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XV LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 27 di martedì 18 luglio 2006
Pag. VPRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
La seduta comincia alle 9.
La Camera approva il processo verbale della seduta del 13 luglio 2006.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunica che i deputati in missione sono quarantanove.
Discussione del disegno di legge: Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (A.C. 1288).
PRESIDENTE. Avverte che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 6 luglio 2006.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
UMBERTO RANIERI (Ulivo), Relatore per la III Commissione. Ricorda che il disegno di legge in discussione è volto a disciplinare la prosecuzione della partecipazione italiana alle missioni internazionali, nel quadro del rigoroso rispetto dell'articolo 11 della Costituzione e dei principi sanciti dal diritto internazionale. Ritiene peraltro opportuna una riflessione critica sui limiti che hanno connotato la strategia di contrasto del terrorismo seguita negli ultimi anni dalla comunità internazionale, evidenziando, tra l'altro, il carattere unilateralistico dell'azione condotta in tale contesto dagli Stati Uniti d'America.
Nel sottolineare, in particolare, l'importanza della prosecuzione dell'impegno italiano in Darfur e nei Balcani, osserva che la decisione del Governo di porre termine alla missione in Iraq non determinerà una riduzione del sostegno al processo di riorganizzazione e stabilizzazione democratica di tale paese.
ROBERTA PINOTTI (Ulivo), Relatore per la IV Commissione. Sottolinea che le disposizioni del disegno di legge in esame si pongono il duplice obiettivo di definire lo stato giuridico ed il trattamento economico dei militari italiani impegnati in varie missioni all'estero e di autorizzare la prosecuzione della partecipazione delle Forze armate italiane a tali missioni. Osservato che la materia potrebbe essere più opportunamente disciplinata da una legge-quadro, esprime preoccupazione per l'applicabilità ai militari impegnati all'estero di talune norme del codice penale militare di guerra, sollecitando il Governo a predisporre un disegno di legge volto a garantire il recepimento degli istituti del diritto umanitario.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Avverte che il Governo si riserva di intervenire in replica.
GREGORIO FONTANA (FI). Osservato che alcuni gruppi della maggioranza hanno posizioni nettamente contrarie alla politica estera sinora seguita dall'Italia, preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in discussione per motivazioni del tutto opposte a quelle che hanno ispirato la mozione Sereni n. 1 -00014. Sottolinea altresì che la posizione dei deputati del centrodestra è assolutamente coerente con le linee di politica estera dei maggiori Stati occidentali, volte alla salvaguardia della democrazia e della libertà.
PIETRO FOLENA (RC-SE). Nell'esprimere un giudizio nettamente critico sulla guerra in Iraq, sottolinea che l'intervento militare nell'area mediorientale ha radicalizzato i contrasti e fomentato l'integralismo. Nel ritenere che la logica della guerra sia assolutamente incompatibile con i principi della democrazia, reputa tuttavia necessaria l'affermazione di un'ingerenza umanitaria non violenta e democratica, auspicando un confronto parlamentare senza posizioni pregiudiziali, sull'opportunità di una strada diversa per contrastare il fondamentalismo e per affrontare i problemi del medio oriente basata sulla convinzione che per decenni l'Occidente ha trascurato ogni possibilità di offrire una soluzione politica rispetto all'esigenza di creare uno Stato palestinese.
CARMELO BRIGUGLIO (AN). Nel preannunziare che il suo gruppo esprimerà un orientamento favorevole sul disegno di legge in discussione, giudica incaute le dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio, secondo il quale i reparti militari italiani impegnati in Iraq sarebbero truppe di occupazione; sottolinea, inoltre, l'incoerenza e le contraddizioni che connotano le forze politiche della maggioranza in tema di missioni internazionali e, più in generale, di politica estera.
