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Allegato B
Seduta n. 78 del 28/11/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta scritta:
BRANDOLINI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il 20 aprile 2005 il Ministero dell'ambiente e quello delle attività culturali hanno pubblicato il decreto di istituzione del «Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche»;
la regione Marche, con ripetute note, datate 2001, 2002, 2003 e 2004, ha messo in risalto l'importanza del sopraindicato Parco Museo, anche in conseguenza di un impegno formale sottoscritto con le amministrazioni comunali e le comunità montane coinvolte;
è evidente a tutti come la conservazione delle vestigia delle aree minerarie - che, sino ad oltre la metà del secolo scorso, hanno impegnato un numero ingentissimo di lavoratori - sia fondamentale per rafforzare le nostre radici sociali ed economiche, oltre che per la salvaguardia di un sito di rilevanza ai fini dell'archeologia industriale;
nel cesenate, ed in particolare nell'area di Formignano di Cesena, esiste già un Parco minerario - partito nel 1986, a soli 24 anni dalla chiusura delle miniere di zolfo - comprendente il villaggio minerario;
il villaggio minerario è in buono stato di conservazione e risulta ricompreso, assieme ad un parco naturalistico, all'interno di un'area di 90 ettari di proprietà del comune di Cesena;
è attiva nel cesenate la «Società di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria», riconosciuta in ambito nazionale e collegata con le aree minerarie storiche di buona parte d'Europa;
la società ed il comune di Cesena, così come l'intero territorio, hanno da sempre dedicato grande attenzione al recupero delle aree e delle tradizioni minerarie che, nel solo cesenate, alla fine dell'800 vedevano attive 20 miniere ed impegnati circa 4.500 operai;
le aree minerarie marchigiane, ricomprese all'interno del «Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche» e quelle del cesenate, sono parte di un'unica vena di zolfo, che interessa oltre a Formignano, l'intera Vallata del Savio;
sino a tutto il '900 la proprietà delle aree minerarie marchigiane e cesenati era in capo alla stessa società -:
quali siano le valutazioni in merito all'importanza delle aree minerarie cesenati;
se sussistano le condizioni per verificare la possibilità di ampliare l'area di valenza del «Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche», cambiandone la denominazione in «Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche e dell'Emilia Romagna» aggiungendo all'attuale sede di Perticara, anche quella di Formignano di Cesena.
(4-01744)