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Si riprende la discussione (ore 14,22).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2201-A)
PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, sono stati esaminati gli ordini del giorno presentati.
Passiamo, dunque, alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ricordo che, a trenta secondi dallo scadere del termine, avviserò con la campanella che l'intervento è arrivato pressoché alla sua conclusione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.
Le ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione.
GIORGIO LA MALFA. Presidente, onorevoli colleghi, porre la fiducia su un testo di legge è sempre una prova di debolezza, specialmente se si hanno, come in questo caso, settanta deputati in più rispetto all'opposizione.
La questione di fiducia è in genere un segno di divisioni nella maggioranza e voi siete divisi tra statizzatori e liberalizzatori, fra chi vuole più spesa pubblica e chi vuole più mercato ed efficienza. Tutti i giorni, Padoa Schioppa deve difendere il Tesoro da assalti nella condizione difficile in cui è. Per questo il decreto-legge, che è oggi all'esame delle Camere, non è particolarmente importante e non risolverà le vostre difficoltà.
Ma in queste ore, onorevoli colleghi, il problema di fronte al quale si trova l'Italia è ormai un altro. Il problema grave davanti al quale ci troviamo è la posizione internazionale del nostro paese.
Mai, dico mai, signor Presidente della Camera, nella storia della Repubblica, l'Italia ha ricevuto critiche pubbliche dai governi dei paesi amici, dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dall'Olanda. Nel giro di poche ore, ieri, tutti questi paesi hanno dichiarato il loro dissenso rispetto al modo in cui l'Italia ha risolto in Afghanistan la questione della liberazione dell'ostaggio Mastrogiacomo.
Signori della maggioranza, avete fatto dei talebani, che sono dei terroristi, degli interlocutori del Governo. Qui, ieri, avete dichiarato che avete soddisfatto le loro condizioni. Avete preteso dal Governo dell'Afghanistan la liberazione di terroristi. E la stampa internazionale di questa mattina è piena di attacchi all'Italia, in cui si dice che l'Italia ha messo in pericolo, con il rischio di nuovi rapimenti, non solo altri italiani, ma anche altri giornalisti.
Onorevoli colleghi, avete messo in pericolo la sicurezza dei soldati italiani, che rappresentano il nostro paese nel mondo, avete messo in pericolo la sicurezza dei Pag. 84giornalisti di tutto il mondo: lo avete fatto, signor Presidente del Consiglio, perché avevate paura che se non liberavate l'ostaggio prima del voto sull'Afghanistan al Senato vi si sarebbe squagliata nelle mani la vostra maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
Il problema non è il decreto-legge, ma il fatto che quella crisi di governo, rinviata quindici giorni fa, deve riaprirsi e dare luogo a un diverso Governo che, come i repubblicani chiedono, possa restituire credibilità e serenità al nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
Le ricordo che ha cinque minuti di tempo a sua disposizione
SEBASTIANO NERI. Presidente, onorevoli colleghi, il voto di oggi è stato preceduto da un voto di fiducia al Governo, che rispondeva forse nelle intenzioni del Governo stesso ad una esigenza tecnica di abbreviazione dei tempi, ma, come ha già detto il collega La Malfa, denunziava palesemente uno stato di debolezza politica; e però nel momento stesso in cui la fiducia è stata chiesta si apre, oltre all'esame del merito del provvedimento, anche la valutazione politica della condotta di questo Governo, non soltanto con riferimento al provvedimento in esame, ma anche con riguardo alla complessa attività che il Governo dovrebbe svolgere nell'interesse del paese.
Questo decreto-legge è stato divulgato dai media come un provvedimento sulle liberalizzazioni. Qui le cose sono due: o ci hanno insegnato cose diverse in economia su ciò che si deve intendere per liberalizzazioni, oppure assistiamo all'ennesima mistificazione terminologica in un provvedimento che non costituisce affatto una liberalizzazione del mercato, ma che contiene, accanto anche da alcune misure condivisibili in difesa dei diritti dei consumatori, alcuni contentini a quella sinistra radicale che continua a condizionare le scelte politiche del Governo. Qui si inseriscono, per esempio, tutti i provvedimenti che modificano la realizzazione delle infrastrutture e la TAV in primo luogo.
L'impressione è che questa montagna non stia partorendo un topolino, ma che a stento abbia qualche doglia, dalla quale non sappiamo cosa verrà fuori.
Manca in questo decreto-legge, di cui ci apprestiamo ad approvare la conversione in legge, una strategia politica ed economica; manca un'organica visione delle dinamiche di mercato; manca la capacità di vedere nel paese quali debbano essere le prospettive di sviluppo.
Paradossalmente, nel momento in cui si parlava di liberalizzazioni, è stata negata l'ammissibilità di un ordine del giorno del Movimento per l'autonomia, che invitava a rivedere la politica della localizzazione delle case da gioco che, essendo sempre collegate a località di grande richiamo turistico, costituiscono un grande volano per lo sviluppo di quelle attività.
È stata negata, inoltre, l'approvazione di un altro ordine del giorno del Movimento per l'autonomia, che intendeva promuovere la realizzazione di una politica fiscale di attenzione per le zone dell'obiettivo 1, ossia non solo la Sicilia, la Puglia e la Sardegna, ma l'intero Meridione d'Italia. Si trattava di un ordine del giorno che aveva lo stesso spirito di uno che era già stato recepito dal Governo in sede di esame della legge finanziaria e che, evidentemente, fa registrare la memoria corta di un Governo che non sa il lunedì quello che ha fatto la domenica.
Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, di quali liberalizzazioni stiamo parlando? Vogliamo spacciare per liberalizzazioni soltanto l'abolizione del costo fisso che era imposto per ricaricare i telefonini o per poter fruire dei servizi con carte ricaricabili o il diritto di recedere dal contratto di assicurazione annualmente Pag. 85anziché poliennalmente? Credo che questa sia davvero una capacità di nascondersi dietro le piccole cose, perché si è incapaci di fare quelle grandi.
Forse, l'unica questione che stiamo liberalizzando sono gli scambi, quelli tra prigionieri e terroristi, in distonia con la linea di rigore adottata sul territorio nazionale con lusinghieri risultati. Alle famiglie italiane non è mai stato consentito scambiare i loro cari presi come ostaggi dai delinquenti con qualche prigioniero, più o meno politico, detenuto nelle nostre patrie galere. Alle famiglie italiane non è consentito nemmeno pagare il riscatto. Noi, invece, consegniamo alla loro attività pericolosissimi terroristi che hanno creato una situazione di grave pregiudizio per il paese, in dispregio della sicurezza e della vita, anche dei militari italiani, e invitiamo tali terroristi al tavolo della pace.
PRESIDENTE. La prego...
SEBASTIANO NERI. Credo che il paese sia stato esposto al ridicolo per le vicende di politica internazionale e che debba saper sorridere amaramente di un provvedimento che è esattamente il contrario di quello che dice di essere. Per questi motivi, annunzio il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi quella che viene mortificata è l'essenza stessa della democrazia, che trova la sua massima espressione nel confronto di idee e nel dibattito.
Il voto di fiducia appena ottenuto nega tutto ciò e relega il Parlamento a mero luogo di conferma di quanto deciso nelle stanze del Governo, facendo venir meno il principio della separazione dei poteri.
Con la richiesta, per la sedicesima volta, della fiducia, il Governo si è in pratica sostituito al Parlamento, legiferando al suo posto, ma si tratta solo di un accanimento terapeutico. Infatti, quando la fiducia viene chiesta non in un solo, decisivo momento politico, ma in maniera continuativa, si dimostra per ciò che è: un atto di debolezza, e non di forza o di compattezza, della maggioranza.