FRANCESCO MONACO (Ulivo). Sottolineati gli elementi di discontinuità - prevalentemente riferibili al multilateralismo e all'ancoraggio all'Unione europea - della politica estera perseguita dal Governo rispetto a quella attuata dal precedente Esecutivo di centrodestra, condivide le scelte di procedere al ritiro del contingente militare impegnato in Iraq e di rifinanziare, invece, le missioni internazionali di pace aventi carattere umanitario.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
GIACOMO MANCINI (RosanelPugno). Sottolineata l'opportunità di rafforzare il ruolo dell'Unione europea sul piano internazionale, manifesta apprezzamento per la posizione assunta dal Governo in seno al G8 relativamente alla crisi mediorientale, ritenendo che l'impegno a favore della stabilizzazione dell'area non potrà che accrescere il ruolo internazionale del nostro Paese.
FRANCESCO BOSI (UDC). Nel ribadire pieno sostegno alle missioni internazionali alle quali partecipano militari italiani, richiamandone le finalità umanitarie, preannunzia voto favorevole sul disegno di legge in discussione; manifesta tuttavia preoccupazione per le strumentali dichiarazioni sulla missione militare in Iraq rese da taluni esponenti della maggioranza, pur apprezzando la proposta avanzata dal Presidente del Consiglio sulla creazione di una forza di interposizione che contribuisca a ristabilire la pace tra Libano ed Israele.
ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Rilevato che la fedeltà all'articolo 11 della Costituzione non è incompatibile con il rispetto degli impegni internazionali, valuta positivamente l'annunciato ritiro delle truppe italiane dall'Iraq e manifesta piena condivisione per il punto della mozione Sereni n. 1 -00014 volto a promuovere in ambito ONU e NATO una verifica sui risultati della presenza internazionale in Afghanistan.
GRAZIA FRANCESCATO (Verdi). Preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in esame, soprattutto in riferimento alla decisione di porre fine alla missione in Iraq che sancisce un elemento di forte discontinuità rispetto alla politica estera del precedente Esecutivo. Ritiene inoltre necessaria una più ampia riflessione sui risultati della missione in Afghanistan alla luce del rapido deterioramento della situazione politica in quel paese.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
GRAZIA FRANCESCATO (Verdi). Manifesta inoltre apprezzamento per il fatto Pag. VIIche il provvedimento affronta in maniera ampia il problema dell'insorgenza di patologie legate all'utilizzazione dell'uranio impoverito nei militari impegnati nelle missioni multinazionali.
MAURO DEL BUE (DC-PS). Nel rilevare le divergenze e le contraddizioni che connotano le prese di posizione delle forze politiche della maggioranza sui temi della politica estera, preannunzia che sulle questioni attinenti al ruolo internazionale del Paese il suo gruppo responsabilmente non farà mancare il proprio sostegno, manifestando condivisione per alcune parti della mozione Sereni n. 1 -00014. Auspica comunque che il Governo faccia chiarezza al suo interno sui temi della politica internazionale, per assicurare l'indispensabile continuità sulle scelte chiave della politica estera del Paese.
PASQUALINO GIUDITTA (Pop-Udeur). Nel condividere pienamente il contenuto del disegno di legge in discussione, sottolinea che il suo gruppo ritiene necessaria l'unità e la compattezza della maggioranza in materia di politica estera, in un contesto di continuità con la scelta europeistica ed atlantica compiuta fin dall'inizio del periodo repubblicano, segnatamente, da illustri rappresentanti della Democrazia cristiana.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI (FI). Nel preannunziare con convinzione voto favorevole sul disegno di legge in discussione, osserva che nella complessa situazione internazionale appaiano di assoluta evidenza la globalizzazione della politica estera e l'interdipendenza tra i diversi scenari di guerra. Rilevato altresì che il provvedimento in esame appare ispirato ad una logica di continuità con le scelte compiute negli ultimi anni, esprime apprezzamento, in particolare, per la prosecuzione della missione in Afghanistan.
