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Allegato B
Seduta n. 77 del 27/11/2006
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
ALESSANDRI e FAVA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la direttiva comunitaria sui nitrati è intervenuta riducendo significativamente i limiti di utilizzo di sostanze azotate nei processi produttivi che sono stati, di fatto, dimezzati rispetto al passato;
la riduzione dei limiti di cui sopra incide pesantemente sulle attività agricole e, in specie, su quelle di allevamento che, in molti casi, potrebbero trovarsi a rivedere in modo radicale le loro strategie e processi produttivi;
i problemi più evidenti riguardano lo smaltimento delle deiezioni zootecniche e l'utilizzo di sostanze fertilizzanti per le quali, oltre il limite di sei tonnellate d'azoto, le aziende saranno tenute a presentare un piano di utilizzazione industriale;
in Italia, circa il 25 per cento ed il 40 per cento degli allevamenti bovini e suini si concentra nella sola regione Lombardia, dove l'impatto dell'applicazione delle nuove norme comunitarie diviene, pertanto, particolarmente forte, non solo per l'economia regionale, ma, in ragione delle suddette incidenze, per l'intero comparto zootecnico nazionale;
nel 2005, in Lombardia, la media di utilizzo di azoto era pari a 194,5 chilogrammi per ettaro, risultando, quindi, superiore
rispetto al nuovo limite di 170 chilogrammi ad ettaro fissato dalle nuove norme comunitarie;
per quanto sopra risulta evidente che la necessità di rispettare i nuovi limiti imporrà, o un ridimensionamento delle attività di allevamento in essere, oppure importanti investimenti finalizzati al riordino dei processi produttivi e, in particolare, al trattamento delle deiezioni;
nel quadro dell'attuazione del protocollo di Kyoto l'agricoltura e, in specie talune attività di coltivazione e di allevamento, possono recare un importante contributo ai fini, sia della riduzione dei cosiddetti gas serra, sia della produzione di energia da fonti rinnovabili -:
quale sia l'esatto quadro di riferimento per l'attuazione della direttiva di cui in premessa e, in particolare, quali siano i livelli di utilizzo di nitrati a livello di singole province e, di conseguenza, se sia stato stimato, ovvero se sia possibile valutare, l'impatto sulle attività agricole delle nuove norme comunitarie;
se non ritenga di predisporre, d'intesa con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, un piano di riqualificazione ambientale, finalizzato ad assicurare il necessario sostegno alle attività di coltivazione e di allevamento che, a seguito delle nuove norme comunitarie, saranno costrette a realizzare investimenti per adeguare i loro processi produttivi;
se e quali misure intenda adottare, ovvero promuovere anche di concerto con gli altri dicasteri competenti, per accrescere il ruolo dell'agricoltura nel quadro della politica energetica nazionale e, in specie, per quanto concerne la produzione di energia da biomasse.
(5-00408)
Interrogazione a risposta scritta:
ALESSANDRI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
è attualmente in fase di completamento il corso di formazione di oltre 540 nuovi agenti del Corpo Forestale dello Stato, risultati vincitori del concorso espletato lo scorso anno;
nel periodo compreso tra il prossimo mese di dicembre ed il febbraio del 2007 i nuovi agenti saranno assegnati a destinazione;
attualmente la distribuzione del personale del corpo Forestale dello Stato a livello di singole regioni non è assolutamente uniforme e, in taluni casi, si registrano evidenti carenze di organico che appaiono tanto più gravi se raffrontate alla forte concentrazione di personale che, per contro, si registra presso gli uffici della sede centrale di Roma;
tra le regioni ove le carenze di organico sono più gravi vi è, senza dubbio, l'Emilia Romagna, dove è oramai, da tempo, compromesso anche il livello minimo di operatività;
la Regione Emilia Romagna è, tra le regioni italiane, quella che presenta il più basso rapporto tra personale e superficie forestale, a fronte di impegni, annualmente, crescenti nel campo della lotta alle illegalità ambientali ed agli incendi boschivi, nonché della vigilanza agli obiettivi sensibili ed alla tutela del patrimonio naturalistico;
allo stato attuale, le nove province della Regione Emilia Romagna presentano, nel loro complesso, una carenza di organico di 126 unità di personale, tra le quali 96 nei profili operativi e 30 in quelli amministrativi;
le difficoltà rilevabili per l'intera regione trovano pieno ed inevitabile riscontro a livello delle singole province e, in specie, per quella di Parma dove operano appena 29 unità di personale a fronte di una pianta organica di 47 e dove, pertanto, si registra una carenza di personale che si attesta attorno al 40 per cento (18 unità);
la situazione di cui sopra è stata ripetutamente denunciata, anche in tempi
molto recenti, dalle più rappresentative sigle sindacali e, tra queste, dal Sindacato autonomo di polizia ambientale e forestale -:
quali criteri si intendano seguire per procedere all'assegnazione, nelle diverse regioni, dei nuovi agenti forestali al termine del corso di formazione in cui sono attualmente impegnati e, in particolare, se si intenda considerare quale criterio prioritario, quello di giungere ad un omogeneo rapporto tra personale e superficie forestale nelle diverse regioni e se, in ogni caso, si intendano, prioritariamente, considerare le esigenze delle regioni come l'Emilia Romagna e, in questo ambito territoriale, della provincia di Parma che, da tempo, presentano i più gravi problemi di organico.
(4-01721)