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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 71 di martedì 14 novembre 2006
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
La seduta comincia alle 9,05.
SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
Sul processo verbale.
MAURIZIO RONCONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO RONCONI. Signor Presidente, dalla lettura del processo verbale noto che non è stata riportata la dichiarazione del Presidente Bertinotti riguardo all'incarico da assegnare ai questori per lo svolgimento di un'indagine sulla questione che ieri sera ha interessato l'Assemblea e sul fatto che il comportamento dell'onorevole Caruso sarebbe stato portato all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza.
Notiamo che sul processo verbale non è stata riportata questa parte che riteniamo particolarmente importante; dunque, chiediamo che venga inserita.
PRESIDENTE. Onorevole Ronconi, troverà nel resoconto stenografico le precisazioni del Presidente Bertinotti, mentre nel processo verbale è semplicemente riportato che il Presidente Bertinotti ha risposto ad alcune questioni poste dai deputati intervenuti per richiamo al regolamento o sull'ordine dei lavori.
In ogni caso, onorevole Ronconi, le sue dichiarazioni di questa mattina resteranno agli atti nel resoconto stenografico della seduta odierna.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ieri, in mattinata, abbiamo tenuto un comportamento difforme rispetto a quello della serata. Infatti, in mattinata non siamo usciti dall'aula; in serata avevamo chiesto la parola per motivare il nostro comportamento, ma non ci è stata data la possibilità di farlo.
Vorrei fosse chiaro che si trattava non di un attacco nei confronti della Presidenza, ma di un'accorata valutazione che avevamo fatto in merito a come si erano svolti i lavori ieri ed anche precedentemente e a come il Governo avesse commesso un sopruso nei confronti del Parlamento. Si trattava, dunque, di un comportamento volto a stemperare gli animi, anche rispetto a quanto avvenuto in precedenza.
PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Albonetti, Bruno, Chiti, Evangelisti, Folena, Landolfi, Levi, Mazzocchi, Migliore, Morrone, Pinotti, Pisicchio, Stradella e Violante sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono sessantasette, come risulta Pag. 2dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Informativa urgente del Governo sulle iniziative volte ad impedire la vendita di videogiochi che stimolano la violenza (ore 9,15).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sulle iniziative volte ad impedire la vendita di videogiochi che stimolano la violenza.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del ministro della giustizia)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro della giustizia, Clemente Mastella.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevoli colleghi, premetto che sono anch'io indignato per il livello di efferatezza e di abiezione a cui possono giungere i videogiochi, che finiscono assai spesso nelle mani di bambini e di ragazzi.
Non c'è bisogno di dosi massicce di orrore per far divertire i nostri ragazzi e credo che i più giovani abbiano il diritto di vivere al riparo dalla violenza e di ricevere al tempo stesso una valida educazione in ordine ai sinceri principi della convivenza civile.
Per tale motivo, sono d'accordo sul fatto che occorra agire da subito, prima che i danni si aggravino, evitando inutili e dannosi elementi di commercializzazione.
Fino ad ora, questo non è stato fatto e si è lasciata proliferare questa mala pianta.
In primo luogo, ho il dovere di comunicare quanto riferito dall'Associazione editori software videoludica italiana, in ordine al videogioco «Rules of rose», di produzione giapponese, della cui imminente diffusione in Italia aveva dato notizia il settimanale Panorama. Tale videogioco - secondo la predetta associazione -, pur appartenendo al genere horror, non ha come tema centrale la perversione e la violenza macabra. L'episodio della sepoltura della bambina - dice questa associazione - costituirebbe un sogno che dà il via ad un'avventura nello spazio. Il video è stato ritenuto dal PEGI - il sistema europeo classificatore dei videogiochi - visionabile da ultrasedicenni. Una simile valutazione, quando riguarda, come in questo caso, video di contenuto destinato a ragazzi più grandi, viene ulteriormente confermata da una agenzia esterna, la Video standard council, che fa un esame più approfondito delle scene e dei messaggi, anche subliminali.
Si tratta, naturalmente, di una disciplina europea concertata dagli stessi produttori e distributori e valida soltanto come indicazione per gli utenti. Il fatto che il videogioco sia ritenuto adatto agli ultrasedicenni o, in ipotesi, anche ai maggiorenni non impedisce che venga venduto a ragazzi più piccoli o, comunque, che questi ultimi ne vengano in possesso. Il nostro sistema giuridico, allo stato, può fronteggiare gli abusi e pervenire al sequestro di materiale soltanto laddove sia configurabile un'ipotesi di reato (ad esempio, l'istigazione a delinquere).
Al riguardo, ricordo che, di recente, sono state rivisitate ed aggravate le ipotesi di detenzione di materiale pornografico e di pornografia virtuale (articoli 600-ter e 600-quater del codice penale) e che è stata adeguatamente sanzionata la responsabilità penale dell'host provider, non solo nel caso della detenzione e dell'utilizzazione del materiale, ma anche nell'ipotesi in cui Pag. 3la divulgazione del materiale pornografico avvenga in forma virtuale, ovvero per via telematica o tramite chat.
Devo rilevare, tuttavia, che fino ad oggi il legislatore non ha mai inteso sanzionare la specifica condotta di chi produce, detiene e divulga materiali in cui i minori sono oggetto di violenza da parte di soggetti adulti o minori. Sul punto, vale osservare che la maggior parte dei giochi distribuiti sul mercato è intrinsecamente connotato da molteplici aspetti di violenza. La violenza, in ipotesi, potrebbe essere vietata, almeno nei casi in cui sfoci nelle sevizie e in crudeltà efferate, non soltanto fisiche, ma anche psicologiche. In tale direzione, il Governo intende muoversi, concertando con i ministri che hanno competenza al riguardo uno studio circa la praticabilità di un controllo preventivo sull'immissione in commercio dei videogiochi, in modo che possano essere individuati e neutralizzati quelli recanti un intollerabile contenuto di violenza. L'opera, chiaramente, deve essere preventiva e non intervenire quando gli effetti sono già stati prodotti.
Credo che sia l'intervento penale, che è indispensabile, sia l'intervento sul versante amministrativo e commerciale, attraverso il controllo sull'immissione in commercio dei videogiochi, in modo tale da evitarne la vendita e la diffusione, possano essere una forma di deterrenza. Così come è auspicabile - mi pare che qualcuno l'abbia fatto, come la neopresidente della Commissione per l'infanzia - immaginare la creazione di un'authority che stabilisca gli standard accettabili, sia sotto il profilo dei contenuti, sia sotto quello della disciplina delle modalità con cui viene attuata la vendita ai minori negli esercizi commerciali.
Ritengo che, parallelamente a tale interventi in campo nazionale, deve darsi impulso ad un'iniziativa normativa concordata in sede europea, in modo da trovare soluzioni comuni valide su tutto il territorio del continente. In tale direzione, insieme al Governo, intendo muovermi immediatamente.
Terrò conto ora anche dei contributi che verranno - dopo l'allerta sollevata da tanti responsabili nel settore pedagogico e da tanti operatori del sistema delle comunicazioni - in maniera sapiente, da parte dei gruppi parlamentari della Camera (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Popolari-Udeur).
(Interventi)
PRESIDENTE. Ringrazio il ministro Mastella.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.
DORINA BIANCHI. Signor Presidente, voglio in primo luogo ringraziare il ministro Mastella per questa informativa urgente. Vorrei anche apprezzare il gesto del ministro Fioroni di costituirsi parte civile in riferimento all'episodio avvenuto ai danni di un alunno diversamente abile, gesto rilevante perché credo sia sempre più importante diffondere tra i ragazzi la cultura della legalità e del rifiuto di ogni forma di sopruso. Oggi, i nostri adolescenti e i nostri ragazzi sono oggetto, lo vediamo dai telegiornali e dai giornali, di violenza quotidiana, ma un nuovo fenomeno che si va dilatando è quello degli adolescenti che sono autori di violenza nei confronti di altri coetanei. Credo che questa violenza, sempre più presente nel mondo dell'infanzia e dell'adolescenza, sia in qualche modo anche da rapportarsi all'uso indiscriminato di videogiochi. Questa è una nuova forma di dipendenza, una delle più insidiose, indotta dall'utilizzo prolungato di videogiochi. Si tratta di un mercato in continua espansione. I dati del 2004 ci dicono che il giro di affari mondiali relativo ai software per videogiochi è stimato nell'ordine di circa 24 milioni di euro e, nel triennio 2002-2004, le vendite in Italia di videogiochi sono cresciute del 17 per cento.
Secondo i dati ISTAT del 2001 sul rapporto tra bambini e new media, due terzi dei bambini dai tre ai quattro anni di età utilizza giochi elettronici, in particolare Pag. 4utilizza videogame il 19,7 per cento dei bambini dai tre ai cinque anni e il 36,1 per cento dei giovani tra i 6 e i 18 anni. Proprio per questa ragione, soprattutto per il numero di giovani che si avvicinano in maniera costante ai videogiochi, dobbiamo offrire una priorità di riflessione.
Non voglio però demonizzare l'uso di videogiochi, il cui utilizzo guidato e razionale potrebbe anche tradursi in una opportunità di crescita, in ragione del loro carattere fortemente interattivo e multimediale, che richiede la partecipazione e il coinvolgimento attivo di chi ne fa uso. Tuttavia, si è registrata negli ultimi anni una sempre più accentuata diffusione di videogiochi a contenuto violento, con effetti potenzialmente traumatici sulla formazione della personalità dei giovani, in particolare nella difficile età di passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza. C'è il rischio concreto di creare per questa via degli adulti precoci, sviluppando i tratti aggressivi della psiche e anticipando in maniera innaturale quelle che sono le tappe fisiologiche dello sviluppo caratteriale. Non sono certo le premesse più incoraggianti per costruire un futuro in cui la tolleranza e il reciproco riconoscimento e rispetto possano costituire la base fondamentale della convivenza pacifica e democratica. Allo stato, però, mancano delle evidenze scientifiche sulle conseguenze prodotte da tali immagini sulla psiche dei bambini. È questo un settore, secondo me, di approfondimento, sul quale dobbiamo investire, pena l'indebolimento delle fondamenta sulle quali ancorare il percorso formativo ed educativo del bambino. Lo spirito di osservazione di madre mi riporta due immagini che molto frequentemente riscontriamo, noi genitori, guardando un bambino davanti ad un videogioco: lo stato di forte partecipazione emotiva che porta il bambino ad estraniarsi dal mondo esterno, perché completamente catturato dalle sequenze che corrono davanti a lui, e i gesti e le parole successivi alla fine del gioco, che riprendono fedelmente quelli visti e ascoltati sul video.
Da questa esperienza dobbiamo trarre una forte linea di azione a difesa di quanti, proprio perché colti nel vivo del loro processo evolutivo, hanno bisogno di particolare attenzione. «Attenzione» è, secondo me...
PRESIDENTE. Onorevole Dorina Bianchi...
DORINA BIANCHI. ...la parola chiave: l'utilizzo smodato dei videogiochi, in alcuni casi, può diventare la spia di uno stato di disagio che il bambino non riesce ad esprimere diversamente.
Ed è qui che il ruolo di ascolto e di guida dei genitori diviene fondamentale. Come essi insegnano al bambino ad attraversare la strada così dovrebbero insegnargli il corretto uso dei videogiochi. In questa missione, però, essi vanno aiutati e sostenuti e, a loro volta, educati sui profili più sensibili connessi all'acquisto dell'apparecchio.
L'approccio repressivo per bloccare la vendita di questi...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
DORINA BIANCHI. ...videogiochi deve costituire solo l'inizio di una strategia più articolata, volta a studiare gli effetti connessi all'impiego e ad individuare la modalità di utilizzo delle applicazioni videoludiche in chiave formativa, per favorire l'apprendimento e per stimolarlo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, anch'io voglio ringraziare il ministro Mastella per la tempestività con la quale è venuto a riferire stamani in Assemblea, nonché per la sensibilità e per l'adesione al problema sollevato, che sicuramente non ci può lasciare indifferenti.
Assistiamo, in questa vita frenetica che siamo costretti a sopportare, a questi fenomeni veramente raccapriccianti, che probabilmente hanno origini nelle attività ludiche, nelle attività ricreative, di gioco, Pag. 5di svago dei nostri bambini e dei nostri adolescenti. Sono convinto che necessiti un intervento, che non può essere soltanto del Governo, ma che deve essere del Parlamento, delle istituzioni, della scuola. Occorre una campagna di sensibilizzazione anche nei confronti dei genitori, perché alcuni genitori si accorgono dell'esistenza del problema quando ormai è troppo tardi, quando esso non può essere risolto.
Assistiamo, al giorno d'oggi, a questa esaltazione dei personaggi del duro, del bullo, del violento, di chi vive cercando la sopraffazione degli altri. Sappiamo che esiste una normativa comunitaria. Allora, il Governo potrà sollevare il problema all'interno delle istituzioni comunitarie, affinché vi sia un ripensamento della disciplina che consente alle case produttrici di software di questo tipo di poter meglio calibrare il loro intervento. Inoltre, può essere istituito un tavolo di concertazione tra vari Ministeri (dello sviluppo economico, della pubblica istruzione, della giustizia, dell'interno, e via dicendo). Con circolari e raccomandazioni, aventi ad oggetto non soltanto la produzione del materiale, ma anche la sua distribuzione, la vendita ed il possesso, si può cercare, altresì, di consigliare e di verificare un percorso attraverso il quale si renda sempre più difficile, se non impossibile, l'accesso degli adolescenti o addirittura dei bambini a videogiochi che sicuramente incidono pesantemente sulla crescita e sulla psiche dei nostri ragazzi.
Non credo vi sia bisogno di studi particolare in materia. Certo, gli studi sono importanti, ed è giusto che anche da essi venga un contributo per il legislatore che deve intervenire nel settore. Credo, comunque, che il comune buonsenso, l'esperienza della vita quotidiana, ci possa tranquillizzare: è sicuramente diseducativo l'accesso dei bambini e degli adolescenti a questo tipo di intrattenimento.
Credo che nessuno di noi possa oggi dire di avere in tasca la ricetta vincente per debellare tale antipatico fenomeno. Però, sicuramente è importante la percezione di una condivisione unanime sulla sussistenza di questo problema. Credo che nelle Commissioni parlamentari competenti si potrà aprire un confronto per cercare di elaborare una normativa idonea a debellare oggi tale tipo di fenomeno. I tempi del legislatore, però, sono necessariamente lunghi perché si deve legiferare a ragion veduta ed approfondendo il problema. Sono convinto, invece, che serva un intervento immediato. Non è sufficiente dire che si condivide l'esistenza di tale problema e manifestare rincrescimento per il realizzarsi di tali fenomeni. Ritengo sia necessaria un'attività positiva nel senso di intervenire per colmare alcuni vuoti ed una normativa non più aderente alle evoluzioni di crescita della nostra società.
Mi auguro che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane il Governo adotti i provvedimenti di sua competenza idonei a creare i suddetti percorsi virtuosi che consentano ai nostri ragazzi di essere tenuti al riparo da questo tipo di fenomenologia alla quale possono accedere solo ad un'età maggiore, in cui le problematiche possono essere affrontate e risolte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Germontani. Ne ha facoltà.
MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, signor ministro, è di pochi giorni fa l'inchiesta di Guido Castellano (a cui lei ha accennato nel suo intervento) apparsa su Panorama che riguarda il nuovo videogioco che verrà messo in commercio nel nostro paese il 24 novembre, quasi alla vigilia di Natale. Ho immediatamente rivolto un'interrogazione al ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, chiedendo un intervento urgente per vietare videogiochi del filone horror basati sulla violenza e sul sadismo e che esaltano, in un pubblico indifeso come quello dei minori, violenza ed odio.
Il videogame «Rule of rose», l'ultimo della serie, pervaso da sottintesi omosessuali e sadici, che ha come protagoniste minorenni che perpetuano violenze psicosessuali e fisiche nei confronti di una loro coetanea, non è altro che l'ennesimo esempio di una lunga serie di giochi che ormai affollano gli scaffali dei negozi di tutta Pag. 6Italia. Ricordo ancora a tale proposito un videogioco commercializzato lo scorso anno in cui si dovevano violentare ed uccidere alcune prostitute per ricevere in cambio un premio.
Non dobbiamo stupirci se questa carica di odio e violenza virtuale porti poi i nostri ragazzi a perdere di vista i reali valori. Sono infatti all'ordine del giorno - lo abbiamo visto proprio in questi giorni - fenomeni di bullismo in cui ragazzi sempre più giovani si macchiano di indicibili crimini, non ultimo il video scandalo in cui un ragazzo down viene picchiato da compagni di scuola.
Le istituzioni devono intervenire, e la ringrazio di essere oggi qui presente. Non abbiamo assolutamente bisogno di dosi massicce di ulteriore orrore per far divertire i nostri ragazzi. L'inchiesta di Panorama ha evidenziato, tra l'altro, quanto sia facile per un minore acquistare videogiochi anche vietati agli under 18, anche se per questo bisogna agire punendo quei commercianti disonesti che, a fronte di un facile guadagno, non hanno alcuna remora. Mi chiedo e le chiedo come sia possibile che un video venga messo in circolazione con tanta facilità e senza alcuna forma di controllo.
È spaventosa - la voglio citare - l'analisi effettuata dal dottor Sorrentino, neurologo e direttore dell'Unione italiana attacchi di panico, che informa come in Italia sia aumentato il fenomeno della pedofobia, paura dei figli, che porta tante madri e tanti padri a temere le reazioni improvvise ed aggressive del piccolo di casa diventato una sorta di mina vagante già a 12 anni.
Questo nutrirsi di violenze sempre più estreme candida i ragazzini a diventare adulti bonsai privi di ingenuità e magia, ma ad alto rischio di aggressività improvvisa, e non solo verbale.
Signor ministro, credo che l'argomento che stiamo trattando oggi si inquadri in un contesto ben più ampio, che viene da lontano. Per anni noi di Alleanza Nazionale abbiamo stigmatizzato trasmissioni che mandavano messaggi di trasgressione, che esaltavano ed esaltano personaggi e situazioni dalle quali non vengono certo messaggi educativi, ma volgarità, aggressività e anche, ultimamente, bestemmie. Da tempo, noi di Alleanza Nazionale abbiamo suonato un campanello di allarme intorno a tutto ciò, ma soprattutto abbiamo ripetutamente richiamato l'importanza di trasmettere esempi positivi per i giovani, di riaffermare i valori imprescindibili, come quello della famiglia, dell'amore, del rispetto reciproco, degli affetti.
Quindi, noi oggi siamo qui a discutere di un fenomeno che è giunto a livelli di grande allarme sociale; siamo qui a discuterne in un'Assemblea che purtroppo solo ieri ha assistito ad un episodio increscioso che non fa certo onore alle istituzioni, a tutti coloro che qui siedono e a quelli che ci hanno preceduto. Non si può seguitare a infrangere le regole, quando ormai c'è bisogno di rimettere insieme il tessuto sociale della società, perché - per tornare all'argomento di oggi e concludere - dobbiamo dire che è indiscutibile che vi sia una corsa proprio da parte dei giovani all'imitazione del mondo adulto, che per tutte le riflessioni che ora ho fatto, riesce a trasferire modelli negativi che noi abbiamo denunciato - come facciamo da anni - e che ancora denunciamo con forza.
Ora, è certo necessario il suo intervento, signor ministro: le chiedo infatti di intervenire con ogni misura atta a vietare la produzione, distribuzione e commercializzazione di questi videogiochi nel nostro paese. È anche necessaria una vigilanza seria, eventualmente coordinata con le forze dell'ordine per il rispetto della legge, per impedire che questi videogiochi arrivino sul mercato.
Bisogna vigilare sui contenuti e dettare regole precise per la vendita dei videogiochi ai minorenni: se ne occupi lei, signor ministro, se ne occupi il ministro delle politiche per la famiglia, se ne occupi il ministro delle comunicazioni. Che cosa fanno il comitato minori Internet e il comitato minori TV che sono stati istituiti nell'ambito dello stesso Ministero delle comunicazioni? Se ne occupi il ministro dei diritti e delle pari opportunità, se ne Pag. 7occupi la Commissione bicamerale per l'infanzia. Questo vi chiediamo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Simone. Ne ha facoltà.
TITTI DE SIMONE. Presidente, penso che, quando si affrontano queste discussioni, bisognerebbe avere uno sguardo più concreto, possibilmente meno demagogico e un po' meno ipocrita rispetto a tante cose che sento e che ho sentito ripetersi anche qui questa mattina.
È del tutto evidente, infatti, che non riusciremo mai a focalizzare il tema in discussione se non svolgiamo una riflessione profonda sul fatto che dietro queste produzioni vi sono enormi profitti, che vi è un mercato che lucra spaventosamente su questo tipo di prodotti, che la violenza è diventata dunque profitto del mercato, di industrie che trasmettono messaggi provocatori, che non si rinchiudono solo all'interno dello schermo di un computer, ma che riguardano responsabilità collettive sociali molto gravi.
Penso al fatto che questa violenza collettiva è ciò che viene riprodotto in queste produzioni culturali; vi è una violenza collettiva che noi non indaghiamo, a cui invece dovremmo prestare molta attenzione, perché è il mondo virtuale che riproduce il mondo reale, e questi due livelli si confondono fino a non distinguersi più in un gioco drammatico, su cui credo dovrebbero interrogarsi profondamente le istituzioni, la società, i ruoli educativi, ma con un approccio di questo tipo, se vogliamo fare davvero un ragionamento serio.
Questo ragionamento serio non può escludere nemmeno un'analisi di ciò cui assistiamo accendendo semplicemente un televisore. Ci rendiamo conto del livello di «TV-spazzatura» cui siamo arrivati? Ci rendiamo conto di quanti messaggi vengono trasmessi attraverso i mezzi televisivi? Penso a cosa vediamo accendendo la televisione e assistendo ad un reality, anche in termini di atteggiamenti di sottomissione e di degrado umano e delle relazioni.
Quindi, penso che dovremmo fare molta attenzione, perché tutto ciò non ha niente a che fare con il mondo dei ragazzi e dei minori, ma, purtroppo, ha molto a che fare con quello degli adulti, perché sono questi ultimi che producono la violenza collettiva, che stanno a capo di questo mercato e di questo profitto e che lucrano sulla trasmissione di questi messaggi.
Allora, forse è il mondo degli adulti che andrebbe messo sotto la lente di ingrandimento, ed è questo il tentativo che vorremmo fare qui, oggi. Per questo, apprezziamo l'iniziativa del Governo e ciò che ci ha riferito il ministro Mastella, le iniziative assunte dal ministro Fioroni, che sono state anche oggetto di un dibattito in queste ore, nonché l'iniziativa del Presidente della Camera Bertinotti, che ha annunciato l'istituzione di una Commissione di inchiesta proprio per mettere in risalto la necessità di controllo e vigilanza sui contenuti culturali di queste produzioni. Finalmente, viene dato un segno concreto di attenzione verso un problema molto trascurato, che rappresenta certamente una minoranza del mondo dei ragazzi, a cui, però, non possiamo offrire risposte semplicistiche.
Non dobbiamo sorprenderci se c'è violenza, perché si tratta della riproduzione di una violenza collettiva e sociale che esiste. Ricordo l'episodio, da cui siamo stati profondamente colpiti e, come noi, tutta l'opinione pubblica, del video apparso in questi giorni su Internet, in cui appaiono ragazzi che fanno il saluto nazista dopo avere picchiato selvaggiamente e denigrato un ragazzo down. Anche qui, le connessioni di carattere storico sono evidentissime, se ricordiamo che 200-300 mila portatori di handicap vennero sterminati nei campi di concentramento. Pensiamo a quanto tornino certi messaggi drammatici, che sono veicolati spesso anche da produzioni culturali su cui si lucra e si fa profitto.Pag. 8
Dobbiamo ragionare sulle cause e sulle radici di questa violenza. Dobbiamo cercare gli antidoti culturali e sociali che possano contrastare la violenza e l'esclusione del diverso, del diversamente abile, dell'immigrante, dell'omosessuale, della lesbica o del transessuale.
PRESIDENTE. La prego...
TITTI DE SIMONE. Vorrei ricordare che ieri sui muri di un liceo di Roma sono comparse delle scritte contro gli omosessuali e le lesbiche che frequentano quella scuola. Questi sono problemi che attengono alla realtà di tutti i giorni.
Dunque, è necessario un approccio sociale e culturale diverso e aperto, affinché nei luoghi educativi preposti...
PRESIDENTE. Onorevole De Simone, deve concludere.
TITTI DE SIMONE. ...si affronti il tema del bullismo e della violenza da un punto di vista serio, che metta in luce e denunci la violenza collettiva e la violenza sociale, creando degli antidoti realmente validi (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, colleghi, innanzitutto vorrei ringraziare la Presidenza per l'attenzione che ha voluto riservare a questo tema, grazie alla richiesta che è stata fatta ieri e nella giornata di oggi, e il ministro per la sua disponibilità. Si tratta di un tema cui vorrei dare un taglio diverso, anche se complementare a quelli dei colleghi che mi hanno preceduto.
Non c'è dubbio che il tema dell'educazione e della responsabilità dei genitori sia riferibile alla possibilità che un bambino o un adolescente possano giocare con questi videogiochi.
Non c'è dubbio, come sostiene l'onorevole Titti De Simone, che esiste una relazione tra la violenza rappresentata nei videogame e quella della realtà, né vi sono dubbi sull'esistenza di un commercio su questo tipo di violenza e sui relativi guadagni. Ma la relazione è duplice: c'è la violenza riprodotta nei videogame e c'è la violenza indotta dai videogame (in questo modo vengono commercialmente chiamati tali prodotti che, in realtà, educano a delinquere e alla violenza).
In questi giorni, è stato citato l'increscioso, violento, drammatico episodio di Milano. Ne vorrei citare un altro, accaduto qualche giorno fa, e che non ha avuto le cronache dei giornali nazionali, ma solo di quelli locali; è la testimonianza di alcuni giovani che, giocando ad un videogame che insegna a fare i bulli - teenager che picchiano i loro coetanei, portatori di handicap o meno, i fratelli più giovani e gli anziani -, guadagnano dei punti. Il giorno dopo, in una scuola, in una compagnia di giovani adolescenti di Ferrara, viene picchiata una ragazza perché avrebbe guardato un ragazzo. Per questo motivo, non solo è stata picchiata, ma il video del pestaggio è stato inviato a tutti i compagni di classe di questa giovane studentessa.
A ciò aggiungiamo, come abbiamo appreso da alcuni quotidiani, l'arrivo, nei prossimi giorni, del gioco «Rule of rose» (le regole della rosa); si tratta di un nome simbolico che lascia immaginare cose belle; in realtà, significa prendere una compagna di classe, chiuderla in una bara e seppellirla viva.
Spero che il Governo voglia proseguire sulle indicazioni date dal ministro Mastella, ossia compiere un'azione preventiva e sanzionatoria, prima ancora che vengano messi in commercio questi prodotti, certamente attraverso una concertazione europea. Guardo con una qualche perplessità la costituzione di un'ennesima authority; piuttosto, preferirei che il Governo, vista l'urgenza, intervenga attraverso un proprio disegno di legge.
D'altra parte, pur apprezzando le dichiarazioni del ministro Fioroni ed il fatto che si sia costituito parte civile in riferimento all'episodio di violenza citato, non posso che condividere alcune delle valutazioni Pag. 9svolte anche oggi. Non è l'oggetto dell'informativa del ministro Mastella, ma le valutazioni di oggi, con i toni utilizzati fino a questo momento, ci inducono a riflettere, con il ministro Gentiloni (lo faranno, in modo particolare, i membri della Commissione di vigilanza RAI) sui contenuti che arrivano all'opinione pubblica anche attraverso il mezzo televisivo, e non da oggi (quindi, non voglio fare una polemica nei confronti degli ultimi sei mesi); tali contenuti incidono anche sulla coscienza dei nostri giovani.
Potremmo effettuare la censura più severa del mondo, ma la migliore censura rispetto alla genuinità dei bambini e degli adolescenti la può fare il genitore. Quindi, la prima responsabilità, evidentemente, è quella del genitore. La responsabilità pubblica è che giovani non trovino conveniente, anche sul piano economico, acquistare prodotti che educhino alla violenza; questi videogiochi, purtroppo, non sono educativi (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, ringrazio anche io per l'opportunità di dibattito che ci è stata data questa mattina. Ringrazio il ministro per le sue parole. Ha annunciato interventi urgenti del Governo. Ritengo che questi interventi siano quanto mai necessari e che non possano essere procrastinati.
Altrimenti, questa mattina avremmo compiuto ancora un confronto tra di noi con tante belle parole che non si traducono poi in atti concreti, che - torno a dirlo - risultano quanto mai necessari.
Vede, signor ministro, comprendo benissimo la sua indignazione nell'apprendere di «Rule of rose» o di altri videogame che inneggiano alla violenza, perché la sua indignazione è stata la mia, come penso, quella di tutti i genitori che sanno quanto questi videogiochi possano esser rischiosi per la salute psicofisica dei loro bambini, per la loro crescita normale e per il loro ingresso nel mondo degli adulti. Effettivamente, lo confesso, non ho grande dimestichezza (appartengo forse ad un'altra generazione) con playstation, console o iPod. Quindi, mi sono stupita di come ci possano essere - e su questo concordo con l'onorevole Titti De Simone - responsabilità collettive di adulti che possano pensare di mettere in produzione e poi commercializzare videogiochi così violenti, in cui si vince se si è più cattivi, se si è più capaci di sopraffare l'altro, se addirittura si mette in una bara una bambina, la si chiude con i chiodi e la si seppellisce viva. È proprio il mondo alla rovescia, il mondo in cui il male prevale sul bene.
Allora, è proprio vero che c'è una realtà degli adulti che vuole contaminare l'innocenza, lo spirito genuino e l'ingenuità dei nostri bambini e su questo noi effettivamente dobbiamo interrogarci. Si vogliono applicare le perversioni e le logiche perverse degli adulti all'innocenza dei bambini e questo è intollerabile, perché se gli adulti possono difendersi, magari, dalle immagini sadomaso immesse in Internet o da film pedopornografici che si concludono, magari, con l'uccisione addirittura di uno degli interpreti di questi horror sessuali, i bambini non possono difendersi.
Allora, è chiaro che le istituzioni non possono rimanere silenti, devono farsi carico di questa responsabilità e non intervenire solo con le chiacchiere. Va bene l'authority, siamo d'accordo, ho sentito anche la senatrice Serafini parlare di un codice europeo, ma colmiamo questa vacatio legis, questa lacuna legislativa, che effettivamente c'è, intervenendo all'origine. Impediamo che possano essere messi in commercio dei videogiochi che inneggiano a forme di violenza proprio per il carattere emulativo e identificativo che hanno nei confronti dei bambini.
È vero, c'è dietro un grande business, di questo ne siamo tutti consapevoli, ma il business deve trovare un limite invalicabile nel rispetto fondamentale della persona e della sua dignità, nel rispetto dell'adulto. Non bastano le giustificazioni dei provider che lei ha letto qui in Assemblea, i quali dicono che sono a posto e che quel prodotto Pag. 10verrà commercializzato ai maggiori di anni 16. Ebbene, noi abbiamo recepito nella scorsa legislatura una direttiva europea in cui si dice che la definizione di fanciullo arriva fino al compimento del diciottesimo anno di età. Quindi, è chiaro che questa è una tutela minima, residuale, che non garantisce i nostri minori. Quello del tema dei minori e dell'infanzia deve essere affrontato con grande serietà.
Siamo tutti preoccupati dal fatto che forse non siamo capaci di trasmettere ai nostri bambini un sistema dei valori. Non vorrei rimpiangere le favole di Andersen o dei frateli Grimm, ma lì c'era un mondo di valori, dove si parlava di anziani, dove si parlava di sacrifici per avere successo nella vita. Invece, adesso il successo lo si ottiene se si è più violenti: è questo il messaggio che noi stiamo trasmettendo! Questo è di una gravità inaudita! Noi qui dovremmo tutti veramente vergognarci di questo sistema di valori che stiamo calpestando. Trasmettiamo che è bello l'erotismo infantile, magari anche quando ha qualche sfumatura omosessuale e qui non c'è stata nessuna discriminazione, onorevole Titti De Simone.
Allora, rendiamoci conto della responsabilità che abbiamo, ma per favore interveniamo: dalle chiacchiere e dai bei discorsi in punta di fioretto, dobbiamo passare ad un'azione decisa e determinata. Tolleranza zero, contro chi vuole, purtroppo, corrompere e contaminare l'innocenza dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.
SILVANA MURA. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, innanzitutto, anch'io vorrei ringraziare, a nome mio e del gruppo dell'Italia dei Valori, il ministro Mastella per la puntuale relazione appena svolta, che pone l'attenzione su un tema così delicato come quello dei videogiochi con contenuti violenti, che possono provocare serie conseguenze nella sfera psicologica dei nostri ragazzi.
Chi mi ha preceduto ha già parlato del videogioco che, dal 24 novembre, sarà venduto anche in Italia e che tutti potremo acquistare: esso racconta la storia di una ragazzina che deve evitare di essere uccisa da altre tre bambine sue coetanee; il tutto animato da scene di una violenza inaudita e da allusioni sessuali. È un prodotto che, proprio per i suoi contenuti estremi, è difficile definire gioco. E questo, purtroppo, non è l'unico videogioco ad avere tali caratteristiche, anche se si può affermare che è uno dei più scandalosi. Questi giochi circolano in Italia già da molto tempo e sono ai primi posti nelle classifiche di vendita.
La censura è un termine che non ci piace e non si addice, sicuramente, a un paese democratico. Ma un conto è la censura di natura politica o quella bacchettona e moralista, che pensa di nascondere la realtà con un tratto di penna o un divieto; altro conto è il dovere di vigilare sulla formazione culturale, morale e psichica dei più giovani.
Il momento del gioco è estremamente delicato, perché il bambino o l'adolescente è solo, senza difese, vulnerabile ai messaggi veicolati dal gioco stesso. È ormai provato da studi scientifici come i videogiochi più sofisticati possano provocare in alcuni soggetti una totale dipendenza e, in alcuni casi, addirittura un completo distacco dalla realtà. A fronte di ciò, è evidente come sia importante vigilare almeno sul contenuto di questi videogiochi. Consentire la libera circolazione di videogiochi che hanno come scopo quello di commettere virtualmente omicidi, atti di sadismo e violenze varie, oltre che profondamente immorale, è anche gravemente dannoso per la formazione culturale e psicologica dei nostri ragazzi.
Ecco perché riteniamo utile l'approvazione di una normativa che stabilisca di rendere espliciti ai consumatori i contenuti potenzialmente dannosi dei videogiochi che esaltano la violenza, la sopraffazione, la discriminazione. Tale avvertenza - così come già avviene per i contenuti dei film in commercio - potrà essere stabilita Pag. 11da un'apposita commissione tecnica composta, chiaramente, da tecnici come, ad esempio, psicologi dell'età evolutiva.
Se si consente la libera circolazione di videogiochi con contenuti immorali, non ci dobbiamo sorprendere di fronte ad eventi sconcertanti, come la vicenda relativa a quel ragazzo down, che tutti abbiamo chiamato Mario, insultato, picchiato e filmato dai propri compagni all'interno di una scuola. È un episodio orribile, e l'Italia dei Valori, in questa sede, coglie l'occasione per esprimere al ragazzo e alla sua famiglia la piena e totale solidarietà.
Quando ragazzi normali, di una normale scuola italiana, si trasformano in aguzzini nei confronti di chi è diverso, e non si accontentano di umiliarlo e picchiarlo, ma addirittura filmano la scena e la mettono a disposizione di tutti sul web per moltiplicare all'infinito quelle violenze e quell'umiliazione, questo è un campanello di allarme, la dimostrazione che si è superato il limite di guardia. Occorre, da parte dello Stato, un intervento deciso per analizzare e sconfiggere i fenomeni di bullismo e di violenza ancora troppo presenti tra i nostri giovani.
È indispensabile un progetto che coinvolga diverse competenze ministeriali, a partire dalla giustizia, dall'istruzione, dalle politiche familiari per finire alla sanità, al fine di produrre una svolta effettiva per contrastare i comportamenti violenti dei giovani, in collaborazione con tutta l'amministrazione e - non dimentichiamolo - con le associazioni del terzo settore.
La tutela delle giovani generazioni è la condizione indispensabile per sviluppare adulti responsabili per un paese civile (Applausi dei deputati del gruppo L'Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, vorrei innanzitutto esprimere il mio ringraziamento nei confronti del ministro per l'informativa che oggi ha svolto, esprimendogli altresì solidarietà per essere stato costretto a venire in Assemblea, distratto dai suoi impegni, per rispondere all'esigenza di un dibattito che è stata sollevata dalla stampa. Ebbene, credo che dal punto di vista metodologico sia inaccettabile che l'Assemblea sia costretta a discutere materie sulla base di ciò che viene scritto dai giornali. C'è, insomma, un'agenda dei lavori parlamentari che viene in qualche modo dettata dalle notizie che diffondono le agenzie o pubblicano i quotidiani: ritengo che sia un modo per non far lavorare il Parlamento sulle questioni serie.
Penso che il fenomeno dei videogiochi con contenuto violento - tutti sono d'accordo, ho sentito gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto - debba essere affrontato sul piano culturale, dell'informazione e dell'educazione. Su tale materia c'è anche una dose di retorica, anch'essa inaccettabile. Da questo punto di vista forse vanno educati più che i bambini, più che i minori, gli adulti, mentre i minori vanno tutelati dagli adulti anche rispetto ad approcci educativi a sfondo repressivo: infatti, cosa si chiede ai genitori se non proibire ai propri figli di comprare un videogioco? Ebbene, non è certo sul piano della criminalizzazione che si può affrontare un fenomeno come quello di cui stiamo discutendo. I fenomeni sociali si governano e non si demonizzano, si governano con principi ed approcci che siano di buonsenso e di ragionevolezza. Ripeto: non è con approcci e metodi repressivi o proibizionisti che si risole il problema, ma bisogna tentare di regolamentarlo. In questo senso ritengo che debbano essere presi come punti di riferimento le direttive europee e il modo in cui l'Europa sta appunto regolamentando il fenomeno dei videogiochi.
Lo ricordava la collega Titti De Simone: c'è un'ipocrisia di fondo in questa nostra impostazione; basta monitorare ciò che viene trasmesso dalla televisione pubblica, i film che vengono messi in onda: quelli sì che sono presentati ai minori in maniera assolutamente incontrollata! Basta monitorare ciò che viene trasmesso dalle televisioni pubbliche e private per rilevare quanto sia grande la nostra ipocrisia. Dico ai colleghi di stare attenti, perché il rischio Pag. 12di impostazioni di questo tipo, poliziesche e repressive, è quello di alimentare e non di impedire o limitare il mercato nero dei videogiochi (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cancrini. Ne ha facoltà.
LUIGI CANCRINI. Signor Presidente, vorrei anch'io esprimere il mio personale apprezzamento e quello di tutti i deputati del gruppo al quale appartengo per la presenza del ministro Mastella, nonché per l'intervento del ministro Fioroni, che ha deciso di costituirsi parte civile rispetto agli episodi che si sono verificati a Monza.
Riferendomi a ciò che il ministro Mastella ha poc'anzi detto, vorrei proporre il seguente punto di riflessione: forse la Commissione infanzia è il luogo giusto per l'approfondimento della tematica in discussione. Mi sono consultato con la senatrice Serafini, presidente di tale Commissione: oggi stesso verrà deciso di svolgere - dall'Ufficio di Presidenza con i capigruppo - una giornata di studio e di approfondimento sulla tematica. Insisto sul fatto che la Commissione infanzia è il luogo giusto, sia perché è una Commissione bicamerale sia perché mi sembra una sede in cui maggioranza ed opposizione possono ragionare non divisi ferocemente, come invece spesso accade in Assemblea.
Mi pare che si sia definito un clima di collaborazione, e la tematica in questione è tale da chiedere un coinvolgimento non di parte, non l'uno contro l'altro armati. Credo che dal punto di vista legislativo la costituzione di un'authority sia una possibilità, ma ritengo che procedere con la norma sul garante per l'infanzia e attribuire ad esso compiti specifici su tali questioni sia una strada percorribile, anche a breve termine.
Desidero, inoltre, svolgere due ulteriori considerazioni di tipo professionale. È ormai codificato nella letteratura che è dannoso per il bambino assistere ad episodi di violenza. Si parla, infatti, di «violenza assistita» come di una delle cause di danno alla crescita sana di un bambino. Da questo punto di vista, accanto ai videogiochi che vanno censurati e di cui va evitato un commercio troppo facile, bisogna porre attenzione anche ad altri aspetti. Faccio riferimento, in particolare, al wrestling. In questo particolare caso non c'è bisogno di acquistare videogiochi viene trasmesso con enorme facilità dalle reti televisive. Esso, a mio avviso, rappresenta una delle manifestazioni più evidenti, più chiare e più brutte di violenza completamente gratuita.
Nelle favole dei bambini, quelle che ci raccontavano quando eravamo piccoli, ci sono episodi di crudeltà ed anche di efferatezza: pensate, ad esempio, ad Hansel e Gretel, chiusi nella gabbia con la strega che li misura per poterli mangiare quando saranno ingrassati abbastanza. Nel mondo dell'infanzia, nella fantasia del bambino c'è la crudeltà, la violenza e l'orrore. Il problema fondamentale, dal punto di vista educativo e della sana crescita psicologica del bambino, è quale tipo di movimento di identificazione si promuove per il bambino. Nella favola di Hansel e Gretel il bambino non si identifica con la strega ma con il bambino che, alla fine, scappa e si salva. Bruno Bettelheim, un grande psicanalista, ha descritto questo aspetto - la possibilità di identificarsi con il piccolo, vittima, che però, ad un certo punto e successivamente, ce la fa a vincere la sua battaglia per la vita - come fondamentale nel valore educativo e di crescita della favola.
Credo che, purtroppo, molti di questi giochi, quelli sul bullismo citati dall'onorevole Volontè e quelli di cui si parla adesso quali, ad esempio, il wrestling e così via, eccitano la fantasia del bambino verso un'identificazione con l'aggressore e non con la vittima, e postulano una possibilità per lui di diventare violento, come reazione di difesa. Ritengo che tutto ciò sia sommamente diseducativo e pericoloso per la crescita dei bambini.
In conclusione, un approfondimento di studio è necessario anche in ordine ai provvedimenti che vanno presi su episodi come quello che si è verificato a Monza. Pag. 13Sugli organi di stampa e nelle dichiarazioni rilasciate da colleghi si è parlato di punizioni esemplari. Io credo che le punizioni debbano essere efficaci e non esemplari. E ritengo che la punizione più importante per un ragazzo che ha fatto del male ad un disabile sia quella di prestare servizio in un centro per disabili per un tempo ragionevole, in modo da poter comprendere che cosa abbia effettivamente fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, francamente non so se la costituzione dell'ennesima authority, questa volta per vigilare sui contenuti dei videogame, sia la risposta adeguata al problema che stiamo dibattendo, così come non credo sia sufficiente e perfino efficace criminalizzare anche il videogioco «Rule of Rose», che tanto scandalo ha fatto. A ben guardare, quanti giochi, film e trasmissioni, televisive o via Internet, dovrebbero essere allora censurate!
Inoltre è semplicistico, riduttivo - l'abbiamo anche ribadito nel corso dei tanti interventi svolti oggi - incolpare i giovani della violenza, del bullismo a cui assistiamo con sgomento e disorientamento (perché si tratta, ahimè, di atteggiamenti sempre più radicati e diffusi nelle collettività di adolescenti e preadolescenti). Le ragioni di tanta violenza sono ben più profonde e affondano le proprie radici in un terreno drammaticamente inquinato dall'immaginario della violenza.
Bisognerebbe riprendere il testo, quanto mai attuale, di René Girard La violenza e il sacro per capire l'origine della violenza nella nostra società. In quest'opera - volendo sintetizzare al massimo - si afferma che ogni civiltà nasce da un atto violento. La violenza mimetica collettiva si scatena e sacrifica la vittima innocente. Il capro espiatorio fa acquisire identità alla comunità sacrificante. Ritengo, quindi, che non sia utile cercare scorciatoie, semplificazioni, alibi comodi alla fatica e alla difficoltà, anche oggi riconosciuta in molti interventi, di leggere con rigore e competenza la realtà. Beninteso, il gioco da cui è scaturito tutto questo dibattito, che ha fatto tanto clamore, appare decisamente inquietante per quanto ne so. Personalmente, non l'ho neppure visto ma non posso parlare per i colleghi. È comunque inquietante l'idea che delle ragazze oggi si identifichino volentieri con i personaggi cattivi, sociopatici, psicopatici. Ciò sconvolge il nostro comune sentire, il fatto che delle adolescenti si possano rispecchiare nelle sorellastre cattive piuttosto che in Cenerentola. Ciò che sconvolge i grandi è il fatto che i cattivi siano i bambini o, peggio ancora, delle bambine.
Mi sembra però doveroso ricordare che videogame di genere horror, ben più raccapriccianti e addirittura violenti - secondo gli esperti - di questi, già girano in abbondanza nel mercato dei medesimi.
Di questo, poi, si dice (basta leggere su Internet) che non abbia neppure riscosso un gran successo sia di critica, sia di pubblico. Sembra che non abbia una grafica adeguata, che la trama sia complessa, il sonoro di basso livello. Quindi, il genere horror, che è piuttosto affollato, ha di meglio da offrire, cari colleghi. Non è che tutto questo clamore rischi di fare una grande pubblicità ad un gioco che, forse, sarebbe entrato velocemente nel dimenticatoio, così come altri?
Ritengo che bisognerebbe anche conoscere meglio questo mondo. Accolgo la proposta del collega Cancrini: affrontiamolo seriamente, sentiamo i ragazzi che giocano, ascoltiamo gli esperti e anche coloro che vendono i giochi.
C'è un codice di autoregolamentazione, delle autorità che predispongono una sorta di vigilanza. Esistono già questa leve con cui si può agire. Non sottovalutiamo - ci siamo interrogati e lo faremo ancora presso la Commissione infanzia - i comportamenti degli adolescenti di oggi, che ci spiazzano. Anche l'apparentemente rassicurante isolamento domestico, nel quale troppi adolescenti, figli unici, si drogano di televisione e videogiochi dovrebbe preoccuparci, Pag. 14non solo il bullismo violento, che è comunque specchio del mondo sempre meno rassicurante degli adulti.
Pensiamo all'affermarsi, così come dice la filosofa Luisa Muraro, della tendenza maschile a farsi valere con il disprezzo dell'altro che sembra radicarsi anche nei comportamenti delle bambine e delle ragazzine.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUANA ZANELLA. Concludo il mio intervento dicendo che occorre agire anche offrendo ai giovani modelli positivi e prospettive migliori per il futuro di tutti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cioffi. Ne ha facoltà.
SANDRA CIOFFI. Vorrei ringraziare sia la Presidenza, sia il ministro Mastella, non solo per il fatto di essere venuto così tempestivamente qui in Parlamento per parlare di un problema che veramente sentiamo tutti noi trasversalmente, ma anche per la volontà da lui dimostrata di voler agire da subito. Questo è un problema così grave, che è necessario agire da subito tutti: tutte le istituzioni che possono portare un contributo in tal senso. Proprio per questo oggi - lo ha già anticipato l'onorevole Cancrini - la Commissione bicamerale per l'infanzia, del cui ufficio di presidenza faccio parte, organizzerà una giornata di studio su tale problema ed inoltre creerà un gruppo di lavoro «bambini, media e tecnologie». Infatti non c'è niente da fare, bisogna essere realisti e le tecnologie bisogna gestirle e cavalcarle, cercando di capire che le tecnologie non devono distruggere i valori che sono necessari oltre che alla base della nostra società.
Oggi parliamo di «Rule of Rose», ma perché non ricordare che sono per esempio già in commercio dei videogiochi come «Il gran ladrone», nel quale il boss di turno premia il ragazzo che si fa dare il pizzo dalla gente? Ciò ci deve far riflettere, proprio in questo periodo in cui si parla tanto di criminalità a Napoli e in altri paesi. Si tratta di videogiochi che sono già in commercio. Perché non riflettere sul fatto che esiste un videogioco, la cui diffusione è stata bloccata in Gran Bretagna, che incita i bambini al bullismo? Ed abbiamo visto ultimamente che vi sono stati episodi di violenza del branco sulle bambine.
Questo ci deve far pensare che certamente occorre bloccare questi videogiochi. Tuttavia, bloccare solo il commercio di questi videogiochi non basta, perché scaricandoli da Internet chiunque li può avere. Allora ci vuole un lavoro coordinato, per evitare che vengano immesse sul mercato queste mine impazzite, che certamente provocano nella nostra società, non solo italiana, grandi problemi ed istigano i bambini alla violenza. È necessario pensare - al riguardo sono d'accordo con la collega senatrice Serafini - a dei codici di comportamento. Cominciamo dall'Europa, dove il nostro lavoro è più facile, ma confrontiamoci anche con altri paesi. Non sono assolutamente d'accordo con quanto affermato dal rappresentante della Sony in Italia, il quale ha detto che «Rule of Rose» è un gioco che in Giappone non fa grande impressione. La non violenza deve essere un valore di tutto il mondo. Non c'è una non violenza giapponese o una non violenza italiana. Questo è un discorso da affrontare in maniera unitaria, partendo dall'Italia e dall'Europa, cercando di capire che occorre intervenire anche alla base, non solo sulla prevenzione rispetto al commercio, ma anche sui contenuti. Su questo credo che il Governo e tutte le istituzioni, non solo nazionali, ma anche europee, possano fare un gran lavoro.