LUANA ZANELLA (Verdi). Osservato che il previsto ritiro del contingente italiano dall'Iraq rappresenta un significativo elemento di discontinuità rispetto alla politica perseguita dal precedente Governo di centrodestra, sottolinea la necessità di procedere ad un'attenta valutazione delle altre missioni internazionali in atto; prospetta altresì l'opportunità di promuovere iniziative volte a favorire una «strategia di uscita» dall'Afghanistan, ove sono in corso operazioni, anche militari, sulle quali esprime forti perplessità.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Paventati i rischi connessi ad un'eventuale sottovalutazione della drammatica situazione esistente in Medio Oriente, sottolinea la necessità di garantire la coesistenza, in condizioni di sicurezza, dello Stato di Israele e di un autonomo Stato palestinese; ricordati, inoltre, gli elementi di discontinuità contenuti nel provvedimento in discussone - tra l'altro con riferimento al prospettato ritiro del contingente italiano operante in Iraq nonché alla generale applicazione del codice penale militare di pace -, rileva peraltro che esso garantisce una coerente applicazione dell'articolo 11 della Costituzione. Auspica, infine, che sul disegno di legge, sul quale preannunzia che il suo gruppo esprimerà voto favorevole, si registri l'unanime assenso nei gruppi parlamentari.
GERARDO BIANCO (Ulivo). Nel ritenere che un ordine mondiale ispirato a principi di giustizia consentirebbe di avviare il dialogo in Medio Oriente, unico modo per favorire la pacificazione dell'area, auspica che il Governo persegua una politica di pace e di rafforzamento del ruolo internazionale dell'Unione europea.
MARCO ZACCHERA (AN). Evidenziate le profonde divergenze esistenti all'interno della maggioranza in tema di politica internazionale e di partecipazione di contingenti militari italiani a missioni di pace, lamenta l'atteggiamento strumentale e poco lungimirante assunto in materia dal Governo, stante la necessità di compiere scelte di lungo periodo per garantire la stabilizzazione della democrazia e della pace nei paesi in cui si diffonde l'islamismo Pag. VIIIradicale. Preannunzia infine il voto favorevole dei deputati del suo gruppo sul disegno di legge in discussione.
ARNOLD CASSOLA (Verdi). Osservato che l'Italia deve profondere il suo impegno a favore della pace nelle sedi internazionali multilaterali, segnatamente l'ONU e l'Unione europea, auspica l'approvazione del disegno di legge in discussione.
DARIO RIVOLTA (FI). Rilevato che, anche alla luce della situazione di instabilità nel Medio Oriente, sarebbe stato necessario un incremento della presenza militare internazionale in Afghanistan, ritiene non condivisibile la decisione di ritirare il contingente italiano dall'Iraq.
DANIELE CAPEZZONE (Rosa nel Pugno). Nel preannunziare il voto favorevole del suo gruppo al disegno di legge in discussione, osserva che di fronte alle situazioni di crisi che si registrano a livello internazionale non si possono compiere esclusivamente scelte basate sul disimpegno, ma sono necessarie azioni di politica estera ambiziose e fondate su una strategia chiara, finalizzate, tra l'altro, a diffondere anche nei paesi retti da regimi totalitari i valori della democrazia e del rispetto dei diritti umani.
ELETTRA DEIANA (RC-SE). Osservato che la decisione di ritirare il contingente italiano dall'Iraq rappresenta un elemento di discontinuità con la politica estera del precedente Governo, sottolinea di non condividere la permanenza delle truppe in Afghanistan, territorio in cui si perpetrano stragi di civili e sta crescendo il potere dei Talebani. Giudica altresì disastrose e del tutto inefficaci a realizzare processi di pacificazione sia la funzione legittimante dell'ONU nei confronti delle guerre di aggressione sia l'attività svolta da un'organizzazione militare come la NATO.
FRANCESCO SAVERIO GAROFANI (Ulivo). Osservato che il contrasto al terrorismo fondamentalista e la soluzione delle crisi internazionali devono essere affidati ad iniziative multilaterali e governate da organismi sovranazionali, sottolinea che le missioni militari italiane in aree, quali l'Africa e i Balcani, sono ampiamente condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, unite anche nel criticare i negativi effetti dell'unilateralismo statunitense, il cui fallimento in Iraq è del tutto evidente.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI
FRANCESCO SAVERIO GAROFANI (Ulivo). Giudica tuttavia un grave errore politico equiparare la missione in Iraq con quella in Afghanistan, osservando che il disegno di legge in discussione rappresenta un valido punto di equilibrio per realizzare la necessaria continuità in materia di politica estera e affermando nel contempo la necessaria ricollocazione dell'Italia nel tradizionale filone europeista e multilaterale.