Nel caso in esame, quello delle cosiddette fasulle liberalizzazioni, la posizione della questione di fiducia è, allo stesso tempo, un salvagente ed una maschera. Essa serve, infatti, non solo a tenere in piedi l'Unione, ma anche a nascondere il fatto che, tra quanti voteranno a favore, esistono differenze tanto grandi da non poter affrontare un voto liberamente espresso. Ciò è già sufficiente per esprimere un deciso «no» al cosiddetto decreto Bersani, con un giudizio politico di netta condanna per una maggioranza tenuta insieme dal collante del potere.
Signor Presidente, sono sei mesi che il Governo inonda il Parlamento di provvedimenti omnibus come l'ultima legge finanziaria, composta da oltre 1.300 commi, la quale, per ampiezza e pluralità di interventi settoriali, ha impedito che si svolgesse un sereno confronto tra maggioranza ed opposizione.
È forse utile ricordare all'Esecutivo che, a tre mesi di distanza dall'approvazione della legge finanziaria per il 2007, egli deve ancora emanare circa 300 provvedimenti amministrativi per rendere efficaci numerose disposizioni approvate; senza dimenticare, naturalmente, che l'Unione europea non ha ancora dato il via libera ad alcuni interventi, come la riduzione del cuneo fiscale, che risultano essere centrali nella manovra economica predisposta dal Governo. Tale modo di legiferare, attraverso provvedimenti che contengono di tutto e di più e che richiedono altri provvedimenti amministrativi «a valle», genera solamente confusione ed incertezza.
Ricordo che, in questi giorni, l'opposizione ha messo in forte difficoltà il Governo e la maggioranza con un'azione puntuale e precisa, che avete voluto stroncare ponendo la questione di fiducia ed accusando la Casa delle libertà di ostruzionismo. Pag. 86Ogni cosa che fa emergere le contraddizioni del centrosinistra viene bollata come «ostruzionismo», mentre all'epoca in cui al governo vi era la Casa delle libertà, iniziative concrete per lo sviluppo economico ed occupazionale diventavano oggetto di campagne sconsiderate e di inaudita violenza verbale sia in Parlamento, sia nel paese.
L'Esecutivo vuole imbavagliare le critiche mosse dal centrodestra alle liberalizzazioni fasulle. Come si ricorderà, uno dei dodici punti del Presidente Prodi faceva riferimento proprio alla prosecuzione dell'azione di liberalizzazione e di tutela del cittadino-consumatore nell'ambito dei servizi e delle professioni.
Vorrei però osservare che nessun provvedimento, nel nostro paese, può avere diritto alla definizione di «liberalizzazioni» se non mette mano ai grandi monopoli, come le aziende municipalizzate, che rappresentano il cuore ed il motore del potere del centrosinistra in Italia, le cui articolazioni, comunali e regionali, hanno tuttavia riflessi determinanti sull'assetto e sulle distorsioni del mercato a livello nazionale.
Tuttavia, neanche adesso le finte liberalizzazioni del Governo Prodi riescono ad intaccare la cristallizzazione di potere economico e politico nelle grandi catene di distribuzione cooperativistiche, le quali oggi sono addirittura maggiormente avvantaggiate, grazie alla concessione di vendita di farmaci e di idrocarburi!
Il Governo Prodi ha tentato di sedurre il pubblico italiano con la misura dell'abolizione, per decreto, dei costi delle ricariche telefoniche. Il nostro pensiero è che si tratta certamente di una norma che, marginalmente, contribuisce alla trasparenza dei rapporti con i consumatori, ma non vi è dubbio che con le vere liberalizzazioni centra poco o nulla! Comunque, non vorremmo essere fraintesi: tutto ciò che avvantaggia i cittadini, e quindi i consumatori, ci vede favorevoli.
Ricordo che, con l'articolo 11 del decreto-legge in esame, l'Esecutivo ha previsto una nuova tassa per l'avvio della cosiddetta Borsa del gas, contrabbandadola come una liberalizzazione. Si tratterebbe, dunque, di un articolo che aiuterebbe l'approvvigionamento al miglior prezzo del tanto prezioso metano.
Nulla di più falso! Anche i bambini, infatti, sanno bene che il metano viene fornito al nostro paese, in condizioni di ferreo duopolio, esclusivamente da Russia ed Algeria. Questo è il vero nodo del gas: si tratta di un problema fondamentale per il nostro paese, ma che il Governo non affronta assolutamente con l'articolo in oggetto.
Il Presidente Prodi è al corrente che, l'estate scorsa, Russia ed Algeria hanno ufficialmente firmato un accordo di cartello, ovvero un impegno per cui questi due paesi decidano di concordare quantità e prezzi di vendita del rispettivo gas? Che cosa ha fatto il Governo per assicurare il gas agli italiani, oltre a scrivere questo inutile articolo 11? Niente!
Vorrei inoltre osservare che, con l'adozione del successivo articolo 12 del decreto-legge in esame, l'Esecutivo consolida la tendenza ad annullare, unilateralmente, contratti e concessioni. La revoca delle concessioni per alcune linee ad alta velocità - come, ad esempio, la tratta Milano-Verona, la linea Milano-Genova ed altre ancora nascondono l'obiettivo di abbandonare o rallentare il progetto di ammodernamento del sistema ferroviario, perseguito da tutti i paesi comunitari.
Quello del risparmio è un falso obiettivo: il ministro Bersani sa bene che per quelle linee il prezzo non era stato ancora definito e che le ferrovie avrebbero dovuto stabilirne la congruità. Per certo vi sarà il pagamento di un miliardo di euro di penali: perché o, meglio, per chi?
Non a caso per quattro anni, dal 1996 al 2000, il Governo Prodi con gli stessi ministri ha mantenuto in piedi queste concessioni, revocandole solo quattro mesi prima delle elezioni nel 2001.
Se il ministro Bersani ritiene che i costi delle tratte già iniziate siano elevati e fuori mercato, può chiedere informazioni al Presidente del Consiglio che, in qualità di Pag. 87allora presidente dell'IRI, gestì alcune tratte dell'alta velocità, tra cui la Roma-Napoli.
La verità è un'altra, ossia quella di ritenere - sbagliando - l'alta velocità una infrastruttura inutile e costosa, marginalizzando così il paese dinanzi alle grandi reti di trasporto est-ovest e nord-sud, che l'Unione europea ha ritenuto, invece, prioritarie. In ogni caso, si tratta di una decisione grave che, ovviamente, non ha nulla a che vedere con le liberalizzazioni.
L'articolo 13 del decreto-legge introduce una sorta di controriforma della riforma Moratti in particolare per quanto attiene alla formazione professionale. Cosa c'entra la riforma della scuola con le liberalizzazioni? È possibile che nemmeno gli studenti e le famiglie ne siano informati? Francamente, è inaccettabile!
È stato ricordato da molti colleghi, anche dell'attuale maggioranza, come non si possa continuamente riformare la scuola a seconda del Governo in carica. Non possiamo giocare in questo modo con il destino degli studenti e delle famiglie.
Signor Presidente, vorrei concludere l'intervento citando la parte più negativa di questo provvedimento: essa consiste, paradossalmente, in ciò che non vi è scritto. I veri santuari delle situazioni economiche di oligopolio e di rendita di posizione escono da questa mitica lenzuolata di liberalizzazioni gloriosamente e splendidamente intoccati ed intoccabili. Sarà, forse, un caso che molti autorevoli esponenti di questi settori economici siano vicini - o almeno non sono lontani - all'attuale Governo. Tutti gli anacronistici e ingiusti privilegi delle cooperative vicine alla sinistra rimangono assolutamente integri; semmai, vengono ulteriormente aumentati. Per non parlare dei vantaggi derivanti dalle posizioni di monopolio delle aziende pubbliche locali da cui il centrosinistra tradizionalmente trae linfa per il suo sistema di potere e per la collocazione del suo personale politico con consigli di amministrazione e organi di gestione faraonici a spese di tutti i cittadini.
