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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 276 di mercoledì 20 febbraio 2008
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
La seduta comincia alle 11,10.
RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Barani, Bimbi, Brugger, Bruno, Catone, Crapolicchio, De Castro, De Piccoli, Fabris, Fallica, Folena, La Malfa, Landolfi, Maroni, Mattarella, Migliori, Oliva, Palumbo, Piscitello, Pisicchio e Soro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori (ore 11,18).
PRESIDENTE. Con riferimento al provvedimento in materia di proroga di termini faccio presente che, in conseguenza dell'elevato numero di emendamenti approvati dopo il rinvio in Commissione, i tempi tecnici di predisposizione dello stampato non hanno consentito di disporre del testo del provvedimento medesimo prima delle ore 11. Una bozza del testo è stata già trasmessa ai gruppi. In considerazione dei tempi comunque ristretti per l'esame del provvedimento in Assemblea, il termine per la presentazione degli emendamenti, già fissato per le 9,30 di questa mattina, è differito alle ore 12. In considerazione di ciò, nonché della necessità di garantire la possibilità per il Comitato dei diciotto di riunirsi per esaminare gli emendamenti, se non vi sono obiezioni, potremmo ora passare al seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 15 febbraio 2008, n. 24, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche ed amministrative nell'anno 2008.
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Presidente, abbia pazienza, lei sta affermando che possiamo presentare emendamenti su un testo che non è ancora a disposizione.
PRESIDENTE. Il testo è già stato inviato ai gruppi.
LUCIANO D'ULIZIA. D'accordo, ma i deputati non ce l'hanno a disposizione. Come si possono presentare emendamenti, entro mezzogiorno, senza il testo, che, peraltro, appare abbastanza complesso e che definirei un ectoplasma, termine di moda in questi giorni? Presidente, quindi, la prego, di dare ad ogni deputato laPag. 2possibilità di emendare il testo solo dopo averlo avuto a disposizione, e non per sentito dire.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, concordo con il collega. Al momento non abbiamo alcun testo. Io stesso l'ho chiesto e non è ancora disponibile. Non so cosa sia stato mandato ai gruppi, forse una nota dei servizi segreti. Il testo non è stato ancora stampato; quindi se è stata inviata una nota personale è un conto, ma al momento il testo stampato non esiste ancora. Il fatto non è che il testo non è disponibile in aula, ma che ancora adesso lo stanno stampando.
Ritengo, quindi, che i termini per la presentazione di emendamenti e subemendamenti debbano essere rivalutati dalla Presidenza in rapporto ai tempi strettamente necessari, senza allungarli. Chiaramente, si potranno stabilire i tempi solo dopo che il testo sarà disponibile in aula; farlo prima mi sembra una forzatura che ci toglie la possibilità di fare il nostro dovere.
PRESIDENTE. Rispondo ai due interventi. Il testo è stato inviato ai gruppi e lì è disponibile. In ogni caso, entro pochi minuti, sarà disponibile anche in aula. Per venire incontro alle esigenze che hanno posto i due colleghi intervenuti possiamo differire il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 13 invece che alle ore 12.
Naturalmente, colleghi, ricordo che ci sono ancora tre decreti-legge da esaminare e che siamo già a mercoledì; pertanto, la Presidenza chiede la collaborazione di tutti i parlamentari al fine di svolgere nel modo migliore i lavori che ci attendono. Comunque, il termine per la presentazione degli emendamenti è alle 13, onorevole Buontempo. C'è un'altra questione diversa da questa?
TEODORO BUONTEMPO. Se tra qualche minuto arriva il testo va bene il termine delle 13, altrimenti, la Presidenza dovrebbe riconsiderare la fissazione dei tempi.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo per dare parzialmente ragione al collega Buontempo. Infatti, è vero, come lei ha dichiarato prima, che ai gruppi è stato inviato il testo, ma lo stesso però non è completo, in quanto si ferma all'articolo 29. Tra l'altro, è arrivato qualche minuto fa.
Non riusciamo a comprendere le motivazioni di ciò. Infatti, all'interno della Commissione è stata raggiunta un'intesa, per cui il testo del provvedimento deve essere stampato e da quel momento si può proseguire nell'esame dello stesso. Secondo me così non è. Ci sembra che quello che si dice da parte della Presidenza, informata in quel modo, poi non risponda alla realtà. Vorremmo chiarezza su questo e vorremmo che il testo arrivasse in maniera definitiva stampato ai gruppi.
PRESIDENTE. Onorevole Leone, naturalmente lei conosce i problemi tecnici emersi a seguito dell'ampio lavoro svolto dalla Commissione. È in arrivo anche la seconda parte della bozza, si sta preparando lo stampato che arriverà in aula al più presto.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, mi permetterei di proporre che si scinda la questione della consegna del testo ai parlamentari dal termine per la presentazione degli emendamenti, per evitare che poi si ponga un'altra questione. Se lei ritiene, si potrebbe stabilire che, quando arriverà ilPag. 3testo completo, la Presidenza deciderà il termine per la presentazione degli emendamenti.
PRESIDENTE. Sta bene, presidente Violante. Se non vi sono obiezioni, rimane inoltre stabilito che si procederà ora all'esame del disegno di legge di conversione n. 3431-A.
(Così rimane stabilito).
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 15 febbraio 2008, n. 24, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche ed amministrative nell'anno 2008 (A.C. 3431-A) (ore 11,25).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 15 febbraio 2008, n. 24, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche ed amministrative nell'anno 2008.
Ricordo che nella seduta del 19 febbraio scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore ed il Governo hanno rinunciato alla replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 3431-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3431 - sezione 2), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 3431 - sezione 3).
Ricordo che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere
(Vedi l'allegato A - A.C. 3431 - sezione 1).
Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 3431 - sezione 4).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,30).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3431-A.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3431-A)
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, lei ha parlato di articolo unico...
PRESIDENTE. Sì, di articolo unico del disegno di legge di conversione.
TEODORO BUONTEMPO. Ho qui un testo del provvedimento, probabilmente ve ne è un altro, in cui vi sono più articoli...
PRESIDENTE. Quelli sono gli articoli del decreto-legge. Quello che esaminiamo è il disegno di legge di conversione di un decreto-legge. Tale disegno di legge di conversione consta di un unico articolo. Poi ci sono gli articoli del decreto-legge, come accade sempre quando convertiamo i decreti-legge.
Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo unico e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ed il Governo ad esprimere il parere della Commissione.
SESA AMICI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Brugger 1.10.Pag. 4Il parere è contrario sull'emendamento Franco Russo 4.1, mentre è favorevole sull'emendamento Cannavò 4.2. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti D'Alia 4.3, Angelo Piazza 4.4 e Boscetto 4.5.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIOVANNI LORENZO FORCIERI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, accolgo l'invito della relatrice e ritiro il mio emendamento 4.5.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Brugger 1.10. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, desidero sottolineare che il decreto-legge che determina l'election day è stato pubblicizzato come un provvedimento per il risparmio: si vuole fare tutto in uno stesso giorno per ridurre i costi della campagna elettorale e per ridurre i costi dello Stato per allestire i vari seggi. In realtà con questo provvedimento - ritengo che l'intento principale sia stato quello di modificare la data delle dimissioni dei sindaci e dei presidenti delle province - si è voluto dare al sindaco di Roma il tempo necessario per approvare, grazie alla complicità delle opposizioni, il piano regolatore di Roma. Credo che non ci sia alcun precedente nella storia della Repubblica: a quarantotto ore dallo scioglimento del consiglio comunale e dalle dimissioni del sindaco, in sei ore si è approvato il piano regolatore, non di un paesino sperduto, ma di Roma! L'opposizione del centrodestra al consiglio comunale di Roma è colpevole al pari del centrosinistra, perché ha consentito di far calendarizzare il piano regolatore quarantotto ore prima dello scioglimento e lo ha fatto licenziare; a quel piano regolatore credo che fosse legata gran parte delle coperture per la campagna elettorale.
Cogliendo l'occasione di questo emendamento del collega Brugger, rilevo come le leggi da un po' di tempo sono una specie di self service, di bancomat: cosa serve? Si fa la legge e si copre tutto. Ritengo indecente, signor Presidente, che si faccia tale uso delle leggi, e trovo vergognoso e indecente che le opposizioni - Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC - si siano piegate al volere di personaggi che certo non erano rappresentati nel consiglio comunale di Roma. Ancora una volta i proprietari dei terreni, i grandi costruttori - non il cittadino che si deve costruire la casa, ma i grandi costruttori - hanno dimostrato di essere i veri padroni della politica romana, dove non c'è distinzione tra centrodestra e centrosinistra perché tutti rispondono agli stessi padroni quando si tratta di edilizia e di speculazione.
Concludo. Fare una legge per consentire ed agevolare tutto ciò, per procrastinare la data delle dimissioni del sindaco, rappresenta un «inciucio» tra maggioranza e opposizione, sempre in omaggio a quelle speculazioni di cui parlavo prima. Su Roma si vedono calare milioni di metri cubi di cemento, con varianti incredibili, e l'opposizione ha consentito anche di approvare quel provvedimento.
Come ha detto giustamente il Capo dello Stato - anche l'onorevole Chiti ha fatto una dichiarazione dello stesso tenore - senza l'accordo dell'opposizione non si può svolgere l'election day. L'election day si è fatta in omaggio al piano regolatore di Roma, con le opposizioni in Campidoglio che hanno ceduto.
Non so se i colleghi sanno che a Roma bisogna cercare i candidati mettendo insieme provincia, comune, Camera e Senato; tali candidati sono oltre 600, perché si vota anche nei 19 municipi.
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, la invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Concludo, Presidente. Si vota con l'elezione diretta dei presidenti, non è una votazione qualsiasi: vi è l'elezione diretta dei presidenti.
A Roma, far votare nello stesso giorno significa determinare una situazione per cui vi saranno ben seicento candidati alla ricerca della preferenza: e, come i colleghi di Roma sanno, vi è una pubblicità da parte di chi si candida al municipio che è pari a quella di chi si candida al comune. Sarà dunque una baraonda.
PRESIDENTE. Deve concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Ha ragione: concludo. La capitale avrebbe meritato una distinzione di date per le elezioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione il collega che mi ha preceduto, che ha parlato di tutto fuorché dell'emendamento che stiamo esaminando, cioè l'emendamento Brugger 1.10, al quale chiedo di aggiungere la mia firma poiché lo condivido.
Desidero ricordare che questa proposta emendativa è infatti volta alla riapertura dei termini per permettere agli italiani all'estero di esercitare il diritto di opzione per votare in Italia, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 27 dicembre 2001, n. 459. Tale legge prevede infatti che, in caso di scioglimento anticipato delle Camere o di indizione di referendum popolare, l'elettore può esercitare l'opzione per il voto in Italia entro il decimo giorno successivo all'indizione delle elezioni. Ora poiché le elezioni anticipate sono state indette il 6 febbraio, questo termine sarebbe già scaduto il 16 febbraio scorso, con la conseguenza di creare molta incertezza a causa della mancata conoscenza di questo diritto da parte dei diretti interessati.
L'emendamento in esame, cui ho chiesto di aggiungere la mia firma, prevede dunque di spostare questo termine alla data di entrata in vigore della presente legge di conversione del decreto-legge, in modo da riaprire un termine che altrimenti sarebbe già scaduto e dare effettivamente ai cittadini interessati la possibilità di esercitare il diritto di opzione se votare in Italia o votare all'estero (ovviamente, se opteranno per il voto in Italia, voteranno nell'ambito delle circoscrizioni del nostro territorio, mentre se opteranno per quello all'estero, voteranno per i candidati della circoscrizione Estero).
Mi pare che si tratti di un emendamento opportuno per consentire effettivamente a chi lo volesse di esercitare un diritto che la legge prevede ma che in teoria sarebbe già scaduto lo scorso 16 febbraio. Per queste ragioni, oltre a sottoscrivere l'emendamento, annuncio il voto favorevole su di esso da parte del gruppo dei Verdi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, utilizzo i pochi minuti che ci separano dal momento del voto per replicare all'onorevole Buontempo.
Quello che stiamo esaminando è un provvedimento che attiene al cosiddetto election day. Ora, se ogni tanto maggioranza ed opposizione fanno cose di buonsenso, questo non guasta. Il buonsenso, in questo caso, sta nel fatto di rispondere ad un'esigenza che tante persone in questo Paese pongono da tempo: che cioè, quando è possibile, le elezioni siano concentrate in un'unica tornata elettorale, senza che si porti la gente a votare cinque, sei o sette volte nel giro di qualche mese.
Vorrei anche osservare che l'onorevole Buontempo è chiaramente in campagna elettorale: lo siamo un po' tutti, però lasciamo agli atti di quest'Aula che è intervenuto con affermazioni un po' demagogiche e anche non del tutto vere. Il comune di Roma ha ratificato il pianoPag. 6regolatore sul quale, in questa città, il dibattito si è svolto per anni, è stato discusso in tutto il territorio di Roma, in tutti i quartieri, in tutti i municipi. Come prevede la legge, il piano regolatore è stato esaminato dalla regione al fine della formulazione delle controdeduzioni; la regione ha presentato le sue osservazioni e sarebbe stato abbastanza singolare se non si fosse voluto procedere a una semplice ratifica del piano regolatore, un atto formale che è intervenuto in questi giorni. Il piano regolatore, dunque, in questi giorni non è stato discusso o approvato, bensì solo ratificato dopo la trasmissione delle controdeduzioni svolte dalla regione Lazio. Onorevole Buontempo, come lei sa, questa è cosa un po' diversa da quello scempio che lei ha voluto descrivere in questo momento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia, si asterrà dal voto sull'emendamento Brugger 1.10 sul presupposto che con esso si interviene su una norma consolidata attraverso uno spostamento alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame del termine per l'esercizio dell'opzione per il voto in Italia da parte dei cittadini italiani residenti all'estero, senza che tale data possa essere prevista con esattezza; non sappiamo, infatti, quando vi sarà l'approvazione definitiva e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione di questo decreto-legge. Riteniamo pertanto che, a fronte di una norma stabilizzata e consolidata, le ragioni espresse nell'emendamento non siano tali da consentirci di superare la nostra posizione di astensione.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 11,50.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 1.10, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 365
Votanti 194
Astenuti 171
Maggioranza 98
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 3).
Prendo atto che la deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Cioffi, Misiti e Porfidia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Russo 4.1, su cui la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, con l'emendamento Franco Russo 4.1 soppressivo dell'intero articolo del decreto-legge in esame, miriamo ad uno scopo molto preciso. Penso che l'Aula, anzi spero che l'Aula possa valutarlo positivamente e, quindi, restaurare delle condizioni di democrazia nello svolgimento della prossima campagna elettorale.
Signor Presidente, come lei sa l'articolo 4 disciplina la raccolta delle firme, o meglio disciplina l'esenzione dalla raccolta delle firme per alcuni soggetti già presenti nel Parlamento con dei gruppi parlamentari o con una presenza molto piccola, di due parlamentari o alla Camera o al Senato. Tutte le altre forze che volessero presentarsi nelle prossime elezioni - dalla lista di Giuliano Ferrara a quella di Marco Ferrando - sarebbero costrette a raccoglierePag. 7le firme a meno che non trovassero due o tre (senatori o deputati) a sostegno della loro lista.
Signor Presidente, come si può constatare qualsiasi esenzione introduce delle scappatoie per usufruire di questo privilegio. In verità, come ha sempre ricordato l'onorevole Boato, la raccolta delle firme introdotta nel 1993 è stata un modo per porre su un piede di parità - e quindi garantire l'eguaglianza nella competizione elettorale - le forze già organizzate e le forze che volessero entrare nella competizione elettorale stessa.
Per questo motivo, Rifondazione Comunista, privilegiando il principio di uguaglianza e di equità sancito dall'articolo 51 della nostra Carta costituzionale (che prescrive l'eguaglianza nell'accesso alle cariche pubbliche e alle cariche elettive e disciplina l'elettorato passivo), propone che tutte le forze politiche che vogliano concorrere e competere alle prossime elezioni debbano necessariamente raccogliere le firme, così com'è predisposto dalla legge n. 361 del 1957 e dalle modifiche successive.
Devo dare atto alla Camera, oggi che siamo molto più numerosi per via delle votazioni, che quando abbiamo presentato questo emendamento l'onorevole Boato ha richiamato l'attenzione di Rifondazione Comunista sulle eccezioni già previste dalla cosiddetta legge Calderoli, vale a dire che i gruppi già costituiti all'inizio della legislatura erano esentati dal presentare la raccolta delle firme.
Per questo motivo, onorevoli colleghi, in nome del principio di democrazia, di uguaglianza, di parità di condizione e di opportunità nella competizione elettorale vi chiediamo di sopprimere l'articolo 4 in maniera che le forze già presenti in Parlamento, quelle già organizzate come partiti e quelle che vogliono concorrere alla prossima scadenza elettorale siano poste sullo stesso piede di parità. Daremmo, dunque, anche un segnale contro i privilegi, ma soprattutto un segnale che non esistono oligarchia, perpetuazione di potere e privilegio che le forze già organizzate e presenti in Parlamento debbano esercitare.
Dunque, legittimeremmo ancor di più la prossima scadenza elettorale. Tale scadenza - e concludo signor Presidente - non è stata messa in discussione dalla sentenza della Corte costituzionale che ha dato via libera al referendum, ma certamente la Corte ha richiamato il Parlamento ad una riflessione sulla cosiddetta legge Calderoli per quanto riguarda i meccanismi del premio di maggioranza. Non sommiamo sospetti di illegittimità con altri sospetti di illegittimità.
Per questo motivo, Rifondazione Comunista vi invita a votare a favore su questo nostro emendamento per stabilire delle condizioni di parità nella prossima campagna elettorale.
PRESIDENTE. Avverto che è disponibile lo stampato del provvedimento in materia di proroga dei termini e che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le ore 13.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Russo 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 422
Votanti 412
Astenuti 10
Maggioranza 207
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 376).
Prendo atto che i deputati Samperi e Maran hanno segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che i deputati Falomi, Acerbo e Burgio hanno segnalato di aver erroneamente votato contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Pag. 8Passiamo alla votazione dell'emendamento Cannavò 4.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, certamente l'emendamento Cannavò 4.2 razionalizza e rende anche maggiormente compatibile sul piano costituzionale il contesto normativo; infatti, riguardo alla raccolta delle firme, avere la possibilità di non effettuarla in presenza di due senatori o di due deputati e invece prevederla come obbligatoria se vi sono un senatore e un deputato risulta poco comprensibile sul piano razionale e quindi, teoricamente, ciò viola l'articolo 3 della Costituzione in termini di ragionevolezza. Se, per l'esenzione dalla raccolta delle firme, vi è bisogno della presenza di due parlamentari, la situazione è la medesima comunque questi ultimi siano distribuiti fra Camera e Senato rispetto all'ipotesi che vede la presenza di due senatori, di due deputati o di due parlamentari europei.
Purtuttavia, si è giunti al consenso del relatore attraverso una partita politica eminentemente giocata a sinistra che non abbiamo perfettamente capito. Queste logiche razionali sarebbero dovute essere già contenute nel testo originario del decreto-legge; poiché, invece, esse non vi erano contenute e, in seguito, vi è stato un lungo patteggiamento a sinistra, sul piano politico noi riteniamo di dover esprimere un voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea voterà a favore sull'emendamento Cannavò 4.2, proprio perché - mi rivolgo all'onorevole Boscetto - non vi è stato alcun patteggiamento a sinistra e nessun «oscuro passeggio» né nei corridoi della Camera, né in quelli di altri palazzi importanti.
Il gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea si è ispirato al principio che poc'anzi ho richiamato, ossia a quello della parità di accesso alla competizione elettorale. Pur non condividendo la sostanza dell'emendamento Cannavò 4.2 per i motivi ai quali prima facevo riferimento (non riteniamo, infatti, che occorra estendere le esenzioni e allargare i privilegi, perché, a nostro avviso, doveva essere instaurato un regime di parità nella competizione elettorale fra chi è presente e chi non è presente in Parlamento), ci siamo resi conto immediatamente, però, leggendo il testo del decreto-legge all'articolo 4, che vi era una discriminazione intollerabile a danno del gruppo di Sinistra Critica. Non riteniamo giusto che tale vulnus sussista (su tale aspetto sono d'accordo con l'onorevole Boscetto): non si capisce perché la presenza di due deputati o due senatori possa esentare dalla presentazione e dalla raccolta delle firme e perché, invece, Sinistra Critica - rapperesentata in questa Camera dall'onorevole Cannavò -, pur avendo un deputato e un senatore, rimanga esclusa da tale previsione. Sarebbe sicuramente un vulnus ai principi di parità fra i gruppi parlamentari. L'emendamento in esame, anche se non sana la ferita tra chi è presente e chi non è presente in Parlamento, almeno allevia la ferita di parità nella considerazione dei gruppi parlamentari.
Per questo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea vota a favore sull'emendamento Cannavò, su cui peraltro anche il Comitato dei nove ha già espresso un parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, io con gli altri colleghi del gruppo La Destra voteremo a favore sull'emendamento Cannavò 4.2.
Intanto, vorrei rilevare che i due parlamentari cui poc'anzi si è fato riferimento, quello della Camera e quello del Senato, sono stati eletti nella stessa lista: ciò ha unPag. 9suo valore, perché non sono due parlamentari «raccogliticci» che, un bel giorno, si fanno avanti per trasformismo politico.
Mi separa un oceano, dal punto di vista politico e ideologico, dai colleghi Cannavò e Turigliatto; però, in sede di Ufficio di Presidenza votai a favore della formazione del gruppo di Rifondazione Comunista, nella scorsa legislatura, quando non lo si voleva far costituire, proprio sulla base del principio secondo cui quel partito si era presentato col proprio simbolo in tutta Italia e non poteva essere assimilato a una formazione improvvisata, realizzatasi per trasformismo politico.
Quindi, i due colleghi a cui si fa riferimento con l'emendamento in esame - infatti si tratta di un caso unico - si sono presentati con lo stesso simbolo; non solo, ma all'interno di quel partito e di quel simbolo - sia quando sono stati messi in lista, sia durante la legislatura - quei due parlamentari hanno rappresentato una posizione politica (che poi si può non condividere, come non la condivido io), cioè non sono due che hanno fatto i furbi e si sono messi insieme: hanno rappresentato una precisa connotazione politica.
Data questa considerazione, unita al fatto che in Italia abbiamo un bicameralismo perfetto, non sì può operare una distinzione tra un gruppo che vanta due deputati o due senatori, e ha pertanto diritto a non raccogliere le firme, ed un gruppo che vanta un deputato e un senatore, che invece deve raccoglierle.
Vedete colleghi, questa è una grande ingiustizia, perché in un sistema di bicameralismo perfetto vi sono i parlamentari, non si distingue tra il deputato e il senatore. Dunque, è irragionevole prevedere che il gruppo non deve raccogliere le firme se dispone di due senatori o due deputati mentre, se uno è deputato e l'altro è senatore, deve raccogliere le firme.
Quindi, credo che tale anomalia del provvedimento sottoposto alla nostra attenzione debba essere affrontata e risolta positivamente: questo è il motivo per il quale voterò convintamente a favore sull'emendamento Cannavò 4.2. E formulo un invito ai colleghi: vedete, quando si tratta di regole...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Concludo, signor Presidente. Stiamo assistendo in questi giorni alle esclusioni dalle coalizioni, al «tritacarne» di storie politiche, poi arriverà qualcuno che dirà che l'opposizione rallenta il processo di governabilità, quindi si può fare a meno di essa: continuando di questo passo si arriverà a ciò.
