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XV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 90 di giovedì 21 dicembre 2006
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
La seduta comincia alle 11,05.
TITTI DE SIMONE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Aprea, Cirino Pomicino, Crapolicchio, Lion e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,10).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1746-bis-B).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis-B).
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge finanziaria, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (per l'articolo unico e le proposte emendative ad esso presentate vedi l'allegato A della seduta del 20 dicembre 2006 - A.C. 1746-bis-B, sezione 1).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico A.C. 1746-bis-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Grazie, signor Presidente. Talvolta avremmo piacere, anche noi rappresentanti dei gruppi minori, di cominciare a parlare con una rappresentanza più adeguata del Governo che, normalmente, riserva la sua attenzione a gruppi e colleghi probabilmente più importanti. Tuttavia, le regole della democrazia mi hanno insegnato che ciascun deputato svolge il suo mandato senzaPag. 2vincoli e in eguale funzione di rappresentanza del paese. Mi piacerebbe, quindi, se, ogni tanto, potessimo parlare ad un uditorio più attento e, senza offesa per coloro i quali rappresentano il Governo, anche più qualificato.
Noi voteremo contro la fiducia posta dal Governo sulla finanziaria licenziata dal Senato. Voteremo contro perché questa finanziaria, presentata e pubblicizzata come una finanziaria che doveva, da un lato, risanare i conti e, dall'altro, promuovere lo sviluppo del paese, è esattamente il contrario di quello che si è detto sarebbe dovuta essere.
È una finanziaria di recessione, che rende tutti, più o meno - forse più che meno - poveri perché va in controtendenza rispetto alle regole fondamentali che l'economia, le leggi di mercato stabiliscono per favorire lo sviluppo del paese.
Si è detto che è una finanziaria che redistribuisce il reddito togliendo di più a chi più ha per dare qualche cosa a chi meno ha. L'unico aspetto che può in qualche modo giustificare questa affermazione è una parziale, limitatissima - poco più di cento euro - riduzione dell'IRPEF nelle fasce basse di reddito, che verrà immediatamente compensata dalla levitazione di tutte le altre imposte, dirette ed indirette, a cominciare dall'ICI, che sarà aumentata con la revisione degli estimi catastali e che finirà, maggiorando imposizione fiscale e costo dei servizi, per togliere anche a coloro i quali formalmente qualcosa hanno avuto, molto di più di ciò che hanno ricevuto.
La promozione dello sviluppo, normalmente, si fa azionando tre leve classiche: la leva fiscale, riducendo l'imposizione e la pressione fiscale per lasciare maggiore liquidità e risorse nelle tasche dei cittadini; favorendo la disponibilità di risorse e liquidità alle imprese; intervenendo, come spesa pubblica, nella realizzazione di opere pubbliche e infrastrutturali.
Il dosaggio di queste tre leve è la caratteristica delle scelte dei Governi: queste tre leve sono le uniche che spingono nella direzione dello sviluppo.
Questa legge finanziaria leva dalle tasche degli italiani quasi 40 miliardi di euro, non diminuisce la pressione fiscale e, dunque, toglie soldi al sud e agli italiani; non dà risorse alle imprese e anzi sottrae, attraverso la riforma del TFR; non investe nelle opere pubbliche e infrastrutturali.
Il paradigma del ponte sullo Stretto è ciò che meglio di ogni altra cosa testimonia qual è la volontà di questo Governo. Infatti, il ponte sullo Stretto, oltre ad essere funzionale ed indispensabile alla realizzazione del corridoio Palermo-Berlino, rappresentava una spinta formidabile interna per gli investimenti e l'occupazione per il Mezzogiorno. Il gap di sviluppo che noi acquisiamo nei confronti dell'Europa e del mondo è dato soprattutto da una lentezza della crescita del Mezzogiorno. Mai come in questa occasione è facile dimostrare che, se l'Italia vuole correre tutta agli stessi ritmi dell'Europa e del mondo occidentale, deve innanzitutto favorire lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno. Mai come in questa occasione veramente possiamo affermare che se cresce il sud, cresce l'Italia. Invece, nelle scelte di questo Governo - già nella formazione della compagine governativa - e nelle scelte di questa legge finanziaria, abbiamo riscontrato una perseverante volontà di mortificazione del Mezzogiorno. Questo - e mi avvio a concludere rapidamente, signor Presidente - è il segno preciso di una miopia politica che vuole affossare lo sviluppo del paese e, nel farlo, affossa soprattutto il Mezzogiorno. Per questa ragione voteremo contro la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brugger. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, come ho già detto in occasione della prima lettura della legge finanziaria in questo ramo del Parlamento, la sessione di bilancio è stata contraddistinta all'inizio da una gestione non sempre lineare e daPag. 3notevoli problemi di comunicazione da parte del Governo. Questo ha reso difficile il lavoro di noi deputati che spesso non eravamo in grado di sapere se la discussione avvenisse sui testi che conoscevamo o se, nel frattempo, tutto fosse stato cambiato. La fatica si è poi raddoppiata quando, tornando nei nostri collegi, dovevamo provare a far comprendere ai nostri elettori, da un lato, la necessità di una manovra severa e, dall'altro, la bontà di molte disposizioni contenute a sostegno delle famiglie e del sociale, delle imprese, dei lavoratori dipendenti e autonomi. Un elettorato a ragione diffidente e spesso strumentalizzato dall'opposizione che non ha faticato tanto ad evidenziare le lacune e contraddizioni della prima stesura del testo arrivato in quest'aula.
A dimostrazione degli errori e dell'inadeguatezza del metodo, devo ricordare la polemica sulla misteriosa apparizione della riduzione dei tempi di prescrizione dei reati contabili della pubblica amministrazione nel maxiemendamento predisposto al Senato, che non doveva esserci e che rende necessario un decreto correttivo a fine anno.
Auspichiamo veramente che le sessioni di bilancio vissute in questi ultimi anni, approvate con il continuo ed inevitabile ricorso alla fiducia, convincano finalmente la maggioranza e l'opposizione a mettersi attorno ad un tavolo e a ripensare alle regole del gioco per la procedura di approvazione della legge finanziaria, come tra l'altro ricordato ieri dal Capo dello Stato.
Inoltre, è con favore che abbiamo accolto l'annuncio di palazzo Chigi di un radicale cambiamento anche nella strategia di comunicazione, che ci sembra molto importante. Abbiamo condiviso e difeso fin dall'inizio l'impianto e l'entità della manovra, mirata alla correzione del debito pubblico oramai fuori controllo che rientrerà al 2,8 per cento, al rilancio dello sviluppo e della competitività dell'Italia, con un pacchetto di norme sia dal lato delle famiglie e del sociale - penso alla nuova IRPEF, agli assegni familiari, all'istituzione di fondi che aiutano coloro che sono più in difficoltà, al sostegno dei lavoratori, alle nuove disposizioni sulle successioni - ma anche dal lato delle imprese.
Mi riferisco a tutte le disposizioni per la riduzione del costo del lavoro, al cuneo fiscale, alla revisione del TFR, al fondo per la competitività, all'ammortamento dei beni strumentali e immobiliari, sia industriali che dei liberi professionisti, alle società non operative, alla revisione delle norme sugli studi di settore, alle misure a favore della montagna, per fare solo alcuni esempi significativi. Troviamo inoltre giusta la decisione di finanziare il rilancio della crescita del paese con le maggiori entrate che si recupereranno dalla pressione fiscale e che permetteranno in futuro una graduale riduzione della pressione fiscale.
Ora che questa legge viene approvata definitivamente è arrivato anche il momento che il Governo passi rapidamente alla cosiddetta «fase 2», di cui parla da settimane, una fase che superi questo momento di difficoltà, aggravato anche da un calo del consenso e che permetta di dare segnali reali e tangibili ai milioni di italiani che hanno sentito parlare troppo di stangate, di esattori e di tagli e che dovranno aspettare ancora diversi mesi prima di toccare con mano i benefici di questa legge.
I nostri elettori hanno bisogno di sapere che questo Governo è realmente impegnato a rilanciare lo sviluppo economico e a passare concretamente alle riforme strutturali, indispensabili per permettere a questo paese di ritornare tra i primi dell'Unione europea.
Avviandomi alla conclusione, desidero ringraziare il Governo per aver ripristinato il metodo di confronto, che il precedente Governo non aveva tenuto con le minoranze linguistiche, e ringrazio il viceministro Visco e i sottosegretari Sartor, Grandi e D'Andrea e in modo particolare il relatore Ventura. Annuncio pertanto il voto favorevole delle minoranze linguistiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà.
GIAMPIERO CATONE. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori membri del Governo, con questa ennesima fiducia sembra giungere finalmente al termine la vicenda tragicomica della legge finanziaria del Governo Prodi per il 2007. Il gruppo della Democrazia cristiana-partito socialista giudica questa vicenda tragicomica per il tasso di incredibile disagio, di dissenso, di pressappochismo, di confusione, di dilettantismo e di rancore sociale che la legge finanziaria di quest'anno ha introdotto. Gli italiani si avvicinano al Natale con inquietudine e incertezza sul proprio futuro. Essi si domandano quante e quali tasse in più dovranno pagare per l'iniziativa di questo Governo, a partire dal prossimo gennaio. Ma la loro inquietudine va ben oltre la grave considerazione dell'aumento delle tasse dovute al Governo Prodi - vi è un aspetto molto più sottile ma ancor più grave -. Gli italiani sono inquieti e si domandano angosciati quale possa essere il tasso di affidabilità e di credibilità della loro classe di Governo.
In breve, il ragionamento degli italiani che cogliamo dagli umori della gente è il seguente: come possiamo fidarci di un Governo Prodi, che a soli otto mesi dal suo insediamento ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto, ha scritto e riscritto ogni giorno, persino ogni ora, una legge finanziaria mostruosa, che è giunta alla fine del suo cammino a contare oltre 1.360 commi, che ha deluso e tradito le aspettative persino di quei cittadini che lo avevano votato? Gli italiani hanno capito che questa legge finanziaria, oltre ad essere assurda e profondamente iniqua, dimostra che questo Governo è totalmente incapace di affrontare i problemi strutturali del paese, che non ne ha la forza né culturale, né progettuale né tantomeno politica.
Criticare la legge finanziaria è ormai una attività che provoca fastidio e mette a disagio, come sparare sulla Croce rossa o uccidere un uomo già morto. Cercheremo durante questa discussione di affrontare aspetti nuovi rispetto a quelli trattati in occasione del precedente voto di fiducia alla Camera, toccando argomenti che ci indignano particolarmente, che bruciano e che chiedono una puntualizzazione. Ci riferiamo in primo luogo alla menzogna di Prodi e del suo ministro dell'economia Padoa Schioppa secondo i quali questa legge finanziaria «di lacrime e sangue» sarebbe stata necessaria per porre rimedio al buco nei conti dello Stato lasciato dal Governo Berlusconi. È stata posta in essere una premeditata ed efferata campagna mediatica di menzogne su questo punto, utilizzando tutte le raffinate tecniche di propaganda proprie della sinistra, per convincere l'opinione pubblica. L'incipit di questa azione è stato dato dalla commissione Faini, insediata dal Governo Prodi subito dopo la sua costituzione, al solo scopo di dimostrare il presunto buco nei conti lasciato dal Presidente Berlusconi.
Peccato che il tutto fosse una menzogna, come è stato dimostrato da tutti i rendiconti successivi e come lo stesso Governo, messo alle strette, ha dovuto indirettamente ammettere. Il boom delle entrate registrato durante gli ultimi mesi - nuove entrate, si badi bene - è stato impudentemente attribuito da Prodi all'azione del suo Governo, insediatosi da poche settimane, anziché al merito del precedente Governo Berlusconi, che, con ben altri metodi, diversi da quelli di uno Stato di polizia tributaria, aveva convinto sempre più gli italiani a pagare le tasse.
È stato ricordato che le maggiori entrate tributarie dello Stato hanno superato, sulla base dei dati ormai disponibili, i 33 miliardi di euro. Il Governo Prodi, pur di tentare di mantenere in piedi la teoria del «buco» è ricorso addirittura ad alcuni artifici contabili per far apparire aumentato il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006. La prima operazione compiuta è stata quella di scrivere nei conti pubblici concernenti l'anno in corso gli effetti di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alla famosa vicenda della indetraibilità dell'imposta sul valore aggiunto sulle autovetture.Pag. 5Come sappiamo, gli effetti di tale sentenza sono stati qualificati dalla maggioranza e dal Governo in oltre un punto percentuale di prodotto interno lordo. La seconda operazione contabile promossa al fine di giustificare l'esigenza di varare una manovra finanziaria di queste proporzioni è stata quella di inserire tra le voci di debito l'importo relativo agli investimenti dell'alta velocità. Con tale operazione, quindi, è stato fatto ulteriormente lievitare il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006 aggiungendo, grosso modo, un altro punto di prodotto interno lordo.
Noi sappiamo che se depurassimo il rapporto deficit-PIL da queste voci improprie vedremmo che gli obiettivi di finanza pubblica delineati dal Governo di centrodestra non soltanto risulterebbero perfettamente centrati, ma addirittura al di sotto di quanto era stato stabilito.
Nella finanziaria c'è tutto ed il contrario di tutto! Ora, è un principio matematico, ma anche un principio di buon senso, per cui sommando il tutto con il suo contrario si ottiene un risultato pari a zero. Vogliamo dire che in primo luogo non si possono nella medesima legge inserire misure che incidono pesantemente sulla domanda aggregata delle famiglie e poi contemporaneamente pretendere di rilanciare l'economia gettando un bel po' di soldi pubblici per l'introduzione del cosiddetto cuneo fiscale. In un contesto in cui la finanziaria colpisce così pesantemente la domanda, a cosa può servire l'introduzione del cuneo fiscale? Probabilmente esso non servirà a niente o, comunque, la sua influenza sullo sviluppo sarà trascurabile. Noi siamo per la riduzione degli oneri sociali e delle imposte anche alle imprese, ma vogliamo che questo sia incardinato in una complessiva politica di espansione dell'economia, che non trascuri il lato della domanda.
Per quanto riguarda la politica delle imposte e i relativi inasprimenti, l'obiezione che ci viene proposta è quella che sostiene che attraverso questa operazione si è fatta finalmente equità sociale, si è ripristinato un equilibrio fra poveri e ricchi rimediando così alle disparità introdotte con le politiche del precedente Governo. L'argomentazione è totalmente infondata. In primo luogo, perché anche se le cose stessero veramente così, sarebbe comunque masochistico ammazzare nella culla le prospettive di sviluppo solo per spirito di rivalsa. Purtroppo, però, si ottiene il risultato di frenare lo sviluppo, senza operare alcun significativo trasferimento di risorse. Si tratta di una questione di cui oramai la grande maggioranza di italiani è al corrente. A che vale trasferire pochi euro in più alle famiglie a più basso reddito, se poi quelle stesse famiglie vengono gravate dall'aumento del bollo sulla macchina, dall'aumento dell'ICI e delle altre imposte locali, dagli effetti indiretti derivanti dall'introduzione di altri balzelli?
Si colpisce pesantemente il ceto medio, a fronte di una assai modesta complessiva redistrubuzione di reddito. I benefici che si ottengono sono, ovviamente, altamente inferiori alle gravi penalizzazioni macroeconomiche che si introducono. Il Governo Prodi mette le mani nelle tasche degli italiani onesti appartenenti al ceto medio, che già pagano le tasse e che già sono noti al fisco, non certo in quelle degli evasori. Il risultato finale è che il paese, grazie a questo Governo, rimane nel pantano con una finanziaria ipertrofica ed insensata, senza riforme e senza una prospettiva, senza una direzione autorevole.
Siamo arrivati al punto che persino il Presidente della Repubblica, proprio ieri, ha voluto, sia pure nelle forme proprie alla funzione che svolge, levare una voce critica sulla vicenda della legge finanziaria per il 2007.
Chissà se anche in questo caso Prodi risponderà con uno dei suoi soliti modi arroganti per il fastidio che gli viene arrecato, chissà se indirizzerà anche al Presidente della Repubblica gli epiteti di «pazzo», «egoista» e «addormentato» che ha rivolto agli italiani che lo criticavano.
In conclusione, signor Presidente, vogliamo riaffermare in questa sede l'impegno politico del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista contro questaPag. 6legge finanziaria e contro questo Governo Prodi così inadeguato e così dannoso per gli interessi del paese e di tutti gli italiani. Auspichiamo, infine, signor Presidente, che il Governo Prodi, così restio a porre mano alla riforma delle pensioni, possa allora avere accesso ad uno dei privilegi dell'ordinamento attuale: il prepensionamento. Speriamo che il Governo Prodi, grazie anche al lavoro dell'opposizione, possa andare presto in prepensionamento.
Annunciamo, quindi, il voto contrario sulla fiducia al Governo da parte del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Picano. Ne ha facoltà.
ANGELO PICANO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi deputati, noi Popolari-Udeur diamo il nostro convinto voto di fiducia a questo Governo in riferimento all'approvazione del disegno di legge finanziaria nella consapevolezza di fare l'interesse del paese. La finanziaria ha seguito un cammino accidentato dovuto alle difficoltà da affrontare per dare una risposta credibile ai mercati interni ed internazionali, per attuare una politica di redistribuzione del reddito, per rilanciare l'ammodernamento delle infrastrutture del paese e per sostenere il sistema produttivo. Da più parti, però, data l'accidentalità del percorso a cui la finanziaria è stata sottoposta, si è affacciata l'ipotesi di una revisione delle procedure di approvazione, ed il nostro gruppo ha presentato un apposito progetto di legge ad hoc.
La bontà della manovra è dimostrata dai crescenti giudizi positivi che arrivano dalle organizzazioni internazionali, da istituti di ricerca, da autorevoli esponenti della Commissione europea. Infatti, la portavoce del commissario agli affari economici, Amelia Torres, è convinta che le misure contenute nella finanziaria siano in grado di risollevare i conti del paese e, soprattutto, che nella nuova versione approvata dal Senato non ci sono cambiamenti significativi rispetto al progetto di bilancio messo a punto dal Governo. Comunque, la portavoce del commissario Almunia sottolinea che la Commissione continuerà ad esaminare nel dettaglio la legge finanziaria e sarà molto vigile sulla sua attuazione, soprattutto in vista dell'appuntamento con l'Unione europea previsto per l'anno prossimo che prevede il rientro del rapporto tra deficit e PIL al di sotto del 3 per cento.
La politica di rigore nella gestione dei conti pubblici, perciò, non si esaurisce con l'approvazione della legge finanziaria ma esige una grande vigilanza nella politica di spesa, nella lotta all'evasione, in un'incisiva politica di riforme, così come previsto nel programma di Governo. I problemi dell'Italia hanno radici profonde, che vanno al di là della congiuntura sfavorevole degli ultimi anni. Il processo di convergenza europea, l'entrata nell'Unione monetaria e l'introduzione dell'euro hanno fornito un'importante ancora alla stabilità finanziaria del nostro paese ponendo le premesse per una crescita sostenibile dell'economia. Restano, tuttavia, aperte molte questioni fondamentali legate al rilancio dello sviluppo economico ed al completamento del risanamento della finanza pubblica.
All'interno di questo quadro la globalizzazione e l'invecchiamento della popolazione hanno aggravato negli ultimi anni i problemi legati alla disuguaglianza, povertà e disagio sociale. Per questo il Governo con la finanziaria ha dimostrato di avere una profonda sensibilità sociale varando provvedimenti di aiuto alle famiglie con redditi bassi, dando una risposta al devastante senso di precarietà di tanti giovani, intervenendo con misure sul precariato e sulla contribuzione degli apprendisti. Si sono previsti grandi stanziamenti sull'edilizia residenziale pubblica ma, soprattutto, con la stabilizzazione dei conti pubblici si è avviata una politica di difesa dei salari.
Nei mesi scorsi l'intera comunità nazionale è stata attraversata da sentimenti di sfiducia e di disillusione nei confronti diPag. 7quasi tutte le istituzioni. C'era la sensazione che l'Esecutivo guidato dal Presidente Prodi non riuscisse ad ottenere nessun risultato significativo perché reso impotente, o quasi, dalle sue contraddizioni interne e dalle distanze programmatiche ed ideologiche tra le forze che lo compongono.
La speranza di un Governo autorevole accesa a luglio con il decreto Bersani si era fortemente erosa, se non spenta; man mano, però, che il paese ha preso esauriente coscienza dei contenuti della finanziaria, tale clima sembra avere subito un mutamento. Gli interventi in più sedi del ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa negli ultimi giorni sembrano avere attenuato nell'opinione pubblica la diffidenza nei confronti dell'Esecutivo, suscitando una ripresa di fiducia nei confronti del suo operato. Come spesso accade, la diminuzione degli atteggiamenti negativi ha riguardato anche la sfera economica con un ritorno di fiducia dei consumatori, come dimostrano alcuni indicatori specializzati. L'incremento dei giudizi positivi verso il Governo si rivela in misura relativamente più intensa tra gli strati più deboli socialmente, i giovanissimi, i più anziani ed i disoccupati, come ha rilevato nei giorni scorsi il Corriere della sera; ma la tendenza si riscontra anche in strati sociali molto lontani tra loro. Di ciò va ringraziata tutta la maggioranza, per l'omogeneità di comportamento: è stato veramente importante per l'Italia che l'intero schieramento di maggioranza, dovendo prendere misure spesso impopolari, abbia condiviso le responsabilità e le scelte necessarie per governare in una situazione difficile il nostro paese.
È stato presentato, da qualche partito di maggioranza, un ordine del giorno con cui si invita il Governo a presentare un progetto di legge sui PACS. Noi riteniamo che il Parlamento non può invitare il Governo a mettere in atto un'azione di supplenza delle sue prerogative, se non in caso di necessità e di urgenza; ma certamente non è questo il caso dei PACS.
Il problema è delicato e non bisogna seguire l'impostazione secondo la quale la regolamentazione dei diritti delle persone che fanno parte delle coppie di fatto si tradurrebbe in uno scontro frontale tra laici e cattolici. Ove esistano ostacoli all'esercizio di questi come di altri diritti individuali, essi vanno rimossi perché costituiscono una inaccettabile discriminazione.
A ciò si riferisce il testo del programma dell'Unione che parla, appunto, dei diritti dei membri delle coppie di fatto, e non del riconoscimento giuridico di quella condizione. D'altra parte, ha senso parlare di coppie di fatto appunto perché non lo sono di diritto.
La questione è molto delicata ed è evidente che su temi di questo genere sarebbe del tutto improprio porre questioni di disciplina della maggioranza. Per il Governo, quindi, assumersi l'onere della proposta potrebbe essere un boomerang del quale non si vede, francamente, la necessità.
Dobbiamo aprire una serena discussione, evitando rischi di lacerazione nella maggioranza che su tali argomenti che interrogano le coscienze sono sempre possibili. Una condotta politica all'insegna della chiarezza e della moderazione è l'unica via di uscita.
Questa finanziaria dà una risposta al disagio sociale ridistribuendo il reddito, squilibrato da molti anni; porta avanti la lotta all'evasione e promuove gli investimenti nel Mezzogiorno, nonché la coscienza di un paese tecnologicamente avanzato, con un diffuso e articolato sistema produttivo, con un ruolo internazionale da svolgere, con grandi trasformazioni sociali da governare, propri di una società multietnica cui dare una risposta.
È necessario perciò che il Governo acceleri nella direzione di una politica di riforme che permetta all'Italia di stare al passo con i tempi e che dia, inoltre, ai cittadini un maggior senso di sicurezza.
Sicurezza minacciata da una criminalità organizzata sempre più diffusa e da una microcriminalità sempre più invadente; la lotta alla criminalità, però, si combatte certamente con la repressione ma soprattutto con una politica di riformePag. 8che dia una risposta ai bisogni della gente e accentui la responsabilità individuale rendendo più snella ed efficiente la pubblica amministrazione, liberando nuove energie sociali e facendo emergere una nuova moralità.
La democrazia vive se sostenuta da un largo consenso nelle scelte che si fanno; ma soprattutto vive, se si basa su un ethos collettivo che deve animare la vita del paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur e La Rosa nel Pugno - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, prima del mio intervento voglio esprimere la commossa solidarietà dei deputati Verdi per la morte e la scomparsa di Piergiorgio Welby (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo).
Stiamo per votare la fiducia e per approvare definitivamente la legge finanziaria, la prima del Governo dell'Unione. Una finanziaria rigorosa, difficile, derivante dalla grave situazione economica del paese ereditata e causata da una politica del precedente Governo che noi definiamo irresponsabile e che non ha pensato di tutelare e di curare il futuro degli italiani.
In questi ultimi anni, in Italia, il tasso di povertà è aumentato dell'1 per cento. Se non avessimo fermato l'indebitamento del paese, sarebbe stato compromesso il futuro degli italiani. Abbiamo chiesto che questa finanziaria fosse rigorosa anche nel garantire le tutele sociali, ambientali e le questioni drammatiche poste dal lavoro precario.
Ebbene, questa finanziaria prevede aspetti molto importanti. Stabilisce un fondo per le persone non autosufficienti - 500 milioni di euro in tre anni -, un fondo per le politiche della famiglia - 630 milioni di euro -, nonché 360 milioni di euro per le politiche giovanili. Tra l'altro, nei prossimi anni, 150 mila precari della scuola saranno assunti, così come oltre 1.000 nella polizia, 400 nei carabinieri e nei vigili del fuoco verranno stabilizzati. Sembrerà strano agli italiani che in questo momento ci stanno vedendo ed ascoltando che il Governo precedente sia riuscito a realizzare il precariato anche nei carabinieri, nella Polizia di Stato e nei vigili del fuoco. Noi abbiamo avviato la stabilizzazione e la loro definitiva assunzione!
Nel provvedimento in esame è inoltre prevista l'indennità di malattia e di maternità per i lavoratori precari; prima ciò non era previsto. Negli enti di ricerca è prevista la stabilizzazione di ricercatori, con un fondo di 50 milioni di euro, ed è stata rafforzata la banca dati tributaria per dare forza alla lotta all'evasione fiscale.
La destra, quando ha governato, ha teorizzato che i cittadini erano costretti ad evadere le tasse, dimenticando che la stragrande maggioranza degli italiani le tasse le paga sempre attraverso la busta paga.
Ma questa è anche una finanziaria che, grazie all'iniziativa dei Verdi, ha subito importanti modifiche che segnano una svolta ecologista. I comuni saranno obbligati, nel rilascio delle concessioni edilizie e per ogni unità abitativa, a prevedere il fotovoltaico; si tratta di un fatto importante che consentirà di risparmiare sulla bolletta elettrica, fornendo un contributo per la lotta ai cambiamenti climatici attivando anche un sistema economico.
Grazie ad un'iniziativa parlamentare dei Verdi, 150 milioni di euro saranno utilizzati per ridurre la bolletta elettrica a quelle famiglie disagiate che ospitano anziani. Sono inoltre previste detrazioni fiscali per un risparmio energetico per chi vorrà dar vita a ristrutturazioni edilizie e vi saranno più biocarburanti per ridurre progressivamente la dipendenza dal petrolio.
Per la prima volta è stato istituito - sempre su nostra proposta e con il contributo di tutta la coalizione - un fondo per la mobilità sostenibile pari a 270 milioni di euro, che avrà la funzione di finanziare nelle città italiane a maggiore crisi ambientale l'acquisto di mezzi pubblici non inquinanti, di potenziare le reti ciclabili e l'intermodalità. Infatti, nonPag. 9possiamo dimenticare - e noi non lo facciamo - che l'inquinamento nelle città fa ammalare, uccide e produce tanti danni ai cittadini italiani.
Ricordo inoltre il fondo per la lotta ai cambiamenti climatici, pari a 600 milioni di euro, diretto all'installazione di microimpianti di produzione di energia elettrica rinnovabile, che potranno essere acquistati dalle famiglie italiane. Ebbene, alle famiglie italiane che in questo momento ci stanno vedendo, diciamo: diventate voi stesse produttrici di energia pulita, per soddisfare il vostro fabbisogno ricavando anche del reddito! Insomma, dimostreremo che, dalla lotta ai cambiamenti climatici, i cittadini ci guadagneranno; questa è la liberalizzazione dell'energia che noi vogliamo, dando la tecnologia alle famiglie italiane per diventare esse stesse produttrici di energia.
Nel provvedimento in esame è anche previsto un sostegno alla politica dei parchi, alla lotta all'abusivismo nelle aree protette e si potrà andare al mare - sembrerà una banalità, ma si tratta di un problema sentito da milioni di italiani - entrando negli stabilimenti senza pagare alcun biglietto per farsi il bagno. Infatti, in questo paese, farsi il bagno al mare è diventato un lusso (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
Inoltre, i fondi del ponte sullo stretto di Messina saranno utilizzati per la Calabria e la Sicilia, al fine di realizzare le infrastrutture utili, per portare acqua potabile, per realizzare ferrovie, per finanziare la difesa del suolo; cioè, quello che attendono i calabresi e i siciliani da molto tempo e che è stato loro negato.
Ricordo anche la previsione di 10 milioni di euro per interventi sanitari, a favore di personale militare e civile impiegato nelle missioni militari all'estero; mi riferisco a quei militari esposti all'uranio impoverito.
È anche previsto un piano nazionale per l'agricoltura biologica, così come un fondo di solidarietà per promuovere l'accesso all'acqua, attraverso un piccolo contributo sulle bottiglie di plastica di acqua minerale, che consentirà, a quelle persone che non possono avere l'acqua potabile a casa, di poterla avere. Arrivano le risorse per la bonifica.
Mi scusi, Presidente Bertinotti, non pretendo di essere ascoltato da tutti, ma quanto meno di non essere disturbato. Gradirei francamente...
PRESIDENTE. Ha assolutamente ragione (Applausi dei deputati del gruppo Verdi). Invito i colleghi a dedicare un'attenzione.
ANGELO BONELLI. Noi portiamo sempre grande rispetto per gli interventi dei parlamentari e francamente gradiremmo che anche altri lo facessero, ma vedo che sono poco ascoltato e quindi continuo nel mio intervento (Commenti). L'educazione non si insegna, si pratica!
PRESIDENTE. Inviterei per favore i colleghi ad evitare conversazioni...
ANGELO BONELLI. Noi chiediamo che sia corretto l'errore, perché non è possibile che gli italiani attraverso la bolletta elettrica paghino contributi ad energie rinnovabili, finanziando invece carbone, rifiuti e derivati del petrolio! Questa è una grande truffa, che in questi anni ha sottratto miliardi di euro alle energie rinnovabili e che noi intendiamo fermare (Applausi dei deputati del gruppo Verdi). Chiediamo al Governo di rispettare l'impegno assunto in questo senso e di fermare lo scandalo.
I Verdi, tra Camera e Senato, sono riusciti quindi a migliorare e costruire una finanziaria di svolta dal punto di vista ambientale. Qualcuno sostiene che una forza piccola come la nostra non sia necessaria. Abbiamo dimostrato l'esatto contrario: senza i Verdi, l'Italia non avrebbe fatto passi in avanti nel campo della tutela ambientale, della salute e dell'innovazione tecnologica. Non deve sfuggire però, e a noi non sfugge, che all'interno della coalizione c'è chi vede ancora la questione ecologica come un ostacolo allo sviluppo, quel tipo di sviluppo che sta distruggendo il pianeta. Fino a ieri esponenti dell'opposizione hanno teorizzato unPag. 10Governo di volenterosi, con fuori i Verdi. Oggi pezzi e posizioni conservatrici all'interno della maggioranza vorrebbero fermare una spinta innovatrice e progressista, in cui la questione ambientale è dirimente. Ora si parla di fase 2 e fase 3. Diciamo: attenzione, il programma dell'Unione è la costituzione della coalizione dell'Unione. Non si possono chiedere i voti su un programma e poi cambiare le posizioni programmatiche; questo non è corretto!
Condividiamo che con l'anno nuovo si debba aprire una stagione di riforme e di interventi. Il paese ha bisogno di un piano energetico e dei trasporti, nonché delle infrastrutture utili per il paese, così come di una conferenza nazionale sul clima. Ma siamo laici anche in politica e non siamo abituati ad avere tabù. Discutiamo di tutto ciò di cui il paese ha bisogno. Si parla di innalzamento dell'età pensionabile: noi diciamo che si può fare con l'accordo dei sindacati e dei lavoratori, ma vogliamo anche parlare di aumento delle pensioni minime e delle tutele sociali per i più deboli. È evidente che i tabù non li deve avere nessuno, a partire dalle unioni civili, per garantire quei diritti di milioni di cittadini, che vivono in maniera solidale e a cui devono essere garantiti diritti e doveri.
Riteniamo quindi di aver fatto un buon lavoro, difficile, ma di aver contribuito ad iniziare a riportare equità, tutele sociali ed ambientali. E mi sia infine consentito di dire che, in nome di un popolo inquinato, si apre una nuova pagina nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici e questa potrà avere una sua forza solo attraverso un'alleanza tra economia ed ecologia.
Ecco perché i Verdi voteranno «sì» alla fiducia. Annunciamo quindi il nostro voto favorevole e ovviamente non possiamo che rivolgere gli auguri, alle italiane e agli italiani, di buon Natale e di buon anno (Applausi dei deputati del gruppo Verdi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i Comunisti Italiani voteranno a favore della fiducia sulla legge finanziaria. Una finanziaria che è servita a risanare le casse dello Stato, ma che avrebbe potuto essere gestita meglio e che in alcune parti va, a nostro avviso, anche seriamente corretta nel prosieguo dell'attività del Governo. Il malessere esiste e non mi riferisco certo alle proteste della Confindustria, che viceversa dovrebbe ringraziare per la quantità di risorse che riceve. Mi riferisco invece al malessere di quanti, tra i ceti meno protetti, si attendevano ben altre misure a loro vantaggio.
Dopo cinque anni di Governo delle destre, nei quali sono stati «stracciati» diritti e protezioni sociali, sono aumentati vertiginosamente il precariato e l'insicurezza sociali, sono state varate leggi sulla giustizia, sull'informazione, sugli assetti degli interessi economici, sempre a favore dei più ricchi e dei più potenti; bene, dopo cinque anni di tale natura, il nostro popolo nutriva aspettative molto alte. Penso ai pensionati con i redditi più bassi, ai lavoratori salariati, ma penso anche a categorie particolari, quali gli insegnanti, le donne e gli uomini di cultura, che si aspettavano ben altro da questa finanziaria. Vi è insoddisfazione, forse anche per una carenza di informazione, vera e univoca su quanto è stato fatto, ma non solo per problemi di informazione. Penso alla delusione di vasti strati di opinione pubblica, anche su temi diversi da quelli della legge finanziaria, penso ai temi della laicità dello Stato, o al tema, annoso, della legge sul conflitto di interessi, che era stata posta al centro del programma e che ancora non vi è.
Esistono, dunque, sacche di delusione e sarebbe dannoso, oltre che inutile, negarlo, perché c'è, per fortuna, il tempo per intervenire, per riconquistare consensi, per convincere. Nella finanziaria vi sono misure che noi giudichiamo davvero importanti. La lotta all'evasione fiscale sembrava impossibile; la lotta all'evasione fiscale è cominciata davvero: 33,8 miliardi di euro in più sono entrati nelle casse dello Stato.Pag. 11Una prima redistribuzione, timida, ma una prima vera redistribuzione di reddito può iniziare a partire dalle nuove aliquote fiscali. Inoltre, misure importanti e che aprono prospettive nuove sono state inserite per la regolarizzazione dei lavoratori precari della pubblica amministrazione, dalla scuola agli altri comparti ministeriali e per i precari degli enti locali. Siamo orgogliosi, lo dico davvero con orgoglio, che tali misure siano frutto dell'opera certamente di tutta la maggioranza, ma soprattutto dell'azione, alla Camera ed al Senato, del gruppo dei Comunisti Italiani. Allo stesso modo, sempre per i precari, si riconoscono i diritti alla maternità ed all'assistenza sanitaria e, per la prima volta, si interviene anche sul precariato nei rapporti di lavoro privato, vera piaga sociale, incentivando solo le aziende che assumono con contratti di lavoro a tempo indeterminato, cioè stabile e sicuro.
Molto c'è da fare; certo, un primo passo, serio è stato compiuto e salutiamo con favore l'assunzione di 400 nuovi ispettori del lavoro, per provare a mettere fine o, almeno, a limitare la tragedia degli infortuni sul lavoro. Esistono tuttavia - come dicevo - anche ombre, non lievi, che chiediamo al Governo di dissipare, di rimuovere.
Onorevoli colleghi, se la maggioranza parlamentare scopre all'ultimo momento che nella legge finanziaria vi è una sanatoria per i processi contabili, bene - anzi, male - essa va cancellata immediatamente; se la medesima maggioranza, ossia noi, scopre, sempre all'ultimo momento, che sono stati parificati gli istituti universitari privati a quelli pubblici - e vorremo sapere chi ha inserito, all'ultimo momento, questa norma in finanziaria, è un autentica vergogna -, chiedo, in quest'aula, al ministro Mussi ed a tutto il Governo di cancellare tale norma, che è in aperta violazione del patto tra noi, ma soprattutto in aperta violazione della Costituzione italiana. Credo che, a proposito di università, dovremmo intervenire per reintegrare a pieno, ed a nostro giudizio anche aumentare, proprio i fondi dell'università pubblica «tagliati».
Sento parlare di «fase due», di rinnovato slancio riformatore; non sono affatto interessato ad un dibattito nominalistico, non so nemmeno cosa voglia dire «fase due», ciò che mi preme è che, invece, il Governo, che noi lealmente e convintamente sosteniamo e sosterremo, si caratterizzi, ora che la finanziaria diventa legge, ora che le risorse ci sono - sono entrati i soldi dell'evasione fiscale - da un lato, per politiche nette a favore dei ceti più deboli e, dall'altro, per un massiccio investimento sulla cultura, che rappresenta il futuro di questo paese (lavoro e scuola). Le risorse ci sono ed allora noi chiediamo interventi coraggiosi sulle condizioni di vita materiali di donne e uomini: salario, pensioni, sanità pubblica, servizi sociali, trasporti, politiche abitative, il sostegno per la non autosufficienza, gli anziani, la scuola e l'università, un programma sociale, insomma, perché il mondo del lavoro si attende da un Governo di centrosinistra questo genere di misure.
Sarà così che potremo recuperare il consenso e la fiducia del nostro popolo. Il programma che abbiamo sottoscritto deve rimanere la bussola per il nostro orientamento. Sarebbe incomprensibile - lo dico ai signori del Governo, del nostro Governo - che come risposta al disagio sociale, che si è manifestato e che, ripeto, è recuperabile, il Governo ritenesse di aumentare l'età pensionabile, perché il disagio aumenterebbe, invece di ridursi.