Signor Presidente, queste sono le ragioni principali del voto contrario del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista su questo provvedimento e, innanzitutto, su questo confuso modo di legiferare (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Affronti. Ne ha facoltà.
PAOLO AFFRONTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, a nome del gruppo Popolari-Udeur preannuncio il voto favorevole su questo disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese.
Già dal titolo del provvedimento, al di là di ogni semplificazione, emerge la prima positiva osservazione di merito. In esso, infatti, si coniugano sviluppo economico ed equità sociale, attuando così uno degli impegni che i Popolari-Udeur avevano assunto al momento della firma del programma dell'Unione.
Nel merito vorrei, anzitutto, sottolineare come il provvedimento contenga interventi, che nella maggior parte dei casi non potevano essere elusi e che rispondono a bisogni reali del paese. Non potevano essere elusi perché era necessario uniformarsi alle direttive europee riguardanti le liberalizzazioni del mercato del lavoro. Tale provvedimento risponde, infatti, ai bisogni del paese nel momento in cui si pone al centro dell'intervento legislativo il cittadino consumatore, garantendogli più libertà di scelta, e nel momento in cui si imposta da parte del Governo una nuova politica di giustizia sociale.
Quello del Governo è un segnale politico molto forte. Noi consideriamo il cittadino come un produttore di reddito tramite il suo lavoro, ma anche quale consumatore.
Il nostro obiettivo è creare, intorno alla sua figura, l'unione di diritti e doveri di fronte al mercato, che noi vogliamo sempre più aperto e civile.
Sono i cittadini che hanno chiesto, in buona parte, questi provvedimenti; noi, Pag. 88come maggioranza, siamo stati determinati sin dall'inizio della nostra esperienza di Governo a fornire questi strumenti fondamentali di libertà e di equità agli italiani.
In questi mesi, come coalizione di centrosinistra, ci siamo impegnati con successo a raddrizzare i conti della finanza pubblica attraverso misure strutturali. La lotta all'evasione fiscale sta già dando i suoi frutti, che permetteranno di diminuire la pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie.
Per queste ultime, oltre ai provvedimenti assunti con la legge finanziaria, noi Popolari-Udeur auspichiamo al più presto possibile provvedimenti sulle pensioni minime e sull'ICI per la prima casa. La diminuzione della pressione fiscale anche sulle imprese e misure quali quelle che oggi noi stiamo per approvare aiuteranno a rendere duraturi i benefici ed i risparmi per i cittadini.
Giunti alla fine della discussione di questo importante provvedimento, vorrei esprimere la nostra soddisfazione per come si è svolto il dibattito in Commissione; un ringraziamento va rivolto al relatore, ai componenti la X Commissione ed ai funzionari. Era prevedibile che un disegno di legge di tale portata avrebbe determinato una discussione ampia ed articolata in Assemblea, con altrettanto prevedibili contestazioni e incomprensioni. È stato un dibattito a tratti aspro, comunque costruttivo ed utile, che ha portato anche ad accogliere una serie di nostre proposte migliorative.
A tale riguardo, il comportamento dei colleghi dell'opposizione non è parso univoco. Da un lato siamo riusciti sempre a mantenere aperto il dialogo con alcuni di loro trovando, attraverso il confronto, le soluzioni di equilibrio più avanzato; siamo stati peraltro disponibili ad accogliere i contributi migliorativi della minoranza, tanto da approvare talune loro proposte emendative. Dall'altro lato, tuttavia, nell'ultima fase del dibattito il centrodestra ha attuato un ostruzionismo che noi riteniamo inopportuno.
È comunque sempre nostra intenzione cercare un confronto con l'opposizione, che renda più produttivo il lavoro di quest'Assemblea.
Per entrare nel merito, vorremmo sottolineare l'impostazione di gradualità che abbiamo voluto conferire al decreto grazie ad alcuni nostri interventi emendativi. Nel settore delle assicurazioni siamo riusciti a correggere l'effetto, probabilmente indesiderato, che sarebbe derivato dall'individuazione del contraente. Si correva, infatti, il rischio che una stessa persona avrebbe potuto stipulare un numero indefinito di nuovi contratti facendo valere la classe di merito risultante dal suo attestato di rischio; ciò avrebbe reso il sistema bonus-malus privo di alcun senso. Con la nuova formulazione, da noi proposta, si potranno soddisfare meglio le legittime aspettative dei conviventi del nucleo familiare, che decidano di acquistare un autoveicolo. Abbiamo poi ottenuto che fosse rispettato il principio della gradualità nell'attuazione della nuova normativa, con vantaggi per l'assicurato, per gli agenti e per le compagnie di assicurazione.
Ricordiamo poi che, con questo decreto, si avranno tempi più celeri per avviare un'attività produttiva: basterà una dichiarazione unica che attesti i requisiti di conformità dell'impianto. A questo riguardo il nostro auspicio è che si riesca ad apprestare un testo unico, che abbini le misure proposte da questo decreto con quelle recate dalla proposta di legge di cui sono cofirmatario, alla quale la Commissione attività produttive della Camera ha già espresso il proprio parere positivo.
Per quanto riguarda, poi, le liberalizzazioni delle professioni, con una nostra proposta emendativa riguardante il comparto delle guide turistiche, siamo riusciti a contemperare l'intento liberalizzatore con la salvaguardia delle esigenze della categoria, assicurando professionalità e verifica delle competenze sul territorio dal punto di vista sia scientifico, sia linguistico. Tale intervento è molto importante in un settore strategico quale quello del turismo in Italia.Pag. 89
Nell'ambito poi della valorizzazione dell'autonomia scolastica abbiamo ritenuto importante estendere l'accreditamento non solo alle strutture della formazione professionale, come enunciate da un decreto del 2005, ma anche ai soggetti della formazione professionale, che operano nell'ambito della qualifica triennale e del diploma formativo conseguito al quarto anno.
Grazie ad un nostro ordine del giorno, che mi vede primo firmatario, ma sottoscritto anche da autorevoli rappresentanti di entrambe gli schieramenti e approvato dall'Assemblea, si impegna il Governo ad estendere alle strutture formative senza scopo di lucro, riconosciute con apposito decreto del Ministero della pubblica istruzione, e alle scuole paritarie quanto è previsto in termini di agevolazioni delle donazioni per le istituzioni scolastiche statali.
Per onestà dobbiamo dire, però, che vi sono aspetti del decreto che non ci hanno del tutto convinti, ad esempio per quanto riguarda i criteri per la determinazione dell'indennizzo nel caso la revoca dell'atto amministrativo incida su preesistenti rapporti negoziali con privati. Nello specifico stiamo parlando, per essere chiari, della revoca delle concessioni relative alla TAV.
Noi avevamo presentato un emendamento per sopprimere il comma, trasformato in un ordine del giorno appena approvato, in cui il Governo si impegna a rivalutare la questione. Il nostro timore è infatti che si creino ampi contenziosi, che possano compromettere la stessa realizzazione di un'opera strategica e necessaria per il nostro paese come può essere la TAV.
In conclusione, l'UDEUR è consapevole che la strada da percorrere per le liberalizzazioni sarà ancora lunga, così come resta quale punto fondamentale la discussione sul riordino del sistema delle professioni. Siamo sicuri che anche questo impegno sarà onorato di concerto con i ministri competenti. L'agenda del Governo è ricca sotto questo punto di vista e la maggioranza ha già dimostrato di saper dare risposte alle esigenze dei cittadini. Bisognerà quindi mettere mano a quei settori, che in Italia ancora sfuggono al libero mercato e operano tuttora in regime di scarsa concorrenza, come quelli dei servizi, in particolare quelli pubblici locali.
