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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 75 di sabato 18 novembre 2006
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
La seduta comincia alle 15,30.
MARIZA BAFILE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 novembre 2006.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Bonelli, Delfino, Mattarella e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono sessantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis) (ore 15,36).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria, nella parte dichiarata ammissibile.
Avverto che la Presidenza, aderendo ad una richiesta formulata nella seduta di ieri dal deputato Pili di riconsiderazione della dichiarazione di inammissibilità effettuata con riferimento alla lettera m) del capoverso articolo 8 del comma 442 dell'emendamento 16.500 del Governo, ritiene che tale disposizione debba effettivamente considerarsi ammissibile in quanto costituisce una riformulazione di una previsione già compresa nel testo originario del disegno di legge. Deve conseguentemente considerarsi revocata la dichiarazione di inammissibilità limitatamente a tale parte (per l'articolo 16 e le proposte emendative ad esso presentate, vedi l'allegato A della seduta del 17 novembre 2006 - A.C. 1746-bis sezione 1).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Emendamento 16.500 del Governo - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, noi siamo chiamati oggi ad esprimere il voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sul nuovo testo del disegno di legge finanziaria. La tentazione di pensare ad un'astensione critica è stata forte: anche alla luce del dibattito sollevato - da ultimo - dalle Pag. 2osservazioni del Presidente della Camera e del Presidente della Repubblica, poi riprese anche dal presidente della Commissione affari costituzionali. Probabilmente la sottoposizione alle Camere di una manovra finanziaria che imputa al Governo l'intera responsabilità di ciò che si intende fare nel paese per l'esercizio finanziario 2007 sarebbe la prospettazione più corretta. Infatti, nel momento in cui non è consentito al Parlamento in alcun modo di intervenire in modifica al testo che gli viene sottoposto, non c'è dubbio che il principio di responsabilità secondo cui il Governo risponde direttamente al paese delle scelte fatte viene compiutamente osservato.
Tuttavia, ancorché questa Camera sia chiamata oggi non a discutere e ad approvare la manovra finanziaria del Governo ma soltanto a ratificarla, l'astensione critica non avrebbe senso, perché di fronte al paese si deve sapere chi è d'accordo con questa manovra finanziaria e chi non lo è. Per quanto riguarda le scelte fondamentali operate in questa manovra finanziaria - il tempo mi è tiranno, quindi una disamina complessiva mi è preclusa -, guardo soprattutto agli interessi del Mezzogiorno e della Sicilia.
A questo proposito, sono state inserite piccole misure che vorrebbero essere vendute ai siciliani e ai meridionali come interventi a favore dello sviluppo di quel territorio. Credo che ciò non possa essere accettato quando si guarda oggettivamente al contenuto degli interventi. Si deve prendere atto che non ci sono investimenti per opere infrastrutturali nuove, di rilancio e rafforzamento delle potenzialità del territorio; ci sono soltanto interventi per la manutenzione ordinaria di quelle esistenti.
Evidentemente, si ritiene che questo intervento sia a favore del Mezzogiorno poiché, forse, non avremmo avuto diritto alla normale asfaltatura delle strade! Dobbiamo salutare con soddisfazione che la manutenzione ordinaria delle nostre strade venga presa in considerazione da questo disegno di legge finanziaria.
Non sono previsti interventi strutturali per l'agricoltura meridionale e per l'agrumicoltura che, per anni, è stata (e lo sarebbe ancora) economia portante per tutta la Sicilia sudorientale. Infatti, un settore che versa in una crisi irreversibile avrebbe bisogno di interventi strutturali che ne rilancino la concorrenzialità o che ne consentano una competitiva conversione verso altre forme di agricoltura che possano, in qualche modo, sostituire quella ormai asfittica ed in crisi irreversibile.
Non sono previsti, infine, interventi strutturali per quanto riguarda l'ordine e la sicurezza del territorio - che sono le precondizioni per un'azione di investimento economico -, né misure infrastrutturali per la lotta alla criminalità organizzata.
Per queste ragioni, non possiamo accettare questo disegno di legge finanziaria come un provvedimento positivo per il paese e per il Mezzogiorno. Saremo costretti, quindi, a votare criticamente contro, esprimendo il nostro voto di sfiducia all'attuale Governo, non senza ringraziarlo, peraltro, per quello che ha realizzato di concerto con la Presidenza della Camera. Con questo disegno di legge finanziaria, di fatto, abbiamo acquisito la connotazione di Parlamento più moderno di tutta l'Europa occidentale, perché questo è diventato a tutti gli effetti un Parlamento virtuale. Per giorni, siamo stati chiamati a discutere e a votare su un disegno di legge finanziaria che non c'era, su un provvedimento virtuale. Oggi, siamo chiamati a ratificare la finanziaria che il Governo ha confezionato nelle segrete stanze; ma il Governo avrebbe potuto risparmiarci questo patetico esercizio di dialettica parlamentare, che è costato parecchi soldi, anche soltanto per la stampa degli atti che abbiamo dovuto esaminare, che non serviva ad alcuno e che, soprattutto, non serve al paese.
Signor Presidente, rappresentanti del Governo, queste sono le ragioni per le quali ci sentiamo risentiti, come parlamentari, mortificati nell'esercizio delle nostre funzioni, ci sentiamo mortificati, come meridionali, per il tentativo di presa in giro che avete voluto elargire attraverso Pag. 3questo testo blindato. Pertanto noi esprimeremo un voto contrario oltre che sulla questione di fiducia anche nella votazione finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, innanzitutto sento di dover esprimere condivisione ed apprezzamento per l'esigenza manifestata da lei, Presidente Bertinotti, e fatta propria dal Presidente della Repubblica, Napolitano, relativa al cambiamento delle norme che concernono l'approntamento della manovra di bilancio e la sua approvazione.
È già stato più volte rilevato in quest'aula che esistono paesi europei (e si è citato, a tale proposito, l'Inghilterra) in cui la legge finanziaria è un documento assai sintetico e la sua approvazione avviene con procedure assolutamente semplici.
Vede, signor Presidente, oltre alla maratona cui sono sottoposti i parlamentari e alla sequela degli emendamenti governativi, e di quelli presentati dalle minoranze, che rendono la legge sempre più astrusa ed indecifrabile, esistono i legittimi diritti dei deputati a votare dopo aver conosciuto e possibilmente approfondito il testo legislativo. Così non è stato in passato, così non è certamente oggi e così non sarà probabilmente in futuro se tali norme non verranno profondamente mutate.
Non è un caso che, da diversi anni e in presenza di Governi diversi, la manovra di bilancio venga approvata ricorrendo al voto di fiducia. Non siamo qui a demonizzare l'istituto della fiducia, previsto dalla Costituzione e normato dai regolamenti della Camera. Resta il fatto che nel nostro anomalo bipolarismo la coerenza è come un quadrifoglio e le critiche da un polo all'altro ritornano sempre indietro come un boomerang; come fossimo in un teatrino e stessimo recitando una parte in commedia, le accuse sono poi le medesime a seconda del ruolo di opposizione e di maggioranza.
Che l'attuale maggioranza, ad esempio, difenda e giustifichi il ricorso alla fiducia che aveva invece demonizzato quando a tale voto ricorreva il Governo Berlusconi ci appare una di quelle dimostrazioni di scarsa coerenza che caratterizzano, purtroppo, la politica bipolare italiana.
È vero: la critica o l'accusa potrebbero valere anche al contrario, ma non possiamo esimerci dal rilevare che, mai come quest'anno, la legge finanziaria si è presentata come un lungo e misterioso viaggio verso l'ignoto. Non sapevamo a quanto ammontasse (40 miliardi secondo gli Uffici della Camera, 34,7 secondo il Ministero dell'economia), né conoscevamo il suo reale e definitivo contenuto, sempre variato dagli autoemendamenti del Governo, giunti a centinaia quando il dibattito era in corso. Sino alla girandola finale di questi continui fuochi artificiali, costituita dal maxiemendamento sostitutivo degli articoli da 16 a 217, ancora non esaminati e votati dalla Camera dei deputati: un maxiemendamento di oltre 800 commi!
La coerenza è virtù rara nell'attuale teatrino politico bipolare, signor Presidente. Sette partiti politici di maggioranza, in cerca d'autore, hanno recitato in quest'aula una parte senza conoscere né il testo, né il finale, e hanno accusato le minoranze di ostruzionismo, sapendo che, se anche le minoranze avessero rinunciato a tutti gli emendamenti, si sarebbe comunque arrivati al voto di fiducia, perché era il Governo il più interessato agli emendamenti.
Signor Presidente, a proposito di coerenza, mi sia consentito ricordare che si era detto, in campagna elettorale, che l'Unione si impegnava a non aumentare le tasse e, invece, si è costruita la «finanziaria delle tasse»; si era detto questa estate che la finanziaria sarebbe stata di 32 miliardi e l'obiezione della sinistra radicale era volta a porre il limite dei 30, invece si è varata una manovra che, se non li supera, si avvicina certamente ai 40 miliardi, per giustificare la quale si alimenta la continua ossessione del «buco», che si rimprovera al Governo precedente; si era detto e si era ribadito con il DPEF che il Governo non proponeva la politica dei due tempi (prima il risanamento e poi Pag. 4lo sviluppo) e invece, ora, il Presidente del Consiglio, dopo averla negata, parla di una fase 2, dopo i sacrifici e i prelievi imposti agli italiani, che sarà di soddisfazione, se non di felicità, per tutti.
Si era obiettato, rispetto alla finanziaria di Berlusconi, che l'Italia spendeva poco per la ricerca e l'università e voi proponete, nonostante i recenti ritocchi, un ulteriore taglio, costringendo docenti universitari e studenti alla protesta di piazza, condivisa, peraltro, dallo stesso ministro Mussi, che più volte ha minacciato di dimettersi, e, in particolare, dal gruppo della Rosa nel Pugno, che, in quest'aula, ha assunto un atteggiamento critico di astensione su tutti i capitoli e gli emendamenti concernenti la finanziaria se non fossero stati reintegrati i fondi alla ricerca e all'università.
Non siete riusciti a compiere una scelta politica, signor Presidente, ministri del Governo, e questa manovra finanziaria, che non è massimalista né riformista, non è di classe né liberista, manca di un'anima e di un progetto. Essa si presenta semplicemente come il frutto di una maggioranza composita e contraddittoria, forse come il solo frutto possibile di questa maggioranza, che vive di veti contrapposti.
Abbiamo tentato di entrare nel merito del confronto, mettendo in piedi un tavolo, definito dei «volenterosi», composto da esponenti della maggioranza e dell'opposizione. Volevamo verificare se davvero non vi fosse la possibilità di approntare un'altra finanziaria. Siamo stati sciolti d'imperio, su decreto del Governo.
L'attuale maggioranza eterogenea non può dialogare con l'opposizione, altrimenti decade, e l'unico possibile dialogo è quello che si sviluppa nel recinto dei suoi confini: fuori, come dicevano i latini, hic sunt leones.
Signor Presidente, il gruppo della Democrazia Cristiana-Nuovo PSI voterà contro la fiducia richiesta dal Governo. Il Nuovo PSI non parteciperà alla manifestazione del 2 dicembre promossa da una parte delle opposizioni, ma, ugualmente, ritiene tale manovra finanziaria inaccettabile e da contestare: non sarà utile allo sviluppo, non faciliterà la lotta all'evasione fiscale, non renderà più equa la società italiana e, come afferma il Fondo monetario internazionale, essa rinvia il grande tema delle riforme strutturali.
Solo un rinvio per il confronto sulla previdenza, signori ministri del Governo? Un rinvio alle calende greche o alla retromarcia della sinistra radicale!
Vi aspettiamo al varco, perché le vostre divisioni non possono aggravare i problemi del paese. Vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la legge finanziaria è e resta un documento fondamentale per la vita dei cittadini, perché ha il dovere di tracciare, ogni anno, il sentiero virtuoso nel quale incanalare le attività economiche della nazione, cercando di eliminare ostacoli e vincoli esistenti o prevedibili, al fine di consentire ai cittadini di conquistare traguardi di maggiore serenità e benessere. Per questi motivi, essa deve poggiare su solidi pilastri di certezze e realizzarsi in un'articolazione armonica dei diversi fattori fondamentali dell'economia nazionale.
Oggi ci accingiamo ad approvare il disegno di legge finanziaria ponendo la questione di fiducia. Su questo argomento, io che ho partecipato ai lavori della Commissione devo dire che un rallentamento lo abbiamo subito, forse, perché abbiamo seguito le agenzie, i comunicati e gli articoli che i giornali sfornavano di ora in ora piuttosto che gli emendamenti. Anche qui, in Assemblea, non vi è stata, forse, un'opposizione netta ed evidente (ma è legittimo: quando intervengono venti deputati dello stesso gruppo per esprimere il dissenso su un emendamento, si rimarca qualcosa che, forse, avevamo già capito da tempo).
Comunque, questo è un Governo serio, che si pone il problema della crescita Pag. 5economica e sociale dell'intero territorio nazionale ed impone un'azione forte e convinta di riequilibrio economico, adeguando strutturalmente le aree depresse, in generale, ed il Mezzogiorno, in particolare, potenziandone lo sviluppo. Infatti, la nostra è una manovra di sviluppo, che porterà ad una vera ed equa redistribuzione delle risorse.
Ma per capire meglio noi, e per far capire agli italiani gli sforzi che abbiamo dovuto affrontare, occorre ricordare ciò che ci è stato lasciato in eredità dal precedente Governo. L'Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi ha attuato, per cinque anni, una politica dei condoni e delle una tantum che ha portato ad una vera e propria rivoluzione dei conti pubblici. Lo stesso Governo Berlusconi, nel suo ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria, riconosce che l'indebitamento viaggia verso il 5 per cento (per la precisione, individua un tendenziale al 4,7), prevede che il debito riprenderà a crescere (dal 106,6 al 108,2 per cento) ed ipotizza un avanzo primario allo 0,6 per cento.
Per quanto attiene all'avanzo primario, l'Italia aveva assunto un impegno informale a mantenerlo al di sopra del 5 per cento. Nel 2000, il centrosinistra aveva lasciato in eredità alla nuova legislatura un avanzo primario al 5,7 per cento. L'andamento degli anni successivi è emblematico: 3,4 per cento nel 2001; 3 per cento nel 2002; 2,1 per cento nel 2003; 1,8 per cento nel 2004 (ed ho già detto che la previsione per il 2005 era dello 0,6 per cento).
La valutazione della competitività del «sistema Italia» tocca, nel 2005, il punto più basso nella storia recente. Difatti, nel periodo 2001-2005, l'Italia precipita al trentunesimo posto nella classifica mondiale, perdendo otto posizioni.
Le infrastrutture erano uno dei punti forti del programma del centrodestra nella manovra dello scorso anno. Ci sono: la riduzione dei trasferimenti in conto capitale alle Ferrovie dello Stato, per un importo di un miliardo 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008, e all'ANAS, per un importo di 300 milioni di euro nel 2006. Le riduzioni apportate ai trasferimenti in conto capitale sono aggravate, inoltre, dal forte taglio ai trasferimenti correnti, che, per le Ferrovie dello Stato, raggiungono la cifra di 555 milioni di euro e, per l'ANAS, di 118 milioni di euro. Per quanto attiene all'ANAS, gli effetti complessivi dei tagli hanno generato gravi ripercussioni non soltanto sulle nuove opere, ma anche sui lavori stradali già appaltati ed in corso di realizzazione e sulla manutenzione straordinaria (come abbiamo potuto verificare nei mesi scorsi, quando siamo dovuti intervenire con risorse aggiuntive). Qui non mi dilungo, perché altrimenti dovremmo aggiungere a questo elenco numerosi altri settori penalizzati da una politica che, negli ultimi cinque anni, non ha prodotto alcun risultato in termini di sviluppo e di crescita economica.
I tagli della precedente legge finanziaria alla spesa sociale dei comuni si traducono in una riduzione di 544 euro l'anno per ogni famiglia povera, pari a 45 euro al mese (fermo restando che il taglio al fondo destinato alla spesa sociale era intervenuto già nel 2005). Si è trattato di una riduzione del 50 per cento, che equivale a 502 milioni di euro. Dunque, il Governo Berlusconi le mani in tasca agli italiani le ha messe, ed anche in maniera pesante!
Ho sentito affermare, nel corso del dibattito, che questa manovra finanziaria è stata un vero e proprio «assalto alla diligenza»! Ebbene, vorrei precisare che, di solito, le diligenze si assaltano per impossessarsi di un eventuale tesoro, ma la diligenza impazzita veniva dal far west del Governo Berlusconi: nessun tesoro veniva rinvenuto a bordo; gli occupanti erano fuggiti, portando via anche le tendine ed i sedili, ed i cavalli erano morti, a causa di una legge elettorale infausta, che aveva avvelenato i pozzi! Allora, qui a noi tocca oggi il difficile e faticoso compito di spingere la diligenza, per farla ripartire in maniera tale da poter continuare ad assicurare un servizio fondamentale ed essenziale per tutto il paese!Pag. 6
La verità - e mi sembra un dato ormai evidente a tutti - è che la pesante eredità lasciata dal precedente Governo non la si può pagare ricorrendo a misure-tampone o provvisorie. La nostra è una manovra finanziaria severa e responsabile, che magari inizialmente incontra la resistenza di diverse categorie interessate. Mi domando, tuttavia: chi, di fronte ad un eventuale sacrificio, è felice di farlo?
Avremmo potuto anche noi continuare con una gestione allegra e «creativa», che non disturbava i cittadini, a patto che i cittadini stessi non disturbassero il manovratore in altre manovre personali impegnato. Abbiamo ritenuto, tuttavia, che ai cittadini è sempre meglio raccontare tutta la verità, e subito, perché a loro qualcuno oggi deve spiegare che, se negli ultimi cinque anni, nessuno ha chiesto un impegno supplementare, il conto è arrivato, inesorabilmente, adesso e tutto d'un colpo, in una sola rata!
Allora, non è forse meglio fare i conti quotidianamente con le proprie disponibilità e non cullarsi nell'illusione creata dal precedente Governo, il quale voleva convincerci che, tanto, gli italiani stavano tutti quanti bene, salvo successivamente accorgersi che il nostro debito personale era notevolmente cresciuto con l'aumentare del debito pubblico?
Ma cosa abbiamo voluto realizzare con il disegno di legge finanziaria in esame, che persegue il risanamento, l'equità e lo sviluppo? Le misure previste sono tante, e mi limiterò ad elencarle per sommi capi.
Siamo intervenuti per stimolare la modernizzazione e l'efficienza delle pubbliche amministrazioni. Nella politica estera e nell'ambito del multilateralismo, l'Italia è tornata protagonista. Stiamo uscendo fuori dalla crisi, sostenendo le imprese e promuovendo il recupero della competitività attraverso la riduzione del cuneo fiscale, il fondo per l'innovazione e l'istituzione di un credito d'imposta per gli investimenti nella ricerca.
Per quanto concerne le politiche per favorire il cittadino-consumatore, abbiamo previsto liberalizzazioni e nuove regolazioni, norme sul risparmio e politiche per lo sviluppo della concorrenza, attraverso il cosiddetto «pacchetto Bersani».
Abbiamo condotto una lotta alla precarietà nel mercato del lavoro e siamo intervenuti in materia previdenziale; abbiamo proposto, altresì, la realizzazione di infrastrutture per favorire lo sviluppo, nonché una nuova alleanza tra la natura, l'ambiente e l'energia.
Abbiamo offerto nuove opportunità per il Mezzogiorno, attraverso una riduzione più ampia del cosiddetto cuneo fiscale e l'introduzione di un credito di imposta per gli investimenti. Abbiamo previsto un'immigrazione governata ed integrata, nonché la predisposizione di un piano per la giustizia e la sicurezza; la scuola, l'università e la ricerca, inoltre, usufruiranno di incentivi, anche economici.
Stiamo tutelando il diritto alla salute, consentendo l'impiego di farmaci per la terapia del dolore anche al di fuori delle patologie oncologiche. Sono previste nuove politiche a favore della famiglia e delle donne, attraverso incentivi all'occupazione femminile e la tutela dei diritti della donna partoriente.
Stiamo guardando al futuro con le politiche per i giovani, grazie agli interventi del fondo nazionale per le politiche giovanili. Vi è, infine, la ripresa della concertazione, la costituzione di un apposito tavolo sul Mezzogiorno e l'istituzione di una cabina di regia nel settore dei trasporti.
È proprio perché sono state avviate tutte queste iniziative che, ieri, il Presidente Prodi ha potuto affermare che abbiamo invertito la rotta, nonostante l'eredità micidiale ricevuta dal Governo Berlusconi!
Abbiamo compiuto un lavoro serio e responsabile. Vorrei ringraziare, anche in questa sede, gli Uffici della Camera dei deputati, la Commissione bilancio ed il relatore. Desidero inoltre ringraziare, anche personalmente, gli uffici del nostro gruppo Popolari-Udeur, il nostro ufficio legislativo e l'avvocato a capo dello stesso per averci posto nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro con impegno.Pag. 7
È un impegno che si è constatato nei fatti e che ha prodotto risultati, con l'accoglimento di molti nostri emendamenti, molte nostre richieste e molti nostri suggerimenti. Con questa manovra finanziaria si annunciava una «spallata». Avevo già avuto modo di dire, in un mio precedente intervento, che la «spallata» che si appresta a dare a questo Governo l'ex Presidente del Consiglio assomiglia sempre più alla scena di chi, in certi film comici, parte da una lunga rincorsa per il corridoio, passa direttamente dalla porta, che era aperta, per poi precipitare giù dalla finestra, che era ugualmente aperta...
PRESIDENTE. Deputato D'Elpidio...
DANTE D'ELPIDIO. Concludo, signor Presidente, dicendo che alla nostra soddisfazione, che si esprimerà anche nel voto di fiducia su questa finanziaria, si può aggiungere quella del Fondo monetario internazionale e della Banca d'Italia, che hanno espresso giudizi positivi sulla manovra. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, preannunzio che il gruppo dei Verdi voterà a favore della questione di fiducia posta dal Governo sulla manovra finanziaria. Dopo settimane di confronto serrato ed aspro, constatata l'impossibilità oggettiva di procedere, a causa delle centinaia e centinaia di emendamenti presentati, sia pur legittimamente, a causa di un ritmo di lavoro che ci avrebbe portato necessariamente, se non interrotto, all'esercizio provvisorio di bilancio (il che è assolutamente inaccettabile), il maxiemendamento che voteremo sicuramente migliora, nel complesso, il provvedimento iniziale, accogliendo osservazioni e proposte modificative avanzate nel corso del dibattito, da parte non soltanto della maggioranza, ma anche dell'opposizione. Allo stesso modo, sono state tenute in considerazione e conto istanze espresse dalle categorie e dalle forze economiche e sociali del paese. Sono state espunte dalla manovra misure quali la cosiddetta tassa di soggiorno, scelta che noi Verdi non abbiamo pienamente condiviso, e forse dovremmo pretendere da noi stessi un'attenzione ancora più solida e lungimirante circa le profonde trasformazioni che hanno cambiato la nostra società, nelle sue stesse caratteristiche occupazionali, nella composizione delle classi sociali, nelle forme attuali del lavoro e dell'impresa. La politica economica e finanziaria deve misurarsi con tutto ciò.
Questa è la prima manovra finanziaria del Governo dell'Unione ed affronta, anzitutto, una dura eredità lasciata dal Governo precedente. Tralascio le critiche, puntuali ed argomentate, che abbiamo più e più volte avanzato circa, appunto, la politica del Governo Berlusconi, con la disapprovazione netta delle deleterie invenzioni di «finanza creativa» dell'ex ministro Tremonti. Mi limito alla valutazione, sotto il profilo meramente contabile, del risultato finale. Abbiamo ereditato una spesa pubblica in forte espansione e l'incidenza della spesa strutturale è aumentata di 2,6 punti percentuali di PIL nel periodo 2001-2005. L'avanzo primario è prossimo allo zero, lo sfondamento dei parametri di Maastricht si è verificato, il rapporto tra debito e PIL ha ricominciato a galoppare, non abbiamo trovato risorse sufficienti per il finanziamento delle infrastrutture, delle ferrovie, dell'ANAS, per non parlare delle risorse per gli investimenti in ricerca e sviluppo. Vi sono dati incerti, inoltre, in relazione a cartolarizzazioni discutibili ed alle tante una tantum. Si è riscontrata, ancora, la tendenza all'aumento dell'evasione e dell'elusione fiscale come pratiche diffuse, grazie alla politica dei condoni, dei concordati, ed altro.
È evidente che una manovra che deve tenere insieme il risanamento di conti fuori controllo, l'equità nella distribuzione delle risorse e dei sacrifici e misure energiche per stimolare la crescita, non può Pag. 8che essere poderosa, complessa, non esente da difetti, ma anche di grande respiro e vigore.
Devo dire che concordo con il Presidente della Camera Bertinotti e con il Presidente Napolitano circa la necessità, ormai non prorogabile, di riformare la legge finanziaria. Già nel corso della passata legislatura mi espressi in questo senso e credo che, adesso, si tratti davvero di mettere mano alle norme che regolano le procedure, che si rivelano sempre più inadeguate all'obiettivo della giusta dialettica, nella divisione delle funzioni e dei ruoli tra Parlamento e Governo.
Non mi soffermo sui contenuti della manovra, già illustrati nel corso della discussione sulle linee generali dai colleghi del mio gruppo e che saranno, sicuramente, ripresi domani, nell'ambito della dichiarazione di voto finale.
Voglio, tuttavia, esprimere la nostra soddisfazione per il recepimento, all'interno del maxiemendamento, di alcune rilevanti proposte dei Verdi, di grande importanza, a partire dalla modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, in materia edilizia, che dispone l'obbligo, da inserire nei regolamenti edilizi comunali, di pannelli fotovoltaici per le nuove costruzioni. È questa una misura di importanza strategica, che inaugura una politica di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, di riduzione dell'emissione di gas «climalteranti», di impulso all'innovazione tecnologica ed alla ricerca. Così come la costituzione del fondo per la mobilità sostenibile, di ben 270 milioni di euro nei prossimi tre anni, dà una risposta concreta e verificabile alla necessità di intervento nelle aree ad alta intensità di traffico, contribuendo, tra l'altro, al rientro all'interno dei parametri stabiliti dal Protocollo di Kyoto.
Voglio ricordare anche le norme che limitano la durata delle concessioni su aree demaniali marittime ed il libero accesso alla battigia attraverso gli stabilimenti balneari ed altre ancora sulla possibilità di spesa non vincolata ai tetti generalmente stabiliti per gli enti parco e le agenzie regionali e nazionali per l'ambiente.
Dispiace, tuttavia, che non siano stati accolti altri emendamenti. È ingiusto che i «contrattisti» italiani all'estero non abbiano diritto alla detrazione per i figli a carico, come i loro colleghi residenti in Italia, ed il gruppo dei Verdi auspica che al Senato si possa sanare tale ingiustizia.
Ma, signor Presidente, rimane irrisolto un nodo cruciale che, in sede di lettura al Senato, come ci è stato garantito dai rappresentanti del Governo, dovrà trovare soluzione. Si tratta delle somme versate dai soggetti sottoscrittori di transazioni, a seguito del contenzioso giudiziario promosso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal magistrato alle acque, con l'assistenza dell'avvocatura dello Stato di Venezia, destinate alla bonifica delle aree inquinate di Porto Marghera e, precisamente, al marginamento dei canali industriali ed alla esportazione di 7 milioni di metri cubi di fanghi avvelenati. Oggi, a fronte di un onere di bonifica di oltre un miliardo di euro, sono state sottoscritte transazioni per 540 milioni, di cui 372 già versati su apposito capitolo di entrata.
Lo Stato si è contrattualmente impegnato a realizzare le opere di marginamento, senza tuttavia garantire la riattribuzione degli importi versati nel biennio 2005-2006, che ammontano a 185 milioni di euro, grazie ad un'interpretazione - non solo a mio giudizio - restrittiva dei commi 46 e 47 della legge finanziaria per l'anno 2006: dopo il danno ed il risarcimento, seppur parziale, la grande beffa! Ma, il Governo Prodi deve assolutamente porre rimedio, pena la chiusura dei cantieri, al blocco del processo di rilancio e di riqualificazione dell'area, con il rischio di esporre l'amministrazione a rivalse da parte di soggetti privati ed a denunce con possibili risvolti anche di ordine penale. Noi, con l'espressione di questo voto di fiducia, confidiamo che il Governo possa porre fine a questa situazione paradossale, dovuta - ricordo - a scelte dell'Esecutivo precedente, restituendo la disponibilità dei Pag. 9finanziamenti per le politiche di Porto Marghera (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il primo percorso parlamentare del disegno di legge finanziaria è ormai in dirittura d'arrivo. La questione di fiducia, che l'Esecutivo ha dovuto porre, non senza eccessivi indugi, avrà il voto favorevole dei Comunisti Italiani.
Giungere alla questione di fiducia non è mai un fatto piacevole, perché i tempi del dibattito e del confronto parlamentare ne risultano oggettivamente compressi. Infatti, il Governo ha cercato in tutti i modi di evitarla, ma i lavori parlamentari non potevano essere bloccati all'infinito, ed una corretta gestione del bilancio dello Stato non doveva condurre all'esercizio provvisorio.
L'opposizione si accalora contro l'utilizzo di uno strumento legittimo e regolamentare, ma evita accuratamente di ricordare come il precedente Governo di centrodestra abbia posto la questione di fiducia sulla legge finanziaria per ben tre anni consecutivi, sia alla Camera sia al Senato, pur disponendo di un margine maggiore di parlamentari rispetto all'attuale Governo.
Le considerazioni sono duplici, sotto l'aspetto sia procedurale sia politico. È ormai ineludibile - come lei, signor Presidente, ha ben detto - una riflessione più complessiva sul modo di essere della legge finanziaria e sui passaggi istituzionali che la caratterizzano. Non è più accettabile uno strumento che possa contenere centinaia di articoli e disposizioni, con migliaia di emendamenti e subemendamenti che inondano il lavoro delle Commissioni, prima, e dell'Assemblea, dopo, nell'assoluta certezza dell'impossibilità di un esame puntuale ed approfondito. Bisognerà pensare a procedure più snelle che, senza mortificare il ruolo del Parlamento, consentano di licenziare il provvedimento in tempi ragionevoli.
Tuttavia, le lungaggini procedurali non basterebbero, da sole, a spiegare il ricorso necessario al voto di fiducia. Il comportamento dell'opposizione, per quanto differenziato nel centrodestra, non può dirsi estraneo rispetto alla scelta del Governo; altrimenti, non si comprenderebbe il voto dell'Assemblea su appena 15 dei 217 articoli.
La verità è che, ancora una volta, il dibattito ha evidenziato il ricorso a forme ostruzionistiche di gran parte dell'opposizione, con numerosissimi interventi finalizzati, più che al miglioramento del testo, alla perdita di tempo: un ostruzionismo, quando non formale, certamente sostanziale. Il tutto in un clima spesso contrassegnato dall'invettiva, dai toni offensivi ed esasperati, che sono l'esatto contrario, colleghi, di un confronto anche aspro, ma che sappia guardare non agli interessi di parte, bensì a quelli più generali del paese.
È un film a cui assistiamo fin dall'inizio della legislatura: si pratica l'ostruzionismo per costringere il Governo a porre la questione di fiducia, per poi accusarlo di strozzare il dibattito e perfino di coprire, con la questione di fiducia, possibili divisioni all'interno della maggioranza o dello stesso Governo.
Al contrario, le divisioni sono assai marcate, proprio all'interno di quella che, un tempo, fu la Casa delle libertà, diventata ormai un maniero diroccato, in crisi di strategia politica ed in preda a maldestri tentativi di spallate. Nessuno si illuda, con azioni di logoramento e con alchimie referendarie, di eliminare partiti ritenuti scomodi o di tagliare le ali di questa maggioranza. Perché, senza le ali, non si vola, e l'Italia ha bisogno di farlo!
Questo non significa che il Governo non abbia commesso qualche errore nelle modalità di gestione dell'iter del disegno di legge finanziaria, di cui dovrà tener conto, per evitare gli inconvenienti dei progressivi aggiustamenti in corso d'opera. Pur in Pag. 10presenza di una legge complessa e difficile, il Governo farebbe bene a coinvolgere la propria base parlamentare e politica prima, e non dopo, l'adozione dei provvedimenti più significativi.
Gli italiani non devono dimenticare che questa legge finanziaria è la conseguenza della situazione molto difficile del paese, che ci è stata consegnata dal precedente Governo.
Il vero problema è far ripartire questo paese senza scaricarne i costi, com'è avvenuto sempre in passato, sulla parte più debole dello stesso. Lo sforzo è quello di coniugare il necessario risanamento dei conti pubblici con lo sviluppo economico e l'equità sociale.
Abbiamo parlato di luci ed ombre in questa legge finanziaria, che è certamente migliorata rispetto al testo presentato in un primo momento. L'impegno dei Comunisti italiani è sempre stato quello di mettere al centro delle politiche di sviluppo i problemi del lavoro e le esigenze dei ceti più deboli.
Sin dall'inizio la legge finanziaria ha guardato, anche attraverso il cuneo fiscale, al lavoro a tempo indeterminato come al rapporto cui ricorrere di norma, ma di certo questo non poteva bastare. Pertanto, registriamo con soddisfazione, tra le altre modifiche, come il Governo e l'intera maggioranza abbiano valutato con favore e fatto proprio l'emendamento sul lavoro precario, che vedeva come primo firmatario il compagno onorevole Diliberto.
Questo provvedimento darà la possibilità di stabilizzare il lavoro di moltissimi precari. Vogliamo dare solidarietà a coloro che, da parte delle università, ieri hanno manifestamente dimostrato la loro contrarietà a certe norme: hanno ragione! Nel maxiemendamento avremmo voluto trovare anche la stabilizzazione degli LSU e degli LPU anche nei comuni sopra i 5 mila abitanti, perché il discrimine non può essere dato dalla dimensione dell'ente. Qualche dubbio lo abbiamo anche sulle modalità di erogazione del TFR.
Riteniamo che al Senato, dove il provvedimento non arriverà blindato, pur nel rispetto dei saldi e dell'impianto complessivo, vi siano ancora dei margini di miglioramento. Guardiamo con fiducia al futuro che si prepara, consapevoli delle difficoltà, ma anche delle battaglie che dovremo ancora sostenere, nella certezza che questo paese potrà riprendere con forza il cammino che gli spetta facendo leva sui valori del lavoro e per la pace. Ai lavoratori, ai giovani, alle donne e ai ceti produttivi il compito di essere protagonisti dell'Italia che riparte (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Rosa nel Pugno voterà la fiducia al Governo che si è apprestato a varare la sua prima legge finanziaria. Tuttavia, la voterà sapendo che si poteva fare di più.
LUCA VOLONTÈ. Vi siete astenuti, finora!
LELLO DI GIOIA. Si poteva fare di più su alcuni questioni importanti che la Rosa nel Pugno aveva posto alla vostra attenzione. Abbiamo sempre rivendicato con forza che lo sviluppo passi attraverso due direttrici importanti: la ricerca e la formazione professionale. Abbiamo puntato su questo: una ricerca che ha bisogno di finanziamenti e di espandersi nel nostro paese. Abbiamo verificato con grande malumore che proprio in questo campo erano stati tagliati fondi importanti. È stata necessaria una battaglia forte della Rosa nel Pugno affinché alcune somme rientrassero in quelli che erano i canoni normali della ricerca in questo paese.
Ritenevamo che si potesse fare di più su alcune questioni che abbiamo posto, come il pagamento in relazione alle cosiddette attività commerciali - discusso qualche giorno fa - perché si trovassero in quest'aula una serie di indicatori positivi, il che tuttavia non è avvenuto.Pag. 11
Ciononostante, noi riteniamo che questa legge finanziaria abbia portato in quest'aula alcuni aspetti importanti, perché essa interviene sulle brutture e sulle questioni che hanno portato questo paese ad essere uno degli ultimi all'interno dell'Unione europea.
Le precedenti leggi finanziarie producevano, per la politica dissennata che è stata portata avanti dal Governo Berlusconi e da Tremonti, una dilatazione enorme della spesa corrente. Basta considerare che negli ultimi anni la stessa è aumentata circa del 2 per cento. Vi è stata una politica economica e finanziaria che ha ridotto questo paese in una situazione di grande difficoltà. Come giustamente si è sottolineato, è aumentato il debito, è aumentato il rapporto deficit-PIL, è praticamente scomparso l'avanzo primario del nostro paese.
Noi invece abbiamo determinato, con le scelte operate con questa legge finanziaria e con il Documento di programmazione economico-finanziaria, le direttrici che questo Governo si è posto, per fare in modo che il nostro paese esca dalle sacche in cui il Governo Berlusconi lo ha fatto entrare. Vogliamo rilanciare la competitività delle imprese. In questa legge finanziaria vi sono elementi importanti, come il cuneo fiscale, che incide per il 60 per cento sulle imprese (quindi sulla diminuzione del costo del lavoro) e per il 40 per cento sui lavoratori dipendenti. Abbiamo ritenuto di inserire in questa finanziaria quegli elementi di equità già stabiliti all'interno del Documento di programmazione economico-finanziaria. Ebbene, sono elementi di equità quelli che riguardano la modifica delle aliquote IRPEF; e, colleghi, tali modifiche non sono dettate dalle scelte della cosiddetta ala radicale della sinistra. Sono invece scelte che riequilibrano il sistema e danno ai redditi più bassi la possibilità di costruire una condizione, affinché si possano anche alimentare i consumi all'interno di questo paese. A ciò si devono aggiungere le detrazioni per le famiglie.
Abbiamo indicato una strada per recuperare in buona sostanza le grandi storture che il Governo Berlusconi aveva determinato non soltanto sull'equità, ma anche sulla questione sociale. Basti guardare all'aumento della povertà nel nostro paese, e soprattutto nel Mezzogiorno. Noi abbiamo reintrodotto le politiche sociali, per esempio aumentando lo stanziamento per la legge n. 328 già dallo scorso giugno, quando tale legge era di fatto stata soppressa dal Governo Berlusconi, perché erano stati ridotti i relativi fondi per 500 milioni di euro.
Siamo intervenuti sulle fasce più deboli, sugli anziani all'interno della nostra società. In buona sostanza, abbiamo rilanciato le nostre opzioni per dare maggiore certezza e sicurezza alle fasce sociali deboli, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Abbiamo rilanciato la politica infrastrutturale, certamente non disegnando quelle che erano definite come le cosiddette linee di sviluppo del Governo Berlusconi, bensì definendo in modo certo opere che saranno finanziate e che quindi saranno iniziate e completate nel Mezzogiorno d'Italia, per ridare competitività al paese attraverso le grandi reti infrastrutturali, di cui questo paese ha una grandissima carenza.
In buona sostanza, signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo imboccato la strada giusta. Certo, c'è ancora molto da fare e noi, come Rosa nel Pugno, saremo qui, vigili, a discutere della crescita di questo paese.
Dovremo affrontare, nei prossimi mesi, i temi delle riforme strutturali, da quella della pubblica amministrazione fino a quella dello stato sociale; dovremo intervenire con equità, ma anche con grande equilibrio, sul problema delle pensioni. Vogliamo che si intervenga in queste direzioni perché siamo convinti, come d'altronde hanno sottolineato l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale, che questo disegno di legge finanziaria determinerà le condizioni utili per ridurre il debito consolidato, per riportare il deficit in linea con i parametri di Maastricht e per far ricominciare a crescere l'avanzo primario. Nello stesso tempo, le stesse organizzazioni internazionali hanno ammonito Pag. 12il nostro paese affinché, al fine di rilanciare l'economia del paese, esso continui nella politica di forte ristrutturazione degli importanti settori a cui mi riferivo, cioè la pubblica amministrazione e le pensioni.
Siamo convinti che questo Governo sarà in grado di affrontare tali problemi. Siamo convinti, altresì, che, a differenza di quanto il Governo Berlusconi ha sempre affermato senza mai dare un seguito con i fatti, noi riusciremo ad affrontare una politica finanziaria, che consentirà al nostro paese di uscire dalle secche in cui per molti anni si è trovato e di rilanciarsi a livello nazionale, europeo ed internazionale.
Per questo motivo, la Rosa nel Pugno voterà a favore sulla questione di fiducia, anche se, certamente, esprimendo alcune considerazioni, che già ho ricordato, per quanto riguarda la ricerca, la scuola e l'università. In questa logica e in questa ottica, siamo fortemente convinti di votare la fiducia al Governo Prodi e, nello stesso tempo, siamo fortemente convinti che nei prossimi anni lo stesso affronterà queste problematiche e darà risposte alla società italiana.
Questo Governo, al di là di quello che si dice, avrà vita lunga...
PRESIDENTE. Deputato Di Gioia...
LELLO DI GIOIA. ...perché vi è bisogno di una vita lunga per dare risposte al paese e, soprattutto, per creare le condizioni affinché vi possano essere più equità, più competitività e più certezza per il futuro (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raiti. Ne ha facoltà.
SALVATORE RAITI. Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori esprimo un giudizio positivo sul disegno di legge finanziaria, che ci accingiamo ad approvare.
Come abbiamo detto nei precedenti interventi riguardanti la manovra economica che, come Unione, abbiamo sottoposto all'attenzione del Parlamento ed abbiamo approvato, questo è l'ultimo tassello di un quadro più complesso. Se ben ricordate, ci siamo resi conto subito, all'indomani della vittoria elettorale, che il paese rischiava di deragliare dal binario europeo. Infatti, il disavanzo primario correva verso il 4,6 per cento e il rapporto tra deficit e PIL era in grave situazione di pericolo. In altri termini, i parametri di Maastricht non erano rispettati e tutti eravamo in una condizione di assoluta responsabilità.
Abbiamo già approvato alcuni provvedimenti, cioè il Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011 e il successivo decreto Bersani-Visco. Oggi, con questo disegno di legge finanziaria, completiamo un percorso aspro, duro e difficile. Tuttavia, siamo certi che, grazie a quest'ultimo provvedimento, il «vagone» Italia si aggancerà nuovamente alla «locomotiva» Europa e, certamente, nei prossimi anni, non soltanto guideremo l'allargamento dell'Unione europea e le riforme democratiche di cui l'Unione avrà bisogno, ma torneremo anche ad essere protagonisti, con una economia salda e con un paese che diventerà più equo, più giusto e più solidale.
Il disegno di legge finanziaria va in questa direzione e per tale motivo lo approviamo. Certamente, il lavoro non è stato facile. In Commissione bilancio abbiamo svolto un lavoro complicatissimo, che, a volte, è stato reso più difficile dal comportamento dei componenti della Casa delle libertà, che in alcuni casi ha sfiorato l'ostruzionismo. Abbiamo discusso molto, molti aspetti sono stati migliorati grazie agli articoli che sono stati approvati in Commissione e in aula, ma non abbiamo potuto completare il percorso e, per tale motivo, esprimiamo un forte rammarico. Pensavamo e pensiamo ancora oggi che discutere, dibattere e confrontarsi su una legge così importante come la finanziaria sia un elemento fondamentale di democrazia Pag. 13e di crescita, ma per fare questo occorre che ci sia un sentimento di unità e la coscienza della forte responsabilità che soprattutto la maggioranza, ma anche la minoranza, debbono avere nei confronti del paese.
Purtroppo, non abbiamo potuto riscontrare questo fino in fondo e ce ne rammarichiamo; nello stesso tempo, non possiamo non prendere atto dell'atteggiamento positivo e, a volte, costruttivo degli amici dell'UDC in relazione ad alcune posizioni espresse e possibilità di miglioramento. Come non dimentichiamo il ragionamento del Presidente Casini, quando l'altro giorno in aula ha sottoposto alcune questioni in maniera assolutamente propositiva, affermando che, in casi di questo genere, occorre assumersi delle responsabilità nei confronti del paese e di parti del paese che, a volte, soffrono maggiormente. Noi riteniamo che questo sia un atteggiamento propositivo e che, se fosse stato messo in atto da tutta l'opposizione, alcune discrasie, tortuosità e inadeguatezze del percorso - che, tra l'altro, sono state sottolineate egregiamente da lei, Presidente Bertinotti - si sarebbero potute evitare. Tuttavia, ritornerò su questo argomento nella fase finale del dibattito.
Il disegno di legge finanziaria, comunque, persegue quel cammino che avevamo tracciato nel DPEF e si muove lungo la via del risanamento, dello sviluppo e dell'equità. Noi di Italia dei Valori apprezziamo quello che è stato fatto con riguardo al risanamento delle finanze del nostro paese. Come ha affermato ultimamente il presidente degli industriali italiani, negli scorsi cinque anni questo paese si era abbandonato a non rispettare più i valori, a non avere più punti di riferimento, a far saltare l'etica della politica e delle istituzioni. Oggi abbiamo compiuto uno sforzo ed abbiamo indicato una via da perseguire per recuperare quelle discrasie, che si erano insinuate nel corpo dell'Italia come un virus che avrebbe potuto anche diventare letale. Per questo, abbiamo dato un'indicazione soprattutto a livello più alto. Abbiamo ridotto le spese ed avremmo potuto ridurle maggiormente, ma è stato fatto sicuramente un passo in avanti (basti pensare che sono state ridotte del 5 per cento le spese degli uffici dirigenziali e del 10 per cento quelle degli uffici generali); sono stati effettuati dei tagli netti alle consulenze (tutte operazioni che entro il 2009 porteranno ad un risparmio di 60 miliardi di euro); abbiamo tagliato gli stipendi d'oro. Grazie anche ad un'azione propositiva di Italia dei Valori, condivisa però dall'Unione, abbiamo stabilito un tetto di 500 mila euro per i manager pubblici e un tetto relativo al trattamento di fine rapporto, che non può superare un'annualità, anche se è stata data al Ministero dell'economia la discrezionalità di provvedere diversamente.
Noi non siamo assolutamente favorevoli ad appiattire il sistema economico, però vogliamo introdurre un sistema di responsabilità soprattutto nei confronti di chi gestisce il denaro pubblico. Non si può gestire il denaro pubblico, portare le aziende allo sfascio e poi, alla fine, chiedere liquidazioni d'oro a danno degli utenti e dei cittadini.
Saremmo disposti anche ad accettare liquidazioni «pesanti», però solo qualora si sia rispettato il piano industriale e l'azienda che si è stati chiamati a dirigere abbia prodotto profitti, efficienza, equità, trasparenza e giustizia. Tali iniziative vanno nella direzione da noi auspicata e sono un grande segnale di moralità: quando si chiedono sacrifici a tutti i cittadini, la classe dirigente di questo paese deve infatti dare l'esempio e noi vogliamo che ciò accada.
Per tale ragione abbiamo sollevato la questione di Sviluppo Italia; abbiamo firmato e presenteremo un ordine del giorno con il quale si chiede la messa in liquidazione di tale agenzia, creata per dare sviluppo ed attenzione al meridione d'Italia e che nel corso degli anni ha invece trasformato il proprio DNA, degenerando e trasformandosi in una fabbrica, sforna consigli di amministrazione e risorse che non vanno certo nella direzione auspicata. Abbiamo chiesto ed ottenuto la riduzione dei compensi dei componenti dei consigli di amministrazione e del numero degli Pag. 14stessi ad un massimo di tre o cinque in relazione all'entità delle società partecipate; abbiamo ottenuto la riduzione - tutti noi dell'Unione - dei compensi ai consiglieri circoscrizionali, abbattendo le doppie o triple cariche che permettevano di raddoppiare o triplicare i gettoni di presenza. Tutto ciò porterà ad un risparmio di 100 milioni di euro. Inoltre, abbiamo razionalizzato e cercato di risanare la spesa sanitaria: molte regioni in questa materia hanno scialacquato ed hanno creato sprechi a danno del cittadino utente e, soprattutto, di un bene fondamentale quale la salute; ebbene, abbiamo cercato di porre regole più rigide per riportare tutto ciò nell'alveo di una maggiore efficienza ed efficacia (ad esempio, abbiamo ridotto i limiti per la sanità convenzionata).
Tutte queste iniziative vanno nella direzione del risanamento. Ripeto, si sarebbe potuto probabilmente fare di più ma, a volte, l'ottimo è nemico del buono, quindi ci accontentiamo di ciò che è stato fatto sapendo che si tratta di un primo passo per rendere ancora più snello ed efficiente il nostro Stato.
Si è intervenuti anche sull'altro fattore di sviluppo, l'equità. Per quanto riguarda tale aspetto, le nuove aliquote IRPEF permettono di far risparmiare tutti i cittadini che hanno un reddito inferiore ai 40 mila euro. Si tratta di una scelta di redistribuzione, che l'Unione aveva presentato durante la campagna elettorale perché ci si era resi conto di come, negli scorsi cinque anni, i ricchi fossero diventati sempre più ricchi ed il ceto medio stesse invece andando sempre più verso una situazione di semipovertà.
PRESIDENTE. Deputato Raiti, la prego di concludere.
SALVATORE RAITI. Signor Presidente, mi accingo a concludere. Si tratta di un impegno complessivo: non ci si è limitati a quanto ho appena detto, ma sono stati previsti fondi per la tutela della maternità, per le famiglie numerose, per le politiche giovanili, per le pari opportunità. Tutto questo è stato fatto ed ancora meglio si farà prossimamente.
Certamente, signor Presidente, accogliamo il suo appello affinché le procedure regolamentari e la legge finanziaria possano nei prossimi anni tornare in un alveo più snello ed efficiente, perché le distorsioni che abbiamo registrato nel corso di questa sessione di bilancio possano essere evitate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, ovviamente la Lega Nord Padania non voterà la fiducia a questo Governo.
Come siamo arrivati a questo ennesimo voto di fiducia, con un unico articolo che ne sostituisce più di duecento? In realtà in Assemblea abbiamo svolto anche un buon lavoro, esaminando però solo quindici articoli. Ebbene, anche basandoci solo su questi, abbiamo visto che sono state apportate grandi modifiche rispetto al testo proposto dal Governo, frutto di proposte dell'opposizione, in particolare della Lega Nord. Ne rammentiamo alcune: la modifica relativa alla grande semplificazione in materia di scontrini fiscali, che non ci saranno più per chi si doterà di un registratore di cassa telematico, oppure, importantissima, l'eliminazione della tassa di soggiorno; inoltre, il grande ridimensionamento della tassa di scopo, cioè della tassa che i comuni possono mettere per realizzare le opere pubbliche aumentando l'ICI: tale tassa è stata notevolmente ridotta grazie ai nostri emendamenti a favore soprattutto delle fasce più deboli.