Quindi, concludo: invito i colleghi, a prescindere dalle idee politiche di Cannavò e di Turigliatto, a votare a favore sull'emendamento in esame, per il loro diritto a partecipare, con una posizione precisa e distinta, alla competizione elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, ci diceva poco fa l'ottimo onorevole Franco Russo che non vi è stata alcuna oscura trattativa per la norma in esame. In effetti, non è che vi sia stata trattativa oscura: vi è stata trattativa palese, nel senso che praticamente si sono piegate le regole al contingente.
È chiaro che vi è stata una trattativa palese, evidente all'interno della sinistra, per le sue logiche più o meno antagonistiche e competitive, e alla fine si addiverrebbe a questa conclusione. Quindi, di trattativa pur sempre dobbiamo parlare.
In realtà, è vero che si creerebbe una discriminazione tra chi ha i due parlamentari nei due rami del Parlamento e chi ne ha due nello stesso ramo; ciò in effetti, introduce una disparità di trattamento rispetto alla quale è giusto apportare una correzione.
Tuttavia stiamo apportando una correzione ad un errore. Stiamo rimediando ad errori che si affastellano perché volutamente stiamo stravolgendo un principio. Si parla molto in questi giorni del principioPag. 10secondo il quale le regole devono garantire chi vince e chi perde, chi è in predicato di vincere o di perdere, devono rappresentare la garanzia per tutti e per ciascuno. Stiamo facendo, tuttavia, da lungo tempo e con atti concreti, esattamente il contrario, ovvero stiamo praticamente garantendo in maniera contingente ed episodica questo e quello, sia all'arrivo che ai nastri di partenza. Per questa ragione, non si va nella direzione né della trasparenza, né della sacralità e dell'oggettività dei regolamenti, che dovrebbero costituire le regole volte a disciplinare le potenzialità, le chance e le opportunità di ciascuno e che, invece, stiamo piegando alle esigenze contingenti. Come Alleanza Nazionale, dunque, non possiamo riconoscerci nel complesso di questa normativa ad usum di più delfini, neppure di un solo delfino.
Di conseguenza, ci asterremo perché se il rimedio al contingente è corretto, non lo è l'insieme delle norme contingenti che soccorrono ai principi non di regolamentazione generale, ma di attenzione a particolarismi che non dovrebbero trovarvi spazio. Il nostro voto, quindi, è di motivata astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, per ragioni di brevità mi limito ad annunciare il voto favorevole dei Verdi sull'emendamento Cannavò 4.2. E al riguardo richiamo ciò che ho detto precedentemente in Commissione in sede referente prima ancora che si valutassero le possibili proposte emendative. In quella sede avevo prospettato l'irragionevolezza di questo aspetto della norma varata e la necessità di una sua modifica, del resto pienamente condivisa dalla relatrice Amici, dal presidente Violante e dallo stesso Governo.
Mi richiamo, inoltre, a quello che ho affermato nella discussione generale svoltasi ieri sera ed esprimo condivisione per ciò che ho ascoltato in quest'Aula, in modo particolare l'intervento del collega Franco Russo. Ripeto che per ragioni di brevità svolgo questi richiami, non ripeto le motivazioni e confermo il voto favorevole sull'emendamento Cannavò 4.2.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, condivido molta parte delle argomentazioni addotte dal collega Benedetti Valentini circa l'emendamento Cannavò 4.2. Evidentemente, attraverso una proposta emendativa, si cerca di migliorare un errore che era stato inserito nel testo originario del decreto-legge e di prevenire effetti ulteriormente negativi.
Questo emendamento limita un po' la portata del danno, però crea anche un precedente. È vero che all'articolo 4 è previsto che questa disposizione vale esclusivamente per le elezioni politiche dell'anno 2008, ma comunque questo precedente viene scritto e rimane in un testo normativo, che potrà essere sempre richiamato in futuro.
È vero che si tratta di elezioni anticipate, ma mi chiedo se, visto che in sostanza di elezioni anticipate, pur a scadenza quasi naturale, si parla anche all'articolo 5 (che anticipa il termine seppur di pochi giorni per lo svolgimento delle elezioni amministrative), facendo un ragionamento analogo per quanto riguarda la sottoscrizione delle firme non si potesse prevedere l'obbligo dell'esenzione della sottoscrizione delle liste per coloro che hanno dei gruppi consiliari presenti all'interno dei consigli degli enti locali che si va a rinnovare. Spesso, infatti, anche questa operazione, che forse si pensava di svolgere avendo a disposizione un lasso di tempo più lungo, diventa un problema da affrontare in tempi rapidi e, magari, in una situazione politica e amministrativa abbastanza complessa.
Anche tale questione, quindi, a mio parere, doveva essere affrontata nell'ambito dell'articolo 5. Dunque, preannuncio il nostro voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, a nome del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo annuncio il voto favorevole sull'emendamento in esame, che, pur essendo sintetizzato in poche parole, pone un problema di principio molto importante: il principio di uguaglianza in materia di accesso alle cariche pubbliche.
La norma contenuta nell'articolo 4 del provvedimento in esame - che noi abbiamo apprezzato e che costituisce una deroga alle regole sulla raccolta delle firme - attraverso questo emendamento risulta ancora più completa, perché, tenuto conto delle condizioni particolari nelle quali si svolgerà la tornata elettorale (scioglimento delle Camere e accorpamento dei vari tipi di elezione), consente a coloro che hanno una rappresentanza in Parlamento - in questo caso anche due parlamentari distribuiti nei due rami del Parlamento - di non raccogliere le firme. Quindi, si tratta di una deroga, che acquista però una ragionevolezza ancora più chiara.
Lo abbiamo detto ieri in Commissione - quando l'emendamento è stato presentato - insieme ad altri presenti alla seduta, e lo ribadiamo oggi in Aula. Ci pare dunque un emendamento che intende favorire un criterio di eguaglianza sostanziale più marcato. Sono questi i motivi per cui votiamo a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cannavò 4.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 254
Astenuti 186
Maggioranza 128
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 4).
Passiamo all'emendamento D'Alia 4.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
MAURIZIO RONCONI. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO RONCONI. Ci troviamo di fronte - chiederei, signor Presidente, un attimo di silenzio, se fosse possibile - ad un decreto-legge che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri a Camere sciolte, ovvero ci troviamo in una questione assolutamente particolare, rispetto alla quale (in merito a questo decreto) lo stesso Presidente della Repubblica si appellò a tutti partiti affinché fosse definito un accordo complessivo al di là delle parti politiche.
Di questo decreto-legge condividiamo la disciplina sulle questioni organizzative, ma continuiamo a mantenere una fortissima perplessità sull'articolo 4, perché tale disposizione detta norme emergenziali che in realtà determinano - a Camere sciolte! - un cambiamento della legge elettorale.
Rivolgo un appello a tutti colleghi, poiché si tratta di un problema di assoluta delicatezza, che investe anche la più alta carica istituzionale del nostro Paese. Con l'emendamento 4.3, presentato dal sottoscritto e dall'onorevole D'Alia, chiediamo che la possibilità di essere esentati da procedimenti burocratici valga per tutte quelle parti che si sono formate prima dello scioglimento delle Camere e non nel momento in cui entra in vigore un decreto applicativo per favorire la votazione in occasione di queste elezioni anticipate.
In tal modo noi elimineremmo la possibilità di un vero e proprio mercato di parlamentari. Dallo scioglimento delle CamerePag. 12ad oggi (ossia alla presentazione di questo decreto-legge), undici parlamentari hanno cambiato le insegne. Per esemplificare, undici parlamentari, se non dovesse essere approvato questo emendamento, sono abilitati a presentare un nuovo simbolo al di là della presentazione delle firme.
Ritengo che ciò vada in assoluto contrasto con la semplificazione del dibattito politico e dell'offerta politica nei confronti degli elettori. Ritengo che l'emendamento D'Alia 4.3 sia dettato esclusivamente, al di là delle parti, da buon senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, se non viene accettato l'invito al ritiro formulato dalla collega Amici, il gruppo dei Verdi voterà contro l'emendamento D'Alia 4.3, perché non credo che si possa introdurre in un decreto-legge una data antecedente alla norma dello stesso decreto-legge.
Mi sembra che correttamente sotto questo profilo - mi rivolgo anche al sottosegretario Pajno - il Governo, nell'introdurre l'articolo 4 di cui stiamo discutendo, abbia posto una data di sbarramento, rispetto alla rappresentanza in Parlamento, che consti alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge: la norma (l'articolo 4) entra in vigore e in quello stesso momento vi è la data di sbarramento.
Se, invece, fosse accolto l'emendamento D'Alia 4.3, la data di sbarramento sarebbe retrodatata a quella di convocazione dei comizi elettorali. Non si può fissare un termine che il cittadino - o, in questo caso, i parlamentari - non conosce perché questa norma non era ancora in vigore.
Per tale motivo, l'emendamento in discussione è del tutto irragionevole e sinceramente - detto con pacatezza - mi auguro che i colleghi che lo hanno presentato lo ritirino. Se non fosse ritirato, come ho affermato, voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo solo per svolgere una brevissima replica all'intervento del collega Boato. Altrettanto pacatamente, infatti, condivido l'apprezzamento sull'irragionevolezza che, per la verità, riguarda la norma in oggetto: non si può intervenire, a procedimento elettorale avviato, cambiando le regole del gioco.
Capisco che siamo in un clima preelettorale e di semi-intesa, ma questo la dice lunga sulla cultura che ciascuno di noi ha sulle regole e su come esse si possano modificare in corso d'opera. Qual era e qual è il senso di questo emendamento? Il senso è almeno quello di fissare il termine alla data di inizio del procedimento elettorale, che avviene con il decreto di indizione dei comizi elettorali, per evitare che, avviato il procedimento elettorale, si possano creare microgruppi...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANPIERO D'ALIA. ...in modo assolutamente strumentale - ho concluso, signor Presidente - per condizionare in qualche modo l'esito elettorale. Questo è il senso e ritengo che dovrebbe indurci ad approvare l'emendamento D'Alia 4.3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, ad adiuvandum del ragionamento che stava svolgendo l'onorevole D'Alia, vale il fatto che gli undici parlamentari che non aderiscono ad alcuna componente del gruppo Misto in questo momento saranno chiamati ad autocertificare la nascita della loro formazione politica, del loro grande partito, del loro simbolo, dall'ufficio elettorale centrale. Si tratta di un'autocertificazione che dovrà avere una data evidentemente postdatata tra lo scioglimento delle Camere e il 16 febbraio, su cuiPag. 13nessuno del Parlamento può, in qualche modo, dare un assenso di un tipo o di un altro.
Pertanto, si mettono cinque formazioni politiche, al massimo, nelle condizioni di autocertificare la propria nascita ed esentarsi dalla raccolta delle firme...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCA VOLONTÈ. ...solamente comunicandolo all'ufficio elettorale centrale, perché si lascia aperta una finestra a procedimento avviato, cioè quello del 5 febbraio. Non si capisce per quale ragione. Se questo non è un cambiamento delle regole elettorali in corso, spiegatemi voi cosa sia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Alia 4.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 433
Astenuti 8
Maggioranza 217
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 395).
Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che gli emendamenti Angelo Piazza 4.4 e Boscetto 4.5 sono stati ritirati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3431-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole dei Verdi, richiamandomi all'intervento svolto durante la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, ci troviamo ad esprimere il voto finale per l'approvazione definitiva del disegno di legge di conversione del decreto-legge, il cui esame è stato abbastanza tribolato, nel senso che è stato abbastanza discusso, non vorrei dire riformulato o, per meglio dire, tenuto in standby per almeno uno o due giorni, in modo da trovare una condivisione più ampia sul contenuto di alcuni articoli.
Ritengo che questo decreto-legge abbia comunque delle falle, non solo per quanto si diceva prima in relazione all'articolo 4 (nonostante si tratti di una previsione legata esclusivamente alle elezioni politiche del 2008, in deroga alle disposizioni vigenti, che, naturalmente, torneranno in vigore alle prossime consultazioni elettorali), ma anche - come dicevo prima - per quanto riguarda l'articolo 5, dove si parla di elezioni amministrative. In questo caso, non viene concessa ai comuni la stessa facoltà che, invece, viene attribuita in modo ampio (una parte già prevista dalle norme in vigore, una parte grazie a questo decreto-legge) alle forze politiche rappresentate in Parlamento, ossia l'esonero dalla sottoscrizione delle firme, con il risultato che tutti conosciamo. Sappiamo tutti, infatti, cosa sta accadendo: nelle città, nei comuni e nelle province che andranno al rinnovo elettorale, si stanno raccogliendo le firme per presentare le varie liste, i vari candidati sindaci e consiglieri, senza indicarne nemmeno i nominativi. Questo è un malcostume.
Comprendo la fiducia dei militanti, comprendo che si riponga la fiducia nelle mani dei dirigenti dei propri partiti e dei propri movimenti politici di riferimento, tuttavia la legge dice qualcos'altro e laPag. 14legge dovrebbe essere sempre rispettata, anzi va sempre rispettata.
Pertanto, avremmo almeno potuto evitare questi malcostumi, dal momento che a metterci in queste condizioni è stata la decisione assunta con questo decreto-legge di anticipare i tempi che tutti prevedevano, come amministratori locali, per lo svolgimento delle elezioni amministrative.
La legge prevedeva una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, mentre non solo si voterà all'inizio di questo periodo, ma lo si anticipa, anche se solo di due giorni. In questo modo, magari all'interno di discussioni politico-amministrative che si stavano ancora compiendo o il cui percorso non era concluso, ci si è trovati ad operare con questa «spada di Damocle» e, quindi, a dover accelerare tutta una serie di accordi, scelte e decisioni che, invece, dovevano essere assunte o, perlomeno, si prevedeva di assumere con un lasso di tempo più ampio a disposizione.
Ritengo che anche l'articolo 6, relativo alle commissioni elettorali circondariali, avrebbe dovuto affrontare un'altra questione. Non si vuole fare un discorso legato ai costi della politica, tuttavia bisogna essere realisti. Con la finanziaria per il 2008 abbiamo eliminato tutti i compensi per i componenti delle commissioni elettorali circondariali. Il risultato qual è? Le persone che non sono funzionari statali, né dipendenti delle prefetture, non possono più fare parte delle commissioni elettorali circondariali e non si raggiunge nemmeno il numero legale.
Vorrei chiedere a voi come si possa costringere o, perlomeno, spronare determinate persone a trascorrere dei venerdì, dei sabati e delle domeniche, magari per 36-48 ore di fila, a valutare liste e a verificare il rispetto delle regole, dicendo loro: venite a lavorare per 48 ore e non dormite per due giorni, però date un contributo alla patria, perché di contributi economici non ve ne sono nemmeno per il caffè; vi paghiamo la benzina, ma nemmeno un euro per il caffè: quello non ve lo diamo!
Forse, si tratta anche di rispettare il lavoro che queste persone svolgono. Il rimedio individuato all'interno dell'articolo contenuto in questo decreto-legge, quello di sopperire attraverso altri funzionari pubblici, non è gratuito per la pubblica amministrazione perché questi funzionari si faranno pagare gli straordinari quando, convocati il sabato e la domenica, protrarranno il loro orario ordinario di lavoro. Pertanto, è un risparmio fittizio quello ottenuto sottraendo a queste persone il gettone di presenza di poche decine di euro che, invece, a nostro avviso, aveva una funzione importante. Ma non vogliamo andare oltre. Ritengo che, come dicevo all'inizio, tale decreto-legge fosse necessario perché comunque andavano regolamentati alcuni aspetti emersi in questo inizio di campagna elettorale. È un decreto-legge incompleto che avrebbe dovuto prevedere più oggetti e, soprattutto, poteva prevederli meglio. Pertanto, ci asterremo sul provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento. Le posizioni che hanno suggerito un distacco in termini di astensione le abbiamo evidenziate illustrando i singoli articoli; pur tuttavia, il nostro voto sul complesso del provvedimento, come dicevo, sarà favorevole perché è un provvedimento utile, sensibilmente migliorativo rispetto a tutta la problematica dei voti all'estero che sappiamo quanto sia delicata e quante manchevolezze abbia dimostrato nelle precedenti elezioni.
Nel contempo, vi sono alcune norme rese indispensabili o, comunque, estremamente utili a causa della precoce caduta del Governo Prodi che ha reso necessario andare al voto dopo due anni dalle precedenti elezioni, rendendo di conseguenza manifesta l'utilità di procedimenti definibili come semplificati e abbreviati. È importante sottolineare il contenuto del decreto-legge: tutto il regime semplificatorio ha una validità limitata soltanto alle prossimePag. 15elezioni in considerazione di quanto è fattualmente accaduto; mentre, per il futuro, sarà bene mettere in piedi una normativa che, se non dovrà necessariamente essere uguale a quella preesistente, potrà essere modificata in meglio, ma non dovrà necessariamente essere semplificata come quella che stiamo per approvare.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 12,30)
GABRIELE BOSCETTO. Tuttavia, a mio avviso, la semplificazione dei termini e delle procedure per la consultazione elettorale, sia quella politica, sia quella amministrativa, è un problema che dovremmo porci appena si riuniranno le nuove Camere. Il sistema secondo il quale i sindaci e i presidenti di provincia debbano dimettersi sei mesi prima del termine di scadenza naturale delle Camere aveva un significato quando presidenti di provincia e sindaci, rimasti ancora in carica nel loro ente in quei sei mesi, potevano influenzare il voto di coloro che facevano parte del territorio da loro amministrato. Ho l'impressione che oggi i termini del consenso siano poco legati a questi aspetti, essendo del tutto diversi gli elementi che comportano la raccolta del consenso politico. Di conseguenza, ritengo che questo sia il primo problema che dovremmo affrontare nel modificare la legge del 1957.
Anche per quanto riguarda i termini entro i quali i sindaci ed i presidenti di provincia possono presentare le dimissioni in caso di elezioni anticipate - e cioè quei sette giorni dalla indizione dei comizi - si può lasciare immutata la norma che è del tutto razionale. Tuttavia, il fatto di collegare le elezioni, in quel comune o in quella provincia, al decorrere di venti giorni dalle dimissioni con una norma che lega al termine del 24 febbraio la possibilità di andare a votare nell'immediata primavera (mentre oltre tale data occorrerebbe tenere l'ente commissariato per un anno) è qualcosa di assolutamente irrazionale.
Quindi, direi che dal provvedimento che stiamo esaminando, intervenuto in via eccezionale per le ragioni che abbiamo esposto, potranno scaturire norme stabili, per situazioni di normalità, attraverso un congruo esame della legislazione vigente e con un intervento volto a sveltirla e a renderla adeguata. Ciò sia in termini di principi, che come dicevo sono da aggiornare ad oggi, sia nei termini di non favorire il commissariamento, addirittura per un anno. Si tratta, infatti, di un istituto che blocca, in qualche modo, la vita normale del consiglio e dell'amministrazione comunale attraverso l'intervento di una singola persona che dovrebbe poter intervenire soltanto in casi eccezionali.
Abbiamo già parlato anche dell'esonero dalle sottoscrizioni delle liste e abbiamo detto come la soluzione raggiunta - soprattutto la soluzione raggiunta in Aula attraverso la votazione dell'emendamento Cannavò 4.2 - sia quella più razionale e più conforme all'articolo 72 della Costituzione che afferma che non si possono approvare leggi elettorali attraverso decreti-legge anche se con una deroga, sul piano giurisprudenziale, quando si tratta di fissare modalità latamente organizzative per le quali il ricorso al decreto-legge è, invece, concepibile.
Tuttavia, quando si tratta di situazioni strutturali che incidono sul voto, allora la norma si evidenzia in tutta la sua portata. Nel caso al nostro esame avremmo avuto una situazione border line nel senso che si sarebbe andati ad incidere, non sulla struttura del voto, ma sugli adempimenti volti a permettere di andare al voto senza raccogliere le firme. Si tratta, dunque, di qualcosa che poteva rendersi compatibile sul piano costituzionale e che, per come è stato risolto, diventa ovviamente costituzionalmente indiscutibile e anche politicamente più chiaro e più giusto.
Noi ci siamo astenuti per le ragioni che ho già esposto: il contesto sembrava così chiaro che non si capisce per quale ragione Turigliatto e Cannavò si siano tenuti fuori, se non per ragioni politiche che non abbiamo compreso; così come non abbiamo capito perché, poi, il gruppo di Rifondazione Comunista abbia votato a favore dell'emendamento Cannavò 4.2 che,Pag. 16a nostro parere, aveva contrastato, attraverso trattative che non abbiamo mai conosciuto.
Pertanto, il nostro voto politico è stato di astensione a fronte di questa situazione che non ci è apparsa e non ci è ancora chiara.
Ribadisco, dunque, il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e ringrazio la relatrice Amici per il solito buon lavoro. Auguriamoci che con questo provvedimento le elezioni siano migliori di quanto non si possa pensare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, per motivare il voto del gruppo di Alleanza Nazionale prendo le mosse forse da uno degli ultimi temi toccati dal collega Boscetto, argomento non privo di delicatezza. Si tratta di stabilire se, in materia elettorale, si possa o meno procedere con decreto-legge, tenuto presente che, nel caso specifico (siamo la patria del diritto, dei distinguo e delle sofisticatezze), andiamo a distinguere sul meccanismo del voto e su ciò che porta al voto, cioè la presentazione delle liste delle candidature, ritenendo che tale ultimo aspetto sia di per sé disciplinabile con decreto-legge perché non incide direttamente sul cuore dell'espressione del voto da parte del cittadino.
Francamente, in questo momento ne verrebbe fuori una discussione un po' pedante e molto accademica, anche se non priva di interesse, perché si stabiliscono dei precedenti sui quali ci si potrà accapigliare in futuro o sui quali si possono sollevare polemiche - allorché vi siano concrete ragioni per spingere nell'una o nell'altra direzione - discutendo, appunto, se sia corretto o meno l'uso di tale strumento normativo.
Al momento, non possiamo nascondere che vi fossero delle ragioni di oggettiva urgenza che consigliavano e imponevano di disciplinare tali aspetti, alcuni dei quali si risolvono in zone d'ombra. Non ho mancato di sottolineare qualche incertezza anche durante il dibattito e, soprattutto, in occasione dei nostri brevi interventi sugli emendamenti che sono stati posti in votazione. In particolare, ribadisco anche in sede di dichiarazioni di voto finale che stabilire le regole quando la partita è già aperta e con norme che non disciplinano in via generale le varie ipotesi che si possono configurare, ma piegano le regole alle esigenze del particulare, mi sembra un metodo non corretto. Oltretutto, anche in questo caso, si stabilisce una prassi poi fatalmente condannata a riprodursi, che non è affatto commendevole, anzi direi decisamente condannabile. Non siamo, dunque, nel regno delle regole, ma in quello delle «regoluzze», che va ad adagiarsi sulle situazioni particolari che si sono poste in questo scorcio di fine legislatura e nel periodo preelettorale.
