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Allegato B
Seduta n. 95 del 22/1/2007
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INFRASTRUTTURE
Interrogazione a risposta in Commissione:
CACCIARI e ZANELLA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
ogni giorno transitano sulla Tangenziale di Mestre circa 150.000 veicoli, di questi circa il 30 per cento è costituito da automezzi pesanti. Ogni anno il volume
complessivo di traffico aumenta, con tassi che negli scorsi anni si aggiravano al 4,5 per cento;
la ricaduta in termini di inquinamento atmosferico ed acustico sulla città e in misura maggiore nelle zone più vicine alla tangenziale è ampiamente descritta da numerose rilevazioni empiriche nonché da studi modellistici del Dipartimento Provinciale di Venezia dell'ARPAV;
attualmente la gestione della Tangenziale di Mestre è affidata a tre concessionari, ovvero Autostrade Spa, Autovie Venete e Autostrada Venezia-Padova;
recentemente è stato raggiunto un accordo tra Società Autostrade di Venezia e Padova, Regione Veneto, Comune di Venezia e Provincia di Venezia, per la realizzazione di opere di mitigazione ambientale per un importo di euro 18.000.000;
in relazione ai riscontri empirici della variazione della situazione acustica correlata all'apertura della terza corsia, va osservato che quattro rilevazioni effettuate in due punti della tangenziale dal Dipartimento Provinciale di Venezia dell'ARPAV prima e dopo l'attivazione della terza corsia, ove non erano state installate barriere fonoassorbenti, hanno evidenziato unpeggioramento del rumore di circa 0,5-1 dB (via Delle Querce gennaio 2003 e maggio 2004, via Goito gennaio 2003 e luglio 2004);
la liceità di procedere all'esecuzione del progetto per «l'utilizzo della corsia di emergenza come terza corsia di scorrimento» senza VIA, come fatto dalla Società Autostrade di Venezia e Padova, era peraltro stata messa in dubbio dall'allora direttore generale del Ministero dell'ambiente;
dalle analisi fonometriche eseguite sulla tratta di Autovie Venete vi sono situazioni al di sopra dei limiti di legge sia dentro che fuori della fascia di rispetto;
il Presidente del Consiglio dei ministri il 28 febbraio 2003, ha emanato un decreto («Dichiarazione dello stato di emergenza determinatosi nel settore del traffico e della mobilità nella località di Mestre - Comune di Venezia», Gazzetta Ufficiale n. 57, 10 marzo 2003, Serie Generale) con il quale si dichiara lo stato di emergenza per la tangenziale di Mestre in relazione alla «grave situazione emergenziale a causa della congestione del traffico automobilistico e dei mezzi pesanti circolanti sulla tangenziale di Mestre» per cui «risulta necessario ed urgente predisporre ed attuare un programma di interventi di emergenza, che consentano un miglioramento significativo e rapido della situazione in atto e favorire il ripristino delle normali condizioni di vita»;
secondo quanto risulta agli interroganti, Autovie Venete, dopo aver incassato decine di milioni di euro di utili negli ultimi anni, in virtù del riassetto complessivo delle concessioni autostradali, si appresta a lasciare il tratto di tangenziale in oggetto senza eseguire opere di mitigazione ambientale lungo la tangenziale. Di fatto lascerà in eredità ai nuovi gestori, probabilmente ANAS, dei debiti: infatti entro la scadenza dei termini previsti dalla normativa sull'inquinamento acustico (decreto del Ministero dell'ambiente del 29 novembre 2000 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre 2000 Serie Generale 285 e decreto del Presidente della Repubblica n. 142 del 30 marzo 2004 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 127 del 1o giugno 2004) per la bonifica acustica su tutto il territorio nazionale, dovranno quanto meno essere installate ulteriori barriere fonoassorbenti, pena probabili cause da parte dei residenti;
la legge Finanziaria 2007 (disegno di legge 1746-bis-B «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), specificatamente al comma 1017, stabilisce che «sono individuate le tratte della rete stradale di rilievo nazionale e autostradale nelle quali sono attuate le disposizioni recate dalla citata direttiva 2006/38/CE» (sovra-pedaggi finalizzati alle opere di ambientalizzazione);
il Comune di Venezia, la Provincia di Venezia e la Polstrada hanno elaborato un progetto di rimodulazione del traffico attraverso un uso diverso delle tre corsie esistenti -:
se il Governo intenda adottare alcun provvedimento al fine di:
imporre ad Autovie Venete (il cui 85 per cento della proprietà è di fatto detenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia) la realizzazione delle opere di bonifica acustica necessarie al rispetto della normativa sopra citata, al fine di evitare che la Concessionaria, dopo aver incassato per anni gli utili di gestione derivanti dalla concessione, scarichi sull'ANAS (o su qualsiasi altro futuro gestore) gli oneri relativi alle opere di bonifica e sui cittadini il pesante fardello di dover sopportare ancora a lungo le polveri e i rumori provocati dal traffico veicolare;
inserire la Tangenziale di Mestre tra le tratte della rete stradale sulle quali attuare le disposizioni della direttiva 2006/38/CE;
se il Ministero delle infrastrutture ritenga di dare indicazioni all'Anas, che a sua volta le dovrà rivolgere ai concessionari della Tangenziale di Mestre, affinché venga contingentato il flusso del traffico lungo la tangenziale in modo da eliminare code e inquinamento aggiuntivo relativo.