Ci domandiamo quindi cosa sarebbe successo al testo del disegno di legge finanziaria presentato dal Governo se ci fosse stata la possibilità di proseguire la discussione e di affrontare i temi più scottanti presenti in questa manovra economica. Quale sorte sarebbe spettata, ad esempio, ai ticket sul pronto soccorso? Che fine avrebbero fatto i contributi per gli apprendisti? Purtroppo in aula non Pag. 15abbiamo visto questo, ma nemmeno in Commissione abbiamo avuto la possibilità di esaminare approfonditamente il testo: abbiamo esaminato solo una dozzina di articoli, la parte sugli enti locali, quella meno problematica. La Lega Nord, in Commissione, ha chiesto tante volte (è agli atti, per quello che può servire) di affrontare ed iniziare ad esaminare qualche articolo che non fosse problematico per la maggioranza: il presidente Duilio ne è testimone. Purtroppo non siamo riusciti neanche in questo, perché non vi erano mai articoli sui quali il Governo fosse pronto: ogni giorno giungevano nuove proposte, che il giorno dopo venivano sostituite. Questa è la verità, al di là delle solite dichiarazioni d'ufficio e del solito teatrino: «l'opposizione ha costretto alla fiducia»; «l'opposizione fa ostruzionismo».
Bisogna quindi dare atto al Governo di una certa abilità, un'abilità bizantina. D'altronde non poteva che concludersi così. Con un disegno di legge finanziaria di 217 articoli, dove i temi scottanti sono appositamente inseriti in fondo, non poteva che finire così. I temi scottanti così non vengono discussi e si giunge al voto di fiducia: si vota un solo articolo che contiene tutte le misure: prendere o lasciare!
Attenzione, però, che la vera questione di fiducia per voi si pone nel paese, non tanto in quest'aula, dove per ovvi motivi di compattezza e di contenimento della maggioranza che sfugge la fiducia non può mancare, almeno alla Camera. Anzi, oseremmo dire che voi non avete fiducia nel paese. Siete voi, è la vostra maggioranza di sinistra-centro a non avere fiducia nel paese e soprattutto nel nord. Voi non vi fidate del cittadino contribuente. Addirittura siete giunti all'assurdo di eliminare per legge la carta moneta - questa le batte tutte - prevedendo un tetto di 100 euro al di sopra del quale le transazioni, tra un paio d'anni, dovranno essere realizzate per forza di cose con assegni o carte di credito. Dunque, per legge eliminate la carta moneta.
Anche al riguardo avevamo avanzato una proposta di puro buonsenso: elevare l'importo limite a 500 euro. Oggi come oggi 100 euro sono davvero pochi (penso soprattutto ai pensionati). Non c'è stato niente da fare anche su una proposta di puro buonsenso.
Questo Governo poi non si fida nemmeno dei comuni, ai quali sottrae la riscossione dell'ICI. Tale imposta ora dovrà essere pagata alla Banca d'Italia che poi, bontà sua, restituirà ai comuni quanto è di loro competenza, con modalità e termini tutti ancora da definire. Possiamo sostenere dunque che l'imposta comunale sugli immobili non c'è più. Adesso abbiamo un imposta statale sugli immobili, che lo Stato, bontà sua, deciderà di restituire ai comuni. Questo, ovviamente, è l'esatto opposto del federalismo fiscale.
Per assurdo, questo Governo non si fida neanche dei suoi ministri. E qui siamo davvero al paradosso. Faccio un esempio: al ministro Ferrero vengono concessi circa 200 milioni di euro per interventi a favore dell'immigrazione e altre misure nel campo del sociale. Peccato che con il cosiddetto provvedimento «taglia spese» gli vengono sottratti circa 200 milioni. Quindi, sostanzialmente, non gli si dà un «tubo di ferro»! Lo stesso dicasi per il ministro Amato, che si vede tagliati i fondi per circa 220 milioni di euro. Altro che soldi per l'emergenza Napoli, quando sottraiamo 220 milioni di euro al Ministero dell'interno!
Su questo articolo «taglia spese» bisogna far chiarezza. Delle due l'una: o ogni ministro pensa che i tagli non riguarderanno il suo dicastero ma verranno accollati agli altri (però sembra una ipotesi francamente impossibile); oppure quei quattro-cinque miliardi di euro posti in bilancio come tagli di spesa sono un falso in bilancio, sono scritti nel ghiaccio («marcá in sul gias», come diciamo a Milano).
Staremo a vedere! In ogni caso, voi non vi fidate soprattutto della parte più attiva e produttiva del paese (commercianti, artigiani, piccole e medie imprese), il vero nervo portante di questo malsano paese, concentrato, per la stragrande maggioranza, al nord.Pag. 16
Per loro non c'è niente di buono, ci sono solo notizie negative: aumento dei contributi anche per i parasubordinati, per gli apprendisti, scippo del TFR - almeno quello, fortunatamente, sopra i cinquanta dipendenti - studi di settore inaspriti, schedatura di clienti e fornitori, tracciatura di tutte le transazioni. Si tratta di un vero fuoco di fila, avete considerato le appena citate categorie come vostro nemico sociale, ma questo è un grande errore che pagherete caro. Intanto, dopo Alitalia, anche le Ferrovie iniziano a traballare. Il problema è sempre il solito e riguarda l'esubero del personale che si trascina negli anni, dovuto sostanzialmente ad assunzioni clientelari operate negli anni passati.
In finanziaria cosa fate per il rigore ed il contenimento della spesa pubblica? Se facciamo un veloce conto, in finanziaria sono previsti quasi 200 mila unità di personale in più nella pubblica amministrazione: per la precisione, 180 mila persone. Facendo il conto della serva, ciò vale circa 6 miliardi di euro l'anno e, se andiamo ad aggiungervi anche l'incremento per il finanziamento dei nuovi contratti per il pubblico impiego, arriviamo a 7-8 miliardi di euro in più all'anno. A questo punto non rimane altro da aggiungere, poiché la situazione si spiega da sola: colpite il settore produttivo - piccole e medie imprese, commercianti, artigiani - e favorite la pubblica amministrazione, che non rappresenta - come si sa - il massimo dell'efficienza in questo paese.
Prodi disse che il paese era impazzito, ma il nord ha già deciso chi è andato fuori di testa e non vede l'ora che costui vada anche fuori da Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volonté. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole ministro dell'economia - la rivediamo dopo venti giorni da quando sono stati avviati i nostri lavori - non voteremo questa fiducia per molte ragioni.
Noi siamo un partito saldamente ancorato al centrodestra, come abbiamo dimostrato anche in queste giornate, alternativo al centrosinistra, anche se non vi è bisogno di ribadirlo tutti i giorni. Peraltro, questa collocazione non fa venire meno il dovere di lavorare per cambiare questo sistema politico e noi a questo non vogliamo rinunciare...
Signor Presidente, già mi interrompe?
PRESIDENTE. Non interrompevo lei, ma coloro che rendono faticoso il suo ascolto.
LUCA VOLONTÈ. Grazie, signor Presidente.
Abbiamo proposto misure a favore delle liberalizzazioni, delle piccole e medie imprese, dell'innovazione e della ricerca e, soprattutto, della famiglia, della sussidiarietà, del capitale umano e della scuola, ma esse non trovano riscontro in questa legge finanziaria. Basti pensare che nemmeno la riformulazione dell'articolo 3, operata dal viceministro Visco un paio di volte, contiene misure significative nei confronti delle famiglie con figli e degli incapienti. Addirittura, si è esclusa la possibilità della cosiddetta clausola di salvaguardia, che si è preferito cancellare per non consentire ai singoli cittadini la libertà di scelta.
Sul capitale umano e la ricerca il commento appare quasi superfluo viste la manifestazioni di ieri e l'astensione della Rosa nel Pugno per la gran parte delle votazioni.
Le piccole e medie imprese sono state penalizzate grandemente dalla manovra alla nostra attenzione, diversamente non si spiegherebbero tutte le obiezioni e le contrarietà dell'intera categoria di artigiani e commercianti.
Quanto alle liberalizzazioni, gli effetti effimeri del decreto Bersani già lasciano il passo al dibattito, tutto interno all'Unione, tra le diverse ipotesi di vere liberalizzazioni a partire dal prossimo gennaio.Pag. 17
La scuola, investimento nel capitale umano rappresentato dai giovani, è stata completamente stravolta e dimenticata nei capitoli della finanziaria. Tutto ciò è aggravato dal momento drammatico che vivono i nostri giovani e dall'assoluta assenza di certezze, che vengono a loro date.
Colleghi, sono lontane le parole della campagna elettorale, sia quelle sul merito degli intendimenti, sia quelle sul metodo e sulle accuse reciproche riguardo all'uso dello strumento legittimo della questione di fiducia. Con questa manovra - definita suk dalla maggioranza - e dopo le parole di ieri del Presidente del Consiglio sull'irresponsabilità nell'introduzione dell'euro, grazie all'eurotassa mai più rimborsata dal primo Governo Prodi, rimangono ben poche cose positive.
I miglioramenti che sono stati introdotti sono ben merito dell'UDC e di altre forze dell'opposizione: l'abolizione della tassa di soggiorno, che avrebbe penalizzato il turismo e le famiglie; l'introduzione della soglia di reddito per gli aumenti dell'ICI e dell'IRPEF degli enti locali; gli aiuti all'eliminazione delle barriere architettoniche negli esercizi commerciali; la maggiore attenzione alle casalinghe, solo per citarne alcuni. Ieri il ministro Chiti, con un intervento legittimo ma - mi consenta - irrituale, ha ricordato che su 15 articoli sono stati accolti, in tutto o in parte, 39 emendamenti delle opposizioni. Significa che, se avessimo avuto la possibilità di affrontare tutti i circa 250 articoli iniziali, forse avremmo approvato 650 emendamenti dell'opposizione. Avremmo desiderato ancor più convincervi delle nostre ragioni, correggere i vostri gravi errori, limitare i danni che state facendo al paese. Questa è la cifra che vuole rappresentare l'UDC in questo Parlamento. Non ce lo avete consentito appieno. Sia ben chiaro, c'erano tutti i tempi per discutere la legge finanziaria: il calendario dei lavori dell'Assemblea già prevedeva la possibilità di lavorare fino all'una di notte e c'erano ancora i tempi assegnati ai gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione.
La scelta del Governo ha impedito il miglioramento della finanziaria, quindi oggi ci troviamo davanti una manovra di 15 articoli più uno contenente 800 commi. Lì, in quest'unico articolo, sono rimaste le stangate sui ticket, dopo una girandola di aumenti e diminuzioni; gli aumenti per le auto; quelli sulla casa; i nodi del TFR e del cuneo fiscale; l'inadeguatezza degli investimenti per la ricerca e per la scuola; i fondi tagliati alla sicurezza e alle forze di polizia; la presa in giro di Napoli; il miliardo tagliato alla sanità siciliana, solo per ragioni politiche. Certo è stato ripristinato il 5 per mille, ma ne è stata ridotta la portata. Sono aumentate le detrazioni per le badanti; nel contempo però è stato abolito il bonus bebè. E si è rimasti sordi alle sollecitazioni del 95 per cento del mondo produttivo italiano e delle famiglie italiane. Si è pensato più ai televisori al plasma che ai figli, più alle spiagge libere sul modello cubano che alle famiglie sotto l'ombrellone. Si tassano i risparmi al 20 per cento, ma si aiutano gli amici produttori di frigoriferi. La nuova curva dell'IRPEF non aiuta le famiglie, sulle quali graveranno anche gli aumenti dei tributi locali, visti i tagli.
Allora, perché si è deciso di porre la questione di fiducia? Era dunque possibile non usare tale strumento. Certo, il nostro gruppo parlamentare, anche nella scorsa legislatura, ha contribuito positivamente alle iniziative e alle riflessioni della Commissione bilancio per arrivare presto alla riforma della sessione di bilancio e della stessa legislazione e regolamentazione della finanziaria. Rimane un obiettivo mancato allora, che deve essere colto con il consenso di tutti nei prossimi anni. Ora però ci troviamo di fronte ad un Governo che ha presentato 108 emendamenti in otto giorni, con una media di tredici, quattordici al giorno; ad un totale di dieci ore e mezzo di sospensione, richieste esplicitamente dal relatore e dal presidente Duilio; a molte decine di ore - come già detto - ancora a disposizione dei gruppi parlamentari. Che quindi il Governo, che non si oppone ai tempi previsti dalla Presidenza, corra il rischio dell'esercizio provvisorio appare alquanto improprio, oltre che offensivo nei confronti della Pag. 18Conferenza dei capigruppo e della Presidenza Bertinotti. Quarantotto ore fa il nostro gruppo ha deciso di ritirare tutte le proposte emendative tranne un esiguo numero. Lo abbiamo fatto ben prima della decisione di convocare il Consiglio dei ministri e siamo stati seguiti da altre forze di opposizione. Allora avevamo invitato il Governo a seguire il nostro esempio. Invece, ci siamo ritrovati un maxiemendamento di 800 commi e qualche chilo di peso.
Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, è legittimo scegliere di porre la questione di fiducia. È una scelta che, anche nella scorsa legislatura, è stata frequentemente compiuta. Costituisce però una grave scorrettezza affermare, in questo caso, che tale decisione sia dovuta all'atteggiamento ostruzionistico. Nel vocabolario politico dell'UDC questa parola non esiste.
Signori del Governo, vi assumete una responsabilità doppia: di votare una manovra iniqua e di farlo per evidenti ed esclusivi problemi interni. Nell'interesse del paese è bene che vi assumiate appieno tutte le responsabilità della vostra scelta.
Avete proposto per la legge finanziaria una nuova procedura all'inglese, alla Gordon Brown, però il Gordon Brown italiano avrebbe dovuto fare da spola, da passacarte, invece che depositare un bilancio a scatola chiusa, visto l'andamento dei nostri lavori negli ultimi dieci giorni.
Avete chiesto la fiducia per porre fine al suk della maggioranza. Le vostre contraddizioni ed i vostri scontri sono sotto la luce del sole. Non sono gli italiani ad essere impazziti, purtroppo è la «maionese» della vostra coalizione; diversamente, non si spiegherebbero le continue fiducie alla Camera su ogni argomento del vostro programma, vista l'ampia maggioranza di cui disponete.
Con il nostro voto contrario sappiamo di contribuire ad avvicinare la fine del Governo dell'Unione. Lo facciamo dall'alto della nostra opposizione responsabile e senza darvi alibi. Lo dimostriamo anche oggi con il nostro voto contrario.
Il Governo sta scoppiando. Il paese è tartassato e Prodi sorride. I problemi del paese sono acuiti dalla vostra manovra. Nemmeno uno di essi viene risolto con i circa 35 miliardi della finanziaria: né lo scontro generazionale sulle pensioni, né le liberalizzazioni, né la libertà e la qualità della scuola, né l'equità familiare vengono minimamente scalfite dalla vostra manovra.
Di questo fallimento, signori del Governo, ministro dell'economia, porterete la responsabilità, oggi e anche per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, vorrei, non formalmente, partire da alcuni ringraziamenti che ritengo indispensabili, innanzitutto alle compagne, ai compagni, ai colleghi del mio gruppo, che hanno consentito di esaminare, dal nostro punto di vista, con la lettura specifica del partito della Rifondazione comunista-Sinistra europea, un documento complesso, quale quello che è stato qui presentato.
Vorrei dire, altresì, che i contributi che sono venuti dal nostro gruppo non hanno mai avuto il carattere della rivendicazione spicciola, della protezione di un interesse, ma si sono sempre configurati, nel quadro di una relazione complessiva, con l'impegno di mantenere unita questa maggioranza, come proposte che tendevano a mettere l'accento sul tratto di equità di questa manovra.
Ringrazio, pertanto, anche il relatore, i presidenti di gruppo di maggioranza, i sottosegretari ed il ministro per i rapporti con il Parlamento che, nel corso di questa vicenda, hanno conseguito una chiara funzione di rafforzamento di quell'unità della maggioranza che, in quest'aula, si era già misurata sul decreto fiscale.
Siamo una maggioranza plurale, che discute, e siamo convinti che sia importante Pag. 19mantenere aperta la dialettica che esiste, che non è, come dice il presidente Volontè, un suk...
LUCA VOLONTÈ. D'Alema!
GENNARO MIGLIORE. ...ma è la rappresentazione di un'articolazione di questa maggioranza che si ispira e viene proposta da differenti culture politiche.
È per questo che - per parlarci con chiarezza - vi dirò subito quali sono i punti su cui non abbiamo conseguito un accordo, nonostante avessimo sottolineato l'importanza degli argomenti.
Non siamo stati d'accordo (e crediamo che vi sbagliate) sull'introduzione dei ticket, perché pensiamo che si debba privilegiare l'aspetto della riorganizzazione territoriale della sanità, così come non siamo stati d'accordo - ma su questo interverremo con uno specifico ordine del giorno - a non ridurre le spese di investimento per nuovi armamenti. Per noi, questa è una battaglia fondamentale. Vogliamo discutere su quali e quanti investimenti sia necessario il nostro impegno come paese. Non siamo stati d'accordo - lo dico anche al ministro Chiti - sulla proposta che è stata avanzata relativamente alla regione Lombardia, non tanto sulla costruzione di quella infrastruttura, che, peraltro, già ieri è stata contestata al ministro competente, quanto sulla possibilità di devolvere poteri ad una regione nel momento in cui si sta costruendo una difficile partita, come quella del federalismo.
In una dimensione così imponente della legge finanziaria (40 miliardi di euro), ne abbiamo mantenuto i muri maestri. Lo voglio dire al ministro Tommaso Padoa Schioppa, rispetto al quale abbiamo certamente espresso un'opinione diversa quando si è configurata la vastità di questa manovra, ma abbiamo perseguito coerentemente il mantenimento di quell'impegno.
La fiducia è certamente stata determinata dall'atteggiamento dell'opposizione, e ciò è chiaro ed è sotto gli occhi di tutti. Per questo, non spenderò molte parole su tale aspetto, anche perché siete passati dalle «spallate padane» alla rincorsa di qualche voto al Senato. Mi dispiace: questa maggioranza, in quest'aula, ha rappresentato un punto forte e saldo, così come quella al Senato, e questi sotterfugi e queste ricerche non porteranno certo ad un nostro indebolimento.
Ribadire la fiducia a questo Esecutivo è un'occasione importante, e credo che qui si debba dire con chiarezza che, per noi, la centralità del Parlamento è fondamentale. Nella centralità del Parlamento, uno dei muri maestri dell'intera coalizione è costituito dall'intensa condivisione da parte di tutto il Governo, a partire dall'impegno, qui assunto solennemente da tanti esponenti della maggioranza, di ridefinire lo strumento della legge finanziaria.
Come hanno ribadito il Presidente Bertinotti e il Presidente Napolitano oggi, non possiamo avere una finanziaria ipertrofica, che riassuma al suo interno centinaia di provvedimenti che, invece, dovrebbero essere liberamente discussi, uno ad uno, all'interno del dibattito parlamentare.
Per questo motivo, e non solo per ragioni di merito, non siamo stati d'accordo nell'introdurre all'interno della finanziaria la riforma del sistema delle pensioni, perché pensiamo che prima si debbano aumentare le pensioni minime e si debba eliminare rapidamente lo scalone, e, poi, si debba andare nella direzione di costruire una riforma che parta dalle esigenze dei più deboli.
Dobbiamo rispondere a questa vera e propria crisi della politica attraverso una forma - voglio ringraziare, a questo proposito, il Presidente della Camera, che ha garantito l'autonomia e l'indipendenza del Parlamento - che privilegi ed evidenzi la forza della discussione parlamentare. La maggioranza ha dato una prova in questo senso e siamo convinti, così come emerge anche dalle dichiarazioni sui giornali, che tutti gli accordi sottoscritti da questa maggioranza in questo ramo del Parlamento verranno riproposti, scritti e condivisi all'interno della legge finanziaria durante l'esame al Senato.
Dobbiamo essere chiari su tale aspetto. Penso che ci debba essere un rispetto Pag. 20molto forte tra di noi, anche perché, in questa crisi della politica, leggiamo un'opportunità, data dall'aver scoperchiato il vaso di Pandora tenuto chiuso dal lungo quinquennio oscuro del Governo Berlusconi, che comprimeva la domanda sociale.
Quindi, vorrei far notare ai colleghi del Governo che dobbiamo essere soprattutto noi a tenere aperte le orecchie della società italiana e che dobbiamo saper distinguere le richieste che difendono privilegi e che hanno un senso reazionario e regressivo da quelle che, invece, indicano la prospettiva della riforma. Tra queste, noi consideriamo certamente quelle della scuola e dell'università, ed è stato importantissimo aver aggiunto risorse in quel settore. Per questo riteniamo che, tra gli impegni qui assunti, si debba sanare ciò che ha impedito di rimuovere il blocco al 2010 per i precari della scuola.
Pensiamo che nei precari, alla cui manifestazione del 4 novembre abbiano partecipato per affermare che queste domande andavano ascoltate, c'è la possibilità e l'investimento di una futura riforma complessiva del nostro paese, perché da lì dobbiamo ripartire. Il Governo, nei cinque anni precedenti, infatti, ha segnato una definizione delle classi sociali attraverso la chiusura e l'impermeabilità. È di questo che ci parla l'investimento sulla formazione: della promozione e della possibilità di migliorare la propria condizione. È di questo che ci parla la precarietà. È di questo che ci parla la stabilizzazione di tanti precari nel pubblico impiego.
Dobbiamo dire «no» alla politica di destra, che ha chiuso lo spazio della società, e «sì», invece, ad una politica che sappia interrogarsi, proprio per sconfiggere questa crisi della politica. Altro che questioni di difficoltà di rapporto o di comunicazione del Governo con il paese!
Noi dobbiamo essere determinati su quello che è, per noi, il punto di partenza sul quale costruire le basi dell'allargamento del consenso ed un programma condiviso, che rappresenti, in maniera plastica, le altre culture politiche che, all'interno di questo paese, hanno deciso di sconfiggere quelle che si annidavano dentro la coalizione di Berlusconi.
Allora, senza rivendicare tante cose, ma ribadendo che alcuni impegni sono stati mantenuti, noi diciamo che il disegno di legge finanziaria in esame può essere una leva per il cambiamento, una leva per l'apertura di una nuova fase per il nostro paese: non quella breve dei sei mesi (la «seconda fase» di questo Governo, di cui qualcuno ha parlato), ma la fase delle riforme vere, quelle che non costituiscono una minaccia per la povera gente, quelle che possono indicare un sistema più equo all'interno della nostra società. Dobbiamo essere così: convinti che questa possibilità si possa inverare, da quando attuiamo la riforma delle aliquote IRPEF a quando realizziamo una misura per contenere i danni del lavoro nero e per dare più diritti alle madri precarie ed a quanti si trovano a vivere simili condizioni lavorative.
Abbiamo un paese che è partito con lo svantaggio del Governo Berlusconi, ma non possiamo consegnare ad esso l'ipoteca del risanamento senza l'equità. Contro la politica dei due tempi noi ci batteremo sempre, perché questo è il senso della nostra presenza all'interno della coalizione: penso che questa sia la missione che ci hanno affidato gli elettori alle scorse elezioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alemanno. Ne ha facoltà.
GIOVANNI ALEMANNO. Signor Presidente, signor ministro, rappresentanti del Governo, colleghi, è la prima volta, forse, che la questione di fiducia viene vissuta dalla Camera dei deputati come una liberazione! Ciò non perché la posizione della questione di fiducia non sia fortemente pretestuosa, un elemento assolutamente negativo, una violenza al Parlamento: il problema è che la violenza fatta a questa Assemblea è stata costruita nei cinquanta giorni precedenti, nelle lunghe giornate in Pag. 21Commissione e in aula, quando tutto il dibattito parlamentare si è risolto in una sconfinata palude.
Signor Presidente, lei sa bene che ciò è avvenuto non a causa degli emendamenti presentati dall'opposizione, ma perché proprio la maggioranza, proprio il Governo, hanno presentato complessivamente, in Commissione ed in Assemblea, ben 224 emendamenti, che hanno appesantito il dibattito parlamentare e che hanno creato una sorta di finanziaria plastica, una finanziaria in progress, continuamente modificata. Ancora oggi sono numerose le promesse di modifiche sostanziali (rinviate al Senato), che ancora non danno un contorno netto e chiaro al disegno di legge finanziaria.
Certo, i gruppi dell'opposizione hanno presentato i loro emendamenti (non potevano fare diversamente), ma noi abbiamo sempre ribadito - per primo, il presidente Fini, in occasione della votazione sulla questione di fiducia posta sul provvedimento in materia fiscale - la nostra disponibilità a ridurre il numero degli emendamenti, a non appesantire il dibattito, qualora vi fosse stato un confronto chiaro tra maggioranza ed opposizione, un tavolo di confronto per cercare di correggere quello che poteva essere corretto per migliorare una manovra sicuramente negativa.
La realtà è che ciò non è accaduto perché non poteva accadere. Non poteva accadere perché il Governo aveva già il problema di mediare al proprio interno. La mediazione avviene non tra maggioranza ed opposizione, ma all'interno delle diverse componenti di questo Governo, che, tra l'altro, presenta una caratteristica molto particolare, forse unica nella storia della Repubblica: molti ministri sono capi di partito, il che comporta che, quando nascono contraddizioni, possono minacciare non soltanto le loro dimissioni, ma anche la crisi di Governo. È evidente che una maggioranza e un Governo così configurati non potevano aprire ad un confronto reale con l'opposizione. Questo è il problema di fondo a causa del quale abbiamo vissuto cinquanta giorni di palude in questa Camera dei deputati: un'offesa al Parlamento!
Venendo al merito, ricordiamo (come è stato già fatto nel corso di altri interventi) che l'ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria indicava quattro voci sulle quali operare riforme strutturali, al fine di ridurre le spese e correggere l'andamento della finanza pubblica. Vorrei tuttavia osservare che un errore era contenuto già nello stesso DPEF, poiché si riteneva che gli interventi in quelle quattro realtà sostanziali potessero essere «calati» all'interno del disegno di legge finanziaria come riforme strutturali.
Pensare di intervenire su settori come la previdenza, gli enti locali, la sanità ed il pubblico impiego attraverso la manovra finanziaria è un'idea vecchia: con la manovra finanziaria, infatti, si possono effettuare tagli alla spesa, ma non si possono realizzare riforme strutturali!
Noi non eravamo e non potevamo essere favorevoli ad affrontare il tema della previdenza nell'ambito del disegno di legge finanziaria in esame, poiché ciò avrebbe significato ridurre un grande tema, concernente i diritti e le risorse dei lavoratori, ad una questione di fiscalità generale di competenza dello Stato.
Dopo l'approvazione di tale DPEF, tuttavia, il disegno di legge finanziaria che ne è scaturito recava un segno completamente diverso, e l'alibi che è stato addotto - vale a dire, i conti pubblici in disequilibrio e le difficoltà in ordine al rispetto del Patto di stabilità dell'Unione europea - è una spiegazione che non regge. È sempre stato evidente, infatti, che, per correggere l'andamento dei conti pubblici, al fine di rispettare i parametri europei, sarebbero stati sufficienti 15, 14 o forse anche solo 13 miliardi di euro.
La realtà è che abbiamo di fronte un disegno di legge finanziaria del valore di quasi 35 miliardi di euro; se aggiungiamo la manovra sull'IVA relativa alle auto aziendali, esso arriva fino a 40 miliardi di euro! Ciò si giustifica non con l'adozione di interventi necessari per correggere l'andamento Pag. 22dei conti pubblici, ma con scelte politiche grazie alle quali la spesa pubblica è stata dilatata ulteriormente. È questo il dato di base che riteniamo inaccettabile!
Tale ulteriore aumento della spesa pubblica si è tradotto, inevitabilmente, in nuove tasse per i cittadini, per le imprese e per la società civile. Oggi constatiamo con chiarezza che due terzi della manovra finanziaria sono rappresentati da nuove forme di imposizione fiscale e di prelievo tributario, mentre i tagli alla spesa pubblica costituiscono solo un terzo di essa.
Il disegno di legge finanziaria in esame rappresenta solamente la premessa di una manovra finanziaria successiva, che verrà posta in essere dagli enti locali: infatti, emergerà la necessità di apportare aggiustamenti ai bilanci che, sostanzialmente, scaricheranno nuovi pesi sui contribuenti, al fine di garantire l'equilibrio nella fornitura dei servizi locali.
Noi contestiamo profondamente, inoltre, anche l'idea che questa manovra finanziaria produca effetti redistributivi. Infatti, nonostante l'operazione finalizzata alla rimodulazione dell'IRPEF - la quale, badate bene, è costata una riduzione da 1,4 miliardi di euro a 930 milioni di euro degli assegni familiari! -, sappiamo che anche i ceti più bassi vedranno compensati i modesti tagli alle imposte con un aumento dei pagamenti relativi a tutte le diverse tasse (ricordo che ne sono state contate addirittura 69) che ogni famiglia, in maniera indifferenziata, dovrà compiere.
Pertanto, le famiglie povere, i poveri di questo paese e coloro che dispongono dei redditi più bassi non otterranno alcun risultato concreto con il disegno di legge finanziaria in esame: questo è un altro elemento che intendevo sottolineare.
A fronte di ciò, ricordo che abbiamo presentato un pacchetto di proposte emendative che è caduto nel vuoto, poiché non ha trovato alcun riscontro nel corso del dibattito svolto con il Governo.
Abbiamo dichiarato che, a fronte delle migliaia di emendamenti presentati, le questioni per noi rilevanti erano solo nove, due delle quali legate al trattamento di fine rapporto (TFR). Proponevamo, infatti, sia l'eliminazione di quella che riteniamo essere la norma più negativa prevista dal disegno di legge finanziaria, sia la trasformazione della soglia dei 50 dipendenti per le imprese in una franchigia, per evitare che si inneschi un meccanismo che impedisca la crescita delle aziende al di sopra di tale limite.
Ricordo, altresì, che abbiamo presentato proposte emendative a favore della sicurezza del paese, la quale rappresenta un problema così urgente che lo stesso Governo ha affermato che dovrà intervenire nuovamente al riguardo nel corso dell'esame del provvedimento che si svolgerà presso il Senato della Repubblica.
Abbiamo presentato, inoltre, proposte emendative a favore delle famiglie e per il sostegno del reddito dei cittadini incapienti, andando anche a «violare» uno dei grandi templi intoccabili di questo paese, vale a dire le fondazioni bancarie, al fine di garantire una copertura finanziaria credibile. Ma anche queste proposte emendative sono cadute nel vuoto!
Rammento che abbiamo avanzato anche proposte a favore dell'introduzione di una fiscalità di vantaggio per il sud, poiché un altro aspetto che intendiamo sottolineare è il grave danno che questa manovra finanziaria arreca al Mezzogiorno. Infatti, al taglio netto di un miliardo di euro per quanto riguarda il fondo per le aree sottoutilizzate si aggiunge una serie di accantonamenti e di blocchi di risorse a valere sullo stesso fondo, al fine di assegnare risorse finanziarie ai singoli ministeri. Oggi, pertanto, il fondo per le aree sottoutilizzate è stato completamente congelato!
Nella realtà vera, il Mezzogiorno d'Italia oggi si trova con minori risorse, con minori possibilità, e siamo in presenza di una situazione in cui sarebbe necessario dare ad esso un segnale.
Questi sono gli elementi che abbiamo di fronte e queste sono state le proposte con cui abbiamo cercato di correggere questa legge finanziaria, con un atteggiamento che abbiamo tentato di mantenere concreto. La realtà è che voi ponete la questione Pag. 23di fiducia non contro l'opposizione, ma contro voi stessi e contro le vostre contraddizioni. Ponete tale questione di fiducia contro la protesta montante che viene dal paese. Lo fate per cercare di sottrarvi ad uno stillicidio che non reggete più!
Ecco perché il gruppo di Alleanza Nazionale voterà contro la fiducia, ma soprattutto voterà, orgogliosamente, contro questa legge finanziaria e porterà nel paese questo voto negativo per dare un punto di riferimento a tutte le categorie ed a tutti i cittadini che oggi si sentono terribilmente contrari a questo Governo ed alla sua politica economica e sociale (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, finalmente ci siamo! Il primo atto della «commedia Prodi» domani si chiude. Potrebbe sembrare il solito rituale gioco delle parti, se non fosse che al di fuori di quest'aula i cittadini pensano di vivere una tragedia, non una commedia. Il Governo pone la questione di fiducia pur disponendo, in quest'aula, di un'ampia maggioranza, dopo aver garantito più volte, in Commissione ed in Assemblea, che voleva il confronto parlamentare, dimostrando a tutti noi in quest'aula, ma soprattutto ai cittadini al di fuori di essa, che la fiducia è utile per venire a capo dei vostri dissidi interni, onorevoli colleghi della maggioranza, tra la maggioranza che si dice riformista e la maggioranza radicale e massimalista. È esaurita la fase mediatica, in cui tutto ed il contrario di tutto si poteva dire. Ora valgono solo i documenti al nostro esame!
Sono contento che sia presente il ministro dell'economia e delle finanze, così almeno vi ricordo, e mi ricordo, quanto egli, in Commissione, ci disse circa la bontà - sostenne il medesimo - dell'ultima finanziaria di Tremonti, definendola, in tale occasione, un utile, buon punto di partenza per il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Grazie ministro, tali sue dichiarazioni sono agli atti!
Ricordo, inoltre, che nei documenti di bilancio scritti negli anni del Governo Berlusconi - e tutti ricordiamo quale fosse, allora, la congiuntura economica italiana, europea e mondiale: pessima - risulta evidente come la spesa sociale sia aumentata, al pari della spesa sanitaria - spesa buona - e che la spesa per l'istruzione e l'università sia stata, nei nostri anni di governo, in media con quella europea. Ricordo, ancora, che il tasso di investimento nel comparto sicurezza è il più alto d'Europa, che gli investimenti al sud (quelli veri) sono costantemente aumentati e che, come detto, per la ricerca e l'università siamo in media con i paesi europei. Inoltre, signor ministro, sarebbe bastata una manovra correttiva di 15 miliardi di euro per rispettare i parametri europei. Qualcuno, poi, ci spiegherà gli altri 25 miliardi dove li avete spesi, ma lo spiegherà non a noi, bensì ai cittadini, che non sanno trovare tale risposta.
Ecco, dunque, la vostra proposta. L'avete sintetizzata in tre parole: crescita, risanamento, equità. Non ci vuole un osservatore particolarmente attento per constatare che avete sbagliato le dosi e confuso gli ingredienti, e che il risultato è indigesto per tutti gli italiani. Entro nel merito.
Per quanto riguarda la crescita, nei documenti di bilancio è scritto che la stretta fiscale produrrà una sua contrazione nei prossimi anni. Ed allora, se scrivete che non vi sarà crescita, come fate a porla come obiettivo? D'altra parte, noi vi abbiamo lasciato la crescita ad un tasso del 2,7 per cento. La ritroveremo - lo scrivete voi nel DPEF - tra quattro anni, ancora al 2,7 per cento. Questa non è crescita, questo è «encefalogramma piatto»! L'avete scritto voi. Per cortesia, non cercate giri di parole.
Per quanto riguarda il risanamento, la proposta consisteva nell'intervento in quattro settori - massiccio, diceva il ministro -: Pag. 24pubblica amministrazione, sistema pensionistico, sistema sanitario ed enti locali. Iniziamo con il pubblico impiego. Basta ed avanza la polemica sulla copertura del rinnovo di contratto; non sappiamo se parta dal 2007 o dal 2008: a noi dite dal 2008, poi dite dal 2007. Qualcuno lo capirà, in seguito. Circa il sistema pensionistico, signor ministro, mi pare che dopo le polemiche e le baruffe che avete fatto tra di voi siamo già al rinvio a data da destinarsi. In merito al servizio sanitario, l'unica cosa che troviamo in questa legge finanziaria è il ticket. Mi pare che come riforma e risparmio sia una cosa buona! Quanto agli enti locali, vi sono tagli, solo tagli, e l'obbligo, di fatto, di introdurre addizionali e tasse di scopo. Lascio perdere la tassa di scopo, la cui applicazione sarà quanto meno improbabile.
Poi, avete parlato di equità. Sembra uno slogan, ma è la realtà: più tasse per tutti. Come possiamo sintetizzare la vostra finanziaria? Direi con l'aumento delle tasse, con l'aumento della burocrazia, con l'aumento della centralizzazione e con l'abolizione delle nostre riforme (come la cosiddetta legge Moratti e la legge Biagi), con il ritorno a trattare il sud come area assistita e non come risorsa per il paese e, inoltre, con l'aggravio dell'esproprio delle risorse per il Mezzogiorno e con l'utilizzazione impropria del fondo per le aree sottoutilizzate.
Inoltre, per noi la parte più interessante è come avete classificato gli italiani, in particolare gli autonomi: evasori fiscali da colpire e, come direbbe Totò, «a prescindere». La vostra finanziaria si può sintetizzare con la reintroduzione che avete fatto - direi quasi per legge - della lotta di classe, con l'introduzione del voto, se non di scambio, «in cambio» (ne sappiamo qualcosa per le polemiche in Commissione; non cito il senatore interessato), con il premio per l'area ambientalista, cedendo sulla modernizzazione del paese e rinunciando di fatto alla creazione di impianti che guardino al futuro (gli inceneritori, le centrali, i rigassificatori) e, soprattutto, rendendo incerte le grandi opere come la TAV, con la cancellazione del ruolo del Parlamento, espropriandolo delle sue funzioni.
Le parole di questi giorni del Capo dello Stato e del Presidente Bertinotti, che sono condivisibili, sono tuttavia tardive, soprattutto mancano di un vero destinatario che è la maggioranza ed il Governo che stanno gestendo in questo modo la legge finanziaria. È di oggi il deposito da parte nostra, a prima firma del collega Leone, di una proposta di legge in questo senso, che ricalca quanto da noi già proposto nei passati cinque anni.
Ricordo a me stesso, ma soprattutto perché rimanga agli atti, l'«autostruzionismo» in Commissione ed in Assemblea della maggioranza che, non pronta a votare, ha contribuito alla «melina parlamentare», per arrivare alla presentazione del maxiemendamento, di fatto una nuova finanziaria.
Allora, qualcosa non va. Certo, la traccia della vostra linea politica si legge - è evidente - nella vostra componente estrema e massimalista. Avete aumentato del 2 per cento la pressione fiscale; volevate colpire professionisti, artigiani e commercianti e, in realtà, colpite il 90 per cento degli italiani.
Il balletto delle cifre, l'incertezza del Governo, le liti tra i ministri, i distinguo della maggioranza: tutto ciò ha certamente influito sullo stato d'animo degli italiani. Non c'è rilancio, non c'è crescita, non ci sono tagli, c'è solo centralizzazione. Il federalismo, per voi, è aumento di tasse locali. Dopo anni di ripresa dell'occupazione, non vorremmo assistere ad un'inversione di tendenza: alla faccia della «triplice»!
Non è una percezione per cattiva comunicazione, ma è la realtà. Ciò che traspare sono solo nuove tasse, tasse, tasse.
Ricordate le vostre promesse elettorali? Motivo ricorrente era: non aumenteremo le tasse; non metteremo le mani nelle nostre tasche. Ricordate quando evocavate lo spettro della quarta settimana? L'avete forse cancellata dal calendario perché non fosse più un problema? Avete aumentato Pag. 25le imposte ipotecarie, le imposte di registro, gli estimi catastali, l'ICI, la tassa dei rifiuti, le tariffe autostradali, la tassa di successione e donazione, le tasse sugli immobili, l'imposta di bollo, la tassa di scopo (benzina e gasolio sono più cari), l'IRPEF, l'IRES, le tasse per le piccole imprese.
Le poche cose buone realizzate in questa finanziaria - poche - riguardano i nostri emendamenti approvati. Avete reintrodotto, su nostra spinta, il cinque per mille. Avete eliminato, su nostra spinta, la tassa di soggiorno. Ci rimane un rammarico, di avervi visti ciechi e sordi alla nostra richiesta di eliminazione, almeno per le fasce più deboli, dell'odiosa tassa dell'ICI sulla prima casa. È stata una vergogna!
Che dire, poi, dell'otto per mille? Dopo le polemiche che avete fatto nei nostri confronti, destinate 200 milioni di euro dell'otto per mille a copertura delle vostre spese di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Cari colleghi, colleghi della maggioranza, vi invito ad una riflessione. Sono scesi in piazza migliaia di professionisti, che mai avevano manifestato in questo modo. Le categorie produttive, operai ed imprenditori, sono in agitazione. Gli enti locali minacciano di portarvi le chiavi dei municipi. Il Governatore della Banca d'Italia dice che non vi è nulla di strutturale in questa manovra.
Le agenzie di rating vi hanno declassato e la stampa estera ci mette agli ultimi posti. I cittadini non sono più con voi. Vi prego: sotterrate l'ascia di guerra! Visto che vi definite pacifisti, cercate la pace sociale. Abbiate l'onestà di ammettere che non siete in grado di governare e traetene le conseguenze.
Questo disegno di legge finanziaria è la dimostrazione sostanziale di quanto il Governo sia dannoso per il paese. Per tali ragioni - non ultima la voglia di dar conto al sentire popolare -, voteremo convintamente contro il disegno di legge in esame e, come l'attuale maggioranza degli italiani, non daremo fiducia a questo Governo, nell'auspicio che il quadro politico cambi quanto prima.
Governare è un dovere per la maggioranza. Governare contro la maggioranza degli italiani è un atto contrario alla democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Castagnetti. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, cari colleghi, il gruppo dell'Ulivo voterà a favore della questione di fiducia, perché ha fiducia in questo Governo e perché vuole bene a questo paese. Lo sanno tutte le persone responsabili che l'Italia, soprattutto oggi, ha bisogno di un Governo capace di guardare almeno un po' avanti, perché di quotidianismo e di convenientismo elettorale si rischia di soffocare.
Ieri, il Presidente Prodi ha ricordato il nuovo protagonismo dell'Italia sulla scena internazionale. Non si tratta di volontà di esibizionismo, ma di un'esigenza strategica ineludibile; ineludibile persino per gli Stati Uniti - e non solo dopo le elezioni di mid term - per uscire da una fase di «ubriacatura» neoideologica, che ha aggravato l'insicurezza e le condizioni di tensione e di conflitto un po' su tutti i lati dello scacchiere mondiale.
Se ognuno si occupa di tenere ordinato lo spazio davanti al proprio portone di casa, tutta la città sarà ordinata, dice la sapienza popolare. Ebbene, l'iniziativa italiana in Libano, a Gaza, nell'area immediatamente più a oriente, risponde a questa logica: non stare con le mani in mano, in attesa che altri provvedano anche per noi.
Ma ho poco tempo e non voglio dare l'impressione di divagare. Approfittando del fatto che non siamo ripresi dalla televisione, cercherò di evitare comizi e di svolgere, seppur rapidamente, una riflessione, con spirito costruttivo.
L'opposizione ha mosso a questa legge finanziaria sostanzialmente due critiche. Pag. 26La prima: si tratta di una manovra eccessiva; bastavano 15 miliardi, ci è stato detto. La seconda: il Governo ha mortificato il Parlamento, perché ha imposto di approvare la manovra finanziaria con la questione di fiducia.
Quanto alla prima critica, è davvero una manovra smisurata? Sgombriamo il terreno dall'insinuazione che questo paese sia governato da una compagine di uomini sadici, che si compiacciono di far soffrire i propri concittadini, perché sarebbe un'offesa all'intelligenza di tutti. Dunque, la manovra è eccessiva e smisurata? Potremmo discutere a lungo sui numeri, sulla necessità di dover fare rientrare il deficit di quasi due punti, anziché dello 0,8 per cento previsto. Ma non ne vale la pena, onorevole Zorzato: perderemmo tempo in cifre.
Osservo, invece, che questo vostro ragionamento - sarebbero bastati 15 miliardi - è rivelatore di quella filosofia di governo che ha segnato l'intera precedente legislatura e che potremmo definire la filosofia del galleggiamento, del fare il minimo indispensabile, in modo tale da non abbassare l'indice di gradimento nei sondaggi. La filosofia, potremmo dire, del «sei meno meno», del «quanto basta per sfangare la giornata, tanto sulle altre materie non saremo interrogati».
Vedete, cari colleghi, in particolare dell'opposizione, l'eredità ricevuta in dote in questa legislatura, al di là delle polemiche sul «buco» nei conti pubblici che ci scambiamo reciprocamente, con grande fastidio di chi ci ascolta, è proprio la filosofia del «sei meno meno», che è diventata costume, substrato culturale e psicologico collettivo, prima ancora che politico.
Così, in passato, si è fatto strettamente ciò che ci era imposto dall'Europa, lasciando al loro destino il bilancio dello Stato, il bilancio delle ferrovie, quello dell'ANAS, quello dell'Alitalia, quello della spesa sanitaria delle regioni: tanto, per ognuno di questi settori, c'era un responsabile, un altro su cui scaricare le responsabilità. Ciò ben sapendo che un giorno i nodi sarebbero arrivati al pettine, nella speranza che non arrivassero tutti contemporaneamente; e, per riprendere l'atteggiamento dello scolaro del «sei meno meno», nella speranza di riuscire in qualche modo a «sfangarla». I nodi, purtroppo, stanno arrivando al pettine ora, tutti; e, come non era difficile prevedere, contemporaneamente.
Per questo alcuni di voi, più responsabili e corretti, pur tra legittime riserve e critiche, riconoscono - per la verità più in privato che in pubblico -, che in questo disegno di legge finanziaria ci sono i segni del cambiamento, della volontà di fare di più e di non accontentarsi; la volontà di rimediare a tanti, troppi guasti che il paese si trascina da anni: tra tutti l'intollerabile tasso di evasione fiscale. Vi è finalmente la volontà di pensare al domani. Così, ad esempio, si riconosce - più in privato e meno in pubblico - che quell'abbattimento di cinque punti del cuneo fiscale ha in sé il segno di una svolta strutturale; è un embrione robusto di strategie industriali che questo paese non ha più da diversi anni. È una strategia dilatata anche nel Mezzogiorno, su cui si riverseranno anche i benefici del credito d'imposta, del bonus per l'occupazione, degli investimenti delle risorse prima destinate al ponte sullo stretto.
Colleghi dell'opposizione, che state a «quisquiliare» sull'entità di un bollo: sono stati stanziati 7 miliardi di euro per il sistema industriale in un anno, 15 in due anni, quasi 30 mila miliardi di vecchie lire! Da quanti anni non accadeva? Poco importa se una parte più «fragorosa» degli stessi beneficiari incassa e passa ad altro, nella migliore tradizione, non solo in italica. Tuttavia, il Governo ha cercato non la gratitudine di alcuno, ma l'interesse del paese e del suo sistema produttivo, perché sa che se non ci sarà crescita non ci sarà futuro.
È vero, c'è stata la polemica del TFR, onorevole Alemanno, ma se la si guarda dall'altro versante, perché negare che finalmente si apre per milioni di occupati di età inferiore a trent'anni la possibilità, che sinora non avevano, di guardare con minore apprensione al proprio futuro? Infatti, essi sanno di poter contare su una Pag. 27pensione quando saranno anziani. Io preferisco parlare di questo e non di TFR. Certo, si utilizza quest'ultimo strumento, ma si avviano finalmente i fondi integrativi.
Poi, quei 3 miliardi di euro alle famiglie e, in particolare, a quelle con figli a carico. Vi sono tanti modi, cari colleghi dell'opposizione, di aiutare le famiglie: si può «ideologizzarne» il discorso, farne una bandiera ideologica, caro onorevole Volontè, oppure aiutarle concretamente. Il Governo ha scelto la seconda strada e crediamo che le famiglie ne saranno più felici.
Ancora, onorevole Zorzato, il contratto del pubblico impiego, sul quale lei si è soffermato: nella vecchia legge finanziaria - lei questo lo dimentica - non c'era un euro di copertura. Ci avete lasciato anche questa eredità! È inutile che continuiamo a discutere solo di quegli 0,8 punti che, secondo voi, c'erano da recuperare nel rapporto deficit-PIL perché l'Europa ce lo imponeva.
Vi sono queste diverse realtà. Venendo all'altra polemica sollevata dall'opposizione, quella relativa al voto di fiducia, si potrebbero addurre diverse ragioni: la dimensione della manovra o l'oggettiva difficoltà nel reperire risorse dopo che per anni si è raschiato il barile, con le conseguenti polemiche in sede parlamentare. Si deve comunque constatare che, dopo due settimane di lavoro qui dentro, allo scadere del termine che l'articolo 119 del regolamento prevede per l'esame parlamentare, eravamo fermi ancora all'articolo 15 del disegno di legge finanziaria. Oppure si potrebbe dire che, dopo tutto, il Governo, così come ha fatto per tre volte il Governo Berlusconi, si è avvalso di una prerogativa costituzionale, dunque per nulla illegittima, di fronte alla quale è possibile sollevare soltanto un'eccezione di opportunità politica, non quella «caciara» che state montando su questo tema.
Io vado oltre e affermo che tutto si può dire, tranne che il Governo abbia inteso mortificare il Parlamento. È vero che è stato un percorso faticoso.
Mai si era visto peraltro l'assemblaggio - fermi restando i saldi, cioè i muri portanti, per riprendere la metafora del ministro dell'economia e delle finanze - del tessuto della finanziaria direttamente in Parlamento, fin troppo, si potrebbe osservare, alla luce del sole, al punto che in quei soli 15 articoli (giustamente se ne vantavano ieri i colleghi Galletti dell'UDC e Alessandri della Lega, ripresi poi da qualche compagno di partito) ci sono i segni del contributo dell'opposizione, non già per un incidente parlamentare, ma per la convergenza parlamentare. A questo riguardo, mi sia consentito ringraziare - ancora non è stato fatto - il relatore Michele Ventura, per l'intelligenza, la pazienza e lo spirito di apertura (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e di deputati del gruppo Forza Italia) e tutti i colleghi della Commissione Bilancio e il suo presidente, Lino Duilio.
