Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato A
Seduta n. 77 del 27/11/2006
MOZIONI MARONI ED ALTRI N. 1-00043, AIRAGHI ED ALTRI N. 1-00047, VOLONTÈ ED ALTRI N. 1-00051, PEDRINI ED ALTRI N. 1-00023, ATTILI ED ALTRI N. 1-00055, MARIO RICCI ED ALTRI N. 1-00056, BONELLI ED ALTRI N. 1-00058 E PICANO ED ALTRI N. 1-00060 SULLE INIZIATIVE VOLTE A PREVEDERE IL TRASFERIMENTO DELLA COMPAGNIA AEREA ALITALIA A MILANO E SUL RUOLO DELL'AEROPORTO DI MALPENSA
(Sezione 1 - Mozioni)
La Camera,
premesso che:
nell'ambito degli indirizzi strategici, contenuti nei diversi piani industriali che sono stati via via adottati dal 1998 ad oggi, tra gli obiettivi fondamentali per il rilancio della compagnia aerea Alitalia nello scenario dei grandi vettori a vocazione globale viene contemplata la costruzione di un sistema multi-hub, che vede proprio nell'aeroporto di Malpensa il punto di svolta verso una politica di efficientamento dei costi e di apertura alla concorrenza del mercato;
l'aeroporto di Malpensa, pensato e costruito per svolgere la funzione di grande hub aeroportuale, è uno dei centri di distribuzione più importanti d'Europa; sono 38, infatti, le destinazioni servite da Malpensa, cifra che ne fa il quinto hub europeo per destinazioni e frequenze, in una classifica che vede al primo posto Francoforte con cinquantadue destinazioni, seguito da Heathrow con cinquanta;
il numero di passeggeri nell'aeroporto di Malpensa è passato da 3,9 milioni nel 1997 a 19,6 milioni nel 2005, facendo registrare una variazione del 400 per cento, contro una variazione del 26,6 per cento registrata nello stesso periodo di tempo nell'aeroporto di Roma-Fiumicino, il cui numero di passeggeri è passato da 25,9 nel 1997 a 32,8 nel 2005; una crescita, quella di Malpensa, confermata anche dai positivi risultati, vicini all'11,1 per cento dei primi sei mesi del 2006, contro una media europea del 5 per cento;
le allarmanti notizie, diffuse in questi giorni dalla stampa nazionale, in merito alla proposta del Ministro per i beni e le attività culturali di puntare sullo sviluppo del solo hub di Fiumicino, dove concentrare tutti i voli intercontinentali, hanno suscitato profonde incertezze non solo sul futuro di Alitalia, dal momento che la compagnia di riferimento ha su Malpensa il 50 per cento del proprio traffico;
la proposta di concentrare i voli intercontinentali sull'hub di Fiumicino, principalmente i voli verso l'America del Nord e l'Asia che seguono le rotte polari che puntano al settentrione, comporterebbe conseguenze disastrose per un'area, quella del Nord, che economicamente è la più importante del Paese; e mentre l'Italia resterebbe emarginata dai traffici europei, il vantaggio ricadrebbe sui grandi hub
dell'Europa del Nord, in particolare su Francoforte e Parigi, aeroporti verso i quali verranno indirizzati i nostri passeggeri;
nel confronto con l'aeroporto di Fiumicino emerge, infatti, che il sistema imprenditoriale del Nord è caratterizzato da 1 milione e 361 mila imprese, contro 957 imprese che fanno riferimento a Fiumicino, un dato di mercato confermato dal fatto che circa il 75 per cento dei biglietti aerei è staccato nel Nord-Ovest del Paese. Ancora più significativo è il divario sul fronte del valore aggiunto, soprattutto nel commercio estero, dove il fatturato del Nord-Ovest è pari a 120 miliardi di euro, contro i 44 miliardi di Fiumicino;
alla luce delle considerazioni sopra riportate, la scelta di mantenere un solo hub di riferimento, quello di Fiumicino a discapito di Malpensa, scelta che, tra l'altro, ha scatenato dure reazioni nel mondo politico, creando un clima da vero e proprio derby, usando un termine calcistico, non ha senso in un contesto in cui le esigenze di mercato spingono alla diversificazione dei traffici, indirizzando su Fiumicino il traffico turistico e su Malpensa il traffico business, a vantaggio delle piccole e medie imprese del Nord, ed in generale dello sviluppo economico del nostro Paese;
non è concepibile che la crisi dell'Alitalia, la prima compagnia aerea di riferimento nazionale, possa ostacolare lo sviluppo economico e infrastrutturale del Paese; la crescita dell'aeroporto di Malpensa è legata, infatti, alla realizzazione dei collegamenti stradali, tangenziali e autostradali e rappresenta una grande opportunità di sviluppo non solo dell'area Lombarda, ma dell'intero Nord, che situato proprio nel centro dell'Europa, permetterebbe al nostro Paese, con il suo sistema di piccole e medie imprese, di divenire un ideale crocevia dei traffici tra il Mediterraneo e il resto dell'Europa e del mondo;
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative necessarie affinché il piano industriale, in accordo con l'azionista pubblico (ministero dell'economia e delle finanze), preveda il trasferimento della compagnia aerea Alitalia a Milano, garantendo, di conseguenza, il mantenimento di un solo hub aeroportuale nazionale a Malpensa, condizione indispensabile per restituire efficienza e competitività all'Alitalia, garantendo così lo sviluppo economico non solo del Nord d'Italia, ma dell'intero Paese.
