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Allegato B
Seduta n. 7 del 30/5/2006
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GIUSTIZIA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
gli organi di informazione del Trentino, mercoledì 24 maggio 2006, hanno pubblicato ampi articoli sulla drammatica situazione in cui si trova la casa circondariale di Trento;
il Corriere del Trentino ha intitolato: «Carcere fatiscente. Protesta dei detenuti. Da oggi sciopero della fame in cella»; l'Adige ha intitolato: «sciopero della fame dei detenuti di via Pilati. In galera condizioni igieniche disastrose»: il Trentino ha intitolato: «Carcere, sciopero della fame. Sott'accusa le condizioni igienico-sanitarie di via Pilati»;
come si evince dagli articoli dei quotidiani sopra citati, circa un centinaio di detenuti ha sottoscritto una lettera ai giornali per preannunciare uno sciopero della fame in relazione alla gravissima situazione di sovraffollamento del carcere, a cui si aggiungono le pesantissime condizioni igienico-sanitarie di un edificio ormai fatiscente, di cui da molti anni si ipotizza la chiusura, nella prospettiva della costruzione di un nuovo carcere in località Spini di Gardolo, in collaborazione tra lo Stato e la Provincia autonoma di Trento;
la situazione fatiscente e di intollerabile sovraffollamento del carcere si ripercuote ovviamente non solo sulla condizione dei detenuti, ma anche su quella degli Agenti di Polizia penitenziaria e di tutti gli altri operatori, a cominciare dalla stessa direzione della casa circondariale;
la condizione di sovraffollamento del carcere di Trento è purtroppo comune a quella di tutti gli istituti penitenziari italiani, aggravata tuttavia dalla condizione invivibile della casa circondariale trentina, che, per essere risolta, non può certo attendere i molti anni che saranno necessari per la costruzione del nuovo istituto;
da più parti, comprese anche le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati, si è ipotizzata la necessità di un urgente provvedimento di clemenza, proprio per attenuare il generale sovraffollamento penitenziario -:
quali iniziative intenda assumere il Governo, eventualmente anche in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, per intervenire tempestivamente rispetto alle più drammatiche urgenze edilizie e igienico-sanitarie della casa circondariale di Trento, per le quali non si può certo aspettare la ancora assai lontana prospettiva di un nuovo carcere;
quali iniziative, più in generale, intenda assumere il Governo in relazione al complessivo fenomeno di sovraffollamento delle carceri italiane;
quali siano gli orientamenti del Governo in relazione all'ipotesi già prospettata di un provvedimento di clemenza (amnistia e/o indulto), che contribuisca a riportare il trattamento penitenziario a quel «senso di umanità» e a quella «rieducazione del condannato», previsti dall'articolo 27, terzo comma, della Costituzione.
(2-00006) «Boato».
Interrogazione a risposta orale:
D'ELIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 24 maggio 2006, cento detenuti del carcere di via Pilati a Trento, fatto per al massimo cento e che ne «ospita» invece centosettanta, hanno intrapreso uno sciopero della fame per denunciare le condizioni in cui sono costretti a vivere;
in una lettera firmata da più di cinquanta ospiti della casa circondariale e pubblicata il 24 maggio dal quotidiano trentino L'Adige, i detenuti hanno parlato tra l'altro di escrementi in cucina, visite degli assistenti sociali del Sert ogni tre o quattro mesi, cucina che sforna piatti immangiabili, condizioni igienico-sanitarie allarmanti e strutture fatiscenti;
in particolare, si legge nella lettera che «gli assistenti sociali del Sert e per l'alcologia vengono dentro ogni tre o quattro mesi per i colloqui con quei detenuti che hanno deciso di cambiare vita»;
i detenuti si lamentano anche dei tempi lunghi nei giudizi degli educatori, indispensabili per chiedere di poter usufruire dei benefici penitenziari, e della lentezza anche del Tribunale di Sorveglianza dove secondo i detenuti «i tempi d'attesa partono dai sei mesi, come minimo», con casi di detenuti che non avrebbero mai ricevuto risposta alla richiesta di liberazione anticipata, fino al punto che alcuni di loro sarebbero usciti dal carcere a fine pena senza aver ricevuto i giorni di sconto per buona condotta;
i detenuti si lamentano anche per i tempi dell'assistenza medica: «Quando uno di noi sta male, prima di essere chiamato dal medico passa, come minimo, un'ora», hanno scritto i detenuti;
i detenuti parlano anche di una situazione impressionante per quanto riguarda l'assistenza odontoiatrica: «Il dentista lavora in condizioni disastrose sia per mancanza di igiene che di strumenti. Non ci sono le macchine che aspirano sangue e saliva. Per mettere i punti, il dentista va a casaccio perché non vede dove prende. Spesso ci tolgono i denti anche se non è indispensabile, così, solo per risolvere il problema»;
i detenuti descrivono le condizioni igieniche del carcere con frasi di questo tenore: «Ci troviamo a vivere in condizioni che offendono la dignità umana, con docce fatiscenti e scrostate, passaggi sporchi dove i topi la fanno da padroni. Il mangiare è immangiabile perché usano gli scarti. Manca il controllo igienico minimo in cucina. Ci sono escrementi ovunque, i fornelli causano numerosi infortuni. Gli impianti elettrici sono sempre guasti»;
i detenuti stranieri non potrebbero telefonare all'estero da più di un mese perché il sistema di registrazione è guasto;
gli stessi agenti di custodia sarebbero costretti a vivere come i detenuti e a operare in maniera del tutto precaria -:
se corrisponda al vero la su descritta situazione nel carcere di Trento e, nel caso, quali iniziative si intendano adottare per impedire che a persone già private della libertà sia inflitta la pena supplementare del degrado di luoghi e condizioni di detenzione che offendono la dignità umana.
