Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 73 del 16/11/2006
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
MARIO RICCI, CACCIARI e OLIVIERI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei trasporti, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Autorità Portuale di Marina di Carrara è stata autorizzata dal Comune di Carrara (autorizzazione n. 87 del 3 luglio 2000) all'esecuzione dei lavori di ampliamento del Piazzale «Città di Massa»;
tale progetto è stato approvato anche dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il 13 settembre 2000 (n.372);
il Ministero dell'ambiente, al contrario, il 19 marzo 2002 si è espresso per il non assoggettamento alla procedura di VIA anche in considerazione del fatto che «l'opera non produce effetti rilevanti sulla dinamica costiera e sulla foce del Carrione»;
l'Autorità di Bacino Toscana Nord, con comunicazione n. 14.011 del 17 settembre 2002 alla Prefettura di Massa-Carrara, escludeva qualsiasi situazione di pericolo derivante dagli avvenuti lavori di ampliamento del Piazzale «Città di Massa»;
nella Relazione idrologica ed idraulica allegata al progetto esecutivo per l'ampliamento del Piazzale «Città di Massa» presentata il 21 luglio 2006, che peraltro, è la stessa che fu allegata al Nuovo Piano Regolatore del Porto, già bocciato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali del 20 dicembre 2002 n. 8065 -:
1) nella parte relativa allo studio idrogeologico si apprende che non si è ritenuto necessario sviluppare uno studio idrologico specifico sul torrente Carrione la cui foce è interessata da tale progetto;
2) lo studio valuta, con un metodo privo di qualsiasi fondamento scientifico, la portata di massima piena per similitudine con il bacino imbrifero del Fiume Frigido situato più a sud nel Comune di Massa, diverso dal Carrione sia per lunghezza, pendenza e area del bacino;
anche l'indagine idraulica presenta aspetti molto discutibili e lacunosi avendo interessato solamente 1.600 metri del torrente Carrione (dalla foce fino al ponte di via Pucciarelli) su 16.000 complessivi. Lo studio è stato eseguito sempre nell'ipotesi di un modello idraulico, idrologico ed idrogeologico statico ed immutabile nella dimensione «spazio-tempo» e quindi non rispondente alla realtà in quanto non ha utilizzato per la verifica, un modello che tiene conto dei fattori evolutivi dell'ambiente torrentizio quali «erosione-trasporto solido-deposizione» e il loro rapporto con l'ambiente marino. Lo scenario proposto nel suddetto studio non è né attuale in quanto è uno studio eseguito nell'anno 2000, e quindi prima del grave evento alluvionale del 23 settembre 2003 e né conforme alla normativa vigente (vedi capitolo 2.4-2.5-2.6 del Testo Unico-Valutazione della sicurezza);
il 23 settembre 2003, successivamente quindi all'iter autorizzativo, si è verificato un grave evento alluvionale nel Comune di Carrara riguardante proprio l'esondazione del Torrente Carrione, che ha comportato non solo una vittima e decine di feriti ma oltre 100 milioni di euro di danni. Questi drammatici eventi hanno ampiamente dimostrato che il suddetto studio idrologico si basa su ipotesi del tutto inattendibili e che semmai fosse realizzato il progetto di ampliamento del Piazzale Città di Massa sarebbe elevatissima l'esposizione al rischio alluvione di tutto il territorio di Marina di Carrara;
nelle note tecniche alla Relazione idrologica-idraulica allegata al Progetto esecutivo per l'ampliamento del Piazzale «Città di Massa» predisposte il 31 luglio 2006 per il Tavolo Tecnico del Ministero dell'ambiente si conclude che il suddetto progetto non è compatibile con l'evoluzione dell'ambiente fluviale e costiero in quanto l'ampliamento del Piazzale «Città di Massa» accentuerebbe il fenomeno già innescato dall'attuale Piazzale con conseguente aumento dell'esposizione a rischio idraulico dei territori di Nazzano, Avenza e Marina di Carrara, dell'erosione costiera e dell'interramento del Porto -:
quali siano i progetti che sono stati redatti per la realizzazione delle opere e i verbali dei lavori delle commissioni che hanno autorizzato il progetto consegnato ad enti dipendenti o vigilati dal Governo o che - comunque - vedono la sua partecipazione;
quali iniziative intendano porre in essere nell'ambito delle proprie competenze e ferma restando l'autonomia degli enti locali e territoriali, al fine di tutelare i diritti dei cittadini, la pubblica e privata incolumità, di non aggravare ulteriormente una situazione idraulica, idrogeologica ed ambientale già fortemente compromessa.
