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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 137 di giovedì 29 marzo 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
La seduta comincia alle 9,05.
GIUSEPPE MORRONE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Bimbi, Brugger, Buontempo, Cordoni, Donadi, Gozi, Leoni, Levi, Lucà, Marcenaro, Maroni, Migliore, Reina, Sgobio, Violante ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Mazzoni; Mascia ed altri; Boato e Mellano; De Zulueta: Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (A.C. 626-1090-1441-2018-A/R).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Mazzoni; Mascia ed altri; Boato e Mellano; De Zulueta: Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato votato, da ultimo, l'articolo 3, nel testo emendato.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 1).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative riferite all'articolo 4.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita a ritirare tutti gli emendamenti presentati all'articolo 4.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Pag. 2Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,09).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,35.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 4 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, conoscendo l'attenzione che la Presidenza presta a tali questioni, vorrei sottoporle una problema che si presenta frequentemente.
Sappiamo che, in questi giorni, il lavoro delle Commissioni sui provvedimenti che saranno esaminati in Assemblea la prossima settimana è particolarmente intenso. Poiché nelle Commissioni si possono svolgere dibattiti importanti, vorrei chiederle di compiere un'ulteriore verifica sull'effettiva sconvocazione di tutte le Commissioni, ove si consideri che tra breve, in Assemblea, procederemo alla votazione delle proposte emendative presentate ad un provvedimento di particolare importanza. Peraltro, i colleghi continuano ad entrare in aula.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei sa che, solitamente, non convochiamo le Commissioni contestualmente alla seduta dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni. In ogni caso, svolgeremo un'ulteriore verifica.
Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Mascia. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, approfittando della sospensione, noi, membri del Comitato dei nove, abbiamo svolto qui al tavolo una consultazione sugli emendamenti presentati all'articolo 4.
In precedenza, avevamo rivolto un generale invito al ritiro esprimendo altrimenti parere contrario, di tutte le proposte emendative presentate all'articolo 4. Tuttavia, abbiamo riesaminato gli emendamenti e su quello dell'onorevole Contento 4.62, con il quale si chiede di sostituire la parola «ovvero» con la seguente: «e», modifichiamo il precedente avviso ed esprimiamo un parere favorevole.
La ragione deriva dal fatto che la questione riguardante i requisiti dei componenti della Commissione è stata molto discussa ed approfondita. Le esperienze concrete, anche a livello europeo, avevano suggerito di non indicare, tra i requisiti, quello del possesso di una laurea specifica in una disciplina anziché in un'altra, ma di valorizzare molto l'esperienza.
In questo caso, la competenza richiesta e l'esperienza sono determinate non da aspetti tecnici, ma dalle conoscenze necessarie per lo svolgimento dei compiti della Commissione.
Per questa ragione, crediamo di poter condividere l'emendamento Contento 4.62.
PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se anch'egli intenda modificare il parere sull'emendamento Contento 4.62.
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, anche il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 4.62. Il Pag. 3parere del Governo resta conforme a quello della Commissione sui restanti emendamenti presentati all'articolo 4.
EMERENZIO BARBIERI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, vorrei che chiarisse, in modo definitivo, una questione che cambia a seconda di chi dà la risposta. Le Commissioni devono essere sconvocate nel momento in cui inizia la seduta dell'Assemblea o nel momento in cui iniziano le votazioni in Assemblea? Infatti, si pone una piccola circostanza che tuttavia non mi pare possa essere sottovalutata: nelle Commissioni, alcuni colleghi stanno predisponendo interventi sui temi che saranno affrontati in aula.
Viene detto, al contrario, che le Commissioni possono proseguire i loro lavori fino all'inizio delle votazioni in Assemblea. Allora, signor Presidente, si può avere una risposta definitiva, che valga una volta per tutte?
PRESIDENTE. Onorevole Barbieri, noi seguiamo la prassi in base alla quale le riunioni delle Commissioni non dovrebbero avere luogo allorquando sono previste votazioni in Assemblea. È evidente che, ad esempio, nel caso in cui sospendessimo la seduta per 20 minuti dopo aver dato il preavviso, daremmo alle Commissioni stesse il tempo per continuare a lavorare, garantendo ai deputati, comunque, la possibilità di giungere in tempo in aula per il voto.
Comunque, per quanto concerne il caso sollevato specificatamente questa mattina, confermo, per rispondere anche all'onorevole Giachetti, che tutte le Commissioni sono state sconvocate.
FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi associo alle considerazioni formulate dal collega Barbieri, in quanto ritengo che interrompere i lavori dell'Assemblea dopo avere dato il preavviso di votazioni elettroniche, concedendo alle Commissioni la possibilità di lavorare per ulteriori 20 minuti, rappresenti un modo discontinuo di operare, che non consente ai parlamentari di svolgere compiutamente le proprie riflessioni. Infatti, non si può interrompere brutalmente l'attività delle Commissioni: quindi, a mio modo di vedere, detti organi non dovrebbero essere convocati nell'orario in cui inizia la seduta dell'Assemblea.
Dal momento che ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, approfitto del momento per porre un problema. Mi risulta che, dopo sessant'anni, sia stato rimosso, dalla sala di rappresentanza della Camera dei deputati, il quadro che raffigura la battaglia di Lepanto. Ricordo che, nella seduta di ieri, si è discusso della difesa della lingua italiana. Ebbene, ritengo un'autentica idiozia la rimozione - per un malinteso senso di rispetto nei confronti non si sa di chi! - di un quadro che è parte integrante della nostra storia e che nessun Presidente della Camera ha mai sentito il bisogno di spostare!
Siccome i giornali hanno riportato questa notizia, che riguarda non soltanto l'autonomia del Presidente, ma tutti noi e l'intera Assemblea, mi permetto di dissentire da tale decisione e di sollecitare la Presidenza a rendere qualche chiarimento, in forma scritta o orale, in ordine ad un atto che non si giustifica assolutamente e che delegittima chi lo ha proposto e compiuto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Garagnani: riferirò le sue osservazioni al Presidente della Camera.
NICOLA BONO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 4
NICOLA BONO. Signor Presidente, ricordo che, in ordine alla questione testè sollevata dai colleghi Barbieri e Garagnani, in passato mi sono visto costretto ad intervenire, più volte, per evidenziare l'assurdità della coincidenza tra i lavori delle Commissioni e quelli dell'Assemblea. Tale coincidenza, infatti, impedisce ai parlamentari di poter svolgere adeguatamente il loro dovere in entrambe le sedi.
Rammento che esiste una fitta corrispondenza, con il Presidente della Camera, in ordine a tali questioni; alla fine, è stata compiuta una valutazione ed è stato stabilito (anche se si tratta di una decisione che non ho mai condiviso) di consentire, in assenza di votazioni in aula, la contestualità dei lavori delle Commissioni e dell'Assemblea.
In questo caso, tuttavia, il problema sollevato riveste una natura diversa. Ha senso consentire la convocazione delle Commissioni alle ore 9, quando si prevede che i lavori dell'Assemblea comincino allo stesso orario? Infatti, quando l'inizio dell'attività dell'Assemblea è fissata, ad esempio, alle 10, potere lavorare un'ora e un quarto, o un'ora e venti, in sede di Commissione ha ancora un senso; tuttavia, vorrei rilevare che la coincidenza dell'inizio dei lavori nelle due sedi rende impossibile, in Commissione, lo svolgimento di un'attività costruttiva e compiuta anche minima!
Questa mattina, ad esempio, nell'ambito della riunione della VII Commissione, abbiamo dovuto interrompere il relatore nel bel mezzo del suo intervento, poiché la Commissione stessa è stata immediatamente sconvocata, essendo iniziate le votazioni in Assemblea. Ciò non è possibile: quindi, occorre organizzare i lavori in maniera più corretta e bisogna evitare, ad ogni costo, la sovrapposizione dei lavori delle Commissioni e dell'Assemblea!
Soprattutto, ritengo che non ci si possa affidare al caso. Segnalo che questa mattina l'onorevole Garagnani avrebbe dovuto intervenire sull'argomento all'esame dell'Assemblea, ma egli non può trovarsi contemporaneamente anche in Commissione. Vorrei osservare, inoltre, che l'attività del parlamentare non si esaurisce solamente nelle votazioni, poiché egli deve poter venire in aula, ascoltare gli interventi dei colleghi ed intervenire!
Allora, mi rivolgo alla Presidenza: va rivisto in maniera seria il modo di procedere dei nostri lavori. Almeno, si stabilisca il principio che, a richiesta di un parlamentare, ove in Assemblea siano trattati argomenti che quest'ultimo deve seguire, non venga convocata la Commissione. Non possiamo conculcare il lavoro del deputato in modo così plateale e ingiustificato!
In questo senso, credo vi sia bisogno di una riflessione da parte della Presidenza e, se del caso, di una nuova convocazione della Giunta per il regolamento.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, la questione che ha posto era già stata sollevata in precedenza proprio da lei ed aveva portato ad una specifica riunione della Giunta per il regolamento, in data 4 ottobre 2006. In quella occasione, la stessa Giunta ha ribadito che il divieto di contemporaneo svolgimento delle sedute dell'Assemblea e delle Commissioni è stato costantemente e inequivocabilmente inteso dalla prassi come riferito normalmente al solo caso in cui l'Assemblea tenga una seduta in cui siano previste votazioni, salva diversa disposizione del Presidente della Camera.
Si tratta di una prassi assolutamente consolidata, fondata sull'esplicito dettato regolamentare che si è ritenuto di dover ribadire anche in sede di Giunta per il regolamento solo per fugare definitivamente ogni dubbio o perplessità.
Evidentemente, la convocazione della Commissione dipende anche dal presidente della Commissione stessa. Lo ripeto: la questione è stata affrontata più volte anche e soprattutto grazie alle sue sollecitazioni.
Passiamo all'emendamento Cota 4.1.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 5Cota 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 332
Votanti 327
Astenuti 5
Maggioranza 164
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 307).
Passiamo all'emendamento Boscetto 4.61.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, il mio emendamento 4.61, con riferimento ai requisiti dei componenti della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, prevede oltre all'esperienza pluriennale nel campo della tutela e della promozione dei diritti umani anche la laurea in giurisprudenza e la pluriennale esperienza nelle materie giuridiche.
Il testo proposto stabilisce che i componenti della Commissione siano scelti tra persone che assicurino indipendenza e idoneità alla funzione e che posseggano esperienza pluriennale nel campo della tutela e della promozione dei diritti umani ovvero che siano di riconosciuta competenza nelle discipline afferenti alla salvaguardia dei diritti umani. Tale testo esprime una serie di concetti che, tuttavia, non hanno un ancoraggio tecnico a situazioni, come la laurea e la pluriennale esperienza nelle materie giuridiche, che garantiscono la funzionalità e la capacità di questi commissari (che, tra l'altro, sono diventati quattro più il presidente, rispetto al numero iniziale che era pari a otto più il presidente). Tali membri della Commissione, quali garanti dei diritti umani e dei detenuti, devono avere forti competenze giuridiche.
Ringraziamo la relatrice per aver accolto l'emendamento Contento 4.62 che, anziché considerare alternativi i concetti di esperienza pluriennale e di riconosciuta esperienza nelle discipline afferenti alla salvaguardia dei diritti umani, rende entrambi i requisiti necessari.
Lo ripeto: quando si parla di persone che assicurino indipendenza si dice qualcosa che è del tutto scevro da ancoraggi. L'idoneità alla funzione è un concetto che può essere interpretato in diversi modi. Lo stesso vale per il possesso di un'esperienza pluriennale nel campo della tutela e della promozione dei diritti umani o di una riconosciuta competenza nelle discipline afferenti alla salvaguardia dei diritti umani. Tutti concetti che, però, permettono un'identificazione dei membri disancorata dalla specifica e particolare competenza giuridica che noi riteniamo essere necessaria.
Non a caso l'emendamento 4.60 De Zulueta, su cui esprimeremo un voto favorevole, stabilisce che il presidente deve avere i requisiti previsti dall'articolo 135, secondo comma, della Costituzione per i giudici della Corte costituzionale (avvocati con oltre quindici anni di professione, professori universitari, magistrati e via dicendo). Non solo, anche quando analizziamo le norme precedenti, troviamo all'articolo 1, comma 5 - forse adesso è diventato il comma 6 - la disciplina per la collocazione fuori ruolo dei magistrati e dei professori universitari.
Quindi si comprende come siano necessarie particolari qualificazioni ancorate a logiche di carattere giuridico e di preparazione giuridica, che noi individuiamo con la previsione della laurea in giurisprudenza come titolo base e, poi, dell'esperienza pluriennale. Togliendo questo titolo base, si rimane, anche dopo l'approvazione - che avverrà - dell'emendamento Contento, in un campo estremamente generico, che permetterà di mandare in questa Authority anche persone che abbiano una Pag. 6generica sapienza in materia di salvaguardia dei diritti umani, ma che poi, sul piano pratico, faranno fatica a muovere i loro dipendenti perché non avranno la specifica competenza giuridica necessaria per il Garante dei diritti umani e, soprattutto, per il Garante dei detenuti. Chiediamo quindi l'accoglimento del nostro emendamento 4.61.
PRESIDENTE. Con riferimento al provvedimento recante l'istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, ricordo che, dopo il rinvio in Commissione, il provvedimento è stato esaminato nelle sedute del 6, 7, 8, 15 febbraio e in quella di ieri. La Presidenza aveva concesso tempi aggiuntivi pari ad un terzo di quelli originariamente previsti. Ciò nonostante, i gruppi di Alleanza Nazionale, UDC e Lega Nord Padania hanno esaurito i tempi a loro disposizione. Secondo la prassi e come è stato già fatto presente ieri dal Presidente Tremonti, la Presidenza consentirà ai gruppi che hanno esaurito il loro tempo a disposizione brevi interventi per esporre sinteticamente la posizione del gruppo. Come ben si può comprendere, non è possibile dar luogo ad ulteriori ampliamenti, altrimenti verrebbe del tutto vanificato il senso stesso del contingentamento dei tempi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli, a cui chiedo, ovviamente, di svolgere un intervento sintetico a nome del gruppo di Alleanza Nazionale. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, anche se mi dispiace di non poter intervenire in maniera compiuta su ogni singolo emendamento, voglio solo ribadire l'inutilità di questa Commissione, che, peraltro, mortifica la funzione giudiziaria.
Volete istituire una Commissione che non solo non serve a niente, ma ha anche gravi poteri sanzionatori, perché dalla sua attività derivano multe molte pesanti; inoltre, non ci volete mettere neanche persone che siano laureate in giurisprudenza e che abbiano una preparazione adeguata. Andate a creare, di fatto, un'altra giurisdizione, senza metterci persone laureate. Mi fate immaginare che abbiate già in mente chi dovete nominare, ma non credo che, dando una funzione politica ad una Commissione che ha un potere così particolare, si faccia il servizio dell'interesse pubblico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, considerata la ristrettezza dei tempi a mia disposizione, esprimerò l'orientamento del mio gruppo, in maniera sintetica, sia sull'emendamento in esame sia sui successivi.
Il nostro voto sull'emendamento Boscetto 4.61 sarà contrario: esso pretende di introdurre, in relazione alla competenza, una specificità che ritengo più dannosa che utile avendo riguardo alle funzioni, ampie ed articolate, che i componenti della Commissione dovranno svolgere.
Al contrario, giudico assolutamente sostenibile l'emendamento Contento 4.62, che cerca di abbinare al dato dell'esperienza quello della competenza: è saggio immaginare che i commissari, oltre a possedere una certificata e verificata esperienza pluriennale nel campo della tutela dei diritti umani, vantino una competenza che, non necessariamente di matrice giuridica, sia oggettivamente verificabile.
Per quanto riguarda l'emendamento Benedetti Valentini 4.7, anche in questo caso il buonsenso suggerirebbe di esprimere un voto favorevole. Pur rendendomi conto che sono condivisibili le obiezioni sollevate dalla relatrice e da altri componenti della Commissione, i quali hanno fatto rilevare che il requisito dell'assenza di condanne penali e di procedimenti penali a carico dei commissari è implicito, ritengo tuttavia che essere espliciti sia opportuno.
Infine, l'emendamento De Zulueta 4.60 è sicuramente molto stringente: se l'orientamento della maggioranza dell'Assemblea sarà in tal senso, lo condividerà anche il gruppo dell'UDC.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, io sosterrò l'emendamento Boschetto 4.61: prevedere il possesso della laurea in giurisprudenza è essenziale per migliorare il testo in esame. Per rendersene conto basta avere riguardo alle competenze del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Tra le altre funzioni, il Garante esercita la vigilanza diretta ad assicurare che l'esecuzione della custodia dei detenuti sia attuata in conformità ai principi stabiliti dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dall'Italia, dalle leggi dello Stato e dai regolamenti; verifica il rispetto dell'osservanza delle norme dell'ordinamento penitenziario; verifica le procedure seguite nei confronti dei trattenuti e le condizioni di trattenimento dei medesimi presso le camere di sicurezza. Ebbene, tali funzioni debbono essere svolte da soggetti che abbiano seguito appositi corsi di studi e che, quindi, abbiano una qualificazione adeguata per verificare che sia rispettata la legge anche nei casi in cui il reclamo al Garante è alternativo al ricorso al magistrato di sorveglianza.
Teniamo anche conto del fatto che...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ENRICO COSTA. ... nel testo unificato in esame vi è una disposizione secondo la quale la Commissione può ricorrere a consulenze esterne. Quindi, cerchiamo di fare in modo che la Commissione abbia una qualificazione idonea per valutare tali consulenze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, condivido pienamente le affermazioni del collega Costa e l'emendamento presentato ed adeguatamente illustrato dal collega Boscetto. Intervengo, dunque, per confermare il mio sostegno all'emendamento in esame.
In un momento caratterizzato da un clima di buonismo esasperato e da un elevato tasso di ideologizzazione, quando vengono in rilievo argomenti siffatti, una comprovata competenza giuridica mi sembra indispensabile, proprio per evitare di intervenire creando caos ed insofferenza ulteriori in una situazione già precaria. Il nostro paese non è nuovo ad episodi di questo tipo.
Credo che il buonsenso, il rispetto delle regole e l'esperienza passata consiglino maggiore cautela nell'esame di un provvedimento la cui efficacia è, a mio avviso, molto dubbia: almeno, cerchiamo di configurarlo in modo da garantire i diritti umani e da non aggravare quelle condizioni di anarchia e di eversione che già caratterizzano buona parte delle carceri italiane!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 4.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 370
Votanti 351
Astenuti 19
Maggioranza 176
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 250).
Prendo atto che il deputato Iannarilli non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 4.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, intervengo brevemente per sottolineare che questo emendamento va nella stessa direzione di molti altri emendamenti già votati, così come evidenziato dagli interventi che mi hanno preceduto. La nostra preoccupazione, attesa la particolarità della Commissione, è che i suoi componenti, oltre alle competenze che sono state individuate in termini generici, abbiano anche quelle specifiche richieste dai compiti che tale organo dovrà svolgere, soprattutto quale garante dei detenuti. Si tratta, infatti, di compiti che hanno profili giuridici non indifferenti. Ringrazio il relatore ed il rappresentante del Governo per il parere favorevole che è stato espresso su questo emendamento, sul quale, naturalmente, il gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 4.62, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 372
Votanti 358
Astenuti 14
Maggioranza 180
Hanno votato sì 357
Hanno votato no 1).
Passiamo all'emendamento Benedetti Valentini 4.7.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, permettetemi di richiamare la vostra attenzione. Non si può accogliere l'invito al ritiro su questo emendamento, anzi bisogna sinteticamente illustrarlo. Esso prevede che i componenti, al momento della nomina, non debbano aver riportato condanne e che a loro carico non debbano risultare procedimenti penali. Vi prego di notare la precisazione «al momento della nomina», dato che, giustamente, qualcuno ha obiettato che, dopo la nomina di un componente, un magistrato potrebbe aprire un procedimento contro quella persona o potrebbe essere presentata una denuncia strumentale, così da metterla fuori gioco, ove sia invisa, ed escomiarla dal collegio in maniera strumentale. Abbiamo voluto precisare, quindi, che questo pregiudizio non deve sussistere al momento della nomina. Fugata questa preoccupazione, vorrete ammettere, colleghi, alla luce del buon senso, del buon diritto, nonché della funzionalità e della credibilità dell'istituto, che i componenti di questo organismo non debbano essere stati condannati...
PRESIDENTE. Deve concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Mi scusi, Presidente, ma mi pare che la delicatezza dell'argomento imponga qualche secondo in più.
Proprio per la credibilità dell'istituto, essi non devono aver riportato condanne e a loro carico non devono esserci procedimenti penali. Chiunque interpellaste, credo che ci darebbe ragione. Come fa uno che è condannato ad occuparsi della condizione di coloro che sono condannati? Abbiamo sempre parlato di conflitto di interessi, ma questo, in termini potenziali, è quanto mai sgradevole!
Dobbiamo dare a questo istituto il massimo della credibilità e mi pare dunque che, approvando questo emendamento, fareste del bene al provvedimento, rendendolo più credibile e più robusto, e non ne inficereste certo alcun aspetto.
Auspico, quindi, che diate il vostro sostegno al mio andamento 4.7.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 9LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, vorrei informare l'Assemblea che il criterio qui seguito è lo stesso che abbiamo seguito per tutte le altre autorità. Ricordo al collega la discussione svolta in quest'aula quando si trattò di affrontare il tema dei requisiti dei componenti della Commissione antimafia. Si discusse a lungo se bisognasse escludere o meno quei requisiti e decidemmo di usare quella formula perché la scelta di persone che non siano prive dei requisiti cui si riferisce il collega Benedetti Valentini si attribuisce alla responsabilità del Parlamento, che designa i componenti delle varie autorità, così come alla responsabilità dei Presidenti delle Camere, che designano i componenti della Commissione antimafia. Quindi, non si è contrari al fatto che i componenti debbano avere quei requisiti, ma l'intenzione è quella di seguire lo stesso criterio usato per le altre autorità. Questa è la ragione per cui sosteniamo il «no» a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intendo dichiarare il mio voto favorevole sull'emendamento Benedetti Valentini 4.7, vista la delicatezza dell'argomento. La istituenda Commissione, infatti, si occuperà dei diritti delle persone detenute e credo che l'evidenziazione effettuata dal collega riguardo ai suoi componenti la caratterizzi rispetto ad altre authority.
È palese ed evidente a tutti la contraddizione che potrebbe risultare dalla situazione personale di un commissario chiamato ad occuparsi delle carceri, nella eventualità che sia incarcerato oppure sottoposto a un procedimento penale. Credo che mettere in evidenza questa circostanza sia il minimo che si possa fare per dare a questo provvedimento la necessaria dignità, atteso che esso affronta i problemi emergenti in quel settore.
L'accostamento ad altre authority, a mio avviso, è improprio, pur essendo importante e significativo. In questo caso, infatti, la contraddizione emerge in modo più stringente ed evidente. Credo questa sia la ragione per la quale dobbiamo approvare l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Comunico che anche il gruppo di Forza Italia ha esaurito i tempi previsti in base al contingentamento. Pertanto vale anche per questo gruppo lo stesso criterio che stiamo seguendo per gli altri che hanno terminato il tempo a loro disposizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti Valentini 4.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 375
Astenuti 9
Maggioranza 188
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 212).