Sono d'accordo con chi dice che non bisogna demonizzare assolutamente la tecnologia. Perché è vero, per esempio, che alcuni scienziati hanno scritto un articolo sulla rivista Pediatrics nel quale affermano che il videogioco, se usato sempre, può provocare dei danni nei ragazzini, tuttavia, ci sono anche tanti altri scienziati francesi e americani, i quali dicono che, se ben Pag. 15usati, i videogiochi possono stimolare maggiormente la fantasia e aiutare i ragazzi nello studio.
Signor ministro, la ringraziamo per l'impegno da lei manifestato oggi ricordandoci che il Governo ci sarà vicino su questo tema.
Noi, il Parlamento e la Commissione bicamerale per l'infanzia, saremo molto attenti al tema dei media e delle nuove tecnologie: certamente non può sfuggirci che riguardo alla violenza odierna - non solo nel nostro paese ma ovunque - i media svolgono un ruolo estremamente importante sino, a volte, anche a modificare la realtà, rappresentando una realtà che non esiste in concreto. Oggi ci riuniremo in sede di Commissione bicamerale per l'infanzia e senz'altro questo argomento sarà all'ordine del giorno. Ci auguriamo di poter avere un rapporto continuo con il Parlamento e il Governo. Di nuovo grazie, signor ministro (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cioffi.
È così esaurita l'informativa urgente del Governo.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 10,40.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati votati, da ultimo, gli identici emendamenti Mereu 8.4, Bertolini 8.5 e Garavaglia 8.6.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso l'ulteriore prescritto parere
(Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 1).
Avverto che - tra i subemendamenti pubblicati nel fascicolo numero 6, riferiti ad emendamenti relativi ad articoli da 2 a 55 - la Presidenza non ritiene ammissibili per carenza ovvero inidoneità della copertura le seguenti proposte emendative: Alberto Giorgetti 0.17.500.63; Garavaglia 0.24.500.34, 0.24.500.37, 0.24.500.38, 0.24.500.39 e 0.24.500.40; Alberto Giorgetti 0.30.0500.31, 0.30.0500.32, 0.32.500.11 e 0.32.500.12; Gianfranco Conte 0.42.0500.2; Marras 0.42.0500.16; gli identici Galati 0.42.0500.24 e Garavaglia 0.42.0500.26; Garavaglia 0.42.0500.27; Giudice 0.42.0500.32; Garavaglia 0.42.0500.33, 0.42.0500.34, 0.42.0500.35, 0.42.0500.36, 0.42.0500.37, 0.42.0500.38, 0.42.0500.39 e 0.42.0500.40; Alberto Giorgetti 0.42.0500.59, 0.42.0500.60 e 0.42.0500.61; Marinello 0.42.0500.66; Garavaglia 0.42.0500.80; Di Girolamo 0.47.0500.1; Filippi 0.47.0500.17; Gibelli 0.54.500.11 e 0.54.500.12.
La Presidenza si riserva di comunicare ulteriori inammissibilità nel corso della seduta.
Avverto che il Governo ha presentato l'emendamento 8.500. Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato per le 11,45.
Chiedo al presidente della V Commissione in che modo la Commissione ritenga opportuno proseguire i nostri lavori.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, riterrei opportuno riprendere l'esame dell'articolo 8.
ELIO VITO. C'è l'emendamento del Governo!
PRESIDENTE. Presidente Duilio, ho comunicato che il Governo ha presentato l'emendamento 8.500 e che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato per le 11,45.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Presidente, allora propongo di accantonare l'esame dell'articolo 8 e di procedere all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso riferite.
Pag. 16GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, chiedo al presidente Duilio, visto che il Comitato dei nove non si è riunito, se non sia piuttosto opportuno sospendere la seduta prima di passare all'esame dell'articolo 9, anche per avere contezza dell'emendamento 8.500 presentato dal Governo.
MASSIMO GARAVAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, in questa finanziaria... Scusate, colleghi, un minimo di attenzione!
FEDERICO BRICOLO. Presidente, c'è troppa confusione!
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di fare silenzio e prestare attenzione. Prego, onorevole Garavaglia.
MASSIMO GARAVAGLIA. Vorrei fare una breve considerazione sull'ordine dei nostri lavori. Nel corso dell'iter di questo disegno di legge finanziaria, abbiamo assistito ad una particolare prevaricazione da parte del Governo sul Parlamento e sulle sue importanti prerogative. In questo ambito, la Commissione Bilancio ha un ruolo fondamentale. A tale proposito, a nome mio personale e di tutto il gruppo, vorrei esprimere la solidarietà al presidente della Commissione Duilio, che ieri è stato zittito in malo modo dalla Presidenza e ha subito un attacco gratuito ed ingiustificato da parte del ministro Chiti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia). Inviterei, quindi, il ministro Chiti - se mi ascolta - quanto meno a chiedere scusa al collega Duilio. Non so se il ministro ha ascoltato (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania scandisce: È maleducato!). Ribadisco la richiesta al ministro Chiti di scuse al collega Duilio, anche al fine di ripristinare un clima di cordiale collaborazione.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Non vorrei tornare su quanto avvenuto nella seduta di ieri e, peraltro, credo che non vi sia bisogno di scuse. Ieri è accaduto semplicemente che, nella concitazione, stavo parlando e, per una questione di garbo e di correttezza, mi sono fermato perché stava intervenendo il Presidente Bertinotti. Ringrazio comunque per la solidarietà, ma, in questo caso, è, come dire, ad abundantiam.
Per ciò che attiene l'ordine dei nostri lavori, vorrei solo ribadire che ritengo opportuno accantonare l'esame dell'articolo 8, in considerazione del fatto che è stato presentato dal Governo l'emendamento 8.500, e passare all'esame dell'articolo 9, dopo di che, nella riunione del Comitato dei nove, valuteremo come proseguire i nostri lavori.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Mi rendo conto che, dopo la presentazione dell'emendamento del Governo, l'articolo 8 ha bisogno di un momento di considerazione anche al fine di consentire la presentazione di eventuali subemendamenti. È, quindi, del tutto ragionevole che si passi all'esame dell'articolo 9. Voglio anche dare conto all'Assemblea che la ragione di questo emendamento, prima dell'approvazione definitiva dell'articolo 8, nasce da considerazioni che sono state fatte da deputati dell'opposizione, nel dibattito di ieri, i quali hanno chiesto che il Governo rendesse possibile, per i comuni, una graduazione Pag. 17e, in particolare, l'esenzione di cittadini dalla cosiddetta tassa di scopo. Non eravamo pronti a rispondere nel momento in cui è stato posto il quesito e, di conseguenza, abbiamo lavorato con gli uffici e, questa mattina, eravamo pronti e abbiamo presentato la norma, perché l'argomento, posto in particolare da deputati dell'UDC, ci è sembrato ragionevole. Ecco la ragione per cui il Governo ha presentato questa mattina l'emendamento e si è assunto la responsabilità di modificare una norma, tenuto conto che i parlamentari non erano più in grado di farlo essendo scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti. Vorrei far rilevare che, nella gestione del dibattito parlamentare, questa volta il Governo fa da portavoce ad un gruppo dell'opposizione. Non mi pare che sia cosa di poco conto.
PRESIDENTE. Dunque, mi sembra di capire che, sulla base del percorso tracciato dal presidente della V Commissione, onorevole Duilio, la proposta sia di accantonare l'esame dell'articolo 8, di passare all'esame dell'articolo 9 e sospendere la seduta per consentire una riunione del Comitato dei nove. Una sospensione di quanto tempo, onorevole Duilio?
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Presidente, avevo chiesto, se possibile, di accantonare l'esame dell'articolo 8 per passare all'articolo 9 e, una volta esaurito l'esame dell'articolo 9, valutare la sospensione necessaria per il Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, l'ulteriore esame dell'articolo 8 e dei relativi emendamenti deve intendersi accantonato.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,50).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Si riprende la discussione.
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, nella giornata di ieri penso di essere rimasto quasi sempre in aula, salvo che per qualche evidente bisogno fisiologico. Sono rimasto veramente sorpreso - su questo richiamo seriamente la Presidenza - dal TG1 di questa mattina delle ore 8. A parte il fatto che dell'adunanza di ieri è stato dato, secondo me, un rendiconto estremamente parziale e che, soprattutto, vi è stata una sperequazione del tempo, per cui all'opposizione non è stato concesso neppure un secondo - anzi, una brevissima dichiarazione di Gasparri, pochi secondi, nessuna di Forza Italia ed una battuta della Lega Nord Padania - contro diversi minuti dedicati al Presidente, la cosa più strana però (è questo il punto su cui richiamo l'attenzione della Presidenza) è questa: è stato detto che ieri, in questa sede, abbiamo approvato una riduzione dei ticket sanitari del 35 per cento. Visto che non abbiamo neppure affrontato tale argomento, mi sembra difficile che ciò possa essere accaduto. Inoltre, il Governo aveva deciso di introdurre 23 e 42 euro (con le analisi) di ticket, che è stato uniformato a 27, ma lo sconto, secondo questo strano ragionamento, sarebbe del 35-40 per cento. A parte il fatto che in aula non se ne è parlato, mi chiedo se sia questo il modo corretto di presentare il disegno di legge finanziaria agli italiani, visto che non è stato detto dallo stesso TG1 che prima il ticket non c'era. Quindi, caso mai, il passaggio sarebbe stato da 0 a 27, non da 42 a 27. Secondo questo criterio, anziché parlare di aumenti da parte degli enti locali dello 0,8 per cento sull'addizionale IRPEF, potremmo dire Pag. 18che l'aumento è del 4 per cento per poi ridurlo allo 0,8 e parlare di uno sconto dell'80 per cento. Strano modo di fare la matematica!
Conclusione: chiedo alla Presidenza di intervenire soprattutto sul servizio pubblico perché di questo disegno di legge finanziaria si dia un'immagine obiettiva (soprattutto del dibattito in quest'aula). È scorretto, nel momento in cui tutta Italia ci guarda, mostrare ai nostri elettori e ai nostri concittadini una immagine parziale e deformata dei lavori di questa Camera. Prego la Presidenza di tenere queste valutazioni in debito conto (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, prendo atto della questione che lei pone e delle sue osservazioni. Ovviamente, la Presidenza non può sindacare l'operato degli organi di informazione, ma può investire della questione la Commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi; inoltre, la questione da lei sollevata rimarrà comunque agli atti della seduta odierna.
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 2).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.
MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, approfitto anche per dare atto al Governo della risposta positiva che il sottosegretario Grandi ha testé anticipato a proposito dell'emendamento di iniziativa governativa sulla tassa di scopo e sulla possibilità di consentire ai comuni di esentare cittadini in base alle fasce di reddito.
L'onorevole Galletti, nel dibattito di ieri, aveva lungamente insistito su questo tema e ovviamente il gruppo dell'UDC è particolarmente compiaciuto che il Governo sia stato disponibile a recepire questo suggerimento.
Mi soffermo ora sull'articolo 9 (mi rivolgo anche al ministro Chiti). Noi, come noto, non condividiamo l'impianto complessivo di questa manovra, soprattutto per quanto riguarda l'eccessivo aumento della pressione fiscale, non solo a livello centrale, attraverso l'aumento delle aliquote, ma anche e forse soprattutto attraverso un effetto di traslazione fiscale dal centro alla periferia.
Pertanto, attraverso le addizionali, l'ICI, l'imposta di scopo e l'IRPEF, i comuni si troveranno nella necessità - che sarà una conseguenza del taglio dei trasferimenti centrali - di aumentare la pressione sui cittadini.
Ebbene, tra gli effetti di traslazione fiscale, a noi pare particolarmente negativo quello previsto dall'articolo 9, che contempla il contributo comunale di ingresso e di soggiorno (più semplicemente, la tassa di soggiorno). Noi siamo convinti che l'aumento della pressione fiscale produce sempre un effetto di depressione economica. In particolare, siamo convinti che tale effetto negativo si produrrebbe nel settore del turismo, perché l'articolo 9 introduce un balzello ulteriore su tutte le strutture alberghiere: campeggi, villaggi turistici, alloggi agroturistici ed altre strutture recettive.
Evidentemente, un paese come il nostro, tradizionalmente a vocazione turistica e, per di più, in una fase di ristrutturazione della propria organizzazione turistica, si vede penalizzato anche sul piano della capacità di concorrenza rispetto agli altri paesi. Noi sappiamo che il turismo nazionale già patisce la forte concorrenza dei paesi dell'est e degli altri paesi mediterranei, rispetto ai quali ha prezzi poco competitivi. Vi sono agenzie low cost che, ormai, portano in giro per il mondo, a prezzi molto più bassi, il turismo che tradizionalmente veniva in Italia. Nonostante ciò, il nostro è un paese che ha una forte potenzialità turistica e che sta compiendo uno sforzo di aggregazione per diventare più competitivo. Ebbene, colpire il sistema imprenditoriale turistico nel momento in cui esso sta compiendo il Pag. 19predetto sforzo di adeguamento alla competitività globale sarebbe particolarmente negativo.
Il Governo non ignora le reazioni negative che sono venute da tutti gli operatori del settore, né quelle che sono venute da molti comuni, che si trovano nell'imbarazzo di dovere, da un lato, promuovere il proprio turismo cittadino e, dall'altro, di doverlo penalizzare con l'imposizione di questo balzello. Ecco perché, in un momento in cui dobbiamo aiutare il nostro turismo a crescere ed a ristrutturarsi, non possiamo penalizzarlo con un'ulteriore imposizione fiscale.
Allora, ministro Chiti, mi permetto di chiedere al Governo, a nome del nostro gruppo, con lo stesso spirito collaborativo con cui, ieri, abbiamo chiesto l'esenzione delle fasce di reddito più basso (l'avevamo chiesto anche per l'addizionale IRPEF, e spero che si possa recuperare l'esenzione al Senato; apprezziamo, comunque, che lo si faccia, intanto, per la tassa di scopo), che valuti la possibilità di eliminare la tassa di soggiorno, non soltanto come forma di aiuto al nostro sistema imprenditoriale turistico, ma anche come ulteriore dimostrazione di buona volontà e di disponibilità (sebbene l'esame del disegno di legge finanziaria non abbia visto, fino a stamani, alcuna disponibilità, da parte del Governo, nei confronti delle proposte emendative presentate dall'opposizione). Ma, come si suole dire, meglio tardi che mai!
Ovviamente, non potremo che rallegrarci se l'atteggiamento muterà. Credo che questo sia un punto importante: il suo esame vi fornisce l'occasione di dimostrare spirito e volontà collaborativa e, nello stesso tempo, di fare un favore al paese. [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Cari colleghi, tra le 69 imposte (tra aumenti delle vecchie e nuove tasse) introdotte da questa manovra finanziaria, la tassa di soggiorno è certamente la più demenziale. Di cosa soffre il turismo italiano? Se non rispondiamo a questa domanda non possiamo dare una corretta risposta. Il turismo italiano soffre di eccesso di costi. Tra gli eccessi di costi e, quindi, la scarsa competitività rispetto ad altri sistemi più economici, emerge la pressione tributaria che rende il nostro turismo ancora più penalizzato. Non a caso, il ministro Rutelli aveva più volte parlato dell'esigenza di ridurre l'IVA sul turismo per rendere il nostro paese competitivo con la Spagna, dove l'IVA è al 7 per cento, con la Francia, dove l'IVA è al 5,5 per cento, con la Grecia, dove l'IVA è all'8 per cento, mentre in Italia è al 10 per cento e, per gli alberghi di lusso, addirittura al 20 per cento. Abbiamo, quindi, l'esigenza di una riduzione del costo tributario sul turismo. Con l'introduzione della tassa di soggiorno, invece, è come se avessimo aumentato l'IVA di alcuni punti percentuali.
Quando il ministro Rutelli parla di un «piagnisteo assurdo degli operatori turistici» dobbiamo rispondere che si tratta, invece, di contestare un atteggiamento schizofrenico del Governo che teorizza una grande verità ed applica, poi, una soluzione assolutamente diversa. Immagino che Rutelli aspiri a passare alla storia come il curatore fallimentare del turismo italiano, ma la storia non insegna davvero nulla: l'imposta di soggiorno vent'anni fa fu soppressa perché era un'imposta autoreferenziale, perché costava di più esigerla rispetto al risultato che se ne traeva per le casse comunali.
Dunque, che senso ha insistere su questo balzello? Nessuno si è accorto che la Spagna ha soppresso la tassa di soggiorno? Si tratta di un balzello antistorico e pericolosissimo, utile solo ad indisporre ed allontanare i turisti ed a creare un sistema di tassazione anarchico e disomogeneo che riporterà l'Italia al Medioevo, al tempo in cui si doveva pagare dazio per passare da una contea all'altra. Si tratta di una tassa assurda che non è neanche legata ad alcun Pag. 20beneficio per il sostegno al turismo, alle politiche dell'accoglienza, all'aumento dei servizi.
Bisognerebbe mettere ordine nella selva dei ticket che in maniera disordinata e pericolosa vanno fiorendo ovunque nel paese: i sindaci per fare cassa oggi non si rendono conto del danno enorme che stanno arrecando ai loro territori in prospettiva. Piuttosto che evitare di creare questa selva di aumenti per l'accesso alle città il Governo avalla un simile comportamento, lo normalizza e lo inserisce all'interno della manovra finanziaria.
Il turismo italiano è già in pesante sofferenza, non merita questo trattamento. Se davvero il Parlamento è convinto che si tratti di un settore strategico che va sostenuto deve votare per l'abolizione di una tassa così illogica e penalizzante. L'intero paese ha fiducia che il turismo possa costituire l'elemento di differenza per far risaltare la capacità competitiva del sistema Italia. Tuttavia, il turismo si gestisce con criterio e la tassa di soggiorno rischia di uccidere questo settore fondamentale per lo sviluppo dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Presidente, onorevoli colleghi, a costo di prendermi una severa «lavata di testa» dal mio capogruppo, onorevole Elio Vito, debbo esprimere un riconoscimento a questa maggioranza, e, per essa, al duo di testa dell'economia, i covalenti ministri Padoa Schioppa e Visco, i quali hanno saputo scovare nei margini e negli angoli della finanza italiana tante di quelle tasse da far impallidire le più perverse previsioni sull'argomento.
Mi diceva un amico: ma noi del centrosinistra togliamo ai ricchi per dare ai poveri! A me sembra, cari colleghi - mi rivolgo soprattutto a Rifondazione Comunista e al partito comunista italiano -, che si faccia esattamente il contrario: si sta togliendo ai poveri per dare ai ricchi! Si toglie ai poveri quando si costringe un pensionato ad aprirsi un conto corrente e si favoriscono le grandi banche. Capisco il gruppo della Margherita, comprendo anche il gruppo dei DS, che si sono affacciati da poco in grande evidenza nel settore delle banche; ma i colleghi di Rifondazione Comunista, quelli del partito comunista, dell'Italia dei Valori, per dirla alla Di Pietro, che ci azzeccano con tutto questo, che ci azzeccano con gli interessi delle grandi banche? E così chi pagherà la tassa sull'auto? Il ricco o il povero? Il padre di famiglia che non riesce a cambiare la sua auto o chi invece può cambiarsela ad ogni piè sospinto e riesce anche a pagare di meno di un modesto padre di famiglia?
È quindi una riflessione sulla valenza sociale di questa legge finanziaria che veramente fa il contrario di Robin Hood: dà ai ricchi e toglie ai poveri. L'articolo 9, cari colleghi, ne è una dimostrazione evidente, chiarissima. In Italia abbiamo una attività economica, quella del turismo, che nonostante le difficoltà del momento porta avanti l'immagine del nostro paese nel mondo. Certo, negli ultimi tempi abbiamo accusato alcuni colpi negativi rispetto a paesi come il Messico, gli Stati Uniti, la Spagna; purtuttavia, come volume globale di investimenti, il turismo ha segnato passi in avanti nel nostro paese negli ultimi anni e si prospetta come uno dei settori economici a maggiore risalto per gli anni futuri, nei quali la domanda turistica è destinata ad aumentare.
Qual è la situazione in Italia? Abbiamo l'operatore turistico che, rispetto a quello di altri paesi come gli Stati Uniti, manca di grandi infrastrutture strategiche che possano rendere celere il trasporto: in Spagna si arriva prima e meglio che da noi. Addirittura le strutture specifiche del turismo, come i porti o i campi da golf, sono maggiormente presenti negli altri paesi che nel nostro. Come va avanti il turismo in Italia? Attraverso l'appeal dei centri storici che nessuno ci può togliere, attraverso la bellezza dei siti paesistici che ancora sono rimasti, ma soprattutto attraverso l'impegno di operatori del settore che sanno intessere un colloquio con coloro che li prescelgono per una vacanza.Pag. 21
Ebbene, i nostri operatori, che si trovano in difficoltà per i costi di gestione rispetto ai loro colleghi di altri paesi, oggi si vedono «appioppato» un nuovo balzello che appesantisce la loro offerta e la rende inferiore a quella di altri paesi.
Allora, amici del centrosinistra, vogliamo fare una riflessione? Non si tratta più solo di togliere ai poveri e di dare ai ricchi, ma anche di eliminare la competitività dei settori produttivi, di togliere a chi lavora e produce per dare ai ceti parassitari, a quelli che hanno sempre ostacolato lo sviluppo, facendo una politica contraria alla stessa ideologia che informa la sinistra. Quindi, un salto di qualità, colleghi deputati! Uno scatto di orgoglio! Si deve portare avanti un discorso di reale aderenza agli interessi del paese, modificando questo articolo come chiedono gli emendamenti presentati da Forza Italia e da tutta la Casa delle libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, oggi discutiamo la proposta di introdurre una nuova tassa che, di fatto, è una tassa di soggiorno, l'ennesima tassa di questo Governo, di cui ancora è difficile capire i contenuti e i contorni, perché è cambiata più volte e, probabilmente, cambierà ancora. Noi, invece, chiediamo la sua soppressione, perché ne contestiamo il principio e l'idea stessa, oltre che i contenuti. Se la maggioranza accoglierà questa nostra richiesta di soppressione, saremo pronti a dargliene atto politicamente.
Con questa disposizione si intenderebbe, di fatto, riproporre una tassa, che risale alla legislazione del 1910, destinata a finanziare lo sviluppo delle stazioni climatiche e balneari e che, successivamente, con la legge del 1938, è stata estesa alle località di cura, soggiorno e turismo.
Quella tassa, almeno allora, aveva l'obiettivo di far crescere la nostra offerta turistica ed era, in sostanza, pur sempre una tassa, ma, nelle intenzioni, a favore del turismo e non contro. Tale imposta, com'è noto, venne abrogata nel 1989 perché ritenuta un irrazionale costo a carico dell'impresa alberghiera e, nel complesso, un irrilevante introito sul versante delle entrate pubbliche, tenendo anche conto che le modalità di riscossione erano costose, oltre che offensive per i nostri ospiti. La sua abrogazione, peraltro, non determinò una riduzione dei costi in capo alle imprese alberghiere, in quanto il relativo gettito confluì nell'ICIAP e, da ultimo, nell'IRAP, continuando così, sia pur sotto altre spoglie, a gravare comunque sui costi delle imprese alberghiere.
La tassa che oggi proponete è una tassa sulla tassa, quindi, una sorta di dazio medievale, che mina la competitività del sistema turistico e l'immagine complessiva del nostro paese nel mondo. Infatti gli alberghi europei, che già godono, come detto, di un regime IVA agevolato e di numerosi contributi statali e regionali, si confronteranno con i competitori italiani, gravati da un ulteriore costo da sostenere, in quanto sarà difficile, se non impossibile, trasferire il contributo sul cliente, in un mercato che mai come oggi richiede, invece, moderazione e contenimento dei prezzi.
Insomma, anziché intervenire per diminuire le distanze competitive con i paesi a vocazione turistica, che ci hanno sorpassato nella graduatoria dei flussi turistici - e ciò grida vendetta! -, interveniamo per aumentare i costi e rendere più complicata la vita degli operatori. Questa non è una manovra di sviluppo, ma di sottosviluppo! È un passo indietro, l'ennesimo che questo Governo impone al paese: un Governo che ha reintrodotto il Ministero del turismo e che però crea ostacoli al turismo, così come, dopo essersi inventato il Ministero per lo sviluppo, ha avuto il coraggio di presentare una finanziaria di sole tasse, che finirà per ostacolare e fermare lo sviluppo.
È un atteggiamento schizofrenico che raggiunge il suo apice quando, giustamente, molti colleghi della maggioranza, che si apprestano a votare a favore della Pag. 22nuova tassa con sofferenza, sul proprio territorio chiedono ai comuni di non applicarla.
Il nostro turismo, un settore economico vitale e strategico, che vale il 12 per cento del PIL, con circa due milioni e mezzo di occupati, con un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 30 miliardi di euro, che potenzialmente è fortissimo - direi, potenzialmente imbattibile -, è battuto, invece, dagli Stati Uniti, dalla Francia, dalla Spagna, e tra poco tempo lo sarà anche dalla Cina, perché subisce una politica schizofrenica. E questo avviene già dai tempi dell'abrogazione, per via referendaria, del Ministero del turismo, che ha privato l'Italia di una regia unica per la propria promozione nel mondo sui nuovi mercati, sui quali i singoli territori o non vanno o vanno in maniera scoordinata, con sperpero di risorse senza efficacia.
Oggi, nel momento in cui ricostituite, di fatto, il Ministero del turismo, anziché ridurre l'IVA al livello dei paesi concorrenti, anziché creare un'unica strategia promozionale e di prodotto, come primo intervento significativo sul turismo, ripristinate la tassa di soggiorno che interverrà a macchia di leopardo sul territorio nazionale e che non è mirata, come quella precedente, alla qualificazione dell'offerta turistica o alla creazione di un fondo nazionale per la promozione.
Schizofrenia pura, dunque, che colpisce ancora una volta un settore che rappresenta, più di ogni altro, il futuro del paese, reintroducendo balzelli del passato. In questo modo, si premia il passato a scapito del futuro, che invece viene colpito più volte e con diversi strumenti. Infatti, si tassa, nel complesso del disegno di legge finanziaria, il lavoro flessibile e giovanile, la piccola e media impresa più produttiva, più innovativa, più creativa, più ricca di capitale umano, il turismo, che è, insieme, piccola impresa, innovazione, creatività e lavoro per i giovani.
È la filosofia di fondo di questa finanziaria: togliete al futuro, che non conoscete, per dare al passato che è tutto ciò che conoscete, producendo un danno grave al settore economico con più alta capacità di crescita che, con questa finanziaria, non vede ridotta l'IVA, in buona parte non usufruisce del cuneo fiscale, perché il 50 per cento dei dipendenti sono al lavoro a tempo determinato, e subirebbe la tassa di soggiorno che provoca problemi notevolissimi sul piano economico, gestionale e d'immagine.
Sarebbe uno spot negativo, suicida per l'Italia nel mondo. Vi chiediamo di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo di fronte ad una disposizione, così come prevista nella formulazione originaria dell'articolo 9 e nella successiva formulazione della Commissione... Chiedo scusa, Presidente, ma non riesco...
PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo la cortesia di prestare attenzione e di evitare questo brusio che impedisce ai deputati di parlare.
Prego, onorevole Cota, prosegua pure.
ROBERTO COTA. L'articolo 9, nella formulazione originaria e in quella della Commissione, istituisce uno dei tanti balzelli che caratterizzano questo disegno di legge finanziaria. Ma il balzello previsto dall'articolo 9 ha conseguenze particolarmente negative sulla nostra economia. Inoltre, si presenta come una misura diretta a colpire un settore che, invece, avrebbe bisogno di essere incentivato. Infatti, il turismo è una delle industrie esistenti in Italia. Uso il termine «industria» perché il precedente Governo, nella passata legislatura, per la prima volta ha utilizzato tale espressione con riferimento al turismo. E questo è stato fatto nell'ultimo provvedimento sulla competitività varato dal precedente Governo, nel quale il turismo era qualificato come industria, oltre al fatto che veniva prefigurata una riforma dell'intero settore.Pag. 23
Questa è una industria che in tutto il paese ha grossi margini di miglioramento. Diciamo che se da un lato le industrie manifatturiere subiscono la concorrenza sleale che arriva dalla Cina e dagli altri paesi con manodopera a basso costo, una concorrenza sleale di fronte alla quale l'Europa spesso, troppo spesso, ha dimostrato una volontà di non aiuto e di non ascolto delle nostre istanze, ecco che invece, per quanto riguarda il turismo, rispetto ad altri paesi che si dotano di una migliore organizzazione, evidentemente una concorrenza basata sulle bellezze naturali e sulle nostre città d'arte ci può vedere senz'altro ancora primeggiare.
Allora, rispetto al turismo che è un'industria che presenta grossi margini di miglioramento e che può contribuire al rilancio della nostra economia, cosa fanno questo Governo e questa maggioranza? Invece di aiutarlo, pensano di tassarlo introducendo un balzello - che poi verrà assegnato ai comuni in ordine alla determinazione della sua quota e della sua percentuale - che varia dai 2 ai 5 euro: 2 euro con riferimento ai comuni interessati all'escursionismo in virtù della loro vocazione culturale, quindi proprio le realtà nelle quali bisognerebbe favorire la presenza di turisti vengono colpite con questo balzello. Si applica invece alle città metropolitane il balzello di 5 euro, che poi si riversa ai danni degli utenti ma che produce l'effetto di scoraggiare il turismo. Proprio le città d'arte, le città che tutti i dati ci dicono essere in vetta alle presenze turistiche vengono quindi colpite, cosicché se una cosa va bene vediamo, scientificamente, di farla andare male. Questa è la finalità che si propone tale norma.
In più vorrei segnalare come nella successiva formulazione si sia messa una «toppa» che è peggiore del buco. Infatti, se in un primo tempo venivano definite le prestazioni colpite da questa tassa, nella successiva formulazione si utilizza una definizione molto più generica, perché si parla di una tassa che viene prevista per ogni presenza con riferimento a chi fruisce dei servizi resi dalle imprese della filiera turistica, quindi, potenzialmente, anche ai ristoranti e attività di vario tipo.
Chiedo veramente che il Governo e il relatore su questo punto facciano un esame di coscienza, perché la finanziaria che esce da questo Parlamento non può essere un provvedimento che scientificamente... Chiedo scusa, signor Presidente...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, l'onorevole Cota non riesce a terminare il suo intervento per l'eccessivo brusio all'interno di quest'aula.
Prego, onorevole Cota, prosegua.
ROBERTO COTA. Dicevo, signor Presidente, che questa non può essere una legge finanziaria che scientificamente dichiara guerra al paese; io dico soprattutto al nord, ma per quanto riguarda il turismo certamente la dichiarazione di guerra è anche contro il sud ed il centro, perché se c'è una occasione di rilancio per l'economia del sud, mi pare sia rappresentata dal turismo. Non possiamo pensare che il sud venga a colmare quel gap di competitività rispetto ad altre mete turistiche che oggi hanno preso piede, come la Grecia, la Spagna e la Croazia, mete cosiddette di turismo balneare.
Non possiamo pensare che la competitività si realizzi imponendo una nuova tassa, perché si produrrebbe obiettivamente un appesantimento. Questa è una delle tante pazzie contenute nel disegno di legge finanziaria in esame. Altro che paese impazzito! Registriamo, in maniera sistematica, una schizofrenia legislativa.
Allora, nell'ottica di un contenimento del danno, visto che questo disegno di legge finanziaria sta dichiarando guerra a tutto il paese e a tutte le categorie produttive (peraltro, sembra voglia colpire scientificamente proprio quelle industrie che mostrano una possibilità di ripresa), chiedo una presa di coscienza, un supplemento di istruttoria ed un ripensamento.
Spero, veramente, che l'emendamento soppressivo dell'articolo 9 venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, pronuncerò solo poche parole, perché ben comprendo le esigenze dell'opposizione. Tuttavia, a tutto c'è un limite! Per la prima volta, bisogna dire che nel DPEF e in questo disegno di legge finanziaria sono tracciate linee di politica per il turismo. Sto parlando del fatto che in questo provvedimento sono previsti finanziamenti per l'osservatorio per il turismo, per l'ENIT, per il rilancio del marchio del made in Italy e del portale, atteso per anni, nell'inerzia e nell'incuria del precedente Governo.
Sono previste inoltre misure per la riduzione e la deduzione dell'IVA congressuale, vi è un importante graduazione degli aumenti dei canoni demaniali sulle spiagge e si presta anche attenzione nei confronti di quella che è stata definita «tassa di soggiorno». Infatti, con emendamenti presentati anche dall'Ulivo, dall'Unione e dal Governo, si cambia il volto di questa presunta tassa di soggiorno. Non stiamo, cioè, parlando di una tassa sui residenti di 5 euro, come hanno affermato impropriamente diversi colleghi. Stiamo parlando di altro, ossia della mera facoltà per i comuni che più subiscono l'impatto del turismo quotidiano (one day), dell'escursionismo turistico, di istituire un contributo di soggiorno. Di questo si parla esattamente nell'emendamento della Commissione che a breve esamineremo e porremo in votazione, con riferimento a quei comuni che subiscono dal turismo quotidiano, in alcune delle località più importanti dal punto di vista dell'attrattività turistica, un particolare e straordinario impatto.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,30)
PIERLUIGI MANTINI. Stiamo parlando di un contributo gestibile dai comuni, facoltativo ed eventuale, e destinato esclusivamente a migliorare i servizi turistici.
Credo si debba dare atto che, per la prima volta, in Italia si attua una politica per l'industria del turismo, che sappiamo centrale, dopo anni di incuria ed inerzia.
Dico all'onorevole Vietti che va bene un'opposizione moderata; ma sarebbe anche bene che l'opposizione moderata fosse leale, responsabile e consapevole dei problemi esistenti, aggravati peraltro dalle mancate politiche del precedente Governo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pedrizzi. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, mi richiamo alle considerazioni svolte dai colleghi Bono e Fasolino, che già si sono soffermati sul ruolo strategico di questo settore. Vorrei solamente riferire al Governo, al relatore e, soprattutto, ai membri della maggioranza qualche dato relativo a tale comparto e alla situazione in cui versa, con particolare riferimento agli operatori turistici.
Si tratta di un settore ormai in agitazione: i tour operator stranieri e nazionali sono insorti contro la decisione del Governo di concedere ai comuni la possibilità di imporre una tassa di soggiorno sui turisti, un'imposta abolita addirittura negli anni Novanta. Essa dovrebbe prevedere come tetto massimo l'importo di 5 euro pro capite, un importo che andrà a colpire soprattutto il turismo minuto, quello più modesto, le piccole pensioni: infatti, 5 euro rapportati al costo di un albergo a cinque stelle per il quale si pagano 800 o 900 euro al giorno è poca cosa, mentre se si riferisce tale somma al costo di una piccola pensione, per la quale si pagano al giorno 30 o 40 euro, si capisce come l'impatto sarà veramente rilevante. Certo, onorevole Mantini, si tratta solo di una facoltà per i comuni, ma lo è così come sono facoltative anche tutte quelle imposte che avete già introdotto, non ultima l'imposta di scopo introdotta ieri, nonché la possibilità di aumentare le aliquote ICI.
Signori del Governo, a scendere in campo sono stati i principali tour operator che muovono ogni anno una decina di Pag. 25milioni di turisti, ad esempio nord europei, verso l'Italia. I tour operator stanno facendo presente alla maggioranza ed al Governo che i cataloghi di viaggio e gli accordi commerciali sono stati già stipulati con i partner italiani sulla base di vecchie tariffe e che difficilmente i turisti tollereranno degli extra costi che saranno invece introdotti con questa nuova imposta. Secondo i tour operator la tassa di soggiorno dirotterà molti potenziali turisti verso altre destinazioni, quali la Spagna o la Grecia. Inoltre, questa tassa di soggiorno - voi che avete una relazione particolare con l'ANCI e con i rappresentanti delle regioni dovreste saperlo - viene contestata anche da parte delle regioni e di tutte le associazioni degli operatori turistici, Federturismo, Confturismo e Assoturismo.
Signor relatore, signori del Governo, nei primi sette mesi dell'anno gli arrivi di visitatori dall'estero sono aumentati del 10,1 per cento, raggiungendo quota 23,8 milioni; i pernottamenti, grazie alla forte crescita registrata a luglio, sono aumentati del 14,5 per cento, toccando quota 198,9 milioni. La spesa dei turisti stranieri, tra gennaio e luglio, è stata pari a 17,8 miliardi di euro. Ripeto, questo solo in sette mesi, tra gennaio e luglio di quest'anno! Essa sta crescendo del 9,3 per cento, portando l'attivo valutario oltre quota 8 miliardi! Questo trend - ciò dovrebbe allarmare il Governo e la maggioranza - si è già fermato: anzi, inizierà presto una discesa, così come tutte le avvisaglie e le disdette dei contratti lasciano presagire.
Ancora una volta, con questa nuova imposta che si va ad aggiungere a tutte le altre che state introducendo in Italia deprimendo la nostra economia, si bloccherà quell'accenno di ripresa che si sta invece registrando.
Del resto, che tutta la manovra sia sbilanciata sul lato delle entrate - non certo su quello delle spese - lo abbiamo dimostrato nel corso della discussione sulle linee generali allorquando, voce per voce, abbiamo potuto ricostruire la composizione delle imposte che saranno introdotte, nonché quella dei tagli. La cifra che risulta da tale ricostruzione, che non è certo quella riportata nel vostro disegno di legge finanziaria, è pari a 27,3 miliardi, di cui 18,8 veri, certi e «cash», mentre i tagli alle uscite si riducono a soli 6,1 miliardi.
La vera manovra è questa. E ciò è talmente vero che la Corte dei conti ha rilevato che i due terzi della manovra per il 2007 sono affidati a maggiori entrate (20-22 miliardi di euro su 34 complessivi), mentre i risparmi di spesa svolgono un ruolo solamente secondario. Inoltre, se gli enti locali, a loro volta, dovessero ricorrere alla leva fiscale - e, come abbiamo dimostrato, vi ricorreranno - il rapporto delle misure di aggravio fiscale sul totale della manovra lorda salirebbe, come ha ammonito il presidente della Corte dei conti, Francesco Staderini, all'80 per cento.
In aggiunta, lo stesso governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha manifestato tantissime perplessità sulla composizione della manovra. Secondo Draghi, «La manovra, in termini netti, è affidata interamente ad aumenti delle entrate. Occorre evitare» - è un auspicio che sicuramente non si realizzerà - «che l'ampio ricorso a misure di prelievo influisca negativamente sugli incentivi e sulle aspettative degli operatori economici. La realizzazione della manovra per il secondo anno consecutivo comporterà un aumento del peso delle entrate sul PIL dello 0,8 per cento in più, ed un altro mezzo punto percentuale per l'anno prossimo. In tal modo, la pressione fiscale si porterà in prossimità di livelli elevati mai registrati negli ultimi dieci anni e la prevista riduzione di 4,3 miliardi di euro del disavanzo è realizzata mediante aumenti netti delle entrate per 16,7 miliardi di euro, a fronte di aumenti netti delle spese per 2,4 miliardi di euro. La manovra per il 2007 lascia, quindi, sostanzialmente invariate le spese correnti rispetto agli andamenti».
In conclusione, noi siamo sempre più convinti, andando avanti nell'esame del disegno di legge finanziaria, che questa manovra produrrà come unico effetto quello di bloccare quell'accenno di sviluppo Pag. 26che si sta registrando nel nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cioffi. Ne ha facoltà.
SANDRA CIOFFI. Signor Presidente, come residente in un'isola desidero porre in rilievo un grande problema che interessa particolarmente l'aspetto turistico e l'aspetto ambientale delle piccole isole. Faccio riferimento all'impatto del flusso turistico che si ripercuote annualmente su tali isole. Ogni anno - per fortuna - le piccole isole sono meta di moltissimi turisti e ciò, inevitabilmente, fa sorgere per le amministrazioni locali il problema di garantire, soprattutto nei periodi di alta stagione, i servizi pubblici.
A mio avviso, il Parlamento e il Governo, in sintonia con l'ANCIM (Associazione nazionale comuni isole minori), debbono affrontare questo grande problema. In particolare, si deve concedere a tali comuni la possibilità di chiedere eventualmente ai turisti un contributo cosiddetto di sbarco che, sommato a quello offerto dai residenti, contribuisca al miglioramento della gestione del flusso turistico su queste isole. Su tale problematica si registra già una sostanziale convergenza. Una problematica, lo ripeto, che dovrà essere necessariamente affrontata dal Parlamento proprio perché le piccole isole rappresentano un grande patrimonio, dal punto di vista turistico, per il nostro paese.
Mi auguro, pertanto, che già con questa legge finanziaria si possa dare un segnale di attenzione nei confronti delle isole minori. Chi non conosce le isole della Sicilia, Capri, Ischia, Procida? Occorre uno sforzo comune, di tutti, per cercare di valorizzarle al meglio.
Ringrazio quindi se sarà prestata attenzione alle piccole isole e dichiaro che vi sarà sempre l'impegno da parte nostra su questo versante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, vorrei ribadire che su questo tema siamo di nuovo di fronte ad una tassa senza alcuna valutazione dei costi e dei benefici. Si tratta dell'ennesima tassa che il Governo propone senza avanzare una valutazione sui rischi che corre il paese su un tema così rilevante come quello del possibile e potenziale danno economico. Ritengo che l'esperienza regionale che posso portare in questa sede sia eloquente: una tassa simile a questa sul turismo ha portato ad una perdita del 40 per cento degli arrivi di turisti in Sardegna, a un crollo verticale nella presenza delle imbarcazioni e al ringraziamento da parte di un altro Stato - quello francese - il quale, attraverso la Corsica, ha potuto registrare un incremento sostanziale di turisti, e tutto ciò proprio grazie ad una nuova tassazione introdotta a livello regionale.
La nuova tassazione che proponete oggi non può produrre alcun beneficio finanziario ma, al contrario, può provocare un grave danno economico al paese in un settore così delicato come quello del turismo. Ritengo che, dopo l'impatto interno della tassazione a tutti i livelli, oggi si riproponga un elemento nuovo con questa tassazione, cioè quello dell'impatto proiettato all'esterno che il mondo del turismo italiano potrà subire.
Stiamo parlando di un mercato sensibile, che può rischiare con questa misura di essere messo veramente fuori gioco. Voi mettete uno dei settori trainanti dell'economia del paese in condizione di scontare una ripercussione gravissima. Basti pensare che i 2, 3, 5 euro previsti vanno moltiplicati almeno per un nucleo familiare di tre o quattro persone.
Ritengo che, a fronte di una battaglia giocata in punta di euro, si rischi davvero di condizionare il grande mercato turistico, non solo italiano ma dell'intero Mediterraneo.
Infine, un altro elemento che introducete è la disparità tra aree geografiche del paese. Vi sono aree che possono permettersi di imporre una tassa sul turismo, perché magari hanno capacità di attrazione, ed altre che non possono dare Pag. 27questo tipo di risposta. Quindi, si tratta di una tassa che crea un nuovo disequilibrio nel paese, con un rischio davvero rilevante.
Qualche collega ricordava che la Spagna ha cancellato questa becera tassazione sul turismo. Noi riteniamo che il turismo in Italia abbia bisogno di più offerta, più servizi, più qualità per essere incentivato e migliorato.
Così come qualcuno aveva criticato gli spot di qualche anno fa sui temi affrontati dal Governo con lo slogan «fatto... fatto... fatto», voi oggi introduce un altro spot: «tassato, tassato, tassato!».
Questa volta, a scontare gli effetti è anche il settore del turismo e voi in tal senso, se non avrete la capacità e la sensibilità di ritirare questo articolo, sarete responsabili di avere colpito uno degli elementi chiave dell'economia. Si tratta di colpire non solo gli alberghi ma anche ciò che questi ultimi consumano e ciò che in un territorio si sviluppa e, quindi, viene sottratto all'economia della nostra nazione. Da questo punto di vista, l'invito è a sopprimere questo articolo e a dare al turismo servizi, qualità e non nuove tasse!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti. Ne ha facoltà.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, vorrei rispondere alla questione che mi è stata posta anche direttamente all'inizio dall'onorevole Vietti rispetto all'articolo 9 ora in esame. Il Governo e la maggioranza sono d'accordo sulla soppressione di questo articolo, così come è stato richiesto, perché anche al loro interno erano in corso valutazioni rispetto al significato dell'articolo. Il Governo è d'accordo anche perché alla luce del sole, qui in aula come si vede, quindi senza preferenzialità astratte ma nel merito di un confronto costruttivo, ha apprezzato il contributo offerto su questo punto dall'UDC.
Al riguardo desidero ringraziare anche l'onorevole Galletti, il quale ci ha posto questioni riguardanti l'autonomia e la responsabilità dei comuni, di una delle quali già possiamo tenere conto, come il sottosegretario Grandi prima ha detto: quella di consentire ai comuni, nella loro autonomia e responsabilità, di graduare esenzioni sull'ICI. Della seconda questione invece non siamo più in grado di tenere conto qui alla Camera, perché il punto è già stato superato; ad ogni modo prospetteremo al Senato l'eguale possibilità per i comuni di decidere esenzioni per classi di reddito rispetto all'aumento dell'addizionale IRPEF.
ANGELA NAPOLI. Perché non l'avete fatto alla Camera?
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Dal punto di vista del Governo, voglio precisare che questa proposta non era un obbligo, bensì una facoltà. Tengo a sottolineare che si trattava di una facoltà, di una possibilità. Sono convinto, oltre che per queste proposte di merito, che sia giusto inserire tale tema in una riflessione che fra pochi mesi dovremo svolgere sul federalismo fiscale, perché la Camera e il Senato si troveranno di fronte all'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione.
Credo che una serie di tributi e di responsabilità, nella loro autonomia di gestione, dovranno essere affidati da leggi statali a regioni, province e comuni. Questo stesso aspetto, quindi, dovrà essere considerato in quel quadro. In ogni caso noi sappiamo (credo sia consapevolezza di tutti) che esistono dei problemi che riguardano le città metropolitane, in particolare a forte vocazione turistica. A questo serviva la facoltà prevista nell'articolo 9, che oggi accettiamo di eliminare.
Noi pensiamo di poter corrispondere a questo problema, che è un problema vero, o ad altri che ho sentito sollevare, che riguardano le isole minori, attraverso un fondo di mobilità per le grandi città metropolitane, destinato ai comuni con maggiore crisi ambientale, quindi ai comuni più interessati dal turismo, come la maggioranza ha detto e come il collega Bonelli Pag. 28ha già espresso. Questa è una possibilità di uso prioritario di un fondo che la finanziaria conterrà.
Inoltre, il Governo e la maggioranza intendono porsi la questione di come farsi carico di interventi e di risposte positive a questi problemi già nel 2007, attraverso normali scelte, ma con queste priorità che il Governo porterà avanti [Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori e di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Signor ministro, poiché lei ha reso dichiarazioni di una certa rilevanza, che incidono sulle votazioni cui dovremo procedere fra poco, le chiedo se intenda anche anticipare l'espressione del parere sulle varie proposte emendative presentate.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Lo farò successivamente, signor Presidente, insieme al relatore.
PRESIDENTE. Va bene, signor ministro.
Chiedo allora ai colleghi che hanno chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 9 se intendano intervenire ancora dopo le dichiarazioni del Governo, oppure se a questo punto preferiscano ascoltare direttamente il parere del relatore e del Governo sulle varie proposte emendative presentate, eventualmente intervenendo successivamente, nel merito delle proposte emendative che saranno poste in votazione.
Prendo atto che l'onorevole Germanà, che aveva chiesto di parlare, rinuncia ad intervenire.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, intervengo per una dichiarazione di voto che avrà valore...
PRESIDENTE. Scusi onorevole, siamo in sede di interventi sul complesso degli emendamenti.
ROBERTO VILLETTI. Esattamente. Intervengo nell'ambito dello svolgimento della nostra attività parlamentare. Noi su tutti gli emendamenti esprimeremo un'univoca valutazione. E lo faremo perché vogliamo sviluppare in quest'aula un'iniziativa politica: intendiamo, cioè, dare voce al disagio e alla protesta che proviene dal mondo dell'università e della ricerca...
NICOLA BONO. Siamo sul turismo!
ROBERTO VILLETTI. ...rispetto ai tagli previsti!
La motivazione del nostro giudizio sugli emendamenti è quindi politica, non di merito, e come tale va manifestata all'aula. Una serie di tagli previsti nella manovra finanziaria riguardano tutti i settori della ricerca e dell'università. Pensiamo sia possibile porre rimedio a questi tagli attraverso l'eliminazione di sprechi e privilegi. Faccio solo due esempi.
Si può mettere in liquidazione Sviluppo Italia - società rivelatasi inefficace rispetto alle sue finalità - e ricavare circa 800 milioni di euro, che possono essere destinati alla ricerca e che sarebbe strano venissero destinati a spese correnti.
