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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 38 di mercoledì 20 settembre 2006
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
La seduta comincia alle 10.35.
RINO PISCITELLO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 1o agosto 2006.
(È approvato).
Sull'uccisione di suor Leonella Sgorbati.
PRESIDENTE
(Il Presidente si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo). Signori deputati, come sapete, domenica scorsa è stata barbaramente uccisa a Mogadiscio suor Leonella Sgorbati, da tempo impegnata in una difficile attività di formazione e di assistenza tra la Somalia ed il Kenia. Il suo è stato l'ennesimo e drammatico tributo di sangue pagato dai tanti volontari che operano nei luoghi più tormentati del mondo al servizio delle ragioni dell'uomo, della solidarietà e dell'accoglienza.
Suor Leonella ha costruito il suo impegno silenzioso lungo una via stretta: quella della pratica quotidiana dei valori del dialogo, dell'ascolto e dell'apertura alla diversità. Il suo sacrificio ci richiama alla responsabilità di continuare a percorrere quella stessa via, l'unica e più efficace risorsa per aver ragione della violenza e dell'intolleranza che segnano questi giorni così tormentati per costruire il cammino che conduce alla convivenza pacifica dei popoli e delle nazioni. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire alla famiglia, ai collaboratori e alle consorelle di suor Leonella i sentimenti della più intensa vicinanza e del più profondo cordoglio della Camera dei deputati.
In segno di lutto, invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio per rinnovare la nostra solidarietà (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).
In ricordo di Oriana Fallaci.
PRESIDENTE
(Restando in piedi). Signori deputati, nei giorni scorsi è venuta a mancare anche Oriana Fallaci. Al di là dei commenti suscitati dai suoi scritti e dalle legittime diversità delle opinioni che ognuno di noi ha maturato sulle posizioni da lei sostenute, Oriana Fallaci è stata una personalità illustre della letteratura e del giornalismo italiano ed una protagonista del dibattito culturale sui temi del mondo contemporaneo.
Ai suoi familiari rinnoviamo oggi la solidarietà e la vicinanza di tutta l'Assemblea (Applausi).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Brugger, Cirino Pomicino, D'Alema, Damiano, De Simone, Duilio, Folena, Lanzillotta, Leoni, Letta, Mazzocchi, Meta, Migliore, Mura, Oliva, Pinotti, Ranieri, Realacci, Rigoni, Scajola, Sgobio, Stucchi e Violante sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono cinquantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Pag. 2Programma e calendario dei lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione di ieri, martedì 19 settembre, della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto il programma ed il seguente calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di settembre 2006:
Giovedì 21 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame degli argomenti previsti per la seduta di mercoledì 20 settembre e non conclusi.
Venerdì 22 settembre (antimeridiana, con eventuale prosecuzione pomeridiana):
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1610 - Conversione in legge del decreto-legge 16 agosto 2006, n. 251, recante disposizioni urgenti per assicurare l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica (da inviare al Senato - scadenza: 17 ottobre 2006).
Lunedì 25 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1608 - Conversione in legge del decreto-legge 28 agosto 2006, n. 253, recante disposizioni concernenti l'intervento di cooperazione allo sviluppo in Libano e il rafforzamento del contingente militare italiano nella missione UNIFIL, ridefinita dalla risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (da inviare al Senato - scadenza: 27 ottobre 2006).
Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Zanetta ed altri n. 1-00017 sulle iniziative per garantire la tempestiva realizzazione della tratta alta velocità Torino-Lione;
Maroni ed altri n. 1-00010 e Realacci ed altri n. 1-00009 sull'introduzione di regole riguardanti l'utilizzo di pratiche enologiche alternative alle tradizionali tecniche di invecchiamento del vino.
Martedì 26 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1608 - Conversione in legge del decreto-legge 28 agosto 2006, n. 253, recante disposizioni concernenti l'intervento di cooperazione allo sviluppo in Libano e il rafforzamento del contingente militare italiano nella missione UNIFIL, ridefinita dalla risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (da inviare al Senato - scadenza: 27 ottobre 2006).
Seguito dell'esame della mozione Zanetta ed altri n. 1-00017 sulle iniziative per garantire la tempestiva realizzazione della tratta alta velocità Torino-Lione.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1610 - Conversione in legge del decreto-legge 16 agosto 2006, n. 251, recante disposizioni urgenti per assicurare l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica (da inviare al Senato - scadenza: 17 ottobre 2006).
Seguito dell'esame della mozione Maroni ed altri n. 1-00010 e Realacci ed altri n. 1-00009 sull'introduzione di regole riguardanti l'utilizzo di pratiche enologiche alternative alle tradizionali tecniche di invecchiamento del vino.
Mercoledì 27 settembre (antimeridiana, fino all'inizio delle votazioni, con eventuale prosecuzione al termine delle stesse):
Discussione congiunta sulle linee generali del conto consuntivo (Doc. VIII, n. 1) e del progetto di bilancio interno della Camera dei deputati (Doc. VIII, n. 2).
Mercoledì 27 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame degli argomenti previsti per martedì 26 settembre e non conclusi.
Giovedì 28 settembre (antimeridiana, con eventuale prosecuzione pomeridiana, dopo l'informativa, e notturna) (con votazioni):
Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo (Doc. VIII, n. 1) e del progetto di bilancio interno della Camera dei deputati (Doc. VIII, n. 2).
Seguito dell'esame degli argomenti previsti in calendario e non conclusi.
Giovedì 28 settembre (ore 15):
Informativa urgente del Governo sulle politiche nel settore delle telecomunicazioni, con particolare riferimento alla vicenda Telecom (l'informativa sarà svolta dal Presidente del Consiglio dei ministri).
La votazione della questione pregiudiziale, presentata al decreto-legge recante disposizioni urgenti per assicurare l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica (disegno di legge di conversione n. 1610), avrà luogo giovedì 21 settembre, ove nella giornata si svolgano votazioni, ovvero martedì 26 settembre.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question-time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
Mercoledì 20 settembre, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question-time), è previsto l'intervento del Vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli.
Lo svolgimento di interrogazioni, di interpellanze e di interpellanze urgenti potrà essere inserito secondo l'andamento dei lavori dell'Assemblea. Lo svolgimento di interpellanze urgenti sarà comunque previsto nella giornata di giovedì 21 settembre.
Il Presidente si riserva di inserire in calendario l'esame della domanda di autorizzazione all'esecuzione di una misura cautelare di cui al Doc. IV, nn. 4 e 5, una volta concluso da parte della Giunta per le autorizzazioni.
Il Presidente si riserva, altresì, di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni. Si riserva inoltre di inserire l'esame di richieste di autorizzazione ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione, nonché di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
È stato inoltre predisposto il seguente programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di ottobre 2006:
Esposizione economico-finanziaria ed esposizione relativa al bilancio di previsione.
Disegni di legge n. 1253 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2005 e n. 1254 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006.
Disegno di legge n. 1496 e abbinate - Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati di calcio e delle altre competizioni calcistiche professionistiche organizzate a livello nazionale (ove il testo predisposto per l'Assemblea non rechi oneri finanziari) (ove deliberata l'urgenza).
Disegno di legge S. 635 - Sospensione dell'efficacia di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario (ove trasmesso dal Senato, concluso dalla Commissione e sempre che il testo predisposto per l'Assemblea non rechi oneri finanziari).
Pag. 4Proposta di legge costituzionale n. 193 e abbinate - Modifica all'articolo 27 della Costituzione, concernente l'abolizione della pena di morte.
Proposta di legge n. 412 - Disposizioni per il superamento delle situazioni di sovraindebitamento delle famiglie, mediante l'istituzione della procedura di concordato delle persone fisiche insolventi con i creditori (ove conclusa dalla Commissione).
Disegno di legge S. 953 - Conversione in legge del decreto-legge 15 settembre 2006, n. 258 recante disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee in data 14 settembre 2006 nella causa C-228/05, in materia di detraibilità dell'IVA (ove trasmesso dal Senato - scadenza 14 novembre 2006).
Nel mese di ottobre avrà inizio la sessione di bilancio e si svolgerà in Commissione l'esame della manovra di bilancio.
Nell'ambito del programma per il periodo settembre-ottobre è previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
Nel corso del mese di ottobre potrà avere luogo la votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti e sugli istituti di previdenza.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2006 (A.C. 1042) (ore 10,47).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2006.
Ricordo che nella seduta del 25 luglio 2006 si è conclusa la discussione sulle linee generali svolta congiuntamente a quella sulla relazione in ordine alla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario.
(Esame degli articoli - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 1 e 2).
Avverto che il parere reso dalla Commissione bilancio reca talune condizioni per il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, tra le quali l'approvazione dell'emendamento 8.100 del Governo e 8-ter 201 delle Commissioni.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 4, del regolamento, non possono essere ripresentati in Assemblea e dunque sono irricevibili gli emendamenti dichiarati inammissibili nelle Commissioni.
Avverto inoltre che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 89 del regolamento e in conformità ai criteri di ammissibilità delineati nel corso dell'esame dei precedenti disegni di legge comunitaria, non ritiene ammissibili, in quanto estranei all'oggetto proprio della legge comunitaria, come definito dall'articolo 9 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, le seguenti proposte emendative: Fundarò 14.040, volto ad integrare la disposizione di delega conferita dell'articolo 13 della legge n. 62 del 2005, per l'attuazione di un regolamento in materia di fertilizzanti, attribuendo al Governo anche una delega per l'adozione di ulteriori disposizioni integrative e correttive. La predetta delega, tuttavia, è già stata esercitata con l'emanazione del decreto legislativo n. 217 del 2006; D'Agrò 18-ter.040, volto a modificare la normativaPag. 5statale vigente (il decreto legislativo n. 151 del 2004, che dà attuazione alla direttiva 2001/112/CE, concernente i succhi di frutta ed altri prodotti analoghi destinati all'alimentazione umana) per la quale non sono in corso procedure di infrazione avviate dalla Commissione delle Comunità europee. Avverto che, ai sensi dell'articolo 9, comma 1, lettera a) e b) della citata legge n. 11 del 2005, la legge comunitaria può recare disposizioni modificative o abrogative di disposizioni statali vigenti solo se in contrasto con gli obblighi comunitari, ovvero se siano oggetto di procedure di infrazione avviate dalla Commissione delle Comunità europee nei confronti della Repubblica italiana. L'emendamento pertanto risulta estraneo al contenuto proprio della legge comunitaria.
Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile l'articolo aggiuntivo Fundarò 11.040 che modifica il comma 2 dell'articolo 19-bis della legge n. 157 del 1992 (come introdotto dalla legge n. 221 del 2002) novellato dall'articolo 7 del decreto-legge n. 251 del 2006, il cui disegno di legge di conversione è attualmente all'esame della Camera. L'emendamento potrà pertanto essere presentato in occasione dell'esame di tale disegno di legge.
Avverto infine che l'articolo aggiuntivo Fundarò 11.041 è stato ritirato.
Sull'ordine dei lavori (ore 10,52).
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, in queste ore da notizie di stampa si apprende che si stanno effettuando molti arresti nell'ambito del personale che rivestiva un ruolo di alto livello nella conservazione dei «segreti Telecom».
Pare che gli inquirenti abbiano scoperto l'esistenza di una vera e propria centrale di intercettazioni ai danni di migliaia e migliaia di cittadini e sembra anche che chiunque avesse voluto farne richiesta si sarebbe potuto rivolgere a questa struttura, oltretutto condotta, diretta e organizzata proprio dai responsabili della sicurezza della Telecom, secondo le prime notizie di cui disponiamo. Ovviamente, non vogliamo conoscere i risvolti propri di una inchiesta della magistratura protetti dal segreto istruttorio ma, trattandosi della sicurezza dei cittadini e della loro privacy, trattandosi di notizie riservate che riguardano i cittadini, credo che il Parlamento debba essere informato. Come ripeto, non si tratta di conoscere i risvolti giudiziari propri dell'inchiesta, ma di tutelare, per quanto possa attenere al nostro ruolo, la sicurezza dei cittadini.
Quindi, quando il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, verrà a riferire sulle questioni Telecom, potrà egli stesso riferire anche su tale questione. Altrimenti, se lo riterrà opportuno, Presidente, potrà fare presente la questione al Governo. Il problema mi sembra di grande rilevanza.
PRESIDENTE. Farò presente al Governo l'esigenza da lei sollevata, in modo che possa tenerne conto, nelle forme che lei stesso ha indicato.
FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per evidenziare quella che considero una lesione dei miei diritti di parlamentare per effetto di una comunicazione, di ieri, dell'ufficio del sindacato ispettivo, che ha respinto due mie interpellanze senza motivazione, addebitando alla Presidenza della Camera l'onere di ulteriore giustificazione.
Premetto che questo problema riguarda tutti i parlamentari e che, in quanto deputato alla seconda legislatura, mi rendo conto benissimo dei limiti di una interpellanza e di una interrogazione e della necessità di rispettare l'articolo 139 del regolamento della Camera dei deputati.Pag. 6
In queste due interpellanze ponevo quesiti al Governo che rientrano esclusivamente nella competenza di quest'ultimo, non offendendo alcuno e facendo riferimento a fatti, più che di cronaca, di natura politico-istituzionale accaduti nella mia città, Bologna. Rivendico la validità di queste interpellanze e la necessità - come ripeto, credo che in tale situazione potrebbe trovarsi qualunque altro collega di questo Parlamento - di ottenere risposte più esaurienti e precise da parte degli uffici competenti riguardo gli atti di sindacato ispettivo. È una delle facoltà naturali di un parlamentare quella di chiedere al Governo di adottare provvedimenti su fatti particolarmente gravi; lo sottolineo: particolarmente gravi.
Denuncio, in questa sede, la insufficienza della risposta che mi è stata fornita dai funzionari e la necessità che la Presidenza della Camera si faccia carico di rispondere in modo più esauriente ed esaustivo sulle motivazioni che la inducono a dichiarare inammissibile una interpellanza o una interrogazione: non ci si può limitare ad affermare che è dichiarata inammissibile ai sensi dell'articolo 139 del regolamento!
Pertanto, ponendosi questo problema e invitando il Presidente e l'Ufficio di Presidenza a farsene carico, preannuncio che ripresenterò costantemente, giorno dopo giorno, le due interpellanze fintantoché non avrò una risposta precisa, dettagliata e rispettosa dei miei diritti di parlamentare su argomenti politici, che assolutamente, a mio modo di vedere, non possono non ricevere una risposta adeguata da parte del Governo.
PRESIDENTE. Vorrei far presente al deputato Garagnani che il provvedimento è stato adottato in base a norme ed a criteri ordinari di ammissibilità. Naturalmente, questi criteri si possono anche specificare ulteriormente e per iscritto, ma è del tutto evidente che le due interpellanze da lei presentate riguardavano, l'una, la magistratura e, l'altra, un assessore regionale, non sindacabili, né l'una, né l'altra, da parte del Governo (Commenti del deputato Garagnani). Pertanto, in questo caso sono ritenute inammissibili (Proteste del deputato Garagnani), come sempre secondo gli ordinari criteri di ammissibilità.
FABIO GARAGNANI. È il Presidente che non vuole affrontare l'argomento! Io contesto quello che lei ha detto! Lei, Presidente, sta dicendo il falso! Presidente...
Si riprende la discussione (ore 10,59).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 3 - Proteste del deputato Garagnani).
Le ho già risposto!
Ha chiesto di parlare il deputato Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, vorrei sottolineare preliminarmente l'importanza di una rapida approvazione della legge comunitaria, al fine di ridurre il numero di procedure di infrazione alle quali l'Italia è esposta, evitando in tal modo che il nostro paese debba subirne di ulteriori.
Inoltre, alla luce di quanto accaduto in passato, vorrei evidenziare l'importanza di una convergenza tra maggioranza ed opposizione almeno sul voto finale di questo provvedimento per dimostrare l'impegno in favore dell'integrazione europea nonché la volontà comune del Parlamento di rispettare gli obblighi comunitari.
L'iter del testo in esame è stato complesso ed approfondito, dimostrando una eccessiva lentezza e complessità delle procedure. Pertanto, nei prossimi anni, sarà necessario assicurare sia un'accelerazione del procedimento sia un'attuazione di modifiche regolamentari.
Tengo a sottolineare l'ottima collaborazione registrata con il Governo e, in particolare, con il ministro Bonino, soprattuttoPag. 7in ordine ai passaggi e alle questioni più delicate contenute in alcuni emendamenti.
Ritengo indispensabile che, anche in Italia, sia rafforzato il ruolo del Parlamento nazionale nel recepimento degli obblighi comunitari e, in generale, nell'integrazione. Quindi, considero molto positivo il passaggio dall'allegato A all'allegato B, al fine di consentire un'attuazione attraverso il coinvolgimento diretto del Parlamento tramite le Commissioni competenti.
È inoltre da apprezzare la modifica apportata alla legge n. 11 del 2005 per quanto concerne l'informazione del Parlamento sulle procedure di infrazione e sui flussi finanziari dell'Unione europea.
Vi è stata anche un'importante modifica per consentire un recepimento più preciso, elaborando principi e criteri direttivi relativi alla direttiva sui mercati degli strumenti finanziari. Si tratta di una direttiva di grande importanza che, tenendo conto anche dei recenti scandali registratisi in Europa, assicura maggiore stabilità e trasparenza dei mercati nonché un'effettiva tutela del risparmio.
Infine, ritengo certamente molto positivo il ritorno alla previsione di 12 mesi - anziché i 18 mesi previsti dalle due ultime leggi comunitarie - quale termine generale per l'esercizio da parte del Governo della delega per recepire le direttive.
In conclusione, credo sia fondamentale adeguare il funzionamento del nostro Parlamento agli obblighi comunitari, anche alla luce dell'esperienza di altri paesi membri, delle nuove prerogative offerte ai Parlamenti nazionali dalle istituzioni europee, nonché delle conclusioni del Consiglio europeo di giugno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Presidente, ci troviamo in una strana situazione: in quest'aula vi è un collega che si chiama Migliore, uno Migliori e un altro Miglioli.
L'altro giorno, mi sono ritrovato firmatario di un'interrogazione abortista e vi è una errata corrige che lo testimonia. In compenso, il collega Migliore pare abbia firmato appelli anticastristi. Quindi, sussiste una situazione un po' particolare della quale nessuno ha colpa (Applausi).
Pertanto, ritengo di non essere io a dover parlare, ma non escludo che altri colleghi a me vicini lo vogliamo fare.
PRESIDENTE. Se non incorriamo in un altro errore, ha chiesto di parlare il deputato Bocchino, che credo non abbia vicinanze che consentano cattive interpretazioni... Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, effettivamente ho chiesto di parlare. Ci rivolgiamo al ministro Bonino perché c'è un elemento all'interno della legge comunitaria che ci preoccupa molto e che, purtroppo, non consentirà un facile esame da parte dell'Assemblea se non prima di un chiarimento da parte del ministro...
Signor Presidente, mi scusi, gli onorevoli Gasparri e La Russa danno fastidio parlando; mi aiuti, per cortesia...
PRESIDENTE. Non vorrei intervenire nelle contraddizioni interne di un partito, ma il deputato Bocchino mi invita a chiedere al presidente La Russa di consentirgli di svolgere il suo intervento...
IGNAZIO LA RUSSA. Ha ragione, Presidente.
PRESIDENTE. Prego, deputato Bocchino.
ITALO BOCCHINO. Sono indisciplinati...
Come dicevo, chiediamo al ministro Bonino alcuni chiarimenti. Nel recepire una serie di direttive comunitarie, la Commissione affari costituzionali, con una nostra opposizione molto dura su questo argomento, ha introdotto una norma che ha come obiettivo lo smantellamento della legge Fini-Bossi sull'immigrazione. Premetto che chi, seppure casualmente e con uno scarto ridotto, ha vinto le elezioni e ha la maggioranza in Parlamento ha tuttoPag. 8il diritto di modificare la normativa vigente sull'immigrazione, ma ha anche il dovere di venire in Parlamento e di presentare un progetto complessivo su un argomento così delicato come quello dell'immigrazione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 11,07)
ITALO BOCCHINO. Invece, non avendo da una parte il coraggio di intervenire, e dall'altra la possibilità di mettere insieme tutte le forze della coalizione, si tenta di minare l'attuale normativa di fatto depotenziandola, destrutturandola e lasciando un vuoto normativo.
Ministro Bonino, è accaduto che, nel disciplinare il diritto di asilo, si è fatto in modo di rendere inapplicabile l'attuale normativa sull'immigrazione. Infatti, la Commissione ha introdotto una norma secondo la quale l'asilante, nel momento in cui fa una richiesta che viene rigettata dall'apposita commissione che deve esaminarla, può fare ricorso all'autorità giudiziaria e nelle more della decisione da parte di quest'ultima non deve essere trattenuto all'interno dei CPT. Già oggi su 20 mila ingressi in Italia circa il 50 per cento fa richiesta di asilo e solo 600-700-800 di questi 10 mila ottengono asilo. Questo dimostra che già oggi il 50 per cento di coloro che entrano nel paese utilizzano come escamotage quello del diritto di asilo per avere uno status diverso da quello di clandestino, almeno nella prima fase all'interno dei CPT. Domani, con la suddetta norma, tutti i 20 mila al momento del loro ingresso in Italia faranno richiesta di asilo perché sapranno di essere liberi sul territorio nazionale nelle more della decisione da parte della magistratura e quindi potranno, di fatto, entrare in clandestinità. Quando la magistratura avrà, poi, deciso che sui 20 mila richiedenti 19.400 non hanno diritto all'asilo politico, non so come faremo a rintracciarli nel paese.
Abbiamo una legge sull'immigrazione che dice che nel paese si entra con un contratto di lavoro, avendo un reddito, pagando le tasse, avendo un alloggio: così la smantellate! Noi non abbiamo nulla contro gli asilanti, anzi, siamo molto attenti nei loro confronti, ma parliamo di 500-600 persone all'anno. In questo modo, invece, introduciamo nella clandestinità 20 mila immigrati all'anno e ciò significa farne terreno di coltura privilegiato per la criminalità organizzata, come dimostrano i dati degli arresti di quest'anno ed i dati della popolazione carceraria. Non vogliamo fare l'equazione «immigrato uguale delinquente», ma sta di fatto che il 4 per cento della popolazione corrisponde al 52 per cento degli arrestati nel primo semestre del 2006 e al 30 per cento della popolazione carceraria, ed introdurli in clandestinità significa favorirne l'ingresso nel sottobosco della criminalità.
Signor ministro, noi vogliamo una risposta chiara: va bene che ci sia il diritto dell'asilante, ma chiediamo che, nelle more della decisione da parte della magistratura, il richiedente asilo sia trattenuto all'interno dei CPT. Dopodiché, va benissimo se la magistratura deciderà che quel soggetto ha diritto all'asilo politico, ma, se deciderà in senso contrario, dobbiamo sapere dov'è questo soggetto. Altrimenti, ci troveremmo costretti a fare ostruzionismo sulla legge comunitaria, cosa che credo non abbia precedenti e che nessuno abbia intenzione di fare.
Quindi, la preghiamo, signor ministro, di darci quanto prima una risposta e di garantire che qualsiasi norma andremo ad approvare non favorirà l'ingresso in clandestinità di immigrati solo perché richiedono l'asilo pur sapendo che non ne hanno diritto (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, tra gli emendamenti proposti dalla Lega Nord, respinti in Commissione ed ora ripresentati ve ne sono due che meritano una riflessione ulteriore. In particolare, il primo riguarda l'articolo 16, che individua il Ministero per lo sviluppo economicoPag. 9come autorità pubblica nazionale competente per la cooperazione in materia di tutela dei consumatori. Attualmente si prevede la definizione di forme stabili e di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni. Sappiamo che queste forme stabili si traducono nei cosiddetti «tavoli», ossia assegnazioni di incarichi, nomine e spese.
Il problema della proliferazione di questi tavoli sta diventando davvero drammatico. Faccio riferimento, ad esempio, alle affermazioni presenti nel programma del ministro Turco, che ne prevede ben 12 nel solo campo socio-sanitario. Ciò può comportare dei problemi, innanzitutto perché esiste già tra le amministrazioni pubbliche il dovere di collaborazione e di lealtà e, quindi, non si capisce la necessità di formalizzare l'istituzione dei tavoli. Secondariamente, essi si traducono inevitabilmente in nuove spese e in stipendi fissi per i «trombati» di turno. Quindi, noi riteniamo che sia il caso di soprassedere su questa formalizzazione.
L'altro emendamento che merita una riflessione approfondita riguarda l'articolo 18. Noi chiediamo al Governo di apporre, in sede europea, una riserva parlamentare sulle questioni riguardanti la ricerca. In particolare, ci riferiamo alla legge sulla procreazione assistita. Noi riteniamo che, soprattutto nel campo della bioetica, ci debba essere l'obbligo, non la facoltà, di consultare le Camere. Ciò è particolarmente necessario, vista l'attenzione che c'è sull'argomento.
In XII Commissione affari sociali non manca occasione perchè questo argomento venga sollevato, in particolare, dalla Rosa nel pugno, ma non solo, sia per l'abrogazione totale di questa legge, sia per la sua rivisitazione totale. Il fatto che il ministro Turco abbia identificato, come consulente in materia per la ridefinizione delle linee guida della norma, la Cossutta, che tutti sappiamo essere stata una delle più grandi avversarie di questa normativa, comporta il rischio di una modifica surrettizia della norma stessa, senza neanche passare attraverso l'esame in Commissione e attraverso le Camere.
Quindi, riteniamo necessario che su questo tema si vada con i piedi di piombo e, soprattutto, non senza consultare le Camere. Ciò è ancora più necessario ed opportuno in una situazione paradossale come quella attuale, in quanto alla Camera ci troviamo a discutere di decreti-legge, emanati dal Governo e approvati dal Senato con la posizione della questione di fiducia, facendo finta di poterli modificare, mentre sappiamo benissimo che non possono tornare al Senato, altrimenti si determina un caos come quello che è successo ieri.
Quindi, chiediamo che non si prosegua con questa linea e che si ponga la massima attenzione, in particolare, sul tema della bioetica [Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Grimoldi, che aveva chiesto di parlare, ha rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, colleghi, il mio intervento si riallaccia a quello del deputato Bocchino e riguarda, signor ministro, sempre quest'articolo l'articolo 8-ter che è stato introdotto in sede di esame in Commissione. In sostanza si è fatta un'interpretazione di quelle che dovrebbero essere normative dell'Unione europea in modo estensivo, senza cogliere con precisione il dispositivo delle direttive stesse, operando così in termini di modifica surrettizia della Bossi-Fini e senza procedere, come sarebbe legittimo, ad una proposta di modifica della stessa mediante legge.
L'onorevole Bocchino ha già detto tutto ciò che riguarda il problema dell'asilo e dei ricorsi giurisdizionali con l'impossibilità di allontanare il richiedente asilo, con tutte le conseguenze negative e le sperequazioni che verrebbero a crearsi e delle quali egli ha così utilmente parlato. Ma la prego, signor ministro, nella sua sensibilità di esaminare anche la lettera b), delPag. 10comma 1 di questo articolo 8-ter: «Nel caso in cui il richiedente asilo sia cittadino di un Paese terzo sicuro, ovvero, se apolide, vi abbia in precedenza soggiornato abitualmente, ovvero provenga da un Paese di origine sicuro, prevedere che la domanda di asilo non possa essere dichiarata infondata solo per tale motivo».
Questa norma rompe tutto un sistema consolidato in materia di esame delle richieste di asilo: se c'è una provenienza da un paese sicuro, è chiaro che non ci sono le condizioni per l'accoglimento della richiesta di asilo stessa; né si riesce a comprendere quali dovrebbero essere i motivi ulteriori che il richiedente asilo dovrebbe allegare e che chi decide sulla sua richiesta debba considerare, perché si può ipotizzare che ciascuno dei richiedenti asilo evidenzi qualche situazione di carattere personale. Ci si chiede come queste ultime, essendo dichiarate da persone provenienti da un paese sicuro, possano essere considerate e possano andare ad incidere sull'accoglimento o meno della richiesta d'asilo. Questo è un non senso che andrà a rompere il sistema attuale: già tantissimi richiedono asilo in modo pretestuoso. Quand'anche si lasciasse spazio, come vuole questa norma, al fatto che chi richiede asilo debba provenire da un paese sicuro - e chi proviene da un paese sicuro non ha il diritto di chiedere asilo - si andrebbe a cercare una motivazione ulteriore, non riuscendo in qualche modo a trovarla in quanto il sistema è: paesi sicuri e paesi non sicuri; mentre, dall'esame delle richieste relative ai provenienti dai paesi non sicuri, deriva invece un esame logicamente non corretto delle domande provenienti da coloro che vengono da paesi sicuri.
Non poter dichiarare la domanda di asilo solo per il fatto che ci sia la provenienza da un paese sicuro è un dato del tutto spurio e non accertabile nella realtà e creerà una serie di problemi agli organismi preposti, mettendo quindi in difficoltà il sistema. Questa è la posizione del gruppo di Forza Italia che la preghiamo, signor ministro, di considerare fino in fondo, esprimendo eventualmente le ragioni del suo disaccordo.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,15).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gasparri. Ne facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, onorevole ministro, onorevoli colleghi, anche io richiamo l'attenzione del Governo e dell'Assemblea sull'articolo 8-bis che, a nostro avviso, si inserisce in una serie di iniziative improvvide in tema di politica dell'immigrazione, dell'accoglienza e dell'asilo. La rilevante crescita del numero degli sbarchi nel corso dell'estate non deriva soltanto da una questione di carattere storico ed epocale, quale ad esempio l'esplosione demografica nel sud del pianeta, ma deriva anche, a nostro avviso, da una politica demagogica e irresponsabile che non fa altro che moltiplicare il numero dei clandestini: uso improprio della legge Fini-Bossi con decreti sulle regolarizzazioni che vengono rinnovati e reiterati (350 mila unità che si aggiungono a quelle che ancora il nostro Governo, all'inizio del 2006, aveva previsto); la proposta di una concessione facile della cittadinanza che ingenera aspettative eccessive; addirittura, poi, ministri che dicono che andranno loro con i traghetti a prendere i clandestini sull'altra sponda del Mediterraneo per evitare viaggi avventurosiPag. 11ed il compiersi di tragedie che tutti noi osserviamo con grande sgomento e dolore (la soluzione, però, non può essere organizzare una sorta di tour operator della clandestinità a spese del contribuente italiano), ed ancora, le norme sul ricongiungimento familiare facilitato ed esteso, che sono state annunciate dal Governo.
Noi abbiamo praticato, anche attraverso la cosiddetta legge Fini-Bossi, una politica di ricongiungimenti familiari che però non possono essere indefiniti. Portare qui troppe persone vuol dire gravare il sistema sanitario, il welfare e, soprattutto, per gli anziani i costi a fronte dei quali non vi sono contributi versati. Il ricongiungimento familiare degli extracomunitari va realizzato, ma non può diventare una logica a catena l'accoglienza di milioni e milioni di parenti o di presunti tali.
Oggi questa norma sull'asilo, come è stato già detto dai colleghi Boschetto, Bocchino e da altri, è una interpretazione arbitraria e estensiva. Non c'è alcuna necessità di inserire questo principio nella legge comunitaria perché, come è stato spiegato e lo sottolineo ancora, far sì che chi è in attesa di risposta sulla domanda di asilo possa, nell'attesa che si verifichino i requisiti, liberamente circolare, vuol dire che nel caso probabile di respingimento della domanda di asilo - perchè presentare la domanda non vuol dire essere naturaliter nella condizione di persona che ha diritto alla concessione di asilo, che è infatti subordinata alla sussistenza di una serie di requisiti, quali la mancanza di democrazia e di tutela dei diritti nel paese di provenienza ecc. -, la persona esce da qualsiasi circuito di controllo e di verifica della sua presenza in Italia e si sparge sul territorio. E chi la può più trovare?
Mi rivolgo in particolare al ministro Bonino: questa norma è generatrice di clandestinità e non tutela i diritti. Ritengo che sia necessario analizzare statisticamente il rapporto tra le domande di asilo presentate e quelle che vengono accolte. Vogliamo, di fatto, fare un'ulteriore sanatoria? Lo si dica, come è già avvenuto con le norme demagogiche sui ricongiungimenti erga omnes, o con l'uso improprio dei decreti flussi (se, infatti, ne facciamo uno al mese, è chiaro che diventano una sanatoria permanente. Si dice: «non facciamo la sanatoria e le regolarizzazioni», ma si crea un contatore indefinito se poi se ne fanno 180 mila un mese e in quello successivo 350 mila). La politica dell'asilo è certamente doverosa.
Noi siamo sensibili ai diritti, semmai ci siamo rammaricati nei giorni scorsi per il nostro Governo perché - me lo consenta per la stima che ho nei suoi confronti - ci saremmo attesi in Cina anche da parte del ministro Bonino un po' di chiarezza: non proporre la vendita di cannoni ai cinesi ma portare in quel paese un po' più di democrazia, di pluralismo, di libertà, di tolleranza. È stato detto poco, a mezza bocca, non con forza, non dico da Prodi perché ormai Prodi parla più da Presidente dell'IRI, pensando quindi a comprare la Telecom, a vendere i cannoni e a fare altre cose. In una delle città cinesi vi era anche la sua foto, quando era presidente dell'IRI in qualità di consulente di quel porto. È andato lì a fare il piazzista di prodotti commerciali, che è la sua nuova attività, il «rovatismo»: il braccio e la mente, la mente è Rovati, il braccio è Prodi, da quello che si è capito (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PIETRO ARMANI. Bravo!
MAURIZIO GASPARRI. Dall'onorevole Bonino ci saremmo attesi un po' di forza, perché ne conosciamo la tenacia e la chiarezza, ma evidentemente le coalizioni sono tali da dover sopportare.
Sul tema della democrazia e dell'asilo politico siamo sicuramente sensibili e pronti a fare la nostra parte. Riteniamo che la norma in esame, che offre una possibilità troppo estesa, comporti dei rischi, e che vi possa essere un uso improprio dell'asilo politico. Il clandestino viene in Italia - non vi è ancora il ferry-boat del ministro Ferrero per portare i clandestini a spese del contribuente e, credo, per problemi di copertura nella legge finanziaria - e dopo tutti gli annunci male chePag. 12vada farà domanda di asilo (i temi dei diritti e della democrazia sono certamente presenti in tante parti del mondo), uscirà dal centro di trattenimento e poi come si farà a trovarlo? In questo modo si genera clandestinità. Non si tratta certo di una politica dell'accoglienza né dell'asilo, che è una materia che va rivisitata e che non può essere estesa in maniera surrettizia utilizzando la legge comunitaria.
È questo il motivo per cui abbiamo deciso non solo di intervenire in questo dibattito, ma di avvalerci di tutte le facoltà che ci sono consentite dalle norme del regolamento parlamentare. L'uso improprio delle leggi è una vecchia prassi: si usano le leggi finanziarie come treni per tutti i convogli e per tutti i vagoni; si utilizzano i decreti-legge per inserirci dentro tutto ed il contrario di tutto. Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Nel caso specifico però siamo di fronte ad un ulteriore episodio di un uso - a nostro avviso - non corretto della legge comunitaria, che è uno strumento di adempimento periodico.
Su tale vicenda invitiamo il Governo ad accantonare questo argomento. Non mancheranno le sedi né le occasioni: avete annunciato la revisione della legge Bossi-Fini, che noi difenderemo poiché la riteniamo una buona legge, ma che discuteremo, come è normale che avvenga.
In I Commissione si sta discutendo di cittadinanza, a proposito della quale non siamo d'accordo con la politica di dimezzamento dei tempi per la sua concessione da dieci a cinque anni.
Nei giorni scorsi sul Corriere della Sera è apparsa la notizia che, in un comune presso la provincia di Parma, una famiglia egiziana ha ottenuto la cittadinanza e che la moglie del capofamiglia (è il caso di usare questo termine) si è presentata con il burqa. Nessuno ha chiesto a quella donna, che diventava cittadina italiana, se era contenta di andare in giro così vestita, se lo faceva in ossequio ad un principio che condivideva o se subiva una logica che noi non possiamo condividere. La cittadinanza vuol dire anche non far diventare cittadini coloro che impongono nella propria famiglia vessazioni, violenze morali e, talvolta, anche fisiche. Ricordo che anche il padre della ragazza pakistana Hina aveva fatto domanda di cittadinanza.
Intendo dire dunque che su tali argomenti occorre fare attenzione, senza xenofobie, né ostilità, a non abusare della demagogia e a non usare qualunque provvedimento legislativo per ampliare i limiti. Siamo pronti a discutere di tutto ciò che deve portarci a processi di integrazione e di armonizzazione europee delle nostre normative, ma sui temi dell'immigrazione, dell'accoglienza, dell'asilo, della cittadinanza, soprattutto in giorni così difficili come quelli che sta vivendo la comunità internazionale per le vicende del Medio oriente, per tutte le discussioni che tra l'immigrazione, la religione e la teologia stanno infiammando il dibattito in Italia, in Occidente e altrove - ahimé - stanno alimentando forme anche di violenza.
A tale proposito la seduta di oggi si è aperta con il ricordo - ed è un atto apprezzabile - da parte del Presidente della Camera della suora uccisa nei giorni scorsi, quello di Oriana Fallaci, che, in altro tipo di condizioni, ha sollevato discussioni e polemiche che hanno visto alternativamente consentire e dissentire ciascuno di noi. Noi forse abbiamo apprezzato le ultime opinioni di Oriana Fallaci, non apprezziamo molto quelle da lei espresse trent'anni fa: ad altri in banchi diversi sarà accaduto il contrario.
Allora, con questo vorrei dire che anche la vita del Parlamento è attraversata da tematiche e questioni che hanno attinenza con l'argomento di cui stiamo parlando. Pertanto, invitiamo il Governo - non cadrà il mondo per questo - ad accantonare questa vicenda. La legge comunitaria potrà quindi proseguire il suo iter nell'ambito di una normale dialettica, mentre discuteremo su questi temi quando di asilo, cittadinanza, immigrazione e quant'altro si potrà parlare con senso di responsabilità.
Penso che anche il ministro Bonino, per completezza del dibattito, vorrà cogliere gli aspetti positivi, non meramente ostruzionistici, bensì di responsabilità,Pag. 13della nostra azione e delle nostre proposte, illustrando chiaramente la sua posizione in materia al fine di facilitare il prosieguo dell'iter di questa legge.
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Caparini, Dussin e Fugatti, che avevano chiesto di parlare, rinunziano ad intervenire.
Constato inoltre l'assenza dell'onorevole Alessandri; si intende che abbia rinunciato ad intervenire.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Ritengo che dagli interventi svolti da parte di alcuni colleghi siano già emersi elementi molto chiari per sostenere un voto contrario su questa legge. Dico ciò pur sapendo che questo provvedimento nasce dal Governo Berlusconi. Si tratta infatti di un provvedimento che per il 90 per cento è caratterizzato da decisioni assunte dal precedente Governo.
Il nostro «no» non sarebbe - mi rivolgo al ministro Bonino - un voto contrario aprioristico né, tantomeno, partigiano. Sarebbe, invece, un voto contrario che si potrebbe molto più facilmente argomentare partendo da due sole considerazioni.
Questo provvedimento, così come pensato inizialmente dal Governo precedente, mette, di fatto, in mano al Governo Prodi una Ferrari, capace di accelerazione e rapidità. Tuttavia, proprio questa prerogativa rischia di mettere in pericolo l'assetto del rapporto tra Governo e Parlamento. Sarebbe come mettere, davvero, una Ferrari nelle mani di chi sta dimostrando di non saper guidare una Cinquecento (avendo la pretesa, peraltro, come visto in questi giorni, di voler fare ciò con il telefonino in mano).
Ministro Bonino, noi siamo disponibili a ragionare con lei nel corso dell'esame degli emendamenti sulla possibilità di mantenere il nostro voto favorevole su questo provvedimento, ma è evidente che alcune sue risposte saranno decisive per avere l'unanimità sul medesimo.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,33)
MAURO PILI. Noi non vogliamo che un provvedimento che traccia una strada dritta possa, invece, causa l'assoluta fragilità della vostra compagine di Governo e la demagogia a basso costo che alcune parti della vostra coalizione vi hanno imposto, trasformarsi in un insieme di curve e tornanti che rischiano di farci arrivare sull'orlo del burrone. Alcuni di questi elementi cardine sono stati già puntualmente richiamati da alcuni colleghi.
