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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 17,25).
(Iniziative per il contenimento della spesa sanitaria in Puglia - n. 2-00366)
PRESIDENTE. L'onorevole Carlucci ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00366 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 9).
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, signor sottosegretario, parliamo di sanità di cui negli ultimi tempi si è molto discusso, naturalmente purtroppo in modo negativo a causa di alcune vicende giornalistiche che l'hanno posta all'attenzione del pubblico.
Ebbene, pur in presenza di debiti e di disorganizzazione crescenti nel quadro generale della sanità, la regione Puglia, guidata dal presidente Fitto e dalle forze della Casa delle libertà, ha rappresentato uno dei pochi esempi di buona gestione, attenta a coniugare le esigenze di bilancio ed efficienza dei servizi; meriti, che poi sono stati implicitamente riconosciuti dal Governo del centrosinistra, che, infatti, nel giugno 2006 ha escluso la Puglia dalle regioni che rischiavano di dover aumentare l'Irpef e l'Irap, per avere «sforato» la spesa sanitaria del 2005, mentre esponenti dell'attuale maggioranza nella regione Lazio hanno più volte parlato di una «cura Fitto» per risanare il proprio bilancio regionale.
Viceversa, la giunta Vendola, che è andata al governo con lo slogan «riapriamo gli ospedali chiusi da Fitto», ha da tempo avviato la spirale perversa del disavanzo sanitario; sempre a giugno 2006 è stato reso noto che lo sforamento del primo trimestre dello stesso anno avrebbe assorbito l'intero incremento del fondo sanitario regionale per il 2006, pari a 195 milioni di euro, mentre l'incremento della spesa sanitaria regionale cresceva del 21,7 per cento, a fronte del 12,5 per cento di incremento della media nazionale.
Di fronte ad un deficit crescente, valutato dal piano salute pugliese, appena emanato, in 335 milioni di euro, nel provvedimento sull'esercizio finanziario provvisorio regionale - la legge n. 39 del 2006 -, all'articolo 5, si prevede il taglio delle aziende sanitarie locali da 12 a 6 e la nomina di commissari e subcommissari: si dimezzano le aziende sanitarie locali, privando i cittadini di servizi essenziali e si moltiplicano contemporaneamente nomine e poltrone; infatti, il paradosso vuole che lo stesso Vendola dichiari che l'obiettivo «più importante» - di tale piano - «è rompere la solitudine del malato, del cittadino di fronte a una rete della salute labirintica»; ovviamente detto piano, a quanto pare, passa per il dimezzamento delle strutture.
Se lo stato finanziario del sistema sanitario della regione Puglia non deve considerarsi ancora drammatico, soprattutto confrontandolo con altre realtà, preoccupanti sono, tuttavia, le condizioni politiche della giunta pugliese, con il progressivo degrado dei servizi sanitari, del quale ogni giorno giungono segnalazioni da operatori e cittadini. Per quel che riguarda il primo Pag. 101aspetto, la stessa Rifondazione Comunista non condivide molte delle scelte in materia di sanità del governatore Vendola, la Margherita non partecipa più ai lavori del consiglio regionale, i Comunisti Italiani non partecipano alle riunioni di maggioranza, i Democratici di sinistra attaccano su tutti i fronti e l'Italia dei Valori, a giorni alterni, attacca su tutte le questioni. Quanto al secondo aspetto, talune vicende sarebbero paradossali se non fosse che, trattandosi di sanità, sono drammatiche, perché si parla della salute e dei problemi dei cittadini; la «perla» arriva dall'azienda sanitaria locale Taranto 1, che ha assunto un consulente esterno - che, peraltro, non proviene nemmeno dalla regione Puglia - a 50 mila euro, per «liberare» la stessa regione Puglia dalle «consulenze esterne»; sempre a Taranto i sindacati, - cioè la stessa macchina organizzativa che ha sostenuto Vendola nella campagna elettorale - parlano di «gestioni organizzative sconclusionate e nocive» e di «assenza di trasparenza negli atti».
Nonostante la Puglia abbia un rapporto infermieri-abitanti inferiore a quello italiano, che, peraltro, è inferiore a quello europeo (5,4 infermieri per abitante, rispetto al 6,9 comunitario), si continuano a rimandare, di mese in mese, i concorsi per l'assunzione di nuovi infermieri, mentre si prevede di non rinnovare il contratto in scadenza agli infermieri precari: sono 400 nel solo ospedale Fazzi di Lecce quelli che andranno a casa il 30 giugno 2007.
Nelle aree del brindisino, dove si voterà ad aprile 2007 per le elezioni amministrative, si aprono e chiudono reparti, si sperimentano day hospital, ma a Brindisi viene negata l'apertura di una nuova sala di neurochirurgia, nonostante richieste di intervento da parte di 800 pazienti, né abitualmente si trova posto a geriatria o a medicina generale; si pensi poi ai 22 ospedali mai finiti in Puglia, con un costo già sostenuto di quasi un miliardo di euro. Quest'ultima è la cosa più incredibile: ci sono state persone sottoposte al balletto e al movimento degli infermieri mentre erano al pronto soccorso. Infatti, a Taranto gli addetti al 118 devono fornire assistenza terapeutica al pronto soccorso, ma contemporaneamente rispondere alle chiamate di urgenza. Quindi, si rischia di essere «mollati» nel bel mezzo di una terapia d'urgenza, perché l'infermiere deve correre altrove a guidare l'ambulanza del 118.