OSVALDO NAPOLI (FI). Osservato che il Governo Berlusconi ha sviluppato in cinque anni una linea di politica estera che ha accresciuto il prestigio e la considerazione dell'Italia a livello internazionale, esprime sconcerto per l'intervento del Presidente della Camera e del Capo dello Stato a sostegno di una maggioranza vacillante su fondamentali scelte di politica estera. Nel sottolineare il costante appoggio della Casa delle libertà e del gruppo di Forza Italia all'attività dei militari coinvolti in missioni internazionali, osserva che il provvedimento in discussione si muove in una logica di continuità per assolvere ad impegni precedentemente assunti.
KHALED FOUAD ALLAM (Ulivo). Ricordato il carattere totalitario ed intollerante del regime politico che i talebani avevano instaurato in Afghanistan, dichiara di sostenere le missioni internazionali volte a salvaguardare la libertà e la democrazia nel predetto Paese.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (FI). Sottolineata l'opportunità di compiere una chiara scelta di campo in favore dello Stato di Israele, giudica al riguardo ambigua e contraddittoria la posizione assunta dal Governo e dalla maggioranza che lo sostiene; osservato, inoltre, che l'impegno italiano in Iraq ed Afghanistan è finalizzato a garantire l'ordine e la sicurezza pubblica, nonché la transizione verso regimi pienamente democratici, ritiene inadeguato e retorico il mero richiamo al multilateralismo ed al ruolo delle Nazioni Unite.
ARTURO SCOTTO (Ulivo). Rilevato che la linea politica sottesa alla mozione Sereni n. 1-00014 è coerente con l'articolo 11 della Costituzione, condivide l'opportunità di promuovere, nelle competenti sedi internazionali, una approfondita riflessione sulle missioni in atto in Afghanistan; ritiene altresì essenziale che la politica estera italiana sia ancorata al multilateralismo ed alle scelte compiute dall'Unione europea.
MICHELE TUCCI (UDC). Osservato che le posizioni assunte dalle forze politiche del centrodestra sono coerenti con i principi della responsabilità internazionale e della solidarietà verso le popolazioni civili, lamenta che la sinistra antagonista ha imposto al Governo una linea politica connotata da ambiguità e che di fatto svilisce il significato strategico e geopolitico delle missioni internazionali in atto; ritiene, inoltre, che ove la maggioranza non si dimostri autosufficiente nel consentire l'approvazione del disegno di legge in discussione, l'Esecutivo dovrebbe rassegnare le dimissioni.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Nel ritenere che non sia necessaria la generale condivisione, da parte della maggioranza, della politica estera perseguita dall'Esecutivo, giudica prioritari gli impegni e le missioni internazionali aventi carattere multilaterale, segnatamente con riferimento a quelle condotte sotto l'egida delle Nazioni Unite: è pertanto coerente, a suo avviso, la scelta di ritirare il contingente impegnato in Iraq, confermando invece, nel contempo, la partecipazione italiana alla missione in atto in Afghanistan, ove peraltro la situazione presenta significativi elementi di criticità.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Avverte altresì che la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1041 avrà luogo al termine dell'informativa urgente del Governo.
Sospende la seduta fino alle 15,30.
La seduta, sospesa alle 14,55, è ripresa alle 15,35.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono cinquanta.
Deliberazione sulla richiesta di stralcio relativa alle proposte di legge nn. 525, 662, 663, 665, 1122, 1266, 1323 e 1333.