La prima curva che avete incontrato: avete dovuto subire una sbandata a causa dell'imposizione di alcuni compagni della parte più estrema della vostra coalizione. Un esempio lungimirante, quello proposto dall'onorevole Zaccaria presso la Commissione affari costituzionali il quale, recependo una volontà politica evidentemente unanime del centrosinistra, ha proposto di trasformare l'istituto dell'asilo in un vero e proprio varco autostradale per nuove immigrazioni clandestine. È un dato che non è supportato da alcun numero, e anche in sede di Comitato dei nove, questa mattina, insieme al ministro Bonino, si valutava l'impossibilità di assegnare un costo a questo tipo di proiezione perché, di fatto, non esistono elementi.
Quando un Governo si candida ad attuare una norma senza averne preventivamente individuato il percorso ed anche gli oneri, è evidente che stiamo proponendo qualcosa di assolutamente improponibile.
Insomma, colleghi, da una parte, vi è un ministro delle infrastrutture che blocca tutti i cantieri delle autostrade, dall'altra, invece, voi aprite una vera e propria, surrettizia, «autostrada» dell'immigrazione. Credo che su questo tema ci confronteremo nel corso dell'esame degli emendamenti, per tentare di dimostrare che una buona legge può diventare un pericolo se la si mette in mano alla leggerezza e alla tracotanza.
Ministro Bonino, come lei ben sa, la legge comunitaria nasce da una normaPag. 14importante, varata nel 2005, che ha aperto la discussione tra il Parlamento e le regioni per quanto concerne la fase ascendente e discendente della norma; oggi leggiamo che il Governo Prodi mostra attenzione soltanto nei confronti di quest'ultima.
Lei, ministro Bonino, ha svolto per diversi anni la funzione di commissario europeo, così come Prodi è stato Presidente della Commissione europea; ebbene, anche per questo ci saremmo aspettati una proposta, anche politica, a margine di questo provvedimento, capace di individuare un'azione ascendente in grado di assegnare all'Italia non un ruolo di Stato che subisce l'Europa, ma un compito che veda il nostro paese partecipare assieme al resto del vecchio continente all'elaborazione di importanti provvedimenti. Quindi, mi riferisco non a provvedimenti calati dall'alto, ma a provvedimenti che mostrino l'autorevolezza di Governo e Parlamento.
Intanto, credo vi siano tutti gli elementi, ministro Bonino, per eliminare l'articolo 8-bis e per raggiungere in aula una mediazione utile al fine di approvare unanimemente il provvedimento in esame. Inoltre, riguardo alle procedure di infrazione, è fondamentale che il Parlamento possa essere informato in termini immediati - quasi tempestivi - sulla possibilità di bloccarle, anzi di anticiparle con provvedimenti catalogati come urgenti.
In questa direzione, auspichiamo, ministro Bonino, un suo intervento autorevole, a prescindere dalle ragioni di maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, noi annettiamo a questo provvedimento una grande importanza. Capisco che l'Assemblea sia ancora distratta dalla coda delle vacanze estive e che questo sia, sostanzialmente, il primo serio impegno a cui siamo chiamati, ma ciò non può far venir meno il suo grande rilievo.
A differenza di quanto siamo abituati a fare in altre occasioni, quando si tratta di legge comunitaria - al voto, infatti, si arriva abbastanza in fretta poiché vi è quasi sempre un accordo comune -, in questa occasione il gruppo di Alleanza nazionale - come credo il gruppo della Lega nord e i gruppi di opposizione nel loro complesso - segnala una questione di grande importanza. Sapete benissimo di cosa si tratta, perché già gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto hanno sottolineato il problema. Ebbene, vi è una norma che potrebbe, ove venisse approvata, portare ad una sostanziale modifica della legge Bossi-Fini, provocando così conseguenze veramente pesanti e disastrose concernenti la capacità di accoglienza dei cittadini che vengono in Italia.
Il nostro obiettivo primario è quello di determinare una civile convivenza rispettosa delle altrui necessità, quindi interessata ad assicurare la giusta, sacrosanta accoglienza a chi viene in Italia per lavorare, a chi rispetta le leggi, a chi accetta la nostra cultura, a chi vuole inserirsi nel nostro contesto.
La norma che contrastiamo in questo provvedimento, invece, finisce con l'andare nella direzione assolutamente opposta, ossia nella direzione che questa maggioranza da tempo sta perseguendo, sin dal suo primo giorno d'insediamento: aprire indiscriminatamente le frontiere, offrire l'opportunità di qualunque abuso, offrire le chance per qualunque mistificazione, in modo che chiunque, venendo in Italia, possa avere l'opportunità di rimanervi, anche senza lavoro, anche senza averne diritto, anche senza avere la possibilità di ricevere una giusta accoglienza.
Già nelle parole della maggioranza, nelle settimane e nei mesi scorsi, vi è stato il tentativo di operare un diverso ricongiungimento - per esempio, familiare - allargando i soggetti che ne abbiano diritto, ma soprattutto inserendo nella norma un meccanismo fraudolento - a mio avviso -, consistente nell'affermare che, per ottenere il ricongiungimento, coloro che ne avrebbero diritto non devono dimostrare alcunché, che non vi è bisogno di un documento che dimostri la parentela, bastando solo la dichiarazione: capitePag. 15l'abuso che ne deriverebbe! Così come da parte di importanti esponenti del centrosinistra abbiamo sentito dire che bisogna abolire i centri di prima accoglienza, provocando l'ironia persino di un noto comico, Beppe Grillo, se non di sinistra certamente non di destra, diciamo perlomeno indipendente, che ha detto: beh, allora se li portino a casa loro, i ministri e i sottosegretari, che sono numerosissimi in questo nuovo Governo!
Anche la proposta di abbassare a cinque anni il periodo sufficiente per ottenere la cittadinanza italiana, al di là dell'inadeguatezza di tale periodo (che va nella direzione opposta a ciò che, ad esempio, il tanto osannato Zapatero in queste ultime settimane ha individuato come necessario per la Spagna, ossia un restringimento), contiene un'altra norma truffa, nel punto in cui si afferma che deve essere riconosciuta la cittadinanza a tutti i bambini che nascono in Italia. A prescindere dall'accettabilità o meno di tale proposta, è veramente incredibile che si sia previsto che un solo genitore - e non entrambi - possa certificare un periodo di residenza accettabile in Italia; ciò comporterebbe che qualunque donna che non ha diritto di risiedere in Italia potrebbe venire in Italia, sposare occasionalmente una persona che invece ne abbia diritto, ad esempio un altro extracomunitario, fare un figlio in Italia, farlo diventare italiano e, a quel punto, ripartirsene, attribuendo comunque al bambino la cittadinanza italiana.
Intendo dire, e lo ha sostenuto prima di me l'onorevole Italo Bocchino, che ormai è conclamato il tentativo di questa maggioranza non di affrontare il problema immigrazione in maniera seria, chiara e trasparente, ma di inserire in tutti i provvedimenti norme che, in maniera per lo più nascosta, tendono allo stesso risultato: moltiplicare il numero di soggetti che possono essere legittimamente accolti in Italia, rendendo quindi impossibile, alla fine - quando, infatti, il tam-tam sarà molto forte avremo ancora più persone cui cercare di dare risposta -, l'accoglienza anche a coloro che la meritano, anche a coloro cui saremmo i primi a volerla dare veramente completa, e perpetuando, quindi - responsabilità vostra, amici di sinistra -, situazioni come quella di Padova, con i vergognosi muri eretti a differenziare i cittadini extracomunitari da quelli italiani, proprio in conseguenza di queste norme che rendono impossibile circoscrivere - non dico limitare, dico circoscrivere! - il numero di persone cui è doveroso dare accoglienza. Circoscriverne il numero significa poter dare risposte precise ai disperati che vengono qui per lavorare; circoscrivere vuol dire respingere coloro che non vogliono lavorare, coloro che non possono lavorare, coloro che vogliono delinquere, coloro che non vogliono accettare i valori della nostra società.
Ho avvertito - e di ciò parleremo nel pomeriggio, nel corso del question time - un riflesso di questa vostra impostazione, prima che politica, culturale, nell'assordante silenzio con cui avete accompagnato la vicenda della povera pakistana assassinata dai propri familiari, che non accettavano la sua voglia di integrarsi nella nostra cultura e nella nostra società. Un assordante silenzio mostrato da parte di tante coscienze solitamente pronte ad inscenare manifestazioni, ad urlare e a fare richieste (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale). Un silenzio vergognoso, che ha portato, senza che nessuno di voi protestasse, all'impossibilità, ancora oggi, sia di rendere omaggio a quella povera e sfortunata ragazza assassinata, sia di svolgere il suo funerale. Tutto ciò, forse, perché le esequie avrebbero potuto rappresentare un motivo di risveglio delle coscienze. Caro ministro Bonino, so che lei è sensibile a queste cose, ma quella ragazza è stata tenuta fino ad oggi, con una decisione della magistratura e senza che nessuno di voi protestasse, in una stanza dell'obitorio.
Veniamo, ora, al provvedimento al nostro esame. Quello di oggi è un provvedimento che rientra in questa logica e con esso si sostiene, sulla base di quella che ai miei tempi si definiva furberia, che i cittadini che chiedono asilo in Italia, ove viPag. 16sia un diniego e nelle more della decisione giurisdizionale, debbono essere rimessi in assoluta libertà.
Oggi, tutti i cittadini di altri paesi, cioè gli extracomunitari o gli apolidi, che arrivano in Italia, per il solo fatto di chiedere asilo politico - e lo faranno tutti dopo l'approvazione di questa norma; già oggi lo richiede il 50 per cento di extracomunitari clandestini che giungono nel nostro paese -, dopo il diniego, vengono rispediti a casa. Con la nuova direttiva comunitaria occorrerà attendere, per effettuare questa operazione (il loro rispedimento a casa), che vi sia anche una pronunzia in sede giurisdizionale. Voi, insomma, pretendete che, nelle more di questa decisione giurisdizionale, gli extracomunitari siano rimessi in libertà. A questo riguardo, immagino già la situazione in cui la cortesissima ministro ed onorevole Bonino, ad esempio, a Padova, chiede che quel tale extracomunitario deve lasciare l'Italia perché non è stata accolta la sua richiesta di asilo. Il vostro provvedimento finirà - chiunque mi smentisca, se ne ha la possibilità - per far sì che il 100 per cento degli extracomunitari che chiederanno asilo politico sarà mandato fuori dai centri di prima accoglienza. Ciò però renderà impossibile rintracciarli, nonostante essi siano liberamente presenti, anche se illecitamente, sul territorio italiano.
Come vedete, la mia lunga premessa non era stata fatta in modo occasionale. L'obiettivo è sempre lo stesso: aprire indiscriminatamente le frontiere, fare del nostro paese un Bengodi, lanciando un tam tam che richiami masse di disperati che vogliono entrare in Italia e in Europa. Sulla base di una valutazione bassamente e rozzamente politica e nella speranza di qualche vantaggio elettorale, si vuole fare dell'Italia, a discapito dei cittadini italiani e soprattutto degli extracomunitari regolari che hanno il diritto di essere accolti nel nostro paese, il luogo della confusione, della truffa, delle violenze inutili e delle furberie.
Do atto al ministro Bonino di avere, grazie ad un emendamento della Commissione, cercato di rinviare al Governo la soluzione del problema, stabilendo di non dare alcuna direttiva, lasciando, quindi, che sia il Governo a decidere. In questo modo, con un emendamento della stessa maggioranza, si è eliminato l'obbligo di lasciare liberi questi cittadini extracomunitari e si è affidato, come detto, al Governo la decisione.
Noi conosciamo gli equilibri e i ricatti esistenti in questo Governo.
A Brescia, parlando di questo tema, mi sono trovato una parte di questa maggioranza che mi ha accolto con una piccola, legittima, manifestazione di contestazione al grido di: siamo tutti clandestini! Beh, «prendano buono per loro» si dice in Sicilia, cioè parlino per loro! Credo che non siamo tutti clandestini, ma vorremmo che i cittadini stranieri diventassero, se ne hanno il diritto, tutti italiani. Facendo come fate voi, ottenete il risultato contrario. Ottenete, peraltro, il risultato sul piano parlamentare di farci irrigidire su una posizione di assoluto rigetto di questo provvedimento, una posizione che porteremo fino in fondo con tutte le armi che il regolamento ci consente (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quello in esame è un provvedimento che si presenta apparentemente innocuo, nel senso che si tratta della legge comunitaria atta a dare attuazione nel nostro ordinamento ad una serie di direttive europee. Tuttavia, in realtà non è un provvedimento innocuo, ossia un provvedimento di mera ratifica. È un provvedimento, con il quale il Governo attuale cerca di smontare un «pezzo» importante della politica realizzata dal passato Governo grazie all'azione e alla spinta della Lega Nord. Mi riferisco alla politica posta in essere nella passata legislatura in tema di flussi migratori: una disciplina restrittiva dei flussi migratori, ancorata alla regolarità della posizione di chi entrava nel nostro territorio, nel sensoPag. 17che chi vi entrava doveva necessariamente avere un posto di lavoro, quindi doveva necessariamente essere nelle condizioni di potersi mantenere e doveva inoltre essere posto nelle condizioni di poter e dover rispettare le nostre leggi.
Adesso, con gli articoli 8-bis e 8-ter del provvedimento in esame, si sta portando avanti la solita impostazione, per cui il modello che il Governo propone è quello dell'immigrazione libera. Si tratta, oggettivamente, di un modello che propone all'esterno l'immagine di un paese disponibile ad accogliere tutti, modificando appunto quelle regole che invece davano un'impostazione diversa. Cosa dicono allora questi articoli 8-bis 8-ter nel contesto dell'impostazione data a questo provvedimento ed anche nell'ambito dell'impostazione che sostanzialmente la Commissione propone, seppur diamo atto anche noi al ministro Bonino di aver cercato di mettere delle «toppe»? Nell'articolo 8-bis si prevede che il diritto di asilo, seppur a soli fini scientifici, possa essere richiesto anche da chi è già presente sul nostro territorio. Quindi noi diamo il destro a chi è presente anche in una situazione di irregolarità di poter chiedere il diritto di asilo! Il fatto che il diritto di asilo possa essere chiesto soltanto per fini scientifici apre certamente un vulnus, che può fornire il destro per aprire tutta una serie di altre maglie nella nostra legislazione.
Quindi il disposto di cui all'articolo 8-bis rappresenta sostanzialmente un modo per regolarizzare i clandestini. Senza parlare poi del riferimento contenuto nell'articolo 8-ter, dove si prevede che tutte le volte che un soggetto chiede l'asilo, il soggetto medesimo può rimanere sul nostro territorio, libero di circolare, in attesa della decisione degli organi competenti, e quindi in attesa anche della decisione del tribunale, nel caso interponga ricorso. Si tratta di un altro passaggio molto grave che smantella completamente i princìpi contenuti nella legge Bossi-Fini. Se già oggi il 50 per cento di coloro che sono presenti o arrivano sul nostro territorio chiede il diritto di asilo, evidentemente domani lo faranno tutti, sfruttando tale disposizione.
Senza contare inoltre la previsione contenuta alla lettera b) dell'articolo 8-ter, dove si prevede addirittura che, nel caso in cui il richiedente asilo sia cittadino di un paese terzo sicuro oppure, se apolide, vi abbia in precedenza soggiornato abitualmente la domanda di asilo non possa essere dichiarata infondata proprio per tale motivo. Quindi, addirittura si viola il principio in base al quale la richiesta d'asilo deve essere suffragata dal fatto che il soggetto richiedente provenga da un paese ove non sono rispettati i diritti umani e le condizioni fondamentali proprie di un sistema democratico.
Ministro Bonino, come lei sa bene, questa norma è addirittura in contrasto con le direttive comunitarie. Infatti, l'articolo 23 della direttiva in questione, la 2005/85/CE, stabilisce con chiarezza e senza spazi interpretativi che la domanda di asilo debba essere giudicata infondata quando il richiedente proviene da un paese di origine sicura. Questa è la prova che il provvedimento in oggetto non si propone di accogliere nel nostro ordinamento le direttive comunitarie, bensì di smantellare scientificamente la legge Bossi-Fini sull'immigrazione e di portare avanti una politica volta a consentire l'immigrazione libera e a dare all'esterno l'immagine di un paese disponibile ad accogliere tutti.
Non si tratta del solo provvedimento che il Governo e questa maggioranza hanno messo in campo perché ne esistono alcuni già adottati ed altri che il Governo intende adottare come, ad esempio, il provvedimento sulla modifica della cittadinanza che tra poco sarà oggetto di discussione in sede di Commissione. Ovviamente noi in alcun modo non possiamo renderci complici di tale strategia e di questa politica che il Governo intende portare avanti perché essa ha il risultato di minare alcuni principi fondamentali ed anche la sicurezza nelle nostre città.
Noi riteniamo che l'immigrazione debba essere un fenomeno da regolamentarePag. 18e gestire; noi riteniamo che sul nostro territorio debba entrare soltanto chi ha un lavoro; noi riteniamo che sul nostro territorio debba entrare e rimanere soltanto chi rispetta le nostre regole.
Inoltre, vi è abuso del concetto di integrazione e vorrei ripetere il seguente concetto in modo forte e chiaro: vi è integrazione quando un soggetto entra nel nostro territorio e rispetta le nostre leggi, i nostri usi, i nostri costumi, le nostre tradizioni e accetta la nostra storia; non vi è quando invece qualcuno entra nel nostro territorio pensando di sostituire alle nostre regole altre regole e alla nostra identità un'altra identità. Proprio per questo motivo il gruppo della Lega intende votare contro il provvedimento in oggetto per denunciare ancora una volta la politica portata avanti dal Governo.
Inoltre vorrei aggiungere in chiusura un'ulteriore considerazione: noi siamo la Lega Nord e siamo ben consci del fatto che l'immigrazione incontrollata e clandestina danneggia principalmente il Nord e le nostre città. Le condizioni di vita nelle grandi città sono cambiate e sono cambiate in peggio.
Questi pochi mesi di attività di Governo hanno già prodotto dei risultati, purtroppo negativi. Sono aumentati gli sbarchi, sono aumentate le presenze clandestine sul nostro territorio e sono aumentati i crimini. È inutile che voi diciate che non vi è alcun collegamento tra la presenza di immigrati clandestini e l'aumento dei reati. Tutti i dati vi smentiscono e, soprattutto, vi smentisce la realtà. Non potete far finta di non vedere quello che sta succedendo nelle nostre città. Questo è un provvedimento che peggiorerà la situazione, se voi lo approverete così come è stato presentato.
La Lega Nord non può accettare questo; la Lega Nord sente la responsabilità ed il dovere di tutelare l'interesse dei cittadini, soprattutto di quelli del nord che, oggettivamente, sono i più colpiti (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Il presidente La Russa, insieme ad altri colleghi, ha spiegato molto bene la posizione di Alleanza Nazionale. Da parte mia, vorrei aggiungere soltanto qualche considerazione.
In base ai dati forniti dal Ministero dell'interno, quando si guarda la criminalità in Italia legata all'immigrazione, possiamo rilevare una percentuale altissima di persone che delinquono nel nostro paese collegate al fenomeno dell'immigrazione, quasi prevalentemente clandestina. Gli stessi dati ci dicono che quando l'immigrato è regolarizzato e ha un suo lavoro la delinquenza riferita all'immigrazione è prossima allo zero. Quando l'immigrato è regolarizzato e ha il suo lavoro e vuole inserirsi nella nostra società, non delinque. Egli vive con dignità e rispetta la nostra società. È questo il motivo per cui noi dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre al minimo l'eventualità della clandestinità. In questo senso il legislatore deve operare, proprio perché in questo caso non esistono verità o menzogne divise in modo netto.
La norma che viene presentata rivede sostanzialmente proprio il cuore della legge Bossi-Fini, laddove cioè si lega la permanenza nel nostro paese ad un contratto di lavoro. Le persone che rimarrebbero in attesa di giudizio, se possono o meno essere considerate dei rifugiati, diventerebbero immigrati clandestini. Diventa difficile poi, per queste persone, vivere in modo onesto, perché subiscono quasi immediatamente il ricatto della malavita organizzata, che utilizza la debolezza delle persone che si trovano nel nostro paese senza avere certezza riguardo al proprio futuro. È il motivo per cui nel recepimento delle norme della Comunità europea non si doveva consentire di introdurre, con l'articolo 8-bis, una norma che altera una legge che, se proprio deve essere cambiata, merita un approccio al problema trasparente e complessivo, e non una sortita furbesca (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, onorevoli colleghi, l'importanza di questo argomento mi impone di chiedere alla cortesia della Presidenza un prolungamento dei tempi nell'ambito del contingentamento, come peraltro è avvenuto tutte le volte che ciò è stato richiesto dall'opposizione nelle passate legislature.
Credo che per noi sia sufficiente l'ampliamento della metà o di un terzo del tempo originariamente assegnato, come preferirà il Presidente della Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, mi associo alle parole del presidente La Russa, per le argomentazioni sollevate questa mattina dall'onorevole Cota, del nostro gruppo, e da alcuni colleghi di Alleanza Nazionale e viste le modeste tempistiche previste per l'esame della legge comunitaria che, di fatto, in sede di recepimento, come è stato indicato, va a stravolgere non solo alcune norme che hanno avuto un percorso normativo all'interno, non della legge comunitaria, ma di un normale iter parlamentare, ma alcuni principi cardine, addirittura costituzionali, che danno certezza alla legalità nel nostro territorio.
Chiedo, pertanto, che venga fatta presente al Presidente della Camera la necessità di estendere i tempi nell'ambito del contingentamento, per consentire all'Assemblea di approfondire meglio l'argomento.
PRESIDENTE. Vorrei informare l'Assemblea che il Presidente Bertinotti, dopo aver ascoltato informalmente le esigenze prospettate (mi era stata anticipata questa intenzione), ha autorizzato l'estensione di un terzo dei tempi, così come per prassi avviene ed è avvenuto in varie altre occasioni. Quindi, ciascun gruppo può contare su un ampliamento di un terzo del tempo originariamente assegnato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è di moda parlare di continuità o di discontinuità su argomenti importanti per il nostro paese.
Per quanto riguarda la questione dell'immigrazione (l'ho sempre detto quando la Turco e l'attuale Presidente della Repubblica Napolitano si sono interessati della materia, o quando se ne sono interessati gli onorevoli Bossi e Fini), sostanzialmente le leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini si muovono sugli stessi presupposti, avendo adottato alcune scelte di fondo molto simili. Infatti, il permesso di soggiorno collegato all'attività lavorativa, come i CPT per il trattenimento dei clandestini e la loro espulsione sono stati introdotti dalla legge Turco-Napolitano. In tale legge è stato previsto che chi perdeva il posto di lavoro aveva un anno di tempo per trovarne un altro, altrimenti avrebbe dovuto abbandonare l'Italia, mentre nella legge Bossi-Fini è stato introdotto il limite temporale di sei mesi, ma il principio è sostanzialmente lo stesso.
Dico questo perché tra le due politiche possibili sull'immigrazione, quella più estremista (forse non lo dice più nessuno) secondo cui tutti gli immigrati devono tornare a casa loro perché l'Italia può farne a meno (è una follia, perché tutti sappiamo che abbiamo bisogno di milioni di immigrati; ne hanno bisogno il nostro paese, le famiglie, le case, i capi, le imprese), e quella per cui (c'è ancora chi lo sostiene) l'Italia è un paese nel quale potrebbero trovare accoglienza decine di milioni di persone (tante sono le persone che vorrebbero entrare in Italia), occorreva trovare una via intermedia. È, infatti, impossibile aprire le frontiere a tutti, come è impossibile sostenere che si può fare a meno degli immigrati e, pertanto, occorre fissare delle regole. Questo è il punto importante della discussione di questaPag. 20mattina. Una volta fissate le regole, bisogna farle rispettare! Devono essere, però, regole ragionevoli.
La cosa più ragionevole che abbiamo stabilito, tutti insieme, nel corso delle ultime due legislature, quella di centrosinistra e quella di centrodestra, è il non avere introdotto nel nostro ordinamento il reato di clandestinità, perché abbiamo ritenuto che un clandestino in Italia non dovesse essere penalmente perseguito. Tuttavia, se fosse stato scoperto un clandestino, sarebbe stato necessario emettere un ordine di espulsione dal nostro paese. Se il clandestino è recidivo, se torna nel nostro paese, se un giudice lo condanna, se, malgrado la condanna e la seconda espulsione, torna per la terza volta e, per la terza volta, viola le nostre leggi, allora si può emettere una condanna penale. Se è recidivo per la quarta volta, può rischiare anche il carcere. È una cosa ragionevole!
Se si fissa la regola in base alla quale il clandestino non può rimanere in Italia, ma poi lo stesso rientra duecento volte e, ogni volta che torna, l'unica sanzione prevista dall'ordinamento consiste nell'invitarlo a tornarsene a casa sua, è chiaro che non si controlla il fenomeno.
Se questo è il quadro che abbiamo disegnato tutti assieme, il problema è come rendere valide queste regole dal punto di vista sia normativo che amministrativo.
Mi rivolgo non solo al ministro Bonino ed al Governo in generale, ma anche all'intero Parlamento: la magistratura, con le sue sentenze, sta svuotando questo sistema. Infatti, la recente sentenza della Cassazione, che ha stabilito che un clandestino, senza documenti, cui è stato intimato semplicemente di lasciare il territorio nazionale entro 15 giorni, abbia come esimente la semplice dichiarazione che non ha mezzi di sussistenza per abbandonare l'Italia - quindi, può rimanere nel nostro paese -, apre una falla enorme. Mi chiedo (mi viene in mente Padova, Modena, Sassuolo, la provincia di Napoli ed i fenomeni di immigrazione al sud) come possa risolvere il problema della sua sopravvivenza un clandestino per il quale il giudice ha stabilito che può rimanere in Italia, pur essendo senza documenti e senza una lira in tasca!
Quando questi casi si moltiplicano per dieci, per cento, per mille, qualcuno mi dovrà spiegare come un Governo qualsiasi, una qualsiasi comunità possano affrontare un problema di questo tipo.
Con la norma in esame, la questione si allarga a macchia d'olio, a dismisura, perché, ove si considerino le organizzazioni del traffico dei clandestini e sapendo quanto, molte volte, sia più informata la criminalità rispetto a tanti parlamentari, e come si evolva la nostra legislazione, si delega il Governo a consentire a chiunque venga in Italia, da qualunque paese, anche dalla Francia, di chiedere asilo politico. A quel punto, anche se è macroscopico il fatto che non ha diritto all'asilo politico, quel chiunque può presentare un ricorso giurisdizionale e, nel frattempo, rimanere in Italia; nel caso in cui riceva una sentenza giurisdizionale sfavorevole che stabilisce l'espulsione, può andare davanti ad un giudice a sostenere che non possiede i mezzi per lasciare l'Italia e rimanervi.
Chiedo a qualunque legislatore, di centro, di destra o di sinistra, come pensi di far fronte all'integrazione e a quello che ogni giorno tutti diciamo, ossia che l'immigrazione deve essere civile e controllata, deve prevedere l'integrazione delle famiglie, il lavoro, la dignità di una casa, l'integrazione scolastica dei bambini ed un melting pot di etnie diverse (nelle nostre città sono già 110-120) che si integrano nel nostro tessuto. Ma chi è in grado di sostenere l'integrazione di decine, forse di centinaia di migliaia di persone che arrivano con i barconi? È un tam tam: basta mettere il piede in Italia, poi, in un modo o in un altro, nessuno fa alcunché! Colleghi parlamentari, bisogna che ci capiamo. Nella nostra legislazione così severa e terribile, quello che rischia l'immigrato è semplicemente di essere riportato a casa sua! Stiamo parlando di un problema che si chiama immigrazione, ministro De Castro, non stiamo parlando diPag. 21Nomisma. Stiamo parlando di immigrazione, cioè di un problema piuttosto serio!
Se costruiamo un sistema così articolato - purtroppo è così -, vorrei che qualcuno mi spiegasse quale Governo e quale autorità locale sarà in grado di affrontare problemi come quelli di Padova, di Modena, di Torino, di Milano, di Napoli, dando speranze ai cittadini e agli immigrati! Voi parlate con le associazioni degli immigrati - penso di sì -, dei marocchini, dei tunisini, degli algerini, dei filippini, dei rumeni, dei bielorussi? Cosa chiedono? Quelli che sono in Italia, che hanno un permesso di soggiorno e che lavorano chiedono di essere tutelati nei loro diritti, perché i primi ad essere aggrediti dalla clandestinità, dalla criminalità, dello spaccio di droga, dal racket della prostituzione sono proprio gli immigrati, che vivono nei quartieri a rischio, che vorrebbero vivere una vita civile normale, che vorrebbero integrarsi, ma non riescono a farlo, perché vivono in prima persona questi fenomeni di criminalità, molte volte sfruttati da padroni di casa italiani!
Non è detto che tutte le cose che vengono presentate al Parlamento siano Vangelo.
Non è detto che una riflessione parlamentare, che credo interessi anche molti colleghi del centrosinistra, sulla pericolosità di una norma di questo tipo non ci induca a rendere questa delega più ragionevole, a dare un po' di certezza del diritto nel nostro paese ed a far capire agli stessi immigrati che l'Italia deve essere un paese serio, in cui le regole devono essere rispettate e non sono optional per chi è più furbo, per chi è più disonesto e per chi sa meglio sfruttare le condizioni in modo tale da mettere in difficoltà anche gli immigrati che, invece, in Italia ci sono e vogliono rispettare le nostre leggi.
Allora, chiedo al Governo di ripensarci e di modificare questa norma. Guardate, non dico addirittura di mantenere la legge Bossi-Fini, ma almeno di ragionare sulle cose intelligenti che Amato ha detto in sede di Commissione affari costituzionali. Ragioniamo sugli sponsor, sulle fideiussioni, sull'incontro fra domanda e offerta in modo che sia basato maggiormente sull'intuitus personae e consenta all'artigiano di assumere quel determinato lavoratore o alla famiglia di scegliere quella determinata badante o collaboratrice familiare. Tutto questo è totalmente vanificato, perché una cosa è modificare e migliorare una legge esistente, in continuità con la legge Turco-Napolitano, altra cosa è, anche per voi, mettersi sulla linea di avviare interventi intelligenti quali quelli ricordati da Amato e, con un altro provvedimento, svuotare in maniera assoluta il tentativo di razionalizzare la situazione. Questa norma, infatti, per il modo in cui è articolata, elimina completamente ogni intenzione di regolare il fenomeno, creando un varco enorme e ingestibile nella politica dell'immigrazione.
Perciò, invito il Governo - anche se palesemente disinteressato a quanto sto affermando - a farsi carico di un problema che si riflette, certamente, sull'esecutivo e sulla sua maggioranza ma anche, purtroppo, sulla maggioranza degli italiani [Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, sono dispiaciuto per il fatto che l'onorevole Bonino abbia abbandonato l'aula, anche e soprattutto dopo il lavoro svolto in sede di Commissione, dove sono state affrontate le questioni riproposte in Assemblea, per una motivazione di metodo.
In passato, in tutte le occasioni nelle quali il Parlamento è stato chiamato ad affrontare l'esame del disegno di legge comunitaria, si è sempre verificata una ampia convergenza sulla sua approvazione. Si è cercato di svolgere sempre un lavoro condiviso e non si è mai tentato di modificare le situazioni ad uso, per così dire, governativo, per obiettivi non insiti nelle norme comunitarie, o di introdurre nello stesso disegno di legge comunitaria argomentazioni che esulassero dal suoPag. 22contenuto. Quindi, in passato ci siamo sempre attenuti all'obiettivo del recepimento di norme comunitarie e dell'attribuzione al Governo della delega per l'attuazione delle direttive comunitarie. Abbiamo cercato, cioè, di approvare una legge condivisa e non ci sono stati stravolgimenti né metodologici né, tanto meno, nel merito del provvedimento stesso.
Signor Presidente, so che un parlamentare, quando interviene in Assemblea, si deve rivolgere a lei ed al Governo: lei è disattento e lo è anche il Governo. Allora, starò zitto! Signor Presidente, vorrei la sua attenzione - come recita il regolamento - e quella del Governo! I rappresentanti del Governo sono continuamente distratti da colleghi che, evidentemente, non hanno altro modo per dialogare con essi. Credo che questo non sia un atto di ossequio e di rispetto nei confronti del Parlamento e dei parlamentari che intervengono.
Dicevo all'onorevole Bonino che, in passato, la legge comunitaria è stata sempre ampiamente condivisa dal Parlamento perché, metodologicamente, nessun Governo, in precedenza, ha inteso introdurvi, in modo surrettizio, argomentazioni che non fossero legate all'applicazione del diritto comunitario. Entrando nel merito della questione che è stata affrontata già da alcuni colleghi appartenenti al mio gruppo parlamentare, e non solo, bisogna capire in che modo questo Governo e questa maggioranza intendano procedere.
Svolgo in proposito un discorso di metodo, per poi soffermarmi successivamente anche sul merito. Infatti, è legittimo che un Governo e una maggioranza, su una tematica così importante come quella dell'immigrazione, possano intervenire in qualsiasi momento ritenendo opportuno modificare la legislazione precedente. Tuttavia, riteniamo che tale legittimità debba avere alle spalle un confronto diretto con il Parlamento.
Tutti sappiamo - e il ministro Bonino lo sa meglio di chiunque altro - che anche la Commissione europea ultimamente si è occupata di questioni inerenti le politiche sull'immigrazione in generale, approvando nello scorso mese di luglio un provvedimento nel quale sono contenute direttrici di intervento in ordine alla nuova politica dell'immigrazione condivisa a livello comunitario.
In Europa si discute sulla necessità che tutti i paesi si confrontino al fine di utilizzare gli stessi strumenti di contrasto dell'immigrazione clandestina, una banca dati comune, procedure comuni sui visti, procedure elettroniche di controllo alle frontiere e per dotarsi di squadre di pronto intervento per difendere le frontiere da tale fenomeno. In Europa è in corso un dibattito che intende affrontare la questione attraverso una legislazione condivisa da tutti i paesi membri. Infatti, rispetto alla legge Bossi-Fini - ricordata anche dal collega Giovanardi -, altri paesi comunitari stanno adottando la stessa impostazione.
Consapevoli del fatto che si tratta di una problematica di rilevanza europea e che siamo il paese europeo che ha più coste da difendere, molto spesso abbiamo chiesto all'Europa di essere solidale con noi rispetto a tale necessità. Pertanto, visto che occorre affrontare un confronto per l'adozione delle decisioni a livello comunitario e che questo Governo intende intervenire compiutamente su tale questione, riteniamo che il provvedimento, che in modo surrettizio si vuole introdurre attraverso la legge comunitaria su una tematica così importante, sia estraneo alla materia oggetto della nostra discussione.
Dunque, faccio appello al ministro e al Governo affinché, tenendo conto della posizione assunta dall'opposizione rispetto a tale questione, ci consentano nel metodo un approccio diverso rispetto alla legge comunitaria in corso di approvazione.
Non vorremmo essere costretti ad esprimere un voto contrario a causa dell'atteggiamento assunto dal Governo in ordine alla problematica dell'immigrazione, che diviene prioritaria anche rispetto ad altre tematiche che non condividiamo.
Infatti, vi sono anche altre questioni, che pure sono state al centro di interventi emendativi dell'opposizione, come quellaPag. 23riguardante la sicurezza sul lavoro: con la modalità che si vuole approntare all'interno di questo provvedimento, dando spazio ad interventi delle regioni, non si riesce a capire come si possa poi avere una legislazione in sintonia non solo con le direttive comunitarie, ma anche con le leggi nazionali.
Allo stesso modo credo si debba riflettere anche sull'energia, sulle politiche sociali e sulle politiche fiscali. Un recente intervento ha condannato l'Italia al rimborso IVA: si tratta di una tematica che credo dovrà essere affrontata in sede di legge finanziaria. Siamo di fronte a questioni che non dovremo trattare solo all'intero di questa legge comunitaria poiché fanno parte di quelle problematiche politiche che il Parlamento ed il Governo dovranno affrontare in futuro. Dopo l'approvazione della legge comunitaria credo che le politiche comunitarie dovranno interessare questo Governo, questa maggioranza e questo Parlamento in materia di fiscalità, di politiche di coesione, di politiche di solidarietà sociale, di politiche ambientali ed energetiche.
Anche la questione dell'energia non è avulsa da tale contesto: il paese sta vivendo un dramma che si chiama costo dell'energia e lo vivrà sempre di più nei prossimi anni. Tutti gli osservatori concordano sul fatto che vi sarà sempre più richiesta di energia e che le fonti primarie, in primis il petrolio, costeranno sempre di più. Noi siamo dipendenti dal petrolio per scelte passate errate: spesso, quando abbiamo avuto l'occasione di difendere le nostre convinzioni in quest'aula, abbiamo sottolineato come in questa nazione manchi un piano energetico nazionale che abbia la capacità di dividere le fonti di approvvigionamento di energia e di non renderci dipendenti in massima parte dal petrolio, come invece siamo. Credo che la sede comunitaria possa dare una risposta in termini di solidarietà anche su talune questioni importanti, che non riguardano solo l'immigrazione, e sulle quali i Parlamenti ed i Governi nazionali dovranno confrontarsi in futuro. Non è possibile all'interno dell'autonomia di uno Stato bandire l'energia nucleare quando poi tale energia all'interno della Comunità europea diventa fattore trainante per l'economia e fa la differenza anche sulla competizione. Mentre da una parte noi siamo tenuti al rispetto di parametri economici e di direttive comunitarie, dall'altra parte, per scelte interne che dovrebbero essere uniformate a livello comunitario, siamo penalizzati su politiche energetiche che ci fanno tornare indietro anche in materia di competizione: si tratta di obiettivi che dovrebbero essere condivisi da tutto il Parlamento.
Per tali considerazioni, riservandoci di intervenire nel merito di alcuni emendamenti da noi presentati, vogliamo sottolineare all'attenzione del ministro una questione di metodo non condiviso sulla legge comunitaria. Credo che questo Governo, questa maggioranza ed il ministro debbano farsi carico di una responsabilità che non vorremmo fosse portata avanti nel dibattito che si sta svolgendo in quest'aula. Vorremmo, invece, insieme alla maggioranza ed al Governo condividere una legge comunitaria che ci appartiene (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Alleanza Nazionale chiede al ministro Bonino di essere chiara sul punto.
Noi eravamo convinti, quando questo tema è stato trattato nel mese di luglio nella competente Commissione, di essere stati sufficientemente chiari nell'argomentare le ragioni per le quali riteniamo che la norma, così come prospettata, altro non serva che a tentare di modificare surrettiziamente la legge Fini-Bossi, oltretutto usando, in modo veramente sconsiderato, l'argomentazione del recepimento di una direttiva europea.
Noi le chiediamo, signor ministro, a lei che in questo momento rappresenta il Governo, di avere il coraggio di ritirare questa norma e di rimandare alla sedePag. 24propria, quella della riforma della legge Fini-Bossi, tanto sbandierata da parte vostra, ogni e qualsiasi decisione. Lì potremo confrontarci ed evitare di inserire malamente, in una legge comunitaria, principi che, evidentemente, renderebbero ancora di più un colabrodo il nostro paese.
Forse non vi è bastato questa estate di aver battuto ogni record di sbarchi clandestini: ne volete di più e di meglio. Noi siamo dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Airaghi. Ne ha facoltà.
MARCO AIRAGHI. Signor Presidente, mi rivolgo calorosamente al ministro Bonino. La legge comunitaria è sempre stata una legge condivisa. Da quando sono in Parlamento - non ho un lungo corso, ma solo la precedente legislatura -, la legge comunitaria ha sempre costituito un momento di unificazione di tutto il Parlamento, in cui tutte le forze politiche si ritrovavano a discutere su un articolato che consentiva loro di votare unitariamente quella legge per dimostrare l'unità della nostra nazione di fronte all'Europa.
Oggi, invece, la nostra opposizione riguarda non una questione strumentale, come lei sa, ma sostanziale. L'interpretazione, assolutamente forzata e surrettizia, che è stata data della direttiva comunitaria con l'intenzione di aggirare, tramite questa norma, la cosiddetta legge Bossi-Fini sull'emigrazione è per me assolutamente inaccettabile.
Pertanto, chiediamo cortesemente al ministro, che sappiamo essere attenta su questo tema, di essere chiara nella risposta sull'interpretazione che si vuole dare. Infatti, come ha appena detto il collega Foti, ci eravamo forse illusi, sentendo quanto lei aveva affermato in Commissione a luglio, che anche lei si rendesse conto che l'articolato così come predisposto non era accettabile.
Noi non possiamo accettare che lo stravolgimento della Bossi-Fini faccia diventare ancora una volta l'Italia il paese di bengodi, il paese «anello debole» dell'Europa, tale per cui tutti gli sciagurati e gli sfortunati del mondo possano pensare di trovare un facile accesso nel continente entrando dall'Italia.