Prendo atto che i deputati Incostante e Drago non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'emendamento De Zulueta 4.60.
Chiedo alla presentatrice se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
TANA DE ZULUETA. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro. Tuttavia, vorrei ricordare all'Assemblea che, su mia sollecitazione, l'ufficio dell'Alto Commissariato per i diritti umani di Ginevra, nella persona del responsabile delle istituzioni nazionali, il quale ha competenza specifica riguardo alle commissioni nazionali per i diritti umani, ha inviato un parere che è stato inoltrato a tutti i componenti della Commissione affari costituzionali, in modo che prendessero conoscenza dei criteri che Pag. 10valgono a livello internazionale, a cominciare da quelli adottati in Francia. La proposta della Commissione per quanto riguarda le competenze è in linea con i criteri francesi.
Perciò, non insisterò per la votazione di questo emendamento. Faccio presente, però, che esso si riferiva alle migliori pratiche seguite in altri paesi, molti dei quali hanno stabilito criteri simili riguardo al presidente della istituenda Commissione, non necessariamente per i suoi componenti. Sarà responsabilità del Parlamento - noi abbiamo scelto, infatti, un percorso di nomina esclusivamente parlamentare - garantire la nomina di una persona dotata di un profilo di autorevolezza e competenza sufficienti per tenere testa ad eventuali contestatori e per difendere con efficacia, anche nelle sedi giurisdizionali, i diritti umani in Italia.
Pertanto, annuncio il ritiro del mio emendamento e ricordo ai colleghi che, quando si seguirà il percorso di nomina, sarà responsabilità del Parlamento garantire la designazione di una figura dotata di sufficiente autorevolezza.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. A nome del gruppo di Forza Italia, faccio mio l'emendamento De Zulueta 4.60.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che l'emendamento De Zulueta 4.60, ritirato dalla presentatrice, è stato fatto proprio dal gruppo di Forza Italia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, intervengo per tutte le ragioni già espresse in precedenza. Infatti, neppure l'emendamento Contento 4.62 specifica in modo congruo la necessità che i commissari abbiano una specifica preparazione giuridica. Quando si parla di discipline afferenti alla salvaguardia dei diritti umani, si può fare riferimento ad esperienze sociologiche o umanitarie di diverso genere. Quindi, si corre il rischio che la commissione sia composta da cinque membri privi di competenze giuridiche. In tal caso, diventa quantomeno necessario approvare questo emendamento fatto proprio dal gruppo di Forza Italia. In esso, infatti, si recita che almeno il presidente deve avere i requisiti previsti dall'articolo 135, secondo comma, della Costituzione per i giudici della Corte costituzionale, ovvero essere avvocati con oltre 15 anni di professione, magistrati dotati di specifiche qualità o professori universitari.
Non prevedere neppure per il presidente questi importanti requisiti giuridici fa correre il rischio che l'intero lavoro decisionale della commissione sia delegato ai funzionari. In tal caso, i cinque componenti dell'authority saranno specializzati in materie diverse da quelle giuridiche e così saranno i funzionari ad assumere decisioni giuridiche in materie delicatissime, come ad esempio quella di stabilire le sanzioni riguardo al garante dei diritti umani (ieri, abbiamo stabilito che tali sanzioni partono da 4 mila euro per arrivare a 24 mila euro con possibilità di raddoppio)...
PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, la invito a concludere.
MARCO BOATO. Non è questo l'argomento. Sta parlando d'altro!
GABRIELE BOSCETTO. ...oppure quella di intervenire su qualificate istanze dei detenuti, in alternativa al giudice di sorveglianza. Pertanto, tali decisioni rivestono particolare delicatezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, nel precedente intervento l'onorevole Violante ha abilmente, ma fiaccamente, replicato alle nostre argomentazioni. Infatti, a proposito dei componenti, egli ha affermato di rimettersi alla decisione di coloro cui spetta la nomina, Pag. 11confidando nel buon senso di non indicare persone con pregiudizi penali. È evidente la debolezza di questa argomentazione e lascio alla vostra coscienza e alla vostra oggettività comprendere che un conto è l'impostazione garantista, che l'opposizione sta garantendo, e un conto è quella offerta dalla maggioranza, ammesso che tale sia in questa circostanza.
Proprio per le ragioni ora illustrate dall'onorevole Boscetto, che non starò a ripetere, i requisiti previsti almeno per il presidente di questo collegio rappresentano una garanzia per tutti: i beneficiari del provvedimento, i detenuti stessi, le persone che faranno appello a questa commissione, l'opinione pubblica, e i funzionari. Insomma, la previsione e il riferimento di un presidente dotato di tale personalità giuridica e tecnicamente attrezzato sarebbe una garanzia per tutti. La vostra decisione di non prevedere tali requisiti desta forti sospetti sull'indicazione, forse già in pectore aut in mente, delle persone che si intendono designare. Noi vogliamo che sia previsto astrattamente un requisito di grande garanzia. Per tale motivo, senza distinzione di schieramento, abbiamo «sposato» e sosteniamo un emendamento proveniente da altro versante politico. Pertanto, voteremo in senso favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, sarò brevissimo. La questione della nomina apre un aspetto che attiene anche alla competenza della Presidenza e per tale motivo mi rivolgo a lei. Nell'articolato approvato a seguito degli emendamenti votati in precedenza, abbiamo fatto in modo che la nomina dei componenti della commissione sia demandata alle Assemblee di Camera e Senato. Visto che il voto è limitato, ritengo che quantomeno la Giunta per il regolamento dovrebbe valutare l'opportunità di un procedimento che consenta, come avviene in analogia per le nomine che spettano al Governo, di verificare la corrispondenza tra i profili personali dei componenti che si intendono eleggere e quelli ammessi, pur in maniera generica, dal Parlamento.
Credo che questo sia un aspetto che viene demandato alla Presidenza.
A quanto mi risulta, non esistendo una norma regolamentare - e concludo, Presidente -, e non so se al riguardo ci sia una prassi, sarebbe bene che l'articolato rimanesse in questi termini, vale a dire che vi sia la possibilità per le Commissioni competenti di esaminare il profilo riguardante l'elezione, non per parteciparvi bensì per avere le necessarie informazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, sottolineo come questo emendamento sia coerente ed organico nel corpus degli altri emendamenti che sono stati presentati e anche con quello dell'onorevole Contento, che è stato accolto. Si è evidenziato, inoltre, che esso è coerente anche con i criteri adottati in altri paesi.
Ebbene, sono state citate ed evidenziate le esperienze di altre paesi europei, con riferimento al fatto che il presidente debba possedere particolari qualifiche e preparazione giuridica, e tuttavia nel testo del provvedimento questo è stato dimenticato.
Quali sono i requisiti previsti dall'articolo 135, secondo comma, della Costituzione? Magistrati, anche a riposo delle giurisdizioni superiori, ordinaria ed amministrativa, professori ordinari di università in facoltà giuridiche e avvocati dopo venti anni di esercizio. Ebbene, mi sembra il minimo per un presidente di un organismo chiamato ad avere una preparazione tale da accogliere e valutare i ricorsi in alternativa al magistrato di sorveglianza.
PRESIDENTE. Sono costretta a ribadire ai gruppi parlamentari che hanno esaurito i tempi previsti dal contingentamento che la volontà della Presidenza di offrire il dibattito il più possibile partecipato Pag. 12non deve in qualche maniera intendersi come la possibilità, da parte dei gruppi medesimi, di partecipare al dibattito come se i tempi non fossero terminati.
Pertanto, ribadisco l'invito a contenere al massimo gli interventi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, sarò molto breve. Mi pare che si stiano confondendo due questioni diverse con riferimento alle procedure di nomina. Il collega Contento - che io ascolto sempre con attenzione - in questo caso ha parlato delle procedure di elezione da parte di Camera e Senato dei componenti dell'organismo al nostro esame. Si tratta di un problema reale e lo stesso collega ha posto delle questioni che sarà opportuno affrontare a tempo debito. Comunque, saranno le Assemblee della Camera e del Senato, maggioranza e opposizione, a decidere al riguardo, mentre adesso stiamo decidendo su un emendamento che era stato ritirato e che riguarda i requisiti del presidente di tale organismo. Forza Italia lo ha voluto fare proprio, ma si tratta di una questione completamente diversa. Il presidente viene nominato di intesa e di comune accordo tra i Presidenti della Camera e del Senato, pro tempore, chiunque essi siano, di centrodestra o di centrosinistra, a seconda di quella che sarà la situazione politica del momento della nomina. È ovvio che egli avrà tutte le caratteristiche e i requisiti per presiedere una commissione che non riguarda soltanto le garanzie dei detenuti, ma anche la promozione e la tutela dei diritti umani. Prevedere per legge requisiti troppo definiti e stringenti può essere un errore. Se il collega Boscetto mi ascolta, sono sicuro che mi capisce.
Il Governo Berlusconi, per esempio, per la commissione europea contro la tortura e per la prevenzione della tortura e dei comportamenti inumani e degradanti, ha nominato una persona di altissimo valore e che ha una lunga esperienza nel campo dei diritti umani, ma che tuttavia è laureato in matematica. Oggi, questa persona nominata da Berlusconi è stata confermata da Prodi ed è addirittura diventato il presidente proprio del Comitato contro la tortura. Con la disposizione contenuta in questo emendamento in votazione, né Berlusconi avrebbe potuto nominarlo, né Prodi avrebbe potuto confermarlo, né quella persona avrebbe mai potuto diventare presidente del sopra citato Comitato europeo. Questa è la ragione per cui avevamo suggerito alla collega De Zulueta di ritirare l'emendamento, la quale aveva perfettamente compreso le motivazioni e lo ha ritirato. Mi dispiace che Forza Italia, con un piccolo giochetto peraltro del tutto legittimo, lo abbia voluto far proprio. Ho tuttavia spiegato al collega Contento che ciò di cui ha parlato è altra materia: si tratta dei componenti dell'organismo, mentre qui si parla del presidente.
Un emendamento di questo genere non è scandaloso - tant'è vero che l'amica De Zulueta l'aveva presentato - ma piuttosto semplicemente inopportuno in una materia così complessa e delicata come questa, la cui responsabilità atterrà ai Presidenti delle Camere.
Invito, pertanto, a non votare questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, non se ne abbia a male, ma mi rifaccio alle parole dell'onorevole Boato.
In una materia così delicata ed importante, che introduce, di fatto, una nuova giurisdizione, abbiamo esaurito i tempi. Non intendo controllare; ovviamente, la Presidenza si comporta sempre con il massimo della correttezza. Però, siccome non mi sembra che vi sia da parte nostra un atteggiamento ostruzionistico, visto che pochi parlamentari intervengono nel merito degli emendamenti e che tante volte sono stati consentiti, anche a titolo personale, brevi interventi di un minuto, penso che strozzare il dibattito su un argomento così importante non sia nell'interesse del Parlamento.
PRESIDENTE. Onorevole Cirielli, non c'è alcuna volontà da parte della Presidenza di strozzare il dibattito. Stiamo consentendo interventi a titolo personale a rappresentanti di numerosi gruppi che hanno esaurito i tempi a loro disposizione previsti dal contingentamento. Quindi, la volontà di consentire ad un parlamentare di intervenire comunque a titolo personale equivale alla sua indicazione di non strozzare il dibattito. Certo, molto più di questo non si può fare, altrimenti non avrebbe senso prevedere il contingentamento dei tempi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Zulueta 4.60, ritirato dalla presentatrice e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 403
Votanti 383
Astenuti 20
Maggioranza 192
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 224).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, intervengo per una veloce, ma spero non insignificante, dichiarazione di voto contrario, purtroppo, sull'articolo 4.
È un piacere avere contraddittori abili come l'onorevole Boato, ma, in verità, il suo rilievo è infondato. Un conto è nominare un commissario contro la tortura, che è materia di per sé abbastanza generica, un altro conto sono i diritti umani, che è materia umana e giuridica, e soprattutto i diritti del detenuto, che hanno un rilievo giuridico ancora maggiore.
Purtroppo, l'emendamento Contento 4.62, che puntava a rendere non alternativi ma aggiuntivi i requisiti generici previsti, è stato l'unico accolto. Invece, avete respinto la questione relativa alla mancanza di condanne o procedimenti penali in corso, quella sui requisiti di cui all'emendamento De Zulueta 4.60 e la previsione della laurea in giurisprudenza, sottoposta dai colleghi Santelli e Boscetto. Praticamente stiamo configurando dei requisiti assolutamente evanescenti.
Quindi, purtroppo, rispetto ad un articolo così qualificante, il gruppo di Alleanza nazionale dovrà esprimere necessariamente un voto contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 398
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 142).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Cota 5.1, esprimendo altrimenti parere contrario.
Pag. 14PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Cota 5.1.
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 5, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 407
Astenuti 4
Maggioranza 204
Hanno votato sì 407).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 3).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Cota 6.1, esprimendo altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 6, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 6.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 411
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato sì 395
Hanno votato no 16).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, raccomando l'approvazione degli emendamenti 7.503, 7.500, 7.501, 7.502 e 7.504 della Commissione. Su tutti gli altri emendamenti la Commissione formula un invito al ritiro; nel caso in cui i presentatori non dovessero accedere all'invito, il parere della Commissione sarebbe contrario.
Gli emendamenti della Commissione recepiscono - oltre ai pareri espressi dalla Commissione bilancio, naturalmente - osservazioni e proposte scaturite dagli emendamenti e soprattutto dal dibattito, nonché le raccomandazioni del coordinamento europeo della Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite che chiede la selezione del personale per bandi di concorso o, viceversa, per acquisizione di figure già Pag. 15presenti nella pubblica amministrazione. Deve trattarsi naturalmente di persone competenti ed adeguate alla funzione che dovranno svolgere in seno alla Commissione dei diritti umani. Quindi, in particolare il lungo emendamento 7.500 della Commissione è frutto di un lavoro che ha tenuto conto di suggerimenti e proposte in questa direzione.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
TANA DE ZULUETA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, ho presentato vari emendamenti all'articolo 7. Vorrei chiarire che li ritiro perché li considero accolti nella sostanza dagli emendamenti della Commissione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Comunico che anche il gruppo dei Verdi ha terminato i tempi previsti dal contingentamento.
Ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo all'emendamento Cota 7.1.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, dico molto sinteticamente - poi vedremo sui singoli emendamenti - che ci asterremo da alcune votazioni: infatti, non è concepibile non prevedere alcuna misura per istituire questi uffici, però contemporaneamente non ci piacciono le quantità e le modalità con cui essi vengono istituiti.
Quindi, per essere chiari, si imporrà l'astensione dal voto su alcune proposte emendative; esprimeremo voto favorevole, naturalmente, su taluni nostri emendamenti perché riteniamo ridondanti certe strutture, i numeri, le assunzioni di personale previsti.
Chiaramente, non vogliamo negare in radice il principio che si debbano istituire delle strutture. Quindi, questo comporterà - lo dico anche ai colleghi di gruppo - alcune votazioni a favore di nostri specifici emendamenti e alcune astensioni dal voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 357
Astenuti 57
Maggioranza 179
Hanno votato sì 23
Hanno votato no 334).
Passiamo all'emendamento 7.503 della Commissione.
Avverto che, a seguito dell'eventuale approvazione dell'emendamento 7.503 della Commissione, risulteranno preclusi gli emendamenti da Costa 7.63 a 7.500 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, intervengo perché gli emendamenti successivi sono tutti preclusi e diversi portano la mia firma. Condivido tutto sommato lo spirito dell'emendamento della Commissione: è logico ed auspicabile, quando si crea una struttura nuova, prevedere l'assunzione tramite concorso ma anche, per alcune competenze specifiche, la possibilità di ricorso alla chiamata diretta. Vorrei solo confermare che questa struttura è troppo pesante: prevedere personale Pag. 16in numero così elevato mi sembra veramente esagerato, quando ci sono molte authority - per esempio, quella per la corruzione, per la contraffazione - che hanno un organico ridotto all'osso.
Mi sembra più che altro - e questa è purtroppo la figura che poi alla fine la maggioranza fa - che anche la dotazione organica di questa Commissione dimostri che essa sia semplicemente un regalo, un compenso politico che si dà alla sinistra radicale la quale persegue un obiettivo lontanamente condivisibile, dato che in Italia violazioni di diritti umani non ce ne sono. Nel nostro paese, infatti, c'è una magistratura che esercita la sua funzione in maniera complessivamente adeguata ai fini della tutela della libertà. Aver costruito questo Molock burocratico mi sembra davvero un modo per non tenere in considerazione l'interesse pubblico e soprattutto il rispetto del denaro pubblico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, poiché l'eventuale approvazione dell'emendamento 7.503 della Commissione precluderebbe gli emendamenti successivi, di cui sono il primo firmatario, mi permetto di dire, come ha poc'anzi evidenziato il collega Cirielli, che la struttura della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, nella misura di cento unità, è assolutamente pesante. A tale riguardo, avevamo proposto, a seconda di come si volesse strutturare l'ufficio della Commissione, un organico di venticinque, quaranta o cinquanta unità, ma, come detto, i miei emendamenti purtroppo rischiano di essere tagliati fuori dall'approvazione dell'emendamento della Commissione. Nonostante ciò, insistiamo nel merito di essi.
Ai colleghi della maggioranza, che vogliono comunque approvare il provvedimento in esame, sottolineo un aspetto che ritengo molto importante, vale a dire che così facendo rischiano di mettere in corsa un soggetto molto claudicante. Il provvedimento in esame diventa infatti la risultante della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e della specifica sezione destinata ad occuparsi dei diritti dei detenuti.
Questa dismetria nell'organico si produrrà senz'altro perché praticamente una buona metà del personale sarà vincolato ad occuparsi soltanto di garantire i diritti dei detenuti. Per tale ultimo motivo, risulta ancora più inaccettabile la misura pletorica di questi dipendenti, tenuto conto che la metà di essi, lo ripeto, sarà destinata e «prosciugata» dalla specifica sezione di garanzia dei detenuti.
Colleghi, vi accorgete di quale danno arrecate a quell'organo, non solo in termini economico-finanziari, sia pure importanti, ma soprattutto dal punto di vista della funzionalità?
In conclusione, non possiamo votare a favore dell'emendamento «riassuntivo» della Commissione e richiamiamo l'attenzione di tutti i colleghi sul senso concreto e reale delle nostre eccezioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, pensavo che si potesse giungere, condiviso l'obiettivo finale del provvedimento, ad un miglioramento del testo e che ciò sarebbe passato anche attraverso un «dimagrimento» della struttura organica.
Il Presidente del Consiglio dei ministri, Prodi, al momento del suo insediamento aveva testualmente dichiarato: gli sprechi individuati dai miei ministri vanno al di là di ogni immaginazione, strutture duplicate, servizi inutili formati da società esterne, staff debordanti. Tuttavia, quanto si vuole realizzare con tale provvedimento non mi sembra il modo migliore per rimediare alle storture evidenziate dal Presidente Prodi.
Debbo dire, inoltre, che la previsione di un organico fino a cento dipendenti si pone in assoluta controtendenza rispetto alla prassi di ridurre la burocrazia e il Pag. 17personale degli enti pubblici. Teniamo conto, altresì, che all'articolo 8 del provvedimento sono previste e istituzionalizzate le consulenze; vi è cioè una norma ad hoc - un'anomalia in un provvedimento legislativo - che autorizza il ricorso a consulenze esterne per un importo compreso tra duecentocinquanta e trecentomila euro.
In conclusione, il «dimagrimento» di una struttura elefantiaca, che appare assolutamente sproporzionata rispetto agli obiettivi finali, è a mio avviso compito di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, l'emendamento 7.503 della Commissione è in effetti condivisibile perché raccoglie molte delle sollecitazioni provenienti anche da parte del gruppo dell'UDC. Con tale emendamento, infatti, si prevede una maggiore trasparenza nella selezione anche dei componenti l'organico dell'ufficio alle dipendenze della Commissione. Certo, si prevede un contenimento della spesa e vi è un'individuazione più evidente dei limiti entro la quale tale spesa deve mantenersi.
Formuliamo alcune riserve sulla consistenza numerica dell'organico, ma in effetti non abbiamo elementi di certezza per affermare che essa sia assolutamente esuberante, al contrario di quanto hanno fatto i colleghi che mi hanno preceduto. Ritengo si tratti di un numero apprezzabile e lo si valuterà nel prosieguo, perché il limite massimo che si stabilisce è di cento unità. Certo, si apprezzeranno nel corso dei lavori di questo costituendo organismo le reali necessità.
È positivo il fatto che si disponga l'assunzione con pubblico concorso, così come era stato chiesto. Vi è la disciplina della fase transitoria, quella iniziale, nella quale si consente anche di chiamare direttamente personale qualificato, ma già selezionato attraverso pubblico concorso, e tale chiamata diretta può avvenire nell'ambito del personale dipendente pubblico. Dunque vi è un altro requisito di apprezzabilità delle qualità personali e professionali di tali persone e vi è altresì un numero ridotto di distacchi che possono essere disposti.
Credo pertanto che l'emendamento in esame risponda a tutte le esigenze che noi abbiamo rappresentato nel corso dei lavori in Commissione e per tale ragione preannunzio il voto favorevole da parte del gruppo UDC su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per ribadire la contrarietà alle disposizioni proposte dalla Commissione, perché esse, a mio modo di vedere, non fanno altro che perpetuare un classico difetto italiano, ossia quello di ingigantire, di burocratizzare alcuni organismi stravolgendone le funzioni.
Nel corso del dibattito ho ascoltato alcuni colleghi parlare di distacchi, di assunzioni dirette, di un organico complessivo. Ma ci rendiamo conto che l'obiettivo di questa Commissione è quello di garantire alcune funzioni essenziali, il rispetto di alcuni diritti essenziali? Contemporaneamente dibattiamo sull'assunzione o meno di personale fino a cento unità? Mi sembra di vivere in un altro periodo. Nel momento in cui si parla di contrazione della spesa pubblica definiamo questo organismo, lo allarghiamo a dismisura, travisandone completamente i compiti e gli obiettivi e ciò conferma anche le ambiguità di un provvedimento che, pensato per l'istituzione di una struttura, in realtà rischia non soltanto di stravolgerne le funzioni, ma di trasformarla in una sede di discussione permanente, vanificando gli obiettivi per cui per è nata.
Per tali motivi esprimo il mio orientamento nettamente contrario all'emendamento 7.503 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 18
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.503 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 275
Astenuti 150
Maggioranza 138
Hanno votato sì 268
Hanno votato no 7).
Sono conseguentemente preclusi gli emendamenti da Costa 7.63 a 7.500 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 7.66, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 270
Astenuti 162
Maggioranza 136
Hanno votato sì 40
Hanno votato no 230).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Benedetti Valentini 7.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 10.38)
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, questo emendamento si commenta da solo per chi sia attento. Abbiamo sostanzialmente dimezzato lo stanziamento conseguente al dimezzamento ottenuto anche nella parte strutturale del provvedimento stesso. Abbiamo ritenuto che sia sufficiente questa dotazione, per la nostra visione dell'organismo. Naturalmente, chi ha una visione diversa si attesta sulla previsione di partenza, ma ci si dovrebbe spiegare cosa giustifichi un così imponente impegno, pari a 3.300.000 euro.