Signor Presidente del Consiglio, signori del Governo, noi vogliamo che questo Governo e questa maggioranza tengano, e tengano per cinque anni, senza modificazioni di rotta in direzione di versanti moderati, quando non apertamente conservatori. L'equilibrio, la sintesi - lo voglio dire -, anche i necessari compromessi li abbiamo trovati quando abbiamo costruito questa nostra coalizione e quando abbiamo sottoscritto tutti quanti un programma condiviso. Noi confidiamo - ne siamo sicuri - che il Presidente Prodi continui ad essere il garante di quell'accordo, che abbiamo sottoscritto di fronte agli elettori, non di altri accordi. Noi sosterremo il Governo Prodi con la lealtàPag. 12che da sempre ci caratterizza, anche eventualmente con i rilievi critici, quando li riterremo necessari, ma sempre per il bene del Governo. È una sfida per ciascuno di noi e, quindi, ciascuno di noi deve fare la sua parte, è il cimento dei prossimi anni.
Vedete, cambiare il paese si può, e anche modernizzarlo. Sento da più parti parlare della necessità della modernizzazione del paese, ma in tutta la storia occidentale modernizzare significa dare più diritti, più protezione sociale, più Stato sociale, più cultura. Questo vuol dire modernizzare! Se la direzione di marcia sarà questa, come io confido, i Comunisti italiani avranno il coraggio riformatore; se la direzione è quella, il Governo può contare che avrà i Comunisti italiani sempre dalla sua parte (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, con il voto alla Camera la legge finanziaria è arrivata finalmente in porto. Non si può dire che tutto sia filato liscio come l'olio: c'è stato il giallo di chi ha inserito una sorta di sanatoria degli illeciti contabili degli amministratori. È grave che vi sia stata una disattenzione su un tema sul quale l'opinione pubblica è assai sensibile. C'è stata anche qualche brutta sorpresa con la parificazione di collegi universitari privati a quelli pubblici, di cui beneficeranno in larga parte istituzioni ecclesiastiche.
La finanziaria è diventata un contenitore nel quale viene messo di tutto e di più, e, con la fiducia, non passa neppure attraverso un approfondito esame parlamentare. Il richiamo fatto dal Presidente Napolitano va pienamente accolto nel suo spirito e nella sua lettera, affinché si arrivi ad una riforma delle leggi di bilancio per superare abnormi distorsioni ed una vera mortificazione del Parlamento.
Non si tratta di una messa sotto accusa da parte del Capo dello Stato di questo Governo o dell'attuale maggioranza, ma di una pessima prassi che ormai da anni va avanti, da troppo tempo, e da tempo sono cambiate maggioranze all'interno del Parlamento. Tuttavia, il Quirinale, come ha notato Luigi La Spina su La Stampa, anche se era l'antica sede dei papi, miracoli certo non ne può fare. Spetta alle forze politiche, di maggioranza come di opposizione, cambiare insieme le regole del gioco, superare un clima di rissa, aprire un confronto aperto e trasparente.
L'aperto riconoscimento di questi difetti non può però oscurare il valore che ha il risanamento strutturale dei nostri conti pubblici, senza il quale il nostro paese non va da nessuna parte.
Nella legge finanziaria è previsto anche un forte impegno di risorse per dare impulso alla crescita con uno sgravio fiscale alle imprese che è piuttosto consistente per ordine di grandezza.
Ogni qualvolta si mette mano ad una legge finanziaria in una condizione di emergenza rispetto ai conti pubblici ed ai richiami dell'Europa, come in questo caso in cui ci siamo trovati a ripagare la pesante eredità lasciataci dal Governo Berlusconi (ben 15 miliardi di euro), è inevitabile che vi sia un calo di popolarità. Il Governo ha pensato di procurarsi una base preventiva di consenso con un accordo con i sindacati dei lavoratori, con la Confindustria e con tante categorie sociali. Tale ricetta neocorporativa non ha funzionato.
Dal mondo delle imprese, con alla testa la Confindustria, è arrivata una pioggia di critiche e nessun elogio. Dagli operai della FIAT Mirafiori è giunto un coro di fischi diretti più al Governo che ai leader sindacali. Bisogna stringere i rubinetti degli sgravi fiscali, delle elargizioni, delle incentivazioni e dei crediti di imposta, per puntare invece a concentrare le risorse in sicurezza e in infrastrutture, con priorità al sud, nonché in innovazione, ricerca e formazione. È qui che nella legge finanziaria esiste un vero e proprio buco nero, rappresentato dalla mancata dislocazione di risorse in innovazione, in ricerca ed in formazione.Pag. 13
Certo non basta dare nuove risorse: il nostro sistema scolastico ed universitario è in crisi; gli insegnanti sono demotivati e mal pagati. Prima della selezione, pur necessaria, a non funzionare è l'istruzione che ne è la premessa.
Ad avere preoccupazioni sono soprattutto i giovani e, tra questi, in particolare le giovani donne. Tutti coloro che si affacciano sul mercato del lavoro temono di infilarsi in un tunnel senza fine, costituito dalla precarietà. Questo Governo ha fatto una grande operazione di stabilizzazione dei lavoratori precari, a cominciare da quelli della scuola. Tuttavia, ad essere soddisfatti sono stati soltanto coloro che erano direttamente interessati e ad essere scontenti tutti gli altri, che sono molti di più, compresi quelli alla ricerca di una prima occupazione.
Dobbiamo fare nostra la flessibilità e la sicurezza, creare un sistema capace di garantire dignitosi livelli di esistenza nel passaggio da un lavoro ad un altro, senza che questo evento sia drammatico, evitando tuttavia la creazione di dipendenti dello stato sociale.
È in questo contesto che si pone il problema dell'innalzamento dell'età pensionabile, in sintonia con la rivoluzione demografica. Lo si può fare con senso di equità, escludendo da queste misure i lavoratori manuali e riequilibrando la spesa sociale a favore della realizzazione di un sistema di sicurezza che vada dal lavoro flessibile agli anziani non autosufficienti. Bisogna però essere coerenti e non riaprire il rubinetto dei prepensionamenti, come pure fa la legge finanziaria per 6 mila lavoratori, a vantaggio soltanto delle imprese interessate e ad un costo certo per lo Stato. Su questo, signor ministro Padoa Schioppa, la richiamo ad una risposta precisa relativamente ad un tema davvero scottante, perché contraddice lo spirito e l'indicazione della riforma delle pensioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rosa nel Pugno, Italia dei Valori e di deputati della Lega Nord Padania).
La modernizzazione nel campo della vita civile non è affatto indifferente alla necessità di uno sviluppo sostenibile, fondato sull'innovazione e sulla crescita dei livelli culturali. Non si è riusciti nella finanziaria ad introdurre facilitazioni alle unioni di fatto, per quanto riguarda la successione ereditaria. Vi sono tante resistenze ad adeguare la legislazione per le situazioni di convivenza, comprese quelle basate su diversi orientamenti sessuali. Tutte queste proposte vengono ascritte generalmente ad un fronte anticlericale. Persino quando si vogliono eliminare privilegi come quelli delle esenzioni restanti dell'ICI per alcune attività commerciali della Chiesa, si dice che si vuole colpire la religione. Non ci si rende conto che ciò che in Italia viene catalogato come anticlericale è, in realtà, cosa del tutto normale in tutte le grandi democrazie europee!
Credenti e non credenti si interrogano su cosa sia una legislazione che rispetti la dignità e le scelte di qualsiasi essere umano, di qualunque concezione filosofica e religiosa e di qualunque orientamento sessuale. Di fronte al dramma che ha vissuto Piergiorgio Welby, arrivato oggi al suo termine, sono insorti gravi interrogativi. Dallo stesso mondo cattolico sono arrivate voci che hanno cominciato ad esprimere comprensione su una questione gravissima. Non si può imporre ad alcuno un accanimento terapeutico senza alcuna speranza; allo stesso modo, non si può imporre ad alcuno che la fine della vita sia accompagnata da un ulteriore supplizio (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno). La testimonianza che Piergiorgio Welby ha dato con la sua vita e con la sua morte ha scosso le coscienze. Dopo questo evento, ci sentiamo molto più impegnati su questo fronte, che per noi è assolutamente importante e che non deve dividere credenti e non credenti. Questi temi non sono affatto secondari per chi voglia rinnovare il nostro paese.
Vi è chi, nella società italiana, vorrebbe un cambiamento più forte, vorrebbe vedere realizzate riforme incisive in tempi più stretti e, magari, vorrebbe che fosse data una maggiore spinta alla crescita: noi de La Rosa nel Pugno siamo tra costoro. Il voto di fiducia che esprimeremo sulPag. 14disegno di legge finanziaria in esame, signor Presidente, è accompagnato da critiche ma non da riserve mentali, da perplessità ma non da secondi fini. Spetta al Governo, presieduto da Prodi, portare il nostro paese fuori dalle secche, farlo uscire da una condizione di bassa crescita ed aprire la nuova frontiera delle riforme (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, mentre ci apprestiamo a votare una manovra finanziaria sicuramente pesante, da più di 35 miliardi di euro, una delle più imponenti di tutti tempi, ho la sensazione che non siamo riusciti a trasmettere fino in fondo ai cittadini italiani le motivazioni - anzi, la necessità ineludibile - di questa scelta, dell'importanza della pesantezza di tale manovra.
A questa nostra mancanza è seguita una situazione di stordimento nei cittadini italiani, tentati dalle sirene del centrodestra, che continuano a ripetere loro: «Vedete? È bastato che arrivassero loro al Governo per fare approvare una stangata!». Tuttavia, non dobbiamo nasconderci che, in questi mesi, anche qualcuno del centrosinistra ha affermato, forse in modo un po' interessato: «Ma quale rigore? Non c'è bisogno di rigore: possiamo andare avanti tranquillamente a spendere come prima e più di prima!».
In questi casi, io credo che la coerenza sia fondamentale. Quando chiediamo agli italiani un sacrificio straordinario, straordinarie devono essere anche le motivazioni con le quali giustifichiamo il sacrificio. Ed io penso che la difficoltà, i tanti fraintendimenti e la diffidenza con la quale la manovra finanziaria è stata recepita dagli italiani trovino proprio nella nostra difficoltà a giustificarla la prima causa. È un vero peccato, perché la giustificazione c'era; ed era così solare, così evidente, così incontrovertibile che nessuno in buona fede, né in quest'aula, né nel paese, avrebbe potuto contraddirla.
Allora, dobbiamo cominciare a spiegare che l'Italia è una sorta di grande famiglia che ha ereditato dai propri padri, da chi ha governato negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, il terzo debito pubblico del mondo: più di 3 milioni di miliardi di vecchie di lire di debito! Ebbene, oggi, l'Italia è una famiglia che non ce la fa ad arrivare alla fine dell'anno con i propri soldi, con le proprie entrate, a vivere, a pagare gli stipendi della pubblica amministrazione, i servizi e quant'altro e che, per pagare gli interessi sul vecchio debito, deve fare ogni anno nuovi debiti.
Dopo un periodo di dieci anni di rigore, durato fino al 2001 (prima di quella data, infatti, la situazione era ancora peggiore), questi nuovi debiti ammontavano alla cifra, non irrisoria, di 90 mila miliardi di euro. Questa situazione di bilancio così difficile, così seria e così rigorosa certamente non sarebbe potuta migliorare nei cinque anni di Governo Berlusconi. Se, infatti, egli avesse voluto mantenere anche solo qualcuna delle mille promesse fatte, forse un po' avventatamente, agli italiani, a partire dalla riduzione delle tasse, avrebbe avuto bisogno di molto più denaro. Perciò, ha chiesto e ottenuto dall'Unione europea di poter superare i limiti, già importanti, di debito che l'Italia stava accumulando; e li ha superati, li ha superati di molto! Diciamolo agli italiani che, grazie alle scelte economiche compiute dal Governo Berlusconi, l'Italia avrà circa 130 mila miliardi di nuovi debiti, contratti soltanto quest'anno!
Allora, è evidente che questo Governo, nell'accogliere la richiesta, rivoltaci dall'Unione europea, di riallineare i nostri conti con le regole europee, non soltanto ha rispettato l'impegno assunto, ma ha fatto anche qualcosa di ineludibile. Diversamente, continuare su quel crinale avrebbe significato mettere l'Italia su un binario che non le avrebbe consentito di avere alcun futuro, su un binario che già altri paesi, come l'Argentina, hanno conosciuto, su un binario senza ritorno.Pag. 15
Questo noi dobbiamo dire agli italiani! La strada maestra che dobbiamo indicare è quella del risanamento. Questo deve essere l'impegno del Governo, per il quinquennio. Tale risanamento, di qui al 2011, deve portare l'Italia ad essere - riprendendo l'esempio precedente - come una famiglia che, per vivere, non ha più bisogno di contrarre nuovi debiti e che, anzi, a poco a poco comincia a ripagare i vecchi debiti. Ciò significa non soltanto essere ligi contabili e ligi ragionieri, ma creare le condizioni perché si liberino risorse enormi, di cui il paese oggi non dispone, necessarie per realizzare le grandi riforme infrastrutturali di cui abbiamo bisogno, necessarie per assicurare servizi migliori per proseguire la lotta alla povertà e all'indigenza. In questo modo, cioè per tappare il «buco» nel debito pubblico che ci siamo ritrovati, abbiamo impiegato esattamente la metà della manovra finanziaria.
Quanto all'altra metà, il Governo non avrebbe potuto non cercare altre risorse per realizzare politiche di rilancio del paese. Abbiamo deciso, perciò, di spendere denaro per ridare forza e competitività alle imprese, riducendo il costo del lavoro di sei punti percentuali soprattutto a vantaggio delle imprese che vivono più direttamente i pericoli della concorrenza internazionale. Si tratta di imprese prevalentemente manifatturiere che particolarmente si giovano di una riduzione del costo del lavoro. Inoltre, abbiamo assegnato maggiori risorse alle famiglie economicamente più deboli; certamente, non in misura significativa, ma si è fatto il massimo possibile in tal senso. Abbiamo cominciato anche a combattere la piaga sociale del precariato e abbiamo assegnato risorse alle famiglie, alle donne, ai disabili e agli anziani indigenti. In questo modo, dunque, abbiamo impegnato l'altra metà delle risorse provenienti dalla legge finanziaria.
Questi soldi avrebbero potuto essere spesi meglio? Forse sì. Si sarebbe potuta prevedere una minore quantità di tasse e una maggiore quantità di riforme strutturali? Noi, di Italia dei Valori, riteniamo proprio di sì. Si sarebbe potuto e, forse, si sarebbe dovuto fare. Però, questo Governo ha almeno un merito: dopo cinque anni di sogni, il capo famiglia ha avuto il coraggio di parlare chiaro agli italiani e di dire a tutti di assumersi le proprie responsabilità. Non si può pensare, infatti, di ridurre durevolmente le tasse in questo paese finché coloro che producono un terzo della ricchezza complessiva le evadono. La lotta all'evasione fiscale diventa, allora, uno strumento fondamentale. Non possiamo pensare di continuare a mantenere un livello di vita e di spesa che si basi non sulle risorse che abbiamo, ma su debiti da contrarre ogni anno. In questo modo, oltretutto, compromettiamo il futuro dei nostri figli perché questi debiti, prima o poi, qualcuno li dovrà pagare.
Queste sono le ragioni per le quali noi, fin dall'inizio, abbiamo condiviso e sostenuto con convinzione, forza e determinazione l'impianto di questo disegno di legge finanziaria. Riteniamo che vada nella direzione giusta, della direzione del risanamento, al fine di dare un futuro al paese.
Oggi dovremmo essere soddisfatti del fatto che la manovra arrivi al voto finale integra nella sua struttura. Eppure - lo devo dire, signor Presidente, ai ministri presenti -, l'Italia dei Valori si appresta al voto con un sentimento di scoramento; infatti, questa manovra torna dal Senato con due ferite che noi riteniamo politicamente gravissime e difficili da sanare.
Si sono operate gravi distinzioni tra le varie calamità naturali che hanno colpito il nostro paese, così da individuarne alcune di serie A ed altre di serie B; per il terremoto nel Molise, ad esempio, si sono create discriminazioni rispetto a quanto si è fatto in quasi tutte le aree del paese.
Principalmente, però, la mia attenzione è rivolta alla norma senza padri e madri, già ribattezzata «salva ladri», inserita all'ultimo momento nel testo della finanziaria da qualche manina lesta, che di fatto, costituisce un condono; essa riduce drasticamente i termini di prescrizione per tutti i reati contabili commessi dai pubblici amministratori.
Si tratta di una cosa indegna, obbrobriosa, Noi abbiamo preso atto dell'impegnoPag. 16del Governo a eliminare questa norma già il 27 prossimo venturo, attraverso un decreto-legge retroattivo che, forse, sanerà sotto il profilo formale quanto è stato fatto, anche se nulla si potrà fare sotto il profilo politico.
Da questo punto di vista l'Italia dei Valori pretende da questo Governo un chiarimento: vogliamo capire, dopo tutto ciò che fino ad ora è stato fatto, qual è la politica dell'esecutivo in materia di giustizia, di legalità, di costi della burocrazia dello Stato e delle pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
IGNAZIO LA RUSSA. Ma dimettiti! Dimettetevi! Uscite dal Governo, buffoni! Uscite dal Governo!
PRESIDENTE. Deputato La Russa, la prego di lasciar proseguire l'oratore. Lei non può interrompere un collega che sta parlando, poiché è presidente di un gruppo e conosce bene la sua funzione.
MASSIMO DONADI. Avete messo il paese in ginocchio (Commenti del deputato Gasparri)!
Sono state completamente stralciate le nostre norme sui costi della politica.
PRESIDENTE. Deputato Donadi, si avvii a concludere.
MASSIMO DONADI. Anche su questo pretendiamo dal Governo patti chiari e inequivoci (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, il mio intervento è rivolto ad un Presidente del Consiglio che non c'è. Evidentemente, egli ha ritenuto di non avere tempo per venire in aula, poiché, probabilmente, ha paura dei fischi o delle valutazioni che questo Parlamento si appresta a fare.
Oggi si pone fine alla lunga vicenda della prima e, probabilmente, ultima legge finanziaria di questo Governo: almeno noi tutti lo speriamo.
Magari oggi il Presidente del Consiglio si sentirà soddisfatto (perché, oggettivamente, è da molto tempo sotto tiro) e spera, complici le vacanze di Natale ed il puntuale sciopero dei giornalisti - il quale, guarda caso, si verifica tutte le volte che vi è un appuntamento importante per il paese - di poter tirare un sospiro di sollievo; penserà anche di aver evitato l'esercizio provvisorio e, come si suol dire, di averla sfangata. Ecco, probabilmente, ci crede davvero il Presidente Prodi.
Dico questo perché sembra che le cose rimbalzino addosso sia al Presidente del Consiglio sia al Governo. Sembra che i problemi del paese e le categorie che lo caratterizzano gli siano completamente estranei: affari che non lo riguardano.
Lei, Presidente del Consiglio, voi, rappresentanti del Governo, siete un muro di gomma; questa finanziaria, questi sei mesi di Governo lasciano un paesaggio di desolante distruzione e molte macerie da rimuovere. Mai è stato così grande il solco tra il Governo ed il paese, tra il Palazzo e la gente. Al nord non la vogliono più vedere - come si suol dire - nemmeno dipinto. Non c'è solo l'economia; infatti, questo è un paese che non vuole una famiglia diversa da quella tra un uomo ed una donna, che non vuole riempirsi di immigrati come, invece, voi state sostenendo e anche attuando con i fatti.
Signor Presidente del Consiglio, la gente non si fida più di lei, e alle grandi manifestazioni di piazza come quella del 2 dicembre, ma anche alla grande manifestazione di Milano (io da uomo del nord penso soprattutto a quella) non c'erano - come nelle vostre - soltanto quelli della CGIL militarizzati e rimborsati di tutto, ma c'era la gente comune, c'era la gente che, per la prima volta, ha deciso di scendere in piazza.
Lei ha sbagliato, voi avete sbagliato a non porvi il problema, a fare spallucce; lei ha dimostrato una volta di più di essere inadeguato al ruolo che ricopre. Il PresidentePag. 17del Consiglio è un uomo politico, dovrebbe essere un uomo politico, dovrebbe essere il capo della politica e i suoi azionisti dovrebbero essere i cittadini; invece, lei non è il capo della sua coalizione, lei ha altri azionisti: i pochi poteri forti che ha favorito. Lei e il ministro dell'economia siete in realtà dei superburocrati, uomini da circoli ristretti e da salotti e ieri ve lo ha detto anche il Presidente della Repubblica.
Questa finanziaria è sostanzialmente la stessa che abbiamo già votato - lo ha detto anche il ministro Padoa Schioppa ieri -, è una finanziaria contro il nord, è una finanziaria contro chi lavora e produce, è una finanziaria di tasse, è una finanziaria che non taglia le spese. Gli artigiani hanno sintetizzato bene la nostra posizione al nord dicendo «ci hanno preso per il mulo» ed è così (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Questa è una finanziaria che penalizza le regioni e gli enti locali: ve lo hanno detto tanti amministratori locali e io da piemontese vorrei ribadirlo in quest'aula; infatti, nonostante questo Governo abbia quattro ministri del Piemonte, questa finanziaria non ha portato un euro di stanziamento specifico per la nostra regione. È una vergogna! Voi non fate gli interessi del vostro territorio e sono contento di poter portare oggi questa voce.
Oggi possiamo dire anche che questa è una finanziaria che aiuta chi commette gli illeciti contabili. Non eravate voi - ministro Di Pietro e collega Donadi - i difensori della legalità? Oggi siete al Governo e votate la fiducia. Avete consentito l'indulto, avete consentito la prescrizione dei reati contabili. Ieri si è dimesso il commissario anticorruzione che ha detto - colleghi dell'Italia dei Valori - che voi non fate niente contro la corruzione. Questo ha detto! Non c'è male per la vostra presenza al Governo! Oggi voi dite che il 27 dicembre, con un decreto-legge, cancellerete quello che ora andate ad approvare con la fiducia.
Signor Presidente della Camera, lo dico anche a lei, questa sembra una barzelletta, ma il Presidente della Repubblica dovrebbe impedire che le istituzioni diventino una barzelletta.
Noi oggi voteremo contro questa legge finanziaria perché penalizza il nord, penalizza la nostra gente, penalizza tutto il paese. Speriamo che presto tutti i cittadini possano votare per eleggere un nuovo Governo e un nuovo Parlamento, perché in questo modo non si può proprio andare avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto auguro a tutti un buon Natale, e il mio non è solo un atto di cortesia, ma è anche un ringraziamento che rivolgo ai dipendenti della Camera che ci hanno assistito in questi mesi (Applausi).
A lei, signor Presidente, voglio fare i complimenti per aver fatto allestire il presepe, che è segno della comune identità cristiana del nostro paese. In quel presepe ci sono le nostre radici, la nostra storia, le nostre tradizioni, e amareggia che qualche collega, pur di fare pubblicità alle proprie cause, offenda questo comune sentire di tutti gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Per quanto riguarda la legge finanziaria, per noi non c'è un motivo al mondo per cambiare opinione. Certo, qualcosa è stato inserito al Senato, qualcosa che il nostro partito aveva richiesto - penso alla tassa di successione (all'estensione della franchigia anche ai fratelli), ai fondi per le Forze dell'ordine, alla soglia di esenzione per l'addizionale IRPEF comunale per i redditi più deboli, che il nostro gruppo aveva richiesto e che è stata doverosamente inserita al Senato -, ma l'impianto è inalterato.
Il problema centrale di questa legge finanziaria è nel mancato rapporto tra DPEF e finanziaria stessa. Il DPEF mettevaPag. 18al centro della sua analisi quattro punti - sanità, pubblico impiego (non assunzioni del pubblico impiego), enti locali, pensioni - e qui nasce il problema, perché questa legge finanziaria ha perso per strada il DPEF ed è caratterizzata per l'80 per cento dall'aumento delle tasse. Basti pensare che la pressione fiscale dal 40,5 per cento del 2005 sale al 42,2 per cento e che l'aumento della spesa pubblica per l'illustre studioso Boeri (La Voce.info di questi giorni) è di 6,5 miliardi di euro e, quando la stessa aumenta in un anno, è destinata a produrre più spesa pubblica nell'anno successivo.
Colleghi, anche se oggi parliamo a tutti gli italiani, è inutile continuare questo discorso, perché gli italiani che ci ascoltano hanno capito come non sia un caso che la legge finanziaria, figlia di una maggioranza di questo tipo, non possa affrontare i nodi che sono davanti a tutti noi. Lo hanno capito bene perché questa finanziaria è frutto di un Governo che, a sua volta, è frutto di un equilibrio politico condizionato dall'ala più massimalista e radicale della sinistra. Non ci meravigliamo, noi che siamo avvezzi alla politica, se l'onorevole Diliberto, intervenendo oggi, tatticamente fa anche finta di essere arrabbiato perché non c'è dubbio che si prepara a svuotare i nuovi provvedimenti che il Governo ha annunciato per i prossimi mesi.
Allora, noi non siamo dei pazzi se chiediamo un nuovo equilibrio politico. Il mio partito, l'UDC, gli onorevoli Cesa e Buttiglione non sono degli squilibrati se dicono che con questo equilibrio politico non ci possono essere che finanziarie di questo tipo, se chiedono un nuovo equilibrio politico, respingendo al mittente - consentitemelo, amici della sinistra, per quel minimo di correttezza di rapporti esistente in quest'aula - le squallide ipotesi di «aiuti ai naviganti», che da parte nostra non possono venire né oggi né mai perché questo Governo è inaiutabile e perché il patto di fedeltà a cui noi siamo legati ci ha collocato all'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Gli elettori non sono delle persone che si strumentalizzano il giorno del voto e si dimenticano dopo. Noi abbiamo una visione diversa rispetto a quella dei nostri colleghi del centrodestra su come fare opposizione, non abbiamo aspettative salvifiche nel riconteggio dei voti - peraltro, mi sembra che i primi risultati siano addirittura sorprendenti al contrario -; ma questo non può in alcun modo far venire meno quel patto di lealtà che ci ha posto in una posizione di grande dignità istituzionale, cioè all'opposizione. Dunque, questo Governo è inaiutabile perché è figlio di questo equilibrio politico.
Oggi io chiedo alle forze più responsabili del centrosinistra di fare solo una cosa: aprire gli occhi. D'altronde, che qualcuno gli occhi li stia aprendo è dimostrato dal fatto che tutti i giornali sono pieni della fase uno, della fase due, di notizie su chi è d'accordo con la fase uno, chi con la fase due, chi non vorrebbe quest'ultima e via dicendo. Personalmente, sono disinteressato alla fase uno o due - è un problema della maggioranza - ma, se si richiede la fase due da parte delle persone più responsabili della maggioranza, questa è la dimostrazione che la fase uno è stata bocciata anche da parte vostra, che vi è una perplessità altissima e che, comunque, l'ascolto del paese vi porta a verificare come ci sia una profonda delusione per questa legge finanziaria.
Allora, al bando le fasi uno e due, qui noi attendiamo il Governo - lo sfidiamo - su due punti essenziali: liberalizzazioni e riforme delle pensioni. Vogliamo capire davanti a tutti gli italiani: questo è il compito dell'opposizione (non quello di fare l'opposizione di comodo, sbraitando e basta). Noi abbiamo il dovere di incalzarvi e di chiedervi se volete liberalizzare i servizi pubblici locali, se mettete al centro del vostro lavoro politico due soggetti: i consumatori e i giovani.
Secondo noi, fare le liberalizzazioni in Italia e le riforme del sistema previdenzialePag. 19significa occuparsi di soggetti dimenticati, come i consumatori e i giovani: vi attendiamo.
Vogliamo capire se il disegno di legge Lanzillotta, dopo gli annunci, è destinato a rimanere carta straccia o ad essere svuotato da chi, evidentemente avendo un'impostazione ideologica e classista, non vuole fare le liberalizzazioni vere.
Infine, cari colleghi, termino come ho iniziato perché un buon Natale lo possano trascorrere gli italiani così come anche tutti noi. Tuttavia, c'è un regalo avvelenato, onorevole Bertinotti: sotto l'albero degli italiani questo Governo ha messo un pacchetto bomba: un pacchetto avvelenato. Questo pacchetto, questo dono avvelenato è il condono contabile amministrativo. Noi non siamo interessati alla caccia al tesoro su chi l'ha inserito e per quale finalità: è stato inserito.
Abbiamo per anni assistito a questa polemica sulle leggi ad personam. Questo forse è un condono ad personam, per cui va cancellato. Tuttavia, vorrei ricordare che il mio partito, proprio qui, con l'onorevole Mazzoni, in quest'aula, ha inserito un emendamento che aveva inasprito le sanzioni dello Stato rispetto ai gravi reati contro la pubblica amministrazione, finalizzando i fondi ricavati in questo modo alla scuola e alla giustizia. Quello era un buon inizio, ma al Senato anche dal punto di vista della questione morale il Governo ha dimostrato di non avere le carte in regola, segno, cari amici, che qui il monopolio della lotta all'immoralità non ce l'ha nessuno e motivo di più per fare uno sforzo comune di tutti contro la corruzione e la criminalità.
Attendiamo che venga tolto da Babbo Natale questo pacco da sotto l'albero degli italiani e auguro - per la verità, non al Governo - a tutti gli italiani un buon Natale (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, oggi è iniziato uno sciopero che dura da ben tre giorni e che ha svuotato non solo la sala stampa del nostro Parlamento, ma anche tante redazioni. È uno sciopero indetto da una categoria che, in tante occasioni, ci ha consentito di esprimerci e che trasferisce all'opinione pubblica le nostre lotte, battaglie ed idee.
È uno sciopero che io definirei per la democrazia e che in questo momento vede coinvolti su fronti contrapposti quei giornalisti che chiedono migliori condizioni di lavoro e, dall'altra parte, quegli editori - i grandi editori - che pensano che anche un lavoro intellettuale come quello del giornalismo debba essere normato secondo l'esigenza del just in time, della precarizzazione del rapporto di lavoro, sino a dire, all'interno di questo Parlamento e di quest'aula, che sarebbe bene cancellare il contratto collettivo di lavoro.
Ecco, signor Presidente, scioperano coloro i quali oggi rivendicano la condizione del contratto collettivo di lavoro come requisito minimo e molti altri che sanno cosa significa stare in una redazione a 5 euro al pezzo. Dall'altro lato, dalla parte di quei grandi padroni come quelli che abitano i salotti di Confindustria, si ritiene invece di avere la possibilità di cancellare quel contratto oggi con riferimento ai giornalisti, domani per tante altre categorie di lavoro.
Che paese è, signori del Governo, quello dove l'impresa è così accanita nei confronti dei lavoratori di ogni tipo? Che paese è quello in cui quando c'è una piccola ripresa industriale, l'unica esigenza che ci si propone è quella di dare maggiore precarietà e flessibilità?
Lo avevamo già chiesto e lo chiedo ancora una volta al ministro Tommaso Padoa Schioppa: che fine faranno i soldi del cuneo fiscale e i 7 miliardi di euro che questa legge finanziaria - più di ogni altra - ha dato al mondo dell'impresa? Questi soldi saranno investiti per l'innovazione e la competitività, come veniva detto, oppure andranno solamente ad aumentare il reddito personale di individuiPag. 20che vogliono semplicemente sfruttare i lavoratori? La Confindustria - abbiamo avuto modo di dirlo nel corso di questi giorni - si comporta come un partito, anzi a dire la verità, poiché ho molto rispetto per la funzione che svolgiamo, si comporta molto peggio di un partito. Infatti, prende soldi, chiede precarietà e, nello stesso tempo, intende intervenire direttamente in politica come se non ci fossero già ampiamente bastati gli esempi di uomini provenienti dal mondo dell'impresa che hanno contribuito alla vita politica del nostro paese.
Allora, le pensioni sono il cardine sul quale noi misureremo la fase successiva di questo Governo. Se qualcuno, all'interno di questa coalizione, la nostra, intende chiamarla «fase 2», noi invece chiediamo che si espongano limpidamente le posizioni. Se si vuole innalzare l'età pensionabile o ritoccare i coefficienti, noi non ci stiamo, non ci staremo e non consentiremo che ciò si faccia. A quest'ora, la quasi totalità dei nati tra il 1950 e il 1955 sono impegnati in fabbrica, stanno lavorando. A loro si deve rivolgere la domanda se sia giusto o no, come hanno detto gli operai di Mirafiori, minacciare l'innalzamento dell'età pensionabile. Se dopo una giusta ed ampia consultazione tra i lavoratori si riuscirà ad avere una posizione unitaria di questa maggioranza, noi dovremo soprattutto indirizzare questa proposta di riforma all'abolizione dello scalone di Maroni e di quell'innalzamento dell'età pensionabile che riguarda numerose persone, milioni di lavoratori che oggi, da un giorno all'altro, vedrebbero aumentato il loro tempo di vita nell'ambito lavorativo.
Da questo punto di vista, bisogna anche considerare le emergenze sociali: per noi la prima emergenza sociale è quella di tanti che forse, a quest'ora, sono soli in casa, indifesi rispetto alla loro condizione sociale, vale a dire i 14 milioni di pensionati INPS, di cui 10 milioni sotto i 500 euro al mese e 7 milioni a 356 euro al mese. Allora, di quale deficit di comunicazione parliamo se, invece di enunciare le cose positive che abbiamo fatto dentro questa legge finanziaria, si continua a rimandare il problema alla fase successiva?
Si può dire che con questa legge finanziaria, oggi, una lavoratrice precaria ha più diritti per la sua maternità e per la sua salute? Si può dire che si è istituito un fondo per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione?
Si può dire che è stato realizzato ciò che da tanti anni veniva impedito dal Governo delle destre, cioè l'esaurimento della lista dei precari nella scuola? Possiamo dire che oltre il 90 per cento dei contribuenti di questo paese che hanno meno di 40 mila euro di imponibile l'anno avranno dei vantaggi dalla riforma fiscale? Possiamo dire che questi vantaggi andranno soprattutto alle famiglie? E al riguardo osservo, per inciso, che dovrebbero andare a tutte le famiglie, anche a quelle di fatto, anche se composte da persone dello stesso sesso, perché per noi il valore principale della tutela della famiglia è preservare il sentimento di unione, di affetto e di amore che unisce le persone, e non valori astratti che vengono utilizzati strumentalmente da chi all'interno di quest'aula crede di rappresentare dall'alto di una cattedra una idea rispettabile ma che non appartiene ad un Stato laico e ad un giusto rapporto tra Stato e Chiesa.
Diciamo anche che grazie alle nostre battaglie si sono introdotti alcuni miglioramenti significativi, come l'abolizione del ticket sul pronto soccorso per i codici verdi e la relativa esenzione fino a 14 anni. Siamo anche molto orgogliosi della norma sul lavoro nero - abbiamo scoperto 250 lavoratori, che avevano diritto ad un regolare contratto, vittime sul posto di lavoro, assunti lo stesso giorno della loro morte - che costringe il datore di lavoro ad una comunicazione tempestiva dell'assunzione, e anche attraverso questa via intendiamo combattere il lavoro nero.
Allora, signor Presidente, membri del Governo, noi voteremo questa fiducia, ancora una volta, perché riteniamo che occorra dare speranza e prospettive a questo paese. Da una parte, però, dobbiamoPag. 21ascoltare il richiamo del Presidente Napolitano, alto, autorevole: non si può governare il paese per tutto l'anno con una legge sola, composta da più di mille commi. Dall'altra, dobbiamo fare marcia indietro, una misura questa chiesta da tutto il Parlamento, su due aspetti, ampiamente citati. Il primo riguarda la prescrizione dei reati contabili e l'altro, per noi molto importante, è relativo alla «manina» che ha modificato la deliberazione del Governo sul CIP6, uno scandalo del nostro paese che garantisce fondi per l'energia riciclata ai petrolieri e non a chi realmente si propone di rendere le risorse energetiche compatibili con l'ambiente. La politica di questo Governo si deve confrontare con questa esigenza, con la necessità di un vero confronto tra le forze sociali del paese.
Se qualcuno di voi, tanto appassionato del Natale, ha fatto un giro per le vie del centro, si sarà reso conto che esse sono piene di gente ma che i negozi sono vuoti. Qualcuno lo ha definito «shopping visuale», in realtà penso che sia la condizione materiale del paese. Dobbiamo restituire la possibilità di futuro al paese e crediamo che la buona politica sia riconfermare l'impegno che abbiamo preso con il paese quando abbiamo vinto le elezioni, restituendo dignità, uguaglianza e diritti sociali (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Alleanza nazionale voterà convintamente contro questa legge finanziaria. Lo farà convinta delle proprie ragioni, sia per questioni di metodo che per questioni di merito. Nel metodo, ovviamente, ci riferiamo al richiamo forte giunto dal Presidente della Repubblica sul fatto di porre fine una volta per tutte alla prassi degli articoli unici, additando questa legge finanziaria come limite estremo di riferimento istituzionale per quel che riguarda il rapporto tra Stato e cittadini; un richiamo fortissimo di cui il Governo evidentemente sembra non tenere conto, su cui lo stesso Prodi ha fatto finta di nulla fino ad oggi, una questione di metodo che è assolutamente fondamentale e che dimostra in maniera concreta come questo Governo non abbia più i numeri a livello politico per poter governare.
Vedete, cari colleghi, tutti gli interventi svolti sino a questo momento - compresi quelli del collega Migliore, del collega Villetti e del collega Donadi - hanno sostanzialmente richiamato un profilo di problematicità pesantissimo all'interno della maggioranza, in cui ogni forza politica prende le distanze da questa legge finanziaria. Essa non è semplicemente una legge che spacca il paese, come avevamo dichiarato all'inizio del suo iter parlamentare. Alleanza Nazionale oggi riscontra come il paese, nella sua globalità, sia sostanzialmente contro questa legge finanziaria. Lo è nelle industrie come Mirafiori, dove si è manifestato concretamente il dissenso nei confronti della legge finanziaria e del Governo Prodi. Lo è nelle piazze e nelle strade, dove quotidianamente vi sono dei segnali di disaffezione, di contrarietà, di scherno, purtroppo, anche nei confronti del Presidente del Consiglio, alla luce di un distacco ormai evidente a causa di una legge finanziaria che va nel merito a colpire gli interessi diffusi e quella realtà sociale ed economica che rappresenta l'elemento fondamentale dell'Italia.
La legge finanziaria non solo non è stata migliorata, ma è stata ulteriormente resa critica nei confronti di una fase di sviluppo che stiamo toccando con mano, che non è certo merito di una iniziativa del Governo. Purtroppo, questa legge finanziaria è falsa per quanto riguarda i suoi numeri fondamentali. Abbiamo parlato tutti di 40 miliardi di euro di intervento. Questi sono i numeri ufficiali. Il Governo doveva chiarire come i 35 miliardi di entrate aggiuntive, derivanti dall'attività del Governo di centrodestra, dovessero entrare all'interno dei saldi perPag. 22ottenere una legge finanziaria che non sarebbe stata di lacrime e sangue per gli italiani, come ora sarà, ma una legge finanziaria assolutamente più morbida, che avrebbe consentito al paese di crescere secondo le potenzialità già avviate dalle riforme e dalle iniziative del Governo di centrodestra.