(3-00006)
Interrogazioni a risposta scritta:
HOLZMANN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la struttura carceraria di Bolzano, collocata nel centro città è costituita da edifici fatiscenti che risalgono agli anni trenta e che accusano i segni del tempo;
da tempo è emersa la necessità di realizzare una nuova struttura in accordo con la Provincia Autonoma di Bolzano e a tal fine sono stati eseguiti vari sopralluoghi su aree di proprietà demaniale;
le condizioni di vita per il personale e per i detenuti sono abbastanza difficili a causa della mancanza di alloggi e foresterie adeguate per i primi e del sovraffollamento per i secondi;
i tempi per la realizzazione della nuova struttura carceraria dipendono innanzitutto dall'individuazione di un'area idonea e dal coinvolgimento della Provincia Autonoma di Bolzano che sarebbe disponibile a finanziare in tutto o in parte -:
se il Governo intenda intervenire innanzitutto limitando i disagi, riducendo il sovraffollamento della struttura che ha una capienza di cento detenuti ma che ne ospita quasi il doppio ed intervenendo per realizzare alloggi o foresterie per il personale.
(4-00124)
HOLZMANN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la struttura carceraria di Trento è costituita da edifici fatiscenti che risalgono agli anni trenta e che accusano i segni del tempo e la mancanza di interventi di ristrutturazione;
impianti idraulici ed elettrici dovrebbero essere completamente rifatti, cosi come gli spazi riservati al personale della Polizia penitenziaria visibilmente indecorosi, ricavati in vecchi capannoni;
le condizioni di vita per il personale e per i detenuti sono abbastanza difficili a causa della precarietà degli interventi eseguiti nel tempo;
i tempi per la realizzazione della nuova struttura carceraria dovrebbero richiedere ancora almeno quattro anni -:
se il Governo intenda intervenire limitando i disagi, riducendo il sovraffollamento della struttura che ha una capienza di cento detenuti ma che ne ospita quasi il doppio.
(4-00125)
MASCIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
risulta che il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria abbia
istituito, in tutti Provveditorati Regionali, articolazioni operative della Polizia penitenziaria espressione diretta dell'Ufficio Ispettivo del medesimo Dipartimento, preposte alla trattazione di non meglio indicate attività informative;
risulta, altresì, che il Direttore dell'Ufficio Ispettivo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria successivamente abbia, con almeno due ordini di servizio interni, unilateralmente regolato le attività delegate a quelle articolazioni imponendo l'assoluta riservatezza degli atti compiuti;
per quanto è dato sapere, allo stato attuale non risulta trattarsi di una struttura organizzativa predefinita, ovvero istituita secondo normativa vigente, ovvero ascrivibile alle normali attività istituzionali affidate al Corpo di Polizia penitenziaria;
quelle articolazioni sono sottratte alla catena di responsabilità gerarchiche delineate nei regolamenti di servizio e negli ordinamenti professionali della Polizia penitenziaria;
numerosi sarebbero gli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria destinati ad espletare quelle attività sotto l'egida esclusiva dell'Ufficio Ispettivo, da una prima stima almeno 250, interamente sottratti agli organici già gravemente sottodimensionati degli istituti penitenziari italiani -:
se sia a conoscenza della situazione descritta e dell'attività paragiudiziaria presumibilmente assicurata, senza alcuna rete di garanzia, dal personale del Corpo di Polizia penitenziaria posto alle dirette dipendenze del Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e del Direttore dell'Ufficio Ispettivo;
se intenda chiarire le finalità di tale iniziativa, secondo l'interrogante, assunta in spregio alle regole vigenti e senza il coinvolgimento delle istituzioni preposte.
(4-00145)