Si può applicare l'ICI a tutte le attività commerciali della Chiesa, anche a quelle promiscue. Anche in questo caso si potrebbero ricavare delle risorse.
Bene, signor Presidente, proprio perché riteniamo di dare voce alle proteste e al disagio del mondo della ricerca e dell'università, quale pressione nei confronti del Governo e come iniziativa all'interno della maggioranza, da questo momento il gruppo della Rosa nel Pugno si asterrà da ogni votazione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Crosetto se intenda intervenire.
GUIDO CROSETTO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, anzitutto prendiamo atto della decisione del Governo, che riteniamo il relatore concretizzerà esprimendo parere favorevole sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 9, presentati tutti dalla minoranza. Ciò significa prendere atto che la posizione sostenuta da alcuni giorni dai gruppi di opposizione è sensata e porterà all'abrogazione dell'articolo 9.
Intervengo, inoltre, signor Presidente, per rivolgere un rilievo al signor ministro. Signor ministro, è intervenuto autorevolmente il collega Vietti; ma la richiesta le è giunta non soltanto dal collega, ma anche dai gruppi di Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord. Da parte sua, ministro, rivolgersi esclusivamente ad un solo partito dell'opposizione rappresenta una assoluta mancanza di rispetto per tutti i colleghi dell'opposizione, che su questo emendamento sono intervenuti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Non voglio darne una lettura politica, ma la stessa autorevolezza con cui è intervenuto il collega Vietti va attribuita anche ai colleghi di altri partiti. La considero un'assoluta mancanza di rispetto che volevo far rilevare all'aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Barani se intenda intervenire.
LUCIO BARANI. Sì, signor Presidente, intendo intervenire a seguito dell'intervento del ministro Chiti, perché condivido totalmente quanto affermato dal ministro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Il mio intervento era diretto ad evidenziare l'iniquità presente nell'articolo 9, nel quale si prevedeva una tassa che doveva essere pagata dalle persone che venivano a trascorrere le proprie vacanze in Italia, mentre i ricchi vanno all'estero e la tassa non la pagano. In ogni caso, la tassa doveva essere pagata sia da chi occupava una camera da 1.500 euro sia da chi occupava una stanza da 15 euro. Ma ho visto che il ministro vi ha posto rimedio e per ciò lo ringrazio.
Tuttavia, dall'intervento dell'onorevole Villetti è emerso un fatto politico nuovo: un autorevole gruppo della maggioranza ha posto un distinguo, che condividiamo. Su tale distinguo dopo di me interverrà il collega Del Bue e sarà ancora più preciso.
Anche noi, il Partito socialista, per dimostrare che siamo qui per costruire e non per demolire - visto che il nuovo atteggiamento della Rosa nel Pugno dimostra le difficoltà esistenti nella maggioranza -, ci asterremo, in quanto anche noi abbiamo a cuore la ricerca e intendiamo contrastare tutto ciò che viene realizzato contro l'interesse dei cittadini in una manovra finanziaria che ha poco di equo e che, effettivamente, taglia qualsiasi tipo di risorsa destinata alla ricerca.
Quindi, pur condividendo l'intervento del ministro Chiti e ringraziandolo pubblicamente per aver accolto le osservazioni di tutta la minoranza, non posso che lodare il gruppo della Rosa nel Pugno per questo sussulto di orgoglio che condividiamo e al quale daremo seguito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, ovviamente i Verdi condividono la posizione del Governo relativamente all'eliminazione dalla legge finanziaria dell'articolo 9.
Intervengo solo per evidenziare che vi deve essere una presa di coscienza da parte nostra sul fatto che oggi molti comuni si trovano di fronte ad una situazione di forte pressione nel gestire, anche in termini di mobilità, un appesantimento della situazione ambientale.
Quindi, il riferimento svolto dal ministro al fondo per la mobilità sostenibile - riferimento che condividiamo - deve determinare uno sforzo da parte del Governo, a partire dall'esame della legge finanziaria al Senato, affinché tale fondo sia integrato per fornire risposte più efficaci e puntuali, che consentano ai comuni, Pag. 30da un lato, di dare risposte ai residenti ma, contestualmente, di fornire un servizio migliore a chi visita le città.
È evidente che tale fondo - pari a 90 milioni di euro in tre anni - nel modo in cui è strutturato, dovendo essere collegato alle conseguenze derivanti dall'eliminazione dal testo dell'articolo 9, dovrà essere integrato, a partire ovviamente dall'esame della legge finanziaria al Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Bue.
MAURO DEL BUE. Come ha già anticipato nel suo intervento l'onorevole Barani, è davvero strana questa Camera dei deputati che non si sofferma, andando oltre, su un fatto politico di così enorme rilevanza, come la dissociazione di un gruppo di maggioranza dalla finanziaria, in base ad una valutazione inerente ai tagli alla ricerca e all'università, con la decisione conseguente di astenersi, da ora in avanti, su tutte le votazioni. In un'altra fase politica e storica di questo ramo del Parlamento, ciò avrebbe potuto determinare una crisi di Governo. Si tratta, in sostanza, dell'atteggiamento di un importante partner della maggioranza, che si dissocia dal provvedimento legislativo più importante che caratterizza l'attività di un Governo.
Ora, questo fatto passa sotto silenzio e si continua ad esaminare gli emendamenti, senza rilevare tale importante ed enorme fatto politico. Noi giudichiamo certamente positivo l'episodio, che corrisponde, in realtà, ad una situazione di disagio, nella quale si sono trovati in tanti, anche all'interno della maggioranza - a partire dal ministro della ricerca scientifica e dell'università, onorevole Fabio Mussi, che, più volte, ha minacciato le sue dimissioni, a fronte dei tagli nei suoi settori - e che è stato manifestato, a più riprese, anche dai rettori delle università del nostro paese. Si è perfino manifestata la volontà di non votare la finanziaria da parte di una senatrice a vita, come Rita Levi Montalcini, la quale, pare, che, poi, in base a calcoli che lo stesso Mussi ha evidenziato non essere reali, abbia cambiato idea. Facendo notare tutto questo all'Assemblea, chiedo che si esprimano anche gli altri partner della maggioranza, chiarendo se ritengono assolutamente ininfluente, rispetto al patto contratto tra maggioranza e Governo, l'atteggiamento assunto dal gruppo della Rosa nel Pugno e se intendono questo come un'astensione non politica.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Campa, che aveva chiesto di parlare; si intende vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Anch'io, a nome del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, vorrei esprimere soddisfazione per l'intervento del ministro Chiti, che ha annunciato la soppressione dell'articolo 9. Originariamente, anche noi avevamo presentato un emendamento soppressivo di questo articolo, che istituiva la tassa di soggiorno e di ingresso. La ragione della nostra intenzione derivava da tre ordini di motivi. In primo luogo, essa derivava dalla difficile applicabilità di una simile tassa comunale, perché, nelle modalità originarie, e ancor di più, in quelle comprese nell'emendamento presentato dal relatore, si evidenziava chiaramente una grave carenza di chiarezza e di certezza, in merito ai soggetti che dovevano pagare la tassa e alle procedure, con cui essa doveva essere riscossa. Gli altri due ordini di ragioni sono più di sostanza. In secondo luogo, infatti, abbiamo ritenuto, sin dall'inizio, che l'istituzione di una simile tassa provocasse un danno non irrilevante all'immagine turistica del paese, soprattutto all'estero, con conseguenze dannose, per un settore che, comunque, rimane centrale e strategico, nell'ambito della struttura economica del nostro paese. In terzo e ultimo luogo, vi è una ragione di ordine sociale, perché la tassa di soggiorno e, ancora di più, la tassa di ingresso, in realtà, penalizzano il turismo povero e quello di massa, gravando, alla fine, in modo particolare, sui ceti meno Pag. 31abbienti, i quali, anche loro, devono conservare il pieno diritto al turismo e alla visita nelle principali città d'arte del paese.
Infine, avevamo anche perplessità rispetto ad un principio costituzionale che deve essere garantito, quello della libera circolazione di tutti i cittadini sul territorio del paese. Infatti, le città d'arte, le città turistiche non sono proprietà solo dei sindaci, delle amministrazioni comunali, né soltanto dei loro residenti, ma sono un patrimonio universale dell'umanità. Bisogna trovare allora altre soluzioni per affrontare la questione, che esiste, del peso antropico, che grava sulle città d'arte, grazie alla loro bellezza e ai loro splendori, che attraggono così tanti turisti.
Da ultimo, mi consenta, Presidente, rispetto alla questione sollevata dall'onorevole Villetti, di sottolineare il fatto che tutta la maggioranza e, in modo particolare, il gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea si impegna a trovare nel corso della discussione parlamentare, che seguirà in queste ore, le soluzioni più adeguate per dare all'università e alla ricerca del nostro paese il futuro che nel programma dell'Unione - che ha costituito il fondamento di questa maggioranza e di questo Governo - esse hanno. Infatti, l'università e la ricerca rappresentano senza dubbio il principale strumento per rilanciare il sistema economico produttivo del nostro paese, anche per elevare il grado di civiltà del sapere e della conoscenza delle nostre popolazioni.
Riteniamo tuttavia che non corrisponda ad un comportamento corretto, in attesa di una soluzione del problema, quello di annunciare sin da subito un atteggiamento di distinzione sul voto sui successivi articoli della legge finanziaria, prima ancora che si arrivi ad affrontare in Assemblea la questione dell'università e della ricerca. Da questo punto di vista, riteniamo che le forze e le componenti della maggioranza debbano avere quel senso di responsabilità, senza il quale la coalizione difficilmente potrà superare un passaggio così difficile, ma così importante, come quello della manovra finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimiamo grande soddisfazione per quella che riteniamo una vittoria del centrodestra. Certo, questa vittoria, questa decisione del Governo di fare a meno di inserire un'altra inutile e iniqua tassa di sapore medievale non fa venir meno minimamente la tragedia di una legge finanziaria fuori tempo e fuori luogo. Il provvedimento contenente quella tassa di soggiorno rimandava alla memoria un film di Troisi e di Benigni; ricordate la scena famosa nella quale Troisi, nell'attraversare una frontiera, è costretto a pagare un fiorino e, tornando indietro e attraversando di nuovo il passaggio, si sente ripetere ogni volta dall'esattore «un fiorino» (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)? Era questa l'immagine che davamo al mondo. E Troisi al terzo fiorino mandava a quel paese l'esattore che voleva quella iniqua tassa di allora, che volevate ripetere oggi!
Certo, se questa vittoria non fa venir meno l'iniquità della finanziaria, dimostra almeno che il modo di procedere del centrodestra può comunque far breccia persino nella inattaccabile visione del Governo Prodi! Grazie, ministro Chiti, per averci ascoltato; grazie per aver rivolto tale invito, come lei mi ha appena detto. Un ringraziamento all'UDC, che lo aveva chiamato in causa, che si estende naturalmente a tutti i gruppi che hanno presentato gli emendamenti successivi. Anzi, il caso vuole che il primo emendamento su cui si voterà - gli altri saranno uniti - è proprio quello di Alleanza Nazionale, a firma dei colleghi Leo e Giorgetti (ma questo è solo un fatto burocratico).
Siamo assolutamente convinti che, se il Governo stesse ad ascoltare un po' di più chi è capace di ascoltare la gente, alla fine, in quest'Assemblea, i lavori sarebbero andati diversamente e, probabilmente, il Pag. 32«peso» del disegno di legge finanziaria sarebbe stato, per gli italiani, più sopportabile.
Purtroppo, una rondine non fa primavera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, in questi giorni, seguendo i lavori della Commissione bilancio e dell'Assemblea sul disegno di legge finanziaria, ci siamo domandati molte volte se non ci trovassimo di fronte ad una situazione di crisi della maggioranza politica che governa il paese. La sensazione di crisi è stata avvalorata da molti episodi. Voglio ricordarne, in particolare, due.
Ieri e ieri l'altro, la maggioranza, per bocca del relatore, onorevole Michele Ventura, ha smentito il Governo su un problema posto dall'esame dell'articolo 5: mentre il Governo difendeva una certa formulazione relativamente alla cosiddetta questione della tracciabilità, la maggioranza ha apertamente dichiarato di non essere d'accordo; poi, si è trovato qualche compromesso.
Questa mattina, è avvenuto esattamente il contrario. Nei giorni scorsi, a proposito della tassa di soggiorno, abbiamo visto che le perplessità venivano dalla maggioranza (lo hanno detto, poco fa, l'onorevole Andrea Ricci ed anche altri colleghi). Poiché il Governo resisteva, il relatore si era sobbarcato il compito di formulare un emendamento che, mantenendo l'imposta, cercava di tenere conto delle obiezioni. Stamani, improvvisamente, si alza il ministro per i rapporti con il Parlamento e, attribuendo le obiezioni ad un partito dell'opposizione, mentre esse venivano da tutta la maggioranza, più o meno afferma: «Abbiamo deciso di fare un favore ad un partito dell'opposizione: ritiriamo l'articolo 9». Il relatore, onorevole Ventura, che si era sobbarcato il compito di conciliare una posizione rigida del Governo con le preoccupazioni della sua maggioranza, oltre che del Parlamento, rimane con un palmo di naso! Non sapeva l'onorevole Ventura che il Governo si apprestava a scavalcare la maggioranza? Questo è il secondo episodio, ma ve n'è anche un terzo, politico.
Un partito della maggioranza ha dichiarato che non intende più votare alcun articolo del disegno di legge finanziaria per ragioni che hanno a che fare con altri problemi. Premesso che l'onorevole Andrea Ricci ha ragione quando fa rilevare che la questione dell'università non è disciplinata dall'articolo 9, se il gruppo della Rosa nel Pugno dichiara che non voterà alcun articolo del disegno di legge finanziaria fino a quando non sarà risolto il problema del finanziamento dell'università, questo è un fatto politico, non un fatto tecnico! Quindi, non vale obiettare che la dichiarazione dovrà essere fatta quando saranno esaminate le disposizioni riguardanti l'università: si tratta di un fatto politico; ed abbiamo il diritto, come esponenti dell'opposizione, di sapere dal ministro Chiti o dal Presidente del Consiglio se vi sia ancora, in questo momento, una maggioranza che sorregge il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Una situazione nella quale il Governo ritira il disegno di legge finanziaria, lo modifica tutti i giorni, la maggioranza abbandona il Governo, il Governo abbandona la maggioranza ed una parte della maggioranza si dissocia totalmente dalla finanziaria impone un atto di chiarezza politica: deve venire il Presidente del Consiglio a dire, in quest'aula, quali siano le ragioni di una crisi strisciante che c'è nel paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
L'Italia non può permettersi di avere un Governo che non sappiamo se esista, a quali condizioni esista ed attraverso quali compromessi quotidiani possa mantenere la sua esistenza! Un giorno sono i soldi per l'Argentina, un giorno sono i soldi per l'università, un giorno è l'imposta di soggiorno! O esistete ancora, colleghi, come maggioranza, oppure abbiate il coraggio di venire davanti al Parlamento e di dire che non siete in condizione di assicurare il Pag. 33Governo al paese, che ha diritto di essere governato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, abbiamo apprezzato l'intervento del ministro Chiti, ma vorrei chiarire che non si tratta di un favore fatto all'UDC. L'intervento precedente del sottosegretario Grandi ed il successivo del ministro per i rapporti con il Parlamento possono avere ingenerato una sensazione strana nell'Assemblea, quasi come se vi fosse un'idea di supplenza da parte del nostro gruppo a sostegno di una manovra che non condividiamo. Pertanto, l'azione del Governo di eliminare la tassa di soggiorno va ascritta ai lavori di questo Parlamento ed all'opposizione fatta da tutti i gruppi della minoranza (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
C'è un altro aspetto che mi pare debba essere sottolineato: il Governo poteva dire fin dall'inizio che avrebbe eliminato la tassa di soggiorno. Si tratta di una tassa anacronistica, datata 1908, reiterata nel 1936, ripresa oggi. Dunque, quanto dicevano alcuni in merito al fatto che questo disegno di legge finanziaria è datato ed obsoleto si sta manifestando in tutte le sue dimensioni. Quello che è capitato all'interno dei gruppi di maggioranza, con la dichiarazione di Villetti, di fatto, di sganciarsi dalla solidarietà di Governo, pone nei confronti del Governo stesso un problema grave: effettivamente, esiste ancora, in questo paese, una maggioranza che governa oppure siamo già di fronte alla necessità di trovare soluzioni diverse per la crisi strisciante che è in atto?
Vorrei ricordare all'onorevole Villetti ed anche al ministro Mussi, che prima ho visto in aula, che se il tema del dibattito è la ricerca, i danni sono stati provocati già in precedenza dal decreto n. 226, il cosiddetto decreto taglia spese, che aveva tagliato i consumi intermedi del 20 per cento alla ricerca ed all'università. Si era detto allora, avendo protestato il ministro Mussi, che con la legge finanziaria si sarebbe recuperato. La stranezza è che, invece, l'articolo 55 del disegno di legge finanziaria taglia altri 200 milioni all'università. A questo punto mi domando, e domando anche all'onorevole Villetti: in che modo è stato confezionato questo disegno di legge finanziaria? Che tipo di coinvolgimento hanno avuto le forze politiche che sostengono il Governo? In sostanza, chi è il padre di questo disegno di legge finanziaria? È colpa soltanto degli italiani che lo devono subire? Questo è il problema sul quale ragionare fino in fondo.
A questo punto, il Governo dovrebbe dirci che intenzioni ha rispetto agli articoli che seguono perché, a mio avviso, stiamo consumando una melina che è farsa. Oggi, il Governo ha manifestato pienamente la sua faccia. Sarebbe opportuno che ci dicesse anche per le prossime ore, non dico per i prossimi giorni, che intenzioni ha, altrimenti gli italiani non capirebbero, e riesce difficile anche a noi parlamentari in quest'aula capire dove vuole portarci il Governo, se ancora c'è [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare un punto importante, anche se già sottolineato da altri: sull'articolo 9 sono intervenuti, oltre all'onorevole Vietti, l'onorevole Cota per la Lega nord, l'onorevole Crosetto per Forza Italia ed altri.
In particolare, come diceva giustamente il collega La Russa, andremo a votare una serie di emendamenti soppressivi identici che non hanno copertura perché si tratta di una norma che non ne necessita. È importante rilevare che solo e unicamente l'opposizione ha presentato emendamenti in questa direzione, e ve ne sono: uno della Lega nord, uno dell'UDC, uno di Pag. 34Forza Italia e uno di Alleanza Nazionale. È la dimostrazione che l'opposizione svolge bene il suo lavoro, ragionevolmente e facendo di tutto per migliorarlo. Farebbe meglio, ministro Chiti, quando nei suoi interventi fa riferimento l'opposizione, a considerarla tutta allo stesso modo e con pari dignità ed importanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Presidente, credo di dovere sommare alcune considerazioni a quelle già espresse dagli onorevoli Del Bue e La Malfa, perché le dichiarazioni che abbiamo ascoltato profferite dal gruppo de La Rosa nel Pugno non possono cadere nel grigiore di quest'aula come se nulla fosse.
Abbiamo assistito tra ieri e oggi ad improbabili sonetti amorosi che, all'interno del Parlamento, si svolgono tra forze politiche dell'una e dall'altra parte. Desidero però ricordare, a me stesso per primo, ma anche a tutti gli altri colleghi, che in politica esiste, più che altrove, un'etica che deve ispirare le nostre azioni, guidare i nostri comportamenti, indurci ad assumere - ed è questa la cosa più importante - le nostre responsabilità.
Credevo di aver capito che in quel dimenticato schema del DPEF questo Governo avesse posto il dito nella piaga, quando aveva riconosciuto ed individuato, in riferimento ai mali del mancato sviluppo del Meridione e del sud, un sistema formativo della ricerca scientifica che era a pezzi e immaginavo che, a fronte di questa constatazione, assumesse le opportune determinazioni. Le vicende che sono state qui ricordate, sul ministro Mussi che ci ha raggiunto in aula, ma che riguardano molto di più il sistema della ricerca scientifica nel nostro paese, ce la dicono lunga, purtroppo, su chi abbia confezionato il disegno di legge finanziaria. Ve lo dico io: non la politica che deve ispirare le nostre azioni. La legge finanziaria è stata predisposta e studiata a tavolino da un sistema ragionieristico che non ha anima, che non riesce a dare alcuna identità nuova e seria al governo di un paese come il nostro. La vicenda della ricerca scientifica la dice lunga e definitiva su questo Governo e su quello che noi dobbiamo fare.
Ecco perché non può la nostra insensibilità far finta di nulla e il Parlamento continuare ad esaminare stancamente articoli ed emendamenti obbedendo ad un rito che, oltretutto, ci pone al di fuori della realtà; non può far cadere questo momento grave che le nostre istituzioni stanno attraversando. È opportuno che non solo il Governo, ma, prima ancora di esso, quest'Assemblea si renda conto a quale punto siamo purtroppo giunti: un Governo che non ha più una identità, se non quella delle strutture di Ragioneria dello Stato, un Parlamento che non riesce a muoversi, ormai bloccato nel pantano di una finanziaria che non ha eguali nella storia del paese, perché è un insieme incredibile di materie che hanno voluto bloccare, non ora ma per il futuro, la nostra attività.
È un paese politicamente commissariato, in cui il Parlamento è messo nella condizione di non poter esaminare, con la calma, con l'attenzione e la considerazione dovute, importanti questioni come quella dello sviluppo turistico. Mi riferisco, in particolare, agli ultimi eventi di questa mattina, che hanno dato luogo all'avvio di questo dibattito.
Non possiamo più continuare in questa condizione, che crea problemi al paese e aggiunge difficoltà su difficoltà alle parti più deboli e meno difese di questo paese. Fra queste ultime vi è il Meridione, che, ancora una volta, nell'ambito di questo contesto, è oggetto di interventi che possono essere definiti dei «belletti», che non risolvono assolutamente i problemi, le annose questioni e le aspirazioni più importanti della popolazione e della gioventù del Sud (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
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DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio soddisfacimento personale e quello dei Popolari-Udeur per la soppressione di questo articolo, che è stato inserito nella finanziaria non con lo spirito ragionieristico che, come ho sentito dire, sarebbe ispiratore di questa manovra.
Chi ha predisposto questa finanziaria non è che non avesse un'anima, ma non aveva i soldi, perché questo bilancio, saccheggiato da una politica che, in cinque anni, ha svuotato le casse dello Stato, ha dovuto affrontare un problema enorme.
Al di là di questo, vorrei ritornare sull'argomento in oggetto. Capisco l'abilità del collega La Russa nell'individuare in questa azione un merito del centrodestra e lo riconosco, perché anche loro hanno sottolineato la necessità di andare nella direzione che - lo ricordo - comunque questa maggioranza, nelle sedi opportune e nelle riunioni in cui si dovevano prendere decisioni importanti, ha ritenuto di dover prendere.
Ci siamo resi conto che questo provvedimento era necessario perché abbiamo saputo e voluto ascoltare gli attori principali, le parti in causa e gli operatori turistici, mentre questa decisione...
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di fare silenzio, per favore.
DANTE D'ELPIDIO. ...sembra, ancora una volta, un provvedimento figlio di nessuno.
Invece, seppure qualche amministratore locale guardava con favore questa ipotesi per reperire ulteriori risorse e seppure qualche iniziativa di questo genere poteva risollevare le già disastrate casse comunali e locali, abbiamo deciso di anteporre a questa necessità e a questa forte esigenza gli interessi di un sistema che non può dare incentivi per attrarre investimenti e turisti dall'estero (e non potevamo, dall'altro lato, far pagare un contributo, anche se minimo, a chi decideva di trascorrere le vacanze nel nostro paese).
Se si vuole riconoscere al paese la vocazione turistica, facendo del rilancio turistico uno dei punti importanti del programma, riteniamo che si debba dare la risposta che anche noi Popolari-Udeur abbiamo inteso dare. È per questo che - lo ripeto -, dando una risposta in ossequio a tutti coloro che hanno sollevato questo importante problema, abbiamo deciso anche noi di sostenere la soppressione di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 9 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, è già stato ampiamente annunciato che, sui numerosissimi emendamenti soppressivi presentati all'articolo 9 - in particolare, faccio riferimento agli identici emendamenti soppressivi Leo 9.9, Lupi 9.10, Dussin 9.12 e D'Agrò 9.13 -, la Commissione esprime parere favorevole, purché ne venga eliminata la parte relativa alla copertura.
PRESIDENTE. Quindi, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti soppressivi e contrario su tutti gli altri?
MICHELE VENTURA, Relatore. Presidente, se riformulati sopprimendo la parte relativa alla copertura, che non è necessaria, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti soppressivi (evito di citarli tutti). Tra l'altro, moltissimi emendamenti soppressivi presentati dalla maggioranza erano stati ritirati. Quindi, su questa soppressione, s'incontra un ampio favore.
PRESIDENTE. Dunque, il relatore ha proposto la riformulazione degli emendamenti soppressivi, nel senso di sopprimere la parte relativa alla copertura.
Prendo atto che i presentatori concordano sulla riformulazione dei propri emendamenti soppressivi, dai quali si intende conseguentemente espunta la parte relativa alla copertura.Pag. 36
Per quanto riguarda, invece, gli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 9, qual è il parere della Commissione?
MICHELE VENTURA, Relatore. Per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi, la Commissione invita i presentatori a ritirare l'articolo aggiuntivo D'Elpidio 9.04. Gli altri, credo siano stati ritirati...
ALBERTO GIORGETTI. Li abbiamo ritirati!
PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo, che è conforme a quello espresso dal relatore, è favorevole su tutti gli emendamenti soppressivi, purché ne venga espunta la parte relativa alla copertura, sopprimendo, dunque, le parole da «Conseguentemente» fino alla fine. Molti emendamenti vanno semplicemente riformulati.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Ringraziamo il relatore ed il Governo. L'importante è sopprimere l'articolo, poi, quale sia l'emendamento che votiamo non è rilevante. Per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi, però, signor Presidente, credo che debbano scomparire, dal momento che l'articolo cui si riferiscono è stato soppresso. Mi pare che ciò sia conseguente.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi, è stato espresso un invito al ritiro da parte del relatore Ventura ed è evidente che, se non vengono ritirati, devono essere posti tutti in votazione. Vi è un invito del relatore Ventura a ritirare gli articoli aggiuntivi per la ragione, fin troppo evidente, che ha appena evocato l'onorevole Crosetto. Mi riferisco agli articoli aggiuntivi Alemanno 9.02 e Raisi 9.07, che sono stati già ritirati.
ETTORE PERETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE PERETTI. Signor Presidente, intervengo per ritirare gli articoli aggiuntivi Dionisi 9.05 e 9.06.
PRESIDENTE. Sta bene.
A questo punto tutti gli emendamenti soppressivi sono identici in quanto è stata tolta la copertura agli identici emendamenti Leo 9.9, Lupi 9.10, Dussin 9.12 e D'Agrò 9.13.
Pertanto, partiamo dal primo emendamento e, visto che sono identici, procederemo ad una votazione unica.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, rispettando la scelta - ci mancherebbe altro! - propongo di partire su quelli che erano comunque già senza copertura e che erano già pronti per l'attività emendativa.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, a me pare che sia razionale che siano posti in votazione tutti insieme, perché è inutile che ne votiamo uno per fare decadere gli altri. Siccome a questo punto sono diventati tutti uguali, li votiamo tutti insieme. Mi pare che la Presidenza non possa prestarsi a nessun gioco.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Gianfranco Conte 9.1, Valducci 9.2, Verro 9.3, Pizzolante 9.4, Zorzato 9.5 e 9.6, Di Centa 9.7, Bernardo 9.8, Leo 9.9, Lupi 9.10, Dussin 9.12 e D'Agrò 9.13, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi) (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 491
Astenuti 18
Maggioranza 246
Hanno votato sì 490
Hanno votato no 1).
Prendo atto che i deputati Delfino, Belisario, Stagno D'Alcontres, Volontè e Zanella non sono riusciti a esprimere il proprio voto e che quest'ultima avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi all'articolo 9.
Prendo atto che tutti i presentatori hanno ritirato i rispettivi articoli aggiuntivi.
A questo punto, il presidente della Commissione e il relatore avevano proposto di sospendere la seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi. Abbiamo ancora la possibilità di lavorare per un'ora e se il Comitato dei nove intende riunirsi durante l'intervallo dei lavori dell'Assemblea forse possiamo guadagnare un po' di tempo.
Chiedo al presidente della Commissione ed al relatore cosa suggeriscono in ordine al prosieguo dei lavori.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, avevo formulato una previsione che non teneva conto di qualcosa che non avevo previsto (chiedo scusa per la cacofonia), ossia della «ritirata» dei colleghi dell'opposizione per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi.
A questo punto, evidentemente, avremmo bisogno di un po' di tempo per valutare i subemendamenti riferiti all'articolo 8, qualora si pensi di passare all'esame di questa disposizione, o per valutare, in seno al Comitato dei nove, come procedere sull'articolo 10. Quindi, comunque, abbiamo bisogno di una sospensione della seduta.
Pertanto, direi che, se si vuole guadagnare un po' di tempo, come si diceva, si potrebbe anticipare di mezz'ora la ripresa della seduta, sospendendo ora i nostri lavori. Ripeto: visto che abbiamo parecchie cose da fare, si potrebbe sospendere ora la seduta, per poi riprendere i nostri lavori alle ore 15 o alle 15,30...
PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 15,15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Boato, Brugger, Capodicasa, Colucci, Cordoni, Folena, Pisicchio, Rigoni e Sgobio sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'esame dell'articolo 8 ed è stato, da ultimo, soppresso l'articolo 9.
Avverto che il subemendamento Filippi 0.20.601.9 deve ritenersi inammissibile per inidoneità della copertura.
Chiedo al relatore, deputato Ventura, di informare l'Assemblea circa il modo in cui ritenga opportuno procedere nei nostri lavori.
MICHELE VENTURA, Relatore. Presidente, che si possa riprendere l'esame dell'articolo 8.
PRESIDENTE. Sta bene.
Pag. 38(Ripresa esame dell'articolo 8 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate, precedentemente accantonato (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 3).
Invito il relatore ad esprimere il parere sulle ulteriori proposte emendative presentate.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, in relazione ai subemendamenti presentati all'emendamento 8.500 del Governo, il parere è favorevole sui subemendamenti Garavaglia 0.8.500.6 e 0.8.500.8. La Commissione accetta altresì lo stesso emendamento 8.500 del Governo. Il parere è contrario sugli altri subemendamenti presentati.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 8.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, votiamo!
TOMMASO FOTI. C'è l'ostruzionismo della maggioranza!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, non credo che ci sia alcun ostruzionismo. Credo che si potrebbe parlare di ostruzionismo se lo faceste voi!
TOMMASO FOTI. Votiamo! Votiamo!
MAURIZIO LEO. Votiamo!
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Quartiani.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Per quanto mi riguarda, è la prima volta che prendo la parola in aula, e lo faccio su un emendamento che il Governo ha presentato per venire incontro ad una proposta dell'opposizione. Giustamente, si prevedono alcune modulazioni nella tassazione ICI al fine di garantire all'autonomia comunale una certa flessibilità di intervento che permetta di utilizzare tale imposta in modo che le categorie e le famiglie che hanno maggiori difficoltà dal punto di vista economico (quali quelle con anziani), possano essere escluse dall'eventuale applicazione delle maggiorazioni al fine di pervenire ad un equilibrio nei saldi di bilancio dei comuni stessi.
Quindi, penso che il lavoro svolto dal Comitato dei nove e dal relatore - dall'intero Comitato dei nove, dai rappresentanti della maggioranza come dai rappresentanti dell'opposizione - abbia prodotto una condizione sufficiente affinché oggi si possa recepire, all'inizio dei lavori pomeridiani dell'Assemblea, la proposta del relatore, che è quella di accogliere anche una parte dei subemendamenti. Quindi, non si accetta soltanto l'emendamento 8.500 del Governo, che viene incontro, del resto, ad una giusta sollecitazione dei colleghi dell'opposizione, in particolare di quelli dell'UDC, ma si esprime parere favorevole anche sui subemendamenti di colleghi di Alleanza Nazionale, benché essi fossero fortemente critici sul fatto che io intendessi sottolineare questo elemento alla ripresa dei nostri lavori. L'emendamento viene incontro all'esigenza sottoposta anche da colleghi di altri gruppi dell'opposizione, quali la Lega e Forza Italia.
ELIO VITO. La mano, Quartiani!
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Naturalmente, non siamo insensibili a simili questioni. Intervengo proprio per questo. È una delle questioni di cui abbiamo discusso a lungo, anche all'interno della maggioranza. Abbiamo discusso a lungo Pag. 39per verificare quanto si potesse rendere flessibile un intervento che non fosse impositivo nei confronti dei comuni ma che, all'interno di una linea di tipo federalista ed autonomista, garantisse loro una capacità di intervento che non fosse l'imposizione dall'alto di una decisione, peraltro utile. È una decisione utile, come hanno avuto modo di dire tanti sindaci, i quali non rispondono soltanto a sollecitazioni - diciamo così - di carattere populistico e propagandistico perché sanno che per la prima volta possono usare strumenti nella definizione dei loro bilanci come la maggiorazione dell'addizionale IRPEF o dell'addizionale ICI. Possono rispondere alle esigenze di bilancio in maniera diversa da come consentiva di fare il centrodestra nel passato, con le ultime tre leggi finanziarie, anche ponendo la fiducia e non consentendo a questo Parlamento di discutere come stiamo facendo oggi, quando non soltanto imponeva ai comuni i tagli di bilancio ma impediva anche di arrivare al pareggio utilizzando elementi di autonomia finanziaria, secondo ciò che viene disposto dall'articolo 119 del Titolo V della Costituzione. Ebbene, noi oggi stiamo facendo esattamente il contrario. Stiamo rispondendo all'esigenza sottoposta dall'ANCI, dai comuni e da tante realtà territoriali di avere a disposizione degli strumenti finanziari e di bilancio che consentano ai comuni di essere all'altezza del governo locale e delle domande che vengono dalle comunità locali (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anch'io vorrei approfittare dell'esame delle proposte emendative all'articolo 8, nella fattispecie dell'emendamento 8.8 del collega Osvaldo Napoli, per intervenire nel momento in cui affrontiamo l'argomento della tassa di scopo. È un argomento importante, come ebbi modo di dire intervenendo sul tema specifico dell'evasione e dell'elusione fiscale. Credo che quello delle opere pubbliche sia sicuramente un argomento di grande importanza all'interno della manovra finanziaria. L'occasione è utile anche perché la maggioranza ha usato molto poco del tempo a sua disposizione - sia il tempo di merito che il tempo per gli interventi a titolo personale - dando molto spazio all'opposizione. Ma quando si affrontano alcuni capisaldi, anche in riferimento agli emendamenti, credo sia utile e doveroso da parte nostra portare un minimo contributo di chiarezza e rispondere alle tante questioni che sono state sollevate in quest'aula dai colleghi dell'opposizione.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti...
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sono già finiti i cinque minuti a mia disposizione?
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei ha a disposizione un minuto perché si tratta di un intervento a titolo personale. Per il suo gruppo ha già parlato l'onorevole Quartiani.
ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, Presidente, mi ero distratto. Comunque, invito a votare contro l'emendamento 8.8 del collega Osvaldo Napoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare come l'accoglimento di un emendamento non possa certamente dare risposte esaustive rispetto ad una critica forte proveniente da tutte le associazioni rappresentative degli enti locali, in particolare delle province e delle regioni. Nondimeno, noi siamo attenti, proprio per la battaglia parlamentare che stiamo conducendo, nel valutare quegli emendamenti, proposti anche dal Governo e dalla maggioranza, che in ogni caso vadano nella direzione di dare sostanza forte all'autonomia, alla capacità ed alla responsabilità forte degli enti locali rispetto Pag. 40alla politica di carattere tributario locale. Quindi, noi sosteniamo le proposte emendative volte a conferire maggiore responsabilità a tutti gli amministratori locali, che sono certamente responsabili della spesa, ma devono acquisire una maggiore e forte responsabilità in termini di governo delle entrate.
Per cui, l'emendamento preannunziato in quest'aula ed anche i subemendamenti che vanno in tale direzione hanno il forte consenso da parte del gruppo dell'UDC.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo brevemente, perché ho ascoltato l'intervento accalorato dell'onorevole Quartiani. Gli suggerisco di svolgere tale intervento con riferimento agli emendamenti successivi, perché a mio avviso le considerazioni svolte non riguardavano l'emendamento in discussione. L'intervento dell'onorevole Quartiani è stato talmente bello che mi auguro lo abbiano ascoltato anche i miei colleghi. Tuttavia, onorevole Quartiani, lei avrebbe dovuto svolgerlo sull'emendamento giusto!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Adenti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO ADENTI. Signor Presidente, il gruppo dei Popolari-Udeur valuta positivamente l'introduzione dell'imposta di scopo, che prelude finalmente - ci auguriamo - all'introduzione di un più completo, puntuale ed efficace sistema di federalismo fiscale e prelude altresì - ci auguriamo anche questo - alla completa attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, aspetto in discussione tra le forze politiche e che auspichiamo possa trovare attuazione nel 2007.
Si tratta di un provvedimento importante anche - e soprattutto - perché la compartecipazione dei cittadini è finalizzata alla realizzazione di opere pubbliche preventivamente individuate e, quindi, il prelievo fiscale non è fine a se stesso, ma viene concretamente utilizzato per la realizzazione di un'opera pubblica che i cittadini possono seguire nella realizzazione. In particolare, noi abbiamo presentato una proposta emendativa che amplia le tipologie che i comuni hanno a disposizione per individuare le opere pubbliche. Riteniamo indispensabile inserire altre due tipologie che, d'altro canto, rientrano tra gli interventi prioritari per qualsiasi amministrazione pubblica. La prima è l'edilizia scolastica; infatti, nonostante i contributi regionali e statali - che, per la verità, negli ultimi anni sono in regresso - essa richiede sempre ingenti investimenti di messa in sicurezza a norma del decreto legislativo n. 626 del 1994 e di manutenzione straordinaria, e spesso le risorse comunali sono inadeguate. Lo stesso discorso vale anche per il recupero e la conservazione dei beni artistici ed architettonici, che i comuni sono in grado di attuare solo in minima parte e con grandi sacrifici finanziari, oltre che in tempi storici, anche per la carenza dei mezzi finanziari. Ciascuno di noi, sia chi è attualmente amministratore di enti locali sia chi lo è stato in passato, sa benissimo quale sia l'importanza di queste opere pubbliche per la propria comunità cittadina; in particolare, conosce quali siano le aspettative dei cittadini rispetto a questi beni di utilità pubblica.
Dunque con il nostro emendamento desideriamo offrire la possibilità ai comuni di ampliare le tipologie di opere realizzabili con imposta di scopo: opere finalizzate a migliorare la qualità della vita, la fruibilità dei servizi e a rendere più belle, ospitali ed attraenti le nostre città, i nostri paesi e i nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Mi limiterò alla lettura di una dichiarazione a nome del gruppo La Rosa nel Pugno. Signor Presidente, noi della Rosa nel Pugno ci asteniamo Pag. 41in questa votazione, come faremo nelle successive, per dare voce al disagio e alle giuste istanze che vengono dal mondo delle università e da quello della ricerca. Lo facciamo per indurre il Governo e la maggioranza ad eliminare i tagli che riguardano tutti i settori della ricerca, eliminando al loro posto sprechi e privilegi: alcuni sprechi, come nel caso di Sviluppo Italia, società inefficace e da mettere in liquidazione, o alcuni privilegi, come quello che si determinerebbe se non si limitasse l'esenzione dall'ICI ai soli immobili delle chiese, e solo a quelli destinati all'esercizio del culto.
Noi siamo convinti che il centrosinistra debba fare della ricerca una delle missioni principali per il futuro delle nuove generazioni e del nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo appena potuto constatare che il gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno sta continuando nell'atteggiamento annunciato stamani, un atteggiamento di astensione nei confronti della votazione degli articoli e delle proposte emendative presentate dal Governo, per sottolineare la necessità che si arrivi a congrui finanziamenti per la ricerca scientifica. Vorrei sottolineare che La Rosa nel Pugno non è solo un gruppo parlamentare della maggioranza, è anche una forza politica presente nel Governo, al massimo livello, con la posizione di ministro della Repubblica.
Se dunque La Rosa nel Pugno prende questa posizione, è evidente segno che è seriamente preoccupata per l'esito della vicenda. Io credo che come componente della maggioranza, che è sensibile, anche per quanto mi riguarda, alle vicende della ricerca scientifica, non si possa tacere un commento. Io non cambio il mio voto rispetto a quello che il mio gruppo esprime, perché non stiamo votando sulla materia della ricerca scientifica, però se una forza addirittura presente nel Governo sente il bisogno di dissociarsi dal voto della maggioranza su un problema di questo genere, credo sia giusto far levare una voce molto precisa: queste preoccupazioni sono anche le nostre, signor Presidente e onorevoli colleghi.
Allora noi chiediamo al Governo di dare questa rassicurazione al più presto, in modo da riportare compattezza nella maggioranza e in modo da poter rispondere alle attese di un mondo che non porta soltanto esperienze corporative, ma che rappresenta effettivamente esperienze che hanno un carattere generale e che hanno esigenze che sono assolutamente necessarie per lo sviluppo del nostro paese. È con questi sentimenti che chiedo al Governo di esprimersi quanto prima su questa importante materia (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo, dopo aver ascoltato stamane l'intervento dell'onorevole Villetti, della Rosa nel pugno, e ora quello dell'onorevole Valdo Spini, per rimarcare che siamo anche noi preoccupati: non vogliamo lo sfascio di questo paese.
Stiamo analizzando una proposta rispetto alla quale il nostro gruppo è contrario, perché l'ulteriore balzello dello 0,5 per cento rappresenta un'ulteriore tassa (anche se di scopo) che imponiamo ai cittadini. Ciò è significativo.
Dovremmo votare contro, ma, in segno di buona volontà, il nostro gruppo si asterrà, proprio per accelerare il confronto interno alla maggioranza, e soprattutto al Governo, in materia di ricerca e università. Pertanto, affinché effettivamente la battaglia che in quest'aula stanno portando avanti La Rosa nel pugno e i socialisti riformisti abbia successo, anche noi ci asterremo dal voto quale atto dal significato politico, per aiutarli in questa battaglia giusta e sacrosanta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 297
Votanti 282
Astenuti 15
Maggioranza 142
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 262
Sono in missione 61 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 8.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 310
Votanti 293
Astenuti 17
Maggioranza 147
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 259
Sono in missione 61 deputati).
Prendo atto che l'onorevole Leddi Maiola non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Vedova 8.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 351
Votanti 334
Astenuti 17
Maggioranza 168
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 261).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 369
Votanti 351
Astenuti 18
Maggioranza 176
Hanno votato sì 95
Hanno votato no 256).
Prendo atto che il deputato Formisano non è riuscito a votare.
Onorevoli colleghi, dispongo l'annullamento della votazione testé svolta sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.12, in quanto avrebbero dovuto essere prima posti in votazione i subemendamenti all'emendamento 8.500 del Governo, a partire dal subemendamento Zorzato 0.8.500.2, nonché l'emendamento 8.500 del Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zorzato 0.8.500.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 462
Astenuti 17
Maggioranza 232
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 265).Pag. 43
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.6, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 436
Astenuti 22
Maggioranza 219
Hanno votato sì 432
Hanno votato no 4).
Prendo atto che i deputati Lion e Zanella non sono riusciti a votare.
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, quale subemendamento ha posto in votazione?
PRESIDENTE. Abbiamo appena votato il subemendamento Garavaglia 0.8.500.6.
Passiamo adesso alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.8.500.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, ho deciso che mi asterrò dal voto su questo subemendamento perché non sono d'accordo in ordine all'impostazione globale, sotto il profilo costituzionale, che viene fornita rispetto a questo articolo e alla valutazione dello stesso.
Mi pare si sia completamente dimenticato il parere espresso dalla I Commissione e mi stupisco che non si sia tenuto conto a tutti livelli di questo parere qualificato. La Commissione affari costituzionali afferma che le disposizioni recate dagli articoli 8 e 9, che attribuiscono ai comuni la facoltà di istituire rispettivamente un'imposta di scopo per la realizzazione di determinate opere pubbliche (trasporto pubblico urbano, opere viarie, arredo urbano, parchi e giardini, parcheggi pubblici) e un contributo di soggiorno destinato ad interventi di manutenzione urbana e di valorizzazione dei centri storici, appaiono presentare profili problematici in relazione al principio di autonomia finanziaria degli enti territoriali stabilito dall'articolo 119 della Costituzione, come interpretato dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, secondo cui le risorse finanziarie derivanti dalle fonti ivi indicate devono consentire agli enti territoriali il finanziamento delle funzioni ad essi attribuite senza vincoli di destinazione.
Infatti, esprimendo il parere favorevole, la I Commissione svolge un'osservazione puntuale in ordine agli articoli 8 e 9, evidenziando l'opportunità di valutare l'esigenza di riformulare le disposizioni ivi recate, al fine di prevedere che l'imposta di scopo e il contributo di soggiorno possano essere destinati al finanziamento di interventi di competenza comunale, senza prevedere specifici vincoli di destinazione da parte della legge statale.
È una giurisprudenza costante della Corte costituzionale quella secondo la quale non si può costituire alcun fondo e non si può neppure stabilire alcuna norma a favore delle regioni o dei comuni che non sia generica e che si intrometta nell'autonomia di tali enti, stabilendo che essi debbano vincolare queste risorse, attraverso un fondo o un provvedimento normativo di attribuzione di potestà fiscale, in quanto attribuendo linee di destinazione e vincoli si viola l'articolo 119 della Costituzione.
Ci sono sentenze a iosa, tutte citate in questo ottimo parere della nostra I Commissione, che noi condividiamo appieno. Ci sono sentenze del 2003, del 2004, del 2005 e la più recente è dell'aprile del 2006.
Tutte dicono questo e tutte hanno dichiarato incostituzionali le normative relative, quasi tutte contenute nelle finanziarie. Cito, proprio per specificità, in relazione ai comuni, il fondo nazionale per la riqualificazione urbana dei comuni, che è stato dichiarato incostituzionale con sentenza n. 16 del 2004. Noi, quindi, stiamo propinando ai comuni una polpetta avvelenata, perché è chiaro che ci sarà un contenzioso immediato e che questi enti, quando metteranno in essere questa tassa Pag. 44di scopo, si troveranno di fronte alla giurisprudenza della Corte costituzionale, che dirà che questo meccanismo è incostituzionale. Stiamo facendo non il bene dei nostri comuni, ma stiamo violando norme costituzionali e mettendoli, quindi, in previa e forte difficoltà.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo, quindi, che l'esame dell'emendamento 8.500 del Governo e dei relativi subemendamenti venga accantonato e che il Comitato dei nove si renda conto di quello che ha scritto, nel proprio parere, la Commissione affari costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Sulla proposta di accantonamento dell'emendamento 8.500 del Governo e di tutti i subemendamenti ad esso riferiti, formulata dall'onorevole Boscetto, chiedo al relatore Ventura di esprimere il parere.
MICHELE VENTURA, Relatore. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sulla proposta di accantonamento, darò ora la parola ad un oratore contro e ad uno a favore che ne faccia richiesta.
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo per sostenere la proposta del collega Boscetto. Colleghi, è evidente che questo profilo di incostituzionalità riguardi non solo il sistema di imposizione fiscale che si attribuisce ai comuni, ma anche la violazione di tutta una serie di competenze che, attraverso l'introduzione di fondi presso alcuni Ministeri, è stata fatta, sia nella stesura originaria della finanziaria, sia con riferimento agli emendamenti del Governo; ovvero, l'istituzione di fondi per la famiglia, le politiche giovanili o la disabilità, laddove non viene precisato che afferiscono alla gestione di una competenza statale, rientra nelle fattispecie che la Corte costituzionale ha indicato, dichiarando l'incostituzionalità delle norme che attribuiscono allo Stato una competenza che la Costituzione attribuisce, viceversa, a regioni, province e comuni. Credo che questo ragionamento si debba svolgere in termini costruttivi per evitare che si disperdano risorse, per fare in modo che il tutto avvenga nell'ambito delle competenze costituzionalmente garantite e che (visto il contesto in cui si è sviluppata questa finanziaria), almeno sotto il profilo della correttezza giuridico-costituzionale nell'impostazione dell'impianto della finanziaria, si possa trovare un'intesa. Per questa ragione, chiedo che si accolga la richiesta del collega Boscetto.
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare contro, pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 8.500 del Governo e dei subemendamenti ad esso riferiti, formulata dall'onorevole Boscetto.
(La Camera respinge).
ANGELINO ALFANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, intervengo per porre una questione davvero grave sull'ordine dei lavori, a nome del gruppo di Forza Italia.
