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Allegato B
Seduta n. 96 del 23/1/2007
TESTO AGGIORNATO AL 24 GENNAIO 2007
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
in data 11 gennaio 2007, l'agenzia di stampa Ansa diffondeva la notizia che il terrorista tedesco Thomas Kram, elemento di spicco dell'organizzazione terroristica Cellule rivoluzionarie, uomo di fiducia di Johannes Weinrich, numero due della organizzazione Separat capeggiata dal noto Ilich Ramirez Sanchez (alias Carlos), si sarebbe costituito alle autorità della Repubblica federale di Germania in data 4 dicembre 2006;
sempre secondo notizie diffuse dall'Ansa, in pari data, si apprende che la Procura della Repubblica di Bologna è titolare, da mesi, di un procedimento penale, aperto sulla base delle informazioni e dei documenti provenienti dalla disciolta Commissione d'inchiesta sul dossier Mitrokhin, per il quale non vi sarebbero - allo stato - persone indagate;
in un successivo lancio di agenzia (Ansa, 12 gennaio 2007), si apprende, altresì, che, proprio sulla base della notizia dell'avvenuta costituzione del terrorista tedesco il cui nome è collegato alla strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, partirebbe «nelle prossime settimane la rogatoria dei magistrati bolognesi per chiedere all'autorità giudiziaria tedesca di poter sentire Thomas Kram (59 anni), il ricercato tedesco per terrorismo il cui nome è stato fatto recentemente in Italia nell'ambito della Commissione Mitrokhin e delle indagini sulla strage di Bologna dell'agosto 1980. Kram si è costituito il 14 dicembre alle autorità della Germania e, dopo essere stato a disposizione dei magistrati federali a Karlsruhe, è in libertà condizionale. A Kram, che in Germania era ricercato come presunto dirigente dell'organizzazione terroristica Revolutionaere Zellen (Cellule Rivoluzionarie), gli inquirenti bolognesi chiederanno informazioni sulla sua presenza nel capoluogo emiliano il 1 agosto 1980, giorno precedente l'attentato alla stazione. Il tedesco non è indagato e sarà sentito come persona informata sui fatti. Il nome di Kram fa parte del filone aperto un paio di anni fa sulla strage (che causò 85 morti e 200 feriti, per cui sono stati condannati all'ergastolo Valerio Fioravanti e Francesca Mambro) in cui confluirono gli spunti emersi dalla Commissione Mitrokhin e che riguardavano terroristi tedeschi, il terrorista internazionale Carlos e il Fronte
popolare di liberazione della Palestina di George Habbash. In questa inchiesta non ci sono indagati»;
contrariamente a quanto reso noto sempre dalle agenzie, Thomas Kram, dirigente delle Cellule Rivoluzionarie, era un membro dell'organizzazione capeggiata da Carlos (Separat). Sul piano gerarchico, Kram era un subordinato del suo connazionale, amico e componente delle RZ Johannes Weinrich, nato a Brakel il 21 luglio 1947, numero due dell'organizzazione Separat e braccio destro, vice e sostituto ufficiale di Carlos. Il suo nome compare in tutti i documenti della Stasi (la polizia segreta dell'ex Germania Est) esaminati dalla magistratura francese e figura come il braccio operativo della struttura. In alcune note dell'Mfs (Ministero per la Sicurezza dello Stato della ex Ddr), risalenti agli anni 1980-1982, Weinrich è indicato come il responsabile del «settore occidentale» per le attività del gruppo. Si occupa del rifornimento e gestione dei documenti veri e falsi, della gestione di una parte delle finanze e organizza gli spostamenti e le missioni. Weinrich è uno dei principali animatori dei rapporti con le organizzazioni alleate quali l'Eta-Pm spagnola, l'Ela greca, il gruppo svizzero di Lavoro Illegale (Potere Operaio), i Nuclei Rivoluzionari e le Cellule Rivoluzionarie tedesche e le Brigate Rosse italiane. Nel quadro di questi rapporti, Weinrich organizzava i trasporti di armi ed esplosivi, gli scambi di informazioni e di mezzi vari. Manteneva i contatti con i rappresentanti dei vari servizi segreti con i quali il gruppo Carlos intratteneva rapporti: vale a dire, quello siriano, libico, yemenita (per i Paesi arabi) e, in particolare, con gli apparati di intelligence della ex Ddr. In questi contatti, Weinrich parlava a nome del gruppo. Infine, il tedesco risultava essere uno dei principali membri operativi del gruppo, Pianificava le operazioni, accentrava le informazioni raccolte per compiere attentati e partecipava, insieme ad altri, alla loro realizzazione;
Kram, nato a Berlino il 18 luglio 1948 (domiciliato a Bochum), oltre ad essere un membro di primo piano delle Cellule Rivoluzionarie, è descritto dall'Mfs come «membro a pieno titolo» del gruppo Carlos. I servizi segreti ungheresi lo descrivono come appartenente al «ramo tedesco» dell'organizzazione, al pari di Weinrich e Christa-Margot Fróhlich, arrestata il 18 giugno 1982 all'aeroporto di Fiumicino con una valigia di esplosivo compatibile con quello utilizzato a Bologna. La Stasi fa risalire alla metà del 1979 l'incontro tra Kram e Ramirez Sanchez. L'Mfs cita la sua «integrazione totale» in seno al gruppo Carlos. Kram era un esperto non solo nella falsificazione di documenti, ma anche nella fabbricazione di ordigni esplosivi (anche con dispositivo di innesco a distanza);
sono, pertanto, comprovati per tabulas i contatti tra Kram e Carlos e il suo impiego nell'organizzazione Separat, sotto l'egida di Weinrich, a partire dal 1979;