PRESIDENTE. Avverte che la II Commissione, nel corso dell'esame delle proposte di legge n. 525 ed abbinate, in materia di concessione di amnistia e indulto, ha deliberato di chiedere all'Assemblea lo stralcio delle disposizioni in materia di amnistia (vedi resoconto stenografico pag. 69).
Sulla proposta di stralcio intervengono i deputati MASSIMO DONADI (IdV), MARCO BOATO (Verdi), IGNAZIO LA RUSSA (AN), FRANCESCO FORGIONE (RC-SE), Pag. XPIER FERDINANDO CASINI (UDC), ENRICO BUEMI (RosanelPugno) e CAROLINA LUSSANA (LNP).
Preavviso di votazioni elettroniche senza registrazione di nomi.
PRESIDENTE. Avverte che decorre da questo momento il termine regolamentare di preavviso per le votazioni elettroniche senza registrazioni di nomi.
Si riprende la discussione.
Dopo ulteriori interventi dei deputati SILVIO CRAPOLICCHIO (Com.It), ALESSANDRO MARAN (Ulivo), GAETANO PECORELLA (FI), LUCIO BARANI (DC-PS) e GINO CAPOTOSTI (Pop-Udeur), la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, approva la proposta di stralcio delle disposizioni in materia di amnistia.
PRESIDENTE. Avverte che l'assegnazione delle proposte di legge risultanti dallo stralcio - cui è stato attribuito un nuovo titolo - è comunicata in allegato al resoconto della seduta odierna.
Informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi della situazione in Medio Oriente.
PRESIDENTE. Comunica la prevista articolazione del dibattito (vedi resoconto stenografico pag. 78).
MASSIMO D'ALEMA, Ministro degli affari esteri. Rende all'Assemblea la seguente informativa:
(Vedi resoconto stenografico pag. 78).
GIANFRANCO FINI (AN). Dà atto preliminarmente al ministro degli affari esteri di aver tempestivamente riferito alla Camera sulla grave situazione mediorientale e sulle linee guida che il Governo intende perseguire, giudicando l'informativa sostanzialmente condivisibile, anche per il fatto che si evince una certa continuità con l'azione del precedente Esecutivo. Espresso cordoglio, a nome della sua parte politica, per le vittime civili del conflitto, ritiene che l'escalation politico-militare in Medio Oriente rientri in una precisa strategia politica del fondamentalismo islamico, osservando che le organizzazioni terroristiche sono fortemente rappresentative dell'opinione pubblica palestinese e libanese e che il loro sviluppo è stato favorito da una certa ingenuità ed impotenza della comunità internazionale. Invita infine ad evitare incaute dichiarazioni ed espressioni provocatorie, ricordando che l'auspicato recupero di una capacità di azione dell'Unione europea richiede l'abbandono di ogni forma di ambiguità nei confronti di chi nega il diritto all'esistenza dello Stato di Israele.
SERGIO MATTARELLA (Ulivo). Paventati i rischi connessi alla progressiva radicalizzazione del mondo arabo musulmano, sottolinea la necessità di promuovere credibili forme di mediazione, che comunque partano dal riconoscimento del diritto all'esistenza dello Stato di Israele; nel ritenere quindi essenziale operare affinché si determinino condizioni di civile convivenza in Medio Oriente, dichiara di condividere il contenuto dell'informativa resa dal ministro degli affari esteri, segnatamente con riferimento alla necessità di rendere concreti gli impegni assunti dall'Unione europea.
FABRIZIO CICCHITTO (FI). Nell'associarsi alle espressioni di cordoglio nei confronti delle vittime del conflitto in atto, manifesta solidarietà allo Stato di Israele, oggetto di un'aggressione. Giudica quindi deludente la relazione del ministro degli affari esteri sia per la sua analisi sia per le sue conclusioni politiche, che non tengono conto del salto di qualità della lotta contro Israele intrapresa da Hamas e dagli Hezbollah con la copertura della Siria e l'aiuto dell'Iran. L'Europa ed ora l'Italia, con la sua contraddittoria e ambigua politica Pag. XIestera, rischiano di dare una copertura alla spietata strategia del terrorismo internazionale, che non può essere confusa con l'azione dello Stato di Israele, che da anni si adopera per la pace nell'area.
