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Allegato B
Seduta n. 71 del 14/11/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
DILIBERTO, SGOBIO e DE ANGELIS. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nella vallata di Pogerola, frazione collinare di Amalfi (Salerno) - area già vincolata dal decreto ministeriale 22 novembre 1955 - negli anni Ottanta sono stati realizzati - in difformità di leggi - enormi sbancamenti di terra e grandi insediamenti edili per civili abitazioni assommanti a circa 200 alloggi realizzati da quattro cooperative;
detto intervento edile, in sede penale si è palesato ampiamente superiore al fabbisogno, strumentalmente mascherato dalla necessità di dare un'abitazione ai senza casa, sottacendo il vero scopo: la speculativa realizzazione di seconde o terze case pro-villeggiatura. Il tutto con cospicui introiti, poiché, è ben noto, i costi degli immobili in Costiera Amalfitana sono altissimi. Prova ne è che, previo continui annunci su giornali, dette cooperative cercavano «soci» e che gran parte delle realizzate abitazioni sono state quasi subito rivendute da buona parte dei predetti soci cosiddetti «bisognosi»;
nel 1924 l'area è stata oggetto di una rovinosa frana, e la zona edificata è ad alto rischio idrogeologico, acuito dal pericoloso degrado odierno. In merito vedasi relazione ANPA redatta in data 21 maggio 1997;
a seguito delle continue denunce mosse dalle associazioni ambientaliste e delle undici interrogazioni parlamentari, la magistratura penale, con sentenze passate in giudicato, accertava e sanzionava le violazioni. Infine la Suprema Corte confermava l'abbattimento delle opere realizzate in difformità di legge;
anche in seguito a quanto poc'anzi, il 21 gennaio 1998, il ministro dell' Ambiente (onorevole Edo Ronchi) invitava il Presidente della Regione Campania e il Sindaco di Amalfi ad eseguire l'abbattimento dei manufatti abusivi;
dei complessivi 200 alloggi previsti per le quattro cooperative, circa 150 ripartiti fra tre di esse, risultano terminati ed abitati, mentre sono rimasti allo stato grezzo due fabbricati della quarta cooperativa denominata Nuova Amalfi;
a tutt'oggi, nonostante il lunghissimo lasso di tempo trascorso, gli scheletri di cemento armato di questi ultimi edifici giacciono in progressivo abbandono e degrado, costituendo un allarmante pericolo
per la pubblica incolumità in generale, visto lo stato crescente di ammaloramento in cui versano, peraltro in area geologicamente alterata dai predetti massicci sbancamenti -:
1) perché a tutt'oggi la demolizione delle opere abusive e il conseguenziale risanamento dell'area geologicamente alterata non siano stati eseguiti;
2) come intenda agire nei confronti dei pericolanti manufatti abusivi della Coop Nuova Amalfi, di cui è stato sancito l'abbattimento;
3) quale sia allo stato il livello di rischio idrogeologico della zona citata se tuttora permane il degrado causato dai massicci sbancamenti e manufatti abusivi.
(4-01624)
GALANTE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere premesso che:
nei giorni scorsi sono apparse sulla stampa le ennesime denunce di Attilio Tacconi, direttore dell'Arpav di Verona, sulla grave situazione del livello di inquinamento in cui versa la città, che presenta caratteristiche di vera emergenza;
circa 40.000 mezzi pesanti ogni giorno passando per la A4 e la A22 inquinano la città, e tale inquinamento va ad aggiungersi a quello delle auto, del settore zootecnico (35 per cento del totale di Pm10 prodotto in provincia) e delle ciminiere delle raffinerie ed acciaierie;
dallo studio dei venti, si apprende che l'azienda provinciale dei trasporti Galtarossa spa, scarica una quantità notevole di polveri sottili che rendono Verona la città più inquinata del Veneto;
le polveri sottili (PM10) a Verona superano spesso i limiti di legge nella centralina di Corso Milano ed in quella di Via San Giacomo anche in mesi solitamente non favorevoli alla presenza di sostanze inquinanti nell'aria;
non sono noti livelli di percentuale al di sotto dei quali le polveri sottili non causino un danno alla salute, ma è dimostrato che gli effetti del PM 10, proporzionali alle concentrazioni dello stesso nell'aria, provocano un costante aumento di malesseri soprattutto respiratori;
quasi quotidianamente i livelli di inquinamento generale superano i livelli consentiti e non è assolutamente pensabile di risolvere il problema con alcuni giorni di limitazione programmate dei mezzi non catalizzati e con alcune analoghe limitazioni nel caso di lunghi periodi di superamento del limite di legge giornaliero;
in seguito a dei rilevamenti fatti nelle scuole di Verona, e soprattutto nelle aule, il PM10 risulta essere ben al di sopra dei limiti consentiti e di quello rilevato persino in strada, segno che le polveri fanno ormai parte del vivere quotidiano anche dei bambini;
sono dunque particolarmente preoccupanti anche gli effetti acuti sui bambini che costituiscono la fascia di popolazione più vulnerabile agli effetti atmosferici, considerato che è dimostrato un legame diretto tra questi fenomeni e le cattive condizioni di salute dei bambini che vivono in città, con manifestazioni patologiche prevalentemente respiratorie quali sintomi asmatici e tossi con catarro;
secondo stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, un calo delle concentrazioni di PM 10, a 30 mg/Nm3, produrrebbe una riduzione del 4,7 per cento della mortalità totale annua nelle persone di età superiore a 30 anni, mentre ogni aumento di 10mg/Um3 di PM 10 causa un incremento di incidenza di bronchite e disturbi respiratori del 25 per cento negli adulti e del 35 per cento nei bambini;
l'inquinamento atmosferico non è più solo un'emergenza invernale, ma è un problema presente a Verona per tutto l'anno e che comporta seri rischi per la salute di tutti i cittadini ed in modo
particolare per i bambini e per gli anziani -:
se, ove ne sussistano i pressupposti, ritenga opportuno esercitare i poteri di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998.
(4-01636)