Trovo rispettosa del Parlamento anche l'apertura, che ieri ha fatto il ministro Chiti, sulla possibilità di ulteriori modifiche nel passaggio al Senato. Cari colleghi, il Presidente della Repubblica, ieri, il Presidente della Camera, gli stessi onorevoli Casini e Violante, predecessori di Bertinotti, per la loro esperienza e per il loro senso delle istituzioni hanno convenuto sull'esigenza di procedere ad una revisione ordinamentale e regolamentare. Nessuna democrazia può funzionare bene se la sessione di bilancio, di fatto dal DPEF all'ultima lettura della finanziaria, si prolunga per sei mesi ogni anno.
PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Castagnetti.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Concludo, Presidente, anche perché devo dare l'esempio. Nessuna democrazia può funzionare se la sessione di bilancio resta aperta sei mesi. Quindi, dobbiamo mettere mano ad una riforma ordinamentale e regolamentare...
Pag. 28PRESIDENTE. La prego, deputato Castagnetti, deve proprio concludere.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. ...nella direzione che ha proposto qui il Presidente Bertinotti.
Noi proponiamo di farlo insieme (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto in rappresentanza dei gruppi. Ora avranno luogo le dichiarazioni di voto a titolo personale, per un minuto ciascuna.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, prenderò pochissimo tempo, perché il regolamento della Camera impedisce di dare un tempo ragionevole ad un esponente di un partito solo in ragione dei numeri che ha, e mi limito quindi a dalle brevissime osservazioni, dato che ho avuto modo di motivare il giudizio negativo su questa manovra finanziaria durante i lavori del Parlamento. Io non polemizzo certo sull'uso della questione di fiducia: è un diritto del Governo porla, l'ha posta, ne prendiamo atto. Naturalmente è una prova di debolezza, perché ogni volta che un Governo pone la questione di fiducia dimostra di avere un po' di paura e un po' di debolezza.
Da cosa viene questa necessità della fiducia? A mio avviso, viene dal fatto che nella finanziaria c'è stata una carenza di guida politica, di cui abbiamo avuto l'evidenza in queste settimane di confusione nella maggioranza, di emendamenti, di risse, di suk. Carenza di guida politica del ministro dell'economia e delle finanze, carenza di guida politica del Presidente del Consiglio? Vedete voi, onorevoli colleghi.
Le conseguenze di tutto questo sono che voi chiedete la fiducia, ma ieri, venerdì...
PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato La Malfa.
GIORGIO LA MALFA. ...un sondaggio di la Repubblica ha rivelato la fiducia degli italiani: era al 58 per cento nel mese di luglio, è del 46 per cento oggi. Cioè siete sotto il livello della fiducia. L'avrete in Parlamento, ma non l'avete più nel paese (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cannavò. Ne ha facoltà.
SALVATORE CANNAVÒ. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, è con rammarico che esprimo il mio dissenso sulla manovra finanziaria, un dissenso che nulla ha a che vedere con quello espresso dalle destre, ancora desiderose di durissime politiche antisociali. Il mio dissenso è del tutto opposto. Oltre ad essere sacrificata alla logica del risanamento e del Patto di stabilità, la finanziaria si distingue per un ingente trasferimento di risorse alle imprese, in ossequio ad una consolidata logica liberista. Il riequilibrio fiscale viene vanificato da misure come l'addizionale IRPEF, l'aumento dei contributi, l'introduzione dei ticket e i tagli ai comuni. Inoltre, registriamo un aumento delle spese militari, che in un contesto di duro risanamento francamente ci sembra scandaloso! Viene riproposta, così, la logica dei due tempi che si voleva debellare.
Non voterò a favore di questo disegno di legge finanziaria e non voterò la fiducia, non partecipando alla votazione. Spero che questo campanello di allarme sia recepito in vista della discussione al Senato. Nel popolo della sinistra c'è un sentimento diffuso di delusione e disincanto, come si è visto ieri o lo scorso 4 novembre. Ritengo un mio dovere rappresentare in quest'Assemblea, per quanto insufficientemente, almeno una parte di queste istanze. Anche questo è un modo per limitare i danni di una politica economica che resta distante dalle attese e dalle speranze di chi ha mandato a casa Berlusconi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, negherò la fiducia al Governo su questo disegno di legge finanziaria, il peggiore nella storia del nostro paese.
Nella Roma pagana, nel mese di dicembre, si celebravano feste in onore di Saturno, i cosiddetti saturnali. Caratteristica di quelle feste è che la gente si abbandonava ad ogni genere di sregolatezza. Ebbene, nel corso dell'esame di questo disegno di legge finanziaria, che somiglia molto a quella festa pagana, abbiamo assistito a tutto: abbiamo assistito al cambiamento degli emendamenti, minuto dopo minuto, al fine di spiazzare l'opposizione, e abbiamo visto i ministri che salivano e scendevano le scale del Ministero dell'economia per difendere il loro feudo.
Signor Presidente, l'iter del disegno di legge finanziaria non deve essere cambiato, ma va abolito, per ridare rispettabilità al Parlamento, che non è un suk ma è il simbolo della libertà e della democrazia.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Ricordo che la votazione sulla questione di fiducia avrà inizio alle 18,20.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
SALVATORE CICU. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE CICU. Signor Presidente, intervengo solo per far rilevare a lei, ai rappresentanti del Governo e ai colleghi quanto sta accadendo, in questo momento, in una piazza di Roma, dove è in corso una manifestazione per la Palestina. Il fatto è di rilevanza inaudita, è gravissimo: i partecipanti stanno bruciando 3 fantocci che indossano le divise dei soldati italiani, israeliani e statunitensi e stanno urlando: «10, 100, 1.000 Nassiriya!». Credo che questo sia inaccettabile per un paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia e di deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)...
LUCA VOLONTÈ. Vergogna! Vergogna!
SALVATORE CICU. ...e che intende rappresentare un processo che porti alla pacificazione e non inneggiare alla guerra e all'odio, come in questo momento, in una piazza di Roma, sta avvenendo sotto gli occhi di tutti, signor Presidente, senza che nessuno intervenga (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia e di deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)!
PRESIDENTE. Lei ha espresso una censura e ha svolto un intervento politico. Per quanto riguarda lo svolgimento dei fatti, ci informeremo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 18,20.
La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 18,20.
Si riprende la discussione.
(Votazione della questione di fiducia - Emendamento 16.500 del Governo - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento 16.500 del Governo, nella parte dichiarata Pag. 30ammissibile, sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria, sulla cui approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Prima di procedere alla chiama, avverto che la Presidenza ha autorizzato a votare per primi alcuni rappresentanti del Governo e alcuni deputati, appartenenti a vari gruppi, che ne hanno fatta espressa e motivata richiesta con congruo anticipo.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama avrà inizio dal deputato Barbieri.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama - Al momento della chiama del deputato Prodi, commenti di deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Applausi dei deputati dei gruppi della maggioranza - Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'emendamento 16.500 del Governo, nella parte ammissibile, sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria, sulla cui approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti e votanti 562
Maggioranza 282
Hanno risposto sì 331
Hanno risposto no 231
(La Camera approva - Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Popolari-Udeur).
Si intendono conseguentemente precluse le restanti proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Acerbo Maurizio
Adenti Francesco
Affronti Paolo
Albonetti Gabriele
Allam Khaled Fouad
Amato Giuliano
Amici Sesa
Antinucci Rapisardo
Astore Giuseppe
Attili Antonio
Aurisicchio Raffaele
Bafile Mariza
Balducci Paola
Bandoli Fulvia
Baratella Fabio
Barbi Mario
Belisario Felice
Bellanova Teresa
Bellillo Katia
Beltrandi Marco
Benvenuto Romolo
Benzoni Rosalba
Bersani Pier Luigi
Betta Mauro
Bezzi Giacomo
Bianchi Dorina
Bianco Gerardo
Bimbi Franca
Bindi Rosy
Boato Marco
Bocci Gianpiero
Boco Stefano
Boffa Costantino
Bonelli Angelo
Bonino Emma
Bordo Michele
Borghesi Antonio
Boselli Enrico
Brandolini Sandro
Bressa Gianclaudio
Brugger Siegfried
Bucchino Gino
Buemi Enrico
Buffo Gloria
Buglio Salvatore
Burchiellaro Gianfranco
Burgio Alberto
Burtone Giovanni Mario Salvino
Cacciari Paolo
Caldarola Giuseppe
Calgaro MarcoPag. 31
Cancrini Luigi
Capezzone Daniele
Capodicasa Angelo
Capotosti Gino
Carbonella Giovanni
Cardano Anna Maria
Cardinale Salvatore
Carra Enzo
Caruso Francesco Saverio
Cassola Arnold
Castagnetti Pierluigi
Ceccuzzi Franco
Cento Pier Paolo
Cesario Bruno
Cesini Rosalba
Chianale Mauro
Chiaromonte Franca
Chicchi Giuseppe
Chiti Vannino
Cialente Massimo
Codurelli Lucia
Cogodi Luigi
Colasio Andrea
Cordoni Elena Emma
Cosentino Lionello
Costantini Carlo
Crapolicchio Silvio
Crema Giovanni
Crisafulli Vladimiro
Crisci Nicola
Cuperlo Giovanni
D'Alema Massimo
D'Ambrosio Giorgio
Damiano Cesare
D'Antona Olga
D'Antoni Sergio Antonio
De Angelis Giacomo
De Biasi Emilia Grazia
De Brasi Raffaello
De Cristofaro Peppe
Delbono Emilio
D'Elia Sergio
Del Mese Paolo
D'Elpidio Dante
De Luca Vincenzo
De Mita Ciriaco
De Piccoli Cesare
De Simone Titti
De Zulueta Tana
Di Gioia Lello
Di Girolamo Leopoldo
Diliberto Oliviero
Dioguardi Daniela
Di Pietro Antonio
Di Salvo Titti
Donadi Massimo
Duilio Lino
D'Ulizia Luciano
Duranti Donatella
Evangelisti Fabio
Fabris Mauro
Fadda Paolo
Falomi Antonello
Farina Daniele
Farinone Enrico
Fasciani Giuseppina
Fassino Piero
Fedi Marco
Ferrara Francesco detto Ciccio
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Filippeschi Marco
Fincato Laura
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fistarol Maurizio
Fluvi Alberto
Folena Pietro
Fontana Cinzia Maria
Forgione Francesco
Francescato Grazia
Franceschini Dario
Franci Claudio
Frias Mercedes Lourdes
Frigato Gabriele
Froner Laura
Fumagalli Marco
Fundarò Massimo Saverio Ennio
Galante Severino
Galeazzi Renato
Gambescia Paolo
Garofani Francesco Saverio
Gentili Sergio
Gentiloni Silveri Paolo
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giordano Francesco
Giovanelli Oriano
Giuditta Pasqualino
Giulietti Giuseppe
Gozi Sandro
Grassi Gero
Grillini FrancoPag. 32
Guadagno Wladimiro detto Vladimir Luxuria
Iacomino Salvatore
Iannuzzi Tino
Incostante Maria Fortuna
Intrieri Marilina
Khalil D. Alì Raschid
La Forgia Antonio
Laganà Fortugno Maria Grazia
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
Latteri Ferdinando
Leddi Maiola Maria
Lenzi Donata
Leoni Carlo
Letta Enrico
Levi Ricardo Franco
Licandro Orazio Antonio
Li Causi Vito
Lion Marco
Locatelli Ezio
Lomaglio Angelo Maria Rosario
Lombardi Angela
Longhi Aleandro
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lulli Andrea
Lumia Giuseppe
Luongo Antonio
Lusetti Renzo
Maderloni Claudio
Mancini Giacomo
Mantini Pierluigi
Mantovani Ramon
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcenaro Pietro
Marchi Maino
Margiotta Salvatore
Mariani Raffaella
Marino Mauro Maria
Marone Riccardo
Martella Andrea
Mascia Graziella
Mattarella Sergio
Melandri Giovanna
Mellano Bruno
Merlo Giorgio
Merloni Maria Paola
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Migliore Gennaro
Milana Riccardo
Minniti Marco
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Morri Fabrizio
Morrone Giuseppe
Mosella Donato Renato
Motta Carmen
Mungo Donatella
Mura Silvana
Musi Adriano
Mussi Fabio
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoletano Francesco
Narducci Franco Addolorato Giacinto
Nicchi Marisa
Nicco Roberto Rolando
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Olivieri Sergio
Orlando Andrea
Orlando Leoluca
Ossorio Giuseppe
Ottone Rosella
Pagliarini Gianni
Palomba Federico
Papini Andrea
Parisi Arturo Mario Luigi
Pedica Stefano
Pedrini Egidio Enrico
Pedulli Giuliano
Pegolo Gian Luigi
Pellegrino Tommaso
Pertoldi Flavio
Perugia Maria Cristina
Pettinari Luciano
Piazza Angelo
Piazza Camillo
Picano Angelo
Pignataro Ferdinando Benito
Pignataro Rocco
Pinotti Roberta
Piro Francesco
Piscitello Rino
Pisicchio Pino
Poletti Roberto
Pollastrini Barbara
Poretti Donatella
Porfidia Americo
Prodi Romano
Provera MarildePag. 33
Quartiani Erminio Angelo
Raiti Salvatore
Rampi Elisabetta
Ranieri Umberto
Razzi Antonio
Ricci Andrea
Ricci Mario
Rigoni Andrea
Rocchi Augusto
Rossi Nicola
Rossi Gasparrini Federica
Ruggeri Ruggero
Rugghia Antonio
Rusconi Antonio
Russo Franco
Ruta Roberto
Rutelli Francesco
Samperi Marilena
Sanga Giovanni
Sanna Emanuele
Santagata Giulio
Sasso Alba
Satta Antonio
Schietroma Gian Franco
Schirru Amalia
Scotto Arturo
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Sgobio Cosimo Giuseppe
Siniscalchi Sabina
Sircana Silvio Emilio
Smeriglio Massimiliano
Soffritti Roberto
Soro Antonello
Sperandio Gino
Spini Valdo
Sposetti Ugo
Squeglia Pietro
Stramaccioni Alberto
Strizzolo Ivano
Suppa Rosa
Tanoni Italo
Tenaglia Lanfranco
Tessitore Fulvio
Testa Federico
Tocci Walter
Tolotti Francesco
Tomaselli Salvatore
Tranfaglia Nicola
Trepiccione Giuseppe
Trupia Lalla
Tuccillo Domenico
Turci Lanfranco
Turco Maurizio
Vacca Elias
Vannucci Massimo
Velo Silvia
Ventura Michele
Vichi Ermanno
Villari Riccardo
Villetti Roberto
Viola Rodolfo Giuliano
Violante Luciano
Visco Vincenzo
Volpini Domenico
Widmann Johann Georg
Zaccaria Roberto
Zanella Luana
Zanotti Katia
Zeller Karl
Zipponi Maurizio
Zucchi Angelo Alberto
Zunino Massimo
Hanno risposto no:
Adolfo Vittorio
Alemanno Giovanni
Alessandri Angelo
Alfano Angelino
Alfano Gioacchino
Allasia Stefano
Amoruso Francesco Maria
Aprea Valentina
Aracu Sabatino
Armani Pietro
Armosino Maria Teresa
Azzolini Claudio
Baiamonte Giacomo
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barbieri Emerenzio
Benedetti Valentini Domenico
Bernardo Maurizio
Berruti Massimo Maria
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Bocchino Italo
Bocciardo Mariella
Bodega Lorenzo
Bonaiuti Paolo
Bondi Sandro
Boniver Margherita
Bono NicolaPag. 34
Boscetto Gabriele
Brancher Aldo
Bricolo Federico
Briguglio Carmelo
Bruno Donato
Brusco Francesco
Buonfiglio Antonio
Buontempo Teodoro
Caligiuri Battista
Campa Cesare
Caparini Davide
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Casero Luigi
Casini Pier Ferdinando
Castellani Carla
Castiello Giuseppina
Catone Giampiero
Ceccacci Rubino Fiorella
Cesa Lorenzo
Cesaro Luigi
Ciccioli Carlo
Cicu Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Colucci Francesco
Compagnon Angelo
Conte Gianfranco
Contento Manlio
Conti Giulio
Conti Riccardo
Cosentino Nicola
Cosenza Giulia
Cossiga Giuseppe
Costa Enrico
Cota Roberto
Craxi Stefania Gabriella Anastasia
Crimi Rocco
D'Agrò Luigi
D'Alia Gianpiero
De Corato Riccardo
De Laurentiis Rodolfo
Del Bue Mauro
Della Vedova Benedetto
Dell'Elce Giovanni
De Luca Francesco
Di Cagno Abbrescia Simeone
Dionisi Armando
Di Virgilio Domenico
Dozzo Gianpaolo
Drago Giuseppe
Dussin Guido
Fabbri Luigi
Fallica Giuseppe
Fasolino Gaetano
Fava Giovanni
Fedele Luigi
Ferrigno Salvatore
Filippi Alberto
Filipponio Tatarella Angela
Fini Giuseppe
Fitto Raffaele
Floresta Ilario
Fontana Gregorio
Forlani Alessandro
Formisano Anna Teresa
Foti Tommaso
Franzoso Pietro
Frassinetti Paola
Fratta Pasini Pieralfonso
Fugatti Maurizio
Galati Giuseppe
Galletti Gian Luca
Galli Daniele
Gamba Pierfrancesco Emilio Romano
Garagnani Fabio
Garavaglia Massimo
Gardini Elisabetta
Gelmini Mariastella
Germanà Basilio
Germontani Maria Ida
Giacomoni Sestino
Giovanardi Carlo
Giudice Gaspare
Greco Salvatore
Grimaldi Ugo Maria Gianfranco
Grimoldi Paolo
Holzmann Giorgio
Iannarilli Antonello
Jannone Giorgio
Lainati Giorgio
La Loggia Enrico
La Malfa Giorgio
Lamorte Donato
Landolfi Mario
La Russa Ignazio
Laurini Giancarlo
Lazzari Luigi
Lenna Vanni
Leone Antonio
Lisi Ugo
Lo Monte Carmelo
Lucchese Francesco Paolo
Lussana CarolinaPag. 35
Mancuso Gianni
Marcazzan Pietro
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Maroni Roberto
Marras Giovanni
Martinelli Marco
Martinello Leonardo
Martino Antonio
Martusciello Antonio
Mazzaracchio Salvatore
Mazzocchi Antonio
Mazzoni Erminia
Mele Cosimo
Meloni Giorgia
Menia Roberto
Mereu Antonio
Milanato Lorena
Minardo Riccardo
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Filippo
Moffa Silvano
Mondello Gabriella
Montani Enrico
Mormino Nino
Moroni Chiara
Murgia Bruno
Nan Enrico
Napoli Angela
Napoli Osvaldo
Nardi Massimo
Neri Sebastiano
Nespoli Vincenzo
Nucara Francesco
Oliva Vincenzo
Oppi Giorgio
Palmieri Antonio
Paniz Maurizio
Paoletti Tangheroni Patrizia
Patarino Carmine Santo
Pecorella Gaetano
Pedrizzi Riccardo
Pelino Paola
Pepe Antonio
Pepe Mario
Perina Flavia
Pescante Mario
Picchi Guglielmo
Pili Mauro
Pini Gianluca
Pizzolante Sergio
Ponzo Egidio Luigi
Porcu Carmelo
Pottino Marco
Prestigiacomo Stefania
Proietti Cosimi Francesco
Raisi Enzo
Rampelli Fabio
Rao Pietro
Ravetto Laura
Reina Giuseppe Maria
Ricevuto Giovanni
Rivolta Dario
Romagnoli Massimo
Romano Francesco Saverio
Romele Giuseppe
Ronchi Andrea
Ronconi Maurizio
Rositani Guglielmo
Rossi Luciano
Russo Paolo
Ruvolo Giuseppe
Saglia Stefano
Salerno Roberto
Santelli Jole
Sanza Angelo Maria
Scalia Giuseppe
Simeoni Giorgio
Stucchi Giacomo
Tabacci Bruno
Taglialatela Marcello
Tassone Mario
Testoni Piero
Tortoli Roberto
Tremaglia Mirko
Tucci Michele
Uggè Paolo
Ulivi Roberto
Urso Adolfo
Valentini Valentino
Verro Antonio Giuseppe Maria
Vietti Michele Giuseppe
Vitali Luigi
Vito Alfredo
Vito Elio
Volontè Luca
Zacchera Marco
Zanetta Valter
Zinzi Domenico
Zorzato Marino
Sono in missione:
Bosi Francesco
Cirino Pomicino PaoloPag. 36
Dato Cinzia
De Castro Paolo
Deiana Elettra
Delfino Teresio
Farina Gianni
Gasparri Maurizio
Migliori Riccardo
Monaco Francesco
Palumbo Giuseppe
Paroli Adriano
Pecoraro Scanio Alfonso
Realacci Ermete
Rosso Roberto
Scajola Claudio
Stradella Franco
Tremonti Giulio
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 20,30 con l'illustrazione degli ordini del giorno.
La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,35.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Albonetti, Amato, Bersani, Bindi, Boco, Bonelli, Brugger, Capezzone, Cento, Chiti, Colucci, D'Alema, D'Antoni, Di Pietro, Fioroni, Folena, Forgione, Galante, Gentiloni Silveri, Landolfi, Lanzillotta, Letta, Levi, Maroni, Mattarella, Meta, Migliore, Minniti, Mussi, Oliva, Piscitello, Pollastrini, Prodi, Ranieri, Sgobio, Violante, Visco ed Elio Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1746-bis)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 1).
Avverto che è in distribuzione il fascicolo n. 1, relativo agli ordini del giorno presentati.
Comunico che la Presidenza ha consentito la presentazione di alcuni ordini del giorno, il cui testo è in distribuzione, che, per un mero disguido, sono pervenuti fuori termine o non è stato possibile inserire nel fascicolo.
Avverto, inoltre, che gli ordini del giorno Zacchera n. 9/1746-bis/11, Alessandri n. 9/1746-bis/108, Giovanardi n. 9/1746-bis/243, Ruta n. 9/1746-bis/265, Cogodi n. 9/1746-bis/274, Pili n. 9/1746-bis/275 e Di Centa n. 9/1746-bis/313 sono stati riformulati dai rispettivi presentatori. Il nuovo testo è in distribuzione.
Avverto, infine, che l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61 è stato ritirato dal presentatore.
Comunico, altresì, che non si procederà all'esame dell'ordine del giorno Lucchese n. 9/1746-bis/220, in quanto riproduce il testo di un ordine del giorno accolto dal Governo in Commissione, e che la Presidenza non ritiene ammissibili i seguenti ordini del giorno riferiti al disegno di legge finanziaria: l'ordine del giorno Buffo n. 9/1746-bis/31, in quanto incidente su materia riservata all'autonomia costituzionale della Camera dei deputati; gli ordini del giorno Angeli n. 9/1746-bis/49, Pellegrino n. 9/1746-bis/182 e Floresta n. 9/1746-bis/322, in quanto, ai sensi dell'articolo 89 del regolamento, risultano relativi a materia estranea all'oggetto della discussione. Si tratta, infatti, di ordini del giorno che corrispondono a proposte emendative dichiarate inammissibili in sede di Commissione o ad articoli stralciati.
La Presidenza non ritiene inoltre ammissibili, ai sensi dell'articolo 122 del regolamento, l'ordine del giorno riferito al disegno di legge di bilancio Andrea Ricci n. 9/1747/1, in quanto non precedentemente presentato in Commissione, né attinente agli indirizzi globali di politica economica e finanziaria.
Risulta inoltre assorbito, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 16.500 del Governo, l'ordine del giorno Froner n. 9/1746-bis/268.
Informo, altresì, che nell'ordine del giorno a prima firma Adolfo n. 9/1746-bis/224 è stata indicata, per un refuso, la cifra di 2 milioni di euro anziché 2 miliardi di euro.
Informo, infine, che l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130 deve intendersi recare quale primo firmatario il deputato Murgia.
Passiamo alla fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.
Il deputato Duilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/85.
LINO DUILIO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire brevemente solo perché, avviandoci alla conclusione di questo percorso molto faticoso - direi sempre più faticoso, con il trascorrere degli anni -, interpretando anche il sentire comune dei colleghi della Commissione bilancio, oltre a ricollegarmi a quanto detto, autorevolmente, dal Presidente della Camera, ho presentato assieme al relatore, l'onorevole Ventura, un ordine del giorno in tal senso.
Tale documento di indirizzo impegna il Governo a procedere alla riforma del bilancio dello Stato ed a cooperare con il Parlamento (che farà tutta la propria parte per modificare le procedure) in modo da pervenire alla realizzazione di un risultato auspicato, in verità, da un po' di anni. Si tratta, infatti, di procedere ad una riforma sostanziale della sessione di bilancio che consenta di migliorare il nostro lavoro - che ogni anno, come ho già osservato, stiamo svolgendo con fatica sempre maggiore -, restituendo al Parlamento, alle istituzioni e all'attività dei parlamentari la possibilità di incidere efficacemente proprio sul bilancio dello Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/85, presentato dai colleghi Duilio e Ventura, riprende il tema posto dal Presidente della Camera e poi riproposto dal Capo dello Stato e da altri colleghi di maggioranza ed opposizione in ordine alla risistemazione complessiva della materia della sessione di bilancio. Mi rivolgo all'onorevole Duilio per questa ragione: mi pare che forse manchi, presidente, un passaggio all'interno delle premesse del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/85, relativo agli impegni della Camera per la modifica del proprio regolamento. Francamente, non credo che sia sufficiente la riforma legislativa. Ne abbiamo parlato a lungo e credo che siano tutti convinti che occorrono anche riforme del nostro regolamento. In particolare, forse potrebbe essere utile inserire nelle premesse dell'ordine del giorno da lei presentato un'espressione che faccia riferimento - che ho scritto e che, se vuole, posso affidare a lei; valuti lei, presidente Duilio - in primo luogo alla necessità di ampliare il ruolo di tutte le Commissioni permanenti nel procedimento legislativo, per alleggerire il lavoro della Commissione bilancio e dare un peso maggiore al lavoro delle Commissioni competenti per settore e, quindi, dare la possibilità a ciascun parlamentare di manifestare in tale sede la propria posizione. In secondo luogo, occorrerebbe un riferimento alla necessità di definire le regole per la votazione in Assemblea di un numero di emendamenti delimitato e compatibile con la natura stessa del provvedimento. In terzo luogo, andrebbe inserito il riferimento alla necessità di organizzare il contingentamento dei tempi per materia, per settore. Si verifica, infatti, il fenomeno per cui si parla tutti all'inizio, poi, essendo i tempi esauriti, non si svolge una discussione sufficientemente ordinata su tutta la materia. Detta espressione dovrebbe anche prevedere l'obbligo della presenza del ministro competente.
Inoltre, e in merito riprendo un argomento che è stato trattato l'altra sera, credo sia necessario che venga rivisto anche il procedimento legislativo; in particolare - come specifico in queste espressioni che le rassegno, onorevole Duilio - è importante che quando si decide l'urgenza, con garanzie per l'opposizione, si decida Pag. 38anche la data entro la quale va espresso il voto finale. Infatti, una tra le ragioni per le quali tutti i vagoni si agganciano al treno della finanziaria è che quest'ultimo è l'unico provvedimento che abbia una data certa. Non ce ne sono altri. Se, invece, noi decidessimo che quando si decide per l'urgenza, con garanzie per l'opposizione, ossia stabilendo che anche l'opposizione può chiedere ed ottenere che i suoi provvedimenti siano dichiarati urgenti, vi sia una data certa per la votazione finale, credo che ciò alleggerirebbe il carico della legge finanziaria.
Infine, signor Presidente, formulo una richiesta. Vi sono molti modi per affrontare questi temi; uno può essere quello di affidare subito alla Giunta per il regolamento la materia di cui parliamo, e ciò rientra nelle sue responsabilità. Vorrei, tuttavia, evitare un fatto che si è verificato nel passato, ossia che da parte della Giunta per il regolamento si aspettasse che fosse la Commissione competente a fare la riforma della sessione di bilancio e, da parte della Commissione competente si aspettasse che fosse la Giunta per il regolamento, e ci si è pertanto trovati al punto di partenza. Quindi, forse, sarebbe utile, considerato che la Giunta per il regolamento rientra nelle responsabilità specifiche del Presidente, che valuti lo stesso Presidente se non sia il caso di attivare rapidamente la stessa Giunta per il regolamento o di individuare un Comitato di parlamentari, da lei stesso nominato, signor Presidente, che presenti un documento sulle modifiche da introdurre sul piano amministrativo, sul piano legislativo e sul piano della riforma del regolamento, assegnando un termine breve, di modo che il Presidente potrà, a sua volta, assumere le sue decisioni.
Forse è arrivato il momento in cui si può superare l'impasse del passato e metter mano rapidamente a questa riforma. La riforma del regolamento è solo nelle nostre mani. L'importante è che nella prossima sessione di bilancio non si vada più a votare in queste condizioni. La ringrazio.
PRESIDENTE. Grazie. Siamo alla valutazione di un'esigenza. Valuterà, poi, l'Ufficio di Presidenza come proseguire questo lavoro. Per il momento, abbiamo semplicemente registrato la sua richiesta. Quando il Governo esprimerà il parere sugli ordini del giorno, il presentatore si pronuncerà su questo punto.
Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola. Tra l'altro, ho presentato un ordine del giorno che non è né analogo a questo di cui si sta discutendo...
PRESIDENTE. Deputato Leone, stiamo sviluppando gli interventi per l'illustrazione di tutti gli ordini del giorno. Quindi, ne ha pienamente facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, la ringrazio, perché è un argomento che lei stesso ha citato, non più tardi di ieri, ma che era sul tappeto già da alcune legislature. Ricordo che lo era sia durante la Presidenza del Presidente Violante sia durante quella del Presidente Casini. Naturalmente, al termine dell'esame di ogni disegno di legge finanziaria è stato evocato l'argomento correlato alla necessità di una riforma che non ponga nel caos i lavori - questa volta è stato ancora più evidente -, ma ciò è dovuto sia alla farraginosità della normativa, sia alla necessità di una riforma regolamentare.
Ringrazio il presidente Violante, che è riuscito, con il suo intervento, a presentare un percorso, come se avessimo già realizzato una riforma regolamentare, prevedendo termini e possibilità.
Direi di procedere più cautamente, anche perché, non più tardi di oggi, il gruppo di Forza Italia ha presentato una proposta di legge, legata proprio a questo argomento, che recepisce le criticità emerse, non solo oggi ma già in altri tempi: il sovraccarico di argomenti contenuti all'interno di un disegno di legge finanziaria, l'eccessivo numero di emendamenti, la difficoltà di gestione del provvedimento Pag. 39nel momento in cui si giunge alla posizione della questione di fiducia attraverso la presentazione di uno, due o tre maxiemendamenti. Insomma, si tratta di tutto ciò che è emerso in questi ultimi anni durante la sessione di bilancio, di una criticità collegata (scusate il bisticcio di parole) ai «collegati» stessi, che provengono da una riforma che è stata travisata e, con il passare del tempo, la situazione si è persino aggravata.
Non condivido pienamente l'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85, di cui è cofirmatario il collega Ventura, perché demanda sostanzialmente al Governo la necessità di riforma della legge di bilancio e della legge finanziaria, il che non dev'essere. La prerogativa principale di una riforma di questo tipo dovrà essere quella di passare nel Parlamento, ancor prima che normativamente, attraverso l'individuazione di una riforma regolamentare che, poi, possa portare ad una riforma di natura legislativa. Non dimentichiamo che, per operare profondamente in questa materia, si dovrà arrivare (se si riuscirà a sviluppare la proposta di legge da noi presentata in maniera «soft», allargandola, a seconda dei desiderata dei vari gruppi presenti alla Camera) addirittura a porre mano alla Costituzione. Il passaggio è talmente ampio che necessita di un'attenta riflessione che parta dalla Giunta per il regolamento, con un'eventuale riforma regolamentare da trasfondere, poi, in una norma condivisa, se non addirittura in una riforma di natura costituzionale.
Pur non aderendo alla richiesta contenuta all'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85, ritengo che lo stesso ordine del giorno, l'intervento del collega Violante, le riflessioni svolte dal Presidente della Camera e dal Presidente della Repubblica, possano trovare alla Camera una adesione quantomeno finalizzata ad aprire una riflessione in maniera veloce. Non abbandoniamo l'argomento al termine dell'esame della finanziaria, come è accaduto in precedenza, ma portiamolo all'esame, prima, della Giunta per il regolamento e, poi, delle Commissioni competenti. Questa è divenuta ormai una necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Murgia n. 9/1746-bis/130, di cui è cofirmatario.
IGNAZIO LA RUSSA. L'ordine del giorno Murgia n. 9/1746-bis/130 intende sollecitare il Governo in riferimento alla destinazione di una parte, immagino cospicua (affinché, con ulteriori provvedimenti, possa arrivare al 50 per cento), dei due fondi che questa finanziaria ha destinato al problema dell'immigrazione. Il Governo, infatti, ha destinato 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni del prossimo triennio, al Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati. Un altro Fondo per le esigenze connesse agli interventi in materia di immigrazione ed asilo, poi, è stato disposto con uno stanziamento di 3 milioni di euro per ogni anno.
Riteniamo che sia corretta l'individuazione di un'esigenza per l'inclusione sociale degli immigrati regolari (naturalmente mi auguro che si tratti di loro, anche se il termine non è scritto); ma con l'ordine del giorno che illustro, intendiamo impegnare il Governo ad adottare le opportune iniziative, affinché una parte cospicua dei fondi sia indirizzata al rimpatrio degli immigrati clandestini. Uno dei modi migliori per assicurare effettivamente l'inclusione sociale degli immigrati regolari è consentire che il numero degli stessi sia circoscritto, in modo da poter destinare loro fondi per un'accoglienza reale, non fittizia, non a pioggia, non inutile e non ideologica.
Stanziare fondi solo per l'immigrazione regolare sarebbe un errore. Ecco perché riteniamo che l'accettazione di questo ordine del giorno - che dovrebbe comportare la destinazione di una cospicua parte di questi fondi al rimpatrio degli immigrati clandestini - vada nella stessa direzione voluta dal Governo.
Confidiamo, pertanto, nell'accoglimento di questo ordine del giorno da parte del Pag. 40ministro competente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Siamo nella fase dell'illustrazione degli ordini del giorno...
RICCARDO PEDRIZZI. Proprio per questo, Presidente...
PRESIDENTE. Si stanno svolgendo gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno. Coloro che hanno presentato gli ordini del giorno hanno diritto a chiedere la parola per poterli illustrare. Quando si saranno esauriti tutti gli interventi sugli ordini del giorno, chiederemo al rappresentante del Governo di esprimere il parere sugli stessi e passeremo alle votazioni, come già fatto in altre occasioni.
RICCARDO PEDRIZZI. Ma l'ordine degli interventi che lei sta seguendo, qual è?
PRESIDENTE. È l'ordine di iscrizione.
RICCARDO PEDRIZZI. Non il numero che contrassegna gli ordini del giorno?
PRESIDENTE. È l'ordine di iscrizione.
Il deputato Tassone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/231.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, anche in questa fase di illustrazione degli ordini del giorno si è svolta un'ulteriore valutazione sull'esigenza di modificare il meccanismo di esame della legge finanziaria nel nostro paese. Ritengo che l'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85 debba essere esaminato attentamente da parte del Governo.
Nella XIII legislatura abbiamo svolto differenti valutazioni sull'esigenza di addivenire ad una modifica di tale procedura. Ritengo che la Giunta per il regolamento abbia qualche competenza in materia; ma non soltanto quest'ultima. Ecco perché sarei anche d'accordo a cercare un'occasione per effettuare una valutazione d'insieme, anche in una fase istruttoria, e a dedicare una seduta dell'Assemblea ad una valutazione complessiva della materia, anche alla presenza del Governo.
Certamente, l'ordine del giorno è sempre un atto di indirizzo del Parlamento nei confronti del Governo. Ma qui non basta soltanto il Governo; vi è l'esigenza di modificare anche il regolamento stesso. Pertanto, come diciamo noi, vi è un combinato disposto tra la volontà del Governo e quella della Camera dei deputati, nonché dell'altro ramo del Parlamento, perché siamo di fronte a un bicameralismo perfetto.
Il mio ordine del giorno fa riferimento ai problemi infrastrutturali della Calabria e prevede una serie di finanziamenti. Con questo ordine del giorno si chiede, per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria, la statale Ionica, il sistema aeroportuale e portuale, un particolare impegno da parte del Governo, perché stiamo registrando ritardi rispetto ai piani e ai programmi che erano stati rispettati fino a qualche mese fa.
Vi è una legittima preoccupazione per quanto riguarda Gioia Tauro, dal momento che non è sufficiente affermare che sono stati trasferiti a tale centro 50 milioni di euro rispetto ai 100 stanziati per la portualità, quando invece vi sono centinaia di milioni ancora non spesi. Bisogna allora che il Governo, insieme all'autorità portuale, s'interroghi circa la ragione per cui questi fondi non vengono allocati e spesi.
Inoltre, vi è il problema delle ferrovie e del trasporto su ferro. In questo caso con riferimento alla regione Calabria, si deve lamentare, qualche ritardo in più anche rispetto alla lunga percorrenza, e mi riferisco alla linea ionica catanzarese e reggina, così come indicato nell'ordine del giorno Tucci n. 9/1746-bis/228, che verrà illustrato successivamente nel corso di questo dibattito.
Ho inoltre sottoscritto un altro ordine del giorno, Delfino n. 9/1746-bis/210, che riguarda il collegamento con la Francia, il quale richiede un adeguato stanziamento Pag. 41finalizzato all'ammodernamento e all'ampliamento del traforo Colle di Tenda.
Signor Presidente, concludo l'illustrazione dei miei ordini del giorno invitando il Governo ad accoglierli. Infatti, non si comprenderebbe il contrario, dal momento che esistono adeguati stanziamenti allocati e lavori già avviati. Dunque, vi è soprattutto bisogno di un impulso molto forte da parte di questo Governo che, per la verità, sta dimostrando - senza con questo voler fare polemica precostituita - molta disattenzione nei confronti del Mezzogiorno, ma in particolar modo nei confronti delle opere infrastrutturali in genere.
PRESIDENTE. Il deputato Cassola ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/134.
ARNOLD CASSOLA. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/134 riguarda un problema che potremmo dire di carattere bipartisan, o forse sarebbe meglio definirlo multipartisan, perché colpisce un numero di connazionali all'estero, tra i duemila e i duemilacinquecento, impiegati dal Ministero degli affari esteri italiano e reclutati in loco. Si tratta di contrattisti che hanno uno stipendio italiano corrisposto dal medesimo ministero e che pagano le tasse in Italia, non percependo altri redditi all'estero. Tuttavia, per un'anomalia delle norme ad essi riferite, questi lavoratori non hanno il diritto alle detrazioni per i figli a carico.
Penso che il Governo potrà accogliere questo ordine del giorno, come del resto tutta l'Assemblea, in quanto accettarlo non è tanto un atto di favore per gli italiani all'estero...
PRESIDENTE. Scusate, inviterei ad evitare assembramenti davanti ai banchi del Governo. Prego, deputato Cassola, prosegua pure.
ARNOLD CASSOLA. Come dicevo, riconoscere il diritto alle detrazioni dei figli a carico con riferimento agli italiani all'estero che percepiscono uno stipendio corrisposto dal Ministero degli affari esteri italiano, al pari dei loro colleghi italiani residenti in Italia - come del resto tutti gli altri italiani residenti -, non è tanto un atto di favore nei loro confronti, ma semplice ed ordinaria giustizia verso cittadini che, sia che abitino a Como sia a Chiasso, hanno uguali diritti e doveri di fronte alla legge.
PRESIDENTE. La deputata Aprea ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/285.
VALENTINA APREA. Grazie, signor Presidente, mi fa molto piacere che vi sia il ministro Fioroni ad ascoltarmi, perché la prima denuncia che voglio fare - e il ministro lo sa bene - è che gli articoli 65, 66, 67 e 68 di questa legge finanziaria riguardanti la scuola non sono stati mai discussi (eccezion fatta per l'esame svolto in Commissione cultura) nella Commissione bilancio o in Assemblea.
Ciò non ha precedenti: io sono parlamentare da 12 anni ed è la prima volta che si verifica un fatto del genere. Questo è ancor più grave in quanto gli articoli citati non si limitano ad allocare e riallocare le risorse per il settore dell'istruzione. Con questi articoli si riforma il settore dell'istruzione e, in più, quasi tutte le disposizioni di riassetto normativo riferite alla scuola dispongono, anziché deleghe legislative con la fissazione di criteri direttivi da attuare mediante decreti legislativi, deleghe in bianco rilasciate al ministro, prive di criteri direttivi, che andrebbero definiti e discussi in sede parlamentare. Ricordo le più gravi: la riforma degli ordinamenti, obbligo, anticipi, riforma dell'istruzione tecnica superiore, la gestione delle graduatorie permanenti degli insegnanti precari. Le norme che si riferiscono a questi aspetti delineano, ministro, un modo di procedere autoritario e svincolato dal Parlamento.
La conosciamo ministro: lei è una persona moderata, un politico sicuramente di lungo corso, però, leggendo questa finanziaria, lei diviene arbitro assoluto ed insindacabile del destino dei docenti e della Pag. 42vita delle scuole. Colleghi, vi chiedo se sia mai possibile che, con questo Governo, sia successo tutto questo nel giro di pochi mesi, quando per tre anni voi avete denunciato che noi facevamo la riforma degli ordinamenti con legge delega, rispettando peraltro tutte le fasi parlamentari! Ma non eravate voi che dai banchi dell'opposizione chiedevate provvedimenti di politica ordinamentale, che scaturissero da un dibattito ampio e franco nel paese, per poi giungere a provvedimenti legislativi dedicati e non emergenziali?
Noi avevamo chiesto lo stralcio di queste deleghe, ma non siamo stati ascoltati. Cosa ancora più grave è che noi abbiamo richiesto addirittura il parere delle Commissioni parlamentari, ma neanche questo ci è stato concesso. Abbiamo richiesto il parere sui suoi decreti, signor ministro, insieme alla Commissione tutta. Si trattava di un emendamento della relatrice onorevole Sasso, ma neppure questa richiesta è stata accettata.
Venendo al merito dei tre ordini del giorno presentati in materia, il primo riguarda gli insegnanti, in particolare l'assunzione di 150 mila docenti e di 20 mila ATA (forse 40 mila, ma in un triennio). Lei ha previsto questa assunzione con la «mela avvelenata» della soppressione delle graduatorie permanenti. Non abbiamo mai condiviso il sistema delle graduatorie permanenti che secondo noi ha introdotto una selezione degli insegnanti non legata ad un'idonea e specifica formazione professionale. Abbiamo sempre preferito la formazione universitaria dei docenti, la chiamata diretta da parte delle scuole, ma non possiamo neanche tollerare che la sinistra calpesti i diritti che essa stessa ha fatto acquisire a migliaia di docenti.
Con queste nuove disposizioni, in particolare, si introduce una grave confusione istituzionale in materia di reclutamento. Mentre continuano a funzionare le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario con migliaia di iscritti, che futuro avranno i docenti, i giovani laureati che hanno deciso di prepararsi all'insegnamento andando all'università? Mentre sul piano legislativo risulta ancora in vigore il decreto legislativo n. 227 del 2005, voi rispolverate i vecchi concorsi fallimentari, che dovrebbero ripartire dal 2010-2011. Non si fa invece alcun cenno alla formazione universitaria.
Signor ministro, ci dica, accogliendo questo ordine del giorno, che la formazione universitaria non è stata uno scherzo, un incidente di percorso per i docenti, ma che proseguirà anche in quei suoi famosi decreti, che in solitudine lei scriverà.
Per quanto riguarda gli altri due ordini del giorno...
PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Aprea.
VALENTINA APREA. ...essi riguardano l'istruzione e la formazione professionale. Le chiedo, signor ministro, di accettare i nostri ordini del giorno, che intendono inserire a pieno titolo questi percorsi nel nuovo obbligo di istruzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. L'onorevole Misuraca ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/346.
FILIPPO MISURACA. L'ordine del giorno a mia firma n. 9/1746-bis/346 si riferisce alla nota vicenda che riguarda l'utilizzo delle somme a favore delle regioni Sicilia e Calabria per la viabilità secondaria, ossia delle strade che non rientrano nella competenza dell'ANAS. Il Governo - lo dico nel mio ordine del giorno - utilizza queste risorse ed io apprezzo questo provvedimento.
Però, signor Presidente, mi dispiace che siano assenti sia il ministro Bersani sia il sottosegretario D'Antoni, che sono i titolari della delega e che hanno consentito il finanziamento del FAS, ossia il fondo per le aree sottoutilizzate. I 500 milioni di euro, 350 milioni per la Sicilia e 150 milioni per la Calabria, sono stati prelevati proprio da tale fondo. Voglio dire all'Assemblea che, in realtà, per queste due regioni non è stato previsto alcun aiuto, Pag. 43perché detti finanziamenti erano già di loro pertinenza ed è stata semplicemente effettuata una partita di giro: sono stati sottratti alle regioni e trasferiti al finanziamento di tali opere. Ritengo, quindi, che non sia stata assegnata alcuna cifra.
Allo stesso modo, nel corso dell'ultimo periodo della campagna elettorale è stato detto che i fondi per il ponte sullo stretto di Messina sarebbero stati utilizzati per la viabilità secondaria. Così non è stato, visto che i fondi necessari saranno prelevati dal FAS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che la Sicilia e la Calabria abbiano subito un torto anziché ricevere un aiuto. Il mio ordine del giorno riproduce, sostanzialmente, gli emendamenti da noi presentati agli articoli 134 e 134-bis, che non sono stati discussi a causa della posizione della questione di fiducia e che prevedevano una giusta copertura per quelle opere. In effetti, noi chiedevamo che per la viabilità secondaria fossero utilizzate le risorse dell'apposita tabella B del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Anche altri ordini del giorno, signor Presidente, chiedono che sia ripristinata la consistenza del FAS. Mi riferisco, in particolare all'ordine del giorno Fitto n. 9/1746-bis/321. Questo fondo, infatti, è stato depauperato con la legge finanziaria ed è stato destinato ad altre finalità e in altre regioni. Ancora una volta, quindi, il Mezzogiorno e, in particolare, le regioni Sicilia e Calabria, hanno subito un torto. Non so se i colleghi calabresi abbiano ben compreso il comma 675 dell'emendamento 16.500 del Governo, se abbiano capito che i fondi loro destinati sono stati tolti facendo apparire chissà quale riconoscimento alla regione Calabria. Noi deputati del centrodestra e, in particolare, di Forza Italia lo abbiamo capito. I deputati dell'Ulivo stanno enfatizzando questo stanziamento di 350 milioni di euro ma non sono affatto certo che al Senato questa voce potrà essere approvata.
Ecco il motivo per il quale, con il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/346 intendiamo rettificare l'apposita copertura.
Vorrei spendere infine qualche parola anche sull'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis/348, di cui sono cofirmatario. Esso riguarda i patti territoriali e, in modo particolare, le società che gestiscono e coordinano i patti territoriali e i contratti d'area, le quali, da parecchio tempo, non ricevono più alcun ristorno da parte del Ministero dello sviluppo economico per l'attività svolta. Sono stati presentati alcuni emendamenti al riguardo che, purtroppo, non sono stati discussi. Chiedo al Governo di accettare, quindi, anche quest'ultimo ordine del giorno per consentire a tali società di proseguire la loro attività (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. La deputata Gelmini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/328.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/328 vuole richiamare il Governo alle proprie responsabilità e ad un impegno forte sul tema delle infrastrutture del nord e, in particolare, della Lombardia. Nel corso del lungo dibattito sul disegno di legge finanziaria, il ministro Bersani ha affrontato, in questa Assemblea, il tema dello sviluppo e della ricerca di una maggiore competitività del sistema paese. Come non essere d'accordo? Ogni giorno si spendono fiumi di parole e si consumano fiumi di inchiostro al riguardo.
Chiedo ai rappresentanti del Governo come ci possa essere sviluppo senza proseguire, se possibile accelerare, il percorso intrapreso dal Governo Berlusconi e dal ministro Lunardi sul piano delle grandi opere e, invece, come sia pensabile rinunciare ad un piano di investimenti adeguati. Anche sul piano delle opere pubbliche, la finanziaria che stiamo esaminando rischia, se non verranno apportate importanti modifiche, di essere un'occasione mancata, un gravissimo passo indietro per il paese intero, laddove su un tema così importante era necessario non marcare pretestuosamente le differenze rispetto al Governo precedente, ma adoperarsi insieme per Pag. 44colmare un fabbisogno reale di infrastrutture.
Invece, constatiamo che vengono apportati tagli significativi al Mezzogiorno e che non ci sono risorse per il nord. Non solo la versione originaria varata dal Governo non stanziava un euro per il sistema infrastrutturale della Lombardia - mi riferisco alla Pedemontana, alla BREBEMI, alla metropolitana milanese e all'aeroporto di Malpensa -, ma anche durante la presentazione degli emendamenti, mentre il Governo, bontà sua, concedeva finanziamenti, confermati nel maxiemendamento, per un terzo del necessario per la Pedemontana (peraltro, presentava un emendamento «pasticciato» in ordine ai poteri concedenti in capo alla regione Lombardia, sul quale occorrerà fare chiarezza), parallelamente esponenti della vostra maggioranza, Verdi e Rifondazione Comunista, intervenivano per limitarne ulteriormente la portata. Constatiamo che nel maxiemendamento non si sono fatti passi in avanti, eccezion fatta per la Pedemontana, e rimangono irrisolti molti nodi infrastrutturali. L'aeroporto di Malpensa, in primo luogo, pensato e costruito per svolgere la funzione di grande hub aeroportuale, la cui crescita è legata al rispetto degli impegni già assunti dal Governo nel 1998 con la regione Lombardia nell'accordo di programma quadro, rischia di vedere disattese le proprie esigenze; peraltro, deve fare i conti con le esternazioni del ministro Rutelli, che propone di puntare sullo sviluppo del solo hub di Fiumicino, innescando un'inutile competizione fra i due scali, laddove le esigenze di mercato spingono alla diversificazione dei traffici (turistici per Fiumicino e business per Malpensa).