Tuttavia, il provvedimento - devo ammettere lealmente - è stato oggetto di confronti e anche di convergenze di volontà o, perlomeno, di constatazioni di necessità e non sarà Alleanza Nazionale, da sempre leale e corretta in questi percorsi, ad incrinare tale tipo di consenso.
Certamente, vi sono aspetti di grande importanza da migliorare e ancora non perfezionati: mi riferisco alla disciplina del voto espresso dagli italiani residenti ed operanti all'estero e al voto dei nostri concittadini, specie in divisa, che si trovano all'estero per rendere servizio alla patria e alle sue esigenze internazionali e, pertanto, alla possibilità di consentire loro di esprimere congruamente il loro voto.
Inoltre, vi sono anche esigenze di economicità complessiva di cui molto si è discusso nelle passate settimane. Faccio presente che i cittadini sono molto sensibili anche a tale aspetto perché non vogliono che, per ragioni politiche o partitiche, si vadano a dilapidare risorse economiche invero ormai preziose fino all'ultimo euro.
Per l'insieme di tali ragioni auspichiamo che nella ventura legislatura, senza la fretta e l'angoscia delle scadenze, si possano stabilire metodiche più razionali. Tra di esse segnalo, una per tutte, l'esigenzaPag. 17(che dilazionerà anche nel tempo le procedure preelettorali) di depositare con congruo e più lungo anticipo le candidature. Mi riferisco ai livelli politici, ma anche alle elezioni di carattere regionale, provinciale e comunale (anche locali, dunque). È necessario depositare prima, in modo ben chiaro e univoco, le indicazioni di candidature di liste; poi, deve essere concesso un tempo sufficiente ai cittadini, con parità di condizione, per sottoscriverle e legittimarle in termini di consenso democratico e di presentazione. Segnalo solo questo punto per indicare un aspetto che ritengo fondamentale. Naturalmente, ve ne sono anche altri.
Dopo aver ribadito tale auspicio, per le ragioni che ho menzionato di cooperazione e lealtà istituzionale, nonché per facilitare la regolarità del voto e la sua economicità, anche il gruppo di Alleanza Nazionale esprimerà un voto favorevole sul complesso del provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ronconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO RONCONI. Signor Presidente, sul decreto-legge in conversione che, inizialmente, interessava la questione del cosiddetto election day, vi è stato un accordo complessivo da parte dei partiti anche perché richiesto al Governo da parte del Presidente della Repubblica.
L'UDC non ha mancato di sottolineare la sua disponibilità a patto che l'election day sia organizzato in modo chiaro per dare la possibilità agli elettori di esprimere con estrema chiarezza il loro voto. In alcune zone d'Italia vi saranno elettori che voteranno per il rinnovo delle amministrazioni da quella comunale a quella provinciale, fino al Senato e alla Camera dei deputati. Dunque, vi è la necessità di assoluta chiarezza per evitare confusioni sicuramente facilitate da metodi elettorali e da leggi elettorali diverse a seconda del tipo di elezione.
Pertanto, abbiamo fornito la nostra disponibilità sul decreto-legge, emanato, lo ricordo ancora una volta, in una situazione assolutamente particolare, ovvero a Camere sciolte, in un momento in cui non esiste più una maggioranza politica e neppure un'opposizione politica. Tuttavia, la nostra preoccupazione, oggi, è che nel decreto-legge sono state inserite, in modo surrettizio - mi si consenta di dirlo - con trattative notturne (vi sono state, infatti, trattative notturne!), modifiche vere e proprie della legge elettorale. Un simile procedimento non è corretto e va al di là degli accordi complessivamente assunti tra le forze politiche rispetto ad un'alta garanzia.
Come UDC continuiamo a ritenere opportuno l'election day, a ritenere necessario concentrare nello stesso giorno l'espressione del voto dei cittadini italiani; continuiamo, tuttavia, ad essere preoccupati e contrari all'introduzione di norme che cambiano la legge elettorale.
Per questo motivo, non voteremo a favore del provvedimento in esame, ma ci asterremo [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crema. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CREMA. Signor Presidente, vorrei innanzitutto manifestare apprezzamento per la parte del decreto-legge che recepisce, in parte consistente, le osservazioni che, come presidente della Giunta delle elezioni del Senato, ebbi occasione di formulare e presentare alla delegazione dell'OSCE due anni fa quando venne presso il Senato ad informarsi sulla legge elettorale applicata nel nostro Paese.
Mi riferisco, in modo particolare, alla parte della normativa riguardante il voto degli italiani residenti all'estero, prevista dal decreto-legge che approveremo quest'oggi, che offre una maggiore garanzia di trasparenza ed una minore incidenza di errori materiali nel conteggio dei voti dello scrutinio e nella proclamazione degli eletti.
Ciò renderà di gran lunga più agevole il lavoro delle Giunte della Camera e del Senato e, probabilmente, vi saranno minoriPag. 18speculazioni politiche da parte di chi è sempre stato prevenuto e, nel momento in cui perde le elezioni, ha il mal vezzo di contestarle.
Ritengo, però, che sia doveroso per parte mia, in quest'Aula, ricordare al Presidente della Camera dei deputati e al Governo che il decreto-legge non contiene un chiarimento e non colma la lacuna relativa all'applicazione dello sbarramento del 3 per cento al Senato della Repubblica nelle regioni in cui una lista riesca ad ottenere almeno il 51 per cento dei voti.
Tale applicazione della norma è stata pessima, ha causato l'esclusione di otto senatori nella legislatura testè scaduta, è stata motivo di dura polemiche e ha privato La Rosa nel Pugno della presenza di quattro candidature, diventate per noi legittimi senatori della Repubblica nella XV legislatura.
Mi auguro, signor Presidente, che il Governo - e in modo particolare il Ministro Giuliano Amato - voglia recepire ciò nella circolare esplicativa ed applicativa delle norme elettorali, che inevitabilmente dovrà emanare a correggere, in questa parte totalmente, la circolare emanata dal Ministro Pisanu due anni fa. Mi auguro, inoltre, che il Ministro Giuliano Amato voglia inserire nella prossima circolare le parole che pronunciò a risposta della mia interrogazione all'inizio dell'attuale legislatura. Infatti, nel corso di un questione time sottoposi al Ministro Giuliano Amato non solo le nostre perplessità, ma la nostra denunzia di inesattezze operate nelle circoscrizioni elettorali del Senato nel conteggio dell'applicazione del 3 per cento. In quella occasione, egli ebbe a dichiarare: «Se allora fossi stato Ministro dell'interno, avrei operato nella maniera che lei ora mi sta indicando».
Siccome ritengo l'onorevole Giuliano Amato soprattutto una persona per bene, mi auguro che sia altrettanto coerente nella stesura della prossima circolare, inserendo nel testo e facendo diventare circolare del Ministero dell'interno le parole che, in maniera così autorevole, ha utilizzato nel rispondermi nel corso del question time di quasi due anni fa.
Detto ciò, dichiaro il voto favorevole del gruppo Socialisti e Radicali-RNP (Applausi dei deputati del gruppo Socialisti e Radicali-RNP).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Forgia. Ne ha facoltà.
ANTONIO LA FORGIA. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare esplicitamente il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico-L'Ulivo. Gli interventi svolti in Aula questa mattina hanno rimosso - se non in tutto almeno in buona parte - alcune perplessità o incertezze manifestatesi nel corso della discussione. Tali interventi, quindi, hanno rafforzato le considerazioni di consenso basate già sulla relazione della relatrice Amici e che in qualche modo io stesso avevo potuto svolgere nel corso della discussione sulle linee generali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 3431-A)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3431-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 3431-A, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 15 febbraio 2008, n. 24, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche ed amministrative nell'anno 2008» (3431-A):
Presenti 456
Votanti 383
Astenuti 73
Maggioranza 192
Hanno votato sì 380
Hanno votato no 3.
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Prendo atto che il deputato Di Cagno Abbrescia ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Sull'ordine dei lavori (ore 12,50).
PRESIDENTE. Considerato che, con riferimento al decreto-legge in materia di proroga di termini, non è ancora scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti, fissato alle ore 13, e che successivamente sarà necessario riunire il Comitato dei diciotto, non essendovi obiezioni, possiamo nel frattempo passare al seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica in materia di crimini informatici, rinviato nella seduta di ieri.
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno (A.C. 2807) (ore 12,50).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche dei relatori e del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 1).
Avverto che è in distribuzione un fascicolo recante ulteriori proposte emendative presentate dalle Commissioni Giustizia e Affari esteri.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 2), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato sì 432
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 3), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.Pag. 20
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato sì 447).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la II Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
MANLIO CONTENTO, Relatore per la II Commissione. Signor Presidente, le Commissioni raccomandano l'approvazione dei loro emendamenti 3.100 e 3.101.
PRESIDENTE. Il Governo?
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, mi associo al parere espresso dal relatore per la II Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 451).
Prendo atto che il deputato Fadda ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 454).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato sì 458
Hanno votato no 1).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la II Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
MANLIO CONTENTO, Relatore per la II Commissione. Signor Presidente, le Commissioni raccomandano l'approvazione del loro emendamento 4.100, che è conseguente agli interventi svolti nella discussione di ieri al fine di correggere la norma oggetto di dibattito.
Pag. 21PRESIDENTE. Il Governo?
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 4.100 delle Commissioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 461).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 462).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la II Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
MANLIO CONTENTO, Relatore per la II Commissione. Signor Presidente, le Commissioni raccomandano l'approvazione dei loro emendamenti 5.100, 5.101 e5.102, i quali riscrivono coordinandole le norme del codice penale riferite a questa materia.
PRESIDENTE. Il Governo?
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta gli emendamenti delle Commissioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 461).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 459).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.102 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 22
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato sì 458).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 457).
Prendo atto che il deputato Boato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 7), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato sì 465).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 8), al quale non sono state presentate proposte emendative.
ENRICO COSTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, in sede di Comitato dei diciotto su questo articolo vi è stato un dibattito puntuale: analizzando il disposto normativo, sono state infatti individuate talune criticità, legate al fatto che, attraverso questa norma, si legittimerebbe l'ispezione «con navigazione» all'interno di un sistema informatico da parte di soggetti - mi riferisco alla polizia giudiziaria - che astrattamente potrebbero essere non tecnicamente preparati per affrontare tale adempimento. Sarebbe dunque certamente più utile individuare un disposto normativo che stabilisca cautele e criteri tesi a garantire la conservazione dei dati e soprattutto la loro non alterazione.
A questo fine, posta la difficoltà di costruire una norma che risponda a tali esigenze, in sede di Comitato dei diciotto si era anche valutata l'opportunità di sopprimere questo articolo, in modo che si possa arrivare a seguire, nell'ambito delle perquisizioni, i criteri che sono seguiti già ad oggi, e che prevedono il sequestro del computer e quindi un accertamento tecnico che risponde certamente in modo maggiore alle garanzie e alle esigenze che ho appena esposto. Domanderei dunque al relatore per la II Commissione la sua opinione su queste mie considerazioni.
MANLIO CONTENTO, Relatore per la II Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO, Relatore per la II Commissione. Signor Presidente, la norma in esame è stata oggetto di un'ampia discussione nelle Commissioni perché effettivamente pone delle questioni procedurali estremamente delicate; si tratta di effettuare la perquisizione di sistemi informatici, e, sulla base della disposizione, l'ufficiale di polizia giudiziaria potrebbe accedervi immediatamente. È evidente che sorgono delle preoccupazioni proprio inPag. 23relazione alla perquisizione, perché la stessa potrebbe alterare i dati, con conseguenze facilmente immaginabili.
Noi potremmo anche ipotizzare di aggiungere un inciso alla fine di questa disposizione; vale a dire che la perquisizione debba avvenire con una procedura che assicuri la loro immodificabilità. Tuttavia, signor Presidente, anche all'esito della discussione svolta nel Comitato dei diciotto, mi permetterei di chiederle, per avere un confronto con il Governo, di procedere alla votazione degli altri articoli sui quali non sono stati presentati emendamenti e di accantonare esclusivamente l'articolo 7, al fine di poter arrivare a una decisione condivisa, con la presentazione di un emendamento che soddisfi le esigenze manifestate nel dibattito.
Potremmo, quindi, continuare concludendo l'esame di tutti gli altri articoli e, dopo la pausa per il pranzo, riprendere nel pomeriggio con la correzione di questo articolo e con una condizione che ritengo possa soddisfare le esigenze emerse nel dibattito.
GIACOMO STUCCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, intervengo per associarmi a quanto affermato dal collega Contento; credo che la soluzione da lui prospettata sia la migliore perché ci permetterebbe di trovare la via d'uscita, considerato anche il tempo di cui possiamo disporre.
PRESIDENTE. Chiedo al Presidente della II Commissione di esprimere il suo parere al riguardo, considerato che vi sono due possibilità: procedere ad una breve sospensione della seduta o fermare a questo punto l'esame del provvedimento per riprenderlo nel pomeriggio, perché mi pare evidente che non possiamo passare all'esame degli altri articoli.
PINO PISICCHIO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, credo che possiamo convocare subito il Comitato dei diciotto e, quindi, seguire il suo consiglio per quanto concerne la sospensione, riprendendo l'esame nel pomeriggio così come lei aveva indicato.
PRESIDENTE. Sospendo dunque la seduta che riprenderà alle 15,30.
La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 16,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Colleghi, considerato che è ancora in corso la riunione delle Commissioni Affari esteri di Camera e Senato per le comunicazioni del Governo sulla questione del Kosovo, su richiesta della Commissione, se non vi sono obiezioni, procederei ad un breve differimento dell'inizio della seduta alle ore 16,20.
Sospendo pertanto la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,06, è ripresa alle 16,45.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bimbi, Folena, La Malfa, Lucà, Mantini, Oliva, Pinotti, Pisicchio, Sgobio, Stucchi, Villetti e Violante sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione del disegno di legge di ratifica n. 2807.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del disegno di legge di ratifica n. 2807.Pag. 24
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato, da ultimo, accantonato l'esame dell'articolo 7.
(Ripresa esame dell'articolo 7 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Avverto che è in distribuzione l'emendamento 7.100 delle Commissioni, sul quale chiedo al Governo di esprimere il parere.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Il Governo accetta la proposta emendativa delle Commissioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 389
Astenuti 2
Maggioranza 195
Hanno votato sì 389).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 408
Maggioranza 205
Hanno votato sì 408).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 9), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 405).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 10), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 418
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato sì 418).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Pag. 25(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 11) e delle proposte emendative ad esso presentate.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 397
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato sì 397).
Prendo atto che i deputati Balducci e Baldelli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che le deputate Goisis e Leddi Maiola hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
PAOLA BALDUCCI. Sono state presentate proposte emendative all'articolo 10.
PRESIDENTE. Colleghi, si tratta di articoli aggiuntivi.
Prendo atto che le Commissioni esprimono parere favorevole sulle proposte emendative presentate.
Invito il Governo ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 10.02 delle Commissioni e sull'articolo aggiuntivo Pisicchio 10.01, che eventualmente verrebbe assorbito dall'approvazione dell'articolo aggiuntivo 10.02 delle Commissioni.
UGO INTINI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'articolo aggiuntivo 10.02 delle Commissioni ed esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Pisicchio 10.01.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.02 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 432
Maggioranza 217
Hanno votato sì 432).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
L'articolo aggiuntivo Pisicchio 10.01 è conseguentemente assorbito.
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 12), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Hanno votato sì 434).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12
(Vedi l'allegato A - A.C. 2807 sezione 13), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 435
Maggioranza 218
Hanno votato sì 435).
Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
(Coordinamento formale - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2807)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2807, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica, fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno» (2807):
Presenti 443
Votanti 442
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato sì 442.
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Colleghi, procediamo ad una breve sospensione tecnica.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17.
La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,35.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria (A.C. 3324-A/R) (ore 17,35).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria.
Ricordo che nella seduta del 19 febbraio scorso l'Assemblea ha deliberato il rinvio in Commissione del testo del decreto-legge. Ricordo, altresì, che come costantemente affermato dalla Presidenza, per un principio di continuità del procedimento, l'esame in Assemblea dopo il rinvio in Commissione riprende esattamente dal punto in cui esso si era interrotto con il rinvio.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 1), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 2).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 3).Pag. 27
Avverto che prima della ripresa della seduta sono stati ritirati tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Popolari-UDEUR; tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ad eccezione dei seguenti: Andrea Ricci 33.46 e Migliore 36-bis.040; tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Italia dei Valori, ad eccezione degli emendamenti Astore 6-ter.31, Pedrini 39.31, 39.12, 39.3, 39.39 e 51-bis.050 e tutti gli emendamenti a prima firma D'Ulizia (7.8 e 7.7); tutti gli emendamenti presentati dal gruppo UDC, ad eccezione degli emendamenti Volontè 22-ter.200 e 33.45; tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo Alleanza nazionale e tutti gli emendamenti presentati dai deputati del gruppo PD-l'Ulivo.
Avverto inoltre che le Commissioni hanno presentato proposte emendative che sono distribuite in fotocopia. Secondo quanto risulta alla Presidenza, i gruppi hanno rinunciato al termine per la presentazione di subemendamenti.
Avverto che la Presidenza, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili nel corso dell'esame in sede referente: Pellegrino 13.045 recanti disposizioni in materia di riammissione anche in sovrannumero alle scuole di specializzazione mediche; Soffritti 17.1, volto a fornire l'interpretazione autentica del comma 1231, dell'articolo 1, della legge n. 296 del 2006, in materia di ambito di applicazione del contratto collettivo relativo al settore del trasporto pubblico locale; Pagliarini 24.023, che interviene in materia di tipologie contrattuali per il lavoro presso le pubbliche amministrazioni; Diliberto 24.022, che proroga il termine di validità di graduatorie per l'assunzione di dipendenti pubblici; Salerno 44.07, 44.09, 44.06, 44.08, 44.010 e 44.05, in materia di giochi e scommesse.
Avverto che la Presidenza, a norma degli articoli 86, comma 1 e 96-bis, comma 7, del Regolamento, e secondo le prassi costantemente seguita su analoghi provvedimenti, non ritiene ammissibili, in quanto volti ad introdurre nel decreto-legge materie nuove non strettamente attinenti alle materie trattate dal decreto-legge stesso e non contenute in emendamenti previamente presentati nelle Commissioni di merito, le seguenti proposte emendative riguardanti ulteriori proroghe o differimenti di termini: Longhi 18.030, volto a prorogare il termine per l'esecuzione di opere comprese nel progetto del 12 agosto 1925 per la formazione di nuove banchine portuali; Cannavò 25-bis.044, 25-bis.042, 25-bis.043, non previamente presentati in Commissione; Pedrini 39.39 recante una proroga di termine relativo ai contributi spettanti ai canali tematici satellitari.
La Presidenza non ritiene altresì ammissibili, in quanto recanti disciplina di carattere sostanziale, le seguenti proposte emendative: Catone 1.39, in materia di personale dei ruoli non direttivi delle forze di polizia e delle Forze armate; Pagliarini 6.033, sul diritto al trattamento straordinario di integrazione salariale ed al pensionamento anticipato dei lavoratori esposti all'amianto; Nucara 7.052, recante disposizioni in tema di apprendistato stagionale; Nicco 7.053, recante disposizioni relative al settore del turismo; Pelino 9.54, in materia di sanzioni amministrative; Sasso 12.51, volto a modificare le modalità di utilizzo del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica; Longhi 18.030, relativo agli interventi infrastrutturali nel porto di Genova; Sgobio 24-quater.053, recante disposizioni per l'assunzione di tecnici della prevenzione e dell'ambiente nei luoghi di lavoro; Di Gioia 25.033, che subordina l'applicazione delle disposizioni in materia di trattamento economico di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro con pubbliche amministrazioni statali, di cui all'articolo 3 della legge finanziaria per il 2008, all'emanazione di un regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400; Cannavò 25.037 e Osvaldo Napoli 25.034, in materia di personale dei servizi socio-educativi; Bonelli 25.038 per la stipula diPag. 28contratti a tempo determinato; Sgobio 25-bis.32, in materia di stabilizzazione, da parte delle amministrazioni pubbliche, del personale già utilizzato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa; Sgobio 25-bis.045, volto a prevedere il riconoscimento di benefici economici in favore del personale già dipendente dell'amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni trasformato in ente pubblico economico denominato «Ente poste italiane»; Osvaldo Napoli 25-bis.038, in materia di affidamento di incarichi esterni; Sgobio 25-bis.046, recante disposizioni relative all'assorbimento da parte delle amministrazione pubbliche dei lavoratori ex socialmente utili, esternalizzati in società private appaltatrici di pubblici servizi; Lion 26.035, in materia di previdenza per il settore agricolo; Di Gioia 29.43, contributi per attrezzature agricole; Bonelli 29.45, in materia di tassazione di SUV; Di Gioia 29.040, in materia di diritti versati alle camere di commercio; Volontè 33.45, in materia di agevolazioni per i termovalorizzatori; Osvaldo Napoli 35-bis.035, in materia di semplificazione di procedure; gli identici Di Salvo 36-bis.031, Migliore 36-bis.040, e Diliberto 36-bis.038, volti a fissare le modalità del primo incremento della detrazione per i redditi da lavoro dipendente sulla base delle maggiori entrate di carattere permanente come risultanti dalla relazione trimestrale di cassa del marzo 2008; Turco 38.032 volto ad escludere l'Autorità per l'energia elettrica e il gas e la Cassa conguaglio per il settore elettrico dall'applicazione del limite di spesa di cui all'articolo 1, comma 5, della legge finanziaria per il 2005; Osvaldo Napoli 40.032 in materia di spese degli enti locali; Osvaldo Napoli 41-bis.030 e 42-bis.050 in materia di enti locali; Bellillo 46.37, in materia di collocamento anticipato in quiescenza dei familiari di soggetti portatori di handicap; Giovanardi 47-ter.034, sulla tutela delle minoranze linguistiche; Rotondo 47-ter.0200, in materia di valorizzazione di parchi archeologici siciliani; Turco 47-quater.032 in materia di Autorità per l'energia elettrica e il gas; Longhi 48.030, che dispone il trasferimento al comune di Genova di alcune aree demaniali site nell'area portuale; Pedrini 51-bis.050 e Sgobio 51-bis.0200, in materia di ripartizione di fondi.
La Presidenza non ritiene altresì ammissibili le seguenti proposte emendative, che costituiscono riformulazione di proposte emendative dichiarate inammissibili in Commissione: Soffritti 7.02, il quale interviene in materia di limiti di età per il collocamento a riposo di dirigenti medici; Pedrini 39.31 (già 0.39.11.2), concernente diverse disposizioni che modificano il decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante il testo unico della radiotelevisione.
Avverto infine che la Presidenza non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative che modificano in modo frammentario o parziale atti di rango normativo non primario: Pelino 3.42, Salerno 37-bis.6 e 37-bis.5 e Boscetto 47.030.
La Presidenza si riserva di comunicare ulteriori inammissibilità nel prosieguo della seduta.
Chiedo al presidente Violante se intenda riferire sugli esiti dell'esame nelle Commissioni a seguito del rinvio.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, vorrei informare i colleghi del modo in cui si è proceduto e delle intese raggiunte tra i responsabili dei gruppi su questa materia. Avverto i colleghi che si tratta probabilmente dell'ultimo provvedimento legislativo della legislatura. Pertanto, evidentemente, su questo terreno si sono affollate tutte le domande che erano rimaste a metà, inevase e così via.
