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Allegato B
Seduta n. 7 del 30/5/2006
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SALUTE
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
la Food and Drug Administration ha organizzato l'11 maggio scorso ad Atlanta un convegno sul Clostridium sordellii, il batterio che ha già ucciso cinque donne americane, più una canadese, che avevano scelto di abortire col metodo chimico;
le cause delle morti delle donne californiane sono venute alla luce perché sono state ricercate volutamente, tanto che in un caso, per arrivare alla verità, nonostante il parere contrario del giudice e dei medici, un marito ha fatto privatamente una autopsia, facendo venire a galla un caso taciuto o negato che nessuno aveva messo in relazione con la RU486;
lo stesso «padre» della RU486, Etienne-Emile Baulieu ha fatto presente il rischio della assunzione del farmaco, con una lettera ufficiale al New England Journal of Medicine, in cui afferma che l'aborto chimico abbia tassi di mortalità dieci volte più alti di quello chirurgico;
lo stesso Bealieu avrebbe indicato quale soluzione contro il rischio di infezioni, causa delle morti, l'assunzione di antibiotici di routine, ma secondo il New England Journal of Medicine, l'assunzione di antibiotici porterebbe con se nuovi effetti collaterali né la certezza che questo possa bastare a scongiurare il rischio di morte per aborto chimico;
dopo una battaglia legale durata cinque anni, si è accertato che la decisione della Food and Drug Administration di immettere nel mercato la RU486, fu forzata dalle pressioni esercitate dall'allora Presidente Clinton;
in Italia la pillola abortiva RU486 è considerata sicura ed in grado, con un atto semplice ed indolore, di interrompere una gravidanza, tuttavia, il farmaco, facilitando il distacco dell'embrione, inibendo l'ormone della gravidanza e favorendo le contrazioni ha delle pericolose complicazioni, quali la continua perdita di sangue, la necessità di un raschiamento o la malformazione del feto;
alcuni ospedali italiani stanno da tempo sperimentando la pillola anche se l'azienda che produce la pillola RU486 non ha ancora avviato la procedura di commercializzazione in Italia e, qualora lo
facesse, dovrebbe corredarla di dati scientifici riguardanti la sua sperimentazione;
la legge n. 194 del 1978, sull'interruzione volontaria della gravidanza nacque per prevenire l'aborto e non solo per legalizzarlo e risulta, ad oggi, fortemente inapplicata proprio nel suo articolo 1 che stabilisce: «Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite»;
l'articolo 8 della legge n. 194 del 1978 stabilisce che «L'interruzione della gravidanza è praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale generale tra quelli indicati nell'articolo 20 della legge 12 febbraio 1968, n. 132, il quale verifica anche l'inesistenza di controindicazioni sanitarie» -:
se sia a conoscenza dei recenti rilievi, esclusivamente medici e scientifici, sollevati da istituzioni e istituti di ricerca riconosciuti a livello internazionale nei confronti dell'assunzione di quella che negli Stati Uniti chiamano kilt pill;
se non ritenga affrettate, prive di cautela e avventate, le sue recenti dichiarazioni su una materia così delicata quando nessuna novità scientifica è arrivata riguardo ad un farmaco che da abortivo si può facilmente trasformare per le sue caratteristiche in contraccettivo;
se ritenga sufficiente assicurare che la sperimentazione avverrà nello spirito della legge 194, per garantire una sua corretta applicazione e l'assenza di rischio per la salute delle donne.
(2-00004) «Volontè, Capitanio Santolini, Ronconi, Lucchese».
Interrogazione a risposta scritta:
LION. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel novembre 2005 la procura di Ascoli Piceno ha aperto un fascicolo penale inerente la commercializzazione di latte liquido per infanzia contaminato da ITX. Successivamente il procedimento penale è stato trasferito per competenza territoriale presso la Procura di Milano;
l'allora Ministro della salute nel novembre del 2005 ha disposto un monitoraggio, su scala nazionale, su circa mille alimenti contenuti in brik, poiché la contaminazione da ITX era dovuta al sistema di stampa sui contenitori per alimenti, per verificare se oltre al latte risultassero contaminati altri alimenti;
nel dicembre del 2005 è stato concordato un piano Nazionale di controllo, coordinato dal ministero della salute su alimenti confezionati in contenitori eventualmente interessati dalla presenza di ITX e maggiormente diffusi a livello nazionale;
con circolare del 2 dicembre 2005 sono state trasmesse agli Assessorati alla sanità delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano alcune indicazioni del piano, comprendenti una lista di prodotti alimentari, la ripartizione del numero dei campioni e delle tipologie di prodotti da sottoporre a controllo su base regionale, l'individuazione di una metodica definita dall'Istituto superiore di sanità utilizzabile per la ricerca dell'ITX e l'indicazione di trasmettere, attraverso una scheda già predisposta, una comunicazione settimanale relativa alle attività di controllo;
ad oggi non è stata data nessuna comunicazione ufficiale sugli esiti di questa inchiesta nonostante che, su 97 campioni prelevati sul territorio regionale delle Marche, i risultati analitici, ormai datati di alcuni mesi (gennaio, febbraio) hanno confermato la presenza di ITX oltre che su campioni di latte (cosa ormai nota)
anche su campioni di vino rosso, besciamella per condimenti, succo di arancia. Detti prelievi risultano effettuati all'interno del territorio della procura di Fermo. Le analisi sono state fatte tutte dall'Arpam di Ascoli Piceno, la stessa che scoprì la presenza di ITX nel latte per infanzia -:
se agli atti del ministero risulti l'esito dell'indagine disposta dal ministero della salute e quale esito abbia dato l'inchiesta stessa; se corrisponda al vero che in alcune regioni del Nord Italia, alcuni laboratori, nell'ambito delle analisi alimentari rientranti nella rosa dei mille disposti dall'allora ministero della salute, abbiano riscontrato presenza di ITX per alcune marche di yougurt, e che le concentrazioni delle contaminazioni ITX riscontrate sui campioni prelevati e analizzati nella regione Marche sono intorno all'ordine di quelli riscontrati in passato sul latte per l'infanzia, che, come si ricorderà, destarono una profonda preoccupazione nell'opinione pubblica.
(4-00114)