheroni, Garnero Santanchè, Bertolini, Crosetto, Mistrello Destro, Biancofiore, Santelli, Moroni, Goisis, Romani, Pelino, D'ippolito Vitale, Gardini, Aprea».
Interrogazioni a risposta scritta:
PELLEGRINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il consiglio comunale di Pozzuoli (Napoli) è stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno in data 23 dicembre 2005, con la registrazione alla Corte dei Conti in data 3 gennaio 2006;
tale decreto prevede un periodo di commissariamento di 18 mesi che scade il 23 giugno 2007, infatti da diversi mesi i responsabili delle forze politiche organizzate sul territorio e la società civile segnalano con forza l'urgenza di dare nuovamente la parola ai cittadini chiamati ad esprimersi democraticamente sul futuro amministrativo della propria città;
codesta aspettativa appare legittima considerando la delicatezza del momento e le importanti determinazioni politico-amministrative che l'amministrazione comunale di Pozzuoli dovrà prendere nel prossimo futuro circa lo sviluppo del suo territorio;
auspicabilmente è necessario il ripristino e l'operare del fisiologico circuito decisione-responsabilità che solo elezioni democratiche possono assicurare;
un decreto legge del 2005, n. 8, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni amministrative 2005, convertito dalla legge n. 40 del 2005, prevedendo, per i comuni sciolti ai sensi dell'articolo 143 del T.U.E.L. (Testo unico enti locali) la possibilità di essere inseriti
nel turno elettorale fissato, per l'appunto per il 2005, qualora il periodo di durata della gestione commissariale si fosse concluso entro il giorno antecedente a quello fissato per la votazione;
il termine del commissariamento del comune di Pozzuoli (Napoli) non risulta trascorso entro i 45 giorni antecedenti alla prima domenica utile per votare (e, inoltre, non è prorogato) non è possibile l'accorpamento alla tornata elettorale -:
se il Governo non ritenga opportuno conoscere le modalità ed i tempi tecnici per sanare tale situazione facendo in modo di consentire loro la partecipazione al voto amministrativo del 2007;
se possa accertare quali sono le possibilità ammesse dalla legge per uno svolgimento regolare e democratico della tornata elettorale;
se intenda verificare l'eventuale disagio, dettato da questa situazione al limite del paradosso, nel quale la popolazione del Comune di Pozzuoli (Napoli) continua a vivere non sentendosi, probabilmente, rappresentata da quei soggetti politici da loro individuati e scelti.
(4-01549)
RAITI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Ministero dell'interno, datato 27 ottobre 2006, l'ufficio di polizia di frontiera marittima ed il posto di polizia ferroviaria di gela sono soppressi. Con lo stesso decreto le funzioni della polizia di frontiera vengono attribuite al commissariato di pubblica sicurezza della città di Gela le risorse umane e strumentali prima assegnate agli uffici soppressi vengono messe a disposizione del questore di Caltanissetta per le esigenze del commissariato della città di Gela;
tale decreto prende le mosse dall'esigenza di procedere alla razionalizzazione delle risorse della polizia di Stato di Gela anche al fine di potenziare l'attività di controllo del territorio;
in considerazione dell'illegalità diffusa e dell'alto tasso di delinquenza registrato nel territorio è stata più volte chiesta al Governo una attenzione particolare per questo territorio;
è importante sottolineare che con il succitato decreto vengono soppressi due presidi di pubblica sicurezza di specialità, di cui: la frontiera, l'unica esistente nella zona sud della Regione Siciliana, da Trapani a Siracusa con un ruolo importante per l'applicazione degli accordi di Schengen del 1985, cui l'Italia ha aderito, e la polizia ferroviaria che costituisce un presidio importante per la stazione e la zona circostante che rischia, senza il suo controllo, di diventare dominio assoluto della criminalità;
a fronte della perdita di questi due presidi, il commissariato di Gela avrà però a disposizione altri 47 uomini di cui una parte importante potrà essere impiegata nel controllo del territorio con le volanti;
secondo l'interrogante, questo risultato potrebbe però rivelarsi soltanto transitorio, infatti, non essendo stato emanato dal Governo, alcun decreto per l'allargamento della pianta organica del commissariato di Gela, che quindi finirà per andare in esubero di personale, il che a sua volta potrebbe portare alla fisiologica, quanto legittima, accettazione di ogni domanda di trasferimento, con il risultato di ritrovare nel giro di poco tempo, lo stesso commissariato con una pianta organica uguale a quella di oggi ma con due presidi e quindi diversi agenti in meno;
nell'ottica di una razionalizzazione delle risorse della Polizia di Stato la questura di Caltanissetta rivela un esubero di personale del 43 per cento corrispondente circa a 160 unità -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione che si sta determinando e degli eventuali sviluppi in questa sede descritti;
se non ritenga necessario intervenire per potenziare le strutture ed il personale in dotazione alle Forze di Polizia della città di Gela;
se, infine, in virtù di quanto sopra esposto ed in particolare delle conseguenze negative paventate e preventivate a riscontro del succitato decreto del Ministero dell'interno, datato 27 ottobre 2006, con il quale si dispone che l'ufficio di polizia di frontiera marittima ed il posto di polizia ferroviaria di Gela vengano soppressi, non appaia utile il ritiro del decreto stesso.