Kram, sulla base della documentazione acquisita dalla Commissione d'inchiesta sul dossier Mitrokhin e delle stesse dichiarazioni di Carlos (vedi intervista al Corriere della Sera del 23 novembre 2005), prese alloggio all'Albergo Centrale di Bologna la notte tra il 1 e il 2 agosto 1980 (dopo la mezzanotte) ed era presente alla Stazione Centrale di Bologna al momento dell'esplosione dell'ordigno che ha provocato la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200;
Kram in Germania è latitante dal 1986, mentre per quanto riguarda l'Italia risulta, di fatto, irreperibile dal 2 agosto 1980 (giorno in cui si sono registrate notizie e tracce certe della sua presenza sul nostro territorio nazionale). Per contro, invece, notizie e tracce certe degli spostamenti del terrorista tedesco venivano registrate dalle autorità dei Paesi dell'ex Patto di Varsavia. In particolare, il 3 ottobre 1980, sulla base di «informazioni controllate», l'intelligence ungherese veniva a conoscenza che il gruppo Carlos (e, in particolare, la struttura controllata da Weinrich) aveva «continui e diretti» rapporti con persone della Germania Est,
a Berlino, che facevano parte dei servizi di sicurezza nazionale di quel Paese. Questo rapporto del Ministero dell'interno di Ungheria è contenuto nel fascicolo di Kram, acquisito tramite rogatoria dalla Procura di Roma da parte delle autorità ungheresi, agli atti d'archivio della Commissione Mitrokhin;
mentre le autorità italiane (dal 2 agosto 1980) non hanno più notizie certe di Kram, soprattutto a riscontro della sua presenza sul territorio nazionale, elementi concreti concernenti i suoi spostamenti (all'indomani della strage di Bologna) sono stati registrati, invece, dalle autorità di polizia ungheresi, a partire dal 27 ottobre 1980 (giorno del loro arrivo in Ungheria), quando Kram (Laszlo), in compagnia di Christa-Margot Fróhlich (Heidi), si recano a Budapest proprio per incontrare Carlos nella sua base di via Vend;
i colloqui fra i tre membri del gruppo Separat (Carlos, Heidi e Laszlo) vennero intercettati e registrati dai servizi segreti ungheresi, ma agli atti della documentazione acquisita dalle autorità di Budapest (e custodita presso l'archivio della Commissione Mitrokhin) non vi è traccia alcuna - stranamente - di queste attività di ascolto;
Kram e la Fróhlich lasciarono l'Ungheria il 31 ottobre 1980;
risulta agli interpellanti che l'indagine della Procura di Bologna sia stata promossa contro ignoti e che il terrorista tedesco Thomas Kram verrà udito nella posizione processuale di persona informata sui fatti non di persona indagata, nonostante l'esistenza di nota specifica, a firma del Capo della Polizia, dell'8 marzo del 2001, nella quale, nel rassegnare la notizia della presenza del terrorista tedesco a Bologna la notte tra il 1 e il 2 agosto 1980, il direttore generale della Pubblica sicurezza concludeva che il nome di Kram poteva, anche se con tutte le cautele del caso, essere messo in relazione alla strage di Bologna;
non appare chiaro quali atti peritali, quali analisi e comparazioni siano state delegate ed effettuate dalla Procura di Bologna in ordine al tipo di materiali ed ordigni esplosivi utilizzati sia dalle Cellule Rivoluzionarie che dallo stesso gruppo Separat e chi sia stato nominato a svolgere tali attività peritali; in particolare, se siano state disposte ed effettuate comparazioni tecniche (di natura chimico-esplosivistica) tra la miscela esplosiva utilizzata il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna e l'ordigno rinvenuto nella valigia trasportata e sequestrata alla terrorista tedesca Christa-Margot Fróhlich il 18 giugno 1982;
risulta altresì che la Procura di Bologna abbia chiesto l'acquisizione presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul dossier, relativamente a Kram, alla sua presenza a Bologna il 2 agosto 1980 e al gruppo Separat, eppure anche queste ulteriori acquisizioni non hanno indotto, sino ad oggi, gli organi inquirenti dell'ufficio felsineo ad iscrivere il nome del terrorista tedesco nel registro dei soggetti sottoposti ad indagine;
non appare chiaro se ricorra, ad esempio, l'ipotesi che venga interrogato anche il diretto superiore gerarchico di Kram all'interno del gruppo Separat, cioè il terrorista tedesco Johannes Weinrich peraltro già condannato all'ergastolo in Germania -:
quando le autorità di polizia italiane siano venute a conoscenza della circostanza che il terrorista tedesco Thomas Kram - già dirigente dell'organizzazione Cellule Rivoluzionarie, nonché membro del gruppo Separat (era uno dei luogotenenti di Johannes Weinrich), capeggiato dal noto Carlos - si era costituito alle autorità della Repubblica federale di Germania, e quando ne abbiano dato notizia all'autorità giudiziaria bolognese, titolare di un nuovo procedimento penale sulla strage del 2 agosto 1980;
quali sviluppi abbiano avuto le attività ispettive promosse dal ministro della giustizia a seguito dell'interpellanza urgente n. 2-01734 (presentata dall'On. Ignazio La Russa come primo firmatario in data 22 novembre 2005) con la quale si
segnalavano una serie di gravi irregolarità formali sul fascicolo n. 788/01 K - reg. mod. 45, trasmesso dalla Procura di Bologna (irregolarità confermate dal Ministero della giustizia nella risposta all'interpellanza in data 19 gennaio 2006) e si demandava agli Uffici ispettivi ministeriali le relative attività di approfondimento ancor oggi non esitate;
alla luce dei fatti su esposti, se non ritenga di dover nuovamente attivare i propri poteri ispettivi, acquisendo tutti gli elementi utili, anche ai fini dell'esercizio dei poteri di sua competenza.