Alleanza Nazionale ha chiesto più volte questo chiarimento e voi avete 30 miliardi di cui dovete rispondere al paese sull'utilizzo futuro. Dovete spiegare come verranno impegnate queste risorse, molto probabilmente per coprire i falsi legati alle entrate della legge finanziaria; una parte verrà utilizzata sicuramente per tentare di recuperare su settori che non rappresentano il motore pulsante per lo sviluppo italiano, ma sono elementi secondari che fanno riferimento a nicchie specifiche di consenso nei confronti del centrosinistra.
Questi 30 miliardi determinano complessivamente un'attività di intermediazione da parte del Governo di oltre 70 miliardi. Pensate, colleghi, noi riteniamo preferibile che famiglie ed imprese gestiscano queste risorse rispetto ad un Governo che, all'interno di questi 1380 commi, va ad adottare procedure e burocrazie che renderanno inefficaci queste risorse. Da una parte si prendono i soldi degli italiani e dall'altra si destinano a non si sa cosa. Non sappiamo come verranno utilizzati.
Si vanno a reperire risorse direttamente dal mondo delle imprese, quel mondo delle imprese che fino ad oggi ha dato spinta e vitalità, che non ha - come è stato sventolato più volte dal Presidente Prodi - elementi di sostanziale accordo, perché sino ad oggi la concertazione non è stata una modalità vincente. Intere categorie di liberi professionisti, che hanno marciato a Roma, insieme ad altre categorie hanno manifestato tutte contro una legge finanziaria che le mette in gravi condizioni. La stessa Confindustria - Presidente Prodi - ha preso posizione, ribadendo con chiarezza che questa legge finanziaria non solo non dà elementi ulteriori di sviluppo, ma frena la crescita. Ci troviamo di fronte ad una fase di ripresa, determinata in parte dalla congiuntura internazionale, in parte dai provvedimenti varati dal centrodestra, che dovrebbe essere sostenuta.
Da ciò derivano le proposte di Alleanza Nazionale, lanciate dal nostro presidente Fini, attorno al confronto sul DPEF. Avevamo detto: pochi emendamenti qualificati - e Alleanza Nazionale li ha presentati - attorno al tema della riduzione del danno legato al prelievo del TFR, una norma palesemente incostituzionale che procurerà problemi gravissimi ai lavoratori e alle imprese. Avevamo avanzato delle proposte concrete attorno al tema del rilancio dello sviluppo, della solidarietà, per dare un sostegno concreto ai cittadini che voi andate a colpire, perché l'intervento non riguarda i pochi euro dell'IRPEF destinati alle fasce più deboli, ma è il ventaglio degli interventi fiscali che determinerà complessivamente un prelievo largamente superiore a quanto voi tentate in misura ridotta di dare ad alcune fasce sociali minoritarie.
Tale manovra finanziaria, quindi, va a castrare le potenzialità di una realtà economica e sociale che voi ponete in discussione. Mi riferisco, in particolare, al tema della famiglia, che mettete in discussione quotidianamente sia dal punto di vista fiscale, sia dal punto di vista della valorizzazione della considerazione costituzionale, ed al tema dell'impresa. Il viceministro Visco definisce evasori ed elusori tutta la realtà delle piccole e medie imprese, degli artigiani e di coloro che quotidianamente contribuiscono allo sviluppo. Così facendo, create un distacco definitivo forte con gli elementi cardine per immaginare un percorso di rilancio del nostro sistema sociale ed economico, ma anche con gli elementi di tradizione che fino ad oggi hanno creato le condizioni perché l'Italia restasse agganciata ai maggiori paesi in sede europea ed internazionale in termini di crescita e di sviluppo. Oggi, attraverso questa legge finanziaria, rompete il processo di crescita da noi avviato; di questo dovete assumervi la piena responsabilità.
La legge finanziaria colpisce tutti indifferentemente: imprese, cittadini e forzePag. 23dell'ordine. È una vergogna quanto avete dichiarato sul tema delle risorse: 5 euro lordi in termini contrattuali (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Le risorse legate agli investimenti sulle forze dell'ordine non sono in grado di far fronte alle necessità del paese. Non si è mai vista, durante una legge finanziaria, una protesta in piazza da parte delle forze dell'ordine: abbiamo assistito anche a questo. Oggi mettete il nostro comparto sicurezza nelle condizioni di non poter fare fronte alle esigenze vere del paese: si tratta di una cosa inaccettabile.
Signor Presidente, all'interno del percorso della legge finanziaria vorrei sottolineare il passaggio sul comma 1346. In questo caso non si tratta solo di un problema di maggioranza che non c'è più o del paese che è ostile alla legge finanziaria, ma di un problema di difesa da parte del Governo e della maggioranza, che hanno responsabilità piena e solidale, di quel comma 1346 che difende ladri e corrotti rendendoli impuniti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)! Voi dovete assumervi la responsabilità sulla norma salvacorrotti e salvaladri! Onorevole Casini, lei ha parlato di provvedimento ad personam: sono 70 mila le persone nella pubblica amministrazione che beneficeranno di questo provvedimento. Ci sono 68.670 vertenze presso le procure regionali della Corte dei conti; 3.674 giudizi di pendenza per reati erariali; il 17,8 per cento dei procedimenti per reati sul personale; il 16,1 per cento per tangenti, corruzione e concussione. Voi fate una norma che salva i corrotti, indebolisce il percorso di lotta all'evasione e di contrasto all'elusione e l'avete inserita in questa legge finanziaria come elemento cardine della vostra attività (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia). Ma dove pensate di prendere 9 miliardi di euro se non con la vessazione delle piccole imprese, con gli studi di settore e con un intervento che mette in discussione la certezza del diritto?
Signor Presidente, su questi argomenti il Governo ed il Presidente Prodi devono assumersi la responsabilità, e li attendiamo in quest'aula. Alleanza Nazionale voterà contro questo scempio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Martino. Ne ha facoltà.
ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, mi sia consentita una citazione: «Un gran numero di Stati membri, e in particolare paesi baltici, hanno adottato una versione da manuale di politica tributaria efficiente. Anzitutto, i loro sistemi tributari sono trasparenti. In secondo luogo, il carico fiscale è in genere basso. In terzo luogo, hanno evitato una progressività troppo ripida. L'aliquota marginale massima dell'imposta sui redditi personali è circa il 25 per cento in Estonia e Lettonia e fra il 30 e il 40 per cento nella maggior parte dei nuovi Stati membri. Per le imposte sulle società (le aliquote marginali massime) sono comprese fra il 15 ed il 25 per cento ed alcuni paesi hanno annunciato ulteriori riduzioni nei prossimi anni. Sia dal punto di vista teorico sia da quello pratico sappiamo che questi sistemi tributari sono favorevoli ad un forte sviluppo economico. Se le aliquote fiscali basse dei nuovi Stati membri indurranno tutti i paesi dell'area dell'euro a riformare il sistema fiscale, come le riduzioni delle aliquote fiscali in Irlanda hanno già fatto, questo sarà tutto a nostro vantaggio. Tutti i cittadini dell'area dell'euro sanno che i regimi fiscali devono cambiare e che la pressione fiscale deve diminuire».
Queste parole sono contenute in un discorso tenuto a Francoforte il 21 ottobre 2004 da Tommaso Padoa Schioppa nella sua qualità di membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia e del deputato La Malfa). Immagino che ilPag. 24signor ministro, data la sua ilarità, abbia gradito la citazione (Dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia si grida: Ridi! Ridi!)!
Evidentemente, fino a due anni or sono, anch'egli, come la quasi totalità degli economisti, riteneva che per promuovere lo sviluppo economico fosse necessario un fisco trasparente, leggero e basato su aliquote marginali quanto più basse possibili. Non basta. Il suo riferimento positivo al caso irlandese dimostra come allora egli fosse convinto che il risanamento dei conti pubblici fosse possibile solo grazie allo sviluppo economico promosso dalla riduzione delle imposte. L'Irlanda nel 1990 aveva un rapporto del debito sul PIL pari al 120 per cento; in soli dieci anni, quel rapporto si è più che dimezzato. Nel 1999, il rapporto era sceso al 54 per cento; tale straordinario risultato, come il ministro riconosce - no, pardon, come il dottor Padoa Schioppa riconosceva -, fu ottenuto grazie ad una drastica riduzione delle aliquote. Siamo in presenza di una conversione talmente rapida da ricordare il caso di Gaetano Donizetti del quale si racconta che mentre, non si sa perché, stava picchiando furiosamente la moglie, colto dall'ispirazione, si recò al pianoforte e compose: «Tu che a Dio spiegaste l'ali, o bell'alma innamorata» (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
Inutile chiedersi cosa abbia indotto il dottor Padoa Schioppa, diventato ministro, a dare vita ad una finanziaria che, in nome dello sviluppo, aumenta il carico fiscale; la sua conversione è assolutamente incomprensibile. Uso l'aggettivo «incomprensibile» intenzionalmente perché questa volta sono stati superati i limiti della decenza; un articolo unico di 1.365 commi, come ha ricordato giustamente il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, è abnorme, e a tale articolo unico si è arrivati dopo un interminabile valzer di contorsioni, contraddizioni, modifiche e ripensamenti.
E che dire del provvedimento «salvacorrotti», immediatamente giudicato scandaloso persino da alcuni ministri? Sembra che si cercherà di correggerlo subito dopo la sua approvazione! Ora, io non ritengo che il Presidente del Consiglio ed il ministro dell'economia e delle finanze volessero davvero introdurre una norma che ha conseguenze così aberranti; è probabile, quindi, che non ne fossero a conoscenza. Ma questo non li assolve affatto! Come può chiedere fiducia un Governo che presenta al Parlamento provvedimenti di cui non conosce neppure il contenuto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)?
Dite di voler perseguire la giustizia sociale ma in realtà avete adottato una politica che è ferocemente antisociale. Il fatto è, onorevoli colleghi, che l'aumento delle imposte non danneggia chi è già ricco; si tratta di un lusso che, essendo ricco, può permettersi. I veri danneggiati sono quanti potrebbero diventare ricchi, migliorare la propria condizione e vengono messi nell'impossibilità di farlo dall'aumento del carico fiscale. L'eccesso di tassazione è la misura più iniqua e reazionaria che si possa immaginare; impedendo, a chi potrebbe crescere, di farlo, congela la struttura dei redditi, rende durature (se non permanenti) le differenze tra chi ha molto e chi ha poco, taglia i gradini più bassi della scala dei redditi lasciando a terra quanti potrebbero salire e migliorare la propria condizione.
Credete che siano i super ricchi a piangere quando le tasse aumentano?
Oltretutto, l'onorevole Giulio Tremonti mi ha detto che sui super ricchi non vi è nessun aumento di tasse.
Credete che siano i super ricchi a piangere quando le tasse aumentano? No, la maggior parte di loro non si accorgerà nemmeno del cambiamento! Il pauperismo e l'abuso del torchio fiscale che ne consegue garantiscono l'immiserimento di tutti gli italiani e i danneggiati veri sono proprio i più deboli.
Questa finanziaria è incomprensibile, impresentabile, iniqua, recessiva e profondamente antisociale. Ha suscitato le critiche non solo degli economisti e delle categorie, ma dell'intero paese; ha un soloPag. 25pregio: ha illustrato esemplarmente a tutti gli italiani di cosa siano capaci le sinistre quando vanno al Governo. È una lezione che gli italiani non dimenticheranno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, chiudiamo oggi il lungo percorso della legge finanziaria. Abbiamo alle spalle quattro mesi di dibattiti e di lavoro nel Governo e in Parlamento; un tempo sicuramente troppo lungo!
Quest'anno, come tutti gli anni precedenti, indipendentemente dal colore dei Governi che si sono succeduti alla guida del paese, abbiamo verificato ancora una volta che vanno profondamente cambiati i meccanismi delle leggi di bilancio; troppe incrostazioni, troppe pigrizie legislative, troppa poca voglia di cambiare, hanno infatti reso nel tempo la legge finanziaria una specie di imbuto, in cui deve entrare tutto per forza, perché si immagina che ciò che non passa lì è destinato inesorabilmente a perdersi e ad arenarsi.
Bisogna cambiare, bisogna utilizzare un meccanismo moderno ed efficiente che, nel rispetto dei principi costituzionali nonché dei compiti e delle prerogative del Governo e del Parlamento, della maggioranza e dell'opposizione, renda possibile individuare nella legge finanziaria le linee e le scelte di bilancio, liberandola da tutto ciò che può e deve finire nella normale legislazione ordinaria.
Questo chiediamo ai gruppi di opposizione: una disponibilità a lavorare insieme, nella chiarezza dei ruoli, senza pasticci, per rendere più efficienti i nostri lavori. Ciò non serve più a noi o a voi - che ci siamo alternati e continueremo a farlo nella guida del paese -, ma serve a tutt'Italia!
All'inizio di questo lungo percorso, il Governo ed i gruppi di maggioranza avevano dichiarato la disponibilità a migliorare e modificare il testo conservandone l'impianto. Questo è stato fatto, salvando la scelta di fondo di costruire da subito le condizioni per il risanamento, avviando le riforme per far ripartire il paese.
Abbiamo fatto - vogliamo spiegarlo agli italiani che ci stanno ascoltando - quello che avrebbe fatto ogni famiglia che si trovasse a gestire un'eredità con molti debiti: abbiamo trovato le risorse, con un po' più di entrate e molti risparmi e tagli di spesa, mettendone una parte a riduzione del debito e un'altra nelle cose indispensabili per vivere (per i figli, per la casa).
Così abbiamo fatto noi, mettendo 15 miliardi a riduzione del debito pubblico e cominciando ad approvare interventi per i precari, per i redditi bassi, per le donne, per il Mezzogiorno, per le famiglie, per i giovani, per le imprese.
Inoltre, durante i lavori parlamentari, abbiamo migliorato notevolmente il testo iniziale, anche se con un po' di confusione e con qualche protagonismo che si poteva certamente evitare. Ma ognuno ha la sua debolezza e quella del centrosinistra è di mettere tutto in piazza. Tuttavia, abbiamo apportato miglioramenti spostando qualche tramezzo importante, senza toccare i muri maestri della manovra, come aveva ben detto il ministro Padoa Schioppa, che ringrazio per la serena determinazione con la quale ha difeso la manovra di tutto il Governo.
Abbiamo svolto incontri, abbiamo ascoltato istanze e proteste di organizzazioni, di sindacati, di categorie.
Come è giusto per una coalizione che ha scelto da sempre la via della concertazione, e mai quella dello scontro sociale, abbiamo accolto dov'era possibile accogliere, abbiamo corretto dov'era possibile correggere. Oltre centocinquanta cambiamenti migliorativi, richiesti delle forze sociali o dai gruppi parlamentari. Ho il tempo per citare solo i cambiamenti più rilevanti. È stata ridotta l'IRPEF per i redditi medio bassi, sono stati incrementatiPag. 26gli assegni familiari ed aumentate le detrazioni per i figli a carico, per gli anziani sopra i 75 anni e per le spese sostenute per le badanti che assistono anziani non autosufficienti.
È stato soppresso il ticket di pronto soccorso anche per il codice verde, oltre che per tutti gli esenti. Sono state date più risorse alla ricerca e all'università, alla mobilità sostenibile, al trasporto pubblico locale, all'edilizia residenziale, alle ferrovie e per le strade. La tassa di successione è stata introdotta solo per i grandi patrimoni miliardari, con esenzione per i passaggi delle imprese da padre a figlio. Sono state esentate le piccole imprese dal prelievo del TFR ed è stata ridotta l'INAIL per le imprese che rispettano le norme di sicurezza. Sono stati ridotti gli incrementi contributivi per l'apprendistato, introdotti altri aiuti per i piccoli comuni, soprattutto - una cosa nuova - per quelli che hanno oltre un terzo di popolazione anziana. Sono stati stabilizzati i precari della scuola, della pubblica amministrazione e dei Vigili del fuoco. Più fondi alla sicurezza e alle forze dell'ordine: assunti altri 1.000 agenti di polizia.
È stata soppressa la tassa di soggiorno. Reintrodotta la destinazione del 5 per mille per le organizzazioni di volontariato. Più tutele per la maternità e la malattia, introdotte con il testo iniziale ed aumentate per i lavoratori precari. E poi il principio, oggi finalmente legge dello Stato, che le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale saranno destinate a ridurre le tasse, perché si possono pagare meno tasse se le pagano tutti (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Alessandri)!
Potrei continuare, ma penso che sia sufficiente. Valeva la pena per questi miglioramenti attraversare un autunno così difficile? Io rispondo di sì, ne valeva la pena. Potevamo certo gestire, potevamo, come si è detto, comunicare meglio, ma il lavoro che abbiamo fatto da settembre ad oggi ha portato ad una finanziaria migliore e più forte. Una finanziaria che ha chiesto agli italiani una cosa giusta: ha chiesto agli italiani un aiuto per il proprio paese, senza dimenticare che non si può chiedere a chi non ha più nulla da dare. Una finanziaria che ha cominciato anche a restituire a chi ha più bisogno o a chi ha più talenti e potenzialità per crescere, facendo così aumentare lo sviluppo e l'occupazione. Gli italiani vedranno e capiranno da soli, non ascoltando i nostri dibattiti, bensì misurando le nostre scelte nei loro bilanci familiari, nelle loro vite, nelle loro case. Capiranno da soli.
Lei, Presidente Prodi, ha ricordato più volte che quello che abbiamo fatto è nell'interesse di tutti, anche di chi ora si sente deluso o tradito. Da gennaio il sostegno al nostro Governo, ripeto, al nostro Governo, si sposterà dal Parlamento alle città italiane. Lo farà l'Ulivo, lo faranno gli altri partiti della coalizione. Dovremo spiegare, dovremo ricordare che non si possono invocare riforme coraggiose, immaginando che riguardino sempre e soltanto il proprio vicino (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo), che non si possono invocare modernizzazioni e cambiamenti, purché non entrino nel proprio recinto individuale.
Dopo anni e anni di pericoloso egoismo sociale ed egoismo territoriale, dobbiamo recuperare per l'Italia il senso di una grande missione collettiva, perché gli italiani hanno i mezzi e le qualità per affrontare la grande sfida globale in cui siamo immersi. Serve recuperare il senso di essere una grande comunità, dell'essere come una squadra, in cui ognuno fa la sua parte perché sa che non potrà mai vincere da solo. Su questo vorremmo ascoltare le idee dell'opposizione. Questo vorremmo fosse il modo di cominciare il 2007, come ha chiesto ieri a tutti noi il Presidente Napolitano. E insieme un augurio ed un impegno: chiudere con il 2006 la lunga coda delle elezioni, con il suo carico di rancori, di veleni, di violenze verbali, e cominciare un anno nuovo, finalmente moderno ed europeo, in cui gli italiani possano vedere una classe dirigente, di maggioranza e di opposizione, che si confronta civilmente, senza fastidiose risse sulle diverse ricette per il paese.Pag. 27
Noi siamo pronti. Se anche voi farete questa scelta, l'Italia del 2007 comincerà ad essere quella che gli italiani, tutti gli italiani, stanno pazientemente aspettando (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi e di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto svolte a nome dei gruppi e per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta. Avranno ora luogo alcune dichiarazioni di voto a titolo personale. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, ritengo doveroso segnalare che vi sono obblighi internazionali che hanno un carattere politico, ma anche un carattere morale ed umanitario molto importante. Mi riferisco alla circostanza che l'Italia è inadempiente nei suoi contributi al Fondo globale per la lotta all'AIDS, malaria e tubercolosi. È inadempiente per 20 milioni di euro nel 2005, con il precedente Governo, è inadempiente per 130 milioni di euro nel 2006, non ha stanziato nulla per il 2007. Dunque, pur votando la fiducia al Governo, per le motivazioni testé esposte dall'onorevole Franceschini, ritengo doveroso segnalare tale fatto e fare un appello alla sensibilità dei membri del Governo, che certamente mi stanno tutti ascoltando, e lo faccio con due qualità istituzionali, signor Presidente: quella di relatore sul bilancio degli esteri (perché la medesima Commissione esteri mi ha dato il mandato di sottoporre questo tema) e quella di ambasciatore del Partito del Socialismo europeo, sì del Partito del Socialismo europeo, per la lotta all'AIDS, che mi ha chiamato tra le personalità impegnate a stimolare la sensibilità necessaria in questo campo. Spero sia l'ultima volta che rivolgo questo appello, nel senso che finalmente ci si decida ad adempiere ad un grande obbligo, che salverebbe vari milioni di persone da una malattia atroce (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori e Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, credo di interpretare non solo il mio pensiero, ma anche quello della maggior parte dei colleghi del gruppo Italia dei Valori, nell'esprimere la nostra forte insoddisfazione, anche superiore a quella manifestata dal nostro presidente, sul disegno di legge finanziaria, così come è risultato al termine del suo percorso legislativo, in particolare per quella mano invisibile che proditoriamente ha aggiunto il comma «salvaladri» della pubblica amministrazione, e che altrettanto proditoriamente ha cancellato tutte le norme sulla riduzione dei costi della politica, che erano state concordate a livello di presidenti di gruppo di maggioranza ed accolte dal Governo. Su tale modo di fare politica e di fare coalizione noi non ci stiamo! Questo punto è parte qualificante del programma della coalizione e su di esso non accetteremo né di fare sconti, né che vi siano dimenticanze, né omissioni più o meno clandestine. Dichiaro, anche in quest'aula, che, a titolo personale, in futuro non voterò la fiducia ad una prossima finanziaria se queste azioni, ripeto concordate, non si tradurranno in provvedimenti legislativi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
LUCA VOLONTÈ. Non ti crede nessuno!
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, mi permetto di segnalare un mero errore materiale, del quale ho già informato gli Uffici, che cancella, nel passaggio dal Senato alla Camera, l'unico aspetto positivoPag. 28di questo disegno di legge finanziaria. Il Senato ha approvato, al comma 1018, la destinazione di spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2007 per gli eventi alluvionali e meteorologici che hanno colpito il comune di Marigliano, in provincia di Napoli. Il testo in votazione alla Camera, al corrispondente comma 1014, omette la destinazione di risorse al comune di Marigliano, pur lasciando intatta la cifra di 5 milioni di euro per il 2007. La prego, pertanto, signor Presidente, prima della votazione, di correggere il materiale errore e non vanificare l'unica cosa buona che il Governo aveva fatto, rispondendo ad una straordinaria attesa di un territorio già storicamente dimenticato dalla regione Campania.
PRESIDENTE. Rispetto alla sua osservazione, deputato Russo, desidero informare l'Assemblea che, dopo la prima stampa del testo del disegno di legge finanziaria trasmesso dal Senato (atto Camera n. 1746-bis-B), distribuita in data lunedì 17 dicembre 2006, è emerso che, per un mero errore materiale, il testo dell'articolo 1, comma 1014, non conteneva il riferimento al comune di Marigliano in Campania, presente nel testo effettivamente approvato dal Senato. Nella medesima data, il Senato ha altresì trasmesso alcune correzioni di errori materiali contenuti nel messaggio inviato.
Di tutto ciò è stata immediatamente avvertita la V Commissione.
Si è, quindi, proceduto, correggendo il complesso di tali errori materiali - dovuti evidentemente alla complessità delle operazioni tecniche per la predisposizione dei testi, in relazione ai ristrettissimi tempi a disposizione -, alla ristampa dell'atto Camera n.1746-bis-B, che è stato posto in distribuzione sin da ieri, prima dell'inizio della seduta dell'Assemblea.
PASQUALINO GIUDITTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, prendo atto di quello che lei ha dichiarato. Intendevo intervenire solamente per condividere la proposta del collega Russo.
PRESIDENTE. Come ha notato, si tratta di un argomento già superato.
Sull'ordine dei lavori (ore 13,13).
PRESIDENTE. Come è noto, colleghi, nella giornata di ieri due deputati del gruppo della Rosa nel Pugno, come loro stessi hanno dichiarato, hanno inserito nel presepio, attualmente esposto all'ingresso di Palazzo Montecitorio, alcune statuine recanti scritte che richiamano la questione delle coppie di fatto.
Tale comportamento è stato oggetto di interventi critici in aula nella seduta di ieri, alcuni dei quali hanno anche richiesto l'intervento della Presidenza della Camera.
A tal proposito, come ho avuto modo già di dichiarare, anche nell'Ufficio di Presidenza, ritengo che si debba evitare, specie in questi giorni, di alimentare ulteriormente la polemica su temi di così grande sensibilità ed importanza. È nota la mia posizione sulla questione del riconoscimento dei diritti di ciascuno, ma non vi è alcuna ragione per provocare una discussione dannosa sull'uno e sull'altro terreno, entrambi nobili e verso i quali è necessario rispetto, i quali invece attraverso atteggiamenti impropri e sgradevoli sono messi l'uno in conflitto con l'altro.
Non posso perciò che deplorare vivamente l'episodio che, banalizzando e strumentalizzando il presepio, è stato tale da ledere il suo significato religioso e simbolico e così i sentimenti dei credenti e quelli dei non credenti.
Ho già provveduto a comunicare ai due deputati interessati questi sentimenti di deplorazione.
Poiché la votazione avrà inizio alle 13,35, sospendo la seduta, che riprenderà a tale ora con la chiama dei deputati.
La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 13,35.
Pag. 29PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
Si riprende la discussione.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1746-bis-B)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge finanziaria, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Prima di procedere alla chiama, avverto che la Presidenza ha autorizzato a votare per primi alcuni deputati e alcuni rappresentanti del Governo, che ne hanno fatta espressa e motivata richiesta con congruo anticipo.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama avrà inizio dal deputato Capodicasa.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama - Al momento della chiama del deputato Prodi, commenti di deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati dei gruppi l'Ulivo e Popolari-UDEUR - Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 14,03)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 14,04)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 14,25)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 14,30)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 15,04)
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge n. 1746-bis-B, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno risposto sì 337
Hanno risposto no 262
(La Camera approva - Vedi votazioni)
Si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Verdi).
Hanno risposto sì:
Acerbo Maurizio
Adenti Francesco
Affronti Paolo
Albonetti Gabriele
Allam Khaled Fouad
Amato Giuliano
Amendola FrancescoPag. 30
Amici Sesa
Antinucci Rapisardo
Astore Giuseppe
Attili Antonio
Aurisicchio Raffaele
Bafile Mariza
Balducci Paola
Bandoli Fulvia
Baratella Fabio
Barbi Mario
Belisario Felice
Bellanova Teresa
Bellillo Katia
Beltrandi Marco
Benvenuto Romolo
Benzoni Rosalba
Bersani Pier Luigi
Betta Mauro
Bezzi Giacomo
Bianchi Dorina
Bianco Gerardo
Bimbi Franca
Bindi Rosy
Boato Marco
Bocci Gianpiero
Boco Stefano
Boffa Costantino
Bonelli Angelo
Bonino Emma
Bordo Michele
Borghesi Antonio
Boselli Enrico
Brandolini Sandro
Bressa Gianclaudio
Brugger Siegfried
Bucchino Gino
Buemi Enrico
Buffo Gloria
Buglio Salvatore
Burchiellaro Gianfranco
Burgio Alberto
Burtone Giovanni Mario Salvino
Cacciari Paolo
Caldarola Giuseppe
Calgaro Marco
Cancrini Luigi
Capezzone Daniele
Capodicasa Angelo
Capotosti Gino
Carbonella Giovanni
Cardinale Salvatore
Carra Enzo
Caruso Francesco Saverio
Cassola Arnold
Castagnetti Pierluigi
Ceccuzzi Franco
Cento Pier Paolo
Cesario Bruno
Cesini Rosalba
Chianale Mauro
Chiaromonte Franca
Chicchi Giuseppe
Chiti Vannino Cialente Massimo
Codurelli Lucia
Cogodi Luigi
Colasio Andrea
Cordoni Elena Emma
Cosentino Lionello
Costantini Carlo
Crapolicchio Silvio
Crema Giovanni
Crisafulli Vladimiro
Crisci Nicola
Cuperlo Giovanni
D'Ambrosio Giorgio
Damiano Cesare
D'Antona Olga
D'Antoni Sergio Antonio
Dato Cinzia
De Angelis Giacomo
De Biasi Emilia Grazia
De Brasi Raffaello
De Castro Paolo
De Cristofaro Peppe
Deiana Elettra
Delbono Emilio
D'Elia Sergio
Del Mese Paolo
D'Elpidio Dante
De Luca Vincenzo
De Mita Ciriaco
De Piccoli Cesare
De Simone Titti
De Zulueta Tana
Di Gioia Lello
Di Girolamo Leopoldo
Diliberto Oliviero
Dioguardi Daniela
Di Pietro Antonio
Di Salvo Titti
Donadi Massimo
Duilio Lino
D'Ulizia Luciano
Duranti DonatellaPag. 31
Evangelisti Fabio
Fabris Mauro
Fadda Paolo
Falomi Antonello
Farina Daniele
Farina Gianni
Farinone Enrico
Fasciani Giuseppina
Fassino Piero
Fedi Marco
Ferrara Francesco detto Ciccio
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Filippeschi Marco
Fincato Laura
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fistarol Maurizio
Fluvi Alberto
Fogliardi Giampaolo
Folena Pietro
Fontana Cinzia Maria
Forgione Francesco
Francescato Grazia
Franceschini Dario
Franci Claudio
Frias Mercedes Lourdes
Frigato Gabriele
Froner Laura
Fumagalli Marco
Fundarò Massimo Saverio Ennio
Galante Severino
Galeazzi Renato
Gambescia Paolo
Garofani Francesco Saverio
Gentili Sergio
Gentiloni Silveri Paolo
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giordano Francesco
Giovanelli Oriano
Giuditta Pasqualino
Giulietti Giuseppe
Gozi Sandro
Grassi Gero
Grillini Franco
Guadagno Wladimiro detto Vladimir. Luxuria
Iacomino Salvatore
Iannuzzi Tino
Incostante Maria Fortuna
Intrieri Marilina
Khalil D. Alì Raschid
La Forgia Antonio
Laganà Fortugno Maria Grazia
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
Latteri Ferdinando
Leddi Maiola Maria
Lenzi Donata
Leoni Carlo
Letta Enrico
Licandro Orazio Antonio
Li Causi Vito
Locatelli Ezio
Lomaglio Angelo Maria Rosario
Lombardi Angela
Longhi Aleandro
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lulli Andrea
Lumia Giuseppe
Luongo Antonio
Lusetti Renzo
Maderloni Claudio
Mancini Giacomo
Mantini Pierluigi
Mantovani Ramon
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcenaro Pietro
Marchi Maino
Margiotta Salvatore
Mariani Raffaella
Marino Mauro Maria
Martella Andrea
Mascia Graziella
Mattarella Sergio
Melandri Giovanna
Mellano Bruno
Merlo Giorgio
Merlo Ricardo Antonio
Merloni Maria Paola
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Migliore Gennaro Milana Riccardo
Minniti Marco
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Monaco Francesco
Morri Fabrizio
Morrone GiuseppePag. 32
Mosella Donato Renato
Motta Carmen
Mungo Donatella
Mura Silvana
Musi Adriano
Mussi Fabio
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoletano Francesco
Narducci Franco Addolorato Giacinto
Nicchi Marisa
Nicco Roberto Rolando
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Olivieri Sergio
Orlando Andrea
Orlando Leoluca
Ossorio Giuseppe
Ottone Rosella
Pagliarini Gianni
Palomba Federico
Papini Andrea
Parisi Arturo Mario Luigi
Pecoraro Scanio Alfonso
Pedica Stefano
Pedrini Egidio Enrico
Pedulli Giuliano
Pegolo Gian Luigi
Pellegrino Tommaso
Pertoldi Flavio
Perugia Maria Cristina
Pettinari Luciano
Piazza Angelo
Piazza Camillo
Picano Angelo
Pignataro Ferdinando Benito
Pignataro Rocco
Pinotti Roberta
Piro Francesco
Pisacane Michele
Piscitello Rino
Pisicchio Pino
Poletti Roberto
Pollastrini Barbara
Poretti Donatella
Porfidia Americo
Prodi Romano
Quartiani Erminio Angelo
Raiti Salvatore
Rampi Elisabetta
Ranieri Umberto
Razzi Antonio
Realacci Ermete
Ricci Andrea
Ricci Mario
Rigoni Andrea
Rocchi Augusto
Rossi Nicola
Rotondo Antonio
Ruggeri Ruggero
Rugghia Antonio
Rusconi Antonio
Russo Franco
Ruta Roberto
Rutelli Francesco
Samperi Marilena
Sanga Giovanni
Sanna Emanuele
Santagata Giulio
Sasso Alba
Satta Antonio
Schietroma Gian Franco
Schirru Amalia
Scotto Arturo
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Sgobio Cosimo Giuseppe
Siniscalchi Sabina
Sircana Silvio Emilio
Smeriglio Massimiliano
Soffritti Roberto
Soro Antonello
Sperandio Gino
Spini Valdo
Sposetti Ugo
Squeglia Pietro
Stramaccioni Alberto
Strizzolo Ivano
Suppa Rosa
Tanoni Italo
Tenaglia Lanfranco
Tessitore Fulvio
Testa Federico
Tocci Walter
Tolotti Francesco
Tomaselli Salvatore
Tranfaglia Nicola
Trepiccione Giuseppe
Trupia Lalla
Tuccillo Domenico
Turci Lanfranco
Turco Maurizio
Vacca Elias
Vannucci Massimo
Velo SilviaPag. 33
Venier Iacopo
Ventura Michele
Vichi Ermanno
Vico Ludovico
Villari Riccardo
Villetti Roberto
Viola Rodolfo Giuliano
Violante Luciano
Volpini Domenico
Widmann Johann Georg
Zaccaria Roberto
Zanella Luana
Zanotti Katia
Zeller Karl
Zipponi Maurizio
Zucchi Angelo Alberto
Zunino Massimo
Hanno risposto no:
Adolfo Vittorio
Adornato Ferdinando
Airaghi Marco
Alemanno Giovanni
Alessandri Angelo
Alfano Angelino
Alfano Ciro
Alfano Gioacchino
Allasia Stefano
Amoruso Francesco Maria
Aprea Valentina
Aracu Sabatino
Armani Pietro
Armosino Maria Teresa
Ascierto Filippo
Azzolini Claudio
Baiamonte Giacomo
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barbieri Emerenzio
Bellotti Luca
Benedetti Valentini Domenico
Bernardo Maurizio
Berruti Massimo Maria
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Bocchino Italo
Bocciardo Mariella
Bodega Lorenzo
Bonaiuti Paolo
Bondi Sandro
Bongiorno Giulia
Boniver Margherita
Bono Nicola
Boscetto Gabriele
Bosi Francesco
Brancher Aldo
Bricolo Federico
Brigandì Matteo
Briguglio Carmelo
Bruno Donato
Brusco Francesco
Buonfiglio Antonio
Buontempo Teodoro
Caligiuri Battista
Campa Cesare
Capitanio Santolini Luisa
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Casero Luigi
Casini Pier Ferdinando
Castellani Carla
Catone Giampiero
Ceccacci Rubino Fiorella
Ceroni Remigio
Cesa Lorenzo
Cesaro Luigi
Cicchitto Fabrizio
Ciccioli Carlo
Cicu Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Colucci Francesco
Compagnon Angelo
Consolo Giuseppe
Conte Gianfranco
Conte Giorgio
Contento Manlio
Conti Giulio
Conti Riccardo
Cosentino Nicola
Cosenza Giulia
Cossiga Giuseppe
Costa Enrico
Cota Roberto
Craxi Stefania Gabriella Anastasia
Crimi Rocco
Crosetto Guido
D'Agrò Luigi
D'Alia Gianpiero
De Corato Riccardo
De Laurentiis Rodolfo
Del Bue Mauro
Delfino TeresioPag. 34
Della Vedova Benedetto
De Luca Francesco
Di Cagno Abbrescia Simeone
Di Centa Manuela
Dionisi Armando
D'Ippolito Vitale Ida
Di Virgilio Domenico
Dozzo Gianpaolo
Dussin Guido
Fabbri Luigi
Fallica Giuseppe
Fasolino Gaetano
Fedele Luigi
Ferrigno Salvatore
Filippi Alberto
Filipponio Tatarella Angela
Fini Gianfranco
Fini Giuseppe
Fitto Raffaele
Floresta Ilario
Fontana Gregorio
Forlani Alessandro
Formisano Anna Teresa
Foti Tommaso
Franzoso Pietro
Frassinetti Paola
Fratta Pasini Pieralfonso
Fugatti Maurizio
Galati Giuseppe
Galletti Gian Luca
Galli Daniele
Gamba Pierfrancesco Emilio Romano
Garagnani Fabio
Garavaglia Massimo
Gardini Elisabetta
Garnero Santanchè Daniela
Gasparri Maurizio
Gelmini Mariastella
Germanà Basilio
Germontani Maria Ida
Giacomoni Sestino
Giorgetti Alberto
Giorgetti Giancarlo
Giovanardi Carlo
Giro Francesco Maria
Giudice Gaspare
Goisis Paola
Greco Salvatore
Grimaldi Ugo Maria Gianfranco
Grimoldi Paolo
Holzmann Giorgio
Iannarilli Antonello
Jannone Giorgio
Lainati Giorgio
La Loggia Enrico
La Malfa Giorgio
Lamorte Donato
Landolfi Mario
La Russa Ignazio
Laurini Giancarlo
Lazzari Luigi
Lenna Vanni
Leo Maurizio
Leone Antonio
Licastro Scardino Simonetta
Lisi Ugo
Lo Monte Carmelo
Lucchese Francesco Paolo
Lupi Maurizio Enzo
Lussana Carolina
Mancuso Gianni
Marcazzan Pietro
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Maroni Roberto
Marras Giovanni
Martinelli Marco
Martinello Leonardo
Martino Antonio
Martusciello Antonio
Mazzaracchio Salvatore
Mazzocchi Antonio
Mazzoni Erminia
Mele Cosimo
Meloni Giorgia
Menia Roberto
Mereu Antonio
Migliori Riccardo
Milanato Lorena
Minardo Riccardo
Minasso Eugenio
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Filippo
Moffa Silvano
Mondello Gabriella
Montani Enrico
Mormino Nino
Moroni Chiara
Murgia Bruno
Nan Enrico
Napoli Angela
Napoli Osvaldo
Nardi Massimo
Nespoli Vincenzo
Nucara FrancescoPag. 35
Oliva Vincenzo
Oppi Giorgio
Palmieri Antonio
Palumbo Giuseppe
Paoletti Tangheroni Patrizia
Paroli Adriano
Patarino Carmine Santo
Pecorella Gaetano
Pedrizzi Riccardo
Pelino Paola
Pepe Antonio
Pepe Mario
Peretti Ettore
Perina Flavia
Pescante Mario
Picchi Guglielmo
Pili Mauro
Pini Gianluca
Pizzolante Sergio
Ponzo Egidio Luigi
Porcu Carmelo
Pottino Marco
Prestigiacomo Stefania
Proietti Cosimi Francesco
Raisi Enzo
Rampelli Fabio
Rao Pietro
Ravetto Laura
Reina Giuseppe Maria
Rivolta Dario
Romagnoli Massimo
Romani Paolo
Romano Francesco Saverio
Ronchi Andrea
Ronconi Maurizio
Rositani Guglielmo
Rossi Luciano
Rosso Roberto
Russo Paolo
Ruvolo Giuseppe
Saglia Stefano
Salerno Roberto
Santelli Jole
Sanza Angelo Maria
Scajola Claudio
Scalia Giuseppe
Siliquini Maria Grazia
Simeoni Giorgio
Stagno d'Alcontres Francesco
Stradella Franco
Stucchi Giacomo
Tabacci Bruno
Taglialatela Marcello
Tassone Mario
Testoni Piero
Tondo Renzo
Tortoli Roberto
Tremaglia Mirko
Tremonti Giulio
Tucci Michele
Uggè Paolo
Ulivi Roberto
Urso Adolfo
Valducci Mario
Verdini Denis
Vietti Michele Giuseppe
Vitali Luigi
Vito Alfredo
Vito Elio
Volontè Luca
Zacchera Marco
Zanetta Valter
Zinzi Domenico
Zorzato Marino
Sono in missione:
Cirino Pomicino Paolo
D'Alema Massimo
Levi Ricardo Franco
Lion Marco
Visco Vincenzo
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1746-bis-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis-B sezione 1).