Abbiamo dato un'occhiata agli emendamenti che il Governo ha presentato nelle ultime ore e nell'ultima giornata dei lavori. Abbiamo rinvenuto otto, nove emendamenti, tutti coperti con il fondo per le aree sottoutilizzate del nostro paese. Si sta verificando un fatto gravissimo: vi è un ammontare totale di 431 milioni e 800 mila euro di utilizzo del fondo per le aree sottoutilizzate, per finalità relative a fatti gravi, inclusi nell'ambito della questione Pag. 45meridionale, come il terremoto del Molise. Noi siamo meridionali e dobbiamo pagare con i nostri soldi! A volte si tratta di situazioni paradossali, per cui finanziamo la progettazione della linea ferroviaria Parma-La Spezia, la cosiddetta Pontremolese, con 72 milioni di euro prelevati dal fondo per le aree sottoutilizzate! A noi, caro Presidente, pare davvero una questione non grave, ma gravissima. Qui si sta operando una redistribuzione alla rovescia, si sta «cecchinando» il fondo per le aree sottoutilizzate. In altre parole, nell'ambito della precedente legislatura, è stato costituito, per una maggiore efficienza della spesa, un fondo unico per il sud e adesso la maggiore efficienza della spesa si sta trasformando in una maggiore efficienza della «presa». Qui si sta verificando un fatto assolutamente paradossale; essendo chiaro il bersaglio contabile, cioè il fondo per le aree sottoutilizzate, lo si sta aggredendo e si stanno diminuendo quelle dotazioni che dovevano servire per l'infrastrutturazione del Mezzogiorno, con alcuni effetti inverosimili: vi è un emendamento lodevole nelle finalità, presentato dall'onorevole Crisafulli, per esempio, per le strade provinciali siciliane, che vincola l'utilizzo da parte della regione siciliana di risorse che già erano nostre (quelle previste nell'ambito del fondo per le aree sottoutilizzate). Quindi, una colossale presa in giro!
Allora, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché ritengo che questo scippo, a cui saranno sensibili, non solo i deputati meridionali presenti in aula, non solo i deputati dell'opposizione, ma credo chiunque abbia a cuore le sorti di un equo bilancio all'interno dello Stato italiano, non possa cadere nel silenzio.
Chiediamo urgentemente che venga in aula a riferire il viceministro D'Antoni sull'utilizzo di queste risorse e sullo scippo che si sta perpetrando ai danni del meridione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Onorevole Alfano, le ho consentito di terminare l'intervento, ma lei converrà con me che la questione che lei pone attiene, più che all'ordine dei lavori, al merito di alcuni articoli e di alcuni emendamenti. Quando arriveremo alla discussione su tale punto, sicuramente potremo approfondire anche le questioni che lei poneva.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, oltre alla questione già posta dal collega Alfano, mi permetto di ricollegarmi ad un passaggio che abbiamo avuto nell'ambito del Comitato dei nove in merito alla presentazione di un emendamento che sopprime alcuni articoli relativamente al coordinamento di finanza pubblica e ai risparmi di tetti intermedi rispetto ai saldi di bilancio. Ci troviamo di fronte ad un'ulteriore fase, con la presentazione di emendamenti da parte del relatore, della maggioranza e del Governo - per una buona parte emendamenti di spesa - , che ci inducono a pensare che di fatto stiano saltando le logiche con cui questa finanziaria è stata costruita e, quindi, anche le tempistiche a disposizione dei gruppi. Infatti, fino ad oggi abbiamo assistito ad una intensa attività di presentazione di emendamenti e ora ci troviamo di fronte ad un metodo di lavoro che dimostra ancora come quest'aula non sia nelle condizioni di valutare appieno il perimetro complessivo della manovra finanziaria. Lo dimostra anche il fatto che proprio in Commissione, tra Governo e relatore, vi è stato un passaggio che ha portato prudenzialmente - capisco il relatore e lo apprezzo per questo - all'accantonamento di questo emendamento; ciò dimostra che oggi non c'è piena consapevolezza da parte del Governo sulle coperture attivate e gli effetti complessivi di questa mole enorme di emendamenti, che continua a cambiare la legge finanziaria e a modificare - è quello che ci interessa - i saldi complessivi. Mi pare che l'aula non sia nelle condizioni di proseguire i propri lavori, se non interviene un chiarimento complessivo sui numeri, Pag. 46gli effetti complessivi di questa enorme attività emendativa, su una tempistica adeguata per poter affrontare tali argomenti in questa sede, restando da discutere, allo stato attuale, più di 200 articoli.
Mi pare che questa situazione sia abbastanza grave e meriti una riflessione, da parte della Presidenza, sui tempi assegnati e sulle iniziative da porre in essere per dare piena trasparenza ai meccanismi di copertura ed ai saldi complessivi sulla base dei quali organizziamo il nostro dibattito (e che mi sembrano essere stati largamente superati).
GIANPIERO D'ALIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo, onorevole D'Alia? Dovremmo evitare una discussione che entri nel merito delle questioni. Se si tratta di questioni di carattere...
GIANPIERO D'ALIA. Sull'ordine dei lavori, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, il mio intervento sarà sull'ordine dei lavori e non entrerò nel merito.
Tuttavia, poiché, già ieri, in Assemblea, e stamattina, in Commissione affari costituzionali, abbiamo sollevato la questione delle coperture, con riferimento, ad esempio, alla circostanza che tutti gli interventi relativi al settore della sicurezza, proposti in termini aggiuntivi dal Governo, ancorché in maniera tardiva, sono coperti con i fondi FAS, vale a dire per le aree sottoutilizzate, è evidente che si pone un problema di metodo rispetto al quale dobbiamo capire quale sia l'opinione del Governo.
Se si va raschiare il fondo del barile per coprire servizi essenziali, e lo si fa prelevando da fondi per lo sviluppo del Mezzogiorno (sia per il 2007 sia per il 2008, perché ci sono 200 milioni di euro relativi all'anno 2008), è evidente che non capiamo più quale coerenza abbia l'intervento operato con il disegno di legge finanziaria. Questo è il problema che desideravo porre.
PRESIDENTE. Onorevole D'Alia, la questione della copertura finanziaria - lo dico anche per gli altri colleghi che hanno preannunciato interventi sull'ordine dei lavori - è, ovviamente, una scelta di carattere politico, che potremo sindacare allorquando passeremo all'esame degli articoli ai quali si fa riferimento, che sono successivi a quello al nostro esame.
Quindi, proseguirei nell'esame dell'articolo 8. Lo dico anche agli altri colleghi che hanno chiesto di parlare: se interveniamo tutti su questo argomento...
Qualcuno chiede di parlare per dichiarazione di voto sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.7?
GASPARE GIUDICE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, mi scusi, ma credo di non poter essere d'accordo con lei.
Se il problema riguardasse un solo articolo, mi sembrerebbe assolutamente corretto affrontarlo al momento dell'esame di quell'articolo. Al contrario, il problema politico che l'onorevole Angelino Alfano ed altri stanno ponendo oggi è generale: si pone, ad esempio, per l'articolo 57, con riferimento agli ispettori del lavoro, per l'articolo 85, riguardo agli apprendisti, per l'articolo 184, relativamente alla strada Parma-La Spezia, per il centro di documentazione di cui alla Tabella B 500, per l'articolo 166, con riferimento ai piccoli comuni.
Qui il problema è politico! Per una serie di interventi previsti da alcuni articoli è stato utilizzato il Fondo per le aree sottoutilizzate.
Quindi, chiediamo formalmente che il viceministro D'Antoni venga a darci una spiegazione su questo modo di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiederei l'attenzione sua e dei colleghi.
Credo che tutte le considerazioni siano legittime. Sarà bene per tutti analizzare profondamente anche quelle che riguarderanno, al momento opportuno, gli articoli e gli emendamenti ai quali si fa riferimento (come abbiamo fatto, credo, nelle tante occasioni in cui l'opposizione ha sollevato questioni che andavano affrontate, sulle quali c'è stata una risposta, gradita o meno che fosse, da parte del Governo e della maggioranza).
Però, signor Presidente, dico all'opposizione, per il suo tramite, che questa si profila come una chiara manovra ostruzionistica (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)...
RAFFAELE FITTO. Non è così!
ROBERTO GIACHETTI. Noi stiamo affrontando l'esame dell'articolo 8 e siamo in fase di votazione degli emendamenti.
Vi sono questioni di merito che riguardano altri articoli e che, di conseguenza, giustamente, dovranno essere poste al momento opportuno. Obiettivamente, però, aprire adesso un'altra discussione sull'ordine dei lavori ci porta via tempo e non ci fa esaminare l'articolo 8: lo si può anche definire, nobilmente, un contributo, ma è chiaramente una forma di ostruzionismo!
Allora, stavamo esaminando l'articolo 8, è finito il dibattito sul complesso degli emendamenti e siamo in fase di votazione. Quando arriveremo all'articolo al quale si fa riferimento, o a quelli ad esso connessi, ci occuperemo dell'argomento.
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo con riguardo alla presenza del Governo in aula. Onorevole Giachetti, possiamo anche riprendere l'esame delle proposte emendative relative all'articolo 8 ed i colleghi interessati al sud possono intervenire - in maniera impropria, però - a titolo personale su quell'argomento. Però, Presidente, credo che la questione sollevata dall'onorevole Alfano e la questione dei lavori parlamentari siano ormai sotto gli occhi di tutti e richiedano l'intervento urgente del ministro Padoa Schioppa e del ministro per i rapporti con il Parlamento.
Colleghi, stiamo votando con un intero gruppo parlamentare della maggioranza che si astiene su tutti gli emendamenti e su tutti gli articoli della legge finanziaria. Voi fate finta di nulla, il Governo fa finta di nulla e noi dovremmo fare finta di nulla? È evidente che non c'è più la maggioranza, che c'è un problema politico. Un gruppo intende sollevare una questione, alla quale siamo tutti interessati, come quella relativa alla ricerca, e si astiene su tutti gli emendamenti. E noi dobbiamo aspettare cosa? Che si trovi un accordo al Senato per votare gli emendamenti e gli articoli relativi alla ricerca?
C'è un uomo, al quale va anche la nostra umana solidarietà, che ha addirittura fondato un partito (che è stato un po' di qua e un po' di là) per stare finalmente al Governo ed avere un incarico sul Mezzogiorno. Mi riferisco all'onorevole Sergio D'Antoni: all'improvviso gli togliete la ragione d'essere di quell'incarico, la sua ragione di fare politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Noi cosa dobbiamo fare? Assistere al fatto che un viceministro non ha più i fondi per i quali ha istituito la ragione della sua attività politica? È naturale, signor Presidente, che chiediamo che il viceministro D'Antoni venga in aula.
Non possiamo fare, come ha detto bene l'onorevole Giudice, una discussione sulle coperture sparse sui vari articoli. Si tratta di una ragione politica: perché il Governo ha deciso di coprire i vari interventi che ha fatto sulla legge finanziaria sottraendo fondi alle aree sottosviluppate? Si tratta Pag. 48prevalentemente di aree del Mezzogiorno, ma non solo. Su questo credo sia necessaria una discussione politica: un rappresentante del Governo deve spiegare, anche alla maggioranza, le ragioni di questo intervento sulla copertura.
Infine, signor Presidente, è stata correttamente annunciata in Commissione dal presidente Duilio la presentazione di un'altra quindicina di emendamenti, questa volta da parte della Commissione (il Governo li presenterà domani: vanno a giorni alterni). Ebbene, questi emendamenti sostituiscono interi articoli della legge finanziaria. Immagino che siano al vaglio dell'ammissibilità della Presidenza e che una volta ammessi dalla Presidenza ci sarà comunicato un termine per la presentazione dei subemendamenti. Presidente Franceschini, ci dà il permesso di subemendare 15 nuovi articoli della legge finanziaria presentati dalla Commissione? È evidente che siamo di fronte ad uno stravolgimento continuo della legge finanziaria rispetto al quale il solo utilizzo degli strumenti a nostra disposizione non può essere confuso, onorevole Giachetti, con manovre ostruzionistiche. L'unico ostruzionismo che si sta vedendo in quest'aula è quello che stanno facendo maggioranza e Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Onorevole Vito, il Governo è legittimamente rappresentato dai sottosegretari presenti in aula che, peraltro, avranno modo di riportare all'interno del Governo le questioni sollevate in questa sede. Relativamente all'altra questione, vi invito a riprenderla quando passeremo all'esame del primo articolo che contiene quel tipo di copertura.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare per richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per richiamo al regolamento sulla medesima questione prospettata dall'onorevole Vito. Da venerdì io stesso, come altri colleghi dell'opposizione, l'ha ben capito anche l'onorevole Giachetti, chiediamo la presenza del ministro Padoa Schioppa non tanto per fargli perdere tempo nella sua rappresentanza estera del buon andamento dei conti italiani, quanto piuttosto per fare una valutazione complessiva sull'andamento dei nostri lavori. È stato ricordato ieri dal segretario del mio gruppo di appartenenza, Lorenzo Cesa, in un intervento riguardante l'andamento dei lavori parlamentari. Lo dico non solo con riferimento a questa vicenda, sollevata ieri dall'onorevole D'Alia e dalla Commissione affari costituzionali, e ripresa con intelligenza dall'onorevole Angelino Alfano; se guardiamo a queste coperture che riguardano le aree sottosviluppate del Mezzogiorno e al fatto che un miliardo di euro è stato sottratto - chissà come - alla regione siciliana, si va ad aprire una vicenda che riguarda tutto il Mezzogiorno del nostro paese e che non è più assimilabile alla discussione di una singola copertura, di un singolo emendamento da affrontare tra uno, due o tre giorni. È una vicenda molto più ampia e complessa, che investe gli equilibri generali della finanza del nostro paese e il modo in cui la politica economica di questo Governo, in questo aspetto particolare, intende guardare allo sviluppo nel Mezzogiorno.
Presidente, mi consenta di aggiungere un'altra osservazione. Lei e l'onorevole Giachetti ci richiamate ad una correttezza nella discussione dei tempi; lei sa che sono a scalare rispetto al tempo a disposizione spettante ai singoli gruppi. A tale proposito, mi sembra che il nostro richiamo abbia un valore in più.
Pochi minuti fa il ministro Chiti ha rilasciato una dichiarazione di agenzia in cui dice di voler stringere i tempi ed ultimare il passaggio della legge finanziaria in questo ramo del Parlamento: denuncia cioè un'incertezza. Di fronte a questa incertezza e di fronte alla certezza di alcune scelte che il Governo sta via via facendo (l'ha fatto giovedì, venerdì, sabato, lo sta facendo oggi, lo farà domani), ci Pag. 49vorrebbe almeno un'altra certezza: che il Governo, come ricordato venerdì e sabato in quest'aula, ci dicesse esattamente quale sia il perimetro nuovo che intende dare alla legge finanziaria, al fine di consentire al Parlamento di svolgere correttamente il proprio compito, che non è esclusivamente quello di presentare un emendamento, ma di avere il quadro della manovra finanziaria; quale sia la politica economica del Governo, che vuole in questo caso attribuirsi meriti nei confronti delle aree del Mezzogiorno, come rispetto agli artigiani o alla scuola. Tutto questo manca ed è oggetto di una denuncia politica.
A tutto questo, senza nulla togliere agli onorevoli sottosegretari presenti in aula, occorre che venga data una risposta da chi siede in Consiglio dei ministri, che sta facendo un'opera volenterosa di raccogliere gli emendamenti che saranno presentati anche domani, e da chi, immagino, dentro il Governo si stia preoccupando seriamente di una tenuta della maggioranza che non a Berlino una settimana fa, non al Senato dieci giorni fa, ma qui alla Camera mezz'ora fa, mostra segni di non voler continuare a coesistere, se non vi sono alcune garanzie e condizioni di manovra.
Abbiamo letto a proposito dell'onorevole Pallaro dieci giorni fa, abbiamo letto dell'impegno di un onorevole senatore importante della Repubblica, che è anche un esimio scienziato, abbiamo ascoltato le dichiarazioni di un gruppo parlamentare: che non vi sia alcuna reazione e che si riduca l'oggetto della discussione di oggi ad una semplice questione formale (cioè discuterete di tali questioni quando si arriverà a quegli articoli nei prossimi giorni) mi sembra abbastanza riduttivo e forse il segno di una maggioranza che non riesce a trovare da sola le risposte non solo per coesistere, ma anche per dare una certa razionalità ai lavori riguardanti l'esame della nostra manovra finanziaria.
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, ripeto che su tale questione vi sono altre richieste di intervento, ma che il procedimento parlamentare ha una sua organizzazione e sue proprie esigenze. In questa fase stiamo discutendo dell'articolo 8 della legge finanziaria, mentre gli interventi svolti riguardano altri articoli della stessa: non si può aprire una discussione su singole scelte che esulano dall'esame dell'articolo che stiamo discutendo. Avrei dovuto, peraltro, dare la parola al massimo ad un oratore per gruppo, mentre ho già superato i limiti imposti dal regolamento.
Vi chiedo quindi di tornare alla discussione dell'articolo 8, in particolare dell'emendamento 8.500 presentato dal Governo e dei subemendamenti ad esso riferiti.
Passiamo ai voti....
RAFFAELE FITTO. Presidente! Avevo chiesto di parlare!
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fitto. Prego, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale.
RAFFAELE FITTO. Sono costretto, signor Presidente, ad intervenire, apparentemente, sul subemendamento in esame, ma devo permettermi di chiedere anche al collega Giachetti, che prima ha visto una manovra di ostruzionismo in questi nostri interventi, di svolgere una riflessione.
Il problema su cui poco fa abbiamo cercato di rivolgere l'attenzione del Parlamento è molto serio e non può essere affrontato con singoli emendamenti. In questo momento - lo dico ai parlamentari del Mezzogiorno - siamo di fronte al dimezzamento dei finanziamenti del fondo per il Mezzogiorno. Siamo a 4 miliardi di euro e si utilizza questo capitolo di spesa come un bancomat per dare copertura a tutti i capitoli.
Il mio intervento non è polemico (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) - vi prego, colleghi, anche della maggioranza -, né voglio fare in alcun modo ostruzionismo. Mi sto esprimendo in modo molto sereno, come hanno fatto altri colleghi, per invitarvi ad un momento di riflessione, perché stiamo andando incontro ad una serie di scelte molto gravi.Pag. 50
Chiedo quindi al Governo e, in modo particolare, ai colleghi del Mezzogiorno di guardare con attenzione alla tabella F del fondo per il Mezzogiorno. Essa, al momento, è stata dimezzata e si continua a perseguire una logica secondo la quale da questo fondo si prelevano le risorse per coprire altri emendamenti. Chiedo al Governo di fare un momento...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fitto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, devo dire che sono rimasto molto esterrefatto della risposta dell'unico collega della maggioranza che è intervenuto, l'onorevole Giachetti, che quasi ci ha accusato di fare ostruzionismo, mentre ponevamo una questione di estrema rilevanza per tutto il paese e, in particolare, per il Mezzogiorno.
Quando questo dibattito uscirà fuori da quest'aula e si saprà che noi abbiamo posto un problema grave e serio, ossia il «sacco» dei fondi per il Mezzogiorno per coprire spese che riguardano talvolta iniziative importanti, ma che certamente va a danno del Mezzogiorno, e che l'unica risposta della maggioranza è che difendere il Mezzogiorno costituirebbe un comportamento ostruzionistico, non so quanti italiani esprimeranno un parere favorevole rispetto a questa manovra finanziaria e alla risposta che ha dato maggioranza (Dai banchi del gruppo L'Ulivo: Tempo!).
Avere chiesto di attirare l'attenzione dell'aula e del Governo e porre un problema così serio ed importante, che non è settoriale, ma di sostanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole La Loggia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.
SALVATORE CICU. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, credo che il problema che è stato rappresentato dall'onorevole Angelino Alfano sia molto serio e, forse, avrebbe avuto bisogno non di accuse e di strumentalizzazioni, ma di una proposta alternativa. Questo ci saremmo aspettati; è stato chiesto di conoscere l'orientamento del rappresentante del Governo, delegato alla materia, sul Mezzogiorno e sulle aree sottosviluppate, più bisognose ed emarginate, alle quali, ancora una volta, vengono sottratti i fondi che servivano per le infrastrutture, i servizi, la continuità territoriale e tutte le emergenze di cui questo Governo non si vuole occupare.
Allora, è chiaro che avremmo bisogno di dialogare e di capire anche dove sono, con chi sono e da che parte stanno i rappresentanti del sud che fanno parte di questa maggioranza rispetto ai problemi che, ancora una volta, non vengono risolti.
Chiediamo quindi legittimamente di sospendere i lavori per portare avanti questo percorso, che veda finalmente chiarezza da parte di chi è legittimato e delegato per questa materia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Angelino Alfano. Ne ha facoltà.
ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, poc'anzi ho posto una questione sull'ordine dei lavori alla quale lei ha fornito due risposte ineccepibili, affermando, da un lato, che il Governo è rappresentato in aula e, dall'altro, che la procedura parlamentare non può che prevedere la trattazione della questione appena si arriva al primo articolo emendato con proposte coperte attraverso il fondo per le aree sottoutilizzate.
A questo punto, sottoporrei la questione sull'ordine dei lavori non più alla Presidenza della Camera, ma al presidente della Commissione ed al relatore. La questione riguarda un pacchetto di proposte emendative (esattamente 8) che sottraggono al fondo per le aree sottoutilizzate 431 milioni e 800 mila euro!
Di grazia, vi è un momento in cui, omogeneamente, il Governo può riferire Pag. 51all'aula cosa intenda fare del sud e per il sud in questa manovra? Lo chiediamo senza intenti ostruzionistici e senza volontà polemica, ma con l'intendimento chiaro di capire dove il Governo intenda portare il nostro Mezzogiorno e con la richiesta chiara al viceministro D'Antoni, o a chi per lui, di venire a riferire in aula. Nutriamo un grande rispetto nei confronti dei sottosegretari e dei componenti del Governo presenti, ma gradiremmo che chi ha le deleghe per il sud venisse a rappresentare in aula la politica per il sud.
È questa la richiesta che rivolgiamo, per il tramite del presidente della Commissione e del relatore, al Governo.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché il relatore Ventura da tempo chiede di poter intervenire, faccio presente che si sono svolti diversi interventi per richiamo al regolamento - in realtà, sono stati interventi di merito -, su una questione riguardante altri articoli ed altre proposte emendative, mentre stavamo già passando al voto sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.6, sul quale il relatore aveva chiesto di parlare. Dunque, chiedo alla Presidenza se sia possibile dare la parola al relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Ventura. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, colleghi, la questione non ci lascia indifferenti. Il problema sollevato è degno di attenzione. I colleghi mi hanno comunicato che sono stati presentati da parte dei deputati della maggioranza subemendamenti che riguardano la questione dell'utilizzo dei fondi per le aree sottoutilizzate.
Per non rifugiarsi dietro questioni di procedura e di metodo, penso che il Governo debba trovare il modo di fornire un'informazione precisa (Applausi) sulla transitorietà (e capisco il ragionamento che è stato sviluppato) dell'utilizzo di questi fondi e il reincremento...
ELIO VITO. Il Governo è transitorio...!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Siamo tutti transitori! Anche l'onorevole Vito è transitorio!
MICHELE VENTURA, Relatore. Tutto è transitorio! Anche noi siamo transitori in quanto tali (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia). A parte gli scongiuri che si possono fare, la transitorietà esiste. Ora non ci mettiamo a fare battute di questa natura.
Mi riferisco, in modo particolare, al modo in cui si pensa di intervenire sulla questione sollevata. Poiché tale problema è stato sottoposto all'attenzione dell'Assemblea, ritengo che il Governo debba riferire puntualmente alla Camera e dedicare un momento di approfondimento non solo a tale aspetto, ma anche alle tematiche riguardanti le politiche per il Mezzogiorno (Applausi).
ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo non ha difficoltà ad intervenire su questa materia, a partire soprattutto da un punto. Il famoso articolo 53 è sicuramente uno dei più complessi e complicati della manovra finanziaria: da una lettura attenta di questo articolo e delle proposte emendative ad esso presentate dal Governo, emerge che tra le esclusioni previste (che sono assolutamente eccezionali per quanto riguarda gli impegni che il Governo sta assumendo) è compreso il fondo per le aree sottoutilizzate. Dico ciò perché solo questo basterebbe a dimostrare come, su tale tema, Pag. 52non vi sia, da parte nostra, alcuna incertezza. L'università, la protezione civile e il FAS: questi sono i tre settori esclusi dai tagli delineati dall'articolo 53.
Aggiungo che questo pomeriggio alcuni punti in discussione hanno visto da parte del Governo, nell'ambito della transitorietà di cui parlava il relatore, l'utilizzo del FAS come fondo di copertura. Questa transitorietà la voglio rimarcare in questa sede, aggiungendo che essa si è resa necessaria in quanto alcuni passaggi hanno implicato scelte immediate. Non ci sarà, da parte del Governo, nessun tentennamento sul fatto di mantenere tutti gli impegni sulle aree sottoutilizzate annunciati ed assunti con il Parlamento.
Aggiungo inoltre che ciò si potrà verificare facilmente nei prossimi giorni, nei prossimi passaggi emendativi o nel passaggio al Senato, dove, con il tempo necessario per far quadrare i saldi, questi elementi verranno modificati.
Aggiungo anche che siamo talmente tranquilli su questa materia e non ho alcun dubbio nel dire che il Governo, con i ministri Padoa Schioppa e Bersani e con il viceministro D'Antoni, è pronto a discutere in Assemblea delle grandi questioni legate al tema del Mezzogiorno, affrontate in questo provvedimento che non ha nulla da invidiare alle altre leggi finanziarie che hanno trattato il Mezzogiorno (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori e Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Vi sono molti colleghi che hanno chiesto di parlare su questo tema. Spero che non si intenda aprire una discussione sull'intervento del Governo.
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, vista la disponibilità del relatore e del Governo, e considerate le richieste dell'opposizione (penso che anche alcuni colleghi della maggioranza, se avessero potuto, le avrebbero avanzate), propongo di accorpare gli articoli che riguardano il sud (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Propongo, cioè, di svolgere una discussione riservata al sud nell'ambito del nostro dibattito, con la partecipazione del ministro, nel corso della quale anche i colleghi che si occupano della questione possano intervenire. Ciò, signor sottosegretario Letta, allo scopo di fare chiarezza, poiché come Commissione dobbiamo individuare un percorso da intraprendere.
Diversamente, signor sottosegretario, diventa difficile procedere. Visto che gli emendamenti che sottraggono soldi al FAS sono riferiti a più articoli, o accorpiamo la discussione di tutti questi articoli o nessuno riuscirà a seguire la questione del fondo che - ha ragione lei - esiste ed esisteva, ma che con questi emendamenti è stato progressivamente ridotto.
Il primo atto per mettere in pratica ciò che lei suggeriva è semplicissimo. Poiché non abbiamo ancora presentato subemendamenti, basta ritirare gli emendamenti cui si riferiva l'onorevole Alfano, che sono stati presentati un'ora fa. In questo modo, già il primo dubbio che manchino oltre 400 milioni di euro può scomparire.
Quanto al resto, se la Presidenza della Camera è d'accordo, sulla base delle valutazioni del relatore o del presidente della Commissione, questa sera, domani mattina o domani pomeriggio si potrebbero riservare due o tre ore di dibattito al problema delle aree sottoutilizzate, del sud, dei fondi per la politica economica del Governo, in modo tale che tutti possano intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, posso chiederle un parere su questa proposta?
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, raccoglierei la proposta dell'onorevole Crosetto, con una variazione: considerare i problemi del Mezzogiorno in una dimensione un po' nuova, affrontando anche la parte relativa alle problematiche e alle tematiche dello sviluppo. Potremmo quindi dedicare una discussione, che è poi Pag. 53quella che serve per valutare anche l'aspetto sottolineato dall'onorevole Crosetto, al Mezzogiorno e alle questioni legate allo sviluppo. Pregherei il sottosegretario Letta di assicurare la partecipazione, oltre che del viceministro D'Antoni, anche del ministro Bersani.
ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Va bene.
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, qual è la sua proposta per l'ulteriore prosieguo dei lavori?
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, se riteniamo chiarito questo aspetto, propongo di riprendere dal punto al quale eravamo arrivati, cioè dall'articolo 8.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
ELIO VITO. Sull'ordine dei lavori... Per richiamo al regolamento: veda lei...
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, credo che siamo di fronte ad un fatto molto grave: mi riferisco a ciò che ha detto il sottosegretario Letta. Non ho grande esperienza di lavori sulla legge finanziaria; sono qui ormai da qualche legislatura, ma non sono uno dei tecnici della materia. Però credo che siamo di fronte al primo caso mondiale di coperture finanziarie transitorie. Le coperture o ci sono o non ci sono. O sono reali o sono false (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)! Noi non possiamo assistere - e mi auguro che non voglia assistervi la Presidenza della Camera; non mi riferisco a lei, onorevole Meloni - alla presa in giro di questo ramo del Parlamento! Voi state dicendo che avete indicato una falsa copertura, una copertura transitoria, che dura 15 giorni: il tempo di trovarne un'altra e modificarla al Senato! Questa è una presa in giro di un intero ramo del Parlamento!
Non so se il presidente Duilio, l'onorevole Ventura, i colleghi della maggioranza ci stanno. Noi non ci stiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale) e ci auguriamo che intervenga il Presidente Bertinotti. Quanto è stato annunciato poco fa dal rappresentante del Governo, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è gravissimo. Egli ha detto: non vi preoccupate del taglio del 50 per cento al fondo per le aree sottoutilizzate perché tanto è transitorio, serve a superare questo passaggio e a prendere in giro il Parlamento; poi andiamo al Senato e lo cambiamo, troviamo un'altra copertura. E magari poi, quando la finanziaria tornerà dal Senato, allora sì, porrete la questione di fiducia e non potremo parlarne, se non per 20 minuti, perché altrimenti si rischia l'esercizio provvisorio. E la principale Assemblea rappresentativa del paese viene presa in giro in questo modo.
Presidente, credo che ce ne sia abbastanza per sospendere i nostri lavori (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea) e fare in modo che il Presidente Bertinotti intervenga e dica al Governo che tutti gli emendamenti presentati dallo stesso e dalla Commissione che utilizzano come copertura i tagli al FAS sono emendamenti impresentabili, irricevibili, inammissibili perché fanno riferimento a false coperture per dichiarazione resa poco fa dallo stesso sottosegretario Letta (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia)!
Per il resto, onorevole Ventura, se si vuole fare un dibattito di natura politica sulle ragioni dello sviluppo e sul Mezzogiorno con il ministro Padoa Schioppa e con il viceministro D'Antoni, noi siamo ben disponibili: sospendiamo l'esame della legge finanziaria e dedichiamo ore ad un dibattito politico del genere. A noi sta bene. Però è evidente, Presidente, che questo non può diventare il modo per aggirare il punto politico che è stato qui Pag. 54sollevato. Sono previsti tagli inaccettabili al fondo per il Mezzogiorno. Questi tagli hanno suscitato la reazione anche di colleghi della maggioranza. Rispetto a questa reazione il Governo dice: fate finta di nulla; è una copertura falsa, transitoria, poi al Senato la cambiamo.
Presidente, tutto questo - lo ripeto - non è ammissibile e necessita di un immediato intervento della Presidenza della Camera per far cambiare immediatamente le coperture - qui, adesso e non fra quindici giorni, al Senato - degli emendamenti presentati dal Governo e dalla Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia).
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, devo dire che è molto istruttivo quello che sta accadendo! È molto istruttivo quello che sta accadendo: il relatore raccoglie una proposta che viene avanzata da un esponente autorevole di Forza Italia e aderisce alla richiesta di procedere ad un chiarimento su questo punto, in maniera approfondita, in quest'aula, alla presenza del viceministro D'Antoni e del ministro Bersani. E il capogruppo di Forza Italia interviene, tenendoci un comizio. Non c'è un punto di affidabilità!
ANDREA RONCHI. Quale comizio?
MICHELE VENTURA, Relatore. Questa è la verità! Non c'è un punto di affidabilità (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Comunisti italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
È chiaro cosa vi proponete e non potete pensare che non ci si sia accorti di questo gioco, cari colleghi!
MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, abbiamo avuto dal Governo garanzie precise che gli impegni presi per le aree sottosviluppate saranno mantenuti. Abbiamo ascoltato, da parte del relatore, la conferma di una disponibilità ad un confronto (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
Prosegua pure, onorevole Donadi.
MASSIMO DONADI. Stavo dicendo che abbiamo ascoltato una richiesta esplicita da parte del relatore di proseguire con l'esame degli emendamenti, così come si era stabilito. Credo che di fronte a ciò si assista esclusivamente ad un predeterminato, sistematico e continuato tentativo, da parte del centrodestra, di usare ogni pretesto ed ogni strumento per creare esclusivamente occasioni di scontro.
ANTONIO LEONE. Cacciateci!
MASSIMO DONADI. A questo punto, signor Presidente, le chiedo formalmente di proseguire. Non si può aprire un dibattito che non esiste! Avevamo già iniziato le votazioni sull'emendamento e le chiedo pertanto di proseguire (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo).
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non so da dove derivi il commento dell'onorevole Ventura. Nessuno ha affermato che la disponibilità del sottosegretario Letta sia insufficiente. Egli ha raccolto una preoccupazione emersa durante il dibattito, l'ha fatta propria, ha detto che il ministro Padoa Schioppa o il ministro Pag. 55Bersani, o entrambi, sono disponibili a discutere della complessiva materia del Mezzogiorno e dello sviluppo.
MICHELE VENTURA, Relatore. Ma allora, andiamo avanti!
LUCA VOLONTÈ. Mi sembra una questione importante, che ha raccolto il consenso di tutta l'Assemblea e non soltanto di una parte di essa o del solo relatore. Il problema è un altro.
Sul tema ho compreso esattamente ciò che abbiamo compreso, credo, tutti, ossia che la copertura per ora va bene e dopo si vedrà. Se ciò che lei, relatore, ha detto - ed evidentemente lei si rende conto della difficoltà di «digestione» per un ramo del Parlamento di tale problematicità - va letto in funzione di ciò che deve essere eseguito, ossia che vi sarà una discussione su tutto lo sviluppo, che comprenda non solo questi emendamenti, ma tutte le coperture, è possibile che si modifichino le coperture stesse durante questa sessione? Se così è, come ho già detto, sarebbe apprezzabile. Spero che sia questa la sua intenzione, onorevole relatore. Spero non sia quella di dire: discutiamo, in teoria, dello sviluppo del Mezzogiorno e le coperture rimangono queste - come in una prima fase del suo discorso si sarebbe potuto comprendere - e, poi, si vedrà al Senato. Se è corretta la prima interpretazione che ho dato, evidentemente si tratta di chiarirla, onorevole Ventura, e non di alzarsi ed accusare l'opposizione di chissà quale intento.
L'intento dell'opposizione mi è sembrato chiaro negli interventi che si sono succeduti nel corso di tutta una settimana e lei per primo, onorevole Ventura, ha dovuto prendere atto che anche nei giorni di venerdì, sabato e domenica abbiamo posto questioni che non riguardano l'ostruzionismo, che non stiamo facendo (Commenti del deputato Nannicini). Stiamo chiedendo una maggiore chiarezza da parte del Governo su alcuni procedimenti e sul metodo. Certamente non è ostruzionismo quello sul Mezzogiorno, e lei lo ha riconosciuto, onorevole relatore. Questa sessione, che evidentemente il presidente di Commissione vorrà indicarci anche rispetto al numero degli articoli e non solamente al titolo «Mezzogiorno e sviluppo», non può essere una questione di ostruzionismo; deve riguardare non solo il merito della politica generale del Governo, ma anche il modo in cui si intende intervenire nella legge finanziaria sugli articoli e sulle coperture. Infatti, se le coperture sono indicate e «poi si vedrà», evidentemente ciò è inaccettabile non solo sul piano esclusivamente politico, il che è grave, ma anche su quello procedurale.
Ieri ci si è scandalizzati per alcuni richiami fatti alla Presidenza. Se non fosse così, evidentemente la Presidenza dovrebbe non solo intervenire, ma anche farlo duramente (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Innanzitutto vorrei brevemente replicare al relatore Ventura. Lo abbiamo già detto ieri, onorevole Ventura, con grande rispetto: non possiamo accettare lezioni in merito ai temi dell'affidabilità nel rapporto maggioranza e opposizione! Non le possiamo accettare (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Commenti del deputato Ventura)!
Onorevole Ventura, per cortesia, vorrei esprimere una considerazione anch'io. Lei l'ha fatto; adesso consenta di farlo anche a noi. Dicevo che sul punto non possiamo accettare valutazioni da un Governo che un attimo fa, in quest'aula, ha detto una serie di inesattezze, anche con riferimento all'articolo 53. Ciò dimostra un'inaffidabilità di fondo, complessiva sui temi della finanziaria, che la maggioranza non è in grado, fino ad oggi, di portare avanti con la necessaria chiarezza, consentendo al Parlamento di discutere.Pag. 56
Voi avete appena presentato - questione che abbiamo posto ad inizio seduta sull'ordine dei lavori - altri 13 emendamenti: emendamenti di spesa che vanno a toccare coperture puntuali. È inaccettabile pensare che le coperture siano transitorie, perché ciò significa che questo Parlamento sta affrontando l'esame di una finanziaria che non c'è (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania), perché voi la state preparando per il Senato, con una serie di interventi, sapendo che la partita strategica si gioca nell'altro ramo del Parlamento!
Allora dovete spiegarci su che testo discutiamo, quando oltre 120 articoli sono stati modificati attraverso la vostra attività emendativa (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Di quale ostruzionismo state parlando, quando i tempi sono chiaramente codificati e identificati (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Di quale attività state parlando, in termini di non collaborazione dell'opposizione, quando le migliori proposte di modifica del testo sono venute dall'opposizione! Le avete fatte vostre ed avete modificato la finanziaria sulla base delle coordinate fornite da noi!
Il rappresentante del Governo, sottosegretario Letta, ha affrontato una serie di questioni. L'articolo 53, in merito al fondo per le aree sottoutilizzate, viene reso disponibile solo per il 50 per cento, onorevole Letta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)! L'altro 50 per cento lo state utilizzando per le coperture! Così come con l'articolo 53, andate a toccare la legislazione vigente, atto di ostilità palese nei confronti del Governo precedente, mai accaduto, su norme che sono state varate esclusivamente da un Governo e che voi andate scientemente a toccare!
Allora, colleghi, voi dovete fare chiarezza sul perimetro complessivo della legge finanziaria. Noi vogliamo sapere quali sono i saldi che in questo momento stiamo discutendo. Vogliamo sapere perché è stato accantonato l'emendamento che prevede la soppressione dei saldi intermedi. Non avete più la quadratura, tra relatore, maggioranza e Governo, di che cosa stia avvenendo a livello di coperture contabili.
Si tratta di questioni di carattere politico e tecnico, fondamentali per proseguire il nostro lavoro. Quindi Presidente, al di là della disponibilità data dal Governo a riferire in aula sui temi delle aree sottoutilizzate e su quello che si vorrà fare in futuro, chiediamo una sospensione per tornare in Commissione a discutere e ad approfondire questi argomenti, per poter avere il perimetro pieno di ciò che stiamo affrontando (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Per quanto riguarda le valutazioni di competenza della Presidenza, la stessa ha valutato con attenzione gli emendamenti presentati. Non può evidentemente compiersi una valutazione di ammissibilità su emendamenti solamente preannunciati. Il resto sono valutazioni di ordine politico, che spettano ai gruppi.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Franceschini.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, c'è una richiesta di sospensione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, abbiamo dato la parola a tutti...
IGNAZIO LA RUSSA. C'è una richiesta di sospensione! Faccia parlare un oratore a favore e uno contro (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Porremo in votazione la richiesta di sospensione.
Prego, onorevole Franceschini.
DARIO FRANCESCHINI. Credo che questa discussione sull'ordine dei lavori sia utile in qualche misura per fare un bilancio dell'esame sin qui svolto. Noi abbiamo iniziato questo confronto in aula, come avevamo dichiarato prima di cominciarlo, convinti che fosse (e che sia) possibile Pag. 57affrontare una materia vasta e complicata come la legge finanziaria, attraverso un confronto aperto in aula, in cui la maggioranza discute e si confronta, come si è visto nei giorni scorsi, e, capita anche, si scontra con l'opposizione, evitando il voto di fiducia.
L'opposizione ha dichiarato di non voler fare ostruzionismo. Purtroppo, come spesso capita, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
IGNAZIO LA RUSSA. Fate autostruzionismo!
DARIO FRANCESCHINI. Abbiamo cominciato questa discussione lunedì e si è iniziato a votare giovedì scorso. Siamo a martedì e abbiamo esaminato in aula 8 articoli; la finanziaria ne conta 217. Sono stati ricercati (e così si continua a fare) incidenti di percorso.
ANDREA RONCHI. Perché, non è vero!
DARIO FRANCESCHINI. Ieri c'è stato un inusitato e inaspettato attacco al Presidente della Camera Bertinotti ed è stata abbandonata la Conferenza dei presidenti di gruppo. Ogni occasione è utile per alterare l'ordine dei lavori. Vorrei che l'aula sapesse che, rispetto alle dichiarazioni roboanti da parte del leader dell'opposizione, in particolare del presidente Fini che, in conferenza stampa, aveva detto che Alleanza Nazionale, in particolare, avrebbe presentato nove emendamenti, ritirando tutti gli altri, nessun emendamento dell'opposizione, ad oggi, è stato ritirato; sono a tutt'oggi oltre 2.500 emendamenti e rispetto ai 70 emendamenti presentati dal Governo, per i quali è stato fissato un altro inusuale e lunghissimo termine per subemendare, oltre due giorni e mezzo, sono stati presentati dall'opposizione 1.600 subemendamenti. Che cos'è questo se non ostruzionismo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra europea, La Rosa nel Pugno, Italia dei Valori e Popolari-Udeur)?
Allora, abbiate il coraggio di dichiarare apertamente le tecniche parlamentari. Noi abbiamo provato, stiamo continuando a provare e vogliamo continuare a provare a concludere questa finanziaria attraverso un confronto tra maggioranza ed opposizione. Vediamo se siete disposti ad un confronto sui contenuti. La maggioranza ed il Governo sì, come è appena avvenuto, accettando una proposta venuta dall'onorevole Crosetto, che può essere utile; non è un dibattito generico, per affrontare gli articoli della finanziaria che sono legati al Mezzogiorno e allo sviluppo - ciò è stato chiesto da voi e noi siamo pronti ad un confronto anche su questo - però, una volta per tutte, chiarite se volete collaborare per concludere l'esame della finanziaria in quest'aula o se volete soltanto fare ostruzionismo senza dirlo al paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno, Italia dei Valori, Popolari-Udeur e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fini, immagino per fatto personale. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO FINI. Mi dispiace smentirla, signor Presidente, ma non chiedo la parola per fatto personale, perché, dopo tanti anni di presenza in quest'aula, non c'è nulla di personale nella critica politica che mi ha mosso il presidente Franceschini. Prendo la parola sull'ordine dei lavori, per mettere in evidenza - onorevole Franceschini, mi rivolgo a lei - che se con una certa sorpresa non soltanto di tutti i colleghi, ma anche della pubblica opinione, che ci guarda attraverso i mezzi di informazione, siamo, dopo diversi giorni di discussione seria - credo di poterlo dire a nome di tutti - sulla legge finanziaria, ancora ad un momento quasi iniziale del medesimo lavoro, non è per l'attività ostruzionistica dell'opposizione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), che, onorevoli colleghi, non c'è stata. Mi rivolgo, in particolare, ai tanti colleghi che erano in quest'aula nella passata legislatura. Quando si vuol fare l'opposizione, la si fa, Pag. 58l'avete fatta con atteggiamenti ostruzionistici più che legittimi.
Se mi permettete piccoli ricordi personali, in tanti anni di opposizione qui dentro, quando vogliamo fare l'ostruzionismo, lo facciamo, e non si tratta certamente delle vicende di questa finanziaria. È che tra il dire e il fare, per usare le sue espressioni, vale a dire tra la reciproca e dichiarata volontà, non c'è di mezzo l'ostruzionismo dell'opposizione, che non c'è, ma c'è di mezzo, signori della maggioranza, il modo pasticciato con cui il Governo affronta la legge finanziaria [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC(Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], perché, nella vostra coscienza di parlamentari, sapete perfettamente che è difficile trovare precedenti di un modo di procedere così farraginoso e confuso.
Non è pensabile che la legge finanziaria, come è stato detto, anche ieri sera, in talk show televisivi, da ministri di questo Governo, sia concepita in progress: esce dal Consiglio dei ministri, dopo di che è chiaro che è emendabile; ma qui la modifica alla legge finanziaria non viene soltanto, come è legittimità piena dell'opposizione e della maggioranza, con gli emendamenti.
Ogni giorno il testo della finanziaria viene emendato per iniziativa del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia), il che ovviamente costringe, ai sensi del regolamento, a presentare ulteriori subemendamenti. È l'evidenza della realtà!
Credo - e in ciò spero di interpretare il sentimento di tutta l'opposizione, avendo parlato con i capigruppo delle altre forze del centrodestra - che il presidente Vito abbia posto una questione - non formale, ma sostanziale - di assoluto rispetto del lavoro del Parlamento, il nostro come il vostro.
Non si può continuare a discutere in questo clima su una copertura che - grazie dell'onestà, sottosegretario Letta - è considerata fittizia dal Governo, perché non siamo disposti a perdere tempo e ad ingannare non soltanto noi stessi, ma lo stesso ruolo del Parlamento.
Le chiedo formalmente di rimandare in Commissione questa parte della legge finanziaria e, qualora la nostra richiesta di sospensione non dovesse essere accolta, annuncio che chiederemo al Presidente Bertinotti di assumersi anch'egli le responsabilità del modo con cui viene gestito il lavoro durante l'esame della legge finanziaria.
Infatti, anche quanto affermato ieri dal presidente Cesa non è stata un'iniziativa estemporanea formulata solo per fare opposizione o ostruzionismo, ma risponde ad una critica di tipo politico che abbiamo il diritto-dovere di avanzare.
Accettare il dialogo non significa capitolare, in quanto il dialogo significa reciproco rispetto. Pertanto, dialogare non può significare che la maggioranza si mette d'accordo, chiedendo poi all'opposizione di convenire su ciò su cui è d'accordo; francamente, questo non ce lo potete chiedere! Dialogare vuol dire che quando si ammette - come lei ha ammesso poc'anzi - che quanto affermato dal collega Vito è vero, ci si ferma, si torna in Commissione e si verifica se vale la pena di continuare o di accantonare come mille altre volte è accaduto (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Su questa richiesta di rinvio in Commissione o di accantonamento, formulata dal presidente Fini relativamente alle disposizioni in questione, chiedo al relatore di pronunciarsi.
MICHELE VENTURA, Relatore. Presidente, la mia opinione è che si possa andare avanti, in quanto i problemi saranno posti in occasione dell'esame degli specifici articoli riguardanti la materia. Non vedo il motivo di rinviare tutto il testo della finanziaria in Commissione.
Pag. 59PRESIDENTE. Per tentare di individuare una soluzione che ponga fine a questa vicenda e consenta di proseguire con la discussione e la votazione dei subemendamenti all'articolo 8 e poiché è stata richiesta da più parti un'ulteriore valutazione della Presidenza sulla copertura delle disposizioni in questione, sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,40.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
PRESIDENTE. Il Presidente della Camera ha esaminato attentamente le questioni poste nel corso della discussione e ha incontrato, su loro richiesta, i capigruppo dell'opposizione. È stata avanzata alla Presidenza una richiesta di approfondimento sull'ammissibilità delle coperture di alcuni emendamenti che si riferiscono al fondo per le aree sottosviluppate.
Per quanto riguarda i nostri lavori, continuiamo ora l'esame dell'articolo 8 e, quindi, proseguiremo l'esame dei successivi articoli.
Il deputato Fini ha avanzato una richiesta di accantonamento degli articoli che contengono le coperture sul fondo per le aree sottoutilizzate, ai fini di un loro esame approfondito; poiché tali coperture si riferiscono agli articoli collocati oltre l'articolo 50 del testo, metterò in votazione la richiesta quando arriveremo all'esame del primo di tali emendamenti all'articolo 57.
Ha chiesto di parlare il deputato Fini. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO FINI. Signor Presidente, se ho ben compreso, non ho alcuna difficoltà a dirle che apprezzo lo spirito della sua dichiarazione; infatti, non c'è ombra di dubbio che si tratti di una procedura corretta, non solo dal punto di vista regolamentare, ma anche da un punto di vista politico.
Mi consenta, però, signor Presidente, sempre all'insegna di quella reciproca trasparenza e anche di quella reciproca doverosa assunzione di responsabilità, di chiedere, non alla Presidenza della Camera, ma al Governo, di ribadire quello che, in altri momenti, è stato detto dal Governo. Il Presidente Bertinotti ricorda giustamente che la mia richiesta, la richiesta dell'opposizione, è relativa ad un articolo che è oltre l'articolo 50 e oggi stiamo ancora esaminando l'articolo 8, quindi, è corretto dire che si discuterà nel momento in cui si perverrà a quella discussione, ma è altrettanto lecito avere la garanzia che si perverrà ad essa (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Chiedo, quindi, al Governo di ribadire che non è sua intenzione porre la questione di fiducia; infatti, se tale questione non è esplicitata, siamo in presenza - e non polemizzo in questo caso con la Presidenza della Camera - di un modo di procedere dell'Esecutivo che legittima - se il Governo non ribadisce quello che dice nei corridoi - non la nostra opposizione che è già legittimata, ma chi, dai banchi dell'opposizione, vi accusa perlomeno di fare il gioco delle «tre carte».