(2-00324) «La Russa, Raisi, Menia, Airaghi, Lisi, Lo Presti, Giorgio Conte, Cirielli, Bellotti, Porcu, Gasparri, Bocchino, Catanoso, Angeli, Benedetti Valentini, Buontempo, Castiello, Ciccioli, Giulio Conti, Frassinetti, Gamba, Germontani, Holzmann, Mancuso, Minasso, Murgia, Patarino, Pezzella, Saglia, Salerno, Scalia, Taglialatela, Ulivi».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
si apprende da notizie di stampa del 22 gennaio 2007, che il Commissario per l'Emergenza Rifiuti della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha annunciato alle Province pugliesi, agli Ato e all'Anci, la fine della gestione commissariale al 31 gennaio 2007, e il ritorno, dal 1 febbraio 2007 alla gestione ordinaria;
al momento dell'insediamento del Commissario Vendola, a giugno del 2005, la situazione in Puglia era la seguente: si erano concluse tutte le gare per la realizzazione degli impianti di smaltimento e nella maggior parte dei casi era anche avvenuta l'aggiudicazione alle aziende risultate vincitrici. Quei bandi erano conseguenza del Piano della precedente struttura commissariale che divideva la Puglia in dieci Bacini e non prevedeva necessariamente la realizzazione di termovalorizzatori, ma si proponeva di richiedere al mercato le migliori soluzioni tecniche per distruggere il rifiuto. Sulla base delle normative vigenti e di uno studio realistico in ordine alle quantità di rifiuti prodotti in Puglia e delle soluzioni tecniche necessarie affinché lo smaltimento venisse effettuato con le migliori garanzie per la tutela ambientale, per quattro bacini si prevedeva lo smaltimento in discariche controllate e tecnologicamente compatibili con la salvaguardia del territorio e dell'ambiente, negli altri sei bacini si prevedeva la realizzazione di un impianto complesso, che poteva essere di produzione di combustibile derivato da rifiuti (cdr) o termovalorizzatore, onde consentire il definitivo superamento del problema;
questi bandi furono impugnati da alcuni imprenditori che, nel frattempo, gestivano le discariche. La generale impostazione dei bandi veniva avallata però dal GiudiceAmministrativo (TAR Puglia e Consiglio di Stato) che rigettava tali ricorsi,riconoscendo la originalità e la fondatezza delle iniziative della struttura commissariale.
Quegli stessi bandi, peraltro, erano stati preventivamente sottoposti, dalla gestione commissariale, all'attenzione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica di Bari e Lecce per una preventiva verifica relativa all'iter della gara;
la commissione di gara, composta da tecnici ha concluso i suoi lavori, scegliendo tre impianti cdr, tre termovalorizzatori e quattro discariche quale soluzione tecnica per risolvere i problemi territoriali nei dieci bacini già individuati. Anche i risultati di gara vennero impugnati innanzi al giudice amministrativo che complessivamente - salvo un paio di eccezioni, giustificate da ragioni formali e non sostanziali - riconobbe la bontà dell'operato della struttura commissariale;
tutti i ricorsi in cui la Regione Puglia si è costituita in aggiunta alla Struttura Commissariale sono stati vinti dalla Regione;
risulta esserci un unico caso in cui la Regione Puglia ha perso, contro l'azienda Monteco di Lecce (Consiglio di Stato, sentenza n. 2254 depositata il 24 aprile 2006);
il 14 marzo 2006, il Consiglio di Stato ha definitivamente rigettato i ricorsi proposti dalle ditte non aggiudicatarie, riconoscendo ulteriormente la legittimità del Piano Fitto e delle successive procedere concorsuali.
