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Allegato B
Seduta n. 67 del 10/11/2006
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della pubblica istruzione, per sapere - premesso che:
con la legge 15 aprile 2005 n. 61 è stato riconosciuto il 9 novembre quale «Giorno della Libertà» per ricordare l'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione dei paesi oppressi dal comunismo;
la stessa legge prevede che tali commemorazioni siano effettuate nelle scuole prevedendo momenti di approfondimento sui temi della libertà;
non risulta siano state inviate le circolari ai dirigenti scolastici contenenti le indicazioni per la commemorazione del 9 novembre -:
quali iniziative intenda assumere per far conoscere agli studenti, nello spirito della legge sopraccitata, l'anniversario della caduta del muro di Berlino, data simbolica della nuova Europa.
(2-00228) «Frassinetti, La Russa, Meloni».
Interrogazioni a risposta scritta:
RIVOLTA. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
da un articolo apparso a pagina 32 del quotidiano Corriere della Sera in data 17 ottobre 2006, dal titolo «Fannulloni, il caso del professor M.», a firma di Pietro Ichino, si apprende di un professore (definito M.), titolare di cattedra in una scuola media superiore del centro di Milano che è stato oggetto di due ispezioni;
le due ispezioni hanno accertato che da anni il professore suddetto si presenta a scuola solo saltuariamente;
la prima ispezione, del luglio 2005 ha accertato «il numero elevatissimo di assenze dal servizio e la loro collocazione strategica soprattutto in determinati periodi dell'anno scolastico», «il totale disinteresse del professor M. per il lavoro che svolge e per gli obblighi ad esso conseguenti»;
in seguito alla ispezione suddetta, al professor M. è stato comminato un breve periodo di sospensione disciplinare dal lavoro, che non ha prodotto effetti;
nel giugno 2006, in seguito ad una seconda ispezione, «vengono contestate al professor M. il 40 per cento di ore di lezione perse per presunte malattie, quasi sempre in concomitanza di festività, l'assenza sistematica ai consigli di classe, la scarsa conoscenza della sua materia, i rapporti pessimi con il preside, i colleghi e gli studenti e pressoché inesistenti con le famiglie di questi ultimi»;
l'articolo 129 del Testo Unico del 1957 prevede il licenziamento in questi casi, cosa che non è avvenuta, né sembra destinata ad avvenire in quanto l'articolo di giornale sopraccitato allude ad una non volontà di licenziamento da parte del Ministero che starebbe ipotizzando, invece, un semplice trasferimento -:
se il Ministero interrogato è al corrente dei fatti sopra citati e se, nel caso, li confermi;
come intenda affrontare questa situazione al fine di garantire agli studenti della scuola media di Milano e agli eventuali altri studenti italiani che potrebbero trovarsi lo stesso professor M. come insegnante, il loro diritto ad una istruzione qualitativamente ottimale.
(4-01575)
GARAGNANI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
la legge 61/05 approvata dal Parlamento stabilisce l'istituzione del «giorno della libertà» e soprattutto nelle scuole risulta sostanzialmente disapplicata, mancando una circolare (iniziativa presa invece dal precedente Ministro Moratti) che invita le componenti scolastiche a celebrare la ricorrenza del 9 novembre, evento significativo per tutta l'Europa e soprattutto per le giovani generazioni per anni abituate, nei testi scolastici e nelle lezioni di storia, ad una visione del comunismo, secondo l'interrogante, assolutamente non rispondente alla realtà quando non deliberatamente falsificata, a parte ovviamente, eccezioni di coraggiosi insegnanti, purtroppo minoranza, in un corpo docente, sempre ad avviso dell'interrogante, nella maggioranza largamente politicizzato ed ideologizzato;
l'interrogante non vuole credere che il silenzio del Ministro sul significato del 9 novembre dipenda dalla presenza nel Governo di esponenti che si rifanno ancora al cosiddetto «socialismo reale» o alle pressioni eventualmente attuate sugli orientamenti del ministero;
rammenta, inoltre, che la scuola svolge per sua intima essenza una funzione educatrice e che il rispetto dei valoridi libertà e democrazia, violati e conculcati dal comunismo è alla base della formazione delle giovani generazioni e che se si ricordano giustamente i misfatti del nazifascismo debbono in modo altrettanto chiaro essere condannati i crimini del comunismo medesimo e che i docenti non possono sottrarsi a questo compito essenziale -:
se intenda attivarsi nelle sedi competenti per una pronta applicazione di una legge liberamente votata dal Parlamento.
(4-01586)
DE SIMONE. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi anni vi è stato un sostanziale peggioramento del livello di inclusione scolastica degli studenti con disabilità;
da un lato la riforma della scuola (riforma Moratti) ha abbassato i livelli di attenzione verso gli studenti con bisogni educativi particolari, innescando procedure e percorsi amministrativi ed economici che hanno penalizzato fortemente gli studenti con disabilità e, di conseguenza, con maggiori esigenze di sostegno e personalizzazione; dall'altro lato la riduzione delle risorse economiche destinate al sostegno scolastico e la progressiva dequalificazione del personale insegnante destinato a questi alunni, hanno prodotto un rallentamento, se non una stasi, nella qualità delle politiche dell'inclusione scolastica;
questa situazione ha costretto molti genitori a ricorrere, in maniera sempre vincente, alla tutela giurisdizionale attraverso i ricorsi ai tribunali, per veder garantito il diritto costituzionale allo studio dei loro figli -:
se non intenda rivedere la posizione del Governo precedente che, secondo l'interrogante, pur di ridurre la spesa, non si è curato delle sentenze dei tribunali;
se non ritenga che sia giunto il momento di definire l'annoso problema sopradescritto, anche attraverso la costituzione di un tavolo di concertazione per la garanzia al diritto allo studio dei ragazzi disabili in Italia, come sancito dalla Costituzione, e con interventi strutturali congrui, per evitare inutili sofferenze ai minori disabili e alle loro famiglie.
(4-01588)