(1-00043)
«Maroni, Gibelli, Cota, Dozzo, Alessandri, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Dussin, Fava, Filippi, Fugatti, Garavaglia, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Montani, Pini, Pottino, Stucchi, D'Agrò, Rivolta, Mancuso, Uggè, Zacchera, Lupi, Colucci, Di Centa, Barbieri».
(19 ottobre 2006)
La Camera,
premesso che:
la compagnia di bandiera, Alitalia, ha progressivamente perso negli ultimi anni quote di mercato, sia sulle tratte nazionali, sia su quelle internazionali ed intercontinentali;
l'attuale sistema aeroportuale nazionale è fondato su due grandi hub intercontinentali, Malpensa e Fiumicino, fatto che costituisce una delle cause delle difficoltà gestionali di Alitalia, non avendo la compagnia di bandiera le risorse e la flotta sufficienti per il contemporaneo sfruttamento delle potenzialità di questi hub;
il traffico dell'aeroporto di Malpensa dal 1997 è cresciuto da 3,9 milioni a 19,5 milioni di passeggeri. Malpensa è il quinto hub d'Europa, con 38 destinazioni servite. Malpensa è lo scalo che registra il più alto tasso di crescita tra quelli europei: +11 per cento nei primi sei mesi del 2006, rispetto al 5,6 per cento su cui si attesta la media europea;
l'importanza di incentivare lo sviluppo di Malpensa deve essere un'esigenza nazionale, non potendo prescindere dal suo ruolo di hub internazionale in competizione con i grandi hub continentali. Rivali di Malpensa sono i grandi aeroporti europei, primi fra i quali quelli tedeschi e francesi, non certo Fiumicino;
la redditività di una compagnia come Alitalia si può basare solamente sul traffico commerciale, prevalentemente concentrato nelle regioni del Nord Italia, maggiormente industrializzate. L'idea di concentrare i voli intercontinentali sull'hub di Fiumicino, in modo particolare verso il continente asiatico e quello americano, comporterebbe una perdita notevole del volume di traffico commerciale, con la forte probabilità che le imprese del Nord scelgano Francoforte, Monaco o Parigi in luogo di Fiumicino, a discapito della stessa compagnia di bandiera;
la regione Lombardia è un consistente bacino di produzione e di consumo, che concentra nel proprio territorio il 36 per cento dell'import e 28,5 per cento dell'export italiano, il 51 per cento degli investimenti esteri in Italia, una capacità di investimento italiano all'estero pari al 40 per cento, una presenza del 36 per cento di imprese italiane con partecipazione in imprese estere pari a circa 900 imprese con 206.000 addetti, oltre a una presenza del 35 per cento di imprese italiane a partecipazione estera pari a oltre 800 imprese con 250.000 addetti, nonché una attrattività turistica pari a 9,4 milioni di arrivi turistici, di cui altre 4 milioni provenienti dall'estero;
la compagnia di bandiera vende il 75 per cento dei biglietti nelle regioni settentrionali del Paese;
i problemi di Alitalia non possono essere ricondotti all'apertura di Malpensa, quando ben altri fattori contestuali hanno pesato su Alitalia: si pensi all'eccessiva sindacalizzazione, al cristallizzarsi di privilegi e corporativismi ed all'assenza dei necessari investimenti per il rinnovamento della flotta;
altra causa della crisi Alitalia sono i numerosi disservizi, causati, tra l'altro, dal mancato arrivo dei piloti e degli equipaggi presso l'aeroporto di Milano Malpensa. L'accordo sindacale del 2005 prevedeva che 1500 dipendenti di Alitalia avrebbero dovuto trasferirsi da Roma a Malpensa, ma solo pochi lo hanno fatto creando enormi disagi. I pochi voli operativi sulla tratta Malpensa-Fiumicino imbarcano fino al 50 per cento di dipendenti Alitalia, anziché passeggeri paganti, creando penuria di posti ed overbooking;
impegna il Governo
ad adottare tutti i provvedimenti necessari affinché il piano industriale di Alitalia, in accordo con l'azionista pubblico (ministero dell'economia e delle finanze), preveda un rilancio della compagnia di bandiera basato sulla concentrazione su Malpensa delle proprie attività e sulla crescita dell'aeroporto di Malpensa quale primario hub nazionale, riconoscendo il suo insostituibile ruolo nello sviluppo economico dell'intero Paese.