Già negli ultimi tempi, l'aumento assolutamente incontrollato degli sbarchi e degli ingressi nella nostra nazione dimostra che il mondo ha percepito che stiamo diventando l'anello debole e permissivo dell'Europa. La prego di darci una risposta che ci consenta veramente di votare la legge comunitaria, perché ci teniamo veramente, come abbiamo sempre fatto negli ultimi anni (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo di Alleanza Nazionale ha esaurito il tempo a sua disposizione, anche con l'ampliamento concesso dal Presidente. Quindi, da questo momento in avanti, tutti i colleghi che hanno chiesto di parlare, appartenenti a tale gruppo, potranno farlo a titolo personale per non più di un minuto.
Constato l'assenza degli onorevoli Alemanno e Amoruso, che avevano chiesto di parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Angeli. Ne ha facoltà per un minuto.
GIUSEPPE ANGELI. Signor Presidente, in un minuto non si può dire neanche buongiorno...
Io sono un emigrante. Nell'anno 1950 emigrai in Argentina e per farlo dovetti andare per tre giorni a Genova, in una clinica con medici argentini, per effettuare un controllo medico con analisi, radiografie, eccetera, e, successivamente, al consolato argentino a Roma, per controllare, oltre alla mia salute, il certificato penale e il contratto di lavoro.
Soltanto in questo modo sono potuto andare in Argentina. Dunque, poiché l'Italia ha bisogno di manodopera, apriamo pure all'immigrazione, ma a condizioni simili a quelle in cui dovetti partire io (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Armani, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Presidente, in Commissione bilancio noi abbiamo già assunto, in relazione alla precedente versione della lettera a) dell'articolo 8-ter, una posizione contraria in quanto non rispettava l'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. L'attuale formulazione - evidentemente riscritta dalla XIV Commissione - non risolve il problema, a mio avviso: prevedendo il ricorso giurisdizionale avverso il provvedimento che decide sulla domanda di asilo, consentiamo al richiedente di rimanere nel territorio nazionale in attesa di una decisione del giudice, e ciò significa doverlo controllare in continuazione, mettendo a disposizione per questo monitoraggio Polizia, carabinieri e altre Forze dell'ordine, per evitare che entri in clandestinità. Quindi, evidentemente, ci sono dei maggiori oneri...
PRESIDENTE. Grazie.
Constato l'assenza dell'onorevole Ascierto, che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellotti. Ne ha facoltà.
LUCA BELLOTTI. Presidente, contestiamo la norma che riguarda l'interpretazione dell'asilo politico che, di fatto, riapre nel nostro paese l'immigrazione clandestina. Credo si possa affermare che, se questa norma venisse approvata così com'è stata presentata, chiunque chiedesse l'asilo politico sarebbe libero di girare senza problemi nel nostro paese, anche senza possedere i necessari requisiti.
Quindi, non si tratta di solidarietà, ma di una norma assolutamente ingiusta, che produce ingiustizie nei confronti degli immigrati che vengono nel nostro paese per cercare un posto di lavoro, per lavorare ed integrarsi rispetto a quelli che, di fatto, non hanno questa volontà. Inoltre, si introduce anche una sorta di discriminazione nei confronti di tanti lavoratori italiani, che si trovano magari a dover competere con chi non è assolutamente in regola. Crediamo che in ogni paese civile l'immigrazione sia una questione seria, e serie devono essere le regole che sottendono ad ogni convivenza civile e pacifica (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Valentini e Bongiorno, che avevano chiesto di parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.
CARMELO BRIGUGLIO. Presidente, credo sia molto grave che il Governo, in una legge omnibus, cerchi di fare passare una norma importante che, di fatto, reca un vulnus alla legge Fini-Bossi, senza che alcuno di noi possa approfondire una questione che è rilevante per il nostro paese. Oggi assistiamo sia al fallimento del multiculturalismo, sia al fallimento dell'integrazione nella versione che ha adottato la Francia e in quella dei paesi anglosassoni, in particolare della Gran Bretagna.
Vogliamo affrontare nuovamente tale questione, ma non in modo surrettizio, attraverso una interpretazione del diritto d'asilo. Noi vogliamo che il Governo venga in Parlamento e ci dica qual è la strada che vuole seguire. Ecco perché Alleanza Nazionale...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è esaurito.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Buonfiglio. Ne ha facoltà.
ANTONIO BUONFIGLIO. Presidente, il legislatore che affronta la questione dell'immigrazione deve saper coniugare le esigenze di solidarietà e di giustizia con quelle dell'ordine pubblico e del realismo. Il legislatore, soprattutto, deve affrontare queste tematiche senza alcun pregiudizio ideologico. Oggi, sembra invece che si voglia applicare semplicemente una normativa comunitaria, o meglio che, dietro lo schermo dell'applicazione di una normativaPag. 26comunitaria, si voglia in realtà stravolgere la legge Bossi-Fini. Infatti, l'articolo in questione stravolge la suddetta legge, dando la possibilità, sia pure in astratto giusta, di ricorrere alla magistratura (che sicuramente ha un giudizio più equilibrato), rimanendo nel territorio italiano senza alcun documento, alcun lavoro e alcuna possibilità di reimpiego. Questa, più che essere una applicazione di una normativa comunitaria - è il caso di dirlo -, è una via di fuga dalla legge Bossi-Fini.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Castellani, che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Come ho già fatto presente durante la discussione generale del provvedimento in esame, in un'aula purtroppo con pochi presenti, ribadisco la contrarietà del gruppo di Alleanza Nazionale alla legge comunitaria, in particolare all'articolo 8 e all'articolo 1, relativo alla problematica dell'immigrazione.
Riteniamo che con la legge comunitaria, che è uno strumento sicuramente moderno ed efficace, si voglia stravolgere la legge Bossi-Fini. Crediamo sia opportuno che, se questa maggioranza ha delle difficoltà al proprio interno, abbia il coraggio di venire in quest'aula ad affrontare le problematiche relative alla legge Bossi-Fini e alla linea politica sull'immigrazione. Questa è una legge importante, ma il nostro voto non può essere a favore della stessa, visto che, nonostante più volte abbiamo sollecitato anche durante i lavori della Commissione la necessità di estrapolare questi articoli, ci troviamo oggi...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Castiello: ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. È gravissimo che questo Governo, all'interno di una legge come quella comunitaria, che dovrebbe avere l'ausilio e l'unanimità di tutti i gruppi parlamentari, introduca appositamente una norma estremamente preoccupante. La preoccupazione che stiamo esprimendo oggi riguarda la possibilità di un uso strumentale del diritto di asilo. Ricordo bene, come lo ricorderanno anche i componenti della I Commissione, che le stesse preoccupazioni sono state espresse da numerosi parlamentari del centrosinistra.
Il nostro paese e questo Governo non possono ignorare che, in Italia, l'immigrazione non è esclusivamente di tipo spontaneo, ma molto spesso è un fenomeno gestito apertamente dalla criminalità organizzata, per cui offrire oggi un ausilio alla stessa, che di certo sfrutterà il varco della legge, farà sì che l'Italia diverrà il ventre molle d'Europa, come molto spesso il nostro Governo è costretto ad ammettere a livello europeo.
Credo, poi, che debba cessare la pantomima delle indicazioni espresse a Bruxelles e poi riportate in una lingua diversa in Italia. Non mi riferisco al ministro Bonino, che di solito è molto diretta nelle sue affermazioni, ma ad altri esponenti che, a Bruxelles, si richiamano a principi europei in termini di immigrazione, chiedendo rigore e misure di polizia idonee a fronteggiare in Italia alcuni fenomeni, come quello dell'immigrazione, e poi tornano in Italia e, demagogicamente, per corteggiare alcune frange estremiste della loro maggioranza, individuano varchi diversi e strumentali.
Si può essere legittimamente non d'accordo con le disposizioni della legge Bossi-Fini; si può legittimamente proporre una legge diversa per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, ma si deve avere il coraggio politico di venire in quest'aula e di difendere le ragioni di quelle motivazioni dinanzi a questo Parlamento e agli italiani.
Non si tratta di condividere o meno l'allargamento del diritto di asilo, ma di difendere il significato del diritto di asilo. Utilizzare a questi scopi uno strumento riconosciuto dalla nostra Costituzione, importantePag. 27nella dinamica delle politiche fra nazioni, uno strumento rilevante in termini di diritti individuali, è una cosa meschina che si ritorcerà, purtroppo, proprio contro coloro che in realtà hanno ragione a chiedere il diritto di asilo.
Vi sono alcuni temi che avrebbero dovuto essere oggetto di considerazione e di rispetto da parte del Governo ed essere esaminati in modo più approfondito: decidere se il diritto di asilo politico può essere consentito soltanto per una lista specifica di paesi, oppure allargato ad altri paesi in cui non vi sono effettivi problemi formali, quantomeno non identificati, è una decisione importante, ma lo è soprattutto per chi vive al sud, dove questo è un problema particolarmente sentito. Noi siamo quelli che sulla nostra pelle viviamo gli sbarchi, che sulla nostra pelle vediamo il controllo del territorio svolto, più che dalle Forze di polizia, da forze «locali», per così dire!
Sappiamo, purtroppo, che in questo paese mancano quegli strumenti che altri paesi già hanno ai fini del riconoscimento. Non sappiamo come si chiami la maggior parte degli immigrati che viene nel nostro paese, né quale nazionalità abbia: spesso dicono di essere cittadini di un paese che poi, quando li riportiamo a casa, scopriamo non essere il loro. È colpevole, è rischioso, è pericoloso, non per questa maggioranza - probabilmente queste cose si ritorceranno contro l'attuale Governo - ma per l'ordine pubblico e la convivenza sociale di questo paese, aprire varchi senza avere predisposto anticipatamente gli strumenti per poterli gestire. Questo sarà il punto!
Immaginate quando sbarcheranno le prime navi della speranza: è prevedibile o no che queste persone chiederanno il diritto di asilo? La risposta è che dovrebbero conoscere la legge: noi forse la ignoriamo, ma la criminalità organizzata la conosce bene, conosce bene i varchi disposti dalla legge, purtroppo! In questo momento gli stiamo facendo un grandissimo favore!
La contestazione, dunque, riguarda sicuramente il merito del provvedimento, ma una contestazione politica maggiore riguarda il metodo con cui vengono introdotte talune proposte.
L'Europa può essere utilizzabile e gestibile: si può discutere di Europa in vari modi. Vi è uno strumento fondamentale che non può non essere utilizzato, anzi un metodo: il rispetto di quello che si dice. Il nostro paese si trova in una situazione di estrema difficoltà [ho avuto la fortuna di partecipare a molte riunioni del Consiglio GAI (Giustizia e affari interni della Commissione europea)]: siamo costantemente sotto accusa in quanto paese di transito - non possiamo dimenticarcene! - attraverso cui arriva molto spesso gente strumentalizzata, utilizzata, che paga per arrivare in Italia e che viene portata, spesso nella disattenzione generale, in altri paesi proprio attraverso il varco della nostra frontiera. Siamo bravi qui a dire quanto siamo buoni e belli. È difficile andare lì a difendersi e a dire che il nostro problema è quello di ottenere dall'Europa un massiccio aiuto per la polizia di frontiera. Ci risponderebbero: cominciate a far bene le vostre leggi!
Naturalmente, vi sono alcune motivazioni di tipo politico che sono abbastanza comprensibili.
Si può capire che in alcuni casi sia necessario «corteggiare» - specialmente quando il problema numerico diventa quello più forte che attanaglia la vita stessa del Governo - alcune spinte più estremiste. Se però ciò va a scapito dell'interesse nazionale, bisogna fermarsi a riflettere per addivenire a qualche determinazione successiva. Nessuno di noi si sarebbe sottratto ad un dibattito reale sul diritto di asilo. Ovviamente, però, la sede idonea era un'altra. Stiamo discutendo in I Commissione di cittadinanza, di flussi, e probabilmente discuteremo della modifica della cosiddetta legge Bossi-Fini. Allora, coerenza non vorrebbe che si discutessero all'interno di una Commissione in maniera approfondita tutti questi temi? Il fatto che non sia stata condotta una opposizione seria alla legge Bossi-Fini, la quale, comunque, è stata discussa in queste aule per lungo tempo, non dovrebbe comportarePag. 28anche la necessità di ridiscuterla con dati di fatto? Abbiamo chiesto ai Ministeri dell'interno e della giustizia cosa significherà un allargamento di questo genere del diritto di asilo? Quanto tempo impiegano i nostri tribunali - notoriamente celeri nelle loro decisioni - ad assumere una determinazione in merito? Cosa accadrà quando le prime persone che chiederanno l'applicazione del diritto di asilo, nell'attesa che i tribunali decidano, saranno già scomparse nella clandestinità in questo paese o forse saranno andate oltre frontiera?
Penso che l'utilizzazione capziosa di alcune forme che potrebbero apparire più semplici, in realtà, complichi in maniera molto delicata la vita politica, sia a livello parlamentare, sia a livello di Governo, e ciò per una serie di evidenze ma, soprattutto, per una necessità di coerenza. Questo tipo di impostazione su un tema così delicato come quello dell'immigrazione è deleterio. Il problema dell'immigrazione e dell'integrazione sarà il problema dei prossimi vent'anni. Non ci possiamo consentire il lusso di inseguire posizioni demagogiche; non ci possiamo consentire il lusso di non avere una reale politica coerente e condivisa; non ci possiamo consentire il lusso di rimanere barricati su posizioni, da una parte, di integralismo poliziesco e, dall'altra, di integralismo buonista.
Abbiamo necessità, prima di tutto, di chiarire al nostro interno chi siamo, cosa vogliamo e cosa faremo: non lo stiamo facendo! Stiamo procedendo per spinte emozionali, mettendo delle toppe a buchi clamorosi, stiamo costruendo la strada per cui, fra qualche anno, arriveremo non solo alla disgregazione sociale ma, probabilmente, a forme di estrema intolleranza, come già si è verificato in altre parti.
La storia insegna, ma non si può tacere la responsabilità di chi governa in questo momento. Una politica veramente adeguata, innanzitutto, studia il fenomeno per come è stato gestito - spesso, purtroppo, in maniera fallimentare - altrove, cerca di fare propria l'esperienza di altri. Ma quale senso ha andare a recuperare politiche utilizzate vent'anni fa nel nord Europa e, purtroppo, tragicamente fallite? Che senso ha? Sembriamo soltanto dei neofiti, degli innamorati di alcuni temi astratti che non riusciamo quasi mai a trasformare in termini concreti.
Allora, anche questo tema, che stiamo trattando oggi, diventa un problema enorme fra opposizione e maggioranza, fra opposizione e Governo. Questo avrebbe potuto essere un momento importante, perché su una legge sostanzialmente condivisa si poteva trovare l'unanimità.
Potevamo anche dimostrare all'Europa - visto che stiamo approvando una legge comunitaria - che vi era un spirito unitario almeno nazionale in relazione agli spiriti europei.
Non è un caso, ma si tratta esattamente del terzo disegno di legge, sostanzialmente predisposto anche da un precedente Governo nelle sue linee generali, che potrebbe trovare l'unanimità e che invece, per l'utilizzo da parte della maggioranza come scorciatoia, contiene minacce e trappole per costruire un nuovo dissenso parlamentare.
Colleghi, non può andare avanti così, non possiamo immaginare di procedere per cinque anni cercando di trovare gli strumenti più facili per fare delle scelte pesanti ed indolori in termini politici numerici. Questa cosa non potrà andare avanti perché alla fine qualcuno si ribellerà, soprattutto i cittadini; non potrà andare avanti perché non ce lo possiamo consentire, soprattutto riguardo a scelte, tipo questa, che hanno una valenza politica molto più pesante del contingente ed un valore politico molto più importante rispetto alla tenuta di una presunta maggioranza parlamentare.
In riferimento alle espressioni usate da alcuni esponenti del centrosinistra in I Commissione ricordo bene la preoccupazione espressa, soprattutto da chi veniva dal sud, circa quello che sarebbe accaduto ove fosse stata approvata una norma di questo tipo sull'asilo.
Credo che lo stralcio di questa disposizione e la sua approfondita verifica nella sede competente possa essere di estremaPag. 29utilità non solo per noi che oggi poniamo il problema, ma anche per voi della maggioranza e per il Governo.
Ribadisco onestamente che mi piacerebbe davvero ascoltare l'opinione del ministro dell'interno su questa norma poiché più volte egli, a Bruxelles, ha chiarito in che modo l'Italia intende proseguire nella politica di «contenimento attivo», diventando reale supporto all'Unione e non soltanto un suo punto debole. Mi piacerebbe affrontare questi temi con il ministro dell'interno in termini più generali, affrontando un po' tutta la tematica: ciò sarebbe necessario ed opportuno.
Il ministro Bonino, ovviamente, rappresenta un altro tipo di figura, alla quale toccherà la parte più delicata e difficile, dovendo recarsi in Europa a difendere quella che, apparentemente, sembra costituire l'applicazione della direttiva europea. In realtà, però, noi non effettuiamo una scelta, ma specifichiamo che opteremo per una soluzione più aderente ad un articolo della Costituzione: cosa ciò voglia dire rimane assolutamente arbitrario. In ogni caso, la prossima volta, quando le televisioni di Stato, il TG1 - se lo consentiranno - riferiranno di sbarchi e richieste di asilo a fiumi, quale sarà la posizione del Governo? Cosa ci verranno a dire? Cosa ci verrete a dire? Cosa verrete a dire agli italiani? Ogni paese ha una sua peculiarità e ribadisco che il nostro problema fondamentale è che, purtroppo, il traffico dei migranti, o meglio, l'arrivo dei migranti in Italia è diventato uno degli affari più cospicui e più proficui per la criminalità organizzata. A maggior ragione, dopo aver promosso Commissioni d'inchiesta antimafia, controlli ed investigazioni al riguardo, perché il ministro dell'interno non ci viene a spiegare cosa facciamo nel momento in cui stiamo concedendo passaporti per il via libera nel nostro paese? Credo si tratti di una risposta dovuta, doverosa. In caso contrario, l'unica conclusione da trarre è che su questo tema questa maggioranza ha intenzione di decidere a tabula rasa non esponendosi, non discutendo, ma scappando.
Allora, dobbiamo pensare che ci sono alcune decisioni che vogliono essere assunte, o forse che devono essere assunte, ma per le quali non si ha il coraggio di affermare le proprie scelte. Bisogna nascondere la faccia, bisogna sfuggire al confronto. Forse gli italiani non se ne accorgeranno. Forse gli italiani non si accorgeranno che, con una piccola «trappoletta», inserita in una disposizione di legge, in realtà si cambia totalmente la legge sull'immigrazione, anzi sul contrasto all'immigrazione clandestina. Credo che se ne accorgeranno. Credo che se ne accorgeranno subito. Credo che se ne accorgeranno immediatamente, ed allora avremo massacrato vari aspetti, tra cui la serietà della politica nelle scelte. Avremo - purtroppo - anche massacrato uno strumento importante di politica interna ed internazionale, quale quello del diritto d'asilo e non avremo discusso nulla. Ci arrenderemo semplicemente all'incapacità di gestione numerica. Ci arrenderemo e ne dovremo trarre, noi come classe politica, le nostre attuali determinazioni (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Poiché in precedenza avevo rinunciato all'intervento, preferisco intervenire ora, a titolo personale, per denunziare un tentativo, credo subdolo, e soprattutto per registrare un dato politico importante, ossia che attraverso la legge comunitaria si sta tentando di aggirare la normativa vigente in materia di immigrazione clandestina. Questo è il dato politico che registro. Di conseguenza, credo sia doveroso prendere in considerazione la legge vigente ed il tentativo, attraverso la legge comunitaria, di aggirarla, in modo assolutamente subdolo. Credo sia fondamentale prendere in considerazione il dibattito parlamentare sulle normative vigenti e su tale tentativo subdolo, ammettendo tutti gli emendamenti che sono stati presentati, affinché la Camera dei deputatiPag. 30possa proseguire in un dibattito approfondito sulla normativa vigente e sui tentativi subdoli, di aggirarla da parte di questa maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.
RENZO TONDO. Signor Presidente, signor ministro, il gruppo di Forza Italia, in XIV Commissione, ha tenuto su questo tema un atteggiamento consapevole e costruttivo, rispetto al provvedimento in esame. Lo abbiamo fatto con senso di responsabilità, per diverse ragioni. Anzitutto, perché il provvedimento è nato sotto il precedente Governo e poi anche perché alcuni singoli elementi dell'articolato di legge hanno avuto il nostro giudizio positivo, perché vanno in una direzione da noi auspicata, ossia quella - non sempre possibile - della semplificazione legislativa. Abbiamo avuto una serie di elementi che, in tal senso, ci hanno dato soddisfazione. Crediamo di aver reso un buon servizio in tal senso, anche perché i recenti sondaggi o dimostrazioni di voto che vi sono stati in Europa rispetto al concetto stesso di Europa non sono certo favorevoli. Quindi, accogliere elementi migliorativi come per certi aspetti, è stato fatto in Commissione e riportare, in qualche modo, decisioni - penso alle regioni a statuto speciale - che riguardavano norme specifiche, è stato da noi considerato positivamente. In tal senso, il nostro gruppo, assieme agli amici dell'UDC, della Lega e di Alleanza Nazionale, ha tenuto in Commissione un atteggiamento costruttivo e propositivo senza, perciò, avere preconcetti rispetto al lavoro che stavamo svolgendo.
Sullo stesso tema, molto importante, esamineremo successivamente un emendamento sulla Consob. Consapevoli, dunque, dell'importanza della vicenda e consci che il provvedimento va in tale direzione, abbiamo mantenuto un atteggiamento di disponibilità.
Signor Presidente, signor ministro, vi sono, a mio avviso, alcuni elementi che in politica debbono essere dirimenti. In politica si giunge ogni tanto a delle scelte che segnano la differenza; scelte distintive tra un modo e un altro di concepire non solo l'attività politica, ma anche l'organizzazione stessa della nostra società.
L'onorevole Pili, nel corso del suo intervento, ha posto in evidenza come l'articolo 8-ter - di questo alla fine si tratta - non possa ottenere il nostro consenso. Se tale articolo dovesse rimanere quale è, proprio per l'importanza che esso riveste, non credo potrà avere il voto favorevole del mio gruppo, cioè di Forza Italia. Quando si sostiene, con riferimento all'articolo 8-ter, che bisogna essere più aderenti alla Costituzione, si dice una frase che non ha alcun significato. La Costituzione, come ci avete sempre cercato di insegnare, o c'è o non c'è. Non c'è, cioè, una maggiore o minore aderenza al dettato costituzionale. Pertanto, inserire nel provvedimento al nostro esame tale previsione significa soltanto riempire di parole una norma e, soprattutto, come ricordavano prima gli onorevoli Pili e Castiello, tenere aperti varchi rispetto alla possibile immigrazione clandestina.
Proprio ieri, il sottosegretario per l'interno, in Commissione, ha detto, in ordine a questa eventualità, che si aprirebbe un varco solamente per chi fa ricerca scientifica. E, alla nostra precisa domanda di quanti potrebbero essere questi ricercatori, lo stesso sottosegretario non ci ha saputo rispondere, limitandosi a dire che sarebbero comunque pochi. Ma cosa vuol dire pochi? Quanti sono i pochi? Chi decide chi sono i pochi? Non solo, ma cos'è la ricerca scientifica? Chi ci può dimostrare che un qualsiasi presunto ricercatore, giunto da qualsiasi parte, sia veramente un ricercatore e non sia qualcos'altro?
Su questa problematica vi è, quindi, poca chiarezza. Il dato vero, comunque, è la concezione di una politica diversa in questa materia: la maggioranza e il Governo stanno cercando di introdurre, come ricordavano i colleghi che mi hanno preceduto, un modo surrettizio per aprire, ancora una volta, le porte del nostro paese. In aggiunta, al di là del fatto che con tale norma, se approvata, le porte siPag. 31potrebbero aprire per pochi o per tanti, è il concetto stesso che non ci piace. Come ricordava l'onorevole Santelli, ciò significherebbe tenere aperto un percorso sul quale il Governo a noi pare non voglia confrontarsi in questa sede. Sarebbe più corretto, da parte del Governo e della maggioranza che lo sostiene, affermare che si vuole cambiare questo o quello, anziché utilizzare una legge importante, come è quella comunitaria, per intraprendere un percorso di questo tipo.
Noi abbiamo avanzato una proposta, anche formale, al presidente della Commissione e alla maggioranza, dicendo che se quello rappresentato costituisce l'elemento di divaricazione, allora si deve compiere un atto di buona volontà, si deve fare un passo avanti. Noi lo rimettiamo a voi. Sta, infatti, a voi decidere se su una norma così importante si voglia o meno avere un Parlamento unito o se invece, come purtroppo riteniamo, siete sostanzialmente condizionati da una maggioranza che ha un concetto diverso dell'accoglienza, della cittadinanza e del sistema di regole del nostro paese. La palla, quindi, torna a voi. Decidete voi cosa fare. L'opposizione terrà un comportamento responsabile nella misura in cui voi farete altrettanto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, nel provvedimento al nostro esame vi è una parte che merita attenzione. Una parte per la quale il suo estensore ha voluto, a mio parere, concorrere per l'aggiudicazione del premio naïf d'oro! Non si comprende, infatti, come si possa inserire una previsione che consente a coloro che hanno presentato domanda di asilo di rimanere nel territorio dello Stato in pendenza di impugnativa.
La sua collocazione, inoltre, è assolutamente impropria. Quella sull'immigrazione è, infatti, una norma specifica. È una norma che deve essere vagliata dal Parlamento e quindi non può inserirsi come un corpo estraneo in una legge comunitaria, che non ha nulla a che vedere con la normativa sull'immigrazione.
Il tempo residuo a mia disposizione - per non farmi togliere la parola - mi impedisce di sviluppare queste mie argomentazioni. Concludo dicendo che ritengo si tratti di una norma da non rivedere. Questo è il motivo per cui essa non avrà il voto di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Romagnoli, che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.
BASILIO CATANOSO. Credo che un nuovo Governo abbia il diritto-dovere di cambiare il modo di fare politica e di interpretare il voto degli elettori come ritiene più opportuno. Tuttavia, ritengo sia altra cosa il tentativo maldestro di questo Governo di eludere i problemi interni alla maggioranza - a fronte dell'impossibilità di procedere su argomenti seri che mettano nella condizione di capire quale sia l'obiettivo del Governo medesimo - cercando il sensazionalismo, cioè cambiando con un colpo di teatro qualche norma che l'opinione pubblica della sua parte ha in qualche modo osteggiato.
Credo sia sconveniente e scorretto tentare di nascondere all'interno di altre normative una norma importante, sulla quale maggioranza e opposizione, per il bene della nazione e dei cittadini italiani, hanno certamente il dovere e il diritto di dibattere e approfondire le tesi. Si parla oggi di cambiare una parte della legge sull'immigrazione, la cosiddetta Bossi-Fini...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Catanoso: lei ha esaurito il tempo a disposizione.
Constato l'assenza degli onorevoli Ciccioli, Cirielli e Giorgio Conte, che avevano chiesto di parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.Pag. 32
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione del ministro Bonino sulle conseguenze di questo provvedimento. Si tratta infatti di un provvedimento automatico, che permetterà ai rifugiati non aventi diritto di rivolgersi sistematicamente ai tribunali monocratici per ottenere la sospensione dei provvedimenti e rimanere sul territorio nazionale. Questo significa che un'arma che è stata concepita come diritto di garanzia per chi rispetta le leggi dello Stato verrà utilizzata per minare ancora una volta il nostro ordinamento e le nostre leggi.
Lei si immagini, per fare un esempio, se uno come Visco, tramite un ricorso, potesse rimanere nel nostro territorio! Ha già fatto guasti inenarrabili in pochi mesi (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale): lei immagini se dovesse rimanere per tutta la durata di un procedimento giurisdizionale...!
Credo sia meglio riflettere sulle conseguenze spaventose di questo provvedimento che, a dispetto di quanto si è sempre fatto in occasione dell'approvazione della legge comunitaria, ha violato un reciproco rapporto di correttezza tra maggioranza e opposizione (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Giulio Conti, Cosenza, De Corato, Filipponio Tatarella e Fini, che avevano chiesto di parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Ministro Bonino, penso che, anche considerando gli interventi precedenti, sia stata manifestata la nostra contrarietà a questo provvedimento. È un provvedimento che manifesta la sua lacunosità - per sintetizzarlo in un minuto - proprio nella volontà di aggirare una legge, che, pur essendo perfettibile, dava comunque la possibilità di capire veramente quale fosse il senso del diritto di asilo politico.
È evidente che in questa situazione e con questo tipo di interpretazione vi sarà una situazione confusionale, che andrà proprio a minare quel principio di integrazione che tante volte è sventolato demagogicamente, soprattutto dal centrosinistra, ma che poi concretamente, con questo tipo di elusione normativa, si cerca di scardinare. Sappiamo che le pronunce...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Frassinetti.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Signor Presidente, più che di premio «naif d'oro», si tratta di un caso di follia legislativa. A parte le tantissime motivazioni di merito già indicate dai colleghi, e su cui non ritorno, vorremmo davvero che, oltre al ministro Bonino, fosse presente anche il ministro Mastella, in modo da quantificare i procedimenti attivati e il carico burocratico che graverebbe sugli uffici nel caso che questa scellerata norma fosse effettivamente approvata.
Ci si rende conto che, se attualmente il 50 per cento degli immigrati clandestini presenta domanda di asilo (ovviamente con scarsissime possibilità che essa venga accolta, perché le reali motivazioni sono ben altre), con l'introduzione di questa norma, il numero dei ricorsi diventerà automaticamente il 100 per cento e tutti verranno sottoposti ad impugnazione innanzi alla autorità giudiziaria...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gamba.
Constato l'assenza dell'onorevole Garnero Santanchè, che aveva chiesto di parlare: si intende che vi abbia rinunciato (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)... No, il collega è stato già chiamato e dichiarato decaduto...
Constato l'assenza degli onorevoli Germontani, Alberto Giorgetti, Holzmann, che avevano chiesto di parlare: si intende che vi abbiano rinunciato (Una voce dai banchiPag. 33dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale: Lo posso sostituire?)... No, lei è stato già dichiarato decaduto...
Constato altresì l'assenza degli onorevoli Lamorte e Landolfi, che avevano chiesto di parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, i colleghi che mi hanno preceduto hanno messo in rilievo le illogicità del sistema che deriverebbero dall'introduzione nel nostro ordinamento di tale disposizione. Teniamo presente che il gruppo di Alleanza Nazionale si è sempre uniformato alle direttive comunitarie. Ciò che invece sicuramente tale gruppo non può accettare è un'interpretazione distorta di tali direttive, che invece si verificherebbe con riferimento alla proposta normativa in oggetto. Infatti, verrebbero introdotti nel territorio nazionale personaggi che chiedono asilo politico; gli stessi verrebbero messi in libertà e potrebbero muoversi liberamente senza che siano valutati in modo approfondito ed attento le violazioni e gli effetti...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Leo.
Constato l'assenza degli onorevoli Lisi, Mancuso, Martinelli, Mazzocchi, Menia; si intende che abbiano rinunziato ad intervenire.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come gruppo di Alleanza Nazionale, stiamo intervenendo in termini significativi nell'economia complessiva di questo dibattito perché siamo preoccupati, anche sul piano internazionale. Infatti, per la prima volta, il nostro Parlamento registra la difficoltà di non poter arrivare su provvedimenti del genere a larghe intese, visto e considerato che anche negli anni precedenti si verificò un voto unitario e che questo provvedimento è proprio una delle ultime espressioni del Governo di centrodestra che ha guidato il paese prima delle recenti elezioni svoltesi ad aprile...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Migliori.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Minasso. Ne ha facoltà.
EUGENIO MINASSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, su questo punto vorrei ribadire che la regola che aggira la norma sull'asilo politico non è altro che un sistema per permettere al povero extracomunitario di restare un anno nel nostro territorio, anche se non sappiamo a fare cosa. Sono stati sicuramente «inventati» i contratti a tempo determinato per l'attività criminale di persone che, aggirando la regola dell'asilo politico, possono rimanere sul nostro territorio. La criminalità organizzata potrà usufruire di manodopera fresca, rinnovata di anno in anno, avendola sempre a disposizione per i propri traffici. Penso si tratti di un metodo maldestro per aggirare le norme contenute nella legge Bossi-Fini, che ha ben funzionato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, non intendo ripetere le considerazioni svolte dai miei colleghi, che condivido; voglio invece esortare il Governo a compiere un atto di coraggio: venire qui in Parlamento e dire, all'indomani della relazione fatta a suo tempo dal ministro dell'interno, quale idea abbia in materia di governo dell'immigrazione, evitando di aggirare subdolamente il problema attraverso l'introduzione di una norma surrettizia, che per di più stravolge il concetto stesso di status di rifugiato politico. Su questo vi è una cultura favorevole nel nostro paese e anche la destra, se consentite, ha una cultura di rispetto per il diritto di asilo politico. Tuttavia, tale istituto non può essere artatamente usato per stravolgere le regole e per aprire ancora di più le porte del nostro paese, a fronte di una Unione europea che sta invece ripensando le proprie politiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Murgia. Ne ha facoltà.
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BRUNO MURGIA. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, la sensazione è che questo Governo abbia deciso furbescamente di smantellare la legge Bossi-Fini. Lo fa senza proporre una politica comune con il resto dell'Europa, con l'intenzione di allentare vincoli e controlli. Ciò appare tanto più evidente se confrontato con l'intenzione del Governo Zapatero, di sinistra come il vostro, di mandare via circa 800 mila immigrati che la Spagna ritiene oramai inutili.
La legge Bossi-Fini lega il permesso di soggiorno alla certificazione di un'attività lavorativa; al contrario, questa nuova norma lascia l'immigrato in un limbo e gli concede anche il tempo di far perdere le proprie tracce. La legge comunitaria in discussione poteva essere un punto di contatto su un problema comune e dispiace che un ministro come Emma Bonino produca uno strappo così vistoso e subdolo. Sarebbe auspicabile, quindi, vista anche la sua sensibilità, signor ministro, un ripensamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.
ANGELA NAPOLI. Grazie, Presidente.
Ministro Bonino, mi lasci dire che questa norma interpreta integralmente il famoso detto «fatta la legge, trovato l'inganno». Fatta la legge comunitaria, il Governo italiano con questa norma esprime esattamente due forme di inganno. La prima nei confronti degli stessi immigrati, perché con questa norma non si prospetta assolutamente la loro effettiva possibilità di integrazione nel nostro paese. Il secondo inganno è quello contro la sicurezza di tutti gli italiani, perché la norma prospettata da questo Governo non farà altro che aumentare il pericolo collegato al fenomeno dell'immigrazione clandestina.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Grazie Presidente.
Nessuno di voi, sia del Governo che della maggioranza, si illuda di poter far passare nell'opinione pubblica italiana e, aggiungo io, anche in quella degli extracomunitari regolari la tesi secondo la quale la nostra posizione nei confronti di questa legge comunitaria, in particolare nella parte relativa alla richiesta di asilo, possa essere scambiata come una forma di pregiudizio nei confronti dell'immigrazione. È stolto o in malafede chi dovesse tentare un'operazione del genere.
Non siamo mai stati contro l'immigrazione: è la nostra storia che lo dimostra da tempo! Noi siamo contro l'immigrazione senza regole. Siamo contro l'irresponsabilità di chi crede di poter liquidare una così delicata questione, quale quella dell'accesso nel nostro paese di gente con storia, radici, cultura e concezione della vita tanto diverse dalle nostre, senza prendere le dovute e opportune cautele.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Pedrizzi, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, a me pare che l'articolo 8-ter della legge comunitaria contenga una cattiva interpretazione della direttiva comunitaria richiamata.
La legge comunitaria diventa il cavallo di Troia con il quale modificare la legge Bossi-Fini ed è un peccato, perché, fino a ieri, abbiamo sempre votato insieme, maggioranza ed opposizione, la legge comunitaria per dare un segnale preciso all'Europa. Questa volta, invece, spezziamo la possibilità di votare consensualmente la legge comunitaria.
Vorrei invitare il ministro Bonino a non avallare tale situazione. Dire di fatto a chiunque sia immigrato clandestino che potrà venire nel nostro territorio, che potrà rimanervi tranquillamente, che basterà chiedere asilo politico, attendendo i tempi lunghi del ricorso giurisdizionale, significherà aumentare in modo consistente i ricorsi giurisdizionali in Italia e, diPag. 35fatto, rendere il nostro territorio sempre più un territorio...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Antonio Pepe.
Constato l'assenza degli onorevoli Flavia Perina, Pezzella, Porcu e Proietti Cosimi, che avevano chiesto di parlare: s'intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Signor Presidente, colleghi, è veramente strano ed anomalo che all'interno di una normativa comunitaria venga inserita una disposizione che va esattamente nel senso contrario alla volontà dell'Unione europea: quella di normalizzare finalmente il processo di immigrazione nel nostro continente (sono in prima linea le frontiere dell'Italia e della Spagna). È di questi giorni la notizia che 700 mila clandestini immigrati negli ultimi mesi in Spagna verranno espulsi dal Governo Zapatero, che vuole in questo modo dare un segnale forte, chiaro, intransigente nei confronti di una politica dell'immigrazione che deve essere regolata. È una politica di buonsenso di un continente che vuole vivere con nuovi immigrati, i quali, però, devono essere regolamentati. Noi, invece, intendiamo introdurre una normativa che crea caos, anarchia, che ci farà tornare indietro, che ci farà diventare un paese a rischio per il Trattato di Schengen, con una frontiera «groviera». È strano...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Raisi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, questo provvedimento è un atto di codardia. È, infatti, legittimo che la sinistra modifichi la cosiddetta legge Fini-Bossi, ma deve farlo a viso aperto, affrontando il dibattito nella società, il dibattito mediatico ed assumendosi le proprie responsabilità al cospetto del popolo italiano.
Se ritenete iniqui i centri temporanei di permanenza, allora abrogateli! Cosa significa consentire agli asilanti di attendere il giudizio della magistratura, rimanendo sul territorio nazionale, quindi fuori dai CPT?
Tutti noi sappiamo che almeno il 50 per cento degli immigrati nostri ospiti chiede il riconoscimento dello status di rifugiato. Quindi, almeno la metà del contenuto della legge Fini-Bossi perde la propria efficacia; dunque, non ci convince, ministro, questo provvedimento, come non ci ha convinto la sua dichiarazione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rampelli.
Constato l'assenza degli onorevoli Ronchi, Rositani e Saglia, che avevano chiesto di parlare: s'intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, si tratta di un altro provvedimento, come l'indulto, che avrà conseguenze gravissime e devastanti per gli equilibri della nazione, per gli equilibri sociali e per l'ordine pubblico.
Lei, ministro Bonino, nel precedente numero dell'Espresso, ha rilasciato un'intervista in cui sembrava molto più equilibrata e di buonsenso rispetto alle questioni riguardanti l'immigrazione e l'integrazione multirazziale. Quindi, o lei è ostaggio della sinistra radicale, che vuole questo tipo di intervento, oppure ci dica come mai porta in aula un provvedimento vergognoso come questo!
PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Scalia, Siliquini, Taglialatela, Tremaglia, Ulivi ed Urso, che avevano chiesto di parlare: si intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, mi rivolgo al ministro Emma Bonino, nei confronti della quale ho sempre nutrito un profondo rispetto. Vorrei rivolgerle la seguente domanda: se gli italiani oggi fossero qui ad ascoltarci, sarebbero d'accordo su ciò che sta sostenendo l'opposizionePag. 36oppure sul provvedimento che vuole la maggioranza? Io penso che la stragrande maggioranza degli italiani darebbe ragione a noi e non alla maggioranza politica.
La stessa domanda vorrei porla con riferimento alla decisione assurda assunta ieri dalla magistratura, in base alla quale, in mancanza dei fondi necessari, chi dovrebbe uscire dal nostro paese può invece rimanervi. Con questa decisione si va contro il sentimento comune, si creano maggiori divisioni, si rende più difficile la gestione della partita dell'immigrazione. A mio avviso, ci dovrebbe essere un gesto di coraggio da parte del Governo, finalizzato a rivedere questa disposizione.
A livello personale, signor ministro, le chiedo di ripensarci, prima di operare una forzatura su questo tema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrigno. Ne ha facoltà.
SALVATORE FERRIGNO. Signor Presidente, ministro Bonino, credo che, prima di votare questo provvedimento, sia opportuno pensare in quest'aula al ruolo anche etico che quest'ultimo potrà svolgere all'estero.
Noi, cittadini italiani residenti all'estero, guardiamo all'Italia come alla nostra nazione, alla nostra patria. Qui si sta guardando all'Italia come ad una nazione che sta facendo gli interessi non degli italiani, ma degli extracomunitari.