Non credo che questa sia l'intenzione dell'Esecutivo; quindi, sottosegretario Letta, attendiamo da lei quello che ci ha già detto in altra sede, cioè che non volete porre la questione di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Se il Governo non ha nulla da aggiungere, siamo già in dichiarazione di voto...
FILIPPO MISURACA. Di chi è la responsabilità?
PRESIDENTE. Siamo in dichiarazione di voto. Adesso darò la parola a tutti coloro che l'hanno chiesta, ma con una avvertenza: noi non possiamo procedere riprendendo la discussione precedente.
Ha chiesto di parlare il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, io mi riferisco esattamente alla procedura che lei ha delineato; infatti, lei ha detto che esamineremo tutti gli articoli dall'articolo 8 all'articolo 57 che è il primo di quelli nei quali vi è l'utilizzazione del fondo del quale stiamo parlando.
Tuttavia, signor Presidente, debbo farle osservare che le dichiarazioni del sottosegretario Letta aprono un problema non soltanto sugli articoli dal 57 in avanti, ma anche su tutti quelli che dobbiamo ancora esaminare fino al 57. Infatti, cosa ha detto il sottosegretario? Egli ha detto che questo pomeriggio alcuni punti in discussione - sto leggendo lo stenografico - hanno visto, da parte del Governo, nell'ambito della transitorietà di cui parlava il relatore, l'utilizzo del FAS come fondo di copertura. Rimarco questa transitorietà in questa sede, aggiungendo che è stata causata da scelte immediate. Aggiungo che nei prossimi giorni, nei prossimi passaggi emendativi o nel passaggio al Senato, dove vi sarà il tempo per far quadrare i saldi, questi elementi verranno modificati. Il fatto che il Governo non modifichi i saldi vuol dire che qualche voce di spesa o di entrata, da adesso in tutta la finanziaria, al Senato o alla Camera, doveva essere modificata per ripristinare il FAS che, invece viene diminuito.
Quindi, nei giorni successivi anche il prossimo emendamento ed il seguente articolo saranno possibilmente fatti oggetto di modifiche da parte del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Di conseguenza, signor Presidente, è impossibile considerare che la questione sollevata dalle dichiarazioni del sottosegretario nascerà soltanto nel momento in cui arriveremo all'esame dell'articolo 57. Senza sapere a carico di quali voci il Governo intende ripristinare il fondo per le aree sottoutilizzate, noi procederemo in una condizione di confusione assoluta [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franceschini.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, prendo atto della correttezza e della disponibilità con cui la Presidenza della Camera ha prima interrotto i lavori e poi ricevuto i capigruppo dell'opposizione. Tutto è utile al fine di consentire la prosecuzione dei nostri lavori, anche se debbo sottolineare - l'avevamo detto prima e lo ha ricordato lei poco fa - che il tema sollevato con richiesta di accantonamento è relativo ad articoli successivi al 50 e che stiamo discutendo dell'articolo 8. Tra l'altro, il sottosegretario Letta, a nome del Governo, ha dato disponibilità rispetto ad una richiesta dell'opposizione, la quale ha esattamente chiesto di cambiare la copertura di alcune voci senza ricorrere al FAS. Il sottosegretario Letta ha dato disponibilità a modificare questa copertura durante il percorso; quindi non capisco dov'è il problema, soprattutto quando vengono accolte richieste dell'opposizione.
Per ciò che concerne il voto di fiducia, è un po' difficile comprendere come mai oggi, lo dico al presidente Fini, esso rappresenti un attentato alla democrazia, un modo di calpestare il Parlamento, di non accogliere le richieste e di non affrontare il dibattito parlamentare. Infatti, il presidente Fini, da Vicepresidente del Consiglio - l'abbiamo ricordato più volte -, negli ultimi tre anni ha posto per tre volte la questione di fiducia: non so se egli se ne sia dimenticato (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Fini)!
Anziché avanzare una richiesta del tutto provocatoria al Governo circa la questione di fiducia - tra l'altro, essendo stato Vicepresidente del Consiglio, dovrebbe sapere che la richiesta di fiducia è deliberata dal Consiglio dei ministri e non da un membro del Governo -, il presidente Fini dovrebbe rendere materialmente possibile questa richiesta tornando sulla sua proposta originaria. Avete presentato 3.500 emendamenti. Non credo siano tutti di contenuto. Tenete alcune Pag. 61decine di emendamenti su cui esercitare un vero confronto politico e ritirate gli altri 3.000; solo a questo punto diventerà agevole proseguire i lavori in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, forse una proposta di buon senso potrebbe un po' stemperare ciò che sta accadendo, giustamente, in quest'Assemblea, con la richiesta dell'opposizione.
Innanzitutto, la voglio ringraziare anch'io per l'attenzione che ha posto alle richieste dell'opposizione che, tra l'altro, sono fondatissime.
Le considerazioni svolte dal collega La Malfa penso abbiano anche chiarito - a chi, forse, non aveva ancora capito il problema - ciò che, in realtà, rappresenta la nostra richiesta.
Ritengo demagogiche le parole pronunciate dal collega Franceschini; infatti, si riferisce ai 3 mila emendamenti di nostra iniziativa, ma tralascia di riferirsi anche ai 1.900 presentati dal suo schieramento, ed ai 450 di iniziativa del Governo, nonché ai 250 della Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
ANDREA LULLI. Sta dando i numeri!
ANTONIO LEONE. Insomma, diamoci i numeri, come fa normalmente Franceschini; continuiamo a farlo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Colleghi...
ANTONIO LEONE. Per quale motivo, dopo avere votato l'articolo 8, non chiediamo alla Commissione se si possa passare all'esame dell'articolo 57-bis? Così, anzitutto verificheremmo la questione posta da noi circa le ammissibilità; quindi, verificheremmo la posizione vera del Governo in ordine alle coperture; infine, giungeremmo, per così dire, al sodo, peraltro evitando il rischio, paventato dal presidente Fini, che si ponga la questione di fiducia al fine di impedire il dibattito in Parlamento. Approviamo dunque l'articolo 8 e passiamo all'esame dell'articolo 57; si è pronti, la Commissione è pronta: non vedo perché non si possa accogliere tale proposta. Proseguiamo dunque su quegli argomenti con le carte in mano per verificare se quanto dichiarato dal Governo sia reale o se le coperture siano fittizie, ovvero se si intenda modificarle. Vedremmo, così, finalmente cosa il Governo intende fare di questa finanziaria, perché fino ad ora non lo abbiamo capito (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rao. Ne ha facoltà.
PIETRO RAO. La ringrazio, signor Presidente.
Ritengo che la proposta avanzata dal deputato Leone possa essere accolta; in fondo, mi pare sia opportuno che l'Assemblea riceva un chiarimento e che il Governo precisi meglio quali siano i termini di ciò che ha chiamato «transitorietà». Dobbiamo aggiungere che il Governo ha fallito in questo caso perché ha utilizzato il fondo per le aree sottoutilizzate, per così dire, come «ruota di scorta»; si tratta invero di un fondo che è stato utilizzato in modo assolutamente fittizio.
Volete darci prova della buona volontà della maggioranza di affrontare la questione e del fatto che i fondi per le aree sottoutilizzate non saranno intaccati? Ebbene, allora, dopo l'approvazione dell'articolo 8, passiamo immediatamente all'esame dell'articolo 57. Mi sembra una proposta ragionevole, che può mettere tutti d'accordo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
Pag. 62MAURO DEL BUE. Intervengo brevemente, signor Presidente, perché ritengo che siamo giunti veramente alla «commedia degli inganni». Si sapeva benissimo che non si sarebbe giunti all'esame dell'articolo 217 di questa legge finanziaria; lo si sapeva benissimo, anche a prescindere dal comportamento dell'opposizione. L'unico motivo per il quale il Governo, finora, non ha posto la questione di fiducia sull'approvazione della legge finanziaria è che ancora non esiste un testo definitivo che possa essere investito della votazione fiduciaria. Questa soltanto è la questione di fondo, tant'è che ancora vengono presentate proposte emendative dal Governo per definire il contesto legislativo sul quale, poi, porre la fiducia (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi...
MAURO DEL BUE. Emblematica in tal senso è stata la reazione registratasi dinanzi ad una affermazione pronunciata dall'onorevole Fini; a fronte della richiesta di rinviare all'esame dell'articolo 51 della finanziaria un chiarimento, ha chiesto esplicitamente di evitare il voto di fiducia e di arrivare davvero all'articolo 51. Si è levato un boato da parte dei banchi di centrosinistra; ciò è esemplificativo di una volontà.
Badate, io non ritengo che il voto di fiducia - rispondo così a Franceschini - sia un colpo di Stato o un atto illegittimo; è piuttosto uno strumento che il Governo può legittimamente utilizzare. Tuttavia, non dobbiamo prenderci in giro e continuare in una discussione sapendo che nella giornata di giovedì dopo il voto del Senato sul decreto-legge fiscale il Governo porrà sull'approvazione della legge finanziaria la questione di fiducia. Dichiaratelo senza paura, e sarete rispettati, almeno da parte nostra (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, abbiamo ascoltato dal presidente Fini e dall'onorevole Leone due proposte assolutamente ragionevoli sulle quasi, beninteso, si può non rispondere o tacere, perché chi tace acconsente. Come qualche ora fa ha ricordato il ministro Chiti, non vi è alcuna intenzione (o meno, non so se l'evoluzione della situazione ha portato ad altre considerazioni) di porre la fiducia. Non sappiamo ancora quale sia la configurazione che aveva proposto il relatore non solo rispetto a queste coperture. Infatti, il relatore aveva fatto un discorso che tutti avevamo apprezzato, sia all'interno della maggioranza che dell'opposizione.
Si trattava di un ragionamento generale che partiva dalle coperture e teneva in conto il miliardo in meno per la Sicilia e lo sviluppo. Lo stesso relatore aveva proposto di prendere quel blocco e far intervenire il ministro Padoa Schioppa, su richiesta dell'opposizione. Se il Governo non vuole far alcun cenno, almeno il presidente della Commissione o il relatore facciano sapere cosa si vuol fare su entrambe le ipotesi emerse nel dibattito di questo pomeriggio, sulla questione di fiducia e sulla più ampia ed interessante ipotesi della presenza del ministro Padoa Schioppa. Le cose che si dicono non sono indifferenti; siamo tutti interessati a tenere questo dibattito e al fatto che lei riconsideri la questione delle coperture. Sarebbe bene che a quel dibattito partecipasse anche il ministro Padoa Schioppa. Mi sembrerebbe inutile aver fatto queste riflessioni già nel pomeriggio - prima della sospensione e prima delle proposte avanzate dal presidente Fini e dal vicepresidente Leone - senza avere alcun tipo di risposta.
Quanto al problema degli emendamenti, mi permetto di intervenire perché tale questione è stata sollevata dall'onorevole Franceschini. Come tutti sappiamo, i tempi fissati dalla Presidenza consentono di discutere tutti gli emendamenti. Come tutti sappiamo e come è sempre successo almeno negli ultimi 15 anni di storia parlamentare, molti emendamenti possono anche non essere illustrati. Pertanto, non Pag. 63vi sono gli estremi per affermare che non è possibile terminare il lavoro della legge finanziaria nei tempi stabiliti né che vi è necessità - chissà per quale ragione, visto che non vi è ostruzionismo - di porre la fiducia. Vorremmo solo sapere questo per continuare a discutere dell'articolo 8 con cui avevamo iniziato i nostri lavori, grazie all'emendamento del Governo nella mattinata di oggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bianco. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha a disposizione un minuto il tempo.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, non entro nel merito della questione dibattuta dall'Assemblea con accenti polemici abbastanza accesi. Non voglio neppure giudicare il comportamento dell'opposizione, che fa la sua parte, né della creatività emendativa del Governo (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale). Vorrei però fare un serio richiamo al Regolamento, come parlamentare che assiste silenzioso e paziente all'andamento piuttosto singolare dei lavori della legge finanziaria. Questa è la mia diciottesima finanziaria, che vivo - se mi permette - anche con qualche angoscia.
Signor Presidente, rivolgo alla sua attenzione il mio richiamo per capire il percorso che dobbiamo ancora seguire fino alla conclusione dei lavori. Mi permetto di richiamare l'articolo 119, comma 2, del regolamento, che stabilisce come la legge finanziaria abbia la durata di 45 giorni. Quindi, viene indicato un termine preciso. Il comma 7 poi è estremamente importante. Voglio capire quale sarà il mio percorso.
PRESIDENTE. Deputato Bianco, la capisco ma il suo tempo...
GERARDO BIANCO. La discussione in Assemblea deve concludersi nell'ambito della sessione di bilancio (Commenti)...
PRESIDENTE. Lasciate concludere il deputato Bianco.
GERARDO BIANCO. Credo che sia fondamentale capire quali sono le sue decisioni.
PRESIDENTE. Deputato Bianco, la prego, deve concludere.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, lei mi prega, ma non posso...
PRESIDENTE. Lei ha a disposizione il suo tempo, come tutti.
GERARDO BIANCO. Se vuole posso anche smettere, ma credo di aver diritto ad un chiarimento sulla corretta interpretazione. I 45 giorni stanno per scadere e siamo arrivati soltanto all'articolo 8. Vorrei sapere quale sarà il percorso finale e come si intende chiudere questa sessione (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e Misto-Movimento per la Autonomia)...
PRESIDENTE. Ho dato la parola ai rappresentanti di tutti i gruppi sulla comunicazione resa. Il deputato Leone ha chiesto che dopo il voto dell'articolo 8 si passi direttamente all'esame degli articoli riferiti agli emendamenti che contengono una copertura sul fondo per le aree sottoutilizzate. Su questa richiesta sentirò il parere del relatore e la porrò in votazione dopo l'articolo 8; nel caso venisse reiterata, chiamerò a parlare un deputato a favore ed uno contro.
ELIO VITO. Dica il Governo se intende porre la questione di fiducia!
PRESIDENTE. Per favore, il Presidente ha risposto. Il Governo è libero di replicare o di non replicare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 0.8.500.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 520
Astenuti 17
Maggioranza 261
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 276).
Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento il deputato Jannone. Chiedo se l'intervento sia attinente agli emendamenti in esame.
GIORGIO JANNONE. Grazie, signor Presidente. Certamente, il mio intervento è attinente agli articoli in esame, perché lei sa - e faccio appello alla sua sensibilità istituzionale - che la legge finanziaria è una legge di bilancio e di budget, quindi non vi è alcun articolo avulso dall'altro. Questo articolo, come gli altri, fanno parte di un tutt'uno.
Presidente, le voglio ricordare che ciò a cui abbiamo assistito oggi va totalmente contro il regolamento della Camera, al quale faccio appello. In prima istanza, signor Presidente, si è parlato di una copertura che verrà poi stravolta nei fatti. Lei sa che questa è una legge di bilancio che - lo ripeto ancora una volta - è un tutt'uno e non si può parlare di una copertura per poi stravolgerla in seguito. Peraltro, questo non è mai accaduto! Ciò che ha detto l'onorevole Letta non è altro che un'interpretazione autentica del Governo su questo preciso punto. Infatti, ciò che dice il Governo assume un senso ed una valenza legislativa ed istituzionale.
PRESIDENTE. Mi scusi, ma non è possibile continuare su questo argomento, che abbiamo già affrontato!
GIORGIO JANNONE. Torno subito all'articolo...
PRESIDENTE. Scusi, è una questione di lealtà. Il punto è stato affrontato e risolto.
GIORGIO JANNONE. Il Governo è stato chiamato...
PRESIDENTE. La prego: lei ha esposto un parere su cui siamo già passati ripetutamente. Ho svolto una comunicazione e su di essa è intervenuto un rappresentante per gruppo.
GIORGIO JANNONE. Presidente, mi toglie la parola su un richiamo al regolamento!
PRESIDENTE. Noi abbiamo concluso sul punto in discussione con una comunicazione del Presidente e con un giro di interventi di tutti i rappresentanti dei gruppi.
È stato dato anche atto di una correttezza; vi prego pertanto di non riaprire la discussione perché questo è inammissibile.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Presidente, nessuno vuole riaprire discussioni peraltro rinviate, più che chiuse. Tuttavia, io la inviterei anche ad una maggiore attenzione. L'onorevole Bianco ha posto un richiamo effettivo al regolamento, mentre è stato trattato come se fosse stato un intervento a titolo personale - in dissenso da non so che cosa -, per un minuto. L'onorevole Bianco ha richiamato dei precisi articoli del regolamento e delle precise disposizioni sulle quali tutta l'Assemblea avrebbe diritto ad una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi)...
PRESIDENTE. La prego!
ELIO VITO. No, Presidente! L'onorevole Jannone stava ponendo una questione nell'ambito di un richiamo al regolamento. Infine, Presidente, credo che con riferimento a più parti, a cominciare dal presidente Fini, sia stata rivolta una richiesta al Governo.Pag. 65
Sicuramente, il rappresentante del Governo può rispondere e dire se vuole o meno porre la questione fiducia; ma l'unica cosa che il rappresentante del Governo non può fare è mostrare disprezzo nei confronti del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi)! Questo, Presidente, credo che starà a cuore anche a lei! Non è ostruzionismo chiedere che un rappresentante del Governo si alzi e dia una risposta ai gruppi dell'opposizione su una questione che per noi è centrale. Infatti, Presidente, converrà con noi che, se il Governo ha intenzione di porre la questione di fiducia, tutto il rinvio all'articolo 53 e 57, evidentemente, non serve.
Se, invece, il Governo non ha intenzione di porre la questione di fiducia, siamo tutti in buona fede ed è una questione della quale possiamo anche discutere fra 48 o 96 ore. Tutto qui! Dopo di che, il Governo dica che non è in grado di decidere, che non ha deciso o che non ce lo vuole dire! Ma credo sia impossibile che il Governo faccia finta di non aver ascoltato le richieste del Parlamento! È qui per rispondere alle nostre questioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Applausi polemici del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE Insisto nel chiedere, sulla base di una comunicazione che è stata anche il frutto di un confronto, di consentire uno sviluppo della discussione nei termini consoni alla stessa.
MASSIMO GARAVAGLIA. Presidente!
PRESIDENTE. Chiede di parlare sull'ordine dei lavori?
MASSIMO GARAVAGLIA. Vorrei intervenire sul mio subemendamento 0.8.500.8 (Applausi di deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.8.500.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, si è parlato spesso di ostruzionismo sia negli interventi sia nell'attività subemendativa. Questa proposta emendativa, come il mio subemendamento 0.8.500.6 approvato poco fa, è la dimostrazione che non necessariamente l'attività subemendativa è ostruzionistica, dal momento che ci si propone di migliorare il testo.
In particolare, nel subemendamento viene previsto un tetto di 20 mila euro per quanto riguarda la tassa di scopo che dovrebbe essere a carico solo dei soggetti che hanno un reddito superiore a 20 mila euro. Pertanto, si tratta di un lavoro di buonsenso; non necessariamente tutto ciò che fa l'opposizione è ostruzionismo! Sia chiaro almeno questo!
Qualora, inoltre, dovesse essere approvata questa proposta emendativa, ritiro il mio successivo subemendamento 0.8.500.9.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.8.500.8, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi del gruppo Lega Nord Padania).
(Presenti 536
Votanti 517
Astenuti 19
Maggioranza 259
Hanno votato sì 514
Hanno votato no 3).
Ricordo che il subemendamento Garavaglia 0.8.500.9 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione del subemendamento Zorzato 0.8.500.4.Pag. 66
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, vorrei esprimere alcune considerazioni a conferma di quanto affermato dal collega Garavaglia. Sono state presentate una serie di proposte emendative, ad esempio il subemendamento Zorzato 0.8.500.4, da noi pienamente condiviso, per rendere meno onerosa nei confronti dei cittadini la tassa di scopo prevista dall'articolato in esame.
Il subemendamento in esame interviene direttamente sull'emendamento 8.500 del Governo che, complessivamente, tenta di mitigare il percorso, negativo, seguito con l'introduzione di questa tassa, cercando di eliminarne gli aspetti evidentemente blandi. L'emendamento del Governo, infatti, si propone di aggiungere il comma c-bis) del seguente tenore: «l'eventuale applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti, in relazione all'esistenza di particolari situazioni sociali o reddituali».
Con il subemendamento Zorzato si intende sopprimere la parola «eventuale» e, conseguentemente, le parole: «riduzioni o detrazioni». Ciò rende, quindi, più coercitivo e chiaro l'intervento disposto. Questa è la filosofia di tutta l'attività subemendativa dell'opposizione, sempre orientata a razionalizzare gli interventi, a mitigare il complesso dei danni che crea questo percorso di progressiva vessazione nei confronti dei cittadini. È un intervento che punta a rendere il testo molto più comprensibile.
Una delle caratteristiche che l'attività emendativa del Governo e della maggioranza ha evidenziato è stata quella di complicare il testo con norme difficilmente comprensibili e applicabili, laddove assegniamo ai comuni una serie di facoltà relative alla tassa di scopo, che comunque conferisce agli stessi la responsabilità di effettuare scelte puntuali, ma rende anche meno chiaro il percorso di adozione della tassa di scopo.
Resta invariato, ovviamente, il giudizio più ampio su questa ulteriore gabella e imposizione. È stato fatto un lavoro sulla riduzione di risorse per gli enti locali; restano comunque il gravissimo principio del taglio nei confronti di tutti i nostri comuni e il pesante onere che le amministrazioni locali potranno scaricare sui cittadini attraverso la scelta che porta la responsabilità in capo non solo alle giunte, ma anche ai consigli comunali, in modo che la volontà del popolo rappresenti un punto di riferimento fermo, chiaro, preciso e puntale, su cui l'amministrazione deve rispondere nel momento in cui decide, non esclusivamente come facoltà, di riportare questa ulteriore gabella nel dibattito in seno al consiglio comunale, dove ci sono le rappresentanze piene della democrazia e le rappresentanze dei cittadini, così come avviene in taluni comuni, quando si tratta di deliberare in sede consiliare l'aliquota dell'ICI.
Si tratta quindi di un intervento complessivamente positivo, che va nello spirito dell'attività subemendativa dell'opposizione, fino ad oggi sempre responsabile, chiara e puntuale. Alleanza Nazionale voterà e sosterrà con forza questo subemendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Presidente, devo dire che ci siamo sentiti un po' trascurati. Abbiamo assistito ad una legittima passeggiata del sottosegretario Letta verso il capogruppo Franceschini. Vorremmo capire se il sottosegretario abbia preannunciato a Franceschini quale sarà la risposta che darà all'Aula o se, al contrario, sia stato Franceschini a suggerire a Letta cosa eventualmente dire (Commenti di deputati del gruppo L'Ulivo). Credo sarebbe giusto e doveroso conoscere le intenzioni del Governo. Reiteriamo perciò la richiesta alla Presidenza affinché chieda a sua volta al Governo di assolvere a questo elementare dovere.
Pag. 67PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Ha già parlato La Loggia!
GUIDO CROSETTO. Grazie, onorevole Boato, ma penso che sia ancora possibile parlare a titolo personale!
Vorrei riprendere il discorso svolto dal collega Alberto Giorgetti in relazione a questo articolo. Il sottosegretario Grandi oggi ha «venduto» questo emendamento del Governo come un passo in avanti a fronte delle richieste giunte dall'opposizione. Così sarebbe, perché se lei non elimina l'aggettivo «eventuale» si vanifica il contenuto delle parole che seguono. O vi è un'applicazione delle esenzioni a favore di determinate categorie, quelle più deboli, oppure l'eventualità rende assolutamente superfluo questo articolo, perché viene comunque concessa la possibilità (e non diventa un obbligo) che il legislatore prevede per determinate categorie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. L'onorevole Fini ha posto una domanda che non ha avuto ancora una risposta. La risposta doveva essere sia di carattere politico sia di carattere sostanziale. Di carattere politico, perché credo che il Governo abbia il dovere di dare una risposta ad un legittimo interrogativo posto in questa aula (Commenti dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo)...
MARCO BOATO. L'argomento è chiuso!
GIUSEPPE CONSOLO. Colleghi, io non vi ho interrotto e vi prego di fare lo stesso (Vivi commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Per favore, per favore! Evitiamo inutili, ulteriori turbative. Invito l'Assemblea a lasciare svolgere l'intervento, qualunque sia il contenuto.
Prego, deputato Consolo.
GIUSEPPE CONSOLO. L'onorevole Franceschini ha dato una risposta completamente estranea alla domanda, perché egli ha ricordato all'onorevole Fini che esiste la possibilità di porre la questione di fiducia. Grazie tante, lo sapevamo! Il problema è se questa facoltà sarà o meno esercitata! Sono ancora in attesa di risposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, intendo sottrarre soltanto pochi secondi alla maggioranza, per leggere il testo del subemendamento che voteremo tra poco. La norma di cui stiamo discutendo prevede che i comuni possano deliberare l'istituzione di un'imposta di scopo, mentre l'emendamento 8.500 del Governo stabilisce che i comuni medesimi possano decidere eventualmente l'applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni in favore di alcune fasce di soggetti deboli o protetti. Possono, eventualmente. Se questo emendamento del Governo ha un senso, allora il termine «eventuale» deve essere assolutamente eliminato. Credo che il Governo condivida questa osservazione, ma che non ci voglia dare soddisfazione. Datela voi ai cittadini che si trovano in particolari situazioni dal punto di vista sociale. Credo che cancellare il termine «eventuale» sia doveroso. Altrimenti, questo emendamento del Governo diventa una foglia di fico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO MENIA. No! No! Signor Presidente, per favore!
PRESIDENTE. Un momento, un momento...!
Ricordo che la prima parte del subemendamento Zorzato 0.8.500.4 è assorbita dall'approvazione del precedente subemendamento. Pag. 68Pertanto, porrò in votazione il subemendamento Zorzato 0.8.500.4 limitatamente alla seconda parte, relativa alla soppressione delle parole: «riduzioni o detrazioni». Avverto che anche i successivi subemendamenti Marinello 0.8.500.1 e Zorzato 0.8.500.3 sono assorbiti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zorzato 0.8.500.4, nella parte non assorbita, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
ROBERTO MENIA. Il collega aveva chiesto di parlare!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 530
Votanti 513
Astenuti 17
Maggioranza 257
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 269).
Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione...
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, la stanno chiamando (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Sto per darle la parola, deputato Menia!
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.500 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Allora, evidentemente, non deve passare ai voti...!
Signor Presidente, so che lei ha difficoltà a guardare a destra. Tuttavia, qui c'era una selva di mani alzate. Essendo stato posto un problema politico al quale non abbiamo avuto una risposta, tutti i deputati del gruppo stanno chiedendo di parlare a titolo personale. Se lei finge di non vedere le mani alzate è un problema suo, ma diventa anche un problema nostro quando si verifica una limitazione della democrazia e del diritto di parola (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, intervengo soltanto per una precisazione, prima di passare al voto dell'emendamento 8.500 del Governo. Mi riferisco ai due subemendamenti approvati, cioè i subemendamenti Garavaglia 0.8.500.6 e Garavaglia 0.8.500.8. Quest'ultimo è da ritenere aggiuntivo del precedente, in modo da evitare confusione nel testo. Pertanto, si dovrà leggere nel modo seguente: «con particolare riferimento ai soggetti che già godono di esenzioni e riduzioni sul versamento dell'ICI sulla prima casa, con particolare riferimento ai soggetti con reddito inferiore a 20 mila euro».
PRESIDENTE. Ne terremo conto in sede di coordinamento formale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, ribadiamo la nostra perplessità di fronte alla mancata risposta del Governo anche in occasione del voto di questo emendamento. Dal momento che nel testo del provvedimento si inserisce, tramite l'emendamento 8.500 del Governo, una eventuale applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni, pensiamo di dover sottolineare che una eventuale risposta del Governo sarebbe gradita perché ci farebbe lavorare meglio e limiterebbe gli errori che questo Esecutivo, anche sul piano dell'aumento Pag. 69della imposizione fiscale, continua a commettere ai danni dei contribuenti e dei cittadini italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Angela Napoli. Ne ha facoltà.
ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, intervengo perché non solo continuiamo a non avere risposte alle domande poste, ma addirittura viene formulata, da parte del presidente della Commissione bilancio, la proposta di considerare un subemendamento aggiuntivo ad altro emendamento e prendiamo atto che tale subemendamento aggiuntivo dovrebbe essere definito tale in sede di coordinamento. Ci rendiamo conto di cosa sta avvenendo? Quale finanziaria stiamo votando? Questo è il problema.
Parliamo, addirittura, di coordinamento per emendamenti aggiuntivi su un argomento importante come la tassa di scopo. Rendiamoci conto di ciò che facciamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, ero presentatore di una proposta emendativa sulla tassa di scopo, che ho ritirato quando ho letto la motivazione del parere della I Commissione, che riguardava l'incostituzionalità dell'imposta di scopo per il meccanismo finanziario dei comuni che prevede che non vi sia una destinazione specifica a singole entrate da parte del comune, ma che tutto il bilancio, dalla parte delle entrate, possa essere destinato alle diverse spese.
Come è stato ricordato dai colleghi, di fronte ad una serie di sentenze della Corte costituzionale stiamo discutendo del cosiddetto sesso degli angeli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marras. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, parlando proprio dell'imposta di scopo, ci si può ricollegare al capitolo relativo ai piccoli comuni, per non dire quanto già affrontato ieri sull'articolo 8, dove sottraendo una cifra consistente di molti milioni di euro ed assestando un colpo di questo livello, avete accontentato anche i piccoli comuni utilizzando lo stesso fondo.
Questa è la dimostrazione che bisogna realmente, come ha chiesto precedentemente il vicepresidente del gruppo di Forza Italia, Leone, passare ad esaminare l'articolo 57 e gli articoli seguenti relativi alla copertura degli investimenti con i fondi delle aree sottoutilizzate. È dovere del Governo, prima di votare l'articolo 8, spiegare quale sia la vera copertura che emergerà al Senato e, speriamo, anche in quest'aula, per non fare una «finta» finanziaria. Il Governo deve dire qual è lo scopo e dove troveranno i fondi per coprire le spese.
Il sottosegretario Letta, autorevole esponente, ha parlato di priorità come l'università, la protezione civile e il fondo per le aree sottoutilizzate. Non si capisce bene dove siano le coperture per affrontare tali questioni che stanno tanto a cuore del Governo. Riteniamo che si stia semplicemente cercando di mascherare la grande confusione della maggioranza, come è dimostrato dalla continua presentazione di emendamenti.
Siamo pienamente convinti che anche questa notte si continuerà a «sfornare» emendamenti, portati a turno dalla Commissione, come sappiamo che sta facendo, e domani dal Governo. Speriamo che le risorse non continuino ad essere prese dal fondo per le aree sottoutilizzate, anche perché già vi sono danni gravi, procurati dal fatto che molte regioni del sud sono uscite dall'obiettivo 1.
Già quello era un motivo sufficiente per non intaccare quei fondi. La questione poi riguarda anche i piccoli comuni, che incontrano molte più difficoltà dei comuni di dimensioni maggiori. Tali situazioni, Pag. 70spesso, si incontrano purtroppo al sud, in zone con grandissime difficoltà e in aree sottoutilizzate.
Credo quindi sia veramente necessario l'impegno del Governo a fare chiarezza su dove si reperirà la copertura. Certamente va chiarito che il 50 per cento dei fondi per le aree sottoutilizzate non verrà toccato. Questo è l'obiettivo finale. È necessario che ci venga spiegato quali sono le compensazioni per le zone che si trovano già in grandi difficoltà. Lo ripeto, queste aree non si trovano soltanto nel sud, ma anche nelle valli bergamasche, in zone a forte depressione. È certamente vero che queste aree sono più concentrate al sud, ma sono comunque presenti anche in molte altre parti d'Italia.
Ritengo che questo atteggiamento sia ovvio e comprensibile: il Governo si trova in grande difficoltà nel reperire i fondi. Ma questo vuol dire che voi procedete a vista, che state cercando le soluzioni e le coperture, e probabilmente le troverete, purtroppo, nel momento in cui avrete approvato al Senato, finalmente, il decreto in materia fiscale, per poi ottenere i necessari saldi e porre quindi la questione di fiducia. Credo sia questo il vostro vero obiettivo.
Deve terminare questa pantomima all'interno della Camera, che deve essere rispettata. È giusto che ci sia, a questo punto, non l'ostruzionismo ma chiarezza, affinché si possa andare avanti con un chiarimento forte, come richiesto da tutti i gruppi dell'opposizione, che hanno il diritto di ascoltare in aula il viceministro D'Antoni, responsabile per lo sviluppo del Mezzogiorno, il ministro Bersani, l'ideatore, in pratica, di tutte le tassazioni introdotte dalla manovra finanziaria, insieme al collega Visco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, il collega Zorzato in precedenza ha posto una domanda alla quale non si è in grado di ottenere risposta. Il collega Zorzato, in maniera molto intelligente e puntuale, ha ricordato che il termine «eventuale» è di troppo nell'emendamento in esame. Dunque, vi è un «eventuale» di troppo: eliminando tale termine il problema sarebbe risolto. Rispetto a questo «eventuale» di troppo, non c'è risposta da parte del Governo, il quale usa questa «eventualità» di rispondere come una «eventualità» di meno. C'è una «eventualità» di troppo nell'emendamento e una «eventualità» di meno nell'atteggiamento del Governo, il quale non intende rispondere al Parlamento.
Come possiamo allora continuare i nostri lavori? Siamo nell'impossibilità di sapere quello che stiamo facendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare le incongruenze della maggioranza e del Governo su questa vicenda. Da una parte si prevede la copertura per un sostegno ai piccoli comuni, attraverso oltre 200 milioni di euro sottratti direttamente al Fondo per le aree sottoutilizzate. Dall'altra parte si effettua un taglio dei trasferimenti statali ai comuni, introducendo vincoli stringenti - complessivamente - su tutti i comuni, relativamente al patto di stabilità, a parte i comuni con meno di cinquemila abitanti. Infine, si scarica la responsabilità fornendo un'indicazione molto generica sul fatto che il comune dovrebbe farsi carico anche dell'individuazione di un'eventuale esenzione per chi sia soggetto al pagamento dell'ICI sulla prima casa e abbia un reddito inferiore a 20 mila euro, senza però individuare con precisione la platea dei soggetti che dovrebbero beneficiare dell'eventuale esenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.
Pag. 71TOMMASO FOTI. Signor Presidente, anzitutto sarebbe opportuno definire esattamente questo nuovo balzello, che non è una tassa, come genericamente viene definita, ma un'imposta. Nella fattispecie è un'addizionale su un'imposta pagata dai proprietari di casa e solo da essi perché è un'addizionale sull'ICI. A questo punto penso di dover dire che quando ieri il sottosegretario Grandi asseriva che grazie alla finanziaria di questo Governo l'ICI diminuirà per i proprietari di immobili, diceva il falso. E ciò è tanto vero che, se un comune dovesse seguire la strategia di questo Governo, fatalmente dovrebbe aumentare l'imposizione fiscale ai proprietari di immobili, senza neppure la distinzione tra coloro che possiedono la prima, la seconda, la terza o la quarta casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galletti. Ne ha facoltà.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, resta il nostro parere contrario sulla previsione di una tassa di scopo. Noi pensiamo che sia sbagliato aumentare un'imposta sbagliata. Con la soppressione dell'imposta di soggiorno, l'ICI mantiene il primato di essere l'imposta più iniqua del nostro sistema tributario. Se avessimo approvato l'imposta di soggiorno, questa palma sarebbe andata alla tassa di soggiorno. È un'imposta iniqua perché è un'imposta patrimoniale: non colpisce il reddito, ma colpisce il patrimonio. L'unica possibilità che aveva l'imposta ICI per rimanere nel nostro panorama fiscale era il suo collegamento con le opere di miglioramento eseguite nel territorio in cui insistono gli immobili che pagano l'ICI. Si diceva: va sulla spesa corrente. I fautori dicevano: sì, bene, va sulla spesa corrente. Però sulla spesa corrente ci sono anche gli oneri derivanti dai mutui che i comuni sono obbligati a stipulare per costruire quelle opere. Se noi oggi diciamo che dobbiamo imporre una tassa in più per coprire le opere realizzate sul territorio, releghiamo l'ICI ad un ruolo che non le è proprio, cioè quello di coprire la spesa corrente. Perciò, questa tassa di scopo peggiora la posizione dell'ICI.
Siamo però favorevoli all'emendamento 8.500 presentato dal Governo. Si tratta di una proposta che noi avevamo avanzato nella giornata di ieri. Siamo contenti, soddisfatti e orgogliosi che il Governo abbia deciso di farla propria. L'emendamento va nel senso di salvaguardare almeno i redditi più deboli dallo stillicidio di imposte comunali che immettiamo con questa legge finanziaria. Con questo emendamento stabiliamo che, per particolari situazioni sociali o reddituali, una parte dei possessori degli immobili possono non essere colpiti da questa super ICI. Lo ripeto: si tratta di una proposta che abbiamo avanzato ieri, che noi però, nella giornata di ieri, avevamo esteso non solo alla tassa di scopo, ma anche all'addizionale IRPEF.
Pertanto, ribadiamo in questo consesso che è indispensabile che al Senato il Governo presenti un emendamento analogo a questo all'articolo 7, che prevede l'introduzione dell'addizionale IRPEF. In quel caso questa norma diventa ancora più importante. Guardate, sto esaminando i primi bilanci che arrivano dai comuni. Non c'è un comune in Italia che sta lavorando sul bilancio che non sia costretto ad aumentare l'addizionale IRPEF in maniera pesante. Alcuni sono costretti anche ad introdurre subito la tassa di scopo per alcune opere. Se non salvaguardiamo i redditi bassi dall'addizionale, che arriva allo 0,8 più l'1 per cento imposto dalle regioni - quindi, diventa un'imposta importante -, vanificheremo di gran lunga l'esiguo vantaggio che questi redditi hanno avuto dalla manovra delle aliquote che abbiamo fatto a livello centrale. Quindi, la raccomandazione forte è quella presentare un emendamento analogo anche all'articolo 7 in Senato. Ciò diventa indispensabile.
Preannuncio quindi il voto contrario sulla tassa di scopo, e dunque sull'articolo 8 nel suo complesso, e il voto favorevole su Pag. 72questo emendamento, che recepisce un'istanza - lo ripeto - venuta dal mio gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, colgo l'occasione offerta da questo emendamento per esprimere la mia stima nei confronti del deputato Gerardo Bianco, il quale ha tentato di denunciare alla Camera la violazione degli articoli 118, 119, 120 e 121 del nostro regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia); il deputato Bianco ha tutta la nostra stima per l'impegno che ha sempre profuso nell'attività parlamentare!
Vorrei poi invitare l'intera Assemblea ad esprimere solidarietà anche nei confronti del presidente della Commissione, Duilio, e del relatore Ventura, i quali vengono vessati, raggirati, smentiti e, nonostante la loro correttezza parlamentare, viene loro impedito di fare il proprio dovere, offendendone la dignità di uomini e di parlamentari!
Credo che tutta l'Assemblea, indipendentemente...
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare...
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, sto finendo!
PRESIDENTE. No, no, ha finito il suo tempo (Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, lei deve far rispettare il regolamento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Vergognatevi per quello che state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, credo che l'espressione di solidarietà manifestata dal collega Buontempo nei confronti del presidente della Commissione bilancio e del relatore sia da condividere. Siamo in presenza di una gimcana, di un percorso ad ostacoli di questa normativa: se coordiniamo alcune norme già approvate (mi riferisco ai subemendamenti Garavaglia 0.8.500.6 e 0.8.500.8) con il testo governativo, ci troviamo di fronte ad un caravanserraglio di norme. Sono messi in discussione anche gli ambiti oggettivi e soggettivi del tributo.
L'emendamento del Governo prevede la possibilità di applicare detrazioni, riduzioni ed esenzioni con particolare riferimento ai soggetti che non superino un determinato reddito o che si trovino in particolare situazione, ma è tutto indefinito.
PRESIDENTE. La prego...
MAURIZIO LEO. Quindi, bisogna che la norma di legge chiarisca esattamente chi sono i soggetti destinatari, altrimenti è come confondere le imposte con le persiane!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, non entrerò nel merito della questione che già è stata notevolmente sviscerata, ma vorrei sottolineare un aspetto. Questa norma, di fatto, introduce un'ulteriore stratificazione, un'ulteriore tassa sul patrimonio più caro agli italiani, vale a dire la casa, in un momento in cui, tra l'altro, assistiamo ad una fase depressiva del mercato immobiliare.
Vorrei ricordare all'intera Assemblea che quando in Italia si ferma il mercato immobiliare si creano le premesse per una stagnazione economica. Questo è ciò che si sta determinando, tassa dopo tassa, ed è giusto che ne abbiate la consapevolezza e che ve ne assumiate la responsabilità.Pag. 73
In conclusione, Presidente, mi rivolgo a lei per correggere una piccola imperfezione. Poco fa, dopo essere rientrato in aula, ha avuto un lapsus: ha parlato di «aree sottosviluppate»; si tratta di aree sottoutilizzate. Il lapsus freudiano, evidentemente, nascondeva qualcos'altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, nell'intervento di ieri ho illustrato tutte le negatività di questa tassa di scopo ed i colleghi, oggi, hanno ripreso la tematica.
Al termine del mio intervento avevo sollecitato un'attenzione per le fasce deboli. Credo che la modalità con la quale il Governo affronta questo tema sia inaccettabile, e mi riferisco all'eventuale possibilità data ai comuni di considerare le fasce deboli. Bisogna chiarire con estrema definizione questo aspetto. Mi auguro che ciò venga fatto nel prosieguo dell'esame del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, avendo ascoltato con grande attenzione i numerosi interventi che, legittimamente, i colleghi dell'opposizione stanno svolgendo, compreso l'ultimo dell'onorevole Zanetta, ma anche quelli degli onorevoli Campa, La Loggia ed altri, ho notato che tutti hanno rilevato una contraddizione, che andrebbe eliminata, tra l'emendamento 8.500 del Governo e il riferimento alla parola «eventuale». Vorrei ricordare ai colleghi, possibilmente richiamando l'attenzione del Governo, del presidente della Commissione e del relatore - ma, soprattutto sua, signor Presidente, perché lei è il garante delle nostre votazioni - che abbiamo votato, poco tempo fa, il subemendamento Garavaglia 0.8.500.6, che prevedeva la soppressione della parola «eventuale» e l'Assemblea l'ha approvato pressoché all'unanimità. Quindi, suggerirei ai colleghi che auspicano che la parola «eventuale» sia soppressa da questo emendamento, di prendere atto che con l'approvazione del subemendamento Garavaglia 0.8.500.6 la parola «eventuale» è già stata soppressa e che sono inutili decine di interventi in cui si chiede di eliminare questa parola, che lo ripeto, è già stata soppressa (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. La Presidenza conferma la sua interpretazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento 8.500 del Governo, dopo aver rilevato che ritengo politicamente scorretto il «saccheggio» operato nei confronti del fondo per le aree sottoutilizzate, al di là delle promesse pronunciate poco fa dal Governo.
Passo al merito dell'emendamento 8.500 del Governo, ricordando come la manovra finanziaria determinerà nel paese un aumento della pressione fiscale complessiva. Lo fa con la rimodulazione delle aliquote IRPEF, lo fa con le addizionali, lo fa con la tassa di scopo, che altro non è se non un'addizionale, un aumento del 5 per mille sull'imposta ICI. I soggetti passivi saranno i proprietari degli immobili, perché, per la disciplina prevista, si applicheranno le norme sull'imposta comunale sugli immobili. Vi sarà, dunque, un aggravio per tutti i proprietari di casa, un aggravio obbligatorio. Mentre noi, quali membri del gruppo di Alleanza Nazionale, proponevamo di ridurre la pressione fiscale anche sui proprietari di immobili, specialmente per coloro che possiedono la prima casa di abitazione, con questa imposta di scopo si aumenta la pressione fiscale e, soprattutto, non vi è alcun collegamento tra coloro che potranno utilizzare le opere da essa finanziate e...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
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LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sembra un gioco di parole, ma lo scopo di questa tassa di scopo non è la tassa di scopo, che sarebbe molto condivisibile, ossia che un'amministrazione comunale, allo scopo di fare la fognatura nuova, dice ai suoi cittadini «per la mia responsabilità vi propongo questo: datemi 100 lire ciascuno e la facciamo». Lo scopo di questa tassa di scopo è un altro: quello di dare ai comuni la possibilità di far rientrare nelle proprie casse ciò che è stato loro «tagliato» a Roma.
Al di là del gioco di parole, questa non è una vera tassa di scopo. È apprezzabile l'emendamento presentato dal Governo, sul quale molti di noi hanno presentato subemendamenti, e noi voteremo a favore di tale emendamento, perché esso è coerente con tutti i ragionamenti che si sono svolti in quest'aula da parte del centrodestra. Tuttavia, la tassa di scopo di questa proposta è assolutamente inaccettabile, perché è esattamente il contrario di ciò che propone. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Deputato Presidente, l'imposta di scopo - perché di ciò si tratta, e non di una tassa, come certamente è opportuno ricordare - è una delle dimostrazioni più evidenti di quanto fossero in precedenza - e siano attualmente - false le ripetute dichiarazioni del Governo di non voler e di non riuscire ad aumentare la pressione tributaria complessiva. È chiaro che, al di là della rimodulazione delle aliquote dell'IRPEF, la previsione e la proliferazione di nuove imposte, dei generi più diversi, comporterà - e comporta già, in tutta evidenza - un forte incremento della pressione tributaria.
Al di là delle dissertazioni dell'onorevole Boato, che ha peraltro ragione sulla parola «eventuale», il fatto che attualmente non vi sia più questa parola non cambia la sostanza dell'eventualità riguardo alle esenzioni, pur auspicabili, perché è evidente che se l'articolo attribuisce la facoltà ai comuni di prevedere le ricordate imposte, concede ai medesimi anche la facoltà di prevedere o meno le detrazioni o le attribuzioni. Quindi, non cambia la sostanza...
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Minasso. Ne ha facoltà.
EUGENIO MINASSO. Signor Presidente, desidero ringraziare l'onorevole Boato per il suo suggerimento, nonché per l'attenzione che egli presta ai nostri interventi. Quando si parla di imposta di scopo, è chiaro che si tratta di un tributo addizionale per chi già paga l'imposta comunale sugli immobili; essa, pertanto, colpisce non il reddito, ma il patrimonio dei contribuenti.
Non serve, dunque, discutere su espressioni come «eventualmente», «fasce deboli» o «fasce protette». In verità, non riusciamo a capire quasi più nulla, poiché non si comprendono più le vere intenzioni di questo Governo. Infatti, non si capisce quale sia la reale volontà nei confronti dei contribuenti non solo in questo caso, ma anche con riferimento all'intera manovra finanziaria.
Riscontro esservi una confusione ormai totale, da parte del Governo, che ha contagiato anche l'Assemblea: pertanto, il nervosismo pervade ormai quest'aula.
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
EUGENIO MINASSO. Ascoltiamo con preoccupazione una dichiarazione resa dal sottosegretario Letta e...
PRESIDENTE. Grazie: ha esaurito il suo tempo a disposizione!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Catanoso, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo in presenza di un'imposta di scopo che pare avere solamente uno scopo: continuare a tassare i nostri concittadini!
Ancora una volta, ciò che appare è la volontà del Governo di non dialogare con l'opposizione. Ritengo che avrebbe potuto essere proprio questa la volta buona per condividere una scelta: si poteva decidere insieme, infatti, di delimitare la possibilità di tassare alcuni ceti che versano in condizioni di difficoltà. Constato che anche in questo caso, invece, la maggioranza non ha intenzione di dialogare e di condividere con l'opposizione le scelte in questo ambito.
Credo che la richiesta, avanzata legittimamente dall'opposizione, di capire se sarà posta o meno la questione di fiducia sia stata accantonata, poiché il Governo ha mostrato la sua volontà di non rispondere...
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
BASILIO CATANOSO. ... esclusivamente per nascondere, ancora una volta, la propria faccia dietro...
PRESIDENTE. Grazie!
BASILIO CATANOSO. ... la possibilità che questo Esecutivo possa farlo...
PRESIDENTE. Grazie!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ho già avuto modo di assistere, a livello regionale, ad alcune esperienze di imposte di scopo. Ad esempio, in una regione da me conosciuta, è stata introdotta un'imposta di scopo per interventi a favore della viabilità; successivamente, invece, essa si è rivelata essere finalizzata a ripianare i deficit del comparto sanitario!
Il rischio che si corre è appunto questo, signor Presidente. Vorrei osservare che, quando si riducono trasferimenti agli enti territoriali in una misura così pesante, come viene stabilito dal disegno di legge finanziaria in esame - e vorrei ricordare che, nella scorsa legislatura, noi venivamo accusati di trattare in questo modo gli enti locali! -, accadrà, inevitabilmente, che l'imposta di scopo avrà solamente il fine di compensare quanto è stato «maltolto» da Roma!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Boato che è vero che nel testo dell'emendamento che ci accingiamo a votare non è più contemplata la parola «eventuale», ma è pur sempre previsto il termine «possibilità», la quale, conoscendo i sindaci del centrosinistra (che, purtroppo, sono la maggior parte) significa «certezza»!