Abbiamo dovuto tener conto dei rigidi criteri che la Camera applica in questa materia, determinati sia dal Regolamento sia da indirizzi recentemente fatti propri anche dal Capo dello Stato, in un'occasione che i colleghi ricorderanno. Sono stati, quindi, dichiarati ammissibili da parte dei presidenti delle Commissioni - il collega Duilio ed io - quegli emendamenti sui quali vi era l'unanimità dei gruppi.Pag. 29Laddove vi era dissenso di un gruppo, l'emendamento è stato dichiarato non ammissibile.
Sia ben chiaro: sono stati dichiarati non ammissibili, e comunque estranei alla materia, anche temi di grande importanza. In altre parole, il giudizio non ha riguardato l'importanza o la rilevanza, ma anche temi di grande importanza sui quali non vi era consenso unanime da parte dei gruppi. Abbiamo così lavorato sino a ieri sera in Commissione, dove si è raggiunto l'accordo in base al quale il testo era quello approvato e in più restavano tre problemi, che sono stati risolti. Il primo riguardava la Croce rossa, il secondo la subsidenza nel nord est ed il terzo il Vajont. Vi erano, quindi, queste tre questioni, ne abbiamo discusso e sono stati risolti anche tali problemi. Pertanto, credo che su tutto quanto eccede questa materia vi sarà da parte dei relatori - lo anticipo adesso, per ragioni di chiarezza - il parere contrario delle Commissioni, non perché quelle materie non meritino, ma perché le intese raggiunte dai gruppi sono di questo tipo. Questo è stato l'unico modo per poter disciplinare anche materie sulle quali teoricamente vi sarebbe stata l'inammissibilità.
Sottolineo inoltre che il presidente Duilio ed io stesso abbiamo suggerito ai colleghi parlamentari di presentare ordini del giorno sulle materie di particolare rilevanza non ammissibili. Ritengo, infatti, che anche questa volta - com'è avvenuto nel passato - vi sarà qualche decreto-legge da parte del Governo, che poi verrà preso in esame nella legislatura successiva (quella che si aprirà a fine aprile), per disciplinare materie particolarmente delicate e urgenti sulle quali, per una serie di ragioni, non si è provveduto in questo periodo.
Mi rivolgo ai colleghi che stanno ascoltando: se i loro emendamenti sono stati dichiarati non ammissibili (o comunque superati), potrebbero presentare ordini del giorno. Credo che in questa materia le Commissioni chiederanno al Governo di valutare l'opportunità di prendere in considerazione tali ordini del giorno e, soprattutto, di dare un parere favorevole. Ciò anche perché, dal punto di vista politico, si tratta di questioni sulle quali ritengo che ciascun gruppo voglia segnare la propria presenza.
ANDREA RICCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, intendo intervenire sull'inammissibilità degli identici articoli aggiuntivi Migliore 36-bis.040, Di Salvo 36-bis.031 e Diliberto 36-bis.038. Si tratta delle proposte emendative che davano attuazione all'articolo 1, comma 4, della legge finanziaria per il 2008, che destina le future maggiori entrate all'aumento delle detrazioni di imposta per il lavoro dipendente, e che andavano ad affrontare una drammatica emergenza sociale esistente nel nostro Paese, ossia il basso livello dei salari.
Giudichiamo la dichiarazione di inammissibilità pienamente coerente con i criteri annunciati e con la prassi consolidata, appena spiegata dal presidente Violante. Tuttavia, vogliamo sottolineare che si è giunti a questo esito, non a causa di un fatto tecnico, ma di un fatto politico. Infatti, come il presidente Violante spiegava, qualora vi fosse stata - in sede di Comitato dei diciotto e poi in sede di Commissioni - l'unanimità dei gruppi, questo argomento sarebbe potuto entrare nella conversione in legge del decreto-legge. In questo modo, avremmo potuto dar corso alla riduzione fiscale sui salari, prevista dalla legge finanziaria.
Chi si è opposto alla realizzazione di questa importante misura sociale - bisogna dirlo - è stato il centrodestra, che ha impedito, quindi, al di là delle chiacchiere e della propaganda elettorale, di dare subito un'immediata risposta ad una grave problema sociale: la questione salariale. È stata così bloccata la redistribuzione del reddito che, nel corso della manovra finanziaria per il 2008, si era prevista.
Vi erano altre proposte emendative in tal senso: quella del Partito Democratico andava in una direzione analoga, ma nonPag. 30identica, a quella presentata dai gruppi della sinistra, perché destinava il futuro extragettito anche a redditi non da lavoro dipendente. In questo caso, come atto finale della legislatura, con rammarico dobbiamo prendere atto che la Camera dei deputati ha rinunciato a dare attuazione ad una misura così importante e che già è prevista legislativamente.
In ogni caso, chiediamo che, nel corso delle prossime settimane, non appena saranno resi noti - attraverso la relazione trimestrale di cassa - i dati sul primo extragettito del 2008, il Governo provveda immediatamente, mediante un proprio decreto, a ridurre la pressione fiscale sui salari e a dare attuazione piena alla legge finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, sia l'intervento del presidente Violante, sia, in particolar modo, l'ultimo intervento dell'onorevole Andrea Ricci, ci costringono a fare delle puntualizzazioni che, magari, avremmo anche cercato di evitare.
È chiaro, infatti, che il gruppo di Alleanza Nazionale - così come avevamo concordato con i presidenti e con tutti i gruppi - ha partecipato ad un tentativo di miglioramento complessivo del testo del decreto-legge. Questo è il lavoro che i gruppi hanno svolto nelle Commissioni, ed è chiaro (mi rivolgo a tutti i colleghi, prioritariamente al gruppo di Alleanza nazionale, ma comunque a tutti i colleghi dell'Assemblea) che tante erano le questioni che si potevano affrontare all'interno di questo decreto-legge. Siamo tutti consapevoli che non tutto può essere affrontato in un decreto-legge di fine legislatura a Camere sciolte, e avremmo voluto e dovuto cercare di tenere un atteggiamento responsabile, come credo alla fine sia stato fatto.
Tuttavia, presidente Violante, la prima precisazione riguarda la questione delle proposte emendative che sono «sopravvissute» e mantenute da parte di alcuni gruppi. L'impegno da parte di tutti i gruppi che hanno aderito a questo metodo di lavoro, era quello di ritirare tutte le proposte emendative. Infatti, caro onorevole Ricci, se il tema consiste nel venire a rivendicare, in quest'Aula, le responsabilità attorno a ciò che è entrato o a ciò che è rimasto fuori, apriamo un dibattito in cui tutto il mio gruppo è pronto tranquillamente a intervenire su tutte le questioni, e siamo pronti a fare una battaglia d'Aula che è legata alla responsabilità del centrosinistra, a quello che è stato fatto fino ad oggi, a quello che resta da fare, e apriamo la campagna elettorale: non era questo l'intento, presidente Violante, non era questo!
Noi abbiamo mantenuto gli impegni e abbiamo ritirato gli emendamenti (vi assicuro che ce ne sono, e ce ne erano, di particolare livello e qualità per poterne discutere). Ritengo che sia buona cosa, e pertanto invito tutti i gruppi a mantenere gli impegni, assunti in sede di Commissioni, a ritirare tutti gli emendamenti e a evitare speculazioni politiche in quest'Aula, a Camere sciolte, laddove la questione dovrebbe essere già chiusa. Mi rivolgo all'onorevole Ricci, sperando che ritorni il buonsenso in questa fase, il buonsenso che ha animato il lavoro delle due Commissioni.
L'extragettito non c'è, la spesa pubblica l'avete già fatta e dovremo gestirla noi quando torneremo al Governo con la nostra maggioranza. Allora, signor Presidente, lo dico anche al presidente Violante e al presidente Duilio, il mio invito è quello di ritornare all'interno del buon lavoro delle Commissioni, che credo sia stato svolto. Abbiamo risolto molti problemi, non siamo riusciti ovviamente a risolvere i problemi complessivi del sistema Italia, ma non ci devono essere interventi che possano portare ad un confronto d'Aula che credo non si chiuderà certamente con i buoni auspici con cui avevamo iniziato i lavori in Commissione.
GIUSEPPE ASTORE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ASTORE. Signor, Presidente, per senso di responsabilità ed anche per riportare un po' di serenità in quest'Aula, rendendomi conto che è l'ultimo provvedimento legislativo, ritiro il mio emendamento 6-ter.31.
Prima però credo sia opportuno illustrare e fare una richiesta precisa al Governo: non è possibile che dopo emendamenti, dopo tentativi di approvazione di ordini del giorno la vicenda, oramai nota ad ogni deputato, del terremoto del Molise, non trovi posto nella legge finanziaria o nel decreto milleproroghe. È a tutti noto che il decreto milleproroghe conteneva la regolamentazione della restituzione dei contributi; purtroppo non è stato «bollinato» tale articolo.
Mi rivolgo agli amici del Governo e alla Presidenza di questa Assemblea: non vogliamo avere un trattamento diverso dagli altri, e lo dico a voce alta, pur nel rispetto del mio partito e pur nel rispetto della nostra coalizione. Avete messo dentro Catania per ben tre volte, in tre provvedimenti legislativi, avete inserito in tre provvedimenti legislativi un terremoto che è avvenuto due giorni dopo il terribile terremoto del Molise e della Puglia, dove sono morti - non voglio usare questa tragedia, che parecchi uomini politici ancora utilizzano a scopi politici. - 27 bambini, i cui familiari attendono ancora di rientrare.
Ritengo che sul finire della legislatura sarebbe stato importante regolamentare tale vicenda, anche per una soddisfazione - permettete, signor sottosegretario - di chi rientra a casa, di chi abita nel cratere, di chi abita a San Giuliano di Puglia: entra in casa e sente dire che sarà rinviato alla prossima legislatura. Si chiedeva soltanto di iniziare a restituire quanto era stato sospeso, cioè i contributi e i tributi che da noi erano stati sospesi come in Piemonte, come a Catania, come a Siracusa, come nelle Marche, come nell'Umbria, di regolamentare la questione e di avere certezza giuridica. La mia popolazione ne ha diritto, la questione non può essere affidata al caso o al buon senso di un Presidente del Consiglio o di un Ministro per il coordinamento della protezione civile.
Per questo motivo ho sentito come un dovere morale sottoporre nuovamente alla vostra attenzione tale questione, pur rispettoso dell'indicazione di gruppo e di maggioranza. La mia comunità non sa ancora cosa fare. Vi sono 12 ordinanze di Berlusconi e di Prodi che si contraddicono tra loro, che si sovrappongono, interpretate in maniera diversa dall'INPS, dall'INPDAP e da altri enti previdenziali. Vogliamo veramente far soffrire questa gente, la gente che vi dice che vuole pagare, che vuole lo stesso abbattimento che è stato dato ad altre comunità? Ma di fronte alle disgrazie, possiamo fare le graduatorie? In alcuni casi c'è stato addirittura un abbattimento del 90 per cento.
Ci vogliono delle regole! Ci vogliono delle leggi (Commenti)! Chiedo scusa, il Parlamento è stato sciolto, ma di fronte alle disgrazie anche lei, Ministro Maroni, è venuto e ha fatto delle promesse non mantenute, lo dico con estrema serietà.
Rateizzazione di quanto dovuto e abbattimento: ecco cosa si chiede perché credo che non esistano disgrazie di serie A e disgrazie di serie B. Purtroppo il Molise è considerata una disgrazia di serie B: la più grande tragedia di questi ultimi anni è stata definita da voi del Parlamento e del Governo di serie B.
Pertanto per non allungare - noto che qualcuno è nervoso: per me non è una perdita di tempo - credo che avete gli strumenti, amici del Governo, per riparare a questo «sgarro». Avete gli strumenti! C'è il potere di ordinanza previsto dalla legge n. 225 del 1992: un'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero del Ministro per il coordinamento della protezione civile, può sostituire una norma legislativa. Potete farlo! Vi è anche la possibilità - come diceva chi mi ha preceduto - di disciplinare questo aspettoPag. 32con un decreto. Rimane, però, la vergogna che tutte le altre disgrazie, che tutte le altre calamità...
PRESIDENTE. Onorevole Astore, concluda.
GIUSEPPE ASTORE. ...sono state regolamentate - concludo, Presidente - mentre per quella del Molise viene ancora prorogato un termine che non so fino a quando durerà e non so cosa potranno fare, senza certezze, nei prossimi mesi, gli imprenditori di quell'area ed i cittadini comuni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).
PIETRO ARMANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente vorrei aggiungere alcune considerazioni a quelle già svolte dal collega Giorgetti per replicare con grande serenità e pacatezza alle argomentazioni «comiziesche» del collega Ricci.
Questo Governo non è dimissionario, ma è stato «dimissionato» poiché caduto a seguito della mancata approvazione della questione di fiducia. I comizi elettorali sono stati aperti, sono stati proclamati e stiamo sistemando le ultime pendenze di questa legislatura.
Il vostro Ministro dell'economia ha affermato che il cosiddetto tesoretto o comunque l'extra gettito è ancora incerto; probabilmente qualche cosa potrebbe emergere - mi auguro - dalla trimestrale di cassa, ma naturalmente la produzione industriale è in crollo, il costo dell'energia è in continua crescita e non sappiamo quale sarà l'andamento della spesa pubblica corrente nei prossimi mesi.
A me sembra, quindi, che sarebbe estremamente scorretto condizionare il prossimo Governo, che potrà cominciare a lavorare dopo l'inizio della nuova legislatura, e condizionare, in questo modo, il futuro e soprattutto l'equilibrio di finanza pubblica. Pertanto mi pare assolutamente fuori luogo l'intervento del collega Ricci.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo dare pubblicamente atto del fatto che il gruppo dei Verdi ha ritirato, come avevamo convenuto (il collega Giorgetti si riferiva agli altri gruppi), i propri emendamenti anche quando alcuni di questi (mi riferisco a quelli presentati dal collega Pellegrino, dal collega Fundarò, dalla collega Zanella e dal collega Bonelli) avrebbero potuto permettere di affrontare questioni di grande rilevanza. Laddove, poi, ci fosse stata una potenziale dichiarazione di inammissibilità avremmo potuto proporre ai colleghi di trovare quella unanimità che, in altri casi, ci ha permesso di superare questo ostacolo.
Dico ciò perché gli interventi che abbiamo sentito da parte di qualche collega, magari condivisibili nel merito, si collocano, però, nella stessa metodologia di lavoro che il presidente Violante ed il presidente Duilio insieme ai relatori Piro e Angelo Piazza hanno seguito su questa vicenda.
Sotto questo profilo, in dissenso con il collega Armani, io invece esprimo condivisione per le valutazioni che il collega Ricci ha fatto sulla questione delle detrazioni salariali, che noi avremmo e abbiamo pienamente condiviso. Per quanto riguarda il resto mi rivolgo a tutti i gruppi (in questo caso sia di ex-maggioranza sia di ex-opposizione: siamo in un regime di prorogatio, con un Governo in crisi e con lo scioglimento delle Camere) perché tutti, se ancora non l'avessero fatto, rispettino gli impegni che abbiamo assunto in sede di Commissioni congiunte Affari costituzionali e Bilancio.
FRANCESCO NAPOLETANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, il gruppo dei Comunisti ItalianiPag. 33non ha ritirato le proprie proposte emendative per un motivo molto semplice. Il decreto-legge «mille proroghe» al nostro esame viene definito tale con molta parsimonia. Infatti, dovremmo cominciare a definirlo «duemila proroghe» per il numero così vasto di nuove materie prorogate che vi rientrano, tanto da farlo diventare una sorta di legge finanziaria-bis, di propaggine di leggi approvate una settimana prima dell'emissione del decreto-legge, visto che sono diventate delle norme omnibus, che ricordano lo slogan pubblicitario «RAI, di tutto di più» e che sotto elezioni diventano dei veri e propri assalti alla diligenza.
In tale contesto, vi dico con molta franchezza che molti di noi pensano che, purtroppo, le tematiche sociali e del lavoro non abbiano trovato la dignità che meritavano, al di là dei vessilli che ciascuno inalbera sulla difficoltà delle famiglie e sulla riduzione delle tasse. Infatti, avevamo la possibilità non di disperdere in mille rivoli elettorali le risorse a disposizione, ma di concentrarle, anche in modo unanime e trasversale, per conseguire alcuni risultati (tra l'altro previsti già nella legge finanziaria per il 2008) come quello di iniziare a diminuire la detrazione fiscale e, quindi, ad aumentare i salari, dando così un aiuto concreto alle famiglie. Invece, non lo si è voluto fare e ci è sembrato perfino grave che gli emendamenti che riguardavano le morti sul lavoro (che vedono tutti apparentemente sensibili, spesso con frasi che suonano di circostanza), che avrebbero consentito l'assunzione di ispettori del lavoro e tecnici dell'ambiente, non sono stati neanche discussi in Commissione.
In questo caso, non è stato soltanto il centrodestra, come ogni volta vogliamo far credere creando degli alibi, ma sono stati anche altri gruppi, a cominciare da quelli maggioritari del centrosinistra, che non hanno mai voluto affrontare tali problemi. Quindi, è stato risposto negativamente alle proposte sugli ispettori del lavoro, sulla diminuzione della pressione fiscale sui salari e su tutta un'altra serie di misure, perfino per i lavoratori dell'amianto e per la regolarizzazione di altre categorie di lavori precari.
Allora che cosa stiamo a fare qui, ad assistere alle prove generali di larghe intese? Questo si è verificato! Diciamo le cose come stanno, con nome e cognome! Ci dispiace che ciò sia avvenuto, ma almeno si senta il nostro grido di protesta e non prendiamoci in giro con gli ordini del giorno a Governi dimissionari in un Parlamento che tra due mesi sarà così ampiamente modificato anche nella composizione.
Mi auguro che al di là della campagna elettorale o quant'altro, le cose che si dicono si facciano realmente e che almeno non si prendano in giro gli italiani, i lavoratori e la parte più debole di questo Paese, nei confronti della quale dovremmo essere tutti più sensibili con i fatti e non a parole.
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, vorrei spiegare la mia posizione: non ritirerò le mie proposte emendative. Mi si dice che non ritirando gli emendamenti non farò approvare il decreto-legge «mille proroghe». Non ci credo, non sono così ingenuo e non lo sono nemmeno da pensare che i miei emendamenti siano approvati. Tuttavia, il problema è che sono in gioco qualche cosa come cinquantamila imprese cooperative di piccola dimensione e lo spiegherò meglio illustrando le mie proposte emendative.
Voglio capire: che c'entra applicare il contratto di lavoro della CGIL, signori della destra, alle piccole cooperative di tre o quattro persone? Applichiamo il contratto di industrie di migliaia di lavoratori a piccole imprese di tre lavoratori! Questa è la vostra managerialità, questa è la vostra lungimiranza!
Non posso ritirare questo emendamento perché tradirei i lavoratori, tradirei il movimento cooperativo che mi ha volutoPag. 34qui come proprio rappresentante. Non lo faccio per coerenza, ma per giustizia!
Non credo che il Paese risentirà di questo mio voto su emendamenti che ritengo giusto, ma mi meraviglio della sinistra, che accetta tutto, che non cerca di capire l'essenza delle cose, che non difende i cooperatori, che non difende le imprese cooperative.
Signor Presidente, ribadisco che non intendo ritirare i miei emendamenti e su ciascuno di essi dirò come stanno le cose.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, ha ragione il collega Giorgetti: l'intesa raggiunta in Commissione era che tutti i gruppi parlamentari ritirassero i propri emendamenti. Questo è un dato di fondo, perché garantisce anche che i gruppi che hanno ritirato gli emendamenti hanno tenuto fede a questo impegno e viceversa chi non l'ha fatto non vi ha tenuto fede.
Questa è la ragione per la quale, come detto prima - hanno ragione i colleghi che hanno parlato prima di me - e lo anticipo per ragioni di chiarezza (poi lo diranno formalmente i colleghi relatori), il parere sarà contrario su tutti gli emendamenti, tranne quelli delle Commissioni.
Questo impedirà ai colleghi che comunque chiedono di votare sulle proprie proposte emendative di presentare ordini del giorno corrispondenti per impegnare il Governo e segnare una posizione politica. Vorrei che questo fosse molto chiaro!
Comunque è vero quello che è stato detto: c'era un impegno. Quasi tutti i gruppi, infatti, hanno ritirato i propri emendamenti; se uno non lo ha fatto, credo che sia un problema che non può riguardare tutti quanti gli altri.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, mi sembra di assistere, come ultimo atto di questo Parlamento, a una «commedia kafkiana», perché è sotto gli occhi di tutti che l'esigenza - ed è quello che ha detto, tra l'altro, il presidente Violante in maniera molto corretta - era quella di arrivare ad un'intesa per evitare che questo decreto, necessario per certi versi, legato a tutta una serie di proroghe e di atti dovuti, non decadesse e venisse sancito dal Parlamento come ultimo atto di questa legislatura.
Sta di fatto che non si può consentire, dopo aver preso quell'accordo, di venire in quest'Aula a fare campagna elettorale. Voglio dire al collega della sinistra, che ha parlato prima, che ha partecipato tranquillamente - anche fisicamente - a quelle che sono state le trattative da parte di tutti i gruppi.
Quello che voleva lo ha avuto! Che poi venga in quest'Aula a dire che non ritira i propri emendamenti perché la destra non ha voluto questo, non ha voluto quest'altro, che significa? A chi lo deve dire? Lo deve dire ai colleghi del Partito Democratico, lo deve dire a tutto il resto del Parlamento che ha acconsentito che questo provvedimento andasse in porto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Perché ci dobbiamo prendere in giro fino all'ultimo minuto, caro collega?
Se non volevi, il tuo gruppo poteva non acconsentire e questo provvedimento non sarebbe andato in porto, perché bastava il veto di un solo gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Il Presidente Bertinotti è stato corretto: quello che si deve fare abbisogna del consenso di tutti gruppi, per cui i comizi vai a farli nelle piazze, non qui dentro!
Vai a farli nelle piazze, tu e il collega che si appresta ad entrare nel Partito Democratico, D'Ulizia, per cui vale la stessa cosa. Non comprendo perché si è arrivati in limine litis su questo provvedimento a dire che non si condividevano alcune cose; non vi è consentito, cari colleghi, voi che andrete con quel nuovo soggetto politico, il Partito Democratico.Pag. 35
Queste sono prove che, forse, devono far rivedere alcune prese di posizione da parte di alcuni colleghi del Partito Democratico nei vostri confronti.
Non vi è consentito di venire qui a dire che la colpa di tutto quello che non è «passato» nel provvedimento in esame è del centrodestra; caro collega D'Ulizia: non è così! Perché voi avete avuto quello che avete chiesto, altrimenti non sarebbe passato! Smettiamola, per una volta! Una volta per tutte, alla fine di questa legislatura, facciamo le persone serie e non i «venditori di tappeti» [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per ribadire che il gruppo Italia dei Valori ha rispettato l'impegno assunto in Commissione, ma come lei ben sa - e i colleghi più autorevoli mi insegnano - non possiamo coercire la volontà del singolo parlamentare. Noi abbiamo rivolto un invito ai singoli componenti del nostro gruppo, tutti vi hanno aderito e hanno ritirato i propri emendamenti; l'onorevole D'Ulizia ha le sue buone ragioni, però è il caso di un singolo e non di un gruppo.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intanto vorrei dire che La Destra non ha partecipato a nessun accordo, a nessuna intesa, e anche le «larghe intese», quelle che si stanno per annunciare nel dopo-voto politico, stanno vedendo in questa sede una sorta di prova generale. Come funziona? Quando il bipartitismo entrerà in funzione, basterà che si vedevano al bar i due più importanti esponenti dei due maggiori partiti di centrodestra e di centrosinistra e hanno risolto tutto.