(4-01550)
SALERNO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come da segnalazione del Sindacato F.S.P. Federazione sindacale di Polizia:
al personale della polizia di Stato ai sensi della legge del 15 novembre 1973 e successivo regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 5 maggio 1975 è riconosciuta un'indennità di rischio-applicazione;
tale indennità è stata adeguata una prima volta in virtù della legge n. 163 del 18 novembre 1975;
dal 1o febbraio 1981, ai sensi dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 310 del 9 giugno 1981, tale indennità è stata ulteriormente e per l'ultima volta adeguata a ben 0,49 centesimi lordi;
ad avviso dell'interrogante, il rispetto per il lavoro delle forze di polizia deve essere sempre al centro dell'attenzione delle istituzioni;
tanti uomini e donne mettono a repentaglio ogni giorno la propria incolumità lavorando per tutelare la sicurezza della nostra comunità;
dal 1981 non si è più registrato alcun adeguamento dell'indennità di rischio-applicazione per il personale della polizia di Stato -:
se non ritenga di dover adottare iniziative normative volte a prevedere oramai necessario procedere ad un ulteriore legittimo adeguamento di tale indennità di rischio-applicazione, che renda merito del lavoro svolto dalle nostre forze di polizia, dando compiutamente il senso del rispetto della solidarietà e della gratitudine che le istituzioni non possono non nutrire nei confronti di tanti professionisti.
(4-01551)
CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Salernitano, datato martedì 7 novembre 2006, il Sindaco di Nocera Inferiore, Signor Antonio Romano, avrebbe paventato una fuga di notizie dagli uffici giudiziari riguardanti l'inchiesta sul sito di stoccaggio dei rifiuti di Codola, poiché riferisce di aver visto aver visto alcuni manifesti affissi dal predetto «Comitato a difesa di Codola», nei quali si metteva in risalto un possibile rischio di sequestro dei predetto sito di stoccaggio dei rifiuti da parte del NOE, ed avrebbe testualmente affermato: «...Temo ci sia qualche puparo che utilizzi gli uffici giudiziari per fare politica...»;
da quanto si evince dall'articolo apparso sul quotidiano «La città di Salerno», datato martedì 7 novembre 2006, sulla medesima vicenda, sembra che il Sindaco Romano abbia testualmente affermato: «...Qualche puparo per colpire me politicamente, perché è bene ricordare che siamo già in campagna elettorale, muove dall'alto i fili facendo ricorso a personali conoscenze...»;
nel testo dell'articolo pubblicato sul quotidiano Il Salernitano, datato martedì 7 novembre 2006, «si afferma quanto segue: «... il motivo della dura reazione del primo cittadino ...è dovuto al modo in cui il Comitato ha operato affiggendo manifesti e facendo ipotizzare una fuga di notizie dagli uffici giudiziari...»;
secondo quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Mattino, datato martedì 7 novembre 2006, il Sindaco
Romano ha testualmente affermato: «...Con grande rammarico prendo atto che notizie coperte dal segreto istruttorio vengono utilizzate in maniera strumentale e mi sembra che ci siano tutti i presupposti per un approfondimento in sede giudiziaria. La fuga di notizie coperte da segreto istruttorio è un reato perseguibile e spero sia presto oggetto di indagine...»;
secondo quanto testualmente affermato dal Sindaco Antonio Romano, pare che «... questo è un modo di fare politica strumentale che non posso accettare e consentire. Temo che ci sia qualcuno che utilizzi le indagini di questo caso appunto per fare politica...» -:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa che, se fossero veri, adombrerebbero l'ipotesi di «deviazioni» di appartenenti alle Forze dell'Ordine o della Magistratura, e quali iniziative di propria competenza intendano promuovere sulla vicenda.