Rivedere questo provvedimento, per non aprire le frontiere a chiunque voglia venire in Italia liberamente, credo non sia opportuno. Vediamo peraltro come le altre nazioni si stanno comportando in materia di asilo politico. È chiaro che non possiamo chiudere la porta a chi legittimamente può e deve entrare nella nostra nazione, ma dobbiamo farlo con un criterio certo, non dimenticando mai che questa è pur sempre la nostra nazione.
Oggi, paradossalmente, i cittadini italiani all'estero hanno meno diritti degli extracomunitari in Italia e questo ci procura veramente un dispiacere. In fondo, non sappiamo cosa abbiamo fatto di male noi, all'estero, per meritare questo. Credo che, eticamente e moralmente, bisognerà guardare a questa situazione in maniera più adeguata.
Come diceva il collega Zacchera, se provassimo a chiedere ai cittadini italiani residenti non solo in Italia, ma anche all'estero, se sono favorevoli all'ingresso indiscriminato in Italia attraverso mille escamotage per rimanere nella nostra nazione, credo non sarebbero d'accordo.
Da questa situazione potrebbe scaturire qualcosa di molto pericoloso. Nei prossimi anni potremmo assistere a fatti poco gradevoli nei confronti degli extracomunitari da parte dei cittadini italiani. Noi non vogliamo questo. Siamo un paese civile, vogliamo essere rispettati nel mondo e vogliamo leggi che siano confacenti ad un paese civile.
PRESIDENTE. Non vi sono altre richieste di intervento sul complesso delle proposte emendative presentate all'articolo 1. Rinvio il seguito del dibattito, che riprenderà con l'espressione dei pareri da parte del relatore e del Governo, al prosieguo della seduta.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli.
(Iniziative a favore della libertà di espressione con riferimento alle reazioni seguite a recenti dichiarazioni del Papa Benedetto XVI - n. 3-00224)
PRESIDENTE. L'onorevole Catone ha facoltà di illustrare, per un minuto, la suaPag. 37interrogazione n. 3-00224 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, pochi giorni fa il Santo Padre Benedetto XVI, in un suo discorso in Germania, ha affrontato un tema di elevato spessore teologico. Le sue affermazioni, subito chiarite in varie sedi, sono state fraintese e stigmatizzate da alcuni paesi islamici, con reazioni clamorose che hanno anche provocato, secondo notizie di stampa, l'uccisione di suor Leonella, un'italiana impegnata in Somalia come operatrice di pace. Questo gruppo parlamentare non intende chiedere una difesa del Governo a favore del Papa, ma intervenire per la salvaguardia di un diritto costituzionalmente garantito, quello della libertà di espressione.
Vorremmo sapere se il Governo, al di là di semplici dichiarazioni di alcuni suoi esponenti, intenda prendere una posizione ufficiale sull'accaduto, esprimendo una dura condanna verso una reazione violenta come risposta ad un sacrosanto diritto, che il nostro paese ha conquistato nei secoli, quale la libertà, compresa quella religiosa.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, premetto che, essendo state presentate quattro distinte interrogazioni vertenti sullo stesso argomento, cercherò di svolgere gli argomenti in modo da riferirmi agli interroganti ma anche in maniera tale da non ripetermi, formulando le risposte alle differenti questioni che saranno illustrate all'Assemblea. Prendendo spunto dalla interrogazione dell'onorevole Catone, vorrei informare l'Assemblea che, nuovamente questa mattina, il Papa è ritornato sulla questione della gravissima polemica che si è aperta nei suoi confronti e vi è tornato con alcune dichiarazioni ancora piene di umiltà e di responsabilità.
Passando alla vicenda terribile di suor Leonella, vorrei che i colleghi presenti in quest'Assemblea avessero un momento di attenzione e di riflessione ulteriore rispetto a quello che già l'Assemblea, i Presidenti delle nostre Camere ed il Governo hanno dedicato nei confronti di una esistenza che è stata strappata in modo profondamente ingiusto. Si trattava di una donna - cito una sua consorella - che non aveva paura di nulla che riguardasse la sua vita; aveva anche considerato la possibilità di un simile esito, era cosciente di correre questo rischio e non guardava a se stessa; ha dato in dono la propria vita a chi ne aveva bisogno, ha dato tutto e lo ha dimostrato fino alla fine. Era nata a Gazzola, in provincia di Piacenza - perdonatemi se riferisco l'esperienza di vita di Rosa Sgorbati - aveva 65 anni, quaranta dei quali li ha trascorsi tra i più poveri tra i poveri del mondo, in una città che è quasi impossibile frequentare - qual è oggi Mogadiscio - nella quale non ci sono più rappresentanze diplomatiche e nella quale, ormai, le condizioni minime di sicurezza sono state sostanzialmente rimosse.
Vorrei ricordare, a questo proposito, anche l'esperienza di Annalena Tonelli, laica, che, sempre in Somalia, lasciò la sua vita, nel 2003. Sono tanti, signor Presidente i nostri concittadini, donne e uomini, che avvertono un dovere di solidarietà anche nelle situazioni più difficili del mondo, con una ispirazione religiosa o con una motivazione civile.
Onorevole Catone, svilupperò il seguito della risposta alla sua domanda, per non perdere tempo, quando mi rivolgerò agli altri colleghi; tuttavia, mi consenta di aver preso spunto dalla sua interrogazione per esprimere un messaggio che ritengo giunga coralmente sia dalla Camera dei deputati, sia dal Governo in favore di questa generosità straordinaria.
Si tratta, infatti, di una generosità che non guarda in faccia neanche il pericolo che può correre la propria stessa vita pur di andare dove nessuno vuole recarsi, per offrire ai bambini servizi...
PRESIDENTE. Grazie...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...che neppure le istituzioni locali sono in grado di prestare.
PRESIDENTE. Il deputato Catone ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, avevo rivolto una richiesta ben precisa, chiedendo di sapere quale posizione intenda assumere il Governo a difesa della libertà di pensiero, di quella di parola e, soprattutto, della libertà religiosa.
Credo che l'Esecutivo non abbia risposto a tale quesito; ritengo, invece, che abbia tergiversato e che abbia semplicemente espresso alcuni suoi pensieri sull'ordine morale dell'accaduto. Vorrei tuttavia dire che, fondamentalmente, noi un po' ce lo aspettavamo, dal momento che dobbiamo considerare che quando l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, era anche Presidente della Commissione europea non è riuscito, nonostante gli accorati appelli di Sua Santità Giovanni Paolo II, a far inserire nella fondamentale Carta europea il riferimento alle radici cristiane dell'Europa.
Rinnoviamo, quindi, la nostra più convinta solidarietà al Papa Benedetto XVI; tuttavia, crediamo che il Governo debba esprimersi concretamente ed assumere una posizione sulla libertà di parola, su quella di pensiero e su quella religiosa (Applausi dei deputati dei gruppi della Democrazia Cristiana-Partito Socialista e di Forza Italia).
(Misure volte a proteggere il Papa e la Santa Sede da attentati di matrice islamica - n. 3-00225)
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Maroni n. 3-00225 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, alcuni passaggi del recente intervento di Sua Santità Benedetto XVI all'università di Ratisbona sono stati il pretesto per scatenare una nuova, vile ondata di ostilità e di violenza contro le comunità cattoliche nel mondo e contro l'Occidente. Sono apparsi su diversi siti Internet, infatti, proclami e messaggi che invitano apertamente ad attaccare il Vaticano, ad uccidere il Papa e ad invadere e conquistare l'Europa.
Malgrado le parole distensive e concilianti pronunciate dallo stesso Pontefice sia domenica scorsa, in occasione dell'angelus, sia anche oggi, continuano ad udirsi voci, nel mondo islamico, che invocano ulteriori scuse e spiegazioni, minacciando violente reazioni in caso contrario.
Ebbene, per noi tutto questo è inaccettabile. Chiediamo al Governo, pertanto, quali provvedimenti abbia assunto per proteggere il Vaticano, il Santo Padre ed i nostri luoghi di culto, nonché quali provvedimenti abbia adottato per monitorare e vigilare le moschee e le comunità islamiche presenti nel nostro paese.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ho precedentemente accennato al fatto che, ancora questa mattina, il Santo Padre ha pronunciato ulteriori parole sulla vicenda. Le leggo: «La citazione del dialogo medievale contenuto nel discorso pronunciato a Ratisbona» - afferma Benedetto XVI - «purtroppo si è prestata ad essere fraintesa. Risulta chiaro che non volevo in nessun modo farne mio il contenuto polemico».
Il Pontefice aggiunge: «Spero che, nelle diverse occasioni della visita, sia apparso con chiarezza la volontà dell'invito al dialogo della fede cristiana con il mondo moderno e con tutte le religioni e il rispetto profondo per le religioni, in particolare per i musulmani, con i quali adoriamo l'unico Dio e collaboriamo per difendere diritti, pace e libertà».
GUIDO DUSSIN. Rispondi!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. È bene ricordare ciò, ad onore di un atteggiamento, ispirato ad equilibrio e saggezza, che è stato non solo frainteso, ma anche strumentalmente utilizzato da frange irresponsabili e pericolose per esprimersi ed agire in modi intollerabili quanto alle espressioni, inaccettabili e da respingere con la più grande fermezza quanto agli atti.
Tornerò ancora su questo punto perché, come affermato precedentemente, essendo quattro le interrogazioni presentate su tale materia, approfitterò anche delle prossime risposte per approfondire la questione.
Quanto alla materia della sicurezza, vorrei informarvi che, alla luce delle minacce cui lei ha fatto riferimento, vi è stata una riunione del comitato di analisi strategica antiterrorismo il 15 settembre scorso. Sono in programma altri approfondimenti in questa sede e sono state sensibilizzate - comunica il ministro dell'interno - tutte le questure per ogni approfondimento investigativo, per intensificare le attività informative ed operative, per adottare le più opportune misure di salvaguardia anche con il monitoraggio di luoghi di aggregazione delle comunità islamiche.
Per dare un'idea, si ricorda che nel corso dell'anno sono stati controllati 5.364 obiettivi, identificate 17.342 persone: di queste 430 sono state denunciate e 166 arrestate. Sono state avviate 486 procedure di espulsione, elevate 392 contravvenzioni per irregolarità amministrative.
Nella capitale sono stati potenziati tutti i servizi a tutela della persona del Santo Padre, della Santa Sede e dei principali luoghi di culto.
Oggi stesso il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica sta valutando l'adozione di ulteriori misure di sicurezza.
PRESIDENTE. Il deputato Bricolo, al quale ricordo che ha due minuti a disposizione, ha facoltà di replicare.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, innanzitutto vogliamo esprimere la massima solidarietà e vicinanza al Santo Padre ed anche a quei sacerdoti e quelle suore che in questo momento, a rischio della loro vita - è giusto ricordarlo -, stanno portando avanti la loro opera missionaria nel mondo. La stessa solidarietà, devo dire, non è arrivata da questo Governo, dal Presidente Prodi, dalla maggioranza dei partiti del centrosinistra che, di fatto, si dimostra essere sempre più filoislamico e anticattolico.
Ieri il ministro D'Alema diceva che ci dobbiamo abituare a convivere con il terrorismo. Ebbene, noi della Lega nord non vogliamo convivere con il terrorismo, noi vogliamo combatterlo, vogliamo contrastarlo e, soprattutto, vogliamo evitare che venga direttamente a casa nostra. Per fare questo dobbiamo agire sul territorio. Sbaglia chi pensa che chinando la testa si eviti il problema del confronto con l'integralismo islamico. Dobbiamo far capire a chi viene a casa nostra che questa è casa nostra e chi viene qui deve rispettare le nostre leggi, la nostra storia, la nostra cultura, la nostra religione, la libertà di pensiero che è garantita in questo paese.
Caro ministro Rutelli, lei diceva del monitoraggio delle comunità islamiche, le moschee. Sappiamo che in molte moschee, purtroppo, non si va solo a pregare: sono centri dove si predica l'odio contro l'Occidente. Devono essere monitorate, ma devono essere anche chiuse. Dobbiamo dare un segnale forte nel nostro paese a tutti quegli islamici che pensano di venire a casa nostra e fare quello che vogliono.
Infine, le comunità islamiche presenti nel nostro paese sono già troppo numerose. La gente ci ferma per strada e ci chiede di non fare più entrare islamici nel nostro paese. Nel decreto flussi che ogni anno emana il Governo bisogna evitare l'entrata nel nostro paese di chi proviene dai paesi islamici.
PIETRO MARCENARO. È una vergogna questa!
FEDERICO BRICOLO. Bisogna azzerare le quote di ingresso per chi viene daiPag. 40paesi islamici e preferire, invece, quei cittadini che sono andati anni fa in giro per il mondo a lavorare e che vogliono tornare nel nostro paese e possono essere utili ed integrarsi nella nostra società (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
(Iniziative nei confronti di quei paesi che maggiormente hanno consentito manifestazioni intimidatorie nei confronti del Papa - n. 3-00226)
PRESIDENTE. Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00226 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, come già ricordato, nel discorso a Ratisbona di Benedetto XVI si rifletteva sul rapporto tra fede e ragione. A tale discorso vi sono state reazioni giudicate da molti di noi, in quest'aula, barbare e violente da parte di tutti i paesi islamici, non solo di quelli cosiddetti moderati o di quelli estremisti.
Diceva Thomas Moore, il patrono dei politici, che Dio non vuole che si usi la persecuzione per mantenere e accrescere la fede tra il popolo, ma non si vede perché i cristiani debbano sopportare che il popolo cristiano sia oppresso dai turchi o dagli eretici peggio che dai turchi.
Ad ascoltare le parole del ministro Di Pietro, suo collega, le cui dimissioni sarebbero un gesto naturale in un Governo normale, ed i silenzi indegni del Governo del nostro paese dobbiamo dire che forse Thomas Moore aveva veramente ragione.
Qual è la posizione del Governo e cosa intende fare? Intende convocare gli ambasciatori, sospendere i rapporti commerciali? Insomma, vi chiediamo come il Governo italiano vuole rappresentare la difesa dei diritti di libertà e di opinione, la laicità del crocifisso, la tutela delle radici religiose e la salvaguardia presente degli ideali della nazione italiana.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, nelle precedenti dichiarazioni dei colleghi Catone e Bricolo, come nell'interrogazione in esame, si fa riferimento a un dato non vero, ossia al fatto che il Governo sia rimasto in silenzio. Il Governo si è espresso dalla Cina, dove si trovava fisicamente il Presidente del Consiglio, con parole molto chiare ed inequivoche, riportate dalle agenzie di stampa, dalla televisione e dai giornali, che vi posso mettere a disposizione. Lo stesso hanno fatto il ministro degli affari esteri, onorevole D'Alema, ed autorevoli esponenti del Governo. Sottolineo, ad esempio, le dichiarazioni del viceministro degli affari esteri Sentinelli, che ha espresso sdegno e il suo impegno in questa vicenda, e le dichiarazioni del viceministro degli affari esteri Danieli, che pure ha definito criminali gli atti che hanno colpito tutta una serie di situazioni e che sono stati universalmente giudicati intollerabili.
Le espressioni che ho usato prima - e che lei avrà ben udito - le ho pronunciate a nome del Governo e non certamente a titolo personale. Ritengo che siano espressioni non soltanto condivise dall'intero Governo, bensì dall'intera comunità italiana. Peraltro, la lectio magistralis del Papa a Ratisbona è stata una riflessione profonda sul rapporto tra fede e ragione. Il Papa ha affermato che la violenza è contraria a Dio e all'amore e che non può essere giustificata da un motivo religioso.
Venendo a riflessioni che non riguardano le autorità religiose, bensì noi politici, dobbiamo sforzarci sempre di capire con attenzione ed umiltà l'altro da noi. Dobbiamo cercare sempre di farci capire, dobbiamo evitare di attaccare, anche con le parole, e dobbiamo respingere con assoluta fermezza chi ci aggredisce.
Debbo dire che dell'esperienza del XX secolo fa parte l'avere appreso la tragedia infinita della violenza dell'uomo contro l'uomo. Abbiamo conosciuto il nazismo e i campi di concentramento, i gulag e il totalitarismo sovietico; abbiamo conosciuto i morti della prima e della seconda guerra mondiale: decine di milioni diPag. 41morti. Per questo motivo, abbiamo costruito una civiltà di convivenza. Proprio per questo motivo, per gli errori che abbiamo compiuto nei secoli come europei, abbiamo conquistato, grazie al sacrificio dei nostri genitori e di molte persone che si trovano in quest'aula, la consapevolezza che non solo non si deve tornare alle guerre di religione, ma anche a considerare la violenza contro persone innocenti come qualcosa di tollerabile per qualunque motivazione.
Ecco perché respingiamo con assoluta fermezza le dichiarazioni rivolte soprattutto all'espressione di un'opinione in campo religioso. E respingiamo le dichiarazioni in tutte le direzioni di coloro che pensano o immaginano che la paura possa assumere cittadinanza. La forza della democrazia è anche nel rigettare la paura, a partire dalle sofferenze che abbiamo conosciuto nel XX secolo e dal troppo sangue versato. Non vogliamo più conoscere quelle pagine (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Casini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, che il Santo Padre fosse stato frainteso l'avevamo capito e lei ce lo ha ricordato. L'UDC non ha sollevato tale questione per dividere il Parlamento. Noi vogliamo unirlo nella difesa dell'identità cristiana del nostro paese, nella difesa delle nostre radici, delle nostre tradizioni e della nostra storia.
Noi abbiamo visto troppa timidezza tra i responsabili istituzionali di questo paese, troppa subalternità psicologica. Per sostenere il confronto con gli altri - che noi vogliamo, vicepresidente Rutelli - bisogna avere ben chiara l'idea di chi siamo noi, dove vogliamo andare e da dove veniamo. Questo rischia di mancare nella società italiana. Respingere con fermezza chi ci aggredisce - lei ha detto -, noi siamo d'accordo: vogliamo che il Governo italiano abbia più coraggio. Difendete anche noi e quell'identità cristiana dell'Italia e dell'Europa, che non siamo riusciti a difendere nemmeno all'atto di compilazione della Costituzione europea, perché quel richiamo è mancato: ma esso unisce e deve sempre più unire laici e cattolici.
Infine, onorevole Rutelli, questa mattina il Presidente della Baviera, Stoiber, ha chiesto all'Unione europea di sospendere le trattative di adesione della Turchia all'Unione medesima. Io credo che sia incompatibile la richiesta di scuse ufficiali che il premier Erdogan, da parte della Turchia, ha rivolto al Sommo Pontefice, con la richiesta di adesione all'Unione europea. Chi viene nella nostra casa, nell'Unione europea, non può dimostrare questa subalternità psicologica e politica nei confronti non dell'islam - che rispettiamo -, ma del fanatismo islamico che dobbiamo contrastare con forza [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia]!
(Iniziative diplomatiche a seguito delle reazioni suscitate da recenti dichiarazioni del Papa Benedetto XVI - n. 3-00227)
PRESIDENTE. L'onorevole Vito ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00227 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4).
ELIO VITO. Onorevole Rutelli, come vede anche altri gruppi parlamentari hanno ritenuto che, rispetto alle gravi distorsioni del discorso fatto dal Papa Benedetto XVI sulla cristianità e sulla crisi che c'è oggi tra il mondo occidentale e la religione musulmana, la reazione del nostro Governo sia stata timida, incerta, troppo prudente.
Invece, noi ci aspettavamo che proprio il Governo dell'Italia, il Governo della città di Roma e il Governo che ospita il Papa e lo Stato del Vaticano, il Governo della capitale della cristianità avesse ben presente come una delle cause delle tragedie del ventesimo secolo, alle quali lei si è richiamato, sia stata l'incertezza delle risposte delle democrazie parlamentari.Pag. 42
Rispetto a quanto accaduto, rispetto alla distorsione delle parole del Pontefice, rispetto ad attacchi, minacce, accuse provenienti da Governi di Stati con i quali noi intratteniamo normali relazioni diplomatiche, il nostro Governo non può permettersi queste incertezze. Lei ha avuto il pudore di non ricordare le parole «cinesi» del Presidente Prodi: sa bene che quelle parole non sono sufficienti. Se lei ritiene che possano essere sufficienti le parole del viceministro Sentinelli - che qui ha risposto - e che queste diano il senso e la risposta adeguata al nostro paese: ebbene, esse non ci soddisferanno.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Senza annoiare i colleghi perché, come avevo premesso, sono quattro le interrogazioni - questa è l'ultima sull'importante e delicata materia in oggetto -, credo di avere dato nelle diverse risposte il senso della posizione del Governo; e, francamente, onorevole Vito, quanto ho espresso come Vicepresidente del Consiglio l'ho pronunciato - ripeto - a nome del Governo e con sufficiente chiarezza.
Noi non abbiamo paura dei terroristi: li dobbiamo combattere, contrastare e prevenire la loro attività dissennata, quale che ne sia l'ispirazione (in questo caso il fondamentalismo criminale), ma allo stesso tempo siamo fautori del dialogo verso l'islam moderato e vorrei si cogliessero questi accenti anche nelle parole che, invece, finora non ho sentito in quest'aula.
Ho personalmente apprezzato, per esempio, la visita - non per la verità presso un esponente moderato - che ha svolto il presidente Casini, che ha appena parlato, recandosi opportunamente a visitare il presidente iraniano Ahmadinejad, il quale si è anche espresso con accortezza a proposito delle minacce recenti (mentre altri esponenti del regime iraniano hanno parlato con tutt'altri toni). Bisogna ricordare che c'è, accanto alla fermezza e all'assoluta intransigenza, alla prevenzione e alle misure di sicurezza di cui ho parlato prima, un'azione politico-diplomatica che il nostro Governo sta svolgendo ed intende sviluppare.
Il Governo, nella persona del viceministro Intini, ha da poco incontrato gli ambasciatori dei paesi arabi; inoltre, abbiamo avviato una serie di iniziative che hanno fatto riscontro alle tante dichiarazione concilianti e responsabili venute da esponenti dei Governi dei paesi di professione musulmana.
Non ci nascondiamo una questione, che ha bisogno di tempo per essere sciolta, ma anche di reciproca comprensione: la distanza tra il momento civile, istituzionale, e quello religioso, per noi acquisita nel tempo dopo molti secoli, non è acquisita in altri paesi, in cui accade che, di fronte ad un fatto specificamente religioso, è un'autorità statuale che si pronuncia. Noi non dobbiamo cadere nello stesso errore: quello di rispondere, come autorità statuali, a esponenti religiosi o su materie che riguardano la religione: noi dobbiamo essere garanti dei valori fondamentali che sono alla base della nostra Costituzione, dei quali è elemento costitutivo l'ispirazione cristiana. Questa è stata all'origine di tanta parte della vita della nostra Repubblica, assieme ad altre culture, e del pluralismo, che il nostro paese considera condizione basilare della sua libertà e della sua democrazia. Dialogando con il resto del mondo, non lo trasformeremo in quello che non è: dobbiamo dialogare per avere relazioni corrette e rispettose e affinché l'Italia, come ha dimostrato con la missione in Libano, votata dalla gran parte di questo Parlamento, svolga, come sa di poter svolgere - concludo, signor Presidente -, una funzione fondamentale negli equilibri internazionali, rispettando e facendosi rispettare.
PRESIDENTE. Il deputato Bondi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
SANDRO BONDI. Lei, onorevole Rutelli, non ha compreso, o ha fatto finta diPag. 43non comprendere, le ragioni più profonde delle nostre interrogazioni. Onorevole Rutelli, io sono personalmente convinto che il Santo Padre non abbia bisogno della solidarietà del mondo politico, soprattutto quando questa solidarietà è tardiva, è ambigua e, in alcuni casi, persino ipocrita (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Io credo che milioni di cristiani in tutto il mondo, in questi giorni, abbiano pregato e preghino, in silenzio, per il Santo Padre e per la Chiesa tutta.
Il problema non è del Santo Padre, onorevole Rutelli: il problema è nostro - questo lei ha mostrato di non comprendere -, il problema è del nostro paese, il problema è dell'Europa, il problema è il modo in cui noi siamo disposti a difendere i nostri valori [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], i valori in cui crediamo. Purtroppo, le reazioni di esponenti religiosi e di Governo dei paesi musulmani ed il silenzio colpevole di una parte dell'Europa, in particolare dell'Italia - è tanto più grave questo silenzio in quanto l'Italia è la depositaria dei valori più profondi della cristianità - sono proprio la conferma più eloquente della giustezza del messaggio spirituale del Santo Padre, che ci ricorda che siamo minacciati sia dal fondamentalismo islamico, dal terrorismo, sia dall'odio che abbiamo verso noi stessi, che è la ragione più importante con la quale dobbiamo fare i conti in questo momento.
Onorevole Rutelli, quando un Governo ha una linea comune - se lei mi ascoltasse sarebbe anche un segno di educazione (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia) - sulle grandi scelte di politica estera, economica, che trova ispirazione in valori condivisi, allora ogni membro del Governo, anche se appartenente a partiti diversi, può illustrare e difendere credibilmente la linea del Governo: ciò che lei non può fare oggi, perché lei, nel migliore dei casi, può parlare a titolo personale! Noi apprezziamo anche i suoi buoni sentimenti, la sua apprezzabile ispirazione, ma il suo punto di vista, sia pure molto ambiguo...
PRESIDENTE. Deputato Bondi...
SANDRO BONDI. ... non è quello, ad esempio, dell'onorevole Di Pietro, il quale ha offeso il nostro paese, ha offeso la Chiesa. Io mi sarei aspettato da parte sua, che fa della questione cattolica una questione importante, una parola, una parola [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)] per scindere le sue responsabilità.
Veda, onorevole Rutelli, e concludo...
PRESIDENTE. Grazie...
SANDRO BONDI. ... il problema è che lei può parlare soltanto a titolo personale, non a nome dell'intero Governo! Grazie [Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni].
(Orientamenti del Governo in ordine all'eventuale riconversione della società Stretto di Messina - n. 3-00228)
PRESIDENTE. Il deputato Licandro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00228 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Vicepresidente del Consiglio, ieri, com'è noto, si è svolta, a pochi metri da questa istituzione, dinanzi a Palazzo Chigi, una manifestazione a favore del ponte sullo Stretto.
Secondo la nostra opinione si è trattato più di una carnevalata fuori calendario o di una «goliardata», che di una cosa seria.
Da tempo sosteniamo l'inutilità e l'eccessiva dispendiosità dell'opera, nonché la sua pericolosità; vogliamo però che da questo momento il Governo sia forte in un'opera di demistificazione e pronunci,Pag. 44attraverso la sua persona, parole chiare per uscire con un profilo alto, netto e dignitoso su un tormentone insopportabile, iniziando a fare chiarezza dalla società Stretto di Messina che è una concessionaria del Ministero dell'economia e delle finanze e che, protagonista di spese pazze e ingiustificabili, ha un deficit che finisce per gravare sui contribuenti.
PRESIDENTE. Invito i colleghi che intendono uscire dall'aula a farlo in modo non rumoroso.
Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Avendo avuto l'autorizzazione dell'onorevole Bondi a rispondere a titolo personale (Commenti del deputato Antonio Leone), assicuro che anche in questo caso risponderò a nome del Governo. Vorrei dire al collega Licandro che la sua questione è seria e posta molto correttamente.
È evidente che il Governo è formato da una coalizione di partiti tra i quali vi sono anche opinioni sulla realizzazione del ponte, alcune delle quali assolutamente contrarie, altre non pregiudizialmente tali - tra le quali pongo la mia personale posizione -, però abbiamo trovato una linea comune nel Governo, che è chiara e che terremo con grande fermezza nell'intera legislatura. Il ponte non rappresenta una priorità per l'attività di questa legislatura, cosa che emerge in modo ancora più clamoroso se si considera il bilancio delle risorse che ereditiamo dalla passata legislatura.
Ha ragione il ministro delle infrastrutture Di Pietro a sottolineare come, in tutte le circostanze in cui deve incontrare amministratori nel territorio italiano che gli chiedono conto di programmi varati dal CIPE, di accordi di programma, di documenti sottoscritti riguardanti questa o quella opera pubblica, egli si trovi nella condizione di dover dire che i documenti sono stati firmati ma che non c'erano i soldi e che oggi ci troviamo, quanto a disponibilità finanziaria, con una montagna di promesse ed una gigantesca voragine.
Ancora di più in questo contesto la realizzazione del ponte sfila e slitta decisamente indietro, anche tra coloro che condividono la bontà dell'obiettivo, a maggior ragione contrastata da coloro che non lo condividono. La posizione del Governo è dunque molto chiara: nell'arco di questa legislatura non daremo corso a questa realizzazione, perché ben altre sono le priorità esistenti.
Segnalo l'importanza del fatto che la società Stretto di Messina - debbo correggere alcuni dei dati riportati sull'articolo del settimanale cui lei si riferiva perché i costi sono certamente inferiori, mentre in quell'articolo si riferiscono alla somma dei valori dagli anni 2002-2005 (se vuole le do una scheda specifica su questo stesso argomento) -, preso atto dell'orientamento del Governo a non considerare prioritaria la realizzazione del ponte, sta perseguendo con l'ATI (il contraente generale che ha come capogruppo Impregilo) le intese volte a ridefinire le prestazioni oggetto dell'affidamento senza onere per lo Stato. Anche a tal fine l'ingegnere Ciucci, che è a capo della società, può operare efficacemente ed attualmente il responsabile dell'ANAS sta certamente lavorando con la possibilità di sfruttare attraverso sinergie le strutture presenti in quella società per porle al servizio di opere pubbliche veramente prioritarie per il nostro Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Licandro ha facoltà di replicare.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, mi ritengo sostanzialmente soddisfatto. Sono d'accordo con lei sul carattere non ideologico che il dibattito sull'opera deve avere.
Tuttavia, mi preme ricordare che la destra governa la Sicilia da oltre un decennio, governa le più grandi città, le province e i siciliani chiedono altro: altro che popolo, ieri abbiamo visto molta clientela! I siciliani chiedono occupazione vera,Pag. 45infrastrutture vere, strade, ferrovie, autostrade, una tutela dell'ambiente non di comodo, né strumentale, a giorni alterni o a temi alterni. Ricordiamo come il Governo regionale abbia consentito le trivellazioni nella Val di Noto che appartiene al patrimonio dell'Unesco! I siciliani vogliono, desiderano, pretendono l'acqua corrente nelle proprie case, ospedali pubblici puliti, efficienti, dove non si rischi di morire per banalità.
I siciliani pretendono che il denaro pubblico, a cominciare da quello che spende la società Stretto di Messina, sia speso bene e di essere aiutati da questo Governo a ridiventare cittadini e non sudditi.
(Misure per contrastare il fenomeno della riduzione in schiavitù degli immigrati che lavorano nel settore agricolo - n. 3-00229)
PRESIDENTE. L'onorevole Lombardi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Folena n. 3-00299 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmataria.
ANGELA LOMBARDI. Signor Presidente, Foggia, Borgo libertà, Rosarno, Palazzo San Gervasio, molte città siciliane e tante altre meridionali, alcune delle quali ho visitato, sono luoghi dove la raccolta dei prodotti ortofrutticoli si trasforma in una vera e propria riduzione in schiavitù dei lavoratori migranti: bassi salari, lunghe giornate di lavoro, spesso al sole e senza acqua, caporalato, violenze e soprusi. Non pensiamo che debba cominciare la caccia al clandestino per affrontare il tema come una mera questione di ordine pubblico. Piuttosto, sarebbe opportuno, signor Vicepresidente, mettere in agenda le risposte ad importanti domande.
Quali i luoghi pubblici dove si raccolgono le disponibilità al lavoro stagionale e in agricoltura? Come approntare una politica di flussi che tenga conto della struttura stagionale dell'agricoltura meridionale? Come fornire, con il contributo di agricoltori ed enti locali, accoglienza e diritti a quante e quanti incrociano il lavoro stagionale? Le risposte a queste domande servono all'agricoltura meridionale, che rimane uno dei più importanti settori produttivi, e servono soprattutto a dare cittadinanza a quanti oggi sono invisibili e quindi facili prede di violenza e criminalità.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, devo ammettere che, effettivamente, quella inchiesta giornalistica era agghiacciante (dico ciò sapendo che l'interrogazione del collega Buglio, tra breve, verte sullo stesso argomento). Cercherò di rispondere in modo auspicabilmente completo. In considerazione di questa situazione, ricordo una serie di proposte ed iniziative contro lo sfruttamento del lavoro delle persone che vengono da altri paesi annunciate dal ministro Ferrero. Per quanto concerne questa situazione specifica, sono state avviate dal Ministero dell'interno delle indagini che hanno promesso di identificare e deferire all'autorità giudiziaria le persone ritenute responsabili degli abusi citati in quel servizio.
In particolare, nelle prime ore di ieri sono state arrestate dalla squadra mobile di Foggia due persone ritenute coinvolte negli episodi citati e che nel luglio scorso si sarebbero rese responsabili di lesioni gravi a carico del cittadino rumeno colpito con una spranga di ferro. Sono peraltro in corso ulteriori indagini per individuare tutti i profili penali connessi alle vicende.
Nella provincia di Foggia, a seguito delle determinazioni assunte dal prefetto il 16 luglio scorso, è stato definito un piano di interventi coordinati delle Forze di polizia e dal locale ispettorato del lavoro per il contrasto del lavoro in nero con extracomunitari irregolari e contro il fenomeno del caporalato nelle aziende agricole della provincia.
In attuazione di questo piano, dalla metà di luglio al 17 settembre, sono statePag. 46controllate 214 aziende agricole e 1471 lavoratori.
Di essi 97 italiani e 256 extracomunitari, per un totale di 353, sono stati trovati a lavorare in nero. Sono stati denunciati all'autorità giudiziaria 110 imprenditori e i servizi di controllo nella campagna della Capitanata, da parte delle Forze dell'ordine e dell'ispettorato del lavoro, a partire dal mese di settembre, sono stati raddoppiati e sono ancora in corso. Aggiungo, sfruttando appieno gli ultimi trenta secondi a mia disposizione, che il Governo intende adottare misure per sradicare la schiavitù - cui correttamente si fa riferimento in entrambe le interrogazioni: alcuni di questi fenomeni non possono che essere definiti con questa espressione! - e garantire diritti giuridici e sociali fondamentali. Il ministro dell'interno ha creato, inoltre, una commissione presieduta dal prefetto Panza, il vicedirettore generale della Polizia, che include esperti del dipartimento della pubblica sicurezza, le Forze di polizia interessate e rappresentanti del Ministero del lavoro per affrontare, possibilmente con energia, questo gravissimo problema.
PRESIDENTE. L'onorevole Folena ha facoltà di replicare.
PIETRO FOLENA. Non c'è dubbio, ministro Rutelli, che se esistesse una sorta di premio Pulitzer in Italia andrebbe riconosciuto a Fabrizio Gatti, che già lo scorso anno, fingendosi clandestino a Lampedusa, raccontò e scoperchiò la vergogna dei centri di permanenza temporanea di questo nostro paese permettendoci, quest'anno, di venire a conoscenza dell'inchiesta alla base della nostra interrogazione.
Debbo dire, però, con chiarezza che vi è stata una grande sottovalutazione ed anche una certa dose di omertà in modo trasversale nelle istituzioni, nel mondo sociale e politico. Noi, assieme a pochi altri, abbiamo svolto in questi anni un'azione di denuncia, ma non possiamo dimenticare che alla prima riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, dedicata a questi temi dopo l'inchiesta, il prefetto di Foggia neppure si è presentato. Io sono stato eletto in quel territorio e di questa sottovalutazione sono in qualche modo testimone.
Vanno bene le iniziative sul versante repressivo che ora cominciano e che dovrà portare avanti anche la nuova Commissione parlamentare antimafia: stiamo parlando di 119 desaparecidos polacchi, di cui il 50 per cento nella provincia di Foggia. Quattordici cadaveri di polacchi sono stati rinvenuti nelle campagne del foggiano nel corso dell'ultimo periodo; è un'emergenza di dimensione più generale di cui Foggia, come ha detto la collega Lombardi, rappresenta solo la punta più emergente.
Bisogna procedere con coerenza sulla strada della radicale riforma e revisione della legge Bossi-Fini, con la chiusura dei centri di permanenza temporanea in cui abbiamo rinchiuso le vittime di quelle persone che, con il caporalato e la mafia, riducevano quei lavoratori in schiavitù. Io ho parlato con loro nel CPT di Bari e sono testimone di come le vittime di quelle violenze siano state espulse dal nostro paese.
Bisogna che sul terreno del lavoro vi sia un grande recupero di dignità; a noi piacerebbe che questo Governo, assieme alla regione Puglia, promuovesse nelle prossime settimane degli stati generali sulla lotta al lavoro nero degli immigrati in agricoltura a Foggia per dare il segno che la repressione è importante, ma bisogna cambiare l'economia, il consumo e difendere il lavoro.
(Misure per assicurare condizioni di lavoro e di vita dignitose agli immigrati che lavorano nei campi - n. 3-00230)
PRESIDENTE. L'onorevole Buglio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00230 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
SALVATORE BUGLIO. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente, intanto voglio ringraziare il settimanale L'espresso ed il bravissimo giornalista Fabrizio Gatti.Pag. 47Egli ha riempito un vuoto, poiché ricordo che negli anni Quaranta-Cinquanta i problemi del caporalato di intere zone, in cui lo sfruttamento e l'abbruttimento somigliavano a ciò che oggi viene denunciato, non emersero grazie ai giornalisti, ma al sindacato, alle sezioni socialista e comunista, ai movimenti che, ad esempio, univano Danilo Dolci e tanti intellettuali della sinistra meridionale. Oggi vi è un vuoto che produce lo sfruttamento infame in cui vive una parte rilevante degli immigrati.
Le TV ci hanno mostrato immagini della Puglia - proprio la Puglia di Di Vittorio - che non possiamo dimenticare: lavoratori immigrati sfruttati, sottopagati, alloggiati in posti luridi, massacrati di botte se protestano, qualche volta scomparsi nel nulla. Questa è la condizione di migliaia di braccianti in Puglia!
Penso, come lei, signor Vicepresidente del Consiglio, che un paese civile non può ignorare lo sfruttamento di migliaia di lavoratrici e lavoratori.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Buglio!
SALVATORE BUGLIO. Concludo, chiedendo al Vicepresidente del Consiglio dei ministri - successivamente entrerò maggiormente nel merito - se il Governo ha già predisposto - lei, signor Vicepresidente, ha già detto qualcosa in merito in precedenza, ma non mi pare esaustivo; credo che ci si trovi ancora nella parte iniziale - concrete soluzioni per combattere questa piaga sociale.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei integrare quanto detto in precedenza, rafforzando un giudizio di estrema condanna, ma anche un impegno riguardo a circostanze che non hanno possibilità di esistere in principio e, quindi, debbono essere perseguite in un paese civile in cui si rispettano le regole fondamentali della legalità e della convivenza. Vorrei fare riferimento al tema dell'agricoltore, perché non vi è dubbio che è allo sfruttamento di manodopera immigrata in agricoltura che si riferisce questa eccellente - dal punto di vista dell'efficacia - inchiesta giornalistica cui si richiamano gli interroganti.
Episodi come questi non possono, naturalmente, portare ad una colpevolizzazione generale del mondo del lavoro agricolo e, a maggior ragione, debbono spingere ad identificare quelle aree dove simili comportamenti si protraggono. Ciò vale per le molte zone del paese in cui l'agricoltura sa offrire risposte ai bisogni delle imprese, che ne hanno una necessità assoluta, e favorire l'integrazione economica e sociale anche degli immigrati extracomunitari, che sono una componente ormai strutturale, indispensabile per molte situazioni del paese. La ricerca della Caritas, Migrantes, indice di integrazione degli immigrati in Italia, indica, a sua volta, che in agricoltura lavorano circa 120 mila immigrati, con una percentuale che si attesta attorno all'11 per cento.
Il Governo è impegnato a promuovere una linea di azione, come ho già detto, ed anche il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali è impegnato in prima linea e sarà pronto a rispondere alle vostre interrogazioni, ai richiami, alle sollecitazioni e alle proposte per contrastare i fenomeni di illegalità e adottare misure che vanno dal nuovo provvedimento sui flussi dei lavoratori extracomunitari alla lotta al lavoro nero. Tra queste misure si evidenzia l'individuazione degli indici di congruità, l'obbligo di comunicazione dell'assunzione il giorno antecedente l'effettivo impiego del lavoratore e il documento unico di regolarità contributiva previsto dall'INPS. Quindi, oltre alle misure di prevenzione, di sicurezza e di repressione, oltre alle misure di natura correlata all'integrazione, segnalo tali aspetti amministrativi, che non sono meno importanti ed utili.
PRESIDENTE. L'onorevole Buglio ha facoltà di replicare.