Va infine sottolineato che è davanti agli occhi di tutti la lentezza della burocrazia, quindi il modo attuale di gestire la pubblica amministrazione deve necessariamente cambiare. Dunque, signor Presidente, diciamo che noi siamo convinti che la strada intrapresa dall'esecutivo sia quella giusta. È per questo che noi Popolari-UDEUR voteremo con convinzione questo provvedimento nel suo impianto complessivo (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trepiccione. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE TREPICCIONE. Grazie, Presidente. Il disegno di legge che ci apprestiamo a votare rappresenta una grande opportunità per il paese, perché introduce importanti novità legislative, tese ad eliminare alcuni ostacoli, che limitano lo sviluppo economico, i diritti dei consumatori e la concorrenza.
Le misure in esame intervengono essenzialmente a tutela dei cittadini per ridurre e semplificare gli innumerevoli adempimenti amministrativi a carico delle imprese e per combattere privilegi corporativi e particolaristici. L'obiettivo di questo Governo e di questa maggioranza di aprire il mercato, di arricchire l'economia italiana di nuovi operatori, accelerando la nascita e lo svolgimento di nuove attività si è già manifestata nella predisposizione del Documento di programmazione economica e finanziaria. Basti ricordare, ad esempio, i provvedimenti adottati in materia di risparmio energetico e fonti rinnovabili, dove, oltre a prevedere detrazioni di imposta per il contribuente, si inserisce l'obbligo dell'installazione di pannelli solari e fotovoltaici per la produzione di energia, creando di fatto nuove opportunità imprenditoriali e nuove figure professionali.
Nella stessa finanziaria sono previsti contributi per la rottamazione di autoveicoli Pag. 90euro zero ed euro uno ad uso promiscuo; i contributi prevedono il rimborso del costo di rottamazione del veicolo e dell'abbonamento annuale dei mezzi pubblici. A seguito di un intervento di noi Verdi questi contributi sono stati estesi anche alle autovetture private. Infatti, sarebbe stato contrario ad ogni logica ambientale e di rinnovo del parco macchine nazionale tralasciare dal sistema di incentivi gli autoveicoli adibiti ad uso privato, la categoria più numerosa e principale responsabile delle emissioni di anidride carbonica nelle città.
Il pacchetto in esame prevede una serie di misure, che permetteranno sicuramente di difendere i mercati, ma soprattutto di consentire alle singole famiglie consistenti risparmi, stimabili in almeno mille euro l'anno. Ci saremmo, infatti, aspettati che attorno a tali rilevanti questioni ci fosse stato, da parte dell'opposizione, un coinvolgimento più responsabile e costruttivo, vista l'identificazione liberale che si attribuisce.
Si è cercato evidentemente di tutelare e mantenere, attraverso l'atteggiamento ostruzionistico, interessi di parte e privilegi corporativi o semplicemente di frenare una vera riforma liberale, che loro per cinque anni di Governo non sono stati in grado di realizzare.
Se da parte del centrodestra ci fosse stata la volontà di adottare politiche liberali avrebbe potuto agire facendo leva anche sulle sollecitazioni della Commissione europea e sull'indagine conoscitiva congiunta dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che di fatto ponevano la necessità di un intervento per l'abolizione dei costi di ricarica nei servizi di telefonia mobile.
Secondo alcune indagini risulta che il valore complessivo del contributo di ricarica corrisposto dagli utenti si stima, per il 2005, in oltre 2 miliardi di euro.
Noi oggi abbiamo provveduto a determinare un forte risparmio, soprattutto per i giovani e gli anziani, inoltre ci siamo posti il problema di dover vigilare su possibili aumenti delle tariffe.
Come Verdi, valutiamo positivamente anche le rilevanti disposizioni, adottate a favore dei consumatori in materia di mutui, tesi a garantire le fasce più deboli ed a semplificare le procedure.
È di fatto prevista l'abolizione della penale per l'estinzione anticipata dei mutui non solo sulla prima casa, ma anche in riferimento a quelli accesi per la ristrutturazione o per le attività professionali; inoltre, è prevista la cancellazione delle imposte sostitutive in caso di portabilità e surrogazione.
Non bisogna dimenticare le ulteriori misure a favore dei consumatori, tra le quali le informazioni sui prezzi dei carburanti, la trasparenza delle tariffe aeree, misure per la concorrenza e tutela dei consumatori nei servizi assicurativi.
Di notevole rilievo le nuove disposizioni per l'inizio di una nuova attività; in un solo giorno sarà possibile aprire una nuova impresa, sostituendo tutti gli adempimenti amministrativi finora necessari con una comunicazione unica da presentare al registro delle imprese.
Il comparto produttivo ha richiesto da tempo la semplificazione amministrativa e procedurale. Ancora oggi per avviare o esercitare un'attività d'impresa vige il generale principio di priorità dell'intervento amministrativo, che ha determinato e determina il sostanziale rallentamento delle iniziative imprenditoriali: una innaturale burocratizzazione, la lentezza dei procedimenti autorizzatori, la mortificazione, in definitiva, di buona parte delle potenzialità di sviluppo della nostra economia.
Riteniamo che siano ormai maturi i tempi per un salto di qualità, che consenta alle nostre imprese di liberarsi da vincoli amministrativi ingiustificati e costosi, che inibiscono lo slancio creativo e propositivo di tanti imprenditori, senza alcuna reale utilità per la collettività.
Un altro risultato rilevante è l'introduzione di un articolo che revoca alcune concessioni, rilasciate alla TAV Spa e a RFI Spa dall'ente Ferrovie dello Stato per la progettazione e la costruzione di linee Pag. 91ad alta velocità, limitatamente ad alcune tratte ferroviarie, riaprendo il mercato alla gara nel settore ferroviario.
La questione dei treni ad alta velocità ha avuto inizio nei primi anni novanta, quando per realizzare le nuove e costosissime linee ferroviarie ad alta velocità non si fecero le gare pubbliche, che avrebbero consentito di scegliere le migliori imprese, secondo il principio della concorrenza, come era invece previsto dal diritto italiano e dell'Unione europea. Non si stipularono nemmeno contratti di appalto, che avrebbero garantito il controllo pubblico sulla progettazione e sulla realizzazione dei lavori. Si elaborò, invece, il sistema del general contractor, con esiti assai controversi.
Spesso ai Verdi viene contestata l'opposizione alla realizzazione delle grandi opere, in realtà noi ci opponiamo solo a quelle inutili, che producono costi esorbitanti per i cittadini e che diventano vere e proprie cattedrali nel deserto.
Liberalizzare l'economia significa anche porre fine a simili interventi dannosi per il sistema paese. Il nostro è un paese, il cui mercato deve progressivamente essere più libero e trasparente. Il nostro auspicio e il nostro obiettivo è che questo processo di ammodernamento non si fermi a questi provvedimenti, perché esso necessita di ulteriori e serie riforme, in particolar modo nel campo energetico e dei servizi pubblici. Ci auguriamo che a breve si concretizzino interventi per un nuovo sistema di mobilità collettiva, liberalizzando il settore e dando la possibilità di organizzare liberamente un trasporto collettivo su piccole dimensioni: per lavoratori e studenti, per tragitti casa-lavoro-scuola, garantendo un servizio a chi decide di rinunciare all'uso dei mezzi di trasporto privati.
Nel campo energetico occorre proseguire ed incrementare la produzione e la messa in rete dell'energia generata da fonti rinnovabili, dando anche la possibilità ad ogni famiglia di diventare autoproduttrice di energia pulita, così come sarà prioritario liberalizzare le tariffe elettriche incentivando il risparmio energetico e l'uso intelligente e flessibile dell'elettricità, diminuendo il costo della bolletta. Occorre liberalizzare l'uso del software, allo stato bloccato dai monopoli informatici, permettendo l'uso personale e senza fini di lucro nella riproduzione di software, libri di testo e brani musicali, seguendo l'orientamento giurisprudenziale recentemente espresso dalla Corte di Cassazione e le indicazioni della Commissione europea.
