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Allegato B
Seduta n. 67 del 10/11/2006
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GIUSTIZIA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
l'Assemblea degli avvocati di Piacenza ha deliberato, in data 24 ottobre 2006, di proclamare, a contrasto delle norme relative alla professione forense contenute nella legge Bersani, un periodo di astensione da ogni attività resa dagli avvocati e non di loro stretta competenza (quali, ad esempio: verbalizzazione delle udienze, estrazione di copia di atti e documenti dal fascicolo di causa, trattazione di ciascuna causa in sede civile con la presenza nell'ufficio del giudice di persone non interessate; ritiro di notificazioni o comunicazioni in forme non espressamente previste dalla legge, eccetera), nonché di sospendere l'impiego di mezzi tecnologici e materiali (fotocopiatrici, carta, toner, eccetera) messi a disposizione del tribunale da parte dell'avvocatura piacentina;
detta forma di protesta ha avuto inizio in data 6 novembre 2006 e si protrarrà sino al 30 novembre 2006. Dopo tre giorni di protesta, la situazione che si è venuta a determinare è la seguente:
a) le Cancellerie si trovano nell'impossibilità di rilasciare, con i mezzi dell'Ufficio, copie di atti e documenti richieste dagli Avvocati, in quanto non vi è personale da adibire al servizio, né vi sono quantitativi sufficienti di carta, toner o fotocopiatrici: ciò può comportare gravissime conseguenze per tutti quei casi, in sede civile e penale, in cui sono previsti per le parti termini di decadenza;
b) nelle cause che richiedono attività complessa d'udienza è prevedibile, come già in alcuni casi si è verificato, che
si debba disporre rinvio per mancanza di personale di Cancelleria idoneo alla relativa verbalizzazione;
c) la Cancelleria del tribunale di Piacenza ha inoltre comunicato al locale Consiglio dell'ordine:
1) che non può essere garantita, data la scarsità di personale di idonea qualifica, l'assistenza a tutte le udienze civili;
2) che, ai fini del rilascio di copie, la dotazione dell'intero Tribunale ammonta soltanto a quattro risme di fogli di carta;
3) che non è possibile prevedere, per l'anno in corso, ulteriori dotazioni per carenza assoluta di fondi, sussistendo già uno scoperto di circa 1.500 euro;
risulta inoltre che il Presidente della corte d'appello di Bologna abbia suggerito agli Uffici giudiziari di Piacenza di non effettuare ulteriori spese nel corso del 2006, onde evitare insolvenze non più rimediabili;
appare evidente agli interpellanti che il sistema giudiziario non è, in assenza dell'apporto collaborativo volontario degli avvocati, in grado di assicurare tutti i servizi essenziali che gli competono istituzionalmente e che detta situazione è destinata, negli anni a venire (2007-2008), ad aggravarsi ulteriormente, per le note riduzioni dei fondi destinati al funzionamento della giustizia contenute nella legge Bersani-Visco -:
se e quali urgenti iniziative intenda assumere, anche in relazione al fatto che le condivisibili iniziative assunte dagli avvocati piacentini, secondo gli interpellanti, si estenderanno presto ai tribunali di tutta Italia, al fine di riprendere con l'avvocatura un dialogo quanto mai auspicabile e necessario, anche per evitare il perpetuarsi di situazioni di denegata giustizia.
(2-00229) «Foti, Barbieri, Bertolini, Alessandri, Ronconi, Ciocchetti, Mereu, Adolfo, Oppi, Pini, D'Agrò, Holzmann, Armani, Leo, Taglialatela, Contento, Dussin, Mancuso, Lisi, Airaghi, Frassinetti, Porcu, Gamba, Consolo, Antonio Pepe, Angela Napoli, Lamorte, Giorgio Conte, Germontani, Castellani».
