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Allegato B
Seduta n. 67 del 10/11/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta orale:
DELFINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 2 aprile 2002, n. 60, emanato ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 351 del 1999, sono state recepite le direttive 99/30/CE e 00/69/CE, stabilendo nuovi limiti di qualità dell'aria per numerosi inquinanti, successivamente con decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183 è stata recepita la direttiva 2002/3/CE, che stabilisce nuovi limiti di qualità dell'aria per l'ozono;
in relazione a tale normativa e per l'applicazione delle nuove disposizioni è stata adottata dalla Regione Piemonte la D.G.R. n. 66-3859 del 18 settembre 2006 con la quale veniva approvato lo Stralcio di Piano per la mobilità, in attuazione dell'articolo 6 della legge regionale 7 aprile 2000, n. 43, nell'ambito dell'aggiornamento del Piano Regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria ai sensi degli articoli 7, 8 e 9 del decreto legislativo n. 351/1999, in cui si impone a partire dal 6 novembre il divieto di circolazione per cinque giorni alla settimana delle auto a benzina immatricolate prima del 1993 ed i mezzi diesel con omologazione precedente a EURO 2, nonché i ciclomotori e motocicli a due tempi, non conformi alla normativa EURO 1 immatricolati da più di dieci anni;
la durata minima giornaliera di limitazione prevista è di 5 ore per i veicoli utilizzati per il trasporto privato e di 3 ore per quelli utilizzati per il trasporto e la distribuzione delle merci e per l'esercizio delle attività commerciali, artigianali, industriali, agricole e di servizio;
in seguito a varie contestazioni il provvedimento ha subito una prima retromarcia passando ad applicare il divieto solo a 58 comuni invece dei trecento iniziali;
una nuova proroga è stata annunciata con lo slittamento al prossimo 15 gennaio senza l'interruzione originariamente prevista per il 31 marzo 2007, interessando tutti i comuni dell'area metropolitana torinese e quelli con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, in quanto la giunta si è resa consapevole della necessità di una campagna di informazione e della eccessiva tempestività del provvedimento adottato;
nonostante una nuova delibera della giunta n. 43 del 26 ottobre 2006 preveda un'innalzamento degli incentivi da 600 a 1000 euro per la rottamazione delle auto inquinanti, è un provvedimento che colpisce le fasce deboli che non hanno la possibilità di acquistare auto nuove, per le
quali già vengono regolarmente pagati il bollo, l'assicurazione, la revisione; inoltre danneggia coloro che svolgono un'attività commerciale, artigianale, industriale ed agricola nel territorio che si trovano bloccati per alcune ore del giorno;
occorre introdurre una maggiore graduazione nella tempistica necessaria al cittadino ad adeguarsi al provvedimento, esigenza prioritaria soprattutto per le fasce più deboli;
occorre salvaguardare i diritti delle categorie che hanno nel proprio veicolo un fondamentale strumento di lavoro, il quale bloccato per alcune ore del giorno, sia pure ridotte, ricevono un grave danno economico;
al momento sembrerebbe che solo la regione Piemonte, in maniera eccessivamente tempestiva e senza un'adeguata campagna di informazione e di coordinamento, abbia «realizzato» tale pacchetto di misure, inefficace dal punto di vista operativo e poco credibile per l'obiettivo del raggiungimento del rispetto dei limiti ambientali e causa di gravissimi disagi per i cittadini piemontesi più anziani con reddito popolare -:
se non ritenga opportuno monitorare a livello nazionale se altri piani antismog regionali siano stati adottati;
se non ritenga opportuno, nelle politiche ambientali nazionali - accanto all'aumento degli incentivi alla rottamazione, che comunque per alcune fasce sociali, pur innalzati a 1000 euro costituiscono una risorsa irrisoria e non determinante per l'acquisto di un'auto nuova - di attivarsi per prevedere maggiori risorse per incentivare e migliorare il trasporto pubblico urbano e pendolare e incentivare gli autobus ecologici;
se non ritenga opportuno intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, per meglio conciliare, da una parte la tutela al diritto alla salute del cittadino, e dall'altra la tutela del fenomeno del pendolarismo lavorativo.
(3-00385)
Interrogazione a risposta scritta:
BRUSCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
all'interno del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in una area protetta classificata zona 1, appartenente al demanio comunale del comune di Monte San Diacono (Salerno), in località Margherita, nell'agosto scorso hanno avuto inizio lavori di sbancamento, mediante mezzi meccanici, per la realizzazione di una strada, lunga circa 700 metri e larga metri 5;
i lavori vengono realizzati a spese di un privato cittadino, titolare di un terreno con annesso modesto manufatto sulla base di una autorizzazione a firma congiunta del vice-sindaco e del responsabile dell'area tecnica del comune, senza essere stata preceduta dal consenso dell'organo competente a ciò preposto, il consiglio comunale, ai sensi delle vigenti leggi;
una serie di diffuse illegittimità degli Enti, comunque coinvolti nel provvedimento, caratterizzano i lavori in questione, quali quelli autorizzati secondo l'interrogante, arbitrariamente dalla predetta autorità comunale; dell'Ente Parco che ha di fatto disatteso le limitazioni discendenti dal vincolo gravante sulle zone 1 (divieti di costruire o ampliare...); della comunità e dell'Ispettorato forestale che ha consentito il cambiamento di destinazione d'uso in zona 1; della difforme esecuzione dei lavori, laddove il direttore del Parco con nota n. 00457 del 13 gennaio del 2003 aveva inibito l'allargamento della sezione della strada (presunta?) esistente; della dubbia esistenza della strada, attestata (falsamente?) dal dirigente del servizio tecnico, a seguito di richiesta del settore tecnico amministrativo provinciale foreste del 27 gennaio 2003, protocollo n. 8077 (non risultante da nessun atto formale, stradario comunale, eccetera...);
anche per impedire la consumazione di attività illecite mentre erano in corso i lavori in questione, taluni cittadini e consiglieri
comunali hanno, senza alcun riscontro, denunciato la questione alla Procura della Repubblica di Sala Consilina e ai ministeri competenti -:
se sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e se intenda, per quanto di competenza, intervenire presso l'Ente parco nazionale, al fine di verificare le eventuali iniziative da adottare, anche disponendo una apposita ispezione ministeriale, che risulterebbe particolarmente auspicabile, considerata la grave situazione denunciata.
(4-01591)