Siamo in una fase di ripresa economica e di indicatori positivi sull'occupazione. Bisogna perseverare con le riforme strutturali e con i processi di liberalizzazione. Solo così l'Italia potrà continuare a crescere, contrastando le rendite, aumentando l'efficienza del sistema economico e diminuendo i costi dei servizi e dei beni per i cittadini. Questo provvedimento e gli altri, che presto esamineremo, rispondono a questa logica ed a questa visione strategica. Per questo i Verdi dichiarano il loro voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferdinando Benito Pignataro. Ne ha facoltà.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli deputati, i Comunisti Italiani voteranno a favore di questo provvedimento, perché lo ritengono importante e perché esso risponde in modo positivo alle tante richieste dei cittadini, dei consumatori e delle imprese, di rendere migliore la vita quotidiana, di snellire le procedure per intraprendere iniziative produttive e di una maggiore tutela per le parti più deboli della società.
Questo decreto-legge contiene una serie di iniziative, che hanno creato una forte aspettativa in tutto il paese. Contestualmente è venuto fuori un atteggiamento di parte delle forze di opposizione strumentale, ostruzionistico, che con comunque non è riuscito a mascherare la debolezza nel confronto di merito, sulle scelte e sulle decisioni importanti che andavano prese. Pag. 92Il tentativo di non far convertire in legge il decreto è stato chiaro fin dall'inizio della discussione in quest'aula, costringendo il Governo a porre la fiducia, quando addirittura non si è voluto rispettare gli accordi presi e non si è dato atto al Governo e al relatore delle disponibilità e degli sforzi compiuti per andare incontro alle richieste delle opposizioni.
Vorrei rispondere in breve ad alcune osservazioni, che ho sentito durante il dibattito. Si è detto «forti con i deboli e deboli con i forti». Se si interviene in modo netto su banche, assicurazioni, lobby, gestori della telefonia mobile, proprietari delle pay-TV - cosa che ha fatto tra l'altro arrabbiare il più grande partito dell'opposizione: della serie, prima gli interessi dell'azienda poi quelli collettivi! -, questi sono poteri forti o categorie deboli? Si è detto: liberalizzazioni inefficaci e parziali. Allora perché si è adottato un ostruzionismo selvaggio, dando una sponda a tutte le spinte corporative? Si è detto inoltre che questo provvedimento non dà un contributo al rilancio economico e alle attività produttive. Ma come? Abbiamo eliminato vincoli, orpelli, privilegi ed incrostazioni che frenano l'economia e adesso le nuove imprese possono nascere in un solo giorno (rispettando regole e leggi), senza il freno della burocrazia! Si è obiettato, allora, che il problema non è far nascere le imprese, ma farle vivere. Lo dite proprio voi, che avete lasciato un paese al declino economico e nella più profonda crisi dal dopoguerra del sistema produttivo italiano.
Ora c'è ripresa vera, strutturale, duratura, e si apre un terreno nuovo per una politica seria di sviluppo, occupazione e miglioramento delle condizioni di vita degli italiani, da quelli più deboli, da quelli che avete costretto all'insicurezza e all'impoverimento.
Noi non possiamo che sostenere una legge che cancella i privilegi di pochi e, nello stesso tempo, lega la libertà in economia a nuove regole che valgono per tutti e che tutti devono rispettare.
Si poteva fare di più e meglio, avete obiettato. È sempre così. Tuttavia, la domanda che nasce spontanea è la seguente: cosa avete fatto voi, in cinque anni di Governo del centrodestra? Infine, si è detto: come fa la sinistra, soprattutto quella «radicale», a votare provvedimenti liberisti?
Non si tratta di iniziative di liberismo economico (ci avrebbero visto nettamente contrari e avversare un continuismo per noi inaccettabile. No, cari colleghi, si tratta di libertà da vincoli anacronistici, snellezza nelle procedure, cancellazione di oboli che facevano gli interessi di pochi a discapito dei tanti cittadini e consumatori. Tra l'altro, c'è la contemporanea individuazione e decisione delle regole.
Certo, per voi è inaccettabile, perché avete un'avversione ideologica alle regole. La verità è che siete preoccupati non solo di questo decreto-legge, ma del fatto che il provvedimento fa parte di una strategia complessiva! Quindi non si tratta di un atto episodico e slegato da una politica finalizzata: una strategia di rilancio economico, contestuale all'opera di risanamento, con nuove tutele per i consumatori, risparmi concreti per le famiglie, più snellezza per intraprendere, modernizzazione ed adeguamento alle regole che vigono in Europa!
Questo processo è stato avviato con il documento di programmazione economico-finanziaria, con le scelte in esso contenute, con gli indirizzi e le indicazioni di politica economica e di sviluppo. È proseguito poi con il primo pacchetto cosiddetto Bersani, la legge n. 248 del 2006. Oggi, vi sono ulteriori tasselli con questo decreto-legge e con le anticipazioni, di cui discuteremo in seguito, del disegno di legge del Governo.
Il Governo ha impostato il DPEF, puntando fortemente sul risanamento e sul miglioramento del funzionamento del mercato con le relative regole, quale input per rilanciare la crescita. Non vi è dubbio che, oggi, gli indicatori macroeconomici ci confortano su risultati di quelle scelte. La ripresa c'è e può essere strutturale, creando le condizioni per una politica redistributiva seria e immediata. Può essere crescente, può creare fiducia.Pag. 93
Occorre, perciò, ancor di più, rilanciare la strategia di fondo, comunicare meglio le scelte che si compiono, valorizzare i risultati. Era giusto puntare in modo forte sul rigore, dopo l'epoca della «finanza creativa», sulla crescita legata strettamente all'equità, quindi, anche sulla sostenibilità sociale dello sviluppo! Questa politica, anche dal punto di vista occupazionale, come ci dicono i dati di questi giorni, comincia a dare i primi frutti.
Concordiamo con il ministro Bersani - per questo apprezziamo questo provvedimento - nel ritenere che una politica di sinistra deve riuscire a saldare diritti e doveri dei cittadini. Pensiamo che lo Stato debba intervenire in economia e nei settori produttivi. Deve saper realizzare cambiamenti ed incentivare il rilancio del sistema paese.
Non v'è dubbio che occorre eliminare i costi impropri di telefonia, mutui ed assicurazioni, immettere facilitazioni per l'avvio di imprese o in materia di vettori aerei, eliminare rendite di posizione, privilegi che non solo creano ingiustizia e disparità, ma frenano lo sviluppo dell'iniziativa privata e il rilancio economico di interi settori produttivi e del paese.
Ecco perché c'è molta attenzione su quello che stiamo facendo. Infatti, vogliamo approvare un provvedimento che tenda a rendere più trasparente la concorrenza, eliminare profitti impropri delle imprese a danno del risparmi di cittadini.
Infine, credo che questa sia la più grande preoccupazione delle opposizioni. Questo decreto contribuisce ad una strategia più ampia che produce effetti certi e la ripresa.
Certo, anche noi non abbiamo apprezzato l'inserimento improprio di pezzi di riforma scolastica in questo provvedimento, perché, pur condividendo il bisogno di qualificazione degli istituti tecnici professionali e il rapporto proficuo con il territorio e con le imprese, riteniamo che si debba approntare un provvedimento organico di riforma della scuola che, prima di ogni altra cosa, cancelli le tante nefandezze delle leggi Moratti (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani). Ciò, comunque, non inficia il nostro giudizio positivo sul decreto-legge.
