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Allegato B
Seduta n. 73 del 16/11/2006
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
COSTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che, all'interno di alcuni ministeri, esistono locali dove avvengono attività commerciali di compravendita di prodotti di vario genere: dalle scarpe, ai vestiti, alla bigiotteria,
profumeria e cosmesi, al benessere del corpo, fino alla biancheria per la casa, alla biancheria intima, alle stoviglie e, in taluni casi, anche generi alimentari;
tali attività commerciali si svolgono, generalmente, dal lunedì al venerdì, durante il normale orario di lavoro dei dipendenti;
questi spazi commerciali, veri e propri negozi più o meno sviluppati, sono riservati ai dipendenti che possono accedervi in tutta tranquillità, senza dover oltrepassare tornelli elettronici o altra forma di controllo delle presenze che segnalerebbe il loro allontanamento dal posto di lavoro;
i ministeri che ospitano i suddetti spazi commerciali, bazar in miniatura, risultano essere: il ministero delle riforme e innovazioni nella pubblica amministrazione, dello sviluppo economico, dei beni e attività culturali, delle politiche agricole, della pubblica istruzione, dell'università e ricerca, dell'economia e finanze, del lavoro e della previdenza sociale e della salute;
le possibilità di acquisto per i dipendenti sono molteplici, poiché ogni giorno i commercianti («espositori») si alternano secondo un calendario a rotazione;
per esporre e vendere la propria merce in uno dei suddetti spazi, occorre possedere l'iscrizione alla Camera di commercio o la partita IVA, presentare richiesta ai responsabili dei Cral e, qualora la merce sia ritenuta interessante, superare liste d'attesa;
in alcuni casi gli espositori sono tenuti al pagamento di somme di danaro che variano dai 16 ai 31 euro a giornata per l'occupazione dello spazio espositivo loro assegnato a titolo di contributo al dopolavoro;
al ministero dello sviluppo economico si accede allo spazio vendita da via Molise; il bazar, medio è ben organizzato, è situato a piano terra, di fronte al bar, è aperto dal lunedì al venerdì e l'orario per gli acquisti è dalle ore 8 alle ore 14; la merce in vendita è esposta su tavoli e stand; ciascun commerciante-espositore, secondo il regolamento del Cral, ha diritto a due giorni di esposizione al mese e non deve sostenere alcun costo per l'affitto dello spazio espositivo; i dipendenti non devono superare nessun tornello elettronico o altra forma di controllo per accedere alla sala;
al ministero dei beni e attività culturali si accede allo spazio vendita, piuttosto piccolo, con un solo tavolo per l'esposizione, da via del Collegio romano; il modesto bazar è situato nel cortile interno del ministero, dopo l'officina e la falegnameria, e per accedervi bisogna superare un piccolo cunicolo; è aperto dal lunedì al venerdì e l'orario per gli acquisti è dalle ore 8 alle ore 14; i dipendenti non devono superare nessun tornello elettronico o altra forma di controllo per accedere alla sala;
al ministero delle politiche agricole si accede allo spazio vendita, grande e con diversi tavoli per l'esposizione, da via XX settembre; il bazar è al piano seminterrato dell'edificio, accanto al bar, è aperto dal lunedì al giovedì e l'orario per gli acquisti è dalle ore 9 alle ore 12; ogni espositore ha diritto ad un turno al mese; i dipendenti non devono superare nessun tornello o altra forma di controllo per accedere alta sala;
al ministero dell'università e ricerca, il bazar è ospitato nella sede ministeriale di piazzale Kennedy, al quartiere Eur di Roma; lo spazio vendita, abbastanza piccolo (può ospitare al massimo 8 espositori alla volta) è nel piano seminterrato dell'edificio e ricavato da un garage (attualmente in parziale ristrutturazione), è aperto dal lunedì al venerdì e l'orario per gli acquisti è dalle ore 8 alle ore 13; ogni espositore ha diritto ad uno o due turni al mese; i dipendenti non devono superare nessun tornello o altra forma di controllo per accedere ai locali per la vendita;
al ministero dell'economia e finanze si accede allo spazio vendita, molto grande e con tante sale per l'esposizione della
merce, da via XX settembre; il bazar è al piano seminterrato dell'edificio che, insieme ad un supermarket con prodotti alimentari molto fornito gestito dalla cooperativa Mitebi Srl, danno vita ad una vera e propria cittadella dello shopping; il bazar è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 13,30 ed il giovedì dalle ore 14,30 alle ore 18,00; ogni espositore ha diritto ad un turno al mese e per l'affitto del tavolo deve versare 30 euro alle casse dei Cral; i dipendenti non devono superare nessun tornello o altra forma di controllo per accedere alta suddetta cittadella dello shopping;
al ministero del lavoro e della previdenza sociale si accede allo spazio vendita da via Flavia, 6; il bazar è di piccole dimensioni: consente l'esposizione di tre fornitori per volta, che mutano ogni giorno. Lo stesso fornitore può esporre una volta al mese. Il locale si trova al piano terra dell'edificio, a pochi passi dal bar del Ministero, è aperto dal lunedì al venerdì e l'orario per gli acquisti è dalle ore 8 alle ore 14. A differenza degli altri ministeri, il Cral locale, come indicano i vari cartelli esposti, funge solo da esposizione e la merce esposta «non è in vendita»: in realtà all'interno del mercatino avvengono regolarmente le transazioni; i dipendenti non devono superare nessun tornello o altra forma di controllo per accedere al suddetto locale;
