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Allegato A
Seduta n. 79 del 29/11/2006
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
(Sezione 1 - Questioni relative alla diffusione dei risultati delle elezioni politiche del 2006)
LICANDRO e DILIBERTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 10 e l'11 aprile 2006, nel corso dello scrutinio dei voti delle ultime elezioni politiche, l'aggiornamento dei dati che affluivano al ministero dell'interno si arrestava intorno alle ore 24, senza che ad oggi ne siano state rese note le ragioni;
i dati che il ministero dell'interno diramava erano comunque diffusi con notevole, inspiegabile e ancora non chiarito ritardo rispetto a qualunque altro precedente elettorale, a fronte di una scheda di più facile lettura rispetto a quella di qualunque altra consultazione elettorale;
il ministero dell'interno adduceva problemi di natura tecnica, anch'essi ancor oggi non resi noti ai tecnici e all'opinione pubblica;
in un comunicato stampa dell'11 aprile 2006, presente sul sito internet del ministero dell'interno fino al 13 aprile 2006, si comunicava che tra i dati provvisori pervenuti al ministero dell'interno si registrava per la Camera dei deputati il dato di 43.028 schede contestate;
e già il 12 aprile 2006 l'allora Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi lanciava un'aggressiva campagna politica e mediatica contro la legittimità del risultato elettorale, che vedeva, comunque, prevalere l'Unione con uno scarto di 25.224 voti, indicando all'opinione pubblica la realizzazione di «tanti, tantissimi brogli elettorali», tali che «il risultato deve cambiare», e auspicando l'emanazione di un decreto-legge per il riconteggio delle schede e per il riesame dei verbali;
l'aggressiva campagna mediatica dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri, dunque, si fondava sul dato del ministero dell'interno di 43.028 schede contestate, che avrebbero dovuto sovvertire il risultato elettorale alla Camera dei deputati;
soltanto il 14 aprile 2006, a distanza di diversi giorni dallo scrutinio delle schede, il ministero dell'interno diramava un comunicato con cui rendeva noto che il numero delle schede contestate, in realtà, si riduceva a 2.131 per la Camera dei deputati e a 3.135 per il Senato della Repubblica e che i dati di 43.028 per la Camera dei deputati e di 39.822 per il Senato della Repubblica erano semplicemente il frutto di un errore materiale, che aveva condotto a sommare le schede contestate vere e proprie con le schede nulle o bianche;
l'errore materiale commesso era, secondo gli interroganti, di una gravità e di una così palmare evidenza da poter essere rilevato subito da chiunque avesse una sufficiente dimestichezza con i conteggi elettorali;
emergeva così presso il dipartimento di statistica L. Lenti dell'Università di Pavia che tali gravissime anomalie diffuse dal ministero dell'interno già il 12 aprile 2006 riguardavano soltanto pochissime province, in particolare quelle di Catania, Como, Udine e Pisa;
segnatamente il ministero dell'interno comunicava che nella provincia di Catania i voti non validi erano 9.993, le schede bianche erario di identico numero (9.993) e i voti contestati erano 19.142; i voti contestati erano 6.912 nella provincia di Como, 6.790 nella provincia di Udine e 4.281 nella provincia di Pisa;
dunque, la metà delle presunte schede contestate dell'intero territorio nazionale erano concentrate solo nella provincia di Catania (19.142); nel complesso le schede contestate in queste quattro province ammontava a 37.125, cioè l'86 per cento del totale;
la città di Catania era stata già caratterizzata da irregolarità gravi e manifeste, già sin dalla fase di presentazione delle liste durante le elezioni amministrative del maggio 2005;
il ministero dell'interno non si è accorto immediatamente e autonomamente del gravissimo e macroscopico errore;
ciò è avvenuto attraverso il rilievo indipendente di un docente universitario di statistica sociale dell'Università degli studi di Catania, che già il 12 aprile 2006 segnalava alla prefettura di Catania la sola evidente anomalia della relativa provincia;
la prefettura manifestava conseguentemente sorpresa e sconcerto per la diffusione di dati che non corrispondevano a quelli dalla stessa (unica fonte primaria) trasmessi al ministero dell'interno e che già in data 12 aprile 2006, come risulta dai tabulati cartacei e da quelli disponibili in formato elettronico, vedeva come contestate un dato di 33 schede, assolutamente irrilevante rispetto alla campagna mediatica dell'ex Presidente del Consiglio dei ministri e perfettamente in linea con il dato fisiologico del fenomeno nelle restanti province e in tutte le precedenti tornate elettorali;
come è noto, i limiti fisiologici dei voti contestati al più ammonta a qualche centinaio di schede e non è mai giunto a decine di migliaia in tutto il territorio nazionale, dato ancora più eclatante e sospetto, dacché concentrato in una sola provincia -:
se risultino agli atti depositati presso il Governo elementi tali da chiarire quali siano stati i problemi tecnici addotti dal ministero dell'interno per spiegare i ritardi nell'aggiornamento dei risultati provvisori, quale ragione nel corso della notte abbia prodotto la lunga interruzione della diffusione dei dati man mano che giungevano al ministero dell'interno e perché il ministero dell'interno abbia atteso il 14 aprile 2006 per diffondere il risultato corretto della fortissima riduzione delle schede contestate, rispetto a quello inizialmente diffuso, quando già le segnalazioni erano giunte dalla prefettura di Catania ben due giorni prima, trattandosi, peraltro, di una verifica di assoluta immediatezza.
(3-00420)
(28 novembre 2006)