Vorrei leggere all'Assemblea quanto dichiarato dal sindaco Domenici circa la soppressione della tassa di soggiorno di queste ore: «(...) Sul contributo turistico, il comportamento del Governo è stato dannoso e incomprensibile: un avanti e indietro che, oggi, si conclude con la semplice cancellazione del provvedimento. Ora, i comuni non avranno alternative e dovranno per forza ricorrere all'aumento dell'addizionale IRPEF (...)».
Signor Presidente, potrei riassumere in queste poche parole la differenza tra il centrodestra ed il centrosinistra: noi, con la nostra legge finanziaria, abbiamo bloccato le addizionali IRPEF, dando delle indicazioni virtuose; loro, invece...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. ...dando delle indicazioni viziose, che vogliono sempre dire più tasse e più tasse (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedele. Ne ha facoltà.
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LUIGI FEDELE. Signor Presidente, intervengo per confermare ancora una volta la nostra contrarietà all'imposta che si vuole introdurre, che riteniamo sicuramente iniqua, e neanche poco! Una tassa che, in particolare per i piccoli comuni e per quelli del sud, sarà di difficile applicazione perché le condizione economiche di quegli abitanti certamente non consentiranno che venga applicata un'altra tassa.
Ritornando specificatamente all'emendamento in questione, abbiamo apprezzato che sia stata eliminata la parola «eventuale», ma comunque anche leggendolo attentamente - l'ho letto diverse volte e ripetutamente - non si riesce a capire che cosa voglia dire «applicazione di esenzioni, riduzioni o detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti in relazione all'esistenza di particolari situazioni sociali o reddituali» . Di quali categorie di soggetti si tratta? Io credo che, se il Governo volesse veramente dare un segnale, dovrebbe chiarire questo aspetto, perché non si riesce a capire quali saranno i soggetti e soprattutto se ci saranno soggetti che beneficeranno di questa riduzione e di questa deduzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io non riesco a capire perché il ministro dell'economia e il Presidente del Consiglio non chiamino questa imposta, questo balzello con il suo nome esatto: semplicemente un aumento dell'ICI. Sarebbe stato così semplice dire agli italiani: abbiamo deciso che si può aumentare l'ICI.
Capisco che la sinistra è maestra nell'arte della propaganda, ma credo che almeno un ministro tecnico avrebbe dovuto avere il buon senso di chiamare le cose con il proprio nome.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Onorevole Presidente, io sono esterrefatto nel vedere come siano bastati solo quattro mesi a questa maggioranza per dimostrare quanto sia disunita, slegata e in ordine sparso. Il che dimostra veramente che non sa governare, deludendo anche quella parte degli italiani che l'hanno votata in buona fede.
Approfitto della presenza in quest'aula del ministro Chiti, il ministro deputato a dichiarare quando verrà posta eventualmente la fiducia, per invitarlo a pronunciarsi sulla reale volontà del Governo su questa finanziaria, che mi sembra sia priva di ogni principio contabile in grado di garantire la sua liceità e la sua legittimità. Invito il ministro Chiti a pronunciarsi adesso davanti all'aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, vorrei soltanto osservare - e mi dispiace che il sottosegretario Letta si sia allontanato - che stiamo assistendo ad una sorta di schizofrenia normativa. La mancanza di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione sta portando sostanzialmente fuori da quest'aula l'unico vero dibattito interessante che avrebbe potuto dare dignità anche a questo livello di intervento per quanto attiene le autonomie locali. In quest'aula il grande assente è il federalismo fiscale; infatti, voi state proponendo una sorta di ripetute addizionali che stanno mortificando ciò che era anche all'interno del programma dell'Ulivo: la costruzione di una fiscalità locale basata sul federalismo fiscale, quello vero, non quello presunto.
Lo voglio sottolineare perché se continuiamo di questo passo vi troverete di qui a non molto - visto tra l'altro che è stata annunciata la riforma del codice delle autonomie locali - a rivedere totalmente questa materia.
Ecco perché ...
PRESIDENTE. Onorevole Moffa, è terminato il tempo a sua disposizione.Pag. 77
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Patarino. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, io avevo affermato, nel mio precedente intervento in discussione generale, che il Governo e la maggioranza si erano resi responsabili di due delitti, uno commesso direttamente dal Governo e l'altro affidato in Commissione ai comuni, ed entrambi i delitti avevano lo scopo di tartassare «a sangue» i cittadini italiani.
Con questa tassa abbiamo l'ennesima dimostrazione che quella mia impressione era esatta; infatti, questo Governo e questa maggioranza non sono in grado di andare avanti.
Intanto perché il guidatore non è in grado di guidare; intanto perché il mezzo di cui dispongono non è adeguato e poi perché vi è molta confusione, così come hanno detto l'onorevole Bianco, al quale va la nostra solidarietà, ed il collega Buontempo. In effetti, mai si era verificata una cosa del genere dopo diciotto finanziarie, come è stato ricordato, lo ripeto, anche dall'onorevole Bianco (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Quindi, ancora di più, mettiamo in evidenza che voi non siete in grado neppure di dirci, di dirvi, dove volete andare e quando dovete partire.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il deputato La Russa, al quale vorrei chiedere se l'argomento del suo intervento sia strettamente attinente all'emendamento in discussione.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, la ringrazio, il mio sarà un intervento veramente stringato.
Credo che questo braccio di ferro - non ostruzionistico, ma di attesa - per una parola del Governo dovrebbe finire: mi appello al Presidente della Camera. Il presidente di un partito, l'onorevole Fini, ha posto una domanda lecita, legittima; egli ha chiesto di capire se l'orientamento del Governo è quello di porre la fiducia o meno.
Credo che una risposta in questo senso - che può anche consistere in un «non lo sappiamo» - rappresenti prima di tutto un atto di cortesia e poi di dovere politico. Mi impegno a nome del gruppo di Alleanza Nazionale a non riaprire la discussione e se vuole, signor Presidente, ci fornisca lei una risposta così da non costringere il Governo ad intervenire. In ogni caso, mi pare che venire meno ad un elementare dovere di cortesia politica e istituzionale non rappresenti un fatto che può fare onore al Parlamento ed al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
GIOVANNI CARBONELLA. Basta!
PRESIDENTE. Lei sa che non ho a disposizione la risposta; quindi, credo che potremmo convenire - se siamo in grado di raggiungere un'intesa - circa la sollecitazione, proposta reiteratamente, di chiedere al Governo se sia in grado di assolvere a tale sollecitazione. In ogni caso, ciò non dovrebbe riaprire la discussione, altrimenti francamente non ci troveremmo più nella condizione di poter organizzare i nostri lavori (Commenti).
La mia proposta mi pare accolta; quindi, invito il rappresentante del Governo ad esprimersi nel merito.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Ho ascoltato l'intervento svolto qualche ora fa dal presidente Franceschini, che potrei ripetere parola per parola a nome del Governo. Il Governo non ha deciso di porre la questione di fiducia - come, mi pare, risulti evidente - e si è impegnato, assieme alla maggioranza, a non farlo e (lo sottolineo) ci sta ancora provando. Vi è un elemento che non può sfuggire a nessuno e che è stato richiamato dall'onorevole Bianco; come dicevo poco fa, infatti, all'onorevole La Russa, né la maggioranza né l'opposizione - ciò conta di più delle responsabilità che ci possiamo rinfacciare perché è questione che riguarda il paese - possono assumersi la responsabilità di andare all'esercizio provvisorio. Pag. 78Questo non lo faremo e, se ci vorrà la fiducia per non andare all'esercizio provvisorio, noi la porremo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Comunisti Italiani e Verdi).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.500 del Governo, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 517
Votanti 480
Astenuti 37
Maggioranza 241
Hanno votato sì 308
Hanno votato no 172).
Prendo atto che la deputata Lanzillotta non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 8.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, abbiamo testé ascoltato le dichiarazioni del ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali; ebbene, noi siamo qui a fare il nostro dovere. Rimane, però, il dato che la maggioranza, così come ha fatto sinora, continuerà a presentare in aula ulteriori proposte emendative. Un'agenzia Ansa delle ore 18,38 di oggi riporta, infatti, dichiarazioni del ministro Mussi riguardanti l'università e la ricerca scientifica; lo stesso ministro, autorevole rappresentante della vostra maggioranza, annuncia ulteriori 110 milioni di euro per l'università e la ricerca (Applausi di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Noi ne siamo felici; speriamo però che tali risorse non si trovino sottraendole al fondo per le aree sottoutilizzate! Però, se l'incremento finanziario disposto con tale modifica verrà approvato nei tempi, ciò dipenderà, evidentemente, soprattutto dalla vostra capacità - o, più correttamente, dalla vostra incapacità - di governare. Non potrà dipendere dalle agenzie, né da emendamenti che continuano a giungere a getto continuo.
Quindi, esimio Presidente, noi, attraverso lei, invitiamo il Governo affinché si segua una procedura ed un iter di esame della legge finanziaria che siano assolutamente consoni.
In conclusione, a proposito dell'emendamento annunciato dal ministro Mussi, si tratta di una maniera assolutamente nuova di legiferare: gli emendamenti si presentano non ad agenzie di stampa come l'Ansa, ma in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Colleghi, ho il dovere, per ragioni di trasparenza verso l'Assemblea, di precisare che, sulla questione ora sollevata dal deputato Marinello, la Presidenza della Camera aveva sollecitato il Governo a dare una risposta conclusiva sul modo in cui avrebbe inteso procedere per quanto riguarda le proposte emendative. Ieri, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ho comunicato la risposta che ho ricevuto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 531
Votanti 513
Astenuti 18
Maggioranza 257
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 276).Pag. 79
Prendo atto che la deputata Lanzillotta non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 534
Votanti 518
Astenuti 16
Maggioranza 260
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 518
Astenuti 18
Maggioranza 260
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 522
Astenuti 16
Maggioranza 262
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 535
Votanti 517
Astenuti 18
Maggioranza 259
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 8.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo molto brevemente.
Noi, con questa proposta emendativa, chiediamo che venga soppressa la lettera c) del comma 5 dell'articolo 8, laddove stabilisce che la tassa in questione può essere utilizzata anche per finanziare opere «di maggiore decoro dei luoghi». Si vuole sopprimere tale espressione per evitare un'eccessiva indeterminatezza; ben capite infatti come «maggiore decoro» voglia dire tutto e niente. Quindi, vorremmo che la tassa di scopo seguisse almeno un minimo di logica.
Invitiamo pertanto Governo e relatore a rivedere la loro posizione perché ci pare ovvio che la nozione di «maggiore decoro» sia troppo indeterminata e che non sia il caso di inserirla in questo contesto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, pur consapevole del difficile momento attraversato anche dalla Presidenza, intervengo per un richiamo all'articolo 39 del nostro regolamento.
Caro Presidente, quali che siano i tempi stabiliti per gli interventi - un minuto, dieci minuti o venti -, il comma 2 dell'articolo 39 stabilisce: «Trascorso il termine, il Presidente, richiamato due volte l'oratore a concludere, gli toglie la parola».
Invito al rispetto di tale articolo perché togliere all'improvviso la parola al parlamentare che sta parlando, vuol dire offendere la dignità del parlamentare stesso. È invece sufficiente che lei, come da prassi, suoni il campanello. Signor Presidente, lei davanti a sé ha l'orologio, al contrario dell'oratore. Tuttavia, esiste una norma precisa sul fatto che l'oratore deve essere richiamato per due volte.
PRESIDENTE. Vorrei ricordare, sebbene sia sovrabbondante perché lei la conosce da molto tempo prima di me, che è prassi ordinaria della Presidenza regolarsi così. In ogni caso, cerco di scampanellare cinque secondi prima della scadenza del minuto. Deputato Buontempo, l'ho fatto anche nei suoi confronti, la prego di credermi. In ogni caso, la ringrazio. Quindi, farò in questa maniera: cinque secondi prima dello scadere del minuto scampanellerò e poi toglierò la parola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 533
Votanti 515
Astenuti 18
Maggioranza 258
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 8.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 219
Astenuti 17
Maggioranza 260
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 277).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Colasio 8.22. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, mi pare di rilevare un errore in questo emendamento e mi pare strano che la Commissione abbia potuto esprimere in proposito parere favorevole. Al comma 5 dell'articolo in questione, lettera b), si parla di esclusione di manutenzione straordinaria ed ordinaria di opere esistenti. Per analogia, non mi sembra accettabile parlare della possibilità di fare restauro su opere esistenti. È chiaro che il riferimento è alle opere viarie, tuttavia siamo sempre di fronte ad operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. Naturalmente, annuncio il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colasio 8.22, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 526
Astenuti 19
Maggioranza 264
Hanno votato sì 292
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Elpidio 8.23, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 518
Astenuti 18
Maggioranza 260
Hanno votato sì 278
Hanno votato no 240).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alberto Giorgetti 8.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 544
Votanti 527
Astenuti 17
Maggioranza 264
Hanno votato sì 245
Hanno votato no 282).
Prendo atto che il deputato Leddi Maiola non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 8.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, l'emendamento in oggetto vuole provocare il Governo che, in questa maniera, prende in giro i comuni. Infatti, con questa legge finanziaria essi sono obbligati a mettere le tasse. Con la possibilità di mettere soltanto il 30 per cento, come ha ben detto in precedenza il collega Galletti, indebitate due volte il comune. Lo costringete a chiedere il 30 per cento ai propri cittadini e, allo stesso tempo, ad accendere mutui, i cui interessi accresceranno la spesa corrente. In questa maniera, i cittadini sono presi in giro due volte, con il pagamento del 30 per cento e con gli interessi sui mutui che i comuni dovranno accendere per coprire l'intera opera. Complimenti, continuate in questa maniera e i cittadini si troveranno in tasca poco denaro!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Grazie Presidente, crediamo che la norma al comma 7 di questo articolo 8 non dia certezza per i contribuenti che hanno versato la tassa di scopo. Prevedere che il rimborso degli importi versati, qualora l'opera non venga effettuata, abbia un termine di cinque anni non dà sufficienti garanzie ai contribuenti. Noi chiediamo che questo termine sia ridotto ad un anno.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 8.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 527
Astenuti 16
Maggioranza 264
Hanno votato sì 41
Hanno votato no 486).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mazzoni 8.29, Fugatti 8.30, Leo 8.31, Campa 8.32, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, con questo emendamento, il sottoscritto insieme agli altri colleghi che hanno presentato analoghi emendamenti, vorrebbe non tanto dare la possibilità ai contribuenti di chiedere la restituzione dopo due anni, ma addirittura obbligare il comune a restituire i soldi, laddove i lavori non fossero iniziati, dopo un anno. Su queste tasse di scopo insistono diverse disposizioni troppo aleatorie. Vorremmo avere la certezza che, nel caso in cui l'iniziativa per la quale è stata chiesta una contribuzione da parte dei cittadini non venga realizzata entro un anno, il comune abbia l'obbligo di restituire i soldi.
MAURIZIO FUGATTI. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo per precisare, anche ai fini della trascrizione sui resoconti, che la mia precedente dichiarazione di voto era relativa agli identici emendamenti che si stanno per votare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Leo 8.31. Il comma 7 dell'articolo 8 assegna un termine di cinque anni ai contribuenti per chiedere la restituzione della somma, ove l'opera non sia iniziata, mentre non prevede alcun obbligo per il comune di restituire l'importo, né alcun periodo di tempo entro il quale questo rimborso debba avvenire. Questo appare illogico e, pertanto, mi sembra giusto che, ove il comune incassi una somma, nel caso in cui un'opera impegnata non sia successivamente realizzata, abbia l'obbligo di restituire la medesima entro un periodo di tempo previsto per legge. Infatti, siamo noi che dobbiamo imporre al comune questo obbligo di restituzione ed indicare il tempo entro il quale debba essere restituito. Dunque, prevedere come farlo con gli emendamenti al nostro esame - e in particolare l'emendamento Leo 8.31 che prevede l'obbligo dei comuni di restituire le somme indebitamente riscosse entro un anno -, mi sembra logico e pertanto invito tutti i parlamentari a votare a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento Campa 8.32. Infatti, l'esperienza ci insegna che, con troppa disinvoltura, molti enti locali stravolgono l'assegnazione di determinati cespiti riscossi per destinarli a finalità diverse da quelle originariamente prefissate, come ad esempio avviene nella mia realtà, dove il comune diversifica le attività rispetto agli obiettivi determinati in sede assembleare. Pertanto, ritengo estremamente opportuno e giusto votare a favore dell'emendamento Campa 8.32 in quanto risponde all'esigenza di certezza per i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Leo. Ne ha facoltà
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, quando si istituisce un tributo è necessario che vi sia una contestualità tra il prelievo e l'obiettivo che si prefigge il tributo stesso. Nel momento in cui c'è un lasso temporale di cinque anni tra il prelievo, l'acquisizione delle somme da parte del Pag. 83comune e l'esecuzione dell'opera, qualcosa in questo meccanismo non funziona. Teniamo presente che, come è stata scritta la norma, ci saranno dei sicuri aggravi per gli enti locali che dovranno gestire l'attività di accertamento, di liquidazione e di rimborso. Dunque, il nostro emendamento è volto a riavvicinare i tempi tra il prelievo e l'esecuzione dell'opera. Se non si interviene in questo modo si creeranno sicuramente degli sconquassi per il sistema comune.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, da tanto tempo si è discusso sull'opportunità e sulla legittimità delle cosiddette tasse di scopo, tributi mirati alla realizzazione di un'opera pubblica o di una finalità che si ritiene meritevole di essere conseguita.
Una cosa è certa: si tratta di un meccanismo molto delicato che si fonda sull'affidabilità dell'ente che esige e riscuote e sulla correttezza del rapporto intercorrente tra questo e il contribuente. Nel momento in cui si spezza questo rapporto di fiducia, viene minato uno dei fondamenti della democrazia e dell'autogoverno locale.
Stabilire il periodo entro il quale l'obbligo alla restituzione da parte dell'ente che non realizzi l'opera, per la quale ha preteso questo tributo straordinario, deve essere adempiuto è fondamentale, soprattutto per garantire la correttezza del rapporto democratico tra amministratore e amministrati. Pertanto, l'emendamento in esame, che chiedo di sottoscrivere, è senz'altro da approvare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere anch'io l'emendamento Campa 8.32. Ho la sensazione che l'intervento del Governo in questo campo abbia il significato, ancora una volta prettamente demagogico, di un falso federalismo. Quando si stabilisce che i contribuenti hanno la possibilità di chiedere entro il termine di cinque anni il rimborso e quant'altro, non si danno certezze per quanto riguarda l'opera come tale, ma solo spazio ad interventi variegati di interessi, non sempre pubblici.
Alla luce di questo, la certezza che entro un anno il cittadino abbia il diritto, rivendicato per norma, di chiedere il rimborso e non su discrezione dell'amministrazione comunale, è un segnale di chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, io non sottoscrivo questo emendamento. Sulla questione del prelievo sui cittadini sono d'accordo, ma una volta previsto, come fate ad intervenire, con le amministrazioni locali che devono regolare l'opera, con un regolamento approvato dal consiglio comunale?
La devono finanziare anche sulla base di bilanci pluriennali. Devono fare gare europee, pubblicate sulla Gazzetta ufficiale. Ai comuni non è stata sicuramente attribuita la possibilità di sburocratizzare le opere pubbliche. Devono sottostare a due mila «legacci» o leggi che devono rispettare. L'opera viene finanziata al 30 per cento con l'imposta, mentre la parte rimanente proviene da risorse di bilancio. Sono d'accordo che l'ulteriore percentuale dello 0,5 per mille non doveva essere introdotta, ma nel momento in cui è stato previsto di inserirla, credo che questo emendamento non sia di alcun significato per tutti i comuni italiani, di centro, di centrodestra, di sinistra, di centrosinistra.
Si tratta di un emendamento che assolutamente non coglie gli obiettivi che ci siamo prefissi. Serve solamente a danneggiare le amministrazioni comunali che devono fare un'opera pubblica regolata da regolamenti. Chi si intende di amministrazioni Pag. 84locali sa che, molto spesso, le opere si realizzano sulla base di finanziamenti pluriennali (bilanci pluriennali) e, con riferimento ai piccoli comuni, che dispongono di poche risorse, di 3, 4, 5 anni.
Vi prego di capire che, spesso, per essere un buon Papa, bisogna aver fatto i parroci di campagna. Quindi, per essere dei buoni deputati, bisogna sapere di cosa stiamo parlando con riferimento all'amministrazione degli enti locali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ida D'Ippolito Vitale.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Grazie Presidente. Intervengo anche io per sottoscrivere l'emendamento Campa 8.32. Ne condivido le ragioni e la logica ispiratrice. Intanto, non può sfuggire all'attenzione dell'Assemblea il ruolo centrale che viene riconosciuto al cittadino. Tempi certi e tempi brevi per la restituzione di somme non utilizzate, in un rapporto che non vede il ruolo dominante della pubblica amministrazione, ma piuttosto rivendicato e riaffermato il diritto del cittadino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Presidente, la norma di cui stiamo parlando è obiettivamente pasticciata. Essa prevede che il pagamento sia riferibile all'ICI nei cinque anni successivi, prevede che si possa fare richiesta di rimborso riferendosi ad un pagamento indeterminato, considerato che l'ICI si paga due volte all'anno e, nel caso in cui l'opera non inizi entro due anni, non si capisce se si fa riferimento al primo o al secondo, all'acconto o al saldo. In più, a tutto questo si deve aggiungere che vi è un riferimento ad un accertato diritto alla restituzione, il che significa che un comune che non intende procedere a dichiarare che l'opera non è stata iniziata, potrebbe posporre negli anni l'accertamento del diritto alla restituzione, senza quindi procedere alla restituzione. Mi sembra una norma francamente incomprensibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzoni 8.29, Fugatti 8.30, Leo 8.31, Campa 8.32, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 532
Votanti 517
Astenuti 15
Maggioranza 259
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 283).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leo 8.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma a questo emendamento. L'emendamento che abbiamo bocciato poteva avere la controindicazione che, a causa della lentezza dei comuni, il termine di un anno era troppo breve. L'emendamento del collega Leo non incide sui tempi, ma rende più chiara la possibilità per il cittadino di avere la restituzione, stabilendo che una volta che il comune non abbia realizzato l'opera e il cittadino abbia chiesto la restituzione dei soldi, visto che il comune ritarderebbe per anni la restituzione, egli li compensi con altri tributi comunali. Questa previsione mi sembra assolutamente di buon senso, anche perché se si tratta di una tassa di scopo e il comune non realizza l'opera, il diritto del cittadino alla restituzione è certo. In questo modo, semplifichiamo soltanto la vita del cittadino qualora il comune non realizzasse l'opera. Egli non deve attendere che il Pag. 85comune gli restituisca i soldi, ma li può compensare con le imposte che deve pagare. Respingere questo emendamento mi sembra assolutamente incomprensibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Nell'ordinamento tributario è ormai norma consolidata quella della compensazione. Lo facciamo nell'ambito delle imposte erariali, delle imposte dirette e dell'IVA, perché non farlo anche per il tributo di scopo e gli altri tributi comunali? Nel momento in cui l'imposta non è dovuta, è giusto che si effettui la compensazione senza attendere i rimborsi che potranno arrivare in tempi lunghissimi e con procedure problematiche anche in capo ai comuni. Questo è lo spirito dell'emendamento e anche l'obiettivo che si intende raggiungere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leo 8.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 535
Votanti 518
Astenuti 17
Maggioranza 260
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 277).
Prendo atto che la deputata Gardini non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Buonfiglio 8.34, Ruvolo 8.35 e Misuraca 8.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, come diceva il collega Crosetto, questo è un altro tentativo, un'altra ipotesi per rimediare alle incongruenze che si rintracciano nella norma. Con gli identici emendamenti in esame chiediamo la compensazione. Osservava giustamente il collega Leo, che in finanza è prevista la possibilità della compensazione.
Cari colleghi, forse come contribuenti qualche volta abbiamo pagato e chiesto la restituzione di quanto versato, mentre per problemi di cassa non viene restituito nulla. Con gli emendamenti in esame chiediamo direttamente la compensazione con il modello F 24, se l'opera non viene realizzata. Riteniamo che questa sia un'ipotesi valida che darà la certezza al cittadino di essere rimborsato di ciò che ha pagato nei confronti di un'amministrazione che non è stata capace di realizzare le opere. Per ciò chiediamo un voto favorevole all'approvazione degli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Misuraca 8.36 a firma anche dell'amico Giuseppe Fini, che mi sembra molto giusto, visto che avete negato la possibilità della restituzione immediata dopo due anni dalla data di approvazione. Ciò significa che se il comune chiede soldi per una tassa di scopo e dopo tre anni, con un progetto esecutivo, l'opera non è stata realizzata, dopo due anni non dovrà automaticamente restituire la somma. Dato che avete respinto l'automatismo della restituzione, chiediamo almeno che vi sia l'automatismo della compensazione.
Mi sembrerebbe molto giusto, perché il cittadino non deve essere gravato da un pagamento di un'opera che dopo tre anni non è ancora iniziata e, magari, nel frattempo viene istituita un'altra tassa di scopo per un'altra opera e si tassa nuovamente il cittadino per altri tre anni. Non è giusto che il comune con indicazioni di Pag. 86massima metta una tassa di scopo, non realizzi l'opera e non vi sia la possibilità della compensazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Buonfiglio 8.34, Ruvolo 8.35 e Misuraca 8.36, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 523
Astenuti 17
Maggioranza 262
Hanno votato sì 244
Hanno votato no 279).
Prendo atto che la deputata Francescato non è riuscita a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, approfitto anche della presenza del ministro Mussi, che è stato oltre che parlamentare di esperienza, anche presidente di gruppo parlamentare, del quale conosciamo la sensibilità verso i lavori parlamentari. Precedentemente, il collega Marinello ha osservato che il ministro ha rilasciato alcune dichiarazioni sugli stanziamenti alla ricerca (che stanno a tutti noi a cuore), che ha ottenuto.
Ora, vi è una dichiarazione del presidente del gruppo de La Rosa nel Pugno, onorevole Villetti, che dice: «Ho incontrato il ministro Mussi e mi ha informato del risultato della trattativa che c'è stata a palazzo Chigi. È stato fatto un passo in avanti e questo è positivo, ma credo che ne servano altri. Per farli, mi attengo alla solidarietà della maggioranza». Questo ha detto l'onorevole Villetti dopo l'incontro con i ministri Padoa Schioppa e Mussi.
Signor Presidente, lei converrà che non si potrà rispondere, anche in questo caso, che dobbiamo aspettare che si arrivi all'articolo riguardante la ricerca e l'università per avere una risposta (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Non siamo disponibili, signor Presidente (non so lei), ad attendere che le trattative si svolgano al di fuori dell'aula, che Villetti, anziché avere una risposta dal ministro Mussi in Assemblea, lo incontri nei corridoi o a palazzo Chigi, che finisca la trattativa al di fuori dell'aula e, dopo, finita la trattativa, quando la maggioranza ha trovato i propri equilibri interni, votiamo frettolosamente l'articolo sugli stanziamenti relativi alla ricerca (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Signor Presidente, ripeto che conosco la sensibilità del ministro Mussi. Se lui volesse informare brevemente l'Assemblea, non ne approfitteremmo per «riaprire» gli interventi, non replicheremmo, ma abbia almeno la dignità di dire a noi ciò che ha detto, in privato, al presidente Villetti e quello che ha detto alle agenzie (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Informi pubblicamente l'Assemblea sulla trattativa in corso sugli stanziamenti per la ricerca, che state trovando. Non credo si tratti di una questione privata, ma è una questione che interessa il Parlamento e l'opinione pubblica. Se lei, ministro Mussi, facesse questo atto di generosità nei confronti del Parlamento, dimostrerebbe anche di avere a cuore il ricordo della sua attività parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Sono costretto a ripetere quanto già affermato. Non possiamo procedere in questo modo, avanzando e fermandoci ogni volta (Commenti del deputato Elio Vito)...
La prego, la prego! Io l'ho ascoltata con attenzione e rispetto.
Dicevo che non possiamo far intervenire, sull'ordinato sviluppo dei lavori, questioni che - insisto - sono di totale legittimità, ma che attengono alla politica e non ai nostri procedimenti. Abbiamo già stabilito un modo di procedere che, a Pag. 87questo punto, davvero costituisce un riferimento. Non possiamo procedere, ancora una volta, con interruzioni finalizzate a ripetere una discussione già svolta in due occasioni. Quindi, confermo l'impegno che abbiamo assunto di fronte a tutti, cioè che faremo il punto dopo la votazione dell'articolo 8.
ANDREA RONCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Ronchi, se intende intervenire sull'ordine dei lavori, dovrei pregarla di non insistere, perché altrimenti si ritornerà sempre sullo stesso punto. Tuttavia, come manifestazione di buona volontà, le consento di intervenire. Prego, deputato Ronchi.
ANDREA RONCHI. Apprezzo la sua sensibilità istituzionale, signor Presidente, e per questo tutti noi la ringraziamo. Però, credo che il collega Elio Vito non abbia posto una questione di lana caprina. Noi non siamo qui per caso. Credo che, in questo momento, non possiamo essere espropriati della nostra attività parlamentare da parte della politica. Se il ministro Mussi, come altri ministri, stanno svolgendo attività politica al di fuori del Parlamento, quest'ultimo ha il diritto di esserne informato (Vivi commenti dei deputati L'Ulivo). Non possiamo essere presi in giro, signor Presidente, non è più tollerabile (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Vi prego!
ANDREA RONCHI. Non vorrei neanche mutuare, signor Presidente, quanto un illustre esponente dei Democratici di sinistra ha affermato e, cioè, che questa finanziaria è un suk. Dimostrate che non e così!
PRESIDENTE. Ci sono cose elementari che sono facilmente assumibili da tutte e da tutti. La Camera dei deputati è un luogo importante nel quale si esercita la vita pubblica e la politica del paese. Tuttavia, devo far notare loro che non è l'unico luogo ed esistono anche altri luoghi (Commenti del deputato Elio Vito)... La prego, la prego!
Dicevo che esistono anche altri luoghi. L'importante è che questa Assemblea sia in grado di mantenere la sua sovranità, decidendo in piena libertà, sulla base di un ordine dei lavori che abbiamo stabilito. Dunque, così come avevamo convenuto, andiamo avanti fino alla fine delle votazioni relative all'articolo 8 e alle proposte emendative ad esso riferite.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Floresta 8.37.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, avevo già chiesto di parlare sull'ordine dei lavori!
PRESIDENTE. Non ho sentito.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Evidentemente, le è sfuggito, non gliene faccio certo una colpa.
Vorrei fare una semplice aggiunta...
PRESIDENTE. Per favore, intervenga per dichiarazione di voto sull'emendamento Floresta 8.37.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, io avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Quella discussione è conclusa.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Vorrei soltanto precisare, signor Presidente, che come deputati, desideriamo ricevere notizia, di volta in volta, di questi emendamenti, che sono anche importanti. È stato fatto l'esempio delle proposte relative ai fondi per la ricerca, per la scuola e per l'università, proposte di cui, probabilmente, ci rallegreremmo, se si riaprissero gli spazi. Noi vogliamo essere informati per tempo riguardo al modo in cui si intendono reperire le risorse. Questo vuole Pag. 88saperlo anche il cittadino, per la verità, ma vogliamo saperlo noi, soprattutto. Quando, di volta in volta, dobbiamo subemendare gli emendamenti e abbiamo anche l'obbligo di individuare la copertura delle nostre proposte, vogliamo sapere quali capitoli siano stati già saccheggiati. Del resto, il Governo, di volta in volta, tira un coperta troppo corta per trovare i fondi ora per la ricerca, ora per la scuola, ora per i ticket, e per quant'altro. Quindi, è assolutamente necessario, signor Presidente, che il Governo la smetta con questa eruttazione continua di emendamenti e che ci informi per tempo riguardo a dove siano attinte le risorse per questi mutamenti. È nostro diritto saperlo per tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Floresta. Ne ha facoltà.
ILARIO FLORESTA. Signor Presidente, non avrei chiesto di intervenire su questo emendamento, che affronta il tema dei trasporti rapidi di massa, e con il quale ipotizzavo un piccolo sacrificio ai comuni nei quali queste opere sono da realizzare.
Prendo comunque la parola per notificare che è iniziato lo spoils system. Infatti, in modo del tutto irrituale, l'altro ieri, il commissario della Circumetnea, una società che si occupa di trasporto di massa in provincia di Catania, in particolare nella zona dell'Etna, è stato esautorato con un semplice fax dal ministro Bianchi...
PRESIDENTE. La prego, dovrebbe attenersi al merito, altrimenti sarò costretto a toglierle la parola.
ILARIO FLORESTA. Avevamo studiato un progetto per far sì che la Circumetnea potesse svilupparsi. Il ministro Bianchi ha esautorato il commissario di questa società, nominando un certo Spampinato Mario...
PRESIDENTE. La prego, non insista...
ILARIO FLORESTA. ...che è di Rifondazione Comunista, e che non conosce nulla dei programmi della Circumetnea. Ho preso la parola per denunciare questo spoils system. Inoltre mi pare, che il 23 novembre decada (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). ... Ma vergognatevi!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Floresta 8.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 540
Votanti 509
Astenuti 31
Maggioranza 255
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Peretti 8.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 521
Astenuti 17
Maggioranza 261
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 529
Astenuti 16
Maggioranza 265
Hanno votato sì 284
Hanno votato no 245).
Chiedo al deputato Antonio Leone se insista nella sua richiesta di passare all'esame degli articoli che riguardano il fondo per le aree sottoutilizzate.
ANTONIO LEONE. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo dunque al presidente Duilio di esprimersi sulla proposta del deputato Leone.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, vorrei ricordare, ovviamente rispettando la richiesta del collega Leone, che in sede di Comitato dei nove abbiamo istruito l'esame degli articoli 10 e 11, saltando il soppresso articolo 9, e, ovviamente, rinviando ad un successivo momento la trattazione degli articoli in oggetto, che implica una chiarificazione sulle questioni poste.
Perciò, anche considerando il previsto orario di sospensione dei lavori, proporrei di continuare con l'esame dell'articolo 10 e, se possibile, anche dell'articolo 11, in relazione ai quali il Comitato dei nove ha espresso il parere sui relativi emendamenti.
PRESIDENTE. Come d'intesa, sulla proposta del deputato Antonio Leone darò ora la parola ad un deputato a favore e a uno contro che ne facciano richiesta.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire a favore della richiesta del collega Leone per molte ragioni. Non voglio tornare sulle argomentazioni esposte all'inizio della ripresa pomeridiana dei lavori e sulla richiesta avanzata nei suoi uffici. Intervengo però su questa proposta, che noi sosteniamo, in quanto dalle controdeduzioni esposte dal presidente della V Commissione è sparita non soltanto l'ipotesi, da noi auspicata con questo voto, di anticipare la discussione di alcuni articoli, ma anche l'ipotesi che veniva incontro alla discussione del primo pomeriggio. Tale ipotesi era largamente condivisa da entrambi gli schieramenti di questo emiciclo, e riguardava l'esame degli articoli che avrebbero previsto una copertura volta a ridurre il fondo per le aree sottoutilizzate del Mezzogiorno e per tutte le politiche di sviluppo («proposta Ventura», per capirci), ipotesi che è stata assolutamente cancellata dalla nostra «memoria». Ora, a fronte di quella proposta, si era avuta addirittura, su richiesta dell'opposizione, una disponibilità da parte del Governo a far partecipare il ministro Bersani e il ministro Padoa Schioppa e a dedicare a questa riflessione approfondita una sessione dei lavori dei prossimi giorni sulla legge finanziaria. Di tutto questo non c'è più certezza. Tutto rimane nella nebbia assoluta. C'è la certezza invece che su questi articoli, rispetto ai quali si è fatto promotore l'onorevole Antonio Leone, non si può discutere in questo momento.
Allora, dichiaro non solo di condividere la proposta dell'onorevole Antonio Leone, ma anche la forte preoccupazione perché quel passo avanti che si era fatto durante la serata di oggi non si sa che fine farà.
MARINA SERENI. Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Signor Presidente, intervengo per parlare contro la proposta dell'onorevole Antonio Leone e, contemporaneamente, per riprendere l'ipotesi che era stata avanzata dal relatore, sulla base della discussione che ci ha impegnato forse un po' troppo a lungo nel pomeriggio, di dedicare, nella giornata di domani, per esempio - si potrebbe chiedere alla Commissione, al Comitato dei nove e al Pag. 90relatore di valutare questa possibilità -, una parte della nostra discussione agli articoli relativi alle politiche e alle misure per lo sviluppo, ivi incluse naturalmente quelle più legate al Mezzogiorno.
Riguardo a questo, la proposta che è stata la richiamata dall'onorevole Volontè per quanto ci riguarda non è scomparsa, e, per quanto ne so, non è scomparsa nemmeno dalla disponibilità del relatore e della Commissione.
PRESIDENTE. Per ragioni di chiarezza nell'espressione del voto, vorrei chiedere al deputato Antonio Leone se ho inteso bene che la sua proposta è quella di passare in particolare all'articolo 53, che esclude una quota del fondo per le aree sottoutilizzate da quelle sottoposte a riduzione; all'articolo aggiuntivo 57.0500, la cui copertura incide sul fondo medesimo; agli articoli 85, 117, 134 e 138, cui sono riferiti emendamenti del Governo la cui copertura incide su tale fondo, e infine agli articoli aggiuntivi 166.0502 e 214.0501 e Tab. B. 500 che presentano analoghe caratteristiche.
Ho inteso bene? Mi risponda soltanto sì o no, per favore, sia gentile.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ha inteso benissimo. Aggiungerei all'elenco, giustissimo, che lei ha fatto, l'articolo 136 che per una parte sottrae fondi già destinati al Mezzogiorno e li trasferisce in altri ambiti. Pertanto, aggiungerei all'elenco anche l'articolo 136.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta riassunta dalla Presidenza con l'integrazione del deputato Antonio Leone.
(È respinta).
Chiedo al relatore di indicarci in che modo ritenga di articolare il prosieguo dei nostri lavori.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, propongo di proseguire con l'esame dell'articolo 10.
(Esame articolo 10 - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 4).
Ha chiesto di parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO. Signor Presidente, siamo arrivati a quella che i media hanno battezzato la tassa numero 44 delle nuove 67 tasse che sono state introdotte. Cosa si fa in questo caso? Si aumenta dal 20 al 30 per cento l'imposta di trascrizione sulle scritture private per il trasferimento di autoveicoli.
Prima di tutto vorrei evidenziare l'ipocrisia di fondo presente in questo articolo, laddove si prevede che le province potranno procedere con questo aumento. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: ci sembra piuttosto scorretto delegare agli enti locali l'applicazione di nuove forme di tassazione in realtà volute a livello governativo, dando quasi la parvenza che questi potrebbero evitarle. Ci si chiede come gli enti locali potranno evitare queste nuove imposizioni quando sono stati vittime di tagli enormi ai loro budget.
Entriamo nel merito dell'articolo: che cosa si tassa? La scrittura privata, il trasferimento. Ho sentito molte volte la maggioranza parlare di semplificazioni, di liberalizzazioni; e poi, invece, come si opera? Si afferma il principio per cui, nel libero trasferimento dei beni, è lo Stato che determina di nuovo la necessità di rispettare una determinata burocrazia, di seguire determinati passi, di sostenere, da parte del contribuente, specifici costi ( lo sappiamo tutti, ci sono le pratiche notarili). Che cosa si fa, in altre parole? Si insiste ancora di più sul livello di tassazione, riaffermando il fatto che non si sta andando certo verso un concetto di Stato liberale.
Ho sentito in questa Assemblea più volte parlare del sistema statunitense dei pagamenti in forma elettronica: ebbene, faccio presente ai colleghi che negli Stati Pag. 91Uniti il trasferimento sono di beni, quali gli autoveicoli, non è assolutamente soggetto a tassazione; anzi, i costi di trasferimento sono veramente minimi, equivalenti a pochi dollari.
Inoltre, si tratta di una tassa che, tra l'altro (questo, probabilmente, andrebbe verificato) mi pare addirittura essere solidale: ciò significa che impegnerà sia il soggetto trasferente sia il soggetto al quale il bene viene trasferito. Di fatto, si tratta di una tassa che ci sembra volta a far cassa, indipendentemente da chi sia il beneficiario del trasferimento.
Il segnale che quindi diamo è sicuramente contrario a quello che avevamo tentato di lanciare con il precedente Governo. Ricordo che il Governo Berlusconi, in particolare il ministro Tremonti, aveva tentato di semplificare, di agevolare il trasferimento, di ridurre i costi. Aveva, ad esempio, parlato proprio delle pratiche notarili riferite agli autoveicoli. Ebbene, questo Governo compie l'ennesimo passo indietro, dando l'ennesima dimostrazione che il liberismo non è conosciuto. Inoltre, va ad insistere su un settore in cui già ha operato introducendo l'aumento della benzina e del bollo auto, un settore sul quale, pertanto, si è deciso di infierire.
Per tali ragioni siamo contrari al contenuto di questo articolo: lo riteniamo l'ennesima tassazione ingiustificata voluta da questo Governo, volta semplicemente a far cassa, un tassazione che va nella direzione di vessare il contribuente, che non ha una giustificazione storica né tantomeno economica. Perciò abbiamo presentato una serie di proposte emendative soppressive (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 10 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda i subemendamenti presentati all'emendamento 10.600 (Nuova formulazione) della Commissione, di cui ovviamente raccomando l'approvazione, esprimo parere favorevole sui subemendamenti Zanetta 0.10.600.3, Bressa 0.10.600.2 e Gibelli 0.10.600.1.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Ventura, veramente...
ELIO VITO. Ognuno esprima il proprio parere...
PRESIDENTE. Per favore, deputato Ventura, le chiederei di procedere secondo l'ordine, altrimenti è difficile proseguire. Le chiedo, quindi, di esprimere il parere della Commissione su ogni singola proposta emendativa presentata all'articolo 10, in modo che lo possa annotare senza rischio di errore.
Cerchiamo di svolgere un lavoro ordinato, in modo che tutti siano garantiti. Proprio perché possono emergere elementi di incertezza, chiedo di fare chiarezza, formulando i pareri fin dall'inizio.
Chiedo pazienza a tutti e, in particolare, al relatore, che si dimostra così cortese. Iniziamo dal principio, in modo che tutti pongano attenzione e non vi siano dubbi interpretativi.
Prego, relatore Ventura.
MICHELE VENTURA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sui subemendamenti Garavaglia 0.10.600.7, Gibelli 0.10.600.1, Garavaglia 0.10.600.6 e 0.10.600.5 e Zanetta 0.10.600.4.
La Commissione esprime parere favorevole sui subemendamenti Zanetta 0.10.600.3, Bressa 0.10.600.2 ed ovviamente raccomanda l'approvazione del suo emendamento 10.600 (Nuova formulazione).
La Commissione esprime poi parere contrario sull'emendamento Della Vedova 10.1 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 10.601. Esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti Filippi 10.2 e Fugatti 10.3, mentre invita al ritiro dell'emendamento D'Elpidio 10.8.
La Commissione esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Alberto Giorgetti Pag. 9210.5 e Armani 10.7. Infine, esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Giudice 10.01, a condizione che sia riformulato nel modo che proporrò in sede di votazione dell'articolo aggiuntivo medesimo.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sui subemendamenti Garavaglia 0.10.600.7, Gibelli 0.10.600.1, Garavaglia 0.10.600.6 e 0.10.600.5 e Zanetta 0.10.600.4. Si rimette all'Assemblea sui subemendamenti Zanetta 0.10.600.3 e Bressa 0.10.600.2.
Il Governo esprime inoltre parere favorevole sull'emendamento 10.600 (Nuova formulazione) della Commissione e contrario sull'emendamento Della Vedova 10.1. Esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento 10.601 della Commissione e contrario sugli emendamenti Filippi 10.2 e Fugatti 10.3.
Il Governo invita i presentatori dell'emendamento D'Elpidio 10.8 a ritirarlo ed a presentare un ordine del giorno sullo stesso argomento.
Il Governo esprime, infine, parere contrario sugli emendamenti Alberto Giorgetti 10.5 e Armani 10.7, mentre sull'articolo aggiuntivo Giudice 10.01 si rimette all'Assemblea.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 19,55)
GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo solo per capire cosa è successo, perché i pareri che il Governo ha espresso in aula sono assolutamente diversi da quelli resi, in precedenza, al Comitato dei nove (Commenti del sottosegretario Alfiero Grandi).
Sottosegretario Grandi, se non la mettessi in difficoltà, chiamerei a testimoniare tutti i deputati della maggioranza presenti nel Comitato dei nove....
ANTONIO LEONE. Chiamali!
GUIDO CROSETTO... e presumo che sia il presidente sia il relatore possano fare la stessa affermazione! Abbiamo ascoltato tutti un parere favorevole trasformarsi in una rimessione all'Assemblea. Poiché, tuttavia, il parere del Governo deve essere reso al Comitato dei nove, in Commissione, a questo punto chiederei di sospendere i lavori e di riunire il Comitato dei nove, per conoscere il reale parere del Governo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo - Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Non mi pare che la posizione sia ambigua. Il Governo ha già comunicato i suoi pareri, che quindi sono quelli testé espressi.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, in effetti vi è stato quello che poi si è rivelato un equivoco e lo comprenderanno anche i colleghi; infatti anch'io, in precedenza, avevo annotato sul mio fascicolo un parere favorevole da parte del Governo, che successivamente si è trasformato in parere contrario e non casualmente (Commenti)...
ANTONIO LEONE. No, era un «forse»...
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione Chiedo scusa, però se ci capiamo forse si comprenderà che non si è trattato altro che di un equivoco, appunto. Infatti, la proposta emendativa su cui inizialmente si riteneva fosse stato espresso un parere favorevole da parte del Governo in sede di Comitato dei nove era l'emendamento Pag. 9310.601 della Commissione, e non il subemendamento Gibelli 0.10.600.1. Questa è la ragione per cui si è prodotto tale equivoco. Desideravo, quindi, solo chiarire che vi era stato questo «refuso linguistico», chiamiamolo così.
PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Duilio.
Passiamo alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.10.600.7.
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, risulta opportuna la precisazione dell'onorevole Duilio, ma faccio presente che avevo riportato al Comitato dei nove i pareri che erano stati espressi, solo per dire che in tale sede avevamo svolto una lunga discussione, che aveva visto il Governo esprimere parere favorevole rispetto alla proposta emendativa tesa ad estendere alle zone confinanti con la Confederazione elvetica il parere favorevole dato alle zone che confinano con la regione Trentino-Alto Adige. Inoltre, era stato espresso parere favorevole sul subemendamento Bressa 0.10.600.2. Invece, in questa fase, il Governo si è rimesso all'Assemblea su due proposte emendative sulle quali, in sede di Comitato dei nove, aveva espresso parere favorevole.
Per quanto riguarda il subemendamento Gibelli 0.10.600.1, ha ragione l'onorevole Duilio: il Governo aveva detto «no».
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, credo che anche questa, onorevole Giachetti, potrebbe essere ritenuta una manovra ostruzionistica per la quale non si può interrompere la seduta dieci minuti prima e non si può convocare il Comitato dei nove; ma non si tratta di una di quelle questioni per le quali il Presidente della Camera dice: confondete regolamento e politica.
Per chiarezza dell'Assemblea, i pareri vengono riferiti sinteticamente dal relatore e dal rappresentante del Governo. I pareri, tuttavia, sono quelli espressi dal Comitato dei nove: il Governo, pertanto, non può esprimerne altri!
Su questo aspetto, inoltre, il presidente della Commissione deve fare fede, per cui devono essere riferiti, Presidente - mi richiamo anche agli uffici, che li hanno registrati -, i pareri espressi dal Governo e dalla Commissione in sede di Comitato dei nove.
Non è possibile, in sede di Assemblea, cambiare opinione ed esprimere un altro parere! Il Governo può sicuramente farlo, ma allora deve chiedere una nuova convocazione del Comitato dei nove; in tale sede, spiegherà la ragione per la quale non intende più esprimere un parere favorevole su quei due subemendamenti e si rimette all'Assemblea; il Comitato dei nove ne prenderà atto e verrà riferito il nuovo parere in aula!
Non si tratta di una questione privata del sottosegretario Grandi, signor Presidente, che in questa sede può esprimere un parere diverso. Quindi, la pregherei di sospendere la seduta e di far riunire, anche brevemente, il Comitato dei nove, nel quale il Governo muterà il proprio parere; oppure, se non volete sospendere i nostri lavori, perché vedete in atto, alle ore 20,10, questa grande manovra ostruzionistica, si riferiscano in Assemblea i pareri che il Governo ha espresso nel Comitato dei nove!
Credo che ciò significhi rispetto del nostro lavoro ed anche, semplicemente, della verità dei fatti che sono accaduti: infatti, vi sono colleghi che hanno sentito che in quella sede erano stati espressi altri pareri.
Tra l'altro, caro sottosegretario, la informo che, con i suoi pareri, quei subemendamenti saranno comunque approvati, poiché vi è un'intesa «trasversale»: quindi, non capisco per quale gusto lei si debba rimettere all'Assemblea e modificare Pag. 94adesso, artatamente, il suo parere, il quale (come è stato correttamente registrato) era favorevole!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Ventura.