Per quanto riguarda la BREBEMI, ci aspettiamo e chiediamo che il Governo risolva, in accordo con l'ANAS, le problematiche relative alla copertura degli extracosti, che confermi il carattere di priorità dell'opera nel Documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011, e che aderisca all'accordo di programma; stessa richiesta per la tangenziale esterna di Milano. Peraltro, dobbiamo constatare che il mancato intervento del Governo non può essere di certo ascritto all'incapacità di programmazione e di accordo da parte degli enti locali - regione, province e comuni - i quali, al contrario, hanno dato prova di grande maturità e senso di responsabilità, raggiungendo un completo accordo sulle priorità.
Pertanto, crediamo che la Lombardia e il nord del paese non si possano accontentare delle poche risorse contenute nella finanziaria e delle solite promesse del ministro delle infrastrutture. Serve uno sforzo maggiore e non la presentazione del solito master plan, con la ricognizione delle infrastrutture ritenute prioritarie da decenni.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
MARIASTELLA GELMINI. Passiamo dalle parole ai fatti, consapevoli che le infrastrutture rappresentano una delle leve più incisive per migliorare non solo la competitività del sistema economico del paese, ma anche la qualità di vita dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. La deputata Santelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/369.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, già nelle parole del ministro Chiti e del sottosegretario Letta il Governo ha riconosciuto che uno dei punti della finanziaria che in assoluto dovrà essere rivalutato al Senato è quello relativo ai fondi per la sicurezza. La sicurezza, soprattutto il Ministero degli interni e i Carabinieri, in questa finanziaria sopporta dei tagli inaccettabili.
Parliamo di circa un terzo di risorse in meno in un momento particolarmente delicato per il nostro paese. Inoltre, la legge finanziaria, purtroppo non corretta da questo ramo del Parlamento, cancella una conquista degli operatori di polizia come il riconoscimento della specificità di settore. Si trattava di una conquista perché ci Pag. 45rendiamo tutti conto che la parificazione dell'attività di un operatore di polizia con quella di un collega del pubblico impiego è inconcepibile. La cancellazione della specificità fa purtroppo tornare indietro di molti anni le politiche sindacali nel settore della sicurezza. Mi sarei augurata che, dopo la discussione in I Commissione, dove maggioranza ed opposizione avevano concordato alcune misure importanti anche se non sufficienti, queste sarebbero state recepite nel maxiemendamento del Governo. Oggi abbiamo ascoltato che vi è in proposito un impegno di massima a ripristinare nel corso dell'esame al Senato alcune di queste misure come l'aumento delle risorse, il riconoscimento della specificità e l'aumento delle assunzioni, oggi limitate a mille unità per tutte le forze dell'ordine. Il mio ordine del giorno chiede al Governo di rispettare tale impegno e mi auguro che per questa ragione venga accettato, anche perché tale impegno è, sì, sollecitato dall'opposizione, ma è richiesto anche in questa fase in primo luogo dal ministro dell'interno. Inoltre, bisogna aggiungere - e non soltanto per vena polemica - che quando il Presidente del Consiglio si reca....
PRESIDENTE. Mi scusi. Per favore, almeno all'interno dell'emiciclo, si evitino gruppi impegnati in conversazione perché impediscono l'ascolto degli oratori!
Prego, prosegua pure.
JOLE SANTELLI. In un momento così delicato, in cui il Presidente del Consiglio in persona si è recato a Napoli e in Calabria per suggerire e sostenere piani speciali per queste particolari zone del nostro paese, essi possono camminare solo se vi sono risorse adeguate e necessarie. Al contrario, la legge finanziaria mette davvero a terra l'intero settore della sicurezza. Mi auguro che il Governo assuma questo impegno e che soprattutto, durante l'esame presso l'altro ramo del Parlamento, venga corretto questo grave, gravissimo errore politico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Osvaldo Napoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/42.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, in merito al problema degli enti locali, vorrei denunciare che gli amministratori locali sono arrabbiati. Per cinque anni avete accusato il Governo di centrodestra di tagliare risorse e di mancata concertazione. Con la manifestazione in piazza contro il Governo Berlusconi li avevate illusi che tutto sarebbe andato in maniera diversa. Invece, quella che state approvando è per gli enti locali la peggiore legge finanziaria dal dopoguerra ad oggi. Il decreto fiscale sarà licenziato dal Senato martedì prossimo senza che sia stato approvato neppure un emendamento tra quelli proposti dall'ANCI. Con l'articolo 2, commi 39 e 46, si sottraggono ai comuni circa 610 milioni di euro ed allora intervengo oggi per denunciare l'ennesima beffa. Rimane in vita il taglio di 600 milioni operato con il decreto Visco, mentre, per quanto riguarda la legge finanziaria, si vuol far credere che il rientro dei trasferimenti nel calcolo del saldo sia l'adempimento del famoso accordo del 10 ottobre tra Governo ed enti locali. Con esso si promettevano, appunto, 600 milioni di euro in più per i comuni.
Ribadisco quanto già detto in quest'aula, richiamando tutti i parlamentari della maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità. I comuni non sono governati da persone ingenue. L'impostazione di questa legge finanziaria provocherà un sostanziale ridimensionamento dei servizi alla cittadinanza: assistenza sociale, trasporti, strade e scuole, senza risolvere le emergenze delle città, quali lo smog e la casa. Ebbene, date 600 milioni da una parte e li togliete da un'altra, diminuendo i trasferimenti erariali: complimenti, colleghi della maggioranza, è una vera presa in giro!
Ma permettetemi di parlare delle cosiddette migliorie del testo introdotte con gli emendamenti del Governo, poi riportati fedelmente nel maxiemendamento; mi riferisco in particolare all'emendamento all'articolo 59: Pag. 46il primo comma prevede la possibilità di assunzione - quando sento l'onorevole Diliberto parlarne in televisione ritengo si tratti di una grande presa in giro - del personale precario da parte degli enti locali. Bene, anzi benissimo, diremmo tutti: chi, infatti, non vorrebbe assumere tutti i giovani del paese che hanno un contratto precario? Ma con quali soldi vuole farlo questo Governo? Ebbene, colleghi, non è previsto neanche un euro a copertura del comma 1-bis dell'articolo 59! Si tratta, cari colleghi, di demagogia pura, per giunta pericolosissima! Chi dirà a tutti i precari che si presenteranno alle porte dei sindaci che non ci sono i soldi per assumerli? Inoltre, come si fa, in punta di diritto, a trasformare tutti i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, così, tout court? Si tratta di un precedente gravissimo e, soprattutto, irresponsabile: o si trovano i soldi o questa norma va stralciata, perché danneggia i comuni ed inganna i giovani precari.
Parliamo poi dell'articolo 75-bis che prevede un finanziamento per i piccoli comuni, collega Realacci, pari a circa 238 milioni di euro. Bene, direte tutti: peccato, però, che il finanziamento di questo fondo per 195 milioni di euro sia a carico di un altro fondo, quello per le aree svantaggiate. Avete capito, colleghi? Diminuiscono i finanziamenti per le aree svantaggiate del Mezzogiorno per dare, comunque, meno di quello che avevate promesso, ai piccoli comuni!
Ma ciò che è più grave, cari colleghi, è il mancato rispetto di un accordo raggiunto in Conferenza unificata lo scorso 8 novembre: mi riferisco, in particolare, al promesso stralcio dell'articolo 79, al ripristino della riformulazione originaria dell'articolo 76, comma 1, lettera h), alla destinazione - anche all'Unione dei comuni - di parte dei fondi previsti dall'articolo 75-bis per i piccoli comuni. Cari colleghi, siamo in un momento delicatissimo.
Termino riportando soltanto cosa ha detto il presidente dell'UPI...
PRESIDENTE. Deputato Osvaldo Napoli, la invito a concludere.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Il presidente dell'UPI, Melilli, parla di intervento inaccettabile e confuso, che segna una frattura nei rapporti tra Governo ed autonomie. Questa è la dichiarazione rilasciata oggi da un presidente vostro; assumetevene la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Il deputato Fabbri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/315. Ne ha facoltà.
LUIGI FABBRI. Signor Presidente, i commi che vanno dal 722 al 730 del maxiemendamento 16.500 del Governo riproducono fedelmente l'articolo 178 del disegno di legge finanziaria, che si intitolava pomposamente «misure per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro». Ebbene, è una falsità perché, invece, si tratta di un condono, un condono previdenziale e non soltanto previdenziale. In questi commi si prevede che i collaboratori a progetto ed i co.co.co. potranno sottoscrivere atti di conciliazione, con l'assistenza dei sindacati più rappresentativi. Questo è un primo regalo che si fa al sindacato, in quanto esso può assistere i lavoratori che vogliono trasformare il proprio contratto anche se non sono presenti in quella attività produttiva. Ripeto, si tratta di un bel regalo ai sindacati che in tal modo faranno incetta di iscritti. I datori di lavoro, per trasformare questi contratti, pagano una una tantum, pari alla metà di ciò che avrebbero dovuto pagare per i contributi non versati. Versano poi un terzo del totale dovuto ed il resto viene versato in trentasei rate. Il versamento della somma - qui sta la vera vergogna - comporta l'estinzione dei reati in materia di versamenti dei contributi, nonché l'estinzione delle obbligazioni per sanzioni amministrative.
Notate bene: questa procedura è accessibile anche ai datori di lavoro che siano stati destinatari di provvedimenti amministrativi Pag. 47o giurisdizionali non definitivi e che riguardino il rapporto di lavoro, anche se si tratta di posizioni che sono state oggetto di accertamenti ispettivi. Pertanto, tutti questi datori di lavoro che ai sensi della legge Biagi abbiano subito delle ispezioni e siano stati ritenuti colpevoli e quindi multati e denunciati all'autorità giudiziaria, pagando una somma, che peraltro avrebbero già dovuto versare, estingueranno il loro reato. Tutto ciò costerà 300 milioni di euro all'anno per il 2008 e per il 2009.
Questi contratti, però, che si vogliono sottoscrivere con l'assistenza del sindacato non sono a tempo indeterminato. Il Governo ha fatto di questo tema una sua importante battaglia; quindi non vuole che si trasformino in contratti a tempo indeterminato, ma in contratti che non siano di durata inferiore a 24 mesi. Saranno solo ed esclusivamente contratti a termine.
Nella passata legislatura l'attuale maggioranza in ogni occasione si è scagliata molto duramente contro le varie forme di regolarizzazione operate dal Governo di centrodestra. Passi pure il difetto di coerenza, ma non questo disegno che è mirato a sottrarre alla giustizia chi commette un reato. Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/315 vuole impegnare il Governo a porre rimedio a questa grave lesione della legalità, che non ha niente a che spartire con quel principio di equità di cui è stata ammantata questa disposizione, insieme a tante altre contenute nella manovra finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)
PRESIDENTE. Il deputato Berruti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/47.
MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/47 chiediamo al Governo di adottare, entro i tre mesi successivi all'entrata in vigore della norma sulla riduzione del cuneo fiscale, provvedimenti amministrativi univoci al fine di chiarire che tra i soggetti esclusi da questo beneficio non rientrino le imprese che realizzano, ancorché in regime di concessione con conseguente applicazione di una tariffa, opere pubbliche in regime di finanza di progetto. Chiediamo questo perché, colleghi, membri del Governo...
Signor Presidente, mi sto rivolgendo al Governo, ma vedo che i banchi dell'Esecutivo sono assediati da deputati...
PRESIDENTE. Lei ha ragione. Ho ripetutamente fatto notare, tuttavia senza grande successo, che nell'emiciclo non si può sostare. Vorrei che ci si allontanasse dal banco del Governo, come giustamente viene richiesto da chi sta parlando e che ha il diritto ed il dovere di essere ascoltato.
Prosegua pure, deputato Berruti.
MASSIMO MARIA BERRUTI. Sto tentando di illustrare ai membri del Governo questo ordine del giorno. Non credo che debba decidere l'Assemblea: magari, prima di arrivare al voto si riesce a comprendere che vi è interesse da parte del Governo ad accettarlo.
Come dicevo, abbiamo presentato questo ordine del giorno perché dalle misure a favore dello sviluppo e dagli interventi per la riduzione del cuneo fiscale sono stati esclusi, come abbiamo visto (il tema è stato affrontato in più di un emendamento), tutti gli enti finanziari e le imprese di assicurazioni che operano in regime di concessione a tariffa nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni e della raccolta dei rifiuti.
In nessuna parte della relazione di accompagnamento a questa norma viene fornita una spiegazione per le esclusioni delle così dette utilities. Quindi, ciò che ci resta da ipotizzare è che questa limitazione sia rivolta alle imprese che gestiscono investimenti realizzati con fondi pubblici e che operino nei settori finanziari e sempre con un sistema di impiego di manodopera di livello più basso.
Non vogliamo assolutamente discutere la volontà del legislatore, ma ci sembra che questa sia esplicita. La norma appare di difficile interpretazione. Il mero riferimento Pag. 48al regime della concessione ci sembra eccessivamente generico.
Quando ci troviamo di fronte a questa genericità, in assenza di norme e indicazioni sulle fonti normative o di riferimento che ne specifichino la reale natura, l'esistenza di una tariffa non è assolutamente elemento sufficiente per poter qualificare i soggetti esclusi da questo beneficio.
Per quanto riguarda il settore delle infrastrutture, la manovra nel suo complesso potrebbe risultare contraddittoria, perché da un lato sussisterebbe l'anzidetta penalizzazione nei confronti dei concessionari e dall'altro si intenderebbero promuovere nuove opere pubbliche, grazie all'istituzione di un'imposta locale di scopo ed alla destinazione a spese di investimento delle risorse giacenti presso l'INPS, che verranno rinnovate per effetto della devoluzione all'istituto delle quote del TFR dei lavoratori dipendenti.
L'eliminazione della genericità della norma ed il superamento della contraddizione devono necessariamente passare attraverso la presa d'atto che il generico riferimento al regime concessorio potrebbe coinvolgere anche la finanza di progetto, lo strumento più moderno per realizzare opere pubbliche con l'intervento del capitale privato.
Le imprese che utilizzano la finanza di progetto nelle opere infrastrutturali non possono essere assolutamente equiparate alle imprese finanziarie, perché svolgono attività autenticamente industriali (produzione di beni e servizi), che danno impulso a ricadute ad alto impiego di manodopera, attraverso questo particolare strumento finanziario.
Quindi, signori del Governo, viceministro Visco, senza un intervento chiarificatore sorgerebbero gravi dubbi interpretativi, che potrebbero trovare soluzione solo in lunghi ed estenuanti contenziosi, con l'effetto di scoraggiare l'impiego di capitali privati nella realizzazione di infrastrutture pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. La deputata Prestigiacomo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/361.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, vorrei cortesemente, per un momento, attirare l'attenzione del Governo, poiché capisco che un ordine del giorno non si nega a nessuno, però quello che sto per illustrare ha per noi siciliani - compresi, credo, quelli seduti sui banchi della maggioranza - una notevole importanza.
Come è noto, il Governo attraverso l'articolo 101 ha messo in una situazione di gravissima difficoltà la regione siciliana. Con una presa di posizione del tutto unilaterale, che non ha previsto nessun tipo di concertazione, si è deciso di aumentare il livello di compartecipazione della regione siciliana alle spese sanitarie; ciò senza tenere conto che la regione, da tempo, aveva intrapreso un cammino virtuoso di risanamento dei conti della spesa sanitaria, quindi un intervento di questo tipo non può che rappresentare una mazzata.
Il problema è stato affrontato a lungo in Commissione, anche - lo sottolineo - da parte dei parlamentari siciliani di maggioranza; addirittura, vi era stata una proposta del relatore che non ci soddisfaceva ma che, in qualche modo, risolveva il problema. Purtroppo, non è stato possibile arrivare ad una correzione del testo.
Per noi l'ordine del giorno rappresenta ben poco; certo, vi sono state le promesse del ministro Chiti, il quale - debbo dargliene atto -, durante il dibattito di ieri sera, ha detto che il problema sarebbe stato affrontato al Senato. Comunque, è molto importante che questo impegno venga formalizzato. Ecco perché vorrei pregare cortesemente il Governo di leggere questo ordine del giorno, poiché un suo rifiuto ci metterebbe in una condizione di grave difficoltà.
Vorrei ricordare che il presidente della regione, tra l'altro, ha proposto una correzione al testo in Conferenza Stato-regioni, sede in cui si è sviluppato un lungo dibattito attorno a tale tematica. Nel caso Pag. 49in cui il testo dell'articolo 101 mantenesse la sua attuale formulazione, al presidente della regione non resterebbe altro che impugnare le disposizioni della manovra finanziaria innanzi alla Corte costituzionale, perché chiaramente questa formulazione è gravemente lesiva delle garanzie, delle prerogative dello statuto siciliano.
Mi auguro che questo esame verrà compiuto con particolare attenzione, perché non sarà sfuggita al Governo ed ai colleghi la rilevanza politica di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Il deputato Di Virgilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/314.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, questa finanziaria può essere pesata sulla bilancia per il volume delle disposizioni che ci presentate di giorno in giorno. A prima vista ciò potrebbe essere positivo, perché tutti ci aspettiamo che contenga provvedimenti a favore dei cittadini.
Io mi occupo di sanità; per tale motivo sono andato a leggere con grande attenzione i commi da 419 a 440, ai quali i componenti del gruppo di Forza Italia della Commissione affari sociali hanno presentato 9 emendamenti. Con grande sorpresa, abbiamo trovato soltanto imposizioni, richieste ai cittadini di nuove tasse, tasse e tasse!
Ad esempio, per quanto riguarda i ticket da pronto soccorso, vittoriosamente, con grande gioia, avete accorpato i codici bianchi ed i codici verdi (il ministro Turco brilla per la sua presenza in aula nel campo della sanità, mentre si occupa di altre cose assolutamente impopolari come gli spinelli, su cui domani l'ascolteremo) ed i cittadini vengano penalizzati.
A fronte delle vostre disposizioni, i cittadini cosa dovrebbero fare? Non dovrebbero recarsi al pronto soccorso per non intasarlo, indipendentemente dal fatto che si tratti di codice bianco o verde! Chiediamo ai cittadini di «autodiagnosticarsi», di capire se abbiamo contratto una malattia banale o una cosa seria. I cittadini non trovano, specialmente nel fine settimana, un punto di riferimento per la diagnosi. Avete previsto determinate misure esclusivamente perché avete bisogno di soldi e, allora, non guardate in faccia ai bisogni dei cittadini!
Inoltre, aspetto ancora più clamoroso, cosa dite ai cittadini che non ritirano gli esami diagnostici da loro effettuati? Pagateli interamente! È un'altra penalizzazione a loro carico. Il cittadino non si diverte a fare le analisi, perché è il medico che le prescrive. Ma non è questa la soluzione! Se non volete apparire come coloro che hanno bisogno soltanto di soldi, di imporre nuove fiscalità, nuove tasse, affrontate il problema in maniera diversa, perché vi è un modo per farlo. Chi prescrive questa indagine? Il medico di famiglia; e, nella privacy la controllerà! È più semplice, allora, che il laboratorio che effettua le analisi le comunichi per via telematica al medico di famiglia, senza coinvolgere il cittadino che deve pagare se dimentica, per vari motivi, di ritirarle.
Per quanto riguarda il fondo per i non autosufficienti, è un punto dolente e molti colleghi della maggioranza, anche della precedente legislatura, hanno lavorato egregiamente con noi per risolvere questo problema. Presentammo al riguardo un provvedimento, ma fummo accusati della mancanza di fondi. Adesso stiamo esaminando questo problema, ma è ridicolo che lo vogliate affrontare stanziando 100 milioni di euro. Abbiamo bisogno di 7 miliardi di euro!
L'altro giorno, in Commissione affari sociali, il ministro Ferrero, con molta delicatezza e bontà, ha dovuto prendere atto della situazione e ha rilevato che occorre affrontare la questione con gradualità per capire quali sono i livelli di assistenza nel sociale. È un problema epocale che interessa milioni di famiglie che hanno un carico notevolissimo; mi riferisco alle persone anziane che dipendono totalmente dagli altri e per le quali non avete fatto assolutamente nulla!
Per quanto riguarda le risorse per le famiglie numerose (altri colleghi interverranno Pag. 50in modo più dettagliato al riguardo), si calcola che la stangata per le famiglie, fra quello che date e quello che devono pagare, si attesta attorno a 1.300 euro all'anno. Avevamo detto di abolire, anche in campagna elettorale, l'ICI sulla prima casa. La prima casa non è un lusso; è una necessità essenziale per la vita delle famiglie. Bene, con questi provvedimenti aumentate notevolmente gli estimi catastali e ciò si ripercuoterà inevitabilmente sulle tasse da pagare sulla prima casa.
Per quanto riguarda i provvedimenti a favore dei soggetti danneggiati da sangue infetto, nella precedente legislatura è stata approvata la legge n. 89, con la quale sono stati stanziati fondi per indennizzare gli emofiliaci che hanno subito gravi menomazioni. Sono stati stanziati 98 milioni e 500 mila euro per il 2003 e 198 milioni di euro per il 2004 e per il 2005. Sono rimasti fuori i talassemici: si tratta di 1.900 persone affette da una patologia genetica, congenita, le quali hanno avuto anche la sfortuna di essere danneggiate gravemente da trasfusioni infette. Ebbene, questi soggetti aspettano dallo Stato un giusto riconoscimento, un giusto indennizzo.
Avevamo presentato in tal senso una proposta emendativa che, logicamente, è andata a «farsi friggere» con la presentazione del maxiemendamento del Governo. Con quest'ordine del giorno, vogliamo capire se siate sensibili alle condizioni di questi cittadini.
Per quanto riguarda il laboratorio, penalizzate...
PRESIDENTE. La prego...
DOMENICO DI VIRGILIO. Presidente, non credo di aver superato il tempo.
PRESIDENTE. Sì, in questo momento.
DOMENICO DI VIRGILIO. Allora, concludo rapidamente.
Per quanto riguarda i laboratori, volete affossare...
PRESIDENTE. La prego, le ripeto che ha superato il tempo di quindici secondi.
DOMENICO DI VIRGILIO. Concludo. Per quanto riguarda il fondo, vi vantate di averlo finanziato: 96 miliardi di euro per quest'anno...
PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo.
Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/218.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, utilizzerò solo tre minuti per illustrare il mio ordine del giorno e per intervenire su quelli di due miei colleghi.
Il mio ordine del giorno riguarda l'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità ed è molto importante. La legge 28 agosto 1997, n. 284, ha affidato alla sezione italiana dell'Agenzia il compito di contribuire fortemente affinché questa disabilità possa essere affrontata con maggiore serenità da parte dei non vedenti del nostro paese.
Colgo l'occasione per parlare dell'ordine del giorno della collega Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226 che, in poche righe ma molto intense, ribadisce lo sforzo emendativo dell'UDC, interrotto dall'emendamento del ministro Visco interamente sostitutivo dell'articolo 3, per l'equità fiscale e familiare. Si tratta di un ordine del giorno importante su cui aveva più volte manifestato la propria attenzione anche il ministro Chiti; spero che tale attenzione sia confermata anche dal sottosegretario Grandi.
Infine, voglio utilizzare il tempo che mi rimane per illustrare l'ordine del giorno Romano n. 9/1746-bis/387, in cui sono trasfusi i contenuti dell'emendamento presentato dai nostri colleghi sull'assenza di contributo nei confronti del sistema sanitario della regione siciliana. Vi è stato un taglio di questa contribuzione ed un aumento della partecipazione del servizio sanitario siciliano di circa un miliardo: una cifra ritenuta proporzionatissima dall'istituzione regionale siciliana, anche rispetto alle altre regioni.
Con questo ordine del giorno, come già detto dal Governo anche nelle ultime ore, Pag. 51si chiede un'ulteriore conferma dell'impegno a voler risolvere questa drammatica situazione non solo per i cittadini che hanno votato per l'attuale presidente, ma per tutti i cittadini siciliani, entro la conclusione dei lavori del Senato. La ringrazio dell'attenzione.
PRESIDENTE. Il deputato Pedrizzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/125.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, vorrei spendere poche parole sul tema affrontato da lei nei giorni scorsi e poi ripreso dal Presidente della Repubblica, dall'onorevole Violante e dal presidente della Commissione bilancio, ossia la necessità di riformare la legge finanziaria ed in particolare la sessione di bilancio.
Ad ogni sessione di bilancio che io ricordi (ed è questa la mia tredicesima legge finanziaria) si riapre il dibattito sulle procedure, sui tempi, sulle modalità e, quindi, sulla necessità di riformare la legge finanziaria.
Com'è stato ricordato da lei stesso, signor Presidente, nei giorni scorsi, essa occupa il Parlamento per circa sei mesi l'anno, a partire dalla presentazione del Documento di programmazione economico-finanziaria. Se poi si aggiungono, come sanno molti colleghi di lungo corso, varie manovrine aggiuntive e correttive che riguardano i conti pubblici, sette o otto mesi all'anno il Parlamento è occupato dalla legge finanziaria o da leggi che attengono alla sessione di bilancio.
Oggi, in questa sessione di bilancio, si è avvertita ancora di più la necessità di una riforma. In effetti, da sempre due correnti di pensiero si fronteggiano nei paesi europei ed extraeuropei, anche in quelli anglosassoni, in particolare più avanzati di noi sul piano del bipolarismo politico. Alcuni di questi paesi mettono al centro della legge finanziaria e, quindi, della sessione di bilancio, l'iniziativa dell'Esecutivo e il Parlamento si limita solamente ad approvarla o a respingerla. In altri paesi, invece, è il Parlamento ad essere protagonista e a definire la legge finanziaria, che è solo presentata da parte del Governo alle Camere, o alla Camera nei sistemi monocamerali.
In altri paesi ancora vi è un'azione sinergica tra Esecutivo e Parlamento e così è stato nel nostro paese fino a qualche anno fa. Solamente negli ultimi tempi la sessione di bilancio si è andata sempre più appesantendo e, quindi, la legge finanziaria, perché - diciamo la verità -, come rilevava il collega Leone, è venuta progressivamente meno l'iniziativa legislativa del Parlamento e dei singoli parlamentari, che sono costretti ad agganciare le proprie proposte, come dei veri e propri vagoni, alla grande locomotiva della legge finanziaria, per avere certezza dei tempi e per sopperire all'inerzia del Parlamento, che è costretto a votare, per l'80-85 per cento, decreti-legge, ossia provvedimenti proposti dal Governo, o leggi delega, approvate dal Parlamento stesso.
Il problema che si pone con maggiore urgenza in questa finanziaria è se sia opportuno ridare centralità all'iniziativa parlamentare, ovvero se sia necessario demandare alla Commissione bilancio tutto il lavoro preparatorio, per poi lasciare all'aula il compito di ratificare quanto emerso nella Commissione competente.
Io penso, per quanto possano valere la mia opinione e il mio orientamento, che occorrerebbe di nuovo dare centralità al Parlamento e, quindi, centralità ed importanza all'iniziativa dei singoli parlamentari che, ormai, vedono ridotta al 10-15 per cento la possibilità di «portare a casa» le proprie proposte.
Sarebbe perciò opportuno, signor Presidente, riprendere questo discorso con calma, «a bocce ferme», una volta finita questa sessione di bilancio, e non sotto la pressione dei tempi per l'approvazione della legge finanziaria.
Vengo molto brevemente all'ordine del giorno n. 9/1746-bis/125 da me presentato.
PRESIDENTE. La prego...
Pag. 52RICCARDO PEDRIZZI. Tutte le analisi di tutte le associazioni di categoria, sindacati ed istituti di ricerca...
PRESIDENTE. Deve concludere.
RICCARDO PEDRIZZI. ... - concludo - hanno messo in evidenza che la crisi del territorio pontino deriva dall'insufficienza di intermodalità e di opere infrastrutturali. Pertanto, il mio ordine del giorno propone al Governo di tenere in considerazione un'opera infrastrutturale...
PRESIDENTE. Grazie.
Il deputato Cota ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/103.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, intervengo brevemente con riferimento al mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/103 e all'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101.
Il mio ordine del giorno impegna il Governo a prevedere, nell'ambito delle disposizioni attuative della legge finanziaria, interventi a favore dello sviluppo tecnologico e della finanza di impresa nei settori tessile, dell'abbigliamento, calzaturiero, delle rubinetterie e del valvolame.
Non sto a dire quanto siano importanti questi settori e, soprattutto, quanto siano stati colpiti dalla concorrenza sleale della Cina e degli altri paesi con manodopera a basso costo. Il precedente Governo ha più volte portato la questione in sede europea, dove vi sono gli unici organismi che hanno competenza a chiedere il rispetto di un regime di concorrenza leale, soprattutto per poter applicare misure correttive (mi riferisco a dazi contro il dumping ed al ripristino del regime di quote). Qualcosa è stato ottenuto nella passata legislatura. Devo dire che qualche risultato è stato raggiunto anche in questa legislatura, ma occorre insistere e, soprattutto, occorre considerare l'industria manifatturiera come meritevole di aiuto (il disegno di legge finanziaria in esame si è mosso, purtroppo, nella direzione contraria, andando a colpire l'industria e tutto il mondo imprenditoriale, soprattutto del nord).
L'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101 si riferisce, invece, alla Val di Susa, che è sicuramente colpita, nel suo territorio, dalla realizzazione della TAV, infrastruttura molto invasiva e dall'impatto negativo. Per quanto ci riguarda, la TAV va fatta, in quanto porta indubbi benefici a tutto il sistema industriale, a tutto il sistema produttivo, del nord e di tutto il paese. Allora, cosa fare? La sinistra dice: non facciamo la TAV, sapendo benissimo che non farla significherebbe andare contro la storia. Noi diciamo: facciamo la TAV, ma facciamo anche qualcosa per la Val di Susa.
Da qui un emendamento che avevamo presentato e l'ordine del giorno che sto illustrando. Ovviamente, non abbiamo potuto esaminare l'emendamento a causa dell'atteggiamento del Governo, che ha blindato il dibattito parlamentare con la posizione della questione di fiducia. Mi piacerebbe sentire il parere del Governo sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101 che chiede - lo ribadisco - di fare qualcosa di concreto per la Val di Susa, allo scopo di mitigare l'impatto ambientale legato alla realizzazione della TAV.
PRESIDENTE. Il deputato Filippi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/110.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, nell'illustrare il mio ordine del giorno, vorrei chiedere una particolare attenzione da parte dei colleghi della maggioranza. Se essi decideranno di esprimere un voto favorevole, non faranno nulla contro la maggioranza e non faranno cadere il Governo: semplicemente, faranno del bene a tanti giovani, aiuteranno tanti professionisti in erba a crescere professionalmente, daranno un po' di speranza a molti artigiani, ai quali permetteranno di seguire le orme dei familiari e di proseguire l'attività della bottega di famiglia.
Quindi, l'ordine del giorno è di buonsenso. Esso riprende, in qualche modo, il contenuto di un nostro emendamento...
PRESIDENTE. Per favore, vorrei invitare i colleghi che si intrattengono davanti Pag. 53ai banchi del Governo di consentirci di ascoltare. Grazie.
Prosegua pure, deputato Filippi.
ALBERTO FILIPPI. Grazie, signor Presidente.
Un testo analogo era contenuto in un nostro emendamento all'articolo 5, comma 4. In sostanza, noi chiediamo di adottare provvedimenti incentivanti a favore dei giovani (consideriamo tali i soggetti sotto i trent'anni), imprenditori e professionisti, i quali intraprendono un'attività o una professione, per i primi tre anni di attività.
Per soddisfare, in parte, tale esigenza, l'ordine del giorno vuole impegnare il Governo a prevedere che ai predetti soggetti non si applichino gli studi di settore o gli specifici indicatori di normalità economica.
Guardate che far questo, cari colleghi, non costa nulla, poiché è una misura che non incide sulle casse dello Stato!
Qual è la ratio che ci induce a formulare tale richiesta? Perché, insomma, consideriamo di buonsenso l'ordine del giorno in esame e riproponiamo con forza la nostra richiesta? In primo luogo, rileviamo che oggi il lavoro dipendente, a seguito dei tagli operati nei confronti della pubblica amministrazione, è sempre più improbabile: quindi, se non vogliamo implodere economicamente, occorre dare fiducia a chi decide di investire in un'attività professionale o d'impresa.
È evidente che chi deve intraprendere una nuova attività è un giovane al di sotto dei 30 anni. Ebbene, vorrei sottolineare che i giovani professionisti patiscono la carenza di strutture, dovuta al limitato budget posseduto inizialmente (come è ovvio che sia), la difficoltà nell'ottenere finanziamenti dagli istituti di credito (che, come tutti ben sapete, normalmente concedono prestiti a chi i soldi già li ha), l'inevitabile mancanza di esperienza per motivi di età e l'assenza iniziale di un «pacchetto clienti» consolidato, e si trovano comunque a dover contrastare la concorrenza di chi, invece, è già solidamente inserito nel mercato.
Per sintetizzare, vorrei ricordare che, a causa della mancanza dei benefici dell'avviamento e di altro ancora, nei primi anni di vita questi soggetti vedono una prevalenza dei costi sugli utili. Per tale motivo, essi necessitano di sgravi fiscali e, soprattutto, di agevolazioni sostanziali dal punto di vista burocratico, che allo Stato non costano nulla! Pertanto, sarebbe concettualmente sbagliato, per quanto sopra esposto, prevedere per tali attività la presunzione di produzione di reddito o l'applicazione degli studi di settore.
Ciò che chiedo, quindi, è di non rischiare di perdere o di distruggere sul nascere l'attività di migliaia di futuri imprenditori o professionisti...
PRESIDENTE. Mi scusi...
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, suona il campanello per una questione di tempo o perché alcuni colleghi disturbano...?
PRESIDENTE. In questo caso, perché ha esaurito il tempo a sua disposizione!
ALBERTO FILIPPI. Grazie, Presidente.
Concludo velocemente il mio intervento ricordando che, nel corso della campagna elettorale, entrambi gli schieramenti avevano promesso...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere!
ALBERTO FILIPPI. Stavo per l'appunto cercando di concludere, Presidente. Come dicevo, entrambi gli schieramenti hanno promesso di favorire l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e di promuovere la nascita di nuove aziende: allora, dimostriamolo con il nostro voto...
PRESIDENTE. Grazie!
ALBERTO FILIPPI. ...di questa sera, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Pag. 54PRESIDENTE. La deputata Carlucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/301.
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei richiamare l'attenzione del Governo sul mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/301, concernente il deficit infrastrutturale. Tale deficit, infatti, rappresenta uno dei problemi più importanti del Mezzogiorno d'Italia ed è un fattore che accentua il carattere periferico delle regioni del sud, condizionandone fortemente lo sviluppo.
Uno degli esempi più lampanti di tale situazione è costituito dal trasporto aereo, il quale riveste un peso fondamentale per la crescita economica locale, soprattutto in relazione al turismo; in questo caso, richiedo l'attenzione del vicepremier Rutelli, che per l'appunto ha la delega in materia di turismo.
Ad esempio, confrontando l'accessibilità aerea del sistema aeroportuale di Milano con quella del sistema aeroportuale pugliese, si scopre che Milano è servita da collegamenti diretti con quattordici delle diciassette città europee e mediterranee considerate, con una tariffa media per un volo di andata e ritorno (comprensiva di tasse) di 407 euro ed un tempo medio di percorrenza pari a 2 ore e 34 minuti. La Puglia, invece, è attualmente collegata alle diciassette città prese in considerazione solo se si effettua uno scalo (quindi, è servita solo da voli che prevedano uno scalo); il costo medio per un volo di andata e ritorno è di 838 euro, mentre il tempo medio di percorrenza è pari a 5 ore e 48 minuti.
Di fatto, i collegamenti aerei da e per le regioni del sud, come ad esempio la Puglia, risultano essere molto più onerosi in termini sia di tempo, sia di denaro rispetto ad altre zone del territorio nazionale. È facile immaginare, quindi, quali siano le conseguenze di tale deficit infrastrutturale sulla crescita economica di quei territori e, soprattutto, nei confronti dello sviluppo del turismo.
Riteniamo importante, pertanto, avviare una politica di sostegno alla mobilità aerea, considerandolo uno strumento determinante per lo sviluppo di queste regioni, a favore delle quali il Governo ha dichiarato di volersi impegnare. Anche se non è ricompreso all'interno del mio ordine del giorno, vorrei comunque sottoporre all'attenzione dell'Esecutivo i gravi problemi finanziari in cui versa il comune di Taranto. Si tratta, infatti, di una città che da tempo ha chiesto al Governo di ottenere delle risposte, ma non ne ha ancora ricevute.
Avevo avanzato una proposta in occasione della discussione di legge finanziaria, presentando un emendamento all'articolo 107, che riguardava il rifinanziamento del fondo nazionale per il cofinanziamento degli interventi regionali nel settore del turismo. Tale fondo dovrebbe essere utilizzato anche per incentivare l'uso del mezzo aereo, attraverso sgravi sugli oneri aeroportuali, riduzione sul prezzo del biglietto, facilitazioni rivolte alle compagnie, anche alle low cost, che decidano di migliorare l'offerta riguardo agli aeroporti meridionali. Questo è uno strumento idoneo per raggiungere gli obiettivi ed ancora più idoneo sarebbe, ad esempio, un bando di gara per un network di rotte relativo alle regioni del sud, da finanziare appunto attraverso l'articolo 107, per individuare vettori aerei ai quali riconoscere aiuti, come parziale contributo alle spese, per l'attivazione di nuove rotte nazionali ed internazionali. Naturalmente, questo strumento permetterebbe di incrementare il numero di destinazioni nazionali ed internazionali rivolte soprattutto agli aeroporti meridionali. È facile immaginare che gli oneri a carico dello Stato per tali interventi verrebbero ben presto compensati dalla crescita economica dei territori interessati. Basti pensare a ciò che è successo, in senso positivo, grazie allo sviluppo degli aeroporti di Orio al Serio, di Pisa e di Ancona Falconara. Infatti, l'arrivo di nuovi vettori, in particolare low cost, ha avuto tre effetti importantissimi: sviluppare il mercato, cioè fare volare chi non aveva mai volato, fare volare di più chi è già abituato a volare, attrarre nuovi voli di tipo tradizionale e consolidare nella Pag. 55mente degli abitanti dell'Unione europea e degli investitori internazionali l'immagine della Lombardia, della Toscana e delle Marche. È, quindi, evidente che il potenziamento dei voli di linea, in particolare a basso costo, sarebbe di grande importanza strategica, non solo per gli aeroporti del Meridione, ma per l'intero Mezzogiorno e, grazie all'offerta di voli diretti a basse tariffe per le principali metropoli europee, sarebbero giornalmente raggiungibili dai cittadini europei tutte queste destinazioni del Mezzogiorno. Ricordiamo che lo sviluppo del volo, in questi ultimi dieci anni, non è passato più attraverso i famosi hub, ossia grandi aeroporti, quali Malpensa, in cui arrivano tutti i voli, ma attraverso i point to point, ossia attraverso il volo diretto anche dal piccolo centro all'aeroporto internazionale. Quindi, il sistema aeroportuale del Mezzogiorno, se adeguatamente sostenuto, potrebbe porsi efficacemente come volano di uno sviluppo economico caratterizzato da un turismo destagionalizzato, di qualità, in grado di valorizzare al meglio l'enorme patrimonio culturale, ambientale e sociale del sud dell'Italia. Quindi, chiediamo al Governo di porre attenzione a questo ordine del giorno, perché i cittadini del Mezzogiorno chiedono....
PRESIDENTE. Deputata Carlucci....
GABRIELLA CARLUCCI.... di potenziare e di dare...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere...
GABRIELLA CARLUCCI... sviluppo alle loro reali potenzialità. Chiediamo pertanto al Governo di accettare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Fugatti, che aveva chiesto di parlare, rinuncia ad illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/112.
Il deputato Pini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/119.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, chiederei l'attenzione del ministro Bersani, perché si tratta di un ordine del giorno che si propone lo sviluppo delle aree montane, dove tuttora è difficilissimo, se non impossibile, portare il collegamento internet veloce. Si tratta, quindi, di una sorta di sviluppo economico di capacità e di connessione con il mondo virtuale, ma non solo virtuale, con l'accesso alla banda larga. Noi avevamo presentato un emendamento che cercava, in qualche modo, contrastando le frodi da utilizzo improprio di depositi IVA, quindi di importazione, di creare un fondo per lo sviluppo delle tecnologie a banda larga nelle aree montane. Purtroppo, questo emendamento - non capiamo onestamente perché, in quanto dava luogo a nuovo gettito all'erario e creava un fondo per lo sviluppo - non è stato accettato. Magari, si potrebbe aprire, in qualche modo, in futuro, un confronto sull'atteggiamento che il Governo ha tenuto, perché diceva di voler contrastare l'evasione fiscale - giustamente - ma, poi, con uno strumento molto semplice, non ha voluto applicare... (Commenti).
PRESIDENTE. Per favore, nell'emiciclo.... Grazie.
GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Questo ordine giorno, chiede sostanzialmente al Governo di tenere conto che esistono 7 milioni di persone, 3 mila comuni e qualche centinaia di migliaia di aziende in Italia che non hanno accesso alla banda larga e, quindi, proprio perché lei, signor ministro Bersani, è deputato allo sviluppo economico del paese, chiediamo un'attenzione particolare su investimenti che non sono molto onerosi.
Le cito l'esempio degli Stati Uniti. La nuova tecnologia, denominata Wimax, negli Stati Uniti, con un investimento di 900 milioni di dollari è riuscita a coprire completamente le aree rurali non servite dalla connessione a fibra ottica.
Allora, chiediamo al Governo l'accoglimento dell'ordine del giorno ed al ministro Bersani di spiegarci il motivo per il quale Pag. 56la sperimentazione su questa nuova tecnologia non sia stata ancora portata a termine, nonostante sia scaduto il periodo della sperimentazione fissato dal Governo Berlusconi. Chiediamo, soprattutto, che sia istituito un fondo per colmare questo gap, questo digital divide, che ancora esiste in più di un terzo dei comuni del nostro paese.
Chiediamo dunque al ministro un impegno affinché di sviluppo economico non si parli soltanto sui giornali, ma si mettano effettivamente in atto operazioni e si introducano norme che permettano di colmare rapidamente questo digital divide (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/173.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, onorevoli ministri, illustrerò l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/173, a mia firma, che riprende il contenuto di un emendamento che il nostro gruppo parlamentare ha voluto ritirare per facilitare i lavori parlamentari. L'ordine del giorno intende dare un riconoscimento, ministro Bersani e viceministro Visco, alle cooperative sociali, e creare omogeneità tra loro. Ad esempio, le cooperative sociali della Sicilia non pagano l'IRAP, mentre in altre regioni le cooperative sociali pagano l'IRAP dimezzata e in molte altre la pagano interamente. Noi chiediamo di creare le condizioni per lo sviluppo di un modello che aiuti molto l'evoluzione del welfare.
Le cooperative sociali, colleghi del centrosinistra e del centrodestra, sostituiscono lo Stato nelle funzioni riferite alle persone, nella sanità, nelle attività assistenziali, educative e di reinserimento. Il rapporto tra costi cooperativi e costi pubblici è di 50 a 100, cioè se un anziano ricoverato in una struttura pubblica, amici di Forza Italia, costa 100, un anziano ricoverato in una struttura cooperativa sociale costa 50 ed ottiene un servizio migliore ed una prestazione umana, vicina alla persona. Sentiamo non solo la necessità di fornire la prestazione, ma di essere vicini alle persone che soffrono e chiedono una risposta ai loro problemi.
Concludo, signor Presidente, senza utilizzare quindi tutto il tempo che ho a disposizione. Alle volte lo Stato dimentica, addirittura, interi segmenti importanti, come i malati terminali. Cito ciò che avviene nella modernissima, e vicina alle nostre idee politiche, regione Toscana, dove, dopo un certo numero di mesi, si abbandonano i malati terminali. Le cooperative sociali hanno, a proprie spese, organizzato un consorzio per assistere i malati terminali.
Oggi, in quella struttura abbiamo trenta persone che hanno tre mesi di vita e cinque che hanno quattro giorni di vita. Non facciamo pagare l'IRAP a queste cooperative che hanno grandi meriti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
PRESIDENTE. Il deputato Stucchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/114.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, non ruberò più di un paio di minuti.
La prima parte del mio intervento è volta a richiamare l'attenzione del Governo sul fatto che, una volta posta la questione di fiducia, è naturale che vengano presentati numerosi ordini del giorno. Infatti, le questioni che si sarebbero volute trattare nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria non possono che essere affrontate con lo strumento dell'ordine del giorno, che può avere un carattere generalizzato piuttosto che particolare, di interesse locale. Tutti vanno tenuti in adeguata considerazione, perché comunque si tratta di problematiche importanti per il territorio di elezione o per l'intero paese. Pertanto, gli ordini del giorno hanno ancora un valore; e non possiamo disinteressarci di questa fase parlamentare, pensando che sia un atto dovuto, e non prestando l'attenzione necessaria.
Nella seconda parte del mio intervento, vorrei illustrare brevemente il mio ordine Pag. 57del giorno che riguarda la questione del controllo della clandestinità. Con esso si chiedono più fondi e si chiede di svolgere una vera politica di controllo sulla sicurezza del nostro territorio, legata alla presenza di clandestini nelle nostre città e nei nostri paesi.
Nella mia provincia, poche ore fa, è accaduto un ulteriore atto increscioso ad opera di un extracomunitario nei confronti di una cittadina bergamasca. Credo che ciò debba far aprire gli occhi a tutti e far capire che è necessario combattere tali attività illecite, che si ripercuotono su chi le subisce in termini psicologici e non solo in termini economici. Ne abbiamo già troppi di personaggi particolari nostrani, che compiono anche crimini efferati! Forse, sarebbe opportuno effettuare un controllo serio delle frontiere, per evitare che malintenzionati, che vogliono arricchirsi velocemente nella nostra società, naturalmente in modo illegale, possano sentirsi liberi di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Mazzocchi, che aveva chiesto di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746/bis/96, non è presente in aula.
Il deputato Martinello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/223.
LEONARDO MARTINELLO. Signor Presidente, il mio ordine del giorno riguarda, sostanzialmente, il settore idrico. Ogni anno, nel settore agricolo manca l'acqua per l'irrigazione. I costi dell'agricoltura sono sempre maggiori, perché c'è bisogno di mezzi per irrigare. Vi è una riduzione della produzione nel mondo agricolo, perché la mancanza d'acqua crea una scarsità di produzione; al tempo stesso, vi sono anche altri settori interessati da questa problematica, quali la pesca. I fiumi sono in secca, per non parlare, poi, della crisi idrica degli acquedotti. Paesi interi rimangono senza acqua per molti giorni. Vi è un abbassamento delle falde, in linea generale, per non parlare del cuneo salino che entra attraverso il Po, soprattutto nel Veneto. Nel settore idrico vi è una serie di grossi problemi.
Nel mio ordine del giorno faccio riferimento alla delibera del CIPE del 27 maggio 2005, che ha approvato il Programma nazionale degli interventi. Si tratta di interventi già istruiti dalle regioni, già approvati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, già autorizzati e pronti per essere cantierabili. Non si sa bene perché questi lavori siano ancora fermi e perché le opere non vengano realizzate.
Il mio ordine del giorno impegna il Governo a sollecitare, quanto prima, l'avvio dei lavori per la realizzazione delle opere previste nel Piano irriguo nazionale, garantendo l'immediato impiego delle somme già destinate da precedenti leggi finanziarie.
È una questione molto importante, cui bisogna dare giuste risposte. Invito, quindi, a sollecitare l'avvio di questi lavori in tempi rapidi nell'interesse del paese.
PRESIDENTE. Il deputato De Corato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/128.
RICCARDO DE CORATO. Signor Presidente, altri colleghi, prima di me, hanno fatto rilevare come, in questo disegno di legge finanziaria, gli enti locali abbiano pagato un prezzo molto alto. Del resto, gli stessi sindaci di centrosinistra del nord, dal sindaco di Bologna al sindaco di Venezia, hanno sottolineato allo stesso presidente dell'ANCI come questo provvedimento sia molto iniquo rispetto ad altre leggi finanziarie.
Il mio ordine del giorno tende ad evitare un altro fenomeno distorsivo derivante dalle disposizioni di questa legge finanziaria con riferimento agli enti locali, vale a dire ad evitare che i comuni considerati virtuosi - che cioè rientrano nel patto di stabilità e che hanno rispettato i parametri di Maastricht - vengano in futuro penalizzati. Questa legge finanziaria, oltre al fatto di aver attribuito ai comuni il compito di fare da gabellieri e chiedere più tasse ai cittadini, ha penalizzato Pag. 58quegli enti locali che erano rientrati nel patto di stabilità. Questo è diventato un handicap, perché ha tolto ai comuni virtuosi la possibilità di grandi recuperi, lavorando sulla macchina comunale. Si tratta di enti locali che hanno da sempre rispettato la regola del contenimento del debito in rapporto al PIL, così come richiesto dai parametri di Maastricht, anche quando - e mi riferisco per esempio al comune di Milano - tale vincolo non era nemmeno obbligatorio.
