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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 212 di giovedì 27 settembre 2007
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
La seduta comincia alle 9,30.
TITTI DE SIMONE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Allam, Aprea, Brandolini, Bressa, Brugger, Delfino, Donadi, Fallica, Fiorio, Fioroni, Folena, Franceschini, Gozi, Landolfi, Lion, Mattarella, Oliva, Rigoni, Rivolta, Sgobio, Tremonti, Villetti e Zeller sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera del 25 settembre 2007, i deputati Giuseppe Ossorio e Salvatore Raiti, iscritti al gruppo parlamentare Italia dei Valori, hanno chiesto di aderire al gruppo parlamentare L'Ulivo.
La presidenza di tale gruppo, con lettera del 26 settembre 2007, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1772 - Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione (Approvato dal Senato) (A.C. 3044).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione.
Ricordo che nella seduta di ieri sono iniziati gli interventi sul complesso degli emendamenti e che, ai sensi dell'articolo 36, comma 1, del Regolamento, debbono essere ancora svolti cinque interventi.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3044 sezione 1).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge
(Vedi l'allegato A - A.C. 3044 sezione 2).
Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, signor Ministro, noi del gruppo di Forza Italia abbiamo cercato di fornire un contributo positivo alla modifica e al perfezionamento della legislazione vigente. Dobbiamo rammaricarci, però, ancora una volta che si sia voluta seguire la strada del decreto-legge quando un provvedimento legislativo ordinario è ancora in itinere, per cui si è strozzato il dibattito e si è impedita quella concertazione che avrebbe potuto essere molto più efficace ed esaustiva rispetto ai problemi posti.
Ricordo che la legislazione proposta dall'allora Ministro Lunardi, che tanto successo ha conseguito, è nata da una grande concertazione all'interno del Paese e con i Paesi europei. Il Ministro Lunardi, che faceva parte del Governo Berlusconi, individuò in una carenza legislativa italiana il gap che ci divideva dall'Europa (migliaia di morti in più per gli incidenti stradali in Italia, migliaia e migliaia di feriti in più e molte spese attuariali assicurative che appesantivano tutto il comparto). Il Ministro, quindi, portò avanti un discorso di concertazione europea e nazionale, si aprì al dibattito politico e accompagnò quella misura legislativa con un battage mediatico e un approccio culturale che ritengo siano stati entrambi alla base del successo di quel provvedimento.
Varata la legge, Lunardi accompagnò la legge sul campo l'applicazione pratica delle norme in essa contenute con un dispiegamento capillare e diffuso su tutto il territorio nazionale delle forze di polizia, alle quali fu dato opportuno sostegno, anche finanziario, per far capire al Paese che non si scherzava. Furono conseguiti risultati eccezionali, che restano nella nostra storia.
Poi, a poco a poco, qualcosa è cambiato.
Da una parte, il Ministero dell'interno e le prefetture non hanno dato regolare corso ai provvedimenti sulla patente a punti (soprattutto, alle sanzioni, che sono state ritardate e molte volte hanno prestato il fianco al grottesco, quando sono risultati al volante vecchietti di ottant'anni che non riescono neanche a fare due passi a casa loro!) Dall'altra parte, è stato diminuito il finanziamento alle forze di polizia, creando in loro anche una disaffezione operativa.
Signor Ministro, ritengo, inoltre, che sia stata attribuita una competenza in materia a comuni e province che non meritavano di entrare nella partita e che hanno appesantito il dialogo con la pubblica opinione. È ciò che si verifica quando un comune colloca i suoi vigili e i suoi autovelox, non su una strada comunale, ma su una strada nazionale, e non nel punto più pericoloso, bensì in quello più insidioso per carpire la buona fede degli automobilisti (ad esempio, su un viale nel quale si può procedere indifferentemente, senza recare turbativa al traffico sia a 50 che a 70 chilometri all'ora). I sindaci, pur di far cassa, non hanno pensato di organizzare il controllo nei punti pericolosi, ma nelle parti facili!
Spesso il loro fine non è stata la riduzione degli incidenti, ma l'inpinguamento degli entroiti comunali.
Le amministrazioni provinciali hanno impiegato i loro corpi di polizia per il perseguimento degli automobilisti, trascurando invece compiti istituzionali, quali la difesa dei boschi e delle foreste, e l'organizzazione dei servizi di monitoraggio dell'inquinamento ambientale.
Come di dice, hanno intralciato da una parte e latitato dall'altra.
Tutto ciò ha creato nell'opinione pubblica una disaffezione nei confronti della legge, perché l'automobilista si è sentito braccato come un Robin Hood del XXI secolo. Tant'è vero, signor Ministro, che quando un automobilista individua una macchina della polizia, dei vigili o della polizia provinciale, la segnala con il lampeggiatore agli altri automobilisti che provengono dalla direzione opposta. Segno evidente che i provvedimenti non sono condivisi.
A mio avviso la legge, per poter diventare veramente efficace e raggiungere gli scopi che il legislatore e il Governo si propongono, deve essere innanzitutto sentitaPag. 3propria dalla popolazione. Non esiste legge che possa avere successo se non è condivisa!
Il nostro sforzo, pertanto, va in questa direzione e perciò mi lamento, ancora una volta, del fatto che si sia voluta privilegiare la legislazione d'urgenza, perché un dibattito più appropriato e articolato avrebbe spianato la strada a una comprensione vera delle misure previste.
Da ultimo, vorrei offrire alcuni suggerimenti al signor Ministro, in quanto credo che il decreto-legge in esame sia diverso dal decreto-legge in materia di pubblica istruzione, anch'esso oggetto di esame da parte dell'Assemblea in questi giorni. In quest'ultimo, ho notato l'emergere di una volontà di Governo tesa a distruggere la legislazione precedente (ossia la riforma Moratti), che può essere condivisa o meno, ma che comunque rappresenta una grande riforma per la quale siamo stati giustamente apprezzati da tutta l'Europa.
In ogni provvedimento del Governo Prodi in materia di istruzione c'è sempre un attacco alla riforma Moratti. Un grande Paese, invece, deve fare tesoro dei provvedimenti legislativi buoni migliorandoli, non cancellandoli.
Debbo dare atto che il decreto in esame questo vizio capitale non lo possiede.
Un suggerimento, signor Ministro, che vorrei dare è che si attivi anche un controllo fisso nei punti difficili, in quanto spessissimo i controlli episodici e volanti si tengono dove il traffico scorre tranquillo, mai all'altezza di alcuni semafori e di alcune curve pericolose dove, specie di notte - perché i teppisti della strada si esibiscono in maniera cinematografica soprattutto di notte -, si verificano gli incidenti più drammatici e più gravi. Questo accorgimento, a mio avviso, allevierebbe di molto il bilancio dei morti e dei feriti nel nostro Paese.
Vorrei, inoltre, svolgere una considerazione riguardo al ritiro delle patenti. Quando, infatti, si trova un automobilista in stato di ebbrezza alcolica o in stato di agitazione psicomotoria per l'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, si ritira la patente, ma quando viene riconsegnata al soggetto interessato, se vi è stata l'ebbrezza alcolica, è difficile capire se il soggetto interessato sia ancora in preda al consumo vizioso di alcool. Per quanto riguarda, invece, la tossicodipendenza e le sostanze psicotrope, l'uso di cocaina, ad esempio, può essere monitorato anche a distanza di vari giorni e.
Mi domando, dunque, come il Ministro intenda comportarsi. Forse non ho ben compreso il provvedimento a tale riguardo, ma credo che non sia una questione di subliminale importanza, bensì di valenza cruciale. Mi chiedo, infatti, se la patente possa essere riconsegnata al tossicodipendente cronico. È evidente che su questo aspetto deve essere aperto un dibattito. Ci dobbiamo domandare, infatti, se abbiamo il diritto di intervenire nel settore delle libertà individuali o se le libertà individuali non debbano essere poste al servizio dell'interesse collettivo, che è volto alla salvaguardia delle vite umane, con una stringente normativa specifica.
Per concludere, il gruppo di Forza Italia continuerà ad offrire anche nei prossimi mesi il suo contributo per un miglioramento condiviso delle norme sulla circolazione stradale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, ancora una volta riceviamo un decreto-legge in scadenza; ancora una volta il Parlamento viene ridotto semplicemente a svolgere un ruolo di presa d'atto, non potendo dibattere, modificare o correggere un decreto-legge relativo ad un aspetto assolutamente essenziale: la sicurezza dei cittadini.
Signor Ministro, carissimi colleghi, in via preliminare vorrei che analizziate con cura un lavoro svolto dal Servizio studi della Camera sulla produzione normativa in poco più di un anno di legislatura di questo Parlamento, che ha approvato circa quarantadue leggi (ventitré delle quali, pari al 54,8 per cento, semplicemente di conversione di decreti-legge), quattro leggi di bilancio, alcune leggi di ratifica e alcunePag. 4leggi ordinarie (pochissime, pari solamente al 20 per cento circa), che, però, si sono perse nel passaggio tra i due rami del Parlamento.
Ritengo che si tratti di un problema pesante, che sottrae al nostro Parlamento il ruolo di legislatore ed elimina la nostra capacità di dibattere, modificare e migliorare la produzione legislativa di iniziativa del Governo. Ciò che è ancora più pesante - che ritengo sia una delle cause che stanno alimentando questa ondata di antipolitica e di ostilità nei confronti del Parlamento - è il fatto che si tratta di una politica che non rispetta le regole fondamentali. Sappiamo benissimo che un decreto-legge deve avere alcune caratteristiche (l'urgenza e la straordinarietà), ma, quando un buon 60 per cento dell'attività legislativa del Parlamento è costituito da leggi di conversione di decreti-legge, credo che i principi alla base di queste norme siano assolutamente disattesi.
Fra le altre cose, signor Ministro, la preoccupazione nasce anche dall'esistenza di binari paralleli - spesso non convergenti - sui quali si inserisce la materia sulla quale legiferiamo. È stato emanato il decreto-legge Bersani sulle liberalizzazioni, che ha trattato anche temi riguardanti il suo Ministero (come la vicenda delle scuole guida) ed è stato parallelamente approvato un disegno di legge. Spesso le due cose non convergevano e addirittura in quel caso erano l'una in contraddizione con l'altra. Non dimentichiamo che, proprio di recente, la Camera ha già approvato il disegno di legge recante disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale, che ora è all'esame del Senato, che mi risulta stia apportando alcune modifiche, dopodiché il provvedimento tornerà alla Camera.
Nel frattempo, viene emanato un decreto-legge che contiene parte della materia. Signor Ministro, cito solo un esempio: nel decreto-legge sono contenuti alcuni articoli che trattano di sanzioni da applicare dal momento in cui lo stesso è entrato in vigore; sanzioni diverse, invece, sono contenute nel disegno di legge che, una volta approvato in terza lettura alla Camera, diventerà esecutivo. Ciò creerà, come avvenuto per la maggior parte delle leggi approvate da questo Parlamento, una grande confusione negli utenti ed alimenterà sicuramente una serie di contenziosi. Un decreto-legge fissa una sanzione e un disegno di legge ne fissa un'altra: è un modo schizofrenico e disordinato di legiferare su un tema fondamentale, qual è la sicurezza dei cittadini.
Signor Ministro, essendo stato il decreto-legge adottato in prossimità della pausa estiva, considerata la norma che prevede che la conversione debba avvenire entro sessanta giorni, era presumibile che il Senato e la Camera non sarebbero stati nella condizione di convertirlo attraverso un reale dibattito. Quindi, perché lo abbiamo fatto? Forse, perché l'urgenza e le disgrazie che avvenivano e che, purtroppo, continuano ad avvenire avevano costretto il Governo ad adottare provvedimenti immediati prima dell'estate? Questa sarebbe una motivazione accettabile e condivisibile, ma, quando analizziamo i singoli articoli del decreto-legge, ci rendiamo conto che, al di là dei motivi di incostituzionalità, di cui si è ampiamente parlato in occasione delle questioni pregiudiziali, non vi è l'urgenza.
Il provvedimento sulla velocità, infatti, avrebbe potuto produrre effetti maggiori nel periodo estivo, trattandosi di un periodo in cui la gente si muove maggiormente sulle strade, ma il testo del provvedimento rinvia all'emanazione di un decreto interministeriale, che deve identificare le modalità attraverso le quali le postazioni di controllo sulla rete stradale debbono essere installate, rendendo di fatto inefficaci e nulle tutte le sanzioni.
Allora, dov'è l'urgenza? Mai, se non in questa esperienza del Governo di centrosinistra nell'ultimo mese, ho visto decreti-legge la cui applicazione è rinviata nel tempo, denunciando palesemente la mancanza di un requisito essenziale per un decreto-legge quale quello dell'immediata applicazione.
Quindi non vi è l'urgenza né la necessità di intervenire. È diventato un metodo, un sistema per saltare di fatto i passaggiPag. 5parlamentari e per agevolare l'approvazione delle leggi, reprimendo e soffocando il dibattito parlamentare. Credo che questo sia l'elemento più grave ed inquietante di questo modo di legiferare.
Signor Ministro, abbiamo presentato vari emendamenti. Alcuni sono certamente discutibili, ma altri sono assolutamente corretti, perché cercano disperatamente di allineare e di correggere il contenuto del decreto-legge - che oggi ci accingiamo velocemente a convertire, considerato che scadrà martedì della prossima settimana - attraverso una sinergia con il disegno di legge da noi già approvato, che presto il Senato rimanderà alla Camera.
Condivido l'auspicio, che lei in passato ci aveva fatto intravedere, di adottare un testo unico per riordinare l'intera materia, su cui si è legiferato in maniera - lo ripeto - disorganica e spesso disattenta.
Faccio soltanto un esempio. Abbiamo trattato un'importante questione come quella delle autoscuola che sono la base per la costruzione di una nuova generazione attenta alla guida, con il decreto Bersani, ma non capisco che cosa avesse a che fare una materia così delicata con un provvedimento come il decreto Bersani. Si possono liberalizzare determinati settori, ma non credo che si possa liberalizzare la sicurezza.
Tutte queste norme, signor Ministro, dovranno essere riprese in un testo unico che riordini l'intera materia e fornisca al cittadino una facilità di lettura delle stesse, senza costringerlo a cercare di ricomporre un puzzle con tasselli sparsi nei vari testi normativi, nelle circolari, negli emendamenti della legge finanziaria, negli emendamenti dei decreti-legge: è una materia che oggi va riordinata.
Le porto un esempio, signor Ministro, in aggiunta a quello che ho richiamato sul tema delle sanzioni: mi riferisco all'esame del tasso alcolico del guidatore. Nel caso in cui il tasso alcolemico sia dello 0,80 - mi pare, non vorrei sbagliarmi, ma sto cercando di chiarire il principio - sono previste ammende che arrivano fino all'arresto; nel caso in cui tale tasso alcolico sia ancora maggiore, cioè arrivi all'1,50, ci troviamo di fronte a sanzioni che sono addirittura meno forti rispetto alle precedenti.
Tale modo di legiferare, spesso contraddittorio, credo che non dipenda tanto dal merito, ma spesso dal metodo, perché quando si legifera «a spizzichi e bocconi» è facile entrare in contrasto, creare dissonanze, andare incontro a discrasie e disposizioni che sono poco compatibili. Ciò non avverrebbe se il dibattito fosse più ampio, se gli spazi di confronto fossero maggiori, se si legiferasse per testi unici e quindi per materia, con competenze non incrociate tra Ministeri, con il Ministro delle attività produttive che vuole legiferare in termini di sicurezza stradale, togliendo a lei, signor Ministro, una competenza che dovrebbe essere esclusivamente sua.
Pertanto, mi auguro che a tale maniera di legiferare si possa apportare una correzione e porre la parola «fine» all'abuso dei decreti-legge, stigmatizzato da un famoso professore universitario in un libro intitolato: L'emergenza infinita. La decretazione d'urgenza in Italia.
Non si può sempre legiferare in stato di emergenza e in situazioni di eccezionalità: bisogna legiferare con ordine, con correttezza, con serenità e aprendo un forte confronto con il Parlamento.
Infatti, ricordatevi che la nostra continua ad essere una Repubblica parlamentare, e il ruolo del Parlamento è quello di legiferare, non certo quello di prendere atto delle decisioni del Governo e subirne l'urgenza, la violenza e il «ricatto» della scadenza delle norme.
Signor Ministro, dobbiamo aprire un confronto più serio, perché legiferare seriamente significa offrire serie risposte ai cittadini, dando loro la capacità di leggere, interpretare e comprendere i doveri e i diritti. Altrimenti il cittadino si confonde, non comprende e si allontana sempre di più dalla politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei anch'io offrire un contributoPag. 6alla discussione, che mi sembra si svolga con grande capacità e qualità.
Ho ascoltato anche gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e credo che tutti abbiano sottolineato alcune criticità del sistema della regolamentazione della materia in esame, molto discussa in questi anni proprio per le cifre, le statistiche agghiaccianti non solo del sabato sera, ma quotidiane: mi riferisco alla casistica degli incidenti stradali e dei sinistri.
Allora, signor Ministro, stamani trovo quasi doveroso ricordarle come, in questi mesi e in questi anni, si sia legiferato molto sul fronte della guida e sul fronte della disciplina e della regolamentazione della guida del veicolo, mentre molto meno - anzi, non si è legiferato affatto - sul fronte del veicolo.
Tuttora vi è una carenza legislativa proprio sul fronte della sicurezza del veicolo. Ci occupiamo spesso del conducente ma non ci stiamo curando e non ci siamo curati in questi anni di che cosa guidiamo, di che cosa guidano i neopatentati di categoria A, B o C che possiedono patenti che comportano pesanti responsabilità.
Mi chiedo allora, signor, Ministro perché non cominciamo a legiferare sul fronte del veicolo? Lei sa, signor Ministro, che pochissimi veicoli dopo le riparazioni causate da un sinistro - ve ne sono centinaia di migliaia in Italia - devono essere sottoposti alla famosa certificazione del pubblico registro per essere nuovamente collaudati per verificare se conservano le stesse caratteristiche di quando furono costruiti, di quando erano nuovi di fabbrica. Vi sono incidenti nei quali i veicoli, dopo essere stati piegati in due, vengono addirittura raddrizzati e continuano a girare per la strada, alle volte quasi per sbieco, avendo una pericolosissima capacità di tenuta della strada o, per meglio dire, con un'assenza di tenuta della strada.
Perché, signor Ministro, lei non sembra interessato a intervenire su tale materia? È una materia importante soprattutto perché molti sinistri ledono e modificano le caratteristiche di sicurezza del veicolo e qualche volta addirittura del sistema frenante, di quello ammortizzante, del telaio principale, per cui il veicolo diventa un mezzo pericoloso a prescindere da chi sia posto alla guida.
La voglio invitare, la destra la vuole invitare a porre l'attenzione su questo aspetto che tuttora è rimasto carente dal punto di vista legislativo. Noi vorremmo addirittura auspicare che ad ogni sinistro vi sia una verifica peritale che certifichi se il veicolo conserva o meno le proprie caratteristiche se il sinistro è di un'entità tale da doverlo di nuovo collaudare. Vorremmo che vi fosse una sorta di vademecum su chi mette mano ai veicoli sinistrati per verificare se siano o meno imprese che possiedono i requisiti per riportare un veicolo alle condizioni originarie. Dobbiamo legiferare per realizzare una sorta di albo dei riparatori, una sorta di vademecum della riparazione di qualità.
PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo onorevole Salerno. È presente in tribuna e assiste ai nostri lavori una delegazione guidata dal Presidente dell'Assemblea nazionale del Quebec, Michel Bissonnet, cui porgo il saluto a nome dell'intera Assemblea ricordando le intense relazioni parlamentari tra Italia e Canada (Applausi).
Prego, onorevole Salerno.
ROBERTO SALERNO. Prima di un breve commento sul testo in esame voglio domandare al Ministro: perché non introduciamo questa benedetta carta d'identità del veicolo? Prenda nota, signor Ministro; la vedo molto attento e non posso che apprezzarlo, soprattutto in un'aula che molto spesso è distratta e rivolta ad altro.
Perché non introduciamo la carta d'identità del veicolo? Oggi nei famosi libretti di circolazione, nei certificati di proprietà, esiste soltanto l'annotazione di chi compra e vende un autoveicolo ma non vi è nulla che riguardi i sinistri avuti dal veicolo, la vita del veicolo, gli incidenti subiti. Perché non viene annotato nulla nella carta di circolazione?
Allora introduciamo una sorta di carta di identità sulla quale venga annotato ogniPag. 7sinistro, la riparazione, e se essa è avvenuta al di sotto di una soglia di sicurezza del veicolo, oppure al di sopra cosicché debba essere certificata l'idoneità successiva del veicolo.
Credo di averle fornito - signor Ministro - degli elementi per intervenire su un aspetto della materia in esame, sul quale oggi vi è la completa e assoluta assenza del legislatore, e ritengo che sia importante invece cominciare a mettervi mano, perché ne va della sicurezza e della vita delle persone.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 10,15)
ROBERTO SALERNO. Per quanto riguarda il testo - signor Ministro - come hanno già sottolineato i miei colleghi ravviso delle incongruenze e delle incoerenze.
Mi chiedo per quale motivo un neopatentato che abbia conseguito la patente B per i primi tre anni non possa guidare un veicolo al di sopra dei 50 cavalli, sapendo che adesso ormai, nell'ambito delle potenze e delle capacità delle case costruttrici, si producono veicoli al di sopra dei 50 cavalli che offrono maggior sicurezza rispetto alle piccole cilindrate.
Tutto ciò non attiene alla velocità e alla sicurezza del veicolo. Si tratta di una questione di guida e della sua disciplina.
Con tale misura obblighiamo una famiglia, al cui interno un giovane di diciotto anni prende la patente B (il quale per tre anni non può guidare l'autoveicolo di famiglia, quello di proprietà del padre), a comprare appositamente un'automobile per farla guidare o comunque darla al figlio. Non so se si comprende l'impopolarità e la non socialità di questo provvedimento.
Oggi, per esempio, un veicolo sopra i 50 cavalli è una Golf 1600 o 1400. Quale problema può esserci per quel neopatentato, nei primi tre anni, che guidi queste macchine che sono diventate il segmento più grande nel mercato automobilistico? Invece, obblighiamo la famiglia ad acquistare un'auto, costringendola ad una spesa straordinaria e non prevista.
Come si spiega un provvedimento di questo tipo, impopolare, irragionevole, infondato e - vorrei dire - quasi illegittimo?
Sottraiamo addirittura la libertà al cittadino di poter in qualche maniera usare o guidare un veicolo di proprietà della famiglia. Lo capirei se nella famiglia il babbo avesse una Porsche, oppure una Maserati o una Ferrari, ma quando non è questo il caso, e semplicemente si tratta - mi vengono in mente le macchine più comuni - ad esempio di una Croma o di una macchina di media cilindrata che superi i 50 cavalli? Si tratta allora di una misura irragionevole e infondata.
Per quanto riguarda l'impianto sanzionatorio, signor Ministro, ne condivido la serietà e la severità, salvo il fatto che poi riscontriamo delle incongruenze.
In alcuni casi, per quanto riguarda i tassi alcolemici superiori al consentito, il provvedimento in esame in qualche modo allenta e ammorbidisce le sanzioni già presenti, mentre aumenta quelle relative alle prime soglie alcolemiche.
Sono per la severità - signor Ministro - così come la destra è per la severità e la rigidità del sistema, perché dietro quella specie di - per così dire - accondiscendenza per il classico bicchiere di vino o per la classica cena che si allunga un po' anche con il cosiddetto uso italiano del caffè e del dopo caffè, dietro questa leggerezza e questo costume vi sono le tragedie.
Pertanto, noi siamo a favore della severità e della rigidità, però stiamo attenti a dare coerenza al quadro delle sanzioni in esame. L'impianto sanzionatorio, comunque, ci trova ideologicamente d'accordo dal punto di vista della ratio.
Concludo - signor Ministro - ricordando che però, ancora oggi, sempre sul fronte della guida (dove continuiamo a legiferare senza che ciò si traduca in misure concrete in materia di sicurezza e di veicoli) continuiamo a fornire i fogli rosa sulla semplice presentazione di una domanda.
Signor Ministro, lei non crede che i fogli rosa non debbano più essere consegnatiPag. 8a chicchessia su semplice presentazione della domanda per sostenere l'esame di iscrizione alla scuola guida, senza aver almeno prima superato un piccolo esame di segnaletica? Quel foglio rosa che viene consegnato al giovane di 18 anni, come ad una persona che non ha mai guidato, non può prescindere dalla capacità di quell'individuo di riconoscere il cartello disposto lungo una strada e di conoscerne il significato (ad esempio un senso unico o un obbligo di svolta). Forse, si può capire in modo induttivo che il cartello di stop vuol dire fermarsi, ma non è così per quello relativo al diritto di precedenza. Si tratta di una serie di conoscenze che non possiamo verificare qualora il foglio rosa viene rilasciato semplicemente su presentazione della domanda.
Pertanto, in questo modo si mette in condizione di provocare danni seri chi, su richiesta, ha ottenuto il foglio rosa. Dopodiché, come sappiamo, con il foglio rosa, chi guida può essere accompagnato da una persona come magari un nonno di una certa età o una persona disattenta che non deve in alcun modo sostituire la capacità di un istruttore di guida. Pensiamo che questo sia sufficiente a dare a quel ragazzo, a quel neopatentato che deve ancora prendere la patente la possibilità di guidare?
In conclusione, signor Ministro, siamo parzialmente d'accordo con il suo orientamento soltanto per quanto riguarda l'impianto sanzionatorio, tranne per l'incoerenza. Le voglio ricordare che fu proprio il Governo Berlusconi con un emendamento nella passata legislatura ad introdurre il ritiro della patente, cioè la revoca perpetua, per coloro che, con un tasso alcolemico due volte superiore a quello consentito, provocavano la morte di una o più persone in un incidente stradale. Fu proprio il Governo di centrodestra ad introdurre per la prima volta un elemento di grande rigidità. Fu un voto sentito, perché molto spesso i protagonisti di incidenti mortali, ubriachi oppure drogati, pur avendo provocato la morte, dopo alcuni mesi tornano di nuovo in libertà. Anche in tali ipotesi avvertiamo una carenza normativa, perché vorremmo l'introduzione di un'analogia con il codice penale. Infatti, vi è sempre un atto volontario prima di ubriacarsi o di assumere sostanze stupefacenti e quando ci si sottrae al proprio controllo: pertanto, quando si causa una morte vi è una responsabilità diretta.
Come dicevo, fu allora che introducemmo veramente una prima norma di grande severità. La invito a legiferare per ciò che concerne il veicolo: la carta di identità del veicolo, la riparazione di qualità, una sorta di albo dei riparatori di qualità, in modo da conoscere la vita del veicolo su strada da quando viene costruito a quando viene rottamato.
Proponiamo che il foglio rosa non venga più consegnato a chiunque semplicemente su presentazione di una domanda, ma che chi lo chiede venga sottoposto ad un esame, perlomeno di segnaletica stradale, e che gli vengano prescritte obbligatoriamente delle guide.
Concludendo, signor Ministro - forse non è una competenza sua ma del Ministro Di Pietro - cominciamo a terminare i grandi lavori e le grandi opere iniziate con il Governo di centrodestra. Vorrei ricordare, con un invito distinto rispetto all'intervento sul disegno di legge in esame, che il tratto Torino-Milano - signor Ministro, lei viene talvolta al nord - sta diventando come la Salerno-Reggio Calabria: si stanno infatti effettuando lavori che dureranno decine d'anni ed è inaccettabile, perché tra Torino e Milano, vive tutta un'economia industriale, artigianale e agricola che viene umiliata ed offesa da un'arteria che obbliga ad impiegare tre ore per precorrere tale tratto.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Salerno.
ROBERTO SALERNO. Troviamo, dunque, il modo per intervenire in maniera diretta, produttiva ed efficace anche su questi problemi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-La Destra e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
Pag. 9Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,22).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lovelli. Ne ha facoltà.
MARIO LOVELLI. Signor Presidente, affrontiamo questa discussione, osservando che sono stati presentati più di cento emendamenti ad un provvedimento che si compone di sei articoli. Già questo aspetto merita una certa riflessione, perché, come ben sappiamo, stiamo affrontando una tematica che discutiamo ormai da mesi. Vorrei ricordare a tutti che nel mese di aprile - e precisamente il 18 di aprile - in occasione della settimana mondiale per la sicurezza stradale indetta dalle Nazioni Unite, la nostra Assemblea è stata impegnata nella discussione di mozioni parlamentari sull'argomento che ha portato all'approvazione di un testo unitario molto preciso e puntuale, che delineava le strategie da seguire per garantire, attraverso una chiara azione di Governo, a tutti i livelli, le migliori condizioni per la sicurezza e la circolazione stradale dei nostri cittadini.
Dopo la discussione svolta in quell'occasione, il Governo ha presentato il disegno di legge n. 2480, concernente disposizioni in materia di autotrasporto merci e circolazione stradale, il cui iter parlamentare è iniziato presso quest'Assemblea e ci ha visti impegnati in più sedute nel corso del mese di luglio per arrivare ad una conclusione che - lo voglio ricordare - è stata sostanzialmente e largamente condivisa, anche se in sede di votazione finale non si è registrata unanimità di consensi, ma, in parte l'astensione ed in parte la condivisione dei gruppi di minoranza. Pertanto, direi che, su tale materia, la posizione del Governo e della maggioranza parlamentare è stata fin dall'inizio molto chiara, perché si è deciso di affrontare tali argomenti con una posizione di larga apertura, nella convinzione che, per arrivare a provvedimenti efficaci, fosse necessario avere una condivisione più ampia possibile.
Su tale linea si è proseguito il dibattito nell'altro ramo del Parlamento (al Senato) anche se, in quella sede, per ragioni di tempo (avvicinandosi la pausa estiva), non è stato possibile portare a termine l'approvazione del disegno di legge n. 2480 e si è, peraltro, arrivati ad una conclusione politica. Leggendo il resoconto dei lavori del Senato, infatti, è possibile rilevare che, ad un certo punto della discussione, si è esplicitamente deciso (in sede di Commissione parlamentare competente e poi in Assemblea) di circoscriverla a sei articoli del disegno di legge in discussione, i quali sono stati successivamente portati sul tavolo del Governo che avrebbe potuto varare un decreto d'urgenza al riguardo. Voglio, altresì, ricordare che ciò è accaduto nei giorni in cui - come ben ricordiamo - le cronache delle settimane del pre-esodo e dell'esodo estivo erano fitte di notizie riguardanti incidenti stradali seri e gravi, causati soprattutto da comportamenti irresponsabili di automobilisti, sotto l'effetto, in particolare, di droghe o di alcol.
Quindi, vi era anche un comune sentire sulla materia che spingeva a dare un segnale chiaro all'opinione pubblica. Ciò è avvenuto nella discussione parlamentare al Senato; potremmo dire, rispetto alla farraginosità del nostro iter legislativo, che bisognerebbe svolgere altre considerazioni, ma questa non è oggi la sede, tanto meno la sede decisionale. Dovremo certamente intervenire sul processo legislativo, sulle sue lungaggini e sull'impossibilità, a volte,Pag. 10di giungere a decisioni in tempi brevi, ma ciò è quanto accaduto in relazione a questo provvedimento.
Con il provvedimento assunto dal Governo il 3 agosto, già approvato in sede di dibattito al Senato, si è seguita tale impostazione, ossia un'impostazione logica, condivisa, molto chiara, che ha portato ad un accordo politico in questo senso. Ora ci troviamo nell'aula della Camera a dare seguito a tale indirizzo e ad adottare una decisione definitiva.
Ritengo che sarebbe un segno di grande responsabilità se l'Assemblea arrivasse a concludere - possibilmente con una valutazione il più condivisa possibile - entro il 3 ottobre, data entro la quale scadono i termini di conversione del provvedimento. Se tale termine non fosse rispettato, infatti, si avrebbero conseguenze sul piano giuridico in merito agli effetti già prodotti dal decreto-legge (conseguenze che auspichiamo non si debbano verificare).
Pertanto, invito a compiere questa riflessione fino in fondo: oggi dobbiamo votare e approvare la conversione in legge di un decreto-legge circoscritto, mirato e che dà risultati immediati (in parte, li ha già dati) e, subito dopo, dovremo affrontare la discussione parlamentare sul disegno di legge A.C. 2480, in materia di autotrasporto merci e circolazione stradale, che, a sua volta, il Senato ha modificato.