(4-01552)
DE LAURENTIIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le disposizioni contenute nella «Scheda 5», concernente «Controlli di sicurezza diplomatici, casi speciali, membri di equipaggio e personale aeroportuale», allegata al «Programma Nazionale di Sicurezza» del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti prevedono, tra i soggetti esclusi dall'assoggettamento ai controlli di sicurezza sulla persona e sui bagagli (metal detector) per l'accesso alle aree sterili (cfr. par. 3.4.2. della scheda), soltanto gli appartenenti alle forze di polizia in servizio presso lo scalo aeroportuale e non anche i funzionari dell'Agenzia delle Dogane stabilmente impiegati presso la stessa area;
l'attuale previsione normativa (che impone, si sottolinea, di operare il controllo di polizia anche nei confronti del personale appartenente all'Agenzia delle Dogane), oltre a causare frequenti situazioni di disagio agli stessi funzionari doganali - che molto spesso sono sfociate in sgradevoli episodi di cronaca -, determina, peraltro, un consistente, ed ingiustificato, appesantimento dell'azione di controllo espletata dagli appartenenti alle Forze di polizia in servizio di sicurezza, i quali anziché indirizzare maggiori attenzioni nei riguardi degli ordinari frequentatori degli aeroporti (viaggiatori, membri di equipaggio, eccetera), si vedono «costretti» a porre in essere dette misure nei confronti di personale - dotato, peraltro, di peculiari attribuzioni e funzioni pubbliche riconosciute dalla legge - che è tenuto a raggiungere dette zone soltanto per espletare la propria attività istituzionale;
i funzionari doganali - a norma del combinato disposto dell'articolo 57, comma 3, del Codice di procedura penale, e dell'articolo 324 del testo unico delle leggi doganali (decreto del Presidente della Repubblica n. 43 del 1973 - TULD) - rivestono la qualifica di «ufficiale di polizia giudiziaria» e di «ufficiale di polizia tributaria» -:
se non ritenga opportuno convocare immediatamente il Comitato Interministeriale per la sicurezza al fine di risolvere la descritta problematica apportando una espressa modifica alla richiamata scheda 5, integrando il paragrafo 3.4.2. nel senso di escludere dai predetti controlli non solo «gli appartenenti alle Forze Polizia di cui all'articolo 16 della legge n. 121 del 1981 in servizio presso gli uffici o reparti aeroportuali che in base ai rispettivi regolamenti interni sono obbligati al porto dell'arma d'ordinanza», ma anche i funzionari dell'Agenzia delle Dogane in servizio presso gli stessi spazi aeroportuali, anche al fine di consentire un più funzionale svolgimento dei controlli di sicurezza
previsti dalla «Delibera del Comitato Interministeriale Sicurezza nella riunione del 2 ottobre 2002» e nella Circolare ENAC dell'8 maggio 2001 Serie Aeroporti APT-09 «Disposizioni operative per l'attuazione del Decreto Ministeriale n. 001/36 del 28 gennaio 1987».