Dunque, considero scorretto che ai fini del debito a livello nazionale un comune virtuoso debba subire l'aggravio del contenimento del debito di altri enti che non hanno rispettato questo vincolo. Tale obbligo limita in modo consistente la possibilità di investimenti in opere pubbliche necessarie per lo sviluppo degli enti locali e, tra questi, anche il comune di Milano che fa da traino in questo paese. Per tale motivo, ritengo necessario che il Governo accolga questo impegno ed emani disposizioni per il futuro circa la salvaguardia dei comuni virtuosi. In particolare, voglio fare riferimento all'incentivazione degli investimenti per lo sviluppo finanziati da entrate proprie e che non comportano un aumento complessivo del debito, al fine di consentire a questi enti locali di completare le opere infrastrutturali già approvate (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis/234, di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, illustrerò strettamente il tema di due ordini del giorno, come d'accordo con la componente politica alla quale appartengo. Mi riferisco in particolare a due materie che spesso, nell'ultimo periodo, sono state trattate dentro e fuori da quest'aula e che per noi costituiscono una parte fondamentale del nostro impegno politico. Si tratta della possibilità per le aree di cui all'obiettivo 1 di avvalersi del cosiddetto sistema della fiscalità di vantaggio, da un lato, e della possibilità, dall'altro, di avere uno sconto sul costo delle benzine e del gasolio per autotrazione nelle regioni che hanno insediamenti di raffinazione petrolifera, quindi non solo nei territori della Sicilia, ma anche nel resto del paese ove insistono stabilimenti di questo tipo.
Per quanto riguarda il primo caso, avevamo presentato un emendamento all'articolo 19 che non è stato esaminato a causa dei fatti che tutti conosciamo. Di conseguenza, abbiamo risolto di presentare questo ordine del giorno che, in realtà, affronta il tema del credito di imposta. Noi non riteniamo che questa sia una soluzione rispetto al portato del tessuto connettivo del sistema di imprese, in particolare meridionale e delle aree di cui all'obiettivo 1. Infatti, il credito d'imposta di fatto realizza un intervento molto limitato e può essere vantaggioso per gruppi molto ristretti di sistemi economico-produttivi omogenei. Tuttavia, in una situazione di crisi generalizzata come quella che esiste nel meridione, esso non si presenta come uno strumento risolutivo. Inoltre, non serve ai fini di quell'elemento fondamentale di cui abbiamo bisogno, ovverossia di nuova linfa, di nuovi investimenti; non può infatti attirare nuovi investimenti. Per questo, siamo convinti che attraverso la fiscalità di vantaggio si possa avere uno strumento più efficace ed efficiente per attirare nuovi investimenti, soprattutto in previsione dell'area di libero scambio del 2010, che riguarderà il Mediterraneo, quando cioè il sistema economico meridionale dovrà confrontarsi con una realtà che rischierà di sommergerlo completamente, con gravi danni per l'intero paese.
Siamo convinti che se oggi, momento in cui esistono le condizioni (con il rapporto Hokmark la Commissione europea ha aperto più di uno spiraglio in questa direzione), il Governo si risolvesse a promuovere iniziative in questa direzione, faremmo un grosso passo avanti in favore delle imprese meridionali. Ecco perché sulla fiscalità di vantaggio ci siamo finora battuti in modo così strenuo.Pag. 59
Altra questione è che, come voi sapete, le nostre coste sono del tutto degradate dagli impianti di raffinazione petrolifera. Abbiamo la certezza, sulla base di studi che sono stati condotti, che, per esempio, la sola Sicilia raffina oltre il 32 per cento del petrolio che viene immesso in circolazione.
PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Reina.
GIUSEPPE MARIA REINA. Siamo convinti che la Sicilia, ma non solo la Sicilia, bensì anche tutte le altre regioni coinvolte, abbiano diritto - a titolo di compensazione - a questo intervento da parte dello Stato, che serve a lenire in parte le gravi situazioni di degrado ambientale, ma anche e soprattutto ai fini della salvaguardia della salute umana (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/388.
TEODORO BUONTEMPO. Onorevoli colleghi, nel centro Italia, accade anche che per collegare la capitale, Roma, con Pescara, in Abruzzo, occorrano dalle tre ore e mezzo alle quattro ore con il treno rapido; si tratta di una percorrenza di circa 240 chilometri. Per percorrere la tratta Roma-Firenze, pari a circa 280 chilometri, occorre invece un'ora e mezzo con il treno.
Invito anche i colleghi del centrosinistra a votare a favore di questo mio ordine del giorno, a meno che il Governo non decida - eventualmente, anche in seguito ad una riformulazione - di accettarlo. Tenete conto che l'impossibilità di utilizzare la ferrovia tra l'Abruzzo e Roma fa sì che tutto il traffico si riversi sull'autostrada ed è noto a tutti, a cominciare dal sindaco di Roma, che chi viene dall'Abruzzo per entrare nella capitale impiega mediamente circa un'ora e mezzo solo per percorrere il tratto che va dall'uscita dell'autostrada all'accesso nella città di Roma. Questo era un emendamento alla finanziaria.
Già il CIPE, con la delibera n. 121 del 21 dicembre 2001, aveva accolto l'obiettivo del raddoppio della ferrovia Roma-Pescara, mettendo anche a disposizione fondi a parziale copertura. Dunque, con il mio ordine del giorno chiedo che il Governo si impegni a fare tutto il necessario per reperire la restante copertura che occorre al fine di adeguare, ammodernare e mettere in sicurezza questa ferrovia.
Tenete anche conto, signori del Governo, del fatto che la manutenzione di questa vecchia ferrovia, costruita in età borbonica, ha un costo elevatissimo. La regione Abruzzo, il presidente Del Turco, l'ex presidente del centrodestra Pace e tutte le forze politiche - ho partecipato a diversi convegni - rappresentate in Parlamento si sono dichiarati favorevoli a questa opera essenziale e strategica. Si consideri anche che, dovendo assicurare il collegamento con il polo universitario di Roma, la tratta Pescara-Roma dovrebbe essere quasi una metropolitana e che ai pendolari che provengono da Pescara, da Sulmona e da L'Aquila si dovrebbe dare la possibilità di raggiungere la capitale in un'ora e mezzo, come accade a chi parte da Firenze. Neppure l'economia abruzzese potrà mai decollare finché occorreranno tre ore e mezzo per percorrere 200 chilometri e raggiungere la capitale. Non si dimentichi che in Abruzzo vi sono anche grandi ricchezze dal punto di vista dell'ambiente naturale - il Parco nazionale d'Abruzzo, il Parco della Majella e altri - che possono rappresentare una grande risorsa per coloro che risiedono a Roma e una grande possibilità di sviluppo.
L'Abruzzo ha enormi potenzialità di sviluppo, è come un motore in panne. Questa maledetta ferrovia ne impedisce il decollo. Perciò, onorevoli colleghi della sinistra, il mio ordine del giorno non è un emendamento, ma può costituire un inizio per portare all'attenzione del Parlamento e del Governo una grande vergogna che ricade su tutti. Non è possibile percorrere Pag. 60i 200 chilometri che collegano alla capitale in tre ore e mezzo o quattro ore, con un treno rapido.
PRESIDENTE. Mi scusi, deve concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Spero che il Governo presti un minimo di attenzione a questo problema.
PRESIDENTE. Il deputato Zacchera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/11.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, innanzitutto desidero esprimere un ringraziamento a lei perché, nel corso della lunga maratona dell'esame del disegno di legge finanziaria, ho apprezzato la sua direzione di gara, per così dire, contraddistinta da molto equilibrio, attenzione ed equità. Pur essendo un suo avversario politico, le riconosco tale merito.
Ciò premesso, forse un aspetto negativo nell'organizzazione dei lavori della Camera lo registriamo questa sera. Sappiamo benissimo che il Governo ha già deciso quali ordini del giorno accettare e quali non accettare. Forse, conoscendo prima, magari informalmente, il parere del Governo, molti di noi avrebbero evitato di illustrare gli ordini del giorno. Infatti, è inutile illustrare quelli accettati mentre, in caso contrario, si può incentrare l'intervento sulla critica motivata dal fatto che non è stato accettato un ordine del giorno.
Ciò premesso, il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/11 solleva un problema comune a tutte le parti politiche e ricalca in buona parte un ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza dal consiglio regionale del Piemonte, relativamente al problema dei rifiuti radioattivi. Come sapete, in Italia ancora non è stata adottata la decisione relativa a dove ubicare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi e ci sono alcuni siti, tre dei quali in Piemonte, dove tuttora sono stoccati materiali radioattivi in maniera inadeguata. La ragione, in buona sostanza, è che non si sa dove altro metterli. Ciò ingenera molte preoccupazioni presso le autorità e le popolazioni di quelle località piemontesi: si tratta di Saluggia, di Trino e della provincia di Alessandria. Vi è l'assoluta necessità di determinare la zona in cui debba essere ubicato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
In attesa, già la legge n. 214 del 2003 aveva previsto che in qualche maniera fossero indennizzati i siti in cui questo materiale è attualmente e provvisoriamente stoccato, non sempre con tutti i crismi della sicurezza. In attesa dello stoccaggio definitivo, l'indennizzo previsto avrebbe dovuto essere destinato proprio alla messa in sicurezza di questi siti. Questo non è ancora avvenuto. Perciò, nell'ordine del giorno si richiama il Governo ad intervenire sia sul problema del deposito nazionale, sia riguardo alle misure di compensazione territoriale che già sono state stabilite e ancora non sono state liquidate ai comuni. Sono convinto che il Governo, visto che si tratta di un impegno, possa accettarlo perché non fa che osservare la legge; comunque, mi auguro che l'ordine del giorno possa essere approvato ed essere di sprone al Governo affinchè assuma una decisione su questa materia spinosa e controversa. Al di là delle diverse scelte sul nucleare - personalmente, sono favorevole al nucleare civile -, in questo caso non si tratta di nuove installazioni nucleari, ma di sistemare il materiale, ad alta o bassa radioattività, che è in circolazione.
Mi auguro quindi che il Governo voglia accettare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/11.
PRESIDENTE. Il deputato Astore ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/136.
GIUSEPPE ASTORE. Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/136 è diretto a supplire ai due subemendamenti sul terremoto del Molise e della Puglia, che avevo firmato insieme ad altri 50 colleghi. Parecchi di voi sono venuti a visitarci - chi per darci solidarietà, chi per farsi pubblicità -; vi ringraziamo per le visite, ma là Pag. 61ci sono 27 bare di bambini che, come disse il Presidente della Repubblica, forse noi tutti non abbiamo saputo proteggere. Non voglio usare la leva emotiva, ma credo di dover chiedere diritti e solidarietà per una comunità che è stata colpita da una sciagura così grande. A mio parere, l'ordine del giorno diventa un problema etico più che economico, perché si chiedono più fondi ma, signor Presidente, credo che sia un diritto di questa comunità avere la ricostruzione delle proprie case. In questo c'è una forte amarezza, perché spesso ho trovato superficialità e disinteresse nei vari colloqui che ho tentato di avere con alcuni amici per porre all'attenzione questo problema.
Non avrei mai voluto intervenire su questo argomento perché credo che sia dovere di una nazione aiutare i disgraziati del sud, del centro e del nord. Ecco perché, quando viene fuori il terremoto della Puglia e della Sicilia, alcune espressioni ci feriscono. La raccomandazione che rivolgiamo al Governo è relativa all'insufficienza di fondi. Siamo al quinto anno da questa disgrazia e nessuno è rientrato nella propria casa. Qualcuno ha utilizzato anche i fondi per farsi la campagna elettorale, intervenendo non nel centro del terremoto, ma su territori lontani. Signor Presidente, l'VIII Commissione, che l'anno scorso ha visitato questi territori, avrà riferito certamente a questa Assemblea che in Umbria, dopo quattro anni, il 50 per cento dei lavori era iniziato. Noi chiediamo al Governo equità e uguaglianza di trattamento per le piccole comunità, che stanno per sparire, e sulle quali si è abbattuta questa gravissima disgrazia. Se non si interverrà subito, credo che all'emigrazione tradizionale si sommerà quella nuova, quella cioè di gente che, piuttosto che effettuare la ricostruzione sulla propria terra, preferirà andare via.
Noi italiani siamo soliti compartecipare e dare immensa solidarietà a chi è colpito da disgrazie, ma dopo forse dimentichiamo. Ecco perché credo che anche gli indirizzi normativi (nella modifica che spero il Governo proporrà al Senato) al commissario delegato - in cui si obbligherà ad intervenire prima sul cratere e dopo sull'intera provincia - saranno importanti sia per il Molise sia per la Puglia. Ritengo che ciò non significhi limitare l'autorità locale.
Inoltre, non è possibile, amici del Governo, che ci sia disparità di trattamento nella sospensione dei tributi e dei contributi: noi dobbiamo iniziare a restituire, perché in Italia la maggior parte di essi sono stati abbattuti del 50 e del 90 per cento.
Anche in questa legge finanziaria una parte del territorio italiano sembra privilegiato perché la restituzione dei contributi è stata abbattuta al 50 per cento. Chiedo quindi giustizia ed aiuto per queste comunità disgraziate che vogliono tornare alla normalità.
PRESIDENTE. Onorevole Astore, la prego di concludere.
GIUSEPPE ASTORE. Non si tratta di un problema territoriale, ma di una questione di ordine nazionale. La solidarietà non può appartenere ad un gruppo ristretto, ma deve appartenere all'intera nazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Il deputato Galli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/325.
DANIELE GALLI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno prevede che le risorse finora erogate ai produttori di energia di fonti assimilate, le cui convenzioni scadono per la gran parte in questi mesi, siano integralmente destinate alla riduzione delle bollette elettriche dei cittadini. Ricordo infatti che tra gli extracosti delle nostre bollette elettriche vi è una componente tariffaria denominata A3, con cui paghiamo gli oneri di sistema. Uno di essi è costituito dagli oneri connessi ad una delibera del Comitato interministeriale prezzi risalente all'aprile 1992, denominata CIP 6, destinata a riconoscere un sovrapprezzo incentivante ai produttori Pag. 62di energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili. Sempre nel 1992, il Governo Amato estese tale incentivo anche alle fonti energetiche assimilate, che derivano dal recupero di processi produttivi altamente inquinanti e che quindi sono totalmente in antitesi al concetto della delibera CIP 6.
La Casa delle libertà con la legge comunitaria del 2004 ha disposto la soppressione dell'incentivo CIP 6 per le fonti assimilate. Tuttavia, chi ha voluto questo provvedimento interpretandolo così male, ovvero i ministri D'Alema e Bersani, nel 2000 rispettivamente Presidente del Consiglio e ministro delle infrastrutture, sono tuttora al Governo. Quale sarà il loro atteggiamento rispetto a questo problema? Si fa presente che il CIP 6, se mantenuto, sarà sicuramente assimilato in sede comunitaria ad indebito aiuto di Stato, in violazione alle norme comunitarie. Pertanto, mi auguro che il mio ordine del giorno venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Fedele ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/318.
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, vorrei sottoporre all'attenzione dell'Assemblea il mio ordine del giorno, che certamente interessa alla minoranza, ma anche ai colleghi del centrosinistra. In particolare, mi riferisco all'istituzione presso il porto di Gioia Tauro di un punto franco. In proposito, era stato presentato un emendamento che purtroppo, a seguito della posizione della questione di fiducia, non ha potuto essere esaminato dall'Assemblea e quindi il suo contenuto è stato trasfuso in un ordine del giorno.
Qualche giorno fa, autorevoli rappresentanti del Governo sono stati a Gioia Tauro ed hanno tenuto conferenze stampa, professando sostegno al suo porto. Pertanto, mi auguro che il Governo accetti questo ordine del giorno tramutandolo concretamente nella realizzazione di questo punto franco. Il centrosinistra ha voluto escludere la realizzazione del ponte sullo stretto ed il ministro Bianchi non parla più di alta velocità diretta al sud. Credo che almeno il porto di Gioia Tauro vada in qualche modo incentivato e pensiamo che l'istituzione del punto franco possa portare davvero sviluppo...
PRESIDENTE. Insisto a chiedere che nell'emiciclo si eviti di conversare. Grazie.
Prego, deputato Fedele, prosegua pure.
LUIGI FEDELE. Signor Presidente, avviandomi a concludere, siamo convinti che l'istituzione di questo punto franco porterà sviluppo non solo a Gioia Tauro ed al suo hinterland, ma a tutta la Calabria ed anche all'intero sud. Pertanto, chiedo al Governo di valutare con grande attenzione questa problematica, accettando l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il deputato Cicu ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/98.
SALVATORE CICU. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno da me presentato affronta un tema delicato e rilevantissimo per la regione Sardegna, ovvero quello della presenza delle servitù militari. Il Governo Berlusconi aveva proceduto finalmente al riequilibrio della presenza militare, dando dignità ai nostri soldati rispetto al ruolo svolto per la nazione con sacrifici enormi e rispettando un territorio che per troppo tempo ha subìto, ed ancora subisce, un gravissimo peso. Mi riferisco al peso più grave di questo genere sopportato sul territorio nazionale, problema che ancora oggi non è stato risolto.
Certamente, lo ripeto, si tratta di un problema molto delicato e complesso, ma una soluzione può essere trovata accogliendo ordini del giorno come questo, che parlano di bonifiche nei territori dove sono localizzate le aree addestrative ed i poligoni militari, e di bonifiche che attengono ai tratti di mare dove si svolgono le esercitazioni militari. Ritengo che tutto ciò possa essere realizzato con il concorso del Ministero dell'ambiente e con riferimento Pag. 63ai cosiddetti progetti SIC, nonché con una partecipazione importante del Ministero della difesa. Credo sia fondamentale che questa riflessione venga poi inserita nel contesto dell'area cagliaritana, a proposito della quale si parla oggi di accordo tra il governatore Soru ed il Ministero della difesa, accordo che ancora non è stato esplicitato e che, a nostro giudizio - a mio giudizio - è ancora una volta un grande bluff, dato che, pur non essendoci alcunché di effettivamente concluso, tutto viene venduto ai sardi come già realizzato. Ritengo pertanto che l'accettazione di questo ordine del giorno possa essere un segnale di serietà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Picchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/359.
GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, questa legge finanziaria ha letteralmente ucciso gli italiani all'estero. Con questo ordine del giorno chiedo al Governo di rafforzare la rete consolare. È l'ultima occasione che avete per dare un segnale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Romagnoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/365.
MASSIMO ROMAGNOLI. Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, la famiglia costituisce l'elemento fondamentale della nostra società ed il provvedimento in esame, in particolare l'articolo 192, pur prevedendo un fondo - peraltro di consistenza inadeguata - per le politiche della famiglia, non predispone interventi diretti a tutelare, nel particolare, le famiglie numerose, le famiglie con figli affetti da handicap gravi nonché le famiglie bisognose di assistenza, sia che si tratti di famiglie che vivono in Italia sia che si tratti di famiglie italiane residenti all'estero.
Signor Presidente, signori del Governo, non riesco a capire quali siano i pretesti per i quali - nonostante oramai la Costituzione preveda il diritto di voto per gli italiani all'estero (sono state create quattro circoscrizioni che hanno eletto 12 deputati e 6 senatori) - questo Governo continui costantemente a dimenticarsi di quattro milioni di italiani residenti all'estero, considerandoli italiani di serie B. L'Esecutivo infatti prepara e presenta disegni di legge ed emendamenti che non prendono assolutamente in considerazione la loro esistenza.
Mi permetto pertanto di chiedere che il Governo si impegni ad adottare le opportune iniziative normative volte a prevedere sgravi fiscali e a destinare fondi alle famiglie permettendo, ad esempio, la collocazione in quiescenza di genitori con figli affetti da handicap gravi, abbattendo i costi dei servizi per le famiglie con numero di figli pari o superiore a due, concedendo alle donne assegni consistenti per ogni nato e maggiori facilitazioni per l'acquisto di libri di testo scolastici. Si chiede cioè di adeguare le misure di questa finanziaria alle reali esigenze dei nuclei familiari in Italia e dei nuclei familiari italiani residenti all'estero.
Concludo invitando il Governo ad accettare questo ordine del giorno e a riflettere con attenzione sul suo significato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Il deputato Fitto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/321.
RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/321 ha l'obiettivo di sintetizzare, lo dico anche per la presenza in aula del ministro Bersani, la discussione che abbiamo affrontato l'altro giorno in merito al problema del ripristino del fondo per le aree sottoutilizzate. C'è stata una grande polemica su questo tema, ma non voglio soffermarmi ad illustrare il nostro ordine del giorno: ho avuto infatti il piacere di leggere l'ordine del giorno presentato da un gruppo di deputati del centrosinistra che pone esattamente la stessa questione: parlo dell'ordine Pag. 64del giorno n. 9/1746-bis/61 presentato dal collega Iannuzzi e da altri. Devo dedurre che le questioni...
ANGELO CAPODICASA, Viceministro delle infrastrutture. È stato ritirato.
RAFFAELE FITTO. Se è stato ritirato, allora è ancora più grave, perché penso sia più evidente la clamorosa situazione dalla quale emerge in modo molto chiaro come il fondo per le aree sottoutilizzate, che è stato ridotto, con il maxiemendamento viene integrato dal 2010 al 2015. Rimane la carenza di fondo alla quale abbiamo fatto riferimento nei giorni scorsi con le nostre iniziative.
Si chiede un contributo di chiarezza su questo aspetto, soprattutto perché, al momento, a differenza di quanto predisposto non dal precedente Governo, ma dall'attuale Consiglio dei ministri, il fondo risulta essere ridotto di oltre un miliardo di euro. Nel passaggio dal Consiglio dei ministri all'aula della Camera, il fondo risulta essere dotato di un importo di 4 miliardi di euro. Noi ribadiremo questo aspetto, auspicando che il Governo possa non solo accogliere il nostro ordine del giorno, ma soprattutto fornire delle risposte.
Lo verificheremo nei passaggi al Senato e alla Camera, auspicando che quei parlamentari che hanno sottoscritto l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61, che mi dicono essere ritirato, possano avere un sussulto di convincimento e coraggio rispetto ai temi del Mezzogiorno e insieme si possa affrontare una battaglia seria nell'interesse complessivo di quella importante area del paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. La deputata Paoletti Tangheroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/95.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Mi dispiace che non sia presente il ministro Bindi, ma mi conforta la presenza del Vicepremier Rutelli. Quest'ordine del giorno non comporta spese, signor Presidente, ma semplicemente limita l'istituzione di «carrozzoni». Questa manovra finanziaria istituisce molti fondi, che dovrebbero essere tesi a migliorare la qualità della vita. Attenzione, però: all'interno di questi fondi vi è un certo proliferare di osservatori, di comitati, di commissioni. Credo, signor Presidente, che si debba limitare questa pessima abitudine di drenare i fondi e, anziché destinarli direttamente ai beneficiari, concederli a queste organizzazioni burocratiche. Con l'ordine del giorno a mia firma si prevede che il 95 per cento delle risorse sia destinato direttamente ai beneficiari. Spero teniate conto di questa proposta anti-carrozzoni, che non prevede per voi una lira di spesa.
PRESIDENTE. Il deputato Jannone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/334.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, tenterò di essere il più breve possibile per rispetto nei confronti dei colleghi che hanno rinunciato ad intervenire e anche nei confronti dell'aula, vista l'ora. Mi preme illustrare sia il mio ordine del giorno sia quello del collega Gregorio Fontana, il n. 9/1746-bis/124, che intendono porre all'attenzione dell'Assemblea due problemi. L'ordine del giorno del collega Fontana fa riferimento ad un problema apparentemente localistico: l'utilizzo di beni immobili destinati ad una caserma degli alpini in provincia di Bergamo. In ogni caso si sarebbe comunque trattato di una riorganizzazione del sistema di difesa nel comparto lombardo. Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/334 concerne invece il sistema viabilistico di Malpensa 2000, una delle infrastrutture aeroportuali principali del paese. Quest'ordine del giorno mira a stigmatizzare l'assoluta riduzione e il ridimensionamento del piano generale delle opere pubbliche che il Governo Berlusconi aveva varato e che invece l'attuale Esecutivo, con la manovra finanziaria al nostro esame, punta a ridurre in maniera sensibile.
Chiaramente, il fatto che stasera poniamo la nostra attenzione sugli ordini del giorno, ancora una volta attesta quanto i Pag. 65lavori di questa finanziaria siano stati riduttivi. Signor Presidente, lei stesso in questi giorni ha affrontato il problema più in generale della manovra di bilancio e della sua inadeguatezza ai tempi. Il fatto che questa finanziaria sia stata stravolta nel corso del suo esame con emendamenti, ulteriori emendamenti, emendamenti al quadrato, coperture variabili ed una serie di nuovi precedenti nei lavori della Camera, testimonia ancora una volta che dovremmo soffermarci per cambiare dapprima le modalità di predisposizione della legge finanziaria.
In ogni caso, vigente questa legge, ci saremmo attesi una maggior tutela, che non c'è stata. Ci saremmo attesi anche una maggior tutela delle prerogative del Parlamento, quella stessa tutela che, per certi aspetti, è stata la fortuna e anche il destino parlamentare di chi avrebbe dovuto darcela.
PRESIDENTE. La deputata Mondello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/347.
GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/347 a mia firma, insieme ad altri colleghi.
Si tratta di un argomento che è stato già molte volte dibattuto anche negli anni passati; mi riferisco ai canoni demaniali marittimi.
Bisogna prendere in considerazione, ai fini di una seria politica turistica del nostro paese, l'esosità dei canoni demaniali nei confronti dei quali il Governo, recentemente insediato, aveva tra l'altro stabilito una sospensione. Invece, in base alla legge finanziaria, questi canoni demaniali restano altissimi, con grave pregiudizio per tutte le attività svolte lungo le coste italiane. Vi saranno, quindi, gravi conseguenze come la diminuzione dei dipendenti, con gravi ricadute sull'occupazione.
Richiamo anche l'attenzione del Governo sulla parte finale del mio ordine del giorno perché in base ad un provvedimento veramente populista si è concesso stoltamente - prima era possibile passeggiare sulla battigia a cinque metri di distanza dalla spiaggia -, di entrare gratuitamente in uno stabilimento balneare e di attraversarlo, causando confusione al personale dipendente e a coloro che usufruiscono di questo servizio. Da parte dei comuni sarebbe meglio alternare molto di più le spiagge libere e non provocare questa confusione veramente dannosa.
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/310.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi e del Governo sul mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/310 che riguarda la questione dei bond argentini. Sappiamo che la bancarotta dello Stato argentino è stata la più clamorosa ed ingente degli ultimi anni, forse anche della storia. Essa ha coinvolto 450 mila risparmiatori italiani, per un ammontare di circa 12,7 miliardi di dollari.
Vi sono due profili; il primo è legato al comportamento delle banche che, se del caso, riceveranno le sanzioni necessarie attraverso i tribunali. Vi è però un'altra questione che rimane aperta e questo ordine del giorno invita il Governo a intervenire ed a rafforzare la propria iniziativa. Il Governo argentino, contrariamente agli standard internazionali riconosciuti (che in genere prevedono un rimborso del capitale di almeno il 45 o 50 per cento), ha definito un livello di rimborso sotto il 30 per cento. Ciò comporta ingenti danni per i risparmiatori ed anche per le casse dello Stato; vi sono miliardi di euro in gioco a cui lo Stato rinuncia, dal momento che gli investitori sono giocoforza obbligati a rinunciare agli interessi e al capitale.
L'Argentina cresce a ritmi cinesi - l'8,6 per cento è l'ultimo dato, risalente allo scorso agosto - e vi sono tutti i margini, nell'interesse di questo paese e di tutti gli altri che chiedono finanziamenti all'estero, affinché il debito venga rinegoziato. Vi sono anche i margini per il Governo per Pag. 66intraprendere azioni diplomatiche ad ogni livello al fine di riaprire la questione; anche gli Stati Uniti ed altri paesi europei si stanno impegnando in tal senso.
Chiediamo dunque al Governo di intervenire, anche nell'interesse dell'erario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Germanà ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/329.
BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, sono rammaricato poiché ritengo che in questi giorni si sia lavorato male e lo dicono tutte le persone che mi hanno contattato in questo periodo.
È chiaro che un maxiemendamento presentato il 17, di venerdì, ha certamente portato male a tutti gli italiani: a chi ci crede e a chi non ci crede!
Pensi che avevo tentato di presentare un ordine del giorno e gli uffici non sono riusciti a metterlo in calendario; tra l'altro, esso riguardava i giovani vincitori di concorso, cioè coloro i quali - nonostante i sacrifici monetari (propri e della famiglia di appartenenza) e lo studio effettuato - non potranno mai essere assunti perché verrà data la precedenza ad altri.
Questo riguarda, soprattutto, gli enti locali, perché non vi è nemmeno quella riserva che doveva essere prevista.
Nonostante ciò, signor Presidente, ritengo, non me ne voglia, di dover ritirare l'ordine del giorno che ho presentato, perché poco fa un cittadino elettore mi ha telefonato, dicendomi che con questo Governo a termine è meglio non interloquire. Pertanto, intendo ritirare l'ordine del giorno che ho presentato.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il deputato Marras, che aveva chiesto di parlare, non è presente in aula.
Il deputato Brusco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/297.
FRANCESCO BRUSCO. Signor Presidente, due sono le ragioni per cui ho presentato questo ordine del giorno. In primo luogo, mi riferisco alla modesta somma o meglio alla modesta previsione riferita alle leggi di settore, penso alla legge n. 179 del 1992, di appena 270 milioni di euro, non spesi, tra l'altro, dal ministro Matteoli o meglio ripartiti dal passato Governo e bloccati dal ministro subentrato. Quindi, si tratta di una previsione pari a zero, sostanzialmente!
Per quanto riguarda poi i criteri di ripartizione dei fondi, vi è una sorta di indirizzo. La ripartizione dei fondi spesso obbedisce alla logica della demografia e non al criterio del grado del dissesto, per cui i fondi sono molto spesso destinati ai comuni più grandi a danno di quelli più piccoli ancorché interessati da gravi movimenti franosi. Faccio appello anche alla maggioranza e soprattutto ai colleghi che, nella passata legislatura, sono stati presentatori insieme al sottoscritto di una proposta di legge a favore dei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.
Con questo ordine del giorno chiedo al Governo l'impegno ad incrementare il fondo, finalizzandolo ad interventi urgenti nelle aree classificate zone rosse a maggior rischio idrogeologico ed a erogare le eventuali risorse aggiuntive per il 60 per cento ai comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti e per il 40 per cento agli altri comuni.
PRESIDENTE. Il deputato Lamorte ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/129.
DONATO LAMORTE. Signor Presidente, il fondo per le aree sottoutilizzate, il cosiddetto FAS, che è stato istituito in maniera meritoria dal Governo Berlusconi e che ogni anno, nella passata legislatura, era stato finanziato per un importo oscillante tra i 7 ed i 9 miliardi di euro, da questa legge finanziaria è stato rifinanziato per soli 5 miliardi e 200 milioni di euro per il triennio 2007-2009.
Nel comma 741 dell'articolo 16 del maxiemendamento, ex articolo 105 nel testo della finanziaria, è previsto un finanziamento virtuale di 64 miliardi di Pag. 67euro che costituisce un vero e proprio specchietto per le allodole, dal momento che, se si eccettua l'esigua somma di 5 miliardi e 200 milioni di euro, trattasi di risorse che non potranno essere assegnate concretamente dal CIPE ed impegnate da parte dell'amministrazione beneficiaria. Ciò perché, alla luce di quanto stabilito dal successivo comma 474 dell'articolo 16 del maxiemendamento, è impegnabile solo ciò che è previsto in tabella F, stanziamento per il FAS, ma, incredibile a dirsi, in tabella F non vi è alcuna traccia dei restanti 59 miliardi di euro. Il che equivale a dire che tale somma non potrà mai essere utilizzata. Occorre, pertanto, che il Governo faccia immediata chiarezza sulla questione che Alleanza Nazionale in quest'aula denuncia, così da arrivare ad un definitivo chiarimento circa le risorse finanziarie immediatamente utilizzabili per gli interventi nelle aree sottoutilizzate già a partire dal prossimo anno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Il deputato Fasolino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/317.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, mi ha spinto a presentare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/317 la lettura dell'articolo 134 della legge finanziaria. In tale articolo, non sono previsti finanziamenti per la tratta verticale Torino-Milano-Napoli né le relative estensioni dell'alta velocità-alta capacità per l'anno 2007, mentre vengono previsti soltanto 900 e 1.200 milioni di euro rispettivamente per il 2008 e per il 2009, a fronte di una richiesta quantificata dalle Ferrovie dello Stato Spa di circa 4 miliardi per il solo 2007.
Con quest'ordine del giorno si chiede che il Governo possa redistribuire le somme destinate alla rete convenzionale o, meglio ancora, che possa prevedere ulteriori risorse aggiuntive nei confronti dell'alta velocità-alta capacità.
PRESIDENTE. Il deputato Ruvolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/222.
GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, avrei rinunciato molto volentieri ad illustrare il mio ordine del giorno e quello dell'onorevole Martinello n. 9/1746-bis/223, che ho sottoscritto, per una semplicissima ragione: conosco perfettamente il valore e l'utilità dello strumento dell'ordine del giorno. Del resto, non vengono applicate neanche le norme.
Tuttavia, sono voluto intervenire per due questioni che, peraltro, erano state oggetto di alcune proposte emendative che avevo presentato; una riguarda il dissesto idrogeologico e l'altra la copertura per le opere infrastrutturali irrigue. Tale copertura era stata individuata proprio nel fondo per le aree sottoutilizzate.
È questa la grande meraviglia! Ovunque il fondo è stato utilizzato per qualunque altra destinazione, tranne che per quella necessaria ed opportuna, soprattutto per quanto attiene alle opere infrastrutturali irrigue. Infatti, vi è nel paese una necessità: all'ex Agensud, al Ministero delle politiche agricole e forestali, sono bloccati progetti esecutivi cantierabili per oltre 5 mila miliardi delle vecchie lire ed il Governo non ha proposto un solo intervento nel settore idrico ed irriguo.
Questo è ciò che ci spaventa e ci preoccupa; per questo abbiamo voluto fortemente intervenire su questo argomento.
PRESIDENTE. La prego...
GIUSEPPE RUVOLO. Se i fondi per le aree sottoutilizzate hanno destinazioni diverse, quali sono finalità, quali gli obiettivi? Lo chiediamo con forza, ancora una volta! Ma quale fiscalità di vantaggio! Il ministro D'Antoni ha molta sensibilità su questo argomento. Diciamocela tutta, ancora una volta: su questo argomento la risposta è fortemente negativa e ne prendiamo atto, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. Il deputato Forlani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/216.
Pag. 68
ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno che ho presentato insieme al collega Ronconi, il n. 9/1746-bis/216, che, anche quest'anno, intende sollecitare l'attenzione del Governo sulle conseguenze del sisma che investì le regioni Marche ed Umbria nel 1997, aree montane ed interne, in larga misura, già fortemente penalizzate per la collocazione geografica e la condizione delle infrastrutture, che furono fortemente danneggiate da quell'evento calamitoso che provocò una depressione nell'economia locale oltre che una serie di traumi di carattere sociale.
Vennero disposte, allora, a favore dei cittadini colpiti da queste calamità, esenzioni di carattere fiscale e di contribuzione previdenziale, che sono state poi prorogate negli anni. Tali agevolazioni hanno concorso a favorire, insieme ad altri interventi disposti dal Governo e dal Parlamento, la ripresa economica e il rilancio dello sviluppo in quelle aree. Ma il processo di ricostruzione deve essere ancora completato. Ancora si avvertono gli effetti di quella fase depressiva ingenerata dall'evento calamitoso.
PRESIDENTE. La prego...
ALESSANDRO FORLANI. Ricordo, peraltro, che alcune aree sono state in larga misura esentate, in via permanente, dal rimborso totale di quei tributi e contributi sospesi, mentre a carico di queste due regioni rimarrebbe ancora l'obbligazione per l'intero.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALESSANDRO FORLANI. Noi chiediamo che, per non ingenerare nuove fasi depressive e per incentivare ulteriormente il processo di ripresa e di sviluppo, venga differito al 2008 il pagamento di queste somme, per poi trovare, nel frattempo, una soluzione che renda meno gravosa la loro restituzione da parte degli obbligati.
PRESIDENTE. Il deputato Adolfo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/224.
VITTORIO ADOLFO. Signor Presidente, intervengo in merito al mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/224. Il nodo autostradale genovese rappresenta una priorità assoluta nel sistema infrastrutturale del nord-ovest ed una criticità prioritaria nel sistema stradale italiano.
Nella precedente legislatura regionale e nazionale si era giunti ad una concertazione tra regione, Governo, ANAS e Società autostrade, individuando, nella disponibilità di Società autostrade, 2 miliardi di euro per la realizzazione di questa variante, che va da Voltri sino a Genova est.
Oggi chiediamo al Governo un impegno perché intervenga in tempi rapidi per concludere il progetto definitivo e vigili affinché queste risorse non siano distratte per altri interventi.
PRESIDENTE. Il deputato Laurini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/90.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, nel 1995 il Bureau du patrimoine mondial dell'UNESCO si è pronunciato all'unanimità per l'inserimento del centro storico di Napoli nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità, con questa motivazione: si tratta di una delle più antiche città d'Europa i cui edifici storici, caratterizzanti epoche diverse, conferiscono al sito un valore universale senza eguali.
Purtroppo, in ambiente UNESCO sono ben note oggi le condizioni in cui versa il centro storico di Napoli, a 11 anni da quella dichiarazione, anche a causa dell'assoluta mancanza di interventi di sostegno da parte dello Stato, che pure si era impegnato nel 1972, con la Convenzione di Parigi, a sostenere, al pari degli altri paesi, i patrimoni protetti dall'UNESCO.
Ciò che chiedo al Governo con l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/90 è di intervenire in tutte le forme possibili, compatibilmente con il bilancio dello Stato, per salvare quel centro storico...
PRESIDENTE. La prego...
Pag. 69GIANCARLO LAURINI. ... che la comunità internazionale ha riconosciuto e che, come classe dirigente italiana, abbiamo il dovere di difendere a tutti i costi.
PRESIDENTE. Il deputato Ciocchetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/221.
LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/221, che è riferito ad una richiesta già formulata in un emendamento relativo al sostegno dell'attività per ragazzi e ragazze disabili mentali, che svolgono, attraverso un programma internazionale denominato Special Olympics, un'attività di integrazione sociale e di inserimento nella società attraverso lo sport. Credevo che il Governo si mostrasse sensibile nei confronti di un simile intervento, dal momento che qualche mese fa anche il ministro Melandri ha partecipato in prima persona all'organizzazione, qui a Roma, dei giochi eurasiatici di Special Olympics. Nel nostro paese esiste un'attività molto importante in questo campo che io penso debba essere sostenuta, alla stregua di altre già contemplate dal disegno di legge finanziaria.
Spero che il Governo voglia accettare il mio ordine del giorno, come impegno a sostenere quest'attività di integrazione sociale, attraverso lo sport, di ragazze e ragazzi disabili mentali. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Il deputato Rao ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/236.
PIETRO RAO. Signor Presidente, intervengo per illustrare un ordine del giorno che si pone l'obiettivo di riaccendere la speranza che anche in Sicilia possa nascere, nel campo della ricerca, un'oasi che, purtroppo, è stata soppressa dall'articolo 190 del disegno di legge finanziaria. Ci duole constatare che l'iniziativa era stata sostenuta anche da autorevoli rappresentanti della maggioranza, come il deputato Lumia, il quale aveva presentato un apposito emendamento, ed il deputato Crisafulli.
Confidiamo nella sensibilità del Governo. È di tutta evidenza, infatti, che sprecare l'occasione della realizzazione di un'opera così importante porterebbe alla fuga di cervelli da un polo di ricerca all'avanguardia. Inoltre, saremmo costretti a vedere i nostri giovani andare all'estero per potere esprimere al meglio la loro professionalità.
Riteniamo che l'intervento sia indispensabile per la Sicilia, considerato che si tratta di un'iniziativa che, oltre a sostenere la ricerca, metterebbe in moto un indotto importante che potrebbe valorizzare una zona della Sicilia che oggi versa in uno stato di grande precarietà.
Oltre al finanziamento, sarebbero cancellati anche i passi in avanti che sono già stati compiuti. C'è un accordo internazionale con partner di chiara fama mondiale...
PRESIDENTE. Scusate, ma sono costretto ad insistere: invito i colleghi a non fare capannelli davanti ai banchi del Governo. Vi prego, colleghi: uno sviluppo ordinato della nostra discussione non può consentirlo.
Prosegua pure, deputato Rao.
PIETRO RAO. Grazie, signor Presidente.
Come dicevo, oltre al finanziamento, sarebbero cancellati anche i passi in avanti già compiuti, vale a dire un accordo internazionale con partner di chiara fama mondiale nel settore in argomento e la convenzione per la costituzione della fondazione RI.MED, composta, a sua volta, da istituzioni all'avanguardia nella ricerca e nella sperimentazione biomedica e biotecnologica.
Si tratta di un progetto ambizioso, che è stato realizzato in collaborazione...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PIETRO RAO. ...con l'università di Pittsburgh, il CNR, l'ISMETT, l'IBIM, la regione Pag. 70siciliana, l'ASL 6 e la città di Carini e che permetterebbe di coprire 600 posti di lavoro. Speriamo...
PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Rao.
PIETRO RAO. ...che la sensibilità del Governo riaccenda questa speranza, che è non solo nostra, dei siciliani, ma di tutti gli italiani...
PRESIDENTE. Grazie...
PIETRO RAO. ... di tutti quei giovani che oggi, purtroppo, non trovano - come dire? - una giusta risposta nelle istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Il deputato Ricevuto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/364.
GIOVANNI RICEVUTO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire innanzitutto perché vorrei pregarla di dare mandato agli uffici di correggere nella parte finale il mio ordine del giorno, così com'è stato dato alle stampe: esso non si preoccupa, infatti, di incrementare le risorse da destinare all'edilizia carceraria ma, molto più semplicemente, degli studenti universitari e del diritto allo studio.
In questa tornata dell'esame del disegno di legge finanziaria, da più parti è stato evidenziato come sia diventata un'esigenza ormai non più procrastinabile destinare risorse consistenti alla soluzione dei gravi problemi che affliggono i settori dell'istruzione universitaria e della ricerca. Ciò perché, come sappiamo tutti, solo così è possibile pensare di preparare il paese ad affrontare adeguatamente le sfide del futuro nella società globale.
Mi rendo personalmente conto che bisogna superare numerose difficoltà per affrontare adeguatamente problemi strutturali di tale portata; ritengo, tuttavia, che si possa cominciare almeno a lanciare un segnale in questa direzione.
Propongo, quindi, di partire dalla condizione degli studenti delle università e dell'alta formazione artistica e musicale, poiché si tratta dei soggetti che, un domani, saranno i veri protagonisti della sfida globale, offrendo un sostegno al loro percorso formativo (per lo meno, a quelli che ovviamente ne abbiano diritto).
Con il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/364, pertanto, si propone di incrementare le risorse finanziarie da destinare alla corresponsione di borse di studio. Mi permetto di ricordare che, con il Governo Berlusconi, ciò è stato realizzato gradualmente, anno dopo anno, fino ad arrivare ad una predisposizione di risorse consistenti, pari a circa 200 milioni di euro.
Auspichiamo dunque, in conclusione, che l'Esecutivo in carica segua tale linea di graduale e continuo aumento delle risorse finanziarie da destinare alle borse di studio.
PRESIDENTE. Il deputato Patarino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/8.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, come da lei precisato, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/8, il quale è stato sottoscritto anche dal presidente Fini, dal presidente La Russa e da tutti i deputati del gruppo di Alleanza Nazionale eletti in Puglia.
Il mio atto di indirizzo concerne una questione molto delicata, vale a dire l'attuale condizione della città di Taranto. Ricordo che proprio un mese fa, il 17 ottobre ultimo scorso, il commissario prefettizio della città di Taranto ha dichiarato lo stato di dissesto del comune.
Si è trattato di una decisione molto discutibile per quanto riguarda sia le motivazioni, sia i dati forniti dallo stesso commissario. Essa ha prodotto moltissimi danni nell'immediato, tant'è vero che, ancora oggi, molta gente è senza stipendio: si tratta di circa millecinquecento dipendenti comunali. Mancano, inoltre, i servizi primari come la nettezza urbana, ed addirittura non si seppelliscono i morti!Pag. 71
Si prevedono, inoltre, gravissimi danni in futuro, poiché vi sarà la mancanza di investimenti da parte di imprenditori sia stranieri, sia residenti nel nord Italia: si tratta, quindi, di una città assolutamente distrutta!
È necessario, pertanto, intervenire per evitare che sorgano disagi ancor più gravi (poiché esistono anche problemi di ordine pubblico), nonché per offrire ai giovani la possibilità di credere ancora nelle istituzioni. Prego il Governo, quindi, di accettare il mio ordine del giorno e di realizzare tutto il possibile al fine di venire incontro alle esigenze di questa città molto sfortunata (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Neri, che aveva chiesto di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/235, non è presente in aula.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Poretti n. 9/1746-bis/1, mentre accetta l'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis/2 limitatamente al dispositivo.
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Milana n. 9/1746-bis/3, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ossorio n. 9/1746-bis/4. Il Governo accetta gli ordini del giorno Vannucci n. 9/1746-bis/5 e Cirielli n. 9/1746-bis/6, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Chiaromonte n. 9/1746-bis/7.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Patarino n. 9/1746-bis/8 se riformulato nel senso di espungere dal dispositivo le parole da «provvedendo» fino alla fine del dispositivo stesso.
Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Margiotta n. 9/1746-bis/9. Il Governo accetta, poi, l'ordine del giorno Borghesi n. 9/1746-bis/10, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zacchera n. 9/1746-bis/11. Il Governo accetta l'ordine del giorno Catanoso n. 9/1746-bis/12, con la seguente riformulazione: dopo le parole «impegna il Governo», nel dispositivo, premettere alle parole «a valorizzare» la seguente «concorrere».
Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Cacciari n. 9/1746-bis/13, ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Nicchi n. 9/1746-bis/14. Il Governo accetta l'ordine del giorno Longhi n. 9/1746-bis/15, con la seguente riformulazione: nel primo capoverso del dispositivo sostituire le parole «a ripristinare, almeno parzialmente la legalità, attivandosi» con le seguenti «a valutare eventuali iniziative». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Schirru n. 9/1746-bis/16. Il Governo accetta l'ordine del giorno Crisci n. 9/1746-bis/17, se riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo ad assumere iniziative atte ad evitare il prodursi di ulteriori, dannose controversie».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Burgio n. 9/1746-bis/18, se riformulato sostituendo il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a fare ogni possibile sforzo per ripristinare adeguate risorse in favore del settore universitario e della ricerca». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno, Attili n. 9/1746-bis/19 ed invita il presentatore dell'ordine del giorno Calgaro n. 9/1746-bis/20 a ritirarlo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Giordano n. 9/1746-bis/21. Il Governo accetta l'ordine del giorno Martinelli n. 9/1746-bis/22 con riformulazione del dispositivo, nel senso di sostituire la parola «prioritariamente» con le seguenti: «tra le priorità». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ulivi n. 9/1746-bis/23 e accetta l'ordine del giorno Migliori n. 9/1746-bis/24.
Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Folena n. 9/1746-bis/25, purché riformulato nel senso di sostituire nel dispositivo le parole da «a ripristinare» fino a «riconoscimento» con le seguenti «ad Pag. 72adottare iniziative finalizzate al riconoscimento» ed espungendo le parole «inique e vessatorie». Il Governo accetta l'ordine del giorno Amendola n. 9/1746-bis/26 e non accetta l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1746-bis/27.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Salvo n. 9/1746-bis/28, purché riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte ad introdurre una normativa che impedisca, nell'ottica della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, le dimissioni volontarie simulate». Il Governo accetta gli ordini del giorno Mellano n. 9/1746-bis/29 e Scotto n. 9/1746-bis/30. L'ordine del giorno Buffo n. 9/1746-bis/31 è inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cioffi n. 9/1746-bis/32, purché riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a garantire un rifinanziamento della legge 25 febbraio 1992, n. 215.». Il Governo invita i presentatori dell'ordine del giorno Saglia n. 9/1746-bis/33 al ritiro, in quanto ripetitivo di principi già contenuti nei commi 506 e 507. Il Governo accetta gli ordini del giorno Ottone n. 9/1746-bis/34, Bimbi n. 9/1746-bis/35 e Bellanova n. 9/1746-bis/36.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lovelli n. 9/1746-bis/37 se riformulato, sostituendo nel dispositivo le parole: «a proporre un disegno di legge» con le seguenti: «ad assumere iniziative anche legislative». Il Governo accetta gli ordini del giorno Crisafulli n. 9/1746-bis/38, Lomaglio n. 9/1746-bis/39, Capotosti n. 9/1746-bis/40, Codurelli n. 9/1746-bis/41, mentre non accetta gli ordini del giorno Osvaldo Napoli n. 9/1746-bis/42, Leone n. 9/1746-bis/43, Grimaldi n. 9/1746-bis/44 e Romani n. 9/1746-bis/45 (Commenti).
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Cordoni n. 9/1746-bis/46 (Commenti)...
PRESIDENTE. Per favore, evitiamo i cori. Non è il caso, grazie.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Berruti n. 9/1746-bis/47, mentre accetta l'ordine del giorno Adenti n. 9/1746-bis/48, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare iniziative finalizzate al prolungamento dell'attuale periodo di congedo parentale» (Commenti).
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Angeli n. 9/1746-bis/49...
PRESIDENTE. È inammissibile.
Ne approfitto per invitare ad evitare commenti che rendono meno importante il lavoro che stiamo svolgendo.
Prego, sottosegretario.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Delbono n. 9/1746-bis/50, mentre invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno Colasio n. 9/1746-bis/51 ed accetta l'ordine del giorno Velo n. 9/1746-bis/52 se riformulato, sostituendo nel dispositivo le parole: «in grado di risolvere» con la seguente: «adeguate» (Commenti).
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Bafile n. 9/1746-bis/53, se riformulato nel senso di eliminare nel dispositivo le parole da «trasformando» fino alla fine. Il Governo accetta il solo dispositivo dell'ordine del giorno Fedi n. 9/1746-bis/54, mentre accetta integralmente gli ordini del giorno Narducci n. 9/1746-bis/55 e Farina n. 9/1746-bis/56.
Il Governo, altresì, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Laratta n. 9/1746-bis/57, mentre accetta l'ordine del giorno Cialente n. 9/1746-bis/58 se riformulato, sostituendo nel dispositivo, le parole: «nella quale l'Abruzzo», con le seguenti: «nella quale anche l'Abruzzo».