(5-00399)
Interrogazione a risposta scritta:
GALANTE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale 21 aprile 1999, n. 163, reca norme per l'individuazione dei criteri ambientali e sanitari in base ai quali i sindaci adottano le misure di limitazione della circolazione, nei casi in cui sussiste il superamento o il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme previste dalla vigente normativa;
quale misura preventiva, i sindaci dei comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351 del 1999, possono vietare la circolazione nei centri abitati per tutti gli autoveicoli che non abbiano effettuato il controllo almeno annuale delle emissioni secondo le procedure previste dal decreto ministeriale 5 febbraio 1996 del Ministro dei trasporti;
ogni anno, con l'arrivo della stagione fredda, i livelli di inquinamento generale, soprattutto nei grandi agglomerati, superano i livelli consentiti e non è assolutamente pensabile di risolvere il problema con alcuni giorni di limitazione programmata dei mezzi non catalizzati e con alcune analoghe limitazioni nel caso di lunghi periodi di superamento del limite di legge giornaliero;
avverso il problema dell'inquinamento atmosferico, in buona parte causato dalle cosiddette polveri sottili, la cui presenza è da attribuirsi ai riscaldamenti domestici, ai grossi motori diesel (autobus, autocarri e suv) ed alle emissioni industriali, le amministrazioni locali non trovano di meglio che limitare o proibire la circolazione di auto, moto e ciclomotori la cui unica colpa è quella di non essere conformi alle più recenti norme europee;
si tratta di veicoli che, pur essendo relativamente vecchi, ma che nel caso delle moto e dei ciclomotori potrebbero avere
anche meno di cinque anni, sono perfettamente efficienti ed in regola con le norme del codice della strada;
non esiste alcuna legge che ponga limiti temporali alla loro utilizzazione e quindi hanno il diritto di circolare liberamente in quanto sono soggetti al pagamento per intero della tassa di possesso al pari di quelli più nuovi ed all'obbligo di revisione per il quale la nuova legge finanziaria prevede addirittura un aumento dei costi;
questi mezzi non possono accedere a determinate aree, o possono circolare solo a giorni alterni, determinando una reale discriminazione in funzione del reddito, in quanto i mezzi non catalizzati sono quasi esclusivamente di proprietà di cittadini che vivono situazioni di indigenza economica;
paradossalmente, i proprietari di questi mezzi che non possono accedere a determinate aree, sono più penalizzati se residenti all'interno delle stesse, perché non possono nemmeno uscirne, mentre gli altri possono almeno circolare al di fuori di esse;
nell'anno 2004 le macchine non catalitiche circolanti in Italia ammontavano a 9.239.891 e nel 2005 a 8.183.209, non è pensabile che ad un numero così elevato di cittadini venga proibito il diritto alla libertà di circolazione, considerato anche che il costo di un'autovettura nuova di media cilindrata si aggira sui 12.000 euro circa;
non è accettabile che il diritto alla libera circolazione, riconosciuto dalla nostra Costituzione, subisca limitazioni più o meno ampie, in quanto un diritto esiste a prescindere dalle condizioni economiche e sociali dei singoli cittadini;
si apprende che dal gennaio 2007, altri provvedimenti discriminatori, limitativi della libera circolazione, saranno messi in atto nel Lazio e in Lombardia, dove addirittura verrà introdotto un ticket d'ingresso a Milano;
l'introduzione di questi ulteriori balzelli, conferma - secondo l'interrogante - l'incapacità dei nostri amministratori di affrontare e risolvere strutturalmente il problema dell'inquinamento atmosferico, che dipende in minima parte dalla circolazione di questi veicoli, ma che riguarda principalmente le polveri sottili, tanto che terminato il periodo invernale, non si registrano picchi di inquinamento da PM 10;
gli impianti di Gpl o metano, non possono essere installati su tutte le automobili né ovviamente su motocicli e ciclomotori ed in ogni caso là dove possibile comportano aggravi di spese correnti non sempre sostenibili da una famiglia italiana -:
se e come il Ministro, secondo le proprie prerogative, intenda adoperarsi per porre in atto interventi strutturali che impediscano la limitazione della libertà di circolazione, affinché le conseguenze negative delle discriminazioni in atto in diverse aree d'Italia, non ricadano sulla mobilità dei cittadini meno abbienti;
ed in subordine se non ritenga opportuno proporre l'introduzione di una norma che in ogni caso preveda la parziale restituzione della tassa di circolazione per i mezzi a cui quest'ultima viene limitata, in quanto è indebito il pagamento di una imposta per un bene di cui non è consentito il pieno utilizzo.
(4-01671)