Peraltro, rispetto alla questione sollevata dal presidente del gruppo di Forza Italia, onorevole Elio Vito, desidero precisare che il Comitato dei nove esprime il parere a nome della Commissione e, quindi, il relatore esprime il parere che è stato reso in sede di Comitato dei nove. Il Governo comunica il suo parere sia al Comitato dei nove, sia all'Assemblea, ma non è tenuto a conformarsi al parere espresso dal Comitato.
Quindi, a rigore, non vi è proprio alcuna necessità, neppure per il Comitato dei nove, di riunirsi...
GUIDO CROSETTO. Dice la stessa cosa!
PRESIDENTE. ... visto che esso si è già riunito ed ha incaricato il relatore di esprimere pareri. I pareri espressi dal relatore non sono stati contestati dal Comitato dei nove e, quindi, possiamo procedere con l'esame del provvedimento, sapendo che, in alcuni casi, vi è un parere «leggermente distinto» - e non assolutamente difforme - espresso in questa sede, legittimamente, dal Governo.
Prego, onorevole relatore, ha facoltà di parlare.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, visto l'orario e considerato che, comunque, è prevista un'interruzione dei lavori dell'Assemblea, le chiedo di sospendere la seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi e «sanare» tale questione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Colleghi, fermo restando che le cose stanno esattamente come ho detto, non vi è alcuna necessità formale e regolamentare di sospendere la seduta. Tuttavia, poiché siamo arrivati in prossimità della sospensione programmata e, in ogni caso, è stata avanzata dal relatore una richiesta specifica in tal senso, la considererò e comunicherò la mia decisione in merito subito dopo aver ascoltato l'onorevole Giachetti, che aveva chiesto anch'egli di intervenire sull'ordine dei lavori.
Prego, onorevole Giachetti, ha facoltà di parlare.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo sia sull'ordine dei lavori sia per un richiamo all'articolo 27 del regolamento, così faccio tutto insieme! Ciò perché, quando si viene chiamati in causa, magari si dovrebbe avere anche la possibilità di dire quel che si pensa!
È del tutto evidente che la valutazione sulla perdita di tempo è relativa all'andamento di questo dibattito. Nel momento in cui dovesse effettivamente apparire necessario, poiché vi è stata una discrasia nell'ambito del Comitato dei nove, non avremmo alcun problema a che - purché finalizzata a tale scopo, e con una ragione specifica - si giungesse alla convocazione dello stesso Comitato dei nove.
Contemporaneamente, richiamandomi all'articolo 27 del regolamento, signor Presidente, le sarei grato se lei volesse informare l'Assemblea circa il tempo residuo per gli interventi per i richiami al regolamento. Infatti, nell'ambito della ripartizione del tempo disponibile, sono previsti tempi per l'opposizione e per la maggioranza, nonché tempi riservati ai richiami al regolamento.
Alla ripresa della seduta, dunque, sarebbe molto utile conoscere l'ammontare di tempo residuo, considerando tutto ciò che si vuole introdurre nel nostro dibattito, riservato agli interventi per i richiami al regolamento.
PRESIDENTE. Considerata la richiesta del relatore, sospendo la seduta sino alle 21; alla ripresa, la Presidenza darà conto di quanto richiamato dall'onorevole Giachetti.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 20,05, è ripresa alle 21,25.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Boato, Boco, Brugger, Bruno, Capodicasa, Chiti, Folena, Landolfi, Lanzillotta, Levi, Maroni, Migliore, Mura, Oliva, Pisicchio e Sgobio sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
Avverto che la Commissione ha presentato 13 emendamenti al progetto di legge al nostro esame, che la Presidenza ha valutato ammissibili. Il testo di tali emendamenti è in distribuzione.
Il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 14 di domani, 15 novembre, per l'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 11 e alle ore 20, sempre di domani, per i restanti emendamenti.
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, mi scusi, non sono cose gradevoli da dirsi, ma uno dei fondamenti del funzionamento della Camera è la puntualità. Quindi, lei me lo deve consentire: se ci si convoca alle 21 non si può cominciare la seduta alle 21,30.
Mi auguro che vi siano dei fattori eccezionali che l'hanno costretta a questo ritardo, ma vorremmo che quanto accaduto non si verifichi più, per rispetto verso tutti i presenti.
PRESIDENTE. Le assicuro che quanto accaduto non costituirà precedente.
Vorrei sapere se esista un problema rappresentato dalla riformulazione dei pareri precedentemente espressi.
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Da parte della Commissione non vi sono cambiamenti rispetto al parere precedentemente espresso sulle proposte emendative riferite all'articolo 10.
PRESIDENTE. Il Governo?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Anche per il Governo conferma i pareri espressi in precedenza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Garavaglia 0.10.600.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, il nostro subemendamento interviene sul comma 1-bis dell'articolo 10, quindi sul comma aggiuntivo introdotto dalla Commissione, per tre ragioni.
Il comma inserito dall'emendamento della Commissione così recita: «Con decreto del ministro dell'economia ...sono individuate le province alle quali può essere assegnata». Noi riteniamo che il termine «può» debba essere sostituito con «deve». Infatti, crediamo che debbano Pag. 96essere individuate le modalità per l'assegnazione, quindi non deve esserci più un «può», ma un dovere, sotto un certo punto di vista. Inoltre, quando si afferma che debbono essere individuate le province alle quali può essere assegnata, nel limite di spesa di 5 milioni di euro, la diretta riscossione dell'addizionale, noi chiediamo di far arrivare tale limite a 20 milioni di euro; sto parlando cioè di 15 milioni in più. Il comma aggiunto dalla Commissione prevede anche che si debba dare priorità alle province confinanti con le province autonome di Trento e di Bolzano; in questo caso, invece, noi sosteniamo che occorra prevedere l'assegnazione per tutte le province, con priorità per quelle site nelle regioni Lombardia e Veneto e quelle confinanti con le province di Trento e di Bolzano. Quindi, si punta ad allargare, seppur in parte, l'ambito di intervento dell'emendamento 10.600 della Commissione.
Noi crediamo che la ratio di questa proposta emendativa - vedremo poi se il relatore sarà d'accordo - rispecchi l'attualità di questo particolare momento. Molti comuni, territori limitrofi alle province di Trento e di Bolzano hanno fatto richiesta - la legge glielo consente - di annessione alla provincia autonoma. Non entrerò nel merito delle motivazioni che sottendono a tali richieste, comunque crediamo che la Commissione attraverso il suo emendamento abbia voluto dare maggior autonomia a quelle parti di territorio alle quali fa riferimento. Infatti, quando si sostiene che la diretta riscossione dell'addizionale sul consumo può essere assegnata a questi territori, vuol dire che a quelli confinanti con le province di cui si parla la Commissione intende riconoscere la competenza relativa alla diretta riscossione di determinati tributi. Si tratta, quindi, di una forma di maggiore autonomia che la Lega considera positiva, sempre in riferimento al comma 1-bis.
Il nostro subemendamento punta, da una parte, ad innalzare da 5 a 20 milioni il limite di autonomia finanziaria e, dall'altra, a favorire tutte le province della Lombardia e del Veneto. Diversamente, se favorissimo solo le province limitrofe si potrebbe verificare una certa sperequazione. Inoltre, si sostituisce un «può» con un «deve» poiché, effettivamente, vi è anche una necessità, e lo dico da parlamentare trentino.
Vi invito quindi a votare questo subemendamento perché riconosce maggiore autonomia a queste province limitrofe - mi riferisco specificamente alla Lombardia e al Veneto, poiché al Trentino non viene tolto nulla -, ed aumenta il limite di spesa, e ciò vuol dire maggiore autonomia in quanto trasforma un «può» in una certezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere il subemendamento presentato dagli onorevoli Gibelli e Garavaglia.
PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, ma mi pare che lei stia parlando del successivo subemendamento Gibelli 0.10.600.1, mentre noi stiamo discutendo sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.7.
ALBERTO GIORGETTI. Sì, signor Presidente, ha ragione e la ringrazio per la precisazione. Con la testa ero già a quello successivo, ma parlavo di quello ora in discussione.
Ci troviamo di fronte ad un problema reale e ad un dibattito aperto riguardante molti comuni che stanno procedendo ad una serie di iniziative, anche referendarie, a fronte di problemi legati a percorsi di autonomia speciale; quindi, oggi evidentemente esistono realtà costituzionali, giustamente riconosciute. Peraltro, sappiamo che le sperequazioni riguardanti questi territori, dagli effetti soprattutto di carattere fiscale, ormai sono drammatiche. Il tema istituzionale, di fatto, viene solo marginalmente toccato anche da questa legge finanziaria. In particolare, riguardo alle riforme e, più in generale, al tema del Pag. 97federalismo fiscale, il famoso testo annunciato dal Governo è in fase di predisposizione - come ieri ci è stato riferito -, tra l'altro già in ritardo rispetto alle relative tempistiche.
Come dicevo, questo subemendamento attribuisce un minimo di sostanza all'intervento effettuato dalla maggioranza. Colleghi, bisogna essere chiari e, se si deve dare un segnale concreto in termini di risorse per questo specifico settore legato all'energia, 5 milioni di euro non possono costituire una risposta. Credo che da parte della maggioranza sia sbagliato cercare di vendere questo come un risultato concreto in termini di risorse, di ristoro rispetto, complessivamente, alle sperequazioni che si determinano in questi territori di confine.
L'importanza del subemendamento è soprattutto di carattere finanziario, per cui 20 milioni di euro possono essere considerati un segnale migliore rispetto a 5 milioni. La ripartizione attorno ai livelli superiori ai 200 kilowatt previsti per provincia per poter mantenere direttamente il prelievo sul territorio credo rappresenti un segnale sicuramente positivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 479
Astenuti 13
Maggioranza 240
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 263).
Prendo atto che i deputati Leddi Maiola e Belisario non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione del subemendamento Gibelli 0.10.600.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, questo subemendamento rappresenta, per così dire, un'estensione di quanto previsto dalla precedente proposta emendativa. In buona sostanza, la proposta emendativa del Governo prevede un embrione di federalismo fiscale importante, ma noi vogliamo estendere tale previsione a tutte le province italiane ovvero a tutta l'Italia. Ciò, a mio avviso, è fondamentale. Leggendo infatti il testo della proposta emendativa del Governo, ci si accorge anche della motivazione sottesa: sta accadendo che comuni del Veneto «fuggano» verso il Trentino. Quindi, si tratta di comuni italiani che sono attratti verso il federalismo fiscale vero del Trentino.
Tale è il problema che questo Parlamento non vuole cogliere; con il nostro subemendamento, quindi, noi sosteniamo che si debba fornire un piccolo aiuto a tutte le province in modo da dare a tutta l'Italia un briciolo, un embrione reale di federalismo fiscale. Voi potete approvarlo o non approvarlo: se lo approvate, date un segnale chiaro al paese che è vero che siete federalisti; se invece non lo approvate, ciò rappresenta l'ennesima dimostrazione che così non è (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Gibelli 0.10.600.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 491
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 490
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Garavaglia 0.10.600.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 490
Astenuti 12
Maggioranza 246
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zanetta 0.10.600.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 492
Astenuti 12
Maggioranza 247
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 269).
Passiamo alla votazione del subemendamento Zanetta 0.10.600.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, annuncio che tutto il gruppo dei deputati della Lega Nord Padania sottoscrive il subemendamento Zanetta 0.10.600.3; dal momento che il Parlamento non accetta l'estensione del federalismo fiscale a tutto il paese, noi vogliamo che venga esteso alla Valtellina.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Desidero ringraziare il presidente della V Commissione, l'onorevole Crosetto ed il Comitato dei nove per avere compreso l'importanza del subemendamento; la proposta estende, infatti, alle province confinanti con la Confederazione elvetica, che hanno una spinta autonomistica importante, i benefici previsti dall'emendamento della Commissione, in analogia con quanto stabilito per le province confinanti con il Trentino-Alto Adige. Ritengo pertanto utile approvare questo subemendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, anch'io desidero manifestare il mio consenso su questo subemendamento; ringrazio, per il lavoro svolto, la Commissione, che ha voluto estendere alla Valtellina questo beneficio. Ritengo la Valtellina una valle che ha la necessità di beneficiare di questa opportunità, sicché non posso non essere Pag. 99particolarmente contento e apprezzare il lavoro svolto, che va nella giusta direzione di introdurre forme di federalismo nel nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere questo subemendamento e per esprimere il mio apprezzamento per il lavoro compiuto e per le conclusioni cui si è giunti al riguardo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Intervengo solo per associarmi a quanto già dichiarato dal collega Zanetta e ricordare che la proposta si riferisce all'intero arco alpino che confina con la Svizzera e, quindi, anche alla provincia del Verbano Cusio Ossola, piemontese. Tutto sommato, mi pare sia veramente un subemendamento giusto, perché queste rendite legate ai canoni dell'elettricità sono prodotte sul terreno provinciale. È quindi abbastanza assurdo che non venga lasciata sul territorio almeno una parte di quanto il circuito nazionale riceve dal territorio medesimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, il mio intervento sarà molto breve. Sottoscrivo anche questo subemendamento e desidero osservare che le vallate alpine stanno soffrendo un grande disagio per gli eventuali effetti di questa finanziaria, come del resto anche le terre del sud e del centro-sud d'Italia. Quindi, occorre grande attenzione per evitare che sulle montagne e nelle valli si verifichi un ulteriore spopolamento. Sollecito tanti amici e colleghi, anche della maggioranza, ad avere il coraggio di sottoscrivere questo subemendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà a sottoscrivere questa proposta emendativa e, quindi, procedo in tal senso. Se lei me lo consente, per risparmiare tempo, annuncio sin d'ora di sottoscrivere anche il subemendamento successivo Bressa 0.10.600.2, che condivido pienamente. Annuncio, altresì, il voto favorevole del gruppo dei Verdi su entrambi i subemendamenti, quello a prima firma Zanetta, 0.10.600.3 e quello successivo a prima firma Bressa, 0.10.600.2, che voteremo tra breve.
Infine, ai colleghi del centrodestra - anche a quelli della Lega, che hanno presentato proposte emendative rispettabilissime - i quali si richiamano all'attuazione del federalismo fiscale di cui all'articolo 119 della Costituzione, vorrei in conclusione far osservare, pacatamente e senza alcuna astiosità polemica, quanto segue. Ricordo che l'articolo 119 è in vigore esattamente da cinque anni ed un mese, ovvero dall'ottobre del 2001, dopo il referendum popolare confermativo della riforma del Titolo V. Ma nel corso di cinque anni il Governo di centrodestra, che loro hanno legittimamente sostenuto, non ha varato un solo atto normativo per l'attuazione del federalismo fiscale, limitandosi all'istituzione di un'alta commissione di studio, che però nulla ha prodotto sul piano legislativo. Cinque anni, senza realizzare assolutamente nulla. Quanto ora si comincia a compiere è ancora poco, ma va nella direzione giusta (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere questo subemendamento, che condivido totalmente.
Pag. 100PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cossiga. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE COSSIGA. Signor Presidente, anch'io intervengo per annunciare che appongo la firma a questo subemendamento come ultimo parlamentare eletto nel già collegio maggioritario di Luino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, molto brevemente vorrei fare alcune precisazioni in merito al federalismo fiscale. In quest'aula si sta accusando l'opposizione di presentare alcuni emendamenti a carattere fiscale che rientrano nel filone del cosiddetto federalismo fiscale. Si stigmatizza, quindi, la Casa delle libertà per non averlo fatto nel corso della passata legislatura. Al collega Boato e all'aula vorrei ricordare che, dopo la grande riforma sulla devolution, che modificava integralmente la Costituzione, avremmo introdotto anche il federalismo fiscale. Oggi stiamo mettendo le «pezze» al Titolo V che ancora attende la sua applicazione perché voi non volete procedere in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Questa era la prima occasione per credere a quanto avevate fatto. Invece, in quest'aula state dimostrando di non credere alle vostre azioni e di presentare piccole pillole di federalismo fiscale per giustificare....
PRESIDENTE. Grazie, deputato Gibelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, certamente condivido le finalità di questa proposta emendativa, che sottoscrivo. Tuttavia, mi consenta di esprimere una valutazione.
Non riesco a capire perché il solo fatto di essere confinante con la Svizzera, a differenza di quanto accade alla montagna cuneese che confina con la Francia, debba significare per tale realtà di territorio montano, avente le stesse esigenze e le stesse necessità di altre, la concessione di determinate opportunità. Pertanto, mi auguro che dopo questo voto Governo e maggioranza possano riparare a tale situazione. Si tratta di opportunità che credo debbano essere riconosciute a tutto il territorio montano e a tutte le valli con le stesse caratteristiche sociologiche, territoriali ed ambientali [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, intervengo sul subemendamento in oggetto, che in qualche modo si collega a quello successivo Bressa 0.10.600.2 nonché all'emendamento del Governo 10.600. Infatti, vorrei spiegare a me stesso, ma anche chiedere al Governo un chiarimento sui motivi per cui ha espresso parere favorevole sui subemendamenti rispetto alla ratio dell'emendamento cui si riferiscono. Per spiegare meglio - tralasciando il discorso relativo all'importo che l'emendamento indica (se si allarga la platea, si dovrebbe aumentare l'importo, altrimenti si darebbe vita ad una guerra tra poveri) - esso nasceva per estendere alle zone confinanti con le province di Trento e Bolzano alcuni benefici sul piano economico e fiscale. Il subemendamento Bressa 0.10.600.2, che sembra di qualità, di fatto....
PRESIDENTE. Deputato Zorzato....
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, ho forse problemi di tempo?
PRESIDENTE. Sì, deputato Zorzato. Anzi, ha concluso il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, colgo l'occasione di questo subemendamento, illustrato dai colleghi, per intervenire. Ho sempre avuto nei confronti del sottosegretario Grandi grossa stima per l'impegno che ha profuso nell'attività parlamentare, anche quando era all'opposizione. Tuttavia, a me pare che in questo caso abbia avuto una caduta di stile molto rilevante e su questo richiamo l'attenzione del Presidente della Camera. Infatti, il sottosegretario Grandi fino a questo momento è presente a nome del Governo e non è passato per caso. Chi risponde a nome del Governo e si confronta con la Camera dei deputati non può dichiarare testualmente, a meno che non smentisca: «Basta con questo stillicidio. Io la fiducia l'avrei messa la scorsa settimana» (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Verdi e Italia dei Valori - Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego....
TEODORO BUONTEMPO. Anche l'applauso conferma il vostro trasformismo....
PRESIDENTE. Vi prego di far concludere il vostro collega. Deputato Buontempo, la invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nessun deputato appartenente al gruppo di Alleanza Nazionale ha parlato, quindi ho i tempi necessari. Non si tratta di un minuto per intervenire in dissenso o a titolo personale.
PRESIDENTE. Deputato Buontempo, mi scusi, ma per il suo gruppo è già intervenuto il deputato Alberto Giorgetti e dunque ha superato il suo tempo.
TEODORO BUONTEMPO. Ha ragione lei e quindi concludo. A me pare che le ultime parole «Noi non dovevamo lasciarci invischiare. A questo punto bisogna decidere ed arrivare al voto di fiducia» siano uno scandalo.
PRESIDENTE. La prego, deputato Buontempo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zanetta 0.10.600.3, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 518
Votanti 474
Astenuti 44
Maggioranza 238
Hanno votato sì 464
Hanno votato no 10).
Passiamo alla votazione del subemendamento Bressa 0.10.600.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere questo emendamento, che prevede di aggiungere le parole «e nelle province nelle quali oltre il 60 per cento dei comuni ricade nella zona climatica F, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412». Mi pare che tale proposta emendativa superi la differenza tra l'essere montanaro di serie A e di serie B che invece ho rilevato prima. Pertanto, chiedo che il Governo si rimetta all'Assemblea anche su questo subemendamento, perché va nella direzione che auspico e che certamente anche il gruppo dell'UDC condivide.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, stavolta credo di avere tempo a sufficienza per spiegarmi; quindi, mi rivolgo al Governo e al collega Delfino. Se il Governo interpreta il testo come il collega Delfino, Pag. 102il mio parere sul subemendamento è favorevole. Tuttavia, il subemendamento reca la congiunzione «e». Esso pertanto, invece di aggiungere altre province, sta eliminando dal testo del Governo la provincia di Verona. Vorrei che fosse chiaro cosa comporta questa proposta emendativiva (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, consentite al collega di sviluppare il suo intervento.
Prego, prosegua.
MARINO ZORZATO. Se il Governo nell'esprimere parere favorevole ha capito male, come il collega Delfino, può riformulare il testo sostituendo la congiunzione «e» con la congiunzione «o». Così facendo, rientrano sia Verona che le province di cui parla il collega Delfino, le quali hanno titolo per essere ricomprese in questa norma. Se invece resta la congiunzione «e», esse sono escluse e allora credo che i firmatari della proposta emendativa seguano una logica troppo di parte ed invece di pensare alla montagna in genere, pensano solo a pezzi di montagna.
Pertanto, chiedo al Governo di proporre una riformulazione del subemendamento Bressa 0.10.600.2 ed eventualmente aumentare l'importo, come sarebbe opportuno. La congiunzione «e» sia sostituita dalla congiunzione «o» perché per quella fascia di territorio la montagna è tutta uguale. Inoltre, propongo di aumentare lo stanziamento previsto dall'emendamento della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sperandio. Ne ha facoltà.
GINO SPERANDIO. Signor Presidente, vorrei apporre la mia firma al subemendamento in esame. Inoltre, intendo segnalare che in realtà questa serie di subemendamenti segnalano un problema di cui il Governo dovrà farsi carico, ovvero la necessità, da parte dell'amministrazione dello Stato, di individuare le misure che aiutino la permanenza nelle zone di montagna e in quelle disagevoli del nostro Paese. In realtà, con queste proposte emendative si trovano dei finanziamenti, come nell'emendamento precedente, per alcune zone del paese. Tuttavia....
PRESIDENTE. Colleghi deputati, vi invito a consentire lo svolgimento dei lavori senza produrre un rumore così forte da impedire l'ascolto degli oratori che stanno parlando.
Prosegua, deputato Sperandio.
GINO SPERANDIO. Lo stesso problema è vissuto in realtà anche da altre ed importanti zone del paese, come quelle dell'Appennino.
L'abbandono della montagna in un paese che ha circa il 60 per cento del proprio territorio definito come montano è un problema di carattere sociale, ma soprattutto di carattere ambientale che dovremmo affrontare seriamente in questi cinque anni.
Ritengo dunque che questo emendamento - che pure ha la mia condivisione - in realtà, oggi sia solo un palliativo poiché la questione è molto più ampia (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, mi associo a quello che già altri colleghi hanno segnalato precedentemente. Il fatto è che l'approvazione della proposta emendativa a firma Bressa rende molto vaghi i contorni dell'applicazione del successivo subemendamento che noi voteremo. Dunque, sarebbe opportuno capire di cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bressa. Ne ha facoltà.
Pag. 103GIANCLAUDIO BRESSA. Grazie Presidente, intervengo solo per spiegare un equivoco che potrebbe diventare spiacevole. Il collega Zorzato, che normalmente è molto preciso, questa volta ha preso un abbaglio. Infatti, la congiunzione «e» è da collegare alla frase «con priorità per le province». Dunque, si stabiliscono dei criteri di priorità che non sono criteri di esclusione. Questa disposizione riporta alla frase «oltre il 60 per cento dei comuni nella zona climatica F» in quanto, non avendo la possibilità di definire il territorio montano, viene utilizzato per l'appunto questo riferimento normativo. Tuttavia, si tratta soltanto di criteri per stabilire delle priorità, non certo delle esclusioni. La lettura del testo è, da questo punto di vista, chiarissima e non lascia dubbio alcuno di interpretazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico... Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.
Vi prego di chiedere la parola prima che io indica la votazione!
GUIDO CROSETTO. Sì, Presidente, ho provato ad alzare la mano...
Intervengo per richiamarmi all'intervento dell'onorevole Bressa. La norma in questione, colleghi, vale per tutte le province italiane; alla fine del comma si stabiliscono le priorità. Il Governo dovrebbe confermare soltanto se le priorità sono quindi quelle delle zone confinanti con la Federazione elvetica ed anche quelle che rientrano nella fascia F, come chiarito dal subemendamento Bressa 0.10.600.2.
Non si tratta di una disposizione che pone un'alternativa, ma di una norma che vuole precisare delle priorità secondo le quali il Ministero deve formulare il decreto di attuazione. In sintesi, essa riguarda tutte le province montane.
PRESIDENTE. Non ci sono chiarimenti? Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Bressa 0.10.600.2....
GIANPAOLO DOZZO. Ma avevo chiesto la parola!
PRESIDENTE. Insisto nel pregarvi di farvi notare per tempo, quando chiedete la parola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dozzo. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Grazie, Presidente. La spiegazione del collega Bressa non convince assolutamente, perché questo subemendamento, di fatto, esclude, sì, quelle province che sono confinanti con le province autonome di Trento e Bolzano, ma anche altre. Faccio un esempio: le province di Vicenza e di Verona non hanno il 60 per cento dei comuni in zona F. Dunque, caro Bressa, giustamente il collega Zorzato lo ha fatto notare e quindi, al posto di quella congiunzione «e» bisognerebbe scrivere «o». In caso contrario, verrebbero escluse le province che ho appena citato. L'unica beneficiaria in Veneto, collega Bressa, sarebbe la provincia di Belluno, vale a dire proprio la tua provincia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, chiedo di nuovo la parola per invitare il Governo a dare una risposta. Non si sta facendo una polemica politica, ma si è posta una questione di interpretazione e di miglioramento del subemendamento in esame. Mi sembra assurdo che il Governo non si pronunci, visto che tutta l'Assemblea sta chiedendo un chiarimento, semplicemente per migliorare quanto stiamo legiferando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratta Pasini. Ne ha facoltà.
Pag. 104
PIERALFONSO FRATTA PASINI. Signor Presidente, anch'io mi unisco a quanto hanno detto i deputati che sono intervenuti prima di me. Credo che in un momento di concitazione dei nostri lavori come questo, e di fronte a contestazioni di un certo tipo, sia assolutamente subdolo cercare di andare avanti senza avere un chiarimento da parte del Governo.
Come deputato veronese, signor Presidente, chiedo che il Governo si esprima e che anche gli altri parlamentari di Verona chiedano al Governo di esprimersi. È un particolare troppo importante perché il subemendamento a firma Bressa passi in questa maniera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Mi pare di capire che si tratti esclusivamente di un problema di interpretazione di una frase scritta nel testo della disposizione. Credo che, se il Governo volesse precisarla, sarebbe una cosa utile.
Dunque, chiedo anch'io che il Governo si esprima e che anche il relatore prenda atto della necessità di una precisazione nel senso indicato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bricolo. Ne ha facoltà.
FEDERICO BRICOLO. Signor Presidente, alla luce del contenuto del subemendamento, al di là dei problemi interpretativi riguardo ai quali sarebbe importante sentire cosa pensa il Governo, sembra di capire che la proposta emendativa presentata dall'onorevole Bressa, di fatto, voglia escludere alcune province come Verona e Vicenza che non hanno il 60 per cento del loro territorio nella zona climatica F. Dunque, questo è evidentemente un subemendamento che viene proposto dalla Margherita e da Bressa per premiare alcune province, e sicuramente per escludere quelle che ho citato. Il presentatore di questo subemendamento si ostina a negare l'evidenza. Sarebbe importante che il Governo intervenga per spiegare esattamente come questa disposizione si tradurrà sul territorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Mi scusi, signor Presidente. Qualcuno ha fatto richiesta di chiarimenti al Governo...
PRESIDENTE. Il Governo è presente in aula. Se ritiene di fare un chiarimento lo farà.
GASPARE GIUDICE. Presidente, se mi fa finire di parlare forse raggiungeremo un'intesa. Poiché il subemendamento è stato predisposto dall'onorevole Bressa, mi sembra corretto che sia proprio lui a spiegarci cosa intendeva escludere e che dia egli stesso un'interpretazione corretta della norma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
GIANCLAUDIO BRESSA. L'ho già spiegato!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Scusi, onorevole Bressa, non per fare diventare questa una questione un po' banale, ma quando si parla di situazioni molto delicate, come quelle riguardanti la montagna, di solito si trova storicamente un giusto equilibrio.
Signor Presidente, mi rivolgo direttamente all'onorevole Bressa perché, comunque, poiché l'interpretazione delle parole è stata fatta velocemente, l'intenzione di tutti è quella di chiedere al relatore di ridefinire il passaggio di questo subemendamento, atteso che il Governo, da quanto abbiamo intuito, ha trasferito all'Assemblea questo compito.
Per questo motivo, chiederei calorosamente al collega Bressa di ridefinire, assieme Pag. 105al relatore, l'interpretazione e la lettura esatta su cui tutti, peraltro, sappiamo di essere d'accordo.
MICHELE VENTURA. Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Credo che la questione probabilmente possa essere risolta aggiungendo una parola. Ma, tuttavia, preferisco chiedere un accantonamento per un tempo molto breve del subemendamento Bressa 0.10.600.2, affinché tutta l'Assemblea sappia esattamente che cosa stiamo per votare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame del subemendamento Bressa 0.10.600.2 deve intendersi accantonato.
L'accantonamento del subemendamento Bressa 0.10.600.2 comporta l'accantonamento anche dell'emendamento 10.600 (Nuova formulazione) della Commissione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Della Vedova 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, questo emendamento si spiega da sé ... Mi scusi Presidente, forse è meglio aspettare che il Comitato dei nove si riunisca formalmente da qualche altra parte.
PRESIDENTE. Se il Comitato dei nove ritiene di doversi riunire, dovremo sospendere la seduta per cinque minuti, oppure ... Prego, deputato Della Vedova.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Grazie, onorevole Presidente. Dicevo che questo emendamento si spiega da sé. Credo che abbiamo la possibilità, tra le cento tasse o incrementi di tasse - qualcuno le ha contate, forse sono un po' meno - previste in questa finanziaria... Scusi, signor Presidente!
PRESIDENTE. Scusate, sono costretto a disporre una breve sospensione della seduta. In questo modo non si può procedere!
Sospendo la seduta per cinque minuti.
La seduta, sospesa alle 22,10, è ripresa alle 22,15.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'emendamento Della Vedova 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sull'emendamento in esame, di cui sfugge l'importanza (o, meglio, è sfuggita l'importanza della norma che chiedo di abrogare), vale a dire il comma 2 dell'articolo 10: semplicemente si autorizzano le province italiane ad un aumento del 50 per cento - si passa dall'aliquota del 20 all'aliquota del 30 per cento - dell'imposta provinciale per la trascrizione, iscrizione ed annotazione dei veicoli.
Si tratta, quindi, di un'ulteriore tassa che viene imposta a tutti i possessori di qualsiasi tipo di veicolo, di cui credo nessuno avvertiva la necessità. Vi sarà un aumento consistente del bollo per tutti gli autoveicoli ed, in aggiunta a tale misura, vi sarà anche un aumento dell'imposta provinciale di trascrizione.
Chiedo ai colleghi, non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza, di riflettere sulla necessità per il nostro paese di questa tassa che andrà a gravare su tutti i possessori di autoveicoli.
Lo ripeto, tenendo presente che abbiamo già dato una bella bastonata con la tassa di proprietà che va sotto il nome di bollo automobilistico: è necessario considerare la possibilità di votare a favore di Pag. 106questo emendamento. Risparmiamoci almeno questo piccolo aumento di tasse.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 22,18)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Grazie Presidente, non vorrei sfuggisse all'Assemblea la rilevanza di questo emendamento: stiamo infatti parlando di una tassa che colpisce buona parte dei beni mobili registrati (autoveicoli, autovetture e motoveicoli). Dopo che voi in campagna elettorale e anche recentemente avete speso parole dicendo che avreste alleggerito i passaggi di proprietà e tutti gli atti di trascrizione, copiando peraltro una norma ideata dal ministro Tremonti che consentiva il passaggio gratuito di proprietà, eliminando l'obbligo del notaio, con l'introduzione di questa nuova tassa voi appesantite notevolmente, sotto il profilo fiscale, tutte queste trascrizioni. Oltre al bollo, rendete ancora più difficile il passaggio di proprietà e il rinnovo del parco auto, con tutte le conseguenze, anche in campo ecologico, di una gabella di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Intervengo per sottoscrivere a nome del gruppo Lega Nord l'emendamento del collega Della Vedova. In una legge finanziaria fatta di tante gabelle, di tante nuove imposte e di tante tasse, francamente (nella valutazione degli emendamenti questa ci era «quasi» sfuggita), se ragioniamo di redistribuzione, come vuole ragionare questa finanziaria e questo Governo, pensare di aumentare l'imposta di trascrizione sugli autoveicoli del 50 per cento è contraddittorio ancora una volta. Da una parte, aumentiamo il bollo auto e favoriamo il ricambio degli autoveicoli verso modelli meno inquinanti, dall'altra aumentiamo le imposte di trascrizione per gli autoveicoli. Ancora una contraddizione viene messa tra le righe da questa maggioranza. A questo punto, è palese che si tratta di una cosa iniqua e chiediamo pertanto che venga soppressa.
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Vorrei informare l'Assemblea che alle 22 e 12 minuti l'agenzia Ansa ha battuto una comunicazione, con la quale si anticipa che si prevede una riunione del Consiglio dei ministri per preparare un maxiemendamento di mille commi sul quale porre la questione di fiducia. Vogliamo capire se ciò corrisponda al vero. Il Governo ci deve dire che cosa stiamo facendo in aula ora se si prevede, come dicono le agenzie, un voto di fiducia per la fine della settimana. Che sia chiaro, Presidente, il Governo ci deve dare una risposta (Commenti dei deputati dei gruppi della maggioranza)! Deve dirci se è vero o se sono solo illazioni giornalistiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. I rappresentanti del Governo sono in aula, ma evidentemente non è loro intenzione rispondere a questa richiesta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Condivido appieno le argomentazioni dei colleghi intervenuti prima di me, quindi non aggiungo nulla; chiedo soltanto di poter apporre la mia firma all'emendamento 10.1 del collega Della Vedova.
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 107
DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Grazie Presidente. Avevo chiesto la parola per dire le stesse cose che ha detto poco fa l'onorevole Gibelli. Vorrei, però, che lei sollecitasse il Governo a rispondere, perché non è possibile usare in questo modo il Parlamento ed i parlamentari, che stanno in quest'aula per votare quello che domani forse non vi sarà più.
Poiché abbiamo appreso che domani verranno presentati ulteriori emendamenti del Governo e della Commissione, per una questione di dignità, visto che poche ore fa il sottosegretario Letta ha ribadito le intenzioni di questo Governo, mentre da agenzie di stampa abbiamo appreso che la fiducia verrà posta giovedì, chiediamo all'Esecutivo di intervenire e rispondere perché vogliamo capire in che modo dobbiamo proseguire i nostri lavori (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
TOMMASO FOTI. Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole Santanchè, il Governo è rappresentato in aula; c'è anche il ministro per i rapporti con il Parlamento: se intende intervenire, può farlo, altrimenti questa Presidenza non è autorizzata ad imporre alcunché.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Anch'io chiedo all'Assemblea di voler riconsiderare il voto favorevole, soprattutto da parte della maggioranza, su questo emendamento, che sottoscrivo, perché va ad incidere sull'importante attività del trasporto merci. Ancora una volta, da un lato si firmano le intese con le associazioni di categoria, che tendono ad introdurre elementi di allineamento ai costi sostenuti dai colleghi concorrenti europei, dall'altro si introducono incrementi, con misure che non fanno capire alla gente cosa succede. Sollecito quindi un voto favorevole sull'emendamento 10.1 del collega Della Vedova.
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Presidente, se mi consente, vorrei richiamare l'attenzione del ministro Chiti, attualmente il più autorevole rappresentante del Governo in questo momento in aula. Quello che è stato fatto rilevare ha una certa importanza: dovreste rispettare anche i colleghi della maggioranza, perché se è vero che si prepara un Consiglio dei ministri per approvare l'ennesimo emendamento con mille commi, che cosa ci stiamo a fare, qui? Avanziamo pertanto una proposta di sospensione dei lavori per poter capire come stanno le cose (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Il ministro Chiti può dire tranquillamente se è vero o se non è vero. La proposta è che se il Governo non intende rispondere, si sospendano i lavori per capire che cosa accade. Non ci facciamo offendere da un Governo delegittimato, senza consenso e solo arrogante (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi della maggioranza).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Presidente, attraverso di lei vorrei far rilevare ai colleghi dell'opposizione come oggi sia la terza o la quarta volta che, in funzione di una previsione, di un sentimento, di un auspicio o di non si sa che cosa...
TOMMASO FOTI. È uscita un'agenzia! C'è un'agenzia che ti smentisce!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi! Facciamo terminare l'onorevole Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI. Siate sereni, ascoltateci come noi ascoltiamo voi pazientemente! Stavo dicendo che è la terza o quarta volta che l'opposizione, con argomentazioni Pag. 108diverse, chiede per questa fattispecie che il Governo dovrebbe dire qualcosa riguardo alla fiducia. Vorrei dire a lei, Presidente, e a tutti i colleghi che il Governo, presente in aula, ha spiegato chiaramente, non meno di due ore fa, qual è la sua posizione. Ora, che addirittura si utilizzi - lo dico soprattutto a tante persone che militano attualmente nell'opposizione - una agenzia, che in forma anonima mette in campo un'ipotesi, che peraltro lo stesso rappresentante del Governo, motivando chiaramente qual è la ragione per la quale si potrebbe eventualmente giungere alla fiducia, ha detto che è sicuramente tra le ipotesi se non si riescono a concludere in tempo i lavori, non porta assolutamente nulla di nuovo nel dibattito.
ELIO VITO. Vai a dormire! Sei stanco!
ROBERTO GIACHETTI. Così come non è nuovo il tentativo costante delle opposizioni di trovare un pretesto per sospendere i lavori dell'Assemblea. Siamo in grado di andare avanti, abbiamo ancora decine di voti da esprimere sugli articoli. La risposta il Governo l'ha fornita per due volte di seguito in questa giornata.
Mi auguro, signor Presidente, che si metta fine, ovviamente in base alle valutazioni che spettano alla Presidenza, non dico a questa forma di ostruzionismo, ma a questo chiaro tentativo di volere, per forza, interrompere la seduta. Non ve n'è alcuna ragione. Il rappresentante del Governo è presente ed è intervenuto, e penso che sia sufficiente. Non credo che lo stesso argomento possa essere ripetuto per otto volte nel corso della stessa seduta (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ELIO VITO. Prima hai detto tre volte!
MAURO DEL BUE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, penso che in questa Assemblea dobbiamo cercare tutti di essere meno ipocriti e riconoscere che un disegno di legge finanziaria con 217 articoli e migliaia di emendamenti non può essere approvato in questo modo, nei limiti di tempo in precedenza richiamati dall'onorevole Bianco. Il problema di fondo è che c'è un tentativo, da parte della maggioranza, di addossare alla minoranza la responsabilità della richiesta del voto di fiducia che, prima o poi, arriverà.
Francamente, questo è inaccettabile e incomprensibile perché la maggioranza, finora, non ha posto la questione di fiducia in quanto non è pronta a porre la questione di fiducia su un disegno di legge finanziaria che ancora non è completato e non è definito (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista, Forza Italia e Alleanza Nazionale). Questo è il punto di fondo. Lo affermo senza polemica, non intendo far polemica con alcuno. Affermo tutto questo con il massimo del rispetto nei confronti della maggioranza e dei suoi legittimi diritti, tra i quali c'è anche quello di porre la questione di fiducia. Ritenevo che non fosse uno scandalo, ieri, quando è stata posta dal Governo Berlusconi, e ritengo non sarebbe uno scandalo oggi, se la ponesse il Governo Prodi! Il problema è essere sinceri e dire la verità in questa Assemblea, senza continuare questa assurda commedia degli inganni.
Chiedo alla maggioranza un bagno di lealtà nei confronti di tutti i parlamentari, nel rispetto assoluto di questa Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, da parte dell'onorevole Gasparri è stata avanzata una richiesta di sospensione dei lavori. Qual è il suo parere al riguardo?
ROLANDO NANNICINI. Garantisca i lavori dell'Assemblea!
MICHELE VENTURA, Relatore. Il mio parere, signor Presidente, è che alla domanda dei colleghi di Alleanza Nazionale Pag. 109- il collega Gasparri e la collega Garnero Santanchè - volta a sapere che cosa stiamo facendo in quest'Assemblea rispondo che ci stiamo occupando di alcune province e dobbiamo continuare a farlo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ritengo che il miglior modo di procedere, rispetto alla richiesta di sospensione, sia quello di dare la parola a un deputato a favore e a un deputato contro e, successivamente, di metterla in votazione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
Mi sembra, lo ripeto, il modo migliore di procedere (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
ANTONIO BORGHESI. È la quarta volta!
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare a favore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, naturalmente mi esprimo a favore della sospensione. Ho domandato, non al relatore, per la precisione, ma al Governo, se sia vero o meno che intende porre la questione di fiducia su un maxiemendamento di mille commi. È una questione che deve essere affrontata e la sospensione può indurre a più miti consigli questo Governo, che tace (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Proteste dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ANTONELLO FALOMI. Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONELLO FALOMI. Signor Presidente, siamo contrari a questa proposta che, ogni tanto, è reiterata in questa Assemblea. Si pongono continuamente questioni che già sono state risolte ed alle quali il Governo ha già dato risposta.
Il collega Del Bue, in precedenza, ci invitava a non essere ipocriti. Ebbene, raccolgo l'appello a non esserlo. Mi pare evidente che l'opposizione stia facendo del tutto per spingere il Governo a porre la questione di fiducia. Questa è la verità e per questo motivo siamo contrari (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospendere i lavori, per questa sera, rinviando a domani il seguito dell'esame.
(È respinta).
Riprendiamo l'esame dell'emendamento Della Vedova 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, sono il primo deputato del mio gruppo ad intervenire e, quindi, il mio intervento non è a titolo personale. In realtà, non so nemmeno di che cosa tratti questo emendamento (Vivi commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), ma intendo spiegarvi per quale motivo sto intervenendo subito. Sto intervenendo perché avrei voluto motivare, poco fa, il sostegno alla proposta dell'onorevole Gasparri. L'appello a non essere ipocriti, cari colleghi della sinistra, dovreste recepirlo voi, per primi! Oggi, durante la seduta pomeridiana, è stata posta ripetutamente una questione alla quale ritenevamo che il Governo avesse dato (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)...
Pag. 110PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Menia. Abbiamo già concluso questa discussione. È stata formulata una proposta di sospensione dei lavori ed è stata posta in votazione. Torniamo al merito dell'emendamento, per cortesia, altrimenti non ne usciamo più!
ROBERTO MENIA. Nel merito dell'emendamento, io spiego politicamente la ragione per la quale tutti i deputati del mio gruppo chiederanno di parlare su questo emendamento (Applausi polemici dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)! Signor Presidente, è accaduto un fatto nuovo e innegabile. Il Governo ha sostenuto che la questione di fiducia era solo una ipotesi, una possibilità. Ora apprendiamo, invece, della convocazione del Consiglio dei ministri per la predisposizione di un maxiemendamento (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur) con il quale si vanifica tutto il lavoro che, in maniera ridicola, continuiamo a svolgere questa sera! Noi sappiamo che stiamo tirando inutilmente la carretta per fare un lavoro che a nulla servirà...
PRESIDENTE. Onorevole Menia, non possiamo tornare su questo tema!
ROBERTO MENIA. ...perché sarà sostituito da un maxiemendamento, di oltre mille commi, sul quale il Governo porrà la questione di fiducia (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
PRESIDENTE. Per cortesia, abbiamo già concluso questo argomento!
ROBERTO MENIA. Questa è una cosa ignobile! Questo è il motivo per il quale noi, questa sera, non vi lasceremo lavorare!
TOMMASO FOTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Fabris).
TOMMASO FOTI. Signor Presidente, se l'onorevole Fabris, presidente del gruppo dei Popolari-Udeur, già nel Polo delle libertà nel 1996, mi consente parlare, desidero richiamare la Presidenza sul fatto che non si può accusare qualsiasi gruppo di ostruzionismo quando ancora abbiamo a disposizione 2 ore e 45 minuti di tempo per intervenire sugli emendamenti (Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)! Non potete impedire ad un gruppo parlamentare, legittimamente, di utilizzare i tempi a sua disposizione per gli emendamenti nel modo che ritiene opportuno! State facendo un processo alle intenzioni! Con la logica - che vi appartiene - di coloro i quali hanno già perpetrato l'inganno e devono vestirsi da vergini, volete porre la questione fiducia senza avere il coraggio di rivendicarla! Vergogna! Vergogna! Vergogna (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non condivido quello che sta accadendo in questa Assemblea, né per i toni, né per il contenuto. Due ore fa, per l'ennesima volta, nell'apprendere alcune notizie, ho chiesto, insieme a molti altri deputati di questa Assemblea, tra cui il presidente Fini e il vicepresidente Leone, se ci fosse una rinnovata intenzione, da parte del Governo, di porre la questione di fiducia.
Pag. 111GIACOMO DE ANGELIS. Così ricominciamo daccapo!
LUCA VOLONTÈ. No, forse non hai capito (Commenti). Ci è stato detto dal Governo, due ore fa, che non è questa l'intenzione. Ci è stato anche promesso che si sarebbe tornati alla proposta del relatore per discutere su quanto l'opposizione aveva chiesto, e che a noi interessa, cioè la continuazione di questo dibattito e l'esame, domani, con la presenza dei ministri Bersani e Padoa Schioppa, dei temi che riguardano il Mezzogiorno e lo sviluppo. A questo ci atteniamo, sapendo ciò che la Presidenza ha comunicato ieri, cioè che il Governo si è impegnato a presentare, entro domani, i nuovi emendamenti.
Evidentemente, da quel momento in poi ci sarà la prova se il Governo vuole continuare a discutere gli emendamenti o se vuole fare altro. Fino a quel momento, restiamo in attesa, continuando i nostri lavori, di approfondire i temi dello sviluppo e del Mezzogiorno, che abbiamo richiamato oggi, e in attesa di votare questo articolo che, con il contributo di tutta l'opposizione, oltre che della maggioranza, mi sembra possa essere decisamente migliorato (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), L'Ulivo e Verdi).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Vedova 10.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 510
Votanti 495
Astenuti 15
Maggioranza 248
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 269).
Riprendiamo l'esame dell'emendamento 10.600 della Commissione e del subemendamento Bressa 0.10.600.2, ad esso relativo, precedentemente accantonati.
Ha chiesto di parlare il Presidente della V Commissione, onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, nel subemendamento Bressa 0.10.600.2, dopo le parole: «di Trento e di Bolzano» è da sostituire la parola: «e» con le seguenti: «nonché per quelle». Poi, in sede di coordinamento...
TOMMASO FOTI. Facciamo il coordinamento adesso?
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Stavo dicendo...
TOMMASO FOTI. Si fa a fine seduta...!
FRANCESCO PIRO. Ma che fa quello, il Presidente dell'Assemblea?
PRESIDENTE. Onorevole Foti, per cortesia!
TOMMASO FOTI. Ho solo detto che il coordinamento non c'entra.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, il collega è un po' agitato. Stavo solo dicendo che questa integrazione comporta, al subemendamento Zanetta 0.10.600.3 la sostituzione delle parole: «e con la Confederazione Elvetica», con le seguenti: «per quelle con la Confederazione Elvetica». Così si chiude la questione.
PRESIDENTE. L'onorevole Bressa accetta la riformulazione del suo subemendamento 0.10.600.2 proposta dal presidente della Commissione?
GIANCLAUDIO BRESSA. Sì, Presidente, la accetto.
Pag. 112PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Garavaglia, dovrei prima chiedere al Governo se confermi il parere precedentemente espresso, di rimettersi all'Assemblea sul subemendamento Bressa 0.10.600.2.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo a nome di tutto il gruppo della Lega Nord Padania. Apprezziamo, da un lato, la riformulazione; dall'altro, però, vorremmo rimarcare una questione molto semplice, ma anche molto importante.
È successo un fatto emblematico questa sera. Noi parlamentari del nord siamo dei «polli». Ci siamo accapigliati per 5 milioni di euro di compartecipazione, cioè non soldi in più. Ripeto: 5 milioni di euro. Oggi pomeriggio, per due ore e mezzo si è discusso della ripartizione di miliardi di euro. Porto l'esempio della viabilità secondaria della Sicilia e della Calabria (non me ne vogliano i colleghi della Sicilia e della Calabria): qualcuno mi deve spiegare come sia possibile, anche solo mettere in appalto 500 milioni di euro in tre anni. Alla Pedemontana viene data la stessa cifra, ripartita in 15 anni. Se questa è l'idea che avete del federalismo fiscale, non avete capito un «tubo» (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Bressa 0.10.600.2, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 459
Astenuti 44
Maggioranza 230
Hanno votato sì 441
Hanno votato no 18).
Prendo atto che l'onorevole Cesa non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento della Commissione 10.600.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cossiga.
GIUSEPPE COSSIGA. Signor Presidente, mi dispiace che l'esame dell'emendamento della Commissione giunga in un momento un po' «caldo», ma debbo fare una notazione rivolgendomi al relatore, al presidente della Commissione ed anche agli uffici per un doppio errore, uno di italiano ed uno relativo all'unità di misura. Così com'è scritto, l'emendamento non ha senso e, se vi è qualche ingegnere elettrotecnico, capirà rapidamente il perché.