Sempre a Taranto il pronto soccorso dell'ospedale Moscati è stato spostato 4 volte, ma non se ne conoscono i costi: attualmente si trova in un ambiente malsano, umido, illuminato dalla sola luce artificiale; però, l'azienda sanitaria locale ha siglato una convenzione con Israele «per le emergenze» (non si comprende se le emergenze di Israele o della Puglia), con l'ovvio codazzo di viaggi all'estero.
A nostro avviso, insomma, complessivamente riemerge la gestione clientelare contro cui la precedente giunta regionale si era battuta e contro la quale non si vede a cosa possa servire realmente aumentare il ticket per le visite specialistiche o tentare di introdurre un ticket del «pronto soccorso» ovvero ridurre la redditività delle case farmaceutiche, in caso di sforamenti di spesa o denunciare i medici per sovraprescrizioni.
Dunque, noi vogliamo chiedere al sottosegretario se il Governo non intenda esercitare i poteri riconosciuti dalla legge n. 311 del 2004, al fine di individuare gli interventi necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico e del contenimento della dinamica della spesa sanitaria nella regione Puglia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Antonio Gaglione, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO GAGLIONE, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, onorevole Carlucci, onorevoli deputati, in merito alla situazione economica e finanziaria della regione Puglia, si precisa che la regione stessa ha garantito l'equilibrio economico finanziario fino all'anno 2005, ai sensi del comma 174dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 331 e altresì Pag. 102sono stati garantiti fino al 2004 la qualità delle prestazioni e il contenimento della spesa, mentre sono ancora in corso di valutazione presso il tavolo tecnico di verifica degli adempimenti, istituito ai sensi dell'articolo 12 dell'accordo Stato-regioni del 23 marzo 2005, il bilancio consuntivo regionale relativo all'anno 2005.
La data di scadenza per la comunicazione al sistema informativo sanitario del ministero della salute dei modelli riepilogativi regionali coincide con la giornata odierna, vale a dire il 15 febbraio dell'anno successivo a quello di riferimento. Solo successivamente, pertanto, potrà essere effettuata la procedura di verifica e quindi gli eventuali interventi invocati nell'interpellanza.
Sulla situazione gestionale e organizzativa della società pugliese si ritiene opportuno comunicare gli elementi forniti dal competente assessore.
L'assessorato alla politica della salute sta procedendo alla verifica dei modelli preconsuntivi del quarto trimestre dell'anno 2006; solo successivamente sarà possibile, da parte della regione, definire l'eventuale disavanzo delle aziende sanitarie. È stato sottolineato, a tale proposito che la sottostima del fondo sanitario nazionale nell'anno 2006, operato dal precedente Governo, e quantificata in 10 milioni di euro dallo stesso Documento di programmazione economico-finanziaria, ha inciso notevolmente sui conti di tutte le regioni, nonostante l'intervento successivo dell'attuale esecutivo con un incremento del fondo pari a 2 milioni di euro.
Gli orientamenti del governo Vendola vanno nella direzione di rimediare alla situazione di scarso livello assistenziale creatosi in precedenza nella regione, che ha determinato un sottodimensionamento sia degli operatori del settore, che in Puglia ammontano a complessive 35 mila unità, contro le 57 mila presenti in regioni con uguale popolazione (Emilia Romagna) o addirittura con popolazione inferiore (Toscana), che dei posti letto attivi, i quali risultano inferiori sia alla precedente programmazione che agli standard nazionali (4,5 posti letto per mille abitanti), in mancanza, peraltro, di soluzioni alternative sul territorio, alimentando, in tal modo, la mobilità dei cittadini pugliesi verso strutture sanitarie di altre regioni.
Per ovviare a tali carenze, la regione, con proprie leggi, emanate nel secondo semestre dell'anno 2005, ha provveduto ad autorizzare le aziende a bandire ed espletare i concorsi per i profili professionali più carenti nelle dotazioni organiche (ad esempio, gli infermieri professionali). L'assessore ha precisato, inoltre, che, al fine di fronteggiare eventuali situazioni di criticità nell'assicurare i livelli essenziali di assistenza, dovute anche alla programmazione del precedente Governo, con la legge regionale 8 agosto del 2006, n. 26, le direzioni generali sono state autorizzate a disporre, nelle more dell'adozione del piano sanitario regionale, l'attivazione di ulteriori attività o trasferimenti di sede, fermi restando i vincoli posti dagli standard nazionali e dalle esigenze di equilibrio economico.
L'assessorato ha ribadito che la nuova programmazione regionale è orientata verso il superamento delle rilevanti criticità emerse dai precedenti piani sanitari regionali.
