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Allegato B
Seduta n. 81 del 4/12/2006
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
ALLASIA, FAVA, DOZZO, MONTANI e BRIGANDÌ. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il 17 luglio 2006, l'Unione europea ha prorogato di due anni la norma che prevede la possibilità di inserire nelle etichette delle bottiglie di olio extravergine d'oliva informazioni aggiuntive utili per il consumatore;
si tratta della specificazione delle proprietà organolettiche dell'olio extravergine, che verrebbe così qualificato per le sue caratteristiche: olio extravergine «fruttato», olio extravergine «amaro» o olio extravergine «piccante». Le categorie interessate si sono subito pronunciate contro la proroga ad una norma che limiterebbe la possibilità di rendere le etichette sempre più chiare, a ovvio beneficio dei fruitori;
il problema della trasparenza della etichetta dovrebbe estendersi anche all'indicazione chiara della provenienza delle olive e non solo al luogo di commercializzazione; si eviterebbe così, come è già accaduto, che il consumatore compri una bottiglia di olio italiano essendo del tutto ignaro che, in realtà, è stato ottenuto dalla spremitura di olive di altre nazioni;
se non si prendono provvedimenti in tal senso, il commercio del nostro olio, rinomato e apprezzato prodotto del made in Italy di qualità, potrebbe subire dei seri danni. Il mondo produttivo auspica perciò che il Governo si impegni ad attuare al più presto la legge 204/2004, che obbliga di specificare sull'etichetta la provenienza del prodotto, come del resto è già avvenuto a partire dal 15 giugno 2006 per la passata di pomodoro, altro prodotto tipico della nostra dieta mediterranea -:
quali mezzi il Governo intenda utilizzare a garanzia dei consumatori e dei produttori italiani tutelando il made in Italy ed attuando quanto previsto dall'articolo 1-ter della legge n. 204 del 2004.
(5-00461)
MARINELLO, MISURACA, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MINARDO, ROMELE e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5, comma 1-sexies del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, «Interventi urgenti per i settori dell'agricoltura, dell'agroindustria, della pesca, nonché in materia di fiscalità d'impresa», convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, ha previsto in via sperimentale nel 2006, per gli imprenditori ittici esercenti attività di pesca marittima, l'applicazione del regime speciale IVA come avviene per le imprese agricole;
la medesima norma prevedeva l'emanazione di un decreto interministeriale per stabilire le percentuali di compensazione da adottare da parte degli imprenditori ittici, al fine del calcolo dell'imposta da versare;
all'interrogazione 5-00217, relativa alla problematica dell'applicazione dell'iva forfetaria alla pesca, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, rappresentato dal Sottosegretario onorevole Mongiello, rispondeva in data 4 ottobre 2006 che il decreto interministeriale con le percentuali di compensazione «già firmato dal Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, sarà trasmesso al competente Ministero dell'economia e
delle finanze per il perfezionamento. Di seguito, saranno predisposti i relativi provvedimenti di impegno delle somme stanziate», facendo intendere un iter breve per l'applicazione della legge;
successivamente all'interrogazione, in data 20 ottobre, lo stesso Ministro De Castro in un'intervista all'ANSA, evidenziava che «purtroppo nelle norme europee questo particolare trattamento fiscale è previsto solo per gli agricoltori e non comprende i pescatori; quindi si dovrebbe cambiare la norma base comunitaria, cosa sicuramente più complicata e assai lunga»;
alla data del 30 novembre 2006 il decreto di cui sopra ancora non risulta approvato dal Ministero dell'economia;
la situazione che si sta determinando per l'anno in corso non consentirà agli imprenditori ittici di godere di un'agevolazione fiscale prevista da una legge dello Stato e soprattutto si rischia di perdere lo stanziamento di 12 milioni di euro, qualora esso non venisse utilizzato secondo la finalità prevista dalla legge;
sembra impossibile che si possa risolvere entro il 31 dicembre 2006 il problema in modo tale da applicare, anche retroattivamente dal gennaio 2006, la norma agevolativa;
il Governo non ha inteso dar seguito alle numerose proposte parlamentari, che tendevano a spostare l'agevolazione ed il relativo stanziamento al 2007 -:
se non sia il caso di valutare tutte le possibili soluzioni per far sì che lo stanziamento di 12 milioni di euro sia spostato all'ano 2007 con la stessa finalità - e cioé per consentire l'applicazione del regime iva agricolo agli imprenditori ittici.
(5-00468)