Tale disegno di legge, tra l'altro, contiene la delega per la riforma del codice della strada e quello sarà il terreno privilegiato su cui intervenire per tutte le questioni che ancora, questa mattina, sono state sollevate. Sarebbe pretestuoso, oggi, esprimere un giudizio negativo sul decreto-legge in esame per l'assenza di misure che tale tipo di provvedimento non può contenere. Dobbiamo affrontare la questione con il calendario dei lavori parlamentari che ci siamo proposti e che può, alla fine, risultare positivo e portarci ad avere una legislazione finalmente organica in materia di sicurezza della circolazione stradale di cui vi è effettivamente bisogno.
Ricorderete tutti che, dalla riforma del codice della strada del 1992, questo testo ha avuto una rielaborazione continua attraverso provvedimenti specifici o mediante interventi contenuti in altri disegni di legge o leggi di altra natura. Oggi vi è bisogno di mettervi mano e di farlo in modo chiaro ed organico. Pertanto, è utile che quest'Assemblea svolga un ragionamento di tipo politico e giuridico nel merito del contenuto di questo pacchetto di norme per poi proseguire, sapendo che il dibattito sulla materia è aperto e possiamo andare avanti.
Tra l'altro, voglio anche ricordare che, in materia di sicurezza in generale, quest'Assemblea non è stata solo interessata dal dibattito sulla sicurezza della circolazione stradale, ma ha affrontato un provvedimento importante come quello della sicurezza sul lavoro.
Come sapete, le statistiche sull'incidentalità sul lavoro testimoniano che una parte degli incidenti è determinata dagli spostamenti casa-lavoro e quindi, dalla stessa incidentalità stradale. Si tratta di un argomento che il Parlamento ha affrontato e sul quale ha fornito delle risposte. Ciò è da valutare in modo positivo.
In conclusione, posso svolgere tale considerazione: per quanto riguarda gli indirizzi che la Camera dei deputati ha già dato con l'approvazione della mozione parlamentare nel mese di aprile, vi sono dati che testimoniano un'inversione di tendenza.
A chi ha sollevato il problema dei controlli sulle strade, vorrei ricordare due dati già emersi in Commissione trasporti. In primo luogo, nei mesi di luglio ed agosto 2007 vi è stata una riduzione dei decessi per incidenti stradali pari al 23 per cento.
Tale dato è già stato ricordato da alcuni colleghi, i quali hanno affermato che ciò che è necessario non è tanto un decreto-legge, bensì un'attività di controllo. A mio avviso, è necessario il decreto-legge e lo sono stati anche i controlli che il Governo ha incrementato sulla base degli indirizzi del Parlamento.
Altro dato in materia di controlli riguarda, ad esempio, quelli disposti sui mezzi pesanti. In base ai dati forniti dallaPag. 11consulta generale dell'autotrasporto, nei due mesi estivi sono raddoppiati i controlli svolti attraverso i centri mobili di revisione e ciò ha consentito di appurare sia le irregolarità, sia i passi in avanti compiuti sulla gestione dei mezzi di trasporto. Tale dato può essere considerato confortante.
Infine, nel corso dell'audizione del Viceministro Minniti in Commissione trasporti, sono stati riassunti i dati complessivi della situazione e si è ricordato che l'obiettivo del Ministro dell'interno è quello di realizzare almeno un milione di controlli nel corso di quest'anno mediante i fondi già stanziati dal Governo.
Pertanto, ci troviamo in presenza di una situazione che vede un impegno determinato da parte del Governo e, naturalmente, del Ministro dei trasporti in particolare, di cui si segnala l'attenzione con cui segue i lavori parlamentari, così come il Ministero dell'interno e il Ministero delle politiche giovanili. Infatti, bisogna sottolineare che, attraverso tale collaborazione interministeriale, è stato possibile attuare protocolli di accordo, ad esempio, nel settore delle discoteche ed in relazione alla problematica delle stragi del sabato sera, rispetto alle quali questo provvedimento introduce la novità dell'obbligo dell'esposizione all'interno dei locali di intrattenimento dell'informazione puntuale sul consumo di bevande alcoliche.
Inoltre, vorrei ricordare a chi ha voluto sollevare la questione dell'inutilità del provvedimento in funzione dei tanti provvedimenti che, invece, bisognerebbe adottare che, in realtà, questo Governo e questa maggioranza, con l'approvazione della legge finanziaria, hanno già superato un gap che in questi anni si era verificato in ordine agli stanziamenti in questa direzione.
È grazie alla previsione contenuta nella legge finanziaria per l'anno 2007, dopo che la materia era stata definanziata negli ultimi anni, che oggi vi è una disponibilità di 53 milioni annui per i prossimi tre anni per il piano nazionale della sicurezza stradale. Analogamente, vi è stata un'inversione di tendenza nel finanziamento del trasporto pubblico locale e ferroviario, nonché nel campo delle infrastrutture.
Concludo, signor Presidente e signor Ministro dicendo che è importante che oggi licenziamo il provvedimento al nostro esame e che passiamo alla fase successiva che, anche grazie all'appuntamento della legge finanziaria, ci consentirà di mettere a fuoco misure più ampie e concrete, con risorse adeguate per rispondere in modo appropriato alle esigenze di sicurezza che i cittadini italiani pongono alla nostra attenzione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come è noto, il decreto-legge che il Parlamento si accinge a convertire origina da una vicenda che abbiamo ricordato nel dibattito che ha investito la questione sollevata dall'opposizione circa l'ipotesi di non votarlo perché non sussistevano le condizioni di straordinaria necessità e urgenza. Tale vicenda inizia il 27 giugno 2007, quando la Camera ha approvato il disegno di legge recante disposizioni in materia di circolazione e sicurezza stradale - atto Camera 2480 - trasmettendolo poi al Senato che, come è noto, non ha potuto completare l'esame dello stesso prima dell'inizio della sospensione estiva dei lavori.
Il Governo, con senso di responsabilità e necessità, quindi assolvendo all'esigenza dell'urgenza, il 3 agosto 2007 ha emanato un decreto-legge che consente l'immediata entrata in vigore delle disposizioni già contenute nel disegno di legge il cui iter si era bloccato al Senato a causa della sospensione estiva, inserendovi quelle disposizioni che ha ritenuto più idonee a fronteggiare la questione dell'incidentalità stradale proprio alla vigilia del periodo estivo e in considerazione dell'aumento di tali problematiche nei mesi estivi, data la grande congestione del traffico dovuta alle ferie di gran parte della popolazione italiana. Vale la pena, però, al di là dei casi straordinari di necessità e urgenza chePag. 12hanno giustamente spinto il Governo a proporre al Parlamento il decreto-legge che oggi lo stesso è chiamato a convertire, esaminare nel dettaglio le importanti norme che sono in esso previste.
Questo decreto-legge, come è noto, è composto di otto articoli, compresa la disposizione della sua entrata in vigore, ma forse, ancora prima di citarne l'articolato, va fatto presente che le uniche disposizioni previste che non erano state oggetto di esame da parte della Camera nell'ambito del disegno di legge atto Camera 2480 sono contenute nell'articolo 2, comma 3 (che concerne il divieto di trasporto dei minori di anni quattro su veicoli a due ruote); all'articolo 6, comma 1 (che interviene in materia di educazione stradale); all'articolo 6, comma 3 (che introduce le sanzioni per l'inosservanza degli obblighi informativi a carico dei gestori dei locali pubblici), e all'articolo 7 (che esplicita, con riguardo a tale provvedimento, il principio generale della retroattività delle norme sanzionatorie più favorevoli).
Dico ciò perché anche i colleghi dell'opposizione, che hanno espresso pareri diversi, dovrebbero soffermarsi anche su quelle norme già previste nell'atto Camera 2480, che sono certamente significative e tra le quali alcune incontrano il parere favorevole di tutti. Riteniamo ovvio che nel corso dell'esame del disegno di legge atto Camera 2480 - in terza lettura in questo ramo del Parlamento, o di nuovo al Senato - si potrà entrare nel dettaglio di alcune questioni che rimangono ancora aperte. In particolare, all'articolo 1 del decreto-legge, che novella il comma 13 dell'articolo 116 del codice della strada, è previsto un inasprimento della sanzione per le ipotesi di reiterazione nell'ambito di un biennio del reato di guida senza patente (anche nel caso di patente revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti). Tale fattispecie di inosservanza è ora punita infatti oltre che con l'ammenda da 2.257 euro a 9.032 euro anche con l'arresto fino ad un anno.
Resta peraltro invariata l'applicazione anche del fermo amministrativo del veicolo per tre mesi e della confisca in caso di reiterazione del reato, ai sensi del comma 18 dello stesso articolo 116. Molti sono i punti significativi del decreto in esame, che credo sia giusto ricordare: ovviamente non li ricorderò tutti, solo alcuni di quelli più significativi, perché non vorrei che il dibattito di questi giorni in questo ramo del Parlamento si restringesse alla questione del rapporto tra il disegno di legge e il decreto-legge. Cito l'articolo 2, comma 3, che innova l'articolo 170 del codice della strada e introduce il divieto di trasportare su motocicli e ciclomotori a due ruote bambini di età inferiore a quattro anni, innovazione significativa e importante, credo anche attesa. Cito l'articolo 3, comma 1, che interviene sull'articolo 142 del codice della strada, novellando il comma 6, prevedendo che anche le risultanze di apparecchiature omologate per il calcolo della velocità di percorrenza su tratti determinati sono considerate fonti di prova per la determinazione dell'osservanza dei limiti di velocità. Cito l'articolo 3, comma 1, lettera c), che interviene sulle violazioni conseguenti al superamento dei limiti di velocità, sostituendo la terza fascia precedentemente prevista relativa al superamento del limite di oltre 40 chilometri con due fasce, e non entro nel dettaglio. Cito l'articolo 4, comma 1, che interviene sull'articolo 173 del codice della strada, inasprendo la sanzione pecuniaria prevista per chi circola facendo uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di cuffie sonore, prevedendo inoltre la fattispecie della reiterazione di tale violazione, articolo secondo me importante. Voglio citare inoltre, all'articolo 5, comma 1, la novellazione dell'articolo 186 del codice della strada, cui sono aggiunti tre nuovi commi: il comma 2-bis, che stabilisce che se il conducente in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale le pene sono raddoppiate, ed è inoltre applicato il fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni, salvo che il veicolo stesso appartenga a persona estranea al reato; il comma 2-ter, che introduce per i reati in questione la competenza del tribunale di composizionePag. 13monocratica, in luogo di quella del giudice di pace; il comma 2-quater, che dispone che le sanzioni accessorie si applichino anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti.
Il nuovo comma 7 dell'articolo 186 del codice della strada dispone poi una depenalizzazione della fattispecie consistente nel rifiuto di sottoporsi agli accertamenti sul tasso alcolemico, anche questo è un passaggio importante. Il decreto-legge prevede invece la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.500 a 10 mila euro, ovvero da 3.000 a 12 mila euro qualora il rifiuto sia avvenuto in occasione di un incidente stradale, la sospensione della patente da sei mesi a due anni con ordine del prefetto al conducente di sottoporsi a visita medica, il fermo amministrativo del veicolo per centottanta giorni, una serie di provvedimenti che riguardano la fattispecie del superamento del tasso alcolemico. Sempre all'articolo 187 - mi avvio a concludere, signor Presidente - viene inoltre introdotto il comma 5-bis, che trova applicazione anche per la guida in stato di ebbrezza e che prevede che, nel caso in cui il conducente sia stato sottoposto ad accertamenti non invasivi, anche effettuati con apparecchi portatili, con esito positivo, gli organi di polizia, ove abbiano fondato motivo di ritenere che il conducente stesso si trovi in stato di alterazione psicofisica, possono procedere al ritiro della patente fino all'esito degli accertamenti medici, e comunque per un periodo massimo di dieci giorni. Cito inoltre l'articolo 6 comma 1, che novella l'articolo 230 del codice della strada e che prevede che tra gli obiettivi dei programmi per l'educazione stradale sia compresa anche l'informazione sui rischi connessi all'assunzione di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti, e che non si interessa quindi solo della parte repressiva, ma anche della parte costruttiva, educativa e formativa.
Infine, come ho ricordato all'inizio del mio intervento, l'articolo 6, comma 2, obbliga il titolare e i gestori di locali ove si svolgono spettacoli o altre forme di intrattenimento - ed è contestualmente prevista la somministrazione di bevande alcoliche - ad esporre nei locali stessi apposite tabelle recanti la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica nell'aria espirata, e la quantità delle bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcolemico dello 0,5 per cento.
Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, come si è constatato nel pur rapido esame di alcuni dei punti più significativi del decreto-legge che ci apprestiamo a convertire, il Governo nelle more della scelta di uno strumento - quello del decreto-legge, dovuto all'andamento dei lavori parlamentari - ha ricercato ed ha trovato, secondo noi, che certamente esprimeremo un voto favorevole sul provvedimento, una risposta ad alcuni dei temi più drammatici ed emergenti riguardanti gli incidenti nel nostro sistema stradale, il tasso di incidentalità, il numero di morti che giornalmente ed annualmente si moltiplicano sulle nostre strade; e lo ha fatto incidendo sull'attuale articolato delle disposizioni recate dal codice della strada e lasciando poi al Parlamento, nel prosieguo dell'iter dell'esame del disegno di legge, la possibilità di approfondire alcuni di tali argomenti. Questo decreto-legge, motivato da ragioni di urgenza e necessità, è pieno di misure necessarie per il Paese, per la sicurezza delle proprie strade e per la vita dei propri concittadini, ed è quindi un provvedimento che approviamo fortemente e che chiediamo alla Camera di convertire in legge.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sul complesso degli emendamenti. Invito pertanto la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative presentate.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere delPag. 14Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Chiedo, però, di poter svolgere alcune considerazioni aggiuntive.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, Ministro Bianchi.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, desidero solo ricordare che la discussione di stamattina ed il voto che seguirà riguardano il decreto-legge sulla sicurezza stradale e, quindi, un segmento - nemmeno il più importante - di un percorso che abbiamo avviato a partire dallo scorso gennaio con un atto di indirizzo governativo, e che si è tradotto in un disegno di legge che - lo ricordo - la Camera ha approvato alla fine di giugno ed il Senato il 19 settembre. Il Governo considera tale percorso effettivo e si augura di poterlo proseguire con il successivo incardinamento della discussione in terza lettura da parte dell'Assemblea, perché ritiene che la portata del provvedimento al nostro esame corrisponda alle intenzioni precedenti, ossia dare una risposta organica - non episodica, né puramente legata all'emergenza - al problema della sicurezza stradale.
Ricordo che con l'approvazione del disegno di legge si delega il Governo alla modifica del codice della strada, intervenendo a distanza di quindici anni su una materia che nel frattempo è stata progressivamente emendata e, vorrei dire, spezzettata: abbiamo ora la possibilità di ricostruire organicamente la materia della sicurezza stradale e la presente è l'occasione giusta per farlo. Il decreto-legge al nostro esame ha rappresentato un passaggio - per così dire di percorso - legato alla volontà, espressa alla fine di luglio, di non lasciare un vuoto nel momento più delicato dell'anno in materia di circolazione stradale, riprendendo esattamente alcuni contenuti del disegno di legge che la Camera aveva approvato. Il filo da riprendere - lo ripeto - è quello del disegno di legge, e gli emendamenti che sono stati presentati al decreto-legge di cui si tratta sono facilmente trasferibili nel disegno di legge, il quale rappresenta la sede propria, a mio avviso, per arrivare al provvedimento definitivo. In tal senso, ho già espresso - e ripeto nuovamente in questa sede - l'impegno del Governo a farsi carico di portare in discussione gli emendamenti presentati a questo decreto-legge sotto forma di emendamenti al disegno di legge. Credo, tra l'altro, si tratti di un lavoro che potrà essere svolto in maniera congiunta anche con il Senato, in modo tale da arrivare ad un testo finale condiviso che possa essere approvato in via definitiva ed entrare in vigore - si spera - entro il mese di ottobre.
Credo che in tal modo renderemmo un grande servizio ai cittadini del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ove, dunque, i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà in votazione.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Ceroni 01.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 225).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Moffa 1.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, la proposta emendativa in esame risponde ad un'esigenza assolutamente da soddisfare nell'ambito della riforma del codice della strada. In precedenza ho ascoltato le dichiarazioni del Ministro e ne prendo atto. Tuttavia, signor Ministro, abbiamo una norma nel codice della strada, l'articolo 116, che introduce gli elementi e i requisiti necessari ai fini dell'idoneità fisica del conducente di ciclomotori. In quell'articolo c'è un riferimento all'entrata in vigore dei nuovi sistemi in base ai quali deve essere poi prodotto il relativo certificato e non si tiene conto del fatto che la Comunità europea ha già fornito, in tale materia, un indirizzo molto chiaro e ha modificato il quadro normativo precedente. Ora, abbiamo detto un po' tutti - anche perché è nella natura delle cose - che la legislazione italiana deve adeguarsi necessariamente alle indicazioni che provengono dalla Corte di giustizia delle comunità europee. Voglio ricordare che siamo in presenza di una direttiva abrogata recentemente dalla Unione europea e che riguarda il modo e le tipologie delle patenti, l'età e i requisiti per la guida e stabilisce, tra l'altro, che per poter guidare i motocicli di potenza superiore occorre la patente di categoria A, un'età minima di venti anni e un'autorizzazione subordinata all'acquisizione di un'esperienza di almeno due anni su motocicli con patenti di guida della categoria A2. Inoltre, il termine di recepimento di tale direttiva, entrata in vigore il 19 gennaio di quest'anno, è fissato al 19 gennaio 2011. Quindi, c'è una sostanziale incongruenza tra tale termine di recepimento e quanto, invece, è riportato nell'articolo 116 e, precisamente, nel comma 1-quater. Ecco perché proponiamo di adeguare tale previsione di entrata in vigore definitiva della modifica legislativa, in conformità al quadro europeo, alla scadenza fissata dall'indirizzo dell'Unione europea.
Si tratta di una proposta emendativa estremamente ragionevole, che deve essere approvata per uniformare la nostra legislazione a quella dell'Unione europea e ci sembra che il decreto-legge in esame ne avrebbe dovuto tenere assolutamente conto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci apprestiamo ad affrontare questo dibattito sulle proposte emendative presentate, sapendo che il Governo ha già dichiarato di non voler emendare in alcun modo il decreto stesso. Questo sarà un leit motiv che si ripeterà per tutte le proposte emendative, pure con questa che, come diceva il collega Moffa, è razionale e cerca di recepire una normativa europea in tema di sicurezza. Siamo all'assurdo, eppure ci rifacciamo spesso e volentieri alle indicazioni che provengono in sede comunitaria.
Noi sottolineiamo la necessità che, per realizzare un clima favorevole a determinare condizioni di maggiore sicurezza sulle strade, vi siano norme sempre più omogenee non solo a livello nazionale, ma soprattutto europeo.
Nell'emendamento Moffa 1.8 ne troviamo subito un primo esempio; non si tratta, infatti, di un emendamento che va contro un'impostazione ideologica o che stravolge l'impianto e il senso che il Governo ha voluto dare al provvedimento, ma di una proposta emendativa, che tende ad allineare alle norme europee la legge nazionale che regolamenta le questioni legate alla sicurezza sulle strade, ai comportamenti dei conducenti e alla vita dei nostri cittadini.
Quindi, capisco le perplessità, ma se esiste la volontà di apportare dei correttivi che tendano finalmente a creare un codice della strada condiviso, funzionante, funzionale, serio, applicabile e che trovi rispondenza a livello comunitario, ritengo che l'emendamento in esame abbia tutte le ragioni per essere valutato positivamente dal Governo e anche, ovviamente, dai colleghi che siedono in quest'aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Moffa 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 228).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tassone 1.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, noi abbiamo presentato una serie di emendamenti, nell'ambito dei quali ritengo che quello che stiamo esaminando abbia una sua particolare importanza e delicatezza.
Signor Ministro, il disegno di legge n. 2480, che ritorna dal Senato, limita l'azione emendativa della Camera dei deputati, che si riferisce soltanto alle modifiche intervenute nell'altro ramo del Parlamento; perciò il nostro contributo dovrebbe essere valutato con attenzione.
A mio avviso, con l'emendamento da me presentato si normerebbe in termini molto più puntuali e specifici la guida dei motocicli leggeri per i quattordicenni e di quelli pesanti per i sedicenni, con una serie di limitazioni e di standard di sicurezza. Nell'emendamento si fa riferimento anche all'esigenza di costruire un percorso di formazione pratica per i ragazzi che conseguono il patentino - che altro non è se non un attestato - considerato che spesso manca il riscontro della pratica alla guida. Lascio immaginare, perciò, quanto sia pericoloso in molti casi affidare motocicli a ragazzi, che non hanno un minimo di esperienza perché non hanno fatto pratica sulle strade.
Con la nostra proposta emendativa cerchiamo di sollevare tale questione. Invito pertanto il Governo a considerarla con molta attenzione e l'Assemblea ad accoglierla.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 1.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 226).
Prendo atto che i deputati Bandoli, Fiano, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Dato e Poletti hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Uggè 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, intervengo brevemente sull'emendamento in esame, che si riferisce ad ogni disposizione del decreto-legge che identifica le sanzioni e con il quale abbiamo cercato di rendere le sanzioni stesse più attuabili, comprensibili e facilmente realizzabili, effettuando solo degli arrotondamenti.
Ci sembra un modo anche questo per eliminare inutili guai per i cittadini, che devono pagare ad esempio una sanzione di 2.257 euro, quindi abbiamo cercato diPag. 17arrotondare in eccesso o in difetto, a seconda del caso, le sanzioni che ci sembrano prive di senso.
Mi chiedo che senso ha, infatti, stabilire una sanzione di 2.257 euro e non di 2.250 o di 2.300 euro; oppure di 9.032 euro anziché 10 mila o 9 mila euro.
Questo è il senso degli emendamenti che ho presentato insieme al collega Sanza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 241).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 225).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 429
Maggioranza 215
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 227).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 435
Maggioranza 218
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 228).
Prendo atto che i deputati Razzi e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 441
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 256).Pag. 18
Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Uggè 1.6 e Tassone 1.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, gli emendamenti in esame nascono da una constatazione, che avevamo già illustrato allorquando abbiamo affrontato il tema dell'urgenza, che a nostro avviso i contenuti del decreto-legge dimostrano di non contenere.
In questo articolo sostanzialmente si introduce il principio secondo cui chi non ha la patente, non perché l'abbia dimenticata a casa, ma perché non ha i requisiti o perché gli è stata revocata, può essere punito solo se nel biennio compie la medesima infrazione.
A nostro avviso tale disposizione non sembra seria. Stiamo assistendo, infatti, sempre più ad incidenti che si determinano sulle strade, dove conducenti non in possesso del permesso di condurre veicoli (perché è stato loro ritirato o perché, addirittura, non lo hanno mai conseguito) compiono manovre spericolate, determinando stati di difficoltà, talvolta provocando feriti e, purtroppo, anche decessi.
A nostro avviso, dunque, la disposizione non sembra giusta, se vogliamo effettivamente intervenire per creare un sistema basato su regole serie e applicabili, volte a far sapere a tutti coloro che circolano sulle strade che non può verificarsi una situazione per cui un soggetto, al quale è stato ritirato il permesso di condurre i veicoli, possa mettersi alla guida sulle nostre strade.
Quindi, proponiamo di eliminare il riferimento al biennio, in quanto non si tratta di una dimenticanza (che potrebbe essere comprensibile), ma di soggetti che si mettono alla guida non essendo in possesso del titolo di condurre, perché è stato loro ritirato, perché hanno commesso un'infrazione o perché non hanno mai sostenuto le prove per dimostrare la propria capacità condurre. Credo che l'intervento debba essere immediato. Raccomandiamo, quindi, l'approvazione di questi emendamenti.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, intervengo solo per dare un chiarimento di natura tecnica, affinché non vi sia un fraintendimento in ordine al biennio. Prevedere che nell'arco di un biennio possa verificarsi la duplice infrazione che comporta la revoca non significa allungare i tempi. Se, infatti, si commette un'infrazione oggi, viene segnata e se ne commette un'altra domani, si è già nelle condizioni per il ritiro della patente: non è necessario aspettare il decorrere del biennio. Se limitassimo la sanzione ad un anno, sarebbe meno restrittiva, perché sarebbe necessario un tempo maggiore. Non so se sono stato chiaro.
Sarebbe una norma più restrittiva estendere il periodo di controllo a un biennio: la previsione normativa vale anche da un giorno al giorno successivo, non fino al 31 dicembre dell'anno successivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato il chiarimento tecnico del Ministro, ma le nostre perplessità - almeno quelle mie - rimangono interamente.
Quando si parla di biennio, ovviamente, vi è una limitazione temporale. Cosa succede dopo il biennio per chi cammina con un'autovettura senza patente non avendone titolo, quindi commettendo un reato enorme, ma soprattutto mettendo a rischio e in pericolo se stesso e gli altri? Il mio emendamento 1.7 e l'identico emendamento Uggè 1.6 meritano, da parte del Governo, una diversa valutazione e unPag. 19diverso approfondimento. Si tratta di una cautela che poniamo in essere, a mio avviso necessaria e importante.
Capisco il ragionamento del Ministro, ma il mio è diverso: non vi è dubbio che, se la reiterazione avviene al di fuori o al di là del biennio, vi è un'area di impunità e soprattutto di non rilievo di una sanzione così caratterizzata e così forte! Invito l'Assemblea, pertanto, a valutare attentamente gli emendamenti in esame: se non vogliamo, non apportiamo modifiche, ma non diciamo che le nostre proposte non hanno riscontro nella realtà, soprattutto per gli interessi e le esigenze che oggi manifestiamo e avvertiamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Uggè 1.6 e Tassone 1.7, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il deputato Pedica ha segnalato di non essere riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Uggè 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, su questo aspetto avevamo discusso in modo approfondito durante la discussione sul disegno di legge in materia di circolazione stradale, ossia quando il Governo aveva illustrato la necessità e l'importanza di una norma, che nei primi tre anni introducesse limitazioni per i neopatentati.
L'articolo 2, in particolare, interveniva a normare anche la guida di motocicli per i titolari di patente A e con l'emendamento in esame si era voluto aggiungere, con la condivisione dell'Assemblea, la necessità che si intervenisse anche a modificare, riducendolo, il limite di velocità massima consentita a coloro, che avevano ottenuto la patente entro un periodo di tre anni.
Ebbene, la nostra sorpresa è stata grande nel constatare che questo, se mi si consente, è stato uno dei casi di incomprensione: abbiamo affrontato un dibattito, approfondendolo e spiegando le ragioni; il Governo è intervenuto per condividerlo non in Cina, ma in quest'aula, sottolineando l'importanza di un intervento che riducesse la velocità massima per i soggetti menzionati. Non si capisce, dunque, per quale motivo tale aspetto non sia stato inserito nel decreto-legge.
Questa è la ragione della nostra sorpresa e della nostra volontà di rappresentare a tutti i colleghi - e al Governo, evidentemente - la necessità di reintrodurre questa previsione. O abbiamo sbagliato (ma non credo) quando, nei ragionamenti sviluppati tutti insieme, abbiamo condiviso e votato la proposta sia in Commissione, sia in aula, sia con il Governo (che l'ha accettata), oppure è un caso di dimenticanza.
Probabilmente coloro i quali hanno redatto il testo del decreto-legge si sono dimenticati o, forse, hanno ricevuto qualche segnalazione esterna, estranea agli interessi della sicurezza e al Parlamento, evidentemente da realtà che magari volevano difendere con forza qualche loro prodotto.
Però, colleghi, stiamo esaminando un provvedimento che detta norme per la sicurezza stradale per i cittadini italiani. Quindi, reintrodurre questa riduzione del limite di velocità ci sembra che risponda a tutte le valutazioni che abbiamo fatto insieme. Per questo motivo, non posso che raccomandare al Governo di rivedere la propria posizione e ai colleghi di confermarePag. 20ciò che in quest'aula tutti insieme abbiamo votato, manifestando una precisa e chiara volontà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 252).
Prendo atto che il deputato Pedica ha segnalato di non essere riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Beltrandi 2.3 e Gibelli 2.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, il mio emendamento riguarda la norma, che prevede il divieto per i neopatentati, per tre anni, di guidare automobili con rapporto peso/potenza superiore a 50 kw/t.
Già in sede di discussione del disegno di legge, avevamo ritenuto che tale misura, che allora faceva riferimento a 60 kW/t, fosse inutile per la sicurezza stradale, foriera di ingiustizie sociali considerevoli, perché non tutti possono permettersi di comprare una seconda automobile per i figli, e niente affatto positiva per la sicurezza.
Chiedo, però, all'Assemblea di votare per la soppressione di questo limite per i neopatentati per un'altra ragione, che precede quelle che ho descritto. Questo tipo di misura, come dispone il decreto-legge, si applicherà a far data dal centottantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto-legge, quindi dopo il 3 agosto.
Ebbene, continuo a chiedermi e a chiedere al signor Ministro che cosa ha a che fare questa misura con l'urgenza e la necessità di un decreto-legge. La sicurezza stradale non si aumenta certo annunciando ad agosto che coloro che prenderanno la patente, dopo centottanta giorni, saranno soggetti a limiti di guida di determinate vetture.
Questa era una misura del disegno di legge e avrebbe dovuto restare tale. Faccio altresì notare che nel decreto-legge il limite è stato addirittura abbassato da 60 kw/t, com'era stato approvato dalla Camera, a 50 kw/t.
C'è davvero da chiedersi cosa ha fatto diminuire il rapporto peso/potenza. Basti dire che, su circa un migliaio di vetture in listino in Italia, solo ventisette rispondono al criterio dei 50 kw/t.
È una misura che influenza il mercato dell'auto in senso distorsivo e va respinta anche per questa ragione. Mi auguro che sarà respinta anche nell'ambito del disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, questo comma è emblematico della confusione che regna in questo Governo e, soprattutto, dell'assenza di una politica organica in materia di sicurezza stradale. Abbiamo già denunciato, in sede di discussione generale, come il decreto-legge in esame sia un provvedimento «manifesto», che ha cannibalizzato il lavoro delle Camere.
In particolare, la misura che prevede la limitazione della guida per i neopatentati di veicoli con una potenza superiore ai 50 chilowatt per tonnellata è stata ampiamente dibattuta e sviscerata all'interno della Commissione e aveva portato a conclusioni del tutto diverse, per quanto riguarda i limiti, essendo i componenti della Commissione ben consci del fatto che unaPag. 21misura di tale portata avrebbe pesantemente inciso sul mercato dell'automobile, sugli usi e sui consumi delle famiglie e avrebbe avuto anche una portata rilevante sull'economia delle famiglie e del Paese.
Quindi, il rapporto determinato era stato ponderato e teneva conto di tutti questi fattori. Invece, la decisione adottata dal Consiglio dei Ministri ci ha evidentemente spiazzato: dal Governo vorremmo capire come si è arrivati alla definizione di questo valore di rapporto e soprattutto se ha valutato appieno le conseguenze, che tale misura implicherebbe e il conseguente impatto che comporterebbe per l'economia del Paese.
Inoltre, va mossa una critica di metodo, in quanto il decreto-legge non è certo lo strumento idoneo ad affrontare tale tema, soprattutto allorché - lo ha ben segnalato ed evidenziato il collega che mi ha preceduto - tale misura verrà applicata centottanta giorni dopo l'approvazione della conversione del decreto-legge.
Quindi, non ci spieghiamo come sia possibile farlo rientrare nei canoni dell'urgenza, tant'è vero che la critica alla firma del decreto-legge in esame - per lo meno al punto che è ora in discussione - è stata sviscerata ieri, in sede di votazione delle questioni pregiudiziali.
Pertanto, l'invito che formuliamo è nel senso di votare a favore degli emendamenti proposti dal gruppo Lega Nord Padania e anche di quelli a firma dei colleghi della maggioranza e tengo a sottolineare anche questo aspetto, che avvalora le nostre tesi.
Da questo momento si esamineranno una serie di emendamenti, proposti anche dal gruppo Lega Nord Padania, che in seguito illustrerò, tesi ad arginare gli aspetti negativi del decreto-legge in esame e a riportarlo nell'ambito secondo noi più consono, cioè quello del disegno di legge che è stato discusso e che - ce lo auguriamo - verrà presto calendarizzato, dove riportare le misure che troviamo indispensabili per garantire la sicurezza stradale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Gibelli 2.30 e per evidenziare anch'io che - lo abbiamo già sostenuto in sede di discussione generale e sul complesso degli emendamenti - all'interno del provvedimento in esame vi sono norme che non avevano assolutamente il requisito dell'urgenza, come è stato sottolineato dagli interventi precedenti.
Quindi ancora una volta con questa indicazione si dimostra che il provvedimento del Governo è assolutamente confuso e inopportuno, ma soprattutto che il fatto di avere introdotto ed emanato tale decreto-legge mentre si trovava all'esame delle Camere un provvedimento riguardante la medesima materia, si è rivelata una scorrettezza nei confronti del Parlamento e della Commissione, che intelligentemente se ne stava occupando anche alla luce della giornata mondiale sulla sicurezza.
