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Saluto del Presidente della Camera dei deputati
Fausto Bertinotti


Rivolgo il mio saluto al Presidente della Fondazione della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, che ringrazio per aver promosso questa giornata di studio su un tema di così alto profilo storico ed istituzionale. Saluto con lui il senatore Giulio Andreotti, oggi presente nella sua qualità di presidente della Fondazione De Gasperi, l'istituto che custodisce con rigore e grande passione l'eredità ideale e la testimonianza politica dello statista trentino.

Ringrazio il presidente della provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, che contribuirà alla riflessione odierna a testimonianza del perdurante legame ideale tra Alcide De Gasperi e la sua terra, teatro della sua formazione civile e del suo primo impegno politico, ma soprattutto luogo della memoria e degli affetti più forti e radicati.

Saluto e ringrazio con loro gli autorevoli studiosi che avranno modo di approfondire alcuni degli aspetti più qualificanti del percorso di De Gasperi, a partire dalla sua esperienza nel Parlamento austro-ungarico. Saluto la signora Maria Romana De Gasperi, le altre autorità presenti e tutti gli intervenuti.

Due recenti iniziative scientifiche di valore ci danno oggi l'occasione di ritornare in questa sede, da una prospettiva originale, sulla presenza di così grande rilievo che Alcide De Gasperi ha segnato nella storia recente del Paese.

L'edizione critica integrale dei suoi scritti e discorsi politici così come la pubblicazione dei verbali dei Consigli dei Ministri da lui presieduti, in una delle fasi più delicate dell'Italia postunitaria, danno una misura assai efficace - quale che sia il grado di condivisione o di dissenso con la sua collocazione politica - di una capacità di visione e di interpretazione della realtà sociale ed economica italiana che offre ancora materia assai viva di indagine e di riflessione critica.

Non intendo entrare ovviamente nel merito dei temi che saranno approfonditi nella seconda parte di questa giornata di studio. Vorrei tuttavia richiamare un tratto di fondo dell'impegno di De Gasperi nel tempo delle Assemblee parlamentari della nuova Repubblica, che penso assuma un rilievo nella stessa fase presente della vita politica italiana.

Anche quando più aspre vennero ad evidenziarsi le divisioni tra i grandi partiti di massa che avevano guidato il cammino dell'Italia oltre la tragedia della dittatura e della guerra; anche quando fu tracciato il solco profondo che ne divise le sorti nel governo del Paese, Alcide De Gasperi non perse mai l'ambizione di tenere insieme gli italiani tutti nella fiducia di un Paese nuovo - giusto e coeso non meno che libero - confortato dall'impegno speso nella stessa direzione dalle grandi personalità alla guida dei partiti sorti nell'antifascismo, durante e a seguito della lotta di Liberazione.

Nel tenere viva quella speranza fu certamente determinante l'esperienza dell'Assemblea Costituente, che offrì alle attese e alle energie diffuse in tutta la popolazione un altissimo fondamento comune in termini di valori di convivenza e di civiltà. Ma non meno determinante si rivelò anche lo sforzo di ricostruzione delle basi materiali dell'economia e dello sviluppo civile del Paese: i dibattiti appassionati svoltisi nella prima legislatura repubblicana ce ne offrono una misura significativa.

Il periodo della ricostruzione fu caratterizzato da grandi conflitti sociali e politici. Ne furono profondamente segnati anche i grandi provvedimenti: la ricostituzione del patrimonio edilizio ed abitativo, attraverso il piano INA-Casa, anche nella chiave di una ripresa forte e duratura dell'occupazione; il nuovo assetto della proprietà fondiaria, inteso ad una riconsiderazione complessiva dell'utilizzo delle risorse legate alla terra e al consolidamento di un sistema sorretto dalla piccola proprietà; l'avvio dell'intervento straordinario del Mezzogiorno, colto nel quadro suo proprio di grande priorità nazionale e pensato come una strumentazione necessaria ad uno sviluppo ed equilibrato di tutto il Paese.

In tutte queste occasioni, la politica ha guidato l'economia e non ne è stata guidata; si è manifestato un disegno generale, un progetto di società, una visione complessiva del futuro del Paese che ha orientato indirizzi e scelte strategiche. A quel disegno altri e diversi progetti di società sono stati opposti dai partiti e dalle culture politiche della sinistra; su quel confronto si è aperto e si è alimentato il dibattito pubblico, con una partecipazione appassionata di eccezionale intensità, che in poche altre occasioni è stato dato riscontrare nella storia del Paese.

I dibattiti parlamentari del tempo ci restituiscono la veemenza degli accenti critici e l'intransigenza delle obiezioni che molte di quelle scelte si trovarono ad affrontare, insieme a quelle legate alla collocazione dell'Italia nel contesto internazionale. Ciò non toglie nulla, tuttavia, alla professione di pensiero e di proposta che quelle scelte animava, al loro costante riferirsi ad un piano più elevato rispetto alla negoziazione degli interessi ed alle pure logiche delle convenienze del momento.

A quegli anni, dunque; all'esperienza di dialogo e di confronto maturata nelle Assemblee della Repubblica nel pur breve periodo in cui De Gasperi ne incrociò le sorti, è tanto più opportuno ritornare oggi, in un tempo segnato da una crisi profonda della politica e dei dati di valore cui De Gasperi ha ispirato la sua azione pubblica: la politica come servizio; l'Europa come spazio di accoglienza e di inclusione; le relazioni tra i popoli e le nazioni fondate sul primato e sulla pratica della pace; una convivenza civile sorretta dai valori del lavoro, affrancata dal bisogno materiale e dai fenomeni di esclusione, secondo la grande indicazione contenuta nella Costituzione repubblicana.

Per quanto questi traguardi possano apparire ai nostri occhi non solo non raggiunti pienamente ieri, ma neppure ancora oggi, la testimonianza di De Gasperi nella storia della Repubblica - al di là delle valutazioni di merito che ciascuno può maturare sulla base della propria storia e della propria cultura politica - ci consegna una certezza.

Tanto più alti sono gli obiettivi e più impegnative sono le sfide poste dai mutamenti della società, dell'economia e della cultura, tanto più è indispensabile recuperare forza e identità alla politica, restituendola pienamente al ruolo di interpretazione dei bisogni e delle aspirazioni dei cittadini e di costruzione della coesione del popolo e dell'unità del Paese e della Repubblica.

La lezione di Alcide De Gasperi, come quella degli altri grandi protagonisti con cui condivise l'impresa della nascita della nostra Repubblica, resta oggi come un patrimonio dell'intera comunità nazionale.

Prenderanno ora la parola il Presidente della Fondazione della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, e successivamente il Presidente Dellai e il Senatore Andreotti.

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