Interrogazioni a risposta scritta:
BRIGUGLIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella riorganizzazione territoriale delle amministrazioni giudiziarie viene prevista la soppressione del Tribunale di Patti;
considerando la mole di lavoro prodotta dal Tribunale di Patti, il numero di procedimenti pendenti, il bacino di utenza sullo stesso insistente, la proposta di soppressione appare, all'interrogante, generica e immotivata;
al contrario, tenuto conto delle superiori considerazioni, dovrebbero essere avviate le procedure per il rafforzamento del Tribunale in parola per rendere più efficiente il servizio di giustizia nell'intero circondario della provincia di Messina;
la provincia di Messina ha rivolto un pressante invito in tal senso -:
se il Governo intenda rivedere la previsione di riorganizzazione territoriale delle amministrazioni giudiziarie onde eliminare la proposta di soppressione del Tribunale di Patti.
(4-01577)
ZANELLA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il mese scorso un detenuto magrebino, Mohamed Bouakkaz, si è tolto la vita impiccandosi con una cintura dell'accappatoio nel carcere di Baldenich di Belluno;
Bouakkaz, condannato per droga e altri reati, era incarcerato da più di due anni e soffriva di disturbi psichici, ciononostante
era stato messo in una cella da solo, con lo spioncino chiuso, di fatto costretto ad una sorta d'isolamento;
sempre a Baldenich, circa due anni e mezzo fa accadde un episodio analogo: Massimo Peterle, 30 anni, si impiccò nella sua cella. Ha lasciato un biglietto, nel quale proclamava la sua innocenza;
un detenuto di Baldenich ha lanciato un appello alle autorità sanitarie per denunciare la grave mancanza di igiene del carcere e chiedere che i suicidi non passino inosservati;
nei primi tre mesi del 2006 i suicidi accertati nelle carceri italiane sono stati almeno 14; dal 1998 al 2005 in totale vi sono stati 1.191 morti, di cui almeno 447 suicidi. Solo nel 2005 vi sono stati almeno 57 suicidi. Se non si considerano i 22 decessi per cause non ancora accertate, questo dato numerico si avvicina significativamente a quello delle condanne a morte eseguite negli USA nello stesso anno: 60;
un terzo dei detenuti circa è in attesa di giudizio;
in seguito all'indulto, la popolazione carceraria, è calata del 36,3 per cento, risolvendo il problema del sovraffollamento che era arrivato al livello di tre detenuti ogni due posti letto; da più parti (Associazione Antigone, Redattore sociale, ecc.), però, è ancora denunciata la condizione invivibile in cui i detenuti versano negli istituti di detenzione italiani, esposti alle malattie, alla promiscuità, all'assenza di condizioni igieniche minime, con la mancanza di un'assistenza sanitaria efficace, la fatiscenza delle strutture e l'assenza del lavoro nel carcere; questo insieme di fattori viola quotidianamente il divieto di pene disumane o degradanti per i detenuti;
da Antigone provengono altri allarmanti dati: il 69,31 per cento dei detenuti si lava con acqua gelida, il 60 per cento delle detenute non ha il bidet, il 55,6 per cento dei detenuti vive in carceri dove non sono consentiti colloqui in spazi all'aria aperta;
la situazione è difficile anche per chi nel carcere lavora, dagli agenti agli educatori, agli infermieri. La OSAPP (organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) denuncia da tempo le disfunzioni in essere negli istituti penitenziari, in particolare del Piemonte-Valle d'Aosta, della Lombardia e del Triveneto -:
se il Governo non ritenga opportuno attuare con urgenza un accurato monitoraggio della situazione post-indulto degli istituti di detenzione italiani per non far passare sotto silenzio i molteplici problemi ancora ivi presenti;
se il Governo non consideri necessario programmare un piano di risanamento delle carceri italiane, stanziando gli adeguati finanziamenti, per fare in modo che le normative in materia di detenzione siano rispettate e gli istituti siano in grado di svolgere in maniera adeguata anche la loro funzione di reintegrazione sociale, oltre che di mera detenzione.
(4-01598)