Pertanto, ritengo che assecondare la coralità delle indicazioni che si levano a favore della soppressione del comma in esame sia un dovere dell'Assemblea. Quindi, credo che il gruppo Forza Italia asseconderà gli emendamenti che sono stati presentati dai colleghi Zeller, Beltrandi e Gibelli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere gli identici emendamenti Zeller 2.2, Beltrandi 2.3 e Gibelli 2.30, che propongono la soppressione del comma 2. Non si capisce per quale curiosa ragione - come affermava il collega Beltrandi - una tale materia sia stata inserita all'interno di un decreto-legge, visto che riguarda una normativa che ha ben poco a che fare con la necessità e l'urgenza ed ha invece attinenza a un problema di natura sociale. Molte famiglie,Pag. 22infatti, non possono permettersi l'acquisto di una seconda macchina, che risponda ai canoni stabiliti per il rapporto tra kilowatt e tonnellata.
È presente, inoltre, anche un'incoerenza rispetto alla norma precedentemente approvata, che aveva una sua completezza e ragionevolezza e prevedeva che i neopatentati per i primi tre anni avessero delle limitazioni, ma anche che fosse possibile la guida assistita ovvero un percorso formativo per permettere la guida di autoveicoli con accanto una persona maggiorenne con una esperienza maggiore di guida.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.
DANIELE GALLI. Signor Presidente, mi voglio riferire all'intervento svolto ieri per affermare che farsi male con un veicolo a 130 chilometri orari, che esso abbia 40 kilowatt o più, il risultato non cambia. Non è quello il problema! Il problema consiste nel dare fiducia ai giovani e nella loro educazione. Il Governo deve fare fronte all'educazione dei giovani utenti stradali, non tanto alla repressione.
È chiaro che costringere le famiglie ad intervenire per acquistare nuovi veicoli perché il neopatentato non può utilizzare i modelli non a norma è causa di un ulteriore investimento economico, che molto famiglie non si possono permettere. Evitiamo di colpevolizzare una classe di giovani che in realtà non lo merita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, voglio sottolineare che quando abbiamo sollevato la questione pregiudiziale abbiamo elencato le questioni, per le quali si dimostrava che il decreto-legge non aveva i presupposti dell'urgenza. Ora abbiamo la prima prova: si dà attuazione ad una norma centottanta giorni dopo l'emanazione del decreto-legge. Allora, se tale è il lasso di tempo intercorso, mi domando dove sia il presupposto dell'urgenza.
Sembra una contraddizione il fatto che noi chiediamo la soppressione del comma 2, ma non è così. I contenuti del comma in esame erano stati già previsti nel disegno di legge precedentemente approvato, che discuteremo, secondo quanto annunciato dallo stesso Ministro, nelle prossime settimane. Alla luce di ciò, è meglio eliminare questo comma tecnicamente sbagliato per reinserirlo, discutendolo ampiamente, quando andremo a ridefinire i contenuti del disegno di legge approvato e modificato dal Senato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti, Beltrandi 2.3 e Gibelli 2.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 227).
Prendo atto che il deputato Burgio ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale,Pag. 23UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania) (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 217).
Prendo atto che i deputati Fugatti e Palomba hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Amendola avrebbe voluto esprimere voto contrario.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. A casa! A casa!
LUCA VOLONTÈ. Ritiratevi!
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice se intenda esprimere valutazioni sulla base dell'ultima votazione, altrimenti per la Presidenza possiamo proseguire.
SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, chiedo che il Comitato dei nove possa riunirsi.
PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,45.
PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il presidente della IX Commissione ha chiesto un ulteriore differimento dei tempi per poter completare il lavoro, quindi dobbiamo sospendere la seduta...
LUCA VOLONTÈ. Presidente, chieda al Presidente del Consiglio di prendere atto della situazione!
ANDREA GIBELLI. Andate a casa!
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ciò che è avvenuto non è un fatto irrilevante o di poco conto. La maggioranza, che pure alla Camera dispone di una vasta preponderanza numerica, ha visto approvare un emendamento cui non era favorevole. Ora la prego di garantire che non inizi una fase avvilente in cui si cerca di trattare e di tenere i deputati in attesa nei corridoi e in Transatlantico. La pregherei di evitare che questo accada e di dirci...
PRESIDENTE. Stavo per farlo!
TEODORO BUONTEMPO. ...che a una certa ora sarà comunicato come si vuole proseguire con i lavori. Non è accettabile che noi restiamo qui in attesa di «inciuci» inconfessabili!
OSVALDO NAPOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, vorrei intervenire sia sull'aspetto evidenziato, sia su un altro, visto che la seduta è finita.
PRESIDENTE. Onorevole Osvaldo Napoli, se si tratta anche di un altro tema...
OSVALDO NAPOLI. Sempre riguardante il settore, signor Presidente.
PRESIDENTE. Non è questione di settore.
OSVALDO NAPOLI. Poi mi dirà lei, signor Presidente, se devo interrompermi, e nel caso riprenderò la questione dopo. Il primo motivo del mio intervento è l'esigenza di sottolineare la situazione anomala di una maggioranza così forte che non riesce ad approvare un provvedimento di così grande importanza.
La seconda questione di cui vorrei parlare per un attimo riguarda Trenitalia.
PRESIDENTE. No, non è possibile, onorevole Napoli.
Pag. 24OSVALDO NAPOLI. Va bene, parlerò in seguito.
PRESIDENTE. Le darò la parola alla fine della seduta.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, attendo chiaramente le indicazioni che lei darà, però vorrei che l'Assemblea tenesse conto di un dato. Al di là della considerazione numerica, che non consente alla maggioranza, anche alla Camera dei deputati, di governare, vorrei che si tenesse conto di un fatto tecnico. Da parte nostra non accetteremo, e lo diremo in seno alla Conferenza dei presidenti di gruppo, nessuna forzatura che consenta la conversione del decreto-legge in esame, in scadenza mercoledì 3 ottobre, una situazione a cui si è giunti solo per inadempienze politiche della maggioranza negli ultimi due mesi.
Deve essere chiara la nostra posizione rispetto al tatticismo che ci aspettiamo e che non tarderà. Questo è un elemento assolutamente immodificabile (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, come hanno detto i colleghi di altri gruppi di opposizione, non si può non prendere atto di un dato evidente: mentre al Senato sono abituali problemi di questo tipo, per la situazione politica e numerica che caratterizza quell'Assemblea, alla Camera la maggioranza ha un tale divario nei numeri, una tale possibilità di prevalenza che quanto accaduto ha un'assoluta rilevanza politica.
Abbiamo assistito nella notte allo svolgimento di vertici, con dissensi e ricomposizioni. Assistiamo intorno al ministro Visco a balletti, anche di Ministri del Governo, che vorrebbero sfiduciarlo. Non possiamo accettare - chiamiamo in causa anche la Presidenza della Camera - forzature, artifizi e trucchetti. Chiediamo che il Governo prenda atto che non vi sono più le condizioni per proseguire e apra la strada alla democrazia nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, intervengo per tranquillizzare l'onorevole Gasparri ed altri che già si infervorano di fronte a quanto è capitato. Siamo in presenza di un errore tecnico da parte nostra E, per la parte che ci riguarda, ne assumiamo la responsabilità. È stato un errore di comunicazione tra il collega che seguiva il provvedimento in aula e il resto del gruppo, che, unito a tante assenze nelle file della maggioranza e ad altro ancora, ha portato al verificarsi di questa situazione.
Quindi, colleghi, si è trattato di un errore di cui ci assumiamo la responsabilità, ma esclusivamente di un errore di comunicazione tra chi seguiva il provvedimento per conto del gruppo e il gruppo stesso. Tutto il resto sono valutazioni che, almeno per quanto riguarda la valenza politica espressa da chi mi ha preceduto, non trovano riscontro nell'atteggiamento e nelle scelte che il nostro gruppo sta facendo.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Confidiamo nella correttezza - non abbiamo dubbi da questo punto di vista - della Presidenza per l'andamento futuro anche rispetto al decreto-legge.
Non ho nulla da obiettare rispetto a quanto afferma l'onorevole Fabris. I fatti sono noti sui quotidiani nazionali da giorni ed i problemi all'interno della maggioranzaPag. 25non sono dovuti esclusivamente a questo voto. Basta leggere i giornali italiani dell'ultima settimana e il resoconto, ad esempio, di ciò che è accaduto nella prima riunione di ieri sul disegno di legge finanziaria.
Il buonsenso vorrebbe che il Governo prendesse atto che, anche su questo provvedimento - su cui a lungo la Camera ha lavorato nei mesi estivi e che tutti abbiamo ritenuto urgente per alcuni suoi aspetti - è stato affossato, certamente non dall'attuale opposizione...
TEODORO BUONTEMPO. Ma non c'è il Governo!
LUCA VOLONTÈ. Se non c'è il Governo, è un problema che riguarda il Governo. Non era presente nemmeno alla votazione di prima...
PRESIDENTE. Il Governo è alla riunione del Comitato dei nove.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. E questo cosa c'entra?
LUCA VOLONTÈ. Onorevole Presidente, confido nella correttezza - come sempre è stata - della Presidenza. Confido, altresì, nei colleghi della maggioranza che, al di là della riunione che è in corso al Comitato dei nove...
GIUSEPPE CONSOLO. Ma il Governo dov'è?
LUCA VOLONTÈ. Come dicevo, confido che i colleghi presidenti dei gruppi di maggioranza possano svolgere una riflessione anche con gli esponenti del Governo, in vista anche dei lavori dei prossimi giorni e delle prossime settimane.
LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, lo evidenziamo anche noi: non è possibile parlare di errore tecnico. Gli italiani che seguono i nostri lavori possono pensare che legiferiamo, convertiamo decreti-legge per poi sbagliare tecnicamente nel voto? L'errore è politico e, forse, è tecnico fin dall'inizio, quando si sbagliava a scrivere sulle schede per l'elezione del Presidente del Senato tra Franco e Francesco. Il peccato originale è iniziato in quel momento e ora deve cessare, perché questo Parlamento non può andare avanti in questo modo, con queste difficoltà e con l'assenza del Governo. Noi stiamo parlando, ma il Governo non c'è più! Dovrebbe sedere nei banchi...
PRESIDENTE. Onorevole Barani, il Governo è alla riunione del Comitato dei nove, come è d'obbligo. Non era prevista questa discussione, ma solo una comunicazione all'Assemblea.
MARINA SERENI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Signor Presidente, credo che nessuno di noi possa sottovalutare il voto di poco fa; tuttavia, la spiegazione che il presidente di gruppo Fabris ha fornito rende evidente che si è trattato, prima di tutto, di un errore tecnico. Resta il fatto che spetta innanzitutto alla maggioranza... (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale)... lo dico pacatamente, colleghi, nessuno di noi vuole sottovalutare la discussione che c'è nella maggioranza, che è di altro genere. Non ritengo che il voto di poco fa abbia un significato politico, stando alle parole - di cui prendo atto - del presidente del gruppo dell'UDEUR, onorevole Fabris. Naturalmente, spetta alla maggioranza garantire con i numeri e con la compattezza necessaria che i provvedimenti vengano approvati.
Voglio segnalare, tuttavia, che stiamo parlando di un provvedimento su cui vi era una larga convergenza e che tutti abbiamo sollecitato, data la gravità dei fatti che riguardano gli incidenti e le morti sulle strade. Se - come sembra - il Comitato dei nove sta cercando una soluzionePag. 26condivisa, affinché questo decreto-legge possa essere approvato entro la mattinata in quest'Assemblea, per poi ottenere la conversione necessaria nei tempi dovuti al Senato, mi permetto di chiedere all'Assemblea e a tutti i gruppi la disponibilità a procedere in tale modo. Ciò, fermo restando - lo ripeto - che spetta alla maggioranza, con la sua compattezza e la sua presenza in aula - garantire che i provvedimenti del Governo ottengano la necessaria approvazione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Rossi Gasparrini, è già intervenuto il suo capogruppo: non posso concedere la parola anche a lei.
TANA DE ZULUETA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, la mia dichiarazione non cambierà l'esito del voto - ahimè - ma voglio segnalare che ho votato a favore dell'emendamento Beltrandi 2.4 per errore. Poiché sono l'unico membro del mio gruppo a cui è accaduto, voglio che rimanga agli atti.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non sarei intervenuto, perché i colleghi hanno colto egregiamente la natura politica di quanto accaduto in merito a questo provvedimento. Non è possibile, tuttavia, fare il gioco delle tre carte: mi riferisco al collega Fabris e alla collega Sereni.
Scusate, di cosa stiamo parlando? Si dice che si è trattato di un errore tecnico, che non c'è stata una comunicazione. Stiamo parlando di un emendamento della maggioranza! La firma era di Beltrandi! Il primo firmatario appartiene al gruppo La Rosa nel Pugno! Stanno con voi, non con noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Quindi, perché dite che si tratta di un errore di comunicazione? È stato un fatto politico e come tale questo atteggiamento deve essere considerato! È inutile tentare di salvarsi, dicendo - come afferma l'onorevole Fabris - che vi è stato un errore di comunicazione. Non è il primo errore di comunicazione: è dall'inizio che comunicate tra di voi in maniera errata. Prendetene atto e dite agli italiani che non state più insieme! Vi dividete ogni giorno anche su emendamenti come questo, che non è di grande rilevanza, ma che ha una rilevanza politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, non vorremmo entrare nel gioco delle parti. L'emendamento era nostro ed aveva una sua ragione. Nella scorsa legislatura non eravamo in questo Parlamento, ma su un provvedimento simile presentato dal Governo Berlusconi l'attuale maggioranza votò contro, motivando il proprio voto con il fatto che le pene non servivano a risolvere il problema. Oggi che le pene vengono...
PRESIDENTE. Non apriamo nuovamente una discussione di merito sul provvedimento, questo non è possibile.
MAURIZIO TURCO. No, non intervengo nel merito. Non ci siamo sbagliati: abbiamo continuato a tenere la stessa posizione politica che era stata tenuta nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, come stavo per comunicare, la seduta...
Pag. 27SALVATORE BUGLIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Buglio, poiché è già intervenuto un collega del suo gruppo, non le posso concedere la parola, come ho fatto con gli altri suoi colleghi. In questi casi, secondo il Regolamento, il Presidente, se vuole, può concedere la parola ad un oratore per gruppo; poiché è intervenuto il collega Turco, non le posso concedere la parola.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,15.
La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 12,20.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole relatrice quali indicazioni voglia dare all'Assemblea circa il prosieguo dei nostri lavori.
SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, l'indicazione che mi sento di dare all'Assemblea è quella di proseguire nella nostra discussione e nel nostro lavoro. La materia di cui ci occupiamo è di grande interesse per il Paese ed è una materia su cui la Commissione trasporti, della quale faccio parte, ha lavorato seriamente fin dall'inizio della legislatura, in particolare negli ultimi quattro, cinque mesi, con un impegno che ha visto trasversalmente impegnati tutti i gruppi rappresentati alla Camera.
La conversione del decreto-legge in discussione - come è stato più volte detto - non risponde all'esigenza di una revisione organica della materia della sicurezza stradale, bensì ad un'emergenza estiva. Ribadisco non solo la nostra volontà ma anche la necessità e la volontà condivisa da tutti di intervenire organicamente sulla materia con un contributo che tutte le forze politiche e tutti i gruppi parlamentari hanno già manifestato e possono continuare a manifestare per definire, in maniera utile per il Paese, una materia così importante che non ha connotazioni di maggioranza e opposizione.
Per far questo, riteniamo utile che il decreto-legge in discussione venga convertito e che si inizi a lavorare con la serietà, l'impegno e la disponibilità che il ministro ed il Governo hanno più volte espresso, esigenza avvertita più volte da questi banchi, dalla Commissione, dal Comitato dei nove, dalla maggioranza e dall'opposizione. Tuttavia, si tratta di un lavoro che, a mio avviso, si può realizzare in maniera più utile e proficua con riferimento al prossimo disegno di legge che mi auguro oggi verrà calendarizzato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.
Pertanto, con tali motivazioni facciamo appello al senso di responsabilità di ciascuno rispetto alla conversione di un decreto-legge sul quale già il Senato ha lavorato in maniera coesa e senza modifiche. Chiediamo che anche in questo ramo del Parlamento si possa addivenire ad un decisione utile su una materia così importante come la sicurezza stradale.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la proposta della relatrice è chiara ed è quella di andare avanti. Ricordo che alle ore 14,30 è prevista la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo e in quella sede potrà esservi una valutazione complessiva sul prosieguo dell'iter.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, proprio perché la relatrice ha avanzato tale proposta e lei stesso, signor Presidente, ha ricordato che alle 14,30 è prevista la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, non mi sembra che si possa scindere la decisione di procedere o meno con i nostri lavori da quella che può determinarsi in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo che si terrà alle 14,30. C'è sicuramente un nesso, perché tutto quello che è accaduto sino ad ora con questo provvedimento è di natura politica e non tecnica.
La relatrice chiede di proseguire la discussione del provvedimento, ma nonPag. 28deve chiederlo a noi. Noi stiamo svolgendo il nostro lavoro tranquillamente. Evidentemente, l'invito era rivolto alla sua stessa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Se questo è vero, vuol dire che i nodi all'interno della maggioranza sono stati risolti. Tuttavia, a mio avviso non è così; vorrei ascoltare al riguardo il parere del collega Beltrandi o chi rappresenta il gruppo della Rosa nel Pugno, perché, signor Presidente, non è finita! Con l'approvazione dell'emendamento Beltrandi 2.4 non è finita! Sul provvedimento in discussione vi sono una serie di altri dissensi all'interno della maggioranza. Se questi nodi sono stati sciolti, ben venga, noi proseguiamo! Siamo stati chiamati a portare avanti e condurre a termine il provvedimento in discussione.
Si possono sollevare ogni genere di critiche, come ad esempio il fatto che è stato trasmesso tardi alla Camera dal Senato, tutto quello che volete! Tuttavia, prima di dare l'assenso - anche se non c'è bisogno di farlo perché se si vuol proseguire, si prosegua! - vogliamo capire, poiché ci spetta, se i nodi politici che vi sono su questo provvedimento, all'interno della maggioranza siano stati risolti.
Colgo l'occasione - visto che si parla sempre di trasporti e considerata la presenza del Ministro Bianchi (non vedo né Diliberto né Di Pietro) - per ricordare ai colleghi che si sta verificando qualche piccola anomalia in materia di trasporti. Sta succedendo qualcosa che va contro il clima politico all'esterno e anche all'interno dei palazzi. Un anno fa, per esempio, il consiglio di amministrazione di Trenitalia è stato ridotto da cinque a tre componenti; è di ieri la notizia che inopinatamente questo stesso consiglio di amministrazione è nuovamente composto di cinque membri, perché - magari il Ministro Bianchi smentisce - all'interno del consiglio di amministrazione è stato nominato un tal Macchiati, un dirigente dell'interno, e l'ex collega del PdCI - caro Diliberto - Eduardo Bruno, consulente del Ministro Bianchi.
Allora, se Diliberto intende recarsi in televisione a bacchettare Mastella benvenga, ma non può consentire che avvengano tali cose! Ci si riempie la bocca sui costi della politica e poi si nominano altri due componenti all'interno del consiglio di amministrazione di Trenitalia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)! Questo è il clima politico in cui si inserisce anche il provvedimento in esame che - guarda caso - parla di trasporti, ma anche di politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sto per dare la parola ad altri deputati che l'hanno chiesta, ma vorrei precisare che la Presidenza ha il dovere di disciplinare il prosieguo dei nostri lavori.
Siamo di fronte ad una proposta concreta della relatrice di proseguire. Chiedo, pertanto, ai colleghi che stanno per intervenire se, rispetto a ciò, hanno proposte alternative e nel caso la Presidenza le valuterà per sciogliere eventuali nodi con votazioni o meno. Dobbiamo «stringere» su una fase procedurale.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, lei ha ragione ed è il motivo per il quale propongo che si svolga subito la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. In casi come questi sono i presidenti di gruppo, infatti, nell'ambito di tale organo, che decidono l'andamento dei lavori e come proseguire perché non si può far finta di nulla dopo che il collega de La Rosa nel Pugno ha fatto una dichiarazione precisa. Egli ha affermato: noi siamo contrari alla filosofia di tutto il provvedimento perché - diceva il collega - nella scorsa legislatura il centrosinistra si è battuto contro, in quanto non riteneva che tali problemi potessero essere risolti solo con norme punitive.
Quindi, un parte della maggioranza è contraria - e concludo - alla filosofiaPag. 29stessa del provvedimento. Sono quattordici i voti di differenza, altro che errore! Quattordici voti hanno fatto la differenza tra la maggioranza nel voto e la minoranza che ha perso per l'emendamento in questione.
Pertanto, ritengo che si debba convocare subito la riunione dei presidenti di gruppo, altrimenti rischiamo di andare avanti e di dare una brutta immagine del Parlamento che lavorerà a zig zag e non è detto che altri emendamenti non possano essere messi «in minoranza» dalla maggioranza.
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, credo che i richiami alle responsabilità da parte della relatrice vadano diretti altrove, in particolar modo al Governo, in quanto è stato quest'ultimo ad avere emanato un decreto-legge «manifesto», che ha utilizzato - anzi mal utilizzato - il lavoro del Parlamento senza produrre alcun effetto in termini di miglioramento della sicurezza stradale; ha provocato...
PRESIDENTE. Onorevole Caparini, le chiedo scusa, ma non possiamo adesso svolgere una discussione sul merito del provvedimento. Siamo in una fase procedurale; è una preghiera che le rivolgo.
DAVIDE CAPARINI. Sto formulando la mia proposta; se me lo concede, lo vorrei fare. Esso ha inoltre provocato una marea di contenziosi. Abbiamo formulato le nostre proposte di modifica, che sono state rigettate tout court, senza alcuna disponibilità ad affrontarle, in sede sia di decreto-legge, sia di disegno di legge. Di fronte a questa totale chiusura da parte del Governo non si può certo fare appello all'opposizione, che è stata responsabile, lo ha dimostrato nei fatti, presentando emendamenti nella vana speranza di migliorare il decreto-legge in esame. Tra breve, signor Presidente, si riunirà la Conferenza dei presidenti di gruppo: è la sede idonea per poter discutere sull'ordine dei lavori: in tale organo saranno tirate le somme della situazione in cui versa questa maggioranza, che viceversa non ha la responsabilità di portare avanti il suo provvedimento. La relatrice può, quindi, tranquillamente dirigere altrove i ricordati appelli.
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, per il nostro gruppo sarebbe molto più saggio procedere con immediatezza alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, perché riteniamo che sia necessario procedere ad una valutazione non solo tecnica.
Sul merito del provvedimento in esame non manifestiamo certamente indisponibilità ad assicurare una maggiore sicurezza nelle strade. Dai gruppi parlamentari dell'opposizione - e dal Governo di cui anch'io ho fatto parte - sono state varate, in passato, norme sulla patente a punti, interventi per una reale sicurezza nelle strade, che purtroppo abbiamo dovuto constatare essere stati in buona parte vanificati da una scarsa azione di questo Governo. Però, non si può negare la natura politica del contrasto, a proposito del quale i colleghi dei gruppi del centrodestra hanno già sottolineato, con i loro interventi, la nostra attenzione. C'è un dissidio di natura politica, che si inquadra in un contesto più ampio. Sono stati fatti riferimenti alle lottizzazioni in corso e mi associo a quanto affermato dal collega Leone, nel senso che si fanno i moralisti a Ballarò e si dà il posto al consulente di partito la mattina dopo: che miseria umana! Non so se siano prassi cubane o apprese dal Ministro da altre parti, ma c'è anche un problema generale: ieri nella Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi è stato espresso un voto rilevante, in cui si sono realizzate convergenze della maggioranza, che aveva plaudito a episodi di epurazione ed ha invece convenuto sullaPag. 30necessità di avere chiarimenti. Non aggiungo altri casi che si verificano altrove, o dissidi sulla finanziaria, sulla presenza di Visco nel Governo, su mille e mille argomenti. Noi non possiamo quindi non rilevare in termini politici quanto sta accadendo. La Camera è un organo politico, non si tratta di un fatto tecnico: andiamo avanti o ci dividiamo in buoni o cattivi, anche perché, nel merito, le eccezioni vengono sollevate da gruppi che fanno parte della maggioranza, che contestano la filosofia del provvedimento. Non siamo quindi disponibili a fare la battaglia in termini di chi vuole la sicurezza sulle strade e di chi invece non la vuole: noi la vogliamo ancora più di voi, ma la prima sicurezza è avere un Governo per il nostro Paese, che sia in grado di far applicare le leggi. Poiché tale dato oggi non è affatto certo, avendo il dovere di considerare il contesto in cui operiamo e non potendoci permettere il lusso di ignorarlo, facciamo appello alla Presidenza perché si riunisca immediatamente la Conferenza dei presidenti di gruppo ed esprima le valutazioni che tale organo, così autorevole, può fare sull'ordine dei lavori, sul contesto generale della situazione. È impossibile invece fare finta di niente! Che succederà poi al Senato? Ci sono tutta una serie di questioni che non si possono certamente sottacere. Andare avanti in questa maniera sarebbe un atto di irresponsabilità.
Sarebbe quindi saggio sospendere ora la seduta, convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo e in tale sede valutare ciò che è opportuno fare. A noi appare evidente lo stato di crisi complessiva del Governo, perché in quest'aula, dove i numeri sono a netto vantaggio della maggioranza, si verificano fatti quali quello avvenuto poc'anzi. Non siamo affatto d'accordo su questo atto di ipocrisia e credo che anche voi sappiate benissimo come stanno le cose. Non prenderne atto non salverà certamente il Governo, rendersene invece conto è una dimostrazione di realismo. Si sospendano quindi i lavori e si riunisca la Conferenza dei presidenti di gruppo, senza pagliacciate come andare avanti senza prendere atto che non è un fatto tecnico, ma di natura politica quello che si è verificato in quest'aula e in tutti gli altri luoghi del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, abbiamo detto in precedenza che si tratta di un fatto di natura politica, quindi mi fa piacere che ciò sia stato ripetuto. Sarò irresponsabile, secondo la definizione dell'onorevole Gasparri, ma non capisco perché mi debba mettere a chiedere la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che tra l'altro è convocata tra due ore.
La maggioranza ha svolto ora un peana nei confronti, immagino, di molti colleghi alla stessa appartenenti e spero che rispondano - più che i componenti dell'opposizione - i medesimi colleghi della maggioranza, che hanno presentato emendamenti e che dovrebbero intervenire annunciando il ritiro di essi (mi riferisco ai suoi colleghi, onorevole relatrice). Per quanto ci riguarda, prendiamo atto della decisione della maggioranza del Comitato dei nove di voler proseguire. Proseguiamo allora, non abbiamo pregiudizi nei confronti della sicurezza dei cittadini e dei trasporti: constateremo come proseguiranno i lavori nelle prossime due ore.
Certamente, è francamente poco comprensibile immaginare che dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, già convocata alle 14,30, possa emergere uno stravolgimento dei lavori della giornata di oggi o di domani. Sappiamo, infatti, che sono previste importanti votazioni del Parlamento in seduta comune dalle 14 in poi e che nel tardo pomeriggio di oggi è prevista una comunicazione urgente del Governo sui fatti internazionali. Quindi, non è pensabile che la maggioranza pretenda, o immagini di pretendere, che dalla Conferenza dei presidenti di gruppo venga stabilito un percorso, che faccia finta di niente, cancelli le divisioni e non tengaPag. 31conto del fatto che vi sono copiosi emendamenti della stessa maggioranza che mettono in pericolo il provvedimento in discussione, chiedendo alle opposizioni un senso di responsabilità tale, per cui si proceda al voto anche qualora vi siano divisioni interne alla compagine, che oggi è temporaneamente - dato quanto è accaduto oggi in questa sede - al Governo.
C'è un fatto politico, ma la maggioranza pensa che mettendo la testa sotto la sabbia possa proseguire: prosegua fino a dove vuole! Alle 14,30 è fissata una Conferenza dei presidenti di gruppo che deciderà il programma del trimestre successivo, non delle prossime tre ore. Resa chiara questa premessa, si può proseguire.
MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Signor Presidente, non posso non nascondere l'amarezza e la delusione rispetto alle dinamiche ed ai confronti svoltisi in Commissione e in Assemblea questa mattina, perché su un tema delicato e bipartisan - lo dicemmo a luglio, è stato detto al Senato e lo si è ribadito in quest'Aula - rischiamo di gettare alle ortiche un patrimonio di elaborazione, con il quale le istituzioni si erano messe in sintonia con il Paese, gli enti locali, le forze di polizia, le associazioni delle vittime.
Mi pare che ancora una volta il tentativo di far prevalere altri calcoli sostituisca il confronto di merito. Mi permetto di avvisare tutti i colleghi che questo è un terreno sul quale ci facciamo tutti male.
LUCA VOLONTÈ. Deve girarsi dall'altra parte!
TEODORO BUONTEMPO. C'è un disegno di legge!
PRESIDENTE. Prego colleghi, lasciate proseguire.
MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. C'è un decreto-legge che è stato concordato all'unanimità al Senato e scade il 3 ottobre (Commenti del deputato Buontempo). Contestualmente, caro collega, gli impegni assunti dalla maggioranza vivono all'interno di un disegno di legge, che sarà calendarizzato nelle prossime ore e ci vedrà impegnati ad affrontare le questioni, che in modo non giusto qualcuno vuole inserire all'interno di decreti-legge.
Non voglio fare strumentalizzazioni, né sottolineare alcuni cambiamenti di posizione di esponenti del centrodestra rispetto alle questioni sostenute nel mese di luglio. L'emendamento Beltrandi 2.4 ha ricevuto una serie di sostegni da parte dei settori del centrodestra, circostanza che non si è verificata al Senato né in questo ramo del Parlamento a luglio. Voglio avanzare una proposta, restando alle sollecitazioni del collega Volontè (Commenti del deputato Buontempo)...
PRESIDENTE. La prego, onorevole Buontempo, tutti hanno potuto svolgere considerazioni generali prima di arrivare alla proposta, anche lei.
MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Stavo dicendo che voglio avanzare una proposta, accogliendo le riflessioni poste dall'onorevole Volontè: la maggioranza è in grado di ritirare tutti gli emendamenti, perché vuole «portare a casa» questo provvedimento. Con la sicurezza stradale non si scherza: non è un tema né di destra né di sinistra, e secondo me con essa non si fanno le fortune né dei Governi, né delle maggioranze, né delle opposizioni.
Mi viene da riflettere seriamente sullo spettacolo che stiamo dando all'esterno rispetto ad un tema drammatico. Voglio ricordare gli interventi dei colleghi Giovanardi, Volontè ed altri in quest'aula (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia,Pag. 32Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))...
PRESIDENTE. Per cortesia colleghi... Prosegua, onorevole Meta.
MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Voglio chiedere al collega Beltrandi di ritirare i propri emendamenti, garantendo la discussione che inizierà sul disegno di legge. Quest'ultima sarà in grado, così come sugli emendamenti presentati dal centrodestra, di fornire risposte positive e costruttive. Ci sono emendamenti di merito, del centrodestra e del centrosinistra e si è già riscontrato l'impegno del Governo e della maggioranza ad affrontarli rigorosamente e seriamente. Nessuno rinuncia alle proprie posizioni, che stiamo strumentalizzando politicamente in quest'aula. Maggioranza e opposizione convergono però sul merito delle questioni affrontate. Ritorniamo al merito! Chiedo al collega Beltrandi, che rispetto a tali questioni ha manifestato coerenza sin dall'inizio, di ritirare gli emendamenti presentati e discutere quel merito nei prossimi giorni, quando avremo l'occasione di iniziare la discussione sul disegno di legge. Quest'ultima sarà il luogo dove le questioni si affronteranno e si risolveranno con grande disponibilità reciproca.
PRESIDENTE. Gli onorevoli Volontè e Beltrandi hanno chiesto la parola. Tuttavia, devo sospendere ora la seduta perché è convocata immediatamente la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, al piano aula. La seduta riprenderà subito dopo il termine di tale riunione, probabilmente con votazioni, quindi invito i colleghi a non allontanarsi. Rimane confermata anche la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo delle 14.30.
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 13,20.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, l'esame del disegno di legge di conversione n. 3044 proseguirà nella parte pomeridiana della seduta, con votazioni, dopo la riunione del Parlamento in seduta comune.
La Conferenza dei presidenti di gruppo, già convocata per le 14,30, definirà l'ordine degli argomenti in discussione.
