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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Nomina del Commissario governativo dell'Istituto nazionale della montagna fino all'avvio dell'Ente italiano montagna - n. 3-00594)
PRESIDENTE. L'onorevole Morrone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00594 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).
GIUSEPPE MORRONE. Signor Presidente, signor ministro, ho presentato questa interrogazione urgente per sollecitare l'attuazione di quanto previsto dalla legge finanziaria 2007 in materia di sviluppo socio-economico, ambientale ed occupazionale della montagna italiana. La legge, infatti, prevede la soppressione dell'Istituto nazionale della montagna ed il trasferimento di tutte le sue funzioni in capo ad un nuovo ente, denominato Ente italiano montagna (EIM).
In attesa di una disciplina organica, la legge finanziaria prevede la nomina di un commissario entro il 31 gennaio 2007 - termine evidentemente ormai già trascorso - e l'emanazione di un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la determinazione degli organi di controllo, la costituzione e il funzionamento dell'ente. La mancata attuazione di tale disposizione pone in serio pericolo le azioni intraprese per lo sviluppo della montagna, specialmente per il sud e per le isole, in quanto il legislatore ha attribuito all'EIM il compito di realizzare un nuovo progetto di governance per la montagna e di tutelare i piccoli comuni italiani che non sono più in grado di erogare i servizi fondamentali sul proprio territorio.
PRESIDENTE. La ringrazio.
Il ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ha facoltà di rispondere.
LINDA LANZILLOTTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. Il Governo ha avvertito fin dal suo insediamento la necessità di riordinare l'assetto ordinamentale relativo alla gestione delle politiche della montagna, semplificando e razionalizzando l'esercizio delle relative competenze. A tal fine, è stata da subito prospettata dai ministri competenti l'esigenza di sopprimere l'Imont - che nel tempo si è dimostrato inidoneo ad assolvere in maniera efficace la sua missione - e di ridefinire il mandato, rafforzandone e precisandone i compiti, degli esistenti organismi che si occupano di promuovere interventi di sviluppo di territori montani, in particolare dell'Osservatorio per la montagna, che dovrà raccordarsi con la Conferenza unificata, essendo regioni ed enti locali le istituzioni deputate a realizzare gli interventi sul territorio.
Con la legge finanziaria 2007 è stato, per un verso, soppresso l'Imont e, per un altro, istituito un nuovo ente, denominato Ente italiano montagna, al quale sono stati affidati i compiti di supporto alle politiche per lo sviluppo socio-economico della montagna. L'istituzione di un nuovo ente - titolare di competenze già intestate, in parte, all'Osservatorio e, in parte, agli enti territoriali, in particolare alle regioni - non appare tuttavia del tutto coerente con le esigenze di semplificazione degli assetti amministrativi e di riduzione dei costi degli apparati pubblici, ai quali si ispira l'azione di Governo, nonché con il rispetto delle competenze normative ed amministrative affidate alle regioni in materia di politiche territoriali e di sviluppo. Tant'è che, prima del voto finale sulla legge finanziaria, è stato accolto l'ordine del giorno D'Elia-Pettinari, che impegnava il Governo ad eliminare le disposizioni dirette alla costituzione del nuovo ente.
In conseguenza di quest'ultima iniziativa e al fine di soddisfare le predette esigenze di razionalizzazione, quale ministro per gli affari regionali, insieme al ministro Mussi, ho proposto al Presidente del Consiglio un ripensamento sul merito dell'istituzione di un nuovo ente, che duplicherebbe la gestione delle competenze in questione, con un ingiustificato aumento della spesa pubblica. La semplificazione dell'iniziativa relativa agli interventi di tutela e di sviluppo della montagna dovrebbe, in particolare, realizzarsi mediante la conservazione in capo all'Osservatorio per la montagna - che potrebbe a tal fine collaborare con le strutture statali che già svolgono proficuamente attività di ricerca in questo settore - di tutti i compiti di promozione e di sviluppo dei territori montani e di elaborazione delle relative politiche.
Le scelte relative all'impiego delle risorse competono, peraltro, in via esclusiva agli enti territoriali e non possono essere avocate da un ente statale. Esaurita tale fase di riflessione e di approfondimento, sarà comunque mia cura, ad ordinamento vigente, promuovere l'attuazione delle disposizioni della legge finanziaria che si occupano dell'istituzione del nuovo ente, precisando peraltro che il termine per la soppressione dell'Imont e per la nomina del commissario deve intendersi come ordinatorio.
PRESIDENTE. L'onorevole Morrone ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE MORRONE. Signor Presidente, signor ministro, sono profondamente rammaricato e deluso per la sua risposta. Il centrosinistra ha vinto le elezioni con un programma di cambiamento, di riforme e soprattutto di cambiamento metodologico. Di fronte ad un ministro della Repubblica che, parlando di una legge dello Stato, afferma che essa non è coerente e che è previsto un ripensamento, ritengo prima di tutto che le leggi debbano essere rispettate da tutti.
Inoltre, passando al merito, anche ponendo che il termine sia ordinatorio (pur se sulla natura del termine, se ordinatorio o perentorio, vi sarebbe molto da discutere), vi sarebbero quarantacinque giorni; quindi, il 15 febbraio scadrebbe la prorogatio per il presidente e il commissario dovrà essere nominato. Il Governo, proprio per dare un senso di forte discontinuità con le metodologie del passato, Pag. 28quando si facevano leggi ad personam, dovrebbe nominare con tempestività il commissario.
Signor ministro, la legge finanziaria è stata approvata dal Parlamento dopo la presentazione di un maxiemendamento approvato dal Consiglio dei ministri. Sarebbe opportuno che, intanto, si nominasse il commissario, anche se i termini sono ordinatori, dato che il 15 febbraio scadono i quarantacinque giorni. Poi, se la legge dovrà essere modificata, sarà il Parlamento ad affrontare il problema.