La nostra è una proposta che mira anche a stimolare un chiarimento nel merito, che in Commissione non abbiamo ottenuto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti Valentini 7.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 402
Astenuti 23
Maggioranza 202
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 228).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 7.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale Pag. 19la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 399
Astenuti 24
Maggioranza 200
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 220).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.501 della Commissione.
Ricordo che il parere della Commissione bilancio sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione è favorevole, ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del regolamento, a condizione che, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, sia approvato l'emendamento 7.501 della Commissione. Dalla sua approvazione discenderà la preclusione dell'emendamento Cota 7.7.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.501 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 418
Astenuti 12
Maggioranza 210
Hanno votato sì 275
Hanno votato no 143).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 7.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 365
Astenuti 62
Maggioranza 183
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 231).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Benedetti Valentini 7.18 e Boscetto 7.71.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, vorrei segnalare come, ancora una volta, si confermi l'assenza della volontà di contenere le spese, che era il punto centrale, ovviamente dichiarato e proclamato, del programma del Governo di centrosinistra. Tuttavia, è giusto che ciò rimanga agli atti, senza che l'onorevole Boato esprima il dissenso, anche in maniera offensiva, come ha fatto in precedenza (così mi hanno segnalato alcuni colleghi). Penso che lei si debba andare a guardare il mio percorso di vita...
MARCO BOATO. È quello che ho guardato!
EDMONDO CIRIELLI. ... ciò che ho fatto io (ho servito la patria e la nazione) e quello che ha fatto lei!
MARCO BOATO. È quello che ho guardato!
EDMONDO CIRIELLI. Si vergogni, onorevole Boato!
Pag. 20PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Benedetti Valentini se, dopo l'intervento dell'onorevole Cirielli, ritenga di voler intervenire.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, vorrei solo ricordare che l'emendamento in oggetto non prevede una generica contrazione di spesa, ma si riferisce alle spese di funzionamento dell'ufficio posto alle dipendenze della Commissione, di cui al comma 4, vale a dire le spese di mantenimento della struttura in sé e per sé. Non inerisce neanche alla funzionalità del medesimo.
Il contenimento della spesa da 1.500.000 a 1.000.000 mi sembra ciò che un buon amministratore dovrebbe fare. Quindi, insistiamo per la votazione del mio emendamento 7.18.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 7.18 e Boscetto 7.71, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 410
Astenuti 21
Maggioranza 206
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 229).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.502 della Commissione. Ricordo che il parere della Commissione bilancio sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione è favorevole, ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, a condizione che, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, sia approvato l'emendamento 7.502 della Commissione. Dalla sua approvazione discenderà la preclusione dell'emendamento Cota 7.11.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.502 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 425
Astenuti 6
Maggioranza 213
Hanno votato sì 263
Hanno votato no 162).
Prendo atto che l'onorevole Incostante non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Ricordo che l'emendamento Cota 7.11 è precluso.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 7.13, Benedetti Valentini 7.19 e Boscetto 7.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, l'emendamento in oggetto riguarda il passaggio anche in deroga alle disposizioni sulla contabilità generale dello Stato. Vi sono casi eccezionali nei quali si ricorre a quest'eccezione, ma per motivatissime ragioni e anche con l'apprestamento di determinate garanzie.
Vorremmo che l'onorevole relatrice ed il Governo, qualora fosse in sintonia con la medesima, ci spiegassero perché, in questo caso specifico, si dovrebbe andare in deroga alle disposizioni sulla contabilità generale dello Stato nell'amministrare ed impiegare queste risorse; altrimenti dobbiamo attestarci, con vigore, sul nostro emendamento. Vorremmo un chiarimento sulle ragioni che supporterebbero quest'inopinata deroga.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, intendevo porre alla relatrice la stessa domanda avanzata dall'onorevole Benedetti Valentini, perché guai se questa formula, «anche in deroga alle disposizioni sulla contabilità generale di Stato», diventasse una clausola di stile!
Se la prevediamo per ogni cosa, cosa succederà nella contabilità dello Stato?
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, lei ha posto alcune domande, ma non credo che la relatrice intenda intervenire al riguardo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, come è stato ricordato, si tratta di una formulazione che compare nelle norme di tutte le autorità di garanzia. Voglio, inoltre, aggiungere che, secondo il comma 6 dell'articolo 7 del provvedimento in esame, il regolamento viene emanato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, con il ministro dell'interno e con il ministro della giustizia, previo parere della stessa Commissione.
Credo che vi siano tutte le garanzie per un'assoluta correttezza e trasparenza.
È stata posta una domanda, ma i colleghi che l'hanno avanzata hanno partecipato anche ai lavori della Commissione affari costituzionali, nella quale è stato più volte chiarito il problema.
L'onorevole Cirielli non è presente in Commissione e, pertanto, a lui è dovuta questa spiegazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 7.13, Benedetti Valentini 7.19 e Boscetto 7.20, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 230).
Prego i colleghi di votare per sé. Mi raccomando, in particolare, ai presidenti di gruppo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.504 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, posto che voterò sempre contrariamente al Governo, mi sono permesso di fare una divisione.
All'articolo 1 si prevede uno stanziamento di 2.340.000 euro annui per le retribuzioni dei nove commissari. Basta dividere questa cifra per 9 e poi per 12: risulterà che questi commissari guadagneranno 21.667 euro al mese, ammesso che la retribuzione del presidente sia la stessa dei commissari. Mi pare veramente eccessivo! Leggiamo su tutti i giornali che simili stipendi sono fuori dal mondo e, pertanto, preannunzio l'espressione del voto rigorosamente contrario, perché stiamo sprecando dei soldi pubblici.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.504 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 22
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 267
Astenuti 166
Maggioranza 134
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 427
Astenuti 7
Maggioranza 214
Hanno votato sì 263
Hanno votato no 164).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.500 ed invita i presentatori a ritirare tutte le altre proposte emendative riferite all'articolo 8, esprimendo altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 8.500 della Commissione ed esprime, quanto alle restanti proposte emendative, parere conforme a quello dal relatore.
PRESIDENTE. Ove dunque i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo quindi alla votazione degli identici emendamenti Cota 8.1, Benedetti Valentini 8.6 e Boscetto 8.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, desidero ricordare che gli identici emendamenti in esame propongono di sopprimere l'articolo 8 del provvedimento, in quanto, in detto articolo, si prevede che la Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, nei casi in cui la natura tecnica o la delicatezza delle questioni sottoposte alla sua valutazione lo richiedano, può avvalersi, nel limite massimo di spesa di 250 mila euro annui, dell'opera di esperti, remunerati in base alle vigenti tariffe professionali. Il comma 2 del medesimo articolo recita, altresì, che la stessa Commissione può avvalersi del contributo di università e di centri di studio e di ricerca, nonché di organizzazioni non governative e via dicendo.
È il primo comma a lasciarci del tutto perplessi, signor Presidente. Infatti, questa struttura dispone già di un organico di cento dipendenti; inoltre, come ci è stato spiegato, le competenze tecniche dei membri della authority in questione dovrebbero essere molto elevate: quindi, non dovrebbe sussistere la necessità di ricorrere ...
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Boscetto...!
GABRIELE BOSCETTO. ...ad un ausilio; si decide, invece, che è possibile remunerare dei professionisti per sottoporre loro quesiti di natura tecnica.
In questo caso, dunque, da una parte si tende a sottrarre competenze e, dall'altra, ad attribuire...
PRESIDENTE. Grazie...!
GABRIELE BOSCETTO. ...incarichi remunerati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, desidero intervenire sul punto per richiamare l'attenzione degli onorevoli colleghi, nonché di coloro che, attraverso i mezzi informatici, televisivi o radiofonici, stanno seguendo i nostri lavori. In questo caso, infatti, vi sono due impostazioni assolutamente diverse.
La prima è quella della maggioranza, che vuole probabilmente «riciclare» i politici ed altri soggetti - se non peggio! - nell'esercizio di queste funzioni delicatissime, ma, poi preso atto della loro incompetenza, prevede la possibilità di avvalersi di consulenze, sulla scia di un fenomeno, già largamente condannato, manifestatosi a livello di regioni, comuni ed enti locali. Si tratta di uno scandalo che, al contrario, dovrebbe essere stroncato!
Noi vogliamo adottare, invece, una linea più rigorosa, prevedendo che la Commissione in oggetto sia dotata di un personale ristretto, qualificato ed in possesso di numerosi requisiti professionali, il quale non abbia successivamente bisogno di mutuare competenze o di ricorrere a consulenze esterne alla propria compagine! In altri termini, desideriamo una dotazione di personale più ridotta, mentre voi intendete costituire una authority dotata di cento unità di personale, prevedendo non solo una spesa considerevole, ma anche il ricorso remunerato a consulenze esterne.
Ritengo, dunque, che tutto ciò non sia corretto e che non garantisca né la funzionalità degli organismi, né quella politica di risparmio che, a parole, andate declamando...
PRESIDENTE. Grazie...!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. ...ma che i cittadini pretendono!
PRESIDENTE. Grazie...! Grazie!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. È questo il motivo per il quale insistiamo, con forza, per la votazione degli specifici identici emendamenti in esame...
PRESIDENTE. La ringrazio...!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. ...che non consentono detto ricorso a consulenze esterne!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sottolineare che l'articolo che intendiamo sopprimere rappresenta lo spreco degli sprechi: infatti, già riteniamo inutile costituire la Commissione in oggetto e, come giustamente ricordato dal collega Brigandì, le retribuzioni per i vari commissari sono soldi «buttati via»! In più, lo spreco degli sprechi viene integrato dal comma 1 dell'articolo in esame, il quale - non bastando commissari che percepiscono un'indennità di oltre 21 mila euro al mese, né un organico di cento dipendenti - prevede che occorra spendere anche 250 mila euro annui in consulenze. Quindi, tale disposizione si commenta da sola!
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che anche questo punto è stato oggetto, in sede di Commissione, di una discussione molto ampia. Ricordo, in particolare, che il comma 2 dell'articolo 8 del provvedimento in esame, accolto nel testo unificato della I Commissione, faceva parte di una proposta di legge presentata dai colleghi del gruppo dell'UDC.
Segnalo, altresì, che il comma 1 dell'articolo in oggetto è stato il frutto di una Pag. 24lunga discussione, soprattutto in ordine ad alcune proposte emendative, presentate da diversi deputati - in particolare, dai colleghi appartenenti al gruppo Popolari-Udeur -, che avevano affrontato tale tematica. Ricordo che, nel corso di un dibattito svolto in Commissione relativamente ad altre istituzioni (in particolare, con riferimento anche alla Commissione parlamentare antimafia), si era evidenziata l'esigenza di fissare un limite al ricorso alle consulenze. Credo, infatti, che tutti noi condividiamo l'esigenza di adottare un rigore ed una determinazione maggiori per quanto concerne tali spese. Per questa ragione non solo abbiamo proposto una cifra inferiore rispetto a quella prevista in altre esperienze, ad esempio, per quanto riguarda le Autorità indipendenti e, in questo caso, anche la Commissione antimafia, ma abbiamo sottolineato che l'utilizzo di questi fondi, per i quali è previsto un tetto massimo, deve avvenire esclusivamente in casi di carattere eccezionale, qualora la natura tecnica o la delicatezza delle questioni non possano trovare una risposta adeguata da parte dei funzionari o del personale a disposizione della commissione. L'utilizzo delle consulenze sarà rimesso alla discrezionalità e alla valutazione della commissione stessa. Condividiamo il principio richiamato. Tuttavia, non si può escludere che possa determinarsi questo caso eccezionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, apprendiamo dalla relatrice che questa previsione sarebbe una norma di rigore, consistendo nella fissazione di un tetto. Ebbene, le norme generali sulle consulenze prevedono, quantomeno, che si possano attribuire consulenze esterne laddove negli organici non siano presenti adeguate professionalità. Istituzionalizzare - come si fa oggi - la previsione di consulenze porta ad eludere questa norma generale e a prevedere che la commissione potrà attribuire consulenze esterne anche laddove vi siano adeguate professionalità all'interno della stessa.
MARCO BOATO. Non è così!
ENRICO COSTA. Facciamo attenzione a questo aspetto: quantomeno, in assenza della norma, vi è un principio generale che consente un adeguato controllo anche da parte della Corte dei conti. Attraverso la previsione legislativa tale controllo non potrà più esservi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anche la mia è una voce di protesta per questo modo di procedere già illustrato adeguatamente dal collega Boscetto alle cui considerazioni mi unisco volentieri.
Ripeto quanto detto prima, ma con maggiore enfasi. In un momento in cui si tratta di comprimere la spesa pubblica noi, rispetto ad un argomento delicato come questo, parliamo di consulenze. Viene il dubbio che, in realtà, si sia voluto affrontare questa situazione per soddisfare altri obiettivi.
In ogni caso, come si fa a parlare di consulenze senza porsi il problema non solo del risparmio che dovremmo porre in essere, ma anche del conflitto di competenze, del conflitto di attribuzioni, del caos vero e proprio...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
FABIO GARAGNANI. ...che si ingenererebbe all'interno delle carceri?
Dopodiché, emerge un problema di moralità politica: quando si istituisce un organo come questo bisognerebbe pensare alla snellezza del medesimo.
PRESIDENTE. Ricordo ai gruppi che i tempi a disposizione sono esauriti. La Presidenza eccezionalmente autorizza gli interventi per un tempo breve, ma vorrei Pag. 25che intervenisse un deputato per gruppo. Non è possibile autorizzare più interventi di deputati dello stesso gruppo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, comprendo le esigenze della Presidenza, ma credo sia doveroso consentire a tutti di illustrare le posizioni rispetto agli emendamenti all'esame dell'Assemblea.
La relatrice, onorevole Mascia, ha già detto che una parte delle disposizioni di questo articolo era già contenuta nella iniziale proposta di legge a mia firma: mi riferisco alla parte concernente l'istituzione del Garante delle persone private della libertà personale.
Rispetto a questo riferimento richiamato dalla collega Mascia, ritengo di precisare che l'indicazione da me proposta aveva riguardo solo alla possibilità di avvalersi di un contributo scientifico da parte di università, centri di ricerca e associazioni. Assolutamente, non prevedeva l'ipotesi di conferire incarichi di consulenza a soggetti esterni.
Rispetto alla organizzazione della struttura ho già sviluppato in precedenza considerazioni sulla necessità di un contenimento. Ho rivolto un appello a chi governerà questi processi organizzativi affinché vi sia uno sforzo nella direzione di una limitazione della spesa e, quindi, delle risorse da utilizzare. È consequenziale la contrarietà del gruppo alla previsione e alla istituzionalizzazione di consulenze esterne con un fondo che comunque non mi sembra richiami una logica di rigore.
Quindi, anticipo - così non intervengo dopo, sempre per rispettare le esigenze di ristrettezza dei tempi - che il gruppo dell'UDC si asterrà sulla votazione dell'emendamento interamente soppressivo dell'articolo 8, mentre voterà a favore sull'emendamento soppressivo del comma 1 e sui successivi emendamenti Benedetti Valentini 8.7 e 8.500 della Commissione; esprimerà invece voto contrario sui restanti emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, ha già risposto la collega Mazzoni. L'onorevole Mascia aveva espresso delle parole che per me avevano una forte gravità politica, cioè se fosse stato vero che era una richiesta dell'UDC, ma mi fa piacere che l'onorevole Mazzoni abbia smentito.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 8.1, Benedetti Valentini 8.6 e Boscetto 8.9, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 401
Astenuti 32
Maggioranza 201
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 223).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boscetto 8.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Prego i colleghi di votare solo per sé.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 423
Astenuti 3
Maggioranza 212
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 220).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 26Benedetti Valentini 8.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Prego i colleghi di votare solo per sé.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 210).
Ricordo che il parere della Commissione bilancio sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione è favorevole ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, a condizione che, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, sia approvato l'emendamento 8.500 della Commissione. Dalla sua approvazione discenderà la preclusione dell'emendamento Cota 8.3.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.500 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 426
Astenuti 9
Maggioranza 214
Hanno votato sì 259
Hanno votato no 167).
Prendo atto che il deputato Tabacci non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Risulta quindi precluso l'emendamento Cota 8.3.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Benedetti Valentini 8.8 e Boscetto 8.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, la norma del comma 2 dell'articolo 8, secondo cui la Commissione può avvalersi del contributo di università, centri di studio, organizzazioni non governative e quant'altro, o è inutile - nel senso che, se la Commissione può operare in tal senso, non occorre dirglielo - oppure, se portasse ad istituzionalizzare il ricorso a questi organismi, si ricadrebbe in un pericolo e in una contraddizione. Pericolo perché le prestazioni devono essere retribuite (anche se non si prescrive con legge, se qualcuno compie delle prestazioni, poi chiede di essere retribuito): quindi, il primo equivoco è un po' insidioso.
Il secondo argomento è quello di prima: se abbiamo previsto delle competenze e le riteniamo valide, tutto l'apparato di sostanziale consulenza non è giustificato. Quindi, mi sembra questione di correttezza evitare pericoli anche per le finanze pubbliche, e rendere trasparente la questione del ricorso non opportuno, in linea generale, a contributi esterni, sopprimendo semplicemente questo comma, senza pregiudizio per il resto del testo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benedetti Valentini 8.8 e Boscetto 8.11, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 27
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 434
Astenuti 8
Maggioranza 218
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 258).
Prendo atto che il deputato Tabacci non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 8.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 432
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 255).
Prendo atto che il deputato Tabacci non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, solo come considerazione politica, sono soprattutto sorpreso che sulla soppressione del comma 2 non ci sia stata una sensibilità. Più analizziamo questa norma e più il Parlamento deve sapere quanto si nasconda dietro. Ebbene, sulle consulenze - oltre a centri di studio, di ricerca ed alte professionalità anche encomiabili - le finalità, guarda caso, finiscono per interessare organizzazioni non governative, organizzazioni sociali e professionali, associazioni che operano nel campo della promozione e della tutela dei diritti umani.
Se fosse ancora dubbio a cosa serva la normativa in esame alla maggioranza, l'articolo 8 li chiarisce!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 404
Astenuti 40
Maggioranza 203
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 164).
Prendo atto che i deputati Tenaglia e Tabacci non sono riusciti a votare e che quest'ultimo avrebbe voluto astenersi.
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro di tutte le proposte emendative presentate, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Pag. 28
PRESIDENTE. Sta bene.
Ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cota 10.1, Benedetti Valentini 10.4 e Boscetto 10.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, gli emendamenti in esame propongono di sopprimere l'articolo 10 in quanto la previsione secondo la quale «Il Garante coopera con i garanti dei diritti delle persone private della libertà personale, o figure analoghe, ove istituiti in ambito regionale, provinciale o comunale, (...) avvalendosi dei loro uffici e del relativo personale sulla base di apposite convenzioni» ha generato in noi molti dubbi.
Probabilmente, se fosse stata prevista la collaborazione soltanto con i garanti istituiti in ambito regionale, l'articolo 10 sarebbe potuto apparire ragionevole; al contrario, la previsione della cooperazione con garanti provinciali ed addirittura comunali e dell'avvalimento dei loro uffici e del relativo personale rischia, da un lato, di non garantire né privacy né efficienza...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GABRIELE BOSCETTO. ...e, dall'altro, di produrre l'effetto rebound di indurre tanti comuni ad istituire loro uffici soltanto per mettersi in contatto con il Garante. Ne risulterebbe una rete non più controllabile. Questo è il motivo che ci ha indotto a presentare gli emendamenti soppressivi in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, la prego di usarci la cortesia e di avere la pietà di non strozzarci le parole in gola quando affrontiamo passaggi essenziali (Commenti)...
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, lei sa che...
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, ho adoperato un termine paradossale soltanto per alleggerire il clima...
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, non consumi il suo tempo in questo modo e svolga la sua dichiarazione di voto!
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Ho capito, signor Presidente.
Invito tutti a cogliere la delicatezza dell'argomento. È previsto che il Garante possa avvalersi del personale di una miriade di uffici periferici senza che vi siano particolari garanzie di individuazione. Vi sarà un arcipelago di uffici ai quali farà capo un personale del quale non sarà semplice (non mi riferisco solo ad alcune regioni o zone d'Italia, ma a tutto il paese) andare a sindacare l'efficienza e la qualificazione, anche sotto il profilo della riservatezza e della sicurezza dei dati che dovranno essere trattati. Quali conseguenze produrrà prevedere che il Garante possa avvalersi di analoghi uffici regionali e comunali e del relativo personale e cosa significhi «avvalersi» Dio solo lo sa! Nell'ultimo periodo, si stabilisce...
PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole Benedetti Valentini, ma debbo invitarla a concludere.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. ...che in nessun caso il Garante può delegare l'esercizio delle sue funzioni. Da una parte, neghiamo che possa delegare; dall'altra, prevediamo che possa avvalersi dei predetti uffici. Vi ponete il problema di cosa possa accadere?
PRESIDENTE. Il suo pensiero è chiarissimo, onorevole Benedetti Valentini...
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Desidererei che la relatrice ed il Governo ci dicessero qualcosa al riguardo.
Pag. 29PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente vorrei che quest'Assemblea riflettesse sul seguente dato: voi non avete ancora attuato la Convenzione europea per la tutela delle vittime di reati violenti. In altre parole, se non si tratta di agenti di polizia, le vittime di reati violenti non hanno alcuna forma di risarcimento!
Questa è la situazione e voi andate ad istituire ben tre garanti dei detenuti, con tutta una serie di spese. Allora, il messaggio che l'Assemblea dà all'esterno è vergognoso! Questo articolo è una vergogna!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli, che invito ad essere sintetico, essendo già intervenuto un altro deputato del suo gruppo. Ha facoltà di parlare, onorevole Cirielli.
EDMONDO CIRIELLI. Sarò telegrafico, signor Presidente. L'istituzione di questo garante dimostra la sfiducia che la maggioranza ha nella magistratura di sorveglianza, che ritengo svolga egregiamente il suo lavoro. Evidentemente, la voglia e la fretta di procedere a nuove assunzioni e di creare questi moloch burocratici superano il rispetto delle istituzioni. Rispondendo al collega Benedetti Valentini, che è troppo ingenuo, rilevo che c'è scritto il modo nel quale si procederà, ovvero tramite convenzioni. Il funzionamento di questa miriade di uffici che si creeranno a livello periferico avverrà con il solito sistema che la sinistra usa soprattutto al sud per avere il consenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guadagno. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, volevo richiamare la vostra attenzione sul fatto che, da un mese e mezzo, è in attesa di giudizio a Regina Coeli un detenuto brasiliano, che è in isolamento: niente ora d'aria, nessun momento di socialità, come andare a messa, lavorare o usufruire di attività ricreative, quali emeroteca e biblioteca. Perché è in isolamento? Perché il detenuto è omosessuale. Del caso, per fortuna, si sta interessando il Garante dei diritti dei detenuti, Angiolo Marroni, ma Regina Coeli è a Roma e Roma è nel Lazio e il Lazio è una regione che ha la fortuna di avere un garante che si occupa anche di questi casi.
PAOLO UGGÈ. Presidente, ma cosa c'entra?