ANGELO PICANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO PICANO. Signor Presidente, vorrei segnalare all'attenzione della Camera un episodio veramente increscioso e preoccupante verificatosi ieri: il presidente del gruppo Popolari-Udeur Mauro Fabris e un componente della Commissione giustizia, Gino Capotosti, hanno presentato un'interrogazione, chiedendo al Ministro della giustizia di sapere se corrisponda al vero che il dottor Genchi, consulente tecnico d'ufficio del dottor De Magistris, abbia percepito compensi particolarmente ingenti e significativi per il compimento delle proprie prestazioni. In questo caso - aggiungono gli interroganti - si chiede di conoscere quale sia l'entità delle somme che la procura di Catanzaro avrebbe elargito negli ultimi quattro anni nei confronti del citato consulente.
A questa interrogazione il diretto interessato ha risposto dando veramente in escandescenze, con dichiarazioni che riteniamo preoccupanti. Egli infatti ha affermato: «Probabilmente le ire e le preoccupazioni di Mastella e dei suoi amici vanno ben oltre le ultime vicende di Catanzaro e riguardano altri fatti e altri suoi amici e compari di cui - come è noto -Pag. 33mi sono occupato e mi sto occupando per conto di ben altro ufficio giudiziario». Ha poi aggiunto: «Una volta c'era soltanto da guardarsi dalle aggressioni della mafia. Oggi c'è da preservarsi da altre insidie e pericoli».
Riteniamo che, di fronte alla legittima richiesta di notizie su vicende che riguardano il dottor Genchi, risponda associando il ruolo del Parlamento a quello della mafia in quanto vede nella nostra interrogazione parlamentare chissà quale aggressione e quali insidie.
Chiediamo, pertanto, alla Presidenza della Camera quali iniziative intenda intraprendere per la salvaguardia delle prerogative dei parlamentari, perché, se si viene intimiditi appena si presenta un atto di sindacato ispettivo, diventa preoccupante il clima di insofferenza che si alimenta nel Paese.
Per questo riteniamo che il Parlamento debba reagire con fermezza, per garantire ai rappresentanti del popolo il compimento libero del proprio dovere e gli spazi di libertà che questo Paese ha faticosamente conquistato.
PRESIDENTE. Naturalmente, riferirò al Presidente della Camera di questa sua istanza.
Le prerogative del parlamentare sono ampiamente garantite dalla Costituzione vigente, in particolare dal primo comma dell'articolo 68, che, come lei sa, sancisce che le opinioni espresse dal parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni sono completamente insindacabili. Quindi, richiamando la norma costituzionale che garantisce al parlamentare la libertà di espressione e, nella fattispecie che stiamo trattando, di produzione dei suoi atti di sindacato ispettivo, riferirò di questa sua istanza al Presidente della Camera.
Sospendo la seduta che riprenderà al termine della riunione del Parlamento in seduta comune.
La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 16,30.
TESTO AGGIORNATO AL 28 SETTEMBRE 2007Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Astore, Bordo, Buontempo, Catone, Donadi, Fabris, Forgione, Gasparri, Incostante, La Malfa, Laganà Fortugno, Lumia, Lusetti, Meta, Pellegrino, Pinotti, Sgobio, Taglialatela, Tassone, Villari, Villetti, Alfredo Vito ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.
PRESIDENTE. Comunico che il deputato Riccardo Minardo ha reso noto, con lettera in data odierna, di voler aderire, nell'ambito dei gruppo parlamentare Misto, alla componente politica MPA-Movimento per l'Autonomia.
Il rappresentante della suddetta componente ha a sua volta comunicato di aver accolto tale richiesta.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione A.C. n. 3044.
PRESIDENTE. A seguito di quanto convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, riprendiamo la discussione del disegno di legge atto Camera n. 3044.
L'informativa sulla situazione drammatica in Myanmar avrà luogo al termine dell'esame di questo provvedimento.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta odierna è stato approvato da ultimo l'emendamento Beltrandi 2.4.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice quali indicazioni voglia dare all'Assemblea in relazione al prosieguo dei nostri lavori.
SILVIA VELO, Relatore. Cercherò di ricapitolare la situazione nella maniera più chiara e rapida possibile.
Ricordo che avevamo iniziato ieri i nostri lavori sul decreto-legge con l'obiettivo di procedere all'approvazione del provvedimento nello stesso testo trasmessoci dal Senato, per la sua immediata conversione in legge e perché subito dopo ci saremmo dedicati all'altro disegno di legge vertente sulla stessa materia giuntoci dal Senato per affrontare la questione della sicurezza stradale in un quadro più organico di quanto non consentisse l'esame del decreto-legge. Quindi, come ho chiarito ieri - e anche stamane in sede di espressione dei pareri -, l'invito al ritiro formulato sugli emendamenti in realtà non significava una contrarietà di merito; anzi, molte delle proposte, sia di maggioranza sia di opposizione, erano di buonsenso, tali da rendere possibile un'ampia convergenza.
Tuttavia, visto che a seguito della votazione di questa mattina, un emendamento è stato approvato dall'Assemblea - il che, a mio avviso, non deve suscitare né meraviglia né scandalo, perché siamo in una Repubblica parlamentare ed è giusto che le Assemblee di Camera e Senato facciano il proprio lavoro -, in sede di Comitato dei nove abbiamo operato una ricognizione di tutti gli emendamenti presentati e non ritirati, per addivenire ad individuare un «pacchetto» ristretto di emendamenti su cui si potesse realizzare un'ampia convergenza. Mi sento di dire che si è svolto al riguardo un lavoro di grande responsabilità, fatto da tutti i gruppi in Comitato dei nove, con una grande disponibilità del Ministro e un valido aiuto degli uffici in questa fase piuttosto ristretta per i tempi e concitata.
Fatta questa breve introduzione, quindi, per sintetizzare, confermo l'invito al ritiro di tutte le proposte emendative - altrimenti, il parere è contrario -, ad eccezione delle seguenti, sulle quali modifico il precedente avviso, in taluni casi proponendo una riformulazione. Suggerirei, peraltro, di trasfondere il contenuto di talune proposte in ordini del giorno.
Nell'ordine, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Tassone 2.16 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire la parola «otto» con la parola «cinque».
La Commissione esprime altresì parere favorevole sull'emendamento Gibelli 3.34 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire le parole da «sulla patente» fino a «appositi registri» con le parole «nell'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida di cui agli articoli 225 e 226 del presente codice».
La Commissione esprime altresì parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Tassone 3.02 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione con carattere di coordinamento formale: aggiungere infine le seguenti parole «Al comma 8 dell'articolo 157 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono premesse le parole: Fatto salvo quanto disposto dal comma 7-bis».
La Commissione esprime altresì parere favorevole sugli identici emendamenti Zeller 5.2 e Beltrandi 5.3, la cui approvazione precluderebbe il successivo emendamento Uggè 5.4.
La Commissione raccomanda inoltre l'approvazione del suo emendamento 5.100, di cui leggo il testo: «Al comma 1, lettera a), capoverso 2, lettera b), sopprimere il secondo periodo. Conseguentemente: al medesimo capoverso, lettera c), sopprimere il secondo periodo; al comma 2, lettera a), capoverso 1, sopprimere il secondo periodo». L'approvazione di tale emendamento precluderebbe gli emendamenti Uggè 5.14 e Uggè 5.21.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Uggè 5.18 e Moffa 6.2.
La Commissione esprime altresì parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Moffa 6.04 a condizione che sia accolta la seguentePag. 35riformulazione: sopprimere il comma 3; al comma 4, sopprimere le parole da «attuate mediante» fino alla fine del comma; al comma 5, dopo le parole «Ministro dell'interno», aggiungere le parole «e del Ministro dei trasporti».
La Commissione esprime infine parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Gibelli 6.012 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire le parole da «ivi comprese le scuole materne» fino alla fine del comma con le parole «. Con decreto del Ministro dell'economia, di concerto con il Ministro dei trasporti e con il Ministro della pubblica istruzione, si provvede a disciplinare, ai fini della definizione dei programmi e delle relative attività di formazione e supporto didattico, le modalità di collaborazione di enti ed organismi con qualificata esperienza e competenza nel settore».
La Commissione invita inoltre al ritiro dell'articolo aggiuntivo Tassone 3.01 e alla formulazione di un ordine del giorno di analogo contenuto.
PRESIDENTE. Onorevole relatrice, presidente della Commissione, con riferimento all'emendamento 5.100 della Commissione, risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato al termine per la presentazione di eventuali subemendamenti.
Dobbiamo procedere con un certo ordine. Sicuramente dovranno pronunciarsi, per comunicare all'Assemblea se accolgono le proposte di riformulazione testé presentate, i deputati presentatori.
Avverto che l'emendamento Zeller 2.5 non è stato segnalato.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Gibelli 2.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, desidero rapidamente collegarmi all'illustrazione svolta dalla relatrice, che ringrazio perché ha dato atto di un lavoro che ci ha visti impegnati in sede di Comitato dei nove per migliorare il decreto-legge ed individuare quel percorso che, per la verità, fin da stamani avevamo indicato come possibile, indipendentemente dal giudizio di merito e di fondo sul decreto-legge - giudizio che permane interamente -, per cogliere l'opportunità di inserire nel provvedimento alcuni elementi di effettivo miglioramento, tali da renderlo efficace.
Voglio dare atto al Ministro di aver consentito un lavoro comune, impegnandosi anche con riferimento al disegno di legge che a breve tornerà all'esame della Camera e in occasione della cui discussione potrà essere affrontato, in maniera più completa ed organica, il tema della sicurezza stradale.
Tengo, però, a precisare e sottolineare l'atteggiamento coerente e responsabile dell'opposizione e della minoranza che, come volevamo, appunto, dimostrare a tutti (ma non ve n'era affatto bisogno!), non ha voluto in alcun modo strumentalizzare la disarticolazione avvenuta nel corpo della maggioranza stamani con il voto sull'emendamento Beltrandi 2.4. Ciò a dimostrazione, spero definitiva, che sul tema della sicurezza stradale vi è una sensibilità forte da parte di Alleanza Nazionale - ma credo di poter parlare a nome di tutta l'opposizione -, a fronte della quale riteniamo che il lavoro legislativo dovrebbe essere affrontato con grande serietà.
È per questo motivo che avevamo presentato una questione pregiudiziale - respinta dall'Assemblea - con la quale sottolineavamo quella impropria sovrapposizione di provvedimenti legislativi che ha creato una vera e propria impasse ed una difficoltà operativa per il Parlamento.
Quindi, andiamo avanti, siamo favorevoli a concludere l'esame del provvedimento con le riserve che abbiamo già più volte evidenziato e con l'ulteriore disponibilità del Ministro a proseguire su questa strada quando affronteremo l'altro disegno di legge vertente sulla materia.
PRESIDENTE. Naturalmente, chiederò al rappresentante del Governo il parere sulle proposte di riformulazione mano a mano che le affronteremo.Pag. 36
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, anche io voglio unirmi, a nome del gruppo di Forza Italia, alle dichiarazioni del collega Moffa e sottolineare un aspetto, dal momento che questa mattina sembrava essere messa in dubbio la buona volontà, l'intenzione e la serietà dei gruppi dell'opposizione nel voler cercare soluzioni che evitassero al Paese e ai cittadini di trovarsi di fronte ad un provvedimento certamente inadeguato, confuso, che ha prodotto e purtroppo produrrà comunque problemi di contenzioso.
Ovviamente, l'intesa che abbiamo raggiunto è la dimostrazione più evidente della volontà dell'opposizione di ricercare un'intesa non per fare solo delle polemiche, ma per cercare di dare risposte al tema posto dai cittadini italiani della sicurezza.
Soprattutto, abbiamo valutato la disponibilità del Ministro, che ha accettato alcuni emendamenti e la riformulazione di alcuni aspetti, quasi a dimostrare che in quanto chiedeva l'opposizione, in particolare Forza Italia, vi erano le ragioni per le quali si doveva e si poteva affrontare tali aspetti, introducendo alcune modifiche.
Soprattutto alla luce dell'impegno formale assunto affinché in sede di discussione dell'altro disegno di legge, che verrà presto portato all'attenzione dell'Assemblea, vi sia la possibilità di affrontare più ampiamente il complesso delle questioni, anche noi ci associamo alle dichiarazioni dell'onorevole Moffa condividendole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, anch'io aggiungo le mie valutazioni, come hanno già fatto i colleghi Uggé e Moffa. Signor Presidente, signor Ministro, noi non vogliamo raggiungere alcun risultato minimale: questo non è un pateracchio!
Abbiamo evidenziato che la maggioranza ha incontrato qualche difficoltà. Stiamo cercando di fornire un contributo, anche perché nell'altro ramo del Parlamento il provvedimento in esame era stato approvato acriticamente, come si suole dire, senza alcuna modifica e senza alcun miglioramento. Noi stiamo cercando, quindi, di dare qualche contributo pur sapendo che provvedimento in esame non è esaustivo. Tutte le critiche che avevamo avanzato in sede di discussione generale e nel corso dell'esame degli emendamenti permangono per intero e, soprattutto, con qualche preoccupazione in più. Però, non vi è alcun tipo di azione disgregante da parte nostra. Non intendiamo bloccare un provvedimento che va nella direzione della sicurezza della circolazione stradale e speriamo che anche il disegno di legge n. 2480, quando verrà all'esame di questo ramo del Parlamento, dopo l'approvazione del Senato, si potrà ottenere qualche risultato in più, anche migliorativo. Del resto, il Senato ha eliminato degli articoli ed ha soppresso modifiche che erano state introdotte con emendamenti approvati da questo ramo del Parlamento; noi non possiamo accettare tali soluzioni, il Ministro ne è consapevole. Prendiamo atto della buona volontà da parte del Ministro, ma non vi è alcun dubbio che la nostra buona predisposizione è legata al miglioramento del testo trasmesso dal Senato in quanto alcune riforme che tutti insieme avevamo voluto fortemente in questo ramo del Parlamento sono state cassate, soppresse dal Senato della Repubblica.
Con questo spirito possiamo proseguire i lavori rispondendo, volta per volta, alle proposte di riformulazione espresse dal relatore in sede di espressione dei pareri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere la mia gratitudine al Governo - ma anche alla relatrice e al presidente che ha svolto un'opera di mediazione in questi giorni - per aver espresso parere favorevole all'emendamento Beltrandi 5.3. Vi è anchePag. 37un impegno del Ministro con riferimento all'altro disegno di legge per cercare di consentire la soglia di tolleranza minima, perché alcune volte è possibile anche un errore da parte delle apparecchiature, ad esempio se il tasso alcolico è pari allo 0,51. Insomma, dobbiamo considerare questi fattori e sono grato per tali motivi. Naturalmente ritirerò - lo dichiarerò al momento opportuno - l'emendamento a mia firma 3.12. Semplicemente, mi auguro che la Camera non dovrà più impegnarsi in tale materia su provvedimenti decisi in questo modo, sotto la pressione dell'emergenza, dell'urgenza e soprattutto con una filosofia di fondo che - signor Ministro, glielo confessiamo - fondamentalmente non condividiamo assolutamente. Secondo la nostra opinione servono più controlli, maggiori interventi sulle infrastrutture e non sono sufficienti le sanzioni e le penalizzazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, permangono molte delle perplessità esposte nel corso dei lavori, della discussione sulle linee generali e non solo. Apprezziamo lo sforzo compiuto dal Governo, dalla relatrice e dal presidente della Commissione di trovare una soluzione tesa ad un miglioramento del testo. Pertanto, al di là delle valutazioni politiche che consegniamo all'Assemblea e ai colleghi, noi cominciamo a ritirare alcuni emendamenti ed altri verranno ritirati in corso d'opera, in base all'impegno che verrà eventualmente assunto dal Governo di accettare gli ordini del giorno nei quali ne trasporremo il contenuto.
Comunico dunque che ritiro i seguenti emendamenti di cui sono cofirmatario: 2.6, 3.35, 3.36, 4.30, 4.31, 5.33 e 6.31.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto, altresì, che sono stati ritirati gli emendamenti Uggè 2.7, 2.11, 2.12, 2.13 e 2.15.
Chiedo all'onorevole Tassone se accetti la riformulazione del suo emendamento 2.16 proposta dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, il Ministro ha affermato che sul tema in esame vi sono state discussioni anche nell'altro ramo del Parlamento. Con il mio emendamento 2.16 proponevo che sui motocicli non potessero andare bambini al di sotto degli otto anni, mentre il provvedimento in esame pone il limite di quattro anni.
Nella riformulazione proposta si parla di cinque anni. Per me tale limite è insufficiente, tuttavia in questo clima accetto la riformulazione con la speranza di avere un'altra occasione per poter recuperare un concetto di fondo volto a salvaguardare i bambini trasportati sulle motociclette. Ritengo che quattro anni sia un'età al limite per la sicurezza, tuttavia accetto la riformulazione proposta al mio emendamento 2.16.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il Governo concorda sulla riformulazione proposta dal relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per preannunciare il mio voto contrario sull'emendamento in esame anche a seguito della riformulazione proposta. Ritengo che ciò che ci apprestiamo a votare abbia poco a che vedere con la sicurezza, visto che si possono trasportare i bambini in bicicletta e poi schiantarsi.
Credo che abbia poco a che fare con la sicurezza dei bambini e molto con «l'ufficio complicazione» della vita delle persone e, soprattutto, di coloro che vivonoPag. 38nelle città e non in campagna (Applausi di deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Approvando l'emendamento in esame porremo degli impedimenti alle persone (non si capisce perché cinque anni e non quattro anni e dieci mesi).
Vogliamo impedire alle persone e alle famiglie che vivono, per esempio, in una città come Roma (in cui i mezzi pubblici sono quello che sono e il traffico è quello che è), di portare, magari per 200 metri o un chilometro, i bambini a scuola fino a cinque anni con la moto.
Abbiamo sfiducia nei confronti dei genitori sul fatto che gli stessi non abbiano sufficiente cura dei propri bambini in motorino, ma in bicicletta o con altri mezzi di trasporto si può fare ciò che si vuole.
Credo che l'unico risultato che otterrete, se voterete l'emendamento in esame, sarà quello di complicare o costringere all'illegalità centinaia di migliaia di famiglie che, attraverso la possibilità di usare i ciclomotori per portare i bambini a scuola, si semplificano la vita.
Vogliamo complicare la vita delle persone...
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, concluda.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. ... facciamolo, ma non otterremo nulla di buono, se non questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 2.16, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 363
Votanti 299
Astenuti 64
Maggioranza 150
Hanno votato sì 249
Hanno votato no 50).
Prendo atto che il deputato Buglio ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Germontani ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Uggè 2.17, 2.18 e 2.19 li ritirano.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Tassone 3.20 formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Gibelli 3.31 formulato dal relatore.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, vi è l'invito al ritiro da parte del relatore. Abbiamo predisposto tre ordini del giorno in merito all'applicazione della disposizione prevista dal decreto-legge in esame che prevede che i rilevatori di velocità siano resi visibili; mi riferisco agli ordini del giorno Alessandri n. 9/3044/13, Caparini n. 9/3044/14 e Fugatti n. 9/3044/15.
Pertanto, prego il Governo di leggerli e poi...
PRESIDENTE. Passeremo successivamente all'esame degli ordini del giorno.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, infatti, contestualmente, accedo all'invito al ritiro dell'emendamento Gibelli 3.31.
So che vi è un impegno da parte del Governo a valutare...
PRESIDENTE. No, il Governo ora può dire che vi è un impegno in generale in tale direzione. Non può adesso leggere...
DAVIDE CAPARINI. Non spetta a me dire quale debba essere la valutazione del Governo. Sto semplicemente spiegando all'Assemblea quale è la situazione...
PRESIDENTE. È quello che sto dicendo, e lei lo ha spiegato molto chiaramente.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, abbiamo in realtà convenuto che il contenuto della proposta emendativa in esame fosse trasfuso in un ordine del giorno. Mi sono pervenuti ora gli ordini del giorno e li sto esaminando; credo che, salvo discutere qualche particolare, così sarà.
PRESIDENTE. Pertanto, l'emendamento Gibelli 3.31 è ritirato.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Tassone 3.21 formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Gibelli 3.32 formulato dal relatore.
DAVIDE CAPARINI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Buontempo 3.30 formulato dal relatore. Non vedo l'onorevole Buontempo, pertanto non possiamo porre in votazione la proposta emendativa da lui presentata.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Giancarlo Giorgetti 3.33 formulato dal relatore.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, con riferimento alla proposta emendativa in esame, che riteniamo molto importante, poiché concerne la progressività della sanzione ovvero una parametrazione della sanzione in base al reddito del sanzionato, presenteremo un ordine del giorno, che prego il Governo di valutare. Nel frattempo, come cofirmatario dell'emendamento, accedo all'invito al ritiro.
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, avrei voluto aggiungere la mia firma all'emendamento Buontempo 3.30, ma lei non mi ha visto in tempo. Lei non ha posto in votazione tale emendamento perché l'onorevole Buontempo non era presente in aula, ma si tratta di una proposta emendativa, e non di un ordine del giorno. A parte il fatto che sottoscrivo la proposta emendativa, ed essendo presente in aula...
PRESIDENTE. Onorevole Salerno, le cose stanno così. Vedo intanto che l'onorevole Buontempo sta rientrando in aula. La regola è esattamente la seguente: se il presentatore non è in aula, la proposta emendativa non si pone in votazione, poiché si intende che vi abbia rinunciato.
Tuttavia, vista la particolarità della situazione e per evitare che sia solo l'onorevole Buontempo, che nel frattempo è rientrato, a subire tale regola, se il presentatore insiste, porremo in votazione il suo emendamento.
Pertanto, in via eccezionale, facciamo un passo indietro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 40Buontempo 3.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 371
Astenuti 9
Maggioranza 186
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 347).
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Giorgetti 3.33 accedono all'invito al ritiro.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Uggè 3.1 formulato dal relatore.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, ritiro i miei emendamenti 3.1, 3.2, 3.3, 3.5, 3.6 e 3.7.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore dell'emendamento Gibelli 3.34.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimere il parere sulla riformulazione proposta.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il Governo concorda sulla riformulazione proposta dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gibelli 3.34, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 382
Astenuti 3
Maggioranza 192
Hanno votato sì 379
Hanno votato no 3).
L'emendamento Zeller 3.4 non è segnalato.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, le chiedo scusa, lei è stato molto corretto e la ringrazio molto dal punto di vista personale. Però, una proposta emendativa non è un ordine del giorno. Se il presentatore di un ordine del giorno non è presente in aula, si intende che il parlamentare vi abbia rinunziato.
Si tratta di emendamenti che seguono l'iter parlamentare ed occorre considerare che l'emendamento non è legato alla presenza in aula del parlamentare: esso entra nel testo del provvedimento in esame e, da quel momento in poi, appartiene all'Assemblea, tanto che qualsiasi presidente di gruppo o un gruppo di 20 parlamentari lo possono fare proprio o ritirare.
Nel momento in cui l'emendamento viene pubblicato nell'atto parlamentare esso appartiene all'intera Assemblea, non è una questione personale.
Pertanto, nel ringraziarla per la sua correttezza, ritengo che la sua decisione sia estremamente grave. Consideri, per esempio, le sedute fiume, dove ai parlamentari, come nel mio caso (credo che mi si possa rimproverare tutto, tranne il fatto di essere una persona che non segue i lavori parlamentari), può capitare di entrare e uscire dall'aula, per incontrare qualcuno per esempio un giornalista. Non è possibile che l'emendamento «scompaia» se il parlamentare esce dall'aula, perché lo stesso è stato valutato, anchePag. 41sotto il profilo della sua ammissibilità, dalla Presidenza; può trattarsi anche di emendamenti vagliati dalle Commissioni parlamentari e che sono stati riproposti in Assemblea. Un emendamento non può scomparire perché il parlamentare è assente; semmai il parlamentare assente non ha diritto di parola.
Quindi, la pregherei di rivedere e approfondire la questione: onestamente è la prima volta, onorevole Presidente, che assisto ad un fatto del genere. Non si tratta di un mio problema - tant'è che le ho porto i miei ringraziamenti - ma di un problema che riguarda tutta l'Assemblea e ogni deputato che, a mio avviso, non può e non dovrebbe accettare, né dalla maggioranza né dalla minoranza (perché poi la ruota gira) che un emendamento che segue l'iter parlamentare, che supera il vaglio di ammissibilità e viene inserito nell'atto parlamentare, sia legato alla presenza fisica del deputato: onestamente, questo caso non l'ho mai registrato né sentito.
Se lei lo ha dichiarato, evidentemente, disporrà di «agganci» che gli uffici le suggeriscono. Tuttavia, le chiedo di sottoporre tale questione alla Giunta per il Regolamento.
Onorevole Giachetti, mi rivolgo anche a lei, che è sempre attento alla democrazia dell'Assemblea: ho preso parte ad assemblee elettive di ogni genere, e non si è mai visto che un emendamento fosse legato alla presenza fisica del parlamentare.
Pertanto, la invito a sottoporre la questione alla Giunta per il Regolamento, dopodiché anch'io farò quanto necessario per approfondire il tema.
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, senz'altro la sua istanza verrà trasmessa, tramite la Presidenza, alla Giunta per il Regolamento. Però, chiedo la sua attenzione: la prassi, fino a questo momento, è sempre stata quella, e vi sono numerosissimi precedenti... (Commenti del deputato Buontempo). ..mi faccia terminare: io l'ho ascoltata con attenzione, la prego di fare altrettanto.
La prassi è sempre stata quella, in primo luogo, di non porre in votazione l'emendamento il cui primo firmatario sia assente, in secondo luogo di non consentire l'aggiunta della firma al solo fine di porre in votazione quel tipo di emendamento.
Caso diverso è quello in cui può accadere che il Presidente non si accorga - soprattutto nel caso, da lei richiamato, di lunghe sedute, con numerose votazioni - dell'assenza del deputato. La prassi è sempre stata questa.
L'emendamento può essere fatto proprio da un presidente di gruppo o da 20 deputati, come prevede il Regolamento; ma la prassi è sempre stata questa e - lo ripeto - in tal senso vi sono numerosissimi precedenti.
Detto ciò, la Presidenza della Camera ha ritenuto di consentire comunque che l'emendamento venisse posto in votazione e, in ogni caso, l'istanza sarà trasmessa alla Giunta per il Regolamento.
Ricordo che l'emendamento Gibelli 3.35 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Moffa 3.9.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
SILVANO MOFFA. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Zeller 3.10.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 3.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 376
Votanti 373
Astenuti 3
Maggioranza 187
Hanno votato sì 82
Hanno votato no 291).
Prendo atto che gli emendamenti Tassone 3.11 e Beltrandi 3.12 sono stati ritirati.
Prendo, altresì, atto che i presentatori dell'emendamento Zeller 3.13 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 3.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 371
Votanti 367
Astenuti 4
Maggioranza 184
Hanno votato sì 58
Hanno votato no 309).
Passiamo all'emendamento Baldelli 3.17.
Chiedo all'onorevole Baldelli se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 3.17 che sarebbe posto in votazione limitatamente alla parte ammissibile, ovvero escludendo l'ultimo capoverso 2-ter.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Prendo atto che gli emendamenti Baldelli 3.16 e 3.15, nonché l'emendamento Gibelli 3.36 sono stati ritirati dai presentatori.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Tassone 3.01.
Chiedo all'onorevole Tassone se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro del mio articolo aggiuntivo e, siccome il relatore ha proposto di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, vorrei conoscere in proposito la valutazione del Governo. Peraltro, lo stesso concerne la disciplina delle manovre di sorpasso dei mezzi pesanti sulle strade urbane ed extraurbane fino a due corsie per ogni senso di marcia. Vorrei sapere se il Governo concordi in merito a tale ordine del giorno e se vi sia la volontà di predisporre una disciplina in tempi rapidi. In tal caso, accederei all'invito al ritiro formulato dal relatore.
PRESIDENTE. Prego, signor Ministro.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il Governo è sicuramente d'accordo. Abbiamo convenuto che introdurre tale disciplina come norma primaria sarebbe stata complicato, ma abbiamo accettato l'idea di studiare i meccanismi attraverso i quali inibire, dove possibile, il sorpasso per gli automezzi pesanti.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'articolo aggiuntivo Tassone 3.01 è stato ritirato.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Tassone 3.02, di cui il relatore ha proposto una riformulazione.
Chiedo all'onorevole Tassone se accetti la riformulazione del suo articolo aggiuntivo 3.02 proposta dal relatore.
SILVIA VELO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, vorrei chiarire i termini della riformulazione. La Commissione esprime un parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Tassone 3.02, a condizione che sia accettata una riformulazione di coordinamento formale.
Pag. 43PRESIDENTE. Onorevole Tassone?
MARIO TASSONE. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Il Governo concorda con il relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Tassone 3.02, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 366
Astenuti 3
Maggioranza 184
Hanno votato sì 353
Hanno votato no 13).
Prendo atto che la deputata Zanella ha segnalato che avrebbe voluto esrpimere voto contrario.
Prendo atto che gli emendamenti Gibelli 4.30, Uggè 4.1, 4.2, 4.3, 4.6 e 4.7 nonché Gibelli 4.31 sono stati ritirati.
Prendo, altresì, atto che i presentatori dell'emendamento Zeller 4.5 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 4.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 378
Votanti 371
Astenuti 7
Maggioranza 186
Hanno votato sì 53
Hanno votato no 318).
Prendo atto che l'emendamento Uggè 4.8 è stato ritirato e che i presentatori dell'emendamento Zeller 4.4 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 4.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 377
Votanti 369
Astenuti 8
Maggioranza 185
Hanno votato sì 41
Hanno votato no 328).
Passiamo all'emendamento Di Virgilio 5.30.
Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro ed annuncio che ho già presentato un ordine del giorno che ne recepisce il contenuto. Noi siamo convinti che non conti tanto l'entità dell'alcol piuttosto che, a chiunque guidi in stato di ebbrezza alcolica, debba essere comunque comminata una sanzione.
Invito il rappresentante del Governo ad esaminare attentamente la nostra proposta, in fondo sperimentale, che fa proprio il principio di tolleranza zero per chi guida in stato di ebbrezza alcolica, indipendentemente dal livello del tasso alcolemico riscontrato.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Di Virgilio 5.31.
Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, quanto affermato prima dall'onorevole Di Virgilio rientra anche nella fattispecie considerata dall'emendamento in esame. Conseguentemente, chiederei al Ministro Bianchi di assumersi un impegno accettando un nostro ordine del giorno, che recepisca il contenuto del nostro emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, chiedo innanzitutto all'onorevole Di Virgilio di verificare il testo dell'ordine del giorno Mazzaracchio n. 9/3044/4 perché a me pare che esistano in realtà, a causa di una correzione manuale, due versioni di tale ordine del giorno.
Se la versione è quella in cui è stata apportata la correzione manuale in cui si afferma «valutare gli effetti applicativi di queste disposizioni (...)», allora sono d'accordo. Se la versione è invece quella nella quale si afferma che si sperimenterà la tolleranza zero, allora l'ordine del giorno non può essere accettato.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Virgilio 5.31 accedono all'invito al ritiro.
Passiamo all'emendamento Buontempo 5.32.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, prendo atto che nonostante vi sia un disegno di legge sul quale le Camere avrebbero potuto lavorare per varare una legge più puntuale, organica ed attenta, ora convertiamo un decreto-legge con la strana forma dell'accettazione di emendamenti in ordine sparso, anziché accantonare il provvedimento e procedere poi, celermente, con il disegno di legge che è già all'esame del Parlamento.
Ho presentato l'emendamento in esame per alcune ragioni. Non bisogna approvare solo una legge repressiva, ma bisogna realizzarne una che avverta il cittadino che non deve compiere alcuna infrazione alle norme del codice della strada, quindi non solo non deve superare la soglia alcolica. Credo che si debba raddoppiare la pena quando la persona, oltre ad aver bevuto, ha violato un articolo del codice della strada, ha compiuto un'infrazione. A cosa serve raddoppiare la pena dopo l'incidente? Noi dobbiamo impedire, prevenire e fare in modo che il cittadino sia attento e capisca che se ha bevuto - sciagurato lui - e si mette alla guida, quindi violando un articolo del codice della strada, la pena raddoppia ed inizia tutto un altro iter.
In conclusione, a me pare che l'intero provvedimento, ed in particolare l'articolo in esame, non svolga quella funzione di prevenzione e di aiuto per fare in modo che non si verifichino gli incidenti.
La logica - e mi dispiace che alcuni emendamenti siano stati ritirati - che si punisca a cose fatte e a danno compiuto non ci porta da nessuna parte. Serve solo a lanciare un segnale di emergenza, ma non a ridurre il numero degli incidenti stradali nel Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 5.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 362
Votanti 358
Astenuti 4
Maggioranza 180
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 334).