(5-00582)
Interrogazioni a risposta scritta:
DI GIROLAMO. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 574 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1959, n. 420 esentava dal pagamento del pedaggio autostradale i veicoli di soccorso nell'espletamento del relativo specifico soccorso;
l'articolo 373 comma 2 lettera C del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 operava una restrizione in quanto limitava l'esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale per le sole ambulanze con targa CRI;
ulteriore modifica è stata operata dal decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1993, n. 575 che ha disposto che vengano esentate dal pagamento del pedaggio autostradale «le ambulanze con targa CRI, nonché i veicoli delle associazioni di volontariato e degli organismi similari non aventi scopo di lucro, adibiti al soccorso nell'espletamento del relativo specifico servizio e provvisti di apposito contrassegno approvato con decreto del Ministro dei Trasporti e dei Lavori Pubblici». Il successivo decreto è stato emanato il 15 aprile 1994;
il servizio 118 di soccorso ha iniziato ad operare sul territorio nazionale successivamente all'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992, con notevoli difformità da regione a regione e la piena operatività si è raggiunta solo nella seconda metà degli anni '90, come chiarito da parte del Ministero dei lavori pubblici con circolare 5 agosto 1997, n. 3973. L'intenzione del legislatore in quell'epoca era quella di favorire l'attività di volontariato svolta nello specifico settore dell'emergenza prevedendo l'esecuzione del pagamento del pedaggio per la CRI ed altri organismi similari (di volontariato) che coprivano la gran parte degli interventi in caso di soccorso;
in caso di incidente autostradale, in genere comportanti gravi conseguenze per la salute dei viaggiatori in considerazione delle condizioni del traffico e velocità in cui avvengono, vengono allertati più mezzi di soccorso;
mentre quelli delle associazioni di volontariato e della CRI hanno l'esonero dal pagamento, quelli del 118, ovvero quelli del sistema pubblico di emergenza, oltretutto in genere forniti di professionalità e mezzi tecnici più idonei, sono costretti a pagare il pedaggio;
questo comporta spesso un ingresso «forzato» in autostrada (tramite passaggio
illegittimo nella corsia Telepass o sollevamento forzoso della sbarra della corsia) o comunque una perdita di tempo prezioso per ritirare il biglietto;
si evidenzia non solo una disparità di trattamento per funzioni identiche, oltretutto a carico del servizio pubblico che ha l'obbligo istituzionale di garantire il soccorso, ma anche un nocumento per la tempestività dei soccorsi e quindi per la salute pubblica -:
se non si ritenga necessario intervenire attraverso una norma interpretativa del dispositivo di legge che consenta anche a tutti i mezzi del servizio 118 di poter essere esentati dal pagamento del pedaggio.