FRANCESCO GIORDANO (RC-SE). Espresso apprezzamento per la prontezza con la quale il Governo ha reso l'informativa, sottolinea la necessità di assumere iniziative affinché cessino le ostilità e le forze armate israeliane si ritirino dal Libano, giudicando tale intervento militare sproporzionato ed in contrasto con la legalità internazionale; nell'auspicare, inoltre, che le Nazioni Unite intervengano con sollecitudine, prospetta l'opportunità di garantire adeguati aiuti economici al popolo palestinese.
PIER FERDINANDO CASINI (UDC). Nel ringraziare il ministro degli affari esteri per la puntuale informativa resa, esprime sentimenti di cordoglio per le vittime civili della crisi mediorientale. Ritiene inoltre che l'azione del Governo italiano dovrebbe essere indirizzata alla ricerca del dialogo, con l'obiettivo di conciliare il diritto di Israele e tutelare la propria sicurezza con il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Sottolineata inoltre l'importanza della presenza attiva dell'ONU nelle aree di crisi, prospetta l'opportunità che l'Esecutivo si muova in una linea di continuità con il precedente Governo, che ha riaffermato il ruolo storico dell'Italia nel Mediterraneo ed ha mostrato un'effettiva comprensione nei confronti di Israele, pur mantenendo il popolo palestinese quale autentico interlocutore.
GIANCARLO GIORGETTI (LNP). Ricordato che il Libano ha costituito un modello per l'intera area mediorientale e che le milizie Hezbollah si sono trasformate da movimento di liberazione in esercito di aggressione, sottolinea che la reazione dello Stato di Israele è pienamente legittima. Nel lamentare inoltre l'inconsistenza della politica estera attuata dall'Unione europea e l'inutilità delle indicazioni provenienti dal G8, ritiene che l'intervento del ministro degli affari esteri abbia ulteriormente dimostrato l'incapacità dello Stato italiano di intervenire nel complesso scenario mediorientale.
LEOLUCA ORLANDO (IdV). Nel manifestare apprezzamento per l'informativa resa dal ministro degli affari esteri, che conferma l'impegno del Governo italiano per l'affermazione della pace e della legalità internazionale, esprime sentimenti di solidarietà per le vittime della crisi in Medio Oriente. Nel lamentare, inoltre, la debolezza dell'Unione europea, ancora priva di una sua politica estera, e l'evanescenza dell'azione dell'ONU, ritiene, che la crisi del multilateralismo sia la ragione principale dell'inefficienza dell'azione internazionale.
ROBERTO VILLETTI (RosanelPugno). Rilevato che la nuova crisi mediorientale si colloca nello scenario che si è aperto dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, paventa il rischio che il conflitto in corso si estenda alla Siria ed all'Iran. Osservato altresì che i diritti dei popoli israeliano e palestinese sono complementari ed interdipendenti, ritiene necessario seguire la via del dialogo, in particolare con le componenti moderate del mondo islamico. Nel manifestare infine il pieno consenso del suo gruppo ai dieci punti contenuti nel documento del Consiglio dell'Unione europea, ritiene indispensabile che l'ONU invii una forza di interposizione nei territori interessati dal conflitto.
SEVERINO GALANTE (Com.It). Nel manifestare apprezzamento per la nuova e positiva logica che ispira la politica estera italiana, sottolinea la necessità di un effettivo riconoscimento del diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato, garantendo nel contempo il diritto di Israele a tutelare la propria sicurezza. Ritiene peraltro indispensabile che l'ONU recuperi il ruolo internazionale che gli compete, sottolineando che il ritiro del contingente militare operante in Iraq offre l'opportunità di rilegittimare la presenza italiana nell'area mediorientale.