Prendo atto che il deputato Casini ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 358
Votanti 353
Astenuti 5
Maggioranza 177
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 335).
Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zeller 5.2 e Beltrandi 5.3.
Poiché la relatrice, modificando il precedente avviso, ha espresso parere favorevole su tali proposte emendative, invito il Ministro Bianchi, ad esprimere nuovamente il parere del Governo.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zeller 5.2 e Beltrandi 5.3, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 370
Votanti 367
Astenuti 3
Maggioranza 184
Hanno votato sì 360
Hanno votato no 7).
È conseguentemente precluso l'emendamento Uggè 5.4. Prendo atto che l'emendamento Gibelli 5.33 è ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 5.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 371
Votanti 366
Astenuti 5
Maggioranza 184
Hanno votato sì 33
Hanno votato no 333).
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Uggè 5.8 lo ritirano.
Passiamo all'emendamento Uggè 5.9. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, anche su questo aspetto abbiamo ritenuto che si dovesse affrontare l'argomento della pena accessoria. Introdurre la possibilità di una pena alternativa ci sembrava un elemento che non rispondesse all'impianto del provvedimento. A nostro parere non è possibile prevedere delle sanzioni e forti penalizzazioni per chi supera di un millesimo (0,51) il tasso alcolemico e consentire invece a chi faccia registrare un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1, 5 grammi per litro di poter chiedere la pena in alternativa. Questo emendamento va in tale direzione.
Pag. 46
PRESIDENTE. Onorevole Uggè, le debbo chiedere scusa, ma nella fretta non abbiamo tenuto conto che prima del suo emendamento 5.9 andava esaminato l'emendamento 5.100 della Commissione, che, ove approvato, precluderà il suo emendamento 5.9.
Qual è il parere del Governo sull'emendamento 5.100 della Commissione?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Il Governo accetta l'emendamento 5.100 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà (Commenti).
TEODORO BUONTEMPO. Colleghi, voi vi mettete d'accordo nel ritirare gli emendamenti e vi sentite disturbati se qualcuno prende la parola (Commenti)?
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, si rivolga alla Presidenza.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, cari colleghi, stiamo esaminando un decreto-legge che reca la data del 3 agosto scorso. Nessuno, quindi, in Italia ne ha conoscenza, perché non credo che i cittadini durante il mese di agosto fossero a conoscenza di questo provvedimento.
Noi lo approveremo entro il 3 ottobre. Il decreto-legge in esame ha effetti retroattivi, cioè ha efficacia nei confronti di coloro che non conoscevano la vigenza del decreto-legge durante il mese di agosto, quando le persone si muovono e viaggiano. Anziché una legge per il futuro, convertiamo un decreto-legge. Una norma, specialmente di questo tipo, dovrebbe essere ben conosciuta da tutti i cittadini e pubblicizzata. Noi invece variamo una legge, lo ripeto, che è retroattiva nei confronti di coloro che durante i mesi di agosto e settembre, non conoscendo il disposto di essa, si sono comportati secondo le norme allora vigenti.
Non è un problema secondario, perché avremmo potuto procedere con il disegno di legge. Personalmente ritengo sia un grave errore che vengano colpite da queste norme persone che nei mesi estivi hanno compiuto infrazioni ad una legge che nessuno conosceva.
PRESIDENTE. Naturalmente, onorevole Buontempo, lei sa che la legge penale non è retroattiva e, quindi, le modifiche che intervengono valgono da qui in avanti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 370
Maggioranza 186
Hanno votato sì 337
Hanno votato no 33).
Sono conseguentemente preclusi i successivi emendamenti Uggè 5.9 e Zeller 5.10.
Prendo atto che i presentatori dei successivi emendamenti Uggè 5.12 e 5.13 li ritirano.
È inoltre precluso l'emendamento Uggè 5.14.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 5.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 366
Votanti 362
Astenuti 4
Maggioranza 182
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 308).Pag. 47
Passiamo alla votazione dell'emendamento Uggè 5.18, sul quale la Commissione ha espresso parere favorevole.
Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, anche il parere del Governo è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Uggè 5.18, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 377
Maggioranza 189
Hanno votato sì 355
Hanno votato no 22).
Prendo atto che i presentatori dei successivi emendamenti Uggè 5.19 e 5.20 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
È conseguentemente precluso l'emendamento Uggè 5.21.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Baldelli 5.23 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Pizzolante 5.010. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente su questo aspetto abbiamo più volte tentato di convincere il Governo circa la necessità di emanare provvedimenti chiari che evitassero che da parte dei comuni vi fosse la possibilità di fare cassa applicando sanzioni con l'effettuazione di controlli sulla velocità. Con il ricavato di tali sanzioni, evidentemente, si incide sui bilanci dei comuni. Non siamo riusciti, purtroppo, a far accettare questo principio.
Per tale motivo, abbiamo pensato di presentare questo articolo aggiuntivo allo scopo di devolvere, almeno una parte delle risorse che vengono così incassate, in finalità volte a finanziare progetti educativi nelle scuole, coinvolgendo gli studenti sulle tematiche della sicurezza.
Su tale aspetto ci aspetteremmo che il Governo almeno accettasse il nostro ordine del giorno, che ne recepisce il contenuto e, quindi, ritirare l'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, ho letto l'ordine del giorno in questione, che il Governo è disponibile ad accettarlo.
PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Pizzolante 5.010 lo ritirano. Prendo atto, altresì, che i presentatori ritirano l'articolo aggiuntivo Gibelli 5.011.
Ricordo che l'emendamento Moffa 6.1 è stato dichiarato inammissibile.
Passiamo all'emendamento Gibelli 6.30. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, vi è un ordine del giorno del collega Gibelli che prego il Governo di prendere in considerazione. Accediamo, pertanto, all'invito al ritiro formulato dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Moffa 6.2, sul quale la Commissione ha espresso parere favorevole.
Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, ai voti.Pag. 48
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Moffa 6.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 359
Votanti 356
Astenuti 3
Maggioranza 179
Hanno votato sì 339
Hanno votato no 17).
Prendo atto che il deputato Fugatti ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori dei successivi emendamenti Moffa 6.3, Tassone 6.4, Uggè 6.5 e Gibelli 6.31 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Moffa 6.02 lo ritirano riservandosi di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Moffa 6.03 è stato dichiarato inammissibile.
Prendo atto, inoltre, che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Moffa 6.05 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Moffa 6.04.
Chiedo al Governo di esprimere il suo parere sulla riformulazione proposta dalla relatrice.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Moffa 6.04, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 347
Votanti 345
Astenuti 2
Maggioranza 173
Hanno votato sì 336
Hanno votato no 9).
Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Gibelli 6.010.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
DAVIDE CAPARINI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e chiedo al Governo di prendere in considerazione l'ordine del giorno Dussin n. 9/3044/17.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Gibelli 6.011.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
DAVIDE CAPARINI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e chiedo al Governo di prendere in considerazione l'ordine del giorno Fava n. 9/3044/16.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Gibelli 6.012.
SILVIA VELO, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO, Relatore. Signor Presidente, ricordo che sull'articolo aggiuntivo Gibelli n. 6.012 vi è un parere favorevolePag. 49se riformulato. Vorrei dare nuovamente lettura della riformulazione poiché sono state apportate alcune correzioni formali rispetto alla precedente versione e pertanto le parole da «ivi comprese le scuole materne» fino alla fine del comma, sono sostituite con le seguenti parole: «con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dei trasporti e con il Ministro della pubblica istruzione, da adottare entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, si provvede all'attuazione del presente articolo disciplinando, ai fini della definizione dei programmi e delle relative attività di formazione e supporto didattico, le modalità di collaborazione di enti ed organismi con qualificata esperienza e competenza nel settore».
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta l'ulteriore riformulazione proposta dalla relatrice.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gibelli 6.012, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 364
Votanti 359
Astenuti 5
Maggioranza 180
Hanno votato sì 354
Hanno votato no 5).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Gibelli 6.013.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
DAVIDE CAPARINI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e anche in questo caso rimando ad un ordine del giorno che, immagino, il Governo abbia già preso in esame.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Baldelli 6.06.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dalla relatrice.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, come già per alcune altre proposte emendative da me presentate (relative ad alcuni temi che sono stati oggetto di sensibilità da parte del Governo in sede di approvazione in prima lettura del disegno di legge che avremo in discussione nei prossimi tempi in questa Camera), accedo all'invito al ritiro anche dell'articolo aggiuntivo 6.06 a mia firma (concernente i dispositivi luminosi per la segnalazione a deterrenza del limite orario per coloro che percorrono le strade) con l'impegno, da parte mia, di affrontare questo genere di questioni in fase di discussione del disegno di legge. Quest'ultima, infatti, mi sembra la sede più seria e opportuna in cui affrontare questo genere di problemi, con l'auspicio che ciò induca il Governo ad una maggiore disponibilità, nel senso di accogliere alcune proposte che - in sede di prima lettura del disegno di legge sulla sicurezza stradale, in questa Camera - furono sollecitate, mediante ordini del giorno, su alcune questioni poste proprio da questi emendamenti.
Pertanto, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro del mio articolo aggiuntivo 6.06.
PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3044 sezione 3).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Il Governo accetta gli ordini del giorno Tassone n. 9/3044/1, Lusetti n. 9/3044/2, Uggè n. 9/3044/3, Pizzolante n. 9/3044/4, Mazzaracchio n. 9/3044/5, Vannucci n. 9/3044/6, Nespoli n. 9/3044/7, Contento n. 9/3044/8, Moffa n. 9/3044/9, Volontè n. 9/3044/10 e Pini n. 9/3044/11.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Bricolo n. 9/3044/12, mentre accetta gli ordini del giorno Alessandri n. 9/3044/13, Caparini n. 9/3044/14, Fugatti n. 9/3044/15, Fava n. 9/3044/16, Dussin n. 9/3044/17, Giancarlo Giorgetti n. 9/3044/18, Gibelli n. 9/3044/19, Grimoldi n. 9/3044/20, Cioffi n. 9/3044/21, Adenti n. 9/3044/22, Affronti n. 9/3044/23 e Picano n. 9/3044/24.
PRESIDENTE. Il Governo, quindi, accoglie tutti gli ordini del giorno tranne l'ordine del giorno Bricolo n. 9/3044/12.
Prendo atto che l'onorevole Bricolo non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/ 3044/12 .
Secondo la prassi, gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo brevemente per dichiarare il voto favorevole del gruppo La Rosa nel Pugno sul disegno di legge di conversione in esame. Abbiamo accettato di addivenire ad un accordo avendo conseguito un risultato che ritengo molto importante, cioè la depenalizzazione della guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8.
A mio avviso, permanendo tutte le altre sanzioni amministrative, si tratta di una misura di buonsenso. Mi auguro, e so che vi è al riguardo l'impegno da parte del Ministro, che tale previsione venga trasferita nell'ambito del disegno di legge, perché occorre prevedere anche un margine di errore, una fascia all'interno della quale non scatti immediatamente la sanzione penale. Faccio presente che in questo modo si intasano anche i tribunali, i quali non ne hanno certo bisogno, peraltro per un mese di reclusione: sono molto più efficaci le sanzioni amministrative. Pertanto, ritengo si tratti di un risultato importante.
Detto ciò, ribadiamo comunque di non condividere il ricorso all'emanazione di un decreto-legge il 3 agosto e di non condividere né il merito né il metodo seguito per tale provvedimento, in quanto siamo contrari alla sua filosofia di fondo. Quindi, votiamo a favore per senso di responsabilità, per compiere un atto di dialogo con il Ministro, ma ci auguriamo che iniziative legislative di tale delicatezza vengano trattate in modo molto più approfondito e consapevole, con tempi adeguati di dibattito parlamentare e ascoltando tutti i gruppi presenti in Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, anch'io sarò brevissimo. Tuttavia, a differenza dell'onorevole collega che mi ha preceduto, annuncio il voto contrario del gruppo DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, perché le incongruenze sono rimaste, e sono molte.Pag. 51
Nel corso dei miei interventi ho cercato di sottolinearle, ma vorrei richiamare l'attenzione su una di esse: abbiamo intasato i tribunali, togliendo la competenza al giudice di pace e conferendola ai tribunali, ancorché in composizione monocratica, con l'aggravante che l'ordinanza di sospensione della patente emessa del prefetto può essere impugnata non di fronte al tribunale, bensì di fronte al giudice di pace. Quindi, contemporaneamente questo Parlamento attribuisce competenze sia al tribunale sia al giudice di pace. Pertanto, sono competenti due diversi organi giurisdizionali: tribunale e giudice di pace.
Signor Ministro, le sembra normale che sull'eccesso di velocità o sullo stato di ebbrezza ci sia la competenza di due diversi organi, il tribunale e il giudice di pace? Credo che la questione avrebbe meritato un approfondimento ed una soluzione, non è possibile procedere in questo modo. Avevo chiesto di graduare le sanzioni, oltre che per la guida in stato di ebbrezza, la cui disciplina giustamente è stata rivista per la fascia tra 0,5 e 0,8, anche per le sostanze psicotrope: avrebbero dovuto essere indicate le dosi minime consentite, perché numerosi farmaci sono la terapia che molti italiani, per sfortuna, devono seguire per le loro malattie ed essi non possono essere messi sullo stesso piano di chi fa uso o abuso di sostanze stupefacenti o psicotrope! Il professionista, il cittadino che non ha mai avuto incidenti, che ha la sfortuna di avere una malattia e che si deve curare non può essere considerato alla stregua del delinquente, dello spacciatore o del drogato che fa uso abituale di sostanze stupefacenti: i primi non hanno mai fatto alcun incidente, mentre i secondi li fanno tutti i giorni! Chi vi parla ha avuto la fortuna di essere membro delle commissioni mediche che riesaminano le patenti che vengono ritirate: sono troppi i padri di famiglia che si presentano e non sanno come fare ad andare avanti perché, per un'infrazione, è stata loro tolta la patente: si tratta di cittadini, di vicini di casa, di quelli che comunemente incontriamo.
Sono queste le considerazioni su cui vi invito a riflettere, quando dovremo tornare su tale argomento. Sicuramente non abbiamo reso un servizio al Paese, ma abbiamo varato un provvedimento frettoloso e, come dice un vecchio proverbio, la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balducci. Ne ha facoltà.
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente dichiaro il voto favorevole del gruppo dei Verdi e, per quanto concerne le motivazioni, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soffritti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SOFFRITTI. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo dei Comunisti Italiani riservandomi eventualmente di consegnare un testo scritto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, come ho già avuto modo di dire nel corso della discussione generale, perplessità sul ricorso alla decretazione e riserve su taluni aspetti di merito non fanno venire meno il nostro sostegno alla conversione in legge del decreto-legge sulla sicurezza stradale, anche perché l'ormai imminente approdo alla Camera del disegno di legge su analoga materia sarà l'occasione per un serio confronto sui contenuti.
Occorre poi considerare non solo il vuoto che sarebbe derivato dalla decadenza del decreto-legge, ma anche che la decadenza stessa avrebbe trasmesso alla pubblica opinione un messaggio, che sarebbePag. 52stato interpretato di disimpegno e sottovalutazione di un tema così importante come la sicurezza stradale. Non nascondo, d'altra parte, anche l'importanza di considerazioni di ordine politico più generale. Dispiace che tali ragioni non siano state considerate sufficienti dai colleghi del gruppo La Rosa nel Pugno per una riflessione, che avrebbe portato a non proporre modifiche al decreto-legge anche al di là delle intenzioni dei proponenti. Infatti era evidente che il centrodestra ne avrebbe strumentalmente approfittato, come è puntualmente accaduto, producendo un arretramento nel merito dei contenuti del provvedimento.
Credo siano opportune alcune considerazioni relative a quanto accaduto nella parte antimeridiana della seduta. Pur essendo convinto che le difficoltà del quadro politico vengano da settori che non sono quelli della sinistra, voglio credere che il voto di questa mattina sia stato, come è stato evidenziato, un errore e non il frutto di un deliberato calcolo politico.
Approfitto dell'occasione per ringraziare il nostro compagno Antonello Falomi...
MARIO TASSONE. Falomi è un patrimonio di tutti! È un patrimonio dell'UNESCO!
SERGIO OLIVIERI. ... la cui precisione ha finora evitato a noi di Rifondazione Comunista di incorrere in errori di questo tipo. Non c'è dubbio, però, che la discussione sul decreto ha evidenziato anche la necessità di un maggior confronto e di una vera collegialità nella maggioranza. Occorre sempre ricercare la sintesi e la coesione con tutte le forze della maggioranza, respingendo - amici dell'Ulivo - le sirene che talvolta si fanno sentire, secondo le quali l'ostacolo potrebbe essere aggirato con convergenze - diciamo così - innaturali.
L'imminente discussione sul disegno di legge sulla sicurezza stradale sarà un'occasione importante per precisare meglio e migliorare anche i contenuti di questo decreto, a partire dalla reintroduzione, che riteniamo necessaria, della possibilità di pene alternative alla carcerazione. Con questo intendimento annuncio il voto favorevole di Rifondazione Comunista. (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Pignataro. Ne ha facoltà.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo dei Popolari-Udeur e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, il gruppo dell'UDC si asterrà nella votazione sul provvedimento in esame.
Non ho capito bene l'intervento del collega Olivieri: questa mattina c'è stata una votazione libera, credo che ognuno si sia assunto le proprie responsabilità. Se c'è qualche problema che è venuto fuori, esso è all'interno della maggioranza e l'onorevole Olivieri avrebbe dovuto specificare quando la destra, o il centrodestra, o l'opposizione abbia approfittato della situazione e abbia strumentalizzato.
Ritengo che l'opposizione abbia dimostrato grande senso di responsabilità, pur non condividendo l'impianto di questo provvedimento d'urgenza. Abbiamo dichiarato, in sede di discussione generale, con molta chiarezza che questo modo di legiferare è frenetico, molte volte è irrazionale (non me ne voglia il Ministro dei trasporti): abbiamo avuto un disegno di legge e poi un decreto-legge, che è stato varato più per apparenza - un manifesto - che altro.Pag. 53
È stato voluto certamente dal Governo, dal Ministro dei trasporti, ma soprattutto da parte del Ministro dell'interno. Stiamo creando le condizioni per approvare questo provvedimento: non capisco i motivi di quest'accuse e di questa polemica! Non è che volessimo qualche ringraziamento, ma un senso di responsabilità per portare avanti un provvedimento che riguarda la sicurezza stradale lo abbiamo avuto nel passato e lo stiamo avendo anche qui, in questo momento.
Signor Presidente, signor Ministro, ritengo che occorra fare chiarezza. Lo dico al professor Bianchi: bisogna fare chiarezza nell'ambito della maggioranza, perché anche su un provvedimento così particolare e delicato c'è stato un dissolvimento della maggioranza stessa. Lo si è voluto coprire, copritelo tra di voi, ma non mettete sotto accusa l'opposizione, che sta facendo il suo dovere e sta facendo certamente anche il bene del Paese e della nostra comunità nazionale.
Volevo anche dire... (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). ..vi ringrazio moltissimo anche per la claque! Come vedete, c'è un trasporto molto importante... si parla di trasporti, non c'è dubbio che dobbiamo stare sempre sul tema! Uscire fuori tema sarebbe molto difficile, e soprattutto inconcludente e incomprensibile...
PRESIDENTE. La prego...
MARIO TASSONE. C'è un problema, signor Presidente, che riguarda i Popolari-Udeur, che hanno affermato, nel Comitato dei nove, che vi è stato un errore. Voglio capire perché l'onorevole Olivieri ritorna su questo discorso: se l'onorevole Fabris, che è un uomo d'onore e un caro collega, ha affermato che c'è stato un errore, dobbiamo certamente credere che è stato un errore, a meno che non ci sia invece una libera determinazione, che certamente deve avere cittadinanza in questo Parlamento, perché i parlamentari sono liberi dal mandato imperativo anche quando c'è una maggioranza di centrosinistra!
Signor Presidente, come dicevo poc'anzi, ci asteniamo, con la speranza che il disegno di legge in materia possa avere un percorso più agevole dopo il comportamento dell'altro ramo del Parlamento, che ha respinto molti dei nostri emendamenti e molti dei nostri contributi; e con la speranza, signor Ministro, di chiudere la fase dei provvedimenti-tampone (si hanno ogni minuto provvedimenti, decreti, disegni di legge, per poi andare verso un codice della strada che, come dicevo in sede di discussione generale, non credo che possa essere a breve a portata di mano, comprendendo 800 articoli). Bisogna prevedere una flessibilità degli strumenti normativi: non possiamo sempre ricorrere alla legge, per interventi che potrebbero anche essere consegnati all'attività amministrativa, adeguandola ai tempi e alle esigenze.
Con questi intendimenti, ritengo di dover ribadire l'attenzione del mio gruppo verso questa problematica e rinnovare la dichiarazione di astensione da parte dell'UDC, che apra anche un credito nei confronti del Governo per gli impegni assunti in quest'aula, ringraziando certamente il Ministro Bianchi, ma ancor di più ringraziandolo se questo impegno continuerà anche nel momento in cui il disegno di legge n. 2480 tornerà all'attenzione dell'Assemblea di Montecitorio [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. A nome della componente La Destra del gruppo misto, annuncio il voto contrario sul provvedimento in esame. Ha ragione l'onorevole Tassone: la maggioranza deve fare chiarezza al proprio interno; però vede, onorevole Tassone, anche la minoranza deve fare chiarezza al proprio interno. Oggi, con un'operazione del tutto incomprensibile, la minoranza ha consentito alla maggioranza, battuta dal voto di questaPag. 54mattina, di recuperare questo pessimo decreto. Credo che quanto era avvenuto questa mattina avesse una grande valenza politica e mi indigna il fatto che la minoranza abbia consentito di recuperare il decreto, anziché lavorare affinché il disegno di legge sullo stesso argomento, sul codice della strada, ci consentisse, affrontando gli stessi problemi, di varare una legge più seria, più organica, più puntuale.
Sono per me assolutamente incomprensibili queste trattative sottobanco, che vengono fatte persino sulla pelle dei cittadini! Infatti di questo si tratta: signori, con questo decreto i colleghi della maggioranza hanno fatto un regalo alle case automobilistiche! Questa è la verità! Infatti, quando si impedisce per tre anni a chi ha la patente di guidare l'autovettura del padre, rendetevi conto di che cosa significhi tutto questo: un regalo alle case automobilistiche, così come nel disegno di legge c'è il regalo all'ANAS e alle autostrade. L'ammenda che si paga, infatti, non va alle forze dell'ordine per la prevenzione, non viene utilizzata per avere maggiori controlli e maggiore prevenzione: andrà alle società autostradali e all'ANAS. Se ha chiamato la FIAT, posso capire che la minoranza dica che ci ha chiamato la FIAT!
Dal momento che ritengo che non sia così, giudico del tutto irresponsabile l'atteggiamento della minoranza, che ha consentito alla maggioranza di superare un momento politico estremamente difficile.
È per queste ragioni che, con grande convinzione, voterò contro il provvedimento al nostro esame: si tratta infatti - onorevoli colleghi - di un provvedimento che entra nella vita delle famiglie, senza che vi siano maggiori controlli. Si sarebbero invece dovute precisare con maggior rigore le pene alternative: se un magistrato vorrà mettere in galera per tre o sei mesi un giovane di diciotto, diciannove o vent'anni, vi rendete conto di quale fine farà in carcere quel ragazzo perché ha sbagliato per una sera? Propongo, dunque, di rapportare il maggiore uso di alcol alla violazione del codice della strada: non si può comminare la medesima pena a chi ha bevuto un bicchiere e a chi, avendo bevuto un bicchiere, ha violato le regole del codice della strada. Se una persona non ha commesso infrazioni, non è andata ad alta velocità, non ha imboccato al contrario un senso unico, non ha fatto male ad alcuno, non le si può comminare la stessa pena. Invece, la logica di questo decreto è nel senno di poi: a cosa importa comminare il massimo della pena a chi ha già compiuto l'atto delittuoso di danneggiare le persone con la sua guida?
Onorevoli colleghi, non avremmo potuto discutere questa materia nell'ambito di un provvedimento che già è all'esame della Camera? In quel modo, avremmo avuto la serenità per discutere della materia. Ancora una volta, invece, il Governo agisce con frettolosità superficialità e sotto i dettami dell'emotività. Ciò peraltro emerge - in questi giorni - anche dal modo di affrontare la questione dei rom e quella dei lavavetri: Rutelli, quando era sindaco di Roma, impediva persino di parlare di questi temi, accusando di intolleranza chiunque li ponesse (nonostante se ne parlasse in termini di prevenzione); oggi, invece, per squallidi interessi elettorali, la sinistra imita la peggiore intolleranza, che all'epoca si condannava. In proposito, anche la questione dell'immigrazione va affrontata con maggiore senso di responsabilità: giocare sulla pelle degli immigrati per motivi squallidamente elettorali è un atteggiamento di profilo bassissimo e vergognoso.
Annuncio dunque il mio voto contrario su questo provvedimento, poiché non accetto la logica delle trattative. Questa mattina, infatti, l'Assemblea ha sospeso i propri lavori con una maggioranza battuta; poi, oggi pomeriggio, alla riapertura dei lavori, la minoranza è sparita, non solo non battendosi per sostenere gli emendamenti, ma addirittura ritirandoli. Credo che l'Assemblea non possa continuare ad operare in una simile maniera quando si tratta dei diritti civili e dei diritti delle persone, quando, insomma, si interviene sulla vita dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, intervengo per confermare tanto la posizione critica del gruppo Lega Nord Padania, quanto le considerazioni che abbiamo svolto in sede di discussione sulle linee generali e di dibattito. Le difficoltà politiche della maggioranza, che hanno portato allo scivolone di questa mattina, non possono e non devono indurre - e non hanno indotto - l'opposizione a speculare su una materia così delicata ed importante: abbiamo così dimostrato con i fatti il nostro senso di responsabilità e soprattutto abbiamo adempiuto nel migliore dei modi al nostro mandato. Preannuncio dunque il voto di astensione del mio Gruppo, con l'impegno del Governo di continuare a collaborare per migliorare il testo del disegno di legge, che da qui a poche ore sarà calendarizzato in questa Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, intervengo molto brevemente senza riprendere le considerazioni che abbiamo svolto in sede di discussione sulle linee generali, nel corso della quale abbiamo messo in evidenza la posizione critica di Alleanza Nazionale nei confronti del decreto-legge al nostro esame. Un provvedimento con riferimento al quale, tra l'altro, ci eravamo permessi di presentare anche una questione pregiudiziale, proprio perché ritenevamo di essere di fronte - come effettivamente siamo - ad una schizofrenia legislativa.
Mentre, infatti, ci apprestiamo alla conversione in legge del presente decreto-legge, ormai è prossima la discussione più ampia ed articolata sull'altro disegno di legge vertente sulla materia.
Quindi, non riprenderemo quelle considerazioni, anche perché esse sono il frutto di un lavoro di confronto che si è verificato anche in questa Assemblea a luglio, quando abbiamo affrontato il tema della sicurezza non limitandolo soltanto al problema sanzionatorio, ma allargandolo - come è giusto - ai vari aspetti concernenti la sicurezza stradale intesa in senso integrato.
Voglio soltanto sottolineare, molto rapidamente, alcuni aspetti. È emersa una palese contraddizione a causa di una indirizzo determinatosi a partire da luglio con l'adozione del decreto-legge in agosto e poi con il successivo decreto ministeriale; si è messa in piedi una vera e propria conflittualità interna tra il Ministero dei trasporti, che stava affrontando la questione sicurezza in maniera integrata, ed il Ministero dell'interno, che ha ritenuto opportuno e necessario intervenire con un provvedimento d'urgenza.
Tale provvedimento d'urgenza presenta forti limiti a fronte dei quali non abbiamo rinunciato, come forse qualcuno avrebbe voluto, al tentativo di recare un contributo in termini migliorativi. Credo che il Parlamento sia il luogo più idoneo per confrontarsi in maniera molto aperta e, pur se esistono riserve di fondo sulla filosofia che accompagna il decreto-legge, ci deve essere senso di responsabilità. È davvero fuori luogo rivolgere, ogni volta, l'appello a tutti i deputati e a tutti i parlamentari a trattare tali questioni delicate e complesse, che attengono alla vita delle persone, fuori da qualunque condizionamento di tipo ideologico e politico e poi invece, in qualche misura, ritenere che tale impegno sia censurabile quando viene responsabilmente assunto dall'opposizione.
Tra l'altro, voglio ricordare, a chi è stato poco attento all'evoluzione della dinamica che ci ha interessato in queste ore ed in queste giornate, che le modifiche apportate hanno corretto sensibilmente il decreto-legge anche in alcune incongruenze perché hanno introdotto proprio un principio di gradualità nel rapporto tra la sanzione ed il rilevamento del tasso alcolemico in quanto si erano originati non pochi problemi con l'introduzione, di fatto, di una sorta di premialità per chi, inPag. 56fondo, si trovava in una situazione determinata da una gradualità che certamente confliggeva anche con il buonsenso.
Di questo do atto al Ministro, perché è stato lui che indubbiamente ha dato la possibilità alla minoranza di confrontarsi in maniera concreta sul provvedimento al nostro esame. Ciò che è stato definito un infortunio in fondo è stato un elemento che ha aperto la possibilità di entrare nel merito e di modificare il decreto-legge anche in alcune parti sostanziali, cosa che altrimenti non sarebbe avvenuta (ed avremmo continuato ad avere un provvedimento globalmente inefficace).
È evidente, infatti, che, essendo riusciti ad introdurre un elemento - quello del fondo contro la incidentalità notturna -, abbiamo messo il Governo in condizione di poter finalmente intervenire con risorse adeguate per affrontare tale tema.
Allo stesso modo, l'introduzione del divieto di somministrazione delle bevande alcoliche dopo le due di notte e la possibilità di effettuare in maniera volontaria un controllo del proprio tasso alcolemico quando si esce dalle discoteche o dal locale notturno costituiscono elementi che affrontano, non dal punto di vista della gradualità delle sanzioni, ma dal punto di vista del merito e del contenuto, il problema della sicurezza.
Vi è quindi una questione che attiene, come dire, all'essenza dell'intervento che dobbiamo valutare e vi è una questione politica che rimane intatta, perché senza dubbio la maggioranza ha dimostrato, anche questa mattina, divisioni di natura ideologica rispetto ad un tema che, invece, avrebbe dovuto essere affrontato con un'altra impostazione. Si tratta di un problema che permane in tutta la sua interezza. Mi auguro che proprio per l'impegno che il Governo ha assunto - e che in questa sede il Ministro ha portato all'attenzione di tutti affermando che vi è un impegno a riprendere il filo del discorso con il disegno di legge - si possano in maniera ancora più specifica determinare le modifiche da apportare al codice della strada, che si presenta ancora come un testo molto complesso, anche per quanto riguarda la sua effettiva applicazione.
Noi abbiamo bisogno di poche norme chiare, ma anche di dire con grande chiarezza quale sia il percorso strategico che il Governo e il Parlamento italiani vogliono compiere per abbattere l'incidentalità stradale ancora troppo alta.
Per tali motivi, cari colleghi, annunciamo l'astensione dal voto di Alleanza Nazionale e confidiamo nel lavoro che prossimamente - e si tratta anche in tale circostanza del risultato di un confronto molto serio, aperto, svolto alla luce del sole, come forse non avveniva da molto tempo nel nostro Parlamento - si potrà svolgere con la discussione, da subito, dell'altro provvedimento legislativo, di carattere complessivo, sulla materia. Vi confidiamo proprio perché la minoranza, l'opposizione, Alleanza Nazionale e anche gli altri partiti di opposizione si sono letteralmente «impuntati» in tal senso e tale circostanza recupera il senso del lavoro che il Parlamento deve compiere attribuendo dignità al legislatore, che troppo spesso si vede esautorato dai decreti-legge governativi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, anzitutto voglio ringraziare, per il lavoro svolto, tutti coloro che hanno partecipato a tale iniziativa, dal relatore e ai funzionari, a tutti i componenti la Commissione, incluso - ovviamente - il presidente, che in ora non è presente in aula.
Indubbiamente, un dato politico emerge. La maggioranza non c'è. Tra assenze e voti contrari, noi possiamo affermare, senza tema di smentite, che non è stato il voto di un gruppo che ha portato, questa mattina, alla messa in minoranza del Governo, ma sono più gruppi, che evidentemente nutrivano dubbi, non erano d'accordo, che hanno dimostrato come il Governo non possiede una politica né sulla sicurezza delle strade, né dei trasporti.Pag. 57Tali ragioni hanno condotto al voto che ha messo in una difficoltà molto evidente, di fronte al Paese, il Governo Prodi.