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SALVATORE BUGLIO. Signor Vicepresidente del Consiglio, lei ha dimostrato grande sensibilità e piena conoscenza del problema. Sono fiducioso. Mi permetta, tuttavia, un suggerimento ed una riflessione. Il Governo prenda un'iniziativa per un tavolo di concertazione tra la regione Puglia, gli imprenditori, i sindacati e lo stesso Governo, per evitare di degradare a fatto episodico queste disumane visioni dei rapporti sociali.
Signor ministro, lo dico francamente, sono pessimista. Il prossimo anno, quando visiterò quei luoghi, sono convinto che non sarà cambiato moltissimo, anzi nulla. Questa forma di schiavismo moderno si nutre di indifferenza, di razzismo e di un'idea distorta e malata del mercato. È fatto anche culturale.
Si pone attenzione ai più garantiti e si dimenticano centinaia di migliaia di persone che non hanno diritti, che non fanno notizia e soprattutto non votano.
Le do alcune informazioni, signor Vicepresidente del Consiglio. Il compenso per gli stranieri varia da 2,50 a 3 euro l'ora, da cui devono essere tolti tutti i servizi per il «caporale». Anche per questo motivo gli italiani sono scomparsi da tale tipo di lavoro. La legge prevede una retribuzione ordinaria di 35 euro al giorno. Per favorire le assunzioni regolari il Governo ha fatto qualcosa. In particolare, ha abbassato i contributi che gli imprenditori devono versare di circa il 75 per cento, mentre il contributo dell'8,54 per cento che il bracciante deve pagare all'INPS è rimasto inalterato.
Signor Vicepresidente del Consiglio, i controlli sono inesistenti. Nell'ultimo anno in provincia di Foggia soltanto un imprenditore è stato arrestato per sfruttamento dell'immigrazione clandestina. Oggi si è avuta la novità che lei ci ha evidenziato poc'anzi, che indubbiamente ci fa piacere e per la quale ringrazio la questura di Foggia. Però, questa situazione rappresenta un vero scandalo, un mare di indifferenza e di complicità. Si tratta di una battaglia difficile, ma un Governo di centrosinistra ha il dovere morale di sconfiggere questo schiavismo per consentire una vera rinascita del nostro paese.
(Misure per contrastare il fenomeno degli atti vandalici commessi in occasione dei cosiddetti rave party - n. 3-00231)
PRESIDENTE. L'onorevole Adenti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00231 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, signor Vicepresidente del Consiglio, circa un mese fa per ben cinque giorni un pezzo del territorio della provincia di Pavia, compresa un'area abitata, è stato letteralmente occupato illegalmente da migliaia di giovani e di meno giovani provenienti da ogni parte d'Italia e d'Europa che si sono ritrovati per suonare.
Nel corso di questa manifestazione si sono verificati danni ed aggressioni a pubblici ufficiali e cittadini (fra cui una troup della redazione regionale della RAI che è stata picchiata); sono state danneggiate proprietà pubbliche e private di alcuni comuni; è stata gravemente disturbata la quiete pubblica ed è stato documentato un diffuso fenomeno di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti. È stata addirittura interrotta la principale strada statale della provincia di Pavia.
Con la presente interrogazione si chiede di conoscere se, a parere del Governo, siano state poste in essere, rispetto a questa manifestazione, tutte le misure per una corretta prevenzione e se il Governo intenda aiutare le amministrazioni comunali colpite da questo prolungato atto vandalico, che in alcun modo può e deve essere tollerato.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la modalità di svolgimento di questiPag. 49appuntamenti - rave party - è molto difficilmente prevedibile perché, come riferisce il Ministero dell'interno, in questo caso circa ottomila giovani, in prevalenza francesi, tedeschi, spagnoli ed olandesi, sono giunti nel territorio della provincia di Pavia nella tarda serata dello scorso 11 agosto senza preavviso.
Solo successivamente si è accertato che la manifestazione era stata pubblicizzata su siti Internet francesi nei quali erano state indicate le date di svolgimento, ma non il luogo della riunione, individuato in una località non meglio specificata del nord Italia. Solo con comunicazioni telefoniche e con SMS intercorsi nella stessa giornata dell'11 agosto i partecipanti si sono scambiate le informazioni per il luogo dell'appuntamento.
Non c'è dubbio che occorre rafforzare l'attività di collaborazione internazionale con le Polizie degli altri paesi sia con riguardo alle informazioni sui siti Internet frequentati da coloro che sono interessati a questi appuntamenti, sia, sempre in termini di informazione, sui movimenti che queste persone interessate realizzano. In questo senso noi dobbiamo chiedere - condivido pertanto l'opinione dell'onorevole interrogante - una maggiore attività di prevenzione alle autorità di pubblica sicurezza.
Ho qui tutti i dati riguardanti gli interventi che sono stati posti in essere dopo l'inizio dell'evento con le unità di rinforzo e con attività investigative. Faccio riferimento, in particolare, al sequestro di sostanze stupefacenti, al deferimento all'autorità giudiziaria di nove cittadini francesi, a due arresti per possesso di sostanze stupefacenti a fini di spaccio, porto illegale di arma, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Solo il 16 agosto, nella tarda serata, i partecipanti hanno tolto il «disturbo», credo non con grande rammarico dei residenti e dei cittadini locali. Ritengo sia difficile trovare degli eventi che riscuotano minore consenso fra le popolazioni. Questi appuntamenti debbono essere, e su ciò concordo con l'onorevole interrogante, assolutamente prevenuti e scoraggiati.
Infatti, i partecipanti pur con la loro mobilità spesso difficile da localizzare, hanno tuttavia bisogno di alcune strutture; si spostano a loro volta velocemente quando vengono identificati, ma questo non giustifica - e condivido con la sua posizione, onorevole - la valutazione preoccupata e l'esigenza di intervenire con maggiore fermezza.
PRESIDENTE. L'onorevole Adenti ha facoltà di replicare, per due minuti.
FRANCESCO ADENTI. Sono abbastanza soddisfatto della risposta del Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Vorrei solo ricordare che in quel giorno oltre mille automezzi - tra auto, moto e autocaravan - hanno attraversato le strade della provincia di Pavia, per cui mi sembra veramente molto strano che nessuno se ne sia accorto. Sono, invece, assolutamente d'accordo con l'onorevole Rutelli quando dice che vanno scoraggiati anche sotto il profilo legislativo perché, comunque, esiste una lacuna nel testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che noi vorremmo aiutare a modificare con una proposta di legge volta a impedire che in futuro accadano questi episodi.
Bisognerebbe, quindi, modificare questa norma, come giustamente la legge francese ha previsto, considerando illegali questi raduni. Quindi, una linea dura contro le più morbide scelte di altri paesi europei, perché è inammissibile riconoscere legittimità alcuna ad eventi che celebrano la cultura dell'eccesso, della droga, dell'alcool, della violenza e del mancato rispetto delle norme di convivenza sociale, in nome di una presunta libertà che risiederebbe nello «sballo». Credo che anche attraverso un provvedimento di questo tipo, quindi normativo, possa essere mandato un importante messaggio alle giovani generazioni del nostro paese sull'idea di libertà, combattendo il modello degli eccessi, che porta sicuramente ad un benessere momentaneo, ma anche alla distruzione di se stessi e degli altri.
(Intenti del Governo rispetto al progetto di estensione della rete Alta Velocità con il quadruplicamento della linea Salerno-Battipaglia - n. 3-00232)
PRESIDENTE. Il deputato Rotondo ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Iannuzzi n. 3-00232 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
ANTONIO ROTONDO. Signor Presidente, è evidente che non si può parlare di sviluppo del Meridione, sapendo che la crescita economica dell'intero paese dipende prevalentemente dalla crescita del sud, se in quell'area non si crea un sistema infrastrutturale adeguato. È la stessa Unione europea, fra l'altro, che ci indica di puntare prevalentemente sulla rete ferroviaria e su un moderno sistema di trasporto marittimo. Vogliamo ricordare che con il passato Governo di centrodestra non ha operato in questa direzione: ormai è evidente, si è accentuato lo squilibrio nord-sud. I pochi fondi impegnati per le grandi opere - ricordo solo i 58 miliardi di euro sui 173 previsti - sono stati utilizzati prevalentemente per il nord: il 70 per cento delle opere già avviate è localizzato al nord e solo il 10 per cento al sud.
Chiediamo perciò al Governo come intenda agire per potenziare, modernizzare e mettere in sicurezza la rete ferroviaria meridionale e siciliana (ricordo, fra l'altro, l'importanza delle tratte Messina-Palermo e Messina-Catania-Siracusa).
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Il tratto di linea Napoli-Palermo è la parte terminale dell'asse transeuropeo ad alta capacità nord-sud, che da Berlino porta al Mezzogiorno d'Italia (il cosiddetto progetto prioritario n. 1 di Essen). È una priorità anche per il Governo Prodi e lo voglio dire con estrema chiarezza, dopo essermi espresso sulla posizione dell'esecutivo riguardante altre infrastrutture, alla luce della situazione che ereditiamo quanto all'effettiva distanza tra progetti stabiliti, varati e risorse disponibili. A questo proposito, vorrei esporre due cifre che i colleghi interroganti possono naturalmente ben apprezzare, essendo la stima complessiva del progetto pari a 1.855 milioni di euro e solo 55 di essi sono disponibili.
Quindi, è evidente che il Governo, nell'ambito delle priorità cui il ministro delle infrastrutture è fortemente impegnato, dedicherà un'attenzione particolare ad un'opera che prevede un ulteriore intervento. Infatti, il potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea Battipaglia-Reggio Calabria impegna 230 milioni di euro, di cui è disponibile un milione per studi e progettazioni, mentre la trasformazione ad alta capacità della linea Battipaglia-Reggio Calabria, con tempi naturalmente molto più lunghi, prevede un costo di circa 3.270 milioni di euro, di cui ne sono disponibili appena dieci.
Riferisco all'Assemblea che il Governo intende riaffermare la priorità degli interventi infrastrutturali per il Mezzogiorno. Il collega D'Antoni in proposito è fortemente impegnato insieme ai ministri competenti perché sappiamo che ciò urge, a maggior ragione se consideriamo che perfino i cantieri di alcuni lotti del tratto autostradale Salerno-Reggio Calabria, sono fermi a causa dell'interruzione nei mesi passati dell'erogazione delle risorse necessarie per il loro completamento. Vorrei ricordare che due anni fa vi fu la presentazione di lavagne nel corso di alcune trasmissioni televisive e si parlò del completamento dell'opera.
Colleghi deputati, non vogliamo ripetere tale errore, perché intendiamo affermare con estrema chiarezza tale priorità, che riguarda anche la prospettiva siciliana. Lo sottolineo ulteriormente e sono pronto a trasmettere tutti i dati e la scheda predisposta dal Ministero delle infrastrutture dove si indicano alcuni degli interventi prioritari da realizzare lungo questa linea così complessa. Infatti, questa è laPag. 51chiara intenzione e volontà del Governo. Troppe opere sono previste all'interno della legge obiettivo, mentre poche sono effettivamente perseguite. Ebbene, tra le priorità che intendiamo inserire vi è certamente la ferrovia che da Salerno-Battipaglia porta verso la Calabria e poi verso la Sicilia.
PRESIDENTE. Il deputato Iannuzzi ha facoltà di replicare.
TINO IANNUZZI. Onorevole Vicepresidente del Consiglio, la ringraziamo per la risposta e prendiamo atto con soddisfazione degli impegni assunti dal Governo. La modernizzazione delle infrastrutture nel Mezzogiorno deve essere al centro dell'azione del Governo Prodi, ma dopo gli anni del Governo Berlusconi, ricchi di promesse e proclami ma poveri di cantieri e finanziamenti, come hanno evidenziato anche i dati da lei forniti poc'anzi, occorre voltare pagina. Condividiamo l'operazione-verità avviata dal Governo sullo stato effettivo delle opere e dei fondi e concordiamo sulla necessità di definire una griglia effettiva e ristretta di grandi priorità nella politica delle infrastrutture. Tra di esse, in pole position, vi è lo sviluppo della rete ferroviaria del Mezzogiorno, in Campania, in Basilicata, in Calabria, in Sicilia, in considerazione della generale arretratezza del sistema ferroviario meridionale rispetto al resto del paese. Basti pensare alle tante tratte ferroviarie siciliane, ancora non elettrificate ed ancora a binario unico.
Per tale ragione occorre procedere con determinazione nel progetto e nella costruzione dell'estensione dell'alta velocità ed alta capacità dal nodo napoletano verso Salerno e Battipaglia, quale primo passo e primo segmento di un progetto più generale di velocizzazione, potenziamento, adeguamento tecnologico e messa in sicurezza della linea ferroviaria verso Reggio Calabria, Catania e Palermo. Lo sviluppo ferroviario nel sud è atteso da quelle comunità, ma ha un'indubbia valenza nazionale e nei provvedimenti che il Governo si appresta a varare per la crescita del Mezzogiorno deve rientrare anche il compito dello Stato di realizzare esclusivamente con fondi pubblici le grandi opere che servono al sud, come ha sostenuto il viceministro D'Antoni.
Noi continueremo nella nostra azione e nella nostra funzione con passione e determinazione. Sarà un'azione di sostegno pieno, ma anche di impulso, di stimolo positivo, attivo e propositivo, al Governo, persuasi che il rilancio del sistema Italia si incrocia con una grande speranza ed una grande prospettiva per il Meridione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Iniziative volte alla predisposizione di una riforma del processo penale - n. 3-00233)
PRESIDENTE. Il deputato Palomba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00233 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
FEDERICO PALOMBA. Onorevole Vicepresidente del Consiglio, la questione dell'indulto ha visto in quest'aula e fuori di qui la contrapposizione tra chi, come noi, lo considerava una resa dello Stato ed un colpo di spugna su alcuni dei più gravi reati e chi, invece, invocava uno stato di necessità, assicurando comunque l'impegno verso le riforme strutturali del sistema penale, compreso l'ordinamento e l'organizzazione penitenziaria. Ora ci troviamo ad affrontare gli effetti del condono. Da notizie di stampa sembra che da allora si siano verificati alcuni dei rischi da noi denunciati: un numero di scarcerazioni superiore a quello annunciato e l'aumento della criminalità indotto dal condono. Non abbiamo notizie circa il processo di riorganizzazione ed ampliamento delle strutture penitenziarie affinché possa evitarsi un nuovo sovraffollamento e, magari, un nuovo indulto. Soprattutto, non vorremmo che si spegnesse la spinta alla riforma organica e strutturale del complessivo sistema normativo penale. Non vogliamo che si riveli fondato l'interrogativo di chi temeva che la prospettazione della riforma del sistema penale formulata in aula fossePag. 52solo funzionale ad ottenere comunque la scarcerazione di detenuti. Le chiedo perciò, signor Vicepresidente, di conoscere gli intendimenti del Governo.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'onorevole Palomba solleva una serie di questioni molto importanti, che legano l'effettività dell'indulto, che ha portato alla scarcerazione di un numero di detenuti superiore a quelli stimati all'atto dell'approvazione del provvedimento da parte del Parlamento, alla sicurezza dei cittadini.
Nel momento in cui il Parlamento, pur con il rispettabile dissenso di alcune forze parlamentari, e tuttavia con la maggioranza costituzionalmente prescritta, ha varato l'indulto per venire incontro alla drammatica situazione delle carceri e per onorare degli impegni, che, ove non rispettati, avrebbero potuto ulteriormente peggiorare la convivenza civile, ha tenuto conto di quell'altra metà della luna rappresentata dalla sicurezza dei cittadini.
È evidente che il nostro paese in prospettiva non può pensare che le carceri siano sufficienti per coloro che vengono riconosciuti responsabili di reati, anche se la nostra speranza è che vi sia sempre meno carcerazione preventiva e sempre più persone che scontano una condanna nelle carceri italiane. Come paese civile dobbiamo disporre di un numero di carceri con un numero di posti corrispondente agli esiti delle attività dei nostri tribunali. Non possiamo immaginare quindi che vi siano in futuro scarcerazioni a causa del sovraffollamento; semmai dobbiamo pensare a condizioni delle carceri decenti, dignitose e civili.
Vorrei informarla che sono oggi in costruzione nove nuovi istituti penitenziari: Rieti, Marsala, Savona, Rovigo, Sassari, Cagliari, Tempio Pausania, Oristano e Forlì. Sono state altresì espletate le procedure di gara per l'esecuzione di interventi di ristrutturazione presso venti istituti, i cui lavori saranno appaltati entro la fine del corrente anno. Per gli altri la fase di progettazione è già perfezionata ed i lavori sono stati appaltati o sono in corso.
Per quanto riguarda le iniziative legislative mirate ad evitare che si ripetano i fenomeni lamentati - la richiesta principale della sua interrogazione è infatti una riforma strutturale del procedimento penale - in data 27 luglio il ministro della giustizia ha costituito una commissione per la riforma del codice penale presieduta dall'avvocato Giuliano Pisapia.
Uno dei temi è proprio la ridefinizione del sistema sanzionatorio per irrogare pene anche diverse da quelle carcerarie, ma in grado di assicurare il massimo di effettività della sanzione inflitta.
Infine - concludo - sul versante processuale in pari data è stata istituita una commissione per la riforma del codice di procedura penale, presieduta dal professor Giuseppe Riccio, volta a trovare un punto di equilibrio tra ragionevole durata del processo e giusto processo per assicurare finalmente al nostro paese un sistema processuale rapido, efficiente e garantito.
Le due commissioni hanno già iniziato a lavorare e dovranno concludere entro il 31 luglio 2007 il loro lavoro, stendendo i rispettivi schemi di legge delega e provvedendo alla stesura degli schemi dei decreti legislativi di attuazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di replicare.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevole Vicepresidente del Consiglio, abbiamo preso atto delle sue dichiarazioni. Non abbiamo ragione di dubitare della serietà dell'impegno del Governo. A dire la verità, avevamo chiesto che la riforma precedesse o accompagnasse l'approvazione di un provvedimento di clemenza, ma così non è stato. Ciò genera il rischio che possa essere percepita una certa incoerenza delle istituzioni.
Il 29 agosto ultimo scorso è stato celebrato il quindicesimo anniversario della morte di Libero Grassi, eroico imprenditorePag. 53siciliano assassinato dalla mafia, dall'omertà dell'associazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza dello Stato, come si legge nella lapide che ricorda il sacrificio.
In questa circostanza, molte autorità politiche si sono affrettate a magnificare le virtù di questa persona che ha dato la vita, ma si tratta delle stesse persone che hanno voluto approvare l'indulto ed hanno voluto bocciare la nostra richiesta di escludere proprio il delitto di estorsione, insieme ai delitti di corruzione, ai reati finanziari e di voto di scambio mafioso, dall'indulto stesso. Così i condannati per il racket mafioso sono tornati tra le gente, a schernire la polizia, la magistratura e, magari, a minacciare le stesse vittime! In questo modo, le istituzioni rischiano di magnificare le virtù dei martiri, ma, dall'altra parte, di renderne vani i frutti.
In particolare, il bonus di tre anni, onorevole Vicepresidente, rappresenta uno scoraggiamento a concludere le indagini soprattutto nei confronti delle vittime, le quali pensano che esporsi in prima persona possa rappresentare un grave rischio, soprattutto perché alla condanna non seguirà l'esecuzione della pena.
Concludo, dicendo che l'allarme dell'opinione pubblica, la paura delle vittime, le delusioni delle Forze di polizia e della magistratura per la vanificazione del difficile lavoro svolto dovranno trovare una risposta seria nel Governo che, attraverso la riforma del sistema penale, deve dare la certezza di voler ripristinare la legalità di cui fa parte la certezza della pena ed, insieme, la sicurezza dei cittadini, anche per evitare che resti minata la fiducia nelle istituzioni.
(Iniziative concernenti la sepoltura delle vittime di omicidi commessi dai familiari, con particolare riferimento al caso della giovane pakistana Saleem Hina - n. 3-00234)
PRESIDENTE. La deputata Garnero Santanché ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00234 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11) di cui è cofirmatario.
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Signor Presidente, abbiamo presentato questa interrogazione a proposito della ragazza, la giovane donna pakistana, che è stata uccisa dai suoi stessi familiari perché aveva deciso di vivere una vita all'occidentale. Aveva un fidanzato italiano; lavorava in una pizzeria e stava con i nostri ragazzi italiani.
Volevo chiedere al Governo quali sono ancora oggi, dopo ormai quaranta giorni dalla sua morte, le ragioni che ostano ad un funerale così come è stato richiesto dal fidanzato, che era anche il suo convivente.
Vi è bisogno di questo funerale, perché deve rendere omaggio alla memoria della giovane donna pakistana innocente e trucidata in modo barbaro. Un funerale ancora più necessario per riparare a quell'assordante silenzio, che ci ha accompagnato in tutto questo periodo, di troppe coscienze che, in altre occasioni, abbiamo visto mobilitarsi, scendere in piazza, fare le fiaccolate. Ne abbiamo, quindi, bisogno.
Chiedo, pertanto, se non ritenga il Governo di adottare iniziative, anche normative, volte ad evitare in questo ed in altri simili casi il pericolo che il corpo della vittima di un omicidio venga riconsegnato proprio ai familiari che lo hanno commesso.
PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, prima di rispondere a quest'ultima interrogazione, vorrei informare l'Assemblea in merito alla volontà del Governo di essere presente in maniera significativa in occasione del question time.
Si tratta di una forma di rispetto nei confronti del Parlamento. Credo che ne abbiamo dato prova e ci tengo ad informare anche la Presidenza che, mentre nella precedente legislatura il Presidente del Consiglio, su 138 sedute del questionPag. 54time (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale), vi ha partecipato zero volte...
GIANNI MANCUSO. Risponda all'interrogazione!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... ed i Vicepremier hanno partecipato sei volte, in appena nove sedute è venuto già il Presidente del Consiglio (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)...
MANLIO CONTENTO. Risponda all'interrogazione! Rispetti il regolamento!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, state calmi, poi l'onorevole ha la possibilità di replicare!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Non vedo perché vi dobbiate innervosire. Precedentemente avete parlato del riconoscimento dei diritti civili e dei diritti di espressione. Lasciateli pure al Governo in quest'aula, se ci consentite (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Onorevoli di Alleanza Nazionale, vorrei ricordare che in 138 sedute, sei volte è venuto il Vicepremier. In questa legislatura, in nove sedute sono venuti una volta il Presidente del Consiglio (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)...
ANGELA NAPOLI. Risponda all'interrogazione!
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ...e tre volte i Vicepresidenti del Consiglio, dimostrando il rispetto del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)...
PRESIDENTE. La prego, onorevole Rutelli...
FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... che vorrei voi apprezzaste, anziché reagire a male parole, come state facendo!
Quanto all'interrogazione (se me lo consentite, rispondo, perché si è di fronte ad un tema di grande importanza e rilevanza), si tratta una vicenda agghiacciante.
Se il Parlamento vuole assumere un'iniziativa legislativa, come ha detto correttamente alla fine del suo intervento l'onorevole Santanchè, credo vi sia la disponibilità del Governo a confrontarsi per modificare il quadro legislativo.
Vorrei spiegare il problema giuridico che è complesso, ma cercherò di farlo in poche parole. In questa terribile, orrenda vicenda che ha visto come vittima Saleem Hina abbiamo misurato tutta questa difficoltà. Oggi, l'istanza relativa al nulla osta per il seppellimento del cadavere presentata dalla mamma della vittima è stata rigettata, perché le indagini devono attendere il deposito della relazione della consulenza per l'autopsia. Quindi, la questione è sottoposta al vaglio dell'autorità giudiziaria e anche il TAR della Lombardia, come lei sa, se ne sta occupando, su istanza del convivente, che invoca il diritto a disporre lui della salma, come atto di pietà nei confronti della vittima di questo gesto spaventoso che ha colpito tutto il nostro paese.
Tuttavia, come lei ha giustamente ricordato, si tratta di trovare una strada legislativa, poiché, ad oggi, il codice di procedura penale stabilisce che, quando la persona offesa sia deceduta in conseguenza di reato, le facoltà e i diritti previsti dalla legge siano esercitati dai prossimi congiunti. Normalmente, quindi, la salma della persona uccisa viene riconsegnata ai congiunti. Per quanto riguarda il caso di specie, tutti conveniamo su quanto sia stato orrendo. Conveniamo sul fatto che consegnare la salma a coloro che, con questa barbarie, si sono resi responsabili della sottrazione della vita ad una ragazza che cercava di vivere in libertà sia un modo per peggiorare ancora di più tale situazione. Tutto ciò induce ad assumere un'iniziativa. Auspicherei che venisse presa in Parlamento con il più ampio consenso possibile.
PRESIDENTE. L'onorevole Santanchè, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Signor Presidente, devo dire che non posso essere soddisfatta delle parole pronunciate del Vicepresidente del Consiglio.
Innanzitutto, mi dispiace che abbia usato il tempo previsto per rispondere alla mia interrogazione per citare dati e quant'altro...
ROBERTO GIACHETTI. La verità!
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Benissimo, allora voglio ricordare a questo Parlamento che Prodi è stato obbligato, attraverso un voto espresso ieri al Senato, a venire a parlare (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Padana) e che Prodi, sin dall'altro ieri, ha detto che qui siamo tutti matti! Questo è il rispetto che voi avete nei confronti del Parlamento! Quindi, non era oggetto del question time! Ma lasciamo perdere tale questione.
Per ritornare all'oggetto della interrogazione di cui sono cofirmataria, non posso essere soddisfatta della risposta, Vicepresidente Rutelli. Sono contenta che lei la pensi come me e concordi sul fatto che tutto ciò non dovrebbe avvenire. Tuttavia, lei rimanda al Parlamento l'iniziativa legislativa e lei sa bene che i tempi del Parlamento, per approvare una legge, sono almeno di un anno o un anno e mezzo, sempre che siamo tutti d'accordo e non ci sia alcunché su cui discutere. Perché l'esecutivo di questo paese, perché il Governo che lei rappresenta non è in grado di predisporre, per questo caso, un decreto-legge che eviti che questa ragazza sia ammazzata due volte (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)? Dovete decidere! Ci ha stancato questo «buonismo», questo politically correct quando si parla di immigrazione! Si tratta di una giovane donna pakistana che voleva vivere alla maniera occidentale, che aveva ben presente che cosa fosse l'integrazione, che usciva con i nostri ragazzi e amava un italiano.
Allora, le chiedo, vicepresidente Rutelli: come posso essere soddisfatta del fatto che lei ha scaricato il problema sul Parlamento - con i tempi del Parlamento, e sappiamo quanto siano lunghi - e che l'Esecutivo della mia nazione non prende la decisione di approvare un decreto-legge per mettere fine alla questione e per non ammazzare Hina Saleem due volte, come voi state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Padania - Congratulazioni)?
IGNAZIO LA RUSSA. Brava! Brava!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30.
La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,35.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Bruno, Fabris, Lucà, Martino ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Modifica nella composizione della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro europea (INCE).
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro europea (INCE) il deputato Francesco Stradella, in sostituzione del deputato Elio Vito, dimissionario.
Pag. 56Modifica nella composizione della Delegazione italiana presso le Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa e della UEO.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data 13 settembre 2006, il Presidente del Senato della Repubblica ha comunicato che è stato operato un avvicendamento tra un membro effettivo e un membro supplente della Delegazione italiana presso le Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa e dell'Unione dell'Europa occidentale. In particolare, il senatore Giannicola Sinisi è stato nominato membro effettivo e la senatrice Albertina Soliani è stata nominata membro supplente.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi il deputato Marco Beltrandi, in sostituzione del deputato Roberto Villetti, dimissionario.
Per un richiamo al regolamento (ore 16,39).
MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire per svolgere un richiamo al regolamento: mi riferisco, in particolare, all'articolo 135-bis, in relazione all'articolo 8 dello stesso regolamento.
Poco fa si è svolto il question time; lei presiedeva in quel momento l'Assemblea ed ha assistito, come noi, ad una vicenda abbastanza singolare. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, onorevole Rutelli, rispondendo all'interrogazione presentata dal gruppo di Alleanza Nazionale, ha ritenuto, infatti, di scegliere proprio tale fase per leggere un comunicato relativo alla presenza in questa Assemblea dei ministri destinatari di interrogazioni a risposta immediata.
Le chiedo dunque, Presidente, se lei ritenga che non si tratti di una violazione del regolamento, posto che, come lei sicuramente saprà, l'articolo 135-bis (che disciplina lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata) prevede termini «essenziali» per quanto concerne la domanda e la risposta.
Ma ciò non basta: il Vicepresidente del Consiglio, infatti, ha ritenuto, a suo arbitrio, di scegliere anche l'interrogazione a risposta immediata - e, quindi, la risposta - nell'ambito della quale inserire le vicende cui ho testè fatto riferimento. Avrebbe potuto tranquillamente scegliere una interrogazione della maggioranza; tuttavia, lo ha fatto rispondendo ad un atto di sindacato ispettivo presentato da un gruppo dell'opposizione.
Credo che lei, signor Presidente, sarebbe dovuto intervenire - posto che, naturalmente, le è demandato il compito di presiedere alle discussioni in Assemblea - ed avrebbe dovuto impedire al ministro e Vicepresidente del Consiglio Rutelli di scegliere, a suo piacimento, il momento in cui fare quello «spot» di carattere elettorale, dal momento che vi era la diretta televisiva!
Affermo ciò, signor Presidente, sul piano non politico (vale a dire, rispetto ai contenuti della risposta), ma morale. Tra l'altro, infatti, egli ha fatto una pessima figura, perché ha scelto proprio uno strumento di sindacato ispettivo in cui si parlava delle vicende relative alla povera ragazza pakistana che è stata massacrata, dimostrando, così, quanto rilievo dava ad un'interrogazione tanto delicata!
Pertanto, Presidente, le chiedo di chiarire, una volta per tutte, se, in relazione allo svolgimento del question time e all'articolo del regolamento da me precedentementePag. 57citato, ritenga possibile che un ministro chiamato a rispondere in Assemblea possa dissertare su qualsiasi cosa - come ha fatto il Vicepresidente del Consiglio dei ministri -, ponendo su un piano secondario la rilevanza delle questioni che, in base alla citata norma regolamentare, gli vengono sottoposte.
PRESIDENTE. Poiché nella fase alla quale lei ha fatto riferimento ero io a presiedere la seduta, ho il dovere di rispondere immediatamente. Ritengo che le sue osservazioni siano pertinenti. Peraltro, devo dire che l'onorevole Rutelli è intervenuto argomentando comunque sulla questione riguardante lo svolgimento del question time. Lei riconoscerà che ha parlato di questo, e non di altra materia che esulasse dal question time. Credo si debba dare atto all'onorevole Rutelli di avere risposto al quesito posto dall'onorevole Santanchè nel merito con assoluta precisione, al punto che è stato ammesso anche dall'interrogante, che ha avuto la possibilità di replicare e, pur mantenendo le proprie valutazioni di merito, ha dato atto che il Vicepresidente del Consiglio aveva risposto al quesito formulato. Quindi, da tale punto di vista, l'onorevole Rutelli non è venuto meno al suo dovere di fornire una risposta pertinente ed in termini succinti, così come prescrive il terzo comma dell'articolo 135-bis che lei ha citato.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1042.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si sono svolti gli interventi sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 1.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la questione che intendo trattare è un'altra, ma non posso esimermi, se fosse stata un'interrogazione quella del collega Contento, dal dichiararmi insoddisfatto della sua risposta.
Innanzitutto, Rutelli non ha dato risposta al nostro question time. Inoltre, non è tollerabile, né rispondendo alla maggioranza, né rispondendo all'opposizione, che si confonda il question time con le comunicazioni del Governo: sono due cose diverse (Commenti del deputato Boato). Rutelli venga in un altro momento e faccia le comunicazioni che vuole...
PRESIDENTE. Cerchi anche lei, onorevole La Russa, di non esulare e si attenga alla questione che ha posto...
IGNAZIO LA RUSSA. Se vuole, la prossima volta presento il question time su questo...
PRESIDENTE. Benissimo! Lei ha chiesto la parola per un richiamo al regolamento. A quale articolo?
IGNAZIO LA RUSSA. Certamente, non ad una furberia, ma al regolamento...!
Signor Presidente, all'inizio di questa legislatura abbiamo votato e, con un solo voto determinante, quello del Presidente della Camera Bertinotti, nell'Ufficio di Presidenza è stata decisa la costituzione di altri 5 gruppi, oltre quelli esistenti, contro il parere dell'opposizione e con il voto stranamente (non era mai capitato in passato) determinante del Presidente della Camera. Tale fatto ha provocato una serie di mutamenti e, per quel che riguarda l'opposizione, di guasti. Le faccio un esempio: lei, o chi per lei, da quello scranno ha dato recentemente lettura dei nomi dei componenti della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Poiché la norma prevede che vi sia la presenza di un rappresentante per ogni gruppo, fermo restando il numero massimo dei partecipanti, nella Commissione di vigilanza si è spostato l'equilibrio tra maggioranza edPag. 58opposizione, favorendo in maniera surrettizia la maggioranza, che ha un numero più elevato di rappresentanti.
Quando svolgiamo i dibattiti in aula, il tenore degli stessi viene condizionato dal numero assai più consistente di gruppi rispetto a quelli che il regolamento prevede, perché lei sa che il regolamento prevede, normalmente, che un gruppo abbia almeno 20 parlamentari, cosa che non si verifica per nessuno dei suddetti 5 gruppi. I 5 gruppi, in totale, hanno solo 69 deputati: potrebbero al massimo essere ricompresi in tre gruppi, se fossero dello stesso partito. Non esiste più, di fatto, un vero e proprio gruppo Misto, perché tutti coloro che hanno qualche motivo per costituire un gruppo autonomo lo hanno ottenuto. Ciò è stato fatto rispettando il regolamento, per carità, nel senso che, con il voto determinante e poco opportuno del Presidente della Camera, si è arrivati legittimamente alla costituzione di tali gruppi.
Vengo alla vicenda odierna. Sollevo la questione in questo momento perché è la prima volta che l'opposizione pone in essere un'azione legittimamente ostruzionistica rispetto ad un provvedimento contingentato nei tempi. Essendo tale provvedimento contingentato, il monte ore a disposizione dell'intera Assemblea - come lei mi insegna - viene distribuito tra i gruppi, ed a ciascun gruppo è attribuita una quota fissa, a prescindere dal numero dei deputati che lo costituiscono (poi, vi è un'altra quota stabilita in base al numero dei deputati). Tale monte ore, quindi, viene suddiviso in maniera apparentemente corretta, ma surrettiziamente a favore della maggioranza, perché ripartito tra tredici gruppi, cinque dei quali non sarebbero dovuti esistere, secondo una normale applicazione del regolamento. Ciò ha fatto sì che, in un dibattito così importante, il mio gruppo, costituito da circa 70 deputati (chi mi dice 71, chi mi dice 74 deputati; facciamo 72: aggiudicato!), e che, quindi, dispone di un elevato numero di componenti, abbia ottenuto un tempo di poco superiore a quello assegnato a gruppi costituiti da pochissimi deputati.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
IGNAZIO LA RUSSA. Non c'è un tempo limite: sto esprimendo un concetto...
PRESIDENTE. Lei ha cinque minuti a disposizione e li ha esauriti. La prego di concludere.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, vorrei che lei, anziché richiamare il tempo anche in questa occasione, intervenisse affinché si possa continuare a discutere in ordine ad una vicenda di cui non volete si parli, ossia in ordine al modo surrettizio con cui volete aprire le porte a qualunque immigrato che, fingendo di essere un richiedente asilo, potrà essere libero di stare in Italia senza regole e senza rispetto delle leggi. Chiediamo più tempo (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, ovviamente, il contingentamento dei tempi è predisposto dalla Presidenza tenendo conto dei precedenti consolidati nelle passate legislature; e tiene conto anche del numero dei gruppi. Ad esempio, per l'esame del disegno di legge comunitaria, lo scorso anno, è stato stabilito un contingentamento complessivo di 16 ore e 25 minuti. Quest'anno, essendo aumentato il numero dei gruppi, il contingentamento è di 20 ore e 30 minuti. Quindi, si è tenuto conto dell'incremento del numero dei gruppi. Pertanto, la situazione non si è modificata.
In ogni caso, mi pare che la questione da lei sollevata potrà essere utilmente posta nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che è la sede appropriata per discuterne. In ogni caso, sappia che da parte della Presidenza - se vi è la disponibilità dei gruppi a concludere l'esame di questo provvedimento in tempi ragionevoli - non ci sarà una gestione fiscale dei tempi. Si tenga conto, peraltro, che - come lei sa - è già stato riconosciuto un ampliamento dei tempi da parte del Presidente della Camera, di cui il suo gruppo ha ampiamente beneficiato nel corso della mattinata.Pag. 59
Prego i colleghi di consentire di procedere nei nostri lavori, altrimenti, davvero, dovrò essere fiscale...
CARLO GIOVANARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, intervengo su una questione specifica riguardante l'ordine dei lavori e anche l'economia dei lavori del Parlamento, inteso come Camera dei deputati e Senato della Repubblica.
Stiamo discutendo sulla norma riguardante il diritto di asilo. Oltre alle riserve sollevate dall'opposizione, ho letto poco fa sulle agenzie di stampa un comunicato di un gruppo della maggioranza, l'Italia dei Valori, che afferma di non essere d'accordo con quella norma e che propone, alla fine del dibattito sul provvedimento, l'approvazione di un ordine del giorno con cui sostanzialmente si invita il Senato a modificarlo, quando lo stesso verrà trasmesso in tale sede.
Credo che si debba agire con onestà intellettuale, valorizzando ogni ramo del Parlamento, se già in questa Camera vi è un orientamento nel senso di modificare quella parte del provvedimento e vi è un gruppo della maggioranza che ufficialmente parla di un ordine del giorno volto a modificare il testo al Senato per poi trasmetterlo di nuovo alla Camera (ciò significherebbe esaminare il provvedimento alla Camera, poi al Senato e di nuovo alla Camera).
Ricordo che non siamo nella situazione in cui ci siamo trovati tante volte nelle precedenti legislature e in cui ci troveremo anche in questa legislatura: nel corso dell'esame di un provvedimento in seconda lettura, proprio per evitare la terza lettura, tante volte, anziché modificarlo, come sarebbe giusto fare, si approva un ordine del giorno e si demanda la materia ad un provvedimento successivo.
Non siamo in questa situazione. Qui siamo in sede di prima lettura di un provvedimento, abbiamo una norma che...
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, il suo è un intervento di merito: avrà occasione nel corso dell'esame...
CARLO GIOVANARDI. No, è proprio sull'ordine dei lavori. Sto spiegando che è emersa una maggioranza - se non in questa sede, al Senato - di gruppi che già da adesso dice di essere favorevole a modificare uno specifico articolo. Se noi, invece di raccogliere questo...
PRESIDENTE. Non voglio interloquire con lei, ma mi consenta: ascoltiamo anche la posizione del Governo, e poi si cercherà di continuare...
CARLO GIOVANARDI. Però, mi scusi Presidente, se non è ordine dei lavori questo, non so quale possa essere...!
PRESIDENTE. Sì, però siccome lei fa riferimento ad una questione di merito rispetto alla quale il ministro, quando esprimerà i pareri, si riserva di dare conto all'Assemblea su una posizione che può aiutare a superare queste riserve, ritengo opportuno ascoltare l'intervento del rappresentante del Governo; poi ci sarà la possibilità di intervenire nel corso dell'esame degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare anche l'onorevole Buontempo sull'ordine dei lavori: che non sia sulla questione già trattata...
TEODORO BUONTEMPO. No, il mio intervento riguarda un richiamo all'articolo 135-bis del regolamento, Presidente. Poc'anzi, lei ha dato una risposta ai colleghi di Alleanza Nazionale. Vorrei farle presente, onorevole Presidente, che il question time ha una sua autonoma regolamentazione e (Commenti)...
MARCO BOATO. Non si può continuare così!
TEODORO BUONTEMPO. È il solito Boato con il suo beato...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, potrà sollevare la questione al termine deiPag. 60lavori, giacché la stessa è estranea all'esame del provvedimento in corso.
TEODORO BUONTEMPO. Non è affatto estranea! Abbiamo superato...
PRESIDENTE. Ho già risposto all'onorevole Contento sullo stesso tema. Se lei non è soddisfatto, al termine dei lavori, potrà sollevare di nuovo la questione. Adesso dobbiamo procedere nell'esame della legge comunitaria...
TEODORO BUONTEMPO. Aspetti solo minuto, Presidente, perché il question time, tra l'altro, ha un orario preciso e il suo comportamento ci ha fatto superare quell'orario; questo non poteva avvenire. Ecco il motivo per il quale - e concludo - riprendo questo problema, poichè...
PRESIDENTE. Mi dispiace...
TEODORO BUONTEMPO. Poiché il deputato...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, non abusi della cortesia della Presidenza. Lei sa che la questione è già stata sollevata e che ho già dato una risposta al rigurado. Se ha altre osservazioni in merito, le svolga alla fine della seduta.
