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Sull'ordine dei lavori.
MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Intervengo per segnalare una questione che ci preoccupa e che riguarda la declaratoria di inammissibilità di numerose proposte emendative presentate in Commissione sul disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di liberalizzazioni; rischia cioè di ripresentarsi una situazione che abbiamo già vissuto.
In Commissione, gli emendamenti, sulla scorta delle decisioni del presidente, sono stati dichiarati inammissibili in larghissima misura. Noi ci facciamo parte attiva per la segnalare, per l'ennesima volta, alla Presidenza l'incongruenza di questa situazione, dopo che su un provvedimento interviene la scure dell'inammissibilità presidenziale. Mi riferisco al disegno di legge di proroga dei termini che lei sicuramente ricorderà e che ha registrato al Pag. 70Senato, solo in fase di Commissione, circa sei pagine di emendamenti tra aggiuntivi e correttivi.
Ora, noi ci preoccupiamo ancora una volta delle regole di questo ramo del Parlamento, perché - e mi avvio alla conclusione - alcuni emendamenti presentati sono di sostanza, signor Presidente, e riguardano la liberalizzazione, ad esempio in materia di tariffe del gas con riferimento preciso ai consumatori.
Ebbene, gli emendamenti presentati dall'opposizione sono stati dichiarati inammissibili con un criterio interpretativo non riferito alla rubrica della norma, ma probabilmente all'oggetto e al contenuto dell'articolato. Siamo nuovamente daccapo! Infatti, anche sotto questo profilo, la difficoltà di emendare da parte dell'opposizione - ma posso dire anche della maggioranza, considerato che la «strage» ha sicuramente colpito anche numerosi suoi emendamenti - si va ripetendo.
Allora, e concludo, Presidente, le chiedo ancora una volta di investire della situazione il Presidente della Camera, fermo restando comunque che noi, nella Commissione competente, interverremo come gruppi dell'opposizione per segnalare questa ennesima situazione paradossale in forza della quale il decreto-legge è deciso di fatto dal Governo, gli emendamenti non possono costituire - per così dire - l'allargamento anche del confronto su temi importanti, come quello della liberalizzazione che ho già citato, e noi non siamo nemmeno in grado di proporre quelle iniziative sul piano politico - lei mi comprenderà -, che poi, una volta passate al Senato, vengono non dico totalmente, ma in buona misura esaminate in Commissione o in Assemblea, con la situazione che lei può tranquillamente immaginare. La ringrazio per l'attenzione.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Presidente, il tema posto dal collega, in maniera per la verità garbata e molto puntuale, è stato già sollevato in altri tempi e su altri provvedimenti. La preoccupazione che io ora le voglio rappresentare, Presidente, non è solo legata al merito della questione, cioè all'ammissibilità tout-court, così come è avvenuto oggi nella Commissione di merito per il provvedimento a cui faceva riferimento il collega Contento.
Invece, il problema che vorrei sottoporre all'attenzione della Presidenza e che poi potrebbe effettivamente verificarsi è che lo stesso metro di valutazione ai fini dell'ammissibilità o della inammissibilità degli emendamenti non potrebbe essere usato quando ad emendare il provvedimento è lo stesso Governo, se non anche il relatore del provvedimento.
Ciò è già accaduto, Presidente, e noi lo abbiamo sottolineato alla Presidenza anche in altre occasioni. Torno a ripetere: non voglio entrare nel merito; non voglio dire che ci sono degli emendamenti proposti dall'opposizione che non passano, in quanto in Commissione, come diceva il collega Contento, vi sono state anche proposte emendative della maggioranza che non sono state ammesse. Noi ci dogliamo di questo. Tuttavia, la nostra preoccupazione è legata al fatto che potrebbe darsi - come già è accaduto - che la stessa valutazione non venga fatta per gli emendamenti proposti dal Governo o per quelli proposti dal relatore. Infatti, già circola la voce che in quel provvedimento a cui faceva riferimento il collega Contento potrebbe «entrare» tutta una serie di questioni che non sono state definite al Senato. Forse il Governo non riesce a far passare alcune norme in altri provvedimenti e quindi le fa confluire nel provvedimento sulle cosiddette liberalizzazioni, ora all'attenzione della Commissione di merito.
È questo che voglio sottoporre con forza all'attenzione della Presidenza della Camera, al fine di una valutazione equa e uguale per tutti! Altrimenti, potremmo trovarci, come è accaduto in altre situazioni, di fronte ad un decreto-legge con uno certo schema ed una certa ratio, approvati financo dal Presidente della Repubblica, Pag. 71che potremmo licenziare e liquidare in una maniera totalmente diversa rispetto al testo originario.
Era questo che intendevo sottolineare ancor prima che la presidenza della Commissione si pronunciasse sul provvedimento in questione. Mi auguro che, per il futuro prossimo - la prossima settimana sarà esaminato il provvedimento sulle liberalizzazioni - si terrà conto di queste eccezioni e di questi rilievi, alla luce di quanto accaduto in situazioni analoghe.
PRESIDENTE. Intendo innanzitutto ringraziare il collega Contento e l'onorevole Leone per aver posto la questione, che naturalmente riferirò al Presidente della Camera nei termini in cui è stata rappresentata.
Al riguardo, preciso che siamo ancora in fase di esame del provvedimento in Commissione; inoltre, rilevo che la Presidenza segue rigorosamente sempre gli stessi criteri secondo la prassi consolidata già nella precedente legislatura, e, soprattutto, a proposito di ciò che è stato accennato dall'onorevole Contento e sostenuto con particolare forza dall'onorevole Leone, che tali criteri sono fatti valere dalla Presidenza per tutti gli emendamenti, a prescindere da chi sia il presentatore, cioè se sia il singolo parlamentare, il Governo o il relatore.
I criteri di ammissibilità degli emendamenti da parte della Presidenza valgono per tutti! In ogni caso, come ho detto all'inizio, la questione sarà rappresentata al Presidente della Camera.