L'intervento svolto dal collega Olivieri mi pare che ne sia la dimostrazione. Egli ha chiaramente affermato di non condividere alcuni emendamenti che sono stati concordati con il rappresentante del Governo in seno alla Commissione. Ha sostenuto di votare a favore della conversione del provvedimento in esame con sofferenza, ma ha anche annunciato che allorché si affronterà il problema nel merito, in occasione dell'esame dell'altro disegno di legge, si riserverà ovviamente, giustamente, di presentare emendamenti che riportino alla normalità ed evitino di riprodurre una situazione abnorme. Infatti, caro collega, consentire a coloro - che circolano sulle strade con un tasso alcolemico superiore allo 0,8 o all'1,5 - di optare per una pena alternativa e prevedere, invece, la sanzione per coloro che hanno un tasso alcolemico da 0,5 a 0,8 costituisce un'ingiustizia, non vuol dire fare sicurezza! Vuol dire affrontare la questione in un modo che dimostra la scarsa conoscenza delle conseguenze di tale scelta.
Ebbene, Forza Italia era stata molto critica - e lo è ancora - sia sul metodo usato, sia nel merito del provvedimento, sia sui tempi che il Governo ha deciso di utilizzare, come ricordavo in fase di discussione sulle linee generali.
Il Ministro aveva proposto il ricorso ad un decreto-legge sin dalla fine del mese di marzo o ai primi di aprile. Sono state le divisioni del Governo, che abbiamo visto oggi in quest'aula nel dibattito, ad impedire al Ministro di emanare il decreto-legge di cui avremmo potuto affrontare sicuramente con tempi diversi i contenuti. Il Ministro avrebbe potuto emanare, di concerto, i provvedimenti amministrativi, cosa che non è stata fatta, perché si è dovuto attendere il dibattito del Parlamento, che ha approvato un disegno di legge, per poi mortificare tale dibattito e le conclusioni, che la Camera aveva raggiunto con l'emanazione di un decreto legge che ha stravolto alcuni punti essenziali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Questo è ciò che è venuto fuori dal provvedimento in esame!
Avevamo proposto la strada di includere nel disegno di legge, anticipandone la discussione, i punti contenuti nel decreto-legge, disposti a discutere ad oltranza pur di dare ai cittadini italiani un provvedimento organico, razionale e che evitasse il ricorso a forme di opposizione alle sanzioni - talvolta (ahimé) senza molto senso - introdotte per effetto di queste norme sbagliate.
Quindi, come dicevo, le responsabilità sono tutte da attribuire ad una maggioranza composita e inesistente e ad un Governo che non ha saputo decidere. Al riguardo, però, devo dare atto del comportamento tenuto al Ministro, che ha seguito in Commissione e in Assemblea i lavori del provvedimento in esame e ha consentito a noi di effettuare una valutazione diversa. Infatti, comprendendo le ragioni e la giustezza delle osservazioni che avevamo avanzato, ha consentito che alcuni emendamenti fossero apportati al testo originale del decreto-legge. In tale circostanza, la maggioranza è stata in difficoltà (Commenti) perché noi avevamo argomentato le questioni che contestavamo! È grazie al comportamento del Ministro che abbiamo deciso di rivedere la nostra posizione negativa, che ci avrebbe indotto a votare contro il provvedimento; e a tale riguardo, voglio sottolineare ancora per un attimo il nostro senso di responsabilità perché voi questo provvedimento non siete stati in grado di portarlo a compimento! Il decreto sarebbe scaduto se non fosse intervenuto il nostro accordo e l'accordo di tutta l'opposizione!
Pertanto, per queste ragioni riconosciamo il comportamento positivo del Ministro dei trasporti, che ha dichiarato ed assunto l'impegno formale e solenne di affrontare immediatamente nell'altro disegno di legge sulla materia le questioni che ancora non sono state inserite nel decreto. Egli ha quindi validato solennemente, di fronte al Parlamento, gli impegni che haPag. 58assunto accettando, attraverso gli ordini del giorno, punti significativi che dovremo ancora discutere.
Per queste ragioni, pur essendo - lo ripeto - evidente la nostra contrarietà su alcuni punti del provvedimento in esame, per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, Forza Italia si asterrà dal voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.
MARIO BARBI. Signor Presidente, colleghi, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo dell'Ulivo sul disegno di legge di conversione del decreto legge sulla sicurezza stradale ed anche per replicare, sommessamente e senza alcun intento polemico, a chi sostiene che la maggioranza non c'è e a chi vuole distinguere la responsabilità del Ministro da quella della maggioranza.
La sicurezza stradale - credo che abbiamo tenuto fermo tale punto in tutte le occasioni di dibattito che abbiamo avuto - è un bene di tutti e non una questione di parte.
È con questo spirito - considerando la sicurezza stradale un bene di tutti - che, nei mesi passati e in questa giornata, abbiamo affrontato la questione: lo abbiamo fatto con spirito di dialogo, quando abbiamo approvato la risoluzione comune in occasione della giornata mondiale per la sicurezza stradale promossa dalle Nazioni Unite; lo abbiamo fatto quando abbiamo discusso in questo spirito di dialogo del disegno di legge sulla sicurezza stradale; lo abbiamo fatto, infine, nello stesso spirito, oggi.
È vero, l'iter di conversione è stato accidentato, perché ha visto non una maggioranza politica disgregarsi, ma un incidente di percorso in cui, su una questione di tipo tecnico, una opinione distinta - che conoscevamo, e non soltanto da oggi - su un aspetto particolare e specifico si è congiunta con un errore di un gruppo della maggioranza.
Tale incidente tecnico è stato chiarito all'interno della maggioranza. In sede di Comitato dei nove è stata ripresa una discussione che ha fatto di necessità virtù, cioè ha fatto in modo che un cambiamento non introdotto volutamente divenisse l'occasione per inserire modifiche aperte anche al contributo dei gruppi dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Tutto ciò è avvenuto nello spirito che avevamo dimostrato sin dall'inizio e che, in occasione della conversione del decreto-legge, abbiamo ritenuto nella misura del possibile di non considerare ritenendo che, rispetto all'introduzione pure di elementi migliorativi, la conversione del decreto-legge fosse un bene maggiore (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo), al fine di sanare gli effetti prodotti dal provvedimento. Nel momento in cui ciò è divenuto possibile, abbiamo con apertura accolto tali elementi migliorativi (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
È con tale spirito di apertura che riprenderemo l'esame del disegno di legge sulla sicurezza stradale; con questo spirito di dialogo - che vogliamo qui ripetere, replicare e ripristinare - ci accingiamo ad esprimere un voto favorevole sul provvedimento in esame ed invitiamo i gruppi della maggioranza e dell'opposizione ad un confronto costruttivo anche in occasione dell'esame del disegno di legge in materia (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, vedo tantissime tessere in banchi in cui non siedono parlamentari. Le chiedo, pertanto, la cortesia di far ritirare le tessere che sono state lasciate sui banchi, affinché il voto sia trasparente, così come impone il nostro Regolamento.
PRESIDENTE. Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Pag. 59(Coordinamento formale - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3044)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 3044, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1772 - «Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, recante disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione.» (Approvato dal Senato) (3044):
Presenti 323
Votanti 242
Astenuti 81
Maggioranza 122
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 12
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Sospendo la seduta per cinque minuti per poi dare corso all'informativa urgente del Governo.
La seduta riprenderà alle ore 18,25.
La seduta, sospesa alle 18,20, è ripresa alle 18,25.
Informativa urgente del Governo sulla situazione in Myanmar.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulla situazione in Myanmar.
Avverto che, dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno.
Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Viceministro degli affari esteri)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Viceministro degli affari esteri, Ugo Intini.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, onorevoli deputati, i drammatici sviluppi della situazione in Myanmar destano, nel Governo come in tutti voi, la più viva preoccupazione. Lo scenario è in continua evoluzione e ha catalizzato, nelle ultime ore, l'attenzione dell'intera comunità internazionale. Cercherò, dunque, di fornire un quadro quanto più completo e aggiornato.
Innanzitutto, vorrei ripercorrere brevemente i passaggi dei quaranta giorni di proteste popolari contro la giunta militare di Myanmar, che hanno portato agli eventi drammatici delle ultime ore.
Il 15 agosto: raddoppiato, senza preavviso, il prezzo del diesel e quintuplicato quello del gas naturale. Paralizzato il trasporto pubblico nell'ex capitale Yangon.
Il 23 agosto: arrestati tredici dissidenti, rischiano fino a vent'anni di carcere.
Il 28 agosto: dopo due settimane di proteste organizzate da attivisti e gruppi di opposizione al regime, per la prima volta si uniscono alle manifestazioni anche i monaci buddhisti, che si mettono alla testa di un corteo nella città nordoccidentale di Sittwe.
Il 5 settembre: militari sparano colpi di avvertimento per fermare cinquecento monaci che manifestavano a Pakokku, 600 chilometri a nordovest di Yangon.Pag. 60
Il 6 settembre: diverse centinaia di monaci tengono in ostaggio quattro funzionari governativi e bruciano la loro auto.
L'11 settembre: i monaci minacciano di continuare la protesta fino a quando la giunta non chiederà scusa per l'intervento di Pakokku.
Il 16 settembre: arrestati a Sittwe due monaci.
Il 23 settembre: i monaci in corteo sostano davanti alla casa del premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, icona del movimento democratico, che da anni agli arresti domiciliari si mostra in pubblico e prega con i buddhisti.
Il 20 settembre: dopo tre giorni di barricate, a circa cinquecento monaci è permesso di entrare a pregare nella pagoda di Shwedagon, a Yangon, il luogo dove sono custodite le reliquie più sacre del Myanmar.
Il 23 settembre: anche monache buddhiste aderiscono, per la prima volta, alla protesta dei confratelli nella pagoda di Shwedagon.
Il 24 settembre: in centomila manifestano nell'ex capitale. È la più grande dimostrazione dal 1988, quando la giunta militare prese il potere, stroncando nel sangue una rivolta studentesca.
Mentre sino a qualche giorno fa le autorità birmane avevano preferito mantenere un controllo a distanza delle proteste - limitandosi a filmare i cortei e a compiere arresti sporadici di dimostranti - negli ultimi tre-quattro giorni (e oggi) l'ampliarsi della protesta popolare, dopo l'introduzione del coprifuoco, ha portato a una degenerazione violenta delle repressioni, benché il movimento popolare stesso fosse dichiaratamente ispirato a una sostanziale adesione - anche per volere degli stessi monaci - ai principi della non violenza.
L'Italia ha adottato, fin dal mese di settembre, un atteggiamento coerente di rigore di fronte a questi eventi.
In sede bilaterale, già all'inizio di settembre, siamo stati tra i primi Paesi dell'Unione europea a effettuare un passo formale con l'ambasciata di Myanmar a Roma. Un passo in cui, anche sulla base di quanto comunicato da parte dei capi missione dell'Unione europea residenti a Yangon, abbiamo sottolineato il rammarico e la preoccupazione per il sostanziale fallimento della Convenzione nazionale in Myanmar, nata con l'obiettivo di dare avvio a un reale processo di riconciliazione nazionale e di apertura democratica nel Paese.
Nello stesso tempo, avevamo espresso la nostra condanna per le repressioni allora attuate dalla giunta militare al potere, deplorato gli arresti di cittadini birmani avvenuti nel corso delle dimostrazioni pacifiche e protestato per la perdurante detenzione del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, così come di altri dirigenti dell'opposizione e prigionieri politici.
Il 25 settembre il sottosegretario per gli affari esteri competente, Gianni Vernetti, ha convocato alla Farnesina l'incaricato di affari dell'ambasciata di Myanmar a Roma, titolare della stessa rappresentanza diplomatica in assenza dell'ambasciatore, al quale a nome del Governo ha chiesto dei trasmettere alla giunta militare al potere in Birmania la richiesta del Governo italiano di aprire un dialogo immediato con i monaci, con i membri della National League for Democracy e con tutta l'opposizione birmana e di non far corso ad alcuna forma di violenza nei confronti delle dimostrazioni pacifiche e non violente di questi giorni.
Il sottosegretario ha, inoltre, deplorato gli episodi di repressione che hanno portato all'arresto di decine di manifestanti e alle condanne arbitrarie di numerosi sindacalisti e oppositori del regime ripetendo la richiesta di libertà immediata del premio Nobel per la pace San Suu Kyi da anni segregata agli arresti domiciliari insieme a quella del rilascio dei prigionieri politici detenuti in modo arbitrario. All'incaricato d'affari birmano è stato anche fatto presente la grande attenzione con cui il Parlamento italiano segue le vicende del suo Paese. Un'attenzione confermata, fra le altre cose, dalle interrogazioni a risposta immediata presentate proprio in questi giorni dagli onorevoli Mattarella, Ranieri ePag. 61Mellano in Commissione affari esteri e dagli altri atti di sindacato ispettivo che sono stati rivolti al Governo.
Alla luce degli ultimi sviluppi abbiamo poi deciso di sospendere la partecipazione di due diplomatici birmani ad un corso di formazione in materia di institution building destinato a Paesi della regione che si terrà il mese di ottobre in Italia.
Il Presidente del Consiglio Prodi ed il Ministro degli esteri D'Alema, a New York per l'Assemblea generale dell'ONU, hanno espresso ripetutamente nei giorni scorsi la solidarietà del nostro Paese alle manifestazioni per la democrazia in corso a Myanmar e chiesto alla giunta militare di rispettare il diritto del suo popolo di esprimersi e di protestare.
Infine, nella giornata di ieri hanno esplicitamente ripetuto che il nostro Paese si impegnerà in tutti i fori multilaterali e all'interno dell'Unione europea affinché le violazioni dei diritti umani in atto in Myanmar cessino immediatamente.
In questo spirito il nostro Paese si sta muovendo per promuovere negli ambiti opportuni, dalle Nazioni Unite all'Unione europea, tutte le iniziative necessarie per sostenere il desiderio di libertà del popolo birmano e per indurre il regime di Yangon ad avviare finalmente un dialogo con l'opposizione democratica.
L'Italia ha sostenuto la dichiarazione della Presidenza dell'Unione europea che ha riaffermato nei giorni scorsi, a nome dell'Unione, l'intenzione di continuare ad esercitare ogni possibile pressione sul regime di Myanmar in stretto coordinamento tra i Paesi europei.
Tra le prossime tappe in sede di Unione europea vi è un piano di azione che dovrà contenere l'inasprimento delle sanzioni nei confronti della Birmania, un elenco di iniziative politiche da mettere in atto a livello dell'Unione europea, misure volte a spingere la giunta militare di Yangon ad attenersi alle esortazioni provenienti dall'Unione nonché un appello a Cina, India ed ASEAN (l'Unione degli stati asiatici), affinché cessino di sostenere Yangon ed esercitino sulla giunta birmana un'influenza moderatrice.
Sono di queste ore i nuovi sviluppi in sede ONU. L'Unione europea e gli Stati Uniti hanno concordato nella giornata di ieri una dichiarazione congiunta in cui si chiede una immediata iniziativa all'ONU e al Consiglio di sicurezza con il superamento delle resistenze che nel febbraio scorso avevano impedito l'adozione di un progetto di risoluzione su Myanmar.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato, quindi, convocato in una riunione straordinaria ieri notte (26 settembre) a New York per permettere all'inviato speciale del Segretario generale per Myanmar, Gambari, di riferire al Consiglio sugli ultimi sviluppi prima della sua prevista partenza alla volta di Yangon su richiesta di Ban Ki Moon.
Al termine della riunione, la Presidenza di turno francese, a nome del Consiglio di sicurezza, ha reso una dichiarazione in cui ha espresso grande preoccupazione per gli ultimi sviluppi, invocando una ripresa del dialogo politico, ha chiesto alle autorità birmane di dare prova di moderazione (show restraint) ed espresso pieno sostegno ai buoni uffici del Segretario generale e di Gambari.
La situazione è in continua evoluzione, anche in queste ore. È di oggi la riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti dell'Unione europea, il cosiddetto COREPER, che su istruzione delle capitali, ha immediatamente affrontato il tema del rafforzamento delle sanzioni.
Lo stesso Parlamento europeo ha condannato quasi all'unanimità (563 voti a favore, 3 contrari e 4 astenuti) in queste ore la risposta brutale - così è stata definita - delle autorità birmane, esprimendo orrore per le uccisioni dei manifestanti pacifici, e sollecitando Cina e Russia a sostenere al Consiglio di sicurezza dell'ONU la condanna dell'uso della forza da parte della giunta a Myanmar.
L'intenzione del Governo è di seguire con la massima attenzione questi sviluppi, incoraggiando una presa di coscienza e un maggiore attivismo della comunità internazionale su una vicenda che potrebbe prendere i contorni di un vero e proprio dramma umanitario.Pag. 62
Nel far ciò il Governo non mancherà naturalmente di tenere costantemente aggiornato il Parlamento sugli sviluppi sul terreno e sui negoziati in corso nelle istanze internazionali.
(Interventi)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ringrazio sentitamente il Viceministro Intini per la sensibilità dimostrata. In questo momento non si tratta di un fatto marginale, avendo chiesto insieme ai colleghi di Forza Italia (anzi, di quasi tutta l'Assemblea, così come è avvenuto al Senato) un intervento immediato del Governo per informarci più direttamente sulla situazione (anche se le notizie che leggiamo sulle agenzie di stampa sono di per sé inquietanti). Credo che l'evoluzione e la ricostruzione che lei ha rappresentato ci aiuti anche a capire meglio quale sia lo stato dell'arte.
La ringrazio, signor Viceministro, anche perché sappiamo che in questa sede spesso e volentieri, soprattutto quando le convocazioni sono così immediate, non si danno concrete manifestazioni di qualcosa che si sta muovendo.
Credo che l'iniziativa italiana, la «coincidenza fortunata» della riunione delle Nazioni Unite (rispetto anche alle azioni intraprese in quella sede) ed anche quanto sta accadendo in seno all'Unione europea rappresentino indubbiamente fatti che vanno positivamente sottolineati. Sappiamo perfettamente, infatti, che spetta innanzitutto a noi dare ai nostri interlocutori l'esatta misura della nostra decisione di non tollerare una violazione dei diritti umani.
Mi permetto di dire, signor Viceministro, che certamente il problema immediato è che cessino le violenze e non si verifichi un'escalation di morte: ciò è quanto temiamo, se si proseguisse con l'atteggiamento in corso.
Dobbiamo anche far sì che in un Paese come l'ex Birmania sia possibile ottenere - magari utilizzando gli stessi mezzi della persuasione e della convinzione e ponendoli all'interno di questo contesto - la liberazione di centinaia e migliaia di persone detenute e represse nelle carceri semplicemente perché si oppongono al regime.
Si tratta di un fatto grave e rispetto ad esso dobbiamo fare di più; credo che ciò sia anche quanto dobbiamo chiedere al Governo italiano.
Sappiamo che le azioni di dissuasione, che comprendono anche le possibili sanzioni minacciate, sono un fatto importante nell'immediato. Tuttavia, la pregherei di considerare nelle prossime ore - tanto più se dovesse crescere la tensione - l'eventualità di fare qualcosa di più.
Sappiamo che probabilmente vi è qualche responsabilità anche da parte nostra, anche se indiretta; mi riferisco all'embargo da parte dell'Italia (e non solo) in merito alle forniture di armamenti in Birmania - magari attraverso Paesi amici come la Cina, l'India o la Russia - o riguardo anche solo alle loro componenti, che però servono a perpetrare la repressione nei confronti delle popolazioni che si ribellano al regime.
So perfettamente che è difficile, ma credo che lo sforzo che dovremmo compiere è anche quello di arginare in questo momento una possibile e indiretta compartecipazione da parte del nostro Paese in situazioni che contribuiscono a rafforzare un regime che si sta comportando così palesemente in violazione dei diritti umani.
Vi è una mobilitazione generale che si sta estendendo e sappiamo che ciò sta avvenendo anche in Italia. In queste ore si sta svolgendo una manifestazione di solidarietà sulla piazza del Campidoglio a Roma.
Vengono utilizzati anche gli strumenti più moderni: si sta, ad esempio, organizzando, via sms e attraverso Internet, di mettere domani tutti qualcosa di rosso per esprimere la nostra solidarietà nei confrontiPag. 63delle popolazioni che in questo momento si ribellano al regime autoritario birmano. Penso che sia importante...
FABIO RAMPELLI. Dillo: comunista!
UMBERTO RANIERI. Arancione!
ROBERTO GIACHETTI. Se c'è qualcuno che non ha questo problema, quello sono io! Penso che sia importante, signor Viceministro, cercare di mettere in campo tutte le azioni possibili. Il Governo ha ben iniziato. Credo che in sede europea sia possibile fare di più e passare dalla minaccia di sanzioni a qualcosa di più concreto. Allo stesso modo si può tentare, se è possibile, in via bilaterale un intervento anche più concreto......
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI....... con l'individuazione anche di canali che sfuggono alla formale iniziativa del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, anch'io volevo unirmi ai ringraziamenti fatti dal collega Giachetti per la sensibilità che il Viceministro ha dimostrato rispondendo immediatamente alla richiesta rivolta lunedì scorso dai colleghi Baldelli, Della Vedova, Giachetti e Falomi.
Gli eventi effettivamente si stanno susseguendo in modo vorticoso. Lei ci ha sicuramente dimostrato come l'Italia sia sensibile alla storia di questo piccolo Paese che da sempre cerca di declinare la democrazia sulle note della mitezza e della rassegnazione della religione buddista. C'è un filo rosso che unisce questa lotta, che ritroviamo anche nei nomi di Aung San, l'eroe della liberazione della Birmania e di sua figlia, oggi costretta agli arresti domiciliari ma temiamo rinchiusa in un carcere di massima sicurezza.
È un Paese che ha sempre anelato alla libertà che è stata sempre terribilmente repressa, grazie anche alla connivenza di alcune potenze vicine. Il piccolo Paese della Birmania è stretto - signor Ministro, lei ha tralasciato questo aspetto ma sicuramente non le sfugge - nella morsa del cosiddetto impero di Cindia, Cina e India, Paesi che finora hanno avuto interesse a sostenere entrambi questa giunta militare.
Le immagini di quanto è successo - lei ci ha raccontato i fatti - le dobbiamo ad Internet, ai giovani bloggers, che non si sono fatti imbavagliare dal regime, che pare abbia ucciso un giornalista giapponese e che sta cercando in tutti gli alberghi di vedere se ci sono giornalisti sotto mentite spoglie per mettere il bavaglio alla stampa. Purtroppo, un giovane blogger americano, un tale David, sostiene che i militari stanno cercando di bloccare anche Internet, ma ormai le immagini anche del reporter giapponese sono in rete. Non potrà più esserci come avvenne nel 1988 - se mai questa violenta repressione continuerà, ma speriamo di no - indifferenza da parte della comunità internazionale: le immagini delle violenze perpetrate è in rete e tutti le possono vedere.
La comunità internazionale ha mostrato il suo sdegno che, però, è poca cosa, nel senso che bisogna andare oltre. Quando all'ONU si è parlato di sanzioni, l'ambasciatore della Cina ha fatto sapere che esse sono inutili. Forse saranno inutili, però il premio Nobel, Aung San Suu Kyi ha detto: «Le sanzioni sono utili perché colpiscono il Governo e non la popolazione». Quindi, Suu Kyi auspica che vengano comminate sanzioni.
La Cina, lo ripeto, ha fatto sapere che le riterrebbe inutili. Il motivo è che, in questo momento, la Repubblica cinese ha interessi fortissimi in quel Paese, in primo luogo commerciali: le relazioni commerciali tra i due i Paesi superano il miliardo di dollari all'anno. In secondo luogo, vi è un interesse di tipo strategico: la possibilità dell'accesso all'Oceano indiano, che consente alla Cina, in caso di urgenza, di aggirare lo stretto di Malacca e, grazie al controllo esercitato sulla giunta militarePag. 64birmana, di potere vedere da un punto di vista privilegiato quanto avviene nelle isole circostanti. Vi è poi anche un'altra questione da non trascurare, di cui noi tutti in questo Parlamento ci siamo fatti carico in maniera trasversale.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Si tratta della questione del Tibet: se in Birmania i avranno la meglio si potrebbe verificare una sorta di «effetto domino» che probabilmente coinvolgerebbe anche il Tibet.
Tralascio le considerazioni sull'India, perché non voglio prendere troppo tempo. Desidero solo ripetere con forza - per concludere - una frase del premio Nobel Suu Kyi: «Usate la vostra libertà per darci sostegno» (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, anch'io ringrazio il rappresentante del Governo per aver aderito al nostro invito che consente al Parlamento di avere un aggiornamento sulla drammatica situazione che sta sconvolgendo quella regione del mondo.
Oggi la giornata è diventata ancora più tetra, non solo per le notizie che arrivano incessanti e che danno la misura dell'entità della repressione che si sta ponendo in essere da parte del regime comunista della ex Birmania, ma anche per le difficoltà che incontra il Consiglio di sicurezza dell'ONU nel non potere assumere decisioni univoche al fine di arrestare quella che si annuncia come una violenta azione di repressione operata nei confronti di una protesta silenziosa, pacifica, motivata dal punto di vista politico e da quello religioso.
È indubitabile che quanto poco fa veniva affermato dalla collega - che ritroviamo in alcune analisi che oggi i quotidiani hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica italiana - risponda al vero. Noi ci domandiamo che cosa oggi il mondo occidentale, l'Europa, gli Stati Uniti possano davvero fare, in termini concreti, per arrestare questa escalation di violenza e per fare in modo che questo regime non continui nel perpetrare povertà e disperazione in quella parte del mondo.
È indubitabile che vi sia una convergenza di interessi - che sono stati in questa sede richiamati - che attraversano la Cina e l'India, che di natura commerciale (petrolio e gas), ma tutto quanto sta avvenendo lascia anche presagire ripercussioni sotto il profilo religioso. È evidente, infatti, che una marcia pacifica - così impetuosa e che trova solidarietà nel popolo - rappresenti davvero il grimaldello che può far cadere un regime così empio e così dittatoriale, ma è altrettanto vero che non bastano le sanzioni annunciate.
Ritengo sia necessario avere il coraggio - e forse di ciò l'Italia, in qualche misura, si può fare portavoce a livello europeo - di assumere decisamente posizione anche nei confronti di quei regimi che si apprestano, ormai, da qualche tempo, ad entrare nel consesso dei Paesi liberi, ma che continuano a tenere comportamenti assolutamente inaccettabili, in termini di mancata tutela dei diritti umani.
Penso, in particolare, alla Cina. A tale riguardo, desidero fare presente che in quel Paese l'anno prossimo si svolgeranno le olimpiadi. Perché allora non si ha il coraggio di dire che vanno rimesse in discussione anche queste scelte importanti, se si vuole davvero dare un segnale che vada nel senso della coerenza? Non c'è democrazia, dove non c'è libertà e tutela dei diritti umani!
Bisogna spezzare questa congiuntura che, sostanzialmente, sta devastando quel popolo proprio perché non lo mette in condizione di essere libero. I condizionamenti che vengono da parte del regime militare, per gli interessi incrociati che vi sono in quell'area, non consentiranno di raggiungere quell'obiettivo che, coralmente, oggi, anche nelle manifestazioniPag. 65che si stanno svolgendo in Italia, deve essere posto all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale.
Pertanto, signor rappresentante del Governo, ritengo che non possiamo far terminare, oggi, in questa sede, la discussione su questa particolare situazione della ex Birmania. Oggi non basta, infatti, semplicemente alzare il grido della solidarietà e in qualche modo emozionarsi rispetto a quanto sta accadendo se, per esempio - e la invito ad intervenire in tal senso - non si ha il coraggio di chiamare le cose per nome e per come esse, effettivamente, si definiscono.
Infatti, incredibilmente - e ringrazio il collega Rampelli che, qualche ora fa, ha voluto denunciare questo aspetto - abbiamo assistito anche ad una RAI, la quale, in qualche misura, ha dato testimonianza di quello che sta succedendo con le immagini, ma non ha avuto il coraggio di dire che tutto ciò sta accadendo perché vi è un regime comunista che ha affamato un popolo...
SALVATORE CANNAVÒ. Ma che dici? Regime comunista? Ma dove, in Birmania? Ma che dici?
FABIO RAMPELLI. Sì, c'è scritto pure su la Repubblica!
SILVANO MOFFA. ...un regime che sta colpendo anche il sentimento religioso di quei monaci che stanno sfilando silenziosamente, per richiamare il mondo alle sue responsabilità e noi tutti ad intervenire con coraggio e decisione [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siniscalchi. Ne ha facoltà.
SABINA SINISCALCHI. Signor Presidente, Viceministro Intini, la Birmania è un Paese bellissimo e ricco, dove la popolazione soffre tremendamente. È un Paese ricco di risorse naturali e paesaggistiche, che lo rendono un'ambita meta turistica. È un Paese ricco di legname pregiato, gas naturali e pietre preziose, ma dove il 90 per cento della popolazione vive sotto la soglia della povertà e dove il reddito pro capite è pari a 225 dollari l'anno; per tale motivo, la Birmania è considerato uno dei Paesi meno avanzati del mondo.
La popolazione vive male a causa della prepotenza e dell'ottusità di un regime che spende il 40 per cento del prodotto interno lordo in armamenti e che investe in sanità solo lo 0,3 per cento; un regime che ha appena concluso - voglio ricordarlo - un processo illegittimo e non trasparente di revisione della Costituzione che ne rafforzerà il potere, escluderà i partiti democratici e consentirà la perpetuazione del regime militare; un regime che è sostenuto, foraggiato e tenuto in piedi da altre potenze asiatiche: l'India, la Cina e la Russia.
Da quasi vent'anni ormai, nel Paese si sta producendo una fortissima protesta e opposizione; oggi assistiamo alla straordinaria mobilitazione guidata dai monaci buddisti, ma voglio ricordare che, da tanti anni, in Birmania sono anche attivi movimenti di protesta cattolici, sindacali, politici e degli studenti. L'opposizione al Governo costa a tali oppositori persecuzione, carcere, tortura e morte. Recentemente, un sindacalista è stato condannato a ventotto anni di carcere a causa della sua attività sindacale. Abbiamo queste notizie grazie all'ufficio internazionale della CISL, voglio ricordarlo: ci arrivano notizie terribili circa le persecuzioni che subiscono i lavoratori costretti al lavoro forzato nella costruzione di opere pubbliche; lo stupro viene usato contro le lavoratrici donne per soggiogarle ed impedirne la protesta. I rapporti delle organizzazioni internazionali del lavoro e delle organizzazioni internazionali dei diritti umani - Amnesty International e Social Wacht - sono raccapriccianti.
Il mondo democratico ha fatto pochissimo per aiutare il popolo birmano. I membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU che non vogliono approvare una risoluzione di condanna del regime militare,Pag. 66la Russia e la Cina, hanno dichiarato che la repressione della manifestazione è un affare interno al Paese. Tuttavia, sappiamo che nella globalizzazione non ci sono più affari interni ad un Paese nella misura in cui ogni Paese è strettamente legato agli altri da interessi economici e commerciali, dai canali di comunicazione, dal turismo e da Internet. Forse questo è l'unico vero vantaggio della globalizzazione.
Oggi non si può dire che non ne siamo a conoscenza. Inoltre, gli strumenti per indurre un Governo a rispettare i diritti umani sono molti ed efficaci e sono rappresentati dagli aiuti, dalla cooperazione, dai trattati commerciali, dagli accordi sugli investimenti e anche dalle sanzioni.
Troppo poco è stato fatto per aiutare la Birmania a liberarsi dalla dittatura militare. Sembra che i Paesi democratici sappiano solo ricorrere alla guerra, all'invasione come è successo in Iraq, per far vivere la democrazia e aiutare i popoli ad essere davvero liberi dalla paura e dal bisogno. Non dovrebbe essere così. La storia ha dimostrato e sta dimostrando che non si esporta la democrazia con le bombe, ma che altri strumenti, le sanzioni ad esempio, sono efficaci. Voglio ricordare l'esempio del Sudafrica, dove una mostruosità come l'apartheid è stata sconfitta anche grazie alle sanzioni.
