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Allegato A
Seduta n. 93 del 17/1/2007
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(Sezione 13 - Emergenze occupazionali connesse alle vicende dello stabilimento industriale Nuova Scaini sito nel comune di Villacidro - Cagliari)
VACCA, DILIBERTO e PAGLIARINI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Villacidro (Cagliari) esiste, o forse dovrebbe intendersi «esisteva», lo stabilimento industriale Nuova Scaini, esistente dal 1908 e fino agli anni settanta tra i leader nel settore, già in proprietà di Agip Petroli s.p.a. fino al 1997;
in quell'anno Agip Petroli decide di dismettere lo stabilimento, individuando un compratore pressoché sconosciuto nel mondo imprenditoriale: la Zacharias Management AG (con capitale sociale di lire 116.000.000), facente capo a certo Barcherini. La cessione venne notificata ai sindacati in un incontro presso il ministero dell'industria, ma non vennero fornite le richieste informazioni relativamente al piano industriale ed al profilo imprenditoriale dell'imprenditore;
all'acquirente venne conferito l'80 per cento delle azioni, con promessa di trasferimento senza ulteriori oneri economici del residuo 20 per cento al saldo dell'80 per cento;
l'importo versato dall'acquirente era pari a un miliardo di lire, il residuo corrispettivo, pari a lire 13.800.000.000, avrebbe dovuto essere versato in 15 anni;
non consta che il contratto sia stato onorato dall'acquirente, risulta al contrario agli interroganti che sia stata avviata nei confronti di quest'ultimo un'azione civile per inadempimento contrattuale tuttora pendente;
nelle more, il 1o maggio 1999, la Nuova Scaini s.p.a., in assenza di un serio piano industriale e di rilancio e per le gravi perdite maturate, viene posta in liquidazione a causa del grave dissesto finanziario del gruppo acquirente, con
l'assenza dell'Agip Petroli all'assemblea straordinaria che deliberò in tal senso;
lo stabilimento prosegue nella sua attività in regime di liquidazione fino alla cessazione ed il liquidatore, manifestata la volontà di chiedere la cassa integrazione guadagni straordinaria, non riesce ad individuare un possibile acquirente, cosicché lo stesso liquidatore nel settembre 2000 decide la messa in mobilità previo licenziamento di circa 150 lavoratori;
da quella data quei lavoratori sono stati costretti a chiedere la reiterazione della mobilità, non avendo nessuna prospettiva di essere rioccupati in alcun modo;
risulta, inoltre, agli interroganti che nell'ambito della procedura di liquidazione i macchinari industriali siano stati venduti e trasferiti in Turchia e quel che restava dello stabilimento sia stato ceduto alla società New Millennium Medical, che si occupa di produzione di materiale e macchinari sanitari, per 5 milioni di euro, dei quali un milione pagato in contanti e la restante parte in azioni;
quest'ultimo acquirente è inerte da oltre un anno rispetto alle sollecitazioni di Sviluppo Italia al perfezionamento degli atti necessari all'intervento di quest'ultima società;
nel 2003 i lavoratori interessati dalla vicenda hanno proposto un esposto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari, relativamente alla svendita dello stabilimento e dei macchinari, ma non si ha notizia del relativo procedimento;
così è stata svuotata e soffocata una fabbrica che rappresentava nel territorio sardo una delle poche iniziative sostitutive delle attività minerarie dimesse, ottenuta dopo anni di mobilitazione e di lotta delle popolazioni dell'intero bacino minerario;
gli stessi lavoratori hanno attuato le più drammatiche forme di lotta abbarbicandosi sui serbatoi del gas per difendere il posto di lavoro e la dignità delle proprie famiglie e da ormai tre anni occupano stabilmente il comune di Guspini;
la situazione ha suscitato l'interesse delle autorità civili e religiose del territorio, tra le quali il prefetto di Cagliari ed il vescovo di Ales, e la sopportazione di quei lavoratori, dopo una serie reiterata di promesse e accordi sottoscritti e mai mantenuti, è giunta oltre ogni umano limite;
l'età media di quei lavoratori è alta ma non sufficiente ad ottenere la pensione e, in assenza di un intervento straordinario, le prospettive di un loro reinserimento nel lavoro sono nulle;
con decreto del 19 giugno 2006, il Ministro interrogato disponeva il piano di riparto del contingente numerico di 3.000 unità provenienti da varie aziende in crisi da ammettere al programma di rimpiego per i lavoratori ultracinquantenni;
agli interroganti non appare chiaro il suddetto decreto, nella parte in cui, pur citando in premessa la Nuova Scaini tra le imprese interessate alle finalità del provvedimento, non indica specificamente la quantità e la destinazione del lavoratori della stessa azienda interessati dal riparto -:
per quanto non contemplato dal suddetto decreto, se e quali azioni si intendano porre in atto allo scopo di affrontare la sopraindicata emergenza occupazionale e sociale in un territorio già duramente colpito dalla disoccupazione ed interessato da una vera e propria desertificazione industriale. (3-00529)