(4-02224)
ZANELLA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito delle aree di mitigazione ambientale del Passante autostradale di Mestre previste nel progetto definitivo dell'opera, che sommano a circa 890.000 metri quadri, secondo quanto dichiarato dall'ANAS s.p.a., sono previsti più tipi di interventi quali: area filtro con una doppia siepe alberata lungo l'asse stradale che prevede la messa a dimora ogni 100 metri lineari di 20 alberi di media grandezza ed 80 cespugli; area di fitodepurazione con specifiche essenze di canneto ed alberatura; area di forestazione con l'impianto di circa 34.000 alberi di prima grandezza. Dovrebbero essere messe a dimora circa 57.000 alberature di 1a e 2a grandezza nonché 51.000 cespugli. Nel progetto definitivo approvato sono previste barriere antirumore artificiali per un'estensione di oltre 20 chilometri e oltre 16 chilometri per quelle in verde. Tutti gli interventi menzionati sono finanziati nell'ambito del progetto del Passante di Mestre (atto Senato, risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 014 all'interrogazione 4-00233 presentata da Donati);
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha istituito una apposita commissione per il monitoraggio continuo dell'intervento e la verifica delle prescrizioni impartite dalla Commissione speciale VIA;
ogni giorno transitano sulla Tangenziale di Mestre circa 150.000 veicoli e di questi circa il 30 per cento è costituito da automezzi pesanti. Ogni anno il volume complessivo di traffico aumenta, con tassi che negli scorsi anni si aggiravano al 4,5 per cento;
il danno subito dagli abitanti in relazione al carico impattante dell'infrastruttura è ancora sottovalutato nonostante la ricaduta in termini di inquinamento atmosferico ed acustico sulla città e in misura maggiore nelle zone più vicine alla tangenziale sia ampiamente descritta da numerose rilevazioni empiriche nonché da studi modellistici del Dipartimento Provinciale di Venezia dell'ARPAV;
recentemente è stato raggiunto un accordo tra Società Autostrade di Venezia e Padova, Regione Veneto, Comune di Venezia e Provincia di Venezia, per la realizzazione di opere di mitigazione ambientale per un importo di euro 18.000.000;
le opere di mitigazione ambientale finora realizzate lungo la tratta di tangenziale in concessione ad Autovie Venete, non sono sufficienti al raggiungimento di un'accettabile riduzione del danno patito da tutti i residenti nella zona. Dalle analisi fonometriche eseguite sulla tratta di Autovie vi sono situazioni al di sopra dei limiti di legge sia dentro che fuori della fascia di rispetto: in relazione ai riscontri empirici della variazione della situazione acustica correlata all'apertura della terza corsia, va osservato che quattro rilevazioni effettuate in due punti della tangenziale dal Dipartimento Provinciale di Venezia dell'ARPAV prima e dopo l'attivazione della terza corsia, ove non erano state installate barriere fonoassorbenti, hanno evidenziato un peggioramento del rumore di circa 0,5-1 dB (via Delle Querce gennaio 2003 e maggio 2004, via Goito gennaio 2003 e luglio 2004);
secondo la Valutazione di inquinamento acustico effettuata dal Dipartimento Provinciale di Venezia dell'ARPAV in via Terraglietto n. 192/H nel periodo 12-19 marzo 2004. L'esito indica una media settimanale di 57 dB diurni e 52,5 notturni; questa posizione è a 370 metri circa dall'asse della tangenziale e a 170 circa metri dallo svincolo Terraglio; in base alla zonizzazione acustica, al momento della misurazione non ancora in vigore, ma attualmente approvata dal Comune di Venezia, questa zona è classificata come area prevalentemente residenziale, per la cui classe (classe II) la legge prevede i limiti di 55 dB diurni e 45 notturni; in ragione della collocazione di questa area e del ricettore ove è stata effettuata la rilevazione (al fondo di ramificazione cieca di via Terraglietto), si può ritenere che la fonte principale, se non esclusiva, di inquinamento acustico, tanto più nelle ore notturne, sia la tangenziale che scorre ad est in rilevato a 6-7 metri sopra il livello campagna; peraltro alcuni abitanti della zona lamentano un peggioramento del rumore dopo l'attivazione della terza corsia;
la Valutazione di inquinamento acustico effettuata dal Dipartimento Provinciale di Venezia dell'ARPAV in via Eridesio n. 8 nel periodo 24 marzo-1o aprile 2004, sottolinea che nella zona del cavalcavia A4-362 di via Eridesio dal lato ovest, come ricavabile dalla tabella analitica delle misurazioni per i diversi orari, i 60 dB sono frequentemente superati nella fascia tra le 5 e le 7 del mattino. Nel progetto definitivo di Autovie Venete per la terza corsia erano previste le barriere, ma sono state stralciate nelle opere esecutive;
le valutazioni del Dipartimento Provinciale dell'ARPAV hanno ampiamente dimostrato che il traffico transitante in Tangenziale è la prima fonte di produzione primaria di PM10 emesso da veicoli; queste valutazioni hanno altresì evidenziato come vi sia un gradiente addizionale di inquinamento nelle fasce immediatamente adiacenti all'infrastruttura. A dimostrazione di questo, i dati dei monitoraggi dell'aria effettuati da ARPAV in zona Borgo Forte tra novembre e dicembre 2003 mostrano 26 giorni di superamento dei limiti (con i limiti in vigore dal 2005 diventerebbero 29) su 43 giorni di monitoraggio, il 60 per cento. Più elevati di tutte le altre centraline della città (rispettivamente 14 giorni in via A. Da Mestre, 16 al Parco Bissuola, 20 in via Circonvallazione); analogamente la media (73 microgrammi/metrocubo) è la più alta;