solo da quella data il commissario Vendola ha cominciato a firmare i contratti che avrebbe potuto firmare già un anno e mezzo fa, ossia dopo le sentenze del Tar;
nel frattempo il Commissario Vendola aveva modificato il Piano rifiuti della precedente gestione commissariale dicendo no ai termovalorizzatori e prevedendo di risolvere l'emergenza mediante la raccolta differenziata, ipotizzando che la Puglia dovesse raggiungere quota 55 per cento di raccolta differenziata;
in 1 anno e otto mesi l'attuale gestione commissariale ha portato la quota di raccolta differenziata dal 9 per cento al 10 per cento;
in 1 anno e 8 mesi l'attuale gestione commissariale non ha fatto nulla se non bloccare i termovalorizzatori per poi firmare in questi giorni contratti derivanti da bandi approvati e gare concluse dalla precedente gestione commissariale;
nel frattempo unico atto ascrivibile al Commissario Vendola è stato l'ampliamento di decine di discariche sul territorio pugliese tra cui quelle di: Vieste, Foggia, Cerignola, Deliceto, Andria, Bitonto, Giovinazzo, Altamura, Massafra, Brindisi, Cavallino, Ugento;
con ordinanza n. 53/CD del 2 gennaio 2007, il Commissario Vendola ha stabilito che i rifiuti urbani prodotti nel Bacino Lecce 2 debbano essere smaltiti nelle discariche per rifiuti speciali di Fragagnano e Grottaglie, nel Tarantino;
con precedente ordinanza n. 51/CD del 21 dicembre 2006, il Commissario prevedeva anche che prima di essere smaltiti nelle discariche di Fragagnano e Grottaglie, i rifiuti del Bacino Lecce 2 dovessero essere biostabilizzati nell'impianto Sud Gas di Poggiardo a partire dal 2 gennaio, nonostante la Legge Finanziaria 2007 abbia prorogato al 31 dicembre 2007, il termine di smaltimento in discarica di rifiuti urbani non biostabilizzati che il decreto-legge 36/2003 aveva inizialmente fissato al 1 gennaio 2005;
con determinazione n. 468 del 26 ottobre 2006, del Dirigente del settore Ecologia della Regione Puglia, si stabiliva che il suddetto impianto Sud Gas di Poggiardo dovesse essere ampliato con procedure urgenti e per questioni di protezione civile, perché veniva individuato dal commissario quale unico impianto, in grado previo parziale adeguamento, di supportare l'azione commissariale per fronteggiare la situazione di imminente crisi nella gestione dei rifiuti urbani nel bacino LE 2;
anticipare senza motivi di legge il passaggio della biostabilizzazione nel Bacino Lecce 2 provoca un aumento dei costi di smaltimento annui che passano da 4.725.000,00 euro a 16.000.000,00 euro;
a causa di questo passaggio ai cittadini del Bacino Lecce 2 è già stata aumentata la tassa sui rifiuti;
risulta che la Protezione Civile abbia garantito alla struttura commissariale lo stanziamento di 2/4 milioni di euro per far fronte ai maggiori costi derivanti dal passaggio di biostabilizzazione presso lo stabilimento Sud Gas di Poggiardo, un passaggio inutile, privato e non previsto dalla
legge se non a partire del 1o gennaio 2008 -:
se, sulla base della situazione descritta in premessa, non ritengano di dover prorogare l'emergenza rifiuti in Puglia in scadenza il 31 gennaio prossimo ma di affidare la gestione dell'emergenza a persona diversa dall'attuale commissario Vendola;
se non ritengano di dover intervenire presso il Commissario Vendola per chiedere conto dei ritardi con cui ha firmato o sta firmando i contratti per la realizzazione degli impianti;
se non ritengano di chiedere conto al Commissario Vendola dei motivi che l'hanno indotto ad ampliare le discariche di cui in premessa;
se non ritengano di chiedere conto al Commissario Vendola di come siano stati spesi i fondi per l'emergenza affidati alla struttura commissariale;
se non ritengano di dover intervenire presso il Commissario Vendola perché chiarisca perché solo i rifiuti del Bacino Lecce 2 debbano essere «urgentemente» biostabilizzati;
se non ritengano di dover intervenire presso il Commissario Vendola perché revochi l'ordinanza con cui dispone il trattamento di biostabilizzazione dei rifiuti del Bacino Lecce 2 nell'impianto Sud Gas di Poggiardo, facendo riferimento a situazioni di Protezione Civile quando non c'è alcuna urgenza imposta dalla legge per la biostabilizzazione;
se corrisponda al vero che la Protezione Civile stanzierà 2/4 milioni di euro aggiuntivi in favore della struttura commissariale della Regione Puglia;
se la Protezione Civile sia a conoscenza del fatto che quei fondi saranno utilizzati dalla struttura commissariale per sopportare costi aggiuntivi per un passaggio di biostabilizzazione che gli interpellanti giudicano inutile, privato, non previsto dalla legge se non a partire dal 1 gennaio 2008, e che, quindi, non sussistono le urgenti questioni di Protezione Civile (richiamate nella determinazione 468 dei 26 ottobre 2006, di cui in premessa) tali da giustificare il ricorso alla biostabilizzazione presso la Sud Gas di Poggiardo;
se la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell'ambiente non ritengano di dover intervenire presso la Protezione Civile per impedire che fondi pubblici vengano stanziati per un servizio attualmente inutile e che provoca aumenti ingiustificati della tassa sui rifiuti ai cittadini del Bacino Lecce 2;
se non ritengano di dover chiedere l'immediata revoca delle modifiche apportate al precedente Piano Rifiuti, visto che l'attuale commissario sta comunque firmando i contratti per la realizzazione degli impianti e vista la totale impossibilità perla Puglia (dimostrata dai fatti) di raggiungere la quota dei 55 per cento di raccolta differenziata.
(2-00325) «Leone, Fitto, Bruno, Carlucci, Di Cagno Abbrescia, Franzoso, Lazzari, Licastro Scardino, Mazzaracchio, Sanza, Vitali».