(1-00047)
«Airaghi, De Corato, Armani, Bellotti, Giorgio Conte, Contento, Foti, Frassinetti, Gamba, Garnero Santanché, Alberto Giorgetti, Holzmann, La Russa, Mancuso, Minasso, Raisi, Ronchi, Saglia, Zacchera, Ascierto, Menia».
(10 novembre 2006)
La Camera,
premesso che:
secondo la recente relazione della società di revisione Deloitte & Touche, la crisi della compagnia di bandiera, già reduce da un primo semestre con una perdita netta di 221,5 milioni di euro, si è aggravata ulteriormente con un indebitamento finanziario netto del gruppo aumentato di 91 milioni di euro in settembre (+10 per cento), fino a 1.023 milioni al 30 settembre 2006;
in questi anni si sono succeduti, con scarsi risultati, diversi piani industriali volti al rilancio dell'Alitalia ed in queste ultime settimane si sono ventilate alcune soluzioni legate all'ingresso di partner stranieri;
secondo il Vice Presidente del Consiglio dei ministri Rutelli, il tallone d'Achille di Alitalia sarebbe l'aeroporto lombardo e che dopo il 1998, anno di lancio della «grande Malpensa», la compagnia avrebbe iniziato a perdere quote di mercato e valore delle proprie azioni;
le cifre reali dimostrano, al contrario, che Malpensa è tra gli aeroporti con il maggior tasso di sviluppo in Europa e che la fetta più importante del mercato italiano del trasporto aereo si trova al Nord;
già oggi milioni di utenti e imprese settentrionali, in assenza di un hub intercontinentale e di una compagnia che offra collegamenti diretti con il resto del mondo (voli point to point), sono costretti a fare scalo a Parigi, Londra, Amsterdam o Francoforte per raggiungere le destinazioni più lontane e che spesso coincidono con i mercati a maggior tasso di crescita economica del mondo. Molto discutibile, a riguardo, è stata le decisione dell'aviolinea di cancellare i voli diretti da Malpensa per Shanghai e Washington, pur avendo su queste rotte un indice di riempimento superiore al 90 per cento;
non esiste un dualismo Fiumicino-Malpensa, in quanto i due aeroporti sono diversi rispetto al tipo di clientela (70 per cento di passeggeri stranieri a Roma e 70 per cento di passeggeri italiani a Milano), semmai il problema è la forte stagionalità cui è soggetto Fiumicino rispetto a Malpensa;
nel corso di un recente incontro con il Governo, i presidenti delle regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e delle province di Trento e Bolzano hanno presentato al Governo un documento congiunto, nel quale, oltre a fissare le opere infrastrutturali prioritarie, hanno confermato la centralità di Malpensa rispetto all'intera rete aeroportuale del Nord;
nel documento si parla di «sistema aeroportuale-territoriale del Nord fondato principalmente sull'hub di Malpensa»;
tale obiettivo andrebbe perseguito con il trasferimento della principale base operativa di Alitalia a Malpensa (in pratica la base di armamento), un impegno che la compagnia pubblica finora non ha mai rispettato nonostante gli accordi sindacali intervenuti;
impegna il Governo:
a prevedere nel piano di rilancio della compagnia di bandiera, oltre ad una distinzione funzionale tra gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, entrambi vitali per il futuro dell'azienda, la ferma conferma, in coerenza con i contenuti dell'accordo del 2002 e con la domanda di trasporto aereo emergente, dell'aeroporto di Malpensa quale hub internazionale e nucleo portante del trasporto aereo italiano, sviluppandone le potenzialità in risposta alla domanda del mercato.
(1-00051)
«Volontè, Tassone, Barbieri, Oppi, Dionisi».
(27 novembre 2006)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).