TEODORO BUONTEMPO. Non sto abusando. Ogni deputato interrogante...
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Grazie, Presidente. Intervengo per riallacciarmi a quanto hanno sottoposto all'attenzione dell'Assemblea i colleghi di Alleanza Nazionale, a proposito del comportamento del Vicepresidente del Consiglio Rutelli oggi, nel corso del question time. Lei presiedeva (Commenti)...
MARCO BOATO. È chiusa la questione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Boato).
ANTONIO LEONE. Se, per cortesia, fa smettere Boato...! Non è lui che presiede e la deve smettere di comportarsi in questo modo! Mi deve far parlare (Commenti)...
PRESIDENTE. Onorevole Leone, sono io che presiedo; lei continui. Sta intervenendo su una materia in ordine alla quale ho chiesto, se vi fossero osservazioni ulteriori, di intervenire a fine seduta. La questione è chiusa: io ho dato una risposta. Se lei ritiene di sollevare ulteriori osservazioni, lo faccia a fine seduta.
ANTONIO LEONE. Non è chiusa; voglio sollevare adesso una questione...
PRESIDENTE. Adesso stiamo discutendo del disegno di legge comunitaria e la questione di cui lei si sta occupando non ha attinenza con tale provvedimento.
ANTONIO LEONE. Se mi fa parlare un secondo...! Io avevo chiesto prima di intervenire sul question time e sull'intervento di Rutelli. Poi è passato del tempo e non mi è stata data la parola, o non le è stato comunicato che l'avevo chiesta. Io non ho avuto modo di parlare, ma visto che l'argomento è molto, molto pregnante, poiché è accaduto oggi (Commenti). Tra l'altro, vi sono state una serie di argomentazioni da parte dell'onorevole Rutelli che nulla hanno a che vedere con la realtà.
Non dobbiamo dimenticare - e lei era anche presente, se non sbaglio, ad una riunione della Conferenza dei capigruppo - che il Governo è stato in difficoltà, prima della pausa estiva, perché non sapeva chi far venire a rispondere al question time. Non si può venire a dire delle falsità in diretta televisiva, come ha fatto Rutelli. Peraltro, debbo evidenziare il suo arzigogolo - anche lei vi ha assistito -, vale a dire il fatto che, rispondendo a quattro interrogazioni sullo stesso tema, alla prima e alla seconda ha detto che avrebbe risposto dopo; arrivato all'ultima, ha asserito di aver già risposto, dicendo che - evidentemente - non doveva dare risposte. Quindi, ha omesso di rispondere!Pag. 61
È questo il comportamento grave che lei, signor Presidente, deve anche sottoporre...
PRESIDENTE. Grazie...
ANTONIO LEONE. ... all'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Grazie.
ANTONIO LEONE. Concludo, ricordando che è all'attenzione della Giunta per il regolamento la questione relativa al question time sollevata dal collega La Russa, che è valida, specialmente dopo che il Presidente Bertinotti ha concesso a dismisura l'aumento dei gruppi in questa Camera.
PRESIDENTE. Grazie.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione accetta l'emendamento 1.101 del Governo.
Per quanto concerne l'emendamento 1.102 del Governo, avendo recepito il parere della VIII Commissione (Ambiente), e ritenendo opportuno che la direttiva in oggetto rimanga nell'allegato B, la Commissione esprime parere contrario.
Il parere è favorevole sull'emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, identico all'emendamento 1.201 della Commissione, di cui raccomanda l'approvazione, nonché sull'emendamento 1.103 del Governo.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.104.1, accetta l'emendamento 1.104 del Governo e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.105.
Infine, recependo il parere della Commissione bilancio, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 1.100 del Governo, in quanto non vi è copertura.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, devo rivolgerle una domanda che attiene alla procedura: devo esprimere il parere soltanto sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 o su tutti gli emendamenti presentati?
PRESIDENTE. Soltanto sugli emendamenti riferiti all'articolo 1, signor ministro.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Mi riservo, quindi, di intervenire...
Alcune voci: Voce!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Più di così non posso urlare...
PRESIDENTE. Se i colleghi garantiranno un po' di silenzio, avranno la possibilità di ascoltare il ministro!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Mi riservo, quindi, di intervenire successivamente sugli emendamenti riferiti agli articoli successivi.
Il Governo raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.101 e si rimette all'Assemblea sul suo emendamento 1.102.
Il Governo si rimette all'Assemblea anche sull'emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento. Altrettanto vale per l'emendamento 1.201 della Commissione: si tratta di capire se il recepimento delle direttive necessiti o meno di delega legislativa.
Il Governo raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.103, perché la direttiva in esso richiamata necessita, per il suo recepimento, di una delega legislativa.
Il Governo esprime parere favorevole sul subemendamento 0.1.104.1 della Commissione, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.104, esprime parerePag. 62favorevole sull'emendamento 1.105 della Commissione e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.100.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, approfitto della possibilità di parlare sull'emendamento 1.101 del Governo per chiedere al ministro Bonino - visto che siamo paralizzati da ore sull'argomento relativo all'articolo 8-ter - di esprimersi su questo.
Il suo, signor ministro, è un atteggiamento burocratico che non si addice ad un politico raffinato come lei. Con l'Assemblea della Camera bloccata da ore a discutere su un argomento, lei si alza, prende la parola, signor ministro, e non dice, ad esempio: a proposito di tutto ciò che ho sentito e degli inviti che mi sono stati rivolti, comincio col dire che avete ragione, che avete torto, che il Governo si impegna ad una mediazione, e via dicendo.
Ho l'impressione che abbiate dimenticato che qui, in quest'aula, il Governo si impegnava, talvolta, a fare mediazioni tra maggioranza ed opposizione, in tal modo impedendo che fossero paralizzati i lavori del Parlamento. Il ministro si deve esprimere... Quando siete comodi, non c'è problema: abbiamo molto tempo... Il ministro, il Governo si deve esprimere! Non è possibile che lei dica solo se è favorevole o contraria a questi emendamenti: allora, mandi qui il direttore generale del suo ministero, ci mandi...
PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, il ministro ha recepito la sua richiesta.
ITALO BOCCHINO. Noi vogliamo sapere se il ministro per le politiche europee ritiene che con questo provvedimento, che nulla ha a che vedere con la questione dell'immigrazione, si possa smantellare, senza spiegarci cosa volete in alternativa, l'attuale normativa sull'immigrazione. Lei ha il dovere di dirlo al Parlamento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Le motivazioni dell'onorevole Bocchino, che erano quelle illustrate dall'ex ministro, nostro collega, onorevole Giovanardi, penso che vadano approfondite, mettendo le carte in tavola, come si suol dire.
Il provvedimento in esame non suscita motivi particolari di opposizione, tanto meno di opposizione ostruzionistica: vi è, però, questa preoccupazione, che grava fortemente sull'iter e sul dibattito stesso di tale provvedimento.
Onorevole Bonino, al di là delle visioni politiche, lei ha la nostra stima. Assieme alle sue, nella maggioranza vi sono molte posizioni ragionevoli, le quali si sono espresse a più riprese per evitare l'abrogazione della legge Bossi-Fini: tutti ritengono possibile un mutamento, un rinnovamento e una riforma della legge medesima, ma nessuno può ragionevolmente ritenere che sia accettabile che essa venga abrogata sic et simpliciter.
Gli emendamenti da noi presentati all'articolo 8-ter, illustrati dall'onorevole Giovanardi, richiedono una risposta specifica da parte sua. Se il Governo rimetterà in discussione questo punto, siamo disponibili ad assecondare l'iter del provvedimento; è però un controsenso pensare che la Camera in questa sede esamini un ordine del giorno che verrà poi approvato, che si riveda il provvedimento al Senato per rinviarlo di nuovo alla Camera: scusate, ma iniziamo a lavorare qui, sistemiamo qui il provvedimento e consegnamolo al Senato nella versione definitiva [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale]!
PRESIDENTE. Fermo restando che il Governo si esprimerà nel merito degli emendamenti all'articolo 8-ter quando arriveremo all'esame di tale articolo (Commenti di deputati del gruppo di Alleanza Nazionale), mi sembra giusto dare adesso la parola al Governo, perché anticipi laPag. 63sua posizione politica rispetto alle questioni sollevate.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Colleghi, per rispetto al Parlamento, il Governo ha chiesto al Presidente se ritenesse che il Governo stesso dovesse esprimere il proprio parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 o sul complesso degli emendamenti, essendo la disponibilità totale. Il Presidente, per esigenze di procedura, ha chiesto al Governo di replicare e dare il parere sugli emendamenti all'articolo 1, cosa che ho fatto, rispettosamente.
Non ho alcun problema, invece, ad intervenire sul complesso degli emendamenti e sul dibattito svoltosi questa mattina. Vi sono parecchie questioni che sono state sollevate, ma su queste mi soffermerò alla fine; affronterò invece subito la questione riguardante l'articolo 8-ter, in particolare le lettere a) e b) del comma 1. Ero già intervenuta a nome del Governo su tali emendamenti in sede di discussione sulle linee generali, e già allora il Governo aveva espresso alcune riserve su di essi.
La situazione, oggi, colleghe e colleghi, è un'altra, e vi pregherei di ascoltarmi.
IGNAZIO LA RUSSA. Siamo qui apposta!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. A pagina 45 del disegno di legge comunitaria al nostro esame - lo dico anche al Presidente Casini -, all'articolo 8-ter, riguardante l'attuazione della direttiva 2005/85/CE del Consiglio sulla revoca dello status di rifugiato, era prevista la lettera a) del comma 1.
La lettera a) del comma 1 ha dato luogo a tutto il dibattito di questa mattina, durante il quale vari colleghi dell'opposizione hanno fatto notare come il comma potesse dare adito ad un'estensione indiscriminata del diritto d'asilo, senza neanche capire bene quale sarebbe l'ubicazione del richiedente tale diritto sino al momento dell'esaurimento della richiesta.
Vorrei fare notare che la lettera a) del comma 1 non esiste più, perché è stata bocciata dalla Commissione bilancio, al di là del parere del Governo (che si era già espresso in merito nella seduta del 25 luglio scorso). Come lei mi insegna, presidente Casini, in materia comunitaria, tale parere espresso è vincolante. Indi, bocciata dalla Commissione bilancio, quella lettera, che è stata l'oggetto dell'ampio dibattito di questa mattina, non esiste più.
IGNAZIO LA RUSSA. Esiste ancora!
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Tale lettera è sostituita da un emendamento della Commissione, che potete vedere nello stampato degli emendamenti, il quale invita il Governo, nell'ambito del recepimento della direttiva, a tenere conto, nella scelta delle opzioni che la direttiva prevede, di quelle più aderenti al disposto dell'articolo 10 della Costituzione.
Vorrei leggervi l'articolo 10 della Costituzione, il quale semplicemente stabilisce che «lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge». Quindi, colleghi, questa mattina abbiamo dibattuto, con grande passione, di una materia molto sensibile, che è oggetto di dibattito in moltissimi paesi europei. Tuttavia, tale materia deve essere discussa in altra sede normativa. Quindi, per questo motivo, la lettera a) del comma 1 è venuta meno: non perché il dibattito venga meno, ma perché esso si svolga in altra sede, non in questa. Tali sedi sono già state individuate, essendo l'argomento all'attenzione delle varie Commissioni: questo dibattito, scontro, confronto o dialogo - si vedrà - avverrà in altre sedi.
Dunque, colleghi e colleghe, di che cosa discutiamo oggi? Discutiamo se sia il caso di separarci di fronte ad un provvedimento così importante, che recepisce 100 direttive e fa venire meno alcune infrazioniPag. 64comunitarie: dobbiamo oggi sollevare una simile questione in merito all'opportunità di avere o meno un riferimento all'articolo 10 della Costituzione? Personalmente, riterrei ciò persino pleonastico, perché sempre le leggi e le direttive si fanno rispettando la Costituzione, altrimenti finiamo tutti davanti alla Corte costituzionale!
Quindi, il mio appello, da una parte e dall'altra, è che non si conduca una battaglia ideologica e ideale in questa sede, che infatti viene meno cadendo la lettera a) del comma 1, ma la si faccia nelle sedi opportune - gli altri disegni di legge presentati dal Governo, che sono oggi presso la Commissione affari costituzionali -, senza «prendere in ostaggio» la legge comunitaria, come modificata dalla Commissione bilancio, perché ritengo che ciò non sia utile.
Infine, sempre sull'articolo 8-ter era stata sollevata un'altra questione per quanto riguarda la lettera b), relativa al richiedente del diritto d'asilo proveniente da paese sicuro. Il Governo si è fatto carico, rispetto al testo che figura a pagina 45 dello stampato, di meglio formulare questa parte, utilizzando esattamente la disposizione che è prevista nella direttiva 2005/85/CE, all'articolo 31.
Si dice, sostanzialmente, per quanto riguarda il richiedente che arrivi da un paese cosiddetto sicuro, che la domanda di asilo è dichiarata infondata, come previsto dall'articolo 31 di detta direttiva, salvo che siano invocati gravi motivi per non ritenere sicuro quel paese nelle circostanze specifiche in cui si trova il richiedente, cioè l'onere della prova è del richiedente e non è generico.
Quindi, cari colleghi, consentitemi altre due osservazioni; tra l'altro, ve ne sono state molte altre, a cui risponderò puntualmente più avanti. In ogni caso, secondo me, tutto il dibattito che si è svolto questa mattina si riferiva ad un testo redatto certamente a luglio e modificato a seguito del parere vincolante della Commissione bilancio. Poiché il tutto è avvenuto ieri, è probabile che non vi sia ancora stata la trasmissione dell'informazione; in ogni caso la Commissione bilancio ha bocciato quell'emendamento. Indi, essendo vincolante il parere della stessa, la lettera a) non esiste più. Tant'è vero che il dibattito, lo scontro concerne ora la nuova formulazione della lettera a) che, faccio osservare all'onorevole Casini, fa un semplice riferimento all'articolo 10 della Costituzione, che mi pare pleonastico.
Interverrò successivamente su altri argomenti di rilievo come, ad esempio, quello sollevato dal collega Pili per quanto concerne la fase ascendente e la corretta applicazione della legge n. 11 del 2005; assicuro il collega che anche la fase ascendente è trattata dal comitato che è in piena attività.
Se sarà necessario, interverrò in seguito anche per trattare una serie di problemi posti dai colleghi relativi ad emendamenti, peraltro dichiarati inammissibili dalla Presidenza, in materia di caccia e di energia; essi sono oggetto di discussione in altre sedi normative, in altre Commissioni.
Infine, per quanto riguarda l'emendamento all'articolo 1 concernente - credo - la direttiva 2005/64/CE, il Governo - come ho già ricordato - si rimette all'Assemblea, poiché ad avviso dello stesso basterebbe la via amministrativa. Tutto ciò, a meno che il collega si stesse riferendo ad un'altra direttiva; in tal caso, lo pregherei di specificarla.
PRESIDENTE. Ho consentito l'intervento del ministro Bonino, che è un po' informale, da un certo punto di vista, in quanto stiamo esaminando l'emendamento 1.101 del Governo. Ho, però, pregato il ministro Bonino di intervenire sulla questione posta dai colleghi proprio per verificare se sia possibile «sbloccare» il nodo politico che incontreremo quando passeremo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 8.
Quindi, invito i colleghi che interverranno sulle osservazioni svolte dal ministro Bonino a tenere conto che - lo ripeto - in questo momento stiamo cercando di sciogliere un nodo politico. Con questo spirito, consentirò i successivi interventi. Do la parola all'onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la ringrazio. Ho ascoltato con molta attenzione il ministro, che ringrazio per la cortesia e la completezza delle argomentazioni che ha voluto rassegnare al Parlamento.
Debbo dire al ministro, senza polemica, di non presumere che si sia così disattenti, poiché altrimenti si potrebbe dire lo stesso del Governo.
Tanto ci siamo accorti degli emendamenti del Governo al comma 1, lettera b), e della Commissione, sempre al comma 1, lettera a), che abbiamo presentato due subemendamenti. Signor ministro, se pensa che non abbiamo visto qualcosa su cui presentiamo subemendamenti, evidentemente ha difficoltà nel suo staff, ed io non ci posso fare nulla! Noi abbiamo presentato, come detto, due subemendamenti e, quindi, siamo perfettamente a conoscenza di ciò che lei ha appena detto. Qual è il nodo politico che, mi permetta, lei non ha, non dico affrontato, ma risolto?
Onorevoli colleghi, vi pregherei di fare un po' di silenzio, perché l'argomento è delicato e necessita, per chi è interessato, di un minimo di attenzione. Signor ministro, lei ha fatto benissimo, e gliene abbiamo dato atto pubblicamente - guardi i lanci di agenzia di oggi -, a tentare di «salvare capra e cavoli», richiamando la Costituzione, in particolare l'articolo 10, eliminando un testo che, a prescindere da ciò che ha detto la Commissione bilancio, immagino che nei contenuti lei stessa ritenesse troppo forte. Debbo dire, comunque, che non è «morto» quel testo. Infatti, nell'ipotesi in cui il Parlamento respingesse l'emendamento della Commissione, ritornerebbe in vita. Poi, vi sarebbe il problema del contrasto con la valutazione espressa dalla Commissione bilancio, ma esso, come detto, ritornerebbe in vita; dunque, non è per nulla «morto». Ci troveremmo di fronte al problema del rispetto o meno di ciò che ha detto la Commissione bilancio, ma al momento - lo legga, è tra le carte che abbiamo - tale testo è tecnicamente «vivo e vegeto». Anche da tale punto di vista, mi permetto di darle questa informazione.
Ma qual è il punto che a me interessa, nello spirito che il presidente Castagnetti ci ha chiesto? Noi vogliamo sapere, sommessamente, senza spirito propagandistico, cosa succede. Lo vogliamo sapere adesso. Non vogliamo che lo decida il Governo, senza il controllo dell'opposizione. Vogliamo dare, nella delega al Governo, indicazioni precise. Questa è la differenza. Vogliamo capire se siete d'accordo con noi nel dire che, nel periodo in cui gli extracomunitari che hanno chiesto asilo dovranno rimanere - è giusto - in Italia per aspettare la decisione della magistratura, questi extracomunitari saranno liberi di «sparire» e di non essere mai più rintracciati o saranno tenuti - amichevolmente, col caffè, gli zuccherini, le brioches - in custodia, in modo da poter essere espulsi se, per caso, hanno mentito quando dicevano di provenire da un paese «cattivo» (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale). Questo è il quesito politico che poniamo!
Le riferisco, me l'ha appena detto l'ex ministro dell'interno Pisanu, che attualmente - le do i dati che lo stesso Pisanu mi ha voluto fornire telefonicamente - il 50 per cento degli immigrati, pur in assenza di una norma come questa, quindi già con la norma in vigore, che è molto più rigida, chiede asilo politico. Sarebbero il 100 per cento, se sapessero che non sono trattenuti in un luogo in cui, nel frattempo, si verifica se abbiano diritto o no all'asilo. Di tale 100 per cento di immigrati, il 50 per centro lo chiede e solo l'8 per cento è ritenuto meritevole dello status di rifugiato.
Allora, per arrivare a tale media, che sarà mantenuta anche in futuro, ossia l'8 per cento, se consentiamo al 100 per cento - o solo al 50 per cento, come oggi - di non essere, in qualche modo, controllato nel periodo in cui la magistratura decide - periodo che noi speriamo sia brevissimo, ma bastano 24 ore -, se tali immigrati non sono tenuti nella condizione di poter essere poi espulsi, lei capisce che tutta la politica dei flussi, tutta la politica dell'accoglienza, tutta la politica del Governo sulla questione, importantissima, dell'immigrazionePag. 66va a finire «a ramengo»; mi scusi il termine, ma questa è la verità! Come può constatare, in termini chiari, non polemici e non demagogici, le ho posto un problema. Come si può risolvere tale problema? Se, infatti, non si offre una soluzione, si fa parte del problema, ne sono convinto.
Credo, e glielo dico pubblicamente, che al citato emendamento della Commissione basti solo aggiungere «(...) fermo restando che nel periodo necessario saranno tenuti» - mi dica lei come e dove - «nei centri di accoglienza». Se si accede a tale riformulazione e se si invita la magistratura ed il Governo a prevedere tempi rapidissimi - noi parlavamo di 48 ore - per questa decisione, il problema è risolto. Se questo non si fa e lasciamo al Governo il compito di decidere, sapendo a quali ricatti sarà sottoposto il Governo stesso dalla parte estrema del suo schieramento, ci prendiamo in giro e apriamo le porte indiscriminatamente a tutti coloro che vorranno venire in Italia (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, aveva chiesto di parlare prima l'onorevole Giovanardi!
PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi interviene nel merito, non per un richiamo al regolamento!
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anche l'onorevole Giovanardi dovrebbe sapere che i richiami al regolamento hanno la precedenza sul dibattito di merito.
Presidente, le pongo in evidenza una questione che tiene conto, nel massimo rispetto, di chi intende fare ostruzionismo, che rappresenta una scelta legittima in ordine a materie che stanno particolarmente a cuore alla parte che lo pratica.
Signor Presidente, l'invito che le rivolgo fa riferimento all'articolo 8 del nostro regolamento, in tema di buon andamento dei lavori dell'Assemblea. Presidente, lei, con grande atto di disponibilità, ha consentito che il rappresentante del Governo intervenisse con una comunicazione e l'espressione di un parere in relazione ad emendamenti che dovrebbero essere esaminati più avanti. Le argomentazioni portate dal collega La Russa riguardano, com'è noto, emendamenti che saranno trattati in seguito, non ora.
Sull'emendamento su cui si è discusso finora si è svolto un dibattito generale; il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso i relativi pareri, ma tutto ciò non è stato sufficiente perché per votare quell'emendamento, come richiesto anche dal presidente Casini, era necessario che il ministro illustrasse più chiaramente la posizione del Governo. Ora che il ministro l'ha illustrata, noi rischiamo, come accaduto con l'intervento del collega La Russa, che le legittime considerazioni che si debbono fare più avanti siano anticipate. Di conseguenza, rischiamo di non procedere nei nostri lavori, e cioè rischiamo di non poter votare il primo emendamento contenuto nel fascicolo.
Presidente, la pregherei, quindi, di fare in modo che le considerazioni sull'intervento svolto dal ministro Bonino siano rinviate al momento in cui si saranno esaminati gli emendamenti che a quell'intervento si riferiscono e che si proceda ora con le dichiarazioni di voto e con le votazioni degli emendamenti seguendo l'ordine del relativo fascicolo.
PRESIDENTE. All'onorevole Giachetti rispondo che mi sono comportato in questo modo perché a me sembrava - credo che sia condivisibile questa mia opinione - che tutto ciò che può concorrere a sciogliere i nodi politici che sono alla base di atteggiamenti ostruzionistici è fatto nell'interesse dell'approvazione del provvedimento in esame e dell'economia dei lavori dell'Assemblea [Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. L'ho fatto con questo spirito. Mi rendo contoPag. 67che, a questo punto, le posizioni sono abbastanza chiare. Mi ero impegnato a dare la parola all'onorevole Giovanardi, cosa che mi accingo fare, e subito dopo chiederò al ministro se ritiene di dover fornire ulteriori precisazioni; altrimenti procederemo nell'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 1, in quanto non avrebbe alcun senso procedere in maniera diversa.
Prego, onorevole Giovanardi, ha facoltà di parlare.
ROBERTO COTA. Presidente, ho chiesto anch'io di parlare!
ANDREA GIBELLI. Presidente, faccia parlare uno per gruppo!
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, ringrazio anzitutto il ministro Bonino per la cortesia mostrata nell'illustrare il punto di vista del Governo in ordine all'emendamento discusso e al testo che sarebbe eliminato a seguito della decisione assunta dalla Commissione bilancio.
Ministro Bonino, un detto popolare dice che qualche volta «è peggio il tacon che il buso». A me pare che questo sia proprio il caso, perché l'argomento in discussione è il più delicato, il più angoscioso, il più importante con cui questo paese dovrà confrontarsi nei prossimi anni. Si tratta di adottare la misura giusta rispetto ad un fenomeno complesso e angoscioso, come è appunto quello dell'immigrazione, sia quella regolare sia quella irregolare, sia quella criminale sia quella dominata dai racket.
Ministro Bonino, lei ha richiamato la Costituzione. Ciò è giusto; difatti, nell'emendamento a cui faccio riferimento, l'8-ter.201 della Commissione, si prevede che si debba tenere conto anche del disposto di cui all'articolo 10 della Costituzione. Ma tale articolo è stato scritto nel periodo compreso tra il 1946 e il 1948 e, quando i costituenti hanno trattato il diritto di asilo, avevano sicuramente in mente (è sufficiente a questo riguardo andarsi a rivedere gli atti parlamentari) Giuseppe Mazzini e i fratelli Rosselli. Avevano cioè in mente una situazione in cui l'asilo politico era collegato a situazioni particolarissime di perseguitati politici, che trovavano in paesi liberi e democratici la possibilità di continuare la loro attività politica. Oggi non stiamo parlando di quel problema, che era proprio di quegli anni, ma di milioni di persone che, venendo in Italia, possono chiedere asilo politico. Su tale problematica è in corso una discussione. In particolare, sono i perseguitati politici o sono soltanto quelli che nei loro paesi di origine hanno condizioni di vita disagiate o scarsa libertà, come avviene in Cina, a poter chieder asilo politico? Ad esempio, un miliardo e cento milioni di cinesi possono chiedere asilo politico in Italia?
Il problema che si pone è che l'emendamento a cui faccio riferimento rappresenta, a mio parere, una delega assolutamente in bianco. Tale emendamento prevede, in sostanza, che il Governo farà, nella gamma delle opzioni che la direttiva prevede, quelle scelte che siano le più aderenti al disposto dell'articolo 10 della Costituzione. Ministro, lei capisce che in questo modo si espropria il Parlamento.
Viene meno il merito di una discussione che, proprio perché così complessa e difficile, deve impegnarci tutti a trovare una soluzione. L'onorevole La Russa ne ha formulata una, ma ho qualche dubbio che, se i numeri sono quelli che ha fornito lui, ci sia la possibilità di trattenere, anche per una settimana o per 48 ore, decine di migliaia di persone. Dove tratteniamo decine di migliaia di persone, se prima non stabiliamo che cosa si intende per asilo politico nel 2006, non nel 1948?
Quindi, questa discussione - che è un dibattito importante - trasferiamola in una sede idonea. È venuto il ministro Amato, ha riferito che vuole modificare la legge Bossi-Fini ed ha detto anche cose intelligenti e condivisibili: in quel provvedimento organico collocheremo anche il problema del diritto d'asilo. Si tratta di una delega in bianco, che «zoppica» anche dal punto di vista costituzionale, perché è talmente dilatata che non fissa al Governo nessun parametro di riferimento,Pag. 68se non la Carta costituzionale. A questo punto, mi sembra che, con un atto di saggezza da parte di tutti, possa essere ritirata dalla Commissione, demandando il dibattito di merito alla Commissione e all'Assemblea nel successivo provvedimento, consentendoci di andare avanti tranquillamente con la legge comunitaria [Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Poiché stanno «piovendo» le richieste di intervento e poiché il carattere di questa discussione è quello che abbiamo definito, darò la parola per cinque minuti, ad un rappresentante per ciascun gruppo che ne faccia richiesta. È evidente che il tempo impiegato sarà scomputato da quello attribuito ai gruppi di appartenenza.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, anche noi apprezziamo gli sforzi che ha fatto il ministro Bonino, però, colleghi, non dobbiamo prenderci in giro. Infatti, il ministro Bonino dice che questa materia dovrebbe essere oggetto di un successivo provvedimento. Allora, mi chiedo perché questi articoli sono stati aggiunti. Questi articoli sono stati aggiunti, a fronte di un testo che non li prevedeva, per un'iniziativa specifica che è stata presa dall'onorevole Zaccaria: quindi, non possiamo assolutamente dire che la volontà è quella di rimandare ad un altro provvedimento.
Se l'intento del Governo è quello di rimandare ad altro provvedimento, la conseguenza non può che essere quella di ritirare dal testo gli articoli 8-bis e 8-ter, che sono stati aggiunti; invece questo non è assolutamente successo. Allora, l'intento manifestato è quello di incidere, attraverso la legge comunitaria, sulla legge Bossi-Fini, nel senso di minarne le fondamenta, fondamenta di rigore e di serietà, che vengono ad ancorare la presenza sul nostro territorio di immigrati stranieri in base al rispetto di precise regole e garanzie, che è giusto che il paese ospitante abbia. Questa è la prima considerazione.
Seconda considerazione. Signor Presidente, signor ministro, come possiamo fidarci di dare una delega al Governo su questo punto, a fronte delle posizioni che il Governo stesso ha assunto su una materia così delicata? Tali posizioni sono state assunte con specifici provvedimenti, come quello sulla regolarizzazione generalizzata, o attraverso la proposta di modifica della legge sulla cittadinanza in senso assolutamente estensivo.
Come possiamo fidarci, a fronte delle dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo che, a più riprese, hanno dichiarato di voler smantellare la legge Bossi-Fini e di voler aprire indiscriminatamente le frontiere? Come possiamo fidarci, di fronte ai ricatti sistematici subiti all'interno del Governo e della maggioranza da parte dell'estrema sinistra (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania)? È evidente che noi non possiamo fidarci, ovviamente nell'interesse dei cittadini e delle loro esigenze, che noi qui rappresentiamo.
Vorrei svolgere un'ultima considerazione.
Ho sentito alcuni colleghi fare riferimento alla presentazione di ordini del giorno. Per serietà nei confronti del Parlamento, la vogliamo smettere di presentare ordini del giorno che sconfessano provvedimenti approvati cinque minuti prima? Non possiamo andare avanti in questo modo! Il Governo cerca sempre di trovare una scappatoia perché non sa quali pesci pigliare. Questa è la realtà! Inoltre, l'Esecutivo non è in grado di affrontare il dibattito parlamentare perché dispone di una maggioranza assolutamente non coesa e, ogni volta che un provvedimento viene presentato in Parlamento, «esplode» in quanto esistono posizioni differenziate ed assolutamente incompatibili. Devo anche dire che in questo quadro prevalgono sempre le posizioni estreme, in particolare in materia di immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.
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ANTONIO LEONE. Signor Presidente, a chiunque stia in ascolto in questo momento, il dibattito che stiamo svolgendo potrebbe sembrare kafkiano. Infatti, nel momento in cui il ministro Bonino afferma che il problema è risolto - omettendo naturalmente di andare oltre, rilevando che la Commissione bilancio ha soppresso l'articolo 8-ter -, sembrerebbe che le argomentazioni poste all'attenzione dell'Assemblea da parte dei colleghi di Alleanza Nazionale, dell'UDC e della Lega siano insussistenti.
Il ministro Bonino ha infatti dichiarato che la questione non esiste proprio perché la Commissione bilancio ha soppresso l'articolo 8-ter. Ma perché il ministro Bonino non dice che la Commissione di merito ha presentato l'emendamento 8-ter.201 che, se approvato, non solo rimetterebbe in gioco l'articolo 8-ter cancellato dalla Commissione bilancio, ma addirittura aggraverebbe la situazione? Infatti nel momento in cui vi è un richiamo generico all'articolo 10 della Costituzione e si propone una norma volta a «tener conto»... Ma «tener conto» di che cosa? Il ministro Bonino deve chiarire di cosa parliamo dal punto di vista legislativo!
Che tecnica legislativa è mai questa, se non quella di indurre a ritenere che da questa parte vi sono persone che non sanno leggere né scrivere? Ebbene, noi sappiamo leggere e scrivere e siamo convinti che la questione si risolve soltanto con la soppressione di quanto previsto dall'articolo 8-ter. Tertium non datur: non esiste altra strada, signor ministro (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, non credo che dobbiamo disconoscere il senso degli argomenti prospettati dall'opposizione su questa materia. Il governo dell'immigrazione è un problema piuttosto grave per tutti i paesi, soprattutto per quelli mediterranei e fino ad ora nessuno è riuscito a risolverlo. Ci troviamo tutti quanti a discutere per individuare le misure più idonee. Ebbene, siamo di fronte a tre posizioni.
La prima è quella configurata dal testo ed è la più garantista per il richiedente, perché stabilisce garanzie di mantenimento sul territorio nazionale durante la pendenza del ricorso giurisdizionale. Il testo è stato oggetto di un'ampia discussione da parte dei colleghi della Commissione per le politiche comunitarie, che ringrazio per aver approfondito il tema. Ebbene, i colleghi sono giunti ad una seconda posizione, ovvero quella di conferire un mandato al Governo a trovare all'interno dei mezzi previsti dalla direttiva quelli più coerenti con i princìpi costituzionali.
IGNAZIO LA RUSSA. Noi no!
LUCIANO VIOLANTE. Un attimo, arriveremo anche a questo.
In seguito, i colleghi di Alleanza Nazionale hanno presentato un subemendamento con il quale si stabilisce che sostanzialmente, nelle more della decisione giurisdizionale, il soggetto richiedente l'asilo deve essere trattenuto nei centri di permanenza temporanea. Vorrei ricordare che la permanenza in tali centri ha la durata massima di 35 giorni, quando si effettua la prima richiesta, perché in base alla legge Bossi-Fini, trascorso questo lasso di tempo, la persona deve uscire. Invece, la soluzione prospettata prevede una detenzione a tempo indeterminato perché sostanzialmente non esiste alcun termine finale, se non quello della decisione giurisdizionale finale.
Onorevoli colleghi, dobbiamo metterci d'accordo perché la legge Bossi-Fini stabilisce comunque un termine per uscire mentre la vostra proposta non ne stabilisce alcuno.
Il problema di fondo è l'accelerazione delle procedure, non si tratta di tenere in galera delle persone. Non si può scaricare sul richiedente asilo la lentezza delle procedure. Su questo dovremo riflettere insieme con il Governo per cercare di accelerare le procedure riguardanti la concessionePag. 70di asilo in modo da dare certezza a questo tipo di situazioni, perché l'incertezza dello stato giuridico di queste persone è il dato che ci crea maggiori problemi. Non presumo di convincere alcuno, ma forse si può ragionare su questo punto; mi pare che fra la posizione eccessivamente «garantista» del testo originario e la posizione eccessivamente «repressiva» dei colleghi di Alleanza Nazionale, che pone una restrizione della libertà personale senza termini finali, cosa che credo sia incostituzionale, esista una posizione di mezzo che demanda la questione al Governo. Dobbiamo tenere presente che il vero problema è che in Italia non esiste una legge sull'asilo. Non l'abbiamo fatta noi quando ne abbiamo avuto la possibilità e non l'ha fatta il centrodestra, infatti - come ricorderete sicuramente - le disposizioni sull'asilo sono contenute negli articoli, inseriti all'ultimo momento, 1-bis, 1-ter, 1-quater della legge Bossi-Fini.
Varare una legge organica sull'asilo rappresenta ancora un grande problema, ma non risolviamo questo tipo di problemi senza affrontarli; nessuno di noi intende disconoscere la complessità e la gravità della situazione e la necessità di affrontarla, tuttavia, possiamo ovviare con un emendamento alla mancanza di una legge?
Domani in Commissione affronteremo una parte di questo tema nel corso della discussione della legge sulla cittadinanza; stiamo affrontando anche la questione dei flussi. Nell'ambito di questa materia ci sono terreni, quindi, sui quali potremo misurarci. Credo che senza inserire vincoli eccessivamente garantisti né porre vincoli eccessivamente restrittivi, a mio avviso costituzionalmente inaccettabili, come la limitazione senza termine finale della libertà personale, possiamo trovare una soluzione di mezzo, come quella proposta dalla Commissione, lasciando la scelta degli strumenti al Governo. Esso stabilirà quali sono gli strumenti più adeguati, ascoltando tutti, informando il Parlamento. Possiamo anche chiedere al Governo che prima di attuare questo punto della direttiva venga in Commissione a discutere. I mezzi ci sono e non intendiamo disconoscere il problema, ma non è affrontabile in questo modo e, soprattutto, onorevoli di Alleanza Nazionale, non può essere affrontato con una norma che chiude, senza termine finale, una persona richiedente asilo nei centri di permanenza temporanea. Non sarebbe più una permanenza temporanea. In questo quadro mi pare che la cosa migliore sia quella di abbandonare le due posizioni radicali, convergere sulla posizione del Governo, magari impegnando il Governo stesso, attraverso un ordine del giorno, a riferire alle Commissioni competenti sulle modalità proposte per attuare questo punto della direttiva. Ho l'impressione che questo sia il modo più serio e penetrante per affrontare il problema posto dai colleghi dell'opposizione, che non disconosciamo. Tuttavia, non possiamo accettare la soluzione da essi fornita, soprattutto dal punto di vista costituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, abbiamo apprezzato, soprattutto noi che la conosciamo, le chiarificazioni rilasciate dal ministro Bonino e nel contempo le disponibilità ed i suggerimenti che sono stati sollecitati dal gruppo dell'UDC. Anche noi, quindi, come socialisti del Nuovo PSI, valutiamo con interesse la possibilità di addivenire ad una composizione di questo conflitto, che appare più ideologico che pratico. Certamente, nell'ambito della legge esiste un punto delicato: la necessità di recepire una norma comunitaria, ma anche, lo sottolineava giustamente prima l'onorevole Violante, la necessità di accettare il principio dell'asilo politico, che non è tuttora normato da alcuna legge del nostro paese.
Onorevole Giovanardi, è vero che l'articolo 10 della Costituzione si inserisce in un clima politico in cui l'asilo politico veniva concepito come asilo degli antifascisti, eravamo nel 1947-1948.
Pur tuttavia, esaminando la situazione internazionale di oggi, non si può dire che viviamo in un mondo di democrazie! È diPag. 71ieri un colpo di Stato militare in Thailandia, un golpe militare, posto in essere dall'esercito che ha costituito una giunta militare. Se osserviamo il Mediterraneo, si evidenziano dittature quasi ovunque nei paesi arabi (e noi siamo nel bel mezzo del Mediterraneo!).
È, quindi, giusto recepire non solo la norma, ma il principio dell'asilo politico e di rifugiato politico, noi che siamo una democrazia di stampo liberale che intende garantire i diritti nel nostro paese! Tuttavia, non dobbiamo avere i paraocchi e limitarci a questo, ma osservare anche la democrazia negli altri paesi e nel mondo.
Certamente l'emendamento presentato all'articolo 8-ter, che introduceva anche una precisa dinamica con riferimento alle modalità per ottenere nel territorio nazionale il diritto ad essere considerato rifugiato politico, era tutto sommato discutibile ed è un fatto positivo che sia stato annullato dalla Commissione bilancio, facendo riferimento all'articolo 10 della Costituzione.
Quindi, per quanto ci riguarda, guardiamo positivamente alla possibilità di individuare un terreno comune in ordine a questo delicato, ma rilevantissimo problema (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Falomi. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, vorrei riprendere le parole del ministro Bonino che hanno chiarito il senso dei problemi di cui stiamo discutendo.
Questa preoccupazione, espressa dall'opposizione nella forma ostruzionistica, si riferisce di fatto - è vero anche che il testo tecnicamente vive! - ad una proposta approvata dalla Commissione nella quale si afferma semplicemente che, nel momento in cui recepisce la direttiva europea, il Governo deve trovare quelle soluzioni più rispettose possibili del dettato costituzionale.
Il fatto che il richiamo al dettato costituzionale venga visto da qualcuno addirittura come una soluzione peggiore di quella inizialmente proposta mi preoccupa molto e vorrei che i colleghi dell'opposizione riflettessero. Se la richiesta al Governo, nel momento in cui traduce la delega in un decreto legislativo, di rispettare la Costituzione è una situazione che scardina, come qualcuno ha rilevato, abroga la legge Bossi-Fini, che certamente non ci piace, evidentemente vuol dire che tale legge è incostituzionale! Non vi è altra spiegazione del problema!
GIANPIERO D'ALIA. L'articolo 76 della Costituzione!
ANTONELLO FALOMI. Vorrei che discutessimo dei problemi reali, senza approfittarci della situazione per agitare un tema la cui discussione non termina naturalmente in questa occasione perché vi sarà anche la sede dei decreti legislativi che dovranno essere esaminati dal Parlamento. In ordine ai medesimi, se il Governo non avrà ottemperato ai criteri fissati dal Parlamento, si potrà discutere. Vi saranno le occasioni che ricordava il collega Violante a proposito della questione della cittadinanza. Vi è la necessità di aprire rapidamente, di superare un vuoto ormai cinquantennale che riguarda il diritto d'asilo nel nostro paese, di porre in essere una riforma per una rivisitazione della legge sul diritto d'asilo. Vi saranno tante occasioni per discutere in ordine a ciò.
