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Allegato B
Seduta n. 90 del 21/12/2006
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
CASTAGNETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS), con un comunicato stampa del 15 dicembre 2006, si è pronunciato in merito alla revoca degli assegni sociali ai perseguitati razziali, episodio gravissimo denunciato anche sulla stampa nazionale «(Vitalizio "contro" pensione: salite a 100 le revoche agli ebrei», Corriere della Sera, 14 dicembre 2006);
nel comunicato si afferma che: «L'Inps si è trovato costretto a revocare alcune pensioni sociali ai beneficiari di assegno di benemerenza ai perseguitati razziali e agli internati nei campi di sterminio poiché, secondo le norme vigenti, questi ultimi sono assimilati alle pensioni di guerra e concorrono quindi alla formazione del reddito. Pur dovendo rispettare la legge, l'Istituto è da tempo consapevole della delicatezza della questione e solidale con persone che hanno così tanto sofferto. Ha peraltro più volte sollecitato un intervento volto ad una considerazione di tali posizioni e riafferma il proprio impegno ad una soluzione, anche per via legislativa, di tale problema»;
quanto accaduto ferisce di nuovo coloro che tanto hanno sofferto per mano dei nazifascisti e offende le stesse istituzioni repubblicane, nate dalla Resistenza, che con questo vitalizio intendevano riparare, per quanto possibile, al danno sofferto dalle vittime delle persecuzioni razziali e dai deportati nei campi di concentramento -:
quali iniziative, anche di natura legislativa, intenda adottare il Governo per risolvere positivamente questa vicenda.
(4-02061)
PIRO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in seguito alla costituzione della Società Poste Italiane S.p.A. (precedentemente E.P.E.), intervenuta in data 28 febbraio 1998, è sorta un'incertezza relativamente al calcolo dell'indennità di buonuscita per i dipendenti postali che hanno lasciato il servizio dopo la trasformazione dell'Ente;
il passaggio dall'indennità di buonuscita al trattamento di fine rapporto (TFR) è stato regolato dalla legge 27 dicembre
1997, n. 449, in particolare dall'articolo 53, comma 6, lettera a) che stabilisce che al personale dipendente dalla società Poste italiane spetti il TFR e, per il periodo lavorativo antecedente l'entrata in vigore della legge di privatizzazione, l'indennità di buonuscita maturata al 28 febbraio 1998, calcolata sulla base della retribuzione spettante a tale data;
l'indennità di buonuscita, calcolata sulla base della disposizione citata, rimane insensibile al migliore trattamento economico conseguito nel frattempo dal lavoratore, ossia non è suscettibile di rivalutazione per il periodo intercorrente tra la data del 28 febbraio 1998 e quella della successiva cessazione dal servizio;
inoltre, la suddetta indennità non viene sommata all'accantonamento TFR, come invece viene calcolato per la generalità dei lavoratori pubblici privatizzati ex articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 dicembre 1999, né maggiorata degli interessi maturati;
per effetto di tale norma ai lavoratori che cessino il proprio rapporto di lavoro vengono corrisposti due distinti trattamenti, generando in tal modo disparità e condizioni normative deteriori per taluni dipendenti pubblici rispetto a quanto stabilito per situazioni analoghe che hanno visto la trasformazione del rapporto di lavoro da pubblico a privato;
le modalità di calcolo generate dalla legge n. 449 del 1997 sono state nel tempo oggetto di numerosi ricorsi giudiziari, fino alla remissione di alcune cause innanzi alla Corte Costituzionale, la quale si è recentemente pronunciata con ordinanza n. 185 del 2006. La Corte, pur non avendo ravvisato una precisa e manifesta illegittimità costituzionale della norma denunciata, non è entrata nel merito della questione, limitandosi ad osservare le soluzioni prospettate dal giudice del lavoro chiamato a giudicare del ricorso. Quest'ultimo ha evidenziato come la disposizione citata, per essere legittima, avrebbe dovuto prevedere la liquidazione immediata dell'indennità di buonuscita oppure stabilirne la sua rivalutazione, analogamente a quanto stabilito dalla normativa sul TFR;
permane, a tutt'oggi, irrisolta la situazione di anomalia sopra descritta -:
quali iniziative intenda assumere per evitare il prodursi di ulteriori controversie giudiziarie sulla questione annosa della mancata rivalutazione della buonuscita per i dipendenti postali;
se non ritenga opportuno adottare iniziative per modificare la disciplina vigente al fine di superare le disparità di trattamento segnalate all'interno della stessa categoria dei dipendenti pubblici.