Avverto che sono in distribuzione il fascicolo n. 1, relativo agli ordini del giorno riferiti al disegno di legge finanziaria, nonché il testo dell'ordine del giorno Violante n. 9/1747-bis-B/1 riferito al disegno di legge di bilancio.
Avverto, inoltre, che gli ordini del giorno Antonio Pepe n. 9/1746-bis-B/24, Tuccillo n. 9/1746-bis-B/26, Aprea n. 9/1746-bis-B/87, Boscetto n. 9/1746-bis-B/91, Garagnani n. 9/1746-bis-B/105, Uggè n. 9/1746-bis/B-122, Elio Vito n. 9/1746-bis/B-123, Dussin n. 9/1746-bis-B/133Pag. 36sono stati riformulati dai rispettivi presentatori. Il nuovo testo è in distribuzione.
L'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis-B/100 è stato ritirato dal presentatore.
Comunico altresì che la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Goisis n. 9/1746-bis-B/144 riferito al disegno di legge finanziaria, in quanto ai sensi dell'articolo 89 del regolamento risulta relativo a materia estranea all'oggetto in discussione.
Risultano inoltre inammissibili, in quanto in contrasto con il testo approvato, gli ordini del giorno Poletti n. 9/1746-bis-B/35 e Baiamonte n. 9/1746-bis-B/45.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, mi accingo a dare il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati. Il Governo accetta l'ordine del giorno Carra n. 9/1746-bis-B/1 limitatamente al dispositivo e, come raccomandazione, gli ordini del giorno Lion n. 9/1746-bis-B/2 e Ottone 9/1746-bis-B/3.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Spini n. 9/1746-bis-B/4 e Raiti n. 9/1746-bis-B/5.
L'ordine del giorno Folena n. 9/1746-bis-B/6 è identico all'ordine del giorno Carra n. 9/1746-bis-B/1, dunque il Governo lo accetta limitatamente al dispositivo.
Il Governo accetta inoltre come raccomandazione gli ordini del giorno Servodio n. 9/1746-bis-B/7, Zucchi n. 9/1746-bis-B/8 e Stradella n. 9/1746-bis-B/9. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fiano n. 9/1746-bis-B/10 purché, al primo rigo della parte dispositiva, la parola «ad» sia sostituita da «a valutare la possibilità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1746-bis-B/11 limitatamente al dispositivo ed accetta gli ordini del giorno Tessitore n. 9/1746-bis-B/12, Musi n. 9/1746-bis/B/13, Formisano n. 9/1746-bis-B/14 (per il quale è altresì predisposta una disposizione del testo del decreto-legge che sarà discusso domani in Consiglio dei ministri), Quartiani n. 9/1746-bis-B/15, Grillini n. 9/1746-bis-B/16 e De Simone n. 9/1746-bis-B/17.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Burtone n. 9/1746-bis-B/18 e, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Poretti n. 9/1746-bis-B/19. Il Governo accetta l'ordine del giorno Ascierto n. 9/1746-bis-B/20, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a reperire, per la realizzazione dei suddetti obiettivi, un maggior numero di risorse finanziarie per corrispondere i miglioramenti retributivi». Il Governo accetta l'ordine del giorno Lamorte n. 9/1746-bis-B/21, limitatamente al dispositivo, purchè il primo capoverso dello stesso sia riformulato nel modo seguente: «a reperire, per la realizzazione dei suddetti obiettivi, un maggior numero di risorse finanziarie per il Corpo della Guardia di finanza», lasciando inalterato il secondo capoverso del dispositivo. Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Migliori n. 9/1746-bis-B/22, in quanto la legge finanziaria è stata riformulata nella direzione analoga all'auspicio in esso contenuto. Il Governo accetta l'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/1746-bis-B/23, limitatamente al dispositivo, purché vengano soppresse le parole: «necessarie a consentire l'erogazione di stipendi più elevati,». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/1746-bis-B/24, limitatamente al dispositivo, e accetta gli ordini del giorno Filipponio Tatarella n. 9/1746-bis-B/25, limitatamente al dispositivo, e Tuccillo n. 9/1746-bis-B/26, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Bellotti n. 9/1746-bis-B/27, limitatamente al dispositivo, Olivieri n. 9/1746-bis-B/28 e Cosenza n. 9/1746-bis-B/29, limitatamente al dispositivo. Il Governo accetta l'ordine del giorno Leo n. 9/1746-bis-B/30, limitatamente al dispositivo, se riformulato nel senso di sostituire le parole: «fare in modo», con le seguenti: «valutare la possibilità» e sopprimere le parole: «, anche per quanto riguarda il 2006». Il Governo accetta gli ordini del giorno Leoluca Orlando n. 9/1746-bis-B/31, Mellano n. 9/1746-bis-B/32, CacciariPag. 37n. 9/1746-bis-B/33, Acerbo n. 9/1746-bis-B/34 e Tocci n. 9/1746-bis-B/36, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare, nell'ambito dello stanziamento di cui al comma 1138 dell'articolo 1, interventi di tutela del patrimonio culturale ebraico».
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 15,15)
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta gli ordini del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis-B/37, Pagliarini n. 9/1746-bis-B/38 (identico all'ordine del giorno Formisano n. 9/1746-bis-B/14) e Diliberto n. 9/1746-bis-B/39, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cesini n. 9/1746-bis-B/40. Il Governo accetta l'ordine del giorno Venier n. 9/1746-bis-B/41, se, al quarto capoverso del dispositivo, è soppressa la parola: «rapidamente». Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Galante n. 9/1746-bis-B/42 e accetta gli ordini del giorno Bellillo n. 9/1746-bis-B/43 e Bonelli n. 9/1746-bis-B/44.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/1746-bis-B/46, non accetta l'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis-B/47 e accetta l'ordine del giorno Tolotti n. 9/1746-bis-B/48 purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di consentire alle strutture preposte alla vendita degli immobili, di ricercare soluzioni transattive riferite agli immobili occupati aventi identiche caratteristiche».
Il Governo accetta altresì gli ordini del giorno Villetti n. 9/1746-bis-B/49, Ghizzoni n. 9/1746-bis-B/50 e Zeller n. 9/1746-bis-B/52. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis-B/51 il Governo lo accetta purché sia riformulato nel senso di: espungere dalle premesse il penultimo capoverso, che inizia con le parole «l'eccessiva gravosità degli oneri tributari» e termina con le parole «il settore dei giochi;».
Il Governo accetta poi l'ordine del giorno Brugger n. 9/1746-bis-B/53 purché sia riformulato nel senso di espungere dalle premesse il quarto ed il quinto capoverso. L'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis-B/54 è accolto come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno Barbi n. 9/1746-bis-B/55 è accettato purché sia riformulato nel senso di sostituire, nel dispositivo, le parole «affinché individui le idonee modalità per» con le parole «a valutare la possibilità di»; espungere la parte finale del primo capoverso a partire da «ai sensi» sino alla parola «IRAP»; sostituire le parole «ad» con le parole «a valutare la possibilità di» all'inizio del secondo capoverso.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis-B/56 purché sia riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il terzultimo ed il quartultimo capoverso, che iniziano, rispettivamente, con le parole «riconoscimento» e «la non imponibilità». Analogamente il Governo accetta, in quanto identici nel testo all'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis-B/56, gli ordini del giorno, Sanza n. 9/1746-bis-B/63, Nardi n. 9/1746-bis-B/74, Cioffi n. 9/1746-bis-B/80 e Leone n. 9/1746-bis/B/108, purché venga accettata la stessa riformulazione.
Il Governo accetta inoltre gli ordini del giorno Francescato n. 9/1746-bis-B/57 e Franceschini n. 9/1746-bis-B/58, mentre accetta l'ordine del giorno Pertoldi n. 9/1746-bis-B/59 purché sia riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il riferimento temporale «entro giugno 2007,». Il Governo non accetta invece l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis-B/60.
L'ordine del giorno Crema n. 9/1746-bis-B/61 è accettato purché sia riformulato nel senso di introdurre nel dispositivo le parole «a valutare la possibilità di garantire nella legge finanziaria» al posto di «affinché sia garantita nella legge finanziaria».
Il Governo accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1746-bis-B/62 se riformulato nel senso di sostituire le parole «ad adottare le» con le parole «a valutare le» e - come preannunciato -Pag. 38accetta l'ordine del giorno Sanza n. 9/1746-bis-B/63 se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso del dispositivo. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno D'Elpidio n. 9/1746-bis-B/64 e Rocco Pignataro n. 9/1746-bis-B/65; accetta l'ordine del giorno Picano n. 9/1746-bis-B/66 se riformulato nel senso di eliminare dal dispositivo le parole «quindicennale di 10 milioni di euro» e di eliminare le parole da «nonché a trasferire» fino alla fine; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Li Causi n. 9/1746-bis-B/67, accetta gli ordini del giorno Morrone n. 9/1746-bis-B/68 e Giuditta n. 9/1746-bis-B/69 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Del Mese n. 9/1746-bis-B/70.
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di fare silenzio perché dobbiamo ascoltare i pareri del Governo sugli ordini del giorno.
Prego, signor sottosegretario.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Capotosti n. 9/1746-bis-B/71 se riformulato nel senso di aggiungere dopo le parole «impegna il Governo a» le parole «valutare l'esigenza di» e di sostituire le parole «di procedere alla compensazione» con le parole «di ottenere il pagamento in tempi certi, anche attraverso la possibilità di forme compensative»; accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Pisacane n. 9/1746-bis-B/72; accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis-B/73 e l'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74 se riformulato nel modo preannunciato, cioè espungendo i capoversi quarto e quinto dal dispositivo, ed accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Palomba n. 9/1746-bis-B/75. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76; accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Beltrandi n. 9/1746-bis-B/77 se riformulato nel senso di sostituire la parola «ad», dopo le parole «impegna il Governo», con le parole «a valutare la possibilità di»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78; non accetta l'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79; accetta l'ordine del giorno Cioffi n. 9/1746-bis-B/80 se riformulato nel modo preannunciato, cioè espungendo il quarto e il quinto capoverso del dispositivo, ed accetta l'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81 se riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con le seguenti parole «ad operare in modo che ogni iniziativa legislativa in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto sia affidata al più ampio e libero confronto parlamentare». Il Governo, altresì, accetta l'ordine del giorno Rao n. 9/1746-bis-B/82 se riformulato dal nel senso di espungere dal dispositivo dalle parole «anche in deroga» sino alla fine; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis-B/83 e Oliva n. 9/1746-bis-B/84, il dispositivo dell'ordine del giorno Neri n. 9/1746-bis-B/85 e l'ordine del giorno Fundarò n. 9/1746-bis-B/86; non accetta gli ordini del giorno Aprea n. 9/1746-bis-B/87, Armosino n. 9/1746-bis-B/88, Baldelli n. 9/1746-bis-B/89, Bertolini n. 9/1746-bis-B/90, Boscetto n. 9/1746-bis-B/91 e Brusco n. 9/1746-bis-B/92 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cicu n. 9/1746-bis-B/93.
Il Governo accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/1746-bis-B/94 mentre non accetta le premesse, sulle quali è fortemente contrario; accetta altresì il dispositivo dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95.
Il Governo accoglie, quindi, come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno D'Ippolito n. 9/1746-bis-B/96, mentre accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis-B/97 purché la parte motiva sia riformulata nel senso di espungere la parte di testo dalle parole «non specificando» fino alle parole «lavoratori subordinati,». Il Governo, inoltre, non accetta l'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis-B/98, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis-B/99.
Quanto all'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis-B/100...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis-B/100 è stato ritirato, signor sottosegretario.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis-B/101, mentre non accetta gli ordini del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis-B/102 e Floresta n. 9/1746-bis-B/103. Il Governo accetta, altresì, il dispositivo dell'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/1746-bis-B/104, mentre non accetta l'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis-B/105 (Nuova formulazione); accoglie, inoltre, come raccomandazione gli ordini del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis-B/106 e La Loggia n. 9/1746-bis-B/107.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Leone n. 9/1746-bis-B/108 purché riformulato nel senso già indicato con riferimento all'identico ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis-B/56; accetta altresì l'ordine del giorno Licastro n. 9/1746-bis-B/109, mentre non accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis-B/110, mentre accetta l'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis-B/111, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo.
Il Governo, poi, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis-B/112, mentre non accetta l'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis-B/113; accetta quindi il dispositivo dell'ordine del giorno Moroni n. 9/1746-bis-B/114, mentre non accetta l'ordine del giorno Nan n. 9/1746-bis-B/115.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Palmieri n. 9/1746-bis-B/116, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Palumbo n. 9/1746-bis-B/117 e Mario Pepe n. 9/1746-bis-B/118; non accetta l'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis-B/119, mentre accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120.
Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Tondo n. 9/1746-bis-B/121, mentre non accetta gli ordini del giorno Uggé n. 9/1746-bis-B/122 (Nuova formulazione), Elio Vito n. 9/1746-bis-B/123 (Nuova formulazione) e Zanetta n. 9/1746-bis-B/124.
Il Governo accetta il dispositivo degli ordini del giorno Zorzato n. 9/1746-bis-B/125 e Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, ed accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Lussana n. 9/1746-bis-B/127, mentre non accetta gli ordini del giorno Bodega n. 9/1746-bis-B/128 e Stucchi n. 9/1746-bis-B/129.
Il Governo invita, altresì, il presentatore a ritirare l'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis-B/130: il Governo è, infatti, sensibile ai consultori ma non nei termini formulati nell'ordine del giorno.
Il Governo accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis-B/131, non accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis-B/132, accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Dussin n. 9/1746-bis-B/133, mentre non accetta l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1746-bis-B/134.
Il Governo accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis-B/135, non accetta l'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis-B/137 ed accetta l'ordine del giorno Bricolo n. 9/1746-bis-B/138.
Il Governo accoglie altresì come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Alessandri n. 9/1746-bis-B/139, mentre non accetta l'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis-B/140 (non per ragioni di merito, ma per i toni usati nella formulazione).
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Cota n. 9/1746-bis-B/141 e Giancarlo Giorgetti n. 9/1746-bis-B/142 e non accetta l'ordine del giorno Gibelli n. 9/1746-bis-B/143.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 15,30)
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'ordinePag. 40del giorno Goisis n. 9/1746-bis-B/144 è inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis-B/145 e accetta, altresì, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Pottino n. 9/1746-bis-B/146. Inoltre, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis-B/147.
Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1746-bis-B/148, a condizione che la parola: «ad» sia sostituita dalle seguenti: «a valutare opportune iniziative per» e accetta altresì l'ordine del giorno Di Centa n. 9/1746-bis-B/149.
PRESIDENTE. Sottosegretario Sartor, deve pronunciarsi anche sull'ordine del giorno Violante n. 9/1747-B/bis1, riferito al disegno di legge di bilancio.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Violante n. 9/1747-B/bis1.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Carra n. 9/1746-bis-B/1, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che l'onorevole Carra accetta la formulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
Prendo atto altresì che l'onorevole Lion non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno Lion n. 9/1746-bis-B/2.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Ottone non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Spini n. 9/1746-bis-B/4 e Raiti n. 9/1746-bis-B/5 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Folena accetta la formulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/6, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto altresì che l'onorevole Servodio non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/7 - identico all'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis-B/109 -, accolto come raccomandazione dal Governo e che anche l'onorevole Zucchi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/8, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo all'onorevole Stradella se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, vorrei spiegare il contenuto del mio ordine del giorno.
L'ufficio delle entrate impone il pagamento con sanzioni alle imprese che hanno ottenuto...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, invito il rappresentante del Governo ad ascoltare l'intervento dell'onorevole Stradella.
FRANCO STRADELLA. L'Agenzia delle entrate chiede alle imprese che, a seguito dei danni subiti per l'alluvione del 2000, hanno ricevuto dei contributi, il pagamento dell'imposta IRAP, addirittura con sanzioni, perché le imprese, pensando che i contributi non contribuivano alla formazione del reddito, non li hanno denunciati a suo tempo.
Con questo ordine del giorno, che è anche il risultato di un'interrogazione in Commissione, alla quale ha risposto il sottosegretario Lettieri, noi chiediamo che il Governo assuma provvedimenti per far sì che queste imprese, che già hanno avuto danni e rimborsi molto inferiori ai danni subiti, non debbano anche pagare l'IRAP,Pag. 41essendo il pagamento dell'IRPEF e dell'IRES escluso per dettato della legge.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 15,38)
FRANCO STRADELLA. Mi pare quindi che accettare questo ordine del giorno come raccomandazione sia insufficiente. Chiedo pertanto al Governo di rivedere il parere espresso. Diversamente, insisterò per la sua votazione.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo come intende pronunciarsi al riguardo.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo è disponibile a lavorare nella direzione espressa dall'ordine del giorno. Tuttavia, in questo caso, c'è l'esigenza di applicare le normative esistenti e quindi le parole «ad adottare ogni possibile iniziativa» potrebbero essere sostituite dalla seguente formulazione: «a valutare la possibilità di adottare ogni possibile iniziativa». Il Governo accetta l'ordine del giorno, qualora sia accolta tale riformulazione.
FRANCO STRADELLA. Accolgo la riformulazione proposta e non insisto per la votazione del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Fiano n. 9/1746-bis-B/10 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo altresì atto che il deputato Evangelisti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/11, accettato dal Governo limitatamente alla parte del dispositivo.
Prendo inoltre atto che i presentatori degli ordini del giorno Tessitore n. 9/1746-bis-B/12, Musi n. 9/1746-bis-B/13, Formisano n. 9/1746-bis-B/14, Quartiani n. 9/1746-bis-B/15, Grillini n. 9/1746-bis-B/16 e De Simone n. 9/1746-bis-B/17, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/18, accolto come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione e che il deputato Poretti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/19, accettato dal Governo limitatamente alla parte del dispositivo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Ascierto n. 9/1746-bis-B/20 e Lamorte 9/1746-bis-B/21, accettano la riformulazione del dispositivo proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Migliori se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/22.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, vorrei chiedere al rappresentante del Governo le ragioni per le quali il Governo invita al ritiro di questo ordine del giorno, visto che si tratta di un impegno assunto sia in Commissione, sia successivamente nel corso del dibattito inerente alla prima stesura della finanziaria; è un impegno che, però, è stato smentito autorevolmente dal ministro dell'interno nell'intervento inaugurale dell'Accademia del Ministero dell'interno. Mi riferisco alla questione preoccupante della possibile cancellazione delle questure, delle prefetture e dei comandi provinciali dei Vigili del fuoco nelle province con meno di 200 mila abitanti.
Mi pare di capire che il Governo ritiene pleonastico questo impegno. Se così fosse, lo invito a riflettere invece sull'esigenza di assumere un impegno, che una volta per sempre elimini equivoci su una grande questione: il fatto che lo Stato possa pensare a chiudere presidi essenziali per la sicurezza dei cittadini in circa 12 province del nostro paese.
Quindi, non posso accedere all'invito al ritiro del mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/22 e invito, a mia volta, il Governo a riflettere sull'opportunità di accoglierlo integralmente, e non come raccomandazione, ciò che mi pare essere stato già ufficialmente detto, tra l'altro - parlo di 20 giorni fa e non di anni fa -, nellePag. 42premesse del Governo circa le modifiche rispetto alla prima stesura del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007.
PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se acceda a tale invito del deputato Migliori.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'invito al ritiro è prevalentemente mirato al fatto che il testo del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 è stato, sul settore in questione, ampiamente riformulato, anzitutto espungendo ogni riferimento a soglie dimensionali e, in secondo luogo, anche introducendo norme che consentono di rideterminare gli organici in funzione delle esigenze del territorio. Quindi, la finalità ultima, ossia quella di garantire ed assicurare la sicurezza nel paese, è assolutamente prevista dal disegno di legge finanziaria, con un testo riformulato tale per cui si ritiene che questo ordine del giorno non sia congruo. Il Governo conferma pertanto il parere espresso in precedenza.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Migliori n. 9/1746-bis-B/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 530
Astenuti 7
Maggioranza 266
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 298).
Prendo atto che i deputati Vittorio Craxi, Razzi e Carra non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che la deputata Capitanio Santolini non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che il deputato Proietti Cosimi accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/23.
Prendo altresì atto che il deputato Antonio Pepe accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/24, accolto dal Governo come raccomandazione nel senso proposto dal rappresentante del Governo.
Prendo atto, ancora, che la deputata Filipponio Tatarella non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/25, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/26, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
Deputato Olivieri, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/28, accolto come raccomandazione dal Governo?
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, chiedo al Governo di valutare la possibilità di accettare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/28, con una modifica del dispositivo, nel senso di sostituire le parole «impegna il Governo a presentare (...)», con le seguenti: «impegna il Governo a valutare la possibilità di presentare (...)». Credo sia un atto dovuto per una valutazione compiuta.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo in merito?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Olivieri n. 9/1746-bis-B/27, con la riformulazione testé proposta dal presentatore.
Pag. 43PRESIDENTE. Chiedo scusa, vi può essere stato un errore di interpretazione per quanto riguarda l'ordine del giorno precedente, Bellotti n. 9/1746-bis-B/27. Ricordo che il Governo aveva accolto tale ordine del giorno come raccomandazione, ma avevo interpretato che il proponente non insistesse per la votazione. Chiedo, dunque, all'onorevole Bellotti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, le raccomandazioni sono importanti, ma a volte non sono sufficienti. Poiché i biocombustibili rappresentano una svolta per l'agricoltura italiana ed essendo in periodo natalizio, onde evitare l'ipocrisia, abbiamo bisogno che le biomasse siano prodotte nel nostro paese, per evitare eventuali speculazioni. Credo pertanto sia doveroso e necessario che anche la maggioranza prenda coscienza di ciò e, onde evitare di predicare per l'altrui coscienza, accetti questo ordine del giorno. Dunque, se esso non verrà accolto dal Governo, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, confermo il parere espresso in precedenza. Ribadisco quindi che il Governo accetta l'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis-B/27 esclusivamente come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis-B/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 535
Astenuti 10
Maggioranza 268
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 288).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/29, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/30, accolto come raccomandazione dal Governo, con la riformulazione del dispositivo nel senso precisato dal rappresentante del Governo.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, la riformulazione proposta svuota completamento l'ordine del giorno, perché esso è volto a determinare per l'anno 2006 i cosiddetti studi di settore, in particolare l'indice di normalità economica, anche sentendo le associazioni di categoria. Se noi eliminiamo l'inciso «anche per quanto riguarda il 2006», la conseguenza sarà che l'amministrazione finanziaria emetterà un decreto ministeriale, determinerà questo indice di normalità economica, che si sostanzia in una minimum tax, e tutti i contribuenti - parlo del 99,3 per cento delle imprese italiane - dovranno pagare più tasse senza che le associazioni di categoria possano far valere le loro ragioni e spiegare perché i ricavi devono essere determinati in una diversa maniera.
Non posso quindi accettare la riformulazione. Se il Governo non cambia orientamento insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo conferma il parere precedentemente espresso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 44
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leo n. 9/1746-bis-B/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 555
Maggioranza 278
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 314).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Leoluca Orlando n. 9/1746-bis-B/31, Mellano n. 9/1746-bis-B/32, Cacciari n. 9/1746-bis-B/33, Acerbo n. 9/1746-bis-B/34, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Tocci n. 9/1746-bis-B/36, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis-B/37, Pagliarini n. 9/1746-bis-B/38, Diliberto n. 9/1746-bis-B/39, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Cesini n. 9/1746-bis-B/40, accolto come raccomandazione dal Governo, non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Venier n. 9/1746-bis-B/41, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato il dispositivo, non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Galante se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/42.
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente, mi risulta che di recente, in Commissione trasporti, il Governo abbia dichiarato che non è stato adottato alcun orientamento per la quotazione in borsa e, quindi, per la privatizzazione di Fincantieri.
Onorevole Sartor, mi sembrava che l'ordine del giorno fosse coerente con questa vostra dichiarazione. La richiesta di ritiro che mi viene rivolta rivela evidentemente che non è così.
Ritiro l'ordine del giorno, ma non mi nascondo che il tema evidenzia un consistente problema politico che andrà adeguatamente affrontato nella maggioranza.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bellillo n. 9/1746-bis-B/43 e Bonelli n. 9/1746-bis-B/44, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/1746-bis-B/46, accolto come raccomandazione dal Governo, non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis-B/47, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis-B/47, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 560
Votanti 540
Astenuti 20
Maggioranza 271
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 319).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Tolotti 9/1746-bis-B/48, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo che i presentatori degli ordini del giorno Villetti n. 9/1746-bis-B/49 e Ghizzoni n. 9/1746-bis-B/50, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.Pag. 45
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis-B/51, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Zeller n. 9/1746-bis-B/52, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Brugger n. 9/1746-bis-B/53, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis-B/54, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Sull'ordine del giorno Barbi n. 9/1746-bis-B/55 vi è una richiesta di riformulazione del Governo.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ho esposto in modo inappropriato la proposta di riformulazione. La rileggo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di non far concorrere i contributi in conto capitale (...)». Dopodiché segue il testo originario cui vanno espunte, alla terzultima riga della prima parte del dispositivo, le parole: «non concorrono» anziché l'intero riferimento.
Rimane la proposta di riformulare il capoverso successivo introducendo le parole: «a valutare la possibilità di», cui segue il testo originario. Chiedo scusa per l'errore.
PRESIDENTE. I proponenti accolgono la riformulazione?
MARIA LEDDI MAIOLA. Sentiti i cofirmatari, la formulazione proposta può essere accettata. «Raccomandiamo» questa volta noi al ministero competente, considerato che si tratta di materia che interessa un numero considerevole di imprese danneggiate nella nostra zona, tempi solleciti per quanto concerne la riprocedimentalizzazione del trasferimento delle risorse già esistenti e chiarezza normativa, legittima richiesta da parte delle imprese.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Aggiungo la mia firma all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al deputato Maroni se accolga la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/56, non insistendo per la votazione.
ROBERTO MARONI. Accolgo la riformulazione proposta, signor Presidente, ma poiché sono stati presentati altri ordini del giorno identici, non vorrei impegnare altri colleghi nella mia decisione. Sarebbe il caso di acquisire anche il loro orientamento.
PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Sanza, Cioffi e Leone accettano la riformulazione proposta per i loro rispettivi ordini del giorno n. 9/1746-bis-B/63, n. 9/1746-bis-B/80 e n. 9/1746-bis-B/108, mentre il deputato Nardi ha chiesto di intervenire in merito al suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/74. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/74, per cui il Governo chiede l'espunzione di due punti, è sottoscritto anche dal capogruppo dei Popolari-Udeur, dal capogruppo dell'Italia dei Valori, dal capogruppo in Commissione trasporti dell'Ulivo, nonché porta la firma di segretari e capigruppo della Casa delle libertà. Vi è una disponibilità estremamente vasta all'interno del Parlamento. Invito pertanto ad accettare la formulazione predisposta.
Pag. 46
PRESIDENTE. Quando arriveremo alla dichiarazione di voto sul suo ordine del giorno farà valere la sua richiesta.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Francescato n. 9/1746-bis-B/57 e Franceschini n. 9/1746-bis-B/58, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto, inoltre, che i presentatori dell'ordine del giorno Pertoldi n. 9/1746-bis-B/59 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis-B/60 non è stato accettato dal Governo.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Non mi aspetto che la maggioranza cambi parere rispetto alle indicazioni date dal Governo. Intendo solo sottolineare che il non aver accettato il mio ordine del giorno è uno «schiaffo» non al gruppo di Alleanza Nazionale, ma al Presidente Napolitano. È un atto di incredibile protervia nei confronti del Presidente della Repubblica.
Infatti, il mio ordine del giorno è stato scritto prima, e indipendentemente, dalle parole che ieri il Presidente Napolitano ha pronunziato nel corso degli auguri. Il caso ha voluto che gli argomenti, con minore autorevolezza, con minore chiarezza, in maniera più moderata rispetto al modo assai più violento e chiaro espresso dal Presidente della Repubblica, siano gli stessi.
Nell'ordine del giorno si chiede - udite, udite! - l'impegno al Governo, «nella qualità di titolare dell'iniziativa legislativa, a garantire, per il prosieguo delle sue attività normative, il rispetto delle vigenti regole finalizzate ad assicurare una più alta qualità della legislazione». Non abbiamo detto che la finanziaria è abnorme. Non abbiamo detto che sono state travisate le regole che lei stesso, signor Presidente, ha dettato. Non abbiamo detto, in questo ordine del giorno, che la finanziaria è stata formulata in un modo che il Presidente della Repubblica, in maniera assai minore, aveva rimandato indietro e si era rifiutato di firmare. Non abbiamo detto, quindi, non solo per assenza della stessa autorevolezza, ma anche per la qualità delle parole usate, quello che ha affermato il Presidente Napolitano.
Io chiedo al Governo di riconsiderare l'orientamento espresso, perché questa è un'offesa grave, non solo al Parlamento, non solo ad Alleanza Nazionale, ma al Presidente della Repubblica che viene sì dal partito comunista, sì dalla sinistra, ma che oggi è il Presidente di tutti gli italiani e che noi rispettiamo e voi offendete (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis-B/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Applausi ironici dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
(Presenti 557
Votanti 543
Astenuti 14
Maggioranza 272
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 301).
Prendo atto che il deputato Crema accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/61.
Prendo atto che il deputato Di Gioia accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/62.
Prendo atto che il deputato Sanza non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/63, identico al n. 9/1746-bis-B/56, accettato dal Governo.Pag. 47
Prendo atto che il deputato D'Elpidio non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/64, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/65, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Picano accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/66.
Prendo atto che il deputato Li Causi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/67, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Morrone non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/68, accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Giuditta non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/69, accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Del Mese non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/70, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Capotosti accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/71.
Prendo atto che il deputato Pisacane non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/72, accolto dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il deputato Turco non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/73, accettato dal Governo.
Riguardo all'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74, faccio notare che, essendo stati accolti nella riformulazione dichiarata gli ordini del giorno nn. 9/1746-bis-B/56, 9/1746-bis-B/63, 9/1746-bis-B/80 e 9/1746-bis-B/108, è del tutto evidente che, nel caso in cui esso fosse messo in votazione e venisse respinto, pregiudicherebbe l'intesa fin qui raggiunta sui punti indicati.
Chiedo al deputato Nardi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/74.
MASSIMO NARDI. Chiedo scusa, signor Presidente, non ho capito questa sua ultima precisazione nell'eventualità in cui il mio ordine del giorno venisse respinto. Sarebbe possibile votarlo per parti separate? Vorrei, tra l'altro, leggerle i nomi dei firmatari, che rappresentano tutto il Parlamento. Hanno sottoscritto l'ordine del giorno in questione i colleghi Donadi, Leoluca Orlando, Cesa, Leone, Brugger, Fabris, Gianfranco Fini, Francesco De Luca, Barani, Martino, Fallica, Intrieri, Brigandì, De Mita, Reina, Barbi.
PRESIDENTE. Non fanno parte dell'ordine del giorno.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, stavo leggendo i nomi, per farle capire che questo ordine del giorno non è di parte e vede, invece, una larga disponibilità all'interno del Parlamento. Quindi, per me è uguale metterlo ai voti per intero o per parti separate, ma credo che lei debba tener conto di quest'ampia disponibilità, almeno, già sottoscritta.
PRESIDENTE. Tenendo conto della sua proposta, potremmo procedere alla votazione dell'ordine del giorno, fatta esclusione del quarto e del quinto capoverso del dispositivo. Va bene, deputato Nardi?
MASSIMO NARDI. Mi scusi, signor Presidente; possiamo, quindi, votarlo per parti separate?
PRESIDENTE. Deputato Nardi, ho detto che potremmo votare il suo ordine del giorno ad esclusione del quarto e del quinto capoverso del dispositivo.
MASSIMO NARDI. Mi scusi, signor Presidente, ciò significa votare successivamente anche i capoversi quarto e quinto come parti separate?
PRESIDENTE. Certo, naturalmente.
Passiamo ai voti.Pag. 48
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74, accettato dal Governo, con l'esclusione del quarto e del quinto capoverso del dispositivo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 555
Votanti 442
Astenuti 13
Maggioranza 272
Hanno votato sì 539
Hanno votato no 3).
MASSIMO NARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, vorrei sapere se il Governo sia disponibile ad accogliere come raccomandazione le parti espunte senza procedere ad un'ulteriore votazione; ciò, infatti, significherebbe di fatto prendere in considerazione le problematiche ivi evidenziate.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo è favorevole alla proposta appena formulata, quindi ad accogliere come raccomandazione la parte dell'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74 espunta dall'ultima votazione, cioè il quarto e il quinto capoverso del dispositivo.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il deputato Palomba non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/75, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo al deputato Donadi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/76, accolto come raccomandazione dal Governo.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, invito il Governo a riconsiderare il suo parere e ad accettare il mio ordine del giorno.
Semplicemente, noi chiediamo al Governo di attenersi, nell'ambito della futura attività di attuazione del programma, agli impegni assunti ed alle valutazioni espresse nel DPEF. Si tratta, infatti, di scelte e di valutazioni che non si sono esaurite con la finanziaria, ma che riguardano ancora una molteplicità di questioni, costituenti i veri punti nodali per lo sviluppo, la crescita e l'equilibrio del paese.
Mi riferisco ad azioni per promuovere la concorrenza e per lo sviluppo delle infrastrutture, a questioni relative all'energia, all'efficacia e alla modernizzazione della pubblica amministrazione e così via. Chiediamo che a questi urgenti ed indifferibili punti programmatici venga data priorità.
Le altre questioni, ugualmente importanti, concernenti i diritti individuali delle persone - ad esempio, i PACS -, sono meno urgenti.
Detto questo, non capisco cosa significhi accogliere come raccomandazione il mio ordine del giorno; infatti, analoghi ordini del giorno presentati impegnano il Governo al rispetto di precise scadenze in ordine a future iniziative.
Quindi, come intendere la volontà del Governo circa il mio ordine del giorno? Come un'accettazione o come un rifiuto? Tra l'altro, ove quest'ultima fosse la giusta interpretazione insisterò per la votazione dell'ordine del giorno in questione.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il motivo per cui il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76 non ha a che fare con il merito dell'indicazione, ma con la stretta cogenza dell'impegno, così come formulato. Esso prevede un ordinamento nelle parole «prima di procedere ad azioni...»,Pag. 49mentre il Governo, pur condividendo l'invito del presentatore, ritiene si tratti di un'azione da portare avanti contestualmente.
Quindi, l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76 potrebbe essere accettato laddove venisse attenuato questo stretto ordinamento logico-gerarchico introdotto con le parole succitate.
PRESIDENTE. Prego, deputato Donadi.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, se l'ordine del giorno precedente, con il quale si chiede al Governo di presentare un disegno di legge entro il 15 gennaio, non è cogente, non vediamo come possa essere ritenuto cogente il nostro ordine del giorno, che chiede semplicemente di adottare un preciso ordine nell'avviare - e sottolineo: avviare! - le procedure normative, e non nell'approvare le leggi.
Quindi, qualora il parere del Governo non sia positivo, chiediamo di porre in votazione il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/76.
PRESIDENTE. Sta bene.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, chiedo al presidente Donadi se, eventualmente, fosse possibile porre in votazione il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/76 per parti separate. In tal caso, saremmo più che disponibili ad esprimere un voto favorevole sul dispositivo, mentre preferiremmo non esprimere un voto favorevole sulle premesse di tale ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo ha qualcosa da aggiungere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo, modificando il parere precedentemente espresso, accetta l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Beltrandi accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/77.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, accolto come raccomandazione dal Governo.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, a me ed al collega Pettinari dispiace molto che il Governo non abbia inteso prendere impegni rispetto a questo ordine del giorno, che pone davvero un problema grave, quello relativo ai costi della politica.
Noi accettiamo che sia accolto come raccomandazione dal Governo: vorrà dire che l'impegno sarà il nostro. Esso andrà nel senso di monitorare l'azione del Governo, ma anche di adottare iniziative parlamentari con la presentazione di precise proposte di legge volte a ridurre drasticamente i costi della politica e il sistema di sprechi e di privilegi, che stanno determinando una distanza abissale tra il paese e la politica. È la distanza che il Presidente della Repubblica Napolitano ha denunciato oggi con le sue parole, che sono state pubblicate dai giornali.
Quindi, non insistiamo per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78, ma il nostro impegno sarà di presentare puntuali proposte di legge affinché in questo paese siano drasticamente ridotti i costi della politica.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, mi rivolgo all'onorevole D'Elia: il suo proposito è senz'altro positivo; ma se non c'è nemmeno il coraggio di porre in votazione un ordine del giorno sul tema dei costi della politica, accettando che ilPag. 50Governo lo accolga come raccomandazione, siamo alla presa in giro generale dell'Assemblea!
Noi chiediamo, se possibile, che l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78 venga posto in votazione (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Lei sa bene che non è possibile formulare questa richiesta: me lo insegna.
Il deputato D'Elia, presentatore dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78, accolto come raccomandazione dal Governo, non insiste per la votazione del suo ordine del giorno. Da questo punto di vista, la discussione è conclusa.