Questo bipartitismo, che sembra una cosa nuova, in realtà l'aveva teorizzato Andropov, quando era a capo dell'Unione Sovietica e i suoi generali sollecitavano un intervento armato nei Paesi dell'est. Egli disse: oggi le dittature, il totalitarismo non si mantengono più con l'esercito; basta istituire due partiti uguali, apparentemente in contrapposizione tra loro, che rispondono agli stessi obiettivi, alla stessa logica e agli stessi padroni, e il totalitarismo è realizzato.
Noi, però, non siamo «quattro amici al bar»; questo è ancora, prima del bipartitismo, il Parlamento della Repubblica italiana. Non si tiene un Parlamento, che svolge le sue funzioni nelle Commissioni e in Aula, riunisce il Comitato dei nove, tenendoci più o meno alla corda fino a quest'ora, per poi dire che il bipartitismo ha deciso il ritiro degli emendamenti e quindi gli emendamenti non ci sono più. Gli emendamenti de La Destra ci sono; io sono il primo firmatario e non li ritiro; chi vuole, ritirasse i propri, ma non può obbligare nessuno a ritirarli, né tantomeno la Presidenza può, con atto d'imperio, considerare ritirati gli emendamenti.
E comunque, ammesso che qualcuno li voglia ritirare, il Governo dovrebbe precisare cosa farà degli emendamenti eventualmente, signor Presidente, trasformati in ordini del giorno. Il Governo li accetta o no? Voglio dire: se si ritirano degli emendamenti con la prospettiva di trasfonderli in ordini del giorno, il Governo si deve pronunciare prima del loro ritiro e anticipare quali emendamenti ritiene accoglibili nel caso in cui vi fosse il ritiro.
Concludo dunque, signor Presidente, dicendo che non mi pare opportuno che il Parlamento italiano chiuda in questa maniera quest'ultima seduta della legislatura, anche perché quelle che a noi sembrano solo righe di inchiostro sono per i cittadini italiani cose concrete e problemi veri, e sono danni o privilegi che vengono loro assicurati. Il Parlamento e la democrazia hanno i loro tempi, hanno le loro regolePag. 36ed hanno le loro prassi: e ciò non può assolutamente essere eliminato. Ognuno scelga dunque per il proprio partito e non con il totalitarismo del bipartitismo, poiché questo è ancora da venire e su di esso si devono ancora pronunciare i cittadini italiani. La prego dunque, signor Presidente, di mettere ai voti di questa Assemblea gli emendamenti non ritirati.
GINO SPERANDIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GINO SPERANDIO. Signor Presidente, intervengo nel dibattito sugli emendamenti poiché il Regolamento non mi consente di intervenire nel merito della questione.
Non sono d'accordo con la scelta fatta dal gruppo del collega Pini di ritirare l'emendamento 27.031, di cui ero cofirmatario. Infatti, anche se il Regolamento non mi consente di riproporlo, poiché è trascorso il termine per la presentazione degli emendamenti, desidero segnalare all'Assemblea che quello era in realtà un emendamento importante e che andava incontro al vero spirito del decreto-legge al nostro esame. Ricordo infatti a me e all'Assemblea che lo strumento della decretazione d'urgenza serve ad affrontare questioni limitate ed urgenti: ebbene, la questione delle esecuzioni nel campo delle quote latte è una vera emergenza per il settore della zootecnia, soprattutto del nord. Ritengo pertanto sbagliato lasciar procedere le esecuzioni, che rischiano di mettere in crisi il sistema generale di una partita importante qual è quella della produzione del latte nel nostro Paese. Segnalo dunque il mio disaccordo con la scelta del gruppo della Lega - scelta che naturalmente non era rimessa alla mia potestà - di non segnalare l'emendamento proposto dal collega Pini fra quelli da mantenere in discussione.
Peraltro, faccio presente che quell'emendamento presentava anche un altro aspetto importante, che avevamo richiesto insieme, e che stava nel fatto di prevedere l'istituzione di una commissione per ridefinire i criteri per l'esazione delle multe. Si tratta di una questione che costituisce ormai una vicenda annosa nel nostro Paese e che è peraltro collegata ad un'altra vicenda che non ha mai avuto una chiarificazione: e cioè il fatto che noi oggi non conosciamo né quanti litri di latte vengono prodotti nel nostro Paese, né come essi vengano prodotti, né come sia possibile che vi sia una disparità addirittura eclatante fra il numero di bestie realmente presenti nel Paese e la quantità di latte nominalmente prodotta. In altri termini, noi ogni anno sforiamo le quote latte che ci vengono assegnate, ma non abbiamo le vacche che sono in grado di produrne tanto.
In conclusione, mi rendo conto della più generale questione politica attinente il provvedimento cosiddetto milleproroghe (un provvedimento che in realtà indica una crisi dello strumento legislativo, dal momento che esso è ormai assurto quasi al ruolo di seconda legge finanziaria): però, ritenevo e ritengo che una partita così importante avrebbe dovuto avere l'attenzione del Parlamento, proprio perché si tratta di una situazione di emergenza (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, tra le innumerevoli questioni che hanno trovato una collocazione all'interno del decreto «milleproroghe» - che non rappresenta un grande esempio del modo in cui un Parlamento dovrebbe legiferare, ma che ormai è diventato in questo senso una prassi che subiamo ogni anno - vi è la questione del credito di imposta per i nuovi investimenti, altresì definita «Visco Sud». Non volevo che questa introduzione passasse sotto silenzio, perché intendevo evidenziare come il totale fallimento delle politiche di sviluppo delle aree depresse e la conseguente scomparsa della questione meridionale dal dibattito politico sono messe in evidenza dalla gestione proprio di tale norma, che viene ripescata sul filo di lana della conclusione della legislatura.Pag. 37
Voi tutti ricorderete che - dopo una campagna elettorale condotta dalla sinistra tutta parametrata sull'attacco al «nordista» Governo Berlusconi e l'impegno di porre come prioritario il rilancio delle politiche di coesione territoriale - nella prima finanziaria di Prodi vennero approvate quattro misure: la programmazione settennale del FAS, la «Visco Sud» (e cioè il credito di imposta per i nuovi investimenti), la riduzione differenziata del cuneo fiscale e soprattutto, meraviglia delle meraviglie, l'introduzione delle zone franche. La promessa era che con queste quattro misure si sarebbe data la svolta al rilancio produttivo e soprattutto occupazionale: il drammatico risultato è che nessuna delle quattro misure ha prodotto qualsivoglia effetto - e quindi non ha incentivato gli investimenti -, ma soprattutto non ha consentito l'assunzione di un solo nuovo addetto in tutto il 2007.
La programmazione settennale del FAS è stata chiaramente una norma «manifesto», che peraltro è stata banalizzata perché questo strategico Fondo viene usato come un bancomat dal Governo per finanziare qualunque necessità, meglio se al di fuori degli interventi di sostegno al Sud. Il differenziale del cuneo fiscale non ha prodotto alcun effetto, bloccato dalla mancata autorizzazione dell'Unione europea, esattamente come è accaduto per la «Visco Sud» che, in compenso, un effetto lo ha prodotto, e cioè quello di congelare gli acquisti di macchinari in attesa dell'autorizzazione: è il primo caso al mondo di incentivo che concorre a determinare effetti recessivi! Probabilmente, per evitare questo effetto imprevisto, con la finanziaria per il 2008 il Governo ha pensato bene di stornare l'intero stanziamento del 2008-2009, dirottando la dotazione di 640 milioni di euro nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, che non costituisce, però, una misura riservata al Sud. L'approvazione, all'articolo 29 del decreto-legge al nostro esame, dell'estensione al 2007 della «Visco Sud» non è quindi un successo di questo Governo e soprattutto un vanto di cui questa ex maggioranza può menare il beneficio, ma la prova del fallimento, ed è stato possibile recuperarla unicamente grazie alla disponibilità dell'opposizione.
Infine, le zone franche non solo non sono partite, ma dopo innumerevoli liti e polemiche sulla loro localizzazione e perimetrazione sono state riformate e stravolte, al punto che nessuno oggi ha un'idea neanche approssimativa di come saranno gestite e di quale potrà essere la loro effettiva ricaduta economica ed occupazionale. In compenso, esse sono state estese a tutta l'Italia, ma la dotazione - che definire ridicola è un evidente eufemismo - è stata lasciata a 100 milioni di euro per il biennio, e cioè nella medesima consistenza di quando costituiva una misura riservata al Mezzogiorno. La situazione va poi aggiornata con altri dati: la legge n. 488 del 1992 dalla fine del 2006 di fatto non è più operativa, ed infatti nella finanziaria non sono state allocate risorse per i contributi a fondo perduto.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, la invito a concludere.
NICOLA BONO. Presidente, mi consenta di completare questi concetti, che reputo importanti. È stata rifinanziata la legge per il credito d'imposta ai datori di lavoro che incrementano i lavoratori dipendenti, ma non sarà operativa fino a quando l'Unione europea non la autorizzerà.
Ben un milione 600 mila euro stanziati con la scorsa legge finanziaria per il sud non sono stati spesi a causa dei pasticci legislativi e delle autorizzazioni che non sono arrivate. Rimane irrisolto il tema del differenziale dei tassi di interesse pagati al sud, con l'aggravante che tali differenze sono praticate da istituti bancari operanti in tutto il territorio nazionale. Totale è il flop di Sviluppo Italia che in oltre dieci anni di vita non ha attratto un solo centesimo di investimenti esteri e si è ridotta ad ammortizzatore sociale per l'assunzione di parenti stretti di politici in carriera. È aumentata la forbice della ricchezza prodotta, con il PIL pro capite al nord che è quasi il doppio di quello prodotto al sud.Pag. 38
Si tratta di un fallimento epocale, ma la vera domanda da porsi è: ammesso che questi incentivi fossero stati realmente avviati, sarebbero riusciti a produrre effetti in ordine all'incremento dello sviluppo e dell'occupazione? La risposta è certamente «no»! Il fallimento delle politiche meridionali è, infatti, dovuto alla pretesa che il processo di sviluppo, con l'ovvia azione di attrazione di investimenti a ciò necessari, si sarebbe potuto ottenere soprattutto operando sul versante degli incentivi. In tal senso sono oltre cento gli strumenti che nel tempo sono stati inventati a questo scopo.
PRESIDENTE. Onorevole Bono, deve concludere.
NICOLA BONO. Sto concludendo, signor Presidente, le chiedo ancora qualche minuto.
Ebbene, gli incentivi sono il frutto avvelenato di una concezione obsoleta e superata delle politiche economiche di ispirazione marxista che hanno la pretesa di tentare di supplire alle diseconomie, rigidità ed inefficienze strutturali del sistema economico attraverso agevolazioni contributive e creditizie che, anche quando sono operative, non rendono di per sé appetibile investire in un territorio. Inoltre, le politiche degli incentivi in Italia sono ispirate a meccanismi a pioggia e non sono mirate al sostegno di linee di sviluppo territoriali o di filiera produttiva. È per questo che la legge n. 448 del 1992 è fallita e anche il credito di imposta per investimenti non ha prodotto effetti significativi. Occorre, quindi, uscire dalla cultura dell'emergenza e piuttosto affermare con forza che una seria politica per il sud non può prescindere da una rigorosa politica nazionale rivolta a rendere competitivo l'intero sistema Italia. È questa la logica delle politiche di contesto che superano i limiti delle politiche di sviluppo basate sulla semplice incentivazione, del tutto insufficiente ad avviare un processo di sviluppo bloccato dalle economie di sistema.
Sono certo che il nuovo Governo di centrodestra, che uscirà dal prossimo appuntamento elettorale, finalmente potrà attivare questa strategia per il riequilibrio territoriale, fondamentale per il definitivo affrancamento delle aree depresse meridionali dal sottosviluppo, e necessario all'intero sistema Paese per vincere la sfida della competitività (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative del mio intervento.
PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Nessun altro chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.
FRANCESCO PIRO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, in considerazione dei criteri che sono stati enunciati dal presidente Violante e che hanno accompagnato, e in qualche modo indirizzato, il lavoro delle Commissioni, le Commissioni stesse raccomandano l'approvazione dei loro emendamenti, mentre esprimono parere contrario su tutti gli altri emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori. Tuttavia, mi consenta di svolgere una breve considerazione sul dibattito avviato e sulle osservazioni sviluppate dai relatori e dal Presidente Violante sullo svolgimento dei lavori nelle Commissioni, che ha visto i gruppi impegnarsi con grande senso di responsabilità, come è stato evidenziato dai rappresentanti dell'opposizione e dal presidente Violante. Il decreto-legge in esame è un provvedimento necessitato, urgente e indispensabile che serve a dare continuità all'amministrazione.
Quindi vi è stato un grande senso di responsabilità da parte dei gruppi che hanno consentito un lavoro proficuo, in quanto trattasi di un provvedimento che contiene norme importanti. Non mi voglioPag. 39dilungare perché anch'io mi voglio adeguare a quanto deciso nelle Commissioni competenti. Rinnovo il ringraziamento ai presidenti delle Commissioni, ai relatori e ai rappresentanti dei gruppi, che responsabilmente consentono di approdare all'approvazione finale di un testo che è atteso dalle categorie e dalle amministrazioni. Ciò anche in ordine alla disponibilità sugli ordini del giorno che indicano soluzioni e prospettano impegni relativi magari ad aspetti che non hanno trovato accoglimento nel disegno di legge per le ragioni alle quali ha fatto riferimento il presidente Violante dall'inizio del dibattito. Rinnovo il mio ringraziamento e ribadisco che il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.
PRESIDENTE. Comunico che il gruppo Forza Italia ha ritirato le proposte emendative presentate.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì 430).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 445
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato sì 445).
Prendo atto che il deputato D'Agrò ha segnalato che non è riuscito a votare.
Sono conseguentemente preclusi gli emendamenti Cirino Pomicino 5-bis.50 e Zeller 5-bis.51.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barani 5-bis.52, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 436
Astenuti 19
Maggioranza 219
Hanno votato sì 15
Hanno votato no 421).
Passiamo all'emendamento D'Ulizia 7.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà (Commenti)...
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, se ai colleghi dà fastidio il mio intervento possono anche uscire (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia, la prego di proseguire. Colleghi, per cortesia!
LUCIANO D'ULIZIA. Non è che si possa inveire sul relatore, perché ognuno di noi sta facendo il suo dovere e credo che qualcuno non lo faccia. Ciò che è stabilito nell'articolo 7, comma 4, non è assolutamente vero. Infatti non è assolutamente vero che la normativa sul socio lavoratore non è definita. È definitissima, quindi già l'approccio è sbagliato. In sostanza,Pag. 40si vuole recepire una sorta di camicia di forza per le imprese cooperative che debbono adottare un solo contratto, ovvero quello della CGIL. Mettiamo a rischio, dunque, le piccole imprese, in quanto evidentemente i contratti realizzati per le grandi imprese difficilmente si adattano alle piccole imprese. Inoltre, è necessario porre attenzione sul fatto che negli ultimi cinque anni l'economia cooperativa ha svolto una funzione anticiclica e ha salvato il Paese dalla recessione. Oggi, togliendo alle imprese cooperative la capacità di essere flessibili e modulabili si rischia che queste ultime non esercitino più quella funzione. Quindi, non daremmo la possibilità alla nostra economia di essere flessibile e modulabile. Ritengo che questo articolo si collochi totalmente al di fuori dal disegno di legge «milleproroghe». Mi chiedo, infatti, cosa c'entri applicare una tipologia di contratto a tutto lo scibile cooperativo. Scusate, ma oltretutto quando mai il socio lavoratore è un lavoratore dipendente? La legge stabilisce che il lavoratore può essere soggetto a diverse tipologie di rapporto, ovvero il lavoro dipendente, il lavoro autonomo, il lavoro coordinato e il lavoro professionale.
Colleghi, sapete cosa facciamo con questo articolo 7? È ora di finirla con gli accordi fatti fuori dal Parlamento, perché questa è la sede democratica di discussione (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Non sono un ingenuo, ma guardo alla legalità e alla trasparenza, come il nostro presidente Di Pietro, e sono coerente: la legalità e la trasparenza non sono concetti generici o opzioni qualsiasi, ma devono essere sempre adottati. Proseguirò il mio intervento sull'altro emendamento a mia firma. Applicare ad un professionista il contratto del lavoratore dipendente è un'aberrazione in termini. Quindi, questo articolo aveva bisogno di essere riformato radicalmente e portato in un contesto che non era sicuramente quello del decreto-legge cosiddetto mille proroghe.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ulizia 7.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 442
Astenuti 11
Maggioranza 222
Hanno votato sì 13
Hanno votato no 429).
Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ulizia 7.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, cortesemente...
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, non ho parole, perché stiamo legiferando e facendo una cosa seria. Ho l'impressione, come diceva qualcuno prima di me, che si vedano già i contorni di una alleanza tra Partito Democratico e le altre forze del centrodestra: se è un'alleanza positiva per operare ed ottenere certi risultati io la condivido, ma non se si tratta di un'alleanza sciagurata (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Dietro questo articolo, cari amici della sinistra, vi è un'intuizione profonda: ingessare il movimento cooperativo affinché le imprese profit abbiano più spazio.
La questione non è stata approfondita ed è per questo motivo che chiedo la soppressione del comma 4 dell'articolo 7. Pertanto, rischiamo di arrecare danni enormi alla nostra economia, non alle sole imprese cooperative. Sembra che io compia una difesa d'ufficio, ma non è così. Tengo - l'ho dimostrato più volte - allaPag. 41funzione che l'economia cooperativa svolge nell'economia più in generale, ossia una funzione in favore di tutti.
Ditemi voi come è possibile applicare a cooperative sociali di cinque o dieci persone un contratto che riguarda lo scibile umano. È una cosa assurda, controproducente, che bloccherà l'azione delle diecimila cooperative sociali, che si interessano ai nostri anziani, ai meno fortunati di noi, agli immigrati, svolgendo una vera funzione sociale. Quindi, amici, sapevo che il mio emendamento non sarebbe mai stato approvato e sapevo anche che l'emendamento non avrebbe fatto slittare o decadere il decreto-legge cosiddetto milleproroghe, ma intendo dare una testimonianza in Parlamento per mostrare chi si assume la responsabilità e chi non lo fa [Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, intervengo solo perché resti agli atti di questo dibattito e perché si chiarisca una volta per tutte che, onorevole D'Ulizia, quello che ci divide non è un giudizio di valore sul movimento cooperativo e sul ruolo della cooperazione in questo Paese. Peraltro, deve altrettanto sapere che questo ruolo non si svolge a scapito, a volte banditesco, dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, per la difesa dei quali ci batteremo sempre e comunque e con qualsiasi soggetto economico [Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, intervengo per segnalare anche la mia contrarietà alla richiesta del collega D'Ulizia.
Credo, infatti, che i minimi contrattuali debbano valere anche per il mondo cooperativo; sappiamo, inoltre, senza nulla togliere al valore in sé del movimento cooperativo, che troppe cooperative fasulle nascondono lavoro nero e sovrasfruttamento sotto la maschera di cooperative sociali. Ciò non è accettabile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ulizia 7.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 446
Astenuti 12
Maggioranza 224
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 439).
Prendo atto che il deputato Palomba ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buontempo 8-bis.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'emendamento presenta questa finalità: credo che al comma 1 dell'articolo 8 la formulazione del terzo periodo sia estremamente ambigua, tanto che può essere facilmente letta nel senso che la condizione per la donazione del cordone e il consenso...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Buontempo, vi è stato un errore da parte della Presidenza: si tratta dell'emendamento 8-bis.30 e non dell'8-bis.31, come avevo detto.
Pag. 42TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi riferisco all'emendamento presentato all'articolo 8-bis, comma 1, terzo periodo, del decreto-legge n. 248.
PRESIDENTE. Stiamo discutendo il precedente emendamento, quello che si riferisce al secondo periodo.
TEODORO BUONTEMPO. Va bene, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 8-bis.30, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 452
Astenuti 7
Maggioranza 227
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 445).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Buontempo 8-bis. 31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi pare che il testo sia ambiguo quando afferma che la raccolta avviene senza oneri per il Servizio sanitario nazionale e previo consenso alla donazione per uso allogenico in caso di necessità per paziente compatibile.
Con l'emendamento in esame si intende rendere più chiaro che il donatore del cordone può scegliere se autorizzare l'uso del materiale del cordone per altre persone o riservarlo alla propria decisione. Quindi, chiedo che il termine: «previo» contenuto nel testo venga sostituito con l'espressione; «previa la possibilità per il donatore di dare il permesso (...)».
Dunque, si tratta di un atto di chiarezza, per evitare che un tema così delicato si lasci all'interpretazione di un testo che non è chiaro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 8-bis. 31, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 453
Astenuti 7
Maggioranza 227
Hanno votato sì 9
Hanno votato no 444).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanardi 11-bis.32 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 450
Astenuti 13
Maggioranza 226
Hanno votato sì 12
Hanno votato no 438).
Prendo atto che il deputato Strizzolo ha segnalato che non è riuscito a votare contro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cancrini 11-bis.33, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 457
Astenuti 6
Maggioranza 229
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 441).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 437
Astenuti 24
Maggioranza 219
Hanno votato sì 422
Hanno votato no 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sasso 13.34, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 457
Astenuti 10
Maggioranza 229
Hanno votato sì 72
Hanno votato no 385).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19-bis.0500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 459
Astenuti 6
Maggioranza 230
Hanno votato sì 456
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21-quater.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 458
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Volontè 22-ter.200, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 455
Astenuti 9
Maggioranza 228
Hanno votato sì 32
Hanno votato no 423).
Prendo atto che è stato segnalato che i deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.Pag. 44
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-sexies.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 451
Astenuti 5
Maggioranza 226
Hanno votato sì 447
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-octies.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 466
Astenuti 4
Maggioranza 234
Hanno votato sì 465
Hanno votato no 1).
Ricordo che l'emendamento Pelino 24.36 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 461
Astenuti 8
Maggioranza 231
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 7).
Ricordo che l'emendamento Di Gioia 26.200 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 462
Astenuti 5
Maggioranza 232
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 7).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pezzella 33.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, vorrei che i colleghi ponessero attenzione al fatto che il Governo proroga di un anno il termine entro il quale i comuni devono preparare un piano efficace e sostenibile dal punto di vista finanziario per risolvere l'emergenza rifiuti nel loro territorio. Nel testo del decreto-legge del maggio 2007, convertito in legge nel luglio del 2007, era previsto che i comuni che non avessero provveduto a tale piano sarebbero stati sanzionati. Sappiamo tutti, invece, quale è l'emergenza rifiuti in Campania e cosa ha prodotto.