La Camera,
premesso che:
le privatizzazioni devono avvenire in base all'articolo 2, comma 192, della legge 23 dicembre 1996, n. 662;
Alitalia da oltre cinquanta anni riveste un ruolo di importanza strategica per l'intero sistema sociale e produttivo nazionale;
ad oggi risulta che nessuno dei principali Paesi europei abbia provveduto alla privatizzazione della propria compagnia aerea di bandiera;
vi è la necessità che si sviluppino sia le attività dei voli a domanda, sia il ruolo delle low cost, sia una strategia complessiva di rilancio del trasposto aereo, puntando anche a difendere il ruolo delle piccole compagnie, che hanno dimostrato di saper attrarre traffico aggiuntivo a quello convogliato da Alitalia e che potrebbero svolgere il ruolo di ammortizzatori in un piano di sviluppo centrato sui vettori di maggiori dimensioni;
il trasporto aereo appartiene ad un comparto in cui, accanto ai servizi, si pongono le infrastrutture e le costruzioni aeronautiche con gli investimenti connessi anche al ricorso al sistema satellitare;
si è assistito a diversi aiuti sotto varie forme e a diverse ricapitalizzazioni concesse al vettore «pubblico» italiano;
vi sono stati rapporti nelle alleanze che si sono rivelati insoddisfacenti, sia sul piano internazionale che su quello interno;
vi è la necessità di un più chiaro indirizzo governativo in tema di trasporto aereo, anche in vista di un improrogabile potenziamento dei due aeroporti di Roma e Milano e degli aeroporti del Sud Italia, nonché della valorizzazione degli aeroporti minori, migliorando ulteriormente la professionalità del settore;
la mobilità in Italia oggi è fortemente compromessa;
il Paese per limiti infrastrutturali non è competitivo e non lo sarà almeno per i prossimi 15 anni;
siamo in presenza di ritardi sulle infrastrutture ferroviarie (critici i collegamenti con il Sud Italia e la Sicilia. Impossibili con la Sardegna);
è carente il sistema autostradale;
i due aeroporti principali, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, presentano una situazione di criticità compromessa: Aeroporti di Roma-Fiumicino, oggi «privatizzato», è in ritardo con gli investimenti e con i suoi 70 movimenti ora/massimo non è in grado di ulteriore espansione come dovrebbe e resterà compromesso per lustri. Deve contemporaneamente servire i collegamenti nazionali e si trova limitato nello svolgimento della sua attività di generatore di traffico (hub); l'aeroporto di Milano Malpensa a causa dei difetti strutturali non è in grado di poter svolgere la propria competitività con i grandi hub europei;
gli aeroporti di Cagliari, Catania, Palermo, Bari: con una differente impostazione gestionale potrebbero essere punti co-terminalizzati per destinazioni se in presenza di una compagnia cui il Governo italiano possa dare «indirizzi»;
in assenza di compagnie con caratteristiche proprie di vettori di riferimento, come Iberia in Spagna, Air France in Francia, British Airways in Gran Bretagna, Lufthansa in Germania, ci si chiede se non sarebbe possibile assicurare la mobilità del cittadino (articolo 16 della Costituzione) e non sarebbe possibile rendere competitivo il sistema economico italiano;
il ritiro dal mercato renderebbe l'Italia terra di conquista commerciale da parte dei vettori stranieri e impoverirebbe di professionalità e tecnologie il nostro Paese;
impegna il Governo:
ad adottare iniziative per:
a) tutelare i sacrifici fatti dai lavoratori di Alitalia, che hanno anche recentemente dato un aumento del 30 per cento di produttività, hanno contribuito al contenimento dei costi e sono stati disponibili per gli esuberi;
b) non rendere vani i sacrifici sostenuti dai dipendenti, in considerazione anche degli accordi sottoscritti a Palazzo Chigi con le forze sindacali;
c) elaborare un atto d'indirizzo che indichi le strategie per il superamento della crisi e lo sviluppo del traffico aereo in Italia, con particolare riguardo ad Alitalia e ai vettori italiani;
d) ripensare alla prevista privatizzazione dell'Alitalia, che, qualora fosse ricollocata temporalmente in una fase di estrema instabilità determinata dalla strutturale debolezza della compagnia, rappresenterebbe un'incomprensibile operazione di smembramento societario e dì svendita di asset strategici per il Paese;
e) presentare al Parlamento un piano contenente linee programmatiche per il settore aereo italiano basato sulla qualità dei servizi, a partire dai livelli di sicurezza, anche in ottemperanza ai principi internazionali che regolano la materia, nonché del dettato costituzionale relativo alla mobilità del cittadino;
f) prendere doverosa posizione nella sua qualità di «azionista di riferimento» di Alitalia, dicendo, soprattutto, quale sia la missione assegnata al nuovo vertice aziendale, quale debba essere, nei suoi progetti, il futuro assetto societario e industriale della nostra compagnia di bandiera, dandone debito conto al Parlamento;
g) operare una ponderata e condivisa scelta di fondo, coinvolgendo a pieno titolo il Parlamento sulle tematiche in questione, che veda Alitalia utilizzata come leva di politica industriale e di sviluppo economico-sociale, da integrare con le altre modalità e strutture di trasporto, e completamente libera di competere a livello nazionale ed internazionale, secondo criteri squisitamente commerciali e di mercato, senza condizionamenti politici di alcun genere per assicurarsi il diritto costituzionale della mobilità;
h) presentare al Parlamento il piano del Governo, con particolare riferimento al potenziamento dei due aeroporti di Roma e Milano e degli aeroporti del Sud Italia, riconoscendo lo sviluppo di Roma per il suo ruolo di grande hub ed intervenendo immediatamente su Malpensa e gli aeroporti milanesi per le strutture mancanti, sia direttamente per l'aeroporto, sia per le infrastrutture di collegamento e le altre necessarie per dare al Nord il grande aeroporto di cui ha bisogno per renderlo competitivo nel contesto degli aeroporti europei.