Non vi è alcun esproprio del Parlamento, né un trucco per aggirare i problemi politici! È preoccupante che l'opposizione scateni questo tipo di battaglia di fronte ad una proposta che invita il Governo a trovare le soluzioni più aderenti alla Costituzione.
CARLO GIOVANARDI. Il Parlamento deve trovare una soluzione, e non il Governo, in un sistema parlamentare!
ANTONELLO FALOMI. Inoltre, esiste la direttiva. Non siamo d'accordo sull'idea di stralciare la direttiva dalla legge comunitaria per discuterne in un'altra sede.Pag. 72Esprimo la contrarietà del mio gruppo su quest'ipotesi, anche perché ciò vorrebbe dire che anche la direttiva è in contrasto con la legge Bossi-Fini.
La direttiva del Parlamento europeo, che deve essere recepita, riguarda i problemi su cui ci siamo tutti scatenati, ossia l'accelerazione delle procedure nei confronti delle persone entrate illegalmente nel nostro paese.
Noi chiediamo soltanto che tali procedure si applichino nel rispetto delle garanzie cui hanno diritto tutti i cittadini: parliamo dello Stato di diritto! Oggi, queste garanzie non vengono rispettate! In alcuni casi, il provvedimento di accettazione è arrivato dopo l'espulsione delle persone. A quel punto, di quelle persone non c'era più traccia, non si sapeva più dove fossero.
In questo senso, il testo elaborato dalla Commissione rispondeva ad un'esigenza. Ma, lo ripeto, non stiamo cercando surrettiziamente di affrontare un tema. La posizione del gruppo di Rifondazione comunista sulla legge Bossi-Fini è nota, com'è nota la posizione dell'Unione, precisata in un programma sottoscritto da tutti i partiti. Tutti sanno, dunque, che vogliamo cambiare quelle norme: lo abbiamo detto agli elettori, lo abbiamo detto di fronte ai cittadini.
Ma non usiamo strumentalmente un provvedimento per affrontare un problema che avremo comunque occasione di affrontare. Questa è la posizione.
Vorrei che fosse chiaro che ritardare l'approvazione della legge comunitaria, prendendo a pretesto questo problema, significa ritardare il recepimento di decine di direttive. Inoltre, molte di quelle direttive, se non vengono rapidamente recepite, espongono il nostro paese a sanzioni finanziarie pesantissime! Credo che l'opposizione si stia assumendo questa responsabilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, credo che, a voler depurare gli interventi dell'opposizione da quella veemenza polemica nel dibattito che, in qualche modo, è connaturata, è intrinseca rispetto al ruolo di opposizione, oggi siano stati sollevati dubbi e perplessità importanti e legittimi ai quali sono certo il Governo per primo ha intenzione di dare risposte, tenendoli nella debita considerazione.
Nonostante questo e nonostante il fatto che il testo di legge arrivi al voto di quest'Assemblea oggettivamente migliorato, in una versione migliorata attraverso la riscrittura dell'articolo 8-ter, continuano ad emergere tali dubbi, che non trovano una compiuta risposta.
La formulazione attuale dell'articolo 8-ter, che pure è stata, in qualche misura, «sterilizzata» rispetto ad un'impostazione che, oggettivamente - e mi ha fatto piacere che l'abbia riconosciuto anche il presidente Violante -, era improntata ad una cultura, ad un'impostazione, ad una visione sicuramente pregevoli, ma eccessivamente garantiste, non elimina i dubbi e le perplessità.
Sarebbe stato preferibile espungere gli articoli 8-bis e 8-ter dal testo di questo provvedimento, in modo da poter attribuire al Governo, ove si consideri anche la facoltà di controllo che il Parlamento eserciterà sull'attività legislativa dell'esecutivo, la più ampia facoltà di esercizio.
Per questo motivo, l'Italia dei Valori ha presentato un ordine del giorno nel quale, attraverso l'auspicio che il Governo si impegni a fornire una risposta concreta a tutti i legittimi timori che oggi sono stati sollevati, abbiamo condizionato il sostegno, la nostra adesione, il nostro voto favorevole al provvedimento.
Auspichiamo, comunque, che nella prosecuzione dell'iter legislativo di questo provvedimento, anche al Senato, si possano creare le condizioni, che finora non si sono determinate in questa Assemblea, per un miglioramento del testo. Indubbiamente - credo che di questo tutto il Parlamento debba avere consapevolezza - il tema dell'immigrazione e la necessità di dare risposte, che siano non soltanto culturali e ideologiche ma anche pratiche e tali da soddisfare il sentimento di disagioPag. 73sociale sempre più diffuso nel nostro paese rispetto all'amplificazione a dismisura del fenomeno dell'immigrazione clandestina, dovranno informare in modo significativo il dibattito, il confronto ed il dialogo che si dovranno svolgere nelle sedi legislative competenti e che anche il ministro Bonino auspicava (Applausi dei deputati del gruppo dell'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, come lei ha affermato, stiamo svolgendo una discussione che lei ha accettato di introdurre per ragioni di opportunità politica. Tuttavia, rilevo come stiamo discutendo degli articoli aggiuntivi all'articolo 8 del provvedimento in esame quando ancora non abbiamo iniziato l'esame dell'articolo 1, sul quale, comunque, già sono stati espressi i pareri della Commissione, tramite il relatore, e del Governo. Ne prendo atto e fotografo una situazione, lasciando implicite le mie perplessità su quanto sta accadendo.
Prendo atto, altresì, con qualche sconcerto, del fatto che qualcuno vorrebbe ipotizzare anche la soppressione dell'articolo 8-bis, che riguarda l'ammissione di cittadini di paesi terzi a fini di ricerca scientifica. Ormai, esiste un intero dossier giornalistico, e non soltanto giornalistico, sulla situazione catastrofica che si verifica nel nostro paese, sotto questo profilo, confrontata con quella di tutti i paesi europei che, invece, incentivano, ovviamente a fini di ricerca scientifica, la presenza di stranieri nel loro paese, e arricchiscono in tal modo le loro università, professionalità e così via. Da questo punto di vista, noi siamo di un masochismo politico, istituzionale e culturale da far paura tanto che, come ho sentito poco fa, qualcuno proponeva addirittura di sopprimere l'articolo 8-bis, finalizzato, come ripeto, alla ammissione di stranieri nel nostro paese a fini di ricerca scientifica.
Per quanto riguarda il principale articolo del disegno di legge di cui si sta discutendo, signor Presidente, vorrei rilevare incidentalmente - perché nessuno l'ha fatto finora, mi pare - l'anomalia, anche se ne prendiamo atto, come lo stesso ministro ha detto poco fa, di un parere della Commissione bilancio la quale, dopo avere affermato di prescindere dalla verifica della coerenza con la normativa comunitaria, che non compete alla Commissione bilancio, esprime un parere contrario per quanto riguarda l'articolo 8-ter, comma 1, lettera a), in riferimento a mere, generiche e non specificate ragioni di copertura finanziaria. Sono sconcertato per il fatto che nessuno in quest'Assemblea affermi che si tratta di un riferimento a standard minimi, a norme minime che la direttiva europea 2005/85/CE dispone e che noi abbiamo l'obbligo di recepire. Si tratta di norme minime che il nostro paese non ha ancora riconosciuto per una scandalosa inadempienza politica e istituzionale. Siamo rimasti l'unico paese in Europa a non avere una legislazione in materia di diritto d'asilo. A me pare che i diritti costituzionalmente garantiti e l'adempimento delle direttive comunitarie in materia di norme minime da attuare possano essere sottoposti a una censura della Commissione bilancio sotto il profilo, semplicemente, della copertura finanziaria. Detto questo, credo che non ci sia alcuna possibilità di arretrare rispetto a quanto contenuto nell'emendamento 8-ter.201 della Commissione.
Forse nessuno ha più il coraggio di indignarsi o di stupirsi, ma trovo incredibile che, in un'Assemblea del Parlamento italiano, nell'anno di grazia 2006, vi sia ancora qualcuno che ha da obiettare sul fatto che il Governo, per attuare ciò che la direttiva comunitaria prevede, debba compiere scelte il più aderenti possibile al disposto di cui all'articolo 10 della Costituzione!
Ritengo indecente, dunque, il fatto che ciò scandalizzi qualcuno, trovi opposizione di qualche deputato ed incontri addirittura l'ostruzionismo di alcuni gruppi parlamentari in quest'aula! Infatti, possiamo confrontarci e perfino scontrarci sulle scelte politiche, ma sul rispetto dei diritti fondamentali, sanciti dai principi irrinunciabiliPag. 74della Costituzione (che addirittura precedono la sua prima parte), non ci dovrebbero essere né dissenso, né discussione!
Concludo, signor Presidente, formulando alcune considerazioni rispetto alla censura operata dalla Commissione bilancio e superata dall'emendamento 8-ter.201 della Commissione. Le vorrei segnalare, infatti, che il subemendamento La Russa 0.8-ter.201.1 (come vedremo in seguito), presentato dai colleghi appartenenti al gruppo di Alleanza Nazionale - su cui, peraltro, è già intervenuto il collega Violante, il quale ha tuttavia avanzato proposte che, personalmente, suscitano in me forti perplessità -, è una proposta emendativa che mi indigna sotto il profilo non solo costituzionale, ma della stessa copertura finanziaria. Essa, infatti, è totalmente passibile di censure in ordine alla copertura costituzionalmente prevista per i provvedimenti normativi.
Pertanto, signor Presidente, credo che sulla proposta emendativa avanzata dalla Commissione, anche in sintonia con il Governo, potrà registrarsi la nostra convergenza quando verrà posta in votazione, sia pure con quella angoscia politico-istituzionale e legislativa che deriva dalla nostra totale inadempienza sotto il profilo di una regolamentazione costituzionalmente compatibile del diritto di asilo; su altre soluzioni che risultino addirittura ulteriormente peggiorative, tuttavia, preannunzio che non vi è alcuna disponibilità da parte nostra. Quando il Governo dovrà assumere le proprie doverose determinazioni, invece, manifestiamo la nostra disponibilità - come precedentemente accennato dal collega Violante - affinché sia prevista l'espressione di un parere parlamentare sul decreto legislativo che verrà adottato dall'esecutivo (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Li Causi. Ne ha facoltà.
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, mi inserisco nel dibattito parlamentare in corso dichiarando che, sulla materia del diritto di asilo dell'immigrato clandestino, il gruppo dei Popolari-Udeur non insegue, per la storia e le radici che ci contraddistinguono, soluzioni estreme o repressive. Il problema del diritto d'asilo, infatti, è molto complesso e delicato.
Vogliamo conferire al Governo un mandato affinché, nelle more dell'adozione di una regolamentazione della materia (da affrontare, ovviamente, in sede di Commissione), non modifichi la procedura attualmente vigente. Una posizione «di centro» - come quella che, per l'appunto, ci contraddistingue - è anche quella che demanda al Governo il compito di intervenire per risolvere un problema così grave. Pertanto, il nostro atteggiamento non vuole essere né garantista, né repressivo.
Vorrei ribadire che la questione che dobbiamo affrontare è notevole e noi avvertiamo la necessità di recepire la direttiva comunitaria in oggetto, poiché non è ancora vigente nel nostro ordinamento. Noi vogliamo garantire democraticamente i diritti umani di tutti, ma vorrei osservare che non è concepibile ipotizzare che, in attesa dell'emanazione della sentenza a favore di chi richiede di beneficiare del diritto d'asilo, l'immigrato circoli liberamente dove vuole, magari senza rispettare le regole.
Pertanto, noi di centro, che siamo per la solidarietà ma non vogliamo mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, riteniamo, allo stato attuale, di astenerci su tale punto perché non possiamo essere disponibili verso una norma di un simile tenore (Applausi dei deputati del gruppo dei Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. A conclusione di questi interventi, do la parola ancora al ministro Bonino, che chiude la discussione. Poi torneremo, anche formalmente, all'esame dell'emendamento 1.101 del Governo.
Prego, ministro Bonino, ha facoltà di parlare.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, colleghi, ho ascoltatoPag. 75attentamente il dibattito. Consentitemi alcune precisazioni al collega Giovanardi e ad altri, senza alcuna polemica ma solo per capirci. Quello che è avvenuto è un tentativo di risolvere le questioni del diritto d'asilo in questa sede, che è ultronea e non adeguata. Voglio anche dire al collega La Russa, che prima era presente, che questo disegno di legge comunitaria è il disegno di legge del precedente Governo che noi abbiamo solo aggiornato con le nuove direttive.
Colleghi di Forza Italia, se mi ascoltate un attimo...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltate il ministro e, soprattutto, non disturbate i lavori dell'Assemblea.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Le polemiche politiche si fanno da un'altra parte: lo dico solo per precisazione.
Nel disegno di legge comunitaria Berlusconi, che noi abbiamo ripresentato ed aggiornato con emendamenti, appariva la trasposizione della direttiva 2005/85/CE approvata dal Governo Berlusconi e inserita nella legge comunitaria per essere trasposta. Il vostro Governo l'aveva inserita nella legge comunitaria all'allegato A, cioè l'allegato che dà la delega al Governo in via amministrativa, senza più passare in Parlamento. Per iniziativa del Governo e della Commissione, di tutti i gruppi, tale direttiva è stata inserita nell'allegato B, ovvero è una delega che dovrà tornare in Parlamento con i decreti legislativi di attuazione per il parere del Parlamento stesso.
Lo dico per capire che non vi è stato alcun colpo di mano. La suddetta direttiva è stata da voi approvata, è stata da voi inserita nella legge comunitaria, da voi inserita nell'allegato A, cioè quello che prevede la delega amministrativa, e da noi, con i vostri parlamentari, posta nell'allegato B proprio perché i decreti legislativi potessero tornare in Parlamento per il parere. Ripeto, stiamo parlando di una delega al Governo i cui decreti legislativi dovranno tornare in Parlamento per il parere.
Il collega Giovanardi ha detto che si tratta di una delega troppo ampia. Scusate, veramente l'avevate proposta voi in bianco nell'allegato A, come ho appena detto, e noi l'abbiamo posta nell'allegato B perché perlomeno siamo costretti a tornare in Parlamento. La richiesta di farla passare nell'allegato B è stata fatta dai vostri parlamentari e dai parlamentari della maggioranza perché voi l'avevate posta in allegato A, senza necessità di ripassare in Parlamento. Quindi, la delega l'avevate posta voi (Commenti)!
Inoltre, non era una delega in bianco, né la vostra, né tantomeno questa, tant'è che è tenuta a seguire principi e criteri direttivi di cui all'articolo 2. La proposta della Commissione dice che bisogna tenere conto anche dell'articolo 10 della Costituzione. L'onorevole La Russa non è presente, ma lo dico a voi: ho già letto l'articolo 10, ma vorrei chiarire, anche al collega Giovanardi, che secondo tale articolo lo straniero «ha il diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge».
Quindi, finché non cambierà la legge, si applicherà quella vigente: mi riferisco alla cosiddetta legge Bossi-Fini, la vostra legge! In altra sede, la legge Bossi-Fini potrà essere modificata, diventando un'altra cosa. Ma, attualmente, la delega viene esercitata in base alla legge vigente.
Colleghi, il problema non è se in questa sede si può sciogliere la questione concernente il tipo di diritto di asilo; il tipo di diritto di asilo verrà definito nella legge sul diritto d'asilo. Questa delega - che voi avete chiesto e che noi abbiamo reiterato (perché così è!) - evidentemente deve rispondere ai criteri di cui all'articolo 2 del provvedimento e alla legge vigente. Quando la legge verrà modificata parleremo di un'altra cosa; ma attualmente si deve applicare la legge vigente.
Mi rivolgo ai colleghi di Alleanza Nazionale, che hanno presentato una proposta emendativa la quale prevede che il richiedente asilo, nelle more della decisione dell'autorità che esamina il ricorso, debba restare in carcere o nei centri diPag. 76permanenza temporanea: ciò non si può scrivere, perché necessiterebbe di una riforma normativa.
Attualmente, vige la vostra legge che prevede l'espulsione immediata, che voi non avete mai applicato. La legge vigente oggi prevede l'espulsione immediata: quindi, non è questa direttiva né questa delega né il disegno di legge comunitaria a cambiare l'esistente. Lo cambierà l'eventuale delega che deve tornare all'esame del Parlamento.
Spero di essermi spiegata: abbiamo fatto nostra la vostra proposta di legge, il vostro disegno di legge comunitaria e la direttiva che voi avete approvato: l'abbiamo addirittura passata all'allegato B, come voi avete chiesto! Quindi, francamente, caduta la lettera a), non capisco né mi è chiaro il problema.
Detto ciò, non ho altro da aggiungere. Politicamente, la vicenda si può strumentalizzare in tutti i modi. Ma la verità della procedura e dei fatti è esattamente quella che ho descritto.
Dopo questa spiegazione, chiederei al Presidente di tornare ad una discussione ordinata. Ripartiamo dall'esame dell'articolo 1.
Credo di aver dato tutte le spiegazioni di merito e di procedura, nonché tutte le garanzie. Non posso impedire all'opposizione di usare strumentalmente perfino le proprie leggi e le proprie direttive. Questo è veramente troppo!
PRESIDENTE. Mi sembra che l'intervento del ministro abbia chiarito le questioni sollevate. Non consento che si riapra una discussione in materia. Quando arriveremo all'esame dell'articolo 8-ter, discuteremo di tali questioni.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, chiedo di parlare...
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al regolamento (Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ne ha facoltà... A quale articolo del regolamento si riferisce?
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, mi riferisco all'articolo del regolamento volto a prevedere che, dopo l'intervento del Governo, possa parlare un rappresentante per gruppo. Pertanto, le chiedo la parola su quanto detto dal ministro Bonino.
Innanzitutto, caro ministro, noi ci abbiamo messo la locomotiva, ma voi ci avete aggiunto dei vagoni! Lei non può dire che il provvedimento è nostro: voi avete preso una nostra locomotiva e avete aggiunto un vagone che non condividiamo.
In secondo luogo, non è vero - come ha affermato il presidente Violante - che vogliamo tenere l'asilante nei centri di permanenza a tempo indeterminato. Con il mio emendamento 8-ter.44 abbiamo proposto che la decisione dell'autorità giurisdizionale che esamina il ricorso sia adottata entro 48 ore. Come vedete, vogliamo liberare in sole 48 ore il richiedente asilo che ne ha veramente diritto, mentre vogliamo evitare che gli altri escano utilizzando questo escamotage.
Allora, ancora una volta, il ministro non ha risposto. È vero che vi è un richiamo alla Costituzione e anche un riferimento alle leggi vigenti, ma noi chiediamo di inserire nel provvedimento cinque parole: e, comunque, evitando l'ingresso in clandestinità dei richiedenti asilo.
PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, lei ha esaurito il suo tempo.
ITALO BOCCHINO. Finisco il pensiero... Se non volete scrivere questo, è perché il vostro vero intento è di far entrare tutti i richiedenti asilo...
PRESIDENTE. Ha già esaurito il suo tempo, la prego. Adesso stiamo discutendo l'emendamento 1.101 del Governo all'articolo 1.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alia per un richiamo al regolamento. Ne ha facoltà. Sentiamo qual è l'articolo del regolamento evocato...
GIANPIERO D'ALIA. Mi scusi, c'è stata una richiesta, avanzata dal collega Giovanardi,Pag. 77di stralcio dei due articoli su cui non abbiamo compreso se si vuol dar seguito o meno.
Mi era parso di capire, sia dall'intervento del gruppo dell'Italia dei Valori ed anche da quello del presidente Violante, che vi fosse la necessità di un approfondimento. Ora, siccome noi come gruppo abbiamo formalizzato questa richiesta, vorremo capire come s'intende procedere.
PRESIDENTE. Onorevole D'Alia, non c'è stata alcuna richiesta formale o almeno noi non l'abbiamo recepita come tale. Se vi è una richiesta formale di stralcio di due emendamenti, potranno intervenire un oratore a favore ed uno contro e poi votiamo. È semplice.
Quali sono i due emendamenti di cui lei chiede lo stralcio?
GIANPIERO D'ALIA. Quelli che si riferiscono agli articoli 8-bis e 8-ter.
ROBERTO GIACHETTI. Siamo all'articolo 1!
PRESIDENTE. Adesso, onorevole D'Alia stiamo esaminando l'articolo 1, che è quello che prevede la delega. Dobbiamo prima approvare questo articolo e poi esamineremo gli altri aspetti.
Ha chiesto di parlare il presidente della XIV Commissione, onorevole Bimbi.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, ha appena finito di parlare l'onorevole Bocchino... Interverrà dopo.
Presidente Bimbi, ha la facoltà di parlare.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Io penso che - e avevo chiesto la parola per questo - l'articolo 1 riguardi i criteri generali della delega e quindi, ovviamente, vada votato prima anche dello stralcio di altri articoli. Propongo che si voti l'articolo 1, che riguarda i criteri generali della delega, perché altrimenti, finché non abbiamo la delega, non possiamo proseguire l'esame degli altri articoli. Inoltre, propongo di anticipare - come già detto - gli articoli 8-bis e 8-ter che abbiamo già discusso abbondantemente. Mi pare che questa possa essere una risposta ed una soluzione anche alle richieste a norma di regolamento. Però, finché non si è votato l'articolo 1 che riguarda i criteri generali - mi sbaglierò, Presidente - non si può procedere allo stralcio.
PRESIDENTE. L'onorevole La Russa ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Sarò breve, Presidente: il mio non è un intervento ostruzionistico.
Io credo, Presidente, che la nostra opposizione a questo provvedimento sia chiara e riguarda certamente gli articoli 8-bis e 8-ter. È evidente che, fin quando non abbiamo risolto tale questione, i lavori prima che si arrivi alla votazione di quegli articoli ne risentiranno. Le chiedo se non sia il caso - e lo chiedo con cortesia ai capigruppo degli altri partiti maggioranza e all'onorevole Violante che ha parlato prima - di disporre adesso una sospensione dei lavori (Commenti dei deputati del gruppo de L'Ulivo). Questa è la mia proposta e chiedo che venga posta ai voti.
La sospensione potrebbe consentire alla Commissione di valutare - senza bisogno che sia una nostra richiesta, ma è la stessa Commissione a farla propria - come accantonare la questione, in modo che, se vi si riesce in mezz'ora, poi in cinque minuti noi riusciamo a completare il provvedimento con gli articoli accantonati, stralciati e così via.
Mi sembra inutile prolungare questo «tira e molla» e magari poi la questione potrebbe essere meglio affrontata e risolta. Le chiedo, in termini di buonsenso, se vuole disporre una sospensione della seduta, perché il Comitato dei nove avanzi una proposta eventuale di accantonamento della questione controversa. Grazie.
PRESIDENTE. Precisato che l'articolo 1 assegna la delega al Governo, non si può tecnicamente parlare di stralcio dei successivi articoli, ma bisognerebbe che fossero presentati degli emendamenti all'articolo 1 soppressivi della direttiva specifica. Questo non è avvenuto e pertanto non è possibile tecnicamente procedere lungo la strada dello stralcio.
IGNAZIO LA RUSSA. La Commissione lo può fare!
PRESIDENTE. Lei adesso ha avanzato una proposta di sospensione della seduta. Io mi rimetto alla valutazione della Commissione su questa proposta.
Ha chiesto di parlare il presidente della XIV Commissione. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, in Commissione abbiamo già esperito un tentativo, su proposta dell'onorevole Pini, ma non siamo arrivati ad una soluzione. Pertanto, in questo momento, non vedo l'utilità di sospendere l'esame del provvedimento. In Commissione, dopo il dibattito di stamani, ho esperito anche personalmente un tentativo per trovare una via di uscita che permettesse di esprimere un voto unanime sul disegno di legge comunitaria 2006.
Ricordo che a carico dell'Italia pendono 244 procedure di infrazione, alcune delle quali ci costano 700 mila euro al giorno! Come ricordava il ministro Bonino, nel disegno di legge in esame abbiamo inserito cento direttive, salvando l'Italia almeno dalle infrazioni più gravi.
Oggi, in Commissione, durante il question time, abbiamo già esperito tentativi formali ed informali; non mi pare, quindi, che vi siano le condizioni per un'ulteriore valutazione del Comitato dei nove. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Dopo la valutazione della Commissione, posso semplicemente aggiungere che anche la Presidenza ha fatto il possibile per consentire un dialogo durante il pomeriggio. Capisco le esigenze dell'opposizione e persino quelle dell'ostruzionismo, però bisogna che, a questo punto, arriviamo al voto.
Ricordo che siamo passati alla votazione dell'emendamento del Governo 1.101, sul quale la Commissione ha espresso parere favorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia, con il quale mi scuso per non essermi accorto prima che desiderava intervenire. Ha facoltà di parlare, onorevole D'Alia
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, c'era comunque una richiesta di sospensione: avevamo chiesto che fosse la Commissione a presentare un emendamento.
In ogni caso, vorrei intervenire sull'articolo e sull'emendamento in esame - perché recepiamo questa cosa - e per dichiarazione di voto; però, rilevo che la richiesta di sospensione non è stata posta in votazione.
PRESIDENTE. Il parere della Commissione era contrario e la Presidenza ha ritenuto di adeguarvisi.
CARLO GIOVANARDI. Ma si deve votare!
PRESIDENTE. È discrezionale la decisione della Presidenza di sottoporre o meno alla votazione dell'Assemblea la richiesta di sospensione [Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
CARLO GIOVANARDI. Non è mai successo!
LUCA VOLONTÈ. È la prima volta che accade!
PRESIDENTE. Sentite le valutazioni della Presidenza della Commissione, e valutato l'andamento del dibattito oggi pomeriggio, la Presidenza ha ritenuto di non mettere in votazione la richiesta di sospensione.Pag. 79
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lion. Ne ha facoltà.
MARCO LION. Signor Presidente, poiché intervengo sull'emendamento del Governo 1.101, chiedo al signor ministro, per piacere, di ascoltarmi; come gruppo avremmo bisogno, infatti, di un chiarimento.
L'emendamento del Governo 1.101 sopprimere il riferimento, nell'Allegato B, alla direttiva europea relativa ai provvedimenti da prendere contro l'emissione di inquinanti gassosi. Viene in rilievo, dunque, il problema annoso, che ogni anno si ripresenta nelle nostre città, nelle nostre metropoli, dell'inquinamento atmosferico. Poiché la scelta è quella di non recepire la direttiva in parola, desidererei sapere dal ministro quale provvedimento intenda prendere il Governo per recepire comunque un'importante direttiva che renderebbe il nostro paese più vicino agli standard europei che alla situazione drammatica che viviamo tutti i giorni. Grazie.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Come lei vede, l'emendamento del Governo recita: «Al comma 1, allegato B, sopprimere la seguente direttiva...», il che non vuol dire che il Governo non recepisce la direttiva ma che non lo farà nell'allegato B, ovvero che la recepisce con una procedura semplificata, così come prevista dall'ultima legge n. 11 del 2005.
Le confermo dunque che la direttiva è presente nella delega e che verrà recepita, ma che lo sarà con un decreto ministeriale, cioè con una procedura accelerata e abbreviata, proprio tenuto conto dell'importanza del problema da lei posto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Non essendovi altre richieste di intervento...
GIANPIERO D'ALIA. Presidente, avevo chiesto di parlare per dichiarazione di voto!
PRESIDENTE. Mi sembra che lei sia già intervenuto sull'emendamento in esame.
GIANPIERO D'ALIA. No, Presidente, avevo svolto un'introduzione sulla richiesta di sospensione; poi su tale richiesta lei ha dato la parola ad un altro collega e non ho potuto...
PRESIDENTE. Mi sembrava che fosse già intervenuto... In ogni caso, ha facoltà di parlare.
GIANPIERO D'ALIA. Presidente, è evidente che l'atteggiamento del Governo e della maggioranza ci mette in grande difficoltà, anche rispetto alla votazione dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti. Infatti, è assolutamente evidente che se si approvasse il testo dell'articolo 1 all'esame, che prevede il recepimento della direttiva 2005/85/CE, non sarebbe più possibile discutere di un eventuale stralcio degli articoli riguardanti i principi e i criteri direttivi delle deleghe.
È assolutamente evidente che, con grande e profonda delusione rispetto al dibattito che si è sviluppato, dobbiamo contestare il contenuto dell'articolo 1 nella parte in cui prevede il recepimento della direttiva, partendo dal presupposto, signora ministro, che qui nessuno mette in discussione l'applicazione di principi costituzionali o la validità dell'articolo 10. Si sta facendo, però, un'operazione che è del tutto in contrasto con l'articolo 76 della Costituzione.
Al di là del richiamo formale ai principi e ai criteri direttivi di cui all'articolo 2 del disegno di legge comunitaria, che riguardano il procedimento e l'attuazione amministrativa delle direttive (di tutte le direttive), con riferimento al recepimento della direttiva comunitaria, l'emendamento approvato dalla Commissione non offre né un principio né un criterio direttivo alla delega. Esso dice solo: «Caro Governo, siccomePag. 80noi siamo incapaci di affrontare questo tema nel merito, sbrogliatela e valuta tu, Governo, quale sia la norma più aderente all'articolo 10 della Costituzione da applicare alla disciplina sul diritto d'asilo». Stiamo veramente scherzando, signor Presidente? Non è mai successo! Rivolgo un invito al presidente Violante e capisco lo sforzo che è stato fatto.
Non voglio entrare nel merito della questione riguardo al fatto che nel disegno di legge si affronti il tema dell'immigrazione per non affrontarlo in Parlamento e che in Commissione esso viene esaminato parzialmente, con la modifica cioè dei regolamenti attuativi della Bossi-Fini da un lato, con la discussione sulla cittadinanza dall'altro, con una delega in bianco sulla legge sul diritto d'asilo, parte integrante delle politiche d'immigrazione.
I centri di identificazione, infatti, istituiti con la Bossi-Fini, che sono funzionali (insieme alle commissioni territoriali per il diritto d'asilo) a garantirne il diritto costituzionalmente tutelato, sono inseriti in un meccanismo complesso ed articolato, considerando che più del 50 per cento delle domande sul diritto d'asilo sono elusive della normativa sull'immigrazione. Non facciamo un bene ai rifugiati e agli asilanti ricorrendo a questa formula, che aggira la discussione sulle questioni centrali riguardanti i temi dell'immigrazione e del diritto d'asilo.
Vi pregherei di riflettere: non metteteci nelle condizioni di votare anche contro l'articolo 1 per un capriccio, mi sia consentito, perché non vi sono da parte vostra i presupposti politici per affrontare serenamente il tema in Commissione e in Assemblea [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale]!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini.
PIER FERDINANDO CASINI. No, Presidente, non per dichiarazione di voto, per la quale mi ritrovo pienamente in quella svolta dall'onorevole D'Alia. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Presidente, in aula vi è anche il presidente Violante che ha avuto anch'egli la responsabilità di presiedere la Camera.
Lei può, certamente - per cui la sua decisione non viola il regolamento - rifiutarsi di porre in votazione la richiesta di sospensione che le è stata avanzata. Però, lei sa meglio di me che nella conduzione dei lavori dell'Assemblea si seguono due principi ispiratori: il regolamento e la prassi. Vorrei allora sapere quante volte, nei cinque anni della mia Presidenza o nei cinque anni della Presidenza dell'onorevole Violante è stato negato il diritto all'Assemblea di votare su una richiesta di sospensione. Credo che i precedenti potrebbero dirci che non è mai stata seguita la prassi che lei sta usando in questo momento o, forse, sarà stato così per una volta o due al massimo.
Allora, la invito a riconsiderare, con molto rispetto per il suo ruolo e per la difficoltà del compito, la sua decisione per consentire che l'Assemblea si possa preventivamente esprimere in ordine alla richiesta di sospensione avanzata. D'altronde, si tratta di un voto, non di una dilazione dei tempi oltremisura [Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Forza Italia].
PRESIDENTE. La ringrazio, Presidente Casini, perché lei ha dato atto che il mio comportamento e la mia scelta erano conformi al regolamento. Quindi, questo punto è stato chiarito (del resto, non sarei stato così rigido se il mio comportamento non fosse stato conforme al regolamento). Lei ha anche detto che non ci sono precedenti in merito, ma posso ricordarle che tali precedenti ci sono, anche durante la sua presidenza. Tuttavia, il punto non è questo: è tutto il pomeriggio che mi prodigo per cercare di stemperare le tensioni e trovare un punto di incontro.
Sto cercando di agevolare il superamento di questa tensione e per questo non mi rifiuterò di procedere alla votazionePag. 81richiesta, anche se ciò potrebbe apparire come una smentita del mio comportamento precedente o sollevare delle critiche. Procederemo quindi al voto nello spirito che ho ricordato, però l'opposizione deve anche capire che è compito del Presidente arrivare, ad un certo punto, ad una conclusione perché non si può consentire, assecondare un atteggiamento che è puramente dilatorio.
Mi pare che oggi pomeriggio vi sia stato un confronto serio, siano state chiarite le posizioni. Non entro nel merito, ma ritengo che l'ultimo intervento del ministro Bonino abbia fornito ulteriori elementi per superare le incomprensioni che si erano determinate.
Dunque, in questo spirito, procediamo passando alla votazione della proposta di sospensione della seduta, su cui c'è già stato un pronunciamento del presidente Bimbi, a nome della Commissione.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione dei lavori dell'Assemblea per trenta minuti, così come sottoposta alla Presidenza.
(Segue la votazione).
La Camera respinge per 17 voti di differenza.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 del Governo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 482
Astenuti 8
Maggioranza 242
Hanno votato sì 261
Hanno votato no 221).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 del Governo, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 6
Hanno votato no 487).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento) e 1.201 della Commissione, accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 496).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 478).Pag. 82
Avverto che la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sull'emendamento 1.104 del Governo, subordinatamente alla modifica dello stesso con l'aggiunta di una parte consequenziale che risulta riprodotta nel subemendamento 0.1.104.1 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco dunque la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.104.1 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 485
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 del Governo, nel testo risultante dall'approvazione del subemendamento 0.1.104.1 della Commissione sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere favorevole.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 480
Hanno votato no 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.105 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 496).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 del Governo, non accettato dalla Commissione, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 263).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 232).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 4), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.Pag. 83
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 261
Hanno votato no 234).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Misuraca 3.01.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Anche il Governo esprime parere contrario. Riteniamo che la materia possa essere meglio coordinata nella legge finanziaria.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prima di passare ai voti, avverto che è stata segnalata una doppia votazione da parte di un collega. Mi raccomando! Prego i segretari di vigilare e vigilerò anch'io, ovviamente. Cerchiamo di aiutarci e cerchiamo soprattutto di essere responsabili.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 450
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Misuraca 3.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 269).
Prendo atto che i deputati Grassi e Mele non sono riusciti a votare.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 6), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 484
Hanno votato no 4).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 7), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Grassi e Mele non sono riusciti a votare.
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 8), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì430).
Prendo atto che il deputato Fitto non è riuscito a votare.
(Esame dell'articolo 6-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 9).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Pini 0.6-bis.100.1, accetta l'emendamento 6-bis.100 del Governo, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Pini 6-bis.41.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prima di passare ai voti, per chiarezza, vi leggo il testo del subemendamento Pini 0.6-bis.100.1:
«All'emendamento 6-bis.100. del Governo, capoverso articolo 15-bis:
al comma 1, alinea, dopo le parole: dalle Camere aggiungere le seguenti: e alla Corte dei conti.
Al comma 2, dopo le parole: dalle Camere aggiungere le seguenti: e alla Corte dei conti».
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pini 0.6-bis.100.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 484
Hanno votato no 6).Pag. 85
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.100 del Governo, accettato dalla Commissione, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 488
Votanti 483
Astenuti 5
Maggioranza 242
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 206).
L'emendamento Pini 6-bis.41 è pertanto precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 484
Astenuti 6
Maggioranza 243
Hanno votato sì 267
Hanno votato no 217).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 10).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Zeller 0.7.100.1. La Commissione raccomanda poi l'approvazione del suo emendamento 7.100, ed invita i presentatori a ritirare l'emendamento Zeller 7.40.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori ritirano l'emendamento Zeller 7.40.
Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sul subemendamento Zeller 0.7.100.1 ed accetta l'emendamento 7.100 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zeller 0.7.100.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 282
Hanno votato no 209).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 della Commissione accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 281
Hanno votato no 205).Pag. 86
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 276
Hanno votato no 218).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 11).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pini 8.3, 8.4 e 8.2, mentre accetta l'emendamento 8.100 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sugli emendamenti Pini 8.3, 8.4 e 8.2, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.100.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 8.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo per evidenziare una questione di carattere esclusivamente lessicale che potrebbe emergere nell'interpretazione della direttiva che andiamo a recepire. Come è noto, la direttiva in questione recepisce i nuovi massimali assicurativi sia per i danni procurati alle persone fisiche sia per quelli riportati dagli automezzi coinvolti. È probabile, come è già successo altre volte, che in fase di traduzione della direttiva dalla lingua originale in italiano sia stato commesso un errore. L'emendamento in questione, che non ha alcuna finalità politica, intende chiarire, al fine di evitare interpretazioni un po' troppo estensive, che al comma 1, capoverso articolo 26-bis, comma 1, lettera a), numero 2), si fa riferimento solo ed esclusivamente ai mezzi coinvolti e non anche alle vittime.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 257).Pag. 87
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 8.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare l'importanza di questo emendamento - che è un ulteriore emendamento di natura tecnica che va in direzione della tutela dei consumatori, quindi degli utenti e dei fruitori delle assicurazioni - perché riteniamo che ci possa essere il rischio, nell'applicazione di questa nuova direttiva comunitaria, di un aumento indiscriminato delle tariffe assicurative. Quindi, mi rivolgo anche alla sinistra, che si è sempre dichiarata molto sensibile al rischio di aumenti tariffari per il costo della vita complessivo.
In questo caso, si richiede semplicemente che sia l'ISVAP - quindi, un istituto super partes - a vigilare affinché nell'applicazione di questa direttiva non vi siano aumenti indiscriminati da parte delle compagnie assicurative. Di conseguenza, chiedo un'attenzione particolare per questo emendamento, sottoscritto anche dal vicecapogruppo della Lega.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 262).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.100 del Governo.
Ricordo che la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sul testo del disegno di legge subordinatamente all'approvazione di tale emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 298
Astenuti 197
Maggioranza 150
Hanno votato sì 294
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 265
Hanno votato no 223).
Passiamo all'esame dei subemendamenti presentati all'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei subemendamenti 0.8.0100.1 e 0.8.0100.2 ed accetta l'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
Pag. 88EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo accetta i subemendamenti 0.8.0100.1 e 0.8.0100.2 della Commissione e raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 8.0100.
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo subordinatamente alla modifica del comma 3 del capoverso nei termini previsti dal subemendamento 0.8.0100.1 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.0100.1 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 483
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.0100.2 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato sì 481
Hanno votato no 2).
Prendo atto che il deputato Pelino non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.0100 del Governo nel testo subemendato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 479
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 464
Hanno votato no 15).
(Esame dell'articolo 8-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 12).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41 e sull'emendamento Pini 8-bis.42.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, anche il Governo esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41 e sull'emendamento Pini 8-bis.42.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, noi non siamo contrari all'introduzione diPag. 89norme che semplificano le procedure di ingresso nel nostro paese di soggetti che si occupano di ricerca scientifica. Oggettivamente in passato è accaduto che nella gestione di tale tipologia di personale, le cui problematiche sono diverse da quelle dei flussi di ingresso di immigrati, vi siano stati problemi oggettivi di carattere generale. In linea di principio non siamo neanche contrari alla circostanza che la domanda possa essere accolta anche quando il soggetto si trova già in Italia, per evitare di incorrere nel meccanismo presente nella legge Bossi-Fini e consistente nell'uscita, nel successivo reingresso e così via.
Ciò che invece non riesco a comprendere è il motivo in base al quale la relatrice ha espresso parere contrario sull'emendamento Pini 8-bis.42. In esso infatti si specifica che il meccanismo di uscita e di reingresso per tali lavoratori addetti alla ricerca non si applica in caso di soggetti che risiedono e lavorano sul territorio nazionale in forza di un titolo di soggiorno valido e regolare.
Certamente non voglio immaginare che attraverso l'approvazione dell'articolo 8-bis si intenda introdurre una sanatoria camuffata, cioè a dire che i ricercatori presenti in Italia senza permesso di soggiorno vengono sanati addirittura non a seguito dell'approvazione della delega, perché la norma presente all'ultimo capoverso dell'articolo 8-bis ha contenuto immediatamente precettivo e quindi non è rivolta soltanto all'azione normativa del Governo.
Pertanto, ritengo opportuno che la relatrice, il Governo e la Commissione modifichino il parere sull'emendamento Pini 8-bis.42 per metterci nella condizione di votare tale norma che sul piano del merito condividiamo.