Il Governo invece di intervenire sulle amministrazioni locali che sono rimaste inadempienti e inerti di fronte all'obbligo di legge, vorrebbe premiare proprio i comuni inadempienti, posticipando e quindi annullando gli effetti di un provvedimento coercitivo che lo stesso Governo Prodi aveva voluto meno di sei mesi fa e scaricando la loro incompetenza sul CommissarioPag. 45De Gennaro. Questa è la prova che, ancora una volta, si parla, si dice e si promette solamente. Vorrei domandare, onorevoli colleghi, cosa dovrebbero pensare i cittadini della Campania circa il fatto che, sebbene esistesse un provvedimento che obbligava, entro una certa data, i comuni a compiere il loro dovere, si sceglie ora di adottare questa proroga che rappresenta una sanatoria per tutti i comuni inadempienti.
Sappiano i cittadini della Campania che in questo Parlamento il centrodestra e il centrosinistra ancora una volta si accordano sulla pelle del cittadino comune, il quale voleva una punizione, una sanzione nei confronti di quei sindaci e di quei consigli comunali che hanno prodotto il disastro ambientale della Campania. Questo Parlamento deve pertanto dare il segnale che non si fanno proroghe e che il Governo - qualunque tipo di Esecutivo vi sarà - possa punire quegli amministratori che, magari, per interessi, per tangenti o per collusione con la camorra hanno prodotto il disastro ambientale.
È inutile parlare nei comizi quando poi il Parlamento cancella la responsabilità dei comuni. Il Commissario De Gennaro sta svolgendo un difficile e complesso lavoro ma non possiamo scaricare su una persona che già ha un onere così difficile tutte le inadempienze dei comuni della Campania.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pezzella 33.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 447
Astenuti 16
Maggioranza 224
Hanno votato sì 12
Hanno votato no 435).
Passiamo all'emendamento Andrea Ricci 33.46.
ANDREA RICCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, l'emendamento in esame è ritirato. Abbiamo presentato un ordine del giorno e nella discussione sul complesso degli ordini del giorno motiveremo questa scelta.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Napoletano 35-bis.16, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 454
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 437).
Prendo atto che il deputato Piro ha segnalato che non è riuscito a votare contro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedrini 39.12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 439
Astenuti 9
Maggioranza 220
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 432).Pag. 46
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedrini 39.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 444
Astenuti 7
Maggioranza 223
Hanno votato sì 11
Hanno votato no 433).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boscetto 43.200 e 43.500 delle Commissioni, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 462
Astenuti 7
Maggioranza 232
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 8).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Carta 44.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carta. Ne ha facoltà.
GIORGIO CARTA. Signor Presidente, la disposizione in esame ha avuto uno strano iter in Parlamento. È stata presentata sotto forma di emendamento durante l'esame della scorsa legge finanziaria e ho fatto presente alla Commissione competente e al suo presidente la stravaganza di questa norma e per certi versi l'immoralità della stessa. Tant'è che il Governo venne invitato dal Comitato dei nove a non presentare tale proposta emendativa e così la stessa non fu presente tra gli emendamenti approvati attraverso la posizione della questione di fiducia. La stessa disposizione viene ora «pari pari» riproposta in questa sede. Tuttavia, ritengo strano e immorale il fatto che tale disposizione inviti e autorizzi i cittadini a violare una legge, e lo fa in una maniera stravagante. Infatti, mentre si invita a presentare i moduli per la raccolta dei dati per le rilevazioni ISTAT, si stabilisce che chi non li presenta è sanzionabile per legge. Con questa disposizione in altre parole è come se si affermasse: badate, per diventare sanzionabili dovete rispondere che non fornite i dati. Quindi, anche dal punto di vista della tecnica legislativa, mi pare che sia stravagante.
Vi è, inoltre, un altro dato immorale, quando si parla di legge ad personam (e se n'è parlato molto in questo Parlamento, come nell'altro): questa è una norma ad personas. Non ho niente contro questi signori che hanno contravvenuto a queste norme, ma qualcosa l'ha avuto da dire la Corte dei conti, che ha iniziato un procedimento per danno erariale. L'altra immoralità della norma in oggetto risiede in questo: mentre è in corso un intervento giurisdizionale, il Parlamento interviene con una norma ad personam.
Qualche collega mi ha chiesto: ma tu hai un sacro furore contro i funzionari che non hanno fatto questo? Io non ho alcun sacro furore. Nell'ultima tornata di questo Parlamento - poiché non ne farò più parte - voglio continuare ad agire con la stessa libertà con cui ho sempre agito. Sarebbe stato molto più facile seguire l'invito al ritiro, ma non l'ho fatto: quando inizierà la campagna elettorale, questo Parlamento (destra e sinistra) non potrà predicare la trasparenza, perché questo è un atto di non trasparenza, che autorizza i cittadini a violare le leggi.
Questa è la motivazione per cui non l'ho ritirato. A tutti quei colleghi, interpellati in via privata, che hanno detto: sì hai ragione, è vero, la norma è brutta e non va fatta così, ma tuttavia è necessario farla, io dico di no! Questo Parlamento è stato attaccato (con riferimento alla casta,Pag. 47all'immoralità e all'incapacità di agire), ma non ho mai condiviso questo giudizio, e non solo: non condividendolo, voglio rispettare la mia dignità...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIORGIO CARTA. ...e voterò contro. So che sarà respinto da ambo le parti, ma resti agli atti che questa norma è immorale e, perlomeno, stravagante dal punto di vista della tecnica legislativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carta 44.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 449
Astenuti 12
Maggioranza 225
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 376).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 45.30, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 451
Astenuti 5
Maggioranza 226
Hanno votato sì 8
Hanno votato no 443).
Prendo atto che il deputato Ciro Alfano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 49-bis.0500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 451
Astenuti 8
Maggioranza 226
Hanno votato sì 424
Hanno votato no 27).
Prendo atto che la deputata Laganà Fortugno ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.
Avverto, altresì, che sono in distribuzione le nuove formulazioni degli ordini del giorno Andrea Ricci n. 9/3324-A-R/7 e Dozzo n. 9/3324-A-R/30.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3324-A/R sezione 4).
SALVATORE IACOMINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, l'ordine del giorno vuole impegnare il Governo affinché l'erogazione degli incentivi CIP 6 sia limitato al solo impianto di termovalorizzazione di Acerra. Tuttavia, va sottolineato che questo non può continuare ad essere il modo di affrontare un'emergenza, né riteniamo sia possibile teorizzare che il ciclo diPag. 48rifiuti possa essere fondato esclusivamente su un piano industriale, visto il fallimento totale della sua attuazione.
Quando abbiamo sostenuto che il piano rifiuti non può fondarsi sugli inceneritori, quando abbiamo sostenuto che il piano Rastrelli-Bassolino avrebbe provocato un disastro ambientale...
PRESIDENTE. Onorevole Iacomino, posso chiederle quale ordine del giorno sta illustrando?
SALVATORE IACOMINO. L'ordine del giorno Andrea Ricci n. 9/3324-A-R/7, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Onorevole, lei è firmatario di questo ordine del giorno?
SALVATORE IACOMINO. No.
PRESIDENTE. Se non è tra i firmatari non potrebbe illustrarlo.
SALVATORE IACOMINO. Allora aggiungo la mia la firma.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Iacomino.
SALVATORE IACOMINO. Quando abbiamo sostenuto che il piano rifiuti non può fondarsi sugli inceneritori, che il piano Rastrelli-Bassolino avrebbe provocato un disastro ambientale, che senza una raccolta differenziata ci saremmo trovati di fronte ad una catastrofe senza precedenti, che le discariche individuate erano pericolose e che al Commissariato di Governo si saldavano interessi della politica, delle imprese e della camorra, non c'eravamo sbagliati.
La società Fibe, gruppo Impregilo, è sotto inchiesta. Vi sono stati arresti vari. Esponenti di primo piano della politica regionale sono sotto processo. Le discariche, inidonee e pericolose, sono state utilizzate e riutilizzate in questi mesi, così come finalmente ha dimostrato il commissario De Gennaro, attraverso i tecnici del Genio militare, dunque non di parte. Questi elementi dimostrano il risultato fallimentare di un'impostazione miope e sbagliata sul ciclo dei rifiuti.
Non si può qui perpetrare nell'errore secondo cui l'inceneritore è la soluzione al problema rifiuti, con l'aggravante che lo Stato eroga ingenti risorse CIP 6 - a fondo perduto e a carico dei cittadini - all'impresa che gestirà l'impianto di incenerimento di Acerra, in deroga al blocco di tali finanziamenti a quelli in costruzione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 19,05)
SALVATORE IACOMINO. Continuiamo a ritenere sbagliata questa impostazione, ma la situazione emergenziale in Campania è tale che la responsabilità che abbiamo già dimostrato come forza politica, in questi mesi, sostenendo gli sforzi del prefetto De Gennaro, nonché le condizioni di vivibilità quotidiana e la salvaguardia della salute dei cittadini campani, ci hanno indotto a ritirare le proposte emendative e a presentare l'ordine del giorno in esame, che limita l'erogazione degli incentivi CIP 6 al solo termovalorizzatore di Acerra. Chiediamo, quindi, al Governo di accettare questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Onorevole Iacomino, è evidente che la Presidenza le ha concesso la parola eccezionalmente, essendo chiaro che l'aggiunta di firma dopo il termine di presentazione non ha valore procedurale.
L'onorevole Campa ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/33.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, avevamo presentato una proposta emendativa a firma mia, del collega Boscetto e dei parlamentari veneziani, per chiedere il differimento - dal 30 aprile 2008 al 1o gennaio 2009 - del termine per la messa a regime degli obblighi derivanti dall'applicazione del decreto legislativo n. 231 del 2007 sull'antiriciclaggio.
Vorrei ricordare a questo consesso che abbiamo recepito una norma comunitariaPag. 49in maniera molto più restrittiva e, di fatto, stiamo dando un colpo mortale alle aziende italiane - i casinò italiani - a tutto vantaggio delle case da gioco presenti all'estero.
Il termine del 30 aprile 2008 per il recepimento di quelle norme non può assolutamente essere rispettato da parte dei casinò, mancando, ad oggi, il regolamento attuativo. Pertanto, in attesa che esso sia emanato da parte del Governo, chiediamo che almeno venga differito il termine dal 30 aprile 2008 al 1o gennaio 2009.
Non vi è un problema di costi, né di spesa. Vi è solamente il problema delle nostre case da gioco, le cui entrate - vorrei ricordare - sono fondamentali per i comuni e per il loro bilancio. Pertanto, questo termine, se non prorogato, provocherebbe grandissime difficoltà.
Come ci era stato richiesto all'inizio della seduta, ho ritirato la proposta emendativa, ma vorrei, quanto meno, che l'Assemblea votasse a favore del mio ordine giorno n. 9/3324-A-R/33, che impegna il Governo in tale direzione. Ringrazio il sottosegretario che - mi sembra di cogliere - accetterà questa richiesta, la quale trova un consenso unanime, non solamente da parte dei veneti, ma dall'intero Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Giancarlo Giorgetti ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, di cui è cofirmatario.
GIANCARLO GIORGETTI. Intervengo per illustrare rapidamente l'ordine del giorno presentato dal gruppo della Lega Nord Padania. È un ordine del giorno che richiama un tema di grande attualità e di grande importanza, relativo alle trattative condotte dal Governo per la cessione di Alitalia e soprattutto all'impatto che ne potrebbe derivare per l'aeroporto di Malpensa e, più in generale, per l'intera area del nord del Paese.
Con questo ordine del giorno cerchiamo di integrare l'intervento già previsto nel provvedimento, facendo specifico riferimento alla moratoria, con la richiesta di impegno del Governo di prevedere quanto già accaduto in altre situazioni e in altre trattative. Ricordo, in particolare, la fusione tra Air France e KLM, per la quale il Governo olandese ottenne una moratoria di tre anni. In questo modo, nel momento in cui andasse a buon fine la trattativa tra Air France e Alitalia, si potrebbe prevedere il mantenimento dell'attuale assetto di rotte e di slot sull'aeroporto di Malpensa per la durata di tre anni. Questo dovrebbe permettere un lasso di tempo necessario, potrei dire indispensabile, per riorganizzare il traffico sull'aeroporto e garantire, senza magari neppure la necessità di altre forme di integrazione e di intervento assistenziale da parte dello Stato, i livelli occupazionali e, più in generale, il mantenimento dell'economia e dell'indotto attorno all'aeroporto.
Per questo motivo, chiediamo a tutta l'Assemblea, e in particolare a tutti i parlamentari eletti nel nord e che si sono prodigati in questo periodo a favore dell'aeroporto di Malpensa, di sostenere e votare l'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, sottoscritto da tutto il gruppo della Lega Nord Padania.
PRESIDENTE. A questo ordine del giorno sono aggiunte le firme degli onorevoli Airaghi, Foti, Decorato, Armani, Gamba, Frassinetti e Holzmann.
L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/32.
LUCA VOLONTÈ. Vorrei assicurare che appoggeremo l'ordine del giorno sulla moratoria. Anche noi, come già nella discussione sulle mozioni che, ricordo a tutti, dovevano essere messe in votazione il giorno in cui è caduto il Governo, avevamo presentato atti di indirizzo molto simili che affrontavano questo tema, e ne abbiamo presentato uno anche in questa circostanza, l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3324-A-R/32, che richiama esplicitamente il tema della moratoria triennale, sulla base delle argomentazioni svolte dall'onorevole Giorgetti e anche,Pag. 50aggiungo, con riferimento a quelle politiche infrastrutturali e al piano dell'eurotrasporto che il Ministro dell'economia aveva aperto a una discussione che si è troncata con la fine di questa legislatura (dovuta alla crisi di Governo), ma che non può non vederci in questa circostanza pronti ad approfondire il tema.
C'è il precedente, già ricordato, della fusione tra KLM e Air France, e non si capisce perché in queste ultime settimane, per l'ennesima volta, il Governo abbia dato segnali di aperta contraddizione sul tema dell'Alitalia e dello sviluppo infrastrutturale, oltre che sulla questione occupazionale di Malpensa.
Per questa ragione abbiamo presentato l'ordine del giorno a mia firma n. 9/3324-A-R/32, ed è la stessa ragione per la quale, avendolo condiviso in precedenza, condivideremo anche il voto su tutti gli ordini del giorno che avranno come tema la soluzione di questa emergenza e, nello stesso tempo, il tema della moratoria.
PRESIDENTE. L'onorevole Boato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/8.
MARCO BOATO. Signor Presidente, tra le molte materie che, come ha detto il presidente Violante, non hanno goduto di una condivisione unanime all'interno di questo decreto-legge c'è anche la materia del trasporto pubblico locale, poiché il prossimo 30 marzo scadono i contratti di servizio tra le regioni e Trenitalia Spa in materia, appunto, di trasporto pubblico locale. Esiste, quindi, il rischio reale che dal 1o aprile centinaia di corse di treni per i pendolari non abbiano più la possibilità di essere effettuate per la scadenza dei contratti di servizio che ho citato.
L'ordine del giorno a mia firma impegna, pertanto, il Governo ad assumere le necessarie iniziative (potrebbe anche trattarsi di un decreto-legge alla vigilia della scadenza del 30 marzo) al fine di garantire la prosecuzione dei servizi ferroviari, che riguardano i pendolari, previsti nei contratti di servizio stipulati tra le regioni e Trenitalia, anche al di là della data di scadenza del 30 marzo, ovviamente individuando le risorse necessarie allo scopo, che erano già state indicate in un emendamento presentato e poi non accolto.
Ho avuto già l'assicurazione da parte del Governo che accoglierà questo ordine del giorno, e credo sia importante che quest'Aula possa condividere tale scelta, che non è di destra, né di sinistra, né di centro, ma è finalizzata a garantire il trasporto pubblico locale per migliaia di pendolari.
PRESIDENTE. Ricordo a tutti i colleghi che possono illustrare gli ordini del giorno solo coloro che li hanno sottoscritti al momento della presentazione, non quelli che aggiungono la propria firma in questa fase. In ogni caso, poiché mi dicono che l'onorevole Romele intende aggiungere la propria firma a un ordine del giorno, solo per questa dichiarazione, gli do volentieri la parola.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, la ringrazio per il suo buon cuore! Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/5, presentato dal gruppo della Lega Nord Padania, e non aggiungo altro, perché già è stato sufficientemente detto. Dico solo, però, un particolare al portavoce di Prodi, cioè Veltroni: invece di andare alla ricerca di grandi candidati, giovanotti, imprenditori che non so quanti...
PRESIDENTE. Stia al tema, onorevole Romele.
GIUSEPPE ROMELE. ...vedano magari di stare più attenti ai posti di lavoro ed al sistema infrastrutturale della Lombardia, e a tutto il nord in generale.
PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3324-A-R/16.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/16, che ho presentato assieme a diversi colleghi, riguarda anch'esso la questione Malpensa e il trasferimento di voli. Apprezziamo laPag. 51decisione presa dal Parlamento con il decreto-legge in esame di destinare 120 milioni di euro agli ammortizzatori sociali ed alle infrastrutture di accessibilità a Malpensa e chiediamo al Governo un impegno a garantire, nella trattativa corso tra Alitalia ed Air France, una gestione graduale del piano di trasferimento delle rotte di Alitalia che fanno perno su Malpensa, anche utilizzando il tavolo di confronto già esistente tra il Governo e gli enti e le istituzioni locali della Lombardia. Ciò al fine di garantire che nel corso di questa fase di transizione si possa favorire il subentro di altri vettori nell'aeroporto di Malpensa che sostituiscano quelli che, con l'attuale piano industriale di Alitalia, verranno trasferiti.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Chiedo a tutti di fare silenzio, così da poter ascoltare i pareri. Prego, sottosegretario Lettieri.
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta tutti gli ordini del giorno presentati tranne due, che affrontano sicuramente un problema importante - che comprendo - ma che propongono soluzioni e moratorie che in questo momento non è possibile accettare (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)... lo comprendo, lo dico con molta sincerità, e al Governo sta a cuore non solo la questione di Malpensa, ma il problema più complessivo dello sviluppo legato a quella realtà.
Tuttavia, inviterei i presentatori a ritirare gli ordini del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5 e Volontè n. 9/3324-A-R/32. Ne comprendiamo le ragioni, lo ripeto, ma vorrei che l'Aula non sottovalutasse due rischi. Da un lato, i riverberi negativi che si avrebbero sulla trattativa in corso, che mi auguro ovviamente giunga alla migliore soluzione nell'interesse complessivo del Paese, del quale certamente magna pars è il nord. Dall'altro lato, non sfugge a nessuno il rischio degli effetti negativi che l'accoglimento di un eventuale ordine del giorno relativo alla moratoria potrebbe avere sull'andamento del titolo Alitalia in borsa. Il senso di responsabilità ci impedisce di accogliere tale ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se ho capito bene, sono accettati tutti gli ordini del giorno, tranne gli ordini del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5 e Volontè n. 9/3324-A-R/32. Ho inteso bene onorevole sottosegretario?
MARIO LETTIERI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente.
MAURIZIO BERNARDO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, mi riferisco all'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, concernente l'aeroporto di Malpensa. Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del rappresentante del Governo. Capisco che ovviamente possiamo definire «morto» il Governo, ma l'aeroporto di Malpensa, per nostra fortuna, vive ancora. Ho sentito anche l'intervento di altri colleghi ed è per questo che esprimo, anche a nome dei colleghi che condividono ciò che viene chiesto a questo Governo «in uscita», l'auspicio che anche il prossimo Governo tenga conto di quella moratoria. Non mi rivolgo soltanto agli esponenti della regione Lombardia, ma anche a coloro i quali hanno a cuore il Paese e che auspicano che lo sviluppo di Malpensa vada nella direzione quanto meno di avere una richiesta di moratoria per i tre anni, non volendo svendere - come successo purtroppo con l'attuale Governo - una realtà come Alitalia, ma soprattuttoPag. 52la parte produttiva del Paese. Per tali ragioni, vogliamo aggiungere le nostre firme ad un ordine del giorno di questo genere.
PRESIDENTE. Sta bene.
Secondo la prassi e ove i presentatori non insistano gli ordini del giorno accettati dal Governo non saranno posti in votazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5 non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maroni. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Signor Presidente, siamo rimasti francamente stupefatti dalla dichiarazione del Governo. Ci aspettavamo una richiesta di riformulazione e che il Governo, poiché Air France ha dichiarato che la trattativa è sospesa in attesa del nuovo Esecutivo, facesse il gesto di riconoscere che l'attuale Governo non ha nulla da dire e non può intervenire sulla trattativa. Infatti, è stata Air France a chiedere a questo Esecutivo di mettersi da parte, perché su Alitalia attende il nuovo Governo.
Il Governo stesso poteva uscire positivamente facendo un bel gesto e invece ha continuato nella provocazione - se il sottosegretario avesse la compiacenza di ascoltarmi - e in questo atteggiamento incomprensibile per punire Malpensa e il nord. Tale atteggiamento francamente è segno del disprezzo che il Governo ha nei confronti di questa battaglia che facciamo e che abbiamo fatto domenica riempiendo i piazzali di Malpensa con tanta gente venuta da tutte le regioni del nord a sostegno di un'infrastruttura che non è della Lombardia, ma di tutto il nord e di tutta la Padania.
È un atteggiamento francamente incomprensibile che vogliamo denunciare e che denunceremo, perché è ancora una volta il tentativo di far pagare al nord il prezzo del salvataggio della compagnia aerea, che peraltro non si sa se ci sarà, visto che questo Governo non è riuscito a fare nulla per Alitalia.
In riferimento al titolo, poi, abbiamo chiesto mesi fa che la Consob intervenisse per vedere cosa è successo, cosa sta succedendo e quali speculazioni vi siano dietro l'andamento del titolo, perché non è mai successo in nessun caso del genere, in nessun Paese dell'occidente industrializzato, che, quando è in corso una gara per la vendita della compagnia, ci sono ministri che intervengono con dichiarazioni e il titolo sale e scende senza che il Governo faccia nulla.
Visto che la Consob e questo Governo non sono intervenuti ci penseremo noi, quando saremo al Governo, fra pochi mesi, a fare una verifica dettagliata e compiuta di tutte le speculazioni che ci sono state dietro l'andamento del titolo Alitalia.
Chiediamo che questo ordine del giorno venga votato e chiediamo a tutti i parlamentari, non solo del centrodestra, padani, di sostenerlo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, intervengo per esprimere dichiarazione di voto contrario e perché sia chiaro ai cittadini di tante aree del Paese che ci ascoltano che per anni si è «venduto» il fatto che l'operazione di Malpensa doveva essere la costruzione del secondo grande hub, sapendo benissimo che in nessun Paese al mondo esistono due hub con quelle caratteristiche e quella portata.
Poi, dopo averlo costruito, siamo ancora nella patetica situazione che, se un cittadino arriva alla stazione centrale di Milano, deve fare chilometri, non sapendo bene dove andare per poter raggiungere quel grande aeroporto che viene tanto decantato.
Chi ha governato per tanti anni la Lombardia, e mi riferisco al centrodestra, ha delle gravissime responsabilità suPag. 53quanto si è detto su quell'aeroporto e mai realizzato.
Queste responsabilità, però, non devono cadere sulle spalle di tante migliaia di lavoratori che lavorano a Malpensa. L'ordine del giorno che l'onorevole Fiano ha presentato, del quale assieme ad altri sono firmatario, e che il Governo ha accolto, oltre allo strumento degli ammortizzatori sociali, già previsti con finanziamento dentro il cosiddetto decreto milleproroghe, pone il problema di una gradualità della gestione del piano industriale che permetta di trovare soluzioni industriali e di difesa occupazionale per i lavoratori di Malpensa.