Concludo sulla ripresa, sulle risposte che bisogna dare ai cittadini, ai lavoratori, ai giovani, ai pensionati e alle famiglie, che hanno pagato un prezzo alto alla crisi. ICI, salari dei lavoratori, reddito delle famiglie, stabilizzazione del lavoro precario, interventi per le scuole, ricerca, lotta alla povertà: questi sono i punti su cui occorre intervenire per rinsaldare il rapporto tra questo Governo e il popolo italiano. Queste scelte ci convinceranno, ancora di più, che il Governo Prodi è la compagine che rilancia l'economia e il prestigio del nostro paese, il Governo che i Comunisti Italiani hanno voluto e sostenuto e continueranno a sostenere (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'approvazione del decreto-legge in esame si fornisce un ulteriore impulso alle liberalizzazioni nel campo dell'economia. Siamo di fronte a provvedimenti a difesa dei consumatori che assicurano una migliore concorrenza e allargano gli spazi per l'informazione: tanto più il cittadino consumatore può scegliere tra beni e servizi attraverso un confronto trasparente tra le diverse offerte, tanto più si potranno ottenere prestazioni migliori ed a prezzi più bassi.
Si tratta di misure che portano un beneficio immediato per i consumatori, come quella che elimina il costo della ricarica dei telefonini, quella che migliora l'informazione sui prezzi dei carburanti, quella sulla trasparenza delle tariffe aeree, quella che accresce la concorrenza nel campo delle assicurazioni o quella che semplifica le cancellazioni delle ipoteche sui mutui immobiliari. È un passo in avanti, cui seguiranno altri, cui ha contribuito il ministro Bersani con il disegno di legge che dovrà essere sottoposto, al più presto, all'esame del Parlamento.Pag. 94
Troppo spesso, nel nostro paese, la complicità corporativa viene scambiata con la solidarietà sociale e il clientelismo con la solidarietà individuale. In Italia, si perpetuano professioni o mestieri attraverso l'avvicendarsi di diverse generazioni: il figlio del medico fa il medico come il nonno, così per l'avvocato, per il giornalista e per tante altre professioni o mestieri. Capita pure che il figlio dell'operaio faccia l'operaio, come già lo faceva il nonno.
La verità è che questa società è ingessata e in essa si perpetuano ingiustizie evidenti e vi sono forti freni allo sviluppo civile ed economico.
Dobbiamo favorire il merito attraverso una competizione che parta da pari opportunità per tutti e la chiave di volta per dare a tutti le stesse possibilità è costituita dalla scuola pubblica. Nel decreto-legge in esame è stata inserita una miniriforma che riguarda gli istituti tecnici professionali. Eravamo fortemente contrari a seguire questa strada e avremmo preferito un apposito disegno di legge per varare una vera e propria riforma della scuola.
Nella scorsa legislatura, la maggioranza di centrodestra volle imporre la sua visione senza tenere in alcun modo conto dei contributi dell'opposizione. Noi non dobbiamo seguire la stessa strada. Vogliamo una riforma che duri e per questo la dobbiamo fare con il concorso di opposizione.
Dobbiamo pensare ad una riforma che abbia solide basi e che possa essere un riferimento certo per le nuove generazioni. Pensiamo ad una scuola che selezioni ma, prima di selezionare, istruisca. Ciò richiede un continuo aggiornamento professionale degli insegnanti, che devono essere retribuiti meglio di come lo sono oggi, perché noi sappiamo che oggi sono mal retribuiti.
Abbiamo sempre combattuto, e continueremo a farlo, una scuola fatta su misura per i ricchi, una scuola per i benestanti e un'altra per i poveri. La scuola pubblica deve essere uguale per tutti. La scuola pubblica deve però essere laica. Siamo contrari ad avere una scuola su base confessionale, divisa per appartenenza religiosa: per i cattolici, per gli ebrei, per i musulmani, e via di seguito. Non vogliamo impedire che vengano istituite questo tipo di scuole, ma non possiamo accettare che vengano finanziate dallo Stato, contro il dettato costituzionale.
Invece, il ministro Fioroni ha inserito in questo decreto uno sconto fiscale che si traduce anche in un inaccettabile vantaggio per le scuole paritarie private cattoliche. Onorevoli colleghi, non c'è un buon clima per la scuola pubblica laica, direi che non c'è un clima positivo per lo Stato laico (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)! Ho letto proprio adesso una notizia di agenzia che spero venga smentita. In essa viene detto che l'Ulivo, DS e Margherita, parteciperanno alla manifestazione cosiddetta del Family day (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno - Commenti del deputato La Russa).
Vedo che ci sono applausi da un settore della Camera che è significativo.
Io spero che questa notizia sia smentita, perché quella manifestazione non è una manifestazione a difesa della famiglia: è invece una manifestazione che vuole ridurre i diritti degli altri, i diritti civili degli altri, i diritti delle minoranze, e uno Stato laico, democratico, deve rispettare i diritti delle minoranze. Se tuttavia la notizia fosse confermata, darei un consiglio agli amici della Margherita e ai compagni dei DS, un consiglio molto semplice. Non abbiate imbarazzo nello scegliere la bandiera del nuovo partito democratico, ve la indico io: una bella bandiera bianca e gialla, come quella del Vaticano!
Io penso che il principio fondamentale della laicità ha sicuramente la sua base nella scuola.
Questi temi, onorevoli colleghi, meritavano una discussione aperta e approfondita, e invece l'opposizione ha sviluppato un confronto che si è trasformato in una manovra ostruzionistica, tale da costringere il Governo a mettere la fiducia. È stato un comportamento contrario all'interesse generale, e posto in essere contro una misura che è indubbiamente popolare; Pag. 95quindi non si capisce, perché da questo decreto scaturisce un vantaggio per tutti i cittadini.
Questo atteggiamento corrisponde certo ad un riflesso condizionato che hanno le opposizioni, tendente a mettere i bastoni fra le ruote all'azione del Governo in carica.
Non ho mai negato che alcuni atteggiamenti che ha avuto oggi l'opposizione contro il Governo, li abbiamo avuti precedentemente noi nella scorsa legislatura. C'è un problema di riforma di questo Parlamento di cui tutti dobbiamo farci carico.
In ogni caso non c'è solo questo, non c'è solo questo riflesso condizionato, c'è anche il fatto che esiste una destra essenzialmente conservatrice, corporativa e persino statalista, che resiste alle liberalizzazioni. È per questi motivi complessivi, che riguardano la sostanza di un provvedimento (lo voglio dire al ministro Bersani), che noi, come Rosa nel pugno, come deputati socialisti e deputati radicali spingeremo ancora con maggiore forza e vigore nel senso della liberalizzazioni, perché riteniamo che le liberalizzazioni diano ai cittadini un maggiore vantaggio, e creino anche quello scatto necessario per il nostro paese ad affrontare la crescita, che è fondamentale.
Per questo motivo noi daremo un voto di approvazione a questo provvedimento che vediamo non come la conclusione di un processo, ma come l'inizio di un cammino. Esso porterà alla modernizzazione della società italiana nel segno della competitività, dell'equità e della giustizia sociale. Questo, onorevoli colleghi è ciò che si aspettano le elettrici e gli elettori del Governo di centrosinistra: un'Italia più civile, più moderna e più laica (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mura. Ne ha facoltà.
SILVANA MURA. Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori a questo provvedimento, mi preme ribadire i concetti che lo hanno ispirato: la difesa della dignità e del rispetto del consumatore; l'accesso dei giovani al mestiere della professione per offrire loro nuove possibilità di inserimento nel mondo del lavoro; facilitare l'avvio di nuove imprese; combattere l'evasione e l'elusione fiscale.
Basti pensare all'abolizione del costo fisso delle cariche telefoniche, alla possibilità di cancellare l'ipoteca sulla casa senza più dover ricorrere a un notaio, all'abolizione delle penali per estinzione anticipata dei mutui immobiliari e, ancora, il libero accesso alle attività di parrucchiere, estetista, pulizia e disinfezione, facchinaggio ed autoscuola, grazie alla sostituzione della serie infinita di procedure burocratiche con una semplice dichiarazione di inizio attività.