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. La realtà in Italia è a macchia di leopardo e ci sono molte regioni in cui, invece, questa figura manca. Allora, credo sia molto importante che, dove c'è già la figura del garante regionale, si possa cooperare e mettere a frutto gli studi e le esperienze già maturate dai garanti regionali nelle realtà locali. Dove non ci sono queste figure, l'istituenda Commissione potrà garantire che anche detenuti che sono incarcerati in regioni ove questa figura è inesistente possano veder tutelati i propri diritti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, colleghi, intendo sottolineare l'importanza dell'articolo al nostro esame, proprio perché è volto a valorizzare le realtà locali. Ritengo sia utile verificare cosa sta succedendo nel nostro paese: ben otto regioni italiane, già da anni, hanno istituito il garante regionale, molti comuni capoluoghi sede di carceri hanno istituito il garante comunale ed una sola provincia, quella di Milano, ha istituito il garante provinciale. L'articolo è importante proprio perché tenta di coordinare le realtà più attive e sensibili che, da anni, stanno lavorando. Il carcere deve essere inserito nel territorio, avere un rapporto immediato Pag. 30con le istituzioni locali e gestire direttamente i progetti finanziati dalle regioni o dai comuni. È indispensabile che l'inserimento lavorativo e sociale sia concretizzato e non rimanga soltanto una previsione sulla carta. I garanti regionali sono stati un'ottima iniziativa ed hanno dato ottimi risultati. L'articolo, tentando di collegare le realtà più sensibili, evita il rischio di creare un Garante nazionale scollegato dalle realtà locali.
Approfitto dell'occasione per rivolgere, da questa sede, un appello alle regioni, soprattutto quelle meridionali, che sono state meno sensibili al problema delle carceri, in modo che esse provvedano quanto prima ad istituire il garante regionale, al fine di creare una rete capillare nel paese.
Avrei preferito che fosse soppresso l'ultimo capoverso dell'articolo 10 del provvedimento ma non è stato possibile. Infatti, ritenevo di fondamentale importanza attribuire anche al Garante nazionale la possibilità di delegare le proprie funzioni ai garanti regionali. Tuttavia, come mi è stato spiegato, per motivi tecnico-giuridici questo non è possibile. Le convenzioni e la collaborazione che io auspico con i garanti regionali saranno elementi decisivi di funzionalità e di efficacia di uno strumento innovativo e davvero significativo per questo paese (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, vorrei ricordare a questa Assemblea che stiamo discutendo del capo II del testo unificato di proposte di legge di iniziativa di colleghi sia di opposizione sia di maggioranza. La proposta presentata dall'opposizione riguardava proprio questo punto specifico, anche se al riguardo sono state introdotte alcune modifiche profonde a seguito del voto inizialmente espresso dall'Assemblea, volto a ridurre fortemente la composizione della istituenda Commissione. Quindi, formalmente si prevede l'istituzione non più di un garante ma di una Commissione per la promozione e la tutela dei diritti umani che svolgerà anche alcune funzioni di garanzia rispetto alle persone detenute o comunque private della libertà personale.
A me dispiace avere ascoltato e continuare ad ascoltare, da parte dei colleghi Cirielli, Garagnani e, poco fa, anche da parte del collega Cota, espressioni di disprezzo e di rifiuto di istituzioni come questa che, peraltro, esistono nel resto d'Europa e del mondo. Ovviamente, ognuno risponde delle proprie idee e dei propri valori di riferimento, ma credo che questa impostazione sia assolutamente non condivisibile.
Da ultimo, signor Presidente, voglio ricordare che l'articolo che stiamo discutendo - questa è la ragione per la quale respingeremo gli identici emendamenti in esame - riguarda la cooperazione e la collaborazione con le istituzioni che affrontano queste materie a livello regionale, provinciale e locale. A beneficio dei colleghi del centrodestra desidero citarne alcune, in modo che capiscano che nel loro ambito c'è anche qualcuno che a questi problemi ci pensa, benché in questa Assemblea registriamo soltanto insulti o aggressioni. Ad esempio, nella regione Sicilia, che non mi risulta essere governata dal centrosinistra, con legge regionale del 19 maggio 2005 è stato istituito il Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale.
PRESIDENTE. Onorevole Boato, la prego di concludere.
MARCO BOATO. Ho quasi terminato, signor Presidente.
Nella regione Lombardia, che non mi risulta essere governata dal centrosinistra, è stata istituita analoga figura con legge regionale del 14 febbraio 2005. In Sicilia non governa la Lega Nord Padania, ma in Lombardia forse sì! Per questa ragione, siamo favorevoli all'articolo 10 e respingeremo gli identici emendamenti volti a sopprimerlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, ritengo doveroso intervenire per effettuare alcuni chiarimenti. Sono presentatrice della proposta di legge - profondamente modificata - vertente sullo stesso tema che è oggetto della discussione odierna in Assemblea. Stiamo esaminando la parte che riguarda più direttamente la mia iniziativa legislativa cioè quella relativa all'istituzione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Vorrei chiarire al collega Cota, e a quanti altri la pensino come lui, che non c'è alcuna competizione tra i diritti fondamentali delle persone private della libertà personale e i diritti fondamentali delle altre persone che egli ha citato, cioè le persone che sono state vittime di reati o di atti di terrorismo o i parenti di tali vittime. Tanto è vero che, in una logica di assoluta coerenza, ho presentato questa proposta di legge e, nel contempo, un'altra proposta, che è diventata legge, in materia di risarcimento dei danni ai parenti delle vittime di atti di terrorismo. Inoltre, sono presentatrice di una proposta di legge per il risarcimento dei danni alle vittime o ai parenti delle vittime di reati comuni. Credo che si tratti, comunque, di un argomento dotato di una sua coerenza.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, la prego di concludere.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, non sto intervenendo su ogni proposta emendativa ma sto svolgendo un unico intervento e quindi...
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, sono costretto a richiamarla in quanto il suo gruppo parlamentare ha esaurito il tempo a disposizione.
ERMINIA MAZZONI. Allora, signor Presidente, devo intervenire su ogni proposta emendativa, interrompendo questo intervento per riprenderlo più tardi? Mi dica che cosa devo fare!
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, normalmente si segue la consuetudine di concedere eccezionalmente soltanto un minuto. Lei ormai sta parlando da due minuti ed io sono costretto a seguire un criterio.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, sono d'accordo ed allora, per poter svolgere il ragionamento, prenderò la parola su ogni emendamento.
PRESIDENTE. Apprezzo questa modalità. In effetti nel suo precedente intervento si era espressa già sui successivi emendamenti.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, siamo passati ad un altro articolo. Comunque, interverrò sull'emendamento successivo. Ho iniziato la prima parte della riflessione e la proseguirò minuto per minuto. Darmi la possibilità di completare un ragionamento valido per tutti gli emendamenti sarebbe stato a mio avviso un gesto di buonsenso.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mazzoni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cota 10.1, Benedetti Valentini 10.4 e Boscetto 10.6, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 406
Astenuti 10
Maggioranza 204
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 230).Pag. 32
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cota 10.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, proseguo il ragionamento iniziato prima. Sono perfettamente coerente e ritengo che non si possa avviare o innescare una competizione impropria tra persone. Uno Stato civile e democratico ha il dovere di tutelare la garanzia dei diritti umani fondamentali e questa è l'intenzione che mi sono prefissata con la proposta di legge da me presentata.
Vorrei chiarire all'onorevole Cirielli che con l'articolo che si intende sopprimere o modificare non si istituiscono i garanti regionali né gli uffici regionali, bensì la logica di razionale cooperazione tra il Garante nazionale e gli uffici eventualmente istituiti. Tali uffici sono stati istituiti in molte regioni e non solo in quelle citate dall'onorevole Boato. Anche a livello comunale e provinciale sono stati istituiti alcuni garanti, perché esistono alcune leggi che prevedono tale figura.
Signor Presidente, mi accorgo che sta già gesticolando e pertanto proseguirò il ragionamento prendendo la parola in occasione dell'emendamento successivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 10.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 420
Astenuti 5
Maggioranza 211
Hanno votato sì 168
Hanno votato no 252).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Benedetti Valentini 10.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con le disposizioni in esame non si istituiscono nuovi uffici, ma è prevista una normale e razionale logica di cooperazione per evitare una duplicazione di atti tra il garante nazionale e quelli eventualmente istituiti a livello locale.
Sicuramente esistono perplessità sul fatto che tale cooperazione si sviluppi tramite l'utilizzazione diretta da parte del garante nazionale degli uffici e del personale dei garanti locali. Tale utilizzazione tuttavia dovrebbe essere regolamentata da apposite convenzioni stipulate dal garante con l'ente interessato.
Credo che tale previsione dovrebbe essere contenuta nel testo in quanto ritengo che la collaborazione si possa sviluppare con l'utilizzazione da parte di ciascuno dal proprio personale per la competenza riferibile al territorio di volta in volta interessato. Pertanto, credo che sia un qualcosa di più ciò che può compromettere la bontà delle iniziative e quindi della previsione di tale cooperazione.
Per tali motivi inviterò i colleghi a votare in senso favorevole all'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Onorevole Mazzoni, lei riesce ad esprimere le sue posizioni con chiarezza e sinteticità. Brava (Applausi)!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, come vede stiamo entrando nel merito delle questioni senza fare mero ostruzionismo.
Sul mio emendamento 10.5 si erano espressi favorevolmente diversi colleghi della maggioranza, appartenenti ai gruppi L'Ulivo, L'Italia dei Valori e Popolari-Udeur. Pertanto, la maggioranza potrebbe approvarlo. Vogliamo lasciare nel testo il principio della cooperazione con gli organismi locali? Va bene, tuttavia per le ragioni di prudenza già esposte chiediamo Pag. 33di togliere le parole: «Anche avvalendosi dei loro uffici e del relativo personale(...)».
Infatti, in determinati comuni - senza essere tanto precisi - in caso di scioglimento di qualche consiglio comunale, per particolari ragioni si istituiscono uffici con personale di cui poi il garante centrale andrebbe ad avvalersi. Per questo, almeno la parte dell'emendamento che non pregiudica tutto e lascia in piedi il principio della cooperazione apicale, potrebbe essere approvata. Ribadisco che i colleghi della maggioranza, consapevoli dei rischi e delle problematicità, si erano dichiarati a favore. Pertanto, su questo emendamento raccomando la massima attenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli. Ha appena parlato l'onorevole Benedetti Valentini; quindi, onorevole Cirielli, mi affido alla sua comprensione...
Prego, ha facoltà di parlare.
EDMONDO CIRIELLI. Mi accorgo che vengo sempre chiamato in causa... Comunque, Presidente, intervengo brevemente. Innanzitutto devo dire che forse io non sono bravo a stare al centro: nella mia vita, onorevole Mazzoni, sono stato sempre dalla stessa parte. Però so leggere abbastanza bene e so che con questa norma si possono istituire una miriade di nuovi uffici. È chiaro che, quando si scrive «anche avvalendosi dei loro uffici e del relativo personale sulla base di apposite convenzioni», si innesca un meccanismo certamente non virtuoso per il quale molti enti locali andranno a creare appositamente queste strutture per poi ottenere le convenzioni con il garante. Magari con la prossima finanziaria aumenterete anche le dotazioni finanziarie.
Il rispetto delle istituzioni certamente non si garantisce con norme come queste. Una istituzione cui mi riferisco è, ad esempio, la magistratura di sorveglianza, che voi state calpestando con questa norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, sarò brevissimo. Io non riesco a capire perché il collega Cirielli debba sempre avanzare la logica del sospetto rispetto ad una legge assolutamente trasparente e basata sul principio di leale collaborazione, come opportunamente e giustamente ha richiamato la collega Mazzoni poco fa.
Per quanto riguarda la questione relativa a chi abbia istituito a livello regionale analoghe figure, è chiaro che sono altri ed il collega Mellano, poco fa, lo ha ricordato anche dettagliatamente. Io ho voluto ricordare le regioni governate dal centrodestra, la Sicilia e la Lombardia. Mi si fa notare - e lo voglio dire giustamente in quest'aula - che anche la regione Lazio, quando era presidente un esponente notissimo di Alleanza Nazionale, oggi senatore, ha approvato una legge istitutiva del garante, con legge regionale del 6 ottobre del 2003, n. 31.
Ribadisco che, sul territorio, anche le amministrazioni del centrodestra hanno un atteggiamento di attenzione su questa materia che esponenti del centrodestra in quest'aula non dimostrano. L'emendamento in esame è volto a sopprimere un «pezzo» dell'articolo, ma in realtà il collega Benedetti Valentini ed altri avevano presentato un emendamento interamente soppressivo dell'articolo. Abbiamo votato contro l'emendamento soppressivo e voteremo anche contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti Valentini 10.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 34
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 231).
Prendo atto che il deputato Tocci non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 404
Astenuti 30
Maggioranza 203
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 175).
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 626-A/R ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 626-A/R ed abbinate sezione 7).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 11.500 ed invita i presentatori a ritirare tutte le restanti proposte emendative riferite all'articolo 11, esprimendo altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUIGI MANCONI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta l'emendamento 11.500 della Commissione ed esprime parere conforme al relatore sulle restanti proposte emendative.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo intese intercorse tra i gruppi parlamentari, proseguiremo l'esame del provvedimento fino alle 11,45. Avverto altresì che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Benedetti Valentini 11.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, affrontiamo ora uno degli elementi più importanti che, peraltro, è stato già esaminato in sede di discussione sulle linee generali.
La lettera a), comma 1, dell'articolo 11, se i colleghi hanno la cortesia di leggerla, recita: il Garante «esercita la vigilanza diretta ad assicurare che l'esecuzione della custodia», eccetera. Se posso permettermi di chiamarlo in questo modo, essa ripete esattamente il «mansionario» della magistratura di sorveglianza. In altre parole, è per tabulas provato che stiamo sovrapponendo e, quindi, potenzialmente facendo confliggere la competenza dell'organismo che stiamo istituendo con la magistratura di sorveglianza. Ciò darà luogo a conflitti di carattere giuridico e pratico e a contenziosi di enorme portata e di inestricabile soluzione.
Quindi, vi invito a riflettere nuovamente su questo passaggio, perché le competenze e i poteri che attribuiamo al Garante costituiscono il cuore delle funzioni della magistratura di sorveglianza; il contrasto istituzionale è di una gravità straordinaria.
EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Cirielli, ha già parlato un deputato del suo gruppo. Ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale.
Pag. 35EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, vorrei soltanto sapere se l'onorevole Violante, che è anche il presidente della Commissione e che, oltretutto, è un magistrato, può esprimere ciò che pensa oppure se c'è il commissario politico Boato che deve sempre intervenire per il partito (Commenti).
PRESIDENTE. Lasciamo perdere le polemiche personali e atteniamoci al tema.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, vorrei riprendere brevemente le argomentazioni del collega Benedetti Valentini per due motivi.
In primo luogo, la sovrapposizione di compiti e di funzioni è molto pericolosa per il sistema e, soprattutto, da un punto di vista oggettivo costituisce un atto di sfiducia nei confronti della magistratura di sorveglianza.
Quindi, se qualcosa non funziona a livello di organizzazione della magistratura, non facciamo una legge che complichi le cose, ma inoltriamo le relative denunce al Consiglio superiore della magistratura e prendiamo atto che qualcosa non funziona nella magistratura di sorveglianza.
In secondo luogo, come è noto...
PRESIDENTE. Cerchi di essere più rapido, onorevole Cota, con il secondo argomento...
ROBERTO COTA. ... la fase dell'esecuzione della pena è stata giurisdizionalizzata a seguito di numerose pronunce da parte della Corte costituzionale. Quindi, stiamo approvando una legge che, a mio parere, rivestirà anche profili di incostituzionalità.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Signor Presidente, intervengo molto velocemente perché stiamo discutendo di funzioni e di poteri di questa istituenda Commissione, che nel caso in esame svolge anche funzioni di garanzia nei confronti delle persone detenute o private della libertà personale.
Oltre alla possibilità di verificare le strutture e i regolamenti e di prevenire e risolvere i contenziosi attinenti a questa materia, la Commissione non solo non sarà in competizione con il magistrato di sorveglianza, ma servirà anche da filtro - come i colleghi ricorderanno, perché abbiamo molto discusso in sede di discussione sulle linee generali, sia in Commissione che in Assemblea rispetto al lavoro del magistrato di sorveglianza - oltre ad essere propedeutica a quella figura.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti Valentini 11.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 405
Astenuti 4
Maggioranza 203
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 236).
Prendo atto che il deputato Casini non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Saluto gli studenti della Scuola elementare capoluogo di Castelliri (Frosinone), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 11.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vorrei rivolgermi al Comitato dei nove, cominciando con la lettura dell'articolo 69, secondo comma, della legge vigente sull'ordinamento penitenziario. Ci si riferisce al magistrato di sorveglianza. Il comma 2 recita: «esercita altresì la vigilanza diretta ad assicurare che l'esecuzione della custodia degli imputati sia attuata in conformità delle leggi e dei regolamenti».
Il testo che voi vi accingete a confermare stabilisce che questa Commissione, nelle funzioni di garante, esercita la vigilanza diretta ad assicurare che l'esecuzione della custodia dei detenuti e degli internati - e via dicendo - sia attuata in conformità delle norme e dei principi stabiliti dalla Costituzione. Ritengo si tratti di una formulazione che meriti una correzione, per evitare quelle accuse non strumentali che sono state rivolte a questo testo. Il suggerimento che abbiamo dato è di sostituire le parole «esercita la vigilanza diretta» con la parola «concorre» che a nostro giudizio può risolvere il problema. E non è una questione formale, perché dire che questa autorità concorre ad assicurare che l'esecuzione della custodia dei detenuti avvenga in ossequio a quei principi significa confermare che la magistratura mantiene questo compito senza sovrapposizioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, mi stupisco che il collega intervenuto prima di me non abbia capito che non si tratta soltanto di assicurare i diritti dei detenuti, ma si tratta di assicurare una serie di diritti anche ad altri soggetti, ad esempio a quelli che vengono sottoposti, pur senza essere detenuti, a forme di limitazione della libertà personale per le loro condizioni psicologiche e psichiatriche.
Quindi, signor Presidente, qui stiamo cercando di dare lezioni di diritto e di conoscenza delle leggi, ma non abbiamo nemmeno letto il testo che è stato proposto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 11.62 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 426
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 249).
Prendo atto che il deputato Borghesi non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bosetto 11.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 431
Astenuti 8
Maggioranza 216
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 257).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 11.63.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, pensavo di aver letto con sufficiente attenzione il testo. Me ne scuso con l'Assemblea, lo approfondirò sicuramente in seguito, ma vorrei tornare sull'argomento che non ho compreso perché, se la tesi che è stata appena illustrata fosse coerente, allora sarei ancora più preoccupato. Mentre la questione relativa alla tutela doverosa delle persone detenute o ristrette ha un significato profondo in termini di garanzia, qualora la disposizione, come risulterebbe da una lettura formale di questo articolo, fosse estesa ad altro tipo di provvedimenti restrittivi della libertà personale, allora non ci sarebbe più soltanto la sovrapposizione con la magistratura di sorveglianza, ma potrebbe esserci una sovrapposizione anche di altro tipo. Faccio un esempio molto banale: è evidente che le misure previste come limitative della libertà personale dal codice processuale non sono soltanto quelle coercitive, ma sono anche quelle interdittive.
Allora, se il vostro articolo consente alla Commissione di intervenire in funzione di garante anche in relazione ad altre forme di limitazione della libertà personale, mi chiedo qual è l'interpretazione che dobbiamo dare di questo articolo. La Commissione potrà intervenire, ad esempio, nei confronti di un provvedimento emesso dal magistrato che limita la potestà dei genitori - questa interpretazione ovviamente io mi sentirei di escluderla -, oppure no? Allora perché non accettare di chiarire...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Contento.
MANLIO CONTENTO. ...questo concetto - la ringrazio Presidente, per la sua comprensione - recependo il mio emendamento?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con il suo emendamento 11.63 l'onorevole Contento pone una questione della quale si è già discusso in Commissione. Ritengo che anche in questo caso sarebbe opportuno effettuare un supplemento di valutazione perché l'aggiunta della parola «equivalenti» dopo le parole «altre forme» di detenzione, sembra essere migliorativa del testo e ci aiuta ad eliminare eventuali dubbi, così come l'onorevole Contento ha prospettato nel suo intervento.
Invito pertanto la relatrice a riflettere su questa possibilità perché con l'istituzione di questo Garante dei diritti dei detenuti stiamo tentando di migliorare la situazione delle strutture detentive, soprattutto le condizioni di detenzione delle persone e stiamo anche cercando di non sottrarre al magistrato di sorveglianza competenze, ma semmai di ridurre il sovraccarico di impegni di quest'ultimo senza interferire però con la normativa vigente.
In conclusione, preannuncio il voto favorevole sull'emendamento in esame e mi auguro che vi sia un ripensamento anche da parte della relatrice e della maggioranza.
PRESIDENTE. Mi pare di capire però che non c'è alcun cenno di modifica dell'orientamento precedentemente espresso dalla relatrice.
Passiamo dunque ai voti.
Colleghi, ognuno voti per sé!
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 11.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 435
Maggioranza 218
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 223).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 11.64.Pag. 38
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, riteniamo che questa parte dell'articolato sia quella relativa alla sovrapposizione di cui abbiamo parlato in precedenza. In sostanza, il provvedimento in esame consente all'interessato di rivolgersi alternativamente al magistrato di sorveglianza o alla Commissione.
Signor Presidente, che cosa succede se le indicazioni della Commissione in funzione di garante non vengono accolte? Che tutta questa vicenda e questa istruttoria viene rimessa al magistrato di sorveglianza che decide con un'ordinanza impugnabile in Cassazione.
Signor Presidente, non so se questa sia l'eterogenesi dei fini, certo mi pare una questione abbastanza singolare: si parte con una alternativa e, alla fine, si torna al magistrato di sorveglianza! Desideravo segnalare all'Assemblea soltanto questo piccolo particolare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 11.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 430
Astenuti 5
Maggioranza 216
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 247).
Prendo atto che il deputato Lovelli non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cota 11.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Scusi, onorevole Presidente, ma gli emendamenti Cota 11.6 e 11.20?
PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, non sono stati segnalati.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Va bene.
Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Cota 11.21 per fare, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, un distinguo necessario.
Debbo invitare i colleghi del gruppo della Lega Nord Padania, con i quali siamo in sintonia su molti argomenti, a non insistere nella votazione di questo emendamento e a ritirarlo. Dico ciò perché il gruppo di Alleanza Nazionale non condivide, in particolare, quanto si prevede al comma 1, lettera c), dell'articolo 11, in cui leggo testualmente: verifica che le strutture edilizie pubbliche adibite alla restrizione della libertà delle persone siano idonee a salvaguardarne la dignità con riguardo al rispetto dei diritti fondamentali.