(4-02075)
AZZOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Isola d'Ischia, oltre ad essere tra le più rinomate località turistiche d'Europa, rappresenta con i suoi circa 65.000 abitanti più di un terzo del prodotto interno lordo dell'intera Regione Campania in campo turistico;
sin dal mese di ottobre del 2000 l'Isola d'Ischia (e con essa anche la vicina isola di Procida, che vi si abbinava con i suoi circa 11.000 abitanti) è stata privata della locale Esattoria Imposte, i cui servizi furono trasferiti a Napoli dall'allora Commissario Governativo Banco di Napoli s.p.a., e da ormai sei anni l'intera popolazione delle isole di Ischia e Procida è costretta indistintamente a sostenere ingenti disagi e spese per poter affrontare problematiche in materia tributaria talvolta banali ma che, se non dipanate per tempo in presenza di un funzionario esattoriale competente, si ritorcono sistematicamente in onerosissimi provvedimenti sanzionatori (come iscrizioni ipotecarie, fermi amministrativi, eccetera), spesso ben più gravosi dell'effettivo onere dovuto dal contribuente;
le Isole campane meritino un trattamento costante ed attento rispetto a tale esigenza, cosa che non accade attualmente
se si considera che l'isola di Capri, con un'utenza di gran lunga inferiore a quella delle isole di Ischia e Procida, gode ancora di una propria Esattoria in loco;
altresì all'interrogante risulta che presso la società attualmente detentrice del servizio Esattoria in Napoli (Gestline Riscossione S.p.A.), ormai facente capo in ragione del 70 per cento alla società statale Riscossione s.p.a. e al San Paolo Banco di Napoli, sono impiegati numerosi addetti di vario livello residenti sull'Isola d'Ischia, costretti ormai da lungo tempo al pendolarismo e ad ingenti costi di trasferta che incidono non poco sul loro bilancio familiare e che, se stabilmente impiegati sull'Isola d'Ischia, potrebbero non solo migliorare la qualità della loro vita ma anche l'efficacia, l'economicità e l'efficienza dei servizi informativi, di notifica, di esecuzione e quant'altro a favore dell'ingente utenza locale e dell'attività stessa della società di gestione;
anche il quotidiano Il Golfo, che sull'Isola d'Ischia vende circa tremila copie al giorno e rappresenta da sempre «la voce degli Ischitani e dei Procidani», occupatosi di tale vicenda sin dalla sua genesi, ha espresso nell'edizione di venerdì 27 ottobre 2006 il disagio di numerosi cittadini dell'Isola d'Ischia, incapaci da tempo di trovare concreto ausilio rispetto a tali frequentissime circostanze in materia tributaria;
non sembra fondata e soddisfacente la teoria sostenuta nel 1999 dalla nota della Direzione Generale per la Riscossione (protocollo n. 1999/153134 del 13 settembre 1999) quando, a seguito di precedenti interrogazioni parlamentari presentate alla vigilia della chiusura di gran parte degli sportelli locali tra cui quelli di San Marco in Lamis e di Ischia, veniva evidenziato che tale chiusura derivava da valutazioni di opportunità e di economicità di gestione complessiva da parte dei concessionari e che tale azione consentiva di ottimizzare l'attività del concessionario con l'utilizzo di un punto di riscossione maggiormente operativo (nel caso specifico, San Giovanni Rotondo e Napoli o Pozzuoli) con positivi riflessi in termini di rapporto costi-benefìci. Considerazione, quella contenuta nella su citata nota, che ignorava o dimenticava i costi e i disagi che i cittadini dell'isola d'Ischia devono sostenere ogni qual volta si recano