Il Governo, poi, non accetta gli ordini del giorno Verro n. 9/1746-bis/59 e Colucci n. 9/1746-bis/60 (Commenti), mentre accetta l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61 è stato ritirato.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo accetta l'ordine del giorno Sanga n. 9/1746-bis/62, mentre accetta l'ordine del giorno Bucchino n. 9/1746-bis/63, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo, dopo le parole «impegna il Governo» sostituire le parole: «a predisporre un provvedimento che preveda, in assenza di dolo e per redditi inferiori a determinati limiti individuali e famigliari, l'inesigibilità» con le seguenti: «ad affrontare il problema delle inesigibilità».
Il Governo, invece, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Schietroma n. 9/1746-bis/64, mentre dell'ordine del giorno Vitali n. 9/1746-bis/65 accetta solo il dispositivo. Il Governo accoglie come raccomandazione anche l'ordine del giorno Antinucci n. 9/1746-bis/66, mentre accetta l'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67 se riformulato, sostituendo le parole del dispositivo con le seguenti: «a valutare l'esigenza di precisare l'applicazione delle aliquote IVA per il gas ad uso domestico o di riscaldamento, tenendo conto dell'uso promiscuo o dei periodi di mancato uso del riscaldamento».
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Burchiellaro n. 9/1746-bis/68 se riformulato, sostituendo il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a porre la costruzione del nuovo tribunale di Mantova, secondo i progetti presentati dal comune di Mantova e già accolti ed approvati dallo stesso Ministro della giustizia, quale priorità».
Il Governo accetta anche l'ordine del giorno Stramaccioni n. 9/1746-bis/69, purché sia riformulato il dispositivo, sostituendo le parole: «a chiarire» con le seguenti: «ad assumere iniziative per chiarire».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Rossi Gasparrini n. 9/1746-bis/70 se riformulato espungendo dal dispositivo, le parole: «e comunque non oltre la prossima finanziaria» (Commenti).
Il Governo accetta anche l'ordine del giorno Cesini n. 9/1746-bis/71 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo, al secondo capoverso, dopo la parola: «introdurre», inserire le parole «in tempi brevi» e conseguentemente eliminare i riferimenti puntuali previsti dalle parole: «entro il 2007» e «entro il 2008».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Aracu n. 9/1746-bis/72, a condizione che nel dispositivo le parole «a reperire» siano sostituite dalle seguenti «a verificare la possibilità di reperire». Il Governo accetta gli ordini del giorno D'Ambrosio n. 9/1746-bis/73, Oliverio n. 9/1746-bis/74, Luongo n. 9/1746-bis/75, ed accetta l'ordine del giorno Carta n. 9/1746-bis/76, a condizione che nel dispositivo vengano soppresse le parole successive a «organi accademici», così eliminando il riferimento temporale.
Il Governo accoglie l'ordine del giorno Musi n. 9/1746-bis/77, sostituendo, nel dispositivo, le parole «a rivedere» con le seguenti: «a riesaminare» ed inserendo dopo le parole «1986» le seguenti «e compatibilmente con i saldi di finanza pubblica». Segue il testo originario, fino al riferimento alla legge 27 dicembre 2002, n. 289, e la parte successiva è soppressa.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Barbi n. 9/1746-bis/78, purché riformulato sostituendo, nel dispositivo, le parole: «non inferiore a 25 milioni di euro» con la seguente «adeguata».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Vichi n. 9/1746-bis/79, ed accetta l'ordine del giorno Zucchi n. 9/1746-bis/80, a condizione che il dispositivo sia riformulato inserendo, dopo le parole «a valutare la possibilità di ripristinare», le seguenti: «in coerenza con la normativa comunitaria».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Burtone n. 9/1746-bis/81, Di Girolamo n. 9/1746-bis/82, Zanotti n. 9/1746-bis/83, Morri n. 9/1746-bis/84, ed accetta l'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85, con la riformulazione proposta dal relatore.
Il Governo accetta, altresì, gli ordini del giorno Tenaglia n. 9/1746-bis/86 e Giacomelli n. 9/1746-bis/87. Inoltre, accetta l'ordine del giorno Lulli n. 9/1746-bis/88, Pag. 74con la seguente riformulazione: sostituire, nel dispositivo, il riferimento temporale «entro il primo semestre» con la parola «sollecitamente».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tomaselli n. 9/1746-bis/89 ed accetta l'ordine del giorno Laurini n. 9/1746-bis/90, purché dal dispositivo siano espunte le seguenti: parole «di immediato, medio e lungo termine».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis/91 ed accetta l'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis/92, a condizione che nel dispositivo siano soppresse le parole «con la massima urgenza».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Laganà n. 9/1746-bis/93 ed invita a ritirare l'ordine del giorno Amoruso n. 9/1746-bis/94, perché la norma cui si riferisce non è più presente nel disegno di legge finanziaria.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis/95, purché riformulato, sostituendo, nel dispositivo le parole: «il 95 per cento dell'ammontare complessivo di tali fondi» con le seguenti: «in massima parte».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Mazzocchi n. 9/1746-bis/96 (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale), ed accetta l'ordine del giorno Mancini n. 9/1746-bis/97, purché riformulato, sostituendo le parole: «a predisporre adeguati stanziamenti finalizzati» con le seguenti: «ad adeguate misure volte».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cicu n. 9/1746-bis/98, a condizione che sia riformulato sostituendo nel dispositivo le parole da «a reperire» fino a «soddisfacimento» con le seguenti: «ad adottare misure adeguate per il soddisfacimento». Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Bocci n. 9/1746-bis/99, purché riformulato, sostituendo le parole: «ad attivarsi per estendere» con le seguenti: «a valutare positivamente la possibilità di estendere ai territori».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis/100, in quanto il digitale partirà dal 2012. Accoglie invece come raccomandazione l'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101, limitatamente al dispositivo, ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Gibelli n. 9/1746-bis/102 e Cota n. 9/1746-bis/103.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bodega n. 9/1746-bis/104, limitatamente al dispositivo, riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a garantire che i soldi sono dei lavoratori e tali resteranno anche se per un certo periodo di tempo il Governo li affiderà allo Stato o all'INPS prima che siano restituiti ai medesimi lavoratori con la rivalutazione prevista dalla norma in materia di TFR».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1746-bis/105, limitatamente al dispositivo.
Il Governo invita i presentatori a ritirare gli ordini del giorno Dussin n. 9/1746-bis/106 e Goisis n. 9/1746-bis/107 e accetta l'ordine del giorno Alessandri n. 9/1746-bis/108 purché riformulato, sopprimendo nel dispositivo le parole successive a: «per i danni recati loro» fino alla fine del periodo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bricolo n. 9/1746-bis/109 limitatamente al dispositivo, purché riformulato sopprimendo le parole successive a: « al predetto riordino delle carriere» fino alla fine del periodo.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis/110 e accetta l'ordine del giorno Lussana n. 9/1746-bis/111, entrambi limitatamente al dispositivo. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis/112 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, limitatamente al dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Stucchi n. 9/1746-bis/114, limitatamente al dispositivo, purché riformulato, sopprimendo le parole successive a: «di contrasto all'immigrazione clandestina», fino alla fine del periodo. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis/115 e Montani n. 9/1746-bis/116.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pottino n. 9/1746-bis/117, limitatamente al solo dispositivo, a condizione che il primo Pag. 75capoverso sia sostituito dal seguente: «a valutare l'opportunità di destinare ulteriori risorse al finanziamento della legge per la montagna affinché, ad essa, sia assicurata una dotazione finanziaria congrua» e che nel secondo ed ultimo capoverso le parole «la soppressione» siano sostituite dalle seguenti: «la eventuale diminuzione ulteriore».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis/118, mentre accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis/119. Accetta inoltre l'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/1746-bis/120, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Benvenuto n. 9/1746-bis/121 e accetta gli ordini del giorno Pinotti n. 9/1746-bis/122 e Servodio n. 9/1746-bis/123.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1746-bis/124, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pedrizzi n. 9/1746-bis/125.
Il Governo accetta inoltre l'ordine del giorno Frassinetti n. 9/1746-bis/126 limitatamente al dispositivo purché riformulato sopprimendo le parole successive a «ulteriori risorse» fino alla fine del periodo. Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Lisi n. 9/1746-bis/127, che peraltro attiene ad una materia già presente nella legge finanziaria.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno De Corato n. 9/1746-bis/128 mentre accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Lamorte n. 9/1746-bis/129. Il Governo non accetta l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130. Accetta gli ordini del giorno Ascierto n. 9/1746-bis/131, limitatamente al dispositivo e Mancuso n. 9/1746-bis/132, quest'ultimo limitatamente al primo periodo del dispositivo.
Inoltre, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Germontani n. 9/1746-bis/133, limitatamente al dispositivo e accetta l'ordine del giorno Cassola n. 9/1746-bis/134, purché riformulato nel dispositivo, sostituire le parole: «a non discriminare i» con le seguenti: «a valutare l'esigenza di assicurare ai», inserendo, dopo le parole «in futuro modifiche», le seguenti: «al sistema fiscale» e dopo le parole «non residenti» le seguenti: «nel territorio nazionale», sopprimendo altresì le parole: «mediante apposita attestazione autocertificativa».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cinzia Fontana n. 9/1746-bis/135 mentre accetta l'ordine del giorno Astore n. 9/1746-bis/136, purchè il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a reperire le risorse», segue il testo originario; dopo le parole «Regione Puglia» inserire le parole «stanziando una cifra adeguata» al posto del riferimento puntuale; sostituire alle parole «opportune ordinanze» le parole «previste ordinanze»; da ultimo, dopo le parole «al successivo abbattimento» introdurre «anche con i necessari provvedimenti di legge o amministrativi». Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tolotti n. 9/1746-bis/137.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Casero n. 9/1746-bis/138; accetta gli ordini del giorno Violante n. 9/1746-bis/139, Maderloni n. 9/1746-bis/140, Alfredo Vito n. 9/1746-bis/141, Guadagno n. 9/1746-bis/142, Smeriglio n. 9/1746-bis/143 e Mungo n. 9/1746-bis/144, nonché l'ordine del giorno Mascia n. 9/1746-bis/145, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire alla parola «libero» le parole: «open source»; nell'ultimo capoverso del dispositivo, dopo la parola «software» aggiungere le parole «open source di proprietà pubblica delle amministrazioni» e dopo le parole «a disposizione delle» aggiungere la parola: «altre».
Il Governo invita i presentatori a ritirare l'ordine del giorno De Simone n. 9/1746-bis/146; accetta l'ordine del giorno De Cristofaro n. 9/1746-bis/147; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lombardi n. 9/1746-bis/148; accetta l'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/1746-bis/149, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Caruso n. 9/1746-bis/150; accetta l'ordine del giorno Sperandio Pag. 76n. 9/1746-bis/151, nonché l'ordine del giorno Pegolo n. 9/1746-bis/152, purché riformulato nel dispositivo, sopprimendo le parole successive a: «impegna il Governo» fino a: «medesima» e inserendo le seguenti: «addizionali IRPEF» dopo le parole «modulare le aliquote».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ferrara n. 9/1746-bis/153, nonchè l'ordine del giorno Deiana n. 9/1746-bis/154, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire il primo capoverso con le parole: «ad illustrare al Parlamento al più presto il quadro complessivo degli investimenti programmati, gli accordi internazionali ai quali corrispondono le connessioni con le strategie di difesa nazionale, le ricadute in termini di spesa e di occupazione;»; sostituire il secondo capoverso con «a valutare la possibilità di rivedere le scelte fino ad oggi operate anche al fine di ricalibrare gli impegni su programmi di investimenti derivanti da accordi internazionali che risultassero non più prioritari».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Frias n. 9/1746-bis/155, nonchè l'ordine del giorno Locatelli n. 9/1746-bis/156, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire le parole da «a destinare» fino a «al fine» con le seguenti: «a tenere conto delle esigenze».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Acerbo n. 9/1746-bis/157 e Franco Russo n. 9/1746-bis/158; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dioguardi n. 9/1746-bis/159 ed accetta l'ordine del giorno Perugia n. 9/1746-bis/160, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: eliminare le parole «interrompere la vendita del patrimonio abitativo degli Enti pubblici».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sanza n. 9/1746-bis/161, mentre accetta l'ordine del giorno Fincato n. 9/1746-bis/162, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: dopo la parola «consentire» inserire le parole «l'utilizzo di risorse corrispondenti a quelle già riscosse da destinare alla» ed eliminare da «l'immediato reimpiego» fino a «loro realizzazione, la».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Meloni n. 9/1746-bis/163 e Pizzolante n. 9/1746-bis/164; accetta gli ordini del giorno Ventura n. 9/1746-bis/165, Migliavacca n. 9/1746-bis/166 e Gianfranco Conte n. 9/1746-bis/167; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1746-bis/168; accetta l'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/1746-bis/169; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Palomba n. 9/1746-bis/170 e Rampelli n. 9/1746-bis/171; accetta gli ordini del giorno Rotondo n. 9/1746-bis/172, D'Ulizia n. 9/1746-bis/173, Realacci n. 9/1746-bis/174, Chianale n. 9/1746-bis/175, Gentili n. 9/1746-bis/176, Fasciani n. 9/1746-bis/177 e Mariani n. 9/1746-bis/178, mentre non accetta gli ordini del giorno Garnero Santanchè n. 9/1746-bis/179 e Alberto Giorgetti n. 9/1746-bis/180.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bressa n. 9/1746-bis/181. Quanto all'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1746-bis/182...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1746-bis/182 è inammissibile.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Camillo Piazza n. 9/1746-bis/183, mentre non accetta l'ordine del giorno Bonelli n. 9/1746-bis/184, perché non è materia di competenza del Governo, bensì delle authority.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zanella n. 9/1746-bis/185, a condizione che rechi la stessa riformulazione dell'ordine del giorno Fincato n. 9/1746-bis/162. Il Governo accetta gli ordini del giorno Giovannelli n. 9/1746-bis/186, Chicchi n. 9/1746-bis/187, Motta n. 9/1746-bis/188, Duranti n. 9/1746-bis/189, Ceccuzzi n. 9/1746-bis/190, Tuccillo n. 9/1746-bis/191 e Cesario n. 9/1746-bis/192, mentre dell'ordine del giorno Zipponi n. 9/1746-bis/193 accetta la prima parte del dispositivo, accogliendo invece come raccomandazione Pag. 77la parte compresa dalle parole: «attraverso il mantenimento delle graduatorie permanenti» fino alla fine. Il Governo accetta l'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis/194 ove il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di considerare la normativa in materia di deducibilità delle spese per le auto aziendali, introducendo un regime che tenga conto del fatto che l'auto aziendale rappresenta un costo forfettario di produzione».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zeller n. 9/1746-bis/195 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Nicco n. 9/1746-bis/196 e Brugger n. 9/1746-bis/197. Quanto all'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis/198...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis/198 è stato ritirato.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Napoletano n. 9/1746-bis/199 purché, nel dispositivo, le parole «ad obbligare le» siano sostituite dalle seguenti: «al rispetto da parte delle» e le parole «ad accertare preventivamente il» siano sostituite dalle seguenti: «del principio della necessità del previo».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Cancrini n. 9/1746-bis/200, limitatamente al primo periodo del dispositivo. Il Governo accetta l'ordine del giorno Galante n. 9/1746-bis/201, ove il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare le possibilità di ricalibrare le modalità di partecipazione del nostro paese in merito al programma JSF».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pagliarini n. 9/1746-bis/202, ove il dispositivo sia riformulato nel senso di eliminare le parole: «ovvero preveda la completa copertura dei turn over». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bellillo n. 9/1746-bis/203; accetta l'ordine del giorno Crapolicchio n. 9/1746-bis/204; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ferdinando Benito Pignataro n. 9/1746-bis/205 e accetta l'ordine del giorno Diliberto n. 9/1746-bis/206.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Licandro n. 9/1746-bis/207, il Governo esprime un invito al ritiro, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tranfaglia n. 9/1746-bis/208 e l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis/209, limitatamente ai punti 2 e 3 del dispositivo. Il Governo accetta gli ordini del giorno Delfino n. 9/1746-bis/210, Marcazzan n. 9/1746-bis/211 e Drago n. 9/1746-bis/212 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Compagnon n. 9/1746-bis/213, a condizione che si sopprima il punto 9 del dispositivo.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Bosi n. 9/1746-bis/214, mentre accetta gli ordini del giorno D'Alia n. 9/1746-bis/215, Forlani n. 9/1746-bis/216, Barbieri n. 9/1746-bis/217, Volonté n. 9/1746-bis/218 e Formisano n. 9/1746-bis/219.
Quanto all'ordine del giorno Lucchese n. 9/1746-bis/220...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Lucchese n. 9/1746-bis/220 è inammissibile.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/1746-bis/221; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ruvolo n. 9/1746-bis/222; accetta l'ordine del giorno Martinello n. 9/1746-bis/223 e l'ordine del giorno Adolfo n. 9/1746-bis/224, purché, nella premessa, si sopprimano le parole: «, superiore anche a quella di Mestre», la parola «accantonate» sia sostituita dalla seguente: «indicate», la parola «milioni» sia sostituita dalla parola «miliardi» e nel dispositivo siano soppresse le parole: «già accantonate».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mereu n. 9/1746-bis/225, mentre non accetta l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226. Il Governo accetta gli ordini del giorno Mazzoni n. 9/1746-bis/227, Tucci n. 9/1746-bis/228, mentre non accetta l'ordine Pag. 78del giorno Galletti n. 9/1746-bis/229. Gli ordini del giorno Peretti n. 9/1746-bis/230, Tassone n. 9/1746-bis/231, Ronconi n. 9/1746-bis/232 sono accolti come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno Oliva n. 9/1746-bis/233 è accettato purchè sia espunta l'indicazione delle cifre in esso riportate. L'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis/234 è accolto come raccomandazione, mentre il Governo non accetta l'ordine del giorno Neri n. 9/1746-bis/235.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Rao n. 9/1746-bis/236 e l'ordine del giorno Raiti n. 9/1746-bis/237 con la seguente riformulazione del dispositivo: dopo le parole «procedere, in tempi rapidi» sopprimere le seguenti: «entro un anno» e, dopo le parole «delle sue risorse» inserire le seguenti: «al fine di rilanciarne gli originali obiettivi». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sgobio n. 9/1746-bis/238, mentre accetta gli ordini del giorno Satta n. 9/1746-bis/239, Pisacane n. 9/1746-bis/240, D'Elpidio n. 9/1746-bis/241, Fabris n. 9/1746-bis/242, Giovanardi n. 9/1746-bis/243, Del Mese n. 9/1746-bis/244, Affronti n. 9/1746-bis/245, Picano n. 9/1746-bis/246, Rocco Pignataro n. 9/1746-bis/247, Morrone n. 9/1746-bis/248, Li Causi n. 9/1746-bis/249 e Quartiani n. 9/1746-bis/250.
L'ordine del giorno Giuditta n. 9/1746-bis/251 è stato ritirato. L'ordine del giorno Turci n. 9/1746-bis/252 è accettato la seguente con riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di giungere ad una riduzione dell'aliquota nella misura del 20 per cento, ove dagli accertamenti effettuati derivi un maggior gettito in favore dello Stato».
L'ordine del giorno Villetti n. 9/1746-bis/253 è accettato con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo ad un'analisi e ad una verifica dell'efficacia di Sviluppo Italia e, dopo questo esame, da compiere in tempi rapidi, dare la soluzione più opportuna al problema della sua liquidazione».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Buemi n. 9/1746-bis/254, limitatamente al dispositivo (Applausi). Il Governo accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255, sopprimendo le prime parole del dispositivo, da «a impiegare» fino a: «IRPEF». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Crema n. 9/1746-bis/256, mentre accetta l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1746-bis/257, purché riformulato sopprimendo le parole: «nazionale di formazione delle forze».
L'ordine del giorno Misiti n. 9/1746-bis/258 è stato ritirato. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mura n. 9/1746-bis/259, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Aurisicchio n. 9/1746-bis/260 e Tessitore n. 9/1746-bis/261. Il Governo accetta l'ordine del giorno Sasso n. 9/1746-bis/262, limitatamente ai punti 1 e 2 del dispositivo, mentre il 3 punto è accolto solo come raccomandazione.
L'ordine del giorno Benzoni n. 9/1746-bis/263 è accolto come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno Giachetti n. 9/1746-bis/264 è accettato con la seguente riformulazione: dopo «impegna il Governo», sostituire le parole «a modificare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di modificare» e sopprimere i riferimenti alle somme «da 250.000 a 300.000 euro».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Ruta n. 9/1746-bis/265, Rusconi n. 9/1746-bis/266 e Volpini n. 9/1746-bis/267. L'ordine del giorno Froner n. 9/1746-bis/268 è inammissibile. L'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1746-bis/269 è accettato purché riformulato sostituendo, nel dispositivo, la parola: «garantire», con la seguente: «prevedere». Il Governo accetta l'ordine del giorno Sereni n. 9/1746-bis/270, mentre per quanto riguarda l'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis/271 rinvio al parere espresso sull'ordine del giorno Tessitore n. 9/1746-bis/261.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Porfidia n. 9/1746-bis/272, se riformulato sostituendo, nella parte dispositiva, la parola «diminuire» con la parola «fissare» ed inserendo prima delle parole «al 25 per cento» le seguenti: «non superiore».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Lion n. 9/1746-bis/273 e Cogodi n. 9/1746-bis/274. Il Governo non accetta l'ordine Pag. 79del giorno Pili n. 9/1746-bis/275, in quanto non riferito all'attuale formulazione del testo di riferimento. Il Governo accetta l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis/276, mentre non accetta gli ordini del giorno Raisi n. 9/1746-bis/277, Bono n. 9/1746-bis/278, Menia n. 9/1746-bis/279, Proietti n. 9/1746-bis/280, Alemanno n. 9/1746-bis/281, Ronchi n. 9/1746-bis/282 (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...
PRESIDENTE. Colleghi, se urlate, non riesco a sentire cosa sta dicendo il sottosegretario.
ROBERTO SALERNO. Vergogna! Il 281 non l'ha letto!
PRESIDENTE. Ora non può commentare, lo farà dopo, quando prenderà la parola. Prego il sottosegretario di continuare ad esprimere il parere (Commenti dai banchi di Alleanza Nazionale).
Mi scusi, sottosegretario, i rumori prodotti non mi hanno consentito di apprezzare il parere espresso sull'ordine del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282.
ROBERTO SALERNO. Vergogna!
PRESIDENTE. Prego il deputato Salerno di restare seduto e di non interrompere. La prego di sedersi, altrimenti devo richiamarla.
ELIO VITO. Non può stare nemmeno seduto!
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282, Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283, Gioacchino Alfano n. 9/1746-bis/284 ed Aprea n. 9/1746-bis/285, mentre accetta l'ordine del giorno Armosino n. 9/1746-bis/286, relativamente al solo dispositivo.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Azzolini n. 9/1746-bis/287, Baiamonte n. 9/1746-bis/288, Baldelli n. 9/1746-bis/289. Accetta l'ordine del giorno Bernardo n. 9/1746-bis/290, mentre non accetta gli ordini del giorno Biancofiore n. 9/1746-bis/291 e Bocciardo n. 9/1746-bis/292.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Boniver n. 9/1746-bis/293, se riformulato sostituendo con le parole «impegna il Governo ad individuare opportune iniziative dirette alla» la parte iniziale del dispositivo, prima della parola «valorizzazione».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Boscetto n. 9/1746-bis/294 e Brancher n. 9/1746-bis/295, mentre accetta l'ordine del giorno Bruno n. 9/1746-bis/296, limitatamente alla parte dispositiva. Il Governo accetta l'ordine del giorno Brusco n. 9/1746-bis/297, se riformulato eliminando i riferimenti al «60 per cento» ed al «40 per cento», contenuti nel secondo capoverso della parte dispositiva.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Caligiuri n. 9/1746-bis/298 e Campa n. 9/1746-bis/299, mentre accetta l'ordine del giorno Carfagna n. 9/1746-bis/300, limitatamente alla sola parte dispositiva. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Carlucci n. 9/1746-bis/301 e non accetta gli ordini del giorno Ceccacci n. 9/1746-bis/302, Ceroni n. 9/1746-bis/303 e Cesaro n. 9/1746-bis/304.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Nicola Cosentino n. 9/1746-bis/305, se riformulato sostituendo la prima parte del dispositivo fino alle parole «della gestione dei rifiuti solidi urbani» con le seguenti «impegna il Governo a superare al termine del mandato del commissario la fase emergenziale» prima delle parole «della gestione dei rifiuti solidi urbani».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis/306, accetta l'ordine del giorno Craxi n. 9/1746-bis/307, non accetta l'ordine del giorno Crimi n. 9/1746-bis/308, accetta l'ordine del giorno Crosetto n. 9/1746-bis/309.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Della Vedova n. 9/1746-bis/310, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, mentre non accetta il secondo capoverso. Accetta inoltre l'ordine del giorno Dell'Elce n. 9/1746-bis/311.Pag. 80
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Cagno n. 9/1746-bis/312, fino alle parole «della città di Taranto», contenute nella parte dispositiva, mentre non accetta le parole successive. Accetta l'ordine del giorno Di Centa n. 9/1746-bis/313, nel testo così come riformulato dal presentatore. Accetta altresì l'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/1746-bis/314.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis/315; accetta invece l'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis/316, limitatamente alla parte dispositiva. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis/317, mentre accetta l'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis/318, limitatamente alla sola parte dispositiva.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis/319, Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320 e Fitto n. 9/1746-bis/321. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Franzoso n. 9/1746-bis/323. Accetta l'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/1746-bis/324 limitatamente alla sola parte dispositiva, se riformulata sostituendo le parole «ad autorizzare l'Agenzia del demanio» con le parole «a dare facoltà all'Agenzia del demanio, di intesa con il Ministero dei beni culturali».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Galli n. 9/1746-bis/325, non accetta l'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis/326, accetta l'ordine del giorno Gardini n. 9/1746-bis/327 con la seguente riformulazione del dispositivo: rimane invariata la prima parte, fino alle parole «norme in esame», mentre quella successiva viene sostituita come segue: «di modificare la disciplina di cui in premessa».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328, non accetta l'ordine del giorno Germanà n. 9/1746-bis/329, accetta l'ordine del giorno Giacomoni n. 9/1746-bis/330, non accetta l'ordine del giorno Giro n. 9/1746-bis/331, accetta l'ordine del giorno Giudice n. 9/1746-bis/332 ( in conformità con l'ordine del giorno presentato dagli onorevoli Duilio e Ventura), non accetta gli ordini del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis/333, Jannone n. 9/1746-bis/334, La Loggia n. 9/1746-bis/335 e Lainati n. 9/1746-bis/336.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lazzari n. 9/1746-bis/337, esclusa l'ultima parte del dispositivo, dalle parole «possano accedere all'istituto» fino alla fine.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lenna n. 9/1746-bis/338 e l'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis/339 limitatamente al solo dispositivo, non accetta l'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis/340, accetta l'ordine del giorno Martusciello n. 9/1746-bis/341, limitatamente al solo dispositivo, accetta l'ordine del giorno Mazzaracchio n. 9/1746-bis/342 e l'ordine del giorno Milanato n. 9/1746-bis/343, limitatamente al solo dispositivo, non accetta l'ordine del giorno Minardo n. 9/1746-bis/344, accetta l'ordine del giorno Mistrello n. 9/1746-bis/345, limitatamente al solo dispositivo, non accetta l'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis/346, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mondello n. 9/1746-bis/347 e l'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis/348.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Moroni n. 9/1746-bis/349, Nan n. 9/1746-bis/350 e Palmieri n. 9/1746-bis/351; accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Palumbo n. 9/1746-bis/352 e Paniz n. 9/1746-bis/353. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Paroli n. 9/1746-bis/354, accetta l'ordine del giorno Pecorella n. 9/1746-bis/355, non accetta l'ordine del giorno Pelino n. 9/1746-bis/356 e formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/1746-bis/357, in quanto superfluo.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Pescante n. 9/1746-bis/358, accetta l'ordine del giorno Picchi n. 9/1746-bis/359, limitatamente al solo dispositivo, accetta l'ordine del giorno Ponzo n. 9/1746-bis/360 e Prestigiacomo n. 9/1746-bis/361, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ravetto n. 9/1746-bis/362, non accetta l'ordine del giorno Rivolta n. 9/1746-bis/363, accetta l'ordine del giorno Ricevuto n. 9/1746-bis/364, limitatamente Pag. 81al dispositivo, ed accetta l'ordine del giorno Romagnoli n. 9/1746-bis/365 con la seguente riformulazione: aggiungere alla fine del dispositivo le parole «fatte salve le esigenze di finanza pubblica e le risorse disponibili».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366, non accetta gli ordini del giorno Luciano Rossi n. 9/1746-bis/367 e Paolo Russo n. 9/1746-bis/368, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis/369, non accetta gli ordini del giorno Simeoni n. 9/1746-bis/370 e Stagno D'Alcontres n. 9/1746-bis/371, accetta l'ordine del giorno Stradella n. 9/1746-bis/372, non accetta gli ordini del giorno Testoni n. 9/1746-bis/373, Tondo n. 9/1746-bis/374 e Tortoli n. 9/1746-bis/375, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376, accetta, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Valducci n. 9/1746-bis/377 e Verdini n. 9/1746-bis/378.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379, Zanetta n. 9/1746-bis/380, Zorzato n. 9/1746-bis/381 e Lupi n. 9/1746-bis/382, accetta l'ordine del giorno Buonfiglio n. 9/1746-bis/383, non accetta gli ordini del giorno Grassi n. 9/1746-bis/384, Bianchi n. 9/1746-bis/385 e Greco n. 9/1746-bis/386. Formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Romano n. 9/1746-bis/387, in quanto il Governo si è già impegnato a valutare la questione in Senato. Infine, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Buontempo n. 9/1746-bis/388 (Applausi).
Signor Presidente, vorrei correggere il parere precedentemente espresso su due ordini del giorno. Il Governo accetta gli ordini del giorno Brugger n. 9/1746-bis/197 e Palmieri n. 9/1746-bis/351.
PRESIDENTE. Mi pare che vi fossero altri 4 ordini del giorno da esaminare...
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, avevo già espresso il parere sugli ordini del giorno n. 9/1746-bis/384...
PRESIDENTE. Effettivamente i pareri sono già stati espressi: chiedo scusa.
RUGGERO RUGGERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
RUGGERO RUGGERI. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, ritengo vi sia stata una svista. Senza entrare nel merito, faccio osservare che, con riferimento all'ordine del giorno a mia firma n. 9/1746-bis/67, è stata proposta una riformulazione che in realtà era riferita ad un diverso ordine del giorno.
PRESIDENTE. Affronteremo la questione quando esamineremo tale ordine del giorno.
Proporrei ai presentatori di dare per acquisito che non saranno posti in votazione gli ordini del giorno accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis/2, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ossorio n. 9/1746-bis/4 e Chiaromonte n. 9/1746-bis/7, accolti come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Patarino n. 9/1746-bis/8 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/1746-bis/10, accettato dal Governo limitatamente al primo punto del dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/1746-bis/11, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 82
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/1746-bis/12 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che la deputata Nicchi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/14, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Longhi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/15 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che la deputata Schirru non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/16, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Crisci accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/17 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Burgio accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/18 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Attili non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/19, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Calgaro non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/20, per il quale vi era stato un invito al ritiro da parte del Governo.
Prendo atto che il deputato Martinelli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/22 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Ulivi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/23, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Folena accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/25 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Lo Presti insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/27, non accettato dal Governo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1746-bis/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 546
Votanti 529
Astenuti 17
Maggioranza 265
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 312).
Prendo atto che il deputato Germanà non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il deputato Di Salvo accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/28 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che la deputata Cioffi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/32 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Saglia insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/33, per il quale vi era stato un invito al ritiro da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione e quella del Governo. Il sottosegretario mi ha invitato a ritirare il mio ordine del giorno sostenendo che gli impegni chiesti al Governo sono già compresi nei commi 502 e 503. In realtà, non è così perché si tratta di un'integrazione; infatti, stiamo parlando di un tema particolarmente delicato che ha visto impegnato, in queste settimane, anche il Presidente del Consiglio dei ministri. Mi riferisco agli approvvigionamenti del gas e al fatto che i gasdotti italiani sono compresi nell'ambito Pag. 83di una società, Snam Rete Gas, all'interno della quale il capitale di ENI dovrebbe diminuire, secondo un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
L'ordine del giorno impegna il Governo, per quanto attiene alla separazione proprietaria, ad emanare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non prima dell'approvazione dei criteri di delega per l'attuazione della direttiva 2003/55.
Su questo, credo che non si possa sostenere che il tema sia già ricompreso nei due commi richiamati. Diamo atto al Governo di aver affrontato la questione in questi due commi, ma vi è la necessità di integrarla con questo impegno. Quindi, chiedo al Governo se sia possibile riformulare il mio ordine del giorno.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Saglia n. 9/1746-bis/33, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Saglia n. 9/1746-bis/33, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 534
Astenuti 4
Maggioranza 268
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 307).
Prendo atto che il deputato Lovelli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/37 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Osvaldo Napoli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/42, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Osvaldo Napoli n. 9/1746-bis/42, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 539
Maggioranza 270
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 309).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/1746-bis/43, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 542
Votanti 541
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 309).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimaldi n. 9/1746-bis/44, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 542
Astenuti 1
Maggioranza 272
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 311).Pag. 84
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romani n. 9/1746-bis/45, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 540
Maggioranza 271
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 307).
Prendo atto che il deputato Volontè non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berruti n. 9/1746-bis/47, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 549
Votanti 548
Astenuti 1
Maggioranza 275
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 313).
Prendo atto che il deputato Adenti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/48 e non insiste per la votazione.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ho letto impropriamente la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno Adenti 9/1746-bis/48. Quella corretta è la seguente: dopo le parole «della presente legge», vengono inserite le seguenti: «anche iniziative finalizzate all'obiettivo di incentivare la permanenza in famiglia dei bambini nel primo anno di vita».
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Adenti n. 9/1746-bis/48 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che l'ordine del giorno Colasio n. 9/1746-bis/51 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Velo n. 9/1746-bis/52, Bafile n. 9/1746-bis/53 e Fedi n. 9/1746-bis/54 accettano la riformulazione proposta del Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Laratta n. 9/1746-bis/57, accolto come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Cialente n. 9/1746-bis/58 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Verro se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/59, non accettato dal Governo.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, insisto per la votazione. Secondo fonti di agenzia, Prodi esalta le critiche, definendole «meravigliose critiche». Con ciò si mostra più interessato alle critiche che non alle proposte costruttive che, in verità, non siamo riusciti ad avanzare né in Commissione bilancio né alla Camera. Per la verità, il mio ordine del giorno non è né una critica né una proposta. È un atto di rispetto nei confronti del Parlamento, perché si limita ad impegnare il Governo a riferire alla Camera entro dieci mesi sugli esiti determinatesi per l'economia, a seguito dell'introduzione della riforma fiscale.
Mi vuole spiegare il sottosegretario perché ha così poco rispetto del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)?
PRESIDENTE. Mi pare che il Governo non abbia nulla da aggiungere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verro n. 9/1746-bis/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Dai banchi dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia si grida: Vergogna!).
(Presenti e votanti 542
Maggioranza 272
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 314).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colucci n. 9/1746-bis/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 535
Maggioranza 268
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 310).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bucchino n. 9/1746-bis/63 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Schietroma n. 9/1746-bis/64, accolto come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Prendo atto che il deputato Vitali accetta la riformulazione del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/65 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Antinucci n. 9/1746-bis/66, accolto come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei precisare la proposta di riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67, che risulta del seguente tenore: «impegna il Governo a predisporre le opportune norme affinché sia rivista la normativa fiscale sulle operazioni dei comuni e delle province (...)», fino alle parole: «all'istruzione primaria e secondaria». Vengono espunte le parole successive.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67 accolgono la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Burchiellaro n. 9/1746-bis/68, Stramaccioni n. 9/1746-bis/69, Rossi Gasparrini n. 9/1746-bis/70, Cesini n. 9/1746-bis/71 e Aracu n. 9/1746-bis/72 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Carta n. 9/1746-bis/76 accolgono la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che il deputato Musi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/77 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Barbi n. 9/1746-bis/78, Zucchi n. 9/1746-bis/80 e Duilio n. 9/1746-bis/85 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lulli n. 9/1746-bis/88 accolgono Pag. 86la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che il deputato Laurini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/90 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis/91 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis/91, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 542
Votanti 538
Astenuti 4
Maggioranza 270
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 312).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis/92 e non insistono per la votazione.
Deputato Amoruso, accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/94?
FRANCESCO MARIA AMORUSO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARIA AMORUSO. Signor Presidente, comprendo le ragioni del Governo in quanto la norma non è stata ripresentata, ma essendo, questo, un ordine del giorno di mero indirizzo, senza alcun impegno di spesa, e poiché ricorre, tra qualche giorno, il decennale della nascita degli enti di previdenza privatizzati, penso che - dal momento che il Governo, attraverso incontri presso il Ministero e con la pubblicazione di articoli di stampa, ha dato notizia di voler procedere nel riconoscimento dell'autonomia normativa e gestionale di quegli enti, che viene loro proprio dai decreti n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996 - accogliere anche come raccomandazione questo ordine del giorno rappresenterebbe un atto di disponibilità nei confronti sia degli enti sia di tutte le professioni liberali che vedono nella previdenza privata un punto di riferimento qualificante per la previdenza italiana (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, confermo il parere espresso precedentemente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. Amoruso n. 9/1746-bis/94, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 548
Votanti 544
Astenuti 4
Maggioranza 273
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 312).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis/95 e non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Mazzocchi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/96, non accettato dal Governo.
ANTONIO MAZZOCCHI. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, in questo momento vorrei rivolgermi al ministro Visco. Lei, signor ministro, nel presentare il disegno di legge finanziaria, ha dichiarato che vuole combattere l'evasione fiscale e far emergere il sommerso e, soprattutto, che non vuole più fare condoni.
Le sembrerà strano, ma su queste sue tre affermazioni mi trovo d'accordo. Tuttavia, non riesco a capire per quale motivo, quando si presenta un ordine del giorno nel quale si fa rilevare che in Italia vi sono oltre 3 milioni di protesti al di sotto dei 20 mila euro, che riguardano 85 mila tra commercianti ed artigiani, che sono costretti a lavorare nel sommerso, quando non si chiede di fare un indulto, ma di assumere un'iniziativa legislativa attraverso la quale questi commercianti possano portare nelle banche il loro debito, essere cancellati dalle centrali di rischio ed essere immessi nuovamente nel mercato, pagando le tasse e non evadendo più, lei non accetti il mio ordine del giorno.
Signor Presidente, anche per dare un segnale a questi commercianti e a questi artigiani che Visco considera continui evasori (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), mentre non lo sono, chiedo di accogliere l'ordine del giorno in oggetto, almeno come raccomandazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non ha nulla da aggiungere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mazzocchi n. 9/1746-bis/96, non accettato dal Governo (Una voce dai banchi di Alleanza Nazionale: Vergogna!).
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 538
Astenuti 7
Maggioranza 270
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 309).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Mancini n. 9/1746-bis/97, Cicu n. 9/1746-bis/98 e Bocci n. 9/1746-bis/99 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che l'onorevole Caparini insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746/100, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis/100, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 544
Votanti 536
Astenuti 8
Maggioranza 269
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 310).
Prendo atto che il deputato Allasia insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/101, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 533
Astenuti 10
Maggioranza 267
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 311).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Gibelli n. 9/1746-bis/102 e Cota n. 9/1746-bis/103, accolti dal Governo come raccomandazione, Bodega n. 9/1746-bis/104, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, se riformulato, e Garavaglia n. 9/1746-bis/105, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Deputato Dussin, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/106, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro?
GUIDO DUSSIN. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, mi rivolgo anche a lei, che ha un poster di Bartali e Coppi nel suo studio. Siete tanto appassionati di ciclismo: questo ordine del giorno prevede la costruzione di un velodromo in Italia, perché attualmente gli atleti sono costretti a praticare il loro allenamento - mi riferisco alla nazionale - in Svizzera.
Al Presidente del Consiglio, che usa sempre maglie non italiane, ma giapponesi, della Asics - lo sappiamo bene - piace andare a tutte le inaugurazioni dei mondiali, quando, magari vengono anche sponsorizzate dalla Lega, in modo particolare.
Noi avevamo dato sostegno, con questo ordine del giorno, alla federazione ciclistica, che si è impegnata anch'essa a finanziare il velodromo e non riesco a capire come mai il Governo non possa almeno accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno almeno per dare una soddisfazione alla Federazione ciclistica italiana.
So che non abbiamo fatto una proposta per Roma, per Rutelli o per il ministro dello sport, e che questi soldi non sono stati finanziati per questo obiettivo, ma per la provincia maggiormente ciclistica d'Italia. Non so perché non si voglia dare soddisfazione alla federazione. Vi aspettiamo ai mondiali di ciclocross del 2008 e poi vedremo come potremo incidere con le nostre proposte.
Rivolgo infine un appello ai parlamentari della squadra ciclistica italiana a votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dussin n. 9/1746-bis/106, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 521
Astenuti 16
Maggioranza 261
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 282).
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Goisis n. 9/1746-bis/107 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Goisis n. 9/1746-bis/107, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 542
Votanti 540
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 309).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Alessandri n. 9/1746-bis/108 e Bricolo n. 9/1746-bis/109, accettati dal Governo limitatamente al dispositivo, se riformulati, Filippi n. 9/1746-bis/110, accolto dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, e Lussana n. 9/1746-bis/111, accettato limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis/112 insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis/112, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 541
Votanti 538
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 309).
Deputato Dozzo, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/113, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo?
GIANPAOLO DOZZO. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, sono rimasto meravigliato che il Governo abbia accolto come raccomandazione questo ordine del giorno.
Nelle dodici finanziarie che ho vissuto qui dentro, facendo il conto di tutti gli ordini del giorno accolti come raccomandazione dal Governo, penso che ve ne siano circa diecimila e ho visto che fine fanno.
Qui si parla del problema scottante della mancanza di forze di polizia nei territori, specialmente in quelli di alcune province del nord, già menzionati, nei quali le piante organiche sono ferme dal 1983. In cinque anni, sono stati aperti alcuni commissariati...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANPAOLO DOZZO. ... tanto per rispondere.
Quindi, mi aspettavo che il mio ordine del giorno fosse non solo accolto come raccomandazione, ma accettato in toto dal Governo. Vedo che non è così, signor Presidente. Pertanto, insisto per la votazione ed aspetto di vedere come si esprimeranno i colleghi del Veneto e del nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Devo considerare come non accettato dal Governo l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 531
Astenuti 7
Maggioranza 266
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 298).Pag. 90
ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, non è che questo faccia cambiare l'atteggiamento della maggioranza ma, per la precisione, non può essere considerato da punire l'atteggiamento di chi insiste per la votazione di un ordine del giorno accolto soltanto come raccomandazione dal Governo, trasformandosi automaticamente il parere del Governo in contrario: viene messo ai voti un ordine del giorno accolto dal Governo come raccomandazione; e la maggioranza potrebbe anche adeguarsi al parere favorevole del Governo ed approvarlo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Tenderei ad accogliere la sua sollecitazione per il futuro. Grazie.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente!
PRESIDENTE. Deputato Dozzo, qual è la sua osservazione?
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, accade per la prima volta, in quest'aula, che il Governo, su ordini del giorno già accolti come raccomandazione esprima, poi, un parere contrario. Non esiste (Commenti dei deputati Quartiani e Giachetti)! Calma (Commenti dei deputati Quartiani e Giachetti)... Calma, Giachetti...
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, lasciate parlare!
GIANPAOLO DOZZO. Se l'ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione, non vedo perché, di punto in bianco, il parere possa cambiare (Commenti del deputato Quartiani)!
PRESIDENTE. Scusate, colleghi...
GIANPAOLO DOZZO. Sarà compito dell'Assemblea, sarà compito di noi parlamentari...
PRESIDENTE. È stato chiarissimo, deputato Dozzo...
GIANPAOLO DOZZO. ...esprimere il nostro voto, ma non è possibile che il Governo cambi parere.
PRESIDENTE. L'ha già detto.
In precedenza, mi ero espresso, come al solito, «largheggiando». Tuttavia, le faccio notare, e faccio notare anche al deputato Elio Vito, che, nel caso si metta in votazione, quando il Governo si è espresso nel senso dell'accoglimento come raccomandazione, essendo rifiutata dal presentatore la raccomandazione, il Governo ha titolo per pronunciarsi di nuovo e, in questo caso, per manifestare la sua contrarietà.
ROBERTO GIACHETTI. È chiaro!
PRESIDENTE. L'unico elemento che posso correggere è che ho creduto di interpretare il Governo, riguardo all'espressione del parere negativo...
LUCA VOLONTÈ. Addirittura!
PRESIDENTE. ... ma è l'unico aspetto da correggere.
In ogni caso, per trasparenza, propongo di ripetere la votazione e chiedo al Governo se abbia ragione di pronunziarsi, essendo l'elemento così costituito: il deputato Dozzo, primo firmatario dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/113, ne rifiuta l'accoglimento come raccomandazione ed insiste per la votazione.
Il Governo vuole pronunciarsi?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, onorevole Presidente (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord padania).
PRESIDENTE. L'ordine è ristabilito.
Dispongo l'annullamento della votazione effettuata sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113...
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo, per favore?
ROBERTO COTA. Le chiedo di far ripetere anche la votazione...
PRESIDENTE. No, non è possibile!
ROBERTO COTA. No, no, no...
PRESIDENTE. La prego, non è possibile! Non possiamo ritornare...
ROBERTO COTA. Mi faccia finire!
PRESIDENTE. Assolutamente!
Passiamo ai voti.
Indìco nuovamente la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, non accettato dal Governo, secondo il parere ora acquisito.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 538
Votanti 534
Astenuti 4
Maggioranza 268
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 301).
Prendo atto che il deputato Stucchi accetta la riformulazione proposta dal Governo della parte dispositiva del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/114 e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Grimoldi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/115, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis/115, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 535
Votanti 530
Astenuti 5
Maggioranza 266
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 314).
Prendo atto che il deputato Tassone ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis/116, non accettato dal Governo, insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis/116, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
La Camera respinge... Scusate, dichiaro chiusa la votazione: come si vede, anticipo...!
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 425
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 242).
Prendo atto che i deputati Compagnon, Piro e Rampelli non sono riusciti a votare.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per dirle che, nel momento in cui lei ha detto che la votazione era chiusa, evidentemente non ho Pag. 92fatto in tempo a votare nuovamente. Pertanto, le segnalo che avrei voluto esprimere un voto contrario.
PRESIDENTE. Sta bene, deputato Borghesi: la Presidenza ne prende atto.
Prendo atto che il deputato Pottino accetta la riformulazione del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/117 e non insiste per la votazione.
GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il collega Borghesi ha formulato la sua osservazione, ma non si capiva da quale postazione votava, e quindi...
PRESIDENTE. La prego...!
GUIDO DUSSIN. Vorrei capire...
PRESIDENTE. Per favore, per favore!
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis/118, non accettato dal Governo, insiste per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Filippi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno si affronta il contenuto dell'originario articolo 16 del disegno di legge finanziaria; l'argomento trattato è, in buona sostanza, l'accesso libero e gratuito all'interno delle spiagge, comprese quelle private.
Questo comporta una serie di problemi (Commenti)... Presidente, chiedo un po' di silenzio...
PRESIDENTE. Colleghi!
ALBERTO FILIPPI. ... ed un po' di dignità, grazie!
PRESIDENTE. Lei prosegua pure il suo intervento e l'Assemblea, per favore, veda di consentirne l'ascolto, grazie!
ALBERTO FILIPPI. Vorrei recuperare questi secondi di tempo, grazie.
Come stavo dicendo, ciò comporta alcuni problemi, come ad esempio un danno al concessionario del bagno o ai clienti che pagano. Per esempio, vi è anche un danno alla sicurezza, in quanto il bagnino stesso non ha ben presente chi possano essere in quel momento i bagnanti.
In più, oggi le spiagge sono diventate, Presidente, una passeggiata di venditori africani (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
ANDREA MARTELLA. Chi è il firmatario?
PRESIDENTE. Per favore...!
ALBERTO FILIPPI. ... e di pseudomassaggiatrici orientali. Abbiamo le spiagge più belle, abbiamo le spiagge (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo - Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...!
Presidente! Presidente, la prego! Può dirgli di lasciarmi esprimere il mio pensiero (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...!
PRESIDENTE. Vi prego! Vi prego (Commenti)! No! Loro sanno...
ALBERTO FILIPPI. Non siamo ancora in Unione Sovietica!
PRESIDENTE. Per favore! Vi dovrebbe interessare sapere che, per la procedura semplificata, il deputato ha diritto di prendere la parola, questa volta, per un' unica volta e per tutta la seduta! Ora ha diritto di parlare.
Prego, deputato Filippi, riprenda il suo intervento, e loro gli consentano di parlare!
ALBERTO FILIPPI. In più, oggi le spiagge sono diventate una passeggiata per venditori africani! Sono diventate luoghi di lavoro per pseudomassaggiatrici orientali, Presidente (Applausi dei deputati del Pag. 93gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
LUCA VOLONTÈ. Ma dove andate al mare?
PRESIDENTE. Per favore!
ALBERTO FILIPPI. Abbiamo le spiagge più belle dell'intero pianeta, ed è giusto che abbiano la dignità che si meritano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!
PRESIDENTE. Inviterei comunque, anche nelle espressioni, ad essere riguardosi nei confronti delle persone (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis/118, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti).
(Presenti 532
Votanti 510
Astenuti 22
Maggioranza 256
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 307).
Prendo atto che il deputato Pini accetta la riformulazione del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/119 e non insiste per la votazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Benvenuto n. 9/1746-bis/121, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1746-bis/124, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1746-bis/124, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione - Commenti).
ANDREA MARTELLA. No! No!
PRESIDENTE. Per favore (Commenti)!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 525
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 303).