per meglio inquadrare la situazione, va ricordato che Autovie Venete ha presentato nel novembre del 2000 un proprio progetto di terza corsia per la tratta di propria competenza (dallo svincolo Terraglio-Mestre Est al «nodo di Alemagna») inviandolo alla Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) nazionale; quindi lo ha ritirato per evitare le prescrizioni del Ministero dell'ambiente e ha fatto eseguire i lavori per la terza corsia a Società delle Autostrade di Venezia e Padova, che aveva un proprio progetto per la terza corsia messo in esecuzione senza V.I.A., completandoli, per quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza stradale e di bonifica ambientale, sulla base di un nuovo progetto esecutivo; questo progetto «esecutivo» ricalcava, ad eccezione della rinuncia all'allargamento del sedime stradale per un tratto di circa 1,5 km, il precedente progetto «definitivo» inviato al Ministero e quindi accantonato. Le suddette prescrizioni del Ministero prevedevano, tra l'altro, «che gli interventi di mitigazione dell'impatto acustico in corrispondenza delle aree abitate a nord e a sud della direttrice autostradale dovranno essere aggiornati in considerazione dei seguenti criteri: (...) 2) all'esterno della fascia autostradale dovranno essere adottati e rispettati i limiti massimi derivanti dalla zonizzazione acustica del territorio, se adottata dalla competente amministrazione comunale e nel caso che la zonizzazione acustica non sia ancora stata adottata, dovranno essere concordati con l'Amministrazione Comunale competente i criteri di classificazione del territorio ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 novembre 1997 ed i
relativi massimi di esposizione; 3) gli interventi di mitigazione a tutela degli insediamenti presenti al di fuori della fascia di rispetto dovranno essere dimensionati adottando i valori di qualità di cui all'articolo 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 novembre 1997; 4) la previsione dei livelli sonori nella situazione post operam dovrà assumere dati di input relativi alle caratteristiche quantitative e qualitative dei flussi di traffico dimensionalmente coerenti con quelle stesse previsioni evolutive che giustificano l'urgenza dell'intervento in progetto»;
secondo quanto risulta all'interrogante, potrebbe verificarsi che Autovie Venete, dopo aver incassato decine di milioni di euro di utili negli ultimi anni, si stia apprestando a lasciare in eredità ai nuovi gestori, probabilmente ANAS, le spese per le opere di mitigazione ambientale lungo la tangenziale che dovranno essere attuate nei dovuti termini di legge;
il decreto ministeriale 29 novembre 2000 prevede 18 più 18 mesi per l'individuazione delle zone critiche e per la predisposizione dei piani di contenimento del rumore e quindi 15 anni per il raggiungimento degli obiettivi di risanamento per le infrastrutture esistenti. Dove vengono realizzate nuove infrastrutture o potenziate quelle esistenti, invece, gli interventi di mitigazione dovrebbero essere contestuali, ma in questo caso, con la realizzazione della III corsia Autovie ha utilizzato a suo vantaggio il fatto che non veniva allargato il sedime - se non a tratti per le piazzole di sosta - in quanto la III corsia è stata realizzata sulla preesistente corsia di emergenza. Infatti, come già indicato nel testo, sono state posizionate sì delle barriere acustiche in occasione della realizzazione della III corsia, ma in misura insufficiente (550 metri per lato) e ridotta nell'esecuzione rispetto allo stesso progetto definitivo di autovie e ancor più rispetto alle indicazioni che aveva dato il Ministero dell'ambiente;
forse Autovie potrà lasciare un'infrastruttura che non necessita cogentemente a termini di legge urgenti interventi di mitigazione ambientale, ma pur sempre un'infrastruttura sulla quale a fronte dei ricavi realizzati, è stato investito ben poco in termini ambientali e che, per il danno arrecato negli anni alla qualità dell'ambiente e della vita degli abitanti, continuerà a costituire un vulnus nel territorio e quindi ad essere oggetto di perdurante contestazione da parte dei cittadini anche per i gestori a venire oltre che per gli enti locali -:
se il Governo sia a conoscenza di questa difficile situazione e del danno che ne deriva ai cittadini della zona;
se il Governo non ritenga necessario fare chiarezza sull'esecuzione senza V.I.A. dei lavori della terza corsia (dallo svincolo Terraglio-Mestre Est al «nodo di Alemagna») compiuti da parte della Società delle Autostrade di Venezia e Padova, e completati da Autovie Venete per quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza stradale e di bonifica ambientale, evitando le prescrizioni del Ministero dell'ambiente;
se il Governo, visti i disagi causati alla popolazione e la spesa pubblica già sostenuta, non intenda intervenire per chiedere che sia fatta luce sulle inadempienze di Autovie Venete rispetto al mancato raggiungimento di un'accettabile mitigazione ambientale e relativa riduzione del danno.
(4-02233)