Nel dichiarare il mio voto contrario a questo ordine del giorno della Lega, quindi, dico con altrettanta chiarezza che ognuno si assuma seriamente le proprie responsabilità, non dividendoci tra di noi sul fatto che tutti vogliamo difendere quei lavoratori e le loro condizioni, ma senza strumentalizzare e nascondere le responsabilità di chi ha governato per tanti anni la Lombardia e quelle aree del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei ricordare al Governo, che si vuole sfilare in qualche modo dalla patata bollente, che oggi, sul Corriere della sera, viene riportata la dichiarazione del vicepresidente di Air France-KLM, l'olandese rappresentante della KLM, che afferma che se l'hub di Malpensa non sarà significativamente ridimensionato, non vedono una ragione per l'accordo.
A questo punto, quindi, capisco che il sottosegretario affermi che sono in trattativa e che non possono vincolarsi, ma, a questo punto, c'è questa dichiarazione del secondo azionista di Air France-KLM, che fra l'altro ha avuto un vantaggio per Schiphol, a differenza di quello che si vuole negare a Malpensa, che dichiara che Malpensa deve essere ridimensionata.
Credo che il Governo non possa non prendere posizione su questo problema.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maroni n. 9/3324-A-R/5, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 429
Astenuti 11
Maggioranza 215
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 242).
Prendo atto che i deputati Fasolino, Cesaro, Lainati, Bonaiuti e Ricevuto hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto votare a favore.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Volontè n. 9/3324-A-R/32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, c'è sempre un «riprova, sarai più fortunato». In questo caso c'è il nostro ordine del giorno che, come quello presentato dai colleghi della Lega Nord, vuole far riflettere per l'ennesima volta su questa opportunità, un'opportunità che non si capisce perché non sia stata sfruttata. Ci chiediamo come mai l'assenso sia stata concesso, nella trattativa con Air France e KLM, dal Governo francese e anche dal Governo olandese, chiesto da entrambi, e invece questo Governo «temporaneo», che più temporaneo non si può perché oramai le Camere sono state sciolte, non vuole nemmeno prendersi tale responsabilità nemmeno temporaneamente, aPag. 54fronte invece di una scelta che in qualche modo ha già anticipato Air France, nella sua dichiarazione di non voler proseguire nell'approfondimento di questa trattativa fino a quando non ci sarà il Governo nuovo.
Francamente è comprensibile solo in un modo (e non voglio far polemiche), l'unico nel quale ogni persona lo può comprendere, e cioè che il Ministro Padoa Schioppa, che ha rilasciato dichiarazioni francamente sconcertanti in queste ultime settimane sul caso Alitalia, abbia preso un impegno chiaro in questa direzione nei confronti dei partner di Alitalia, cosa che lascia allibiti in quest'Aula. Ho sentito dire che chi arriva a Milano in treno non sa da che parte andare, mentre basta che prenda la metropolitana, scenda a Cadorna e prenda il trenino.
AUGUSTO ROCCHI. Sono tre!
LUCA VOLONTÈ. Sì, deve fare tre viaggi; e invece quando atterri a Bologna arrivi subito, in cinque secondi. Volevo ricordarti, caro amico Rocchi, che di questo hub se ne è occupato inizialmente il primo Governo di centrosinistra, con il Ministro Bersani; e forse si è dimenticato, in questi quindici anni, che almeno questa piccola possibilità, consentita nelle fusioni nel resto d'Europa, si poteva, anche temporaneamente, anche con un ordine del giorno, prevedere in questo caso.
È un peccato che non sia avvenuto con l'approvazione dell'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/5, firmato da Maroni e altri colleghi della Lega; confido che vi sia un ravvedimento, visto che c'è un'altra possibilità, che diamo noi in quest'Aula, chiedendo di votare il nostro ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volontè n. 9/3324-A-R/32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 428
Astenuti 7
Maggioranza 215
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 229).
È così esaurito lo svolgimento degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3324-AR)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, prendo la parola semplicemente per annunciare il voto favorevole dei socialisti e per ringraziare i relatori, l'onorevole Piazza e l'onorevole Piro, per il grande impegno che hanno dimostrato nel portare avanti il provvedimento in esame, estremamente delicato e complesso.
Oltre a ciò, vorrei sottolineare la grande disponibilità che vi è stata, da parte anche dei colleghi del centrodestra, nel definire il provvedimento, che ha determinato norme importanti, soprattutto nel migliorare complessivamente il testo presentato dal Governo.
Volevo semplicemente sottolineare questo, e ribadire il voto favorevole dei socialisti di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare l'astensione del gruppo di Alleanza Nazionale su questo provvedimento. Ciò per via di un percorso migliorativo che ribadiamo essere stato portato avanti in Commissione inPag. 55accordo con gli altri gruppi: altrimenti, infatti, il nostro sarebbe stato un voto contrario.
Riconosciamo dunque il lavoro che è stato svolto in Commissione: pure, con questa nostra astensione desideriamo ribadire un giudizio complessivo su un provvedimento che è stato varato da un Governo che, anche in questa occasione, ha mostrato una grande difficoltà, mancando di affrontare i problemi cruciali del Paese. In questo senso, una serie di scelte presenti nel testo originario del decreto-legge mostrano quelli che sono stati i punti di debolezza di una maggioranza che in corso d'opera si è sostanzialmente «squagliata» e che non ha affrontato taluni temi: temi che invece, con il contributo di tutti, abbiamo cercato di introdurre in Commissione allo scopo di dare una risposta alle emergenze del Paese.
È un compito, questo, che Alleanza Nazionale ha voluto sobbarcarsi in segno di responsabilità. Vi è infatti oggi una condizione emergenziale: e sarà proprio il ritorno alle urne che darà ai cittadini la possibilità di scegliere - e noi auspichiamo che lo farà - una maggioranza e un Governo che siano in grado di dare le giuste risposte, in vista di una svolta che, purtroppo ancora, non si riesce a intravedere e che noi speriamo di riuscire a interpretare meglio.
Proprio tali considerazioni impediscono in questo momento un voto favorevole del nostro gruppo: in ciò si manifesta infatti un giudizio politico complessivo che va nel senso di mostrare tutte le contraddizioni di un centrosinistra che, oggi, si trova di fronte ad una situazione di Camere sciolte e che, quindi, è grazie anche al nostro contributo che è riuscito a condurre in porto un provvedimento che darà qualche risposta alle urgenti necessità del Paese.
Per tutte queste ragioni, annuncio l'astensione del gruppo di Alleanza Nazionale sul provvedimento al nostro esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, intervengo in maniera assai sintetica: negli interventi preliminari abbiamo infatti già espresso un giudizio politico che è e rimane durissimo, sia per quanto riguarda lo strumento in sé, che fa il paio con le degenerazioni che abbiamo già riscontrato nella legge finanziaria, sia per taluni comportamenti politici che non condividiamo e che lasciano prefigurare altre scelte e altri comportamenti futuri.
Tuttavia, non intendiamo venir meno ad un ultimo atto di lealtà con il Governo e con la maggioranza uscenti: del resto, nonostante questo provvedimento contenga norme che non condividiamo, ve ne sono anche altre che invece, anche grazie al nostro contributo, siamo riusciti a far diventare patrimonio dell'intero atto normativo.
Basterebbe anzi menzionare una sola di tali norme per giustificare il nostro voto favorevole: quella sulla proroga degli sfratti, che, non senza fatica, siamo riusciti a far includere all'interno del provvedimento. Allo stesso modo, vi sono anche taluni altri passi significativi, sia pur piccoli e limitati, che sono importanti. Penso in particolare alle norme che consentono la proroga di atti nei confronti di lavoratori messi in cassa integrazione; così come è importante il fatto di aver messo in condizione questo Governo e i Governi futuri, attraverso la proroga che è stata inserita, di poter utilizzare le graduatorie degli ispettori del lavoro costituite nell'ambito di concorsi già espletati.
Come dicevo nel precedente intervento, avremmo voluto che tali norme partissero da subito, in modo che si desse un segnale forte in questa direzione. Ciò non è stato: tuttavia, i Governi hanno ora lo strumento per poter procedere in questo senso, solo che abbiano la volontà e la capacità di fare ricorso alle risorse, che certo non mancano.
Con questo spirito, siamo consapevoli che avremmo potuto utilizzare meglio le risorse e le norme a nostra disposizione sebbene, in limine litis, a legislatura ormai conclusa; abbiamo cercato di dare il nostro contributo in questa direzione.Pag. 56
Ci auguriamo che la prossima Camera possa avere una maggiore sensibilità verso le tematiche sociali e del lavoro e pensare un attimo meno alle situazioni elettorali e ai pur legittimi interessi di parte, facendo prevalere gli interessi del Paese, tra i quali per noi hanno preminenza gli interessi dei lavoratori e della parte più debole del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori sottosegretari, quello che approviamo oggi è il tipico atto di fine legislatura, un provvedimento che, originato come strumento per prorogare termini in scadenza, si è trasformato nell'ultimo treno omnibus in cui hanno trovato cittadinanza misure richieste sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, tanto che potrebbe paradossalmente rivelarsi l'unico vero prodotto bipartisan della XV legislatura, nonché l'unico che uscirà dalle Camere di qui alla ricostituzione delle nuove. Si è colta quindi questa ultima opportunità per dare risposte a questioni che pendevano da tempo e che richiedevano soluzioni urgenti, ma era forse anche l'occasione per valutare l'opportunità dell'inserimento di ulteriori misure condivise nella breve vita di questa legislatura, o comunque di misure a costo zero che potevano incontrare il gradimento dei cittadini.
Comunque, per citare alcune principali disposizioni del provvedimento, ricordo l'estensione retroattiva al 2007 dei crediti d'imposta sugli investimenti, la rottamazione auto e motorini, le correzioni alla legge sul welfare, le ulteriori risorse al commissario per l'emergenza spazzatura in Campania (anche se si è persa l'occasione di reintrodurre gli incentivi CIP 6 per i termovalorizzatori a tutte le regioni, e non limitatamente a quelli da realizzare in Campania), l'aumento della somma destinata agli ammortizzatori sociali in caso di crisi occupazionali e la questione dell'aeroporto di Malpensa, anche se non mancano nel provvedimento in discussione misure troppo localistiche, che potevano certamente essere evitate.
Avvertiamo nitidamente che la via dei provvedimenti omnibus - o «milleproroghe» che siano - è una brutta abitudine ormai quasi ventennale da eliminare, e che inoltre questo provvedimento è stato emanato anche e soprattutto per correggere o semplici dimenticanze o errori contenuti nella finanziaria per il 2008, a dimostrazione di un'inefficienza dei Governi che prima si danno scadenze e si pongono obiettivi, ma che poi puntualmente li disattendono, salvo concedersi un'uscita di sicurezza, quel paracadute che al cittadino comune non è concesso ed al quale cittadino comune spesso anche pochi giorni di ritardo costano molto cari.
Onorevoli colleghi, non entro nel merito di un provvedimento che è andato via via gonfiandosi nel corso del suo iter. Al di là delle perplessità e dei dubbi che attraversano il Parlamento su questo tipo di provvedimento, abbiamo comunque partecipato e contribuito a risolvere alcune questioni pendenti e meritevoli di una soluzione, a partire, per quanto ci riguarda nello specifico, dai consorzi di bonifica, sino alle questioni dei concorsi universitari, all'edilizia per le Forze armate ed alla possibilità per la Croce Rossa di essere riconosciuta nel registro del volontariato.
Signor Presidente, signori sottosegretari, quello al nostro esame è comunque un provvedimento del Governo. Certamente diamo atto al Governo, ai relatori, ai presidenti delle Commissioni ed a tutte le forze politiche che hanno partecipato al dibattito, che si è svolto un lavoro molto intenso nelle riunioni delle Commissioni affari costituzionali e bilancio. Dobbiamo tuttavia rilevare che nel provvedimento vi è una mancanza di coraggio, anche su alcune questioni pure affrontate nel provvedimento stesso, a partire dall'emergenza spazzatura - per la quale, come ho detto prima, noi volevamo introdurre gli incentivi CIP 6 per tutti i termovalorizzatori del Paese - sino alla definizione di una normativaPag. 57più puntuale per la proroga degli sfratti ed alla rinuncia a normare con più determinazione le questioni infrastrutturali, come quella dell'hub di Malpensa.
Per tutte queste ragioni, pur se consapevole del lavoro che è stato svolto, comunque il nostro gruppo esprimerà un voto contrario al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo e colleghi, nell'annunciare, sia pure con qualche perplessità, il voto favorevole del gruppo dei Verdi alla conversione in legge del decreto-legge in esame, che motiverò sinteticamente, volevo in primo luogo ringraziare i presidenti Violante e Duilio (rispettivamente della I e della V Commissione), i relatori Franco Piro e Angelo Piazza, i rappresentanti del Governo, e in particolare i sottosegretari Lettieri e D'Andrea, che hanno seguito con scrupolo, rigore e determinazione l'esame difficile e complesso di questo provvedimento, tanto più in una situazione di crisi di Governo, di scioglimento delle Camere, di elezioni anticipate e di svolgimento dell'esame di questo atto normativo - sia pure dovuto sotto il profilo costituzionale - in regime di prorogatio.
Credo di poter ribadire ciò che ho già affermato in altre circostanze, con questa maggioranza, nell'attuale legislatura e anche nelle precedenti. I decreti-legge giornalisticamente definiti «milleproroghe» che pressoché ogni Governo, anzi non pressoché, bensì ogni Governo di centrodestra o di centrosinistra, in questa e nelle precedenti legislature, sforna di anno in anno non sono un buon esempio per la certezza del diritto e per la credibilità dell'amministrazione dello Stato e del Parlamento. Infatti, quando si verifica che un Parlamento e un Governo - qualunque sia il Parlamento e qualunque sia il Governo - approvano norme legislative che di volta in volta, anno dopo anno, vengono prorogate, poiché non sono state applicate o vi è stata un'inadempienza politica e amministrativa - lo ripeto: ciò vale per qualunque schieramento politico e per qualunque Governo - è un segno che crea difficoltà nei rapporti fra i cittadini e lo Stato, fra i lavoratori e lo Stato, nonché fra le imprese e lo Stato, e che incentiva e moltiplica gli interventi che poi si sommano in sede di conversione in legge del decreto-legge per aggiungere altri contenuti, elementi e argomenti.
Detto questo in termini generali - lo affermo oggi perché l'ho sempre dichiarato e il mio auspicio è che si arrivasse ad uno Stato che potesse varare, sia come Parlamento sia come Governo, provvedimenti legislativi e amministrativi che non avessero bisogno, di volta in volta, di proroghe per la loro applicazione - voglio dire che il lavoro svolto dalle due Commissioni affari costituzionali e bilancio, e dall'Aula oggi, con tempi ristrettissimi, si è sviluppato in un contesto critico ma positivo.
Tra le varie misure che sono state citate, vorrei in questa sede riconoscere pubblicamente l'importanza unanime di aver soppresso l'articolo 31 per quanto riguarda la Commissione cosiddetta sulla subsidenza nell'Alto Adriatico. Credo sia stato importante - in questo caso rivendico il merito ai Verdi e anche ai colleghi di Rifondazione comunista - di avere impedito che in Commissione venisse approvato un emendamento, francamente indecente, sulle concessioni autostradali, che avrebbe rovesciato la politica seguita dalla maggioranza e dal Governo in questi due anni in tale materia; che questa proposta emendativa non sia stata approvata (era stata avanzata la proposta di un articolo 17-bis aggiuntivo all'articolo 17 del decreto-legge) è un fatto positivo e un segno di serietà. Voglio anche dare atto al nostro lavoro, di aver risolto finalmente, sulla base di un mio emendamento che è stato accolto in Commissione, il problema della norma sui rimborsi elettorali per gli eletti in Valle d'Aosta che si trascinava nelle aule parlamentari ormai da due anni, con l'introduzione dell'articolo 51-bis; anche sotto tale profilo si risolve un problemaPag. 58che era rimasto da troppo tempo aperto. Sulla questione dei CIP 6 la penso esattamente all'opposto del collega Delfino che mi ha preceduto.
Credo che sia stato importante l'aver impedito la reintroduzione nei cosiddetti CIP 6, fatta salva l'eccezione di Acerra per le ragioni «emergenziali» che tutti conoscono. Credo, inoltre, che sia importante che nel provvedimento siano state inserite consistenti risorse per quanto riguarda l'attività del commissario De Gennaro in Campania, risorse importanti (80 milioni di euro), ma forse ancora insufficienti. Di conseguenza, è importante che sia stato accolto l'ordine del giorno n. 9/3324-A-R/17 (sottoscritto anche dal collega Pellegrino) che impegna il Governo ad aumentare ulteriormente le risorse.
Da ultimo ringrazio il Governo per avere accolto il mio ordine del giorno n. 9/3324-A-R/8 in materia di trasporto pubblico locale. Inoltre, sia pure in una situazione di ordinaria amministrazione, invito veramente il Governo a rendersi conto quale catastrofe sarebbe se il 30 marzo (scaduti i contratti oggi esistenti tra Trenitalia e le regioni in ordine al trasporto pubblico locale) dal 1o aprile si verificasse il venir meno di centinaia di treni per i pendolari. Ho posto questo problema con un ordine del giorno e ringrazio il sottosegretario Lettieri e il sottosegretario D'Andrea che a nome del Governo hanno accolto l'ordine del giorno e li invito a vigilare perché, sia pure in questa situazione particolare, il Governo prima del 30 marzo possa provvedere in questa materia.
Per questi motivi confermo - con l'entusiasmo di alcuni colleghi che sto ascoltando (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia) - il voto favorevole dei Verdi al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, per fortuna degli italiani nel disegno di legge «milleproroghe» la maggioranza non ha potuto inserire la proroga del Governo Prodi che, invece, va a casa con tutta la sua maggioranza. Anche quest'ultimo provvedimento dimostra quale emergenza vi fosse per il Paese che questa maggioranza e questo Governo andassero a casa.
Invito i cittadini della Campania ad andare sul sito della Camera o sul mio blog, in quanto potranno trovare nome e cognome di tutti quei deputati che hanno votato «no» a quell'emendamento che diceva una cosa molto semplice. Il Governo Prodi ha approvato una legge nel 2007 dove ha annunciato (prima con lo strumento del decreto-legge e poi con quello del disegno di legge di conversione) che, con estrema durezza e inflessibilità, quei sindaci che non avessero ottemperato ai propri doveri nello smaltimento dei rifiuti avrebbero subito una grave sanzione. I cittadini della Campania, quando vedranno in quei comuni i cumuli di rifiuti, dovranno ringraziare tutti i deputati di Rifondazione Comunista che hanno votato «no». Tuttavia, posso capire chi sta a sinistra, vista la complicità del disastro ambientale della Campania. Devono ringraziare, inoltre, tutti i deputati del Partito Democratico e non poteva che essere così, perché dalla Jervolino a Bassolino sono coinvolti fino all'ultimo respiro nello scandalo della Campania.
Ancora oggi mi chiedo perché non è arrivata la magistratura a mettere fine a quelle amministrazioni che hanno sperperato fiumi di soldi e che hanno creato il disastro ambientale, il quale al Paese è costato in termini di immagine e di turismo e anche ai cittadini della Campania con l'aumento dei tumori, con l'inquinamento delle falde acquifere e quant'altro. Ad eccezione di qualche coraggioso parlamentare che verrà messo sul sito, tutti i deputati dell'Italia dei Valori (ovvero del giustiziere, di quel partito che fa della giustizia la propria bandiera) quando si è trattato di proteggere i sindaci che non hanno fatto il loro dovere - magari perché collusi con la malavita organizzata -Pag. 59hanno votato per la non punibilità di quei sindaci, prorogando la responsabilità dei sindaci fino al dicembre 2008.
Posso capire la Lega Nord: tutti i deputati della Lega Nord - non li giustifico - hanno votato contro l'emendamento che prevedeva che le sanzioni previste per legge dovevano essere applicate contro i sindaci. Anche in tal caso si fa della moralità sulla pelle degli altri cittadini, quando non sono residenti nella Padania. Mi auguro che almeno lì la facciate franca. Tutti i deputati, compreso il capogruppo, di Forza Italia, che in Campania ha organizzato cortei e manifestazioni contro gli amministratori di sinistra che hanno creato il danno ambientale, ad eccezione di alcuni - di cui pubblicherò i nomi - che si sono astenuti e che ringrazio e di pochi altri (otto), che hanno votato a favore dell'emendamento, hanno votato per sanare le responsabilità dei sindaci della Campania, che dovevano ritrovarsi i comuni sciolti dall'autorità superiore. Lo sappiano i napoletani e i cittadini campani! È incredibile, ma vero: tutti i deputati di Alleanza Nazionale, cittadini della Campania, hanno votato per la sanatoria delle responsabilità dei sindaci, che, anziché andare in galera, ritrovarsi i comuni sciolti, essere sanzionati e meritare il disprezzo dei cittadini, grazie al voto anche dei deputati di Alleanza Nazionale, la fanno franca. Ecco cos'è il bipartitismo che si profila nel nostro Paese!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, di argomenti per votare contro questo decreto-legge cosiddetto milleproroghe ve ne sono moltissimi. Lasciando perdere il contenuto in sé, se esaminiamo solo le modifiche degli ultimi giorni, ne troviamo ancora di più. Si prevedono 250 milioni di euro per il policlinico Umberto I di Roma, che sono una bella cifra, 1 milione e mezzo per il Belice, 13 milioni per la chiesa di Bari, 80 milioni di euro per la questione dei rifiuti campani.
Nonostante tutto ciò, il gruppo della Lega Nord, con coerenza, alla fine si asterrà sul provvedimento, perché, sebbene vi siano moltissimi punti che non ci convincono, bisogna anche essere onesti: in una situazione particolarmente complicata, a fine legislatura, quindi con un Parlamento che non c'è e con un Governo dimissionario, o meglio dimissionato, si è riusciti a fare qualcosa per Malpensa. È evidente - solo chi ha le fette di salame sugli occhi non lo ha capito - che ciò è avvenuto grazie alla tenacia della Lega Nord. Abbiamo portato a casa - è il termine corretto - 40 più 40 milioni di euro per la cassa integrazione dei lavoratori dell'area di Malpensa e ciò è sicuramente positivo per tamponare il danno nel frattempo. Riteniamo, infatti, che Malpensa, passata la buriana, tornerà ad essere non solo l'hub di riferimento della Padania, ma anche il maggiore aeroporto italiano. Basta che Alitalia vada altrove! Oltre a questo, vi è una previsione ancora più importante dal nostro punto di vista: 40 milioni di euro per il Fondo per le infrastrutture, per completare le infrastrutture che servono a questo aeroporto.
Qui devo personalmente ringraziare il sottosegretario Lettieri, che ha compiuto uno sforzo - in questo periodo complicato, in cui vi erano richieste più che microsettoriali: giustamente sono state definite micron-settoriali - ed è riuscito a trovare questo «residuo», questi quaranta milioni, sicuramente insufficienti, però costituenti un segnale, perché quando un Fondo è istituito può tranquillamente essere rifinanziato e così sicuramente sarà. Però, ricordiamoci che Malpensa non dispone delle infrastrutture perché puntualmente non vengono dati i soldi dove servono e nella misura giusta. Faccio un esempio su tutti: grazie alla scorsa legge finanziaria si è elargito un miliardo e mezzo per la viabilità secondaria di Calabria e Sicilia, in soli tre anni (la viabilità secondaria non riguarda neanche le provinciali né le comunali: si riferisce alle strade di campagna). LaPag. 60stessa cifra viene sì concessa per la pedemontana, ma diluita in quindici anni: questo è il segnale!
