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Allegato B
Seduta n. 91 del 28/12/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORE e MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 18 dicembre 2006 intorno alle ore 15 un ragazzo di 27 anni, mentre camminava per la centralissima via Crociferi nella città di Catania, è stato fermato e prelevato da una volante della polizia; mentre avviene il prelevamento i poliziotti lo insultano con frasi offensive e intimidatorie (Liberazione - 21 dicembre 2006);
quando il ragazzo sale sulla volante e chiede quale sarà il luogo di destinazione, gli rispondono: «alla centrale di Via Manzoni»; dopo alcuni minuti però la volante cambia direzione ed i poliziotti dicono: «che hanno cambiato idea e che lo porteranno ad un altro deposito»;
dopo più di tre ore, nelle quali nessuno (famigliari, avvocato, eccetera) ha saputo dove fosse stato portato il ragazzo, dal Commissariato di San Cristoforo di Catania viene riferito che è stato rilasciato ma che è indagato per il possesso di un «martelletto rompivetri» (strumento non proibito dalla legge);
all'uscita del Commissariato il suddetto ragazzo viene trovato in lacrime e portato immediatamente all'ospedale; al pronto soccorso gli vengono riscontrate contusioni e lividi sul fondoschiena e sul costato; viene inoltre riscontrata una forte tensione muscolare proprio in corrispondenza di quei punti dove il ragazzo sarebbe stato pressato per obbligarlo a tenere la schiena diritta;
all'interno del Commissariato di San Cristoforo il ragazzo è stato da subito costretto a spogliarsi e, successivamente, sottoposto a svariate violenze fisiche e alle più terribili umiliazioni;
sembra incredibile che nel nostro paese si producano intimidazioni fisiche e psicologiche di questa natura, tali da configurare vere e proprie forme di umiliazione. Secondo gli interroganti siamo di fronte ad un episodio di sospensione di ogni diritto democratico. In questa vicenda viene esplicitata una clamorosa illegalità da parte di chi, al contrario, dovrebbe garantire il rispetto dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione -:
se sia a conoscenza dei gravi fatti sopradescritti;
che iniziative urgenti intenda intraprendere affinché vengano individuate e accertare le responsabilità delle forze dell'ordine
nell'episodio sopracitato e affinché venga ripristinata, per questa via, la legalità costituzionale.
(4-02100)
PALOMBA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
all'interrogante è stata fatta pervenire copiosa documentazione dalla quale potrebbero trasparire elementi atti a far ritenere che vi siano state numerose irregolarità nell'esercizio dell'ordinaria attività amministrativa del comune di Apice (Benevento), elementi che di seguito si offrono alla valutazione;
dopo l'elezione del nuovo sindaco, già vice-sindaco nelle amministrazioni precedenti, le irregolarità non avrebbero avuto fine. Infatti, il nuovo primo cittadino avrebbe omesso di notificare l'avvenuta elezione a tutti i consiglieri comunali. Tale omissione sarebbe stata evidenziata nella seduta del consiglio comunale del 3 luglio 2004, nel corso della quale sarebbe stata formalmente eccepita l'irregolarità della convocazione dell'organo collegiale;
nella medesima seduta sarebbe emerso che l'atto di nomina risultava illegittimo, in quanto privo dell'accettazione da parte degli assessori e della loro dichiarazione di non versare in condizioni di incompatibilità e, per di più, carente di indicazioni in ordine alle deleghe conferite agli assessori. Questa carenza avrebbe così comportato l'impossibilità di svolgere i compiti assegnati nell'ambito di un sistema democratico;
nelle sedute comunali successive si sarebbero manifestate nuove e gravi irregolarità. La giunta municipale non avrebbe provveduto a depositare presso la segreteria del comune il consuntivo del 2003 ed i relativi allegati, tra i quali la relazione dei revisori entro il termine di 20 giorni prima della seduta del consiglio, tenutasi il 26 ottobre 2004. Successivamente, la stessa giunta non avrebbe dato comunicazione dell'avvenuto deposito della suddetta documentazione, in violazione della disposizione dell'articolo 227, 2o comma, del decreto legislativo 267/00;
solo in data 23 ottobre due consiglieri che ne avevano fatto richiesta potevano ricevere copia del consuntivo;
il collegio dei revisori ha ricevuto la proposta di delibera consiliare, lo schema di rendiconto e gli altri allegati in data 25 settembre ed il 12 ottobre ha espresso il suo parere favorevole all'approvazione. Ne consegue che il deposito del rendiconto e degli allegati non avrebbe potuto essere stato effettuato entro il 6 ottobre e quindi entro 20 giorni. Si sarebbe così determinata una situazione di illegalità per avere la giunta municipale affermato, in data 24 settembre 2004, che il collegio dei revisori aveva espresso parere favorevole al rendiconto prima dell'adozione di detta delibera;
le 33 delibere poste in essere nel secondo semestre del 2004 sarebbero state pubblicate all'albo solo ad un anno di distanza dalla loro adozione;
non di tutte le delibere di giunta risulterebbe essere stato redatto il verbale;
sarebbe stato negato agli organi comunali, con lettera del 22 febbraio 2006, il terzo accesso settimanale agli atti, richiesto per questioni di compatibilità con l'attività lavorativa svolta da alcuni consiglieri;
verrebbe impedita la possibilità di prendere visione dei prospetti paga dei mesi di novembre e dicembre 2004 e di novembre e dicembre 2005 riguardanti la signora che riveste il ruolo di segretario comunale, la quale ricopre la carica di responsabile del servizio economico-finanziario, cosicché si renderebbe impossibile fugare il dubbio che la stessa abbia percepito, nei mesi di dicembre 2004 e dicembre 2005, premi non giustificabili;
sembra inoltre che il comune di Apice versi in stato di dissesto finanziario, come si evincerebbe dalla relazione letta
nel corso della seduta di consiglio del 5 giugno 2006, convocata per l'approvazione del preventivo 2006 -:
se le strutture del Ministero preposte al controllo della regolarità dell'attività degli enti locali siano già a conoscenza di quanto esposto ovvero se si intenda attivare procedure di verifica e di controllo sugli organi del comune di Apice in merito a quanto sopra per verificare se sussistano i presupposti per gli interventi di controllo sugli organi di competenza della prefettura o del Ministero interrogato.
(4-02104)
FORGIONE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
alla Procura della Repubblica di Palermo nei giorni scorsi è giunta una denuncia riguardante il complesso di 37 villette a schiera ubicate a Palermo in via Chirone;
le villette a schiera sono state costruite dalla cooperativa denominata «Aquilotto», cooperativa costituita dal tributarista Gianni Lapis, il quale è stato il prestanome della famiglia Ciancimino;
la cooperativa è attualmente presieduta dall'avvocato Filippo Giacalone, parente di Gianni Lapis;
in questi giorni la cooperativa «Aquilotto» è al centro di una trattativa per la vendita di tutte le villette alla società denominata «Sirco S.p.A.», società di Lapis e posta attualmente sotto sequestro dalla magistratura per vicende legate alla criminalità organizzata -:
quali elementi informativi possa fornire sulla sussistenza e sui presupposti della certificazione antimafia eventualmente rilasciata con riferimento alla Sirco SpA;
quali iniziative intenda porre urgentemente in essere il Ministro dello sviluppo economico nella sua qualità di autorità di vigilanza sulle cooperative in relazione alla compravendita descritta.
(4-02106)