Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 67 del 10/11/2006
TESTO AGGIORNATO AL 15 NOVEMBRE 2006
...
ATTI DI CONTROLLO
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta scritta:
PICANO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 11 decreto del Presidente della Repubblica 309 del 1990 prevede, per i primi due commi, che:
1. il Dipartimento della pubblica sicurezza può destinare, fuori del territorio nazionale, secondo quanto disposto dall'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e successive modificazioni, personale appartenente al Servizio centrale antidroga, che opererà presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari in qualità di esperti, per lo svolgimento di attività di studio, osservazione, consulenza e informazione in vista della promozione della cooperazione contro il traffico della droga;
2. a tali fini il contingente previsto dall'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, è aumentato di una quota di venti unità, riservata agli esperti del Servizio centrale antidroga;
ad oggi risultano determinate 19 delle 20 unità;
nello specifico, attualmente, risultano attive e presidiate 16 sedi: due, Budapest e Islamabad, sono vacanti in attesa delle determinazioni del Ministero della Difesa, mentre risulta sospesa la sede di Varsavia;
per dare completa attuazione al disposto dell'articolo 11 del citato decreto del Presidente della Repubblica la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha proposto al Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, che ha approvato, la costituzione di un posto da Esperto Antidroga presso l'Ambasciata italiana a Kabul (Afghanistan), approvazione condivisa anche dal Ministro dell'Interno al quale è stato indirizzato un appunto in tal senso dallo stesso Capo della Polizia;
le motivazioni che hanno suggerito la costituzione del citato posto sono molteplici e articolate:
1. l'Afghanistan ha un ruolo primario nello scacchiere mondiale del traffico di sostanze stupefacenti;
2. nonostante gli sforzi nazionali ed internazionali la coltivazione e la produzione di droga sono aumentate di circa il 59 per cento nel 2006 rispetto all'anno precedente;
3. tale quadro configura una minaccia alla stabilità internazionale, che si aggiunge all'azione subdola rappresentata dalla diffusione stessa della droga nella società occidentale;
4. esiste, in Afghanistan, un problema di controllo del territorio, ma anche di ricostruzione e normalizzazione;
5. è stato riscontrato che la presenza italiana nel teatro afgano è molto gradita sia alla comunità internazionale che autoctona a causa della nostra condotta cooperante e rispettosa per attitudine,
sempre attenta alle realtà locali, che devono essere sostenute e modernizzate, ma non possono essere piegate agli standard occidentali;
6. le Autorità internazionali ed afgane hanno palesato una grande attesa per un impegno italiano diretto nel campo info-operativo antidroga;
un Esperto Antidroga italiano sicuramente colmerebbe le lacune di intelligence sul pauroso traffico di stupefacenti e di precursori originati da quel Paese;
l'Esperto potrebbe inoltre fungere anche da menthor per le varie attività addestrative già in atto o programmabili, con quella caratterizzazione «civile» che è tipica della fase della ricostruzione, in un'area dove sono già presenti diversi referenti di organismi internazionali impegnati nel peculiare ambito d'intervento -:
quali soluzioni ha intenzione di adottare il Governo per soddisfare nel più breve tempo possibile tali esigenze ad ampio raggio.
(4-01578)