Pertanto, nonostante tutte le difficoltà del caso, nonostante la situazione particolarmente complicata, grazie all'intervento e alla tenacia della Lega Nord qualcosa di buono, in questo decreto-legge «milleproroghe», vi è e quindi non ci dilunghiamo più di tanto: dovremmo votare contro per una moltitudine di motivi ma, per coerenza, così come abbiamo ritirato gli emendamenti, ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto ribadire il rammarico del nostro gruppo per un'occasione persa: quella di dare, con il provvedimento in esame, piena attuazione all'articolo 1, comma 4, della legge finanziaria per il 2008, cioè consentire, entro tempi rapidissimi, la destinazione delle maggiori entrate - che verranno certificate nella relazione trimestrale di cassa - all'aumento delle detrazioni di imposta sui salari dei lavoratori dipendenti. In tal modo, avremmo dato una prima risposta, seppur parziale, ad un problema drammatico, che oggi coinvolge milioni di famiglie italiane: quello del basso livello dei salari.
Ciò si sarebbe potuto fare, come uno degli ultimi atti dell'attuale Parlamento, ma per farlo sarebbe stata necessaria l'unanimità dei consensi dei gruppi parlamentari. Se ci fosse stata tale unanimità, la paternità e il merito di un provvedimento elementare di giustizia sociale sarebbero stati di tutti i gruppi e di nessuno in particolare; ciò a dimostrazione che la nostra non era affatto un'intenzione di tipo propagandistico: eravamo interessati a offrire sollievo a milioni di lavoratori dipendenti del nostro Paese. Non è stato possibile farlo e voglio ribadire che non lo è stato per la contrarietà espressamente manifestata dalle forze del centrodestra. Questi sono stati i fatti, così come si sono svolti, in sede di Commissioni riunite e questi fatti dimostrano che, in realtà, al di là delle dichiarazioni di propaganda elettorale, il centrodestra non vuole realizzare alcun intervento serio, diretto e immediato per aumentare i salari, perché il suo profilo sociale e gli interessi di cui si fa portatore sono estranei a quelli del mondo del lavoro dipendente.
Devo aggiungere un'altra considerazione: ci ha stupito l'atteggiamento del Partito Democratico, il quale ha sostenuto la necessità di intervenire sin da subito nella distribuzione dell'extragettito, ma ha presentato un emendamento che non è pienamente coerente con quanto la legge finanziaria per il 2008 stabiliva - e cioè una destinazione integrale del futuro extragettito al lavoro dipendente - spalmando invece, proprio con tale emendamento, la riduzione fiscale su tutti i redditi, anche quelli non da lavoro dipendente. Riteniamo che, persa questa occasione, nelle prossime settimane sia comunque necessario dare attuazione al comma 4 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2008 e quindi riteniamo che sia necessario un provvedimento d'urgenza del Governo, immediatamente dopo la presentazione della relazione trimestrale di cassa, che certificherà, già da marzo, l'esistenza di un extragettito consistente anche per il 2008.
Lo riteniamo un dovere giuridico perché esiste una legge che prevede un tale provvedimento, ma soprattutto lo consideriamo un dovere morale e politico per il Governo e per la maggioranza che fino ad oggi l'ha sostenuto, perché nel programma che presentammo alle elezioni e nei dibattiti che abbiamo continuamente svolto in quest'Aula, in questi due anni, abbiamo sempre sostenuto che al risanamento occorreva affiancare anche la redistribuzione del reddito.
Sappiamo tutti che in questi due anni il Governo e la maggioranza sono sì riusciti a raggiungere il risanamento dei conti pubblici, ma non sono riusciti a portarePag. 61avanti il processo di redistribuzione, che rappresenta un dovere morale e politico e tutto ciò anche perché il Governo è stato fatto cadere subito dopo l'approvazione della legge finanziaria da forze moderate centriste presenti nella coalizione.
Ci si domandava prima: perché allora votiamo a favore di questo provvedimento nonostante il rammarico e le critiche? Votiamo, ancora una volta, a favore per un vincolo sociale che noi sentiamo con chi intendiamo rappresentare. Il principale aspetto positivo di questo decreto-legge è per noi infatti la proroga degli sfratti fino al 15 ottobre 2008. In questo modo migliaia di famiglie in tutto il Paese non subiranno un evento traumatico come quello di essere cacciati da casa. Vi sarà così il tempo necessario, in questi mesi che rimangono, affinché qualunque Governo verrà dopo possa avviare le misure previste nella legge finanziaria a cominciare dalla realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale e popolare e dalle misure tese a sbloccare il mercato degli affitti per trovare una risposta concreta a chi si trova in questa situazione. È questa la principale ragione che ci spinge a votare a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non mi soffermerò sul contenuto del disegno di legge di conversione cosiddetto milleproroghe, troppe cose sono state dette e non sempre giuste e si è approfittato di quest'Aula per dare avvio alla campagna elettorale.
Mi soffermerò, invece, su un aspetto molto importante ovvero sulla considerazione che la politica con la «p» maiuscola, quando vuole, indipendentemente dai cavilli burocratici e dai regolamenti, se vuole, può fornire risposte veloci e coerenti al Paese. La dimostrazione è stata il lavoro effettuato nelle Commissioni, nelle quali, al di là degli schieramenti contrapposti, si sono trovati punti di contatto e condivisioni sulle norme, che chiaramente non hanno potuto accontentare tutti ma non era quello lo spirito del lavoro effettuato e non potevamo comunque farlo.
Credo però che il senso di responsabilità che si è dimostrato in queste giornate, durante queste nottate, sia un segnale preciso al Parlamento esistente e a quello che verrà: si può fare politica con la «p» maiuscola, si può andare incontro alle esigenze del Paese e lo si può fare velocemente. Questo è il segnale che ho gradito di più dall'esame di questo provvedimento e per questo motivo, indipendentemente dal contenuto del provvedimento, Forza Italia esprimerà un voto finale di astensione sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Incostante. Ne ha facoltà.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge in esame si riferisce alla proroga dei termini e alle disposizioni finanziarie. Credo che si possa parlare di urgenza e di necessità perché, in assenza di questo provvedimento, molte altre normative sarebbero state vanificate e addirittura non attuate. Ritengo, inoltre, che si tratti anche di garantire attraverso alcune parti del provvedimento in esame una puntuale attuazione di adempimenti che erano correlati a una maggiore funzionalità delle pubbliche amministrazioni.
Inoltre sono intervenute alcune disposizioni - come hanno già detto molti colleghi - sulla parte del provvedimento che riguarda la scorsa finanziaria. È evidente, come è stato già affermato, che durante il lavoro nelle Commissioni questo provvedimento si è arricchito di tanti contributi. Io trovo davvero che ciò sia stato saggio perché su alcune questioni è anche saggio raggiungere un accordo tra le varie forze politiche, e direi che peraltro in questa particolare contingenza ciò è stato indispensabile.Pag. 62
In alcuni casi ciò ha impedito magari di dare il giusto compimento ad alcune questioni, come ha già sottolineato il presidente Violante nel suo intervento e come è stato sottolineato anche da altri interventi. Tuttavia vorrei ricordare la reintroduzione della cosiddetta Visco sud, la proroga degli sfratti, i fondi per Malpensa sia per gli ammortizzatori sociali sia per le infrastrutture, il tema della rottamazione, lo sblocco dei concorsi universitari e anche alcune risoluzioni di tematiche importanti sottolineate dagli enti territoriali. Mi riferisco alla questione dell'edilizia sismica, che aveva bloccato molti progetti, e al genio civile, argomento sottolineato anche dalle regioni in sede di Conferenza Stato-regioni. Anch'io vorrei sottolineare la questione delle ulteriori risorse a favore del Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, in quanto mi sembra che questa emergenza debba essere al più presto superata, e credo anch'io che debbano essere emanati ulteriori provvedimenti di sostegno al Commissario nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
In particolare vorrei dire che, come gruppo Partito Democratico-L'Ulivo, avremmo voluto l'approvazione di alcune misure. Anzitutto mi riferisco all'emendamento che prevedeva la destinazione delle maggiori entrate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti. Questo emendamento prevedeva che nell'assestamento tali fondi fossero iscritti al MEF e che si potesse perciò intervenire sulla detrazione d'imposta del 2008, e inoltre prevedeva la riduzione delle aliquote dal 38 al 37 per cento per i redditi compresi tra 28 mila e 55 mila euro. Siamo rammaricati in particolare di questo aspetto, perché non è stato possibile raggiungere un accordo che invece credo fosse nell'interesse di tanti e tanti lavoratori. In conclusione, è ben evidente, come è stato sottolineato, che dal punto di vista della qualità del procedimento legislativo ci dobbiamo interrogare complessivamente sul tipo di leggi che variamo, sul relativo procedimento e anche su quanto tali leggi talvolta siano carenti o incoerenti rispetto ad altre leggi preesistenti. Ritengo soprattutto che non si prevedono strumenti di impatto applicativo delle leggi stesse, per cui lo stesso termine «milleproroghe» ci dovrebbe fare riflettere a lungo. Tuttavia, questo tipo di provvedimento, pur con tante incoerenze e difficoltà, si è reso ormai necessario, ed è stato adottato anche da precedenti Governi con cadenze annuali.
Abbiamo letto il parere del Comitato per la legislazione, i rilievi e le puntuali osservazioni svolte rispetto al tipo di procedimento legislativo, alla tecnica della novellazione ed alla efficacia del testo per quanto attiene alla semplificazione e al riordino della normativa. Insomma, sono tutti interrogativi e questioni che rimangono all'attenzione - mi auguro - di questa assemblea legislativa e di quella che naturalmente verrà, perché si facciano passi avanti in questa direzione. Per queste motivazioni dichiaro il voto favorevole del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, intendo esprimere pochissime parole solo perché questa circostanza è del tutto particolare, considerato che il Parlamento «sta chiudendo», e intendo ringraziare tutti i colleghi, a partire evidentemente dal presidente Violante, di maggioranza e di opposizione che, come peraltro è stato detto, hanno consentito di svolgere, con questo provvedimento, un buon lavoro. Inoltre, vorrei ringraziare soprattutto gli uffici sia della I sia della V Commissione, e in generali tutti gli uffici di questa Camera, che in una situazione molto difficoltosa e in un tempoPag. 63molto limitato ci hanno permesso di svolgere quello che prima ho definito un buon lavoro (Applausi).
(Coordinamento formale - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3324-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 3324-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria) (3324-A/R):
(Presenti 387
Votanti 247
Astenuti 140
Maggioranza 124
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 23).
Sull'ordine dei lavori (ore 20,15).
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, ho chiesto la parola a nome del Governo perché, essendo prevista, come successivo punto all'ordine del giorno, la conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2007, n. 249, recante misure urgenti in materia di espulsione e di allontanamenti per terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza, devo registrare che gran parte della materia, grazie al lavoro positivo compiuto nella I Commissione, è stata trasferita - o sta per essere trasferita - in un decreto legislativo. Sulla materia residua manca il consenso tra i gruppi per la trattazione in Aula. Pertanto, il Governo segnala l'esigenza di non procedere.
Per quanto riguarda il decreto-legge 29 dicembre 2007, n. 250, e il decreto-legge 25 gennaio 2008, n. 3, essendo entrambi assorbiti, per le disposizioni che contenevano, dall'approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge «milleproroghe», non si rende più necessaria la loro conversione in legge. Pertanto, anch'essi andrebbero espunti dagli argomenti all'esame dell'Aula.
Quanto esposto è ciò che il Governo propone.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, mi rivolgo al sottosegretario: lei ha cercato di cambiare le carte in tavola. Ciò non mi stupisce. La questione non è che manca il consenso per trattare in Aula il decreto-legge in materia di espulsioni, ma che vi è l'incapacità di questo Governo e di questa maggioranza di farlo approvare. Pertanto, il decreto-legge è stato ritirato perché il Governo e questa maggioranza che non c'è più, non riescono ad affrontare questa situazione così delicata.
Vi sono due aspetti: uno, certamente, di carattere tecnico. Infatti, la decadenza delPag. 64decreto-legge comporta l'annullamento di tutti i provvedimenti che sono stati presi sotto la vigenza dello stesso decreto-legge. Poi, certamente, vi è un aspetto di carattere politico: è la seconda volta che questo decreto-legge viene fatto decadere, ripeto, la seconda volta!
Questo decreto-legge era stato sbandierato proprio dal vostro leader, candidato Presidente del Consiglio dei ministri, Veltroni, come un suo cavallo di battaglia. Ciò la dice lunga sulle inaffidabilità di Valter Veltroni come candidato a Presidente del Consiglio dei ministri, nonché sulla sua determinazione ad affrontare un problema importante, come quello della sicurezza e dell'immigrazione. Alla prova dei fatti, è subito caduto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. A seguito di quanto dichiarato dal Governo, l'esame dei disegni di legge di conversione indicati non avrà, pertanto, luogo. L'esame dei restanti punti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 21 febbraio 2008, alle 9,20:
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali (3395-A).
- Relatori: Ranieri, per la III Commissione e Pinotti, per la IV Commissione.
2. - Discussione di una domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni telefoniche e di tabulati di conversazioni del deputato Margiotta (Doc. IV, n. 10-A).
- Relatore: Giovanardi.
3. - Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione:
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Bondi (Doc. IV-ter, n. 8-A).
- Relatore: Brigandì.
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Luigi Pepe, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 9-A).
- Relatore: Frassinetti.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Nespoli (Doc. IV-quater, n. 11).
- Relatori: Palomba, per la maggioranza; Gelmini, per la minoranza.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Vittorio Sgarbi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 15).
- Relatore: Mantini.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Gasparri (Doc. IV-quater, n. 17).
- Relatore: Daniele Farina.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di procedimenti penali nei confronti del deputato Gasparri (Doc. IV-quater, nn. 21 e 22).
- Relatore: Daniele Farina.Pag. 65
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Franco Cardiello, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 26).
- Relatore: Brigandì.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Morri (Doc. IV-quater, n. 27).
- Relatore: Vacca.
La seduta termina alle 20,20.
CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO NICOLA BONO IN SEDE DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 3324-A/R
NICOLA BONO. Ebbene gli incentivi sono il frutto avvelenato di una concezione obsoleta e superata delle politiche economiche di ispirazione marxista, che hanno la pretesa di tentare di supplire alle diseconomie, rigidità ed inefficienze strutturali del sistema economico, attraverso agevolazioni contributive e creditizie che, anche quando sono operative, non rendono di per sé appetibile investire in un territorio. Inoltre le politiche degli incentivi in Italia sono ispirate a meccanismi a pioggia, e non mirate al sostegno di linee di sviluppo territoriali o di filiera produttiva.
È per questo che la legge n. 488 del 1992 è fallita, ed anche il credito d'imposta per investimenti non ha prodotto effetti significativi. Occorre quindi uscire dall'emergenza, e piuttosto affermare con forza che una seria politica per il sud non può prescindere da una rigorosa politica nazionale rivolta a rendere competitivo l'intero sistema Italia. È questa la logica delle «politiche di contesto», che superano i limiti delle politiche di sviluppo basate sulla semplice incentivazione, del tutto insufficienti ad avviare un processo di sviluppo, bloccato dalle diseconomie del sistema.
Questo, ovviamente, non vuol dire rinunciare agli incentivi ma, al contrario, affermare che per renderli appetibili e incisivi, occorre intervenire sul contesto economico e, quindi, occorrono interventi finalizzati alla riduzione delle imposte e dei contributi, alla flessibilità del lavoro, ivi compresa la contrattazione, alla parità dei tassi di interesse, alla creazione di un idoneo capitale umano, alla realizzazione di infrastrutture civili e produttive, all'efficienza della giustizia e sicurezza pubblica. Poi occorre concentrarsi sullo studio di incentivi «intelligenti», che siano cioè mirati a sostenere i processi produttivi e non a elargire graziosi quanto inutili omaggi, nonché elaborare serie politiche di marketing territoriale. Insomma, una rivoluzione vera e propria del sistema produttivo nazionale, per incidere concretamente sul rilancio produttivo delle aree depresse, per il quale ci vuole soprattutto una cultura di governo che l'attuale esecutivo e la sua maggioranza politica di riferimento non può esprimere.
Sono certo che il nuovo governo di centrodestra saprà finalmente attuare questa sanatoria per il riequilibrio territoriale, fondamentale per il definitivo affrancamento delle aree depresse meridionali dal sottosviluppo, ma necessario all'intero sistema Paese per essere vincente nella sfida della competitività.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 3431-A - em. 1.10 | 365 | 194 | 171 | 98 | 191 | 3 | 75 | Appr. |
2 | Nom. | em. 4.1 | 422 | 412 | 10 | 207 | 36 | 376 | 72 | Resp. |
3 | Nom. | em. 4.2 | 440 | 254 | 186 | 128 | 250 | 4 | 72 | Appr. |
4 | Nom. | em. 4.3 | 441 | 433 | 8 | 217 | 38 | 395 | 72 | Resp. |
5 | Nom. | ddl 3431-A - voto finale | 456 | 383 | 73 | 192 | 380 | 3 | 73 | Appr. |
6 | Nom. | ddl 2807 - articolo 1 | 433 | 433 | 217 | 432 | 1 | 73 | Appr. | |
7 | Nom. | articolo 2 | 447 | 447 | 224 | 447 | 73 | Appr. | ||
8 | Nom. | em. 3.100 | 451 | 451 | 226 | 451 | 71 | Appr. | ||
9 | Nom. | em. 3.101 | 455 | 454 | 1 | 228 | 454 | 71 | Appr. | |
10 | Nom. | articolo 3 | 459 | 459 | 230 | 458 | 1 | 71 | Appr. | |
11 | Nom. | em. 4.100 | 461 | 461 | 231 | 461 | 71 | Appr. | ||
12 | Nom. | articolo 4 | 462 | 462 | 232 | 462 | 71 | Appr. | ||
13 | Nom. | em. 5.100 | 461 | 461 | 231 | 461 | 71 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 5.101 | 460 | 459 | 1 | 230 | 459 | 71 | Appr. | |
15 | Nom. | em. 5.102 | 458 | 458 | 230 | 458 | 71 | Appr. | ||
16 | Nom. | articolo 5 | 457 | 457 | 229 | 457 | 71 | Appr. | ||
17 | Nom. | articolo 6 | 465 | 465 | 233 | 465 | 71 | Appr. | ||
18 | Nom. | em. 7.100 | 391 | 389 | 2 | 195 | 389 | 76 | Appr. | |
19 | Nom. | articolo 7 | 408 | 408 | 205 | 408 | 75 | Appr. | ||
20 | Nom. | articolo 8 | 405 | 405 | 203 | 405 | 75 | Appr. | ||
21 | Nom. | articolo 9 | 421 | 418 | 3 | 210 | 418 | 75 | Appr. | |
22 | Nom. | articolo 10 | 398 | 397 | 1 | 199 | 397 | 74 | Appr. | |
23 | Nom. | articoloagg. 10.02 | 432 | 432 | 217 | 432 | 74 | Appr. | ||
24 | Nom. | articolo 11 | 434 | 434 | 218 | 434 | 74 | Appr. | ||
25 | Nom. | articolo 12 | 435 | 435 | 218 | 435 | 74 | Appr. | ||
26 | Nom. | ddl 2807 - voto finale | 443 | 442 | 1 | 222 | 442 | 74 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | ddl 3324-A/R - em. 5.500 | 432 | 430 | 2 | 216 | 430 | 71 | Appr. | |
28 | Nom. | em. 5-bis.500 | 450 | 445 | 5 | 223 | 445 | 71 | Appr. | |
29 | Nom. | em. 5-bis.52 | 455 | 436 | 19 | 219 | 15 | 421 | 71 | Resp. |
30 | Nom. | em. 7.8 | 453 | 442 | 11 | 222 | 13 | 429 | 71 | Resp. |
31 | Nom. | em. 7.7 | 458 | 446 | 12 | 224 | 7 | 439 | 71 | Resp. |
32 | Nom. | em. 8-bis.30 | 459 | 452 | 7 | 227 | 7 | 445 | 71 | Resp. |
33 | Nom. | em. 8-bis.31 | 460 | 453 | 7 | 227 | 9 | 444 | 71 | Resp. |
34 | Nom. | em. 11-bis.32 | 463 | 450 | 13 | 226 | 12 | 438 | 71 | Resp. |
35 | Nom. | em. 11-bis.33 | 463 | 457 | 6 | 229 | 16 | 441 | 71 | Resp. |
36 | Nom. | em. 12.500 | 461 | 437 | 24 | 219 | 422 | 15 | 71 | Appr. |
37 | Nom. | em. 13.34 | 467 | 457 | 10 | 229 | 72 | 385 | 71 | Resp. |
38 | Nom. | em. 19-bis.0500 | 465 | 459 | 6 | 230 | 456 | 3 | 71 | Appr. |
39 | Nom. | em. 21-quater.500 | 462 | 458 | 4 | 230 | 455 | 3 | 71 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 22-ter.200 | 464 | 455 | 9 | 228 | 32 | 423 | 71 | Resp. |
41 | Nom. | em. 22-sexies.500 | 456 | 451 | 5 | 226 | 447 | 4 | 71 | Appr. |
42 | Nom. | em. 22-octies.500 | 470 | 466 | 4 | 234 | 465 | 1 | 71 | Appr. |
43 | Nom. | em. 25.500 | 469 | 461 | 8 | 231 | 454 | 7 | 71 | Appr. |
44 | Nom. | em. 31.500 | 467 | 462 | 5 | 232 | 455 | 7 | 71 | Appr. |
45 | Nom. | em. 33.6 | 463 | 447 | 16 | 224 | 12 | 435 | 71 | Resp. |
46 | Nom. | em. 35-bis.16 | 459 | 454 | 5 | 228 | 17 | 437 | 71 | Resp. |
47 | Nom. | em. 39.12 | 448 | 439 | 9 | 220 | 7 | 432 | 71 | Resp. |
48 | Nom. | em. 39.3 | 451 | 444 | 7 | 223 | 11 | 433 | 71 | Resp. |
49 | Nom. | em. 43.200, 43.500 | 469 | 462 | 7 | 232 | 454 | 8 | 71 | Appr. |
50 | Nom. | em. 44.1 | 461 | 449 | 12 | 225 | 73 | 376 | 71 | Resp. |
51 | Nom. | em. 45.30 | 456 | 451 | 5 | 226 | 8 | 443 | 71 | Resp. |
52 | Nom. | em. 49-bis.0500 | 459 | 451 | 8 | 226 | 424 | 27 | 71 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 55 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | odg 9/3324-A-R/5 | 440 | 429 | 11 | 215 | 187 | 242 | 70 | Resp. |
54 | Nom. | odg 9/3324-A-R/32 | 435 | 428 | 7 | 215 | 199 | 229 | 70 | Resp. |
55 | Nom. | ddl 3324-A/R - voto finale | 387 | 247 | 140 | 124 | 224 | 23 | 70 | Appr. |