ANGELO BONELLI (Verdi). Nel ringraziare l'Esecutivo per la tempestività dell'informativa resa, si associa alle espressioni di cordoglio per le numerose vittime del conflitto esploso in Libano e nel territorio di Gaza. Espresso altresì apprezzamento per la disponibilità manifestata dal Governo italiano ad inviare truppe di interposizione nell'area di crisi, manifesta rammarico per la tragica conclusione del processo di pace avviato con gli accordi di Oslo, ritenendo dovere ed interesse primario dell'Europa e dell'intera comunità internazionale intervenire con gli strumenti del dialogo e della mediazione politica. Assicura, infine, il pieno sostegno del suo gruppo all'azione dell'Esecutivo nell'attuale complessa situazione di crisi.
SANDRA CIOFFI (Pop-Udeur). Ringrazia preliminarmente il ministro degli affari esteri per la tempestività dell'informativa resa e per la chiarezza con la quale ha esposto le linee guida dell'azione che il Governo intende attuare, assumendo un ruolo strategico nell'ambito di una dimensione multilaterale; manifesta quindi piena condivisione per la politica estera, innovativa e propositiva, che l'Esecutivo sta perseguendo.
MASSIMO NARDI (DC-PS). Sottolineata la particolare gravità della crisi che interessa il Medio Oriente, giudica preoccupante l'iniziativa del Presidente del Consiglio circa un possibile ruolo di mediazione dell'Iran; auspica, al riguardo, che il Governo assuma iniziative diplomatiche connotate dalla dovuta fermezza, senza assecondare la mira iraniana di divenire una potenza nucleare. Invita altresì l'Esecutivo ad adoperarsi affinché l'Unione europea promuova un tavolo negoziale al quale partecipino tutti i paesi dell'area mediorientale.
GIUSEPPE MARIA REINA (Misto-MpA). Espressi sentimenti di profondo dolore per tutte le vittime degli scontri in atto in Medio Oriente, ritiene si debba imputare alla comunità internazionale la responsabilità di aver originato lo squilibrio che ha determinato l'instabilità dell'area mediorientale, ritenendo opportuno riconoscere il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato.
GIORGIO LA MALFA (Misto). Ritiene ingiustificate e strumentali ad esigenze di politica interna le critiche formulate dal ministro degli affari esteri circa l'atteggiamento assunto dallo Stato di Israele.
Discussione del disegno di legge: Abrogazione delle norme in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale (A.C. 1041).
PRESIDENTE. Avverte che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al calendario dei lavori dell'Assemblea.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
RUGGERO RUGGERI (Ulivo), Relatore. Osservato che il disegno di legge in discussione si inscrive nel quadro della più complessa politica energetica ed industriale perseguita dall'Esecutivo, rileva che esso, disponendo l'abrogazione dei decreti-legge n. 192 del 2001 e n. 81 del 2005, conforma l'ordinamento italiano alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 2 maggio 2005.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI
RUGGERO RUGGERI (Ulivo), Relatore. Sottolinea, in particolare, che le limitazioni ai diritti di voto inerenti ad azioni, possedute da soggetti di altri paesi, di società operanti nei settori dell'elettricità e del gas sono state ritenute incompatibili con l'articolo 56 del Trattato istitutivo dall'Unione europea.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Si associa alle considerazioni svolte dal relatore e si riserva di intervenire in replica.
ROBERTO ROSSO (FI). Richiamate le finalità perseguite dal disegno di legge in discussione, ritiene che il Governo non intenda adottare provvedimenti di carattere strutturale idonei a determinare l'effettiva liberalizzazione del mercato energetico.
GIOVANNI SANGA (Ulivo). Ricordato che la legislazione vigente attribuisce al Governo la facoltà di imporre vincoli alle imprese di altri Stati membri al fine di tutelare la libera concorrenza nel mercato nazionale del gas e dell'energia, ritiene che la sua auspicabile liberalizzazione determinerebbe vantaggi per gli utenti: auspica, a tal fine, che non si perda l'occasione rappresentata dal disegno di legge preannunziato, in materia, dal ministro dello sviluppo economico per intervenire, con la massima determinazione e con il più ampio consenso possibile, per affrontare il tema del futuro energetico del Paese.