al ministero della salute lo spazio per la vendita è ospitato presso la sede di piazzale dell'industria, all'Eur; il bazar è al sesto ed ultimo piano dell'edificio; lo spazio vendita è aperto, per ora, solo due giorni alla settimana, il mercoledì ed il giovedì con orario dalle 9,45 alle ore 14,45; ogni espositore ha diritto ad esporre la propria mercanzia per quattro volte al mese e deve versare una modesta somma per l'affitto dello spazio espositivo; i dipendenti non devono superare nessun tornello o altra forma di controllo per accedere alla suddetta sala;
all'interrogante risulta che sia stato aperto, recentemente, uno spazio vendita, con modalità di funzionamento simili agli altri citati, presso il ministero dell'istruzione in viale Trastevere -:
in base a quali accordi sindacali, sia permessa, all'interno degli uffici della pubblica amministrazione, la presenza di spazi vendita (in qualche caso negozietti, in altri veri bazar) ad uso dei dipendenti;
se esistano spazi del genere presso altri uffici della pubblica amministrazione fra quelli dipendenti o vigilati dal Governo;
quali siano i regolamenti e gli accordi che regolano lo svolgimento delle attività commerciali all'interno degli uffici pubblici;
se i dipendenti che sospendono la loro attività durante il normale orario di lavoro per fare shopping rivolgano formale richiesta di permesso al capo-ufficio o responsabile del settore;
se esista nel contratto di lavoro dei dipendenti dei succitati dicasteri apposito «permesso acquisti»;
quali siano le ragioni di simili iniziative relative, sovente, a merci voluttuarie che nulla hanno a che vedere con i generi di prima necessità che potrebbero giustificare (almeno parzialmente) l'interruzione dell'attività lavorativa per migliaia di persone;
se, qualora si accerti che la presenza dei cosiddetti mercatini all'interno dei ministeri sia lecita e frutto di ben precisi accordi sindacali, vengano rispettate le norme di sicurezza ed igienico-sanitarie nei locali adibiti all'esposizione e alla vendita;
se, inoltre, esperiti gli accertamenti di cui al precedente punto, vengano rispettate tutte le norme fiscali in tema di vendita prodotti;
se non si ritenga di provvedere sollecitamente ad una verifica di quanto segnalato con l'adozione di specifici provvedimenti.
(4-01676)
FABRIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
come emerso nella recente Conferenza dei Ministri dei Trasporti dell'Unione europea sulla Sicurezza Stradale, ospitata nella città di Verona il 3 e 4 novembre 2006, in Italia non si registrano miglioramenti significativi e resta alta l'emergenza relativa all'incidentalità stradale che continua a far registrare un numero imbarazzante - per un Paese civile - di morti e di feriti;
nell'ultimo anno, a fronte di una media europea dell'8 per cento, il nostro Paese ha registrato un calo solo del 3 per cento che evidenzia un forte ritardo nell'adozione di efficaci contromisure, una scarsa ottimizzazione di quelle già messe in campo e una carenza di azioni concrete nella prevenzione dell'incidentalità stradale;
nonostante l'impegno confermato a Verona di dimezzare le vittime della strada entro il 2010 o, almeno, di ridurle del 35-40 per cento, si apprende che il Ministro dei trasporti ha dato la sua disponibilità ad alcune associazioni di categoria degli autotrasportatori a sospendere l'obbligo di installazione delle bande retroriflettenti per evidenziare la sagoma dei camion in attesa di una ancora lontana armonizzazione europea;
l'obbligo è stato introdotto nella passata legislatura ed è stato fortemente difeso dall'allora opposizione quando il Governo e la maggioranza parlamentare hanno preferito sacrificarlo agli interessi corporativi degli autotrasportatori prorogandone l'entrata in vigore per ben tre volte;
l'obbligo rappresenta - e non solo a giudizio dell'interrogante - una misura di prevenzione efficace e concreta in un Paese dove circa l'85 per cento del trasporto merci avviene su gomma e l'incidentalità che coinvolge i mezzi lunghi e pesanti continua ad essere alta;
l'Italia, forse per la prima volta in questo settore, ha giocato un ruolo propulsivo a livello europeo sollecitando i Paesi membri ad estendere l'obbligo di evidenziare la sagoma dei camion nei rispettivi territori anche al fine di raggiungere un'armonizzazione che richiederà, com'è ovvio, ancora molto tempo -:
se intenda procedere all'attuazione di quanto previsto dal codice della strada dimostrando che il tema della sicurezza stradale è una priorità per il Governo non solo a parole ma attraverso fatti e scelte concrete;
se intenda dare un segnale di rottura atteso dall'opinione pubblica e dalle migliaia di famiglie italiane che hanno già perso in questi anni un proprio caro sulle nostre strade;
se intenda infine tener conto dei dati emersi, alla fine del 2004, dal rapporto commissionato dalla Commissione europea che si conclude raccomandando l'introduzione obbligatoria delle bande retroriflettenti perché in grado di garantire un risparmio in termini di incidentalità - e quindi di morti e feriti - tra il 21 per cento e il 44 per cento.
(4-01679)