Noi riteniamo che se questo organismo debba avere una funzione - e siamo d'accordo su ciò - essa debba essere proprio quella di aiutare a verificare che le strutture siano idonee a salvaguardare la dignità delle persone che, ancorché condannate, e magari anche per gravi reati, sono tuttavia sempre portatrici di esigenze di tutela della dignità della persona. Ora, su questo aspetto non siamo né «buonisti», né «anti-buonisti», siamo semplicemente garanti della dignità della persona, dalla parte di Caino e dalla parte di Abele; lo ripeto, lo siamo dal punto di vista della dignità. Siamo con Abele sotto il profilo della tutela dell'ordine e dei diritti, ma sui diritti fondamentali della persona non vi può essere distinzione.Pag. 39Vorremmo, quindi, che questo emendamento fosse ritirato, altrimenti noi dovremo, nostro malgrado, votare contro, perché quella esposta è una delle funzioni che vorremmo riservare effettivamente al Garante della condizione dei detenuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, noi abbiamo presentato questo emendamento - al pari degli altri che abbiamo presentato - perché riteniamo che questo provvedimento sia inutile. Certamente, deve essere garantita la salvaguardia della dignità dei detenuti - ci mancherebbe altro! - ma la salvaguardia della dignità dei detenuti non la fa, o non la consegue, un organismo che è un inutile «carrozzone». La salvaguardia della dignità dei detenuti è rimessa all'applicazione delle norme costituzionali e delle norme ordinarie, che vengono appunto applicate dai magistrati, in questo caso dalla magistratura di sorveglianza. Creare, dunque, un organismo che è un «doppione» significa realizzare un ente inutile e lanciare un messaggio sbagliato, ossia che le vittime dei reati non hanno tutela, mentre gli autori dei reati stessi devono avere una tutela addirittura «raddoppiata».
PRESIDENTE. Saluto gli studenti delle Scuole medie statali Felice Orsini e Gerolamo Mercuriali di Forlì, e Luigi Pirandello di Comiso, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 11.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 429
Astenuti 6
Maggioranza 215
Hanno votato sì 31
Hanno votato no 398).
Prendo atto che il deputato Minardo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame del provvedimento, nonché il seguito degli ulteriori provvedimenti con votazioni previsti per la seduta odierna sono rinviati ad altra seduta.
Sull'ordine dei lavori (ore 11,45).
ANGELO ALESSANDRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, chiedo che il Governo renda un'informativa urgente in merito ad una segnalazione che mi è giunta poche ore fa. Su una nave che batte bandiera panamense, della società MSC crociere, la Sinfonia, partita dal Brasile alcuni giorni fa, sono saliti a bordo circa quaranta boliviani senza permesso di soggiorno in Europa. Ieri, tale nave è stata fermata a Valencia, circondata dalla polizia, con l'attenzione dei mezzi di comunicazione ed anche del Governo spagnolo, ed arriverà domani mattina nel porto di Genova. Come dire, che a Valencia, in Spagna, non li fanno sbarcare, ma ce li mandano a casa nostra!
A mio avviso, sarebbe molto importante capire dal Governo la situazione, per domani mattina, garantendo una certa presenza, e verificare tale situazione, consultandosi anche con le autorità brasiliane e spagnole, cercando di sapere, come Parlamento, cosa stia accadendo, considerato che in Spagna se ne parla e da noi no.Pag. 40Sarebbe anche importante tentare di capire quali siano le responsabilità, perché ritengo che le autorità portuali del Brasile, ed anche la società MSC crociere abbiano, in qualche modo, omesso una verifica completa della situazione.
Chiedo pertanto se il Governo sia disponibile a venire a spiegare cosa sta accadendo.
PRESIDENTE. Il Governo ha ascoltato la sua richiesta e farà le sue valutazioni. Comunque, informeremo immediatamente, in merito, il Presidente della Camera.
Le ricordo, onorevole Alessandri, che le informative del Governo sono iniziative ovviamente eccezionali, non sono la norma. La norma prevede che ogni parlamentare abbia a disposizione la possibilità di accedere agli strumenti del sindacato ispettivo e, quindi, possa interpellare il Governo per questioni di tal genere.
In ogni caso, lo ripeto, la sua richiesta sarà trasmessa al Presidente della Camera, che cercherà di discuterne con il Governo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 12 con lo svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 12.
Svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
(Espulsione di una cooperante italiana effettuata dalle autorità di sicurezza israeliane - n. 2-00424)
PRESIDENTE. L'onorevole Burgio ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00424 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, ringrazio il viceministro di essere presente in aula per rispondere alla mia interpellanza urgente che solleva una problema, prendendo spunto da una vicenda specifica che già è stata oggetto di un atto di sindacato ispettivo presentato nella Commissione affari esteri dal collega Alì Khalil e già discusso con il viceministro Sentinelli.
L'episodio in questione vede come protagonista una cooperante italiana, inserita in un progetto di cooperazione finanziato dalla regione Toscana e portato avanti dal comune di Vinci. Tale progetto è volto all'insediamento di reparti pediatrici in quattro ospedali palestinesi ed è stato elaborato con il partenariato di Medical relief di Ramallah.
La cooperante, dottoressa Dametti, è stata nominata dalla regione Toscana e, in particolare, dal comune di Vinci come persona addetta al monitoraggio sullo sviluppo del progetto di cooperazione. Margherita Dametti è una cooperante ormai sperimentata, con una grande esperienza. Attualmente, frequenta un master presso l'università di Pavia sulla cooperazione internazionale e lo sviluppo e, da molto tempo, collabora con il Medical relief di Ramallah e con la alcune regioni italiane, fungendo, come prescrive la cooperazione, da interfaccia tra i destinatari dei progetti e le autorità mittenti che sovrintendono queste operazioni. Nel tempo, come cooperante, ha avuto rapporti con le regioni Campania, Emilia e Piemonte e attualmente con la regione Toscana. Ha seguito le pratiche riguardanti il trasferimento dei bambini palestinesi all'ospedale Cardarelli. Ha mediato vicende che si sono concluse con alcuni trapianti di fegato. Questo è il pregresso.
Il 9 gennaio 2007, la dottoressa Dametti si reca in Israele per svolgere la sua attività, munita preventivamente di tutti i documenti e dei visti necessari (sulla faccenda dei visti tornerò in sede di replica). L'ambasciata italiana, preventivamente avvisata di questo viaggio, ha informato, a sua volta, le autorità dell'aeroporto di Ben Gurion, destinazione del volo. All'aeroporto di Ben Gurion si verifica l'episodio che è all'origine di questa interpellanza.Pag. 41
La dottoressa Dametti, appena scesa dall'aereo, è fermata dalle autorità di sicurezza israeliane, le quali le requisiscono i documenti, le comminano un provvedimento di espulsione e la sottopongono ad un trattamento che potremmo definire rude, visto che vogliamo usare degli understatement: una perquisizioni corporale molto analitica e minuziosa, che la stessa dottoressa Dametti, in un resoconto, avrebbe definito umiliante; le vengono requisiti il bagaglio e la macchina fotografica e le viene sottoposta un dichiarazione in ebraico che solo dopo lunghe trattative le viene tradotta affinché la sottoscriva. Viene reclusa in un centro di detenzione particolarmente fatiscente, come ha descritto la dottoressa Dametti. Non le viene dato da bere né da mangiare e non le viene detto nulla in ordine al proprio destino.
Finalmente, alle 5,30 del mattino seguente viene rispedita in Italia, dopo una notte turbolenta, frequentemente interrotta dalla richiesta del personale carcerario di consegnare i biglietti di viaggio che, tuttavia, erano in possesso dell'autorità carceraria medesima.
Con questa interpellanza, vorrei che si ragionasse intorno a tale caso specifico; vorrei, in particolare, che il viceministro ci dicesse quali iniziative il Governo italiano ha intrapreso per ottenere dalle autorità israeliane una motivazione accettabile e ragionevole di questo trattamento. L'ambasciata israeliana si è pronunciata sulle motivazioni dell'accaduto, inviando una lettera che è in nostro possesso: nella suddetta sono state opposte ragioni che riguardano i visti.
Si afferma che la dottoressa avrebbe dovuto svolgere un certo lavoro (in realtà, in questa lettera vi è una certa confusione circa le funzioni svolte in passato e attualmente dalla dottoressa Dametti, ma sorvolo sulla questione) per il quale i visti turistici non risultavano sufficienti.
In realtà, sulla questione dei visti (tornerò sull'argomento in sede di replica), vi è una confusione abbastanza problematica. Sarei curioso di sapere quali reali motivazioni il nostro Governo abbia individuato. Non vorrei che tra le motivazioni implicite o inconfessate via sia il fatto che la dottoressa Dametti, dopo essersi recata più volte in questi anni nei territori occupati, si è radicata nella società palestinese, in particolare a Ramallah; ha legami affettivi con palestinesi, ci risulta che il suo fidanzato sia un cittadino palestinese impiegato attualmente nell'ufficio di un Health Development Institut (Istituto della sanità dell'Autorità nazionale palestinese) diretto da Mustafa Barghouti.
Non vorrei che vi fosse una sorta di accanimento nei confronti di questa persona e che il trattamento al quale è stata sottoposta (a noi pare davvero inaccettabile!) abbia un valore di deterrenza; in altri termini, non si vuole che questa persona in particolare si rechi in Israele. Naturale, il nostro problema non riguarda solo la dottoressa Dametti, ma si inquadra in un contesto generale, ma di questo secondo aspetto del problema intendo occuparmi in sede di replica.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al viceministro, vorrei salutare un gruppo di anziani e di giovani della città di Carpi che hanno lavorato in questo periodo sui temi della Costituzione.
Il viceministro degli affari esteri, Patrizia Sentinelli, ha facoltà di rispondere.
PATRIZIA SENTINELLI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, l'onorevole Burgio ha ricordato che a questa interpellanza, presentata qualche giorno fa in Commissione esteri, ho avuto già modo di rispondere. Ciò nonostante, mi pare importante che sia stata presentata anche in Assemblea, perché effettivamente il tema sollevato richiede particolare cura ed attenzione anche da parte del nostro Governo.
L'opera svolta dalla cooperante Margherita Dametti è, infatti, nota e apprezzata da tempo da parte del Governo e dal complesso delle organizzazioni che operano in loco e l'episodio avvenuto, oggetto dell'interpellanza, è particolarmente preoccupante.
Effettivamente, come già richiamato dall'onorevole Burgio anche nell'esposizione Pag. 42odierna, la signora Dametti, che opera nell'ambito di iniziative realizzate in collaborazione fra l'Onlus «Amicizia Italo-Palestinese» di Firenze, la regione Toscana ed il comune di Vinci, dunque anche all'interno di una cooperazione decentrata, è stata bloccata dalle autorità frontaliere al suo arrivo all'aeroporto di Ben Gurion.
Il suo arrivo era stato precedentemente notificato alle autorità israeliane dalla nostra ambasciata, che era stata informata del viaggio dal comune di Vinci.
Che cosa è stato fatto da noi, subito dopo? Non appena avuta notizia del diniego di accesso alla connazionale, la nostra rappresentanza non solo si è adoperata per prestarle la massima assistenza, ma ha anche attivato, contemporaneamente, tutti i canali (la polizia di frontiera, la sicurezza aeroportuale, l'unità di crisi e desk Italia) affinché si potesse far luce sulla situazione.
Sino al suo rientro in Italia, avvenuto il 10 gennaio, la nostra rappresentanza è rimasta in continuo contatto telefonico con la nostra connazionale (cui è stato consentito di tenere il telefono cellulare), per verificare se ella necessitava di ulteriore assistenza.
Abbiamo immediatamente sollecitato le autorità israeliane, le quali hanno motivato il provvedimento facendo rilevare che alla signora Dametti era già stato negato l'ingresso in Israele, nello scorso agosto, alla frontiera terrestre di Allenby, dopo che era stata accertata una sua precedente, irregolare permanenza nel paese, per un periodo di un anno, provvista di solo visto turistico.
Dobbiamo altresì rilevare che la vicenda di Margherita Dametti non costituisce un caso isolato, in quanto il problema del rinnovo dei visti di soggiorno ai dipendenti di organizzazioni non governative attive nei Territori palestinesi riguarda, più in generale, tutti i cittadini italiani e quelli di altri paesi europei operanti nei Territori stessi.
Considerato il rifiuto delle autorità israeliane - per asserite ragioni di sicurezza - di rilasciare permessi di soggiorno stabili ai cittadini europei che risiedono anche temporaneamente, a vario titolo, nei Territori, i cooperanti solevano uscire da Israele verso l'Italia, la Giordania e l'Egitto, per poi far rientro dopo un periodo variabile di tempo, al fine di ottenere un nuovo visto trimestrale. Tuttavia, tali rinnovi incontrano, ormai, grandi difficoltà e numerosi sono stati i casi di rifiuto di ingresso alla frontiera, provocando, così, numerosi problemi pratici per i cooperanti stessi, il personale amministrativo delle ONG ed i donatori.
Tali problemi d'ingresso nei Territori palestinesi formano dunque, da tempo, oggetto di una controversia tra molti paesi europei e le autorità israeliane e, a tal fine, sono stati effettuati diversi passi tanto a livello bilaterale che da parte della Presidenza dell'Unione europea.
Secondo le informazioni che risultano a noi disponibili, gli impegni a suo tempo presi dalle autorità israeliane con la passata Presidenza finlandese dell'UE, al fine di definire in maniera soddisfacente la questione, non hanno ancora avuto, purtroppo, piena attuazione e si continuano ad applicare procedure diversificate a seconda dei singoli casi.
L'Italia - e rispondo alla domanda posta dall'onorevole Burgio - intende continuare, anche nell'ambito dell'Unione europea, a tenere aperta la questione e a porla con evidenza ancora maggiore, preparandosi a compiere ulteriori passi a livello politico appropriato, fino a quando il problema, di cui siamo perfettamente consci, non sarà risolto.
PRESIDENTE. L'onorevole Burgio ha facoltà di replicare.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta fornita dal viceministro, soprattutto perché mi pare che il Governo abbia presente - e si tratta dell'aspetto che mi sembra, di gran lunga, più rilevante - la dimensione generale di questo problema. Vede, signor Presidente, il caso specifico è già di per sé increscioso; tuttavia, siamo effettivamente in presenza di una problematica che mi sembra mettere a rischio il prosieguo stesso di una attività di interscambio umanitario.Pag. 43
Vorrei osservare che viviamo un periodo in cui, come sappiamo, si fa un uso disinvolto e, talvolta, anche un po' paradossale di tale aggettivo, ma in questo caso specifico si tratta effettivamente di iniziative umanitarie.
I paesi europei - tra essi, l'Italia - promuovono iniziative che si concretizzano nell'insediamento di unità ospedaliere, piuttosto che di asili nido o di imprese, volti ad alleviare la condizione di popolazioni in gravi difficoltà. Sappiamo che tra queste popolazioni vi è indubbiamente quella palestinese coinvolta da svariati decenni in una vicenda particolarmente dolorosa e traumatica e che attualmente versa in condizioni di grande difficoltà: mi riferisco all'esistenza quotidiana, agli aspetti concernenti la sanità, le relazioni sociali, la coesione sociale nell'ambito di un territorio frammentato, dove spesso e volentieri si impedisce ai membri dei singoli nuclei familiari di instaurare tra loro normali relazioni affettive. Il problema della sanità è particolarmente drammatico. In questo contesto, accade che i nostri cooperanti non riescano a giungere e a rimanere nei territori palestinesi per il tempo necessario a svolgere la propria attività.
Vi è anche il problema dei tragitti e degli attraversamenti: queste persone non chiedono di rimanere in Israele, bensì di restare nei territori palestinesi. Tuttavia, per raggiungere i territori palestinesi occorre attraversare i territori israeliani: non si consente a queste persone di giungere a destinazione, proprio perché non si dà loro il diritto di attraversare i territori israeliani. Questo è un paradosso!
Vi è anche un altro paradosso: mi permetto di sottolinearlo perché il viceministro Sentinelli ha avuto modo di evidenziare questo aspetto anche nella risposta fornita in Commissione affari esteri, l'8 marzo, quando si è discusso di questa vicenda. Tale situazione viola anche precisi impegni assunti dalle autorità israeliane. Con la Presidenza finlandese dell'Unione europea, le autorità israeliane avevano riconosciuto il problema e si erano impegnate a superarlo.
Adesso, invece, stiamo compiendo dei passi indietro. La lettera dell'ambasciata derubrica a motivi consolari e burocratici quanto avvenuto: non è così, purtroppo! In questo caso, non voglio dire che vi sia una strategia, ma ricorre sicuramente un costume, un'abitudine. Credo che noi tutti - il Governo in primis, ma anche le autorità istituzionali nazionali centrali e territoriali - dobbiamo esercitare una pressione. Non voglio arrivare a declinare in maniera un po' rigida il principio di reciprocità, che è stato pure più volte brandito in altre situazioni simili. Tuttavia, certamente, se teniamo alla nostra attività di cooperazione - lo ripeto: un'attività effettivamente umanitaria - non possiamo accettare che le persone incaricate di dare gambe e concreto svolgimento a queste attività non vengano poi messe in condizione di svolgerle.
Dunque, vi è piena soddisfazione rispetto alla risposta del viceministro e all'attività dispiegata dalle autorità di Governo. Tuttavia, contestualmente, rivolgo anche una fervida preghiera: tradurre questa esperienza e queste preoccupazioni in iniziative efficaci, affinché tale condizione di disagio venga effettivamente superata.
(Presenza di formaldeide e fenoli nella carta da macero - n. 2-00400)
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00400 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, la mia interpellanza può proprio definirsi «urgente», perché il nostro è il paese dei paradossi. La carta che usiamo quando esce dalla fabbrica contiene fenoli e formaldeide. Doverosamente e virtuosamente abbiamo messo insieme un sistema di riciclaggio e raccolta differenziata.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata in Italia, circa il 60 per cento della fibra utilizzata viene dalle attività di recupero (si tratta di 6 milioni di tonnellate Pag. 44fra raccolta urbane ed industriali), ma quando la carta viene raccolta e arriva alle frontiere per essere esportata, viene fermata. Infatti, sulla base dell'interpretazione di una norma del 1997, quando le dogane fanno delle verifiche, se trovano tracce di formaldeide o di fenoli sulla carta riciclata la bloccano, perché la stessa non può essere esportata.
Tutte le volte che vengono effettuate delle verifiche, si riscontra la presenza della formaldeide e dei fenoli per la semplice ragione che tali sostanze sono presenti nella carta sin dall'inizio. Tant'è vero che il Senato, il 31 gennaio 2007, all'unanimità, si è espresso dicendo che non appare possibile tenere ulteriormente ferma l'attuale situazione di contraddittorietà e di irragionevolezza normativa, che, da un lato, consente l'utilizzo dei fenoli e della formaldeide in vari processi produttivi della carta e, dall'altro, impone l'assenza di qualsiasi traccia di formaldeide e di fenoli nelle materie prime secondarie di carta prodotte dalle attività di recupero.
Di conseguenza, se si continuasse in questo modo, tutto il meccanismo della raccolta differenziata in Italia «girerebbe a vuoto». Naturalmente, le imprese interessate (il consorzio Comieco, le associazioni Assocarta, Assografici e Union-maceri) hanno già segnalato da mesi - come ho fatto personalmente anch'io - al Ministero che tutta la raccolta differenziata di carta «gira a vuoto» perché si trova in questa «strozzatura». In Italia, ciò è sempre casuale perché, magari, passano quaranta partite di carta per l'estero e nessuno dice niente; poi, un doganiere riscontra tracce di fenoli, blocca tutto, sequestra il materiale per mesi e mesi, con centinaia di migliaia di euro di danni alle aziende che svolgono il riciclaggio. Sono mesi che ne abbiamo parlato con il ministro e con il sottosegretario: hanno sempre ripetuto che sarebbe stato emanato un decreto e che sarebbero intervenuti, però siamo al 29 marzo e non è successo assolutamente nulla.
Sottolineo che in tutto il resto dell'Europa - in Germania, in Francia e in altri paesi europei - chi fa il riciclaggio di carta, poi, la esporta senza avere questa assurda limitazione. Il Senato ha scritto che occorre quanto prima superare il divieto di presenza della formaldeide e dei fenoli nelle materie prime secondarie in carta prodotte dalle attività di recupero e stabilire in via temporanea, sulla base delle indicazioni scientifiche oggi disponibili ed in applicazione del principio di precauzione, soglie massime di presenza di queste sostanze per consentire l'esportazione.
Allora, al rappresentante del Governo qui presente chiedo quando verrà emanato tale provvedimento, perché non si può aspettare che tutto il settore vada in crisi e fallisca tutta la raccolta differenziata del materiale sul territorio nazionale per questa «strozzatura», che poi, alla fine di tutto il processo, impedisce che la carta riciclata possa essere riutilizzata - ripeto per l'ennesima volta -, con sostanze già presenti nelle cartiere quando viene prodotta la carta. Quindi, è impossibile che tali sostanze siano presenti all'inizio e non ci siano alla fine.
Allora, chiedo al Governo quando e come intenda provvedere tempestivamente in maniera efficace.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Laura Marchetti, ha facoltà di rispondere.
LAURA MARCHETTI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in merito a quanto chiesto nell'interpellanza dell'onorevole Giovanardi, rappresento quanto segue. Atteso che recenti indagini hanno rilevato la presenza di formaldeide in alcuni contenitori in carta e cartone per alimenti, e che la normativa di riferimento oggi vigente in materia non vieta la presenza di formaldeide nella fabbricazione della carta, mentre ne vieta la presenza nella carta da macero, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto all'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici di svolgere una ricognizione, al fine di Pag. 45individuare il limite - tecnicamente praticabile, cautelativo per l'ambiente e per la salute dell'uomo - che si può oggi pensare di adottare come requisito per il contenuto massimo di formaldeide nella carta da macero.
Per la IARC, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, la formaldeide è un cancerogeno accertato e si ritiene che per gli attuali stili di vita l'esposizione umana sia normalmente ad un livello relativamente basso, e, di conseguenza, che il rischio di cancerogenità sia basso.
La formaldeide, inoltre, è un inquinante definito ubiquitario, ad indicare la sua presenza in molte matrici solide, liquide e gassose di svariati prodotti e materiali di comune utilizzo.
La produzione di carta fa un utilizzo limitato di formaldeide. Quand'anche ne fosse originariamente priva, dopo un normale utilizzo, la carta ne diviene quasi inevitabilmente contaminata.
Inoltre, in Italia, la produzione della carta avviene attraverso il recupero di circa il 60 per cento della carta da macero, con evidenti vantaggi dal punto di vista ambientale connessi al mancato utilizzo di fibra vergine cellulosa, ma con l'inevitabile conseguenza di avere un prodotto che si origina da una materia prima potenzialmente contaminata di formaldeide, laddove la normativa la vorrebbe priva.
Nello scenario descritto, si è delineata la necessità di analizzare in primo luogo le cause e l'origine della formaldeide nella carta da macero e di evidenziare il problema della presenza della formaldeide nella carta da macero a recupero presso le cartiere, in particolare in quegli impianti il cui esercizio è autorizzato in regime semplificato.
La ricognizione dell'APAT è tuttora in corso, al fine di definire la proposta di limite di accettabilità per il contenuto della formaldeide nella carta da macero per i gestori che richiedono l'autorizzazione in procedura semplificata. Per fare ciò, l'Agenzia si è basata sull'analisi della normativa di riferimento comunitaria e nazionale, oltre che sulla documentazione scientifica a disposizione. I risultati preliminari mostrano che negli altri Stati membri dell'Unione europea non esiste regime semplificato per il recupero della carta da macero. Pertanto, non è possibile avere riferimenti o termini di confronto relativi a tale problematica. Gli unici riferimenti oggi certi sono quelli tossicologici, i quali sono tuttavia ascrivibili alla salute dei lavoratori o all'utilizzo finale dei prodotti e non direttamente ad una soglia di accettabilità per il recupero della carta da macero.