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
la Caserma Ederle di Vicenza è una enorme base militare, dentro e intorno alla quale gravitano circa 12.000 militari e civili americani, i cui rapporti con le autorità italiane sono regolati da accordi e memorandum classificati, risalenti al dopoguerra, ma costantemente aggiornati;
la Ederle è una caserma italiana a tutti gli effetti, con un comandante italiano dell'installazione, un colonnello che secondo un organigramma americano è sottocapo di stato maggiore, mentre il capo di stato maggiore è un colonnello Usa al di sopra del quale c'è un generale a due stelle americano che è anche il comandante generale della Southern European Task Force (Setaf);
nell'ambito della Setaf opera la 173a brigata paracadutisti Usa, attualmente dislocata anche in Germania, reparto impiegato sia in Iraq che in Afghanistan;
nel marzo del 2005 il generale James L. Jones, comandante delle forze armate Usa in Europa, davanti al Senato americano ha affermato che «la 173a Brigata aerotrasportata sarà ampliata in Brigade Combat Team», cioè una sorta di maglio mobile con la potenza di fuoco di una divisione, «e rimarrà in Italia in prossimità della base aerea di Aviano, suo centro d'impiego primario. U.S. Army Europe ha piani per espandere impianti ed infrastrutture nell'area di Vicenza, includendo le strutture militari americane all'aereoporto Dal Molin favorendone la crescita attraverso la ristrutturazione». Il generale ha pronti tutti i piani per ristrutturare il Dal Molin infatti chiede al Senato i fondi per attuarli;
il Senato americano alla fine di settembre 2006 ha approvato all'unanimità il «John Warner National Defence Authorization Act for Fiscal Year 2007» con uno stanziamento di 448 miliardi di dollari per le spese militari, tra le voci delle 855 pagine del volume compaiono 322,21 milioni di dollari, circa 250 milioni di euro, per la base di Vicenza, che diventa così sicuramente una delle più importanti d'Europa, di questi, 223 milioni di dollari sono destinati all'uso del Dal Molin, altri 47, 21 milioni di dollari per la formazione e l'istruzione, in particolare 31,46 per la Ederle e 15,75 per Vicenza in genere, più altri 52 milioni di dollari per la salute;
l'aeroporto Dal Molin, distante 3-4 chilometri dalla Ederle è invece uno scalo civile e militare considerato dall'Aeronautica militare, che lo gestisce, non più utile;
dal 2005 l'Aeronautica militare ha chiuso e trasferito tutti gli enti dislocati presso l'aeroporto Dal Molin, e autorità militari americane hanno avviato la progettazione esecutiva degli edifici e delle installazioni che dovrebbero ospitare le nuove unità;
esponenti dell'amministrazione del comune di Vicenza, hanno detto che il progetto di insediamento di truppe militari presso l'aeroporto Dal Molin verrà gestito dal Ministero della difesa italiano, essendo l'area interessata di proprietà demaniale, e che il comune di Vicenza contribuirà al progetto con circa 40 milioni di euro da destinare ad opere di viabilità che colleghino l'aereoporto con la caserma Ederle;
il vicepresidente del Consiglio dei ministri, On. Francesco Rutelli, nel corso della risposta ad un'interrogazione parlamentare rivoltagli dall'on. Mauro Fabris e avente per oggetto l'utilizzo dell'aeroporto militare vicentino da parte delle forze armate statunitensi, ha affermato che «l'ipotesi di concessione in uso dell'area in questione è stata portata avanti dopo un esame condotto dal Ministero della difesa, che ha visto anche il coinvolgimento delle autorità locali, dalle quali, risulta all'amministrazione non siano stati presentati particolari elementi ostativi alla realizzazione di una base. Di conseguenza, nella XIV legislatura la Difesa ha rappresentato al Governo degli Stati Uniti una disponibilità di massima a questa concessione, a condizione che l'operazione venga formalizzata con un piano preciso di transizione sulla tempistica, le azioni da compiere e i costi; un piano - aggiungo - che si rende necessario, perché l'attività deve coinvolgere tutti i livelli, innanzitutto gli enti territoriali, perché ne sia informata, ovviamente, la popolazione locale, oltre che il Governo della Repubblica, perché si possa pervenire ad una soluzione condivisa sul progetto, consentendo la continuazione senza restrizioni delle attività di volo commerciale che insistono sull'aeroporto «Dal Molin»;
al sindaco di Vicenza Enrico Hullweck «risulta che il Governo Berlusconi, pur con un atteggiamento favorevole verso gli americani, non abbia concluso nessun accordo». Anche al Ministro della difesa, Arturo Parisi non risultano impegni sottoscritti, ma il Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi ha affermato che l'attuale Governo italiano non si oppone al raddoppio della base militare di Vicenza trattandosi di una decisione presa dal Governo precedente;
nell'ultimo rapporto del Pentagono «Base Structure Report 2006» le forze armate statunitensi nel nostro paese posseggono 1.546 edifici e ne hanno in affitto altri 1.168 con una superficie complessiva di quasi 2 milioni di metri quadrati;
in base al volume «Allied Contributions To The Common Defense» pubblicato ogni anno dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, l'Italia risulta tra i primi contribuenti degli USA per il mantenimento delle basi americane sul nostro territorio, con un contributo del 41 per cento, per l'esattezza 366,54 milioni di dollari nel 2003 (ultimo anno disponibile), contro il 27 per cento degli inglesi, il 32 per cento dei tedeschi ed una media dei paesi europei della Nato del 28 per cento;