(1-00023)
(Nuova formulazione) «Pedrini, Donadi, Evangelisti, Mura, Razzi, Ciocchetti, Mario Ricci».
(27 novembre 2006)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).
La Camera,
premesso che:
la situazione difficile in cui versa la compagnia aerea Alitalia comporta da parte del Governo e del management decisioni chiare e rapide, al fine di scongiurare: il rischio di chiusura di una società che riveste un ruolo strategico per l'intera economia nazionale; la forte contrazione di forza lavoro che seguirebbe al fallimento della compagnia; la marginalizzazione del maggiore vettore nazionale nel mercato interno ed in quello internazionale; la cessione della compagnia di bandiera e la sua collocazione nel mercato in un rapporto con altri soggetti, al di fuori di un chiaro progetto strategico di rilancio
che ne contempli la valorizzazione e una consistente presenza nel mercato italiano;
la fuoriuscita di Alitalia dal mercato comporterebbe ingenti effetti negativi per l'intero sistema Paese. La mancata presenza in un settore, com'è quello del trasporto aereo e del suo indotto, comporta, infatti, la perdita di un ramo economico caratterizzato da elevati investimenti in tecnologie di evidente rilevanza strategica;
la presenza di un forte vettore nazionale è da considerarsi strategica, anche in virtù della forte attrazione turistica rivestita dal nostro Paese;
per il rilancio di Alitalia uno dei punti rilevanti del piano industriale non può che essere il rapporto del vettore con il sistema aeroportuale italiano;
in modo improprio e superficiale si è parlato sugli organi di stampa di una situazione concorrenziale fra i due principali aeroporti nazionali che danneggerebbe Alitalia, «obbligata» ad alimentare entrambi;
secondo questa analisi Alitalia dovrebbe scegliere uno dei due aeroporti come base esclusiva;
una scelta di tal genere appare semplicistica e superficiale e non risolverebbe i problemi, né di Alitalia, né dei due aeroporti, né del trasporto aereo;
come sottolineato dal Ministro dei trasporti nel corso della riunione del tavolo per Milano del 20 novembre 2006, i due grandi aeroporti italiani devono essere capaci di trovare il proprio ruolo e le proprie funzioni all'interno del sistema aeroportuale nazionale. Per questa finalità il ministero dei trasporti sta predisponendo, all'interno del nuovo piano nazionale dei trasporti, un progetto per il sistema del trasporto aereo nazionale, all'interno del quale sarà individuato un percorso di armonico sviluppo dello scalo di Malpensa e dello scalo di Fiumicino;
per quanto attiene a Malpensa, uno dei principali problemi che hanno ostacolato il pieno sviluppo dello scalo è rappresentato dall'insufficiente accessibilità terrestre. In questo senso occorre procedere all'adeguamento del sistema di accessibilità, attraverso la realizzazione di tutti gli interventi programmati, in un quadro di particolare attenzione alla sostenibilità ambientale;
centrali per lo sviluppo dello scalo di Malpensa risultano, pertanto, gli investimenti infrastrutturali. E ciò è tanto più osservabile dalla correlazione tra lo sviluppo dell'accessibilità dello scalo e l'incremento delle destinazioni direttamente collegate, che negli ultimi anni sono passate da 120 a 160;
anche lo scalo romano di Fiumicino presenta alcune necessità infrastrutturali che da anni vengono sottolineate nelle diverse sedi istituzionali, ma disattese a livello nazionale, e a cui risulta oggi necessario dare risposte urgenti e tempestive. In particolare, risulta rilevante e prioritaria la realizzazione del «molo c»;
il sistema dei trasporti è oggetto di ampie disposizioni incluse nei due principali provvedimenti che danno vita alla manovra di bilancio 2007, ovvero il disegno di legge «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)» e il decreto-legge collegato «Disposizioni in materia di accertamento, riscossione e contrasto dell'evasione ed elusione fiscale, nonché di potenziamento dell'amministrazione economico-finanziaria» (decreto-legge n. 262 del 2006);
la legge finanziaria per il 2007 interviene a sostegno dell'accessibilità dello scalo di Malpensa, prevedendo che nell'ambito dello stanziamento di 100 milioni di euro annui, nel triennio 2007-2009, finalizzato alla prosecuzione degli interventi di realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale, è assicurato il concorso dello Stato al