Se il Consiglio di sicurezza non arriverà e impedirà una presa di posizione comune all'interno delle Nazioni Unite, credo che il nostro Paese debba fare qualcosa - questo è il mio appello al Governo - sospendendo, ad esempio, l'accordo bilaterale sulla fornitura di armi con l'India, perché, come ricordava l'onorevole Giachetti, pezzi di armamenti italiani stanno per essere usati dal regime birmano per reprimere il suo popolo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SABINA SINISCALCHI. Concludo, signor Presidente. Inoltre, è necessario far prendere coscienza, perché migliaia di turisti italiani ogni anno si recano in Birmania e non possono attraversare questo Paese bellissimo senza rendersi conto della tragedia che vi si sta producendo. Dobbiamo aiutare a far capire. Come giustamente ha affermato il Viceministro, occorre una presa di coscienza. In Birmania la società civile è viva, il popolo sta lottando, ha solo bisogno del nostro aiuto: non neghiamoglielo (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevole Viceministro, onorevoli colleghi, desidero ringraziare il Viceministro Intini per la celerità con la quale il Governo ha accolto l'invito di venire in Parlamento a riferire in merito all'aggravarsi della situazione nella ex Birmania. La protesta ha radici, lo ricordo, nel rifiuto della giunta militare di accettare l'esito delle elezioni svoltesi il 27 maggio 1990. Non parliamo, quindi, di una vicenda i cui esiti sono esclusivamente legati alle drammatiche, tragiche e sanguinose immagini che abbiamo visto in queste ore e temiamo - come teme l'arcivescovo cattolico di Yangon, Charles Bo - che si prosegua in questo bagno di sangue.
Cattolici, buddisti, protestanti evangelici da almeno diciassette anni soffrono del potere assoluto esercitato della giunta militare. Come sa bene il Viceministro Intini, prima di quegli anni, la ex Birmania era un Paese che si annoverava tra quelli in cui la crescita economica e la produzione agricola facevano registrare andamenti positivi, non solo in termini di fabbisogno della popolazione, ma anche nei confronti degli altri Paesi di quell'area.
Una giunta militare - che non so se si basi su un'ideologia comunista o fascista, certamente sull'idea di un materialismo di Stato - ha portato il 90 per cento della popolazione alla povertà assoluta. È un dato di fatto straordinariamente paradossale, ma anche drammatico, come è drammatica la dimenticanza che per 17 anni vi è stata da parte dell'ONU, dell'Europa ePag. 67anche del nostro Paese, nei confronti di questa situazione.
Come giustamente è stato detto poc'anzi, molti turisti occidentali si recano in Myanmar. Allora, perché non iniziamo a prendere una posizione su questo aspetto, chiedendo ai turisti italiani di non recarsi in quel Paese?
Occorre evitare di comportarci come la Francia, che pur avendo proposto sanzioni anche importanti e boicottaggi economici, ha però giustificato la presenza e la permanenza della Total sul territorio della giunta birmana, il che francamente appare, come minimo, un'azione altrettanto paradossale.
Viceministro Intini, la invito ad agire con maggiore determinazione - mi rivolgo anche al Ministro degli affari esteri, seppure impegnato su molti fronti - nei confronti della Cina, come ha fatto la comunità internazionale; la stessa Cina che, dopo pressioni forti e determinate dell'Europa e dell'ONU, ha ceduto ed ha, a sua volta, fatto pressioni sul regime di Karthoum; la situazione in Darfur sembra sbloccarsi (sono cauto perché ci vuole prudenza, visti i 250 mila morti negli ultimi anni). Grazie, dunque, alle pressioni internazionali sulla Cina, la situazione del Darfur si è sbloccata e grazie alle pressioni sulla Cina si può pensare di modificare la situazione in Birmania, o meglio in Myanmar, come si dice oggi.
Mi limito a un'ultima considerazione, dopo averle rivolto questo nostro forte invito perché l'Italia si faccia promotrice, attivamente e pubblicamente, di un'azione nei confronti di tutti quei regimi, a partire da questo, che sono liberticidi - è il termine che è stato utilizzato - e certo non rispettano i diritti umani, a partire dalle libertà religiose. Tale ultima considerazione parte dalle immagini che vediamo oggi nelle televisioni: i morti, ma anche - lo abbiamo visto nelle scorse settimane - i monaci buddisti, cioè sacerdoti e religiosi, che camminano in silenzio difendendo i diritti umani e la possibilità di una democrazia. Ciò dovrebbe farci riflettere anche su molte polemiche interne, che a volte, di fronte a tali immagini, si riducono veramente ad una ridicolaggine da cortile, come spesso purtroppo accade in Italia. Invece nel resto del mondo tali immagini, efficaci più di molti discorsi, vengono considerate come una risorsa: la religione è una risorsa per la sfera pubblica delle libertà; agiamo in Birmania, perché tale risorsa e la risorsa della libertà possano essere difese anche attraverso questo strumento.
Viceministro Intini, lo faccia presente al Governo nel suo complesso....
PRESIDENTE. Deputato Volontè, concluda.
LUCA VOLONTÈ....e al Ministro degli affari esteri: applaudire un premio Nobel e non fare nulla per 17 anni è troppo per chiunque, troppo per l'Europa e penso che sia troppo anche per quello che possiamo fare noi, troppo anche per il destino di questo Paese [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, ringrazio il Viceministro Intini per essersi presentato tempestivamente a rendere l'informativa all'ordine del giorno. Si tratta di uno scenario in continua evoluzione - cito le sue parole - e 40 giorni di protesta popolare guidata dai monaci - una protesta pacifica - nelle ultime ore hanno purtroppo avuto uno sbocco molto traumatico e tragico, sicuramente non per colpa dei monaci o della gente che si è unita loro nella protesta silenziosa e pacifica, ma perché il Governo ha attuato una repressione che ricorda quella del 1988.
Il nostro Governo naturalmente condanna tali repressioni, protesta per la detenzione del premio Nobel Aung San Suu Kyi e manifesta la solidarietà del nostro Paese. Forse non è sufficiente: è giusto farlo e comprendo che esistono limiti ad un'azione internazionale, perchéPag. 68ogni paese è sovrano, ma bisogna far sentire in modo determinato la voce del nostro Paese in tutte le sedi.
Il problema birmano, in parte per la censura interna, è rimasto nell'ombra per vent'anni, anche se quella censura, grazie alle nuove tecnologie, è stata scalfita ed aggirata ed alcune informazioni sono filtrate e sono giunte in Occidente. Sotto tale profilo dobbiamo fare mea culpa perché, nonostante le informazioni fornite dall'opposizione democratica, il mondo occidentale è rimasto con le mani in mano.
Abbiamo fatto poco, non abbiamo voluto vedere quello che invece avevamo di fronte chiaramente. Abbiamo girato la testa dall'altra parte, non ci siamo ricordati nemmeno della protesta del 1988, la cui repressione è costata la vita a circa tremila persone. La brutalità di quell'azione oggi sembra - ci auguriamo il contrario - riproporsi con l'azione di quel Governo (o meglio, di quella dittatura), che impedisce alla gente di manifestare liberamente il proprio pensiero.
È stata citata la possibilità di invitare i nostri connazionali a non recarsi nell'ex Birmania, in Myanmar, per turismo, anche perché i tour operator che organizzano e gestiscono i viaggi dei cittadini occidentali in quel Paese sono costretti a concludere accordi con i rappresentanti della dittatura, e le uniche persone che si arricchiscono non sono i cittadini, che possono essere utilizzati per fornire servizi ai turisti, ma gli esponenti militari della giunta e i membri della nomenklatura, dunque coloro che gestiscono questo Paese con metodi assolutamente non democratici.
Occorre anche, da parte del Governo, invitare i tour operator italiani a riflettere bene sull'opportunità di mantenere all'interno dei propri cataloghi queste mete. Naturalmente, si tratta di questioni delicate: ci possono essere ripercussioni positive, o limitatamente positive, anche sul singolo cittadino o su alcuni singoli cittadini, perché hanno un lavoro o un'attività da svolgere, ma di fronte a quello che è il vero business, che è in mano ai grandi tour operator e, soprattutto, ai rappresentanti del regime del Myanmar, è giusto intervenire con le maniere forti, in modo drastico.
Un'ulteriore questione riguarda i rapporti con la Cina: si tratta del supporto che essa fornisce e del veto che pone nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ogni volta che si parla di Birmania. C'è un forte rapporto commerciale e c'è l'interesse della Cina ad acquistare, a prezzi inferiori, addirittura, rispetto a quelli ai quali acquista in Nigeria, le materie prime, l'energia e tutto ciò che le serve per produrre e per essere quel mostro economico che oggi è; di conseguenza, non rispetta e non tiene in considerazione il contesto internazionale e non tiene conto di queste proteste di piazza.
Concludo, signor Presidente, osservando che, forse, stiamo perdendo un'occasione: il nostro Presidente del Consiglio e il Ministro degli affari esteri sono a New York, all'ONU, dove non si è riusciti a definire un'azione comune sulla situazione birmana.
PRESIDENTE. Onorevole Stucchi, concluda.
GIACOMO STUCCHI. Credo che si possa sfruttare questo momento, perché è proprio questo il momento di agire, per poter richiamare l'attenzione e mettere ognuno di fronte alle proprie responsabilità, anche la Cina.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettinari. Ne ha facoltà.
LUCIANO PETTINARI. Signor Presidente, anch'io ringrazio il Viceministro Intini - lo ringrazio in modo non formale, ma sostanziale - per la sua informativa, che indubbiamente è utile, così come è utile che l'iniziativa che il Governo sta assumendo sulla questione sia a conoscenza del nostro Parlamento. Ho apprezzato quanto riferito dal Viceministro Intini sul passo formale presso l'ambasciata e sulle dichiarazioni di condanna, così come la dichiarazione del Ministro D'Alema, che esprimeva la più viva preoccupazione perPag. 69la crescente tensione in Birmania. Pur tuttavia, mi sento di dire al Governo che probabilmente dobbiamo fare di più in questo contesto.
Una mozione recentemente approvata dal Senato, prima dell'esplodere dei movimenti e della repressione, esprime sostegno ai movimenti democratici e chiede la liberazione dei prigionieri politici e sindacali. Sarebbe stato utile che il Governo le avesse a suo tempo dato seguito, intraprendendo azioni concrete per raggiungere questi obiettivi. Dico ciò, perché è il momento - e so benissimo che il Governo ne è consapevole, lo si evince dall'informativa del Viceministro - in cui bisogna fare di tutto per cercare di fermare la repressione. Occorre arrivare ad una risoluzione dell'ONU, e bisogna operare per vincere le resistenze di quei Paesi che hanno le più strette relazioni con il Governo dittatoriale. Per raggiungere questo obiettivo probabilmente è utile un'iniziativa in questa direzione dell'Unione Europea, prendendo peraltro spunto dalla mozione che è stata approvata oggi dal Parlamento europeo e che è stata ricordata dal Viceministro. Si tratta di un documento molto significativo, approvato con 563 voti favorevoli e 4 contrari; in esso si chiede non soltanto l'arresto della repressione ma anche la fine dell'attuale situazione istituzionale, giudicata illegittima, e si propone la costituzione di una Convenzione nazionale pienamente rappresentativa, che comprenda in particolare la Lega nazionale per la democrazia, la quale vede al suo interno tutte le forze democratiche e sindacali e anche una rappresentanza dei monaci.
Ma perché questi obiettivi siano effettivamente raggiungibili è probabilmente necessario agire non per le vie diplomatiche tradizionali, ma per vie diplomatiche molto forti (non so se può essere utilizzato questo termine) verso i governi di quei Paesi - e penso alla Cina, alla Russia e all'India - che hanno impedito nelle scorse ore all'ONU di assumere un'iniziativa. Si tratta di Paesi con i quali il nostro Governo ha solidi rapporti: questo è il momento in cui tali rapporti possono essere rimessi in discussione. Occorre un'iniziativa forte: non mi pare che con quel regime possa bastare la via diplomatica e inoltrare all'ambasciata birmana la nostra riprovazione.
Il gruppo che mi onoro di rappresentare, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, chiede inoltre che ci sia un'azione del Governo verso quelle imprese che hanno rapporti commerciali con la Birmania e verso quelle multinazionali - alcune delle quali agiscono anche nel nostro Paese - che lavorano con la Birmania, in particolare nei settori forestale, petrolifero, del gas e minerario e nei progetti di dighe ed altre infrastrutture. Si tratta di attività che comportano ingenti profitti per il regime, ma che sono anche il teatro delle condizioni disumane nelle quali lavorano i cittadini birmani e della violazione dei diritti umani, sindacali e anche aziendali. Sospendere i rapporti con quel Paese: questo dobbiamo chiedere a tali imprese.
Occorrono sanzioni; chi vi parla è molto scettico sull'uso delle sanzioni nei confronti dei Paesi: spesso ne paga il prezzo il popolo, e non il Governo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIANO PETTINARI. In questo caso, siamo di fronte a una situazione diversa: le sanzioni vengono chieste dall'opposizione, e bisogna agire in questa direzione.
Un'ultima considerazione riguarda la questione, che non è la meno importante, relativa alla sorte del premio Nobel Suu Kyi, la figura più rappresentativa dell'opposizione. Non si sa dove si trovi in queste ore: è stata deportata, qualcuno afferma che si trova in un carcere di massima sicurezza. È possibile adoperarsi perché si formi, si minacci una delegazione dell'Unione Europea per andare a vedere dove si trova il premio Nobel per la pace? Credo che tali iniziative debbano essere intraprese in un momento così drammatico, se non altro per non essere corresponsabili di una repressione e di un dramma umano che può essere atroce (Applausi dei deputati dei gruppi SinistraPag. 70Democratica. Per il Socialismo europeo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pedica. Ne ha facoltà.
STEFANO PEDICA. Signor Presidente, ringrazio il Viceministro Intini per l'informativa che ci ha fornito. Le notizie che da due giorni giungono dalla città di Rangoon non possono esimere l'Italia dei valori e l'intero Paese dal lanciare un messaggio forte, sia nel consesso internazionale dell'ONU sia in quello di Bruxelles. Oggi più che mai l'Unione Europea deve far sentire la sua voce, poiché lo sviluppo delle democrazia e dei principi liberali non può passare solo attraverso i trattati internazionali e gli scambi commerciali, e men che meno attraverso quell'errore, già commesso in passato dall'amministrazione statunitense, di considerare tali principi come un qualsiasi prodotto esportabile. Davanti a questi otto morti (uno dei quali proprio oggi), fra cui tre monaci buddisti e due giornalisti stranieri, davanti alle decine di migliaia di manifestanti caricati dalle forze armate birmane, di fronte ai duecento arrestati, e soprattutto di fronte alla forza di un popolo che in questi giorni chiede pacificamente il ritorno ad uno Stato di diritto, non possiamo e non vogliamo voltare la testa: hanno manifestato percorrendo le strade del Paese, soffermandosi di fronte all'abitazione nella quale, da cinque anni, il premio Nobel del 1991, Aung-San-Suu Kyi, è agli arresti domiciliari per il solo fatto di essere divenuta, con il suo impegno a favore della libertà e dei diritti umani, il simbolo dell'opposizione democratica, quella che vinse le libere e regolari elezioni del 1990, quella medesima forza politica che avrebbe potuto aiutare il Paese ad uscire dalla sua condizione di povertà e di sudditanza internazionale.
Dico sudditanza perché dietro la giunta militare birmana vi è ben altro che non la nuda crudeltà e cupidigia di potere dei generali che, attraverso un colpo di Stato, trasformarono il Paese in un regime autoritario dopo le elezioni del 1990. Dietro ai generali, infatti, si nascondono gli interessi delle superpotenze vicine, vale a dire della Cina come dell'India, colossi finanziari e commerciali con i quali l'Europa mantiene tanto ottimi rapporti economici quanto pessimi rapporti sociali. Perché allora non adottare nei confronti di queste nazioni il medesimo trattamento che si adotta nei confronti dei Paesi che aspirano a divenire membri dell'Unione Europea? Perché non punire, attraverso i limiti dei flussi import-export, i nostri partner economici qualora il benessere che insieme contribuiamo a sviluppare non sia comune e condiviso a tutti i loro cittadini? Perché non porre la questione dei diritti umani anche nei negoziati commerciali?
I due colossi asiatici che hanno sostenuto e sostengono più o meno apertamente la giunta militare di Naypyidaw hanno risposto: l'India, con un diplomatico e gattopardiano no comment; la Cina, con il voto contrario nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Speculare a quello di questi Paesi, poi, è il comportamento di Putin, che, insieme a Pechino, ha impedito l'inasprimento delle sanzioni, per evitare che un discorso simile a quello indirizzato oggi alla giunta birmana possa nel futuro essere rivolto contro la stessa Mosca, per la questione cecena o quella georgiana.
Perché allora non riavviare il processo di riforma del Consiglio di sicurezza dell'ONU? Perché affrontare le problematiche che il nuovo assetto internazionale ci pone con una squadra costituita su principi e logiche vecchi di sessant'anni? Certo, non possiamo non salutare favorevolmente la notizia - sia pur ancora troppo poco rilevante per la sua portata - sull'apertura di Pechino nei confronti della situazione della crisi birmana. Pare infatti che anche il Governo cinese abbia rivolto un messaggio di monito a quello del Myanmar, esortandolo a moderare le reazioni contro i manifestanti. Allo stesso modo, trova la nostra piena soddisfazione la notizia, giunta nella mattinata, di una presa di posizione netta, e speriamo definitiva, da parte di Bruxelles, tesa al rafforzamento delle sanzioni economiche nei confronti del Myanmar.Pag. 71
Ma non possiamo non sentire come ancora pesanti le parole che oggi campeggiano sulle pagine del Corriere della sera a firma di Bill Emmott, un esperto analista di affari internazionali, che ritiene che i commenti degli estranei non faranno una grande differenza sulla vita e sul futuro dei birmani. Forse Emmott ha ragione, ma proprio per questo oggi è necessario dimostrare quanto certe ipotesi possano risultare errate.
Chiediamo un impegno chiaro e distintivo delle Nazioni Unite; chiediamo un intervento forte e mirato che non prenda in considerazione lo scellerato uso della forza armata, ma che adotti adeguati strumenti sanzionatori (da quelli economici a quelli finanziari e commerciali), che non colpisca la popolazione già vessata da circa vent'anni di dittatura, come spesso accade, ma punti a destituire la giunta militare attraverso una diplomazia accorta, veloce ed efficiente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, Viceministro Intini, non voglio usare parole di circostanza o fare anch'io il balletto dei ringraziamenti. Voglio citare un articolo che parla di Iraq e non di ex Birmania.
Oggi El Pais, il giornale di Madrid, pubblica gli stenografici dei colloqui tra Aznar e Bush prima dell'intervento militare in Iraq, nei quali viene registrata la volontà di Saddam Hussein di fuggire, se debitamente pagato, evitando lo scontro militare, la tragedia, l'invasione. Dico ciò perché sono anche - oltre che deputato radicale de La Rosa nel Pugno - militante del Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito che ha come simbolo l'immagine stilizzata di Gandhi. Sono, pertanto, convinto e consapevole che la nonviolenza ha una forza incredibile nel cambiare le cose, costruire scenari altri, diversi dalla Realpolitik esistente. Ma tali scenari devono essere vissuti, animati e rafforzati dalle istituzioni democratiche occidentali se vogliono essere all'altezza dei propri principi, delle proprie dichiarazioni e delle proprie Costituzioni.
Quasi mai, nei nostri ragionamenti e nelle nostre azioni sulle crisi grandi ed importanti (anche degli ultimi anni), siamo riusciti ad essere all'altezza dei nostri principi e delle nostre dichiarazioni. Il Darfur, il Tibet, la ex Birmania (ma quanti altri casi noti o sconosciuti all'opinione pubblica sono stati trascurati da noi, dalla politica, dalle istituzioni democratiche occidentali e dimenticati dalle istituzioni internazionali). In questo momento è in corso la famosa 62a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU, ma è in corso anche, a Ginevra, il Consiglio dei diritti umani dell'ONU, appena rinnovato e riformato.
Abbiamo assistito, l'altra sera, alla farsa dell'approvazione di un documento che non dice nulla e non ha il coraggio di indicare una strada e denunciare una connivenza rispetto al regime birmano, così come appare una farsa quanto succede quotidianamente al nuovo Consiglio dei diritti umani di Ginevra, che non è in grado di denunciare neanche le situazioni in corso. Allora, che cosa fare? Credo che il Governo italiano - all'interno dell'Europa, ma anche come posizione autonoma - possa e debba fare di più, non perché non prenda atto, con riconoscenza, delle cose elencate dal Viceministro, ma perché in questi casi, proprio per rendere onore alla politica e all'opinione pubblica che, a differenza del 1988, grazie alla globalizzazione e alle reti internazionali, ora vede quelle immagini e conosce ciò che capita a Rangoon, dobbiamo rendere conto della nostra capacità anche di intenzione e di fantasia rispetto alla situazione internazionale.
Dobbiamo parlare alla Cina, all'India, alla Russia, e parlare con convinzione, essendo convinti che questa non può essere una vicenda interna che viene risolta dal regime militare birmano in connivenza con i suoi alleati. Sappiamo che parlare di sanzioni per la Cina può essere, davvero, una cosa incredibile o non possibile, ma dobbiamo sapere che la Cina - che io ritengo, in gran parte, responsabile dellaPag. 72situazione attuale - ha un assoluto bisogno di essere accettata a livello internazionale ed ha timore delle «macchie» sulla giacca e sulla camicia dei propri rappresentanti. Dobbiamo dire agli amici indiani, ai responsabili cinesi ed alla Russia di Putin che certe cose non si possono fare: non si potevano fare prima, non si possono più fare ora che abbiamo la facoltà di vedere, di sapere, di denunciare.
Ho chiesto in un'interrogazione, che purtroppo a causa dell'informativa non ha avuto più esito, di sapere dal Governo se si sia potuto fare un passo ufficiale per capire come sta Aung-San-Suu Kyi. Anche già solo questo - una richiesta ufficiale al Governo birmano, e ai nostri amici o alleati della zona, di conoscere il destino di una donna, del premio Nobel - è un dato importante e concreto.
Tali passi importanti e concreti, possono essere compiuti: dobbiamo farli e avrà tutto il nostro sostegno il Viceministro e il ministero degli esteri per tali iniziative. Ricordo che la non violenza è anche sulle nostre spalle, altrimenti la tragedia dilaga in Birmania, in Tibet ed in altre parti di quell'area.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Zulueta. Ne ha facoltà.
TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, anche io ringrazio il Viceministro Intini, tra l'altro per la pazienza, dimostrata anche adesso; soprattutto, ringrazio il Governo per i passi, quelli già intrapresi e quelli che spero verranno intrapresi nei giorni a seguire.
Siamo rimasti tutti colpiti - commossi, credo - dallo spettacolo dei monaci che hanno posto in atto straordinarie manifestazioni non violente, dimostrando un coraggio, anche questo, straordinario. È rimasta molto colpita non solo l'opinione pubblica italiana ma credo quella del mondo intero, e ritengo che oggi i cittadini italiani, i cittadini di Roma, stanno mostrando la propria solidarietà al Campidoglio. Il timore, però, onorevoli colleghi, è che in queste stesse ore il silenzio sia tornato nelle strade di Yangoon e di tutta la Birmania e che sta, in qualche modo, ricalando l'oscurità su quel Paese.
Abbiamo avuto giornate di speranza in cui sembrava potesse avverarsi l'impossibile. Abbiamo visto lo spettacolo di militari che porgevano le loro scuse ai monaci - figure riverite in quel Paese - e l'immagine di un ministro in ginocchio di fronte agli anziani monaci; abbiamo anche percepito un linguaggio diverso da parte della Cina, che in una dichiarazione ufficiale a Pechino, rivolta al ministro degli esteri birmano, ha parlato di processo democratico da avviare in quel Paese. Ma gli eventi di oggi e di ieri hanno soffocato questa speranza. La stessa televisione ufficiale birmana, questa sera, parla di nove morti. Questa è la cifra ufficiale, ma forse sono anche di più. Non possiamo che ribadire il nostro orrore, come lei stesso ha affermato, signor Viceministro, di fronte a questa violenza e a centinaia di arresti. In particolare, sono stati compiuti arresti di monaci. Sono centinaia i monaci prelevati dentro i monasteri, fatto senza precedenti - credo - in quel Paese. La nostra gravissima preoccupazione ci spinge a chiedere, anche noi, al Governo di avere nei confronti di quello che è forse il regime più paranoico e più impermeabile del mondo un atteggiamento di grande attenzione e di grande fermezza.
Oggi il Parlamento europeo, e anche tale fatto è abbastanza inusuale, ha chiamato la Cina e la Russia, alla presenza di una delegazione cinese del Parlamento, a sostenere una risoluzione presso il Consiglio di sicurezza. Credo che sia necessario un passo in più. Esso, come è stato accennato dai colleghi, deve consistere in un atteggiamento diverso per quanto riguarda le sanzioni. Anch'io sono tra quelli che le ritiene, in generale, controproducenti, ma in questo caso la richiesta viene dalla stessa leadership del Movimento per la democrazia. E dobbiamo essere più conseguenti; ricordo che il Presidente Sarkozy ha chiesto alle aziende francesi di non fare affari in Birmania, ma nello stesso giorno la Total France ha affermato che non ha alcuna intenzione di smettere di farli. Questo non è un buon viatico. Noi,Pag. 73come ha ricordato l'onorevole Siniscalchi, abbiamo in piedi un accordo commerciale per il rifornimento di materiale militare all'India.
L'India è, dopo la Cina, il primo fornitore dell'esercito Birmano e credo che noi dovremmo anche esaminare con grande attenzione questi contratti e bloccarli, perché questo potrebbe essere un modo indiretto di sostenere la repressione in Birmania.
Il nostro obiettivo, come quello dei colleghi del Parlamento europeo, cioè del gruppo dei Verdi che ha sottoscritto la risoluzione in quella sede, è la liberazione di Aung San Suu-Syi, di tutti i prigionieri politici e delle persone arrestate nelle ultime ore e negli ultimi giorni in Myanmar e, soprattutto, l'impegno fermo ad agevolare una riconciliazione nazionale e un percorso verso la democrazia.
Spero che potremmo approfittare della Presidenza che...
PRESIDENTE. Onorevole De Zulueta, concluda.
TANA DE ZULUETA. ... avremo tra poco nel Consiglio di sicurezza per spingere con coerenza, anche nel momento in cui si spengono le luci, questi obiettivi in quella sede e in tutte le altre (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cioffi. Ne ha facoltà.
SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, signor Viceministro, a nome del gruppo dei Popolari-Udeur la ringrazio per la tempestività e la chiarezza con cui è venuto ad informarci sulla situazione in Myanmar. Siamo pienamente soddisfatti dei passi che sta facendo il nostro Governo per cercare di mettere freno a questa orribile situazione che si protrae ormai da quarantacinque anni.
È sotto gli occhi di tutti che a sfilare - fatto che ci ha colpito - non sono solamente i tanti monaci presenti nella ex Birmania, ma tutta una popolazione che ha il coraggio di sfilare insieme a loro. Ciò ha grande significato.
Grazie alle immagini trasmesse dai media di tutto il mondo ci si può rendere conto che in quel Paese il popolo è stanco della povertà, della non democrazia, dell'oppressione e, conseguentemente, comincia a reagire. Si tratta di un grande segnale, che dovrebbe dare forza a tutti i Paesi al fine di intervenire per porre fine a questa nefandezza che si protrae da anni.
Ricordo che l'immagine di quel giovane in piazza Tienanmen ha prodotto grandissimi risultati in passato: è cambiato il vento che spirava in Cina, ed è cambiato il percorso del popolo cinese. Noi ci auguriamo che le immagini che oggi provengono da questo Paese - chiediamo che vi sia grande visibilità di ciò che sta succedendo nel Paese - aiutino i Paesi a tenere giusti rapporti - mi riferisco in modo particolare a Paesi determinanti come India, Cina e Russia - e a lavorare affinché finisca questa orribile non democrazia.
Ormai il Paese è veramente allo stremo; basta vedere i dati che provengono da tempo e non solamente da adesso. È giunto davvero il momento di portare avanti ciò che è già iniziato. Bisogna apprezzare anche l'impegno profuso dall'ONU in questi giorni, che sta mandando dei suoi delegati per cercare di sensibilizzare la giunta militare.
Le sanzioni colpiscono sempre i più deboli; occorre perciò bloccare le importazioni di materiali pregiati e i contratti con le nostre aziende. Per quel che riguarda il turismo, molte volte mi sono posta il problema se chiudere il Paese al turismo internazionale sia utile o meno. Certamente è utile dal punto di vista economico perché in questo modo non si aiuta la giunta militare; però, anche non far conoscere la reale situazione del Paese potrebbe anche alla fine rivelarsi non utile. Occorre, a tale riguardo, che i nostri tour operator prestino una maggiore attenzione in modo che vi sia un'esatta rappresentazione di ciò che il Paese è, in maniera tale che si abbia sempre maggiore coscienza del dramma che vive questa popolazione.Pag. 74
È auspicabile che in questi giorni - con l'impegno del nostro Governo, e di tutti a livello multilaterale, e con un'accorta politica anche con l'India e la Cina, che credo stiano dimostrando di voler collaborare affinché si possa porre fine allo scempio di questo Paese - si possa arrivare a chiudere un periodo veramente triste. È necessario impegnarsi - lo chiedo non solo al nostro Parlamento tutto, ma in particolare alle mie colleghe parlamentari, visto che si tratta di una donna - a chiedere notizie chiare e certe, anche ai rappresentanti della Birmania in Italia, sulla sorte del premio Nobel, che ha dimostrato ancora una volta che cosa significhi essere una donna coraggiosa in politica.
La ringrazio, signor Viceministro, e ringrazio, anche a nome del gruppo Popolari-Udeur, il nostro Governo per l'impegno che sta manifestando in tal senso. Auspichiamo che l'Italia - come senz'altro sarà - abbia un ruolo estremamente importante per la ricerca della democrazia, della pace e del rispetto dei diritti umani.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente.
Programma dei lavori dell'Assemblea per il periodo ottobre-dicembre 2007 e calendario dei lavori per il mese di ottobre 2007.
PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per il periodo ottobre-dicembre 2007:
Ottobre:
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2272-ter - Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione (già articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 17 aprile 2007) (per il seguito della discussione sulle linee generali e per l'ulteriore seguito dell'esame).
Esame del disegno di legge n. 2549 - Concessione di un contributo finanziario alla Delegazione generale palestinese per il funzionamento della sede in Italia.
Esame della domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche dei deputati Cicu, D'Alema e Fassino nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di terzi (Doc. IV, n. 9).
Esame del Doc. IV-ter, n. 7 (Tiziana Parenti, deputato nella XIII legislatura) e del Doc. IV-quater, n. 23 (deputato Volontè) in materia di insindacabilità.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3025 - Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari (da inviare al Senato - scadenza: 6 novembre 2007).
Esame della nota di aggiornamento al documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2008-2011 (ove presentata dal Governo).
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2161 e abbinate - Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese;
proposta di legge n. 782 e abbinati - Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale.
Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2480-B - Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale nonché delega al GovernoPag. 75per la riforma del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
proposta di legge n. 550 ed abbinate - Riqualificazione e recupero dei centri storici;
proposta di legge costituzionale n. 553 e abbinate - Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (ove concluso dalla Commissione).
Esame delle mozioni:
Rigoni ed altri n. 1-00225 sulla promozione dei diritti umani e della democrazia nel quadro della Convenzione europea per i diritti dell'uomo e delle iniziative del Consiglio d'Europa;
Lulli ed altri n. 1-00030 e D'Agrò ed altri n. 1-00034 sulle iniziative per favorire la «tracciabilità» di prodotti importati.
Esame del disegno di legge n. 2692, delle proposte di legge n. 1731, 49 e delle ulteriori proposte di legge abbinate - Disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente. Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina.
Esame della mozione Volontè ed altri n. 1-00174 e Rampelli n. 1-00173 ed altri e sulle iniziative in materia di divieto di importazione di prodotti cinesi in relazione alle condizioni della manodopera impiegata.
Esame dei progetti di legge:
disegni di legge S. 1678 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2006 e S. 1679 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007 (ove trasmessi in tempo utile dal Senato);
proposta di legge n. 71 ed abbinate - Norme in materia previdenziale in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili;
proposta di legge n. 2303 - Agevolazioni fiscali e contributi per il sostegno del settore cinematografico e dell'audiovisivo.
Novembre:
Salvo rinvio ad altro mese, dopo l'apertura della sessione di bilancio, dei provvedimenti dai quali derivino oneri finanziari:
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nel calendario di ottobre e non conclusi.
Esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia finanziaria (ove presentato dal Governo).
Eventuale esame di disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica (ove presentati dal Governo alla Camera).
Esame del disegno di legge n. 2784 - Disposizioni penali contro il grave sfruttamento dell'attività lavorativa e interventi per contrastare lo sfruttamento di lavoratori irregolarmente presenti sul territorio nazionale (Approvato dal Senato).
Esame del disegno di legge n. 3062 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2007 e del Doc. LXXXVII, n. 2 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2006 (Approvati dal Senato).
