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Allegato B
Seduta n. 96 del 23/1/2007
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COMUNICAZIONI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
dal 1997 ad oggi le lavoratrici ed i lavoratori con contratti, a tempo determinato utilizzati da Poste Italiane sono stati oltre 31.000; l'azienda ha però nel 2001 proceduto unilateralmente al loro allontanamento, dopo averli più volte impiegati - per le esigenze nei servizi di recapito e di logistica, in particolare - con varie forme contrattuali comunque a termine;
la conseguenza è stata l'apertura di un enorme contenzioso tra questi lavoratori e Poste Italiane che ha visto già oltre 14.000 sentenze favorevoli agli stessi, con provvedimento di reintegro e stabilizzazione del contratto di lavoro;
questo ha comportato per l'azienda l'accantonamento in bilancio di ingenti somme per il «Fondo vertenze con il personale»; nel bilancio 2004 risultavano accantonati circa 350 milioni di euro per eventuali soccombenze in sede giudiziale;
la Corte dei conti nella relazione del 23 dicembre 2005 ha censurato questo incredibile spreco di denaro pubblico dovuto all'insensata condotta del management di Poste Italiane;
da ciò emerge evidente, secondo gli interpellanti, un quadro di comportamento dell'Azienda e della gestione delle risorse umane insensato, rigido (soprattutto ideologicamente), irresponsabile e oneroso per tutti e per i conti pubblici;
tutto ciò, menare Poste Italiane procede a numerose assunzioni clientelari (venute alla luce tramite inchieste giornalistiche che hanno evidenziato un vero sistema informatico per la raccomandazione), sviluppa processi di esternalizzazione dei servizi che, nel campo ICT (information-communications-thecnology), comportano cifre elevatissime per consulenze di non meglio precisati esperti, mentre - nei settori divisionali del recapito, della logistica e trasporti - bandisce megagare di appalto per 300 milioni di euro in scadenza 25 settembre 2006, poi annullata e da rimodulare, per affidare ad operatori privati e competitori intere filiere di servizi e lavori;
tali esternalizzazioni organiche alla precarietà, che questo Governo si è impegnato solennemente a superare, appaiono inaccettabili e contraddittorie rispetto alla recente immissione di almeno 11.000 «ricorrenti» e al reperimento da un'apposita graduatoria di circa 10.000 unità di ulteriori risorse umane, provocando fra tutti i lavoratori di Poste Italiane irritazione e preoccupazione per il futuro occupazionale -:
se non ritenga di dover svolgere un accertamento su questo oneroso dispendio economico in relazione anche al mantenimento del costo del servizio universale a carico della finanza pubblica; di accertare le motivazioni di tale comportamento dell'azienda - che gli interpellanti giudicano dissennato - e di valutare se ci siano responsabilità dirette ed oggettive da sanzionare;
se non ritenga di operare affinché tutti i 31.000 precari abbiano un percorso certo di stabilizzazione e affinché in luogo delle esternalizzazioni si proceda al loro pieno impiego alle attività destinatarie di tali provvedimenti;
se non ritenga, infine, di dover accertare se il ricorso alle esternalizzazioni non sia strumentale alla polverizzazione del lavoro ed al dumping tra i lavoratovi; non impatti negativamente sulle loro condizioni di lavoro e sul livello globale della qualità del servizio universale; non sia lesivo alla sua necessaria unitarietà quale requisito di sistema imprescindibile nel contesto di piena liberalizzazione del mercato postale, ravvisando grave nocumento alla riservatezza del servizio postale per legge garantita da Poste italiane e sancita dall'articolo 15 della Costituzione.
(2-00323) «Zipponi, Migliore, Mario Ricci, Olivieri, Locatelli».