Leggo dalla nona riga dell'emendamento: «Consumo di energia elettrica concernente i consumi relativi a forniture con potenza impegnata superiori 200 Kwh». A parte il fatto che per la sigla di chilowattora la lettera «K» si scrive minuscola e la lettera «w» deve essere scritta maiuscola, il problema è che i consumi si esprimono in chilowattora e le potenze in chilowatt. I consumi sono maschili, le potenze femminili. Quando si scrive: «potenza impegnata superiori a 200 Kwh» (vi assicuro che non vi è alcun intento ostruzionistico), si intende parlare di consumi superiori a 200 chilowattora, ma forse al mese o all'anno, o a potenze installate superiori a 200 chilowatt?Pag. 113
Se leggiamo il testo del decreto n. 511 del 1988, notiamo che vi sono due tipologie: una relativa ai consumi superiori ai 200 mila chilowattora al mese ed un'altra relativa alle potenze installate superiori a 200 chilowatt. Quindi, la Commissione dovrebbe chiarire se stiamo parlando delle addizionali relative a potenze superiori a 200 chilowatt, senza limiti di consumi o se stiamo parlando di consumi senza limiti di potenza. L'emendamento, così com'è scritto, non ha senso. Può anche darsi che siano limiti di potenza e limiti di consumo. Chiedo alla Commissione di rivedere il testo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Ventura?
MICHELE VENTURA, Relatore. Ringrazio il collega Cossiga. Si tratta probabilmente di un refuso (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Colleghi, non capisco questo continuo clima da stadio. Evidentemente, neppure i colleghi della Commissione se ne erano accorti.
ALBERTO GIORGETTI. Infatti!
MICHELE VENTURA, Relatore. Non vi è nulla di strano: sistemeremo il testo. Signor Presidente, ci conceda pochi minuti.
PRESIDENTE. Sta bene.
Sospendo la seduta per cinque minuti.
La seduta, sospesa alle 22,45, è ripresa alle 22,50.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Onorevoli colleghi, cortesemente prendete posto... Cerchiamo di dare un ordine ai nostri lavori.
Chiedo all'onorevole Ventura di riferire all'Assemblea in merito agli esiti della riunione del Comitato dei nove.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, aveva ragione l'onorevole Cossiga. Pertanto, l'emendamento 10.600 (Nuova formulazione) della Commissione è da intendersi riformulato, sostituendo, all'undicesima riga, le parole «superiori a 200 Kwh» con le seguenti: «superiore a 200 chilowatt». Nella formulazione errata vi era un'«h» in più...
PRESIDENTE. Ed una «i» al posto di una «e»...
MICHELE VENTURA, Relatore.. ..ed una «i» al posto di una «e».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, ringraziando il Governo, il relatore e tutta l'Assemblea per il lavoro svolto, e considerato che con le modifiche costruttive che abbiamo apportato al testo, con il voto attuale, abbiamo decuplicato la platea degli interessati a questo problema, credo che il Governo ed il relatore debbano assolutamente fare un emendamento «a se stessi». Non propongo cifre; la logica sarebbe aumentare la somma da 5 milioni a 50 milioni, se la platea è aumentata di 10 volte. Ci accontenteremmo di un segnale di modifica dell'importo, altrimenti si tratta veramente di cifre «da poveri». Ritengo pertanto che il Governo ed il relatore, solo per il fatto oggettivo che è stata decuplicata la platea, debbano dare un segnale di modifica dell'importo. Mi rimetto al relatore, non propongo cifre, ma trattandosi di poste inserite nella Tabella A, la modifica è banalissima e pertanto non vi è bisogno di sospensioni dei lavori, né di accantonamenti. Occorre solo che il relatore dica che la platea è aumentata e che propone di rivedere la cifra ipotizzata, di quanto riterrà, parlando con il Governo, se possibile.
Lo ripeto, non dico che sia necessario stanziare 50 milioni di euro l'anno, perché immagino sia difficile, ma 10, 15 o 20 milioni di euro l'anno è la somma minima Pag. 114che si possa stanziare. È una responsabilità che rimando alla sensibilità del relatore, il quale sicuramente ha buonsenso e terrà in considerazione questa proposta. Auspico che abbia un'interlocuzione rapida con il Governo, avanzando una proposta che noi accoglieremo positivamente. Ritengo dunque necessaria una modifica nel senso che ho testé chiarito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, questo emendamento e quello precedente, riformulati, testimoniano che il lavoro che sta facendo l'opposizione è assolutamente costruttivo e migliorativo. Tuttavia, è chiaro che non si può procedere, signor Presidente - anche se, nello specifico di questa proposta emendativa, il nuovo testo è accettabile - con una finanziaria che, dai chilowattora a temi molto più seri, procede in modo empirico.
Non si può procedere con coperture che sono mutanti e rotative; non si può procedere con emendamenti del Governo che modificano gli emendamenti precedenti e quelli approvati. Non si può assistere - e, in tal senso, esprimo anche la mia solidarietà al relatore: molte volte sono stato seduto al banco del Comitato dei nove - al relatore che corregge il Governo e non si può - lei, signor Presidente, oggi ci ha detto che non è una regola, ma è opportuna la presenza in aula del ministro competente - constatare l'assenza reiterata del ministro Padoa Schioppa.
Per tutti questi motivi, credo sia opportuno aggiornare la seduta a domani e chiedere al ministro dell'economia e delle finanze di venire in aula (Commenti) e, per una volta, rendere seria questa finanziaria, senza tutti questi aspetti che sono contro il regolamento e, soprattutto, contro i cittadini che ci stanno a guardare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevole Jannone, lei sa che abbiamo già votato una richiesta di sospensione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dire che condivido la posizione espressa dall'onorevole Zorzato. Essendosi allargata la platea, mi sembra giusto aumentare anche le risorse.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, nutro tuttavia alcune preoccupazioni in merito, perché di solito il Governo, quando si vede spinto, per esigenze proprie, a coprire alcuni impegni, fa ricorso al «bancomat» del fondo per le aree sottoutilizzate e non vorrei che lo facesse anche per rispondere a questa necessità. Pertanto, raccomando al Governo di fare fronte a tale esigenza con attenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo sul problema dell'aumento dei fondi. Considerando che ci stiamo rendendo conto che 5 milioni sono una somma esigua, vorremmo ricordare all'Assemblea che in precedenza sono stati respinti emendamenti presentati della Lega che proponevano l'innalzamento della somma da 5 a 20 milioni. Se si aprisse una discussione in merito, riteniamo che si dovrebbe prendere in considerazione questo aspetto. La Lega, che già aveva riscontrato tale discriminazione verso le regioni del nord, aveva presentato i suoi emendamenti. Dunque, se si volesse realmente fare un gesto di questo tipo, dovrebbero essere riprese in considerazione le nostre precedenti proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 11510.600 (Nuova formulazione) della Commissione, nel testo corretto e subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 454
Astenuti 46
Maggioranza 228
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 184).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.601 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 489
Astenuti 15
Maggioranza 245
Hanno votato sì 271
Hanno votato no 218).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Filippi 10.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 512
Votanti 495
Astenuti 17
Maggioranza 248
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fugatti 10.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 514
Votanti 502
Astenuti 12
Maggioranza 252
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 275).
Prendo atto che l'emendamento D'Elpidio 10.8, ritirato dai presentatori, è stato fatto proprio dall'onorevole Elio Vito, a nome del gruppo Forza Italia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, il collega Elio Vito, se vuole, ovviamente ha diritto a fare proprio un emendamento; tuttavia, non mi sembra un atto di grande correttezza parlamentare. Nel momento in cui (Commenti)... Onorevoli colleghi, scusate, io sto ascoltando tutti. Se posso ricevere altrettanta attenzione... Stavo dicendo che dato che il Governo e la Commissione, fin dall'inizio, hanno chiesto al collega D'Elpidio ed agli altri colleghi del gruppo Popolari-Udeur di ritirare questo emendamento per trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, fare proprio l'emendamento e portarlo inevitabilmente alla reiezione, impedisce ai colleghi di presentare un ordine del giorno di contenuto analogo.
Dunque, se posso chiedere un atto di correttezza nei rapporti parlamentari, pregherei l'onorevole Elio Vito di recedere dalla decisione di fare proprio tale emendamento, perché altrettanto, in genere, non abbiamo mai fatto nei vostri confronti, colleghi dell'opposizione.
ANTONIO LEONE. Caspita!
Pag. 116PRESIDENTE. Onorevole Elio Vito, conferma la sua richiesta di fare suo l'emendamento D'Elpidio 10.8?
ELIO VITO. Sì, signor Presidente, la confermo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, per cogliere l'invito del collega Boato chiederei al relatore ed al Governo di riconsiderare il parere espresso e consentire che questo emendamento, che è di buonsenso, venga approvato da parte dell'Assemblea. Mi sembra che, in tal modo, rafforzeremmo la proposta emendativa con un voto favorevole dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Elpidio 10.8, ritirato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo di Forza Italia, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 515
Votanti 492
Astenuti 23
Maggioranza 247
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 266).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alberto Giorgetti 10.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 519
Votanti 505
Astenuti 14
Maggioranza 253
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 276).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Armani 10.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, di fatto, con l'approvazione dell'emendamento 10.601 della Commissione non solo si porta il testo dell'articolo in esame a riconsiderare i temi, evidentemente correlati alle province, sia dell'addizionale e dell'energia elettrica sia dell'imposta di trascrizione, ma si riaprono anche una serie di altri temi riguardanti gli enti locali. Infatti, nell'emendamento 10.601 della Commissione vi è una disposizione che non abbiamo ben capito a cosa si riferisce, ma in cui sostanzialmente si consente al Ministero dell'economia e delle finanze di valutare situazioni di possibile dissesto ed altri problemi inerenti ai comuni.
In riferimento a ciò, intendiamo riproporre una questione già precedentemente affrontata, concernente l'imposizione (si tratta, infatti, di un tema strettamente attinente all'articolo 10). Con l'emendamento in esame, si propone di riportare in capo al consiglio comunale la competenza in materia di approvazione delle aliquote dell'imposta comunale sugli immobili.
Riteniamo, alla luce di un percorso che vede un'ulteriore vessazione nei confronti dei contribuenti, che tale decisione non debba essere competenza esclusiva delle giunte comunali, e comunque che non debba essere lasciato alla discrezionalità delle stesse decidere se conferirle o meno al consiglio comunale. Consideriamo un segnale democratico forte ed importante, dunque, far in modo che sia il consiglio comunale a deliberare l'eventuale aumento delle aliquote dell'ICI.
Chiediamo al Governo e al relatore, quindi, di rivedere il loro parere sull'emendamento Pag. 117in esame, ed ovviamente invitiamo l'intera Assemblea ad esprimere un voto favorevole su di esso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Filippi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere le firme dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania all'emendamento Armani 10.7 per tre buoni motivi.
Il primo concerne la trasparenza, poiché, signor Presidente, i cittadini possono assistere alle sedute del consiglio comunale, e dunque possono essere presenti quando vengono assunte quelle scelte, come l'aumento delle imposte, che li toccano più da vicino.
Per quanto riguarda il secondo, sosteniamo l'emendamento Armani 10.7 perché si può prevedere la presenza, nella giunta comunale, di assessori esterni, i quali non rappresentano i cittadini.
Il terzo motivo, infine, è rappresentato dal fatto che, in sede di Commissione, il sottosegretario Grandi ha giustificato la contrarietà del Governo all'emendamento in esame sostenendo che non voleva «mettere i calzoni ai comuni»!
Bene, vedo che annuisce... Lo ringrazio per la sincerità; tuttavia, ciò dimostra che egli, se non vuole metter loro i pantaloni, li vuole lasciare in mutande!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, chiedo innanzitutto di apporre la mia firma all'emendamento Armani 10.7. Vorrei dire al relatore che mi pare che oggi, durante la riunione della Commissione, vi fosse stata una specie di discrasia - questa volta, evidente! - tra l'orientamento del Governo e quello dello stesso relatore.
L'emendamento in esame, in sintesi, obbliga i sindaci a far approvare la variazione delle imposte dal consiglio comunale. Si tratta di una scelta che quasi tutti i comuni compiono (come avviene a Milano per il centrodestra e a Torino e a Firenze per il centrosinistra), mentre altri comuni si avvalgono della possibilità di interpretare la norma in un certo senso, e fanno decidere la giunta su tale materia.
Riteniamo che una decisione importante, come l'aumento delle imposte locali, debba essere, oltre all'approvazione dei bilanci, una delle poche competenze residuali che possano rimanere in capo al consiglio comunale, e l'emendamento Armani 10.7 precisa tale questione. Esso non comporta costi aggiuntivi e dunque non ravviso ragioni contrarie alla sua approvazione. Ricordo che alcuni comuni, anche se altri si ostinano a non farlo, già operano in tal senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervenendo a titolo personale, vorrei dire che qualsiasi amministratore locale sa che non far decidere al consiglio comunale l'approvazione delle nuove aliquote dell'ICI rappresenta una forzatura nei confronti sia dello stesso consiglio, sia dei cittadini!
Pertanto, stabilire che sia il consiglio comunale, e non la giunta, a fissare le nuove aliquote dell'imposta comunale sugli immobili rappresenta, a nostro avviso, una scelta di puro buon senso e di trasparenza: quindi, non si può votare contro l'emendamento in esame!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi sembra che le osservazioni formulate dai colleghi Crosetto e Garavaglia si riferiscano proprio all'atteggiamento assunto da numerosi enti locali, nei quali esiste una prassi, ormai consolidata nel tempo, che tende ad escludere le assemblee consiliari da ogni decisione rilevante in ordine al futuro del comune.Pag. 118
Ricordo che provengo da una regione dove, in nome di un eccessivo rafforzamento del ruolo del sindaco e della giunta, si prescinde totalmente dalla assemblee elettive. Credo che una proposta emendativa di buonsenso, come quella in esame, debba accomunare tutti, poiché serve a ripristinare il potere dei consigli comunali in merito ad un compito essenziale, insito nella natura stessa di un'assemblea elettiva, quale decidere se aumentare o meno le imposte.
Ritengo che l'emendamento Armani 10.7 sia fondato, poiché siamo in presenza di atteggiamenti difformi in numerosi enti locali. Ritengo più che mai opportuna, pertanto, la sollecitazione di tale proposta (la quale, poi, assume un carattere cogente) affinché ci si comporti di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, chiedo anch'io di apporre la mia firma all'emendamento Armani 10.7. Vorrei formulare solo una considerazione. La vigente legge elettorale degli enti locali fa sì che i consiglieri comunali di maggioranza (ancor più quelli di minoranza) non contino niente. Trattandosi di imposte locali, ritengo molto giusto assegnare tale competenza all'intero consiglio comunale, affinché i consiglieri possano adempiere al mandato ricevuto dagli elettori, assumendosene al contempo le relative responsabilità [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, sotto il profilo strettamente giuridico, quanto indicato dall'emendamento in esame rappresenta una scelta cosiddetta tassativa. In altri termini, i giuristi direbbero che rispetto ad una definizione lata, come il termine «il comune», l'espressione «il consiglio comunale» costituisce una definizione tassativa, che è difficile eludere.
L'emendamento Armani 10.7, ovviamente, assume un significato politico e tecnico, poiché la legge elettorale che ha condotto all'elezione diretta dei sindaci ha svilito notevolmente il ruolo delle assemblee consiliari. In tal modo, si assegnerà nuovamente uno dei temi fondamentali del rapporto tra cittadini ed amministrazione locale all'assemblea consiliare, che rappresenta la sede più idonea per trattare questo tipo di tematiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, vorrei rilevare che la maggioranza ha fatto della parola «trasparenza» uno dei temi principali della campagna elettorale. Ebbene, sappiamo tutti che gli atti del consiglio comunale sono pubblicati anticipatamente non solo nella bacheca del comune, ma anche in tutti gli albi dei quartieri, poiché si tratta di atti preventivi; gli atti della giunta comunale, invece, vengono comunicati successivamente.
Un atto quale l'aumento di un'imposta deve essere, prima di essere assunto, preventivamente comunicato ai cittadini, al di là dell'informazione alle assemblee. Pertanto, se vogliamo che i cittadini conoscano prima le intenzioni della loro amministrazione comunale, l'approvazione dell'emendamento in esame è un atto non soltanto di buon senso, ma anche doveroso.
In conclusione, signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'emendamento Armani 10.7.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, non vedo nulla di eccezionale nell'emendamento Pag. 119in esame, poiché non è nient'altro che l'applicazione di una prassi già esistente. Occorre tener presente che, in questi giorni, in quest'Assemblea si è lungamente parlato dell'ICI come l'imposta che riguarda più da vicino i comuni ed i cittadini. Pertanto, assegnare al consiglio comunale la competenza su tale imposta non rappresenta altro che l'applicazione di quanto i consigli ed i sindaci già fanno, anche perché si tratta di un problema politico e di una rilevante questione di comunicazione nei confronti dei cittadini.
Non vedo alcun problema particolare, quindi, nel modificare la normativa in tal senso: lo richiedono sia il buon senso, sia soprattutto la trasparenza e ed una corretta informazione nei confronti dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, mi scusi, ma ho visto l'onorevole relatore alzare la mano. Quindi, non vorrei...
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, ha forse chiesto di intervenire?
MICHELE VENTURA, Relatore. Sì, Presidente, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, ma non l'avevamo vista. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, quanto ha affermato il collega Crosetto è vero: infatti, nel corso della discussione svoltasi in Commissione, si sono manifestate posizioni articolate. Personalmente, sono dell'opinione che argomenti di questa natura troverebbero una collocazione più adeguata in consiglio comunale, in sede di assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Ciò perché si tratta degli atti fondamentali che un consiglio comunale adotta e che rientrano proprio nell'ambito programmatorio e di indirizzo di un'amministrazione locale.
Vorrei tuttavia ricordare ai colleghi che io, perlomeno, penso che non si possa intervenire solamente ogni tanto sugli enti locali, in questa Assemblea, senza tenere presente cosa prevede il decreto legislativo n. 504 del 1992.
Tale provvedimento, infatti, stabilisce alcune regole, ed i consigli comunali si danno propri regolamenti. Numerosi comuni prevedono, su queste materie, una discussione nell'ambito del consiglio comunale, ma vorrei segnalare che ciò rientra nell'autonomia che abbiamo conferito agli stessi consigli comunali.
La difficoltà, quindi, di esprimere un parere favorevole su questo punto deriva dal fatto - questa è la mia opinione - che esiste il regolamento del consiglio comunale e che è attraverso quel regolamento che si disciplinano, in vario modo, le prerogative del consiglio comunale e quelle che sono materie di giunta. In questo caso specifico, fra l'altro, le tariffe arrivano obbligatoriamente e comunque in consiglio comunale perché sono atti inseriti in provvedimenti di carattere più generale. Questo è il motivo che ci ha indotti ad esprimere parere contrario sull'emendamento Armani 10.7.
Signor Presidente, siamo alla vigilia di una discussione sulla revisione del Testo unico degli enti locali e c'è un problema probabilmente più generale su tutte queste materie; quindi, considererei l'argomento, in questo momento, non certo come un grandissimo problema che - a mio parere - è da lasciare ad una valutazione che anche l'aula può esprimere le ragioni del parere contrario su questo emendamento sono legate al punto che prima ho richiamato e che attiene all'autonomia degli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo soltanto per una precisazione a Pag. 120tutti i colleghi: tutte le tariffe vanno in consiglio comunale per il bilancio di previsione, perché se ciò non accadesse esse non sarebbero applicabili. Nel bilancio di previsione, che viene discusso e votato dal consiglio comunale, devono essere presenti tutte le tariffe e, in quella sede, il consiglio comunale può modificarle. Io non scendo nel merito della discussione che state svolgendo, ma dire che le tariffe non vanno in consiglio comunale è una non verità.
Chi vi parla fa il sindaco e, quindi, vi garantisce che sia l'ICI sia tutte le altre tariffe vengono decise dal consiglio comunale quando approva il bilancio di previsione. Il regolamento può prevedere che ciascuna tariffa abbia una voce a sé, ma comunque viene anch'essa discussa in consiglio comunale. È ovvio che chi predispone il bilancio di previsione è la giunta, ma quest'atto rappresenta solo una proposta che poi il consiglio comunale o ratifica o modifica perché è sovrano e può decidere ogni tipo di modifica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, vorrei solo segnalare che la finanziaria può contenere tante cose, ma non tutte le cose. Nella sostanza si è già espresso il relatore, nel quale mi riconosco fino in fondo. Annuncio tuttavia che mi asterrò su questo emendamento; infatti, dato che prossimamente discuteremo un Testo unico di riordino degli enti locali, mi sembra opportuno intervenire in quella sede, collocando, insieme ai temi che riguardano l'autonomia, anche la specificità di quanto questo emendamento vuole andare ad indicare.
Va ricordato comunque - ma lo hanno fatto già molti altri colleghi - che le tariffe - l'ICI, le relative detrazioni e le aliquote - passano tutte per il consiglio comunale che, dal mio punto di vista, è il luogo nel quale gli elementi di indirizzo, la materia finanziaria, i temi che vanno ad indicare le specificità di tassazione comunale trovano il loro punto di riferimento. In ogni caso, aggiungere alla finanziaria ogni elemento ed ogni motivo di discussione sostanzialmente non serve, posto che attorno alle autonomie locali ci troveremo in quest'aula a discutere - mi auguro velocemente - in maniera precisa e corretta un nuovo Testo unico che disciplini complessivamente la materia dell'autonomia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, intervengo non tanto per replicare a quanto accennava poc'anzi l'onorevole Frigato, ma per specificare che i consiglieri comunali - la mia esperienza in consiglio comunale è ormai pluriennale - rispetto al sindaco, rispetto alla giunta comunale si stanno sempre di più distanziando e il rapporto tra il consiglio e la giunta diventa troppe volte un rapporto distaccato. Proprio per questo ritengo che sia invece necessario dare un segnale proprio nella finanziaria.
È vero che a breve ci sarà - ma non ho la certezza - la riorganizzazione degli enti locali e delle amministrazioni comunali. Tuttavia io non darei molta fiducia a questa ipotesi, anche perché di solito quando si mette mano alla riorganizzazione di questi organismi ci si impiega sempre degli anni; quindi, magari si sa quando si parte, ma non si sa quando si arriverà al fondo di questo nuovo regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, intervengo sul parere espresso dal relatore e quindi non a titolo personale.
Credo che quanto sostenuto dal relatore sia improprio; infatti, non mi sembra credibile che l'indisponibilità a dare un parere positivo sia legata al fatto che quest'aula sarà chiamata quanto prima ad intervenire sul Testo unico delle autonomie Pag. 121locali. Voglio ricordare a me stesso che ieri sono intervenuto quattro volte su questo tema; quando abbiamo discusso sia di addizionale IRPEF sia di altro e voglio rammentarvi che è stato magnificato un emendamento approvato da quest'aula sulla tassa di scopo, con il quale si indicavano dei paletti riferiti alla potestà regolamentare dei comuni. Non è vero, quindi, che attraverso la finanziaria non si incide sul Testo unico degli enti locali. In quest'aula c'è qualcuno che sostiene che le tariffe - e non si tratta di tariffe - sono di competenza, quando sono allegate al bilancio di previsione, del consiglio comunale, perché è un unicum, ma altri sostengono il contrario.
Visto che dall'articolo 72 in poi ci occuperemo di nuovo del rapporto con gli enti locali ...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.
PIETRO RAO. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere un paio di considerazioni. Innanzi tutto, chiedo di apporre la mia firma a questo emendamento; in secondo luogo, vorrei richiamarmi ad una dichiarazione del relatore che sostanzialmente confermava che tutto viene affidato alla autonomia dei comuni, mentre così non è perché c'è una gerarchia legislativa. Esiste lo strumento di autonomia che è lo statuto e poi c'è il regolamento; ma, poiché la legge è superiore, sicuramente lo statuto non può derogare.
MICHELE VENTURA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, i ragionamenti e gli interventi che abbiamo ascoltato mi inducono a non trasformare questo voto in un fatto di schieramento, tra chi vuole la trasparenza e chi non la vuole, su una questione come quella dei tributi. Il relatore, quindi, si rimette all'Assemblea sull'emendamento Armani 10.7. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo brevemente e ringrazio il relatore per l'onestà e la correttezza dimostrate. Volevo solo sottolineare un aspetto perché altrimenti facciamo un po' di confusione. Credo che l'emendamento del collega sia non solo opportuno, ma anche necessario perché in questo caso stiamo discutendo di un equivoco, che potrebbe nascere in sede di interpretazione, il quale potrebbe creare problemi circa la stesura dei bilanci di previsione degli enti locali. Infatti, la parte relativa alle imposte, soprattutto questa, è parte costitutiva della manovra di bilancio che fanno gli enti locali, quindi rientra necessariamente nella regola generale in forza della quale questa è una competenza esclusiva dei consigli comunali. Poiché è successo per altre tariffe o per alcune imposte, che norme speciali incardinassero questa competenza in capo alla giunta, è evidente che la difficoltà interpretativa crea dei problemi agli enti locali.
PRESIDENTE. Onorevole Ventura, ovviamente, do per scontato che la posizione da lei espressa sia condivisa dal Comitato dei nove.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Onorevole Ventura...
ELIO VITO. Rivolgiti all'Assemblea!
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Intendevo Pag. 122chiedere all'onorevole Ventura se si rimette all'Assemblea. Comunque, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, voglio innanzitutto ringraziare il relatore, onorevole Ventura, per la decisione di rimettersi all'Assemblea rispetto al voto su questo emendamento.
Le motivazioni che il relatore aveva espresso nella dichiarazione iniziale di parere contrario erano formalmente corrette. Infatti, è prassi che nella normativa statale, quando si interviene sugli enti locali, si usi la dizione generica di comune, provincia, comunità montana e ciò senza andare a specificare l'organo competente, all'interno dell'ente locale, ad assumere le decisioni.
Credo, tuttavia, che in questa materia, cioè nell'imposizione fiscale di carattere locale, debba valere un principio di carattere generale, che sin dalla rivoluzione francese ha caratterizzato le moderne democrazie. Sono le assemblee legislative e rappresentative a determinare forma e quantità dell'imposizione fiscale. Se nell'attuale normativa, che demanda ai regolamenti comunali, è presente un grado di incertezza che consente ai comuni di demandare all'organo esecutivo e non a quello rappresentativo la determinazione delle imposte comunali, occorre correggere questo errore. Pertanto, il nostro gruppo voterà a favore dell'emendamento Armani 10.7 che chiarisce una cosa che già di per sé doveva essere ovvia, ma, immettendola anche come una eccezione nella legislazione statale, la si rende vincolante anche per quei comuni che fino ad oggi hanno derogato alla norma di carattere generale (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista - Sinistra Europea e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Quartiani, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, rinuncia ad intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, vorrei anch'io ringraziare il relatore per aver affidato all'Assemblea la decisione sull'emendamento Armani 10.7 e vorrei ricordare, molto brevemente, che in questo caso non si tratta di un problema di trasparenza, ma di attribuzione di funzioni e di poteri ad organi ben distinti. Oso dire che, probabilmente, questo emendamento sarebbe stato superfluo per il semplice motivo che questi atti rientrano nell'ambito dell'articolo 32 del Testo unico; si tratta di atti fondamentali che, come tali, appartengono alla competenza del consiglio. Il valore di questo emendamento sta appunto nel fatto che chiarisce eventuali equivoci interpretativi in questa materia, ma non è un problema di trasparenza, bensì di attribuzione di funzioni. Ecco perché sarebbe stato più corretto che di questo si trattasse nell'ambito di quella prevista riforma delle autonomie locali che è stata annunciata dal Governo. Ecco perché avevamo anche chiesto a suo tempo lo stralcio dell'intera materia, proprio perché rischiamo di entrare in questi argomenti delicati per spezzoni e non in maniera organica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, colleghi, dalla discussione svoltasi fino ad ora mi pare sia emersa l'evidenza secondo cui questo emendamento, dal punto di vista sostanziale, non cambia nulla; infatti, la deliberazione va approvata dal consiglio comunale. Qual è però il punto politico-istituzionale che mi permetto di richiamare alla vostra attenzione? In questo caso, con un atto dello Stato, interveniamo nella discrezionalità e nell'autonomia dei comuni.Pag. 123
Ho sentito l'intervento del collega di Rifondazione Comunista che ha detto delle cose molto serie ed impostate bene; però, accanto a quei valori che noi giustamente difendiamo, ce n'è un altro, ed è quello dell'autonomia. Il fatto che lo Stato centrale stabilisca quale sia l'organo nei comuni che deve assumere certe deliberazioni quando, peraltro, è già stabilito che il consiglio comunale deve decidere in quel modo...
ALBERTO GIORGETTI. Non è così!
LUCIANO VIOLANTE. Sì, perché la delibera va in consiglio comunale. Colleghi, non c'è bisogno di litigare, volevo solo dire che richiamo solo un punto politico. Stiamo costruendo un sistema federale, ci battiamo per le autonomie, mi pare giusto che sia il singolo comune a stabilire in che modo bisogna intervenire, fermo restando, lo ripeto, che comunque il voto sulla delibera è un voto del consiglio comunale. La giunta non decide, staccandosi dal consiglio comunale, ma porta il documento in consiglio comunale e quest'ultimo vota. Per cui, visto che vi è libertà di voto, voterò contro questo emendamento perché ritengo che una decisione di tal genere sia un'interferenza francamente non accettabile in un sistema federale che rispetti le autonomie locali (Applausi di deputati del gruppo L'Ulivo)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.
ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, mi ritrovo totalmente nelle considerazioni svolte dal presidente della Commissione affari costituzionali, quindi posso aggiungere poco.
Debbo dire che ho salutato con grande favore il fatto che non siamo stati costretti a discutere un collegato alla finanziaria relativo al nuovo ordinamento degli enti locali. Infatti, non si può intervenire su questa materia per spezzoni, per spot. Non si può intervenire nel regolamentare i rapporti fra il consiglio comunale, la giunta, il sindaco con interventi frammentari. Bisogna fare una discussione approfondita e generale. In questo caso, noi stiamo intervenendo, al di là del valore di merito, nell'ambito di una questione molto delicata, sulla quale chiedo una riflessione all'Assemblea, che è appunto l'autonomia regolamentare di un comune. Credo sia una cosa che dovrebbe stare a cuore un po' a tutti visto che in questi giorni ognuno di noi si è dilettato a sottolineare il valore delle autonomie, del federalismo e così via.
Quindi, mi preoccupa un po' che in modo estemporaneo si pensi di poter intervenire su una questione così delicata che nel merito avrà poco peso, ma che ne ha tanto dal punto di vista di principio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, la discussione è di grandissimo interesse, ma interverrò brevissimamente. Annuncio il voto favorevole del gruppo dei Verdi su questo emendamento, ma aggiungo di condividere la sollecitazione venuta da vari colleghi, tra i quali gli onorevoli Moffa e Violante. Anche se il mio voto sarà diverso da quello che esprimerà il presidente Violante, condivido infatti l'opportunità che si riesamini questa materia nell'ambito del cosiddetto codice delle autonomie. Richiamo alla memoria dell'Assemblea - si tratta infatti di un aspetto che ritengo sia bene rammentare - che l'articolo 117, secondo comma, della Costituzione recita: «lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie (...)» e specifica, alla lettera p) del citato comma: «legislazione elettorale, organi di Governo e funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane».
Per tali ragioni, ritengo che dal punto di vista delle competenze costituzionali siamo titolati ad intervenire con questa norma su un tema di particolare delicatezza; tuttavia, sarà opportuno che la materia sia ridefinita in modo organico nel nuovo codice delle autonomie.Pag. 124
Da ultimo, signor Presidente, per ragioni di correttezza vorrei restasse agli atti della seduta odierna che, pur avendo insieme ad altri colleghi (tutti, mi pare) apprezzato la posizione assunta dal relatore Ventura...
ELIO VITO. Bravo!
MARCO BOATO. ... segnalo che l'esame si sta svolgendo non al Senato - dove è il relatore ad esprimere il parere - ma alla Camera, dove è invece la Commissione che, attraverso il Comitato dei nove, esprime appunto il parere.
Devo quindi presumere che il relatore Ventura abbia acquisito al banco del Comitato dei nove il mutato orientamento del Comitato stesso nel senso di rimettersi all'Assemblea e l'abbia perciò espresso lui personalmente. Ma non è il relatore che si rimette all'Assemblea; è la Commissione a farlo.
PRESIDENTE. Onorevole Boato, ho già chiesto al relatore Ventura se la modifica del parere fosse basata sull'acquisizione del mutato avviso in sede di Comitato dei nove. Quindi, abbiamo già la risposta alla questione da lei posta. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.
SILVIA VELO. Colleghi, io sono sindaco...
GIANFRANCO CONTE. Brava!
SILVIA VELO. Sì, anche brava, a giudizio degli elettori (Applausi)! Ho seguito con attenzione questo dibattito; mi convincono gli interventi di chi, giustamente, dichiara che comunque le aliquote sono parte integrante e determinante del bilancio che i consigli comunali approvano. Vi invito dunque a riflettere sul fatto che modificare oggi, a novembre inoltrato, questa norma può mettere in difficoltà i comuni nella predisposizione dei bilanci di previsione (Applausi). Si interviene solo su una piccolissima parte della norma e non su tutta la procedura prevista; è quindi a rischio la funzionalità di 8 mila comuni italiani (Applausi di deputati dei gruppi L'Ulivo, Forza Italia e Lega Nord Padania).
GIUSEPPE ROMELE. Non è vero!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, sono dell'avviso che dopo la modifica dell'articolo 128 della Costituzione, che attribuiva allo Stato il compito di disciplinare l'ordinamento degli enti locali e queste funzioni, oggi esista l'articolo 114, che dichiara chiaramente che i comuni sono soggetti autonomi nell'ambito dei principi stabiliti dalla Costituzione.
Il richiamo dell'onorevole Boato alla lettera p) del secondo comma dell'articolo 117 ed alla competenza esclusiva si riferisce all'indicazione degli organi di governo, ma non alla distribuzione delle competenze tra gli stessi. Questo non è un problema di merito; ogni comune, nel suo statuto, potrà stabilire le competenze degli organi di governo.
FRANCESCO PIRO. Tutto questo, con la finanziaria, cosa c'entra? È inammissibile questo emendamento!
ROBERTO ZACCARIA. Perché dobbiamo porle in fotocopia tutte uguali? Si tratta di un potere che l'articolo 114 attribuisce agli statuti regionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franco Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, il dibattito che stiamo svolgendo, sia pure a tarda sera, è particolarmente importante; l'intervento del collega Violante, che presiede la I Commissione della Camera, non può non indurre a riflettere.
A me sembra, presidente Violante, onorevole Zaccaria, che si abbia perfettamente Pag. 125ragione a richiamare la lettera p) del secondo comma dell'articolo 117, che si riferisce alle competenze generali degli organi locali previste con legge statale. Però, mi sembra - e in questo l'onorevole Ricci, a mio avviso, ha toccato il punto saliente (e perciò ho chiesto di parlare, Presidente) - si possa sostenere che l'organo rappresentativo è quello che deve decidere sull'imposizione delle tasse. L'onorevole Ricci ha richiamato al riguardo la rivoluzione francese, giacobina; ma aggiungo che il principio della rivoluzione inglese del 1688 aveva tale tenore: nessuna tassazione senza rappresentanza. A me pare che questo principio generale dell'organizzazione democratica dovrebbe essere attuato (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e di deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, ritengo si stia veramente trattando di un falso problema, quasi l'emendamento sottendesse una sorta di dicotomia tra i poteri del consiglio e quelli della giunta. Fermo restando che il valore del sistema delle autonomie locali mi sembra rilevante, il potere di legge in tema di bilancio è del consiglio comunale. Avviene solitamente che la giunta predispone la proposta di bilancio; quando giunge all'esame del consiglio il bilancio, sono esaminati anche gli atti propedeutici al bilancio stesso. Insieme al costo di costruzione ed alle tariffe in genere, vi è anche tale punto. Il consiglio comunale, quindi, decide se approvare o meno quello schema; decide se una tassazione debba essere introdotta o meno.
Non riesco a comprendere bene quanto si vorrebbe compiere in assenza di una modifica del Testo unico; infatti, è in quella fase che bisognerebbe disciplinare tale aspetto. Nel caso in esame, se, in ipotesi, fosse approvato questo emendamento, cosa accadrebbe? La giunta non predisporrebbe il bilancio ma dovrebbe prima intervenire il consiglio e poi, dal consiglio, di nuovo la questione tornerebbe alla giunta e infine di nuovo al consiglio.
Ritengo sia una procedura abbastanza farraginosa; ha ragione la collega sindaco quando sostiene che una tale misura oggi significherebbe mettere in difficoltà i comuni. Ritengo sia più serio e costruttivo non soltanto conoscere bene questi meccanismi, e non per sentito dire, ma anche affrontare la materia nel quadro di una riforma e di una rivisitazione del testo unico sugli enti locali, decreto legislativo n. 267 del 2000. Mi sembra sarebbe più utile e non dannoso. Stiamo infatti facendo un «braccio di ferro» su questioni che mi sembra non sussistano (Commenti)...
PRESIDENTE. Per cortesia, consentite all'onorevole Napoletano di concludere il suo intervento.
FRANCESCO NAPOLETANO. Ho concluso, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacomelli. Ne ha facoltà.
ANTONELLO GIACOMELLI. Signor Presidente, evidentemente, come diversi colleghi hanno già sottolineato - cito per tutti il collega Barani -, la discussione che si sta svolgendo è del tutto impropria; ma poiché le discussioni con questo calore non avvengono per niente, è evidente che il nostro dibattito è caricato di molti significati e rivela la necessità di un confronto organico sul ruolo degli enti locali e sulla redistribuzione delle funzioni e dei poteri al loro interno.
Ritengo che un concetto che da più parti è emerso sia quello che fa giustizia della questione: prima del bilancio, il regolamento delle tariffe comunque deve essere approvato dal consiglio comunale. Quindi, non mi permetto di invitare a ritirare l'emendamento, ma...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giacomelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.
GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per fare una precisazione su un'osservazione che ho sentito. Onorevole Violante, è il decreto n. 267 che dà ad altro organismo che non sia il consiglio la facoltà di determinazione delle tariffe. Quindi, alcuni sindaci non lo passano neppure in giunta, ma lo determinano con atto autocratico. È chiaro che poi va tutto in consiglio, ma è un po' come la legge finanziaria. Tutto arriva alla Camera, ma la possibilità che essa ha di incidere sui singoli capitoli, anche se si è in maggioranza, non è molto significativa. Non è una battuta.
L'emendamento Armani 10.7 ha lo scopo di riportare (anche se in modo improprio perché in questo caso bisognerebbe cambiare il decreto n. 267 e non intervenire sul n. 252), in modo chiaro e definitivo, questo potere ai consigli. Concordo sul fatto che non è questo il modo di intervenire, ma il problema si pone. Dal momento che è stata data libertà di voto, una volta votata tale norma si crea qualche problema di confine con il decreto n. 267. Comunque, vediamo come si esprime la Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.
MAURO MARIA MARINO. Signor Presidente, mi sembra che questa discussione sia più pleonastica che reale. Essa anticipa lo scontro che si verificherà quando parleremo del decreto n. 267, la riforma del Testo unico, tra il partito dei sindaci e quello delle assemblee elettive. Pur essendo pleonastica, ritengo che abbia un valore simbolico affermare che fa capo al consiglio comunale, ribadendola, la facoltà di determinare le tariffe. Tale facoltà è già prevista dall'articolo 32 del Testo unico. Quindi, ritengo che alcune citazioni della Costituzione siano un po' improprie, perché non tengono conto del fatto che, comunque, i regolamenti comunali non potranno mai derogare, per il principio della gerarchia delle fonti, alla legge dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Colleghi, prima di fare il consigliere regionale e il parlamentare, una delle più belle esperienze della mia vita è stata quella di fare il consigliere comunale di minoranza. Come «assemblearista», infatti, ho sofferto e soffro il depauperamento drammatico di democrazia degli enti locali rispetto a quanto accadeva ai miei tempi, quando maggioranza e minoranza si confrontavano e non vi era «un uomo solo al comando» nei comuni. Pertanto, ogni norma che possa riportare il dibattito e la rivitalizzazione nei consigli comunali è bene accetta e credo che questo Parlamento faccia bene ad approvarla (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocco Pignataro. Ne ha facoltà.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, a nome del gruppo dei Popolari-Udeur intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo che rappresento. Infatti, secondo noi, al di là delle competenze e delle scelte che possono essere fatte in maniera legittima, riteniamo che dare questa possibilità....
PRESIDENTE. Onorevole Pignataro, le chiedo scusa. Colleghi, questo clima da stadio rende assolutamente ingestibili i Pag. 127lavori, soprattutto per chi sta intervenendo. Per cortesia, siamo tutti stanchi. Prego, continui pure.
ROCCO PIGNATARO. Quindi, dare la possibilità al consiglio comunale di avere potere decisionale costituisce un'ulteriore opportunità per dare senso compiuto ad una scelta democratica più allargata e condivisa (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Armani 10.7, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi).
(Presenti 480
Votanti 453
Astenuti 27
Maggioranza 227
Hanno votato sì 312
Hanno votato no 141).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 486
Astenuti 14
Maggioranza 244
Hanno votato sì 265
Hanno votato no 221).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Giudice 10.01.
Qual è il parere del Governo su questa proposta emendativa?
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, come ho già detto prima, il Governo esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Giudice 10.01 con la seguente riformulazione: dopo la parola «affissi», aggiungere le seguenti: «salvo prova contraria».
PRESIDENTE. Il relatore?
MICHELE VENTURA. Relatore. Concordo con la riformulazione proposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Vorrei spiegare brevemente la logica di questo articolo aggiuntivo che vuole porre un freno all'abusivismo pubblicitario che ormai ha ridotto le strade, i palazzi, le piante e i monumenti ad un attacchinaggio selvaggio, che non riesce ad individuare alcuna responsabilità.
La norma dell'articolo 23, comma 13, del codice della strada continua ad individuare il responsabile di questo scempio nell'attacchino, cosa che è assolutamente inaccettabile. Dunque, invito il Parlamento a mandare un segnale forte affinché questo fenomeno venga bloccato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Presidente, io credo che prima di votare questo articolo aggiuntivo, forse sarebbe meglio discuterlo quando affronteremo l'articolo 11, al comma 22, dove vi sono norme proprie di questo argomento, al fine di affrontare la questione in una discussione più generale. Dunque, chiedo che questo articolo aggiuntivo venga accantonato ovvero trasferito all'interno dell'articolo 11, comma 22.
Pag. 128PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Presidente, concordo con la proposta di accantonamento di questo articolo aggiuntivo. Con l'occasione, peraltro, approfitterei - visto che siamo arrivati alla mezzanotte - per chiedere, se possibile, di convocare la seduta di domani mattina alle ore 10, in modo da consentire ai colleghi di avere un po' più di tempo a disposizione.
PRESIDENTE. Grazie, presidente Duilio.
Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame dell'articolo aggiuntivo Giudice 10.01 si intende accantonato.
Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 15 novembre 2006, alle 10:
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (1746-bis-A).
- Relatore: Ventura.
(al termine delle votazioni)
2. - Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali):
S. 1013 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 settembre 2006, n. 259, recante disposizioni urgenti per il riordino della normativa in tema di intercettazioni telefoniche (Approvato dal Senato) (1838).
- Relatore: Gambescia.
La seduta termina alle 23,50.
ERRATA CORRIGE
Nel resoconto stenografico della seduta del 13 novembre 2006, a pagina 121, prima colonna, alle righe trentacinquesima e trentaseiesima, le parole «con eventuale prosecuzione notturna» sono sostituite dalle seguenti: «con prosecuzione notturna»; alla riga trentanovesima, la parola «eventuale» deve intendersi soppressa.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 1746-bis-A - da em. 9.1 a 9.13 | 509 | 491 | 18 | 246 | 490 | 1 | 61 | Appr. |
2 | Nom. | em. 8.8 | 297 | 282 | 15 | 142 | 20 | 262 | 61 | Resp. |
3 | Nom. | em. 8.10 | 310 | 293 | 17 | 147 | 34 | 259 | 61 | Resp. |
4 | Nom. | em. 8.11 | 351 | 334 | 17 | 168 | 73 | 261 | 61 | Resp. |
5 | Nom. | Votazione annullata | Annu. | |||||||
6 | Nom. | subem. 0.8.500.2 | 479 | 462 | 17 | 232 | 197 | 265 | 60 | Resp. |
7 | Nom. | subem. 0.8.500.6 | 458 | 436 | 22 | 219 | 432 | 4 | 60 | Appr. |
8 | Nom. | subem. 0.8.500.7 | 537 | 520 | 17 | 261 | 244 | 276 | 55 | Resp. |
9 | Nom. | subem. 0.8.500.8 | 536 | 517 | 19 | 259 | 514 | 3 | 54 | Appr. |
10 | Nom. | subem. 0.8.500.4 seconda parte | 530 | 513 | 17 | 257 | 244 | 269 | 52 | Resp. |
11 | Nom. | em. 8.500 | 517 | 480 | 37 | 241 | 308 | 172 | 51 | Appr. |
12 | Nom. | em. 8.12 | 531 | 513 | 18 | 257 | 237 | 276 | 51 | Resp. |
13 | Nom. | em. 8.14 | 534 | 518 | 16 | 260 | 240 | 278 | 51 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 8.16 | 536 | 518 | 18 | 260 | 244 | 274 | 51 | Resp. |
15 | Nom. | em. 8.17 | 538 | 522 | 16 | 262 | 243 | 279 | 51 | Resp. |
16 | Nom. | em. 8.18 | 535 | 517 | 18 | 259 | 242 | 275 | 51 | Resp. |
17 | Nom. | em. 8.20 | 533 | 515 | 18 | 258 | 241 | 274 | 51 | Resp. |
18 | Nom. | em. 8.21 | 536 | 519 | 17 | 260 | 242 | 277 | 51 | Resp. |
19 | Nom. | em. 8.22 | 545 | 526 | 19 | 264 | 292 | 234 | 51 | Appr. |
20 | Nom. | em. 8.23 | 536 | 518 | 18 | 260 | 278 | 240 | 51 | Appr. |
21 | Nom. | em. 8.25 | 544 | 527 | 17 | 264 | 245 | 282 | 51 | Resp. |
22 | Nom. | em. 8.28 | 543 | 527 | 16 | 264 | 41 | 486 | 51 | Resp. |
23 | Nom. | em. 8.29, 8.30, 8.31, 8.32 | 532 | 517 | 15 | 259 | 234 | 283 | 50 | Resp. |
24 | Nom. | em. 8.33 | 535 | 518 | 17 | 260 | 241 | 277 | 51 | Resp. |
25 | Nom. | em. 8.34, 8.35, 8.36 | 540 | 523 | 17 | 262 | 244 | 279 | 51 | Resp. |
26 | Nom. | em. 8.37 | 540 | 509 | 31 | 255 | 229 | 280 | 50 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 8.39 | 538 | 521 | 17 | 261 | 242 | 279 | 50 | Resp. |
28 | Nom. | articolo 8 | 545 | 529 | 16 | 265 | 284 | 245 | 50 | Appr. |
29 | Nom. | subem. 0.10.600.7 | 492 | 479 | 13 | 240 | 216 | 263 | 58 | Resp. |
30 | Nom. | subem. 0.10.600.1 | 503 | 491 | 12 | 246 | 222 | 269 | 57 | Resp. |
31 | Nom. | subem. 0.10.600.6 | 502 | 490 | 12 | 246 | 221 | 269 | 58 | Resp. |
32 | Nom. | subem. 0.10.600.5 | 502 | 490 | 12 | 246 | 221 | 269 | 58 | Resp. |
33 | Nom. | subem. 0.10.600.4 | 504 | 492 | 12 | 247 | 223 | 269 | 58 | Resp. |
34 | Nom. | subem. 0.10.600.3 | 518 | 474 | 44 | 238 | 464 | 10 | 55 | Appr. |
35 | Nom. | em. 10.1 | 510 | 495 | 15 | 248 | 226 | 269 | 55 | Resp. |
36 | Nom. | subem. 0.10.600.2 rif. | 503 | 459 | 44 | 230 | 441 | 18 | 55 | Appr. |
37 | Nom. | em. 10.600 n.f. | 500 | 454 | 46 | 228 | 270 | 184 | 54 | Appr. |
38 | Nom. | em. 10.601 | 504 | 489 | 15 | 245 | 271 | 218 | 54 | Appr. |
39 | Nom. | em. 10.2 | 512 | 495 | 17 | 248 | 223 | 272 | 54 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 44 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 10.3 | 514 | 502 | 12 | 252 | 227 | 275 | 54 | Resp. |
41 | Nom. | em. 10.8 | 515 | 492 | 23 | 247 | 226 | 266 | 54 | Resp. |
42 | Nom. | em. 10.5 | 519 | 505 | 14 | 253 | 229 | 276 | 54 | Resp. |
43 | Nom. | em. 10.7 | 480 | 453 | 27 | 227 | 312 | 141 | 54 | Appr. |
44 | Nom. | articolo 10 | 500 | 486 | 14 | 244 | 265 | 221 | 54 | Appr. |