Pag. 76Dicembre:
Eventuale seguito degli argomenti previsti per il mese di novembre e non conclusi.
Esame dei disegni di legge finanziaria e di bilancio.
Esame della proposta di legge n. 323 ed abbinata - Riforma del codice di procedura penale.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1318 - Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari di cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti di regione e dei membri delle giunte regionali.
Esame della proposta di legge n. 1451 ed abbinate - Disposizioni in materia di ineleggibilità e incandidabilità.
Nell'ambito del programma è previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni e dalla Giunta delle elezioni.
Il Parlamento in seduta comune potrà essere convocato per l'elezione di un giudice costituzionale.
A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il calendario dei lavori per il mese di ottobre 2007.
Prima di darne lettura ricordo che - come è già stato comunicato con lettera a tutti i deputati - secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei Presidenti di gruppo, a partire dal prossimo 1o ottobre sarà adottato in via sperimentale - salvo il periodo della sessione di bilancio in Aula - un nuovo modello organizzativo dei lavori della Camera.
Il nuovo schema di organizzazione si fa carico, tra l'altro, dell'obiettivo di garantire tempi certi e predeterminati per l'attività dell'Assemblea e delle Commissioni e di ampliare, nel contempo, i relativi spazi di lavoro, raccogliendo in tal modo esigenze più volte rappresentate in sede parlamentare.
In particolare, le sedute dell'Assemblea nelle quali sono previste votazioni si svolgeranno il martedì dalle 14 alle 21, il mercoledì dalle 10,40 alle 14 e dalle 17 alle 21 ed il giovedì dalle 10,40 alle 17,30 (il mercoledì ed il giovedì le votazioni avranno inizio alle 11, in modo tale da consentire alle Commissioni di lavorare fino a tale ora).
Do quindi lettura del calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di ottobre:
Lunedì 1o ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Seguito della discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2272-ter - Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione (già articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 17 aprile 2007).
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2549 - Concessione di un contributo finanziario alla Delegazione generale palestinese per il funzionamento della sede in Italia.
Martedì 2 (dalle 14 alle 21, con votazioni) e mercoledì 3 ottobre (dalle 10,40 alle 14 e dalle 17 alle 21, con votazioni a partire dalle 11):
Esame della domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche dei deputati Cicu, D'Alema e Fassino nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di terzi (Doc. IV, n. 9).
Esame del Doc. IV-ter, n. 7 (Tiziana Parenti, deputato nella XIII legislatura) e del Doc. IV-quater, n. 23 (deputato Volontè) in materia di insindacabilità.
Pag. 77Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 3025 - Conversione in legge del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari (da inviare al Senato - scadenza: 6 novembre 2007);
n. 2272-ter - Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione (già articoli 28, 29, 30 e 31 del disegno di legge n. 2272, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 17 aprile 2007);
n. 2549 - Concessione di un contributo finanziario alla Delegazione generale palestinese per il funzionamento della sede in Italia.
Giovedì 4 ottobre (dalle 10,40 alle 17,30, con eventuale prosecuzione pomeridiana e notturna, con votazioni a partire dalle 11):
Esame della nota di aggiornamento al documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2008-2011 (ove presentata dal Governo).
Seguito dell'esame degli argomenti previsti per i giorni precedenti e non conclusi.
Martedì 9 (dalle 14 alle 21, con votazioni), mercoledì 10 (dalle 10,40 alle 14 e dalle 17 alle 21, con votazioni a partire dalle 11) e giovedì 11 ottobre (dalle 10,40 alle 17,30, con votazioni a partire dalle 11):
Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2161 ed abbinate - Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese;
proposta di legge n. 782 ed abbinati - Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale.
Lunedì 15 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2480-B - Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale nonché delega al Governo per la riforma del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
proposta di legge n. 550 ed abbinate - Riqualificazione e recupero dei centri storici.
Martedì 16 (dalle 14 alle 21, con votazioni), mercoledì 17 (dalle 10,40 alle 14 e dalle 17 alle 21, con votazioni a partire dalle 11) e giovedì 18 ottobre (dalle 10,40 alle 17,30, con votazioni a partire dalle 11):
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2480-B - Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale nonché delega al Governo per la riforma del codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
proposta di legge n. 550 ed abbinate - Riqualificazione e recupero dei centri storici.
Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Lunedì 22 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 553 edPag. 78abbinate - Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (ove concluso dalla Commissione).
Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Rigoni ed altri n. 1-00225 sulla promozione dei diritti umani e della democrazia nel quadro della Convenzione europea per i diritti dell'uomo e delle iniziative del Consiglio d'Europa;
Lulli ed altri n. 1-00030 e D'Agrò ed altri n. 1-00034 sulle iniziative per favorire la «tracciabilità» di prodotti importati.
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2692, delle proposte di legge n. 1731, 49 e delle ulteriori proposte di legge abbinate - Disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente. Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina.
Discussione sulle linee generali della mozione Volontè ed altri n. 1-00174 e Rampelli n. 1-00173 ed altri e sulle iniziative in materia di divieto di importazione di prodotti cinesi in relazione alle condizioni della manodopera impiegata
Martedì 23 (dalle 14 alle 21, con votazioni), mercoledì 24 (dalle 10,40 alle 14 e dalle 17 alle 21, con votazioni a partire dalle 11) e giovedì 25 ottobre (dalle 10,40 alle 17,30, con votazioni a partire dalle 11):
Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 553 ed abbinate - Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (ove concluso dalla Commissione).
Seguito dell'esame delle mozioni:
Rigoni ed altri n. 1-00225 sulla promozione dei diritti umani e della democrazia nel quadro della Convenzione europea per i diritti dell'uomo e delle iniziative del Consiglio d'Europa;
Lulli ed altri n. 1-00030 e D'Agrò ed altri n. 1-00034 sulle iniziative per favorire la «tracciabilità» di prodotti importati.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2692, delle proposte di legge n. 1731, 49 e delle ulteriori proposte di legge abbinate - Disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente. Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina.
Seguito dell'esame della mozione Volontè ed altri n. 1-00174 e Rampelli n. 1-00173 ed altri e sulle iniziative in materia di divieto di importazione di prodotti cinesi in relazione alle condizioni della manodopera impiegata.
Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Lunedì 29 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegni di legge S. 1678 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2006 e S. 1679 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007 (ove trasmessi in tempo utile dal Senato);Pag. 79
proposta di legge n. 71 ed abbinate - Norme in materia previdenziale in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili;
proposta di legge n. 2303 - Agevolazioni fiscali e contributi per il sostegno del settore cinematografico e dell'audiovisivo.
Martedì 30 ottobre (dalle 14 alle 21, con votazioni) e mercoledì 31 ottobre (dalle 10,40 alle 14 e dalle 17 alle 21, con votazioni a partire dalle 11):
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegni di legge S. 1678 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2006 e S. 1679 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007 (ove trasmessi in tempo utile dal Senato);
proposta di legge n. 71 ed abbinate - Norme in materia previdenziale in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili;
proposta di legge n. 2303 - Agevolazioni fiscali e contributi per il sostegno del settore cinematografico e dell'audiovisivo.
Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Nelle sedute pomeridiane con votazioni, in relazione all'andamento dei lavori ed alla complessità dei provvedimenti all'esame dell'Assemblea, potrà essere prevista la prosecuzione notturna dei lavori, dandone preavviso ai gruppi.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni e dalla Giunta delle elezioni.
Si riserva altresì di inserire l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni.
Il Parlamento in seduta comune potrà essere convocato per l'elezione di un giudice costituzionale.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle 15).
Lo svolgimento di interrogazioni, di interpellanze e di interpellanze urgenti potrà essere previsto nella giornata del giovedì (dalle 17,30), del venerdì ed eventualmente del lunedì.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Il Presidente si riserva di definire l'organizzazione dei tempi relativi alla discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 553 ed abbinate, sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione.
BRUNO MELLANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, speravo che qualche presidente di gruppo avesse chiesto di esaminare già nelle prossime settimane due mozioni relative alla Birmania, una a mia prima firma, l'altra a prima firma della collega Paoletti Tangheroni.
Le chiedo, visto che i presidenti di gruppo, neanche il mio, hanno avuto la sensibilità di farlo, di far presente nella prossima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che credo sia urgente e necessario seguire la vicenda birmana con un'attenzione specifica, anche esaminando le mozioni che ho citato.
PRESIDENTE. Onorevole Mellano, sicuramente delle sue considerazioni siPag. 80potrà tener conto nella prossima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
Modifica nella composizione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione il deputato Giuseppe Calderola, in sostituzione del deputato Pietro Marcenaro, dimissionario.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che il presidente della Commissione affari costituzionali ha trasmesso alla Presidenza una lettera con la quale comunica, in relazione alla mancanza della prevista relazione tecnica, l'impossibilità di concludere in tempo utile l'esame in sede referente del testo unificato recante nuove norme sulla cittadinanza, di cui il calendario prevede la discussione generale nella seduta di domani, venerdì 28 settembre. Tale discussione, pertanto, come già comunicato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, non ha avrà luogo.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Venerdì 28 settembre 2007, alle 9,30:
Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 19,45.
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI PAOLA BALDUCCI E ROCCO PIGNATARO SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 3044
PAOLA BALDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor ministro, nell'esprimere il voto favorevole del gruppo dei Verdi al provvedimento confermiamo il nostro apprezzamento per l'impegno profuso dal ministro, per rispondere con forza e tempestività al fenomeno sempre più drammatico dell'insicurezza stradale, dell'aumento del numero delle vittime e al conseguente allarme sociale, al costo anche di natura economica che ne deriva.
Il decreto-legge che ci apprestiamo a convertire, recante «disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione» - come è stato ricordato più volte da tanti colleghi - è stato motivato all'inizio di agosto dall'urgenza di fronteggiare una situazione di grave allarme sociale, originata dai tanti e gravi incidenti stradali avvenuti negli ultimi tempi, vite spezzate, famiglie lasciate sole non solo nel dolore.
L'elevato numero di morti che si verifica ogni anno sulle strade rappresenta, sicuramente, un aspetto drammatico: l'Italia è ancora ben lontana dal raggiungimento degli obiettivi chiesti dall'Europa entro il 2010, cioè di ridurre di almeno del 50 per cento il tasso di decessi. E abbiamo anche il dovere di difendere le nuove generazioni, se è vero che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani fra i 14 ed i 25 anni.
Il gruppo dei Verdi ritiene che ci sia molto ancora da fare, ad esempio, in tema di sicurezza sulle due ruote, rammentando che l'Italia è la nazione europea dove è più pericoloso viaggiare in moto. Recenti dati hanno evidenziato come nel nostro Paese l'aumento degli incidenti su due ruote rappresenti, infatti, un preoccupante fenomeno che richiede, a mio avviso, un'attenta riflessione.Pag. 81
Le disposizioni contenute in questo decreto sono, in effetti, ispirate all'esigenza di tutelare efficacemente gli utenti della strada, soprattutto con riguardo ai comportamenti più pericolosi e, in certi casi, criminali, come l'eccessiva velocità e la guida in stato di ebbrezza.
Tuttavia, sebbene nessuno dubiti dell'esigenza di assicurare una maggiore sicurezza sulle strade, dobbiamo seriamente interrogarci sull'uso della sanzione penale e chiederci se attraverso l'introduzione di nuove fattispecie o l'inasprimento delle pene esistenti sia possibile orientare i comportamenti degli utenti sulle strade.
Ritengo, che la pena detentiva debba costituire sempre l'extrema ratio. Per questo, bisogna valutare positivamente la previsione delle sanzioni sostitutive di natura «educativa», come la possibilità di svolgere un'attività sociale gratuita e continuativa presso strutture sanitarie traumatologiche pubbliche.
Personalmente credo che non si possa attribuire alla sanzione penale un ruolo taumaturgico e sono convinta del fatto che sui comportamenti stradali possa incidere di più un sistema fondato su altri pilastri: informazione, potenziamento dei controlli, educazione stradale nelle scuole, formazione, come è stato detto, soprattutto al rispetto delle regole e alla legalità, riforma del sistema infrastrutturale e dei trasporti, senza mai dimenticare l'esigenza di una tutela effettiva delle vittime della strada.
Richiami all'informazione e al potenziamento dei controlli non mancano in questo decreto-legge, ma in futuro si potrà fare di più e anche meglio restituendo centralità al Parlamento, trattandosi di temi che non possono essere affrontati al meglio attraverso la legislazione emergenziale.
Penso, inoltre, che sia necessario riprendere il discorso sulle infrastrutture e dotare questo Paese di una più moderna politica dei trasporti, più ecosostenibile, non più basata soltanto sul trasporto su gomma, che metta al centro la necessità di intervenire con azioni mirate nel sistema della viabilità e trasporto urbano.
Ma è anche nostro dovere andare oltre e migliorare le forme di tutela delle vittime dei sinistri stradali, attraverso un più consistente sostegno economico alle famiglie colpite, le quali spesso si ritrovano sole, abbandonate al loro dolore, senza neppure un adeguato ristoro economico.
Concludo, ribadendo il voto favorevole del gruppo dei Verdi e auspicando altresì che al più presto riprenda la discussione sul disegno si legge n. 2480 e per una seria rivisitazione del codice della strada, con partecipazione coerente e responsabile di tutte le forze politiche.
ROCCO PIGNATARO. Onorevoli colleghi, condivido pienamente le perplessità e le preoccupazioni che da alcuni di voi sono state manifestate in Commissione sulla necessità di licenziare il provvedimento al nostro esame.
Sicuramente un'ambiguità di fondo esiste, perché nella seduta della scorsa settimana il Senato ha dapprima approvato, senza modificazioni, il decreto-legge in esame e, successivamente, ha approvato il disegno di legge trasmessogli a giugno dalla Camera sulla stessa materia, apportando in questo caso delle modifiche anche a disposizioni contenute nel decreto-legge.
È evidente quindi che vi siano tutti i presupposti per una sovrapposizione dei due strumenti normativi che sicuramente non aiuta e costituisce un pessimo modo di legiferare in una materia complessa e delicata come quella del codice della strada.
Di interventi «a spezzatino» al codice della strada ne abbiamo avuti anche troppi durante la scorsa legislatura, dieci per essere precisi, e sicuramente non sarò io a difendere la modalità di lavoro che è stata seguita sino a questo momento nel mettere mano alla normativa del codice stradale.
Detto questo, c'è però un aspetto di questa vicenda che deve farci riflettere ePag. 82indurci ad assumere un atteggiamento responsabile nell'affrontare questo argomento.
L'ultimo fine settimana d'estate, il penultimo di settembre, forse è stato un vero e proprio massacro, consumato a colpi di alcol e pirati e tutta la settimana è stata caratterizzata da eventi plurimortali, come quello avvenuto giovedì 20 settembre ad Orbetello (Grosseto), dove due sorelle di 16 e 17 anni e il loro nonno di 65, sono morti carbonizzati nella Fiat Panda tamponata violentemente da un camion, sull'Aurelia, su uno svincolo.
Venerdì pomeriggio l'orrore si è poi consumato sulla SS 75-bis, a Taverne di Corciano (Perugia), dove un motociclista si è scontrato - non si sa il perché - con un camion e nel violentissimo impatto il centauro ha riportato l'amputazione di un braccio ed una gamba, ed ora lotta per la vita al «Silvestrini».
Un altro motociclista, venticinquenne, è morto a Messina, nell'impatto tra la sua Yamaha 600 ed una Lancia Y, condotta da una ragazza rimasta illesa.
Il terzo motociclista ha perso la vita a Lovoleto di Granarolo (Bologna), sulla Porrettana. In sella alla sua Honda CBR, il trentaquattrenne è rimasto ucciso nello scontro frontale con tre diverse auto: prima ha urtato una Fiat 600, poi una Opel Corsa ed ha finito la sua corsa contro una Mercedes. Quando l'automedica del 118 è arrivata sul posto, il giovane era già morto.
Più o meno alla stessa ora, sempre venerdì, un motociclista di 52 anni, è stato investito a Busto Arsizio (Varese) dal camion condotto da un brasiliano trentanovenne.
A Campi Bisenzio (Firenze), una ragazza di 27 anni alla guida della propria Polo, ha invaso la corsia opposta centrando la Panda con a bordo una coppia. La ragazza investita, 22 anni, è morta sul colpo, mentre il fidanzato versa in gravissime condizioni al policlinico di Careggi. I carabinieri, giunti sul posto, hanno sottoposto l'investitrice al test per cannabinoidi, che è risultato positivo. Per lei è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza ed omicidio colposo. Per estrarre dalle lamiere il corpo della vittima sanitari, vigili del fuoco e militari hanno lavorato per circa un'ora.
Un altro motociclista è morto sabato a Darfo Boario Terme (Brescia): qui Luca Dangolini, 30 anni, si è scontrato lateralmente con l'auto di una sua concittadina di 39 anni. Dopo il lieve impatto, l'Honda CBR 600 avrebbe cominciato a sbacchettare e, mentre l'auto si fermava senza conseguenze, lui rovinava a terra dopo essere stato disarcionato. L'impatto con l'asfalto gli è stato fatale.
A Roma, una donna di 57 anni si trovava a bordo dell'auto, guidata da un'amica, finita frontalmente contro un altro veicolo durante il sorpasso di un autobus. È morta poco dopo il ricovero al Policlinico Tor Vergata.
Ma l'incidente più grave è avvenuto nel pomeriggio di sabato a Lido delle Nazioni (Ferrara), dove il camion condotto da un pirata rumeno sulla Romea, in stato di ebbrezza, ha letteralmente travolto l'auto su cui viaggiavano una donna ferrarese di 44 anni e un uomo di 46, originario di Firenze. Il trasportatore ha proseguito la sua corsa, investendo altre due auto, tra cui quella di un agente di polizia di Chioggia, rimasto incolume grazie alla cintura di sicurezza, che provenivano tutte dalla parte opposta. I passeggeri della prima vettura sono morti per il violentissimo impatto, mentre nei due successivi incidenti si conta un solo ferito grave. Una pattuglia di motociclisti della Polizia stradale di Codigoro ha inseguito e bloccato il camionista, poi arrestato.
Sicuramente si sarebbe potuta evitare la sovrapposizione di due provvedimenti identici, anche se vengono reinserite nel decreto-legge alcune delle disposizioni che erano state espunte nel corso dell'esame del disegno di legge ordinario, ma se il contenuto normativo del provvedimento al nostro esame può essere considerato alla stregua di una normativa «ponte», tenuto conto che la Camera avvierà a breve anche l'esame del disegno di legge n. 2480, nel testo modificato dal Senato, non credo chePag. 83la scelta migliore, proprio per la situazione di emergenza che stiamo vivendo, sia quella di far decadere il provvedimento al nostro esame.
I cittadini hanno bisogno di un segnale forte e, se è vero che in questo decreto esistono delle norme che devono essere migliorate, è anche vero che il provvedimento scade il 3 ottobre e non possiamo permetterci il rischio che gli effetti sprigionati dal decreto, pur nella loro problematicità, vadano perduti.
Per questo, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole del nostro gruppo.
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO
Ddl n. 2272-ter - Disposizioni in materia di pubblica istruzione
Tempo complessivo: 20 ore e 30 minuti, di cui:
- discussione generale: 11 ore e 30 minuti (*);
- seguito dell'esame: 9 ore.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti | |
Interventi a titolo personale | 2 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 29 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 38 minuti | 6 ore e 11 minuti |
L'Ulivo | 31 minuti | 1 ora e 2 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 18 minuti | 1 ora e 2 minuti |
Alleanza Nazionale | 55 minuti | 41 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 30 minuti | 22 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 44 minuti | 31 minuti |
Lega Nord Padania | 38 minuti | 25 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 30 minuti | 17 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 16 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 15 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti | 15 minuti |
Verdi | 30 minuti | 15 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 15 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 32 minuti | 20 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
15 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta dell'11 settembre.
Ddl n. 2549 - Contributo Delegazione generale palestinese
Tempo complessivo: 18 ore e 30 minuti, di cui:
- discussione generale: 11 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 2 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 38 minuti | 4 ore e 49 minuti |
L'Ulivo | 31 minuti | 46 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 18 minuti | 48 minuti |
Alleanza Nazionale | 55 minuti | 32 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 30 minuti | 17 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 44 minuti | 24 minuti |
Lega Nord Padania | 38 minuti | 20 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 30 minuti | 13 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 13 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 12 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti | 12 minuti |
Verdi | 30 minuti | 12 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 12 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 32 minuti | 16 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
12 minuti (Movimento per l'Autonomia: 4 minuti; Minoranze linguistiche 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti; La Destra: 2 minuti) |
Doc. IV, n. 9 - Utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche
(Deputati Cicu, D'Alema e Fassino)
Tempo complessivo: 6 ore e 10 minuti (*).
Relatori | 30 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 58 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 22 minuti |
L'Ulivo | 50 minuti |
Forza Italia | 37 minuti |
Alleanza Nazionale | 24 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 18 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 17 minuti |
Lega Nord Padania | 14 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 13 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Italia dei Valori | 13 minuti |
Verdi | 12 minuti |
Popolari-Udeur | 12 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 10 minuti |
Misto | 15 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti al gruppo di appartenenza per ciascuno dei deputati interessati.
Nota di aggiornamento al documento di programmazione economico - finanziaria
Tempo complessivo: 4 ore e 5 minuti (*)
Gruppi | Totale |
L'Ulivo | 30 minuti |
Forza Italia | 30 minuti |
Alleanza Nazionale | 26 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 15 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Italia dei Valori | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 11 minuti |
Misto | 15 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
(*) Il tempo complessivo è stato ripartito attribuendo a ciascun gruppo una quota fissa pari a 10 minuti (per un totale di 2 ore e 20 minuti) e una quota proporzionale alla consistenza degli stessi (per un totale sempre di 2 ore e 20 minuti, fino ad un tempo massimo pari a 30 minuti per ciascun gruppo).
Pag. 88Ddl n. 2161 e abb. - Modernizzazione delle amministrazioni pubbliche
Seguito esame: 12 ore e 30 minuti.
Relatore | 30 minuti |
Governo | 30 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 58 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 22 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 21 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 23 minuti |
Alleanza Nazionale | 55 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 29 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 41 minuti |
Lega Nord Padania | 34 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 22 minuti |
La Rosa nel Pugno | 21 minuti |
Comunisti Italiani | 21 minuti |
Italia dei Valori | 21 minuti |
Verdi | 20 minuti |
Popolari-Udeur | 20 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 27 minuti |
Misto | 27 minuti (Movimento per l'Autonomia: 9 minuti; Repubblicani, Liberali; Minoranze linguistiche: 8 minuti; Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
Pdl n. 782 e abb. - Accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale
Seguito dell'esame: 10 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 39 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 1 minuto |
L'Ulivo | 1 ora e 21 minuti |
Forza Italia | 1 ora |
Alleanza Nazionale | 38 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 29 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 28 minuti |
Lega Nord Padania | 22 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 22 minuti |
La Rosa nel Pugno | 21 minuti |
Comunisti Italiani | 21 minuti |
Italia dei Valori | 21 minuti |
Verdi | 20 minuti |
Popolari-Udeur | 20 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 17 minuti |
Misto | 21 minuti (Movimento per l'Autonomia:7 minuti; Minoranze linguistiche 6 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori:4 minuti; La Destra: 4 minuti) |
Ddl n. 2480-B - Sicurezza e circolazione stradale
Tempo complessivo: 19 ore, di cui:
- discussione generale: 11 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 15 minuti |
Governo | 20 minuti | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 45 minuti |
Interventi a titolo personale | 2 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 38 minuti | 5 ore e 2 minuti |
L'Ulivo | 31 minuti | 50 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 18 minuti | 51 minuti |
Alleanza Nazionale | 55 minuti | 33 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 30 minuti | 18 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 44 minuti | 25 minuti |
Lega Nord Padania | 38 minuti | 20 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 30 minuti | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 13 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 13 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti | 13 minuti |
Verdi | 30 minuti | 12 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 12 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 32 minuti | 16 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
12 minuti (Movimento per l'Autonomia: 4 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti; La Destra: 2 minuti) |
Pdl n. 550 e abb. - Riqualificazione centri storici
Tempo complessivo: 17 ore e 30 minuti di cui:
- discussione generale: 10 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 50 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 5 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 50 minuti | 4 ore e 50 minuti |
L'Ulivo | 46 minuti | 53 minuti |
Forza Italia | 41 minuti | 40 minuti |
Alleanza Nazionale | 36 minuti | 26 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 33 minuti | 20 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 33 minuti | 19 minuti |
Lega Nord Padania | 32 minuti | 16 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 32 minuti | 16 minuti |
La Rosa nel Pugno | 32 minuti | 15 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 15 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 15 minuti |
Verdi | 31 minuti | 14 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti | 14 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 31 minuti | 12 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
15 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
Mozione n. 1-00225 - Promozione diritti umani e democrazia
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore e 15 minuti (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 35 minuti |
L'Ulivo | 52 minuti |
Forza Italia | 39 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 15 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 14 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 11 minuti |
Misto | 13 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti; La Destra: 2 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Mozioni nn. 1-00030 e 1-00034 - "Tracciabilità" prodotti importati
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore e 15 minuti (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 35 minuti |
L'Ulivo | 52 minuti |
Forza Italia | 39 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 15 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 14 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 11 minuti |
Misto | 13 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti; La Destra: 2 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.
Ddl n. 2692, pdl nn. 1731, 49 e abb. - Delitti contro l'ambiente
Discussione generale: 11 ore e 30 minuti.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 2 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 38 minuti |
L'Ulivo | 31 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 18 minuti |
Alleanza Nazionale | 55 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 30 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 44 minuti |
Lega Nord Padania | 38 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 30 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti |
Verdi | 30 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 32 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
Mozioni nn. 1-00173 e 1-00174 -Divieto di importazione di prodotti cinesi in relazione alle condizioni della manodopera impiegata
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore e 15 minuti (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 35 minuti |
L'Ulivo | 52 minuti |
Forza Italia | 39 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 15 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 14 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 11 minuti |
Misto | 13 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti; La Destra: 2 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.
Ddl S. 1678 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per il 2006
Ddl S. 1679 - Assestamento del bilancio dello Stato per il 2007
Tempo complessivo: 18 ore, di cui:
- discussione generale: 11 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 15 minuti | 15 minuti |
Governo | 15 minuti | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti | |
Interventi a titolo personale | 2 ora e 5 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 5 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 45 minuti | 4 ore e 35 minuti |
L'Ulivo | 34 minuti | 45 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 20 minuti | 46 minuti |
Alleanza Nazionale | 56 minuti | 30 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 31 minuti | 16 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 44 minuti | 23 minuti |
Lega Nord Padania | 38 minuti | 19 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 30 minuti | 12 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 12 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 11 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti | 11 minuti |
Verdi | 30 minuti | 11 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 11 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 32 minuti | 15 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
13 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 2 minuti; La Destra: 2 minuti) |
Pdl n. 71 e abb. - Norme in materia previdenziale in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili
Tempo complessivo: 18 ore di cui:
- discussione generale: 10 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 50 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 50 minuti | 5 ore e 12 minuti |
L'Ulivo | 46 minuti | 1 ora |
Forza Italia | 41 minuti | 44 minuti |
Alleanza Nazionale | 36 minuti | 28 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 33 minuti | 21 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 33 minuti | 21 minuti |
Lega Nord Padania | 32 minuti | 17 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 32 minuti | 17 minuti |
La Rosa nel Pugno | 32 minuti | 16 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 15 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 15 minuti |
Verdi | 31 minuti | 15 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti | 15 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 31 minuti | 13 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
15 minuti (Movimento per l'Autonomia: 5 minuti; Minoranze linguistiche: 4 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
Pdl n. 2303 - Contributi settore cinematografico e audiovisivo
Tempo complessivo: 18 ore e 30 minuti, di cui:
- discussione generale: 10 ore e 30 minuti;
- seguito dell'esame: 8 ore.
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 20 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 50 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) | 1 ora e 16 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 50 minuti | 5 ore e 39 minuti |
L'Ulivo | 46 minuti | 1 ora e 5 minuti |
Forza Italia | 41 minuti | 48 minuti |
Alleanza Nazionale | 36 minuti | 31 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 33 minuti | 23 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 33 minuti | 22 minuti |
Lega Nord Padania | 32 minuti | 18 minuti |
Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo | 32 minuti | 18 minuti |
La Rosa nel Pugno | 32 minuti | 17 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 17 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 17 minuti |
Verdi | 31 minuti | 16 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti | 16 minuti |
DCA - Democrazia Cristiana per le Autonomie - Partito Socialista - Nuovo PSI | 31 minuti | 14 minuti |
Misto | 30 minuti (Movimento per l'Autonomia: 11 minuti; Minoranze linguistiche: 9 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 5 minuti; La Destra: 5 minuti) |
17 minuti (Movimento per l'Autonomia: 6 minuti; Minoranze linguistiche: 5 minuti; Repubblicani, Liberali, Riformatori: 3 minuti; La Destra: 3 minuti) |
Il Presidente si riserva di definire l'organizzazione dei tempi relativi alla discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 553 ed abbinate, sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 3044 - articolo agg. 01.01 | 386 | 384 | 2 | 193 | 159 | 225 | 79 | Resp. |
2 | Nom. | em. 1.8 | 414 | 412 | 2 | 207 | 184 | 228 | 79 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.30 | 419 | 417 | 2 | 209 | 191 | 226 | 78 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.1 | 431 | 429 | 2 | 215 | 188 | 241 | 78 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.2 | 413 | 412 | 1 | 207 | 187 | 225 | 78 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.3 | 429 | 429 | 215 | 202 | 227 | 78 | Resp. | |
7 | Nom. | em. 1.4 | 435 | 435 | 218 | 207 | 228 | 78 | Resp. | |
8 | Nom. | em. 1.5 | 442 | 441 | 1 | 221 | 185 | 256 | 78 | Resp. |
9 | Nom. | em. 1.6, 1.7 | 445 | 445 | 223 | 193 | 252 | 77 | Resp. | |
10 | Nom. | em. 2.1 | 445 | 445 | 223 | 193 | 252 | 77 | Resp. | |
11 | Nom. | em. 2.3, 2.30 | 451 | 450 | 1 | 226 | 223 | 227 | 76 | Resp. |
12 | Nom. | em. 2.4 | 451 | 451 | 226 | 234 | 217 | 76 | Appr. | |
13 | Nom. | em. 2.16 rif. | 363 | 299 | 64 | 150 | 249 | 50 | 85 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 3.30 | 380 | 371 | 9 | 186 | 24 | 347 | 84 | Resp. |
15 | Nom. | em. 3.34 rif. | 385 | 382 | 3 | 192 | 379 | 3 | 84 | Appr. |
16 | Nom. | em. 3.10 | 376 | 373 | 3 | 187 | 82 | 291 | 83 | Resp. |
17 | Nom. | em. 3.13 | 371 | 367 | 4 | 184 | 58 | 309 | 83 | Resp. |
18 | Nom. | articolo agg. 3.02 rif. | 369 | 366 | 3 | 184 | 353 | 13 | 83 | Appr. |
19 | Nom. | em. 4.5 | 378 | 371 | 7 | 186 | 53 | 318 | 83 | Resp. |
20 | Nom. | em. 4.4 | 377 | 369 | 8 | 185 | 41 | 328 | 83 | Resp. |
21 | Nom. | em. 5.32 | 362 | 358 | 4 | 180 | 24 | 334 | 83 | Resp. |
22 | Nom. | em. 5.1 | 358 | 353 | 5 | 177 | 18 | 335 | 83 | Resp. |
23 | Nom. | em. 5.2, 5.3 | 370 | 367 | 3 | 184 | 360 | 7 | 83 | Appr. |
24 | Nom. | em. 5.5 | 371 | 366 | 5 | 184 | 33 | 333 | 83 | Resp. |
25 | Nom. | em. 5.100 | 370 | 370 | 186 | 337 | 33 | 82 | Appr. | |
26 | Nom. | em. 5.16 | 366 | 362 | 4 | 182 | 54 | 308 | 82 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 31 | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 5.18 | 377 | 377 | 189 | 355 | 22 | 82 | Appr. | |
28 | Nom. | em. 6.2 | 359 | 356 | 3 | 179 | 339 | 17 | 82 | Appr. |
29 | Nom. | articolo agg. 6.04 rif. | 347 | 345 | 2 | 173 | 336 | 9 | 82 | Appr. |
30 | Nom. | articolo agg. 6.012 rif. | 364 | 359 | 5 | 180 | 354 | 5 | 82 | Appr. |
31 | Nom. | ddl 3044 - voto finale | 323 | 242 | 81 | 122 | 230 | 12 | 82 | Appr. |