a quanto risulta agli interpellanti, il rapporto della popolazione locale con l'attuale base non è sempre dei migliori, infatti il personale italiano che lavora per la base è inquadrato con posizioni contrattuali e vincoli molto particolari, inoltre ogni volta che gli americani tornano da missioni e campi addestrativi in città c'è un'impennata di risse, violenze ed incidenti stradali, quasi tutti impuniti perché i comandi Usa si appellano alla Convenzione di Londra del 1951 e chiedono la rinuncia alla giurisdizione;
appena appreso delle intenzioni di ampliare la base militare i cittadini di Vicenza si sono subito mobilitati, creando 6 comitati, scendendo più volte in piazza e raccogliendo oltre 10.000 firme contro la nuova base; in un recente sondaggio risulta che tra gli abitanti di Vicenza il 61 per cento è contrario al nuovo insediamento, mentre la percentuale sale al 65 per cento tra gli abitanti del comune di Coldogno, sempre secondo lo stesso sondaggio l'84 per cento sarebbe favorevole ad un referendum;
le maggiori preoccupazioni della cittadinanza sono legate: all'impatto urbano ed ambientale, infatti saranno costruiti 600.000 metri cubi edificati in diverse zone di verde e sopra importanti falde acquifere, che sono utilizzate da diverse città della zona, impatto sociale con ulteriori 2.000 soldati e le loro rispettive famiglie, rischio sicurezza, in quanto la città diventerebbe un possibile bersaglio terroristico e la militarizzazione della città;
sono 1.300 i metri che separano l'area dell'aereoporto Dal Molin da piazza dei Signori e dalla Basilica Palladiana che insieme al centro storico e alle ville palladiane sono tutelate dall'Unesco come patrimonio dell'umanità;
un gruppo di tecnici e docenti universitari, tra cui Edoardo Salzano, Vezio De Lucia ed Alberto Ziparo hanno rivolto al Governo un caloroso appello affinché venga bocciato il progetto di raddoppio della base militare di Vicenza;
il 9 gennaio 2007 l'Ambasciatore Usa Spogli incontra la mattina il sindaco di Vicenza e la sera il Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, successivamente l'11 gennaio incontra il Ministro degli affari esteri Massimo D'Alema, pochi giorni dopo, esattamente il 16 gennaio il Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi afferma di non opporsi all'ampliamento della base Usa -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri interpellati non ritengano,
alla luce della valenza strategica che assumerebbe la base americana dopo il suo raddoppio, che tale scelta riguardi la politica estera e di difesa del paese, che è quindi di competenza del Governo;
se esistano accordi sottoscritti tra il Governo italiano e quello statunitense che prevedono la creazione di nuove strutture della base militare americana sul territorio di Vicenza;
a quanto ammonti il contributo italiano per il mantenimento delle basi americane nel nostro territorio nel triennio 2004-2006, quanto è previsto per il 2007 e quanto inciderebbe il via libera al raddoppio della base di Vicenza;
quali valutazioni dia il Governo sulla scelta degli Stati Uniti di potenziare la loro presenza militare nel territorio italiano alla luce delle recenti scelte di guerra e politiche unilaterali in Medio Oriente, Golfo Persico e Africa che in questa maniera, a giudizio degli interpellanti, coinvolgono automaticamente il nostro paese nelle guerre preventive dell'amministrazione americana;
se non ritenga opportuno tener conto anche dell'orientamento dei cittadini vicentini, fino ad ora mai interpellati, pur essendo direttamente coinvolti dal progetto.
(2-00317) «Bonelli, Zanella, De Zulueta, Balducci, Boato, Cassola, Francescato, Fundarò, Lion, Pellegrino, Camillo Piazza, Poletti, Trepiccione».
Interrogazione a risposta orale:
NUCARA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture, al Ministro della giustizia, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
su quasi tutta la stampa nazionale del 6 gennaio ultimo scorso sono apparse notizie tratte da una lettera inviata dal Ministro delle infrastrutture al Commissario dell'Unione europea alla Concorrenza Neelie Kroes;
in tale missiva il medesimo Ministro afferma che la Società Autostrada avrebbe occultamente «finanziato a pioggia tutti i partiti per assicurarsi un consenso a prescindere dal vincitore delle elezioni»;
all'interrogante non risulta vero quanto affermato dal Ministro delle infrastrutture -:
quali siano i partiti che avrebbero usufruito dei finanziamenti in questione anche nel caso in cui le elargizioni riguardassero singoli dirigenti di partito;
quali siano le informazioni in possesso del Governo per esplicitare in maniera netta e chiara una notizia di reato;
se il Ministro delle infrastrutture abbia trasmesso le informazioni in suo possesso alla magistratura affinché possa adempiere ai suoi compiti;
quali iniziative intenda assumere per assicurare il rispetto della normativa comunitaria in materia da parte dell'Italia.
(3-00554)
Interrogazioni a risposta scritta:
LONGHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da uno stralcio della relazione della Corte dei Conti sul Bilancio 2004 Sogin ed osservazioni sul 2005 si legge che:
«sono stati previsti con deliberazione n. 142 del 16 dicembre 2005, previa