completamento della realizzazione delle opere infrastrutturali della pedemontana lombarda, per un contributo quindicennale di 10 milioni di euro a decorrere dal 2007, di 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008 e di 40 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009;
impegna il Governo:
ad attivare tutte le azioni ed i provvedimenti necessari per lo sviluppo del sistema aeroportuale italiano, incentrato sulla specializzazione dei singoli scali, in particolare affermando la rilevanza dello scalo di Malpensa e dello scalo di Fiumicino - così come definito nei documenti vigenti di programmazione nazionale e regionale - e ad assumere iniziative per garantire gli idonei interventi di adeguamento e rafforzamento armonico dei due principali scali aeroportuali nell'ambito della divisione delle specifiche vocazioni e naturali funzioni territoriali;
per quanto riguarda, in particolare, l'aeroporto di Malpensa, ad attivarsi perché sia garantita l'accessibilità infrastrutturale mediante il completamento delle infrastrutture ferroviarie e stradali, già programmate;
a sollecitare il management Alitalia all'implementazione di un piano industriale che preveda prioritariamente:
a) alleanze con vettori nazionali e internazionali;
b) investimenti sulla flotta;
c) la presenza sui due principali aeroporti nazionali;
d) un modello aziendale più agile, meno costoso, più efficiente;
e) nonché un esame e una verifica della possibilità di realizzare a Malpensa un'appropriata base di armamento;
ad avviare una politica organica e complessiva sul sistema del trasporto aereo italiano che riguardi tutti gli attori del sistema e che sia capace di intervenire, anche a livello legislativo, sulle questioni e sulle criticità tuttora presenti: dal costo del lavoro alla rivisitazione della legislazione sui requisiti di sistema approvata nella XIV legislatura; dalle necessità infrastrutturali dei due maggiori scali nazionali all'esigenza di prevedere nuovi meccanismi di verifica dell'efficienza e dell'efficacia dell'attività di investimento dei gestori aeroportuali; dal potenziamento delle operazioni della sicurezza alla tutela dell'utenza e al rafforzamento della presenza del nostro Paese nei luoghi sovranazionali deputati alla definizione della normativa di settore.
(1-00055)
«Attili, Fiano, Barbi, Quartiani, Marantelli».
(27 novembre 2006)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).
La Camera,
premesso che:
il trasporto aereo del nostro Paese, a fronte di un notevole sviluppo, evidenzia gravi elementi di crisi, anche per l'assenza di un politica di programmazione: la mancata attuazione del piano degli aeroporti, la crisi di Alitalia e la debolezza di altri vettori italiani costretti ad alleanze subalterne con grandi vettori europei, la precarietà del lavoro, i problemi ambientali con i suoi impatti sui cittadini;
per quanto riguarda gli aeroporti risaltano: la problematica riguardo a Malpensa, con importanti problemi ambientali e di collegamento a Fiumicino, l'insana proliferazione degli aeroporti anche a distanza di poche decine di chilometri, il finanziamento da parte di enti locali ed altre realtà dei voli low cost;
si aggrava il rischio che gruppi stranieri acquistino sempre maggiore peso nel settore, come è evidenziato dai recenti casi verificatisi nell'handling e nelle gestioni aeroportuali;
la crisi Alitalia mette a repentaglio tutta la politica del settore ed il Paese rischia di uscire anche da questo settore industriale e, per altro verso, di non avere una compagnia di bandiera autonoma, che, come per gli altri grandi Paesi, dovrebbe servire la politica estera (economica e non); ciò a maggior ragione in un mondo sempre più globalizzato; in particolare, in altri Paesi la compagnia di bandiera è funzionale alla politica economica ed estera ed in questo senso si è operato (vedi lo sviluppo dei rapporti con la Cina e l'Estremo Oriente); in Italia si è proceduto solo con l'ossessione della riduzione dei costi;