Tra i riferimenti riconosciuti a livello europeo si evidenzia il criterio dell'Ecolabel, che tuttavia individua un limite sul prodotto finito, espresso in un parametro congruo con il processo produttivo, vale a dire in milligrammi per decimetro metro quadro, e riferito ad una sola tipologia di carta (quella tessuto). Esiste, altresì, una risoluzione del Consiglio che ammette un quantitativo limite di formaldeide nella carta a contatto con gli alimenti pari a 15 parti per milione, ovvero a 15 milligrammi per chilogrammo. Quest'ultimo criterio appare quello più tecnicamente aderente alla problematica in oggetto, ma una definizione accorta del limite per il contenuto di formaldeide nella carta da macero dovrà tenere conto anche di ulteriori elementi di valutazione, quali ad esempio un'indagine oggettiva sui livelli di contaminazione attuale della carta da macero ed i limiti di rilevabilità dei metodi di misura. Stante l'attuale carenza di dati statisticamente rappresentativi, è presumibile che un'indagine mirata in tal senso, realizzabile con l'ausilio delle agenzie regionali, richiederà ulteriori due mesi di lavoro.
Sul problema in oggetto, comunque, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha tenuto costanti contatti con il consorzio di filiera Comieco e con le associazioni di categoria interessate al recupero della carta, che sono state più volte incontrate per raccoglierne osservazioni e per conoscere direttamente i problemi derivanti dalla normativa vigente. Del resto, è di particolare interesse dell'amministrazione che rappresento raggiungere Pag. 46quote sempre più elevate di raccolta differenziata; e la carta da macero rientra appieno in questi obiettivi.
Per questo motivo, dovendo operare con la massima attenzione a proposito di limiti riguardanti sostanze di cui è accertata la pericolosità, è intenzione del ministero, concluse le indagini di APAT, in collaborazione con le ARPA regionali, valutare le possibili soluzioni dal punto di vista sanitario, ambientale e normativo, coinvolgendo anche i Ministeri della salute e dello sviluppo economico.
Pertanto, in attesa che venga predisposta una classificazione armonizzata in ambito europeo, è intenzione del ministero addivenire ad una modifica del decreto interministeriale 5 febbraio 1998 nel senso che nella carta da macero possa essere contenuta una minima concentrazione di formaldeide.
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di replicare.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, se dovessi riassumere la risposta del sottosegretario, direi che si è «incartata». Pur comprendendo il «burocratese», non capisco cosa voglia fare il ministero. Seguendo certi ragionamenti, tutta la carta presente in questi banchi dovrebbe essere sequestrata. Il sottosegretario, infatti, ha detto che essa contiene formaldeide e fenoli e non si capisce perché, invece, tutti questi fascicoli o giornali, dannosi per la salute, siano in circolazione e non vengano sequestrati. Quando, però, secondo la normativa vigente, questo stesso identico materiale, una volta recuperato, attraverso il processo di riciclaggio, così costoso per gli imprenditori, viene esportato, esso viene bloccato, perché contiene formaldeide e fenoli. Allora, non capisco!
Il rappresentante del Governo mi ha detto che, entro due mesi, dopo mesi e mesi di discussione, una commissione mi dovrà spiegare perché il fascicolo, che ho in mano, che ha formaldeide e fenoli, posso utilizzarlo e non provoca alcun rischio per la mia salute e, invece, lo stesso, una volta riciclato, pur contenendo le stesse sostanze, viene bloccato alla frontiera, con i conseguenti danni economici alla filiera.
Ancora, il sottosegretario prosegue dicendo che, dopo due mesi, l'ARPA, che deve occuparsi delle analisi scientifiche, interpellerà la sanità e, poi, il Ministero delle attività produttive. Stiamo parlando di mesi, forse di anni! Secondo voi, tutto il settore produttivo, alla base del riciclo e della raccolta differenziata, deve stare ad aspettare di fallire? Che risposta dovete dare? Dovete scoprire l'acqua calda? La risposta è che i fenoli e la formaldeide sono presenti in tutti i tipi di carta prodotti fin dalla cartiera. L'avete detto voi! Mi avete risposto così! Anche la Commissione parlamentare ha chiarito che si tratta di un fenomeno noto.
Ma quando si provvederà ad emanare il decreto di cui ha parlato, signor sottosegretario? Adesso? Oppure, tra qualche anno, quando i Soloni avranno definito cosa? L'acqua calda?! Allora, signor sottosegretario, perché non sequestrate la carta qui presente, che contiene formaldeide e fenoli? Perché la lasciate circolare? Oltretutto, mi ha detto che il riciclo è importantissimo perché il 60 per cento della nuova carta viene prodotta con carta riciclata, onde evitare danni ecologici per costituire carta nuova. E allora, perché, quando viene esportata, essa viene bloccata e i vagoni che la contengono rimangono alla frontiera per mesi, con costi enormi, bloccando tutta la raccolta differenziata?
È vero che, come ha detto, avete ascoltato più volte gli operatori del settore. Ma dopo averli ascoltati, che risposte avete dato? Aspettate qualche altro mese, perché abbiamo incaricato le sedi competenti che ci diranno quale sarà il limite? Ma da cosa dipende questo limite? In Europa, non è così; la Commissione parlamentare si è già espressa e vi dà la copertura politica. È davvero evidente, assolutamente irrazionale ed inspiegabile l'errore normativo compiuto nel 1997.
Allora, perché ho detto che vi siete «incartati»? Insomma, ma qualcuno del Governo si vuole prendere la responsabilità Pag. 47di operare, o vuole, invece, rimandare, rimandare, rimandare? Cercando, poi, la copertura di chi? Cosa deve dire l'ARPA? Che, nella carta riciclata, ci sono i fenoli e la formaldeide, che tutti sappiamo che ci sono fin dall'origine! Quando è stata data questa risposta, cosa facciamo? Continuiamo a mantenere i container fermi per mesi alle frontiere, in attesa che l'autorità politica si decida a scoprire l'acqua calda e di ammettere che è vero che, in quella carta, vi è la stessa percentuale di fenoli della carta che ho in mano? Allora, dov'è il problema? Vietiamo la produzione di carta?
Signor Presidente, magari tra una settimana presenteremo un'interpellanza di analogo contenuto, in modo da capire se il decreto, di cui parla il sottosegretario, sarà effettivamente emanato a breve termine, oppure lo sarà fra un anno, per scoprire, alla fine di questa defatigante procedura, quello che già questa mattina abbiamo scoperto.
Credo che gli operatori economici, le decine di migliaia di operatori del settore e tutto il sistema della raccolta differenziata, che rischiano di saltare con questa indecisione, si aspettano una risposta non verbale, ma un provvedimento che risolva il problema. Altrimenti facciamo solo ludi cartacei e verbali e il problema, purtroppo, non viene risolto.
(Problematiche relative all'alienazione di parte del patrimonio immobiliare di interesse culturale del comune di Catania - n. 2-00428)
PRESIDENTE. L'onorevole Licandro ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00428 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3).
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, torniamo a sollevare una questione che non esitiamo a definire, ancora una volta, imbarazzante e sconcertante. Qualche settimana fa, avevamo ricevuto rassicurazioni da parte del rappresentante del Governo che, su nostra sollecitazione, era venuto a rispondere al riguardo. Però, dopo quel passaggio, in merito a tale vicenda, purtroppo, si è registrata un'ulteriore escalation. Infatti, appena cinque giorni dopo l'emanazione della nota della sovrintendenza del 22 febbraio, con la quale si dichiarava la nullità giuridica dell'intera operazione e, soprattutto, dell'atto di trasferimento della proprietà di alcuni edifici monastici e conventuali risalenti al XVI secolo, atto di trasferimento stipulato in violazione delle norme generali e specifiche in materia, il comune di Catania ha approvato all'unanimità la deliberazione n. 157. Con tale deliberazione del 25 febbraio 2007, in maniera assolutamente irrituale e senza alcun precedente, si rivolgeva ad altra amministrazione, cioè al governo regionale, perché si adottassero provvedimenti punitivi - la deliberazione è chiara, nel suo tenore - nei confronti della sovraintendenza. Appena qualche giorno dopo, la sovrintendente di Catania, responsabile di quella parte dell'amministrazione, era rimossa dall'incarico. Si è tentato di nascondere, per così dire, l'operazione attraverso una rotazione. Tuttavia, come anche l'opinione pubblica ha percepito in maniera abbastanza chiara, a proposito della dottoressa Branciforti si è trattato di una vera e propria rimozione, non essendo stata designata ad altro incarico.
Questa è la ragione della nostra interpellanza che vuole sollecitare il Governo ad intervenire con la massima urgenza. Chiediamo se i commissari del Ministero del tesoro, inviati per verificare la reale situazione economico-finanziaria del comune di Catania, già siano all'opera. Tutta questa operazione, infatti, presenta diversi profili di illegittimità e anche - lo ricordo, nel caso il Governo lo ignori - di evidente rilevanza penale. Alcuni di quegli immobili addirittura erano di proprietà di altri enti, in particolare della ASL, e nell'atto di trasferimento di proprietà sono riportate false dichiarazioni rivolte al notaio e relative alla inesistenza di vincoli.
Dunque, la vicenda presenta alcuni profili di estrema gravità sui quali, ovviamente, è compito della magistratura intervenire. Pag. 48Alcuni altri, però, riguardano la politica e soprattutto il rispetto delle leggi e, quindi, è necessario un intervento del Governo. La dottoressa Branciforti ha avuto una sola responsabilità, quella di avere ricordato che in questo Stato non ci sono zone franche e che qualunque norma italiana si applica anche in Sicilia e nella città di Catania.
In conclusione, vorrei dire al rappresentante del Governo che in base a notizie di stampa - ma non ho informazioni ufficiali al riguardo - sembrerebbe rientrata la rimozione della dottoressa Branciforti a seguito dell'applicazione della recentissima sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della parte della legge cosiddetta Frattini relativa allo spoil system nella pubblica amministrazione.
La rimozione della dottoressa Branciforti infatti era priva di alcuna motivazione e rispondeva a logiche di altro tipo, come esplicitamente dichiarato dall'assessore regionale, secondo il quale tale provvedimento rientrava nell'ambito dello spoil system attuato nella ricerca di determinati equilibri politici. Tuttavia, ciò non cambia l'urgenza della nostra interpellanza perché chiediamo al Governo di fornire notizie sull'impegno assunto con l'invio dei commissari per arrestare una situazione del tutto opaca in cui sistematicamente sono commesse violazioni di legge. Qualora infatti questa operazione non sia arrestata, siamo preoccupati del fatto che si possa aprire un pericolosissimo varco per forme di speculazioni immobiliari che fuoriescono dal controllo delle istituzioni.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca, Nando Dalla Chiesa, ha facoltà di rispondere.
NANDO DALLA CHIESA, Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca. Signor Presidente, rispondo all'interpellanza urgente in sostituzione del collega competente per i beni culturali.
Occorre innanzitutto evidenziare che, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica del 30 agosto 1975, n. 637, recante norme di attuazione dello statuto della regione siciliana in materia di tutela del paesaggio e di antichità e belle arti, l'amministrazione regionale esercita sul territorio della regione tutte le attribuzioni delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato in materia di antichità, opere artistiche, musei, nonché di tutela del paesaggio. Tutti gli atti concernenti le materie sopra indicate sono adottati dall'amministrazione regionale, che è tenuta a dare comunicazione bimestrale per conoscenza al Ministero per i beni e per le attività culturali. Nonostante ne sia stata fatta richiesta, non risultano pervenute al suddetto ministero comunicazioni da parte della regione siciliana in ordine ai fatti menzionati nell'interpellanza.
Il Ministero dell'economia e delle finanze, dipartimento della ragioneria generale dello Stato, ha comunicato di avere individuato gli ispettori incaricati dell'acquisizione di informazioni sulla situazione di bilancio del comune di Catania, in applicazione dell'articolo 28, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, i quali provvederanno a breve ad intraprendere l'attività ispettiva. La prefettura di Catania, ufficio territoriale del Governo, ha comunicato di avere inviato una segnalazione in ordine ai fatti oggetto dell'interpellanza all'assessorato alla famiglia, politiche sociali e delle autonomie locali della regione siciliana per le determinazioni che riterrà di adottare in ordine all'opportunità di disporre apposita indagine ispettiva.
Questa è la risposta del Ministero competente all'interpellanza dell'onorevole Licandro, sottoscritta anche da altri due deputati.
PRESIDENTE. L'onorevole Licandro ha facoltà di replicare.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, signor sottosegretario, ancora un volta prendiamo atto di una risposta del Governo che evidenzia attenzione. Tuttavia, con molta chiarezza vorrei dire che non comprendiamo i motivi di tutta questa prudenza. Avete ovviamente chiesto chiarimenti Pag. 49all'assessorato e all'amministrazione regionale, che però non sono arrivati. Mi pare che vi sia materia - pur nel rispetto delle competenze che il nostro ordinamento assicura all'autonomia della regione siciliana tramite la Carta costituzionale e le leggi costituzionali - per far valere i principi costituzionali dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione. Si tratta di principi generali che valgono anche per la Sicilia. Inoltre, esiste un ulteriore principio, ovvero quello in base al quale l'adozione di ciascun provvedimento preso dalla pubblica amministrazione deve essere motivata, pena l'illegittimità del provvedimento stesso.
Dispiace dover dire queste cose e registrare soltanto una notarile comunicazione delle diverse competenze riferibili allo Stato e alle regioni a statuto speciale. Conosciamo tali competenze. Ci aspettiamo ben altro e cioè che il Governo intervenga su questi fatti vantando un interesse superiore generale dello Stato.
Infatti, noi ci siamo rivolti a ben quattro ministri per avere il materiale relativo a tutta l'operazione in questione: il ministro dell'interno, il ministro dell'economia e delle finanze, il ministro dei beni e delle attività culturali e, infine, il ministro per gli affari regionali. Lei avrà modo, signor sottosegretario, di recuperare tutta la documentazione: questa operazione è stata condotta negli ultimi quattro giorni dell'anno con passaggi assolutamente non trasparenti, con quattordici perizie aventi ad oggetto quegli immobili tra cui quattro ex impianti monastici di pregio e di assoluta rilevanza. Si tratta di quattordici immobili in tutto, di cui otto giudicati dalla sovrintendenza come di particolare importanza. Le leggo la nota della sovrintendenza, anche se lei ne sarà già in possesso, dispiacendoci ancora una volta di constatare l'inerzia del governo regionale e, al tempo stesso, l'inerzia anche del Governo centrale. La nota così riporta con riferimento agli immobili: «(...) tra questi l'ex caserma Malerba, già convento San Domenico (secolo XVIII); l'ex monastero Santa Chiara (secoli XVI-XVIII); l'ex monastero di sant'Agata (secolo XVIII), gli immobili di via Manzoni (...)», eccetera; la stessa nota poi continua: «(...) sono di eccezionale interesse storico ed artistico, in quanto mirabili opere dei più noti architetti e lapidum incisores dell'epoca». Si tratta di esempi straordinari, signor sottosegretario, di quel fenomeno senza precedenti che fu la ricostruzione tardo-barocca della Val di Noto. Peraltro, l'arte del barocco catanese è riconosciuta dall'UNESCO «patrimonio mondiale dell'umanità».
Di fronte a queste cose, francamente, occorre un'azione più forte a tutela del patrimonio immobiliare. Si tratta di un patrimonio che si è costituito nel corso di generazioni e di cui i catanesi potrebbero vedersi deprivati. Soprattutto, ciò che noi non accettiamo è anche l'elusione di un altro principio costituzionale sancito dall'articolo 119, che vieta il ricorso all'indebitamento, se non per gli investimenti. Qui non siamo dinanzi ad investimenti, ma ad una operazione - così com'è stata definita dal parere del collegio di difesa - volta a far cassa per ripianare, negli ultimi quattro giorni dell'anno, il debito consolidato del 2003 che si aggirava intorno ai 50 milioni di euro.
Si tratta di un fatto molto grave rispetto al quale il Governo ha più volte sollecitato ed offerto altre garanzie. Adesso lei, signor sottosegretario, ci ha rassicurato su un ulteriore passo in avanti - tuttavia non particolarmente celere -, con l'indicazione dei commissari che dovrebbero - o avrebbero dovuto - essere già sul luogo per verificare ciò che sta accadendo.
Chiunque abbia voglia di assumere informazioni generali sullo stato economico-finanziario del comune di Catania, avrebbe davvero difficoltà a capire. Dunque, noi sollecitiamo un intervento, ormai non più procrastinabile, del Governo.
Anche quest'ultimo passaggio, di cui ho appreso notizia questa mattina da organi di stampa, ossia la revoca del provvedimento di rimozione della dottoressa Branciforti, in base ad una recentissima sacrosanta sentenza della Corte costituzionale, Pag. 50pare sia avvenuto seguendo una procedura che, sul piano del diritto amministrativo, sembra particolarmente tortuosa e non lineare. Esiste un provvedimento di revoca di quella rimozione che, tuttavia, non ha effetto immediato, essendone l'efficacia dilazionata al decorso di dieci giorni.
Francamente non riusciamo a capire. Nel frattempo, anche il collegio di difesa del comune di Catania era intervenuto esprimendo enormi perplessità e chiedendo la sospensione della deliberazione del consiglio comunale del 30 dicembre 2006.
Bisogna capire, quindi, cosa si intenda per sospensione di una delibera comunale, che non mi consta essere una soluzione amministrativa rigorosa. Se la delibera risalente al 30 dicembre 2006, che ha trasferito la proprietà di questi immobili, era priva dei presupposti giuridici, in quanto l'oggetto del contratto di compravendita era viziato non essendo i beni del tutto svincolati, dal momento che non era stata seguita la procedura di verifica prevista dall'articolo 12 del cosiddetto codice Urbani (ossia, la sovrintendenza non aveva dato l'assenso e non si è data la possibilità di esercitare il diritto di prelazione per l'acquisto di tali immobili da parte della regione), l'atto deliberativo del consiglio comunale di Catania è nullo e privo di efficacia. Dunque, il comune di Catania, sin dal 31 dicembre 2006, si trova tecnicamente in una situazione di dissesto finanziario.
Sono state effettuate quattordici perizie non da un tecnico, ossia da un ingegnere, un architetto o un geometra, ma da un ragioniere. Si tratta di quattordici delibere su beni immobiliari di enorme consistenza fisica e anche di enorme pregio. Sa, signor sottosegretario, quando sono state adottate? Sono state adottate tutte in una sola giornata, il 28 dicembre 2006.
Occorre altra materia perché il Governo, con forza e determinazione, nel rispetto ovviamente delle competenze fissate dalla Costituzione e dalle altre leggi costituzionali, possa intervenire? Credo di no. L'opinione pubblica catanese lo chiede con forza e l'esigenza insopprimibile della trasparenza amministrativa lo impone.
(Misure per prevenire atti di intolleranza e violenza all'interno di scuole ed università - n. 2-00403)
PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00403 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, questa interpellanza urgente, rivolta ai ministri dell'università e della ricerca, dell'interno e della giustizia, è volta a capire e a fare chiarezza in merito agli arresti avvenuti il 13 febbraio scorso, che hanno portato alla ribalta le nuove Brigate rosse.
In particolare, l'oggetto dell'interpellanza urgente riguarda quanto avvenuto nella città di Milano, che, dalle inchieste della Digos, avrebbe degli obiettivi sensibili e rilevanti, individuati in locali, ristoranti, una libreria molto attiva nella zona, ossia la «Bottega del fantastico», ed in esponenti di Alleanza Nazionale, di Forza nuova e della Fiamma.
Ma, più specificatamente - visto che è presente il sottosegretario Dalla Chiesa, che so essere sensibile a questi tipi di avvenimenti -, mi preme chiedere al Governo delucidazioni in merito ad un evento che si è verificato a Milano, presso l'università statale, nella facoltà di scienze politiche, il 24 ottobre 2006, quando un gruppo di studenti di estrema sinistra ha aggredito militanti dell'organizzazione giovanile universitaria di Alleanza Nazionale, tutti interni all'università, che nel cortile stavano svolgendo una normale attività di propaganda politica. In questa circostanza, uno studente di Azione universitaria, senatore accademico dell'università statale, Simone Rigon è stato colpito ripetutamente alla testa con dei caschi ed è stato poi ricoverato in ospedale. Successivamente, a seguito delle operazioni di identificazione svolte dalla Digos, uno degli aggressori è stato identificato in Alfredo Pag. 51Mazzamauro, vale a dire uno dei due studenti della Statale arrestati nell'ambito delle indagini sulle nuove Brigate rosse. Per di più, la stessa sera l'aggressione è stata rivendicata sul sito indymedia da un gruppo che si firma «Assemblea degli studenti di scienze politiche». Quindi, qui c'è il riferimento diretto al mondo universitario.
Chiedo nella mia interpellanza che posizioni e che sanzioni abbiano preso le autorità accademiche dell'Università. L'indomani mattina, mercoledì 25 ottobre, l'aggressione viene rivendicata anche nell'assemblea degli studenti di scienze politiche, con un volantinaggio davanti all'ingresso della facoltà di via Conservatorio. Nel volantino, firmato «Assemblea degli studenti di scienze» politiche, si rivendica per iscritto il diritto di negare agibilità politica e fisica a rigurgiti xenofobi e reazionari.
Ritengo che quello che è accaduto sia molto grave, anzi gravissimo. Ritengo grave oltretutto che le autorità accademiche non abbiano preso provvedimenti di alcun tipo, benché informate immediatamente di quanto accaduto il giorno prima. Anzi, vi è stata all'uopo una sollecitazione fatta dagli studenti di Azione universitaria attraverso il loro senatore accademico al preside della facoltà di scienze politiche, professor Checchi, che si era impegnato a prendere provvedimenti. Per ora nulla è stato fatto intanto per condannare ufficialmente l'episodio: non abbiamo registrato una condanna ufficiale dell'episodio da parte dell'università e delle autorità accademiche, né tanto meno la volontà di identificare gli studenti responsabili dell'aggressione e del volantinaggio di rivendicazione.
Ritengo che negare ai gruppi l'agibilità politica all'interno dell'università - in questo caso, ma spesso anche dei licei e delle scuole medie superiori - rappresenti un momento di intolleranza incredibile, dal quale poi possono scaturire altri tipi di violenza non più controllabili. Mi chiedo cosa sarebbe successo se non ci fosse stato l'arresto del presunto brigatista Mazzamauro. Come al solito, vengono subito appiccicate etichette incredibili a chiunque si opponga ad una politica di estrema sinistra all'interno dell'università. Ritengo che invece bisogna puntare proprio sulla libertà di dibattere e di dichiarare le proprie idee. Impedire tale possibilità ad organizzazioni che peraltro sono rappresentate a tutti gli effetti, quindi anche con un consenso legittimato dagli organi universitari eletti, rende ancora più incredibile il presupposto di negazione dell'agibilità politica. Nello stesso volantino si fa menzione del fatto che il preside della facoltà permetterebbe un'intima collusione tra il movimento neofascista e un'istituzione democratica, patrimonio dell'antifascismo dell'università, nodo centrale e storico della resistenza come del resto della società.