acquisizione del parere favorevole del Collegio Sindacale ai sensi dell'articolo 2389, 3o comma, appositi compensi per incarichi esecutivi conferiti al Presidente del Consiglio di Amministrazione e all'Amministratore Delegato, tali compensi sono determinati da una componente fissa ed una variabile, rispettivamente pari a 100.000 e 30.000 euro per il presidente e pari a 230.000 e 70.000 euro per l'Amministratore delegato. La componente variabile viene corrisposta al raggiungimento integrale di obiettivi annuali, specificamente correlati al piano industriale e al budget, che saranno definiti dal Consiglio di Amministrazione su proposta di un Comitato Compensi. È stata prevista per ambedue le componenti, una durata minima garantita corrispondente al periodo di effettivo svolgimento dell'attività del Consiglio di Amministrazione, anche a fronte dell'impegno del Presidente e dell'Amministratore delegato a non dimettersi per l'intera durata del mandato, se non su richiesta dell'azionista di riferimento. In caso di recesso anticipato da parte della Società e/o in caso di revoca dell'incarico e/o nel caso in cui il Presidente o l'Amministratore Delegato dovessero rassegnare le dimissioni dal rapporto di amministrazione su richiesta dell'Azionista di riferimento, verrà loro corrisposto un importo, a titolo di indennità compensativa e risarcitoria, pari, per il Presidente, all'ammontare complessivo degli emolumenti che avrebbe percepito fino alla scadenza del relativo rapporto, e per l'Amministratore Delegato, pari ad un triennio dei compensi complessivamente goduti (per entrambi, assumendo, per la parte variabile, la media dei compensi percepiti negli ultimi due anni ovvero, in mancanza, il 50 per cento dell'importo massimo previsto);
in ordine alla fissazione di tali compensi, deve rilevarsi come esse costituiscano una novità inusuale che, se per un verso potrebbe risultare ingiustificatamente onerosa per la società, per altro verso, con riferimento al compenso variabile, sembra porsi in contrasto con stessa congruenza causale, dal momento che in caso di mancata prestazione dell'attività (per recesso o altra causa non addebitabile alla società) deve comunque continuare ad essere erogata per tutta la prevista durata del mandato. In ogni caso, va sottolineato come nella specie risulterebbe comunque prevalente la disciplina recata all'articolo 2383, comma 3, codice civile, richiamato dall'articolo 2444 per le società partecipate dello Stato, ferma restando poi l'applicazione della legge 145 del 2002 relativamente allo spoil system. Con riferimento a tale vicenda, e in ragione di comportamenti diversificati seguiti dalle società pubbliche la Corte rileva l'esigenza di apposite direttive da parte dei Ministeri di riferimento» -:
se non si ritiene, in caso di recesso anticipato da parte della società, di non corrispondere alcun compenso a Presidente e Amministratore delegato ma, al contrario, avviare un'azione risarcitoria per il mancato raggiungimento di risultati positivi o per gli eventuali danni arrecati;
se sia vero che il Consiglio di amministrazione abbia deliberato l'assunzione dell'Amministratore delegato anche come dirigente della Sogin stessa e se sì con quale compenso.
(4-02243)
DEIANA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il personale delle Forze Armate viene impegnato nell'attività di spegnimento degli incendi boschivi ai sensi e con le modalità dell'ordinanza n. 688 in data 21 febbraio 1986, dell'allora Ministero per il Coordinamento della Protezione Civile;
la suddetta ordinanza prevede per tale impegno un compenso mensile a favore del personale militare;
l'attuale Dipartimento della Protezione Civile ha ritenuto abrogata l'ordinanza, facendo riferimento al dettato normativo dell'articolo 21 della legge n. 225 del 24 febbraio 1992;
il Consiglio di Stato ha confermato l'attuale vigenza dell'ordinanza citata (Consiglio di Stato, sez. IV, 8 novembre 2005, n. 7570, 7571, 7566 e 7565) -:
quali iniziative intenda adottare affinché venga consentita l'attribuzione del compenso per il servizio speciale prestato dagli equipaggi di volo degli aeromobili della Marina Militare impiegati in operazioni di concorso aereo alla lotta agli incendi boschivi nella campagna estiva 2003.
(4-02245)
LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
già attualmente le famiglie stentano a pagare il notevole importo dell'ICI due volte l'anno e sono costrette a rinunciare a tutto, non potendo fare fronte nemmeno alle spese correnti;
un raddoppio o triplicazione dell'imposta ICI causerebbe un gigantesco dissesto nella contabilità familiare non basterebbero nemmeno due stipendi mensili per farvi fronte -:
se abbiano avuto sentore della grande preoccupazione delle famiglie italiane per la revisione degli estimi catastali che comportano la triplicazione della imposta ICI sugli immobili;
se il Governo non ritenga da subito opportuno assumere inziative normative che escludano aumenti dell'imposta ICI con la revisione degli estimi catastali.
(4-02248)
LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere:
a quanto ammontino le spese di Eni ed Enel (che fanno parte della galassia del Tesoro) per consulenze varie, collaborazioni esterne di tutti i tipi, omaggi natalizi, spese di rappresentanza;
se non ritenga di rendere pubblici nei dettagli le spese di questi enti, anche al fine di chiarire ricorrenti voci di spese «allegre» che verrebbero effettuate e che non troverebbero alcuna giustificazione;
se non si ritenga che le famiglie italiane, che pagano bollette elettriche stratosferiche e benzina a prezzi proibitivi, abbiano il diritto di conoscere dettagliatamente le spese di questi enti.
