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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 17,25).
(Problemi occupazionali presso lo stabilimento Eaton di Massa - n. 2-00359)
PRESIDENTE. La deputata Cordoni ha facoltà di illustrare la sua interpellanza Pag. 87n. 2-00359 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
ELENA EMMA CORDONI. Signor Presidente, non vorrei illustrare l'interpellanza, perché credo che il Governo, per rispondermi, l'abbia ben letta! Vorrei aggiungere solo alcuni elementi nuovi rispetto al giorno in cui questa interpellanza è stata presentata.
In questi giorni è stato convocato dal presidente della provincia un tavolo istituzionale, a cui hanno partecipato le organizzazioni sindacali, il management aziendale, insieme all'associazione degli industriali. In quel contesto, è stata sollevata una preoccupazione istituzionale nei confronti di uno stabilimento importante e significativo in un territorio, che ha già conosciuto nel passato profonde ristrutturazioni (mi riferisco a grandi stabilimenti nazionali, come la Dalmine e la Montedison).
Certo, non sarebbe facilmente tollerabile una nuova operazione di dismissioni!
Nel corso di quel confronto le istituzioni ed i sindacati hanno sostenuto che non era più possibile «sfogliare la margherita», perché quello stabilimento nel 2003 contava 570 dipendenti, oggi ne conta 370 e vi sono proposte di ulteriori messe in mobilità!
Il problema, pertanto, è quello di capire il disegno strategico di quest'azienda: si continua a ribadire che non vi è la scelta di abbandonare il nostro territorio e che quello stabilimento è un elemento importante ed essenziale per lo sviluppo di questa multinazionale, ma, anno dopo anno, si continua a «sfogliare la margherita».
Bisognerebbe capire - lo ritengo necessario - se a livello di Governo vi sia un piano, perché questa multinazionale nel nostro paese ha più di uno stabilimento. Inoltre, le sue capacità, i suoi poteri decisionali risiedono negli Stati Uniti d'America. Non sappiamo quale sia la missione di questo stabilimento, se riesca a realizzare quanto ad esso viene proposto dal management e dai veri proprietari.
Comunque in quell'incontro la pressione istituzionale e la minaccia di occupazione dello stabilimento, paventata dalle organizzazioni sindacali, hanno indotto il management locale a chiedere un mese di tempo, periodo entro il quale avrebbe effettuato ulteriori verifiche, assieme ai proprietari dello stabilimento ed a coloro che decidono, per valutare, per l'appunto, se sussistano le condizioni per tornare indietro rispetto all'ultima messa in mobilità che avevano proposto (si trattava di altri cinquanta lavoratori), nonché per ragionare intorno ad una ipotesi di piano industriale.
Tuttavia, non riteniamo, in un territorio come la provincia di Massa Carrara, di avere forza nei confronti di un'azienda multinazionale, che possiede numerosi stabilimenti in Italia. Già adesso non sappiamo quanto il nostro Governo potrà intervenire, proprio perché stiamo parlando di un'impresa di tali dimensioni, ma credo che l'ambito locale non sia sicuramente quello più idoneo per affrontare una discussione di questo tipo.
Ho voluto intervenire, quindi, non solo per aggiungere tali informazioni, ma per sottolineare nuovamente l'oggetto della mia interpellanza. Ribadisco, infatti, la richiesta al Governo di offrirci la possibilità di aprire un confronto anche a livello nazionale.
PRESIDENTE. Il viceministro dello sviluppo economico, Sergio Antonio D'Antoni, ha facoltà di rispondere.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei segnalare che non solo il ministero è a conoscenza delle questioni poste dall'interpellanza in esame, ma che vi sono anche dei precedenti in tal senso. Ricordo, infatti, che il ministro Bersani ha risposto in quest'Assemblea nella seduta del 14 giugno 2006 proprio ad un'interpellanza urgente riguardante lo sviluppo occupazionale di Eaton, che, come è stato già detto, è una multinazionale che ha diversi stabilimenti nel nostro paese.
È chiaro, come precedentemente affermato, che con le multinazionali abbiamo un problema delicato, concernente il fatto Pag. 88che le decisioni vengono assunte in sedi diverse rispetto al nostro paese, quindi ricadono spesso sui territori senza che si possa fronteggiarle in maniera adeguata.
Penso, tuttavia, che debba essere profuso il massimo impegno possibile, affinché si scongiurino ulteriori riduzioni occupazionali e non vengano ulteriormente compromesse le prospettive di sviluppo delle aree interessate. Quindi, impegno sia me stesso, sia l'intero ministero che rappresento in questa sede a dare una risposta positiva alla richiesta formulata nell'interpellanza in oggetto.
Siamo disponibili, infatti, ad aprire il tavolo nazionale che è stato invocato, coinvolgendo tutti gli attori in campo (l'azienda, le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali), al fine di avere chiarezza circa l'intera strategia dell'impresa e cercare di sfruttare al massimo tutto ciò che è in nostro potere, al fine di imprimere un impulso alle prospettive occupazionali dell'azienda stessa e garantire ricadute positive sul territorio.
PRESIDENTE. La deputata Cordoni ha facoltà di replicare.
ELENA EMMA CORDONI. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatta della risposta data. Infatti, ci eravamo prefissati l'obiettivo di aprire un tavolo nazionale di confronto ed il viceministro D'Antoni, per conto del Ministero dello sviluppo economico, ha dato questa disponibilità.
Vorrei soltanto chiedere - anche se il rappresentante del Governo non mi potrà rispondere - che la convocazione di tale tavolo avvenga al più presto possibile, in modo da aggiungere rapidamente un altro tassello a questa vertenza.