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Allegato B
Seduta n. 69 del 12/11/2006
ATTI DI CONTROLLO
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
CARLUCCI, IANNARILLI e DI VIRGILIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'onorevole Giulio Gargano è stato arrestato il 7 luglio 2006 in esecuzione del provvedimento emesso dal GIP di Roma su richiesta della procura della Repubblica nell'ambito dell'indagine relativa alle dichiarazioni della cosiddetta «Lady Asl»;
i reati contestati configurano un'ipotetica associazione a delinquere, unitamente a numerosi funzionari regionali e direttori di Asl, e tre episodi di corruzione connessi ad una delibera adottata dall'Ipab San Michele, alla quale l'onorevole Gargano risulta estraneo, e due delibere adottate dalla Giunta regionale del Lazio in materia sanitaria per convenzioni in ordine a prestazioni assistenziali;
l'onorevole Gargano ha dimostrato di non essere mai stato assessore regionale alla sanità e di essere risultato assente dalle riunioni di giunta nel corso delle quali sono stati adottati i provvedimenti oggetto dell'ipotetica corruzione;
gli unici elementi a carico dell'onorevole Gargano sono costituiti da una dichiarazione della signora Iannuzzi (Lady Asl), relativa alla dazione di denaro dapprima nel periodo 2002-2003 e poi nel 2005;
tali dichiarazioni tuttavia, per quanto risulta agli interroganti, non hanno ricevuto alcun riscontro obiettivo né nei movimenti bancari dei conti della Iannuzzi e delle sue società, né nei movimenti delle carte di credito a questa riferibili, né aliunde;
l'onorevole Gargano ha sempre negato ogni responsabilità e la ricezione di somme di denaro;
dopo il primo interrogatorio, avvenuto alla metà di luglio 2006, non è più stato interrogato;
i soggetti colpiti dallo stesso provvedimento cautelare sono stati rimessi in libertà o posti agli arresti domiciliari, mentre l'onorevole Gargano è ancora detenuto;
le sue condizioni di salute sono gravi, per una sofferenza cardiaca congenita già manifestatasi più volte negli ultimi anni: egli è svenuto più volte in carcere durante la notte e, per quanto risulta agli interroganti, sarebbe rimasto in terra per oltre un'ora prima di ricevere i soccorsi;
la struttura sanitaria del carcere ha chiesto una visita specialistica ancora non effettuata ed un medico nominato dal Gip ha riscontrato effettivamente la malattia cardiaca ma ha ritenuto che la patologia non è incompatibile con lo stato di detenzione;
l'onorevole Gargano, ormai detenuto da due mesi, non risulta oggetto di ulteriori attenzioni investigative, tali da comportare la detenzione in carcere;
lo stato di detenzione in carcere comporta un grave stato di depressione ed esso impedisce l'assunzione di farmaci di sostegno alla patologia cardio-circolatoria;
i reati contestati all'onorevole Gargano rientrano tutti nel provvedimento di indulto di cui alla legge n. 241 del 2006, per cui, ove anche fosse condannato, non tornerebbe più in carcere; malgrado ciò l'autorità giudiziaria rifiuta di rimetterlo in libertà;
il tribunale di Roma ha ritenuto insussistente il reato di associazione a delinquere per altri coindagati, e di conseguenza, secondo gli interroganti, ciò varrebbe anche per l'onorevole Gargano, al quale tuttavia non sono stati applicati i benefici di tale pronuncia;
la custodia cautelare ha come presupposti il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove, di reiterazione del reato;
l'onorevole Gargano non può in alcun modo reiterare alcun reato, non appartenendo alla compagine di maggioranza dell'assemblea regionale del Lazio né conseguentemente alla giunta di governo, non può in alcun modo incidere, neppure indirettamente, su convenzioni, prestazioni ad altra attività amministrativa;
non vi è alcun pericolo di inquinamento delle prove, sia per l'inesistente capacità di incidenza sull'apparato amministrativo regionale per effetto di quanto precede sia, soprattutto, in virtù di provvedimenti di sequestro ed acquisizione di tutti gli atti rilevanti ai fini dell'indagine;
non vi è, infine, per ragioni fin troppo evidenti di natura economica nonché di radicamento nel territorio il pericolo di fuga;
pertanto secondo gli interroganti non risulta giustificabile in alcun modo la sua detenzione;
sulla questione è intervenuto anche il garante dei detenuti che, sottolineando la gravità delle condizioni di salute dell'onorevole Gargano, ne ha rilevato l'assoluta incompatibilità con il regime carcerario;
l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati non può che svolgersi all'interno del dettato normativo e non può tradursi in alcuna discrezionalità, ancor più in presenza di una restrizione della libertà del cittadino;
casi analoghi hanno visto soluzioni restrittive o punitive sia presso gli uffici giudiziari di Roma che in altri (recentemente nei confronti di un politico regionale calabrese dei DS), con l'evidente rischio di una incomprensibile disparità di trattamento dell'onorevole Gargano -:
quali iniziative intende adottare allo scopo di valutare la sussistenza nella fattispecie illustrata in premessa dei presupposti per un'eventuale promozione di un'azione disciplinare a carico dei magistrati investiti del processo nei confronti dell'onorevole Gargano.