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Se questa era una sfida del presidente Casini, la accolgo, e chiedo che il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78 sia posto in votazione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al Governo, che aveva accolto l'ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78 come raccomandazione, di esprimere il suo parere di fronte alla richiesta del deputato D'Elia di porlo in votazione (Commenti). Per favore, i suggerimenti sono sovrabbondanti.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo può accettare l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, a condizione che venga riformulato (Commenti)...
PRESIDENTE. È diritto del Governo proporlo.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. ...espungendo dal dispositivo il paragrafo che ha inizio con le parole «istituzione dell'Agenzia per la formazione» e termina con le parole «Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze».
Laddove questo capoverso venisse espunto, il Governo lo accoglierebbe come impegno.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore D'Elia se accetti la riformulazione proposta dal Governo.
SERGIO D'ELIA. No, signor Presidente, e insisto per la votazione (Applausi).
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. In questo caso il Governo non accetta l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78.
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, chiedo che l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78 sia posto in votazione per parti separate.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, ad eccezione del quinto capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).Pag. 51
(Presenti 553
Votanti 530
Astenuti 23
Maggioranza 266
Hanno votato sì 498
Hanno votato no 32).
Prendo atto che il deputato Lomaglio è riuscito a votare, mentre avrebbe voluto votare a favore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
(Presenti 562
Votanti 543
Astenuti 19
Maggioranza 272
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 266).
Prendo atto che l'onorevole Filippeschi ha votato a favore, mentre avrebbe voluto votare contro.
Prendo atto che il deputato Fiorio non è riuscito a votare, mentre avrebbe voluto votare contro.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79 e per far presente...
PRESIDENTE. Chiedo scusa al deputato Volonté, ma credo che egli debba poter svolgere il suo intervento e ritengo che molti deputati non lo possano ascoltare.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, vorrei far presente al Parlamento che su ordini del giorno che hanno provocato al Senato una certa sommossa nella maggioranza, in questa sede è stato dato parere favorevole. Infatti, sugli ordini del giorno Grillini n. 9/1746-bis-B/16, De Simone n. 9/1746-bis-B/17, Bonelli n. 9/1746-bis-B/44 e Villetti n. 9/1746-bis-B/49 - che aprono, legittimamente nell'intenzione dei proponenti, ai PACS e anche a quelli concernenti gli omosessuali -, è stato espresso parere favorevole dal Governo. L'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79 nulla toglie neanche alle ragioni che io non condivido, per cui il Governo qui si è mosso in questa direzione, mentre al Senato aveva chiesto di ritirare non solo l'emendamento, ma anche l'ordine del giorno che lo prevedeva.
Quindi, invito il Governo ad accettare l'ordine del giorno in esame, così come ha fatto con gli ordini del giorno che chiedono un impegno sui PACS e sui PACS concernenti gli omosessuali. Chiedo, in altre parole, che venga accettato anche questo documento di indirizzo, che invece chiede il rispetto dell'articolo 29 della Costituzione.
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame. Desidero esprimere, inoltre, il convincimento che è difficile...
PRESIDENTE. Grazie...
MAURIZIO GASPARRI. Un attimo, Presidente! Posso parlare...? Non ho finito...!
PRESIDENTE. Non potrebbe...
Pag. 52
MAURIZIO GASPARRI. Voglio esprimere il convincimento per cui un ordine del giorno che richiama la Costituzione non può essere respinto dall'Assemblea; ciò anche se il Parlamento è ancora indignato per gli episodi di ieri, poiché da parte di alcuni colleghi - di cui non ricordo neanche il nome! - sono stati offesi i valori della famiglia!
È stato utilizzato perfino il presepio che è stato realizzato alla Camera dei deputati per esporre, in maniera incivile, le proprie idee (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolari-Udeur - Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea), offendendo sensibilità e valori culturali e religiosi che appartengono alla tradizione della nostra Costituzione, prima ancora che alla stessa religione!
È questo il motivo per cui sostengo con convinzione l'ordine del giorno in esame, che richiama la Costituzione. «Torniamo allo Statuto», come recitava un famoso scritto di molto tempo fa! Vi invito ad approvare, allora, un ordine del giorno, anziché dar luogo a pagliacciate...
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
MAURIZIO GASPARRI. ...da parte di colleghi di cui ignoro perfino il nome e che non intendo proprio conoscere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Avverto che siamo in fase di votazione e dunque gli interventi sono dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per apporre anch'io la mia firma all'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79. Vorrei, inoltre, richiamare l'attenzione dei colleghi, invitandoli ad una lettura attenta del dispositivo di tale documento di indirizzo, poiché esso è molto semplice.
Osservo che, ovviamente, non si può votare contro un dispositivo che fa riferimento alla Costituzione; ciò non vuol dire, comunque, che non sia possibile introdurre determinate normative a tutela di altre forme di convivenza, diverse dai nuclei familiari.
Vorrei segnalare, in altri termini, che il dispositivo dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79 è talmente evidente che non può che essere accettato. Un conto, infatti, è la famiglia, che è disciplinata dalla Costituzione, un altro sono gli istituti che possono eventualmente essere messi in campo per tutelare altre forme di convivenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bimbi. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei far notare che, con l'ordine del giorno in esame, si chiede che i figli nati fuori dal matrimonio non beneficino degli assegni familiari e delle detrazioni IRPEF (Commenti - Una voce dai banchi del gruppo Alleanza Nazionale: No!)... Sì: c'è scritto proprio questo, perché così è!
Ciò significa che i figli nati fuori dal matrimonio non rispondono al criterio della parità tra i figli cosiddetti legittimi ed i figli cosiddetti naturali, i quali, con il nuovo diritto di famiglia - che in questo paese è in vigore dagli anni Settanta -, non si chiamano più «illegittimi». Il dispositivo del documento di indirizzo in esame, in altri termini, vuol dire che questi ultimi non hanno il diritto di percepire gli assegni familiari!
Questo significa non rispettare la Costituzione, anzi insultare la stessa Costituzione, usando il suo articolo 29 (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)!
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, vorrei che il Parlamento non si dividesse su questo punto, ed invito davvero i firmatari dell'ordine del giorno in esame a ritirarlo (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Applausi di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)... Vi spiego il perché: abbiate pazienza!
Infatti, se ci chiarissimo, penso che anche chi avesse l'intenzione di votare a favore di tale ordine del giorno finirebbe per pentirsene. Ciò perché credo che vi sia la possibilità di trovare, su questo aspetto, un punto di incontro, che ritengo il Governo abbia ben chiaro e che voglia esporre al Parlamento.
L'articolo 29 della Costituzione parla, in maniera esplicita, dei diritti della famiglia fondata sul matrimonio.
In questo ordine del giorno si chiede di non applicare detrazioni IRPEF, assegni familiari e altre disposizioni previste anche dalla legge finanziaria a favore dei nuclei familiari.
Signori, votando questo ordine del giorno, che invito caldamente a ritirare, chiedete al Governo di discriminare i figli in base alle scelte compiute dai propri genitori (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)! Affermare i diritti della famiglia fondata sul matrimonio, senza possibilità di equiparare questa famiglia ed altre convivenze, non significa che bisogna discriminare i bambini, che sono tutti uguali, sia quelli nati da una coppia sposata davanti al vescovo, sia quelli nati da una coppia sposata in municipio, sia quelli che sono figli di immigrati (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi), magari di un'altra religione; e mi riferisco anche a coloro che decidono di non sposarsi, ma hanno dei figli che, pur essendo nati fuori dal matrimonio, hanno diritto a vivere ed a ricevere aiuti per il loro futuro!
La discriminazione dei bambini è la cosa più grave che possa compiere un paese! È la cosa più grave! Il nostro paese ha già una povertà infantile molto alta e discriminare i bambini significa discriminare la persona per tutta la vita!
Pertanto, invito a ritirare l'ordine del giorno in esame ed a trovare in altra sede un punto di incontro su tale aspetto (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi - Applausi di deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, l'invito a ritirare l'ordine del giorno o a esprimere voto contrario sul medesimo trae origine semplicemente dal fatto che è stato scritto con l'odio, non con l'amore, con il desiderio di dividere gli italiani, non di unirli. È stato scritto con il desiderio di mettere gli uni contro gli altri, di creare allarme sociale e panico morale (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
LUCA VOLONTÈ. Ma finiscila! Di cosa stai parlando!
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. È una discriminazione vera e propria ed è ancora più offensiva, perché cerca... (Commenti)
PRESIDENTE. Signori, per favore!
Pag. 54WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. ...perché cerca semplicemente di rendere più conveniente e quindi di obbligare la gente a formare una famiglia solo in virtù di criteri monetari e non per una propria scelta!
LUCA VOLONTÈ. Si vuole far parlare il presentatore?
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Infine, caro Presidente, cari colleghi e colleghe deputate, credo che molti di voi abbiano dimenticato qual è il vero valore del presepe.
Il presepe ci ricorda che una coppia in fuga dall'Egitto chiedeva ospitalità in una terra straniera (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)), ma non l'ha trovata. Le sono state chiuse le porte in faccia! Pertanto, questa coppia, formata da Maria e Giuseppe, è stata costretta a partorire in una stalla! Sono le stesse persone che oggi, quando chiedono ospitalità in Italia, trovano la legge Bossi-Fini!
LUCA VOLONTÈ. Facciamo parlare Paoletti Tangheroni!
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. E, allora, rispettare il presepe significa anche rispettare...
PRESIDENTE. Per favore, la deputata Guadagno (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)) ha il diritto di esporre le sue opinioni! Sapevo benissimo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi)...
Mi dispiace, signori, ma il Presidente si atterrà, ora e sempre, alla norma di chiamare i colleghi secondo l'opzione sessuale da ognuno scelta, essendo sempre disponibile ad una discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista - Sinistra europea, L'Ulivo, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi).
Questo semplicemente per un'elementare forma di rispetto. In ogni caso, le deputate e i deputati presenti in quest'aula hanno un indivisibile diritto al rispetto delle proprie opinioni e della propria persona.
La deputata Guadagno prosegua.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Grazie, signor Presidente. Voglio concludere ricordando qual è il grande valore spirituale del presepe, cioè quello di ricordare a tutti che in ogni migrante, in ogni persona che cerca ospitalità, può esserci in grembo una divinità. Ricordatevelo e rispettate il presepe anche da questo punto di vista!
ROBERTO MENIA. Lascia perdere il presepe!
PRESIDENTE. Inviterei tutti e la Presidenza compresa - anzi a partire da questa -, ad avere su temi che, com'è del tutto evidente, mettono in luce diverse sensibilità, un atteggiamento rispettoso di tutti i portatori di tutte le idee.
CAROLINA LUSSANA. Presidente! Presidente!
PRESIDENTE. In ogni caso, essendo stato formulato un invito al ritiro...
LUCA VOLONTÈ. Deve parlare il firmatario!
PRESIDENTE. Sì, sto dando la parola al firmatario... Essendo stato formulato un invito al ritiro dal ministro, prima di proseguire, è mio dovere chiedere al presentatore se accoglie o meno l'invito al ritiro.
IGNAZIO LA RUSSA. Non è così, impari ad applicare il regolamento!
Pag. 55PRESIDENTE. Deputata Patrizia Paoletti Tangheroni, intende procedere al ritiro oppure intende mantenere il suo ordine del giorno?
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Presidente, io ovviamente insisto per la votazione di questo ordine del giorno, però avevo anche chiesto la parola.
PRESIDENTE. Certamente! Possiamo proseguire la discussione e le darò la parola per dichiarazione di voto non appena sarà il suo turno (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Va bene...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grillini. Ne ha facoltà.
Vorrei ancora insistere sulla richiesta di rispetto di tutti i parlamentari.
FRANCO GRILLINI. Sono d'accordo con gli interventi della collega Bimbi e del ministro Bindi e non ho nulla da aggiungere se non una correzione all'intervento di Gasparri, che invito ad una maggiore serenità e tranquillità sul fatto che il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/16 riguarda l'osservatorio contro la violenza. Vorrei dire anche al collega Volontè che, se non si riesce nemmeno a trovare comprensione dal suo gruppo sulle questioni che riguardano le violenze fisiche, verbali, le calunnie e le diffamazioni verso le persone omosessuali e transessuali, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza.
LUCA VOLONTÈ. Ma non fare la polemica!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, io unirò - se lo ritiene e se me lo consentirà - il tempo del mio richiamo al regolamento e quello per l'intervento sul merito. Per il richiamo al regolamento vorrei sapere se nel corso di una serie di interventi su un ordine del giorno, lei ritiene di chiedere al firmatario se intende accedere all'invito al ritiro all'inizio oppure offre a colui che deve decidere la possibilità di ascoltare tutti gli interventi di coloro che hanno chiesto di parlare. Infatti, quello che io ho da dire potrebbe in qualche modo, per avventura, convincere quel firmatario ad un'ipotesi piuttosto che ad un'altra. L'ho richiamata - ma voglio usare un termine più corretto - anzi ho cercato di chiederle...
PRESIDENTE. Scusino, per favore! Per favore, chiedo di consentire al deputato La Russa di svolgere il suo intervento!
IGNAZIO LA RUSSA. Non si preoccupi, Presidente, io lo svolgo ugualmente. A me interessa che mi ascolti lei in questa occasione.
In questa occasione, lei ha impedito che io potessi esporre le mie argomentazioni e ha consentito all'onorevole Paoletti Tangheroni di esprimere la sua valutazione sull'intenzione di non ritirare l'ordine del giorno, senza aver prima potuto considerare quello che avevo da dire. Ciò non mi sembra conforme al regolamento ed è per questo che mi sono permesso - e gliene chiedo scusa - di ripeterle con forza che intendevo prendere la parola prima dell'onorevole Paoletti Tangheroni. Cercherò di rimediare ugualmente nel merito.
Abbiamo indicato, con l'intervento dell'onorevole Gasparri, che questo ordine del giorno costituisce per noi un veicolo anche per stigmatizzare il comportamento, che consideriamo oltraggioso, che ha portato ad accostare alla Sacra famiglia due statuette di coppie di lesbiche e di omosessuali, che niente avevano a che fare con il presepe e che costituiscono un'offesa per i credenti e per il buon senso (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania e diPag. 56deputati del gruppo Popolari-Udeur). Questo era stato il senso dato dall'onorevole Gasparri all'ordine del giorno e, comunque, avevamo espresso un parere favorevole.
Tuttavia, non intendiamo minimamente, votando questo ordine del giorno, far sì che venga meno uno dei postulati dell'azione politica di Alleanza Nazionale sulla famiglia. Noi abbiamo detto che la famiglia è quella sancita dall'articolo 29 della Costituzione. Abbiamo sempre detto e sostenuto, in atti parlamentari, che mai nessuna discriminazione o differenza possa intervenire per i bambini e per i figli, siano nati dentro o fuori il matrimonio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale e di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! È questa la posizione ufficiale di Alleanza Nazionale.
La prego, onorevole Bindi, di non strumentalizzare vicende come questa e di riconoscere, attraverso la lettura degli atti parlamentari, la realtà, che non credo sia solo di Alleanza Nazionale, ma anche di larghissima parte della Casa delle libertà.
Gli interventi che si sono succeduti hanno dimostrato, ancora una volta (come quello di Grillini, che io rispetto, quello di Luxuria, che io rispetto: sanno che non è un rispetto formale, perché glielo dimostro tutte le volte, dentro e fuori quest'aula), che questo provvedimento vuole essere un veicolo non per garantire i figli nati fuori dal matrimonio, ma per aprire la strada ai matrimoni tra coppie omosessuali e a ciò noi siamo fermamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Per non cadere in questa trappola - ecco perché volevo parlare prima dell'onorevole Paoletti Tangheroni: è una trappola mediatica, che si avvale del TG1, che dice non quello che avviene, ma quello che vuole, e dei giornali, che scrivono non sempre quello che avviene, ma, qualche volta, quello che piace a loro -, chiedo ai proponenti di riformulare questo ordine del giorno, facendo in modo che sia chiaro che, da parte nostra, si vuole ribadire la sacralità del matrimonio o, comunque, laicamente, ciò che è scritto all'articolo 29 della Costituzione, ma mai e poi mai si vogliono discriminare i bambini nati dentro o fuori il matrimonio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di deputati del gruppo L'Ulivo)!
PIETRO ARMANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, molto francamente, non credevo che questo mio ordine del giorno provocasse questa reazione. Lo ritenevo quasi un atto dovuto. Mi sono richiamata alla Costituzione e non pensavo assolutamente di provocare la diatriba che si è scatenata.
Credo anche che la prudenza, cui mi invita l'onorevole La Russa, che ringrazio, debba essere ascoltata. Però, non credo, onorevole ministro della famiglia, di dover ritirare questo ordine del giorno e le spiego perché, se me lo consente.
Non credo nemmeno di dovere fare delle excusationes non petitae, perché è evidentissimo, dalla storia e dalla tradizione del partito che rappresento, che non c'è alcuna volontà di escludere e di emarginare, in particolare, i minori. Lo dico con serenità e franchezza. Non c'è bisogno di ricorrere a ricordare le storie personali di ciascuno di noi e, certamente, neanche quella del nostro partito.
Ministro, invito il Governo a considerare la possibilità di una riformulazione, per trovare un terreno d'intesa, dal momento che sono stati approvati anche altri ordini del giorno di segno opposto. Forse mettere sul tappeto una serie di opzioniPag. 57potrebbe favorire quell'intesa a cui tutti noi speriamo di arrivare per risolvere questa situazione sicuramente spinosa, che può causare delle divisioni. Ripeto, sono stati già approvati altri ordini del giorno di senso opposto e allora io chiedo al Governo di proporre una riformulazione del mio ordine del giorno che accolga, sempre nello spirito con cui è stato predisposto, cioè quello del richiamo a situazioni normative di fatto e non ad interpretazioni, oltre al contenuto dell'articolo 29 della Costituzione, anche quello dell'articolo 30, che ci potrebbe mettere al riparo dalla interpretazione in merito ai figli illegittimi. Se il ministro crede, a mio avviso, l'ordine del giorno si può riformulare con questa integrazione.
PRESIDENTE. Credo che ciò vada nell'economia della nostra discussione, poiché hanno tutti chiaro che la proposta di riformulazione può essere avanzata all'Assemblea soltanto dal Governo e correttamente è stato chiesto al Governo di operare in tal senso. Sentiamo pertanto il Governo se accoglie o meno la proposta avanzata dalla deputata Paoletti Tangheroni. Mi pare che siamo tutti interessati ad un elemento di chiarezza.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Un momento, per favore! Stiamo solo aspettando l'intervento del Governo, perché altrimenti interveniamo sulla proposta di riformulazione.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa chiede la parola?
FABIO EVANGELISTI. Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Mi permetto sommessamente di chiedere un accantonamento dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/7, in modo che il Governo ed il presentatore dello stesso possano aprire un piccolo confronto tra loro, permettendoci di procedere nei lavori, per poi riprendere il punto al termine dell'esame degli altri ordini del giorno.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
ROSY BINDI, Ministro delle politiche per la famiglia. Mi dispiace che sia nato questo equivoco su una materia così delicata, tuttavia, anche con l'aggiunta del riferimento all'articolo 30 della Costituzione non risolviamo il problema (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani). Il Governo pertanto si dichiara contrario a procedere ad una riformulazione.
PRESIDENTE. Chiedo allora alla deputata Paoletti Tangheroni se mantiene la sua formulazione dell'ordine del giorno. In tal caso proseguiamo la discussione.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, si tratta di un semplice ordine del giorno, ma, ministro, è la premessa di una discussione che si accenderà (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)...
PRESIDENTE. La prego, non siamo in fase di dibattito. Il Governo ha avanzato una proposta. Risponda, per favore!
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Vorrei sapere perché, secondo lei, non è sufficiente (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)...
PRESIDENTE. Lo mantiene o no? Per favore! Occorre fare ordine nella discussione!
Pag. 58PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Io lo mantengo, votiamolo!
PRESIDENTE. Lo mantiene. Benissimo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana...
Mi scusi, deputata Lussana, ma il deputato La Russa ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Presidente...!
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, interverrò solo per qualche secondo. Abbiate la cortesia di ascoltare. È la seconda volta che parlo, non la ventesima, e può darsi che serva. È un intervento di buon senso.
Mi pare che il Governo non accetti la riformulazione dell'ordine del giorno della collega Paoletti Tangheroni. Per motivi regolamentari (ecco il mio richiamo al regolamento), è pacifico che il proponente non possa riformulare l'ordine del giorno. Il Governo, però, non ha detto che non vuole la riformulazione, ma sostiene che è contrario, nonostante la riformulazione...
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. È contrario alla riformulazione, e dunque invita al ritiro.
IGNAZIO LA RUSSA. Sì, chiede il ritiro dell'ordine del giorno, perché è contrario alla riformulazione.
Poiché il presentatore dell'ordine del giorno non accede all'invito al ritiro, posso chiedere al Governo di accogliere la riformulazione e di esprimere parere contrario? Ciò per consentire a noi (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)...
PRESIDENTE. No, no, è possibile!
IGNAZIO LA RUSSA. Per consentire a noi di votare su una cosa chiara!
PRESIDENTE. No, se vogliono, si può! È possibilissimo! Ai sensi del regolamento, è possibile. Poi, non lo vogliono fare? Non lo facciano! Ma si tratta di fair play parlamentare consentire al proponente di rendere più chiaro il testo sul quale poi si esprimerà il relativo parere. Se non lo vuole fare, è perché vuole strumentalizzare questa vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Presidente! Avevo chiesto di parlare!
PIER FERDINANDO CASINI. Il richiamo al regolamento ha la precedenza, onorevoli colleghi!
Onorevole Presidente, la vicenda è chiara; nella confusione, ma con molto rispetto per la Presidenza e per lei, che la esercita in modo encomiabile, debbo dire che, secondo me, questo ordine del giorno, così com'è stato presentato, per la confusione che determina, perché non si capisce in base a che cosa (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
MAURIZIO FUGATTI. Non è un richiamo al regolamento!
PIER FERDINANDO CASINI. ... è inammissibile! Non si può accettare da parte della Presidenza (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. No, la prego...!
PIER FERDINANDO CASINI. Se lei non consente una formulazione chiara, fa votare all'Assemblea una cosa che non è comprensibile dal punto di vista della logica!
PRESIDENTE. Deputato Casini, la prego, lei mi ha preceduto su questo banco, la prego! È chiaro che l'interpretazione di un testo è opinabile.Pag. 59
Il deputato La Russa ha avanzato una proposta al Governo, rendendosi conto, precisamente, che il regolamento non consente altra possibilità, se non quella data al Governo medesimo di operare la riformulazione. Nessuno può farlo, se non il Governo.
Il Governo potrebbe, nella sua sovranità, decidere anche di avanzare una riformulazione per poi votarle contro. Ma questa è una facoltà politica.
Io ho dovuto prendere atto che la deputata Paoletti Tangheroni ha confermato il suo testo. Dunque, ora, la discussione prosegue.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, poiché stiamo affrontando un argomento molto importante, vorrei portare un po' di chiarezza al dibattito, anche sotto il profilo giuridico. Infatti, mi sembra che ci stiamo arrovellando su questioni di lana caprina.
Per quanto riguarda il problema delle convivenze e del riconoscimento di alcuni diritti individuali, vorrei chiarire la posizione della Lega Nord Padania: siamo favorevoli al riconoscimento di diritti individuali, ma siamo assolutamente contrari alla creazione di famiglie di diritto affievolito, famiglie di diritto di serie B.
Questo per chiarire la nostra posizione circa il riconoscimento di alcuni diritti ai conviventi; ragioneremo poi in Parlamento su quali di questi diritti debbano essere riconosciuti. Vorrei anche invitare tutti i colleghi a prendere coscienza del fatto che comunque già la nostra giurisprudenza - e non solo la giurisprudenza; potremmo enunciare molte leggi di questo Parlamento le quali già adesso dispongono in tal senso - riconosce taluni diritti ai conviventi more uxorio. Quindi, ci si dimentica sempre di ciò, ma questa è invece la realtà del nostro ordinamento giuridico.
Quanto noi, però, vogliamo assolutamente evitare è che una convivenza, nata da una libera scelta, possa avere la stessa tutela giuridica che la nostra Costituzione riconosce alla famiglia - uomo e donna - fondata sul matrimonio in virtù della particolare funzione della famiglia stessa. Una funzione sociale nella quale vi è un impegno reciproco dei coniugi; diritti e doveri reciproci assunti anche nei confronti dello Stato e in ragione dei quali lo Stato stesso riconosce alla famiglia fondata sul matrimonio una tutela giuridica rafforzata. Infatti, non si vuole discriminare nessuno, cari colleghi, ma dobbiamo ricordare che esiste il campo della libertà, della libera scelta...
PRESIDENTE. Colleghi...
CAROLINA LUSSANA. ...Ma vi è anche quello della responsabilità!
Vengo a lei, ministro Bindi, perché ho sentito il suo appello accorato, come se il centrodestra volesse discriminare i figli naturali. È falso, ministro (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
LUCIA CODURELLI. È vero!
CAROLINA LUSSANA. Sa cosa le dico? Lei, che è il ministro della famiglia, anziché sottoscrivere gli ordini del giorno e occuparsi con urgenza del problema delle unioni civili o dei PACS - peraltro, mettetevi d'accordo, a tale riguardo! Ma vedremo come vi metterete d'accordo -, avrebbe dovuto apprestare un provvedimento legislativo per eliminare le discriminazioni che ancora esistono nel nostro ordinamento giuridico nei confronti dei figli naturali.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Già fatto! Già depositato al Senato!
CAROLINA LUSSANA. Ministro Bindi, mi faccia parlare... Il diritto di commutazione che ha il figlio legittimo, il fatto che la consanguineità non dà diritto alla parentela... Non avete fatto niente!
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. È al Senato!
Pag. 60PRESIDENTE Per favore, inviterei l'Assemblea a consentire di ascoltare gli interventi, peraltro su un tema così impegnativo!
CAROLINA LUSSANA. Nella passata legislatura, su un testo congiunto Bonito-Santanchè, avevamo trovato un accordo. Fu il gruppo dei Democratici di sinistra, a fine legislatura, che negò la sede legislativa, sede che sarebbe stata opportuna perché finalmente nel nostro ordinamento giuridico si ponesse fine ad una discriminazione ancora esistente, invece, tra figli naturali e figli legittimi. Questa è una vergogna, ministro Bindi! Adesso vorrei che lei prendesse la parola e dichiarasse se il Governo ha intenzione di legiferare in questa materia...
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Il provvedimento è depositato al Senato!
CAROLINA LUSSANA. Mi rivolgo alla maggioranza ed ai colleghi della Commissione giustizia per chiedere loro se non sia ora che questo Parlamento affronti tale questione, e non con iniziative così sbandierate, strumentalizzando, tra l'altro, un ordine del giorno. Vorrei che il Presidente della Camera mi ascoltasse e che anche gli illustri giuristi che seggono in quest'Assemblea lo facessero; ebbene, un ordine del giorno può contrastare un articolo della Costituzione? No, ministro Bindi, questo ordine del giorno non può contrastare l'articolo 30 della nostra Costituzione, articolo che noi conosciamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti del ministro Bindi). Ma lei, forse, non lo conosceva, ministro Bindi, visto che è giunto il Presidente Casini a farglielo leggere oppure il buon Luca Volontè (Dai banchi dei deputati del gruppo L'Ulivo si grida: Tempo!).
PRESIDENTE. La deputata Lussana ha ancora 37 secondi!
CAROLINA LUSSANA. Ebbene, nell'articolo 30 della Costituzione, al comma 3, cari colleghi, si assicura ai figli nati fuori del matrimonio la stessa tutela giuridica della famiglia legittima. Quindi, questo ordine del giorno, seppur scritto male, non potrà mai contrastare con l'articolo 30 della nostra Costituzione. Quindi, le sue argomentazioni sono false...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento!
CAROLINA LUSSANA. Lei è contraria a questo ordine del giorno perché creerebbe un problema alla sua maggioranza, che purtroppo non vuole difendere la famiglia naturale fondata sul matrimonio. Ma vi aspetteremo al varco, ministro Bindi; comunque, si vergogni perché (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. Deputata Lussana, lei ha concluso il suo intervento, grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, a me dispiace dover contraddire il ministro Bindi, che ha dipinto un paese come se negli ultimi vent'anni le leggi varate da questo Parlamento ed una legislazione sociale tra le più avanzate del mondo non avessero riconosciuto diritti, in conformità con quanto la Costituzione prevede, sia ai bambini che nascono da quella società naturale fondata sul matrimonio di cui all'articolo 29 della Costituzione sia a quelli nati fuori di essa (i diritti che scaturiscono dall'articolo 30 della Costituzione).
Quindi, quanto affermato dall'onorevole Bindi non corrisponde al vero.
Abbiamo una Costituzione vigente che, all'articolo 29, pone la famiglia, quale società naturale fondata sul matrimonio, in una posizione speciale rispetto ad altre forme di unione.Pag. 61
Con questo ordine del giorno - ma anche con l'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81, che sostanzialmente è del medesimo tenore (infatti sullo stesso esprimeremo un voto favorevole) - si afferma semplicemente che tutta la normativa ordinaria introdotta nel nostro ordinamento deve rientrare nei limiti dell'articolo 29 della Costituzione in vigore. Se ciò non piace, occorre modificare l'articolo 29.
Tuttavia, proprio alla luce degli articoli 29 e 30 della Costituzione, sono stati introdotti nel nostro ordinamento istituti che equiparano i figli nati in costanza di matrimonio a quelli naturali.
Quello di cui oggi la Camera sta discutendo - vorrei che fosse chiaro, soprattutto all'esterno - è se questo Governo e questa maggioranza intendono legiferare nel rispetto della Costituzione vigente o se vogliono forzare la Costituzione.
L'ordine del giorno in esame afferma semplicemente che quanto introdotto nella legge finanziaria va bene se non viola l'articolo 29 della Costituzione in vigore. Per questo motivo esprimeremo su tale ordine del giorno un convinto voto favorevole e ci meravigliamo che tanti colleghi della maggioranza, esclusi quelli dell'UDEUR, non votino un ordine del giorno che si limita ad esaltare uno degli articoli più importanti della Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, vorrei rivedere la mia posizione in merito all'ordine del giorno.
Credo che con questo ordine del giorno si sia scoperto un nervo. Sinceramente, non mi aspettavo che il Governo non accogliesse...
PRESIDENTE. La prego, deve motivare il perché ha chiesto di parlare, non deve svolgere un intervento, altrimenti la mia conduzione sarebbe arbitraria.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Non mi aspettavo - dicevo - che il Governo non accogliesse la riformulazione. A questo punto, domando formalmente al Governo di dirmi perché non accetta la riformulazione (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Lei non può riaprire la discussione, occorre proseguire con gli interventi. La invito a precisare perché ha chiesto la parola!
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Ho chiesto la parola perché il Governo non mi ha risposto su questo punto.
MAURIZIO TURCO. Basta!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi sia consentito di ritornare su un punto: cosa distingue un ordine del giorno da un emendamento?
L'ordine del giorno è un atto di indirizzo al Governo e, come sanno i colleghi più anziani e più ferrati, non è casuale che il parere su un documento del genere lo esprima il Governo e non il relatore o la Commissione. Ciò avviene proprio perché spetta al Governo dar vita alla modalità di attuazione dell'ordine del giorno.
Di fronte al fatto che il ministro Bindi, con un intervento molto elevato, ha dato voce ad un sentimento che sembra molto condiviso in quanto, al di là dell'ordine del giorno, nessuno in questo Parlamento vuole andare contro i diritti dei figli nati fuori del matrimonio o dalla situazione legale, credo che alle volte fare un passo indietro sia più forte del procedere su un terreno che non porta da nessuna parte.
Se è vero, infatti, come tutti avete detto, che nessuno vuole andare a incidere sui diritti e se è vero che su questo tema ci confronteremo a gennaio, poiché fra i punti politici espressi dal Governo, che noiPag. 62sottolineiamo, l'Esecutivo intende presentare a gennaio un provvedimento di legge che sia o meno condiviso al riguardo, ebbene, credo che sarebbe una dimostrazione di saggezza dell'opposizione (anche dopo la presa di posizione del Presidente Casini che lo ha addirittura ritenuto dal suo punto di vista «inammissibile»: si tratta di un parere come lo è quello di altri) e che sareste molto più forti se ritiraste l'ordine del giorno in questione e portaste avanti nell'occasione e nelle sedi giuste la vostra impostazione invece di costringerci ad un dibattito che sta diventando surreale.
Credo che, quando il ministro Bindi ha espresso le sue argomentazioni, abbia toccato un testo e un tasto che fa onore a questa Camera. È con questi sentimenti che permettete ad un deputato che è qui dal 1979 di fare appello al buon senso e di dirvi: «Ritirate questo ordine del giorno» (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
LUCA VOLONTÈ. È ora che non ti candidi più!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Vorrei cavarmela con poche battute. Vorrei precisare che è paradossale, signor Presidente, la situazione in cui ci siamo venuti a trovare, perché il contenuto dell'ordine del giorno in esame, che ha solo un merito ed è quello di essere scritto in italiano e di essere quindi assolutamente comprensibile - si capisce quello che vuole dire -, non è stato ritenuto neppure votabile da parte di un autorevole esponente dell'opposizione, quale è l'onorevole Casini, e mi pare che anche l'onorevole Fini abbia pregato l'onorevole Paoletti Tangheroni di ritirare l'ordine del giorno in discussione, mentre in Forza Italia vedo molto movimento attorno a tale questione.
Vorrei capire per quale motivo, e a nome di chi, l'onorevole Paoletti Tangheroni tiene duro su questo ordine del giorno. Se il motivo è quello di sancire una questione che nulla ha a che fare né, onorevole La Russa, con i matrimoni gay e neppure con le coppie di fatto, ma semplicemente coi diritti dei figli di coloro che non sono regolarmente sposati ad ottenere detrazioni Irpef, assegni familiari o quant'altro, vorrei capire per quale motivo l'ordine del giorno in esame viene mantenuto. Non riesco a comprenderne la logica! Si vuole costruire la posizione più integralista possibile all'interno di quest'aula, che possa condizionare esponenti e settori della minoranza, dell'opposizione?
Non riesco a comprenderne la logica: vorrei che fosse soltanto il frutto di una disattenzione, un elemento di dilettantismo politico che può anche capitare.
Per questo ritengo che sia doveroso da parte del promotore lasciar perdere un po' di orgoglio nazionale e accedere a quelli che sono i desiderata dei leader dell'opposizione che le hanno chiesto ufficialmente di ritirare il suo ordine del giorno. In caso contrario, è ovvio che io voterò, assieme all'onorevole Barani del Nuovo Psi, contro questo ordine del giorno perché non penso assolutamente che sia possibile né accettabile per qualcuno, neanche per chi abbia opinioni diverse dalle mie, trarre conseguenze quali quelle previste dal testo in esame (Applausi di deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Concluderò il mio breve intervento con un invito all'onorevole Paoletti Tangheroni, con riferimento alla quale però, Presidente, vorrei dire subito una cosa.
Noi non possiamo assistere, come sta facendo adesso la sinistra anche per responsabilità del Governo, allo stravolgimento di posizioni politiche di un gruppo o anche della storia personale di una persona, perché io conosco Patrizia, la sua cultura, la sua sensibilità (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), conosco il modo con il quale Patrizia partecipa personalmente ad adozioni di bambini africani; conosco il modo con il quale vivePag. 63(Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e di Democratici di Centro), Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolari-Udeur) senza intransigenza, con rigore, anche la sua religiosità, con una tolleranza che l'hanno portata ad essere stimata nel nostro gruppo, in questo Parlamento, anche da colleghi che possono non condividere le sue idee culturali, sociali, religiose e politiche.
Quindi, ringrazio l'onorevole Paoletti Tangheroni del suo impegno, della sua sensibilità e anche dell'intento con il quale ha presentato il suo ordine del giorno.
È un ordine del giorno, signor Presidente, che ha provocato un dibattito che è stato comunque utile, perché il dibattito, ad esempio, non vi è stato da parte dei colleghi della maggioranza quando il Governo ha accolto diversi ordini del giorno, presentati dall'onorevole Franceschini, da deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Rifondazione, con i quali si impegna il Governo a presentare entro gennaio 2007 un disegno di legge sulle unioni di fatto, anche sulle unioni di fatto di persone dello stesso sesso, come ha fatto, appunto, l'onorevole Franceschini, con il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/58. Ciò non ha provocato alcun dibattito, è passato silenziosamente e, forse, passerà altrettanto silenziosamente l'ordine del giorno del collega Fabris, che invita il Governo a fare esattamente l'opposto. Con la spudoratezza di questo Governo, lo stesso Governo ha accolto l'uno e l'altro ordine del giorno, ossia quello che lo invita a fare una cosa e quello che lo invita a fare l'opposto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale) dimostrando, quindi, la doppiezza che lo stesso Governo ha anche su questioni sensibili quali quella della famiglia e dei figli, sulla quale, signor Presidente, mi permetto di dire che noi non accettiamo lezioni di coerenza dall'onorevole Rosy Bindi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Anche per tale motivo, signor Presidente, cogliendo il senso vero dell'intento dell'ordine del giorno dell'onorevole Paoletti Tangheroni, che sicuramente andava anche oltre ciò che è scritto nello stesso ordine del giorno, che può prestarsi a cattive interpretazioni - alle quali il Governo, ancora una volta, malevolmente e strumentalmente non ha consentito di porre rimedio, non esercitando quel potere di riformulazione che solo il Governo stesso può esercitare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia) -, invito l'onorevole Paoletti Tangheroni, a nome del gruppo di Forza Italia, e ringraziandola comunque per il suo impegno e per l'intento che ha inteso trasfondere nel suo ordine del giorno, a ritirarlo, per evitare ulteriori strumentalizzazioni, per evitare che una vicenda seria diventi il massacro che una parte politica, che non può fare tale massacro, fa nei confronti dell'altra parte politica, convinto che su questi temi avremo presto l'occasione di confrontarci in Parlamento, che lo faremo sicuramente e liberamente, ma che verranno fuori le vere contraddizioni presenti nella parte politica che sostiene il Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, accolgo l'invito del mio capogruppo e ritiro il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/79.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che dell'ordine del giorno Cioffi n. 9/1746-bis-B/80 abbiamo già trattato in precedenza.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81, accettato dal Governo se riformulato nel senso precisato dal rappresentante del Governo stesso.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, apprezzo lo sforzo di mediazione che ha svolto il Governo in questo senso, anche se devo dire, francamente, che mi risulta difficile comprendere come siano stati, alPag. 64tempo stesso, accettati altri ordini del giorno di diverso tenore, presentati da colleghi di altri gruppi, che non solo chiedono un'iniziativa in materia da parte del Governo stesso, ma pretendono addirittura di fissare una data. Dunque, a futura memoria, signor Presidente, sarà bene dire alcune cose. La prima è che questo ordine del giorno voleva ancora una volta ribadire un aspetto che in passato è sempre stato accettato, ossia che vi è una diversità di atteggiamento, a nostro parere, su questioni che attengono alla coscienza ed ai valori di riferimento di ogni singolo parlamentare. Rispetto a ciò non si può procedere con atti di imperio, non si può procedere con richiami ad intese di Governo, che peraltro sul punto non vi sono da parte nostra. Noi non abbiamo firmato la parte del programma dell'Unione in cui si propone tale tipo di intervento, non affidato al Governo: era un impegno che l'Unione aveva assunto in quanto tale, ma non un impegno affidato al Governo. In altri momenti, direi sempre in passato, si è evitato da parte dell'Esecutivo di intervenire in tale tipo di questioni, in quanto su questi punti non vi sono possibilità di compromesso, al contrario di quanto accade su altre parti programmatiche che riguardano temi del governo del paese, specialmente quando tali intese si fondano su accordi di coalizione.
Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/81 richiama un tema, quello, appunto, delle questioni riguardanti le cosiddette coppie di fatto, su cui si è a lungo dibattuto, su cui si dibatte e su cui sicuramente si tornerà a dibattere in Parlamento ed io spero che su ciò si giunga a definire un intervento normativo da parte del Parlamento. L'esito non ci spaventa, lo voglio dire molto chiaramente, perché noi apparteniamo ad una cultura politica che, pur ispirandosi a principi alti, che richiamano l'insegnamento della Chiesa, è stata sempre rispettosa delle decisioni che il Parlamento della Repubblica vorrà assumere, anche sulle questioni che sono richiamate in questo ordine del giorno ed anche nel caso in cui tali decisioni fossero contrarie ai principi che ho in precedenza richiamati.
Quello che voglio dire anche a qualche collega di maggioranza è che una cosa è battersi per affermare le proprie idee e i propri valori in base, per quanto ci riguarda, al principio dell'autonoma responsabilità del fedele laico impegnato in politica, altro è opporsi agli atti di volontà, alla volontà espressa dal Parlamento o dalla maggioranza dei cittadini.
Voglio ricordare che in passato, quando vennero promulgate leggi che andavano contro i principi a cui noi crediamo, come ad esempio le leggi sull'aborto e sul divorzio, i cattolici impegnati al Governo accettarono laicamente di applicare quelle leggi volute dalla maggioranza del paese. Questo lo dico perché noi non siamo, come alcuni colleghi di maggioranza, che purtroppo a volte ne danno dimostrazione, abituati ad andare contro la legge o a provocare, rovinando i presepi altrui; noi rispettiamo le idee di tutti e rispettiamo soprattutto la volontà del Parlamento. Le provocazioni, anche idiote, a cui abbiamo assistito anche ieri francamente non sono da parte nostra accettabili.
Chiediamo quindi al Governo di tener conto di tutto questo - ma il Governo lo sa -; non ci sarà il nostro assenso a nessuna iniziativa legislativa in materia dei cosiddetti diritti delle coppie di fatto, che venga assunta sia in sede di Governo sia al Senato o alla Camera. Dunque, su questo punto penso che veramente il Governo farebbe bene a prendere atto, come abbiamo sentito nel dibattito precedente, che ci sono posizioni diverse anche all'interno della stessa opposizione. Sarebbe bene che il Governo lasciasse, come prevede il nostro ordine del giorno, all'iniziativa parlamentare il confronto e le decisioni su questo tipo di tematiche.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
MAURO FABRIS. Finisco, Presidente, dicendo che accetto la riformulazione proposta. L'ultima parte del nostro ordine delPag. 65giorno, laddove si dice che in ogni caso il Governo si impegna a non equiparare in alcun provvedimento normativo le coppie di fatto alle famiglie di cui all'articolo 29 della Costituzione, non è stata toccata dal Governo.
Questo ci pare un impegno assolutamente importante assunto oggi dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Poiché il firmatario Fabris ha accettato la riformulazione del Governo, la rileggo in modo che non ci siano equivoci (l'aveva già chiesto il deputato Volontè, al quale si è aggiunto il deputato Gasparri): «impegna il Governo ad operare in modo che ogni iniziativa legislativa in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto sia affidata al più ampio e libero confronto parlamentare» (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Chiedo al deputato Rao se accetti la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/82.
PIETRO RAO. Signor Presidente, intervengo solo per precisare la parte che doveva essere eliminata, così come suggerito dal Governo, cioè la parte nella quale si dice «anche in deroga alla vigente normativa in materia di assunzioni». Vorrei chiarire che il riferimento era ai comuni che non rispettano il patto di stabilità. Desidero sapere dal Governo se vi sia la possibilità di riformulare l'ordine del giorno in tal senso.
PRESIDENTE. C'è stata una proposta di riformulazione del Governo. Deputato Rao, è disposto ad accettarla?
PIETRO RAO. Sì, la accetto, però vorrei sapere se la disponibilità del Governo ad intendere che la deroga alla vigente normativa...
PRESIDENTE. La prego, quando viene avanzata una proposta di riformulazione, la si accetta o meno.
PIETRO RAO. Volevo spiegarne le motivazioni, Presidente, se me lo consente, solo se me lo consente.
PRESIDENTE. Va bene, prosegua pure...
PIETRO RAO. Volevo dire che l'espressione «in deroga alla vigente normativa» è da intendersi anche per i comuni che non rispettano il patto di stabilità. I precari non possono pagare il prezzo di amministrazioni distratte e leggere.
Oggi, molti comuni si trovano in una situazione strutturale deficitaria. I precari dovranno essere assunti anche con queste condizioni.
PRESIDENTE. Deputato Rao, accetta la riformulazione proposta?
PIETRO RAO. Accetto e non insisto per la votazione.
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Spero che il ministro Chiti, che ora si trova accanto a lei, signor Presidente, sia venuto ad informarla che lei ha letto un testo che non è quello concordato (Commenti di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Scusate, ma vi è un impegno con il Governo. Se il testo concordato è quello che conosco e che prima ho illustrato, va bene; diversamente chiedo che venga posto in votazione (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Poiché l'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81 non è stato posto in votazione, ma accolto nella formulazione che ho letto, che pare abbia determinato un equivoco, chiedo, ai fini della comprensione del lavoro, che vengaPag. 66accantonato (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Allora, il rappresentante del Governo legga la riformulazione. Ho un testo scritto a mano ed è possibile che non sia idoneo.
Poiché vi è stato uno scambio tra il Governo ed il presentatore, chiedo che il rappresentante del Governo legga la formulazione che considera definitiva, su cui interpellare il proponente.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il testo è esattamente quello che aveva detto l'onorevole Fabris. Mi dispiace per la confusione. Il testo del dispositivo è il seguente: «impegna il Governo ad operare in modo che ogni iniziativa legislativa in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto sia affidata al più ampio e libero confronto parlamentare e, in ogni caso, a non equiparare in alcun provvedimento normativo le stesse alle famiglie di cui all'articolo 29 della Costituzione». È esattamente ciò che aveva detto l'onorevole Fabris (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Poiché vi è stato un elemento, diciamo così, di incertezza, eccezionalmente do la parola al deputato Gasparri che l'ha chiesta (Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e La Rosa nel Pugno). Vi prego. Preferisco che sia tutto chiaro.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, avevo chiesto di parlare prima io!
MAURIZIO GASPARRI. Ringrazio il Presidente per questa scelta. Prima abbiamo assistito all'accoglimento di una riformulazione che il Presidente ha letto, mentre non è di poco conto il «dettaglio» aggiunto dal ministro Chiti. A parte le valutazioni del proponente, noi registriamo il dato politico di un capogruppo di un partito della maggioranza che ha espresso riserve, in sede di dibattito sul disegno di legge finanziaria, a futura memoria ad eventuali iniziative del Governo. Questo è un dato politico (Commenti del deputato Crema).
Inoltre, l'aggiunta formulata dal ministro Chiti è importante. La stesura letta dal Presidente Bertinotti era una presa in giro. Non si può affermare, in un ordine del giorno, che il Governo affidi l'iniziativa legislativa ad un ampio e libero confronto parlamentare; altrimenti come dovrebbe essere il dibattito? Ristretto ed occupato?
PRESIDENTE. Il dato è stato superato.
MAURIZIO GASPARRI. È stato superato, ma vi diamo appuntamento a gennaio, quando potremo discutere nel merito di questi problemi (Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani).
LUCA VOLONTÈ. Presidente, avevo chiesto di parlare prima io!
PRESIDENTE. No, vi prego. Era per un chiarimento e ho detto che eccezionalmente avrei concesso al deputato Gasparri di parlare.
LUCA VOLONTÈ. Ma avevo chiesto di parlare prima io!
PRESIDENTE. Lei è persona di mondo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis-B/83, Oliva n. 9/1746-bis-B/84, Neri n. 9/1746-bis-B/85 e Fundarò n. 9/1746-bis-B/86, accolti come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che le deputate Aprea ed Armosino insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno n. 9/1746-bis-B/87 e n. 9/1746-bis-B/88 non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aprea n. 9/1746-bis-B/87, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 67
(Presenti 552
Votanti 547
Astenuti 5
Maggioranza 274
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 318).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armosino n. 9/1746-bis-B/88, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 552
Maggioranza 277
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 315).
Prendo atto che i deputati Gioacchino Alfano ed Angelino Alfano non sono riusciti a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Baldelli n. 9/1746-bis-B/89.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delbono. Ne ha facoltà.
EMILIO DELBONO. Onorevole Presidente, vorrei invitare il Governo a riconsiderare il parere contrario espresso sull'ordine del giorno in esame. Infatti, siamo di fronte ad una richiesta fondata - peraltro, accolta dall'intera Commissione lavoro - volta a consentire ai fondi pensione di adottare le modifiche statutarie non entro il 31 dicembre, cioè tra qualche giorno, ma entro il 31 marzo 2007, in modo che possa entrare a regime (dal 1o gennaio, ovviamente) l'anticipo della previdenza complementare.
Mi pare che la richiesta sia fondata e non modifichi strutturalmente il disegno di legge finanziaria, pregiudicandone l'approvazione; inoltre, la richiesta soddisfa un'esigenza di buonsenso e di ragionevolezza sulla quale tutte le forze politiche si sono dichiarate d'accordo in Commissione. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie la proposta.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli, Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, poiché sono il presentatore dell'ordine del giorno in esame...
PRESIDENTE. Certo, appunto.
SIMONE BALDELLI. ...ringrazio il Governo per avere rivisto il parere in precedenza espresso. Si tratta di un tema importante che i colleghi della Commissione conoscono a fondo. Al riguardo, vi è stata una sollecitazione all'unanimità, in Commissione, sia in sede di esame del decreto-legge sulla previdenza complementare sia in sede di esame in terza lettura del disegno di legge finanziaria, sul quale era stato presentato ed approvato un emendamento.
Quindi, ci auguriamo che alla prima occasione utile il Governo stabilisca il termine del 31 marzo 2007, portando a compimento, finalmente, il suo impegno.
PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che il deputato Baldelli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/89.
Prendo atto che la deputata Bertolini insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/90, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis-B/90, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 68
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 555
Votanti 554
Astenuti 1
Maggioranza 278
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 320).
Prendo atto che il deputato Boscetto insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/91, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boscetto n. 9/1746-bis-B/91, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 556
Votanti 553
Astenuti 3
Maggioranza 277
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 318).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che il deputato Brusco insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/92, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brusco n. 9/1746-bis-B/92, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 550
Votanti 548
Astenuti 2
Maggioranza 275
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 311).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Cicu n. 9/1746-bis-B/93, accolto come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/1746-bis-B/94, accettato dal Governo limitatamente alla sola parte dispositiva.
Chiedo al deputato Gianfranco Conte se insista per la votazione del suo ordine del giorno.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, ringrazio il Governo per avere accettato il dispositivo del mio ordine del giorno, ma poiché la raccomandazione al Governo ad impegnarsi a fare tutto ciò che è descritto è contenuta tutta nella premessa, preferisco che, poiché non è stato accettato integralmente, il mio ordine del giorno sia posto in votazione anche con il parere contrario del Governo.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha qualcosa da aggiungere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/1746-bis-B/94, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 69
(Presenti 564
Votanti 561
Astenuti 3
Maggioranza 281
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 321).
Chiedo al deputato Costa se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/95, accettato dal Governo limitatamente alla sola parte dispositiva.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, prendo atto del parere favorevole espresso dal Governo sul dispositivo, ma non rinuncio a chiedere la votazione dell'intero ordine del giorno, compresa, dunque, la premessa. Si tratta dell'inserimento nel disegno di legge finanziaria di una norma che, di fatto, cancella, con un colpo di spugna, tutta una serie di procedimenti ed azioni di responsabilità davanti alla Corte dei conti, di una norma la cui entrata in vigore, anche per un solo istante, consentirebbe ai responsabili di invocarla come trattamento più favorevole per il reo, con ciò vanificando un eventuale rimedio successivo.
Sarebbe stato certo preferibile che questa norma non fosse stata approvata, che i ministri avessero letto meglio il testo del maxiemendamento, che il rimedio fosse stato introdotto in sede di legge finanziaria. Tuttavia, con questo ordine del giorno auspichiamo che si possa rimediare ad una norma che, oggi, pare senza padri e senza madri e che creerebbe, se entrasse in vigore, un gravissimo danno, non solo per l'erario ma anche per l'immagine di tutti noi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Siccome il problema sollevato dal collega Costa è reale e dato che il Governo ha accettato il dispositivo, per non produrre effetti che lo stesso collega Costa mi pare non voglia generare, formulo la proposta di votare questo ordine del giorno per parti separate, nel senso di porre in votazione prima la premessa e poi il dispositivo, sul quale preannuncio il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo quindi alla votazione per parti separate, nel senso di votare prima il dispositivo e poi la parte motiva, dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 557
Votanti 553
Astenuti 4
Maggioranza 277
Hanno votato sì 549
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte motiva dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 562
Votanti 550
Astenuti 12
Maggioranza 276
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 307).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/96, accolto come raccomandazione.Pag. 70
Prendo atto che il deputato Fabbri accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/97.
Chiedo ora al deputato Fallica se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/98, non accettato dal Governo.
GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente, poc'anzi il sottosegretario aveva detto che il mio ordine del giorno era accolto come raccomandazione. Signor sottosegretario, cortesemente può verificare?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Confermo che il parere del Governo è contrario.
GIUSEPPE FALLICA. Allora, insisto per la votazione, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis-B/98, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 541
Astenuti 4
Maggioranza 271
Hanno votato sì212
Hanno votato no 329).
Prendo atto che l'onorevole Realacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Suppa non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Chiedo al deputato Fasolino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/99, accolto come raccomandazione dal Governo.
GAETANO FASOLINO. Vorrei pregare il Governo di accettare integralmente il mio ordine del giorno, in quanto tratta di dottori di ricerca, che, già dipendenti dello Stato, verrebbero utilizzati nel loro titolo specifico. Quindi, non ci sarebbe alcun aggravio di spesa, ma solo un miglioramento del servizio.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie l'invito, tenendo presente che non vi è alcun contrasto con le norme inserite nel disegno di legge finanziaria e, comunque, nulla impedisce ai dottori di ricerca di partecipare ai concorsi. Il testo dell'ordine del giorno rimane invariato e può essere accolto, laddove indichi: «impegna il Governo a valutare la possibilità».
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il deputato Fasolino accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/99.
Prendo atto che il deputato Ferrigno non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/101, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Giuseppe Fini insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/102, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis-B/102, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 552
Maggioranza 277
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 330).Pag. 71
Chiedo al deputato Floresta se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/103, non accettato dal Governo.
ILARIO FLORESTA. Signor Presidente, vorrei pregare il Governo di riconsiderare il parere espresso sul mio ordine del giorno. Posso capire le ragioni che lo hanno portato a non accettare i capoversi secondo e terzo della parte motiva, ma non sono d'accordo per quanto concerne il dispositivo.
Mi spiace che non sia presente in aula il ministro Di Pietro, direttamente interessato al tema, poiché ero curioso di conoscere il suo parere al riguardo.
Desidererei che il Governo rivedesse il suo parere e ribadisco con forza che Di Pietro in questi giorni sta rilasciando dichiarazioni nel Meridione - compresa la Sicilia - riguardanti le infrastrutture; tra l'altro, è presente il viceministro Capodicasa che può sostenere il mio ragionamento.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo conferma il parere espresso.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Floresta n. 9/1746-bis-B/103, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 552
Votanti 544
Astenuti 8
Maggioranza 273
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 321).
Prendo atto che il deputato Fratta Pasini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/104, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo al deputato Garagnani se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/105 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
FABIO GARAGNANI. Vorrei conoscere a fondo le intenzioni del Governo, dal momento che questo ordine del giorno - partendo da constatazioni e considerazioni che vedono la nostra posizione distinta e distante da quella dell'Esecutivo - fa riferimento ad un'esigenza manifestata a più riprese dalle regioni; mi riferisco all'incremento del fondo regionale per il diritto allo studio.
Sappiamo che al riguardo è prevista l'autonomia delle regioni e sappiamo anche che, queste ultime, dispongono di leggi ad hoc regolamentanti un settore che negli ultimi quindici anni ha subito un'evoluzione. Si è partiti, infatti, dalla pura assistenza per arrivare ad un concetto di diritto allo studio che si avvicina alla parità scolastica.
Non a caso, alcune regioni hanno allargato gli interventi in questo settore, con il parere favorevole della Corte costituzionale, anche a seguito di ricorsi che hanno prospettato la possibilità d'intervento da parte delle regioni medesime.
Questo ordine del giorno non impegna genericamente il Governo ad intervenire a favore della scuola paritaria; infatti, ci rendiamo conto benissimo di quelli che sono stati i pareri espressi in altra sede. Comunque, stante l'inadeguatezza del fondo a disposizione, soprattutto per le scuole non statali e dell'infanzia, la possibilità di istituire presso il Ministero della pubblica istruzione un fondo gestito dalle regioni, che allarghi la possibilità d'intervento delle medesime in settori essenziali quali l'assistenza, ci pare un atto doveroso. Stiamo parlando di esigenze primarie di fronte alle quali ogni Governo degno di questo nome non può sottrarsi.Pag. 72
Per questi motivi, quella del Governo ci pare un'incomprensione non sufficientemente esplicitata.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo conferma il parere espresso.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis-B/105 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 541
Votanti 539
Astenuti 2
Maggioranza 270
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 312).
Prendo atto che il deputato Marinello non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che il deputato Iannarilli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/106, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo al deputato La Loggia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/107, accolto come raccomandazione dal Governo.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, apprezzo il fatto che il Governo abbia accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/107, vista la rilevanza dell'argomento. Vorrei soltanto chiedere se il Governo - come ha fatto in una precedente occasione, rispetto ad un ordine del giorno analogamente accolto come raccomandazione - potesse esprimersi nel senso di un impegno positivo, e non soltanto di un «accoglimento passivo», accettando il mio ordine del giorno.
Il sottosegretario, in un'altra circostanza, circa mezz'ora fa, ha proceduto in tal senso, vista la rilevanza dell'argomento: mi permetterei di chiedere se, anche per i vigili del fuoco, potesse rivedere il suo parere.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo può accettare l'ordine del giorno La Loggia n. 9/1746-bis-B/107, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «adottare le opportune iniziative» con le seguenti: «valutare l'opportunità di adottare le iniziative».
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole La Loggia accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/107.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Leone n. 9/1746-bis-B/108 se accettino la riformulazione proposta dal Governo.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei conoscere la riformulazione.
PRESIDENTE. La riformulazione è la stessa rispetto a quella proposta nei confronti degli ordini del giorno Sanza n. 9/1746-bis-B/63, Nardi n. 9/1746-bis-B/74 e Cioffi n. 9/1746-bis-B/80. Ne abbiamo già parlato in precedenza; peraltro, tali ordini del giorno sono già stati posti in votazione.
ANTONIO LEONE. D'accordo.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis-B/109, accettato dal Governo.Pag. 73
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis-B/110, non accettato dal Governo.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere il parere precedentemente espresso, eventualmente proponendo una riformulazione. Tra l'altro, in proposito, abbiamo anche discusso con il Governo.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo se abbia qualcosa da aggiungere.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo è disponibile ad accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis-B/110, purchè il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere le parole «quale esclusivo presidio per la dispensazione del farmaco» e di aggiungere, dopo le parole «sempre più efficiente ed efficace», le seguenti: «nella dispensazione del farmaco».
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Marinello accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/110.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis-B/111, accettato dal Governo limitatamente al secondo capoverso del dispositivo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis-B/112, il cui dispositivo è stato accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis-B/113, non accettato dal Governo.
NINO MORMINO. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis-B/113, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 297).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Moroni n. 9/1746-bis-B/114, il cui dispositivo è stato accettato dal Governo.
CHIARA MORONI. Signor Presidente, intervengo per esprimere la soddisfazione e il ringraziamento nei confronti del Governo per aver preso atto nella situazione che si sarebbe creata con i commi da 821 a 824 del disegno di legge finanziaria, che prorogano l'attuale monopolio della trasformazione e lavorazione del plasma in Italia, stabilendo che le convenzioni stipulate dalle regioni siano prolungate per un periodo di almeno un anno e mezzo dall'entrata in vigore della riforma approvata nel 2005 (prevista per lo scorso novembre), che consentiva ad altre aziende di partecipare alle gare per aggiudicarsi le convenzioni.
Secondo la legislazione vigente, il ministro della salute, onorevole Livia Turco, avrebbe dovuto emanare un decreto entro la fine di novembre per individuare i centri e le aziende di frazionamento e di produzione del plasma autorizzati alla stipula di accordi e convenzioni con le regioni.
Le misure adottate dal disegno di legge finanziaria non favoriscono né la concorrenza né le sbandierate liberalizzazioni, perpetuando sostanzialmente un monopolio di fatto - che, peraltro, si configura, come molti sanno, anche come un evidente conflitto di interessi con membri del Governo - da parte di un'azienda che, dagli anni Novanta, è autorizzata a trasformare il plasma.Pag. 74
Peraltro, non avendo la possibilità di rivolgersi ad altre aziende, che potrebbero offrire prezzi concorrenziali, ciò va nella direzione esattamente contraria alla riduzione della spesa sanitaria e, soprattutto, del contenimento degli sprechi a carico del sistema sanitario nazionale.
Quindi, esprimo la soddisfazione per il parere favorevole espresso sul dispositivo e, ovviamente, non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan n. 9/1746-bis-B/115, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 552
Votanti 551
Astenuti 1
Maggioranza 276
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 309).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Palmieri n. 9/1746-bis-B/116 e Palumbo n. 9/1746-bis-B/117.
Chiedo al deputato Mario Pepe se insista per la votazione del proprio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/118, accolto come raccomandazione.
MARIO PEPE. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, chiedo un impegno più concreto del Governo sul mio ordine del giorno perché la sicurezza dei cittadini e dei loro beni passa anche attraverso le carceri. Far sopportare ai detenuti delle pene aggiuntive legate a strutture fatiscenti significa creare dei nemici dello Stato, che, una volta fuori, potrebbero macchiarsi di delitti ben più gravi di quelli per i quali sono stati carcerati. Di conseguenza, chiedo un voto favorevole dell'Assemblea e un impegno del Governo, perché tutto ciò significa maggiore sicurezza per i cittadini.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo può accettare l'ordine del giorno limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Pepe se insista per la votazione.
MARIO PEPE. No, signor Presidente, non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Romele non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/119, non accettato dal Governo.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accolto il dispositivo del mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/120, che impegna il Governo a trovare nuovi fondi da destinare alla sicurezza. Vista la delicatezza del tema e l'apprezzamento il Governo, chiederei il voto dell'Assemblea per avere un impegno ancora più serio anche da parte del Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 75
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 526
Astenuti 17
Maggioranza 264
Hanno votato sì 516
Hanno votato no 10).
Prendo atto che il deputato Tondo non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/121, accolto come raccomandazione.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis-B/122.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei sollecitare l'attenzione dei colleghi presenti in aula perché il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/122 non fa altro che richiamare accordi sottoscritti dal Governo, da parte del ministro Bianchi, e impegni assunti formalmente dal sottosegretario con delega negli incontri con le associazioni di categoria. Vorrei che il sottosegretario stesse attento, anche perché, Presidente, poi esprime un parere contrario senza conoscerne i motivi...
PRESIDENTE. Anche i sottosegretari lavorino! Prosegua pure, deputato Uggè.
PAOLO UGGÈ. Quindi, chiedo al Governo l'impegno a dare attuazione ad un accordo liberamente sottoscritto. Un uomo politico del passato diceva che la moralità di una persona si misura sul rispetto della parola data. In questo caso, abbiamo un accordo firmato da un rappresentante del Governo e il Governo si rifiuta di accettare questo ordine del giorno che ne chiede l'attuazione. Per tali motivi, chiamo i colleghi a votare a favore del mio ordine giorno o il Governo a modificare il proprio parere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
ROBERTO MENIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, intervengo per sottoporle una questione regolamentare. Un attimo fa, infatti, abbiamo votato l'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120 limitatamente al dispositivo, perché questo era pacificamente accettato da tutti.
Mi chiedo, e le chiedo retoricamente, perché non sia stato possibile fare ciò nei confronti dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79, quando si era palesemente d'accordo...
PRESIDENTE. Mi scusi...
ROBERTO MENIA. No, le chiedo...
PRESIDENTE. Io...
ROBERTO MENIA. ...perché sia passato il principio per cui si può votare solamente il dispositivo, sul quale ci si era pronunciati con l'accordo...
PRESIDENTE. No, no...! Guardi, c'è un equivoco...!
ROBERTO MENIA. ...e non la restante parte...
PRESIDENTE. No, non è così!
ROBERTO MENIA. E no, non c'è un equivoco!
PRESIDENTE. No... No, c'è un equivoco!
ROBERTO MENIA. Così è andata...!
PRESIDENTE. È stato votato...
ROBERTO MENIA. Quindi, mi si deve...
PRESIDENTE. ...solamente il dispositivo perché quella era la riformulazione del Governo...
Pag. 76ROBERTO MENIA. Non era una riformulazione...
PRESIDENTE. Sì, lo era...
ROBERTO MENIA. ...non era riformulato niente!
PRESIDENTE. È una riformulazione!
ROBERTO MENIA. Non è una riformulazione!
PRESIDENTE. No: è una riformulazione!
ROBERTO MENIA. È semplicemente la votazione di una parte sola!
PRESIDENTE. Ho dato una risposta regolamentare!
ROBERTO MENIA. No, m'ha dato una risposta bugiarda!
PRESIDENTE. È la riformulazione...
ROBERTO MENIA. Ha dato una risposta bugiarda!
PRESIDENTE. È la riformulazione operata dal Governo...
ROBERTO MENIA. Non ha risposto a quello...
PRESIDENTE. ...e che, quindi, consente...
ROBERTO MENIA. Non è una (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Abbiamo chiuso, grazie!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis-B/122, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 547
Votanti 542
Astenuti 5
Maggioranza 272
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 302).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis-B/123 insistono per la votazione del loro ordine del giorno, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis-B/123, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 541
Votanti 538
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 307).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis-B/124, non accettata dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di aggiungere la mia firma all'opportuno ordine del giorno presentato dal collega Zanetta...
Pag. 77PRESIDENTE. Sta bene, grazie...
MARCO ZACCHERA. ...perché vi sono...
PRESIDENTE. Grazie, grazie...!
MARCO ZACCHERA. ...impegni precisi...
PRESIDENTE. La prego! ...La prego!
MARCO ZACCHERA. ...e il motivo per cui non sono stati mantenuti (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Ha già aggiunto la sua firma all'ordine del giorno in esame!
MARCO ZACCHERA. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis-B/124, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 539
Astenuti 6
Maggioranza 270
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 307).
Prendo atto che i deputati Zanella e Borghesi non sono riusciti ad esprimere il proprio voto e che avrebbero voluto esprimerne uno contrario.
Chiedo al deputato Zorzato se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/125, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, chiederei al Governo, avendo presentato il mio ordine del giorno solo qualche ora fa (e presumo sia questo il motivo per cui l'Esecutivo non ne ha accettato la parte motiva), di accettare una mia riformulazione, sostituendo le parole: «mostro giuridico» con le seguenti: «testo abnorme», poiché si tratta delle parole pronunciate dal Presidente della Repubblica!
Siccome credo sia questo il motivo per cui la parte motiva del mio ordine del giorno non è stata accettata dal Governo, ritengo che, con tale riformulazione, il mio documento possa essere completamente accettato. Chiederei all'Esecutivo, pertanto, di usare le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo ribadisce il parere favorevole limitatamente al dispositivo dell'ordine del giorno in esame; invece, esso respinge la sua parte motiva, anche nella riformulazione proposta dal presentatore.
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Zorzato se, sulla base della risposta data dal Governo, insista o meno per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/125.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, chiedo la votazione per parti separate, nel senso di procedere alla votazione prima del dispositivo e, successivamente, della parte motiva, del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, sarò breve, poiché volevo suggerire, perPag. 78l'appunto, la votazione per parti separate dell'ordine del giorno in esame. Dichiaro, inoltre, il mio voto favorevole sul dispositivo dello stesso, poiché si tratta di un impegno che tutti i gruppi della maggioranza si sono assunti e cui lo stesso Governo ha preannunciato di voler dare seguito.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zorzato n. 9/1746-bis-B/125, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
(Presenti 546
Votanti 541
Astenuti 5
Maggioranza 271
Hanno votato sì 531
Hanno votato no 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte motiva dell'ordine del giorno Zorzato n. 9/1746-bis-B/125, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 546
Votanti 543
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 313).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, vorrei capire cosa non va nella premessa.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha qualcosa da aggiungere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, signor Presidente.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, chiediamo la votazione per parti separate.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 550
Votanti 541
Astenuti 9
Maggioranza 271
Hanno votato sì 529
Hanno votato no 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte motiva dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 539
Astenuti 4
Maggioranza 270
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 302).Pag. 79
Prendo atto che il deputato Vacca non è riuscito ad esprimere il proprio voto, mentre avrebbe voluto votare a favore.
Prendo atto che la deputata Lussana non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/127, il cui dispositivo è stato accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Bodega n. 9/1746-bis-B/128 e Stucchi n. 9/1746-bis-B/129, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bodega n. 9/1746-bis-B/128, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 559
Votanti 558
Astenuti 1
Maggioranza 280
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 321).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stucchi n. 9/1746-bis-B/129, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 544
Maggioranza 273
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 314).
Prendo atto che il deputato Montani non accede all'invito a ritirare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/130 ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis-B/130, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 546
Votanti 544
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 317).
Onorevole Dozzo, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/131, il cui dispositivo viene accolto come raccomandazione dal Governo?
GIANPAOLO DOZZO. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis-B/131, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 541
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 314).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis-B/132, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.Pag. 80
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis-B/132, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 541
Votanti 540
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 311).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dussin n. 9/1746-bis-B/133, il cui dispositivo viene accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al deputato Garavaglia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/134, non accettato dal Governo.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, mi scuso per l'ora tarda, cercherò di essere più breve possibile, ma è un tema importante.
Mi dispiace non sia presente il ministro Bersani, che ricopriva il ruolo di ministro dei trasporti quando è stata disposta la tratta Milano-Torino ad alta velocità.
Il problema è il seguente: tra le opere di compensazione previste e sottoscritte vi era la variante autostradale nella tratta Novara-Milano; in particolare, mi rivolgo ai colleghi lombardi. Ebbene, le due opere dovevano essere realizzate in maniera congiunta e previste all'interno dello stesso corridoio.
Per fare ciò, sono necessarie alcune varianti nella tratta autostradale. I comuni in particolare di Arluno e Bernate Ticino, governati da giunte di centrosinistra, per essere proprio precisi fino in fondo, hanno accettato il progetto TAV in cambio della promessa di realizzare opere di compensazione.
Se non si realizza la variante autostradale, se non si sposta l'autostrada in questi due comuni, non si possono prevedere nemmeno fisicamente le barriere, la duna antirumore.
Io chiedo al Governo di rivedere la propria posizione, semplicemente perché se passa questo segnale rispetto ad un'opera così importante con riferimento alla quale sono state fatte promesse e proposte ai comuni, anche a seguito di una mediazione molto difficile che ha portato all'accettazione di questa opera a fronte di patti chiari, se questi ultimi poi non vengono mantenuti, la credibilità - e faccio l'esempio della Val di Susa - di eventuali nuove promesse sarà messa davvero in serio dubbio e in difficoltà.
Dunque, considerato che si tratta di uno sforzo economico non eccessivo, invito il Governo a rivedere la propria posizione o, quanto meno, ad impegnarsi a trovare una soluzione. Peraltro - e concludo - oggi ho avuto un incontro con il sottosegretario Casillo, che si è impegnato a trovare una soluzione. Non capisco come il Governo possa, da una parte, per bocca di un sottosegretario, dire di aver trovato una soluzione e, dall'altra, venire in aula e, di fatto, dire a quei comuni di arrangiarsi, non potendo avere nemmeno la duna antirumore. Il problema è serio e va affrontato e pertanto mi rimetto al buon cuore del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Intervengo per appoggiare la proposta del collega Garavaglia, ricordando che il relatore Ventura ha enfatizzato come in questa legge finanziaria vengano destinati stanziamenti proprio al completamento dell'alta velocità Torino-Milano-Napoli. Credo che per colpa di queste mancate compensazioni a due «comunelli» della provincia di Novara - senza nessuna offesa ai due comuni - si blocchi un'intera opera pubblica sulla quale la maggioranza si vuole mettere la medaglia al valore.
Pag. 81
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1746-bis-B/134, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 533
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 308).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis-B/135, il cui dispositivo è stato accolto dal Governo come raccomandazione. Il deputato Pini insiste per la votazione?
GIANLUCA PINI. Sì, insisto, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto, per richiamare l'attenzione dei colleghi della maggioranza. Dal momento che parlano di lotta all'evasione e di redistribuzione delle risorse dello Stato, voglio fare presente che questo ordine del giorno chiede di mettere fuori dalla porta quei furbi che, all'università, truccano di fatto le borse di studio. Questo ordine del giorno impegna il Governo ad inserire delle norme più chiare che evitino che queste distorsioni e questo malcostume nelle nostre università vada a svantaggio delle categorie più deboli che mandano i loro figli a scuola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis-B/135, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 526
Votanti 517
Astenuti 9
Maggioranza 259
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 288).
Prendo atto che l'onorevole Realacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, non accettato dal Governo. Chiedo al deputato Brigandì se insista per la votazione.
MATTEO BRIGANDÌ. Grazie, perito industriale Presidente. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Prendo atto che la Presidenza si pone in una posizione superiore a madre natura, non chiedendo l'autocertificazione ma una mera dichiarazione. Pertanto la Presidenza prenda atto che io mi dichiaro donna - e ciò anche ai fini delle future quote rosa - ed il mio pseudonimo è «Padania libera!» (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Ciò detto, questo ordine del giorno nasce da un articolo pubblicato avant'ieri su l'Unità.
Quindi, sembrava del tutto logico, non solo al sottoscritto, ma anche leggendo le pagine de L'Unità, che è l'organo del partito di maggioranza di questo Parlamento, quando si vogliono ridurre le pensioni e non dare l'assistenza sanitaria alle persone, stabilire un tetto accettabile, che poteva essere costituito dalla retribuzione dei parlamentari.
Quindi, credo che retribuire in maniera altissima - basta leggere tutti i giornali: è pacifico che noi siamo ricoperti d'oro tutti i mesi -, nel limite della retribuzione dei parlamentari, i nostri dirigenti sia più che logico e più che equo.Pag. 82
Insisto, quindi, sulla votazione del mio ordine del giorno, anche al fine di una opportuna pubblicizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo non per dichiararmi «quota rosa» (continuo a rimanere per la quota maschile) (Commenti)...
PRESIDENTE. Vi prego, per favore.
LUCIO BARANI. ...ma per sottoscrivere l'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, che considero serio.
Si parla sempre dei costi della politica e non si capisce perché certi manager arrivino a percepire indennità da 750 mila euro l'anno, ossia un miliardo e mezzo delle vecchie lire, mentre noi siamo qui a farci massacrare sui costi della politica. Comincino anche loro ad avere il nostro tetto retributivo! Credo che faremmo giustizia veramente (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Forza Italia)!
GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Brigandì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, oltre a sottoscrivere l'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, vorrei ricordare che questi manager potrebbero mettersi sul mercato e, a quel punto, acquisire la valutazione che il mercato dà delle loro capacità professionali. Rifuggono dal fare ciò e, quindi, si contentano di essere sostenuti dai conti della finanza pubblica. Mi sembra una contraddizione.
CESARE CAMPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, anche io chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 528
Astenuti 9
Maggioranza 265
Hanno votato sì 257
Hanno votato no 271).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Fugatti n. 9/1746-bis-B/137, accolto dal Governo come raccomandazione, Bricolo n. 9/1746-bis-B/138, accettato dal Governo, e Alessandri n. 9/1746-bis-B/139, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis-B/140, non accettato dal Governo.
ALBERTO FILIPPI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, sarò anch'io veloce, vista l'ora. L'ordinePag. 83del giorno che ho presentato riguarda l'ormai famoso comma 1343. Si chiede che il Governo si impegni a trovare un rimedio legislativo, come è stato affermato nelle pagine dei giornali e anche in quest'aula dal Governo stesso.
Il Governo esprime parere contrario rispetto a questo ordine del giorno solo ed esclusivamente per i toni in esso contenuti. Innanzitutto, vorrei sapere quali siano questi toni. Ad onor del vero, ho anche provato a rileggere tale ordine del giorno e ho trovato tre soli aggettivi da considerare forti, ma, comunque, assolutamente leciti. Il primo è al quinto capoverso, laddove si definisce il provvedimento «disastroso». Il secondo si trova all'ottavo capoverso, quando si definisce «scandalosa» la riduzione dei tempi di prescrizione per i reati contabili. Francamente, Presidente, per questo e anche per altri motivi, stimo il sottosegretario Grandi, che, invece, definisce «peggio di un orrore» tale comma.
All'ottavo capoverso definisco «devastanti» gli effetti. Francamente vorrei capire dove si siano superati i toni. Inoltre, se mi è consentito, faccio presente che prima l'onorevole Vito ha usato un aggettivo utilizzato normalmente, «africano», termine che usai anche io il 18 novembre e per il quale fui censurato. Vorrei capire ora quali siano i toni a me consentiti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Intervengo per dichiarare, e credo che questo valga anche per gli altri gruppi della maggioranza, che il nostro voto contrario a questo ordine del giorno è riferito soltanto al modo in cui è formulato, perché tutti i gruppi della maggioranza si sono dichiarati fortemente critici sul comma 1343 e, pressoché all'unanimità, circa un'ora fa questa Assemblea ha votato il dispositivo dell'ordine del giorno del collega Costa che interveniva sulla stessa materia, per cui il nostro voto contrario a questo ordine del giorno non riguarda la questione specifica ma il modo in cui è formulato (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Per essere chiari siamo disposti a riformulare l'ordine del giorno, ci si dica cosa c'è che non va e ne parliamo.