a Napoli, non per il pagamento di tasse, imposte eccetera ma per riscuotere uno sgravio o avere delucidazioni circa una qualsiasi iscrizione a ruolo; che ignorava (o dimenticava) che le isole d'Ischia e Procida sono unite alla terraferma solo con traghetti o aliscafi e non con autovetture, treni e altri mezzi di comunicazione; che non sapeva (o dimenticava) che il recarsi allo sportello di Napoli comporta al contribuente ischitano e procidano la perdita di una giornata di lavoro; che non considerava che una volta andati in terraferma, per i contribuenti ischitani e procidani, c'è sempre il rischio di non ritornare a casa per avverse condizioni meteorologiche. Così come l'ipotesi che tale provvedimento nel 2000 scaturì dalla volontà di alcune amministrazioni comunali dell'Isola d'Ischia di «mettersi in proprio» per quanto attiene ai servizi di riscossione dei tributi ICI e TARSU risulta assai suggestiva e tutt'altro che bastevole a giustificare una scelta adottata secondo un non meglio specificato criterio, come testimonia la precitata permanenza dello sportello di Capri a fronte di un'utenza nettamente inferiore a quella delle altre due Isole campane; il tutto, aggravato anche dal fatto che alcune Amministrazioni comunali pro tempore risulta che abbiano offerto addirittura locali in comodato gratuito ove ubicare gli uffici d'esazione, pur di non sopprimere il servizio in questione -:
quali siano le motivazioni per cui l'Isola d'Ischia (e quindi la vicina isola di Procida) è tuttora priva del proprio ufficio locale di Esattoria, a differenza dell'isola di Capri che continua a detenerlo;
se il rapporto costi-benefici per la società di gestione sia effettivamente tale da reiterare l'assenza dall'Isola d'Ischia di uno sportello atto a sopperire alle esigenze
della popolazione di Ischia e Procida in materia di pagamento tributi;
se, in considerazione dell'ingente forza lavoro residente ad Ischia impiegata presso gli uffici napoletani della società Gestline Riscossione s.p.a. e dell'eventuale confermata disponibilità di locali da parte delle sei Amministrazioni comunali ischitane, sussistano le condizioni per l'immediato ripristino di uno sportello di tale società sull'Isola d'Ischia che possa per il futuro risolvere tutte le problematiche menzionate in premessa, svolgendo un servizio utilissimo a fronte delle esigenze dei contribuenti delle isole di Ischia e Procida, così come avveniva sino alla chiusura del 2000.
(4-02078)
MENIA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da un'analisi effettuata dall'Ufficio Studi della FIT - Federazione Italiana Tabaccai di Trieste, risulta evidente un'evasione nelle vendite di tabacco, le cui cause possono essere indubbiamente riscontrate in un contrabbando continuo ma consolidato da parte di persone provenienti dall'Est Europeo, ma anche di coloro che si avvalgono di prezzi più bassi nelle rivenditorie slovene;
a livello nazionale le rivendite effettuano una media di prelievo settimanale di circa 35 kg, mentre nelle realtà locali di Trieste e della Regione Friuli-Venezia Giulia la media del prelievo varia dai 12 ai 23 kg, risulta che vi è un'evasione di imposte erariali, in parte di competenza regionale, che si aggira oltre i 120 milioni di euro, considerando quale prezzo di vendita quello minimo di 3,30 euro al pacchetto -:
quali iniziative intenda prendere il Governo per porre rimedio alla situazione sopra denunciata che danneggia tanto la categoria dei tabaccai quanto più generalmente le finanze dello Stato.