Se così non fosse, visto che l'interpretazione possibile è quella di una sanatoria camuffata, saremmo costretti a votare in senso contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, è stato già spiegato che tale fattispecie non ha nulla a che fare con quella di cui abbiamo parlato in precedenza. Infatti, si tratta di numeri limitatissimi e relativi ai ricercatori. Semplicemente vogliamo sottolineare l'importanza che il Governo si avvalga della possibilità di cui all'articolo 14, comma 3, della direttiva, che già prevede il requisito che le domande presentate dai cittadini di Stati terzi, già presenti sul territorio, siano conformi alla legislazione nazionale.
Quindi, non serve assolutamente a nulla aggiungere il termine «regolarmente» perché così è già pienamente stabilito dalla direttiva. Pertanto, esso risulta perfettamente pleonastico. È chiaro che la domanda verrebbe respinta se chi la presenta si trovasse in situazioni di irregolarità. Ripeto che si tratta di ricercatori per i quali sono previsti una serie di criteri che limitano moltissimo i casi di cui all'articolo 14, comma 3.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, chiedo al Governo di fornire spiegazione più puntuali sul fatto che non si voglia approvare l'emendamento Pini 8-bis.42.
Evidentemente, tutte le considerazioni fatte prima dal ministro Bonino cadono su questo emendamento per il semplice motivo che si sta configurando realmente il tentativo di demolire la legge Bossi-Fini. Abbiamo sentito prima l'onorevole Boato spiegarci che vi è una sorta di accanimento nei confronti di cittadini extracomunitari che chiedono di entrare nel nostro paese per fini di ricerca scientifica.
Il principio generale non è contestabile, anzi ben vengano persone che possano concorrere al miglioramento delle nostre conoscenze scientifiche. Ciò che è contestabile è il modo in cui è scritto il principio di delega e l'applicazione in concreto che noi ravvisiamo. È attraverso questa fattispecie che riteniamo venga mostrata realmente la volontà di demolire la leggePag. 90Bossi-Fini aggirandola. Ciò per il semplice motivo che all'estero esistono fior fiori di titoli di studio falsi, costruiti appositamente per aggirare la normativa attuale, dove sono contenute delle attestazioni da parte di inesistenti istituti che consentono di avere titoli assolutamente aleatori, attraverso, ad esempio, dei non riconoscimenti quando questi titoli di studio fanno riferimento a degli studi di ingegneria, di architettura o di ricerca privata, che vanno considerati come carta straccia.
La necessità di fare riferimento almeno a persone che si trovano regolarmente sul nostro territorio rappresenta una condizione minima indispensabile che pone il ministro al riparo da tutte le precisazioni fatte prima, che cadono rispetto all'applicazione in concreto. Ancora una volta si vuole utilizzare la legge comunitaria per aggirare delle norme in contraddizione con quanto dichiarato prima dal ministro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Intervengo anzitutto per aggiungere la mia firma all'emendamento 8-bis. 42 del collega Pini, illustrato dal collega D'Alia. Ritengo che in quel «regolarmente» vi sia il minimo di buon senso per introdurre una norma di questo tipo che eviti i sospetti che il collega Gibelli ha prima illustrato. Credo che aggiungere questa parola non tolga alcunché alla logica dell'articolo 8-bis, ma renda invece più chiara l'indicazione della acquisizione di capacità scientifiche effettive da parte di gente che già regolarmente vive sul territorio del nostro paese. Ritengo pertanto che questo emendamento debba essere approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Presidente, mi associo anch'io a questa richiesta, che mi sembra di buon senso. Per quanto ci riguarda, voteremo naturalmente a favore di questo articolo 8-bis che recepisce la direttiva. Se noi scriviamo che la domanda di ammissione può essere accettata anche quando il cittadino in questione si trova in Italia a titolo di studio, di turismo, di soggiorno temporaneo, ci sta bene. Non voglio fare processi alle intenzioni, ma se togliamo il termine «regolarmente» in teoria la domanda potrebbe essere accolta anche se il soggetto si trova in Italia senza alcun titolo, il che mi sembra una forzatura. Del resto lo stesso relatore e gli stessi colleghi della maggioranza hanno detto che si intende comunque che egli deve trovarsi in Italia con un titolo valido di permanenza sul nostro territorio; non vedo cosa costi allora accettare di inserire il termine «regolarmente» in modo da fugare ogni dubbio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, vorrei ricordare che esiste già l'articolo 27 del testo unico in materia che, al comma 1, prevede le modalità che consentono l'ingresso in Italia, sulla base di una specifica procedura e fuori quota, dei professori universitari e dei ricercatori destinati a svolgere in Italia un incarico accademico o un'attività retribuita di ricerca presso università, istituti di istruzione e di ricerca operanti in Italia. Per entrare in Italia i ricercatori non comunitari devono, come tutti i cittadini stranieri, essere in possesso di un visto di ingresso, rilasciato da una rappresentanza diplomatica consolare italiana. Siamo, quindi, fuori dal discorso dei flussi e rientriamo nel caso specifico dell'articolo 27.
Se tutto ciò è già previsto, come consacrato nel fascicolo del Servizio studi, secondo cui si tratta di una procedura estremamente semplificante e semplificata, come ben sappiamo, non si può che trarre la convinzione che la norma della quale stiamo parlando possa riguardare anche coloro che si trovano in Italia senza il permesso e, quindi, in condizione di clandestinità (sono entratiPag. 91per ragioni di turismo o, comunque, si sono resi clandestini).
Quindi, le nostre sono obiezioni estremamente fondate, perché, poi, ad una norma si deve dare, come noto, un'interpretazione letterale.
Se anche si vuol dare un'interpretazione sistematica, occorre fare riferimento all'articolo 27 del testo unico in materia, affermando che, se sussiste già tale previsione, secondo l'articolo cui mi riferivo, questa nuova normativa, se deve prevedere qualcosa di nuovo per giustificarsi, riguardando persone che dispongono di un particolare titolo o di una particolare qualifica, permette di assumere tali soggetti, anche se sono entrati in Italia clandestinamente o sono diventati clandestini, con tutte le riserve delle quali parlava il collega Gibelli.
Con questa norma si apre un vulnus incredibile nel sistema posto in essere dalla legge Turco-Napolitano, come integrata dalla legge Bossi-Fini, perché, questa volta, si parlerà di ammissione di cittadini a fini di ricerca scientifica. Badate bene: non si parla di ricercatori scientifici o di professori, ma si fa riferimento genericamente ai fini di ricerca scientifica; in tale espressione può rientrare di tutto (il giudizio su questi fini generici di ricerca scientifica si capisce chi lo darà) ed, in tal modo, si continuerà ad aprire tale vulnus, andando a ricomprendere altre categorie, fino ad arrivare al vostro obiettivo: regolarizzare i clandestini, senza prevedere la procedura di afflusso dall'estero previo lavoro, con permesso di soggiorno a fini lavorativi, come viene stabilito correttamente in seguito all'integrazione da parte della legge Bossi-Fini della legge Turco-Napolitano. In questo modo, si scassa completamente il sistema, riempiendo il nostro paese di irregolari.
Questo vi fa capire come la nostra posizione e la nostra opposizione non siano cervellotiche, ma fondate su logiche ben precise.
Pertanto, quando ci viene chiesto il motivo per cui ci si preoccupa dell'articolo 8-bis, rispondo al caro e stimatissimo amico Boato, facendo riferimento a quelle ragioni che, forse, egli non ha potuto considerare a fondo. Quindi, questo articolo concepito in questo modo non può andare: o si aggiunge, come è stato detto, il termine «regolarmente» oppure saremo costretti ad esprimere un voto contrario.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, la Commissione, modificando il precedente avviso, esprime parere favorevole sull'emendamento Pini 8-bis.42, che prevede l'inserimento del termine «regolarmente». Tuttavia, si tratta di un pleonasmo, anzi è peggio. Infatti, le figure del ricercatore scientifico sono tante e così diverse che la formulazione che avevamo adottato mirava a risolvere il problema di colui che era già regolarmente presente sul territorio dello Stato italiano e che era costretto a recarsi all'estero per assumere un contratto. Come sapete - nella precedente legislatura abbiamo discusso per un determinato periodo di tempo sulla riforma dell'università - le figure contrattuali sono tantissime, ma quelle a tempo indeterminato sono pochissime.
In ogni caso, poiché vogliamo dimostrare (e chiedo al Governo la stessa disponibilità) che non è la «regolarità» che ci crea problemi, ma che avevamo trovato una formula tecnica che desse continuità ad alcuni tipi di figure, accettiamo l'espressione «regolarmente», anche se è puramente pleonastica.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, se tutti si sentono più tranquilli, non c'è problema. Il Governo lo dava per scontato.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.Pag. 92
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti soppressivi Bertolini 8-bis.40 e Pini 8-bis.41, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 477
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8-bis.42, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato sì 457
Hanno votato no 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 459
Astenuti 15
Maggioranza 230
Hanno votato sì 455
Hanno votato no 4).
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito a votare.
Dovremmo ora passare all'articolo 8-ter.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Presidente, anch'io avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Onorevole Pini, lei non l'ha specificato subito e ormai ho dato la parola all'onorevole La Russa.
Prego, onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, questa fase di votazioni, che ha visto sostanzialmente l'approvazione all'unanimità di tanti articoli, fa giustizia rispetto all'ipotesi che vi fosse un'opposizione preconcetta a questo provvedimento. Ora siamo giunti ad punto che ci divide, ma ci divide non per propaganda, bensì perché su questo non si è trovata una posizione comune.
Lo sforzo, più volte ribadito, della maggioranza di volere individuare punti di incontro in quest'aula, specie su un provvedimento di recepimento di direttive comunitarie, mi sembra debba essere espresso in questo momento. Vorrei avanzare, Presidente, una proposta concreta.
Presidente, parlerò quando catturerò la sua attenzione, ma non ho fretta...
PRESIDENTE. Lei ha sempre la mia attenzione.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente, è troppo buono, ed io non so come ringraziarla.
Vorrei avanzare una proposta concreta.
La proposta è quella di accantonare, al momento, l'articolo 8-ter e le relative proposte emendative, e di procedere, con la stessa serenità, rapidità e senza tensione, alle votazioni successive. In altri termini, si tratta di lasciare per ultima la votazionePag. 93sull'articolo 8-ter e di concludere i lavori, questa sera, prima di procedere alla votazione di tale articolo. In questo modo, la Commissione ha il tempo, se vuole, di approfondire la possibilità di trovare un punto d'incontro. Domani mattina, si potrebbe concludere tutto in un quarto d'ora, perché resterebbero soltanto una votazione, le dichiarazioni di voto finale - che saranno necessariamente brevi, in quanto i gruppi hanno esaurito il tempo a disposizione - e il voto finale.
Mi sembra una proposta assolutamente ragionevole, che vuole evitare una dura contrapposizione che, altrimenti e inevitabilmente, si creerebbe se anche questa cortese richiesta fosse considerata ostruzionistica o priva di valore. Sono certo della valutazione serena di questa proposta, signor Presidente.
PRESIDENTE. C'è, dunque, una proposta di accantonamento dell'articolo 8-ter, sulla quale la Commissione si deve pronunciare. L'onorevole La Russa propone di accantonare l'articolo 8-ter, di procedere alla votazione di tutti gli altri articoli entro questa sera e di rinviare a domattina la trattazione dell'articolo accantonato e la votazione finale sul provvedimento. In proposito, ascoltiamo il parere della Commissione e darò la parola ad un oratore a favore e ad uno contro, prima di procedere al voto.
Prego, onorevole Bimbi.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. La Commissione è favorevole all'accantonamento, purché si voti questa sera l'articolo 8-ter, sul quale abbiamo già discusso abbastanza.
PRESIDENTE. Quindi, il parere della Commissione non è favorevole.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Siamo favorevoli ad un accantonamento, nel senso che lo esamineremo alla fine, votando però tutti gli articoli questa sera.
PRESIDENTE. La proposta non è questa. Lei deve esprimersi sulla proposta dell'onorevole La Russa, il quale ha chiesto di procedere nella seduta di domani alla votazione dell'articolo 8-ter.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Io ho formulato un'altra proposta.
PRESIDENTE. Lei deve pronunciarsi, però, su una proposta che è già stata avanzata.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Allora, nella forma in cui è stata presentata dall'onorevole La Russa, sono contraria.
PRESIDENTE. Mi pare di capire che la Commissione stia ancora valutando...
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Mi pare di aver compreso che l'onorevole La Russa propone di rinviare la votazione dell'articolo 8-ter a domattina. La Commissione è contraria su questo, per cui non accediamo alla proposta dell'onorevole La Russa.
PRESIDENTE. Presidente Bimbi, formalmente la proposta è quella di un accantonamento e, quindi, si deve porre in votazione la proposta di accantonamento. Poi, vedremo come disciplinare l'ordine dei lavori, come procedere.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Sull'accantonamento, allora, la Commissione esprime una valutazione favorevole.
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta, avanzata dall'onorevole La Russa, di accantonare l'esame dell'articolo 8-ter.
(Segue la votazione).
La Camera approva per 342 voti di differenza.
Pag. 94(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 13), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 456
Hanno votato no 5).
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 14), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato sì 466).
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Fundarò 11.040 è inammissibile e che l'articolo aggiuntivo Fundarò 11.041 è stato ritirato.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo, pertanto, all'esame dell'articolo 12
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 15), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 469).
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13
(Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 16), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 414).
(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 17).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Bellotti 14.40, mentre accetta l'articolo aggiuntivo 14.0100 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bellotti 14.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellotti. Ne ha facoltà.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, non so se l'emendamento da me presentato, il quale propone di sopprimere alcune parole del testo dell'articolo in esame, sia stato letto con attenzione. Se l'articolo 14 venisse approvato nella sua attuale versione, infatti, creerebbe una discriminazione tra prodotti identici nella formulazione, ma che presentano una diversa denominazione commerciale. Ciò, di fatto, penalizzerebbe le uniche imprese che investono in ricerca ed innovazione scientifica, specie laddove tali prodotti trovano applicazione, vale a dire quelle operanti nel comparto dell'agricoltura biologica.
Se non dovesse essere approvato il mio emendamento, dunque, una parte consistente dei formulati impiegati nell'agricoltura biologica (vorrei ricordare, al riguardo, che in tale ambito il nostro paese è il primo in Europa ed il terzo nel mondo) incontrerebbe costi assolutamente incompatibili e insopportabili per il settore.
Pertanto, dal momento che la nostra agricoltura biologica è la prima in Europa, votando contro la mia proposta emendativa si delibererà contro l'impiego di mezzi tecnici nell'ambito dell'agricoltura biologica stessa (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bellotti 14.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 250).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato sì 470
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.0100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 402
Hanno votato no 71).
(Esame dell'articolo 15-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 18).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Quartiani 15-bis.42 e Saglia 15-bis.43.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione e parere contrario sugli emendamenti Quartiani 15-bis.42 e Saglia 15-bis.43.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'importanza di questo argomento. Per lungo tempo in Parlamento si è discusso, nelle Commissioni competenti, sul tema degli incentivi alle fonti rinnovabili. All'interno di questi ultimi si insidiano molto spesso incentivi ingiustificati e superiori a quanto previsto dalla normativa. Quindi, un intervento legislativo in questo senso potrebbe essere positivo. Al contrario, non è auspicabile che vi sia un intervento che non distingue tra le diverse fonti che vengono incentivate. In particolare, si tratta del problema relativo alle cosiddette fonti assimilate.
Pertanto, credo sia una scelta saggia quella compiuta da parte della Commissione di rinviare questo argomento alla normativa di settore, soprattutto per salvaguardare quelle fonti rinnovabili che possano essere riscontrate per quanto attiene all'attività di efficienza energetica e di risparmio energetico. Mi riferisco soprattutto al tema della cogenerazione e del teleriscaldamento urbano, attività che consentono di raggiungere gli obiettivi relativi al protocollo di Kyoto e di ridurre, quindi, le sostanze inquinanti emesse in atmosfera, mettendo in condizione l'Italia di rispettare la normativa relativa all'inquinamento atmosferico ed ai cambiamenti climatici, che l'Italia fa molta fatica a rispettare.
Dunque, credo sia importante rinviare la discussione alla sede più propria, quella degli interventi in campo energetico, e non trattarla nel contrasto della legge comunitaria, sede in cui necessariamente un tema così complesso e delicato sarebbe affrontato in maniera non adeguata (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Avverto che dall'eventuale approvazione degli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione, soppressivi dell'articolo 15-bis, risulteranno preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 15-bis, nonché la votazione del medesimo articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Saglia 15-bis.40, Pini 15-bis.41 e 15-bis.201 della Commissione, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 461
Hanno votato no 6).
(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 19).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pini 16.1.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Pini 16.1 perché riteniamo più utile una maggiore flessibilità, collega Pini, e mi sembra che la nostra formulazione presenti margini di flessibilità maggiori.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pini 16.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, vorrei sottolineare che lo scopo dell'emendamento in esame è proprio quello di evitare strumentalizzazioni nella formazione dei cosiddetti tavoli ai quali il Ministero dello sviluppo economico dovrebbe fare riferimento nello svolgimento della sua funzione. Ormai è una consuetudine che tali forme stabili di collaborazione diventino costi ed oneri accessori, soprattutto a carico degli enti locali - e sappiamo benissimo quali sono state le diatribe politiche sugli eventuali tagli agli enti locali -, che non riteniamo assolutamente necessari in questo momento.
Quindi, il mio emendamento 16.1, che prevede genericamente il termine «collabora», senza stabilire forme stabili di collaborazione, va nella direzione di una gestione della finanza pubblica il più possibile oculata.
Pertanto, rivolgo nuovamente un appello alla sinistra, visto che si tratta di temi che stanno a cuore anche ai suoi esponenti (mi riferisco al risparmio e ai tagli agli sprechi della finanza pubblica), affinché voti a favore del mio emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intervengo brevissimamente, dopo aver ascoltato la motivazione espressa dal collega Pini poco fa. Vorrei annunciare il mio voto contrario sull'emendamento in esame, come del resto suggeriscono la Commissione e il Governo. Tuttavia, vorrei suggerire al collega Pini di considerare il fatto che il suo emendamento produrrebbe esattamente l'effetto opposto. Mentre il testo del disegno di legge stabilisce che, per lo svolgimento dei suoi compiti, il Ministero dello sviluppo economico può avvalersi delle camere di commercio e può definire forme stabili di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni, il suo emendamento ricomprende tutto ciò nella parola «collabora». Ovviamente, l'indicativo nel testo di legge diventa un obbligo di legge. Quindi, si prevede che il ministero collabora con altre pubbliche amministrazioni. Tuttavia, proprio perché si tratta di un testo elastico - come ha detto poco fa il ministro -, le altre pubbliche amministrazioni non sono indicate: vi è un obbligo di collaborare con altre pubbliche amministrazioni. Ma sarebbe paradossale: un obbligo da una parte e una totale indeterminatezza dall'altra!
Pertanto, senza nessun pregiudizio di carattere ideologico, mi sembra che nel merito l'emendamento sia inadeguato a risolvere il problema che ha posto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 16.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 244).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 458
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato sì 454
Hanno votato no 4).
(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 20).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.201. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Misuraca 17.3, perché il contenuto di tale emendamento è già stato ricompreso, su richiesta della XIII Commissione, nell'emendamento 17.201 della Commissione. Infine, il parere è contrario sull'emendamento Misuraca 17.40.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 17.201 della Commissione. Per quanto concerne l'emendamento Misuraca 17.3, esso sarebbe assorbito nel caso di approvazione dell'emendamento 17.201 della Commissione.
Il Governo, infine, esprime parere contrario sull'emendamento Misuraca 17.40.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.201 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 475
Votanti 472
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato sì 459
Hanno votato no 13).
Avverto che, con l'approvazione di questo emendamento, risulta assorbito l'emendamento Misuraca 17.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misuraca 17.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 264).Pag. 99
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato sì 448
Hanno votato no 13).
(Esame dell'articolo 18-bis - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 21).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 18-bis.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, e 18-bis.201 della Commissione.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Anche il Governo esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 18-bis.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, e 18-bis.201 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18-bis.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento, e 18-bis.201 della Commissione, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 213).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 261
Hanno votato no 218).
(Esame dell'articolo 18-ter - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18-ter e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1042 sezione 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18-ter.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 386
Hanno votato no 19).Pag. 100
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi presentati.
ROSELLA OTTONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Pini 18-ter.04 e Pini 18-ter.05.
Il parere è, altresì, contrario sull'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.06, mentre è favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo, nonché sugli articoli aggiuntivi 18-ter.0101, 18-ter.0102, 18-ter.0103 del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi Pini 18-ter.04, 18-ter.05 e 18-ter.06. L'articolo aggiuntivo D'Agrò 18-ter.040 è stato dichiarato inammissibile. Il parere è favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo e il Governo raccomanda altresì l'approvazione dei suoi articoli aggiuntivi 18-ter.0101, 18-ter.0102 e 18-ter.0103.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Presidente, intervengo per annunciare il ritiro del mio articolo aggiuntivo 18-ter.06 e per sottolineare il mantenimento dei miei articoli aggiuntivi 18-ter.04 e 18-ter.05, che riguardano una discussione che in Parlamento e in XIV Commissione viene fatta già da tempo, cioè quella relativa al ruolo delle istituzioni, quali il Parlamento italiano nella fase sia ascendente sia discendente, nel recepimento delle direttive dell'ordinamento comunitario.
Anche queste sono proposte emendative che non hanno un colore politico, ma semplicemente vogliono dare un ruolo al Parlamento, oltre che alla Commissione di cui noi facciamo parte, più importante, più pesante rispetto a quelle che sono le decisioni che vengono prese a Bruxelles. Dunque, la richiesta di esame parlamentare, che deve essere non solo discrezionale da parte del Governo, ma deve rappresentare una pratica abbastanza diffusa qualora si tocchino temi importantissimi come la ricerca e la bioetica, è legata al fatto che il Parlamento abbia la possibilità di porre questa riserva di esame parlamentare in maniera molto più snella di come si prevede adesso.
PRESIDENTE. Avverto i colleghi della Lega Nord Padania che con questo intervento hanno esaurito il tempo a loro disposizione, già integrato di un terzo concesso dal Presidente della Camera.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Intervengo anzitutto per chiedere di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05. Mi sembra che sia utile a tutta l'Assemblea fare una riflessione su questa proposta emendativa. Non voglio tornare su una vicenda che ha visto contrapposte opinioni e condivisioni etiche diverse al Senato e ci ha visto su fronti diversi, sul piano politico, nel commentare gli atti di un ministro della Repubblica di qualche mese fa.
Mi riferisco alla decisione del ministro Mussi, poi certificata come decisione del Governo, di ritirare la firma dal cosiddetto blocco di minoranza.
L'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05 non soltanto va incontro all'esigenza, rimarcata dall'onorevole Pini, di dare un ruolo maggiore al Parlamento ma, in ogni caso, qualunque fosse la maggioranza in futuro, darebbe anche la possibilità, attraverso gli organi parlamentari, di discutere e di decidere prima che, chiunque vinca le elezioni, qualche ministro possa prendere una decisione su temi che - lo ricordo all'Assemblea - tutti definiscono eticamente sensibili e sui quali volutamente, nell'ultima campagna elettorale, ognuno ha espresso le sue opinioni, che non sono parte integrante ed esplicita dei programmi elettorali.
Quale migliore occasione dell'esame del disegno di legge comunitaria per modificarePag. 101il procedimento e per accrescere i poteri del Parlamento, ed il dibattito, su un tema che nei mesi scorsi, poco prima della chiusura estiva, ci ha visti discutere così intensamente, dopo una decisione presa (che il Parlamento, in qualche modo, con il voto del Senato sulle mozioni, poteva anche modificare ove si consideri che tra le due posizioni vi era una differenza di quattro o cinque voti)?
Mi sembra che, rispettando qualsiasi tipo di maggioranza, la procedura rispetti anche, su questioni eticamente sensibili, la volontà del Parlamento, indipendentemente dalla volontà personale di un singolo ministro o di un singolo Governo. Per questo, invito chiunque, indipendentemente dalle convinzioni etiche, morali (sui temi della bioetica, distinte dalle mie), a considerare positivamente l'emendamento in esame, che tutela il Parlamento e, nel contempo, fa realmente in modo che questioni eticamente sensibili restino fuori dalle costrizioni, dai recinti di ogni singola coalizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.
SANDRO GOZI. Signor Presidente, posto che sono sicuramente condivisibili alcune delle considerazioni svolte dall'onorevole Volontè, desidero sottolineare che già oggi il Parlamento ha la possibilità di apporre la riserva parlamentare su qualunque tema si discuta in sede di Consiglio dei ministri. Quindi, si tratta di una possibilità che il Parlamento può esercitare già oggi (Commenti del deputato Volontè). È perfettamente inutile, è pleonastico, stabilire che su qualunque aspetto della ricerca si debba obbligatoriamente apporre la riserva parlamentare, perché possiamo già farlo!
Non si tratta neppure di aumentare le prerogative del Parlamento. Sono d'accordo sul fatto che il Parlamento debba vedere accresciuto il suo ruolo in materia nella fase ascendente; tuttavia, la legge approvata dalla precedente maggioranza lo prevede già. Quindi, non vediamo l'utilità di una previsione specifica.
LUCA VOLONTÈ. È l'attuazione della procedura che è diversa, come lei sa!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, mi sembra che le osservazioni del collega Volontè siano di normale buon senso. Ricordando l'ambiguità e, spesso, il burocratismo che caratterizzano le scelte del Consiglio dei ministri dell'Unione europea e, ancor prima, dei membri della Commissione europea, credo che, di fronte a temi di estrema delicatezza (relativamente ai quali si sono verificati episodi certamente non commendevoli, anche all'inizio di questa legislatura), sia opportuno ribadire il principio dell'intervento, nella fase ascendente come in quella discendente, del Parlamento nazionale, in particolare del Parlamento italiano.
Pertanto, aggiungo la mia firma all'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, anch'io desidero aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame, esprimendo in tal modo il mio favore per un emendamento che, a mio avviso, comincerebbe ad instaurare una nuova cultura: quella secondo la quale certi temi, che sono precisamente le sfide che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni, vanno trattati con assoluta libertà di coscienza.
Io credo che sia fondamentale separare qualsiasi scelta di questo tipo da logiche che, inevitabilmente, talvolta pesano nelle decisioni di ciascuno di noi. Lo ritengo un argomento fondamentale, che pone una questione di metodo - e mi rivolgo anche al Governo - che è quella di riportare in Parlamento per fare in modo che i rappresentanti, in senso più ampio, del popolo possano affrontare temi così delicati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 444
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 228).
Prendo atto che il deputato Trupia ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 444
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 243).
Prendo atto che l'articolo aggiuntivo Pini 18-ter.06 è stato ritirato.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo D'Agrò 18-ter.040 è stato dichiarato inammissibile.
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Intervengo a titolo personale. Vorrei far presente che l'approvazione di questo emendamento, e la conseguente cancellazione della legge n. 250 del 2000, significherebbe consentire che il latte destinato ad uso di alimentazione umana non venga segnalato e che quindi possa finire, con frodi che non sono nuove in questo paese, nella catena alimentare umana.
Occorre quindi fare attenzione (è vero che è una norma che difficilmente trova applicazione per problemi tecnici in quanto comunque significherebbe togliere una garanzia per i consumatori di latte e quindi anche per i bambini) al fatto che alcuni prodotti caseari, soprattutto in polvere, non destinati all'alimentazione umana, finiscano comunque in qualche mozzarella o nel latte in polvere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Cesini 18-ter.041 e 18-ter.0100 del Governo, accettati dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 255
Hanno votato no 201).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18-ter.0101 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
ANTONIO ATTILI. Ho chiesto di parlare, Presidente!
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Attili, ormai ho indetto la votazione; lePag. 103darò la parola subito dopo la chiusura della votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 398
Astenuti 13
Maggioranza 200
Hanno votato sì 391
Hanno votato no 7).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Mi scusi, onorevole Attili, non l'avevo vista prima di dichiarare aperta la votazione. Le do la parola, anche se ormai la votazione è chiusa (Commenti). Prego, onorevole Attili, le ho dato la parola... Mi scuso perché ancora non ci conosciamo tutti personalmente ed è avvenuto un inconveniente di cui mi assumo tutta la responsabilità. Chiedo scusa all'onorevole Attili e le chiedo di intervenire adesso per lasciare agli atti la sua dichiarazione, anche se nel frattempo abbiamo già proceduto all'approvazione dell'emendamento su cui intendeva intervenire.
ANTONIO ATTILI. Presidente, mi scuso per l'incidente, però ci tengo ad esprimere la mia valutazione sull'emendamento appena votato, che è pesante perché, Presidente, scardina la clausola di protezione sociale, che ha rappresentato uno strumento importante per gestire i problemi sociali seri, che si sono generati al momento della liberalizzazione dei servizi di handling negli aeroporti italiani.
Faccio notare al Presidente e al ministro che la IX Commissione, su questo emendamento, all'unanimità si è espressa in senso contrario e che il rappresentante del Governo, in quel contesto, si è rimesso al parere della Commissione, per cui con una certa sorpresa e inopinatamente ritrovo nel fascicolo questo emendamento presentato dal Governo.
L'articolo 14 del codice della navigazione è stato modificato due volte, nel 2005 e nel 2006, per rispondere ad una sentenza della Corte di giustizia, che ritenne la prima formulazione incompatibile con la direttiva recepita dal Governo italiano. Il Parlamento, con intervento molto importante - anche in questo caso unitario -, lo ha novellato due volte per rispondere a quelle obiezioni. Adesso, su un parere motivato della Commissione europea, il Governo, sostanzialmente, scardina questo importante strumento di governo dei processi di liberalizzazione all'interno degli aeroporti, eliminando nel contempo la funzione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile che, per legge, certifica gli handler che lavorano negli aeroporti, affidando questa importante questione congiuntamente al ministro dei trasporti e a quello del lavoro: non si capisce però con quali strumenti e con quali persone si dovrebbero effettuare questi controlli.
Ecco perché ritengo che il voto favorevole poc'anzi espresso sia un errore grave, un danno per le imprese serie, per i lavoratori e per il nostro paese. Quindi, essendosi già votato, spero che rimanga agli atti la mia posizione.
PRESIDENTE. Onorevole Attili, rimarrà agli atti la sua posizione. Nel Parlamento europeo, affinché non si avverta la frustrazione di una dichiarazione di voto svolta dopo il voto, accade sempre così: abbiamo applicato casualmente una norma del Parlamento europeo (Commenti).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18-ter.0102 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 252
Astenuti 191
Maggioranza 127
Hanno votato sì 250
Hanno votato no 2).Pag. 104
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18-ter.0103 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 256
Astenuti 188
Maggioranza 129
Hanno votato sì 255
Hanno votato no 1).
Colleghi, anche in considerazione dell'ora, il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.
È altresì rinviata ad altra seduta la trattazione dei restanti punti inseriti all'ordine del giorno.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 21 settembre 2006, alle 9.30:
1. - Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:
Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2006 (1042-A).
- Relatore: Ottone.
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (doc. LXXXVII, n. 1).
- Relatore: Gozi.
2. - Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1496.
3. - Discussione del disegno di legge (per l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali presentate):
Conversione in legge del decreto-legge 16 agosto 2006, n. 251, recante disposizioni urgenti per assicurare l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica (1610).
(al termine delle votazioni)
4. - Svolgimento di interpellanze urgenti.
DISEGNO DI LEGGE DI CUI SI RICHIEDE L'URGENZA
Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati di calcio e delle altre competizioni calcistiche professionistiche organizzate a livello nazionale (1496).
La seduta termina alle 19,50.
Pag. 105ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO
Ddl n. 1042 - Legge comunitaria per il 2006
Seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 40 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 50 minuti |
Alleanza Nazionale | 33 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 24 minuti |
Lega Nord Padania | 20 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 16 minuti |
Misto | 14 minuti (Minoranze linguistiche: 7 minuti; Movimento per l'Autonomia: 7 minuti) |
Doc. LXXXVII, n. 1 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2005
Seguito dell'esame: 3 ore.
Governo | 10 minuti |
Richiami al regolamento e tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 29 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 2 ore e 11 minuti |
L'Ulivo | 28 minuti |
Forza Italia | 19 minuti |
Alleanza Nazionale | 13 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 9 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 9 minuti |
Lega Nord Padania | 7 minuti |
Italia dei Valori | 7 minuti |
La Rosa nel Pugno | 7 minuti |
Comunisti Italiani | 7 minuti |
Verdi | 7 minuti |
Popolari-Udeur | 6 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 6 minuti |
Misto | 6 minuti (Minoranze linguistiche: 3 minuti; Movimento per l'Autonomia: 3 minuti) |
Mozione n. 1-00017 - Tratta alta velocità Torino-Lione
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 20 minuti |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 38 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 11 minuti |
Misto | 12 minuti (Minoranze linguistiche: 6 minuti; Movimento per l'Autonomia: 6 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Mozioni nn. 1-00010 e 1-00009 - Pratiche enologiche alternative
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 20 minuti |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 38 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 11 minuti |
Misto | 12 minuti (Minoranze linguistiche: 6 minuti; Movimento per l'Autonomia: 6 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.
Doc. VIII, n. 1 - Conto Consuntivo
Doc. VIII, n. 2 - Bilancio interno della Camera
Esame congiunto
Tempo complessivo: 18 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Deputati questori | 1 ora e 30 minuti | 40 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 30 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) | 1 ora e 19 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi per ciascun deputato) |
Gruppi | 6 ore e 50 minuti | 5 ore e 36 minuti |
L'Ulivo | 37 minuti | 1 ora e 11 minuti |
Forza Italia | 34 minuti | 48 minuti |
Alleanza Nazionale | 33 minuti | 33 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 32 minuti | 24 minuti |
UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) | 32 minuti | 23 minuti |
Lega Nord Padania | 31 minuti | 19 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti | 18 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 18 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 17 minuti |
Verdi | 30 minuti | 17 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 17 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 30 minuti | 15 minuti |
Misto | 30 minuti (Minoranze linguistiche: 15 minuti; Movimento per l'Autonomia: 15 minuti) |
16 minuti (Minoranze linguistiche: 8 minuti; Movimento per l'Autonomia: 8 minuti) |
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 1042-A - em. 1.101 | 490 | 482 | 8 | 242 | 261 | 221 | 52 | Appr. |
2 | Nom. | em. 1.102 | 493 | 493 | 247 | 6 | 487 | 51 | Resp. | |
3 | Nom. | em. 1.200, 1.201 | 497 | 496 | 1 | 249 | 496 | 50 | Appr. | |
4 | Nom. | em. 1.103 | 479 | 478 | 1 | 240 | 478 | 50 | Appr. | |
5 | Nom. | subem. 0.1.104.1 | 487 | 486 | 1 | 244 | 485 | 1 | 50 | Appr. |
6 | Nom. | em. 1.104 | 482 | 482 | 242 | 480 | 2 | 50 | Appr. | |
7 | Nom. | em. 1.105 | 496 | 496 | 249 | 496 | 50 | Appr. | ||
8 | Nom. | em. 1.100 | 500 | 497 | 3 | 249 | 234 | 263 | 50 | Resp. |
9 | Nom. | articolo 1 | 503 | 502 | 1 | 252 | 270 | 232 | 50 | Appr. |
10 | Nom. | articolo 2 | 496 | 495 | 1 | 248 | 261 | 234 | 50 | Appr. |
11 | Nom. | articolo 3 | 455 | 454 | 1 | 228 | 450 | 4 | 50 | Appr. |
12 | Nom. | articolo 3.01 | 488 | 487 | 1 | 244 | 218 | 269 | 50 | Resp. |
13 | Nom. | articolo 4 | 489 | 488 | 1 | 245 | 484 | 4 | 50 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo 5 | 457 | 456 | 1 | 229 | 455 | 1 | 49 | Appr. |
15 | Nom. | articolo 6 | 432 | 430 | 2 | 216 | 430 | 50 | Appr. | |
16 | Nom. | subem. 0.6-bis.100.1 | 491 | 490 | 1 | 246 | 484 | 6 | 50 | Appr. |
17 | Nom. | em. 6-bis.100 | 488 | 483 | 5 | 242 | 277 | 206 | 49 | Appr. |
18 | Nom. | articolo 6-bis | 490 | 484 | 6 | 243 | 267 | 217 | 48 | Appr. |
19 | Nom. | subem. 0.7.100.1 | 492 | 491 | 1 | 246 | 282 | 209 | 48 | Appr. |
20 | Nom. | em. 7.100 | 487 | 486 | 1 | 244 | 281 | 205 | 48 | Appr. |
21 | Nom. | articolo 7 | 495 | 494 | 1 | 248 | 276 | 218 | 48 | Appr. |
22 | Nom. | em. 8.3 | 496 | 494 | 2 | 248 | 228 | 266 | 48 | Resp. |
23 | Nom. | em. 8.4 | 492 | 490 | 2 | 246 | 233 | 257 | 48 | Resp. |
24 | Nom. | em. 8.2 | 495 | 493 | 2 | 247 | 231 | 262 | 48 | Resp. |
25 | Nom. | em. 8.100 | 495 | 298 | 197 | 150 | 294 | 4 | 48 | Appr. |
26 | Nom. | articolo 8 | 490 | 488 | 2 | 245 | 265 | 223 | 48 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | subem. 0.8.0100.1 | 487 | 486 | 1 | 244 | 483 | 3 | 48 | Appr. |
28 | Nom. | subem. 0.8.0100.2 | 484 | 483 | 1 | 242 | 481 | 2 | 48 | Appr. |
29 | Nom. | em. 8.0100 | 481 | 479 | 2 | 240 | 464 | 15 | 48 | Appr. |
30 | Nom. | em. 8-bis.40, 8-bis.41 | 478 | 477 | 1 | 239 | 228 | 249 | 49 | Resp. |
31 | Nom. | 8-bis.42 | 474 | 471 | 3 | 236 | 457 | 14 | 49 | Appr. |
32 | Nom. | articolo 8-bis | 474 | 459 | 15 | 230 | 455 | 4 | 48 | Appr. |
33 | Nom. | articolo 10 | 462 | 461 | 1 | 231 | 456 | 5 | 49 | Appr. |
34 | Nom. | articolo 11 | 467 | 466 | 1 | 234 | 466 | 48 | Appr. | |
35 | Nom. | articolo 12 | 470 | 469 | 1 | 235 | 469 | 48 | Appr. | |
36 | Nom. | articolo 13 | 414 | 414 | 208 | 414 | 48 | Appr. | ||
37 | Nom. | em. 14.40 | 474 | 473 | 1 | 237 | 223 | 250 | 48 | Resp. |
38 | Nom. | articolo 14 | 475 | 473 | 2 | 237 | 470 | 3 | 48 | Appr. |
39 | Nom. | em. 14.0100 | 474 | 473 | 1 | 237 | 402 | 71 | 48 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 15-bis.40,15-bis.41, 201 | 467 | 467 | 234 | 461 | 6 | 48 | Appr. | |
41 | Nom. | em. 16.1 | 469 | 468 | 1 | 235 | 224 | 244 | 48 | Resp. |
42 | Nom. | articolo 16 | 459 | 458 | 1 | 230 | 454 | 4 | 48 | Appr. |
43 | Nom. | em. 17.201 | 475 | 472 | 3 | 237 | 459 | 13 | 48 | Appr. |
44 | Nom. | em. 17.40 | 466 | 464 | 2 | 233 | 200 | 264 | 48 | Resp. |
45 | Nom. | articolo 17 | 461 | 461 | 231 | 448 | 13 | 48 | Appr. | |
46 | Nom. | em. 18-bis.200, 18-bis.201 | 472 | 471 | 1 | 236 | 258 | 213 | 48 | Appr. |
47 | Nom. | articolo 18-bis | 480 | 479 | 1 | 240 | 261 | 218 | 48 | Appr. |
48 | Nom. | articolo 18-ter | 405 | 405 | 203 | 386 | 19 | 49 | Appr. | |
49 | Nom. | em. 18-ter.04 | 446 | 444 | 2 | 223 | 216 | 228 | 49 | Resp. |
50 | Nom. | em. 18-ter.05 | 449 | 444 | 5 | 223 | 201 | 243 | 49 | Resp. |
51 | Nom. | em. 18-ter.041, 18-ter.0100 | 457 | 456 | 1 | 229 | 255 | 201 | 49 | Appr. |
52 | Nom. | em. 18-ter.0101 | 411 | 398 | 13 | 200 | 391 | 7 | 49 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 54 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 18-ter.0102 | 443 | 252 | 191 | 127 | 250 | 2 | 49 | Appr. |
54 | Nom. | em. 18-ter.0103 | 444 | 256 | 188 | 129 | 255 | 1 | 48 | Appr. |