PRESIDENTE. Il Governo intende rispondere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis-B/140, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 531
Votanti 530
Astenuti 1
Maggioranza 266
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 313).
Prendo atto che il deputato Pedrini non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Cota n. 9/1746-bis-B/141 e Giancarlo Giorgetti n. 9/1746-bis-B/142, accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto inoltre che l'onorevole Gibelli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/143, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.Pag. 84
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gibelli n. 9/1746-bis-B/143, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 522
Votanti 520
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 307).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Allasia n. 9/1746-bis-B/145, accettato dal Governo, Pottino n. 9/1746-bis-B/146 e Fava n. 9/1746-bis-B/147 accolti dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto altresì che il deputato Pellegrino accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-148.
Prendo atto inoltre che l'onorevole Di Centa non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/149, accettato dal Governo.
Segnalo infine che il Governo ha accettato l'ordine del giorno Violante n. 9/1747-bis-B/1 presentato sul disegno di legge «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009» e che i presentatori non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1746-bis-B)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Avverto che tra breve si riunirà al piano aula la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Evangelisti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Colgo l'occasione per augurare buon Natale e buon anno a tutti colleghi e, come omaggio, signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi).
PRESIDENTE. Deputato Del Bue, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto si parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato D'Elpidio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Il deputato Evangelisti ha già preannunciato la sua volontà di chiedere alla Presidenza la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto, che la Presidenza consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 85
Ha chiesto si parlare per dichiarazione di voto il deputato Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, chiedo anch'io che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Napoletano, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, voteremo a favore del provvedimento, ma non avendo il testo scritto non consegneremo nulla!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rao. Ne ha facoltà.
PIETRO RAO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Rao, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputata Zanella, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Garavaglia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zinzi. Ne ha facoltà.
DOMENICO ZINZI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Zinzi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, sulla base delle motivazioni già ampiamente illustrate in precedenti occasioni in quest'aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario del gruppo di Alleanza Nazionale, richiamandomi alle considerazioni espresse questa mattina relativamente al voto di fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Musi. Ne ha facoltà.
ADRIANO MUSI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Ulivo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
Pag. 86
PRESIDENTE. Deputato Musi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, proseguirò nel modo vergognoso con cui si stanno facendo le dichiarazioni di voto su questa vergognosa finanziaria e dirò che il gruppo di Forza Italia esprimerà un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, consegno il comma 435 del disegno di legge finanziaria che - forse il ministro Padoa Schioppa non lo sa - farà chiudere, in ben due anni, il 10 per cento dei presidi territoriali delle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grillini. Ne ha facoltà.
FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, molto brevemente, vorrei esprimere le mie perplessità, a conclusione di questo dibattito, sulla formulazione che il Governo ha voluto dare all'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81 dell'Udeur perché tale formulazione non ha alcun riferimento con il programma di Governo. È più arretrata del programma del Governo, che già a mio parere era assai insoddisfacente.
Quindi, personalmente, vorrei esprimere il mio dissenso da quella formulazione (Applausi di deputati dei gruppi L'Ulivo, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gasparri. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Poiché, come hanno dichiarato i rettori, questa finanziaria taglia brutalmente i fondi per l'università, intervengo per sapere a che ora si dimetterà il ministro Mussi, che aveva annunciato le sue dimissioni in caso di «massacro» di tali enti: se fosse una persona seria, si dovrebbe dimettere; se non lo farà, avremo il diritto di considerarlo una persona poco seria!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, con riferimento agli ordini del giorno approvati e seguendo il filo logico che ha guidato il ragionamento dell'amico Grillini, osserverei come il Governo abbia espresso una posizione favorevole su molti di tali atti che si ispirano all'impostazione culturale e anche alle affermazioni dell'onorevole Grillini e di altri ed abbia accettato, nel testo riformulato, l'ordine del giorno, che noi condividiamo nel merito, dell'onorevole Fabris. Quindi, inviterei il Governo, nelle prossime settimane, in vista del famoso disegno di legge, a trovare un accordo con se stesso sul tema della famiglia e delle unioni civili, in alcuni casi omosessuali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianco.
Vi prego, colleghi, di avere un atteggiamento rispettoso.
Prego, deputato Bianco, ha facoltà di parlare.
GERARDO BIANCO. Presidente, rappresentando la continuità di questo Parlamento per molte legislature - che, come è noto, hanno visto vari passaggi di orientamenti -, non vorrei che si disperdesse una tradizione che tocca - ovviamente, come privilegio - alle persone anziane di questo Parlamento tramandare. La tradizione è quella di rivolgere gli auguri a lei e al Governo, di ringraziare i funzionari della Camera, a cominciare dal Segretario generale, e di rivolgere gli auguri anche all'ex Presidente del Consiglio, che è malato e che si dovrà riprendere (Applausi).Pag. 87Quindi, è un augurio generalizzato, un augurio a tutte le persone che soffrono, e sono tante.
Mi permetta, Presidente, di ringraziarla, anche personalmente, per avere voluto, in questa sede, il presepe, che rappresenta un luogo nel quale si ritrovano tutti e che non può essere strumentalizzato.
Mi fermo qui. Voglio solo dirle, Presidente, che io spero che l'anno prossimo, considerato che cambiano i costumi, possiamo dirci ancora: buon Natale e buon anno (Generali applausi, cui si associano i membri del Governo)!
PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Bianco perché, essendo un uomo di consolidata tradizione, ha voluto rinnovare la prassi e rivolgere gli auguri prima di concludere le votazioni, del che, comunque, lo ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Holzmann. Ne ha facoltà.
GIORGIO HOLZMANN. Signor Presidente, sarò brevissimo. Nel testo della finanziaria che il Senato ci ha trasmesso è stato accolto un emendamento del senatore Peterlini, eletto nella lista della Volkspartei con i voti dell'Ulivo. In questo emendamento, si prevede sostanzialmente il sostegno all'editoria locale, con estensione anche all'emittenza radiotelevisiva, soltanto ed esclusivamente per quelle in lingua tedesca ed in lingua ladina (Una voce dai banchi dei deputati di Alleanza Nazionale: Razzista!).
È una discriminazione nei confronti degli operatori economici di lingua italiana che lavorano nel campo dell'informazione. Volevo sottolineare tale aspetto che mi sembra estremamente negativo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Sarò brevissimo. Siamo alla fine di questo lungo e alquanto tormentato percorso della legge finanziaria, che ci ha visto incontrare notevoli difficoltà, le quali hanno poi costituito oggetto di una ridondanza anche simbolica e politica ad alti livelli, anche istituzionali. Pertanto, chiedendo scusa ai colleghi, vorrei semplicemente esprimere due brevissime considerazioni (Commenti)... Brevissime, vi assicuro! Gli auguri li ha già rivolti il presidente Bianco, e quindi non mi soffermo oltre su tale punto. Peraltro, mi spiace che di questo nostro lavoro non sarà data adeguata comunicazione a causa dello sciopero dei giornalisti, così lungo. Spero che finisca presto, con soddisfazione degli stessi.
Volevo semplicemente chiarire, Presidente, che, raccogliendo le considerazioni venute dal Presidente della Repubblica, da lei e da altri, noi avremmo intenzione, già a partire da gennaio, di avviare un lavoro che ci permetta, spero con successo, ovviamente maggioranza ed opposizione, di introdurre dei correttivi alla sessione di bilancio. Ciò, affinché si possa eliminare quanto è accaduto (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Comunisti Italiani e Verdi).
Ovviamente, cercheremo di farlo insieme al Senato e anche con il Governo, senza precostituire soluzioni, ma discutendone in modo da poter arrivare alla migliore soluzione. Mi piacerebbe che vi fosse un incoraggiamento ufficiale anche da parte sua in questa sede.
La ringrazio anticipatamente se vorrà farlo, ringrazio tutti i colleghi della Commissione e rivolgo tanti auguri a tutti (Applausi)!
PRESIDENTE. L'ora richiede sobrietà e concisione... Lei può contare sull'impegno della Presidenza della Camera dei deputati, che, come ha avuto modo di dire nella precedente discussione sulla legge finanziaria, ritiene l'esperienza di quest'anno irripetibile e perciò necessaria di riforma.Pag. 88
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allam. Ne ha facoltà (Commenti).
Mi dispiace, signori deputati, ma chi chiede la parola ha il diritto di averla. Prego, deputato Allam!
KHALED FOUAD ALLAM. Intervengo rapidamente per dire che è la prima volta nella storia del nostro paese e di questo Parlamento che siedono in quest'Assemblea persone che provengono da diversi orizzonti. Non siamo molti: siamo tre! Però l'Italia è il nostro paese e la nostra nazione; perciò farò gli auguri a tutti voi e anche all'Italia (Applausi, cui si associano i membri del Governo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferrigno. Ne ha facoltà.
SALVATORE FERRIGNO. Presidente, è la prima volta nella storia che in questo Parlamento siedono anche parlamentari eletti all'estero, che rappresentano milioni di italiani che lavorano all'estero e che dobbiamo ringraziare per il loro sacrificio e per quello che fanno per questa nazione (Applausi).
Anche da parte loro un buon Natale e, come diciamo in America: Merry Christmas and Happy New Year (Applausi, cui si associano i membri del Governo)!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1746-bis-B)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1746-bis, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato)) (A.C. 1746-bis-B):
(Presenti 545
Votanti 544
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 327
Hanno votato no 217).
Prendo atto che la deputata Santelli non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1747-B); Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (A.C. 1747-quater) (ore 18,20).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009; Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati votati gli articoli modificati dal Senato.
Faccio presente che, poiché la Camera non ha apportato modifiche al disegno di legge finanziaria, nel testo trasmesso dal Senato, non è necessaria la presentazione di un'ulteriore nota di variazioni da parte del Governo.
Ricordo che il rappresentante del Governo ha accettato l'ordine del giorno Violante n. 9/1747-B/1. Prima di passare alla votazione finale, vorrei inviare, unendo la mia alla voce di tutti i presenti, i migliori auguri di buon Natale e buon anno, a tutti voi, alle vostre famiglie ed a tutti gli abitanti dell'Italia. (Applausi).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1747-B)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1747-B, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1747-B):
(Presenti e votanti 534
Maggioranza 268
Hanno votato sì 321
Hanno votato no 213).
Ricordo che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per predisporre il programma dei lavori ed il calendario per il prossimo mese di gennaio.
Sull'ordine dei lavori e per fatto personale (ore 18,20).
LANFRANCO TURCI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, volevo segnalare un episodio molto increscioso accaduto oggi, nel primo pomeriggio, in Transatlantico (e di cui la Presidenza è stata già informata con una lettera) alla collega Donatella Poretti. Se mi consente, vorrei rapidamente richiamare la sua attenzione sull'argomento. Signor Presidente (Commenti), posso procedere?
PRESIDENTE. Deputato Turci, lei può procedere, ma cerchi di capire in quali condizioni sta parlando.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, stavo dicendo che volevo informare lei e i colleghi che oggi, alle 14, la collega Donatella Poretti è stata investita verbalmente in modo pesante dal collega Maurizio Gasparri in relazione all'episodio, che non voglio discutere e giudicare in quest'occasione, relativo al presepe della Camera, di ieri. Sta di fatto che il collega Gasparri è intervenuto contro la collega con queste parole: «E oggi cosa metti nel presepe? Te stessa al posto dell'asinello? No, anzi, al posto del bue, visto che gli assomigli». Ed ha continuato: «Sei proprio una deficiente e spero che tu non abbia figli» e, avendo la collega fatto presente che ha una bambina, ha aggiunto: «Allora poveretta quella figlia, che non sa ancora di avere una madre deficiente». Queste parole, secondo me, sono inammissibili, quindi chiedo, signor Presidente, il suo intervento per tutelare la collega Poretti e per richiamare il collega Gasparri, che non si può permettere questo linguaggio, né in aula, né in Transatlantico! Capisco che siamo in un clima prenatalizio, ma queste parole non corrispondono né ad un clima prenatalizio, né al rispetto del presepe, me lo consenta (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo).
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare per fatto personale.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 90MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, intervengo per fatto personale. Mi spiace che l'onorevole Turci si sia fatto «imbeccare» male, perché ho fortemente criticato, in aula e fuori, la collega, ma non ho mai messo in causa la figlia, anzi, al contrario, poiché tutti sappiamo che la collega ha una figlia, le parole che lei, onorevole Turci, ha riferito sono false (Commenti dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)...
DONATELLA PORETTI. Abbi il coraggio delle tue azioni!
GIACOMO MANCINI. Vergognati!
DONATELLA PORETTI. Bugiardo!
MAURIZIO GASPARRI. Lo dico perché questi sono atti parlamentari, dopo di che rivendico una forte critica fatta, in aula e fuori, a chi ha offeso i nostri sentimenti religiosi, e lo dico in aula. Dopodiché siete anche dei mentitori, perché Turci, in buona fede, è stato tratto in inganno da chi, in malafede, ha usato parole false. Dopodiché ti invito ad andare tu nel presepe, collega Poretti, a chiedere scusa agli italiani: bugiarda, persona che offende la nostra religione!
PRESIDENTE. Vi è stato un rilievo espresso ed una replica per fatto personale. Comunico all'Assemblea che su questa questione è pervenuta alla Presidenza una lettera firmata dalla deputata Donatella Poretti che la Presidenza ha trasmesso ai questori affinché possano istruire la questione e riferire all'Ufficio di Presidenza.
FRANCO RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, intervengo per un motivo di carattere procedurale; se nella penultima votazione non fossi riuscito ad esprimere il mio voto, desidero precisare che era mia intenzione votare a favore del disegno di legge finanziaria.
PRESIDENTE. Ne prendo atto.
In attesa delle determinazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 18,25, è ripresa alle 20.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di gennaio 2007.
PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto il seguente calendario dei lavori per il mese di gennaio 2007:
Martedì 16 gennaio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1042-B - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2006 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 19 gennaio) (con votazioni)
Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 1042-B - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2006 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
n. 1496 e abbinate - Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato deiPag. 91diritti di trasmissione, comunicazione e messa a disposizione al pubblico, in sede radiotelevisiva e su altre reti di comunicazione elettronica, degli eventi sportivi dei campionati professionistici e delle altre competizioni professionistiche organizzate a livello nazionale.
Mercoledì 17 gennaio, avranno luogo, dopo il question-time, comunicazioni del Governo sulla vertenza in atto tra editori e giornalisti.
Lunedì 22 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali della mozione Volonté ed altri n. 1-00071 in tema di famiglia.
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2081 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali (Approvato dal Senato).
Martedì 23, mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 26 gennaio) (con votazioni)
Seguito dell'esame della mozione Volonté ed altri n. 1-00071 in tema di famiglia.
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2081 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali (Approvato dal Senato);
proposta di legge n. 626 A/R e abbinate - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale;
proposta di legge costituzionale n. 648 e abbinate - Modifica all'articolo 12 della Costituzione in materia di riconoscimento dell'italiano quale lingua ufficiale della Repubblica.
Nel corso della settimana potrà altresì avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella precedente settimana e non conclusi nonché l'esame di disegni di legge di conversione presentati dal Governo.
Lunedì 29 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1638 e abbinate - Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagini;
proposta di legge n. 1566 e abbinate - Sistema informativo per la sicurezza e segreto di Stato.
Martedì 30, mercoledì 31 gennaio e giovedì 1o febbraio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 2 febbraio) (con votazioni)
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1638 e abbinate - Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagini;
proposta di legge n. 1566 e abbinate - Sistema informativo per la sicurezza e segreto di Stato.
Nel corso della settimana potrà altresì avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella precedente settimana e non conclusi.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question-time) avrà luogo il mercoledì (dalle 15).
Pag. 92Lo svolgimento di interrogazioni, di interpellanze e di interpellanze urgenti potrà essere inserito secondo l'andamento dei lavori dell'Assemblea.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni. Si riserva altresì di inserire l'esame di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
La Conferenza si è riservata di definire compiutamente il programma dei lavori per il periodo gennaio-marzo nella prossima riunione.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna. L'organizzazione dei tempi relativi alle comunicazioni del Governo sarà pubblicata successivamente.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 28 dicembre 2006, alle 16:
Comunicazioni del Presidente.
La seduta termina alle 20,05.
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI FABIO EVANGELISTI, MAURO DEL BUE, DANTE D'ELPIDIO, FRANCESCO NAPOLETANO, PIETRO RAO, LUANA ZANELLA, MASSIMO GARAVAGLIA, DOMENICO ZINZI E ADRIANO MUSI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1746-BIS-B.
FABIO EVANGELISTI. Io vorrei partire dal duro monito che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto a Governo e Parlamento sulla formazione e sulla discussione della legge finanziaria.
Il Capo dello Stato ha posto l'accento sul fatto che «anche quest'anno la legge sta per essere approvata in entrambe le Camere con voto di fiducia posto dal Governo su un articolo unico, comprensivo di un numero abnorme di disposizioni».
Una prassi, quella del maxiemendamento, seguita da questo esecutivo, ma anche dal precedente guidato da Berlusconi, che più volte in passato è ricorso a questo strumento per far passare la legge di bilancio. Quindi il punto toccato dal Presidente non riguarda solo la finanziaria che ci apprestiamo a licenziare definitivamente quest'oggi, ma anche tutte le finanziarie della scorsa legislatura.
Napolitano si è dunque rivolto sia alle forze di maggioranza che di opposizione.
E, di fatto, si è richiamato all'analogo appello che, nel dicembre del 2004, il suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi rivolse alle Camere, chiedendo «l'attenzione del Parlamento su un modo di legiferare, invalso da tempo, che non appare coerente con la ratio delle norme costituzionali». Secondo il Capo dello Stato «si è ormai toccato il limite estremo di una prassi legislativa», ed è «interesse comune e urgente porre termine a simili prassi».
Ma il Presidente ha anche lanciato un allarme sulla «salute democratica» del paese: «Siamo in un momento di preoccupante distacco tra la politica, le istituzioni e i cittadini», e ciò comporta «danni per la tenuta della democrazia». Per questo, ha aggiunto ancora il Presidente, «servono riforme». Questo dovrebbe essere il vero ordine del giorno di impegno al Governo.
Napolitano ha anche fatto appello a entrambi gli schieramenti politici «perché a una logica di contrapposizione totale, che ormai produce effetti di stanchezza e rifiuto fra i cittadini, indebolisce l'autorità e la capacità di funzionamento dello Stato e mortifica le energie più vive dell'economia e della società, subentri un maggiore senso di responsabilità verso l'interesse generale del paese».Pag. 93
Riformare le istituzioni e cambiare la legge elettorale, io aggiungo quella finanziaria, sono dunque le due indicazioni che il Presidente della Repubblica ci ha consegnato.
Il Capo dello Stato ha manifestato l'esigenza di «più consistenti e decisi progressi» per garantire «il necessario rinnovamento delle nostre istituzioni». E ha indicato due strade: «il sentiero di ben mirate riforme dell'ordinamento della Repubblica, non precluse dall'esito del referendum del 25 giugno, e il sentiero di opportune revisioni della legge elettorale vanno esplorati fino in fondo, nella ricerca di una possibile condivisione».
Dopo aver letto queste dichiarazioni sono andato a riprendere gli atti della discussione svoltasi un anno fa in questa stessa Aula. Dirò dopo i nomi dei colleghi dai cui interventi ho stralciato alcuni passaggi e capirete perché, in questo gioco delle parti, in questa commedia degli inganni aumenti il fossato che ci separa dal sentire comune della nostra gente: «MICHELE VENTURA. Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi; il giudizio che noi abbiamo espresso sulla legge finanziaria è ampiamente negativo. Gli argomenti a sostegno di tale posizione sono stati addotti in numerosi interventi svolti dai colleghi anche questa mattina. Vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea sul fatto che ci siamo trovati di fronte ad un maxiemendamento sul quale si è votata la fiducia. Vorrei insistere su tre elementi. Primo. La produzione industriale è ancora in caduta. Si rifletta su questo punto: mentre in altri paesi abbiamo una ripresa del ciclo produttivo, gli ultimi dati parlano di una produzione industriale in Italia ancora in caduta. Secondo. Abbiamo una flessione anche in un settore dove tradizionalmente l'Italia negli anni passati ha conseguito risultati lusinghieri e perdiamo quote internazionali di mercato nel turismo. Terzo. Registriamo quest'anno il risultato più negativo rispetto agli ultimi 15 anni nella bilancia commerciale dei pagamenti. Colleghi della maggioranza e dell'opposizione, è aperta di fronte a noi una grande questione che riguarda i meccanismi di redistribuzione della ricchezza in quanto, nel corso di questi anni, sono aumentate le iniquità e le ingiustizie. Si pone, dunque, come uno dei problemi principali ed essenziali quello della redistribuzione della ricchezza in forma più equa e tale da non produrre un impoverimento delle classi medie e di quelle diseredate del nostro paese».
L'altro collega, invece: «ALBERTO GIORGETTI. Siamo giunti al momento finale di questo dibattito sulla finanziaria per il 2006, che intendiamo giudicare, più che come una sterile elencazione di numeri, come un progetto politico complessivo che vorremmo ribadire in questa sede in un rapporto dialettico con l'opposizione, la quale, tuttavia, continua a sostenere elementi che non possono essere da noi condivisi. La prima considerazione riguarda la cornice entro la quale ci muoviamo. La legge finanziaria va valutata all'interno di un contesto complessivo, che ha visto il Governo - e, all'interno dell'esecutivo, Alleanza Nazionale - sostenere con forza un progetto di credibilità in sede europea. Cari colleghi, nel rapporto con l'Europa, abbiamo mantenuto gli impegni che avevamo assunto all'inizio della legislatura; dunque, oggi l'Italia può presentarsi ancora con orgoglio in sede europea con una manovra finanziaria che ha già superato l'esame in sede ECOFIN e che consentirà all'Italia di restare tra quei paesi che guardano al futuro con grande serenità, all'interno di un progetto politico che ha visto complessivamente mutare in modo significativo il nostro tessuto socio-economico in questi cinque anni. Con una manovra finanziaria complessiva di 27 miliardi di euro, abbiamo mantenuto il nostro impegno con l'Europa, riducendo le entrate una tantum e procedendo verso tagli strutturali. In ordine alla polemica con riferimento agli enti locali, vorrei precisare che il primo ad assumersi responsabilità in relazione al taglio delle risorse è stato proprio il Governo, attraverso tagli significativi su quelle voci che non incidono direttamente sull'aspetto socio-economico, ma su quelle risorse che possono essere risparmiate e che, evidentemente,Pag. 94non hanno la vocazione ad essere mantenute secondo uno spirito elettoralistico che è apparso invece nelle ultime manovre finanziarie - specialmente l'ultima - dei Governi di centrosinistra, che hanno pensato di più ad erogare risorse a danno del deficit e del debito pubblico, piuttosto che a mantenere gli impegni in sede europea».
Siamo di fronte ad una manovra finanziaria che contiene alcuni elementi fondamentali che abbiamo rispettato e mantenuto all'interno di un progetto di Governo - che si evince dagli stessi numeri della legge finanziaria - che non intende concludersi ma che vuole proseguire con grande determinazione anche nei prossimi cinque anni.
Siamo consapevoli che oggi il paese è cambiato e che quindi vi è la necessità di fornire risposte selettive sempre più complesse ai problemi che quotidianamente i cittadini devono affrontare. Lo diciamo senza enfasi e senza arroganza, ma lavorando con i fatti concreti. Venendo agli aspetti specifici, vi è attenzione soprattutto nei confronti del mondo delle imprese, in cui si interviene riducendo complessivamente dell'1 per cento il cuneo fiscale e si immaginano scenari nuovi sul tema del sostegno ai distretti industriali, con politiche fiscali che favoriscono l'aggregazione delle piccole e medie imprese all'interno di tali distretti e garantiscono comunque risorse aggiuntive, per sviluppare le politiche di competizione internazionale e di globalizzazione che le piccole e medie imprese e tutto il nostro sistema imprenditoriale si trovano in questo momento ad affrontare ed hanno voglia di farlo con decisione. Per dimostrare la coerenza con cui il Governo si sta muovendo, anche nelle ultime ore, non soltanto sui temi legati alla legge finanziaria ma su alcune grandi questioni, bastino due elementi, che verranno presentati in modo ancora più efficace. Mi riferisco in primo luogo all'importante successo conseguito sul bilancio dell'Unione europea 2007-2013, (...) e mi riferisco, inoltre, al risultato conseguito in sede di WTO, in cui abbiamo ottenuto l'etichettatura obbligatoria dei prodotti, che rappresenta un elemento fondamentale per reggere nella competizione internazionale. Si tratta di una legge finanziaria che coinvolge, nella logica di responsabilità, gli enti locali, ma che prevede criteri di flessibilità e che consentirà comunque agli enti locali di spendere le risorse da una parte certamente secondo criteri di risparmio e di moralizzazione nella finanza locale ma dall'altra con la possibilità di assumersi la responsabilità, alla quale ha fatto cenno la Lega Nord ma che intendiamo sottolineare nuovamente, di poter scegliere, nel mix delle politiche, tra spesa corrente e investimenti. Grazie a ciò gli enti locali potranno sicuramente continuare la loro opera sul territorio con maggiore efficacia».
Il voto favorevole dell'Italia dei Valori, di conseguenza, non discende da una scelta di campo pregiudiziale ma dalla valutazione nel merito di un provvedimento che avrebbe potuto essere scritto meglio, presentato più correttamente e ancora tutto da comunicare al paese, ma che nei suoi presupposti di fondo punta a fare di questo nostro un partner virtuoso in ambito UE.
MAURO DEL BUE. E così il lungo, faticoso, complicato iter della finanziaria s'è accresciuto dì un mistero: l'emendamento N.N. sui reati contabili. Approvato dal Senato nell'ambito del maxi emendamento su cui il Governo ha posto la questione di fiducia è apparso senza paternità e maternità. Il figlio di nessuno è stato poi approvato senza consenso, nascosto tra le righe incomprensibili d'una finanziaria ormai priva di una sua lettura quanto meno decifrabile, coi suoi complicati articoli e commi e auto emendamenti governativi a getto continuo, come mai era avvenuto in passato. Un mistero da film giallo, dove esiste la vittima e non il colpevole. L'emendamento N.N, si annuncia, verrà cassato con un decreto. Che pasticcio. Intanto votiamo una legge che lo contiene, noi adesso, come il Senato ieri. Dilettantismo o dietroattivismo, signor Presidente?Pag. 95
È strano che l'onorevole Di Pietro minacci come aveva fatto già in occasione del voto sull'indulto, di dimettersi da ministro, dopo che il suo gruppo già aveva votato la fiducia al Governo sul maxi emendamento che conteneva la stessa norma sui reati amministrativi da lui così aborrita.
In questo Parlamento esiste ormai, come stella cometa degli atteggiamenti politici, una figura retorica: quella dell'ossimoro. L'ossimoro permette di conciliare due concetti che paiono opposti. Si può dunque essere all'opposizione e in maggioranza, si può contestare una legge ed approvarla, ci si può dimettere restando al proprio posto. Se è questa la nuova politica vien proprio voglia di dire: viva la vecchia.
Nell'acceso dibattito che si è sviluppato attorno alla finanziaria mi ha molto impressionato una frase del Presidente del Consiglio secondo il quale se la protesta del paese è generalizzata ciò vuol dire che le decisioni del Governo sono giuste. Mi sembra, questo, un concetto molto originale di democrazia. È un concetto che dovrebbe valere dunque anche all'opposto. Riformulandolo suona così: se il paese è d'accordo vuol dire che sbaglio. Principio davvero singolare e anche sintomatico d'un metodo di fare governo. S'è detto che la finanziaria è stata costruita solo col consenso del sindacato e della grande impresa. Ma non si è capito che il mondo del lavoro in Italia è cambiato e che l'Italia è un paese composto al 95 per cento di piccole e medie imprese, che il lavoro autonomo è ormai più diffuso del lavoro dipendente? E che l'accordo con il sindacato e la grande impresa non rappresenta l'accordo con l'economia italiana. C'è, anche nel metodo di consultazione, un'idea vecchia del mondo del lavoro. Quella stessa vecchia idea che vi ha impedito di iniziare un doveroso percorso di riforme sempre rimandato al domani. Rimandato a un domani sempre più remoto, però, per le vostre stesse divisioni. Il paese non è d'accordo? Meno male che il Presidente del Consiglio non ha dichiarato, come quel tale, che «se il popolo non è d'accordo allora aboliremo il popolo».
S'era aperta questa finanziaria con un proclama dell'estrema sinistra. «Che i ricchi piangano». E invece sono proprio i poveri, assieme alle classi medie, quelli che protestano perché temono di piangere. Sapete benissimo che nonostante i leggeri sgravi fiscali dell'Irpef il costo della vita aumenterà anche per coloro che sull'Irpef ci guadagnano qualcosa. Tasse, imposte e balzelli vari porteranno inoltre ad una possibile compressione dei consumi, come è stato registrato anche in sede europea. E, da ultimo, proprio all'interno di quella Confindustria che avete trattato con i guanti bianchi vi arriva lo schiaffo finale. Secondo il suo centro studi, infatti, lo sviluppo stimato quest'anno al 1,7 per cento si ridurrà, a causa di questa finanziaria nel prossimo anno all'1,1 per cento. Complimenti. Può darsi, signor ministro che, come lei ha voluto notare, la Confindustria si sia trasformata in un partito. Scoperta sconcertante. Se è così le assicuro che non è proprio la prima volta. Vicenza, dove i partiti erano addirittura due, docet. Ma è certamente sconsolante registrare dalle sue dichiarazioni televisive, signor ministro, «che la crescita del paese non è compito della politica, né del Governo, ma solo delle imprese». Non è vero, signor ministro, ma, ammesso che lo sia, lo ha spiegato ai suoi alleati che fino a ieri consideravano la mancata crescita dell'Italia una colpa di Berlusconi?
Se mi è consentito in modo sintetico vorrei rivolgervi infine due considerazioni finali. La prima. La finanziaria, signori del Governo, è un progetto politico e non solo un testo composto di numeri. Vi siete resi conto che avete dato al paese, a tutto il paese, l'idea che questa finanziaria toglie agli italiani per dare allo Stato? Vi siete accorti che una finanziaria lancia messaggi chiari e semplici? E che siete partiti con l'abolizione del 5 per mille, il ticket sul pronto soccorso, la tassa di soggiorno e poi avete abolito questi provvedimenti su iniziativa dell'opposizione dando l'impressione negativa di avere «imborsato» il violino? Ma che strategia politica è mai questa? Pensate di incassare consenso perché dalla faccia cattiva di Visco avetePag. 96ricavato un timido sorriso di Prodi? Il congegno della finanziaria, che noi come Nuovo PSI e come Partito repubblicano abbiamo ritenuto giusto di cambiare strutturalmente, e avanzeremo il 15 gennaio un'apposita proposta di legge è, così com'è congegnata, il più grande messaggio politico che un Governo possa lanciare all'opinione pubblica. Dura sei mesi e i mass media se ne occupano quasi quotidianamente. Pensate di avere svolto un ruolo accorto? Certo avete perso popolarità. Per tornare alle parole del Presidente del Consiglio, può essere che chi perde consenso abbia ragione.
Dovrebbe spiegare un po' meglio questo principio a DS e Margherita che invocano invece un cambio di marcia. Nel cuore dell'iter faticoso della finanziaria si è aperto un confronto polemico all'interno della maggioranza tra il Presidente del Consiglio e il segretario dei DS e della Margherita. Il dibattito si è fatto anche divertente. S'è parlato di Topolino e di Filippo, di Fase due o di completamento della Fase uno. Un dibattito di alto livello. Quel che si è capito è che i responsabili dei DS e della Margherita non sono affatto contenti di come stanno andando le cose. Non condividono l'idea che se si perde si ha ragione. Hanno lanciato un allarme insistendo sulla necessità di una svolta. Fassino in particolare ha dichiarato: «Se la protesta è così diffusa noi non possiamo guardare da un'altra parte». Nessuno ha però capito in che cosa dovrebbe concretarsi questa svolta, così contestata dal Presidente del Consiglio. Bisogna fare le riforme, a cominciare da quella sulla previdenza? Tanti auguri, visto che la sinistra radicale ha posto il veto. Volete rilanciare le infrastrutture, come suggerisce De Rita, segretario del Censis? E allora provate a fare il corridoio 5, compresa la Torino-Lione sulla quale non riuscite a trovare un accordo tra di voi. Volete rilanciare l'università e la ricerca scientifica? Ma con i tagli come farete? Noi siamo pronti, se andrete su questa via, sulla via di una riforma che metta al primo posto le esigenze del futuro dei nostri giovani, che si vedono oggi seriamente privati di garanzie, siamo pronti a dare la nostra collaborazione.
Il moderno riformismo quello alla Marco Biagi, ci convince assai di più del conservatorismo di sinistra, che assomiglia molto alla vecchia massima del libro di Tomasi di Lampedusa. «Fai che tutto cambi perché nulla cambi». Siamo pronti a sostenere un rilancio delle opere pubbliche e a non far perdere all'Italia l'appuntamento storico con l'Europa.
Siamo pronti a sostenere una nuova politica fondata sul rilancio del made in Italy, che corrisponde anche alle risorse umane, intellettuali, generalmente giovani, che agiscono nella ricerca e nell'università per fare grande il nostro paese. Se davvero la fase due significa questo noi l'attendiamo con interesse. Se invece il tutto si trasformasse in un procedere ancora attraverso un percorso composto da mediazioni e fiducie, da un Senato senza maggioranza stabile che si ripercuote come un'ombra di Banco sulla nostra Camera, dove nulla, nemmeno il più banale degli emendamenti, può mai essere accolto per il «tremor mortis» che suscita alla maggioranza il tornare all'altra, dove neppure una telefonata è in grado di allungarti la vita, allora noi siamo certi che voi non farete un servizio al paese. Voi non siete infatti in grado, per la vostra eterogenea composizione, di assicurare un Governo stabile a questa legislatura.
La seconda considerazione riguarda la possente mole di gettito fiscale aggiuntivo che si è accumulato nei primi undici mesi del 2006. Si è parlato di ben 35 miliardi di euro. Più o meno l'ammontare di questa finanziaria. Non abbiamo avuto alcuna spiegazione sull'utilizzo di questi fondi. Nessuno ne parla. Possibile? Si dice che serviranno per coprire i disavanzi. Ma non era la finanziaria che, in una misura di 15 miliardi dei 35 previsti, doveva servire per il ripiano sotto i parametri di Maastricht? Un mistero in più. Perché allora questa cospicua nuova tassazione per gli italiani, perché questi tagli a settori strategici qualiPag. 97appunto la ricerca e l'università, che hanno fatto traballare la poltrona del ministro Mussi?
Noi non crediamo che questa finanziaria sia opera di uno spirito masochista, autolesionista. No. Né pensiamo che si tratti di una finanziaria classista, massimalista come qualcuno ha detto. Si tratta dell'unico testo possibile che vi tenga insieme, per quel che c'è e soprattutto per quel che non c'è.
Chiedete ancora il voto di fiducia e non ne siamo sorpresi. Una volta il Presidente del Consiglio Bettino Craxi disse: «In Italia si può governare solo coi decreti e i voti di fiducia». Ne nacque una dura polemica dell'opposizione di sinistra che gridò allo scandalo e al governo pericoloso. Con la logica del «fai quel che dico e non quel che faccio» devo dire che, sia pur in ritardo, avete dato ragione a Craxi.
DANTE D'ELPIDIO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la legge Finanziaria che ci accingiamo ad approvare restituisce al paese un metodo serio di gestione dei conti pubblici, una politica fiscale equa, senza elementi di propaganda ed una previsione razionale circa la crescita futura.
Il messaggio che mandiamo agli italiani è quello di una nuova stagione caratterizzata da grande serietà, nella ferma volontà di dare all'Italia un nuovo volto ed un nuovo benessere che non sia una promessa mendace o un volo pindarico.
Noi Popolari-UDEUR siamo coscienti che questa legge finanziaria ha avuto un forte impatto emotivo sulla maggior parte del paese e forse anche noi non siamo stati in grado di far comprendere a fondo quanto di buono vi fosse in essa.
Ha contribuito a danneggiarla come immagine anche il tortuoso processo di formazione della legge che il nostro ordinamento ci impone e non v'è dubbio che forse dobbiamo cambiare qualcosa per depotenziare alcuni aspetti che favoriscono il ricorso all'ostruzionismo da una parte e al voto di fiducia dall'altra.
Ma l'impianto generale della legge è buono e darà i frutti attesi già dall'anno prossimo.
Penso alla nuova e più equa distribuzione delle aliquote IRPEF, agli incentivi e sostegni per il contribuente con figli a carico, alle risorse per lo sviluppo e per il Mezzogiorno, alla riduzione del cuneo fiscale per rilanciare l'impresa e proteggere la svalutazione dei salari.
Certo questa finanziaria doveva contenere un obiettivo che non porta molto consenso: quello di risanare i conti pubblici messi in serio pregiudizio da una gestione del Governo precedente caratterizzata da troppa - ripeto - troppa creatività e leggerezza.
Non può esserci crescita, sviluppo, competitività, controllo sull'inflazione, protezione dei salari e del potere di spesa dei cittadini senza la salute dei conti dello Stato.
Nel processo di integrazione europea, nella logica della moneta unica, essa è condizione imprescindibile.
Posso comprendere le ragioni dell'opposizione che ha il sacrosanto diritto di dissentire sulla legge di bilancio quale atto politico che individua priorità e delinea scelte di governo a lei non congeniali, ma è irresponsabile non convenire sulla necessità del risanamento entro il 2007.
D'altronde mi pare fosse questa la promessa fatta dal Governo Berlusconi allorquando fu bacchettato da Bruxelles per la sua gestione «allegra» dei conti pubblici.
Il problema è che un Governo serio talvolta è costretto anche a mantenere le promesse fatte dai propri predecessori, soprattutto quando da ciò dipende la considerazione internazionale di un paese, il suo prestigio.
Questa finanziaria mantiene anche altre promesse fatte frettolosamente dal precedente Governo: intendo la continuazione dei lavori in alcune opere pubbliche i cui cantieri erano stati aperti per propaganda e senza reale copertura finanziaria.
Tocca a noi, oggi, il difficile e faticoso compito di spingere la diligenza per farla ripartire in maniera tale da poter rilanciarePag. 98la crescita, la competitività, il lavoro vero e non il frammentato precariato di cui si beava il passato Governo.
La verità, e mi sembra un dato ormai evidente a tutti, è che la pesante eredità lasciata dal precedente Governo non la si può pagare ricorrendo a misure-tampone o provvisorie, ma con interventi strutturali.
La nostra è una manovra finanziaria severa e responsabile e non sarebbe stato difficile per noi continuare con una gestione allegra e «creativa» che non disturbava i cittadini, a patto che i cittadini stessi non disturbassero altri manovratori.