La finalità di questo decreto-legge che è la naturale continuazione del provvedimento adottato l'estate scorsa, è quella di determinare mercati più aperti e concorrenziali, riducendo le rendite di posizione che si ripercuotono negativamente sui cittadini in termini di costi e di qualità dei servizi. Sono concetti condivisi dall'intero Parlamento. Per coerenza, ci saremmo aspettati un voto favorevole e convinto dell'intera opposizione. Viceversa, questa non solo ha votato contro, ma ha cercato in tutti i modi di minimizzare la portata dei provvedimenti delle liberalizzazioni. Per dodici giorni ha messo in campo soltanto un provocatorio ostruzionismo, per far decadere un provvedimento del Governo senza produrre alcuna proposta concreta.
È stata quindi una scelta inevitabile, giunti a questo punto, la richiesta di fiducia posta dal Governo per approvare in tempo utile il disegno di legge di conversione del decreto-legge sulle liberalizzazioni. La mancata conversione del decreto-legge, infatti, avrebbe ripristinato immediatamente, ad esempio, i costi di ricarica sui telefoni cellulari che il Governo ha giustamente abolito, rispondendo ad una petizione dei consumatori alla Commissione dell'Unione europea che ha Pag. 96superato le ottocentomila firme. È chiaro a tutti, colleghi dell'opposizione, che pur di contrastare la maggioranza, non avete esitato ad anteporre gli interessi di parte alle esigenze dei cittadini e alla volontà degli italiani.
Crediamo che abbia ben descritto la cultura politica del centrodestra uno dei suoi principali rappresentanti, Giuliano Urbani, quando definì i suoi colleghi di partito, Forza Italia, come finti liberali figli di Ceausescu. Avete bloccato il Parlamento per ore parlando delle autoscuole, paventando ripercussioni sulla sicurezza stradale e un aumento del numero degli incidenti.
Invece, sapete benissimo che questo decreto-legge intende liberalizzare questa attività, ma lascia assolutamente invariati i requisiti tecnici e professionali degli istruttori delle autoscuole. Non vengono invece umiliate le loro qualità professionali, limitando l'accesso alla professione.
Questo Governo e questa maggioranza, in meno di un anno, hanno realizzato più fatti nel settore delle liberalizzazioni di quanto l'attuale opposizione non sia riuscita a realizzare in un'intera legislatura e con maggioranze ben più ampie. Infatti, in cinque anni di Governo, quegli stessi partiti che sono riusciti a produrre un solo provvedimento che andasse in questa direzione, oggi fanno le barricate cavalcando tutte le pressioni corporative provenienti dagli interessi toccati dalle liberalizzazioni. Tuttavia, su un punto concordiamo con l'opposizione: questo decreto-legge non è sufficiente ad affrontare tutte quelle questioni che finora non sono state risolte. Per capire bene quanto ci sia ancora da fare in questo settore, è utile citare i dati del rapporto semestrale della Commissione europea sull'applicazione delle norme comunitarie e per la costruzione del mercato interno.
Ebbene, nel febbraio 2006, delle 157 procedure di infrazione aperte contro l'Italia, ben 50 erano quelle relative al mancato recepimento di direttive europee volte ad una maggiore liberalizzazione e ad una maggiore apertura dei mercati.
È per questo che invitiamo il Governo a proseguire con forza nella strada intrapresa e siamo certi che questa politica verrà estesa a più settori economici ed a più grossi interessi. Ci aspettiamo, quindi, anche da parte dell'opposizione, proposte che aumentino la concorrenza nel settore finanziario, delle assicurazioni e delle comunicazioni.
Per quanto ci riguarda, crediamo che la sovranità sia nelle mani dei cittadini e crediamo anche che i politici debbano ritenersi loro dipendenti e non al servizio dei lobbisti e degli interessi particolari.
Per promuovere lo sviluppo della nostra economia, occorre innanzitutto creare un clima di apertura economica e sociale, che valorizzi i capaci e i meritevoli e non i corrotti e i corruttori, che consenta ai giovani di esprimere il loro potenziale lavorativo e intellettuale e non ammetta l'umiliazione di un lavoro eternamente precario, sotto il perenne ricatto di ritrovarsi in mezzo ad una strada.
L'Italia, al pari degli Stati Uniti, negli ultimi anni, ha visto la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi sempre più ricchi e, contemporaneamente, l'impoverimento delle classi medie e la crescita dei nullatenenti. Lo stesso Presidente degli Stati Uniti, Bush, ha dovuto denunciare la crescente ingiustizia economica come pericolo della stabilità sociale. Non abbia sentito in quest'aula nessuna voce della minoranza spendere una sola parola in questa direzione.
Il Governo e la sua maggioranza hanno vinto le elezioni politiche proprio affermando la necessità di una più equa redistribuzione dei redditi a favore delle classi sociali più deboli e di maggiori opportunità di sviluppo a vantaggio di tutti. Questo è precisamente quello che è accaduto negli ultimi dieci mesi, con l'economia italiana in ripresa e ad un tasso di sviluppo che è il doppio del miglior risultato del Governo precedente, con i conti pubblici finalmente in ordine - contro un deficit superiore al 4 per cento - , con l'apprezzamento delle autorità monetarie europee ed internazionali.Pag. 97
Il provvedimento che stiamo votando qualifica l'azione del Governo e dell'intera maggioranza e offre indicazioni verso cui orientare le future misure di liberalizzazione e di regolazione dei mercati. Maggiore trasparenza, maggiore competizione tra gli operatori, abbattimento delle barriere di accesso ai mercati, sburocratizzazione delle procedure, innovazione e ricerca rappresentano le condizioni e le opportunità per nuovi investimenti e nuove occasioni di lavoro per i giovani, per garantire loro un futuro possibile e mantenere l'Italia nel novero delle nazioni che competono nell'economia globale.
Il vero riformismo, onorevoli colleghi, quello in cui l'Italia dei Valori crede, è quello in grado di incidere e migliorare la vita dei cittadini, di riconoscere loro più dignità, di tutelare i deboli nei confronti dei più forti e i consumatori nei confronti dei grandi gruppi, di ridurre le disuguaglianze, offrendo più opportunità professionali e di lavoro, eliminando privilegi e interessi di parte che discriminano innanzitutto i più giovani, che rappresentano il futuro e la speranza del nostro paese.
Noi dell'Italia dei Valori crediamo in tutto questo, crediamo in questo futuro, crediamo in un futuro fatto di giustizia, di partecipazione, di uguaglianza; è per questo che votiamo a favore di questo decreto-legge e, allo stesso tempo, comprendiamo come queste minoranza, vecchia e senza fiducia nel paese e nelle sue risorse, non possa, non voglia e non riesca a sostenerlo. Questo ci differenzia nel profondo, e di questa diversità andiamo orgogliosi di fronte al paese (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maroni. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI. Signor Presidente, signori ministri, la Lega Nord voterà contro questo provvedimento per ragioni di merito e per ragioni di metodo. Nel merito, non abbiamo tenuto alcun atteggiamento di pregiudiziale contrasto, al contrario: nonostante le nostre ragionevoli proposte non siano state accolte, per quel realismo tutto padano che ci caratterizza, abbiamo anche riconosciuto la bontà di alcuni interventi presenti nel decreto-legge; ad esempio, la parte sulle assicurazioni o quella relativa all'estinzione dei mutui per la prima casa. Abbiamo lavorato intensamente con spirito costruttivo per formulare proposte migliorative (estendere l'eliminazione delle penali anche per i mutui in essere), ma abbiamo contrastato con forza quelle parti del decreto-legge che nulla c'entrano non solo con le liberalizzazioni, ma neppure con il sostegno allo sviluppo, all'economia, come la cancellazione sostanziale della riforma Moratti sulla scuola o l'azzeramento delle procedure di gara per la TAV. Sono temi estranei alle liberalizzazioni, ma non solo!
Le misure inserite nel provvedimento sulla scuola e sulla TAV sono provvedimenti sbagliati nel merito che ostacolano la modernizzazione del paese a cui lei, ministro Bersani, fa spesso riferimento per giustificare un'accozzaglia di norme incoerenti e confuse.