Frasi deliranti, volantini distribuiti all'interno della facoltà, un ragazzo che finisce all'ospedale. Siamo nel 2007 e non più negli anni Settanta; ritengo pertanto che questi episodi debbano essere stroncati sul nascere con estrema durezza, anche predisponendo un apparato sanzionatorio proprio delle università, in modo che non possano più ripetersi atti di intolleranza politica e, soprattutto, che essi non degenerino in atti di terrorismo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca, Nando Dalla Chiesa, ha facoltà di rispondere.
NANDO DALLA CHIESA, Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca. Signor Presidente, prendo atto della formulazione della richiesta di chiarimenti che proviene dall'onorevole Frassinetti e rispondo per i ministeri che sono stati sollecitati a dare risposte dal momento che la vicenda è avvenuta all'interno della facoltà di scienze politiche dell'università di Milano.
Premetto che ad avviso del Governo le autorità accademiche hanno svolto ciò che era in loro potere di fare perché venissero sanzionati i comportamenti denunciati e anticipo, prima di fare il resoconto degli avvenimenti che si sono svolti anche in seguito all'aggressione, che è difficile immaginare Pag. 52che l'università possa allestire misure preventive affinché irruzioni improvvise non possano verificarsi più.
Siccome gli onorevoli interpellanti chiedono anche al ministero che cosa si pensa di fare perché non si ripetano questi episodi, credo che forse la soluzione migliore sarebbe quella, dovesse ripetersi un clima di insofferenza o di ostilità come quello che si è registrato in quella occasione, di dare un preavviso al preside della facoltà qualora si volesse svolgere un'attività di presenza politica all'interno dell'università. Questo perché difficilmente si può prevedere una presenza fissa di rappresentanti delle Forze dell'ordine dentro le sedi universitarie sia per un'antica tradizione delle università sia anche per problemi di disponibilità di risorse da parte delle Forze dell'ordine per queste attività preventive.
Ciò detto, ricapitolo gli avvenimenti così come sono stati ricostruiti dal ministero.
In ordine alle vicende rappresentate dagli onorevoli interpellanti, il ministero ha acquisito elementi utili per la formulazione della risposta dal rettore dell'università di Milano, dal Ministero della giustizia e dal Ministero dell'interno.
Il rettore ha trasmesso una circostanziata relazione alla procura della Repubblica di Milano, nella quale riferisce che il giorno 16 novembre 2006, il professor Daniele Checchi, preside della facoltà di scienze politiche, ha segnalato che presso il cortile della facoltà, in via Conservatorio n. 7 in Milano, il giorno 24 ottobre 2006 intorno alle ore 12,30 un gruppo di circa dieci persone ha fatto violentemente irruzione su una postazione propagandistica della lista Azione universitaria, che era stata regolarmente autorizzata dalla presidenza.
Durante l'incursione gli aggressori hanno circondato la postazione, l'hanno rovesciata ed, infine, indossando caschi motociclistici, hanno colpito al capo lo studente Rigon, rappresentante in senato accademico della lista Azione universitaria. Il preside, giunto sul posto un paio di minuti dopo l'inqualificabile episodio, ha individuato gli assalitori, che avevano ancora in mano i caschi utilizzati per l'aggressione, ma questi si sono rifiutati di fornire le proprie generalità; solo alcuni di loro si sono autodefiniti genericamente «studenti dell'ateneo».
Il preside ha subito provveduto a chiamare un'ambulanza per l'assistenza allo studente Rigon, che è stato condotto al pronto soccorso, e trattenuto in osservazione per l'intera giornata, per le lesioni riportate. Al preside risulta, altresì, che anche il personale medico abbia ottemperato all'obbligo di denuncia all'autorità competente.
Il giorno successivo, il 25 ottobre 2006, un gruppo di studenti, presumibilmente gli stessi aggressori del giorno precedente, ha distribuito presso la facoltà un volantino firmato «Assemblea degli studenti di Scienze Politiche», in cui veniva rivendicato in nome dell' «antifascismo militante», la legittimità dell'atto compiuto.
Il giorno 26 ottobre 2006 un gruppo composto da circa una cinquantina di persone vestite di nero, tra le quali lo studente Rigon, ha manifestato per un'ora in silenzio e con atteggiamento contestativo di fronte all'ingresso della facoltà di scienze politiche.
Durante i giorni sopra indicati il preside ha costantemente tenuta informata per telefono la questura di Milano.
Non è stato pertanto possibile identificare gli autori dell'aggressione, né tantomeno, secondo l'opinione del rettore, è possibile affermare o escludere che lo studente Alfredo Mazzamauro, in seguito coinvolto nell'indagine sulle nuove cellule delle Brigate rosse, possa essere stato presente all'aggressione.
La presidenza ha ripetutamente dichiarato, tramite dichiarazioni stampa, forum sul sito di facoltà ed un incontro con i rappresentanti di lista, la richiesta agli studenti di collaborare alla identificazione degli autori, senza riuscire ad ottenere alcun riscontro in merito. È stata pertanto presentata denuncia contro ignoti alle competenti autorità giudiziarie.
Il Ministero dell'interno ha confermato quanto riferito dall'ateneo, precisando che Pag. 53lo studente aggredito è stato dimesso con una prognosi di giorni cinque per «trauma cranico frontale, distorsione cervicale e contusione alla mano destra».
Durante le indagini avviate da parte della Digos, il predetto studente ha dichiarato di poter riconoscere, direttamente o in fotografia, alcuni fra i soggetti antagonisti presenti ai fatti, versione poi confermata da un'amica dello stesso, anche se non i responsabili diretti dell'aggressione. Tuttavia, la procedura di identificazione tramite fotografia ha dato esito negativo.
Inoltre, agli atti della Digos non vi sono elementi che fanno ritenere che uno degli aggressori possa essere identificato nella persona arrestata a seguito del blitz effettuato dalla Polizia di Stato il 13 febbraio 2007, ossia lo studente Alfredo Mazzamauro, né sono emersi indizi, a carico della stessa, in sede di sommarie informazioni verbalizzate poco dopo l'accaduto.
Infine, per quanto concerne la notizia riportata dall'onorevole interpellante circa l'asserito rinvenimento di un elenco di nomi - scelti fra esponenti di Alleanza Nazionale - indicati da un centro sociale milanese quali obiettivi da colpire (circostanza che sarebbe stata pubblicata sul quotidiano Libero), il Ministero dell'interno fa presente che non risultano, fino ad ora, acquisiti elementi di riscontro.
Il Ministero della giustizia ha, a sua volta, comunicato che i fatti avvenuti presso l'Università di Milano hanno dato origine ad un procedimento penale a carico di ignoti. All'esito delle indagini preliminari, in data 15 febbraio 2007, il pubblico ministero ha formulato richiesta di archiviazione al GIP del tribunale di Milano, non essendo stati identificati gli autori dei reati.
Il procuratore della Repubblica di Milano ha aggiunto che «dagli atti non si evince in alcun modo la partecipazione ai fatti in contestazione di Alfredo Mazzamauro, da ultimo tratto in arresto nell'ambito di altra indagine», concernente le Brigate Rosse.
Da quanto risulta dagli elementi forniti sia dal rettore sia dal Ministero della giustizia, questo dicastero ritiene che gli organi dell'ateneo abbiano agito correttamente, nell'ambito dell'autonoma competenza loro assegnata dalla normativa vigente per quanto riguarda la gestione di eventi che avvengono all'interno dell'ateneo. Nel caso in discussione era stata segnalata l'intenzione di organizzare manifestazioni politiche. Credo che per evitare il ripetersi di incidenti sarebbe più opportuno dare informazioni preventive al preside, laddove manifestazioni politiche dovessero essere organizzate per il giorno o i giorni successivi.
PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di replicare.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Dalla Chiesa, ma non sono pienamente soddisfatta dalla risposta, anzitutto per quanto dichiarato dal Ministero dell'interno, ossia che non vi fossero le citate liste, al contrario di quanto aveva scritto il quotidiano Libero nell'imminenza degli arresti, quindi a febbraio. Il Corriere della Sera del 21 marzo ritorna sull'argomento con il titolo: «Mappe e video: ecco gli obiettivi delle nuove BR» elencando di nuovo i negozi, le palestre, i ristoranti, i bar e facendo anche nomi di esponenti sia di Alleanza Nazionale sia della Fiamma Tricolore, sia di Forza Nuova, e di altre associazioni culturali.
Per quanto riguarda l'operato immediato delle autorità accademiche è sicuramente giusta la puntualizzazione secondo cui il preavviso sarebbe anche un modo per prevenire le azioni di violenza, ma spesso e volentieri non è sufficiente. Ritengo che vi debba essere una precisa e puntuale applicazione del regolamento, soprattutto per quanto riguarda gli studenti interni, anzitutto per far sì che vi siano anche regole e controlli su chi non è universitario e magari fa ingresso nelle università proprio per operare, per svolgere una funzione di propaganda.
Le indagini in corso rivelano che i luoghi individuati da questa nuova formazione terroristica erano le università e le fabbriche, luoghi nei quali, sicuramente, Pag. 54sfruttando demagogicamente un diffuso malcontento, si potesse effettuare il reclutamento dei giovani. Quindi, il pericolo è legato non solo alle aggressioni, ma anche ad un certo consenso che si potrebbe ottenere da ragazzi magari non preparati, appartenenti ad una fascia di età, sotto certi punti di vista, abbastanza vulnerabile.
Il senso della mia interpellanza nasce dall'esperienza degli anni settanta: in quegli anni, proprio nei licei delle città più grandi d'Italia e nelle università, con la scusa dell'antifascismo militante - una scusa buona per tutte le stagioni, ma dietro alla quale si nascondeva la violenza che si trasformava, spesso e volentieri, in terrorismo - iniziavano a verificarsi episodi di intolleranza politica relativi alla negazione dell'azione politica.
Insisto molto su questo punto, perché, nell'immediato, non fa molto clamore negare il volantinaggio o la parola ad un esponente di un'organizzazione nel corso di un'assemblea; tuttavia, da questi eventi nasce la mentalità dell'impunità. I giovani cominciano ad acquisire l'idea che sia possibile trasgredire ed impedire a qualcun altro di parlare. Si acquisisce questa consapevolezza in una fascia di età che va dai 14 ai 18 anni e poi si consolida. Si tratta di un atteggiamento mentale che può sfociare, in età più adulta - quindi all'università o sui luoghi di lavoro -, in un'intolleranza totale, dando per scontato che certe persone non possano prendere la parola, diffondere le loro idee con messaggi di propaganda.
Il fatto poi che Azione universitaria sia l'organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale, un partito che ha fatto parte di una coalizione di Governo, rende ancora più paradossale una situazione che già lo era quando il partito, di solito obiettivo di questi attacchi ed aggressioni, era il Movimento sociale.
Ritengo, dunque, che si siano compiuti molti passi in avanti e che tutti noi abbiamo cercato di far capire ai giovani che gli anni di piombo non devono più tornare. Tuttavia, quando si verificano episodi di questo tipo, suona il campanello d'allarme. Tutti i politici, in maniera trasversale, devono avere un senso di responsabilità e porsi, come primo obiettivo fondamentale, la tutela della libertà di espressione tra i ragazzi, ancora più in un momento in cui, purtroppo, la gente si allontana dalla politica. Per far tornare la politica con la «P» maiuscola al centro del dibattito nazionale, deve essere possibile praticarla correttamente nelle scuole e nelle università, con il rispettoso confronto delle idee di tutti.
(Tempi di realizzazione delle strade a quattro corsie Sassari-Olbia e Olbia-Arzachena - n. 2-00411)
PRESIDENTE. L'onorevole Satta ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00411 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5). Mi permetterei di invitare il sottosegretario Casillo, che risponderà all'interpellanza, e l'onorevole Satta, restando ferme le sue prerogative di interpellante, di contenere gli interventi, poiché alle ore 13,30 dobbiamo inderogabilmente sospendere la nostra seduta.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, cercherò di rispettare i tempi che lei mi ha concesso, proprio perché so che vi è un'importante esigenza. Dunque, sul rispetto dei tempi non la deluderò. Dipende molto anche dal sottosegretario, che ringrazio per la sua presenza in aula.
Presidente, sottosegretario, lei sa benissimo che la viabilità in Sardegna, in un'isola così grande, è un problema strutturale di prima e assoluta necessità: dell'unica strada a quattro corsie (che ha, penso, l'Oscar dei tempi di realizzazione), la Carlo Felice (che collega il sud al nord della Sardegna, quindi Cagliari a Sassari) non sappiamo quando termineranno i lavori; ed anche il collegamento tra Olbia e la Carlo Felice è ancora da definire per alcuni aspetti (mi riferisco a quello della sicurezza). Di altre due vie fondamentali di collegamento: la Sassari-Olbia e la Olbia-Arzachena-Palau-Santa Teresa di Gallura, se ne parla da decenni. Tutti quanti Pag. 55ne riconoscono la pericolosità e quanto sia urgente procedere alla realizzazione delle opere che le riguardano, considerati la mole di traffico ed il numero dei morti che si verificano annualmente.
Si consideri, inoltre, che ad Olbia vi è il porto più importante del Mediterraneo per movimenti di passeggeri che è collegato con quello di Golfo Aranci, al secondo posto per lo stesso motivo. Vi è anche un certo movimento turistico internazionale e mondiale per la presenza ad Olbia dell'aeroporto Olbia-Costa Smeralda.
Tutti riconoscono questa situazione, ma, alla resa dei conti, i tempi per la realizzazione sono sempre da definire.
Le domande che vorrei porre al Governo sono semplici e sono racchiuse nella mia interpellanza.
Vorrei sapere, in primo luogo, se la volontà già manifestata dal Governo alla regione sarda sull'attuazione della Sassari-Olbia è confermata e se si conoscono i tempi di inizio e di conclusione di questi lavori per non incorrere in un'altra «incompiuta».
Inoltre, per quanto riguarda il tratto Olbia-Arzachena-Palau, lei sa che vi è un contrasto tra la Giunta regionale e le autonomie locali della Gallura, che adesso è una nuova provincia: le autonomie locali rivendicano la strada a quattro corsie, quanto meno fino ad Arzachena (è il nodo più importante) e accettano la realizzazione dell'adeguamento dell'attuale tratto a due corsie Arzachena-Palau-Santa Teresa di Gallura.
È forte la volontà dei comuni di Olbia, Palau, Arzachena e Santa Teresa di Gallura, di tutte le autonomie locali del territorio, insieme all'amministrazione provinciale, di difendere con forza la scelta delle quattro corsie per dare una risposta adeguata al traffico ed alla sicurezza.
Vorrei sapere, pertanto, se il Governo, di fronte al contrasto tra la regione e le autonomie locali, sceglie di difendere il territorio e le motivazioni di fondo che vengono portate avanti oppure se, ancora una volta, una regione può tranquillamente vessare le esigenze reali di un territorio di periferia.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Tommaso Casillo, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO CASILLO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture. Signor Presidente, l'interpellanza in oggetto fa riferimento alla realizzazione della strada a quattro corsie Sassari-Olbia-Arzachena.
L'ammodernamento del collegamento stradale Sassari-Olbia è inserito nel piano decennale della viabilità ANAS 2003-2012 e nell'accordo preliminare per l'individuazione e la selezione degli interventi da inserire nei programmi nazionali di attuazione «Reti e mobilità» del Quadro strategico nazionale 2007-2013, stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e la regione Sardegna il 31 gennaio 2007.
Nello stesso mese di gennaio, la regione Sardegna, con la supervisione tecnica dell'ANAS, ha avviato la progettazione preliminare.
La nuova strada sarà di categoria b), cioè extraurbana principale, ed avrà due corsie per senso di marcia, con spartitraffico centrale e svincoli a livelli sfalsati.
Per quanto attiene, quindi, all'ammodernamento del collegamento stradale Olbia-Arzachena, lo stesso fa parte dell'itinerario Olbia-Palau inserito nel primo programma della legge obiettivo.
L'ANAS ha predisposto il progetto preliminare dell'ammodernamento del collegamento Olbia-Palau e nel 2003 ha avviato le procedure della legge obiettivo.
Allo stato, si è in attesa che la regione Sardegna esprima il proprio parere ai sensi della normativa vigente.
Il costo complessivo previsto è pari a 191 milioni di euro, mentre i finanziamenti attualmente disponibili ammontano a circa 58 milioni di euro.
Questo è quanto gli uffici hanno evidenziato, onorevole Satta, in relazione alla sua interpellanza.
PRESIDENTE. L'onorevole Satta ha facoltà di replicare.
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ANTONIO SATTA. Signor Presidente, il sottosegretario Casillo ha letto molto bene l'appunto che gli è stato predisposto. Tuttavia, mi permetta, signor sottosegretario: se avessi voluto avere la risposta che lei mi ha fornito, non avrei avuto difficoltà ad inviare una lettera ai suoi uffici e loro me la avrebbero data, senza far perdere tempo al Presidente della Camera ed a tutti gli altri deputati; peraltro, in tal modo avremmo anche accelerato la conclusione dei lavori dell'Assemblea.
Obietto al Governo che non ha fornito alcuna risposta alle domande che abbiamo posto, poiché, in questo caso, si parla addirittura di piani decennali. Vorrei segnalare, a tale riguardo, che esiste un finanziamento disponibile da molto tempo, addirittura dagli anni Novanta. Ricordo che chi le parla, signor sottosegretario, è stato assessore regionale all'urbanistica e, quindi, ha seguito direttamente queste vicende. Ebbene, siamo ancora fermi a quel finanziamento, che per giunta non è stato ancora utilizzato!
Quindi, il Governo non ha dato nessuna risposta chiara per quanto riguarda i finanziamenti e, soprattutto, i tempi relativi all'inizio e alla conclusione di tali lavori. Siamo alle solite! Ciò vuol dire che la Sardegna si prepara a pensare un'altra parte della propria viabilità come ad un sogno dei tempi! Oltre all'Oscar per i ritardi e per le opere incompiute della strada denominata «Carlo Felice», dunque, vinceremo un altro «Oscar» per le speranze non realizzate, poiché l'Esecutivo non fa chiarezza circa i tempi di esecuzione e la sicurezza dei finanziamenti. Infatti, pur essendo state tali opere definite prioritarie, non sappiamo ancora se la loro realizzazione sarà completata nel 2007, nel 2009, nel 2010 o nel 2013!
È vero che la speranza è l'ultima a morire, signor sottosegretario, ma di speranza non si vive. Noi, invece, vogliamo vivere ed offrire certezze ai nostri cittadini, perché la Sardegna ne ha diritto e da tempo! Auspico, quindi, che lei possa parlare con il suo ministro e che sia in grado di darci, in tempi rapidi, una risposta più completa e significativa!
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 14,30 per lo svolgimento dell'interpellanza urgente Galati n. 2-00433.
La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 14,30.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Donadi, Maroni, Sgobio, Violante ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende lo svolgimento di interpellanze urgenti (ore 14,33).
(Avvio del piano di investimenti della società Sviluppo Italia turismo, in relazione all'impegno di risorse finanziarie pubbliche - n. 2-00433)
PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00433 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
GIUSEPPE GALATI. Signor Presidente, interverrò brevemente cercando di affrontare la sostanza del problema. L'interpellanza che ho presentato insieme ai colleghi chiede al Governo e al viceministro D'Antoni presente in aula informazioni sul contratto di programma stipulato con la società Sviluppo Italia turismo il 20 dicembre 2004, poi rimodulato il 23 gennaio 2006. Questo contratto - riguardante la Pag. 57realizzazione di poli turistici integrati nelle regioni Calabria, Sicilia e Puglia - prevedeva, in una prima fase, l'occupazione di 1.449 unità lavorative, per un investimento complessivo di circa 319 milioni di euro. Successivamente, il contratto è stato modificato, prevedendo l'occupazione di 1.203 unità lavorative.
Secondo notizie diffuse nei giorni scorsi questo contratto di programma dovrebbe essere rimodulato ancora una volta sulla base di un presupposto: un presunto parere negativo da parte della sovrintendenza per i beni ambientali rispetto ad una delle località oggetto del contratto - mi riferisco a Gizzeria - con la conseguente cancellazione di una parte del programma previsto, nonostante dapprima fosse stato espresso da parte della stessa soprintendenza un parere positivo.
Se il contratto fosse rimodulato in questi termini, non ci troveremmo più di fronte a un contratto di programma, bensì di fronte ad una semplice procedura prevista dalla legge n. 488 del 1992, che consente di ristrutturare le proprietà già messe a disposizione della società Sviluppo Italia turismo.
In attesa della risposta del viceministro, chiediamo al Governo di verificare presso i propri uffici centrali e periferici se questo contratto di programma abbia perso i propri connotati, così da configurare non tanto una rimodulazione, bensì addirittura un definanziamento del piano di investimenti.
PRESIDENTE. Il viceministro dello sviluppo economico, Sergio Antonio D'Antoni, ha facoltà di rispondere.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei brevemente ricostruire la vicenda che è stata appena illustrata. Purtroppo, essa rispecchia l'andamento di altri contratti di programma, che finiscono sempre per determinare incertezze.
Nella sostanza siamo in presenza di un primo contratto di programma approvato dal CIPE nel 2004 riguardante tre regioni. Questo contratto è stato in parte rimodulato rispetto a profili di scarsa importanza. Successivamente, nell'ottobre 2006, la società Sviluppo Italia turismo ha comunicato che uno dei tre investimenti previsti nel contratto di programma - quello cui ha fatto riferimento l'onorevole Galati, riguardante il polo turistico sito in Calabria, località Gizzeria - non poteva essere più realizzato sia per una valutazione di mercato che successivamente l'azienda rendeva nota sia perché la sovrintendenza, in data 23 febbraio 2007, aveva espresso un parere negativo. In sostanza, era stata anticipata la presunzione concernente l'impossibilità di effettuare l'investimento per cui il contratto veniva rimodulato e l'investimento veniva ridotto per un importo pari a circa 92 milioni di euro, di cui il contributo pubblico era pari a circa 45 milioni.
A questo punto, gli uffici e il CIPE valuteranno tale problema nelle prossime settimane, per vedere se rimangono i presupposti della validità del contratto, cosa che, invece, mette in discussione l'intero impianto del contratto stesso. In ogni caso, siccome nel frattempo era intervenuta un'ordinanza alla Presidenza del Consiglio che destinava 45 milioni per l'intervento a Vibo Valentia, a causa dell'alluvione che tale città aveva subito, la suddetta cifra verrà presa - almeno questa è la proposta che il Ministero dello sviluppo economico porterà al CIPE - dalla parte calabrese del contratto e destinata alle opere di Vibo Valentia. Questo non al fine di risolvere il primo problema, ma per una questione di rapporto equo nei confronti della regione Calabria, perché in questo modo la stessa non perderà le risorse che le erano state destinate.
Dopodiché, esiste il tema dei presupposti del contratto stesso. Noi siamo in una fase di riordino complessivo di Sviluppo Italia e di riesame di tutti i suoi interventi, compresi quelli di Italia turismo. Quindi, svolgeremo un approfondimento molto serio e, in base a ciò, assumeremo delle decisioni da portare al CIPE (che, alla luce delle decisioni prese dalla Pag. 58società, riteniamo meritino da parte nostra un'attenta valutazione) e, poi, delle conclusioni conseguenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE GALATI. Signor Presidente, siamo in una situazione nella quale non possiamo dichiararci né soddisfatti né insoddisfatti, perché il tema centrale l'ha evidenziato il viceministro D'Antoni quando ha detto che gli uffici dovranno valutare se questo contratto mantiene ancora proprio i suoi caratteri.