Infine, in merito all'operato di taluni direttori generali, è stato precisato che la regione verificherà, anche attraverso indagini amministrative effettuate dal proprio nucleo ispettivo, l'attività gestionale delle aziende.
Con la legge regionale del 28 dicembre 2006, n. 39, sono state costituite le ASL provinciali di Bari, Foggia e Lecce; si è provveduto alla nomina dei commissari straordinari e alla cessazione dell'incarico di 9 direttori generali, dando applicazione al decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 502 che prevede l'articolazione del servizio sanitario regionale, di norma, con una ASL per provincia. Per i direttori generali delle ASL di Brindisi e Taranto, essendo prossima la scadenza dei diciotto mesi del rispettivo mandato, ai sensi del decreto legislativo citato, una commissione regionale verificherà le attività poste in essere per il raggiungimento degli obiettivi, Pag. 103assegnati a ciascuno con il provvedimento di incarico e con il documento di indirizzo economico funzionale annuale, fra i quali è prioritario il raggiungimento dell'equilibrio economico finanziario.
La regione ha affermato che è assolutamente fantasiosa la notizia per cui nella regione Puglia vi sarebbero ventidue strutture ospedaliere non completate e finanziate per un supposto importo di quasi un miliardo di euro. È, invece, vero che è in corso il completamento unicamente dei nuovi ospedali di Altamura e dell'IRCCS oncologico Giovanni Paolo II di Bari.
In ultimo, il Ministero della salute precisa che, con riferimento ai fondi previsti dall'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, la regione Puglia ha presentato, in occasione di recenti contatti intercorsi con questo ministero, un elenco di quarantuno interventi da attuare nell'ambito dell'edilizia sanitaria, che dovranno essere inseriti in una formale proposta regionale di accordo di programma. Si ritiene necessario, inoltre, osservare che il comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, istituito presso questa amministrazione, ha valutato gli indicatori della regione Puglia in evidente processo di miglioramento.
PRESIDENTE. La deputata Carlucci ha facoltà di replicare.
GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, non sono soddisfatta della risposta del sottosegretario, perché ci rimanda ad una serie di dati e di verifiche che avverranno nel corso dell'anno, quindi nel secondo semestre del 2007.
Lei parla di qualità di prestazioni, ma ci tengo a farle sapere che, chiamando uno qualunque degli ospedali dell'area di Brindisi o di Taranto, per un screening mammario viene indicata la data del febbraio 2008 e lo stesso dicasi per una TAC, mentre per una visita senologica ci vogliono sette mesi e lo stesso tempo per una visita di neurochirurgia.
Lei ha parlato, invece, del problema del sottodimensionamento del personale: quindi, siamo felici perché, probabilmente, i quattrocento infermieri a rischio dell'ospedale Fazzi di Lecce non andranno a casa a giugno, ma verranno riassunti. Si tratta, dunque, di una buona notizia per gli amici dell'ospedale Fazzi che ci stanno ascoltando!
Mi sembra comunque strano che siano passati due anni da quando Vendola è stato eletto presidente della regione Puglia. Noi sappiamo che anche lei, sottosegretario Gaglione, era presente, insieme al presidente Vendola, su tutti i media della Puglia (giornali e telegiornali), per raccontare quanto fosse pessima la sanità in Puglia e come la gente perdesse addirittura la vita, quasi fosse colpa del presidente Fitto in persona! Vediamo, invece, come in questi due anni, in cui abbiamo pazientemente atteso di ricevere qualche segnale di cambiamento, non è successo nulla, tranne il fatto che sono stati aperti, come abbiamo detto più volte, alcuni day hospital in luoghi dove si sa, notoriamente, che tra poco si voterà. Ci sembra, quindi, che non sia questo il modo di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Sappiamo che il presidente Vendola ha riaperto il reparto di ostetricia dell'ospedale della sua città natale, Terlizzi, così come il senatore Latorre (il braccio destro di D'Alema) ha aperto il reparto di ostetricia a Fasano. Allora, non ci sembra che queste siano le risposte da dare ai cittadini!
Sono oltremodo preoccupata - e lo sono anche tutti i cittadini pugliesi - perché ho saputo del vostro ben architettato blitz al Senato con il quale avete soppresso il ticket di 10 euro sulle ricette. Molto bene; contemporaneamente, però, avete stabilito di affidare alle regioni il compito di individuare, concertandole con il Governo, nuove modalità alternative di compartecipazione alla spesa sanitaria. Dunque, abbiamo capito bene: da una parte togliete il ticket, ma ve lo riprenderete in qualche altro modo!
Siamo preoccupati, inoltre, perché vogliamo capire quale sarà il metodo di compartecipazione che verrà adottato dal presidente Vendola. Abbiamo il forte timore, dunque, che tale compartecipazione Pag. 104alla spesa sanitaria della regione Puglia venga realizzata chiudendo qualche reparto d'ospedale di qualche città amministrata dal centrodestra.
Insomma, a voi affidiamo questa nostra preoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!