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Allegato B
Seduta n. 67 del 10/11/2006
...
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
BRIGUGLIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in seguito alla formazione delle quattro agenzie fiscali: Territorio, Entrate, Dogane e Demanio, quest'ultima è diventata nel 2000 Ente Pubblico Economico, con proprio bilancio, divenendo Ufficio Territoriale Periferico quello avente sede in Palermo;
l'Agenzia del Demanio, Direzione Generale, sta procedendo alla soppressione dell'Ufficio Territoriale Provinciale di Messina,
con conseguente trasferimento di tutto il personale a Palermo e Roma;
tale provvedimento, ove venisse attuato, comporterebbe gravi disagi alla collettività e all'utenza, oltre a quello derivante ai lavoratori e alle rispettive famiglie che sarebbero costrette a spostamenti e/o trasferimenti forzati in altra sede, con gravi ricadute anche di ordine sociale oltre che economico;
i cittadini i quali hanno necessità di rapportarsi con l'Ufficio per qualsiasi provvedimento sarebbero obbligati, ove si attuasse il temuto trasferimento, a soffrire per oneri e disagi inammissibili in un tempo in cui si tende a decentrare i servizi e a semplificare il rapporto con la pubblica amministrazione in tutti i settori;
con tale provvedimento si creerebbero i presupposti di un'azione centralistica contro la cittadinanza messinese;
la Provincia Regionale di Messina ha rivolto un pressante invito in tal senso -:
se il Governo intenda provvedere alla revoca;
se intenda intervenire ai fini della revoca del provvedimento di soppressione dell'Agenzia del Demanio di Messina, o in subordine perché sia mantenuto nella città di Messina uno sportello a servizio dell'utenza di tutta la Provincia.
(4-01574)
MINASSO e GERMONTANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia delle dogane ha indetto, con determinazione n. 791 del 14 febbraio 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, IV Serie Speciale, Concorsi ed Esami, n. 13 del 17 febbraio 2006, un concorso pubblico, per esami, a complessivi settanta posti di dirigente di seconda fascia;
in data 27 luglio 2006 si è svolta la prova preselettiva, prevista dall'articolo 5 del bando, del concorso pubblico di cui trattasi;
a tutt'oggi, non risulta essere stata approvata la graduatoria di merito relativa ai candidati che hanno superato la predetta prova preselettiva;
l'Agenzia delle dogane, di conseguenza, non ha ancora fissato le date di svolgimento delle successive prove selettive, dimostrando, così, di non avere alcun interesse ad un rapido ed efficiente espletamento dei lavori della Commissione esaminatrice;
secondo gli interroganti la composizione della relativa commissione d'esame non sembra, allo stato attuale, essere conforme alla normativa vigente (decreto del Presidente della Repubblica 24 settembre 2004, n. 272), che, in materia di composizione della commissione esaminatrice del concorso per l'accesso alla qualifica di dirigente, ha profondamente innovato rispetto alla previgente disciplina -:
quali urgenti iniziative gli interrogati intendano assumere, al fine di garantire la speditezza e la regolarità di tutte le successive operazioni del concorso che, se fosse gestito con metodi poco professionali, rischierebbe di disattendere la legittima attesa dei numerosi candidati che vi partecipano con senso di responsabilità.
(4-01576)
FABRIS. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 8, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 (Istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto), non contempla espressamente tra le cessioni all'esportazione le cessioni di beni effettuate negli speciali negozi di cui all'articolo 128 del decreto del Presidente della Repubblica
n. 43 del 1973, testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, i cosiddetti «duty-free shops»;
l'articolo 16, paragrafo 1, punto B, lettera e), della sesta direttiva CEE in materia di Iva (direttiva 77/388/CEE del 17 maggio 1977), come modificata dalla direttiva 95/7/CE del Consiglio del 10 aprile 1995, ammette il regime di esenzione dall'imposta sul valore aggiunto anche per le cessioni di beni per viaggiatori che si recano in un Paese terzo con un volo o una traversata marittima;
l'ipotesi contemplata dalla predetta direttiva deve ritenersi inclusa tra le previsioni dell'articolo 8, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972;
la prassi amministrativa in materia di regime Iva include tra le cessioni all'esportazione di cui al citato articolo 8 anche i cosiddetti «duty-free shops» -:
se non ritenga di adottare un'iniziativa normativa al fine di prevedere l'inclusione esplicita delle cessioni di beni effettuate negli speciali negozi di cui all'articolo 128 del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale tra le cessioni all'esportazione di cui all'articolo 8, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972.