Allora, viceministro D'Antoni, mi permetto di formulare alcune osservazioni che devono servire a questa valutazione. Innanzitutto, il Governo deve verificare quali siano gli investimenti da mettere a contributo e quali siano i contributi che devono essere elargiti per investimenti ancora non precisati; ma soprattutto, signor viceministro, visto che lei ha anche la responsabilità per quanto riguarda la società Sviluppo Italia, credo che occorra verificare, anche in base al suo lavoro sul cambiamento di mission di Sviluppo Italia, come mantenere la presenza di tale società e, soprattutto, qual sia il quadro generale dei rapporti interni alla società sulla base dei patti parasociali esistenti e delle possibili intese che regolano il diritto di call e put delle due componenti principali.
Signor viceministro, quello che sarà importante valutare per il Governo è se questa proposta di rifinanziamento non sia in qualche modo un percorso obbligato dall'esistenza di patti parasociali, che, se venisse meno il sostegno della contribuzione pubblica, potrebbero generare ulteriori e maggiori oneri a carico della stessa finanza pubblica, sulla base di accordi esistenti tra Sviluppo Italia e partner privati. Inoltre, se così fosse, vorremmo sapere di chi siano le responsabilità di tali oneri e quali siano le implicazioni, perché, signor viceministro, in quel caso, probabilmente, il contratto non sarebbe di interesse del Ministero dello sviluppo economico, ma di altre istituzioni dello Stato, e noi non vorremmo che fosse così.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Programma dei lavori dell'Assemblea per il periodo aprile-giugno 2007 e calendario dei lavori per il mese di aprile 2007.
PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del regolamento, il seguente programma dei lavori per il periodo aprile-giugno 2007:
Mese di aprile:
Esame della proposta di legge n. 15 e abbinate - Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonché dei comuni compresi nelle aree protette.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2374 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10, recante disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali (Approvato dal Senato - scadenza: 16 aprile 2007).
Seguito dell'esame dei seguenti argomenti previsti nel precedente calendario e non conclusi:
proposta di legge n. 626-A/R e abbinate - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale;
disegno di legge n. 1638 e abbinate - Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagine;
mozioni Giovanardi ed altri n. 1-00112, Mura ed altri n. 1-00117, Meta ed altri n. 1-00118, Leone ed altri n. 1-00121, Pag. 59Maroni ed altri n. 1-00122 e Beltrandi e Villetti n. 1-00124 sulle iniziative per contrastare il fenomeno delle cosiddette «stragi del sabato sera».
Esame della mozione Delfino ed altri n. 1-00061 sulla realizzazione di opere relative al piano irriguo nazionale.
Esame delle proposte di legge:
n. 1428 e abbinata - Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività;
n. 197 e abbinate - Modifiche alla legge 8 luglio 1998, n. 230, in materia di obiezione di coscienza.
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 780 e abbinata - Nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero;
disegno di legge n. 1609 - Differimento del termine per l'esercizio della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, recante istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.
Esame della mozione Baldelli ed altri n. 1-00137 sul precariato nelle pubbliche amministrazioni.
Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1762 - Delega al Governo per il riordino della normativa sulla tassazione dei redditi di capitale, sulla riscossione e accertamento dei tributi erariali, sul sistema estimativo del catasto fabbricati, nonché per la redazione di testi unici delle disposizioni sui tributi statali (collegato);
proposta di legge n. 583 - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi (ove concluso dalla Commissione).
Mese di maggio:
Esame della proposta di legge n. 1318 - Disposizioni in materia di incompatibilità e di conflitti di interessi dei titolari delle cariche di Governo e istituzione dell'Autorità garante dell'etica pubblica e della prevenzione dei conflitti di interessi.
Esame della relazione della XIV Commissione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2007 e sul programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea.
Esame dei progetti di legge:
disegno di legge S. 1411 - Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2007, n. 23, recante disposizioni urgenti per il ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 19 maggio 2007);
disegno di legge n. 2272 - Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le attività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale (ove concluso dalla Commissione) (urgenza);
proposta di legge n. 24 e abbinati - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Esame del Doc. XXII, n. 8 - Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario (ove concluso dalla Commissione).
Esame dei progetti di legge:
disegno di legge costituzionale n. 1427 e abbinata - Distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione;
proposta di legge n. 1268 - Nuove norme in materia di dispersione e di conservazione delle ceneri.
Esame di mozioni sul rilancio del processo di integrazione europea.
Mese di giugno:
Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1495 e abbinate - Introduzione dell'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori;
proposta di legge n. 1573 - Modifica degli articoli 45, 47, 48 e 49 del codice di procedura penale e abrogazione della legge 7 novembre 2002, n. 248;
proposte di legge nn. 1731 e 49 - Introduzione nel codice penale di disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente (ove concluso dalla Commissione);
disegno di legge n. 1923 e abbinate - Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato;
disegno di legge n. 1857 - Disposizioni in materia di contrasto al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e modifiche al codice di procedura penale;
proposta di legge n. 323 e abbinata - Riforma del codice di procedura penale;
disegno di legge n. 2161 e abbinate - Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese.
Sarà valutato l'inserimento nel programma per il mese di giugno del disegno di legge S. 1269 - Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati e dei tornei professionistici a squadre e delle correlate manifestazioni sportive organizzate a livello nazionale (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato).
Potrà essere altresì valutato l'inserimento nel programma per il mese di giugno del disegno di legge n. 1825 e abbinata - Disposizioni per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale, sulla base del complessivo andamento dei lavori in Commissione.
Il Presidente si riserva di inserire nel programma l'eventuale esame del conto consuntivo e del bilancio interno della Camera dei deputati.
Nell'ambito del programma è previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
Nel mese di aprile avrà luogo la votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2007:
Lunedì 2 aprile (antimeridiana):
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 15 e abbinate - Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonché dei comuni compresi nelle aree protette.
Lunedì 2 aprile (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 3 e mercoledì 4 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2374 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio Pag. 612007, n. 10, recante disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali (Approvato dal Senato - scadenza: 16 aprile 2007).
Seguito dell'esame dei seguenti argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi:
proposta di legge n. 626-A/R e abbinate - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale;
disegno di legge n. 1638 e abbinate - Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagine;
mozioni Giovanardi ed altri n. 1-00112, Mura ed altri n. 1-00117, Meta ed altri n. 1-00118, Leone ed altri n. 1-00121, Maroni ed altri n. 1-00122 e Beltrandi e Villetti n. 1-00124 sulle iniziative per contrastare il fenomeno delle cosiddette «stragi del sabato sera».
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 15 e abbinate - Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonché dei comuni compresi nelle aree protette.
Nelle giornate di mercoledì 11 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), giovedì 12 e venerdì 13 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) si svolgeranno sedute con votazioni nell'ipotesi in cui non sia stato concluso l'esame del disegno di legge n. 2374 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10, recante disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali, della proposta di legge n. 626-A/R e abbinate - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e del disegno di legge n. 1638 e abbinate - Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagine.
Venerdì 13 aprile avrà altresì luogo la discussione generale della mozione Delfino ed altri n. 1-00061 sulla realizzazione di opere relative al piano irriguo nazionale.
Qualora invece l'esame di tali provvedimenti sia stato concluso, si procederà nel modo seguente:
Mercoledì 11 aprile (con inizio alle ore 15 e con eventuale prosecuzione notturna):
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Discussione generale della mozione Delfino ed altri n.1-00061 sulla realizzazione di opere relative al piano irriguo nazionale.
Giovedì 12 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Svolgimento di atti del sindacato ispettivo.
Lunedì 16 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
n. 1428 e abbinata - Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività;
n. 197 e abbinate - Modifiche alla legge 8 luglio 1998, n. 230, in materia di obiezione di coscienza.
Martedì 17, mercoledì 18 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 19 aprile (antimeridiana) (con votazioni):
Seguito dell'esame delle proposte di legge:
n. 1428 e abbinata - Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività;
n. 780 e abbinata - Nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero.
Seguito dell'esame della mozione Delfino ed altri n.1-00061 sulla realizzazione di opere relative al piano irriguo nazionale.
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1609 - Differimento del termine per l'esercizio della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, recante istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione;
proposta di legge n. 197 e abbinate - Modifiche alla legge 8 luglio 1998, n. 230, in materia di obiezione di coscienza.
Nella parte pomeridiana della seduta di giovedì 19 aprile avrà luogo lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo.
Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana 2-4 aprile e non conclusi.
Lunedì 23 (antimeridiana, con eventuale prosecuzione al termine delle votazioni):
Discussione sulle linee generali della mozione Baldelli ed altri n. 1-00137 sul precariato nelle pubbliche amministrazioni.
Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1762 - Delega al Governo per il riordino della normativa sulla tassazione dei redditi di capitale, sulla riscossione e accertamento dei tributi erariali, sul sistema estimativo del catasto fabbricati, nonché per la redazione di testi unici delle disposizioni sui tributi statali;
proposta di legge n. 583 - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi (ove concluso dalla Commissione).
Lunedì 23 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e martedì 24 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame della mozione Baldelli ed altri n. 1-00137 sul precariato nelle pubbliche amministrazioni.
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1762 - Delega al Governo per il riordino della normativa sulla tassazione dei redditi di capitale, sulla riscossione e accertamento dei tributi erariali, sul sistema estimativo del catasto fabbricati, nonché per la redazione di testi unici delle disposizioni sui tributi statali;
proposta di legge n. 583 - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi (ove concluso dalla Commissione).
Nel corso della settimana avrà altresì luogo il seguito dell'esame degli argomenti previsti nella precedente settimana e non conclusi.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata avrà luogo il mercoledì (dalle 15).
Pag. 63Lo svolgimento di interrogazioni, di interpellanze e di interpellanze urgenti potrà essere inserito secondo l'andamento dei lavori dell'Assemblea.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni. Si riserva altresì di inserire l'esame di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
Mercoledì 4 aprile, alle ore 12,30, avrà luogo la votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti. Conseguentemente lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata potrà avere inizio alle ore 15,30.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 28 marzo 2007, il deputato Michele Pisacane, iscritto al gruppo parlamentare Popolari-Udeur, ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro). La presidenza di tale gruppo ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Venerdì 30 marzo 2007, alle 10:
Discussione del disegno di legge:
S. 1329 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10, recante disposizioni volte a dare attuazione ad obblighi comunitari ed internazionali (Approvato dal Senato) (2374).
- Relatori: Crisci, per la VI Commissione e Baratella, per la XIII Commissione.
La seduta termina alle 14,50.
ERRATA CORRIGE
Nel resoconto stenografico della seduta del 27 marzo 2007, a pagina 86, prima colonna, righe dalla quindicesima alla venticinquesima, le parole da «con» a «l'esame» si intendono sostituite dalle seguenti: «di cui si è testé concluso l'esame».
S. 1314 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, recante misure urgenti per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni sportive (Approvato dal Senato) (2340-A)».
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO
Pdl n. 15 e abb. - Piccoli comuni
Tempo complessivo: 20 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 15 minuti | 20 minuti |
Governo | 15 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 29 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) | 1 ora e 38 (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 6 ore e 51 minuti | 7 ore e 32 minuti |
L'Ulivo | 37 minuti | 1 ora e 34 minuti |
Forza Italia | 34 minuti | 1 ora e 4 minuti |
Alleanza Nazionale | 33 minuti | 43 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 32 minuti | 32 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 32 minuti | 32 minuti |
Lega Nord Padania | 31 minuti | 26 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 25 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 24 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 24 minuti |
Verdi | 30 minuti | 24 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 23 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 30 minuti | 20 minuti |
Misto | 31 minuti (Minoranze linguistiche: 12 minuti; Movimento per l'Autonomia:12 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 7 minuti) |
21 minuti (Minoranze linguistiche: 8 minuti; Movimento per l'Autonomia: 8 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti) |
Pdl n. 626 A/R e abb. - Commissione dei diritti umani e Garante dei detenuti
Seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti.
Il seguito dell'esame del provvedimento è iniziato nella seduta del 6 febbraio.
I tempi attribuiti sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 6, 7, 8 e 15 febbraio e 29 marzo 2007.
Nella seduta del 15 febbraio 2007 la Presidenza ha disposto un ampliamento di un terzo dei tempi originariamente attribuiti ai gruppi.
L'organizzazione dei tempi che si pubblica è quella originariamente predisposta e già pubblicata nei calendari nn. 7, 8, 9-bis e 10.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 29 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 6 ore e 6 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 19 minuti |
Forza Italia | 53 minuti |
Alleanza Nazionale | 35 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 26 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 25 minuti |
Lega Nord Padania | 21 minuti |
Italia dei Valori | 20 minuti |
La Rosa nel Pugno | 19 minuti |
Comunisti Italiani | 19 minuti |
Verdi | 19 minuti |
Popolari-Udeur | 18 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 16 minuti |
Misto | 16 minuti (Minoranze linguistiche: 8 minuti; Movimento per l'Autonomia: 8 minuti) |
Ddl n. 1638 e abb. - Intercettazioni telefoniche
Seguito dell'esame: 14 ore.
Relatore | 30 minuti |
Governo | 30 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora e 30 minuti |
Interventi a titolo personale | 2 ore e 6 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi per ciascun deputato) |
Gruppi | 9 ore e 14 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 41 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 32 minuti |
Alleanza Nazionale | 1 ora e 2 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 35 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 46 minuti |
Lega Nord Padania | 38 minuti |
Italia dei Valori | 26 minuti |
La Rosa nel Pugno | 26 minuti |
Comunisti Italiani | 25 minuti |
Verdi | 25 minuti |
Popolari-Udeur | 24 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 30 minuti |
Misto | 24 minuti (Minoranze linguistiche: 9 minuti; Movimento per l'Autonomia: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 6 minuti) |
Mozioni nn. 1-00112, 1-00117, 1-00118, 1-00121, 1-00122 e 1-00124 - Iniziative per contrastare il fenomeno delle cosidette "stragi del sabato sera"
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 59 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 21 minuti |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 38 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 11 minuti |
Misto | 13 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti) |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 19 marzo 2007.
Mozione n. 1-00061 sul piano irriguo nazionale
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 59 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 21 minuti |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 38 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 11 minuti |
Misto | 13 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Pdl n. 1428 e abb. - Sportello unico per le imprese
Tempo complessivo: 17 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 15 minuti | 20 minuti |
Governo | 15 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 29 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) | 1 ora e 17 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 6 ore e 51 minuti | 5 ore e 23 minuti |
L'Ulivo | 37 minuti | 1 ora e 10 minuti |
Forza Italia | 34 minuti | 47 minuti |
Alleanza Nazionale | 33 minuti | 31 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 32 minuti | 23 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 32 minuti | 22 minuti |
Lega Nord Padania | 31 minuti | 18 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 17 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 17 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 16 minuti |
Verdi | 30 minuti | 16 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 16 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 30 minuti | 14 minuti |
Misto | 31 minuti (Minoranze linguistiche: 12 minuti; Movimento per l'Autonomia: 12 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 7 minuti) |
16 minuti (Minoranze linguistiche: 6 minuti; Movimento per l'Autonomia: 6 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 4 minuti) |
Pdl n. 197 e abb. - Obiezione di coscienza
Tempo complessivo: 15 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 15 minuti | 15 minuti |
Governo | 15 minuti | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 29 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) | 52 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 6 ore e 51 minuti | 4 ore e 13 minuti |
L'Ulivo | 37 minuti | 52 minuti |
Forza Italia | 34 minuti | 36 minuti |
Alleanza Nazionale | 33 minuti | 24 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 32 minuti | 18 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 32 minuti | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 31 minuti | 14 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 13 minuti |
Verdi | 30 minuti | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 30 minuti | 11 minuti |
Misto | 31 minuti (Minoranze linguistiche:12 minuti; Movimento per l'Autonomia: 12 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 7 minuti) |
13 minuti (Minoranze linguistiche:5 minuti; Movimento per l'Autonomia:5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti) |
Pdl n. 780 e abb. - Uso di defibrillatori in ambiente extraospedaliero
Seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 33 minuti |
L'Ulivo | 56 minuti |
Forza Italia | 39 minuti |
Alleanza Nazionale | 26 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 20 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 19 minuti |
Lega Nord Padania | 16 minuti |
Italia dei Valori | 15 minuti |
La Rosa nel Pugno | 15 minuti |
Comunisti Italiani | 14 minuti |
Verdi | 14 minuti |
Popolari-Udeur | 14 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 12 minuti |
Misto | 13 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti) |
Ddl n. 1609 - Delega Ordini professioni sanitarie
Seguito dell'esame: 5 ore.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 45 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 25 minuti |
L'Ulivo | 37 minuti |
Forza Italia | 34 minuti |
Alleanza Nazionale | 22 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 13 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 17 minuti |
Lega Nord Padania | 14 minuti |
Italia dei Valori | 10 minuti |
La Rosa nel Pugno | 10 minuti |
Comunisti Italiani | 9 minuti |
Verdi | 9 minuti |
Popolari-Udeur | 9 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 11 minuti |
Misto | 10 minuti (Minoranze linguistiche: 4 minuti; Movimento per l'Autonomia: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti) |
Mozione n. 1-00137 sul precariato nelle pubbliche amministrazioni
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 59 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 21 minuti |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 38 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 11 minuti |
Misto | 13 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Ddl n. 1762 - riordino dei tributi statali
Tempo complessivo: 20 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 15 minuti | 15 minuti |
Governo | 15 minuti | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 40 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 34 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) | 1 ora e 37 (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 46 minuti | 7 ore e 3 minuti |
L'Ulivo | 33 minuti | 1 ora e 19 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 4 minuti | 1 ora e 10 minuti |
Alleanza Nazionale | 48 minuti | 48 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 31 minuti | 26 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 40 minuti | 35 minuti |
Lega Nord Padania | 36 minuti | 29 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti | 20 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 19 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 19 minuti |
Verdi | 30 minuti | 19 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 18 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 32 minuti | 23 minuti |
Misto | 31 minuti (Minoranze linguistiche:12 minuti; Movimento per l'Autonomia:12 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 7 minuti) |
18 minuti (Minoranze linguistiche: 7 minuti; Movimento per l'Autonomia: 7 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 4 minuti) |
Pdl di ratifica n. 583 - Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi
Tempo complessivo: 6 ore.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 58 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ora 12 minuti |
L'Ulivo | 49 minuti |
Forza Italia | 34 minuti |
Alleanza Nazionale | 24 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 18 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 14 minuti |
Verdi | 14 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 12 minuti |
Misto | 13 minuti (Minoranze linguistiche: 5 minuti; Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti) |
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | t.u. pdl 626-A/R ed abb. - em. 4.1 | 332 | 327 | 5 | 164 | 20 | 307 | 75 | Resp. |
2 | Nom. | em. 4.61 | 370 | 351 | 19 | 176 | 101 | 250 | 75 | Resp. |
3 | Nom. | em. 4.62 | 372 | 358 | 14 | 180 | 357 | 1 | 75 | Appr. |
4 | Nom. | em. 4.7 | 384 | 375 | 9 | 188 | 163 | 212 | 75 | Resp. |
5 | Nom. | em. 4.60 | 403 | 383 | 20 | 192 | 159 | 224 | 75 | Resp. |
6 | Nom. | articolo 4 | 401 | 398 | 3 | 200 | 256 | 142 | 75 | Appr. |
7 | Nom. | mantenimento articolo 5 | 411 | 407 | 4 | 204 | 407 | 75 | Appr. | |
8 | Nom. | mantenimento articolo 6 | 414 | 411 | 3 | 206 | 395 | 16 | 75 | Appr. |
9 | Nom. | em. 7.1 | 414 | 357 | 57 | 179 | 23 | 334 | 75 | Resp. |
10 | Nom. | em. 7.503 | 425 | 275 | 150 | 138 | 268 | 7 | 75 | Appr. |
11 | Nom. | em. 7.66 | 432 | 270 | 162 | 136 | 40 | 230 | 75 | Resp. |
12 | Nom. | em. 7.17 | 425 | 402 | 23 | 202 | 174 | 228 | 75 | Resp. |
13 | Nom. | em. 7.67 | 423 | 399 | 24 | 200 | 179 | 220 | 75 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 7.501 | 430 | 418 | 12 | 210 | 275 | 143 | 75 | Appr. |
15 | Nom. | em. 7.70 | 427 | 365 | 62 | 183 | 134 | 231 | 75 | Resp. |
16 | Nom. | em. 7.18, 7.71 | 431 | 410 | 21 | 206 | 181 | 229 | 75 | Resp. |
17 | Nom. | em. 7.502 | 431 | 425 | 6 | 213 | 263 | 162 | 75 | Appr. |
18 | Nom. | em. 7.13, 7.19, 7.20 | 432 | 430 | 2 | 216 | 200 | 230 | 75 | Resp. |
19 | Nom. | em. 7.504 | 433 | 267 | 166 | 134 | 244 | 23 | 74 | Appr. |
20 | Nom. | articolo 7 | 434 | 427 | 7 | 214 | 263 | 164 | 74 | Appr. |
21 | Nom. | em. 8.1, 8.6, 8.9 | 433 | 401 | 32 | 201 | 178 | 223 | 74 | Resp. |
22 | Nom. | em. 8.10 | 426 | 423 | 3 | 212 | 203 | 220 | 74 | Resp. |
23 | Nom. | em. 8.7 | 411 | 409 | 2 | 205 | 199 | 210 | 74 | Resp. |
24 | Nom. | em. 8.500 | 435 | 426 | 9 | 214 | 259 | 167 | 74 | Appr. |
25 | Nom. | em. 8.8, 8.11 | 442 | 434 | 8 | 218 | 176 | 258 | 74 | Resp. |
26 | Nom. | em. 8.5 | 436 | 432 | 4 | 217 | 177 | 255 | 74 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 37 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | articolo 8 | 444 | 404 | 40 | 203 | 240 | 164 | 74 | Appr. |
28 | Nom. | em. 10.1, 10.4, 10.6 | 416 | 406 | 10 | 204 | 176 | 230 | 73 | Resp. |
29 | Nom. | em. 10.3 | 425 | 420 | 5 | 211 | 168 | 252 | 73 | Resp. |
30 | Nom. | em. 10.5 | 438 | 438 | 220 | 207 | 231 | 73 | Resp. | |
31 | Nom. | articolo 10 | 434 | 404 | 30 | 203 | 229 | 175 | 73 | Appr. |
32 | Nom. | em. 11.32 | 409 | 405 | 4 | 203 | 169 | 236 | 73 | Resp. |
33 | Nom. | em. 11.62 | 428 | 426 | 2 | 214 | 177 | 249 | 73 | Resp. |
34 | Nom. | em. 11.40 | 439 | 431 | 8 | 216 | 174 | 257 | 73 | Resp. |
35 | Nom. | em. 11.63 | 435 | 435 | 218 | 212 | 223 | 73 | Resp. | |
36 | Nom. | em. 11.64 | 435 | 430 | 5 | 216 | 183 | 247 | 73 | Resp. |
37 | Nom. | em. 11.21 | 435 | 429 | 6 | 215 | 31 | 398 | 73 | Resp. |