(4-01559)
SAGLIA, LA RUSSA, MIGLIORI, MANCUSO, GAMBA e GASPARRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 20 ottobre 2006 vengono rinvenute sui muri di un supermercato adiacente al condominio dove risiede la Vice Presidente della Regione Lombardia Viviana Beccalossi, dirigente nazionale di Alleanza Nazionale, scritte minacciose nei confronti della stessa;
il giorno giovedì 26 ottobre 2006 viene rinvenuto in un pacchetto appoggiato sulla maniglia della sede del circolo di Alleanza Nazionale di Chiari (Brescia) un proiettile di pistola, avvolto in un foglio di colore rosso con la scritta «bang»;
il giorno venerdì 27 ottobre 2006 nella cassetta della posta della federazione provinciale di Alleanza Nazionale a Brescia viene trovato un foglio scritto al computer con contenuti minacciosi nei confronti dei Dirigenti del partito, firmato «collettivo autonomo antifascista»;
il giorno lunedì 30 ottobre 2006 sul campanello dell'appartamento della Vice Presidente della Regione Lombardia Viviana Beccalossi, dirigente nazionale di Alleanza Nazionale, al terzo piano del condominio in cui risiede, viene trovata la scritta «occhio alle gambe» con disegnato il simbolo della A cerchiata riconducibile ai movimenti Anarchici;
il giorno martedì 31 ottobre 2006 nella cassetta della posta della Federazione Provinciale di Alleanza Nazionale a Brescia viene trovato un secondo foglio scritto al computer con contenuti minacciosi nei confronti dei Dirigenti del partito e con una lunga parte in cui si spiegano le ragioni della lotta armata e della battaglia antifascista, firmato «collettivo autonomo antifascista»;
il giorno venerdì 3 novembre 2006 nella cassetta della posta della Vice Presidente della regione Lombardia Viviana Beccalossi, dirigente nazionale di Alleanza Nazionale, all'interno del condominio in cui risiede, viene trovato un foglio manoscritto con la seguente frase «Beccalossi sei la prima della lista».
a seguito di ogni episodio sono state presentate denunce-querele nei confronti di ignoti;
Prefetto e Questore di Brescia hanno seguito con precisione ed efficienza tutti gli avvenimenti avviando, per quanto di rispettiva competenza, coordinamento e promozione delle attività investigative;
gli scriventi e tutto il partito di Alleanza nazionale ribadiscono la propria ferma determinazione nel respingere queste minacce non lasciandosi intimidire da personaggi che ponendosi al di fuori delle regole democratiche devono solo essere assicurati alla giustizia -:
quali iniziative intenda assumere per reprimere le azioni indicate in premessa e garantire la sicurezza e la libertà di espressione degli esponenti delle forze politiche democratiche.
(4-01561)
ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Servizio aereo della polizia di Stato nel 2005 ha avuto tre incidenti gravi con la perdita di cinque aeronaviganti, di due elicotteri ed un aereo;
oggi, dopo 18 mesi dall'ultimo incidenti nonostante il servizio aereo operi con enormi disagi e difficoltà e ci siano state richieste ufficiali dal sindacato di polizia COISP di ammodernare la flotta aerea della polizia, niente è cambiato;
anzi se analizziamo la situazione ci si accorge che questa è addirittura peggiorata: gli aerei ricoverati presso una ditta sarebbero stati «cannibalizzati» dalla stessa società per diritto di ritenzione al mancato pagamento delle riparazioni, quelli nei reparti volo hanno maturato, dopo 18 mesi di fermo macchina, una manutenzione tale che non si riesce a quantificare quando e se sarà possibile rimetterli in linea;
la situazione degli elicotteri è ancor peggiore: parti di ricambio che non si trovano, riparazioni che non avvengono perché le ditte non vengono pagate, e da ultimo la razionalizzazione del carburante; in pratica il servizio aereo della polizia di Stato non vola più;
il Ministro dell'interno in un'intervista resa ad un giornale aveva promesso molto per quel settore, affermando che non era accettabile chiedere di volare con elicotteri che hanno più di 6 anni;
ebbene, gli elicotteri della polizia di Stato sono i più vecchi delle Forze di polizia (media oltre 15 anni) l'elicottero bianco adibito al trasporto dello stesso ministro ha 19 anni ed a tutto questo si è inteso rispondere con l'acquisto di 28 elicotteri A109 Power per le Forze di polizia, dove però solamente uno di essi è stato assegnato alla polizia, ben 17 ai Carabinieri, 7 alla Guardia di finanza e 3 al Corpo forestale dello Stato;
oggi gli 11 reparti volo della polizia di Stato hanno in carico 65 elicotteri e 19 aerei i cui costi, a causa della loro vetustà, sono veramente inconcepibili tanto che sarebbe più conveniente la loro vendita al pari di come è stato fatto per l'aeronautica militare e consequenziale acquisto di nuovi velivoli;
con soli 25 elicotteri nuovi non solo aumenterebbero le ore di volo per reparto ma diminuirebbero drasticamente le spese di gestione e soprattutto verrebbe garantita la sicurezza del personale di polizia e degli stessi cittadini cui quel servizio è rivolto -:
se il ministro interrogato intenda verificare la situazione ed intervenire per garantire una migliore e più corretta distribuzione degli elicotteri acquistati con una maggiore assegnazione nei confronti della polizia di Stato;
se intenda rinnovare la flotta aerea della polizia di Stato eventualmente indicandone modalità e tempistiche.