(4-01580)
D'AGRÒ e ADOLFO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'economia detiene in 21,4 per cento del capitale di Enel SpA, ed un ulteriore 10,2 per cento appartiene alla cassa depositi e prestiti;
nei comuni di Levanto e Sesta Godano, provincia della Spezia, Enel ha deciso di trasferire il personale dipendente dalle sedi locali presso una sede decentrata, posta nel comune di Corrodano;
i sindaci e le comunità locali segnalano, che questa azione da parte di Enel, rappresenta la soppressione di due sedi importanti, appunto Levanto e Sesta Godano, che garantivano una celerità di risposta ed una maggiore funzionalità nei servizi alle utenze poste nelle due aree provinciali della riviera e della Val di Vara;
non si comprendono le motivazioni per cui Enel attivi questa politica di abbandono di importanti sedi locali -:
se il Governo approvi questa operazione svolta da Enel su territorio provinciale della Spezia;
quali assicurazioni Enel ed il Governo forniscano agli enti locali, alle organizzazioni sindacali ed al territorio per il mantenimento delle unità lavorative attualmente impiegate.
(4-01585)
DE ZULUETA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Italia Oggi in un articolo del 7 novembre 2006, a firma di Alessandra Ricciardi anticipa alcuni contenuti di una relazione di 72 pagine stilata dall'ispettorato del Ministero dell'economia sulle verifiche fatte ai bilanci della Croce Rossa Italiana nel periodo che va dal 2002 al 2005, completata il 9 ottobre 2006 è stata posta all'attenzione del ministro dell'economia;
secondo quanto riferito dal giornale gli ispettori del Ministero dell'economia denunciano che per l'intervento della Croce Rossa a Nassiriya il Ministero della difesa ha erogato contributi alla CRI per 32,9 milioni di euro, dei quali 16,3 milioni risultano effettivamente impiegati per gli scopi previsti, mentre gli altri 16,6 dovrebbero essere disponibili in bilancio. Di questi la Croce Rossa Italiana aveva avuto l'autorizzazione, per il 2003, a tenere sul proprio bilancio 2 milioni non spesi, per i
restanti 14 milioni invece non è stata riscontrata nessuna autorizzazione ad un diverso utilizzo;
di questi fondi in bilancio non c'è traccia, l'Ente ha omesso di accantonare in avanzo le somme non utilizzate e ne ha disposto almeno in parte l'impiego per scopi non riconducibili alla missione in Iraq, non risultano neanche richieste da parte del Ministero della difesa in ordine alla restituzione di somme residue;
infatti secondo i riscontri contabili parte di questi fondi sono andati a pagare gli aumenti di stipendio dei dipendenti, infatti risulta che l'Ente fosse solito concedere aumenti o avanzamenti di carriera senza copertura, facendo affidamento a finanziamenti che in futuro sarebbero stati disponibili, non importa per quale scopo;
in quel periodo la Croce Rossa Italiana ebbe un ruolo fondamentale nelle trattative per il rilascio di alcuni connazionali rapiti sul territorio iracheno (Agliala, Stefio, Cupertino, Pari, Torretta e Baldoni) ed una delle ipotesi avanzate dal giornale è che quei fondi siano stati utilizzati per pagare dei riscatti;
nel periodo preso in esame la Croce Rossa Italiana era nelle mani del commissario straordinario Maurizio Scelli, che intervistato da Italia Oggi esclude che quei fondi siano spariti, né tantomeno che siano stati utilizzati per pagare riscatti, ma parla di fondi spesi correttamente, ma ancora da rendicontare;
secondo gli ispettori resta comunque censurabile, con profili che prefigurano il danno erariale, l'operato dei vertici amministrativi dell'ente, che in assenza di autorizzazione hanno disposto in modo distorto di fondi vincolati -:
se i ministri interrogati siano a conoscenza di tali fatti e come intendano intervenire in base alle loro competenze per fare piena luce su questa vicenda che getta ulteriori ombre e danni su un ente che secondo l'interrogante vive già in un precario stato di salute.
(4-01587)