(4-02249)
BRIGUGLIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
da mesi nella riviera jonica messinese e nell'hinterland di Taormina, comprensorio ad alta valenza turistica nazionale e internazionale, centinaia di utenti paganti registrano notevoli disservizi da parte della Telecom, e precisamente: linee telefoniche interrotte per lunghi periodi (giorni e settimane) senza preavviso, né assistenza; connessioni ADSL mai attivate o interrotte per mesi senza spiegazione alcuna da parte della compagnia; altre connessioni, per nulla affidabili, che funzionano a singhiozzo interrompendosi improvvisamente; connessioni, spacciate per superveloci al momento della vendita, che navigano a rilento; impiegati del 187 che rispondono male e in modo contraddittorio, chiudono il telefono in faccia agli utenti, quando non consigliano addirittura, candidamente, di cambiare compagnia...!; per non parlare della pressante vendita telefonica di contratti per la connessione a banda larga che non vengono assolti dalla compagnia perché, sollecita nella vendita di contratti, la stessa non lo è altrettanto nelle istallazioni e negli adeguamenti tecnici (si registrano ritardi anche di sette mesi per l'attivazione della linea!);
le linee locali sono insufficienti e non sono in grado di sopportare l'attuale carico di utenza, tanto che non si comprende perché, stando così le cose, la compagnia continui a vendere nuovi contratti;
gran parte dei disagi registrati nel comprensorio risulterebbe essere dovuta al danneggiamento di alcune schede della centralina locale, ma sembrerebbe che la Telecom non abbia alcuna intenzione di ripristinarle a causa di problemi burocratici interni alla compagnia (tempi lunghi per la presentazione dei bilanci);
alla luce di quanto descritto la situazione è inaccettabile in quanto il territorio è servito da una linea telefonica da terzo mondo;
in particolare, le apparecchiature istallate nelle centraline erano già di seconda mano negli anni '80 e, nonostante siano ora del tutto inefficienti, non vengono riparate e pertanto gli utenti si chiedono cosa succederà in futuro, quando la tecnologia avanzerà ancora e le linee, arretrate e insufficienti, salteranno dei tutto, col risultato che professionisti, anziani soli e intere famiglie di utenti paganti resteranno definitivamente isolati, senza voce;
va rilevato, inoltre, che i disservizi delle linee Telecom si ripercuotono anche sui servizi delle altre compagnie, che sono obbligate ad usufruire delle medesime linee ed apparecchiature obsolete;
sulla telecomunicazione, e soprattutto su internet, si basa oggi gran parte dello sviluppo culturale, economico e produttivo, e pertanto isolare il territorio, interrompendo i servizi ad utenti paganti, senza preavviso, né adeguata assistenza, significa penalizzare centinaia di professionisti, privati e studenti, causando notevoli disagi, ingenti ritardi e perdite economiche non indifferenti per un territorio che per crescere e svilupparsi non può permettersi un blocco delle comunicazioni che si risolve in un vero e proprio blocco produttivo;
si sono costituiti comitati di utenti, che chiedono se Telecom stia adeguatamente investendo nell'ammodernamento delle proprie apparecchiature e linee telefoniche e, in particolare, se ci saranno investimenti per la tecnologia a banda larga, e come la società possa continuare a vendere servizi che non è attrezzata a fornire;
gli stessi comitati rilevano che Telecom non sottopone a regolare manutenzione le proprie apparecchiature e che le centraline della compagnia risultano in stato di abbandono, aperte e incustodite, in modo che chiunque possa manometterle, con la conseguenza che un innocuo temporale può mandare in tilt un intero quartiere;
la protesta si estende anche al fatto che Telecom propone, anche in detto territorio, contratti per la navigazione ADSL alla velocità di 2,4 o anche 20 mega, con la relativa variazione di prezzi, quando è più che dimostrato che l'ADSL nel medesimo comprensorio raggiunge comunemente la velocità di appena 1,5 mega -:
se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra descritta che chiama in causa la condotta e l'efficienza di Telecom che opera in regime di monopolio;
se il Governo intenda porre in essere severi accertamenti in ordine alla situazione di inefficienza sopra esposta che sembra coperta da una generale omertà;
quali iniziative il Governo intenda assumere per il potenziamento effettivo della tecnologia a banda larga nella riviera jonica messinese e in tutta la Sicilia;
se il Governo intenda operare con urgenza al fine di eliminare il dubbio che la Telecom non intenda investire nell'adeguamento delle linee telefoniche, nella considerazione che gli utenti non hanno alternative in quanto non esiste una reale concorrenza nel settore, e che la compagnia sembra aspettare che le proteste dei cittadini inducano lo Stato ad accollarsi l'ammodernamento delle linee obsolete.
(4-02255)
BERTOLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro egli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
si apprende che il Sottosegretario al Ministero degli affari esteri parteciperà al Forum sociale mondiale che si terrà a Nairobi, in Kenia, dal 20 al 25 gennaio con tre rappresentanti;
il primo appuntamento del Forum sociale mondiale fu a Porto Alegre nel 2001;
da documenti assunti si evince come questo evento si configuri come la solita parata antiamericana, antiglobalista, antioccidentale, pseudo-pacifista, alternativa al World Economic Forum di Davos;
ad avviso dell'interrogante, al di là dei grandi proclami di principio, questo ormai annuale appuntamento, organizzato con cospicui fondi a carico anche dei contribuenti italiani, non risulta, nei suoi contenuti, in linea con la politica estera italiana ed è la vetrina di movimenti ed organismi che si ricollegano solo alle sinistre anche estreme;
sulla base dei documenti assunti, secondo l'interrogante, questo appuntamento mondiale viene spiegato e motivato con il solito banale ideologismo terzomondista che non corrisponde alla realtà, ma che viene propinato a piene mani senza la minima corrispondenza storica, politica, economica e sociale solo per giustificare le usuali posizioni antioccidentali, anti mercato, anti USA e così via;
a quanto pare l'Italia ha contribuito con 400 mila dollari, di cui 300 mila dal Governo Prodi e 100 mila dagli enti locali e i delegati italiani saranno in vetta alla classifica come partecipazione -:
se siano a conoscenza delle circostanze come sopra esposte;
se siano a conoscenza di ulteriori particolari dei quali vogliano mettere a conoscenza la Camera dei Deputati;
se la partecipazione di un sottosegretario di Stato ad una manifestazione dai contenuti, a giudizio dell'interrogante, assolutamente non in linea con la politica estera del nostro paese, come storicamente indirizzata ed individuata, non sostanzi una grave discontinuità nella posizione dell'Italia nello scacchiere geopolitico internazionale e nello schieramento filo-occidentale in particolare;
se i finanziamenti a favore di tale manifestazione non risultino assolutamente in contrasto con la politica economica restrittiva dell'attuale esecutivo come risulta dalla legge Finanziaria 2007, la quale prevede enormi sacrifici per i contribuenti italiani.
(4-02258)