(4-01564)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
«Piana Ambiente», società addetta alla raccolta dei rifiuti nella Piana di Gioia Tauro (R.C.), da diverso tempo, evidenzia notevoli difficoltà sia perché coinvolta in vicende giudiziarie sia per l'inadempienza di pagamento da parte di alcuni Comuni consorziati con la stessa;
la Società «Piana Ambiente» ed il suo presidente, avv. Giuseppe Luppino, risultano coinvolti nella inchiesta «Poseidone», in corso da parte della DDA (Direzione distrettuale antimafia) di Catanzaro;
la società in questione, da tempo, attraversa una difficile situazione finanziaria aziendale condizionata dai crediti nei confronti di alcuni comuni consorziati, in particolare Gioia Tauro (677 mila euro) e Taurianova (244 mila euro); crediti divenuti ancora più ingenti nel corso dell'anno 2006;
occorre, altresì, evidenziare che del Consiglio di Amministrazione della società «Piana Ambiente» fa parte anche il signor Fausto Siclari, attualmente ricoprente la carica di Assessore proprio nel Comune di Taurianova, creditore della stessa società; l'unione dei comuni consorziati con la società, tra i quali sempre quello di Taurianova, risulta titolare del 51 per cento delle quote societarie;
i disagi finanziari e giudiziari hanno comportato ripercussioni negative sia sugli operai della società che sul servizio prestato, tanto che molte delle Amministrazioni comunali consorziate stanno evidenziando un preoccupante malcontento per l'organizzazione del servizio;
tra l'altro, la società «Piana Ambiente» è responsabile del mancato decollo, sull'intero territorio della Piana di Gioia Tauro, del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti, anche perché sembrerebbe
che la stessa società non abbia ottemperato ai compiti assegnati dal Commissario Regionale per l'Emergenza Rifiuti;
nel mese di settembre 2006 l'Enia, società emiliana tra i fondatori di «Piana Ambiente», ha stranamente ceduto il suo 25 per cento di quote alla Ased srl, società con sede e Reggio Calabria;
nei giorni scorsi un ulteriore e pesante «tegola» si è abbattuta sul presidente della società «Piana Ambiente», avv. Giuseppe Luppino;
nell'ambito di un processo relativo all'omicidio del dottor Luigi Ioculano di Gioia Tauro, a carico dei boss della 'ndrangheta Giuseppe Piromalli e Domenico Molè, un collaboratore di giustizia ha affermato che «le cosche mafiose Piromalli e Molè nelle elezioni comunali del 1995, quando per la carica di sindaco di Gioia Tauro si sono confrontati Aldo Alessio e Giuseppe Luppino, avrebbero sostenuto quest'ultimo, dato il suo rapporto di parentela con un nipote di Giuseppe Piromalli»; lo stesso collaboratore ha dichiarato che in quella competizione elettorale fuori da ogni seggio di Gioia Tauro era stato piazzato un uomo del clan che «raccomandava al compare per chi votare»;
il presidente della società «Piana Ambiente», avv. Giuseppe Luppino, è stato candidato, quale rappresentante del Partito UDEUR calabrese, anche nelle ultime competizioni politiche dell'aprile 2006 e comunali di Gioia Tauro nel maggio 2006 -:
se non ritengano, per le parti di competenza, di far accertare la situazione ambientale e lo stato di attuazione della raccolta differenziata nella Piana di Gioia Tauro;
se i bilanci preventivi e consuntivi della società «Piana Ambiente» rispondano ai principi di veridicità e di trasparenza;
se esiste compatibilità tra la carica di componente del Consiglio di Amministrazione della società «Piana Ambiente» e quella di Assessore di un Comune compartecipe dei titoli della società stessa, peraltro creditore di cifre elevate nei confronti della società che gestisce la raccolta dei rifiuti;
se c'è corrispondenza tra i servizi prestati dalla società «Piana Ambiente» ed i costi previsti nel piano di impresa della società stessa;
quali siano i motivi che hanno portato la società emiliana Enia a cedere tutte le sue quote di compartecipazione con «Piana Ambiente» ad una società locale.
(4-01569)