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Allegato B
Seduta n. 67 del 10/11/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta in Commissione:
D'AGRÒ. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
un calo della frequenza di energia proveniente dalla Germania ha provocato, intorno alle 22 del 4 novembre scorso, blackout parziali in tutta l'Europa occidentale ed in modo particolare in Germania, in Francia e in parte dell'Italia;
in Italia le regioni interessate sono state il Piemonte, la Puglia e la Liguria; la mancanza di corrente elettrica è durata tra i 20 e i 30 minuti e l'oscillazione che si è avuta sulle reti ad alta tensione ha provocato dappertutto lo scatto delle protezioni e il conseguente blocco della fornitura;
lo scorso 6 novembre 2006 il consigliere di amministrazione di E. on Energie, Klaus-Dieter Maubach, il gestore elettrico tedesco, ha riconosciuto la propria responsabilità; un membro del consiglio di amministrazione del gruppo ha dichiarato alla televisione pubblica tedesca che tutto è stato causato dal distacco di una linea ad alta tensione sul fiume Ems, in località Papenburg (Bassa Sassonia), per permettere il passaggio in sicurezza di una nave da crociera norvegese verso il nord Europa; il conseguente sovraccarico ha costretto a sua volta l'altro operatore tedesco, RWE, a staccare altre due linee ad alta tensione per evitare rischi di collasso sull'intera rete, di qui l'effetto domino sugli altri Paesi;
secondo il commissario europeo all'Energia, Andris Piebalgs, incidenti di questa portata «mostrano ancora un volta che gli eventi in una parte dell'Europa influiscono sulle altri parti e confermano ulteriormente il bisogno di un'adeguata politica europea dell'energia e che la sicurezza energetica si ottiene meglio attraverso un approccio comune europeo piuttosto che con 27 differenti approcci» -:
quali procedure d'urgenza il Governo intenda adottare per il rafforzamento della sicurezza delle proprie reti elettriche e quale sia l'orientamento italiano in tema di politica energetica a livello europeo.
(5-00383)
Interrogazione a risposta scritta:
SANGA, MISIANI e MARCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con le disposizioni di cui all'articolo 3, comma 2 del decreto legislativo 79 del 1999 (così detto Decreto Bersani), era stata affidata al mercato la possibilità di realizzazione ed esercizio delle nuove infrastrutture della Rete Elettrica Nazionale, che secondo il metodo degli «avvisi concorrenziali» consentiva a vari competitori di proporsi in competizione tra loro e al sistema di spuntare prezzi migliori, così come l'esperienza ha felicemente confermato per circa cinque anni (assegnazioni anche inferiori del 20-30 per cento rispetto a quelle gestite dalla sola TERNA spa);
con le successive disposizioni (così detto decreto Marzano) nel novembre 2005 tale procedura è stata abolita e si è pertanto chiuso il mercato della «realizzazione e gestione delle infrastrutture per la trasmissione dell'energia in alta e altissima tensione», con la conseguente cessazione della logica della «committenza»;
nel frattempo, è andata consolidandosi il ruolo di TERNA, che in quanto azienda quotata in Borsa, opera in una logica privatistica, ma fruendo dei vantaggi di un monopolio che supera oggi, dopo la cessione delle reti Edison e AEM, il 95 per cento dell'intera rete nazionale;
i progetti di Terna sono ingenti, e prevedono nei prossimi anni investimenti di oltre 2 miliardi di euro, ma senza che sia consentito ai competitori di farle concorrenza sul versante delle realizzazioni di rete;
il Governo è impegnato su una politica di liberalizzazione volta principalmente a far emergere vantaggi per il consumatore, e nel settore energetico qualsiasi intervento che possa incidere sui costi della bolletta per gli utenti finali è di importanza strategica;
una politica di concorrenza nel settore della realizzazione delle infrastrutture di rete può - come i dati pregressi confermano - produrre un decremento della componente tariffaria equivalente (la così detta Fi), per un valore di almeno il 20 per cento, per cui il bilancio della sola trasmissione potrebbe godere di un risparmio annuo di almeno 200 milioni di euro;
un conto è la missione di gestore della rete di trasmissione che ha portato allo scorporo di Terna da Enel per ragioni di neutralità rispetto al mercato energetico liberalizzato, anche se per via diretta o indiretta lo Stato mantiene di fatto il controllo di questa società;
un conto è invece riconoscere un regime di monopolio anche per la realizzazione delle infrastrutture di sviluppo della RTN che possono benissimo essere messi in concorrenza sul libero mercato con evidenti vantaggi;
per le ragioni di cui sopra a giudizio degli interroganti si configura allo stato un conflitto di interesse insito in Terna che da un lato deve assicurare sicurezza, affidabilità, efficienza e, come dice il decreto legislativo 79 del 1999, «minor costo del servizio» e al tempo stesso, essendo in Borsa e remunerata «a piè di lista sul capitale investito», deve massimizzare la remunerazione dei propri azionisti;
una simile situazione è in totale contrasto con il senso della legislazione in materia energetica, con le scelte dell'AEEG e gli oggettivi interessi nazionali -:
se non ritenga necessaria, ed opportuna un'iniziativa volta a reintrodurre il regime degli «avvisi concorrenziali» per la realizzazione, esercizio e manutenzione relativo alle nuove infrastrutture necessarie alla Rete Elettrica Nazionale, consentendo di applicare - con apposito provvedimento - i criteri stabiliti con successo dal decreto legislativo 79 del 1999, con particolare riferimento alla metodica degli avvisi concorrenziali.
(4-01581)