Prendo atto che il deputato Pedrizzi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/125, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Frassinetti n. 9/1746-bis/126, accettato dal Governo, con la riformulazione del dispositivo.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, con tutto il rispetto, ma lei ha censurato e richiamato un nostro deputato perché ha utilizzato il termine «africano» (Commenti). Vorrei capire in cosa consiste la censura, perché egli ha utilizzato tale termine per motivare il suo ordine del giorno. Vorrei capire in cosa consista la censura (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
Pag. 94
PRESIDENTE. Intanto, non ho effettuato alcuna censura. Ho chiesto il rispetto per le persone, punto.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno De Corato n. 9/1746-bis/128 non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Corato n. 9/1746-bis/128, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 539
Votanti 536
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 309).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Lamorte n. 9/1746-bis/129, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto altresì che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 537
Maggioranza 269
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 312).
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor presidente, lei, in precedenza, non mi ha capito. Vorrei comprendere come possiamo definire una persona che proviene dall'Africa...
PRESIDENTE. Le ho già risposto. Lei può considerare inadeguata la mia risposta, ma io le ho risposto (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ascierto n. 9/1746-bis/131, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Mancuso n. 9/1746-bis/132, accettato dal Governo limitatamente al primo periodo del dispositivo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Cassola n. 9/1746-bis/134 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cinzia Fontana n. 9/1746-bis/135, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Astore n. 9/1746-bis/136 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tolotti n. 9/1746-bis/137, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Casero insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/138, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Casero n. 9/1746-bis/138, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 532
Maggioranza 267
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 303).
Scusate: poiché mi viene fatta una sollecitazione, riconfermo - e tutti hanno sentito - che non ho svolto una censura. Ho detto: in quest'aula chiedo che ci sia il rispetto per le persone. Non ho più altro da aggiungere. La discussione è finita (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Commenti del deputato Giachetti).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Mascia n. 9/1746-bis/145 e non insistono per la votazione.
Prendo atto altresì che l'ordine del giorno De Simone n. 9/1746-bis/146 è stato ritirato dai presentatori.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/1746-bis/148, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caruso n. 9/1746-bis/150, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Pegolo n. 9/1746-bis/152 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Deiana n. 9/1746-bis/154 e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Deiana n. 9/1746-bis/154 e Locatelli n. 9/1746-bis/156 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.
Prendo atto, altresì, che non insiste per la votazione la deputata Dioguardi, presentatrice dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/159, accolto come raccomandazione dal Governo, e che la deputata Perugia, presentatrice dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/160 accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno.
Prendo atto, inoltre, che non insiste per la votazione il deputato Sanza, presentatore dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/161, accolto come raccomandazione dal Governo, e che la deputata Fincato, presentatrice dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/162, accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno.
L'ordine del giorno Meloni n. 9/1746-bis/163 non è stato accettato dal Governo. Deputata Meloni, insiste per la votazione?
GIORGIA MELONI. Signor Presidente, intervengo brevemente per invitare il Governo a rivedere il parere espresso in merito all'ordine del giorno in esame a mia firma. Mi sarei aspettata, non dico un parere favorevole, ma almeno una proposta di riformulazione dell'ordine del giorno.
Spiego rapidamente ai colleghi di cosa stiamo parlando. Nella passata legge finanziaria, il Governo Berlusconi istituì un fondo per la nascita delle comunità giovanili. Era il tentativo di offrire ai giovani fondi per avviare spazi di aggregazione reali, all'interno dei quali potessero, con ogni libertà, al di là di appartenenze politiche, portare avanti iniziative legate al teatro, alla musica, alla riscoperta di saperi tradizionali ed alla formazione.
Il Governo attuale ha scelto con questa finanziaria di rifinanziare il fondo. L'ordine del giorno in esame chiede un qualcosa che darei quasi per scontato, cioè che nel momento in cui si vareranno i decreti attuativi dell'articolo 16, comma 791, si escludano dall'accesso a questi fondi, tra gli altri, i gruppi che occupano abusivamente immobili di proprietà pubblica o privata (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania), i gruppi nelle cui strutture si fa uso di sostanze stupefacenti, si pratica la violenza o si promuovono attività illegali o antidemocratiche, i gruppi, le associazioni e le organizzazioni che non Pag. 96garantiscono l'assenza di discriminazioni.
Prendo atto che il Governo attuale esprime parere contrario e vuole utilizzare fondi pubblici per finanziare gruppi che occupano abusivamente, gruppi che fanno uso di sostanze stupefacenti, gruppi che praticano la violenza e gruppi che fanno discriminazione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, Lega Nord Padania e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Credo che il rifiuto di accettare l'ordine del giorno in esame la dice lunga sulla politica della legalità che il Governo intende portare avanti e mi auguro che l'Assemblea voglia dare all'Italia un segnale diverso votando a favore della sua approvazione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
LUCA VOLONTÈ. Ministro Melandri! Il ministro Melandri è qui!
PRESIDENTE. Mi pare che il Governo non abbia nulla da aggiungere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meloni n. 9/1746-bis/163, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 520
Votanti 503
Astenuti 17
Maggioranza 252
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 271).
Chiedo al deputato Pizzolante se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/164, non accettato dal Governo.
SERGIO PIZZOLANTE. Il Governo attuale, che si sente titolato e più adeguato di altri a tenere l'Italia in Europa (ed è tutto da dimostrare), dimostra invece con questo parere di essere del tutto inadeguato a portare l'Europa in Italia. Abbiamo chiesto di allineare l'IVA sulle attività turistiche in Italia, in due anni, a livello dei nostri principali concorrenti, cioè la Francia e la Spagna.
Il Governo dice «no» e nemmeno accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno. Non sono sorpreso. D'altronde, con Rutelli che ripristina il Ministero del turismo per proporre la tassa di soggiorno, non sono sorpreso. Sarei, invece, molto sorpreso se i colleghi delle principali città turistiche italiane ed i colleghi, in particolare, romagnoli e riminesi votassero contro questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pizzolante n. 9/1746-bis/164, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 534
Astenuti 2
Maggioranza 268
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 305).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Evangelisti n. 9/1746-bis/168, Palomba n. 9/1746-bis/170 e Rampelli n. 9/1746-bis/171 non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, accolti come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che la deputata Garnero Santanchè insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/179, non accettato dal Governo.Pag. 97
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garnero Santanchè n. 9/1746-bis/179, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 531
Votanti 525
Astenuti 6
Maggioranza 263
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 307).
Prendo atto che i deputati Volontè e Forlani avrebbero voluto esprimere un voto contrario.
Prendo atto altresì che il deputato Alberto Giorgetti insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/180, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberto Giorgetti n. 9/1746-bis/180, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 532
Votanti 530
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 303).
Prendo atto che il deputato Camillo Piazza non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/183, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il deputato Bonelli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/184, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonelli n. 9/1746-bis/184, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 530
Votanti 521
Astenuti 9
Maggioranza 261
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 366).
Prendo atto che il deputato Acerbo avrebbe voluto esprimere un voto favorevole e che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Prendo atto che la deputata Zanella accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/185.
Prendo atto che il deputato Zipponi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/193.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione del dispositivo proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis/194.
Prendo atto che il deputato Nicco non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/196, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che il deputato Napoletano accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/199.
Prendo atto che il deputato Cancrini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/200, accettato limitatamente al primo periodo del dispositivo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione degli ordini del giorno Galante n. 9/1746-bis/201 e Pagliarini n. 9/1746-bis/202 e non insistono per la votazione.Pag. 98
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bellillo n. 9/1746-bis/203 e Ferdinando Benito Pignataro n. 9/1746-bis/205, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Licandro accetta l'invito a ritirare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/207 formulato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tranfaglia n. 9/1746-bis/208, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo al deputato D'Agrò se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis /209, accolto come raccomandazione dal Governo, limitatamente ai punti 2 e 3 del dispositivo.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, non ho capito quali dei tre paragrafi il Governo ha accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Prego il rappresentante del Governo di rispondere.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis/209 limitatamente ai punti 2 e 3 del dispositivo. Quindi, vi è la proposta di espungere il primo punto.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. So che non posso fare diversamente, ma vorrei ricordare all'onorevole Villetti il contenuto del primo punto. In questo caso, il mio ordine del giorno impegna il Governo a considerare prioritario l'obiettivo di assegnare al Fondo ordinario per gli enti di ricerca, previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 204 del 1998, le risorse accantonate in applicazione delle misure di contenimento della spesa previste dalla legge finanziaria 2007 nella misura in cui si renderanno disponibili. Credo che il Governo avrebbe potuto accogliere come raccomandazione anche questo aspetto.
PRESIDENTE. Lei insiste per la votazione del suo ordine del giorno?
LUIGI D'AGRÒ. Lei sa perfettamente che, se insisto per la votazione, il mio ordine del giorno non verrà approvato.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il deputato D'Agrò non insiste per la votazione.
Prendo atto altresì che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/1746-bis/213, accettato dal Governo come raccomandazione, escludendo il nono capoverso del dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bosi n. 9/1746-bis/214, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 528
Votanti 527
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 306).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ruvolo n. 9/1746-bis/222 e Mereu 9/1746-bis/225, accettati dal Governo come raccomandazione, e dell'ordine del giorno Adolfo n. 9/1746-bis/224, accettato con riformulazione.Pag. 99
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, io mi aspettavo che davanti a questo ordine del giorno, anche a seguito del dibattito che abbiamo svolto sui primi 15 articoli, il Governo dimostrasse veramente di voler prestare particolare attenzione agli emendamenti che riguardano la famiglia - infatti, essi sono stati in qualche modo superati dall'articolo 3 nella riformulazione data dall'Esecutivo -, e si potesse arrivare ad un parere favorevole su questo ordine del giorno, visto che in questo caso chiediamo di incentivare la rimodulazione dell'imposta, anche secondo la dimensione del nucleo familiare.
Chiedo al Governo se intenda riconsiderare il parere espresso su questo ordine del giorno; diversamente prenderemo atto di molte cose dette in quest'aula negli ultimi giorni e, evidentemente, ognuno trarrà le conseguenze del caso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 523
Astenuti 4
Maggioranza 262
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 298).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galletti n. 9/1746-bis/229, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 519
Votanti 517
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 303).
Vorrei invitare i deputati e le deputate a votare soltanto per sé.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Tassone n. 9/1746-bis/231, Ronconi n. 9/1746-bis/232 e Lo Monte n. 9/1746-bis/234, accettati come raccomandazione, e Oliva n. 9/1746-bis/233, accettato con riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Neri n. 9/1746-bis/235, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 294).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Raiti n. 9/1746-bis/237, accettato con riformulazione, e Sgobio n. 9/1746-bis/238, accettato come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Satta. A che titolo?
ANTONIO SATTA. In qualità di cofirmatario dell'ordine del giorno Sgobio n. 9/1746-bis/2.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 100ANTONIO SATTA. Vorrei chiedere al Governo di modificare il parere espresso, nel senso di accettare questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il deputato Sgobio, presentatore dell'ordine del giorno, ha già detto che non insiste per la votazione. Mi dica, quindi, se invece lei intenda chiedere, in qualità di cofirmatario, la votazione dell'ordine del giorno Sgobio n. 9/1746-bis/238.
ANTONIO SATTA. No, Presidente, ciò che chiedo al Governo è di riconsiderare il parere precedentemente espresso.
PRESIDENTE. Il primo firmatario dell'ordine del giorno, il deputato Sgobio, si è già espresso nel senso di accettare le determinazioni del Governo (Commenti del deputato Satta).
Prendo atto che il deputato Turci accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/252 proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
CARLO GIOVANARDI. Presidente, chiedo che venga posto in votazione il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione) e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno precedenti, tra i quali quello a sua prima firma, sono stati accettati dal Governo. Comunque, ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Questo ordine del giorno riguarda persone che aspettano da sessant'anni di vedere soddisfatti i loro diritti; parlo degli esuli giuliano-dalmati. Dal momento che occorre rifinanziare la legge n. 193 del 2003 per le attività delle associazioni degli esuli e dell'unione degli italiani, si tratta di velocizzare il pagamento di fondi stanziati sei anni fa, che vanno verso settantenni e ottantenni, che se poi decedono si moltiplicano gli eredi (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, un po' di silenzio!
Prego, deputato Giovanardi.
CARLO GIOVANARDI. Si sono mossi il Governo e il Parlamento, così come il ministro degli affari esteri e tutti i gruppi politici, ma poiché la finanziaria è un po' complessa non si è riusciti ad inserire questa disposizione nel passaggio qui alla Camera.
Il voto sull'ordine del giorno serve quindi per ricordare al Senato questo impegno preso da tutti i gruppi parlamentari e dal Governo, specialmente nei confronti di coloro che oggi abitano in Croazia e in Slovenia ed hanno bisogno di finanziare le scuole, gli ospedali e le varie iniziative degli italiani. Questo voto dunque serve affinché nel passaggio al Senato vi sia l'impegno a disporre il relativo finanziamento in finanziaria.
ALESSANDRO MARAN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).
ALESSANDRO FORLANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FORLANI. Anch'io, signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Anch'io, signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).
Pag. 101
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo inoltre atto che vi sono molti altri colleghi che desiderano sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania - Vedi votazioni).
(Presenti 511
Votanti 467
Astenuti 44
Maggioranza 234
Hanno votato sì 428
Hanno votato no 39).
Prendo atto che il deputato Mancuso non è riuscito a votare; prendo atto inoltre che il deputato Papini avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; prendo atto altresì che il deputato Minardo avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Prendo atto che il deputato Villetti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/253 proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il deputato Buemi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/254 proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Insiste per la votazione del testo originario o del testo riformulato?
MAURIZIO TURCO. Del testo originario, signor Presidente.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 517
Votanti 508
Astenuti 9
Maggioranza 255
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 289).
Prendo atto che il deputato Grillini si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Prendo atto altresì che i deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC avrebbero voluto esprimere voto contrario, ritenendo che fosse in votazione altro documento di indirizzo.
Prendo atto, inoltre, che il presentatore dell'ordine del giorno Crema n. 9/1746-bis/256, accolto dal Governo come raccomandazione, non insiste per la votazione e che il presentatore dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1746-bis/257 accetta la riformulazione e non insiste per la votazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori degli ordini del giorno Aurisicchio n. 9/1746-bis/260 e Tessitore n. 9/1746-bis/261, accolti dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione e che anche i presentatori dell'ordine del giorno Sasso n. 9/1746-bis/262, accettato dal Governo Pag. 102limitatamente ai punti 1 e 2 del dispositivo e accolto come raccomandazione relativamente al punto 3 del medesimo dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Benzoni n. 9/1746-bis/263, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione e che i presentatori degli ordini del giorno Giachetti n. 9/1746-bis/264 e Ghizzoni 9/1746-bis/269 accettano le riformulazioni e non insistono per la votazione. Prendo atto altresì che i presentatori dell'ordine del giorno Bellotti 9/1746-bis/271 accettano la riformulazione come nel caso dell'ordine del giorno Tessitore n. 9/1746-bis/261 e non insistono per la votazione.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento. Parlo per me stesso, ma potrei dire che quanto sto per dire vale anche per gran parte dei colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale. Nella votazione sull'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255 c'è stato un errore tecnico. Desidero precisare che avrei voluto esprimere un voto contrario e vorrei rettificare, quindi, il mio voto, rispetto a quanto risulterà dal resoconto integrale della seduta odierna. Credo, signor Presidente, che questo valga anche per molti colleghi in quanto c'è stato un errore nella comunicazione.
MAURIZIO TURCO. No! No!
PRESIDENTE. Sarà registrato nel resoconto integrale della seduta.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, se non si dà a tutti la possibilità di rettificare il proprio voto, ciascuno chiederà di parlare per questa precisazione.
PRESIDENTE. Sarà soltanto registrata la dichiarazione. I resocontisti registreranno la vostra dichiarazione ma, naturalmente, il voto non cambia.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per la stessa ragione per la quale è intervenuto il deputato Buontempo. I deputati del mio gruppo parlamentare ed io stesso intendiamo rettificare il nostro voto.
PRESIDENTE. Ognuno proceda a far rettificare il proprio voto. Evitiamo di bloccare i nostri lavori per questo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis/271.
LUCA BELLOTTI. No, signor Presidente, non insisto.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Porfidia n. 9/1746-bis/272 accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Pili n. 9/1746-bis/275 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/1746-bis/275 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 523
Votanti 521
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 305).
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Raisi n. 9/1746-bis/277, non accettato dal Governo, se insistano per la votazione.
Pag. 103
ENZO RAISI. Signor Presidente, colleghi, siamo abbastanza stupiti della scelta del Governo di non accettare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/277, nel quale, riprendendo il decreto Bersani nella parte che istituisce un fondo alla Presidenza del Consiglio per le politiche giovanili, indicavamo tre priorità per l'utilizzo di tale fondo: un 40 per cento delle risorse da destinare ai mutui per la casa delle giovani coppie; un 20 per cento da destinare ai mutui accesi dai giovani per avviare un'attività imprenditoriale o di lavoro autonomo e un 20 per cento da destinare come garanzia per i cosiddetti prestiti d'onore ai giovani che volevano proseguire la propria attività universitaria. Non riusciamo a comprendere le motivazioni per le quali il Governo ha dato un parere negativo ad un siffatto ordine del giorno, che, peraltro, riprende le motivazioni inserite all'interno del medesimo decreto Bersani, con il quale si istituisce il suddetto. Crediamo che ci sia veramente un atteggiamento pregiudiziale da parte del Governo, anche di fronte ad ordini del giorno, come prima quello della collega Meloni, che sono ovvi da parte di chi propone questo tipo di impegno per i giovani.
Sussiste veramente una pregiudiziale che non ha senso. Penso e spero che questo Parlamento voglia in qualche modo rivedere il giudizio dato dal Governo su questi ordini del giorno, a cominciare proprio da quello che ho presentato insieme alla collega Meloni, che dà un indirizzo preciso di tre impegni: per la casa per le giovani coppie, per chi vuole, tra i giovani, intraprendere un'attività professionale e per i giovani che vogliono continuare a studiare. Si tratta di tre impegni che credo tutto il Parlamento possa e debba condividere.
MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento: può dirci qual è la procedura per far rettificare il voto?
PRESIDENTE. Lo si dice agli stenografi.
MAURIZIO TURCO. Valgono anche le liste dei colleghi per delega?
PRESIDENTE. Ognuno è responsabile del proprio atto e, quindi, comunica agli stenografi il proprio atto.
MAURIZIO TURCO. Sì, ma se gli stenografi ricevono un biglietto...
PRESIDENTE. Ho risolto la contesa: ognuno comunica la propria rettifica agli stenografi, il che naturalmente non modifica il voto.
MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, le chiedo per piacere di verificare se gli stenografi hanno ricevuto liste di nominativi.
PRESIDENTE. Ho già rivolto un invito esplicito: ogni deputato è tenuto a dare la propria interpretazione del proprio comportamento. Non ci possono essere deleghe ed è chiuso l'argomento!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Raisi n. 9/1746-bis/277, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 519
Votanti 517
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato sì 226
Hanno votato no 291).Pag. 104
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bono n. 9/1746-bis/278, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Il deputato Bono ha chiesto di parlare, ma la votazione è ormai aperta (Commenti del deputato Bono)... Parlerà sul prossimo, non l'ho vista!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 505
Votanti 486
Astenuti 19
Maggioranza 244
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 292).
Chiedo al deputato Menia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/279 (Commenti).
ROBERTO MENIA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, prima di illustrare brevemente la mia richiesta al Governo di riconsiderare l'opinione che ha espresso a proposito del mio ordine del giorno, mi consenta di farle una comunicazione in qualità di vicepresidente del gruppo di Alleanza Nazionale.
Vorrei precisare che a proposito dell'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255 - su cui si sta aprendo un problema a causa di un misunderstanding dovuto all'ora tarda e al fatto che stiamo votando semplicemente per chiamata di numeri - l'opinione del mio gruppo era quella di esprimere voto contrario. Pertanto, chiedo se è necessario che tutti i nostri deputati si rechino presso il tavolo degli stenografi o se è sufficiente questa mia comunicazione. Comunque, di fronte all'intera aula intendo affermare che il nostro voto è da intendersi contrario.
PRESIDENTE. Per favore, mi sembra francamente incomprensibile che durante discussioni di merito così importanti ci si accapigli su questioni procedurali che possono essere semplificate oppure complicate. Francamente, dedicherei le ragioni di scontro ad altri temi.
ROBERTO MENIA. Mi consenta un'ulteriore brevissima notazione a titolo personale. Si tratta di una richiesta ormai tardiva, visto che si era alzata una selva di mani, quella di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione). Lo faccio come figlio di esuli italiani dell'Istria, fuggiti per essere liberi dai comunisti e per essere liberi di essere italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Ciò detto, mi consenta di chiedere al Governo di rivedere il parere espresso sul mio ordine del giorno 9/1746-bis/279. In questo ordine del giorno faccio riferimento alla disposizione della legge finanziaria che prevede un programma di valorizzazione per gli immobili pubblici. Nella predisposizione di tale programma, sulla falsariga di quanto affermato precedentemente dalla collega Meloni, vorrei porre una questione molto seria. Nell'approntare i programmi di valorizzazione degli immobili pubblici riteniamo che sia opportuno che il Governo si attenga ad una linea di estrema rigidità, escludendo da tali progetti tutti i beni pubblici occupati abusivamente o al cui interno si faccia uso di sostanze stupefacenti o in cui si pratichi violenza o in cui si promuovano attività illegali ed antidemocratiche.
Vorrei porgere un'ultima riflessione sulle note della cronaca odierna: chi occupa abusivamente questi edifici sono coloro che davanti all'Altare della Patria, in maniera ignobile e disgustosa, incendiano fantocci rappresentanti nostri soldati in Pag. 105missione di pace ed incendiano la nostra bandiera nazionale. Allora vergogna per chi li sostiene, vergogna per chi, per ipocrisia od ignavia, non ha il coraggio di cacciarli lontano (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Menia n. 9/1746-bis/279, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 512
Votanti 510
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 287).
NICOLA BONO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, poco fa è accaduto un episodio spiacevole. Lei era passato all'esame dell'ordine del giorno Menia n. 9/1746-bis/279, saltando quello a mia firma, il n. 9/1746-bis/278. L'ho fatto notare gridando e lei è tornato indietro all'esame del mio ordine del giorno. Allora ho chiesto la parola, che lei mi ha inizialmente concesso. Tuttavia, mentre mi accingevo a svolgere il mio intervento, mi ha improvvisamente tolto la parola. Visto che in altre circostanze, compresa questa sera, per molto meno lei ha ripetuto le votazioni, le chiedo che mi si consenta di «avere i termini a difesa» per sostenere la mia buone ragioni, anche in considerazione del fatto che si è proceduto in maniera del tutto anomala ed è stato conculcato il mio diritto ad intervenire per rappresentare la validità del mio ordine del giorno. La ritengo una misura minima per ridare dignità e senso ai nostri lavori nel rispetto di chi svolge correttamente il proprio mandato.
PRESIDENTE. Precedentemente le ho lasciato la facoltà di intervenire nel merito, come altre volte è accaduto, con uno slittamento che, ex post, consente di intervenire su una materia trattata. Non le posso consentire questo perché la mia percezione da qui è che lei abbia chiesto la parola quando avevo già posto in votazione l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/1746-bis/280, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 293).
NICOLA BONO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Non sullo stesso argomento già risolto precedentemente (Commenti del deputato Bono)! Lo ripeto: non sull'argomento risolto precedentemente!
NICOLA BONO. Io non so chi l'abbia risolto: per me non lo è!
PRESIDENTE. Mi dispiace, è una questione procedurale. È risolta per la Presidenza (Vivi commenti del deputato Bono - Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Scusate: è stato fatto un rilievo. A questo rilievo ho fornito una risposta: ho detto che la Presidenza ha sentito la richiesta di intervento dopo che era stata aperta la votazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! La risposta data è Pag. 106chiara: vi prego quindi di non insistere (Vivi commenti del deputato Bono - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania); la prego di non insistere (Vivi commenti del deputato Bono).
DAVIDE CAPARINI. Presidente, non sei capace!
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori?
ROBERTO SALERNO. No, signor Presidente, come cofirmatario dell'ordine del giorno ora al nostro esame, l'ordine del giorno Alemanno n. 9/1746-bis/281.
PRESIDENTE. Mi scusi, chiederò agli uffici, perché mi risulta come unico firmatario il deputato Alemanno. Adesso verificheremo e, se lei è firmatario, certamente avrà la parola. In ogni caso, per semplificare, dato che appurandolo perdiamo tempo, se lei vuole le propongo di parlare...
ROBERTO SALERNO. Lei mi dà un credito...
MAURIZIO FUGATTI. Aggiungi la firma!
PRESIDENTE. La farei parlare per dichiarazione di voto; poiché lei è comunque firmatario di ordini del giorno e finora non ha parlato, ne ha comunque diritto.
ROBERTO SALERNO. Grazie, signor Presidente, comunque ho sottoscritto anche questo ordine del giorno.
Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi dell'aula sull'ordine del giorno Alemanno n. 9/1746-bis/281, non accettato dal Governo. Giudichiamo l'introduzione delle nuove norme sul TFR devastanti sul piano occupazionale, sindacale e delle relazioni sociali (tralascio poi l'inopportunità politica di trattare un argomento simile nell'ambito di una legge finanziaria) e siamo preoccupati dell'effetto soglia che essa può produrre (ricordo che viene fissato in 50 il numero di dipendenti al di sopra o al di sotto del quale il TFR viene trattato diversamente). Ebbene, chiediamo semplicemente un monitoraggio, solo un monitoraggio dell'impatto di questa norma! Al di là del parere del sottosegretario, vorrei chiedere al primo responsabile - che è quel signore, Romano Prodi, che sta al centro del tavolo - se riesce a darmi una risposta intelligente, anziché masticare gomma americana per tutta la sera (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Per favore, è richiesto il rispetto nei confronti di tutti coloro che sono presenti in quest'aula, compreso il Presidente del Consiglio (I deputati del gruppo Lega Nord Padania espongono cartelli recanti la scritta «Bertinotti l'Africano» - Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi). I commessi tolgano i cartelli indebitamente provocatori (I deputati del gruppo Verdi espongono cartelli recanti la scritta «Fateve 'na canna» - Vivi Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)... Chiedo ai portatori di cartelli di ritirarli e, in caso contrario, ai commessi di toglierli, in modo che l'Assemblea possa continuare i suoi lavori e possano essere poi esaminati questi comportamenti disdicevoli e contrari alle norme ed ai regolamenti (I commessi ottemperano all'invito del Presidente - Vivi commenti). Ancora una volta, diversamente dagli impegni presi, c'è un comportamento che trovo assolutamente censurabile (Vivi commenti)...
Per favore! Per favore! Vorrei evitare di sospendere la seduta...
TOMMASO FOTI. C'era un sottosegretario tra quelli che esponevano il cartello!
PRESIDENTE. Solo quando vi sarà di nuovo la possibilità di ascoltarsi, darò la parola, a meno di non sospendere la seduta!
Pag. 107GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, vorrei semplicemente far notare a lei e all'Assemblea che tra gli espositori dei cartelli c'era un sottosegretario di questo Governo. Quel cartello, recante la scritta «Fateve 'na canna», è esplicito di quello che siete (Commenti)! Siete il Governo che sta portando il paese verso l'aumento dell'uso degli stupefacenti (Commenti)...
PRESIDENTE. Per cortesia (Commenti)! Sospendo la seduta per cinque minuti.
La seduta, sospesa all'1,25 del 19 novembre, è ripresa all'1,30.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Purtroppo, abbiamo assistito ad un comportamento disdicevole e censurabile durante lo svolgimento dei lavori dell'Assemblea che ha preceduto la sospensione dei lavori, con l'esibizione di striscioni contrari alla prassi ed al regolamento dell'Assemblea.
Debbo anche far notare che nella recente riunione dell'Ufficio di Presidenza è stato ripetutamente avanzato, e da più parti - da componenti sia della maggioranza sia dell'opposizione -, un intervento severo della Presidenza, che, è stato detto, posso riportarlo testualmente, dopo questa fase di avvio improntata anche ad elementi di comprensione e di tolleranza, avrebbe dovuto e dovrebbe - citazione - garantire ancora la dignità e l'immagine della Camera dei deputati da comportamenti così disdicevoli.
Tuttavia, quando il fenomeno, invece che individuale, o di qualche deputato, si trasforma in collettivo è del tutto evidente che non risulta possibile individuare i singoli deputati (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Una voce dai banchi di Alleanza Nazionale: «Cento!»).
Come sapete, il richiamo all'ordine e la censura sono sempre nominativi; perciò ho richiesto a tutti i deputati che hanno esibito i cartelli di ritirarli immediatamente e ai commessi di farlo in maniera autoritativa.
Siccome il fenomeno è stato osservato, chiedo ai questori di svolgere un'istruttoria (Commenti) ai fini di individuare i responsabili e procedere, da parte della Presidenza, all'adozione delle misure e delle sanzioni necessarie. Queste riguarderanno tutti i parlamentari che si sono resi responsabili. In questa responsabilità ricadono alla stessa stregua, quando vi fossero, esponenti della maggioranza o dell'opposizione...
MAURO PILI. E il Governo?
PRESIDENTE. ... e di qualunque altra componente, di Governo o no.
Il parlamentare ha una dignità propria e generale che va rispettata; quando non lo è, bisogna intervenire perchè sia ricondotta alla regola ed al comportamento (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
CARLO GIOVANARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, apprezzo le sue parole che vanno applicate in generale e alla fattispecie a cui abbiamo assistito. In ogni caso, fra pochissime ore in quest'aula vi sarà un dibattito molto sentito sul problema delle tossicodipendenze.
In questo Parlamento possiamo avere idee diverse, ma anche il ministro Turco ha detto che comunque vi è un minimo comun denominatore; mi riferisco ad un fronte comune contro qualsiasi tipo di sostanze indicate come nocive per i giovani e per i meno giovani.
Ora, Presidente Prodi, che un sottosegretario di Stato esponga un cartello con scritto: «Fatevi una canna» non è solo un problema di rapporto fra questo deputato Pag. 108e la Presidenza della Camera, ma anche fra questo membro del Governo e il Governo di cui fa parte (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
CARMEN MOTTA. Non si può!
CARLO GIOVANARDI. Questo cartello è stato esposto in sua presenza da un parlamentare che in quel momento era anche membro del Governo, in una situazione che vede il Parlamento ed il Governo dialogare su un problema angoscioso che coinvolge le famiglie.
Quindi, mi scusi, Presidente, pongo il problema alla Presidenza ed anche al Governo, perché vi sono situazioni nelle quali si fa o il parlamentare o il membro del Governo! Non si possono fare ambedue le cose contemporaneamente (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, per agevolare l'attività di indagine dei questori, vorrei segnalare che certamente un deputato che teneva il cartello era il sottosegretario Cento. Dubbi non ve ne sono (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi)!
ELENA EMMA CORDONI. Spione!
NICOLA BONO. Inoltre, Presidente, vorrei rilevare che, mentre appaiono corrette le precisazioni che ha espresso e di cui si è fatto carico, ci aspettavamo, da parte del Presidente del Consiglio, casualmente presente in aula questa sera, che, davanti alla manifestazione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Ma è possibile?
PRESIDENTE. Per favore! Prosegua il suo intervento!
NICOLA BONO. Se posso (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Per favore!
NICOLA BONO. Ci saremmo aspettati da parte del Presidente del Consiglio, nei confronti di un componente del suo Governo (Commenti del deputato Cordoni), tra l'altro certamente noto ed autorevole quale il sottosegretario Cento, davanti ad una manifestazione di così palese promozione di atti illegali, sostenuta all'interno della Camera dei deputati, dimostrasse immediatamente la sensibilità di dichiararlo decaduto, qualora il sottosegretario Cento non avesse voluto sua sponte presentare le sue dimissioni (Dai banchi del gruppo L'Ulivo: Basta!). Non è solo un problema legato (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Per favore, regoliamo questa condizione! Siccome siamo di fronte ad un incidente (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)... È inutile che protestiate! Siccome siamo di fronte ad un incidente, darò brevemente la parola ad un deputato per gruppo e chiudiamo la questione (I deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani gridano: No! - Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)! Prego, deputato Bono.
NICOLA BONO. Vorrei concludere...
PRESIDENTE. Concluda!
NICOLA BONO. Ma non riesco a parlare.
PRESIDENTE. Per favore!
NICOLA BONO. Se vuole mi rivolgo direttamente alla stenografa, così non do fastidio all'aula!
Pag. 109PRESIDENTE. Chiedo per favore all'assemblea di poter procedere! Il deputato Bono sta concludendo il suo intervento!
NICOLA BONO. Vorrei concludere.
PRESIDENTE. Uno per gruppo, non di più.
NICOLA BONO. Ritengo, pertanto, Presidente, sia necessario richiamare formalmente il Presidente del Consiglio a pronunciarsi su questa manifestazione di promozione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Per favore non si rivolga agli altri, svolga il suo intervento!
NICOLA BONO. ...di promozione di reato commesso da un suo sottosegretario.
Chiedo anche a nome del gruppo di Alleanza nazionale le formali dimissioni del sottosegretario Cento dalla carica che riveste (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, lei ha parlato di rispetto della dignità del Parlamento e della dignità dei singoli deputati.
Noi ci siamo sentiti offesi dal suo comportamento, perché lei, Presidente, è intervenuto, esprimendo dei commenti, a fronte di un discorso svolto da un deputato (Commenti del deputato Bandoli). Questi suoi commenti sono, per quanto ci riguarda, incomprensibili, anche perché non capiamo come si possa altrimenti definire una persona che proviene dall'Africa se non un africano. Se lei ha qualche altra soluzione?
PRESIDENTE. Sì, come tutti!
ROBERTO COTA. Seconda considerazione, Presidente, ma la prego di lasciarmi concludere, visto che parla di rispetto, della dignità dei deputati e della loro possibilità di esprimersi.
Poiché siamo maggiorenni e vaccinati e lei ha chiesto ai questori di fare un'istruttoria su chi ha esposto i cartelli, noi ci autodenunciamo: sì, abbiamo esposti i cartelli, ma vogliamo che anche altri si assumano la responsabilità! E vedremo se lo faranno, perché vi sono componenti del Governo che hanno esposto cartelli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) sui quali era scritto: «Fatevi una canna», ossia un'istigazione alla violazione della legge! Un componente del Governo ha istigato a violare la legge! Per quanto ci riguarda, questo fatto è gravissimo...
PRESIDENTE. La prego...
ROBERTO COTA. ... e viola la dignità del Parlamento e di tutti noi deputati (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)!
Ma visto che questo Governo consente liberamente di farsi le canne...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO COTA. ... ci possiamo aspettare di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Frigato, che aveva chiesto di parlare, vi rinunzia.
Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, noi ci assumiamo la responsabilità, ci autodenunciamo per l'esposizione di un cartello. Si trattava - è evidente - di una dizione per prendere in giro un cartello ben più pesante (Una voce dai banchi di Forza Italia: Vergogna!) ed in continuità con le affermazioni pesantissime pronunciate dai deputati della Lega (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), cari colleghi, e che offendevano profondamente, lo ripeto, profondamente, il Presidente della Camera (Vivi Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!Pag. 110
Questo, cari colleghi, non lo potete negare, perché da più di un'ora andavate avanti ed indietro con questi cartelli (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Per favore, vale per tutti! Lasciate parlare la deputata Zanella!
LUANA ZANELLA. E noi abbiamo trovato in questa, se vogliamo, goliardica manifestazione (Commenti del deputato Volontè) un modo per smorzare questo tipo di manifestazione assolutamente inaccettabile in quest'aula (Commenti)! Fate pena voi, e tanto!
PRESIDENTE. Ognuno stia ai propri posti. Per favore...
Non vi sono altri interventi, quindi possiamo...
ELIO VITO. Presidente, chiedo di parlare!
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, stiamo discutendo sul disegno di legge finanziaria, sulla legge più importante, e sull'unica cosa su cui il Governo ci ha consentito di discutere, ossia gli ordini del giorno (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Dieci giorni, Presidente!
PRESIDENTE. Per favore, eviterei ogni interruzione; in una fase delicata, c'è bisogno di un sovrappiù di attenzione. Prego.
ELIO VITO. Forse una di quelle proposte di modifica del regolamento delle quali prima si discettava potrebbe consentire al Governo di mettere la fiducia anche sugli ordini del giorno, così togliamo anche questo piccolo ingombro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
Tuttavia, Presidente, considerate queste circostanze, ossia che è stata posta la fiducia su un testo di 1.800, 800, 250 pagine, sulla legge più importante su cui il Parlamento non ha avuto modo di discutere, credo che occorra dare atto ai gruppi dell'opposizione, naturalmente, perché la maggioranza ha interesse ad approvare il disegno di legge finanziaria, che stiamo cercando di svolgere il nostro dovere in queste ore notturne con grande senso di responsabilità (Commenti).
PRESIDENTE. Per favore...
ELIO VITO. Da questo punto di vista, Presidente, mi pare che andare a censurare interventi dei singoli colleghi, dei singoli deputati o di interi gruppi possa creare suscettibilità e il cartello che i colleghi della Lega hanno esposto non mi pare che possa offendere la sua persona, che è dotata di ironia e di intelligenza e che sicuramente avrà colto in quel cartello non un'offesa personale, ma un richiamo ad una censura che i deputati della Lega hanno vissuto, come credo sia stata, immeritata (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
D'altra parte, Presidente, lei non può mettere sullo stesso piano qualunque tipo di protesta, qualunque tipo di cartello esposto in aula, perché, lo ripeto, considerata la legge finanziaria, considerate le sue tradizioni, non penso che vogliamo fare in modo che in questo Parlamento si debba entrare con la polizia che guarda cosa facciamo, se stiamo in piedi o seduti, se mettiamo i cartelli e cosa scriviamo.
Credo, però, Presidente, che sia ben più censurabile quando manifestazioni di protesta, sia pure goliardiche, provengono dai gruppi di maggioranza, che dovrebbero avere un interesse diverso - mi dispiace perché non voglio criminalizzare nessuno -, e, soprattutto, da un membro del Governo, che, in questo caso specifico, come il collega Cento, è anche sottosegretario all'economia e, forse, dovrebbe stare ai banchi del Governo a seguire gli ordini del giorno e a fare il suo dovere rispetto alla Pag. 111materia che stiamo trattando (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Per questo, Presidente, le chiedo che, nelle misure che i questori e l'Ufficio di Presidenza prenderanno in considerazione, si tenga presente che una manifestazione di protesta nei confronti della Camera fatta da un gruppo di opposizione ha un significato, mentre una manifestazione nei confronti della Camera fatta da un membro del Governo risulta a noi del tutto inaccettabile. Noi riteniamo che questa sua censura sia preliminare alla possibilità di proseguire ordinatamente i lavori, come noi stiamo cercando di fare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. La ringrazio e ringrazio tutti gli intervenuti, però non posso che confermare l'orientamento già espresso. I questori svolgeranno un'istruttoria e l'Ufficio di Presidenza sarà convocato per compiere una valutazione e prendere le misure che l'Ufficio di Presidenza stesso, nel suo complesso, riterrà di adottare.
L'argomento è concluso e possiamo tornare alle votazioni.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alemanno n. 9/1746-bis/281, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 264).
Passiamo all'ordine del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, noi non riusciamo a capire il parere contrario del Governo su questo ordine del giorno... Vedo che la maggioranza è molto distratta. Evidentemente, in qualche modo, vogliono continuare a interferire, oppure stanno valutando se seguire o meno l'invito fatto dal sottosegretario Cento.
L'ordine del giorno che abbiamo proposto riguarda interventi di sicurezza nelle grandi città e il dispositivo reca un invito al Governo a prevedere che una quota non inferiore al 10 per cento delle somme destinate a questo obiettivo, ossia la sicurezza nelle città, sia destinata, da una parte, ai miglioramenti retributivi delle Forze dell'ordine e, dall'altra, ad individuare e assicurare strumenti tecnologici da porre a disposizione delle Forze dell'ordine per elevarne le possibilità di contrasto della criminalità e garantire più sicurezza alle città.
Fino a che non si sono verificati in quest'aula gli atteggiamenti che abbiamo visto poc'anzi, ci domandavamo perché il Governo non volesse assumere questo impegno. Poi abbiamo capito e abbiamo inteso finalmente qual è la verità: i pareri espressi dal Governo sono stati resi sotto l'effetto di allucinogeni. L'invito di Cento è stato seguito: questo è un Governo che si fa le canne (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 294).Pag. 112
Prendo atto che i deputati Borghesi e Leoluca Orlando non sono riusciti a votare.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283.
GASPARE GIUDICE. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, velocemente, considerata l'ora tarda, potremmo anche (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi, non mi pare sia utile...!
GASPARE GIUDICE. Considerato l'orario, signor Presidente, mi sembra giusto, prima che si voti l'ordine del giorno, ricordare che, con il suo parere contrario, il Governo sta chiudendo la porta alla fiscalità di vantaggio (come dice l'ordine del giorno, compatibilmente con le disposizioni comunitarie) per la Sicilia e per le regioni di cui all'obiettivo 1.
Credo che l'argomento sia importante. Peraltro, esso è stato trattato anche da voi in campagna elettorale. Mi sembrava corretto, prima di procedere alla votazione, portare a conoscenza dei colleghi cosa sta respingendo il Governo.
GIOVANNI RICEVUTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RICEVUTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per dichiarare che aggiungo la mia firma all'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 517
Votanti 498
Astenuti 19
Maggioranza 250
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/1746-bis/284, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 297).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Aprea n. 9 /1746-bis/285, non accettato dal Governo.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA. Signor Presidente, non accettando il mio ordine del giorno, il Presidente Prodi, il ministro Fioroni ed il Governo dell'Unione confermano un pregiudizio (che è pesante, Presidente Prodi): si studia per non lavorare di mani, e si lavora di mani soltanto se non si riesce a studiare.Pag. 113
Infatti, abbiamo chiesto di riconoscere i percorsi di istruzione e formazione professionale all'interno dell'obbligo di istruzione. Cosa riproponete voi, invece? Schemi gentiliani, schemi di riforma della scuola secondaria che, niente di meno, risalgono al Governo Andreotti del 1978, alla cultura degli anni Settanta, come se da allora non fosse cambiato nulla. Al contrario, il diritto-dovere introdotto dalla nostra riforma, dalla riforma del Governo Berlusconi, tentava di tenere conto delle nuove sfide. Per questo, avevamo assicurato flessibilità, differenziazione e percorsi educativi, avevamo riconosciuto pari dignità ai percorsi liceali di istruzione e formazione professionale, avevamo introdotto l'alternanza scuola-lavoro ed il nuovo apprendistato. Voi, invece, riproponete un mero prolungamento della scuola media nel biennio. Tutto questo non aiuterà quei ragazzi che sono abituati ad individuare in linea pratica una strada per il loro futuro (come quei 140 mila giovani che, attraverso i percorsi triennali regionali, hanno conseguito qualifiche professionali immediatamente spendibili).
In realtà, la definizione per legge - per legge - di un tempo uguale per tutti (16 anni), nel quale i giovani devono scegliere la costruzione del loro futuro, non consentirà di combattere la dispersione scolastica, né di offrire concrete possibilità tra scelte diverse ma di pari dignità, e neppure di collegare l'offerta ai bisogni territoriali ed al mercato del lavoro. Dopo i 16 anni, con la nuova norma di questo Governo, avremo, allora sì, da una parte, i destinati al lavoro (peraltro, senza qualifiche professionali) e, dall'altra, i destinati allo studio, con una forbice che anziché restringersi, come proponeva la riforma del Governo Berlusconi, si allargherà ancora di più. Cosa potranno spendere, Presidente Prodi, i ragazzi che rimarranno a scuola fino a 16 anni senza alcun riconoscimento?
Allora, io oggi vi dico: vi state assumendo queste responsabilità - domani risponderete dei destini di questi giovani - perché l'ideologia prevale sulla realtà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di apporre la mia firma all'ordine del giorno Aprea n. 9/1746-bis/285.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aprea n. 9/1746-bis/285, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 506
Astenuti 7
Maggioranza 254
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 289).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Armosino n. 9/1746-bis/286, accettato limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto, altresì, che presentatori dell'ordine del giorno Azzolini n. 9/1746-bis/287, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Azzolini n. 9/1746-bis/287, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 290).Pag. 114
Prendo atto che presentatori dell'ordine del giorno Baiamonte n. 9/1746-bis/288, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baiamonte. Ne ha facoltà.
GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, con l'ordine del giorno in esame si chiede al Governo di istituire un osservatorio nazionale per monitorare un problema molto serio.
Signori dell'Esecutivo, vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che si tratta di istituire un osservatorio nazionale sui contenziosi esistenti tra i cittadini, la classe medica e le strutture sanitarie. Siamo giunti, infatti, ad avere circa 45 mila contestazioni, e ciò sta diventando un problema molto serio nel paese.
Vorrei segnalare che l'altra sera, nel corso di una trasmissione televisiva cui era presente anche il ministro della salute, una cittadina ha contestato ai medici del reparto rianimazione dell'ospedale di Foggia (e, quindi, alla struttura stessa) di non averle permesso di stare vicino ad un proprio familiare, ricoverato in coma presso tale reparto.
Lo stesso ministro ha riconosciuto che, in realtà, oggi le strutture ospedaliere ed i reparti di rianimazione non sono concepiti in maniera da consentire tale possibilità: infatti, i parenti possono soltanto vedere i propri ammalati attraverso un vetro interposto tra la struttura e l'ambiente in cui si trovano i familiari stessi.
Signori, pensiamoci bene: si tratta di un problema molto serio che si sta verificando nel paese. Il Governo ha deciso di non accettare il mio ordine del giorno, ma io presterei una certa attenzione a tale questione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baiamonte n. 9/1746-bis/288, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 506
Votanti 503
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 290).
Prendo atto che presentatori dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/1746-bis/289, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'ordine del giorno in esame riguarda il tema dell'apprendistato. Sarebbe stato piuttosto interessante riuscire ad affrontare, nel corso l'esame di questo disegno di legge finanziaria, anche il tema del lavoro; purtroppo, per le ragioni che conosciamo (la posizione della questione di fiducia), non siamo riusciti a discutere neanche di questo aspetto.
È evidente che, sul tema del lavoro, esiste una forte spaccatura all'interno della maggioranza parlamentare. Infatti, quando i Cobas scendono in piazza, ed esponenti della maggioranza parlamentare e dello stesso Governo manifestano insieme a loro in un corteo in cui si espongono striscioni piuttosto antipatici contro il ministro del lavoro Damiano, definendolo «servo dei padroni», è ben chiaro che vi è una spaccatura sostanziale all'interno della maggioranza e che vi è un problema da affrontare. Ciò dovrebbe avvenire nell'ambito di un dibattito parlamentare serio e sereno, ma anche molto rigoroso.
È altresì evidente che esiste una parte della maggioranza che, legittimamente, ha condotto una campagna elettorale all'insegna dell'abrogazione della legge Biagi. Vi è un'altra parte della stessa maggioranza che, al contrario, cerca un po' di difendere le posizioni del ministro Damiano, affermando che tale legge deve essere superata. Pag. 115Vi è, infine, una parte consistente del Parlamento - metà del paese, ma in questo momento è probabilmente di più! - che crede che la legge Biagi vada difesa, che si debba continuare ad applicarla e che debba essere completata.
In questo senso, credo che, da tale punto di vista, il «salto» della discussione del tema del lavoro sia qualcosa che mortifica molto il Parlamento, in tutte le sue componenti. In questo ordine del giorno abbiamo creduto che fosse importante porre l'attenzione sul tema dell'apprendistato. Il Governo ha inizialmente innalzato indiscriminatamente i contributi per l'apprendistato, rendendo meno conveniente questa forma di accesso al lavoro e sappiamo, statisticamente, che questa formula introduce facilmente le nuove generazioni, i giovani, nel mondo del lavoro. Vi è stato un ripensamento, almeno parziale, del Governo da questo punto di vista, perché è stata introdotta una soglia di dieci dipendenti, al di sotto della quale tali aumenti contributivi vengono, in qualche modo, ridotti e rimodulati. Questo ordine del giorno, in maniera molto sensata, chiedeva di continuare a rendere conveniente per i datori di lavoro l'apprendistato, che è utile per la collocazione professionale dei giovani.
La mancata accettazione del Governo non è rivolta solo a non recepire questo ordine del giorno, ma a non voler discutere del tema del lavoro, e credo che un Parlamento, in un momento del genere, in questo paese, abbia invece tutto il diritto di discutere di questo argomento. Abbiamo capito che da questo tema rifuggite. Abbiamo capito che il ministro è in una posizione molto scomoda e che vi è una parte della maggioranza che rivendica una posizione diversa da quella, ambigua, che il Governo sta assumendo. Su questo aspetto sarebbe opportuno confrontarsi.
Per questo motivo, credo sarebbe stato più opportuno accettare questo ordine del giorno ed affrontare una discussione seria in un Parlamento che, signor Presidente, ha tutto il diritto di continuare a discutere e di non accettare scelte prepotenti da parte di un Governo che non ha ancora le idee chiare su di una materia così importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/1746-bis/289, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 284).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Biancofiore n. 9/1746-bis/291, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, chiedo al Governo di riconsiderare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/291, per la fin troppo evidente motivazione che o il Governo non lo ha letto bene o è palesemente votato a votare contro se stesso, ad esprimere un parere contro se stesso, in quanto è fin troppo chiaro che le prefetture sono espressioni del Governo, sono rappresentanze del Governo. In questo momento, il commissariato del governo, prefettura di Bolzano, non è altro che la vostra espressione, l'espressione del Governo attuale, nella provincia autonoma di Bolzano. Il commissariato del governo di Bolzano, la prefettura di Bolzano è tanto più importante in quanto è di raccordo tra tutte le comunità locali, che sono comunità Pag. 116- purtroppo - divise etnicamente, e lo Stato centrale si deve rendere tutore di tutte le comunità ivi residenti e fare da collante, anche in base a quell'interesse nazionale che soprattutto chi è al Governo dovrebbe, in ogni modo, garantire. Altrimenti, vi renderete artefici di sposare la soppressione di una prefettura, soppressione voluta da un partito dell'estrema destra tedesca che si rifà ad Jorge Haider e che è votato dalla stragrande maggioranza del consiglio della provincia autonoma di Bolzano, che è a maggioranza assoluta di lingua tedesca.