Alla fine della lunga stagione berlusconiana, al termine di quella grande abbuffata di promesse e di chimere è arrivato all'Italia un conto salatissimo da onorare e non poteva essere che così.
Ma qualcuno mi spieghi come era possibile tenere a freno il debito pubblico se cresceva l'indebitamento singolo dei cittadini, come era possibile credere nella crescita del PIL se le aziende non erano più competitive, come era possibile gioire dell'incremento dell'occupazione se diminuivano le ore realmente lavorate e retribuite.
II centrosinistra è convinto ed ha scelto un altro metodo, quello della trasparenza e del rigore che porterà frutti buoni e ricchi agli italiani sfiduciati ai quali restituiamo speranze per un roseo futuro.
Combatteremo la precarietà con la stabilizzazione di centinaia di migliaia di lavoratori a tempo determinato, al contempo daremo respiro alle imprese abbattendo il costo del lavoro, premieremo solo quelle meritevoli che investono seriamente nel capitale umano, rinunceremo agli incentivi a pioggia.
Noi Popolari-UDEUR siamo pronti alla stagione delle riforme, anche quelle impopolari, ma ineludibili.
Gli italiani capiranno, come già raccontano gli ultimi sondaggi, che la rotta imposta all'Italia è la più sicura e porta a destinazione senza rischi di naufragio.
Con ferma convinzione prendo atto e sottoscrivo il voto di fiducia del gruppo parlamentare Popolari-UDEUR cui appartengo nell'augurio per il Governo di raccogliere il merito di tanto impegno e lavoro.
FRANCESCO NAPOLETANO. Onorevole signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo.
Il gruppo dei Comunisti Italiani sosterrà con il proprio voto le legge Finanziaria 2007, pur avendone evidenziato durante il complesso iter della sua formazione, la presenza di luci e di ombre.
Peraltro, il percorso tortuoso ed estenuante che il Parlamento ha dovuto seguire, pone in tutta evidenza la necessità di rivedere i meccanismi di questo importante strumento legislativo.
Si tratta, ormai, di una considerazione comune ai gruppi parlamentari e fa seguito alle autorevoli sollecitazioni che, dai vertici istituzionali, premono per una sua rivisitazione.
Non è possibile, infatti, tenere impegnate così a lungo le Aule parlamentari, così come le Commissioni, intorno ad un provvedimento che, invece, dovrebbe essere licenziato in termini brevi e ragionevoli, pur senza comprimere il dibattito ed il confronto.
Così come non appare opportuno insistere con lunghissimi disposizioni e numerosissimi articoli e commi, che, spesso, contengono disposizioni che dovrebbero essere affidati ad uno strumento legislativo diverso.
Tutto ciò finisce con l'obbligare il Governo, sia esso espressione dell'uno o dell'altro schieramento politico, a porre ripetutamente la questione di fiducia.
Hanno poco da lagnarsi i colleghi del centrodestra per le fiducie poste sul provvedimento, quando più volte, e per più anni, i Governi da loro sostenuti vi fecero ricorso.
L'attuale Governo, poi, spesso indugiando fin troppo pazientemente prima di porre la questione di fiducia, ha dovuto fare i conti con un costante ostruzionismo di gran parte dei gruppi di minoranza.
Questi ultimi hanno quasi «cercato» la richiesta della fiducia posta dal Governo,Pag. 99per camuffare una loro evidente carenza nel proporre misure alternative a quelle della maggioranza.
Infatti, non si può dire solo dei «no»: bisognerebbe avere anche la capacità di proporre cose e misure diverse.
Il centrodestra, invece, ha solo voluto lo scontro frontale ed avrebbe meritato risposte più determinate ed efficaci.
Come non evidenziare che questa legge finanziaria ha dovuto fronteggiare una situazione di estrema gravità, provocata dalle politiche dissennate perseguite proprio dal centrodestra e dal precedente Governo?
I conti pubblici ci sono stati consegnati in maniera dissestata, con un rapporto deficit/PIL ben al di sopra, e per diversi anni consecutivi, del limite posto in sede europea.
La spesa pubblica aveva ripreso a correre dopo molti anni e l'economia del paese aveva conosciuto la crescita zero, la stagnazione.
I condoni, i conflitti di interesse, l'abbassamento della pressione fiscale per i ceti che ne avevano bisogno, avevano prodotto il rischio del declino per l'Italia, con numerose famiglie colpite perfino nelle loro possibilità di assolvere a bisogni primari.
Quale futuro per le giovani generazioni, se non una speranza di precarizzazione del lavoro?
Quali possibilità per i ceti meno abbienti?
Quale capacità di investimento e di crescita per le stesse imprese, in un contesto di grave incertezza?
Eppure, i responsabili di questa situazione sono quelli che più hanno urlato contro la legge finanziaria, proprio per coprire le loro responsabilità politiche.
Non meraviglia, pertanto, che l'informazione che si è intesa dare a questa legge non è stata quella dei suoi contenuti reali.
Al riguardo, la mancata comunicazione delle sue previsioni, da parte del Governo, si è rivelato un errore politico, da noi evidenziato fin dal primo momento, che lo stesso Esecutivo sembra avere finalmente compreso, nella sua positiva intenzione di rivolgersi al paese.
Andavano illustrati per tempo i contenuti della manovra e la situazione disastrosa a cui intendeva porre rimedio.
Meglio tardi che mai!
Questa legge finanziaria, che pure, come è stato riconosciuto, è stata utilmente modificata rispetto alla prima stesura, si pone l'obiettivo di risanare i conti del paese e di avviare una politica di sviluppo.
La novità sta nel raggiungere questi obiettivi introducendo il concetto di equità, con il quale si guarda ad una redistribuzione dei redditi in favore dei ceti meno abbienti.
Pensiamo che nella direzione dell'equità si sarebbe potuto fare molto di più.
Tante, infatti, le aspettative che erano state riposte in questo Governo ed una certa delusione è evidente.
È una situazione che potrà e dovrà essere certamente recuperata, meglio operando in direzione del miglioramento delle condizioni materiali e di vita dei ceti popolari.
Importanti sono le disposizioni riguardanti la diminuzione delle aliquote dell'Irpef per la parte meno tutelata del paese, unitamente all'aumento delle detrazioni e degli assegni familiari.
Così come il rintegramento di capitali azzerati o fortemente ridimensionati dal Governo Berlusconi, dei fondi sociali alle Ferrovie, alle infrastrutture.
Di grande rilevanza in particolare, è la possibilità, introdotta per merito della maggioranza e con l'apporto determinante dei Comunisti Italiani, di regolarizzare centinaia di migliaia di lavoratori precari.
Siamo particolarmente soddisfatti per il raggiungimento di questo risultato.
Riteniamo, nel contempo, assai insoddisfacenti le risorse destinate alla scuola, all'università, alla ricerca, agli enti locali.
Questo appare ancora più sgradevole se si considera che con un autentico colpo di mano, al Senato è stata approvata laPag. 100equiparazione dei collegi universitari privati a quelli pubblici, che sposterà risorse in favore dei collegi privati.
È perfino incostituzionale che i contribuenti tutti debbano sostenere il peso di strutture scolastiche private che, invece, dovrebbero essere sostenute solo ed unicamente da coloro che intendano usufruirne.
Non è tollerabile togliere alla scuola pubblica per dare alla scuola privata!
Una cosa è il riconoscimento, altro il sostentamento.
Il lavoro e la cultura, in senso lato, sono al centro delle attenzioni e dell'impegno dei Comunisti Italiani e vorremmo fossero maggiormente considerati nell'azione del Governo.
In questo contesto, appare davvero singolare, che chi più ha avuto da questa Finanziaria, ovvero gli imprenditori, abbiano a muovere critiche alla manovra.
Cuneo fiscale, credito di imposta, mobilità lunga, bonus per frigoriferi e televisori, infrastrutture e così via: dovrebbero ringraziare ed invece, direbbe il ministro dell'economia, si comportano come un partito politico.
Vedremo, in seguito, se sapranno essere «imprenditori» o, soprattutto, «prenditori»; perché, pur in presenza di misure tese al miglioramento della competitività, non è affatto scontato che le maggiori risorse, derivanti dalle diminuzioni del cuneo fiscale producano investimenti.
Il Governo, a cui va tutto il leale sostegno dei Comunisti Italiani, dovrà dare risposte concrete ed in tempi i più veloci possibili; dovrà parlare il linguaggio della gente: così, soltanto, si supera quella disaffezione verso la politica, a cui fa riferimento il Presidente della Repubblica.
Accelerare la soluzione dei problemi, tenendo come punto di riferimento il programma di Governo, sottoscritto da tutti i partiti dell'Unione.
Non vogliamo sentire parlare di «cabine di regia», ma di «collegialità», quella collegialità a cui non sempre ci si è attenuti.
Intanto, si cominci a porre rimedio a qualche grave e spiacevolissimo inconveniente, per esempio dando seguito immediatamente alla cancellazione di quell'emendamento sulla riduzione della prescrizione, per le conseguenze dannose ed illecite di talune condotte verso la pubblica amministrazione.
Non c'è una «Fase 2»: c'è un unico percorso di Governo.
Dopo i disastri del precedente Governo, non possiamo deludere gli italiani.
PIETRO RAO. Iniziamo con il dire che una finanziaria composta da un solo articolo con ben 1365 commi è veramente una offesa, non soltanto al Parlamento, ma soprattutto ai cittadini e alla loro intelligenza. Si tratta di un vero e proprio mostro giuridico, un vero e proprio monumento alla confusione, in barba alla chiarezza della legge, «si è toccato il limite estremo di una prassi legislativa che sfugge alle possibilità di comprensione dell'opinione pubblica e rende sempre più difficile il rapporto tra i cittadini e la legge» a dirlo, non è il Movimento per l'Autonomia, ma il Presidente Napolitano. Non è accettabile che il Presidente del Consiglio con ipocrisia faccia finta che il problema sia quasi indipendente dalla sua volontà, senza riconoscere che la sua coalizione ha contribuito a rendere la finanziaria peggiore di quanto non fosse già in passato. Ma il problema chiaramente non è solamente legato alla forma e alle discutibili modalità con cui si è arrivati all'approvazione della finanziaria, è anche e soprattutto di sostanza. Riteniamo che ci sia un solo termine per definire questa legge, una paccottiglia. I toni trionfalistici con cui le numerose, e fin troppo eterogenee, forze politiche della maggioranza hanno iniziato a rivendicare piccoli risultati ottenuti, nascondono il dramma di un provvedimento che non è ispirato - né d'altro canto si capisce come potrebbe esserlo - a un indirizzo politico coerente. La finanziaria rappresenta l'esplosione delle contraddizioni della coalizione di Governo. Nessun deputato con coscienza avrebbe potuto votare questa finanziaria, per il semplice fatto che gli intendimenti di una sinistra vetero comunista e quelli di un centro diPag. 101ispirazione cristiana sono spesso diametralmente opposti, ma fortunatamente il voto di fiducia ha imposto di preoccuparsi dell'unico e supremo interesse che sta a cuore a tutti loro, il mantenimento del potere.
Qualcuno all'interno del centro-sinistra, anche autorevolissimi rappresentanti di questo, hanno fatto notare che dopo la finanziaria si dovrà pensare alle riforme, forse fingendo di non sapere che non è certo casuale che le riforme fin ora non sono state fatte. Chi parla di riforme non tiene conto del fatto che se il Governo ancora non è caduto è solamente perché ancora non è intervenuto in maniera significativa sui settori decisivi dell'economia e dello Stato sociale. Le cosiddette riforme introdotte surrettiziamente con la finanziaria passano solo con il ricatto della fiducia. È addirittura grottesco pensare che in quest'aula c'è qualcuno che ha votato oggi la fiducia a questo Governo pur avendo chiesto le dimissioni di Prodi e avendo detto - cito testualmente - «il Governo e questa maggioranza non possono continuare ad essere ostaggi della rissosità della coalizione, degli individualismi di singoli esponenti di partito se non addirittura di singoli parlamentari e dell'incapacità della coalizione di mandare un messaggio chiaro al paese».
Onorevole Orlando, la ringrazio per aver descritto con tanta chiarezza la pietosa situazione in cui si trova la sua maggioranza, il Governo di questo paese e di conseguenza gli italiani tutti. Vogliamo anche ricordare che in finanziaria è comparsa misteriosamente una norma che è stata subito definita dallo stesso Vicepresidente del Consiglio, Rutelli, «una porcheria». Su questa vicenda, che ha fatto nuovamente esplodere le contraddizioni tra le diverse e contrapposte anime di questa maggioranza, c'è grandissimo - e giustificato - imbarazzo in molti, e non solo del Presidente Napolitano.
Tralasciamo di elencare i troppi errori contenuti in questa legge, perché gli stessi cittadini - e le tante categorie colpite - li hanno puntualmente compresi, scendendo in piazza a protestare anche clamorosamente contro il Governo e in particolare contro il Presidente del Consiglio. Manifestazioni organizzate o spontanee sono il segno tangibile e fin troppo evidente di un malessere di cui non si può non tener conto.
Ci limitiamo ad osservare che questa finanziaria comporterà un aumento della pressione fiscale per le famiglie e le imprese, la cui immediata conseguenza è una diminuzione dei consumi e un rallentamento degli investimenti. Tale effetto depressivo è reso ancor più grave, considerati i tagli alla ricerca e a carico delle università. Questo Governo non ha avuto il coraggio di dare una scossa a questo paese rilanciando i consumi interni e la competitività sul piano internazionale, con la previsione un piano di investimenti nel settore della ricerca. Senza ricerca non ci potrà mai essere per l'Italia vera competitività e sviluppo.
Noi, come Movimento per l'Autonomia, in questa sede, pensiamo al Sud e in particolare alla Sicilia, nei cui confronti la finanziaria è stata, come qualcuno ha correttamente osservato, una vera e propria dichiarazione di guerra. Proprio a proposito di ricerca, la riduzione del finanziamento alla fondazione RI.ME.D, sembrerebbe mettere a rischio la realizzazione del Centro di ricerca biomedico e biotecnologico, che dovrebbe sorgere a Carini, in provincia di Palermo, con il rischio che altri paesi, con un Governo più lucido e lungimirante, si aggiudichino tale opportunità. Rispetto alle battaglie del Movimento per l'Autonomia alla Camera, come al Senato, per un riconoscimento delle accise sui prodotti petroliferi alla Sicilia, il Governo è rimasto sostanzialmente insensibile. Le norme in finanziaria su questi temi sono di scarsissimo valore. Infatti, a fronte della nostra richiesta di un risarcimento per danni ambientali e alla salute dei cittadini determinate da anni di presenza dell'industria petrolchimica nei territori siciliani, la finanziaria, predisposta tra mille difficoltà e incertezze da questo traballante Governo, ha riconosciuto alla Sicilia un quota delle accise sui consumi a titolo di finanziamento delPag. 102fondo di solidarietà nazionale previsto dall'articolo 38 dello Statuto speciale. Questo si traduce in una presa in giro: in primo luogo perché il contributo deve essere riconosciuto alla Sicilia non sui consumi ma sulla produzione, ovvero sulla quantità di petrolio che viene raffinata nel nostro territorio; in secondo luogo perché il riconoscimento del contributo deve essere effettuato a titolo di risarcimento dei danni ambientali provocati dall'insistenza delle raffinerie e non in base all'articolo 38 dello Statuto della regione siciliana. Noi, che oggi abbiamo votato contro questo Governo e i suoi «pasticci» prendiamo atto solamente che finalmente i temi su cui il Movimento per l'Autonomia ha iniziato e intende continuare la sua battaglia in questo Parlamento sono finalmente entrati a pieno titolo nel dibattito politico.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, il voto del gruppo dei Verdi sarà convintamene favorevole al disegno di legge: legge finanziaria 2007 per i motivi già illustrati nel corso del dibattito e in sede di dichiarazione di voto sulla questione di fiducia da parte del presidente del gruppo Bonelli e nonostante le note «dolenti» che abbiamo segnalato e rispetto alle quali ci attendiamo iniziative concrete e riparatrici.
Faceva osservare ieri il relatore sul disegno di legge Michele Ventura che nessuna precedente finanziaria ha conosciuto un iter ugualmente trasparente e partecipato.
Un lavoro intenso, faticoso, un dibattito e un confronto, nelle sedi istituzionali e non, che hanno coinvolto il paese in modo inconsueto.
Dagli enti locali alle regioni, dalle rappresentanze datoriali ai sindacati, dalle organizzazioni categoriali agli ordini professionali, tutti, credo, i soggetti organizzati a difesa dei propri interessi hanno avuto modo non solo di esprimere le proprie perplessità e contrarietà, ma anche di ottenere ascolto e interlocuzione, con esiti positivi.
Questo lavoro quasi estenuante, va detto, di progressiva messa a punto di una manovra molto pesante e complessa ha rischiato di non essere adeguatamente comunicato e quindi compreso perfino dal nostro elettorato.
Su questo bisogna interrogarsi molto seriamente; inoltre va raccolto l'invito con responsabilità rivoltoci dal Presidente della Repubblica, vanno ascoltate le sue critiche puntuali e concentrate, e mettiamo mano al più presto alla riforma della legge di bilancio e finanziaria.
Come più volte detto, non era certo semplice conciliare la necessità di mettere a posto i conti, ristabilire un avanzo primario, investire la tendenza all'espansione del debito (70 miliardi di euro di interessi ogni anno è una somma da paura!), controllare l'espansione della spesa, con quella di riequilibrare e ridistribuire carico fiscale e risorse.
Inoltre andavano onorati gli impegni elettorali, a partire dalla famosa riduzione del cuneo fiscale e finanziata l'azione di spinta alla crescita, di uscita dalla lunga fase di stagnazione economica e di perdita di competitività.
In questo senso, non si può non vedere un netto cambiamento di impostazione nella politica economica del nostro paese.
È anche e soprattutto alla luce delle condizioni economiche e sociali ereditate dal Governo precedente che va giudicata la manovra.
Un'eredità pesante, fatta di profonde lacerazioni sociali e territoriali, di precarietà e insicurezza, di povertà di settori sempre più estesi della nostra società.
È del tutto evidente che, partendo appunto dalla situazione data, molte e fortissime erano e sono le attese di mutamento, di vera inversione di rotta, che sono emerse in modo anche molto aspro dal paese e a cui il Governo non ha saputo ancora dare risposte pienamente soddisfacenti.
Tuttavia ritengo che sia necessario attendere gli effetti, a partire da quelli più immediati, della manovra, per una valutazione seria e consapevole dell'operato del Governo e del Parlamento, al di là diPag. 103pregiudizi, letture superficiali, analisi incomplete, che purtroppo rintraccio in molte dichiarazioni dei colleghi dell'opposizione e in certe pagine di giornali.
Credo che la forza della realtà avrà ragione sulle chiacchiere e sui giudizi affrettati.
Dichiaro il voto favorevole del suo gruppo dei Verdi.
MASSIMO GARAVAGLIA. Onorevoli colleghi, annuncio il voto contrario della Lega Nord Padania a questa finanziaria: la peggiore della storia della Repubblica.
Una finanziaria contro il nord, contro i lavoratori, contro il buon senso; una finanziaria che deprime la crescita, che mette a rischio di chiusura una miriade di piccole imprese artigiane e commerciali.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma non mi dilungo vista l'ora tarda, rifacendomi alle tante considerazioni e critiche già svolte nelle settimane precedenti.
Chiudo con l'auspicio che un nuovo Governo possa rimediare tempestivamente ai tanti danni fatti dal Governo Prodi.
DOMENICO ZINZI. Il gruppo dell'UDC voterà contro questa legge finanziaria e quella di bilancio dello Stato.
Riallacciandomi alle considerazioni svolte dal Presidente Casini, vorrei aggiungere qualche breve riflessione. Questa legge finanziaria è il frutto della inconsistenza politica del Governo Prodi. È contraddittoria perché contraddittorie e inconciliabili sono le due anime politiche del centro sinistra. Altro che anima riformista!
Una dice: vorrei ma non posso, e in questo mostra tutta la sua debolezza. L'altra, quella radicale, è semplicemente coerente con le proprie idee, portatrice di un forte pregiudizio nei confronti dell'impresa e del lavoro autonomo. Ha un'idea classista della società, ed è pervasa da un falso egualitarismo che ha mortificato valori come il merito, il rischio, e la competizione: valori che devono essere invece riscoperti. Valori su cui fondare una nuova stagione di riforme. Noi abbiamo valutato attentamente questa finanziaria, e proprio perché l'abbiamo valutata bene diciamo che è una finanziaria falsa.
È innanzitutto smisurata rispetto agli obiettivi di rientro del deficit, soprattutto alla luce del notevole incremento delle entrate fiscali.
I segnali di ripresa economica andavano sostenuti con misure adeguate a favore del sistema industriale, visto anche il notevole sforzo che il paese sta affrontando per recuperare competitività sui mercati internazionali.
E invece niente di tutto questo! Al contrario, il forte incremento della pressione fiscale rischia di strangolare la fragile ripresa in corso, e i piccoli e medi imprenditori, veri protagonisti di questa ripresa economica, vengono considerati evasori e perseguiti con misure vessatorie.
Questa finanziaria è, inoltre, falsa perché non raggiunge l'obiettivo di tenere i conti in ordine: infatti la spesa pubblica continuerà a crescere, soprattutto quella clientelare e improduttiva. E la crescita della spesa viene rincorsa con l'aumento delle tasse.
È quindi una finanziaria che contiene un' idea falsa di sviluppo. Perché colpisce con un prelievo pesante, ingiustificato e senza precedenti il sistema delle piccole e medie imprese e del lavoro autonomo.
La stangata fiscale sulle piccole imprese, sugli artigiani e sui commercianti ha una sola giustificazione: una vendetta politica. Un vero e proprio regolamento di conti dovuto ad una risposta elettorale deludente.
Non è con il pregiudizio nei confronti del mondo dell'impresa e del lavoro autonomo che si risolvono i problemi del paese, ma con politiche serie di incentivo allo sviluppo e all'innovazione.
Questa finanziaria, invece, contiene un'idea di politica economica dirigista, tutta rivolta al passato, che non determinerà nel sistema delle imprese comportamenti più competitivi e miglioramenti nella qualità dei prodotti e nei sistemi di produzione.
Infine, e questo è ancora più inaccettabile, essa contiene un'idea falsa di equità, perché un'operazione generalizzataPag. 104di aumento delle imposte vanificherà la mancia fiscale operata sull'Irpef. Una carità pelosa, che non aiuta le persone, ma le umilia.
Altro che equità! La sola verità, che questo Governo cerca di nascondere è che ci sarà un aumento indiscriminato della pressione fiscale, dovuto ad una miriade di nuove imposte, molte delle quali occulte.
Tutto questo costituirà un grave danno per le famiglie italiane, soprattutto su quelle più povere, che andrebbero invece aiutate e sostenute con politiche serie.
In conclusione si può ben dire che questa finanziaria non aiuta il paese a crescere, ma penalizza tutti indistintamente: con essa i soggetti più deboli saranno ancora più deboli, le prospettive di lavoro dei giovani ancora più compromesse, le famiglie numerose, che svolgono una funzione fondamentale nella nostra società, si vedranno ancora più penalizzate.
È per questo che ribadisco il voto contrario dell'UDC.
ADRIANO MUSI. Si conclude con questo voto per noi convintamene positivo il lungo e tormentato percorso della legge finanziaria che ha visto impegnato il Governo e le Camere in un intenso lavoro di elaborazione, verifica, precisazione ed anche, quando è stato necessario, correzione.
Una legge finanziaria che sin da quel ormai lontano 29 settembre, giorno del suo voto da parte del Governo, tutti sapevano dovesse rispondere ad una duplice priorità: il rispetto degli impegni assunti con l'Unione europea ed assicurare la continuità degli investimenti per rilanciare la competitività del sistema paese oltreché garantire i diritti di cittadinanza soprattutto per i soggetti più deboli, più poveri.
Rispetto degli impegni, continuità degli investimenti e garanzia di equità sono cambiali che chi oggi è all'opposizione conosce bene, avendole sottoscritte ed altrettanto bene sa che le risorse «vere» per pagare tali cambiali non c'erano.
Un debito pubblico abbondantemente fuori dai parametri, pur se da lor signori concordati con la Commissione europea.
L'avanzo primario azzerato.
Investimenti indicati «a futura memoria» ma senza risorse effettivamente spendibili.
È in tale realtà che l'entità della manovra diviene obbligatoria. Entità obbligatoria per rimanere da protagonisti in Europa. Entità obbligatoria perché le opere infrastrutturali, alcune inaugurate con molta enfasi durante la passata legislatura, potessero procedere senza chiusura dei cantieri, ma soprattutto portate a compimento.
Entità obbligatoria perché le imprese potessero utilizzare l'andamento positivo dell'economia assicurando loro un contesto di competitività non gravato né da oneri impropri sul costo del lavoro né da una pubblica amministrazione tesa solo alla propria conservazione anziché al servizio efficiente e trasparente, della impresa e del cittadino; entità obbligatoria per garantire il potere di acquisto di salari e pensioni al fine di rilanciare quei consumi interni che grande ruolo hanno nel rilancio economico del paese; e lo stesso discorso si può e si deve fare per le misure a sostegno delle famiglie, per la sicurezza del lavoro e nel lavoro, per i diritti di cittadinanza: dalla previdenza complementare, al lavoro femminile, alle tutele per i più deboli a partire dagli anziani non autosufficienti.
Un disegno economico e sociale per un paese meno individualista, più coeso, più equo, più sicuro. Si dice: è ancora poco!
È il segnale, però, che cambiare si può e si deve. Con il dialogo quando è possibile, assumendosene la responsabilità quando i comportamenti sono solo strumentali.
Un dialogo che, per primi, abbiamo auspicato si possa riaprire, alla ripresa dei lavori parlamentari, sulle modalità tecniche, sui contenuti delle manovre di bilancio perché oltre alle stime dei saldi ed alle previsioni di spesa sappia rispondere anche all'esigenze di trasparenza sugli effetti che le leggi di bilancio producono a partire dalla verifica dei risultati dalla capacità di efficienza e di rispetto degli impegni della macchina pubblica.Pag. 105
Un'efficienza che attuata e verificata a partire dal tema dell'evasione fiscale consentirà di realizzare quella riduzione della pressione fiscale che a partire dalle fasce di reddito più basse consentirà di attuare la correzione più significativa apportata sulla finanziaria al Senato.
Prima di concludere, però, il mio intervento consentitemi una considerazione rivolta a quanti in questi giorni hanno richiamato Governo e maggioranza alla moralità sul comma 1343, il comma prescrittivo dei giudizi pendenti davanti alla Corte dei conti. Una considerazione a voce alta ma anche a testa alta.
Non accetto, non accettiamo né quei richiami né quelle censure.
Quel comma è stato, inequivocabilmente, dichiarato nullo, quel comma non entrerà mai in vigore neanche per un secondo.
Attenti, perciò, ad ergervi a censori in specie quando tali lezioni provengono da chi ha condiviso condoni di tutti i tipi e non certo per svista!
Andare avanti significa, anche rispetto a questo, costruire per i nostri figli una democrazia compiuta.
È il mio, il nostro augurio di buon anno a tutti.
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI ISCRITTI IN CALENDARIO
Ddl n. 1042-B - Legge comunitaria 2006
Tempo complessivo: 16 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 15 minuti | 15 minuti |
Governo | 15 minuti | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 35 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) | 53 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 45 minuti | 4 ore e 12 minuti |
L'Ulivo | 34 minuti | 48 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 4 minuti | 42 minuti |
Alleanza Nazionale | 48 minuti | 28 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 31 minuti | 16 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 40 minuti | 21 minuti |
Lega Nord Padania | 36 minuti | 17 minuti |
Italia dei Valori | 30 minuti | 12 minuti |
La Rosa nel Pugno | 30 minuti | 11 minuti |
Comunisti Italiani | 30 minuti | 11 minuti |
Verdi | 30 minuti | 11 minuti |
Popolari-Udeur | 30 minuti | 10 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 32 minuti | 13 minuti |
Misto | 30 minuti (Minoranze linguistiche: 15 minuti; Movimento per l'Autonomia: 15 minuti) |
12 minuti (Minoranze linguistiche: 6 minuti; Movimento per l'Autonomia: 6 minuti) |
Ddl n. 1496 e abb. - Diritti televisivi
Seguito dell'esame: 8 ore.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 21 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 44 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 3 minuti |
Forza Italia | 58 minuti |
Alleanza Nazionale | 39 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 22 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 28 minuti |
Lega Nord Padania | 23 minuti |
Italia dei Valori | 16 minuti |
La Rosa nel Pugno | 16 minuti |
Comunisti Italiani | 16 minuti |
Verdi | 16 minuti |
Popolari-Udeur | 15 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 18 minuti |
Misto | 14 minuti (Minoranze linguistiche: 7 minuti; Movimento per l'Autonomia: 7 minuti) |
Mozione n. 1-00071 In tema di famiglia
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 20 minuti |
L'Ulivo | 55 minuti |
Forza Italia | 38 minuti |
Alleanza Nazionale | 25 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 19 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 18 minuti |
Lega Nord Padania | 15 minuti |
Italia dei Valori | 14 minuti |
La Rosa nel Pugno | 14 minuti |
Comunisti Italiani | 13 minuti |
Verdi | 13 minuti |
Popolari-Udeur | 13 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 11 minuti |
Misto | 12 minuti (Minoranze linguistiche: 6 minuti; Movimento per l'Autonomia: 6 minuti) |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Ddl di ratifica 2081 - Convenzione sulla protezione delle diversità culturali
Tempo complessivo: 6 ore.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 58 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 12 minuti |
L'Ulivo | 48 minuti |
Forza Italia | 42 minuti |
Alleanza Nazionale | 28 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 16 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 21 minuti |
Lega Nord Padania | 17 minuti |
Italia dei Valori | 12 minuti |
La Rosa nel Pugno | 11 minuti |
Comunisti Italiani | 11 minuti |
Verdi | 11 minuti |
Popolari-Udeur | 10 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 13 minuti |
Misto | 12 minuti (Minoranze linguistiche: 6 minuti; Movimento per l'Autonomia: 6 minuti) |
Pdl n. 626 A/R e abb. - Garante delle persone private della libertà personale
Seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 29 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 6 ore e 6 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 19 minuti |
Forza Italia | 53 minuti |
Alleanza Nazionale | 35 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 26 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 25 minuti |
Lega Nord Padania | 21 minuti |
Italia dei Valori | 20 minuti |
La Rosa nel Pugno | 19 minuti |
Comunisti Italiani | 19 minuti |
Verdi | 19 minuti |
Popolari-Udeur | 18 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 16 minuti |
Misto | 16 minuti (Minoranze linguistiche: 8 minuti; Movimento per l'Autonomia: 8 minuti) |
Pdl cost. n. 648 e abbinate - Riconoscimento dell'italiano quale lingua ufficiale della Repubblica
Seguito dell'esame: 7 ore.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 59 minuti |
L'Ulivo | 1 ora e 2 minuti |
Forza Italia | 43 minuti |
Alleanza Nazionale | 29 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 21 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 21 minuti |
Lega Nord Padania | 17 minuti |
Italia dei Valori | 16 minuti |
La Rosa nel Pugno | 16 minuti |
Comunisti Italiani | 16 minuti |
Verdi | 16 minuti |
Popolari-Udeur | 15 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 13 minuti |
Misto | 14 minuti (Minoranze linguistiche: 7 minuti; Movimento per l'Autonomia: 7 minuti) |
Ddl n. 1638 - Intercettazioni telefoniche
Discussione generale: 10 ore e 30 minuti.
Relatore | 15 minuti |
Governo | 15 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 47 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 8 ore e 3 minuti |
L'Ulivo | 38 minuti |
Forza Italia | 1 ora e 8 minuti |
Alleanza Nazionale | 50 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 32 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 41 minuti |
Lega Nord Padania | 37 minuti |
Italia dei Valori | 31 minuti |
La Rosa nel Pugno | 31 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti |
Verdi | 31 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 32 minuti |
Misto | 30 minuti (Minoranze linguistiche: 15 minuti; Movimento per l'Autonomia: 15 minuti) |
Pdl n. 1566 e abb. - Sistema informativo per la sicurezza e segreto di Stato
Tempo complessivo: 26 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito esame | |
Relatore | 30 minuti | 30 minuti |
Governo | 30 minuti | 30 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 2 ore | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 30 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) | 2 ore e 24 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 7 ore e 20 minuti | 10 ore e 26 minuti |
L'Ulivo | 49 minuti | 1 ora e 55 minuti |
Forza Italia | 41 minuti | 1 ora e 44 minuti |
Alleanza Nazionale | 36 minuti | 1 ora e 10 minuti |
Rifondazione Comunista-Sinistra Europea | 33 minuti | 39 minuti |
UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro | 33 minuti | 51 minuti |
Lega Nord Padania | 32 minuti | 43 minuti |
Italia dei Valori | 32 minuti | 29 minuti |
La Rosa nel Pugno | 31 minuti | 29 minuti |
Comunisti Italiani | 31 minuti | 28 minuti |
Verdi | 31 minuti | 28 minuti |
Popolari-Udeur | 31 minuti | 27 minuti |
Democrazia Cristiana-Partito Socialista | 30 minuti | 33 minuti |
Misto | 30 minuti (Minoranze linguistiche: 15 minuti; Movimento per l'Autonomia: 15 minuti) |
30 minuti (Minoranze linguistiche: 15 minuti; Movimento per l'Autonomia: 15 minuti) |
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | ddl 1746-bis-B - odg 9/1746/22 | 537 | 530 | 7 | 266 | 232 | 298 | 8 | Resp. |
2 | Nom. | odg 9/1746/27 | 545 | 535 | 10 | 268 | 247 | 288 | 8 | Resp. |
3 | Nom. | odg 9/1746/30 | 555 | 555 | 278 | 241 | 314 | 8 | Resp. | |
4 | Nom. | odg 9/1746/47 | 560 | 540 | 20 | 271 | 221 | 319 | 8 | Resp. |
5 | Nom. | odg 9/1746/60 | 557 | 543 | 14 | 272 | 242 | 301 | 8 | Resp. |
6 | Nom. | odg 9/1746/74 | 555 | 542 | 13 | 272 | 539 | 3 | 8 | Appr. |
7 | Nom. | odg 9/1746/78 I parte | 553 | 530 | 23 | 266 | 498 | 32 | 8 | Appr. |
8 | Nom. | odg 9/1746/78 II parte | 562 | 543 | 19 | 272 | 277 | 266 | 8 | Appr. |
9 | Nom. | odg 9/1746/87 | 552 | 547 | 5 | 274 | 229 | 318 | 5 | Resp. |
10 | Nom. | odg 9/1746/88 | 552 | 552 | 277 | 237 | 315 | 5 | Resp. | |
11 | Nom. | odg 9/1746/90 | 555 | 554 | 1 | 278 | 234 | 320 | 5 | Resp. |
12 | Nom. | odg 9/1746/91 | 556 | 553 | 3 | 277 | 235 | 318 | 5 | Resp. |
13 | Nom. | odg 9/1746/92 | 550 | 548 | 2 | 275 | 237 | 311 | 5 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | odg 9/1746/94 | 564 | 561 | 3 | 281 | 240 | 321 | 5 | Resp. |
15 | Nom. | odg 9/1746/95 I parte | 557 | 553 | 4 | 277 | 549 | 4 | 5 | Appr. |
16 | Nom. | odg 9/1746/95 II parte | 562 | 550 | 12 | 276 | 243 | 307 | 5 | Resp. |
17 | Nom. | odg 9/1746/98 | 545 | 541 | 4 | 271 | 212 | 329 | 5 | Resp. |
18 | Nom. | odg 9/1746/102 | 552 | 552 | 277 | 222 | 330 | 5 | Resp. | |
19 | Nom. | odg 9/1746/103 | 552 | 544 | 8 | 273 | 223 | 321 | 5 | Resp. |
20 | Nom. | odg 9/1746/105 | 541 | 539 | 2 | 270 | 227 | 312 | 6 | Resp. |
21 | Nom. | odg 9/1746/113 | 530 | 530 | 266 | 233 | 297 | 6 | Resp. | |
22 | Nom. | odg 9/1746/115 | 552 | 551 | 1 | 276 | 242 | 309 | 6 | Resp. |
23 | Nom. | odg 9/1746/120 I parte | 543 | 526 | 17 | 264 | 516 | 10 | 6 | Appr. |
24 | Nom. | odg 9/1746/122 | 547 | 542 | 5 | 272 | 240 | 302 | 6 | Resp. |
25 | Nom. | odg 9/1746/123 | 541 | 538 | 3 | 270 | 231 | 307 | 6 | Resp. |
26 | Nom. | odg 9/1746/124 | 545 | 539 | 6 | 270 | 232 | 307 | 6 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | odg 9/1746/125 I parte | 546 | 541 | 5 | 271 | 531 | 10 | 6 | Appr. |
28 | Nom. | odg 9/1746/125 II parte | 546 | 543 | 3 | 272 | 230 | 313 | 6 | Resp. |
29 | Nom. | odg 9/1746/126 I parte | 550 | 541 | 9 | 271 | 529 | 12 | 6 | Appr. |
30 | Nom. | odg 9/1746/126 II parte | 543 | 539 | 4 | 270 | 237 | 302 | 6 | Resp. |
31 | Nom. | odg 9/1746/128 | 559 | 558 | 1 | 280 | 237 | 321 | 6 | Resp. |
32 | Nom. | odg 9/1746/129 | 544 | 544 | 273 | 230 | 314 | 6 | Resp. | |
33 | Nom. | odg 9/1746/130 | 546 | 544 | 2 | 273 | 227 | 317 | 6 | Resp. |
34 | Nom. | odg 9/1746/131 | 543 | 541 | 2 | 271 | 227 | 314 | 6 | Resp. |
35 | Nom. | odg 9/1746/132 | 541 | 540 | 1 | 271 | 229 | 311 | 6 | Resp. |
36 | Nom. | odg 9/1746/134 | 536 | 533 | 3 | 267 | 225 | 308 | 6 | Resp. |
37 | Nom. | odg 9/1746/135 | 526 | 517 | 9 | 259 | 229 | 288 | 6 | Resp. |
38 | Nom. | odg 9/1746/136 | 537 | 528 | 9 | 265 | 257 | 271 | 6 | Resp. |
39 | Nom. | odg 9/1746/140 | 531 | 530 | 1 | 266 | 217 | 313 | 6 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 42 | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | odg 9/1746/143 | 522 | 520 | 2 | 261 | 213 | 307 | 6 | Resp. |
41 | Nom. | ddl 1746-bis-B - voto finale | 545 | 544 | 1 | 273 | 327 | 217 | 6 | Appr. |
42 | Nom. | ddl 1747-B - voto finale | 534 | 534 | 268 | 321 | 213 | 5 | Appr. |