MARIO VALDUCCI (FI). Richiamate le ragioni che avevano indotto il precedente Governo ad emanare i decreti-legge n. 192 del 2001 e n. 131 del 2005, di cui il disegno di legge in discussione dispone l'abrogazione, sottolinea la necessità di creare, in ambito internazionale, le condizioni per una corretta competizione tra gli operatori del mercato dell'energia elettrica. Invita inoltre l'Esecutivo ad attivarsi affinché sia garantito, segnatamente da parte del Governo francese, il rispetto del principio di reciprocità in tema di partecipazione al capitale delle società operanti nel settore.
MAURIZIO ZIPPONI (RC-SE). Sottolinea preliminarmente la necessità di garantire il rispetto del principio di reciprocità nel mercato internazionale dell'energia; auspica inoltre che sia sollecitamente definito un piano energetico coinvolgendo le imprese operanti nel settore e promuovendo il ricorso alle fonti alternative, anche in vista di una possibile riduzione delle tariffe, il cui livello particolarmente elevato compromette la competitività delle imprese italiane e determina eccessivi oneri a carico delle famiglie.
STEFANO SAGLIA (AN). Ricordato che il disegno di legge in discussione è volto a conformare la legislazione italiana alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del maggio 2005, invita il Governo ad affrontare con realismo e senza pregiudiziali ideologiche il problema dell'approvvigionamento energetico ed a chiarire le linee direttrici della politica che intende attuare per il settore.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Espresso l'auspicio che i problemi del settore energetico possano essere affrontati partendo dalla predisposizione di una seria politica industriale, preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul disegno di legge in discussione.
PAOLO AFFRONTI (Pop-Udeur). Osserva che il disegno di legge in discussione, che si inscrive nel più ampio contesto dei processi di liberalizzazione e in un organico riordino delle politiche energetiche nazionali, è volto ad abrogare norme non compatibili con i vincoli di armonizzazione comunitaria dell'Unione europea. Rilevato altresì che i costi per l'approvvigionamento energetico per le famiglie e per le imprese sono ancora eccessivamente elevati, soprattutto se confrontati con le tariffe applicate negli altri Stati europei, ritiene che i processi di liberalizzazione non siano di per sé sufficienti a garantire la competitività del settore. Invita quindi il Governo ad attuare una rigorosa politica industriale.
MAURIZIO BERNARDO (FI). Osservato che il disegno di legge in discussione si è reso necessario a seguito di una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, auspica che l'azione del Governo si collochi in una linea di continuità con la politica energetica attuata negli ultimi anni.
LUCIO BARANI (DC-PS). Richiamati i termini della sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 2 maggio 2005, ricorda che altri paesi europei hanno sollevato il problema della tutela Pag. XIVdegli interessi vitali dello Stato relativamente al settore dell'energia, rilevando che la situazione di sostanziale duopolio che potrebbe determinarsi comprometterebbe la liberalizzazione del mercato. Sottolineata inoltre la necessità di predisporre una politica energetica comune, preannunzia l'astensione sul disegno di legge in discussione.
LUIGI D'AGRÒ (UDC). Rileva che l'abrogazione delle disposizioni in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale, disposta con il disegno di legge in discussione, rende necessaria una politica energetica che sappia tutelare gli interessi italiani anche nei rapporti bilaterali.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
RUGGERO RUGGERI (Ulivo), Relatore. Rinunzia alla replica.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Osservato che l'abrogazione delle disposizioni in materia di partecipazioni in società operanti nel settore dell'energia elettrica e del gas naturale si è resa necessaria a seguito di una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, rileva che l'approvazione del disegno di legge in esame rappresenta una sorta di atto dovuto, non pregiudica l'avvio di un'ampia discussione sulla politica energetica del Paese ed è funzionale ad una presenza più attiva delle imprese italiane sul mercato internazionale.
PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:
Mercoledì 19 luglio 2006, alle 9,30.
(Vedi resoconto stenografico pag. 136).
La seduta termina alle 21,10.