(4-01613)
CIOCCHETTI, FORMISANO, MOFFA, RAMPELLI e IANNARILLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 7 luglio del corrente anno, nell'ambito dell'inchiesta della Procura romana relativa agli illeciti nella sanità laziale, avviata in seguito alle dichiarazioni di Anna Iannuzzi, soprannominata «Lady Asl», è stato arrestato il consigliere regionale del Lazio, Giulio Gargano, in esecuzione del provvedimento emesso dal Gip di Roma su richiesta della Procura della Repubblica;
tra i reati contestati al consigliere Gargano figurano un'ipotetica associazione a delinquere, unitamente ad altri funzionari regionali e direttori di Asl, e in particolare tre episodi di corruzione connessi ad una delibera adottata dall'ente di assistenza ex Ipab San Michele di Roma, alla quale il consigliere Gargano risulta estraneo, e due delibere adottate dalla giunta regionale del Lazio in materia sanitaria per convenzioni in ordine a prestazioni assistenziali;
dopo un periodo di custodia cautelare, gli altri indagati nell'ambito di questa inchiesta sono stati rimessi in libertà o posti agli arresti domiciliari, mentre il consigliere Gargano, che si è sempre detto estraneo ai fatti addebitatigli e ha sempre negato la ricezione di somme di denaro, è ancora detenuto nonostante, a distanza di ormai 4 mesi dall'arresto, non risulti essere oggetto di ulteriori attenzioni investigative, tali da comportarne la detenzione in carcere;
secondo gli interroganti la scarcerazione del consigliere Gargano non comporterebbe alcun rischio di reiterazione dei reati, dal momento che egli non fa più parte né dello schieramento di maggioranza nel Consiglio regionale del Lazio né
della giunta di governo, e pertanto non potrebbe incidere, neppure indirettamente, su alcuna attività amministrativa;
sulla delicata questione è intervenuto, nei giorni scorsi, anche il Garante dei Detenuti, il quale ribadendo la gravità delle condizioni di salute dell'ex assessore regionale Gargano, assolutamente incompatibili con il regime carcerario cui è attualmente sottoposto, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: «Sono rimasto davvero impressionato dalle condizioni in cui si trova quello che, fino a pochi mesi fa, era un mio avversario politico sui banchi del Consiglio Regionale del Lazio. Gargano è attualmente ospitato nel centro clinico di Regina Coeli. L'ho trovato su una sedia a rotelle, dimagrito e in condizioni fisiche e psichiche davvero gravi. Mi è stato riferito che, a causa dei problemi cardiaci, avrebbe urgente bisogno di un pacemaker. Per questo motivo era stato trasferito all'ospedale San Camillo dove, però, ha rifiutato l'operazione ed è stato quindi riportato di nuovo in carcere. Ciò mi spinge a chiedere alle autorità preposte di intervenire per salvare la vita di quest'uomo che, prima ancora di essere un politico è un detenuto e come tale ha diritto alla tutela della sua dignità e della sua salute»;
in data odierna, il consigliere Gargano è stato ricoverato presso l'ospedale Sandro Pertini di Roma, per essere sottoposto ad adeguati e impellenti interventi medici e chirurgici che provvedano a ristabilire le sue ormai precarie condizioni di salute;
l'interrogante, stante la realtà dei fatti precedentemente delineati, ritiene che nei confronti del consigliere Gargano vi sia stato un accanimento giudiziario indegno di un paese civile e democratico, in cui la dignità degli uomini viene calpestata in maniera inaccettabile;
sempre secondo l'interrogante, la magistratura per assolvere al suo dovere di accertare la verità non dovrebbe aver bisogno di ricorrere a provvedimenti di inflessibile carcerazione preventiva di una persona, per di più, come nel caso in questione, in evidenti precarie condizioni di salute, al solo scopo di ottenere da questa una piena confessione -:
quali provvedimenti, per quanto di sua competenza, intenda adottare allo scopo di verificare la sussistenza di eventuali illeciti disciplinari nell'operato dei magistrati nei confronti del consigliere Gargano, l'uso che viene fatto della carcerazione preventiva.
(4-01614)