il piano industriale, già discutibile, è stato largamente disatteso e non vi è traccia di azioni volte a far uscire Alitalia dalla condizione precaria sul mercato nazionale e di isolamento sul piano internazionale (necessità di una stretta alleanza strategica); in questo senso si notano cambiamenti nell'approccio attivato dal Governo, cambiamenti, tuttavia, che vanno meglio indirizzati dal Parlamento stesso;
impegna il Governo:
per quanto riguarda le politiche inerenti il trasporto aereo, ad adottare iniziative, anche intervenendo presso Alitalia, per realizzare le seguenti finalità:
a) predisporre un piano di riordino del sistema aeroportuale italiano, individuando, attraverso scelte di politiche nazionali, gli aeroporti strategici per il traffico interno e quello internazionale;
b) risolvere l'insensato conflitto fra gli aeroporti di Malpensa e Fiumicino e la sottintesa volontà di contrapposizione fra il Nord del Paese ed il Centro-Sud, attraverso una programmazione che assegni a pochi grandi aeroporti la funzione nazionale, specializzando gli stessi secondo politiche che tengano conto delle esigenze e delle vocazioni territoriali e, in particolare, prevedendo per il Nord un'ulteriore pianificazione fra il ruolo di Malpensa e gli aeroporti della pianura padana;
c) intervenire sugli aeroporti nel rispetto della valutazione ambientale e della valutazione ambientale strategica, al fine di ridurre l'inquinamento ed a tutela della sicurezza;
d) adottare interventi adeguati per eliminare la precarietà del lavoro negli aeroporti e nel più complessivo trasporto aereo, al fine di aumentare la qualità del servizio ai cittadini e la sicurezza;
e) introdurre contratti collettivi nazionali di lavoro per tutto il settore (di terra e di volo) e una clausola sociale di garanzia dell'impiego per i lavoratori la cui attività venga ceduta ad altra azienda, al fine di contrastare forme di concorrenza che si traducono in un vero dumping sociale;
f) riordinare la catena del valore nel settore del trasporto aereo (riduzione dell'iva sui vari servizi, delle royalties aeroportuali), considerando che in questo senso sono coinvolti anche i servizi e gli effetti che vanno oltre il sedime aeroportuale: turismo, lavoro;
g) elaborare una nuova missione per Alitalia al servizio del turismo e a sostegno delle imprese italiane nel mondo, considerando che in questo senso va sviluppato il settore intercontinentale ed internazionale e riconquistare quote del traffico interno;
h) ripensare le alleanze a partire da quelle con compagnie con l'Estremo Oriente e adeguare le politiche con il Medio Oriente;
i) ripensare le alleanze europee al fine di evitare che l'Alitalia sia utilizzata unicamente per il suo bacino interno e, infine, fagocitata e ridimensionata nei settori strategici, con il risultato finale, particolarmente negativo per il turismo, che i flussi dei passeggeri vengano convogliati verso il Paese della compagnia alleata piuttosto che verso il nostro, nonché per il sistema aeroportuale che risulterebbe subordinato ad altri aeroporti del Nord Europa, considerando che Alitalia dovrebbe anche aprirsi a sinergie con le
Ferrovie dello Stato, con le Poste ed altri operatori nazionali, al fine di meglio collocare il «prodotto Alitalia» ed il «prodotto Paese»;
l) costruire un polo manutentivo di eccellenza europea che venda i propri servizi anche a terzi;
m) riconsiderare l'opportunità di rivedere l'assetto, ripristinando l'unicità del gruppo, contrastando le ipotesi di cessione di pezzi importanti del patrimonio aziendale (amministrazione, manutenzione, servizi informatici, handling), che hanno il solo obiettivo di fare cassa;
n) recuperare relazioni industriali e criteri di gestione del personale che motivino i lavoratori a produrre uno sforzo eccezionale per salvare il gruppo, dismettendo pratiche che, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, risultano intimidatorie e persecutorie;
o) rinnovare il gruppo dirigente, riaffermando il principio della responsabilità sociale del management e la necessità di conferire carattere di integrità morale e valutazione dei risultati effettivamente conseguiti, soprattutto nelle aziende di interesse pubblico.
(1-00056)
«Mario Ricci, Locatelli, Olivieri, Migliore».
(27 novembre 2006)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).