(4-02084)
LOCATELLI, MISIANI e SANGA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Valle Brembana (Provincia di Bergamo) vive da tempo una situazione di crisi economica e sociale, con negative conseguenze sull'occupazione;
nell'arco dell'ultimo anno il tessuto economico vallare ha subito un significativo impoverimento, con la chiusura dello stabilimento della Brembo SpA di San Giovanni Bianco e le crisi aziendali della Alstom-Fir di San Pellegrino Terme, della manifattura di Valle Brembana S.p.A. di Zogno e delle aziende dell'indotto legate a queste realtà. Difficilmente altre crisi di questa dimensione potrebbero essere assorbite senza determinare pesanti conseguenze sulla condizione degli abitanti di una valle che, già oggi, soffre il fenomeno del pendolarismo e del trasferimento a verso fondo Valle o altre località della Bergamasca;
la società CMS Spa di Zogno (Provincia di Bergamo) - realtà produttiva che occupa circa 300 lavoratori, leader a livello mondiale nel settore delle macchine utensili speciali a controllo numeri - da tempo ha manifestato la necessità di ampliare il suo insediamento produttivo, evidenziando l'assenza a Zogno di altre aree consone allo sviluppo industriale;
come si è appreso in questi giorni, CMS Spa ha siglato un preliminare per l'acquisto dello stabilimento della ex Bradi a Levate (nella pianura bergamasca) dove poter potenziare la propria attività. La possibilità che il nuovo stabilimento, ubicato lontano dalla Valle Brembana, possa assorbire anche parzialmente alcune lavorazioni eseguite a Zogno e quindi anche i lavoratori ivi occupati è fonte di grande preoccupazione;
la CMS Spa ha acquisito nel 1988 attraverso la Comunità Montana di Valle Brembana una porzione dell'area ex Falck in Via Antonio Locatelli in Zogno, sulla quale è sorto l'attuale stabilimento che occupa circa 300 lavoratori;
poiché sull'area in oggetto insistono dei vincoli demaniali, nel 1994 la CMS Spa ha avviato presso gli organi competenti la pratica per la sdemanializzazione (Decreto di sdemanializzazione n. 1 foglio 207 - Registro presso la Corte dei Conti il 27 marzo 2006, relativo al tratto ex alveo del fiume Grembo in Comune di Zogno). Dopo un lungo e complesso procedimento amministrativo il 20 dicembre 2005 la Corte dei Conti ha rilasciato il suo benestare e il 23 febbraio 2006 anche l'Agenzia del Demanio ha dato il proprio parere favorevole alla sdemanializzazione;
il presidente della CMS Spa ha dichiarato alla stampa che la sua società è disposta ad attendere la definizione della sdemanializzazione ancora sei mesi «dopo di che ne trarrà le opportune conseguenze». Non vi sono dunque elementi certi di un futuro mantenimento dell'attività della CMS nel Comune di Zogno. A fronte di ciò, le RSU della CMS di Zogno a seguito dell'annuncio dell'Azienda delle trattative in atto per rilevare lo stabilimento dell'ex Bradi di Levate, hanno immediatamente proclamato uno sciopero per manifestare la preoccupazione dei lavoratori riguardo alla situazione di incertezza sul futuro della realtà produttiva;
la conclusione in tempi rapidi dell'iter della pratica di sdemanializzazione dell'area ex Falck di Zogno, cruciale al fine di mantenere a Zogno le attività della CMS Spa, è legata alla predisposizione e approvazione dei Piani vendita per l'anno 2007, che dipendono dai piani operativi annuali dell'intera Agenzia del Demanio, nonché dagli indirizzi strategici che periodicamente giungono dal Ministero dell'Economia e delle Finanze -:
quali iniziative intenda assumere per favorire la rapida conclusione della procedura di sdemanializzazione dei terreni adiacenti alla CMS Spa, al fine di favorire il mantenimento delle attività e dei livelli occupazionali dell'azienda nel Comune di Zogno.
(4-02085)
CRAXI, PIZZOLANTE, LA MALFA, UGGÈ, TESTONI, BONIVER, DELLA VEDOVA, PESCANTE, FLORESTA, DI CAGNO ABBRESCIA, SIMEONI, CALIGIURI, PALMIERI, SANZA, LUCIANO ROSSI, CAMPA, MARTUSCIELLO, PINI, FAVA, ALLASIA, DUSSIN, MOFFA, ANTONIO PEPE, ANGELA NAPOLI, DEL BUE e NUCARA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il professor Innocenzo Cipolletta ricopre contemporaneamente la funzione di Presidente della società Ferrovie Italiane e quella di Presidente della società Il Sole 24 Ore;
la società Ferrovie Italiane è controllata al 100 per cento dal ministero dell'economia;
la società Il Sole 24 Ore si sta avviando alla quotazione presso la borsa italiana;
secondo gli interroganti tra le due funzioni si può ravvisare una condizione, se non di incompatibilità formale, almeno, certamente, di oggettiva inopportunità sostanziale in relazione alla necessità di garantire l'indipendenza dell'informazione tanto dal Governo quanto da una società che invoca risorse pubbliche nei confronti del Governo e del Parlamento -:
quali iniziative intenda assumere per rimuovere la situazione sopradescritta nel nome dell'interesse generale ad un corretto rapporto dialettico tra informazione, istituzioni e società partecipate dal capitale pubblico.
(4-02094)