Non credo che questo Governo non voglia accettare questo ordine giorno, perché veramente sarebbe votare anche contro lo stesso criterio introdotto dall'articolo 33 dell'ex disegno di legge finanziaria, ora rivisto al comma 35, mi sembra, dell'attuale maxiemendamento, che introduce proprio come criterio valutativo per l'eventuale soppressione delle prefetture quello della base territoriale in cui sono presenti aree territoriali etnico-linguistiche. Ed allora, veramente, chiedo al Governo di riconsiderare quest'ordine del giorno, volendolo accettare, in favore del mantenimento della prefettura di Bolzano. Viceversa, vi renderete rei di sbattere la porta in faccia a poco più di centomila abitanti di lingua italiana, che appartengono alla stessa etnia della quale dovreste far parte anche voi, ossia al popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, volevo solo precisare il parere del Governo relativamente all'ordine del giorno precedente, Bernardo n. 9/1746-bis/290. Il Governo accetta tale ordine del giorno limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. Chiedo, allora, al deputato Bernardo se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/290.
MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, a questo punto insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardo n. 9/1746-bis/290, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Biancofiore n. 9/1746-bis/291, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 511
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 307).Pag. 117
Il deputato Bono ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, noto una certa confusione nella gestione dei lavori. Avevamo ascoltato l'intervento della collega Biancofiore sull'ordine del giorno a sua firma n. 9/1746-bis/291. Poi, ad un tratto, non si è capito perché, si è alzato il sottosegretario Sartor, come fosse stato ispirato da qualche richiamo ancestrale e ci ha detto che il parere...
PRESIDENTE. Poteva rifiutare in precedenza questa prassi.
NICOLA BONO. Lei, Presidente, ha messo in votazione l'ordine del giorno...
PRESIDENTE. Lei muove un rilievo ed io l'ascolto, ma poteva presentarlo in corso d'opera...
NICOLA BONO. Lei mi deve fare parlare!
PRESIDENTE. ...e non l'ha fatto.
Abbiamo proceduto d'intesa senza alcuna contestazione.
Chiedo alla presentatrice, deputata Bocciardo, se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/292, non accettato dal Governo.
MARIELLA BOCCIARDO. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIELLA BOCCIARDO. Signor Presidente, signori del Governo, chiedo che l'ordine del giorno a mia firma sia riconsiderato, in quanto si pone l'obiettivo di fornire un servizio di qualità al sempre più crescente numero di cittadini non autosufficienti ed alle loro famiglie. Un servizio di qualità presuppone fondi adeguati e non una tantum. La lotta alla disabilità deve essere un problema prioritario.
Per questa ragione, l'ordine del giorno impegna, o meglio avrebbe impegnato, il Governo ad istituire un'assicurazione obbligatoria a carico dei redditi più alti, che finanziasse permanentemente il fondo per la non autosufficienza. Vorrei ricordare che, in Italia, la non autosufficienza coinvolge ormai 2 milioni 600 mila persone e il 5 per cento della popolazione italiana è colpito da almeno una disabilità.
Mi aspetto, quindi, che il mio ordine del giorno risvegli le vostre coscienze e la vostra sensibilità, visto che tanto predicate di volere aiutare i più deboli e poi, alla resa dei conti, vi tirate indietro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bocciardo n. 9/1746-bis/292, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 502
Astenuti 7
Maggioranza 252
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 288).
Prendo atto che il deputato Pini non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo, altresì, atto che la deputata Boniver accetta la riformulazione proposta dal Governo del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/293 e non insiste per la votazione.
Chiedo al presentatore, deputato Boscetto, se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9 /1746-bis/294, non accettato dal Governo.
GABRIELE BOSCETTO. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
Pag. 118PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, chiedo al Governo di riconsiderare il parere espresso, ed eventualmente, all'Assemblea, di votare a favore del mio ordine del giorno.
Questa norma, introdotta nel testo base del provvedimento e, poi, ripresa al comma 364 del maxiemendamento, recita che al sindaco, al presidente della provincia, nonché agli assessori e ai consiglieri comunali e provinciali è vietato ricoprire incarichi di tutti i tipi, anche professionali, ed assumere consulenze di tutti i tipi presso enti e istituzioni dipendenti o, comunque, sottoposti al controllo e alla vigilanza dei relativi comuni e province. Fin qui la norma potrebbe andar bene, perché esiste una logica. Ma, poi, si aggiunge: nonché di altri enti territoriali. Ciò vuol dire che i consiglieri comunali e provinciali, gli assessori, i sindaci e i presidenti di provincia, se vogliono fare i consulenti o assumere incarichi, anche professionali, in enti e istituzioni sottoposti ad altri enti territoriali in tutta Italia non possono farlo!
Con ciò si va a ledere la libertà professionale, nonché la possibilità di candidarsi e, quindi, la libertà di elettorato attivo. Questa norma è irrazionale, è fortemente contraria all'articolo 3 della Costituzione sull'eguaglianza dei cittadini in termini di irrazionalità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo)! Come vi è venuto in mente di creare un divieto di questo genere, che tocca tutti gli amministratori di centrodestra e di centrosinistra? Dovete spiegarci perché avete fatto carne di porco in materia di regolamentazione degli enti locali (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! Voi avete fatto carne di porco anche in materia di regolamentazione delle istituzioni! Avete ripreso quella norma che in Commissione affari costituzionali all'unanimità avevamo deciso di sopprimere: quella che vuole togliere di mezzo le piccole prefetture.
PRESIDENTE. Per favore, non vengano gettati oggetti in aula!
Mi scusi, deputato Boscetto, si fermi un momento.
GABRIELE BOSCETTO. ...nelle province sotto i 200 mila abitanti, andando a portare via presidi insostituibili...
PRESIDENTE. Mi scusi, la sto fermando!
GABRIELE BOSCETTO. Presidente, lei mi deve consentire di terminare il mio ragionamento!
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, le sto dicendo che sto facendo un rilievo! E, certo, non c'è un grande ascolto!
GABRIELE BOSCETTO. Mi faccia il rilievo!
PRESIDENTE. Inviterei i deputati a tenere un comportamento corretto e a non costringere la Presidenza a svolgere nuovi interventi autoritativi. Il fatto che siamo riuniti in seduta notturna non deve pregiudicare la correttezza del rapporto in questa Assemblea. Francamente, stiamo un po' esagerando!
Prego, deputato Boscetto, prosegua.
GABRIELE BOSCETTO. Mi faccia il suo appunto, la prego.
PRESIDENTE. Dovrebbe aver sentito che l'ho fatto.
GABRIELE BOSCETTO. Non ho capito che appunto fosse. Lo ripeta, per cortesia.
PRESIDENTE. Ho svolto un rilievo ad alcuni deputati che, alle sue spalle, gettavano degli oggetti ed ho chiesto loro di tornare ad assumere un comportamento corretto. Non mi rivolgevo a lei, ma a chi compiva quegli atti.Pag. 119
Prego, deputato Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. Non ho gli occhi dietro le spalle, Presidente.
PRESIDENTE. Ma io li ho davanti!
GABRIELE BOSCETTO. Le chiedo scusa, Presidente.
Come dicevo, di fronte a tale norma che, inserendosi in un atteggiamento sbagliato nei confronti degli enti locali e delle istituzioni, è così irrazionale, non comprendo perché il Governo non muti il proprio parere.
Sugli enti locali e sulle istituzioni locali state dando luogo al secondo sciopero dei prefetti nella storia d'Italia! Il primo è stato proclamato sotto il Governo Prodi nel 1996 e il secondo sarà sotto questo Governo Prodi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
Se i prefetti scioperano, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona. Non potete togliere prefetture e questure dal nostro territorio! Saremo fortemente contrari a tutto questo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Applausi ironici dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. Dunque, prendo atto che l'onorevole Boscetto insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/ 1746-bis/294, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boscetto n. 9/ 1746-bis/294, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 515
Votanti 511
Astenuti 4
Maggioranza 256
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 310).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brancher n. 9/1746-bis/295, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brancher n. 9/1746-bis/295, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 522
Votanti 521
Astenuti 1
Maggioranza 261
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 297).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Bruno n. 9/1746-bis/296, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e Brusco n. 9/1746-bis/297 accettato con riformulazione, mentre i presentatori degli ordini del giorno Caligiuri n. 9/1746-bis/298 e Campa n. 9/1746-bis/299, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caligiuri n. 9/1746-bis/298, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 523
Votanti 506
Astenuti 17
Maggioranza 254
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 296).
Prendo atto che il deputato Piro non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Campa n. 9/1746-bis/299, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 300).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Carfagna n. 9/1746-bis/300, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e Carlucci n. 9/1746-bis/301 accettato come raccomandazione. Prendo atto altresì che i presentatori insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ceccacci Rubino n. 9/1746-bis/302, Ceroni n. 9/1746-bis/303 e Cesaro n. 9/1746-bis/304, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/1746-bis/302, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 523
Votanti 522
Astenuti 1
Maggioranza 262
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ceroni n. 9/1746-bis/303, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 301).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cesaro n. 9/1746-bis/304, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 521
Votanti 518
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 298).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Nicola Cosentino n. 9/1746-bis/305, accettato dal Governo con riformulazione del dispositivo, e Costa n. 9/1746-bis/306, accettato come raccomandazione, mentre i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Crimi n. 9/1746-bis/308.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crimi n. 9/1746-bis/308, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 219
Hanno votato no 294).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Della Vedova n. 9/1746-bis/310, accettato dal Governo per il solo secondo capoverso del dispositivo, Di Cagno n. 9/1746-bis/312, accettato dal Governo come raccomandazione nella prima parte del dispositivo, e Di Centa n. 9/1746-bis/313, accettato dal Governo con nuova riformulazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis/315.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis/315, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 295).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis/316, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, mentre i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis/317.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis/317, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 520
Votanti 519
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato sì 224
Hanno votato no 295).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis/318 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, mentre i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis/319.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis/319, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 516
Votanti 515
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 293).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giuseppe Fini. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FINI. Vorrei ricordare ai colleghi che sto parlando della modernizzazione della pesca e di un articolo che è stato abrogato, per cui oggi viene a mancare il canone ricognitorio, che è di grande pregiudizio per tutte le attività della pesca per le aree marine e lacustri, e quindi per Pag. 122i consorzi e per tutte le attività. Con i colleghi della Commissione agricoltura avevamo preparato e votato tutti assieme per questo problema. Vedo che l'ordine del giorno Zucchi n. 9/1746-bis/80 è stato accettato, mentre il mio ordine del gioco non è stato accettato (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)... La pesca non è né di centrodestra né di centrosinistra! La verità è, che poiché sono di centrodestra, questo Governo non accetta il mio ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320.
GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Anch'io chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320 ed anch'io desidero sottolineare che il Governo ha usato due pesi e due misure, visto che ha accettato un altro ordine del giorno sulla stessa materia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 507
Votanti 497
Astenuti 10
Maggioranza 249
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 279).
Chiedo al deputato Fitto se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/321, non accettato dal Governo.
RAFFAELE FITTO. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE FITTO. Il sottosegretario Sartor, nell'esprimere il parere sull'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61, che poi è stato ritirato e che sostanzialmente poneva il problema del ripristino delle risorse sul fondo per le aree sottoutilizzate, lo aveva accettato. Ora, poiché abbiamo un gruppo di parlamentari che sottoscrivono un ordine del giorno consapevoli della situazione e poiché abbiamo un maxiemendamento che ripristinerebbe queste risorse dopo il 2010, penso che, al di là delle polemiche e delle contrapposizioni, anche un accoglimento come raccomandazione, per trovare serenamente un luogo e un momento nel quale riflettere su un drastico taglio delle risorse nell'ambito del fondo per le aree sottoutilizzate, non sarebbe, alle 2,30 di notte, un fatto molto grave.
Sarebbe piuttosto un fatto di buonsenso, che consentirebbe anche per l'iter futuro della legge finanziaria di poter individuare, mi auguro in termini costruttivi, da parte di questo Governo un luogo e un momento per ricomporre una situazione, che ha visto una legge finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri con oltre 5 miliardi di euro assegnati a questo fondo e che al momento vede circa 4 miliardi di euro sullo stesso capitolo.
Evidentemente, qualcosa non ha funzionato e quindi occorre fare qualcosa. Lo dico soprattutto a quei colleghi del Mezzogiorno d'Italia che mi auguro possano comprendere, al di là degli schieramenti, il rilievo della questione e possano spendere una parola inserendosi in questo dibattito, Pag. 123ed augurandomi che il Governo possa recepire questa richiesta. Dire «no» a questa semplice richiesta penso sia un «no» preconcetto, che sinceramente non comprendo e che non ha motivo di esistere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iannuzzi. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI. Signor Presidente, vorrei rassicurare il collega Fitto di come sia strumentale e infondata la sua posizione. Noi abbiamo presentato un ordine del giorno prima della formalizzazione del maxiemendamento. La disamina del maxiemendamento evidenzia che il fondo FAS nell'arco temporale di riferimento non soltanto è stato ripristinato nella sua integrità, ma addirittura è stato incrementato (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania), passando, colleghi, da 73 miliardi a 74 miliardi di euro. Un miliardo di euro in più!
Vogliamo anche precisare, signor Presidente, che per la modulazione nel 2007 e negli anni successivi il Governo Prodi, a differenza del Governo Berlusconi, ha assicurato la copertura integrale del cofinanziamento statale dei fondi europei, non per 200 milioni, ma per 4,2 miliardi di euro (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)! Voi avevate messo nel 2007 appena circa 6 miliardi di euro. Noi, tra fondo FAS e cofinanziamento statale dei fondi europei, abbiamo stanziato nel 2007 8 miliardi e mezzo di euro, e in più i 500 milioni di euro fuori fondo FAS per la Salerno-Reggio Calabria!
Rispondiamo, come parlamentari meridionali del centrosinistra, con le cifre, con i fatti e con gli impegni precisi, non con le polemiche vuote e strumentali (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Applausi ironici di deputati del gruppo Forza Italia)!
CARMINE SANTO PATARINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, intendo aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fitto n. 9/1746-bis/321.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fitto n. 9/1746-bis/321, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Franzoso n. 9/1746-bis/323, accolto dal Governo come raccomandazione, non insiste per la votazione e che i presentatori dell'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/1746-bis/324, accolto come raccomandazione dal Governo nel testo riformulato limitatamente alla parte dispositiva, non insistono per la votazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Galli n. 9/1746-bis/325, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto, inoltre, che i presentatori dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis/326, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.Pag. 124
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis/326, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 500
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 288).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Gardini n. 9/1746-bis/327 e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328, accolto dal Governo come raccomandazione.
MARIASTELLA GELMINI. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 514
Votanti 508
Astenuti 6
Maggioranza 255
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 285).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Germanà n. 9/1746-bis/329, non accettato dal Governo.
BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, il mio ordine del giorno riguarda l'occupazione dei giovani. Vorrei far notare al Presidente del Consiglio dei ministri - abbiamo il piacere di constatare la sua presenza in questa Assemblea - che i vincitori di concorso, cioè coloro i quali hanno compiuto sacrifici e le cui famiglie si sono impegnate economicamente, non beneficeranno di una riserva di posti negli enti locali.
Debbo aggiungere, signor Presidente, che poc'anzi ho incontrato, fuori da quest'aula, un elettore di mio padre, con la sua famiglia, il quale mi chiedeva come mai presentassi un ordine del giorno a un Governo che è a termine e che valore avesse un ordine del giorno approvato da un Governo che sta per terminare la sua attività. Perciò, signor Presidente, intendo ritirare il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giro n. 9/1746-bis/331, non accettato dal Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giro n. 9/1746-bis/331, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 289).Pag. 125
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Giudice n. 9/1746-bis/332 accettano la riformulazione in conformità dell'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85 e non insistono per la votazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis/333, non accettato dal Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis/333, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 507
Votanti 506
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 291).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Jannone n. 9/1746-bis/334, non accettato dal Governo.
GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, abbiamo ascoltato alcune dichiarazioni del Presidente del Consiglio Prodi e del Vicepresidente del Consiglio Rutelli, e le improvvide dichiarazioni del ministro Bianchi, rese, peraltro, a borsa aperta, facendo crollare il titolo Alitalia. Tali dichiarazioni erano volte alla salvaguardia e al salvataggio di Alitalia. Chiedo come possano conciliarsi tali dichiarazioni con la non accettazione di un ordine del giorno che null'altro si propone se non migliorare il sistema viabilistico e strutturale lombardo e italiano, in generale. Mi permetto, signor Presidente, di farle rilevare come, a più riprese durante il dibattito, le abbiamo chiesto che nei momenti significativi del dibattito sul disegno di legge finanziaria fossero presenti i ministri competenti.
Oggi che si parla solamente di atti di indirizzo - quindi, con un significato politico relativo - abbiamo presenti il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio, nonché una schiera di ministri. Tutto questo suona davvero anomalo e costituisce un precedente che quest'aula non ha mai visto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Jannone n. 9/1746-bis/334, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia n. 9/1746-bis/335, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 291).
Chiedo al deputato Lainati se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/336.
GIORGIO LAINATI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare.
Pag. 126PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LAINATI. Signor Presidente, il signor Vicepresidente del Consiglio ricorderà che, in occasione di una sua recente audizione in Commissione cultura, mi sono permesso di ricordare che un anno fa ci fu una curiosa manifestazione davanti a Palazzo Chigi. Chiamaste moltissimi protagonisti del mondo della cinematografia e della televisione con delle caratteristiche molto curiose. Innanzitutto, nella maggior parte dei casi erano dipendenti di Canale 5, Italia 1 e Retequattro che manifestavano contro il Governo Berlusconi perché ritenevano ingiusti i tagli al fondo dello spettacolo. La seconda caratteristica, ma questo riguarda più il viceministro dell'economia, è che tutti costoro erano, sono e presumo che continueranno ad essere dei multimiliardari, grazie proprio ai contratti pluridecennali che hanno con Canale 5, Italia 1 e Retequattro, oltre che con la RAI.
Avrei quindi preferito che il signor sottosegretario per l'economia avesse accettato questo ordine del giorno, tenendo conto che avreste dimostrato così una certa attenzione ad un mondo che tradizionalmente è dalla vostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lainati n. 9/1746-bis/336, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 493
Astenuti 8
Maggioranza 247
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 280).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Lazzari n. 9/1746-bis/337, accolto come raccomandazione esclusa l'ultima parte, Lenna n. 9/1746-bis/338 e Marinello n. 9/1746-bis/339, accettato nel dispositivo.
Chiedo al deputato Marras se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/340.
GIOVANNI MARRAS. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Visto l'articolo 102 della finanziaria, con questo ordine del giorno pensavo, insieme ad altri colleghi, di poter modificare una condizione che sarà molto grave, cioè la Sardegna si troverà a dover pagare il 100 per cento del sistema sanitario. Quindi, credo che dal mese di gennaio dovrà essere interamente pagato ed anticipato dalla regione Sardegna un sistema sanitario che oggi costa oltre il 55 per cento del bilancio regionale. Naturalmente, il Governo in questo caso parla di compensazioni, che per la precisione arriveranno dal 2010, un po' come i soldi per le aree sottoutilizzate. Sempre dal 2010 inizierete quindi a pagare, quando non ci sarete più voi, non ci sarà più il governatore Soru in Sardegna, grazie a Dio, sperando di liberarci di queste due situazioni.
Di conseguenza, credo che sarebbe stato almeno un atto di intelligenza non dico accoglierlo come raccomandazione perché avrei, comunque, chiesto il voto e non mi interessava, ma sono realmente curioso di vedere intanto come voteranno i sardi. Infatti, torneremo sicuramente su questo argomento in quest'aula, discuteremo e affronteremo la questione quando non ci saranno gli stipendi per il personale sanitario e paramedico, cioè nel mese di gennaio che ormai è prossimo. Spero che il Governo possa ravvedersi, ma non credo proprio che lo farà.
Auspico che almeno nell'aula del Senato il Governo manifesterà l'intenzione di cambiare, anche se la speranza è minima. Infatti, in questa serata l'andamento è tale Pag. 127che si accettano gli ordini del giorno per poi non tenerne conto. In ogni caso, si accettano solo quelli che non fanno danni e che non muovono nulla. Avanzo quindi la richiesta che il Governo riveda il suo parere. Signor Presidente, vorrei in proposito una risposta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis/340, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 481
Astenuti 17
Maggioranza 241
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 287).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Martusciello n. 9/1746-bis/341 e Milanato n. 9/1746-bis/343, accettati dal Governo limitatamente alla parte dispositiva.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Minardo n. 9/1746-bis/344, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Minardo n. 9/1746-bis/344, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 482
Astenuti 17
Maggioranza 242
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 287).
Prendo atto che presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mistrello Destro n. 9/1746-bis/345, accettato dal Governo limitatamente alla parte dispositiva.
Prendo atto che presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis/346, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis/346, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 482
Astenuti 17
Maggioranza 242
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 285).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mondello n. 9/1746-bis/347 e Mormino n. 9/1746-bis/348, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Moroni n. 9/1746-bis/349 e Nan n. 9/1746-bis/350, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Moroni n. 9/1746-bis/349, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 506
Votanti 503
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 286).Pag. 128
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan n. 9/1746-bis/350, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 287).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Palumbo n. 9/1746-bis/352 e Paniz n. 9/1746-bis/353, accolti come raccomandazione dal Governo limitatamente alla parte dispositiva.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Paroli n. 9/1746-bis/354 e Pelino n. 9/1746-bis/356, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paroli n. 9/1746-bis/354, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pelino n. 9/1746-bis/356, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 513
Votanti 512
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 290).
Prendo atto che non sono presenti in aula i presentatori dell'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/1746-bis/357, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro.
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, lei può non mettere ai voti l'ordine del giorno in oggetto perché il primo firmatario è assente, ma non certo perché vi è un invito al ritiro da parte del Governo.
PRESIDENTE. Mi scusi, non ho sentito.
ELIO VITO. Lei può non mettere ai voti l'ordine del giorno perché il primo firmatario è assente, ma non certo perché vi è un invito al ritiro da parte del Governo. Il Governo può accettare o meno gli ordini del giorno, ma non invitare i deputati ad uscire o a ritirarli. Deve dare il proprio parere, non il nostro.
PRESIDENTE. Il Governo aveva invitato a ritirare l'ordine del giorno. Pertanto, mi sono rivolto al primo firmatario.
ELIO VITO. Esatto, non è presente il primo firmatario...
PRESIDENTE. E quindi si intende che acceda all'invito al ritiro!
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pescante n. 9/1746-bis/358, non accettato dal Governo.
MARIO PESCANTE. Signor Presidente, vorrei invitare il Governo ad un ripensamento sul parere espresso su questo ordine del giorno, che aveva l'unico obiettivo di impegnare il Governo di centrosinistra a proseguire l'azione già intrapresa dal Governo Berlusconi (in ciò non vi è nulla di politicamente scorretto) a sostegno del mondo dell'associazionismo dilettantistico di base no-profit. Nella precedente legislatura abbiamo previsto agevolazioni fiscali, contabili ed incentivi per gli sponsor. Si è trattato di un provvedimento che il mondo dello sport ha definito storico! Ebbene, di fronte ad un ordine del giorno che impegna anche questo Governo a proseguire in quell'azione, c'è stata una risposta negativa incomprensibile. Eppure si tratta di un Governo molto attento, Presidente Prodi, alle problematiche dello sport professionistico, terribilmente attento se è vero che nei giorni a venire ci verrà addirittura proposta una delega al Governo per affrontare problematiche dello sport professionistico, quello miliardario.
Siete anche molto attenti, o forse molto presenti, nei confronti dello sport dilettantistico: lei, Presidente Prodi, e la ministra Melandri eravate presenti giorni fa alla premiazione al CONI di questi atleti: campioni del mondo, campioni olimpici che hanno dato lustro ed onorato il nostro paese. Eravate presenti e quindi, Presidente, lei sa meglio di me che questi atleti sono frutto dell'attività dello sport di base, non certo di quello professionistico. Ma c'è una cosa di più da dire: i meriti dello sport dilettantistico no-profit non sono solo di carattere agonistico! Esso svolge una funzione educativa e formativa per i nostri giovani, promuovendo i valori dello sport e sostituendosi spesso alla scuola o addirittura alla famiglia. Promuovendo lo sport, Presidente, forse si verrebbe incontro a tanti disagi delle fasce giovanili, ed anche in quest'Assemblea parleremmo molto meno di violenza, di droga o di uno spinello in più o in meno.
Bene, queste società dilettantistiche, Presidente, hanno ottenuto il parere contrario del Governo sulla possibilità di proseguire un'azione che avevamo già iniziato e che stava dando i primi frutti. Insisto pertanto per la votazione dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pescante n. 9/1746-bis/358, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 481
Astenuti 8
Maggioranza 241
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 261).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Picchi n. 9/1746-bis/359, accettato dal Governo, limitatamente al dispositivo.
GUGLIELMO PICCHI. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo non accetta l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Picchi n. 9/1746-bis/359, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 282).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ravetto n. 9/1746-bis/362, accolto come raccomandazione.
Prendo invece atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rivolta n. 9/1746-bis/363, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rivolta n. 9/1746-bis/363, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 216
Hanno votato no 285).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ricevuto n. 9/1746-bis/364, nel testo corretto, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e Romagnoli n. 9/1746-bis/365, così come riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366, accolto come raccomandazione dal Governo.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, volevo che fosse ribadito a tutta l'Assemblea che si trattava di un sì del Governo come raccomandazione. Questo ordine del giorno riguarda il sostegno agli imprenditori agricoli che, in grande difficoltà, in questo periodo non riescono ad inserire il prodotto agroalimentare nei mercati esteri.
Immagino, in questo momento, che gli agricoltori italiani non abbiano bisogno di raccomandazioni, bensì di dati concreti, e il Governo lo sa. Il Presidente del Consiglio, onorevole Prodi, che tanto si è vantato di essere assimilato all'Unione europea, in realtà sta dimostrando che non sa fare neanche la politica della più elementare esportazione del mondo agricolo. Gli agricoltori (mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza) in questo momento non hanno bisogno di raccomandazioni, ma di risposte concrete. Non si tratta di grandi cifre, ma di un segnale importante per l'esportazione dei nostri prodotti agroalimentari.
Signor Presidente, insisto dunque per la votazione del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 485
Astenuti 6
Maggioranza 243
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 288).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Luciano Rossi n. 9/1746-bis/367 e Paolo Russo n. 9/1746-bis/368, non accettati dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/1746-bis/367, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1746-bis/368, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 280).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis/369, accolto come raccomandazione dal Governo, limitatamente al dispositivo.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, chiedo al rappresentante del Governo di rivedere il proprio parere. Credo vi sia stata una erronea valutazione: l'impegno previsto, infatti, è praticamente simile a quello presente nell'ordine del giorno Bressa n. 9/1746-bis/181, già accolto dal Governo. L'aula si troverebbe a votare contro un medesimo impegno già accettato dal Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis/369.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Simeoni n. 9/1746-bis/370, Stagno D'Alcontres n. 9/1746-bis/371, Testoni n. 9/1746-bis/373, Tondo n. 9/1746-bis/374 e Tortoli n. 9/1746-bis/375, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simeoni n. 9/1746-bis/370, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stagno D'Alcontres n. 9/1746-bis/371, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 489
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 283).Pag. 132
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Testoni n. 9/1746-bis/373, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tondo n. 9/1746-bis/374, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tortoli n. 9/1746-bis/375, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 254).
Prendo atto che il deputato Borghesi non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376, accolto come raccomandazione dal Governo.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, il Governo è, forse, in difetto d'informazione, perché il mio ordine del giorno non fa altro che riproporre quanto sottoscritto dal ministro Bianchi con le associazioni degli autotrasportatori. Chiedo quindi al Governo di rivedere la sua posizione accettando il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ribadisco che il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376; qualora si insista per la votazione, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/376, accolto come raccomandazione dal Governo.
PAOLO UGGÈ. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Velo avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Pag. 133
Prendo atto che i deputati Valducci e Verdini non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, rispettivamente n. 9/1746-bis/377 e n. 9/1746-bis/378, che il Governo ha accettato limitatamente al dispositivo.
Ho un'incertezza, quindi chiedo al Governo se conferma di non avere accettato l'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esattamente. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Vito n. 9/1746-bis/379.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379, non accettato dal Governo.
ELIO VITO. Signor Presidente, sono confortato dalla sua incertezza poiché io, invece, non ne ho. La ragione è molto semplice; infatti l'ordine del giorno, se ella lo ha esaminato, propone al Governo di cambiare radicalmente la sua politica finanziaria.
Ci troviamo di fronte ad una legge finanziaria, quella del Governo Prodi, che prevede controlli opprimenti ed esasperanti nei confronti dei cittadini e delle imprese. Una concezione del fisco che va ben al di là di quella che può essere accettata da una moderna democrazia. Ciò, a fronte di entrate straordinarie, equivalenti a 12 miliardi di euro, raccolti da questo paese grazie all'ultima finanziaria del Governo Berlusconi.
Quindi, il mio ordine del giorno vuole esprimere una preoccupazione. Al Vicepresidente del Consiglio Rutelli, che continua a mandare, forse a Giachetti, degli sms, il discorso non interessa. Vi è un Presidente del Consiglio ridanciano ed un paese preoccupato anche per le manifestazioni che vi sono state (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
Signor Presidente, forse dovrebbe richiamare anche qualche membro del Governo, oltreché qualche membro del Parlamento, per gli atteggiamenti irriguardosi nei nostri confronti.
PRESIDENTE. Lei sa bene che io sono alle spalle della compagine governativa.
ELIO VITO. No, signor Presidente, lei è al di sopra della compagine governativa, o dovrebbe esserlo.
In questa distratta ed ilare atmosfera - a mio giudizio ingiustificata, se non addirittura provocatoria - non ci si rende conto che se le politiche fiscali del Governo Berlusconi hanno prodotto entrate così straordinarie (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)... Dodici miliardi di euro di entrate!
PRESIDENTE. Vi prego di lasciar proseguire il deputato Elio Vito.
ELIO VITO. Come dicevo, voler cambiare tali politiche fiscali in maniera così radicale ed intollerabile per i nostri cittadini e per le nostre imprese, porterà sicuramente dei danni all'economia italiana. Per questo insisto per la votazione del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franzoso. Ne ha facoltà.
PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno presentato dall'onorevole Elio Vito.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 489
Astenuti 4
Maggioranza 245
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 287).Pag. 134
Chiedo al deputato Zanetta se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/380, non accettato dal Governo.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, credo vi sia stata una sottovalutazione del Governo su questo ordine del giorno, quindi chiedo che venga rivisto il parere. Si tratta di considerare un adeguamento del fondo per la montagna, che è passato dai 20 milioni di euro dello scorso anno ai 25 milioni di euro di quest'anno; in ogni caso, si tratta sempre di poca cosa.
Infatti, il mio ordine del giorno prefigura un risultato fino a 65 milioni di euro. Credo che valga la pena dire queste cose, anche perché non so come si presenterà il Governo alla convention sugli stati generali della montagna (convocata a Torino per lunedì), nella quale si dirà che in questa finanziaria c'è veramente poca cosa per la montagna!
Credo allora sia utile ricordare al Presidente Prodi che dieci milioni di montanari hanno ricevuto la sua lettera in campagna elettorale che, nelle conclusioni, recitava quanto segue: questa doverosa restituzione avverrà attraverso un incremento del Fondo nazionale per la montagna per il quale predisporremo meccanismi automatici di alimentazioni che garantiscano continuità di risorse, sottraendo alla contrattazione politica la determinazione dei contributi. Introdurremo, inoltre, sgravi fiscali che compensino i maggiori oneri che devono affrontare gli imprenditori in zone montane e creeremo finalmente uguaglianza nell'erogazione dei servizi rispetto alla pianura. Il 9 e 10 aprile votare l'Ulivo significa
j far cominciare la primavera italiana anche in montagna (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Verdi). Se è così, credo che in montagna non comincerà mai la primavera!
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, chiedo che venga apposta la firma di tutti i colleghi del gruppo della Lega Nord Padania, oltre che la mia, sull'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis/380.
PRESIDENTE. Sta bene.
GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis/380.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis/380, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 280).
Prendo atto che l'onorevole Forlani avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zorzato n. 9/1746-bis/381, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 283).Pag. 135
Chiedo al deputato Lupi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/382, non accettato dal Governo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, credo, al di là della simpatia ...
PRESIDENTE. Eviterei segni scarsamente congrui con l'Assemblea!
MAURIZIO ENZO LUPI. Mi sembra che un segnale da parte della Camera dei deputati nella trasmissione del provvedimento al Senato sia importante in ordine ad una questione di cui ci è stato impossibile discutere, considerata la posizione della questione fiducia. Le norme sul TFR hanno previsto l'obbligatorietà del trasferimento per le imprese sopra i 50 dipendenti. Chiediamo un'attenzione particolare al Governo: nelle imprese sopra i 50 dipendenti vi è una tipologia di (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Per favore!
MAURIZIO ENZO LUPI. Mi dispiace, stiamo parlando di una cosa seria!
PRESIDENTE. È scarsamente elegante! Lo eviterei proprio!
MAURIZIO ENZO LUPI. Vi è una tipologia di imprese, che credo molti deputati conoscano, il no-profit, le cooperative di promozione sociale, tra i cui dipendenti figurano persone disabili. Per queste tipologie di imprese prevedere il trasferimento di TFR obbligatorio vorrebbe dire la chiusura di queste imprese.
In questo ordine del giorno si chiede un segnale di attenzione nel passaggio del testo al Senato, per verificare la possibilità per questa tipologia di imprese, vale a dire le cooperative di promozione sociale no-profit, che hanno assunto persone disabili, di non rientrare all'interno di questa normativa. Sono certo, Presidente e colleghi, che, se avessimo avuto la possibilità di discuterne, avremmo votato tutti in questa direzione, al di là del fatto che siamo di maggioranza o di opposizione.
Chiedo scusa per l'intervento ad un'ora tarda, ma credo che anche a quest'ora il Parlamento debba dare un segnale di attenzione che vada in una certa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la firma mia e dei componenti del mio gruppo all'ordine del giorno in oggetto sia per il merito sia per l'atteggiamento che si è avuto nei confronti delle argomentazioni dell'onorevole Lupi.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, non ripeto le argomentazioni del collega Lupi. Anch'io vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis/382.
LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, a titolo personale, non implicando il mio gruppo parlamentare, sottoscrivo quest'ordine del giorno sulle cooperative sociali.
RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Presidente, vorrei aggiungere anch'io la firma di tutto il gruppo di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Pag. 136Presidente, propongo la seguente riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis/382: dopo le parole «Impegna il Governo», aggiungere le seguenti: «a valutare l'opportunità» e segue il testo originario.
PRESIDENTE. Deputato Lupi, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/382?
MAURIZIO ENZO LUPI. Credo che questa riformulazione proposta dal Governo possa essere un utile segnale da parte del Parlamento anche nei confronti del passaggio al Senato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis/382 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 421
Astenuti 13
Maggioranza 211
Hanno votato sì 397
Hanno votato no 24).
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Buonfiglio n. 9/1746-bis/383 vorrei precisare che il Governo lo accetta limitatamente alla parte dispositiva.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione del loro ordine del giorno Grassi n. 9/1746-bis/384, non accettato dal Governo.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiedo al Governo la possibilità di riesaminare, come è accaduto in tanti altri casi, il parere negativo espresso sull'ordine del giorno Grassi n. 9/1746-bis/384 ed insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, accetto l'ordine del giorno con la seguente riformulazione: nella premessa, dopo «abbattimento delle tariffe per le prestazioni di laboratorio», cadono le parole successive, perché non sono più concordi con l'attuale dispositivo della legge finanziaria. Inoltre, nel dispositivo, nel secondo punto, dopo l'espressione «definire», cadono le parole «entro febbraio 2007».
Infine, al penultimo punto, dopo la parola «procedere» si sostituisca la parola: «introduzione» con la seguente: «rideterminazione». Con questa riformulazione, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno Bianchi n. 9/1746-bis/385.
DORINA BIANCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DORINA BIANCHI. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere il suo parere, in quanto in questa finanziaria è stato introdotto, per i farmaci senza obbligo di ricetta, un nuovo sistema virtuoso di formazione dei prezzi, che serve per Pag. 137aumentare la concorrenza tra gli operatori, al fine di garantire ai cittadini prezzi equi e corretti.
Il periodo transitorio che vogliamo diminuire non deve essere un ostacolo, ma significa venire incontro a un'idea del Governo.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Propongo la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire la parola: «anticipare» con la seguente: «riesaminare».
PRESIDENTE. Deputata Bianchi, accetta la riformulazione?
DORINA BIANCHI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Greco n. 9/1746-bis/386.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Greco n. 9/1746-bis/386 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Greco n. 9/1746-bis/386, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 420
Astenuti 5
Maggioranza 211
Hanno votato sì 150
Hanno votato no 270).
Deputato Romano, accede all'invito al ritiro formulato dal Governo sul suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/387?
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Sì, signor Presidente, e prendo atto dell'impegno del Governo, che va nel senso dell'ordine del giorno, che, tra l'altro, è interamente assorbito dall'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/1746-bis/361, accettato dal Governo.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Buontempo n. 9/1746-bis/388, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Il seguito del dibattito, per le dichiarazioni di voto e il voto finale del provvedimento, è rinviato alla seduta di domani.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Domenica 19 novembre 2006, alle 10:
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (1746-bis-A).
- Relatore: Ventura.
2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1013 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 settembre 2006, n. 259, recante disposizioni urgenti per il riordino della normativa in Pag. 138tema di intercettazioni telefoniche (Approvato dal Senato) (1838).
- Relatore: Gambescia.
3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (1747).
Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
- Relatore: Piro.
4. - Informativa urgente del Governo sull'adozione del decreto del Ministro della salute che ha innalzato il quantitativo massimo di cannabis detenibile per uso esclusivamente personale.
La seduta termina alle 3,10 del 19 novembre 2006.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | odg 9/1746/27 | 546 | 529 | 17 | 265 | 217 | 312 | 35 | Resp. |
2 | Nom. | odg 9/1746/33 | 538 | 534 | 4 | 268 | 227 | 307 | 34 | Resp. |
3 | Nom. | odg 9/1746/42 | 539 | 539 | 270 | 230 | 309 | 34 | Resp. | |
4 | Nom. | odg 9/1746/43 | 542 | 541 | 1 | 271 | 232 | 309 | 34 | Resp. |
5 | Nom. | odg 9/1746/44 | 543 | 542 | 1 | 272 | 231 | 311 | 34 | Resp. |
6 | Nom. | odg 9/1746/45 | 540 | 540 | 271 | 233 | 307 | 34 | Resp. | |
7 | Nom. | odg 9/1746/47 | 549 | 548 | 1 | 275 | 235 | 313 | 34 | Resp. |
8 | Nom. | odg 9/1746/59 | 542 | 542 | 272 | 228 | 314 | 34 | Resp. | |
9 | Nom. | odg 9/1746/60 | 535 | 535 | 268 | 225 | 310 | 34 | Resp. | |
10 | Nom. | odg 9/1746/91 | 542 | 538 | 4 | 270 | 226 | 312 | 34 | Resp. |
11 | Nom. | odg 9/1746/94 | 548 | 544 | 4 | 273 | 232 | 312 | 34 | Resp. |
12 | Nom. | odg 9/1746/96 | 545 | 538 | 7 | 270 | 229 | 309 | 33 | Resp. |
13 | Nom. | odg 9/1746/100 | 544 | 536 | 8 | 269 | 226 | 310 | 33 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | odg 9/1746/101 | 543 | 533 | 10 | 267 | 222 | 311 | 33 | Resp. |
15 | Nom. | odg 9/1746/106 | 537 | 521 | 16 | 261 | 239 | 282 | 34 | Resp. |
16 | Nom. | odg 9/1746/107 | 542 | 540 | 2 | 271 | 231 | 309 | 33 | Resp. |
17 | Nom. | odg 9/1746/112 | 541 | 538 | 3 | 270 | 229 | 309 | 33 | Resp. |
18 | Nom. | Votazione annullata | Annu. | |||||||
19 | Nom. | odg 9/1746/113 | 538 | 534 | 4 | 268 | 233 | 301 | 33 | Resp. |
20 | Nom. | odg 9/1746/115 | 535 | 530 | 5 | 266 | 216 | 314 | 34 | Resp. |
21 | Nom. | odg 9/1746/116 | 426 | 425 | 1 | 213 | 183 | 242 | 33 | Resp. |
22 | Nom. | odg 9/1746/118 | 532 | 510 | 22 | 256 | 203 | 307 | 34 | Resp. |
23 | Nom. | odg 9/1746/124 | 527 | 525 | 2 | 263 | 222 | 303 | 34 | Resp. |
24 | Nom. | odg 9/1746/128 | 539 | 536 | 3 | 269 | 227 | 309 | 34 | Resp. |
25 | Nom. | odg 9/1746/130 | 537 | 537 | 269 | 225 | 312 | 33 | Resp. | |
26 | Nom. | odg 9/1746/138 | 532 | 532 | 267 | 229 | 303 | 33 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | odg 9/1746/163 | 520 | 503 | 17 | 252 | 232 | 271 | 33 | Resp. |
28 | Nom. | odg 9/1746/164 | 536 | 534 | 2 | 268 | 229 | 305 | 33 | Resp. |
29 | Nom. | odg 9/1746/179 | 531 | 525 | 6 | 263 | 218 | 307 | 33 | Resp. |
30 | Nom. | odg 9/1746/180 | 532 | 530 | 2 | 266 | 227 | 303 | 33 | Resp. |
31 | Nom. | odg 9/1746/184 | 530 | 521 | 9 | 261 | 155 | 366 | 33 | Resp. |
32 | Nom. | odg 9/1746/214 | 528 | 527 | 1 | 264 | 221 | 306 | 33 | Resp. |
33 | Nom. | odg 9/1746/226 | 527 | 523 | 4 | 262 | 225 | 298 | 33 | Resp. |
34 | Nom. | odg 9/1746/229 | 519 | 517 | 2 | 259 | 214 | 303 | 33 | Resp. |
35 | Nom. | odg 9/1746/235 | 506 | 506 | 254 | 212 | 294 | 33 | Resp. | |
36 | Nom. | odg 9/1746/243 | 511 | 467 | 44 | 234 | 428 | 39 | 34 | Appr. |
37 | Nom. | odg 9/1746/255 | 517 | 508 | 9 | 255 | 219 | 289 | 34 | Resp. |
38 | Nom. | odg 9/1746/275 | 523 | 521 | 2 | 261 | 216 | 305 | 33 | Resp. |
39 | Nom. | odg 9/1746/277 | 519 | 517 | 2 | 259 | 226 | 291 | 33 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | odg 9/1746/278 | 505 | 486 | 19 | 244 | 194 | 292 | 33 | Resp. |
41 | Nom. | odg 9/1746/279 | 512 | 510 | 2 | 256 | 223 | 287 | 33 | Resp. |
42 | Nom. | odg 9/1746/280 | 518 | 518 | 260 | 225 | 293 | 33 | Resp. | |
43 | Nom. | odg 9/1746/281 | 452 | 451 | 1 | 226 | 187 | 264 | 33 | Resp. |
44 | Nom. | odg 9/1746/282 | 510 | 509 | 1 | 255 | 215 | 294 | 33 | Resp. |
45 | Nom. | odg 9/1746/283 | 517 | 498 | 19 | 250 | 205 | 293 | 33 | Resp. |
46 | Nom. | odg 9/1746/284 | 516 | 516 | 259 | 219 | 297 | 33 | Resp. | |
47 | Nom. | odg 9/1746/285 | 513 | 506 | 7 | 254 | 217 | 289 | 33 | Resp. |
48 | Nom. | odg 9/1746/287 | 509 | 509 | 255 | 219 | 290 | 33 | Resp. | |
49 | Nom. | odg 9/1746/288 | 506 | 503 | 3 | 252 | 213 | 290 | 33 | Resp. |
50 | Nom. | odg 9/1746/289 | 501 | 498 | 3 | 250 | 214 | 284 | 33 | Resp. |
51 | Nom. | odg 9/1746/290 | 497 | 496 | 1 | 249 | 216 | 280 | 34 | Resp. |
52 | Nom. | odg 9/1746/291 | 513 | 511 | 2 | 256 | 204 | 307 | 34 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | odg 9/1746/292 | 509 | 502 | 7 | 252 | 214 | 288 | 33 | Resp. |
54 | Nom. | odg 9/1746/294 | 515 | 511 | 4 | 256 | 201 | 310 | 33 | Resp. |
55 | Nom. | odg 9/1746/295 | 522 | 521 | 1 | 261 | 224 | 297 | 33 | Resp. |
56 | Nom. | odg 9/1746/298 | 523 | 506 | 17 | 254 | 210 | 296 | 33 | Resp. |
57 | Nom. | odg 9/1746/299 | 524 | 524 | 263 | 224 | 300 | 33 | Resp. | |
58 | Nom. | odg 9/1746/302 | 523 | 522 | 1 | 262 | 236 | 286 | 33 | Resp. |
59 | Nom. | odg 9/1746/303 | 520 | 520 | 261 | 219 | 301 | 33 | Resp. | |
60 | Nom. | odg 9/1746/304 | 521 | 518 | 3 | 260 | 220 | 298 | 33 | Resp. |
61 | Nom. | odg 9/1746/308 | 513 | 513 | 257 | 219 | 294 | 33 | Resp. | |
62 | Nom. | odg 9/1746/315 | 518 | 518 | 260 | 223 | 295 | 33 | Resp. | |
63 | Nom. | odg 9/1746/317 | 520 | 519 | 1 | 260 | 224 | 295 | 33 | Resp. |
64 | Nom. | odg 9/1746/319 | 516 | 515 | 1 | 258 | 222 | 293 | 33 | Resp. |
65 | Nom. | odg 9/1746/320 | 507 | 497 | 10 | 249 | 218 | 279 | 33 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nom. | odg 9/1746/321 | 486 | 483 | 3 | 242 | 205 | 278 | 34 | Resp. |
67 | Nom. | odg 9/1746/326 | 502 | 500 | 2 | 251 | 212 | 288 | 33 | Resp. |
68 | Nom. | odg 9/1746/328 | 514 | 508 | 6 | 255 | 223 | 285 | 33 | Resp. |
69 | Nom. | odg 9/1746/331 | 504 | 503 | 1 | 252 | 214 | 289 | 33 | Resp. |
70 | Nom. | odg 9/1746/333 | 507 | 506 | 1 | 254 | 215 | 291 | 33 | Resp. |
71 | Nom. | odg 9/1746/334 | 502 | 501 | 1 | 251 | 211 | 290 | 33 | Resp. |
72 | Nom. | odg 9/1746/335 | 504 | 504 | 253 | 213 | 291 | 33 | Resp. | |
73 | Nom. | odg 9/1746/336 | 501 | 493 | 8 | 247 | 213 | 280 | 33 | Resp. |
74 | Nom. | odg 9/1746/340 | 498 | 481 | 17 | 241 | 194 | 287 | 33 | Resp. |
75 | Nom. | odg 9/1746/344 | 499 | 482 | 17 | 242 | 195 | 287 | 33 | Resp. |
76 | Nom. | odg 9/1746/346 | 499 | 482 | 17 | 242 | 197 | 285 | 33 | Resp. |
77 | Nom. | odg 9/1746/349 | 506 | 503 | 3 | 252 | 217 | 286 | 33 | Resp. |
78 | Nom. | odg 9/1746/350 | 506 | 505 | 1 | 253 | 218 | 287 | 33 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nom. | odg 9/1746/354 | 509 | 508 | 1 | 255 | 220 | 288 | 33 | Resp. |
80 | Nom. | odg 9/1746/356 | 513 | 512 | 1 | 257 | 222 | 290 | 33 | Resp. |
81 | Nom. | odg 9/1746/358 | 489 | 481 | 8 | 241 | 220 | 261 | 34 | Resp. |
82 | Nom. | odg 9/1746/359 | 494 | 494 | 248 | 212 | 282 | 34 | Resp. | |
83 | Nom. | odg 9/1746/363 | 502 | 501 | 1 | 251 | 216 | 285 | 33 | Resp. |
84 | Nom. | odg 9/1746/366 | 491 | 485 | 6 | 243 | 197 | 288 | 33 | Resp. |
85 | Nom. | odg 9/1746/367 | 490 | 490 | 246 | 208 | 282 | 33 | Resp. | |
86 | Nom. | odg 9/1746/368 | 486 | 483 | 3 | 242 | 203 | 280 | 33 | Resp. |
87 | Nom. | odg 9/1746/370 | 496 | 496 | 249 | 209 | 287 | 33 | Resp. | |
88 | Nom. | odg 9/1746/371 | 491 | 489 | 2 | 245 | 206 | 283 | 33 | Resp. |
89 | Nom. | odg 9/1746/373 | 492 | 491 | 1 | 246 | 205 | 286 | 33 | Resp. |
90 | Nom. | odg 9/1746/374 | 498 | 497 | 1 | 249 | 210 | 287 | 33 | Resp. |
91 | Nom. | odg 9/1746/375 | 448 | 448 | 225 | 194 | 254 | 33 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 97 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nom. | odg 9/1746/376 | 486 | 483 | 3 | 242 | 210 | 273 | 33 | Resp. |
93 | Nom. | odg 9/1746/379 | 493 | 489 | 4 | 245 | 202 | 287 | 33 | Resp. |
94 | Nom. | odg 9/1746/380 | 485 | 482 | 3 | 242 | 202 | 280 | 33 | Resp. |
95 | Nom. | odg 9/1746/381 | 487 | 487 | 244 | 204 | 283 | 34 | Resp. | |
96 | Nom. | odg 9/1746/382 n. f. | 434 | 421 | 13 | 211 | 397 | 24 | 33 | Appr. |
97 | Nom. | odg 9/1746/386 | 425 | 420 | 5 | 211 | 150 | 270 | 33 | Resp. |