La Camera,
premesso che:
la compagnia di bandiera Alitalia si trova in una situazione di grave crisi economica in controtendenza con quanto accade con altri vettori aerei internazionali, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo a causa di un'assenza di programmazione e pianificazione che ha radici lontane: assenza di investimenti su nuovi aeromobili, riduzione delle tratte aeree e chiusura di scali rischiano di trasformare Alitalia in un vettore aereo regionale;
si è aggravato l'uso del lavoro precario negli aeroporti italiani, con rischio di perdita di know how, i problemi ambientali non sono adeguatamente affrontati, in particolar modo riguardo alle popolazioni che ospitano gli aeroporti, sono disattese le norme che prevedono le opere di compensazione ambientale in favore delle popolazioni locali;
la decisione di realizzare due hub in Italia si è rivelata, alla luce dei fatti, sbagliata, perché non esiste nessun altro Paese d'Europa, come, ad esempio, Francia, Inghilterra o Germania, che abbia due strutture hub;
nella situazione attuale di debolezza nel trasporto aereo l'Italia rischia di essere terra di conquista da parte di società straniere, come già accaduto nel settore handling di alcuni aeroporti, tra cui Roma;
il piano industriale è stato disatteso a partire dal management, che aveva l'impegno di azzerare il debito, mentre il debito Alitalia è aumentato ed Alitalia è isolata nell'ambito delle alleanze internazionali;
impegna il Governo:
a predisporre un piano nazionale sugli aeroporti, al fine di individuare le scelte strategiche internazionali e nazionali per il nostro trasporto aereo e, quindi, a risolvere il conflitto tra Malpensa e Fiumicino, partendo dal presupposto che l'Italia, come ogni altro Paese d'Europa, non è in grado di avere contestualmente due hub;
ad avviare iniziative volte a stabilizzare la precarietà presente negli aeroporti e a fermare i processi di esternalizzazione di intere e strategiche funzioni presenti nella compagnia di bandiera Alitalia e negli aeroporti;
ad adottare iniziative volte a ripensare a nuove alleanze che consentano all'Alitalia di rilanciare la sua missione, ovvero crescere nella capacità di servire più scali nel mondo, considerando che per raggiungere questo obiettivo è bene pensare ad una compagnia aerea non europea, bensì orientale, in modo tale da creare una giusta integrazione industriale ed economica che consenta anche di salvaguardare e far crescere l'occupazione;
ad assumere iniziative perché siano avviati modelli di gestione che affrontino l'impatto ambientale che gli aereoporti hanno sull'ambiente e sulla popolazione e siano avviate, quindi, una valutazione ambientale strategica per gli aeroporti italiani e una verifica delle condizioni di salute di tutti i lavoratori e lavoratrici che operano negli aeroporti e sugli aeromobili;
ad attivarsi perché sia rinnovato il gruppo dirigente Alitalia e siano modificate le disposizioni sui compensi da erogare e sulle liquidazioni dei manager per i risultati che non sono stati raggiunti.
(1-00058)
«Bonelli, Francescato, Trepiccione, Balducci, Boato, Cassola, De Zulueta, Fundarò, Lion, Pellegrino, Camillo Piazza, Poletti, Zanella».
(27 novembre 2006)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).
La Camera,
premesso che:
la domanda di trasporto aereo, sia domestica che da/per Italia, è equamente ripartita fra Roma e Milano e l'insieme delle altre regioni italiane;
Milano esprime principalmente flussi di domanda in uscita ed una maggiore incidenza di passeggeri business (40 per cento delle prenotazioni business da/per Italia); Roma esprime, per la più parte, flussi di domanda entranti ed una maggiore incidenza di passeggeri leisure (28 per cento delle prenotazioni business da/per Italia);
Alitalia e partner detengono uno share sul mercato domestico pari al 50 per cento, mentre la maggior parte degli altri vettori europei di tipo full service nel proprio mercato hanno quote significativamente superiori;
i principali gestori aeroportuali italiani non concorrono allo sforzo produttivo ed economico del network carrier;
i sistemi aeroportuali di Roma e Milano non hanno alcuna specializzazione degli aeroporti e presentano una regolamentazione inefficace;
i due aeroporti principali presentano una situazione di criticità compromessa: l'Aeroporto di Roma-Fiumicino è in ritardo con gli investimenti e con i suoi 70 movimenti ora/massimo non è in grado di ulteriore espansione come sarebbe necessario e non lo sarà ancora per molti anni;
deve contemporaneamente servire i collegamenti nazionali e si trova limitato nello svolgimento della sua attività di generatore di traffico (hub);
l'Aeroporto di Milano Malpensa, a causa di carenze infrastrutturali, non è in grado di svolgere la sua competitività con i grandi hub europei;
impegna il Governo:
ad adottare iniziative di rilancio del ruolo di Alitalia che possano salvaguardare i posti di lavoro, tenendo presenti i sacrifici fatti dai dipendenti per contenere i costi;
a cercare un partner che non penalizzi Alitalia;
a portare avanti una politica di allocazione delle risorse in funzione dell'effettivo rafforzamento del sistema di trasporto aereo sui due mercati di Roma e Milano;
ad attivarsi per l'efficientamento del sistema di assistenza a volo di linea con i due principali provider europei;
ad adottare iniziative volte al recepimento della normativa comunitaria antitrust in coerenza con quanto avviene negli altri Paesi europei, considerando, cioè, il mercato di riferimento, come previsto dall'Unione europea, piuttosto che sulla sola significatività per il consumatore come avviene attualmente;
a favorire un'integrazione dei due aeroporti di Malpensa e Fiumicino con gli aeroporti regionali.
(1-00060)
«Picano, Fabris, Adenti, Affronti, Capotosti, Cioffi, Del Mese, Giuditta, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane, Satta».
(27 novembre 2006)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente sullo stesso argomento).