È stato sgradevole, ministro Bersani, leggere oggi sui giornali la sua reprimenda contro la destra corporativa e contraria al mercato. Se vi è qualcuno in quest'aula che ha ceduto alla pressione di lobby e corporazioni, ministro, è proprio il suo Governo: dai tassisti alla potente corporazione delle cooperative, tra le grandi beneficiarie degli ultimi provvedimenti del Governo.
Ci risparmi, inoltre, per favore la storiella che sulle liberalizzazioni non vi è alcun problema politico nella maggioranza. Ha già dimenticato la violenta rissa scatenata dall'interno della sua maggioranza solo poche settimane fa sulla TAV in Val di Susa? Oggi, alla domanda imbarazzata di un quotidiano, che peraltro sostiene il Governo su queste evidenti contraddizioni del decreto-legge, lei ha cercato di giustificarsi con la tipica manovra diversiva di chi viene preso con le mani nel sacco.
È vero, ha detto, scuola e TAV non c'entrano nulla con le liberalizzazioni, ma Pag. 98nemmeno il taglio delle ricarica telefoniche c'entra. Si tratta di misure per modernizzare il paese.
Bene, apprezziamo l'abilità nel dribbling, ministro, ma dobbiamo constatare che, ancora una volta e lo dico con sincero rammarico, sui tassisti, sulle coop, sulla scuola, sulla TAV e anche sulle ricarica, lei ed il suo Governo non riuscite proprio a contrastare l'assalto delle corporazioni che governano l'economia italiana e che trovano in questo Governo un referente debole e disponibile.
Sul taglio alle spese di ricarica per i telefonini vi è la beffa del secolo! Non vi sarà alcun vantaggio per gli utenti.
Dovete dirlo, dobbiamo dirlo ai giovani ed ai cittadini che ci ascoltano e che si illudono di pagare di meno!
Le compagnie telefoniche, con il consenso esplicito del Governo, come ha affermato il sottosegretario Lettieri in Commissione bilancio, stanno già predisponendo una revisione del sistema tariffario per assorbire il taglio dei costi di ricarica e, forse, addirittura, per approfittare di questa occasione per aumentare i guadagni.
Che beffa per i cittadini: li avete illusi che pagheranno di meno e, invece, non avranno alcun vantaggio! Semplicemente pagheranno quanto prima, ma in modo diverso. Alla faccia della modernizzazione del paese!
Ma come ho detto all'inizio, la Lega voterà «no» anche per ragioni di metodo.
Diciamo «no» ad una fiducia che serve a nascondere i problemi che avete nella vostra maggioranza!
Diciamo «no» all'arroganza di chi come voi ritiene che l'opposizione debba sempre stare agli ordini della maggioranza, senza fiatare né alzare la voce!
Diciamo «no», infine, ad un metodo di gestire il confronto con l'opposizione un po' levantino che ammicca, invece di parlare chiaro, che cerca accordi in corridoio, che vuole dividere, invece di sforzarsi di creare le condizioni di un largo consenso che, su misure come questa, avrebbe anche potuto essere trovato.
La realtà è che voi predicate il liberismo, ma praticate una politica del vantaggio per i settori economici che vi sono politicamente vicini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
State confermando con le vostre ambigue misure di politica economica la profezia di Andrè Gide, Premio Nobel per la letteratura che, molti anni fa, affermava sconsolato: entriamo in un'epoca in cui il liberalismo diventerà la virtù più sospetta e la meno praticabile.
Come col federalismo, demonizzato per decenni in chiave anti Lega e dipinto falsamente come lo strumento istituzionale per affermare l'egoismo dei ceti produttivi padani, adesso con queste finte liberalizzazioni indurrete le corporazioni e le lobby di ogni dimensione a mobilitarsi per ottenere vantaggi e protezione, confidando sulla debolezza della maggioranza e sull'intervento provvidenziale del Governo per blindare il testo, sottraendolo al confronto dal Parlamento.
In conclusione, dunque, ribadisco il voto contrario della Lega Nord a questo provvedimento di finte liberalizzazioni. Tuttavia, voglio esprimere anche una preoccupazione che si rafforza in noi in questi momenti. Ministro Chiti, la Lega Nord le assicurato nei giorni scorsi la disponibilità ad un percorso anche impegnativo sul tema delle riforme, di quella elettorale in particolare. Questa disponibilità rimane, ma esige un'iniziativa politica tempestiva ed efficace per contrastare il comportamento di chi sta agendo per pregiudicare il già difficile tentativo di dialogo sulle riforme che lei ha messo in campo. Noi ci crediamo ancora, ma ogni giorno che passa invano avvicina fatalmente il momento in cui l'ottimismo della ragione cederà il posto al realismo del fallimento. E questa sarebbe una sconfitta grave per tutti coloro che, come noi, credono ancora che la democrazia si realizza con il confronto a viso aperto davanti agli elettori e non attraverso trucchi e manipolazioni elettorali (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cesa. Ne ha facoltà.
LORENZO CESA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, viviamo in un momento che definirei paradossale. Mentre l'economia di tutto il mondo cresce (e un po' anche quella italiana) e tutti i paesi si attrezzano per agganciare stabilmente la ripresa economica, noi rischiamo di perdere la grande occasione, abbandonandoci in risse e in discussioni sterili, che minacciano di strozzare sul nascere qualsiasi possibilità di crescita.
Il voto di fiducia richiesto dal Governo sul decreto-legge Bersani ne è l'ennesima riprova. Invece di andare, come sarebbe stato possibile e doveroso, verso una nuova stagione di responsabilità collettive, continuiamo a galleggiare per scelta del centrosinistra in una fase di instabilità e paralisi, segnata da continue lotterie parlamentari dalle quali dipende per uno o due voti la sopravvivenza del Governo al Senato.
L'UDC, come sempre, avrebbe preferito la via del confronto. La nostra opposizione al decreto-legge Bersani non è stata mai pregiudiziale, ma sempre costruttiva, una sfida a migliorare, ad innovare e a mettere finalmente al centro delle politiche economiche gli interessi dei cittadini, delle nostre famiglie e delle nostre imprese. Abbiamo contribuito insieme alle altre forze di opposizione a migliorare il testo del decreto-legge durante il suo cammino parlamentare. Grazie alle nostre proposte, parti importanti del provvedimento, che riguardano le assicurazioni e le banche, sono state ampiamente modificate per tutelare meglio e di più il cittadino consumatore.
Ancora una volta siamo stati coerenti e responsabili. Abbiamo apprezzato quanto di buono c'è in questo decreto-legge (le semplificazioni amministrative) ed abbiamo criticato quello che non c'è e che il Governo voleva far credere all'opinione pubblica ci fosse: le liberalizzazioni. Mi riferisco alle liberalizzazioni vere, a cominciare da quelle dei servizi pubblici locali e della pubblica amministrazione.
So che siamo discutendo al Senato ormai da otto mesi il decreto Lanzillotta sui servizi pubblici locali. Tuttavia, proprio l'iter parlamentare di quel provvedimento dimostra ancora una volta che questo Governo, anche quando avanza a fatica qualche buona proposta, è costretto in corso d'opera a trasformarla in un provvedimento modesto o addirittura inutile, colpa appunto dei veti ideologici e della fragilità di questa maggioranza. Gli emendamenti presentati al Senato dal Governo e dalle forze di maggioranza ne stravolgono il contenuto e ne annullano i benefici per i cittadini consumatori e per le imprese.
Dico queste cose per respingere con forza al mittente le accuse di chi in questi giorni ci ha dipinto come coloro che hanno portato avanti una sterile politica ostruzionistica al solo fine di bloccare quelle che voi definite pomposamente «liberalizzazioni».
La verità è un'altra: è stata la competizione tra gli interessi divergenti dei diversi ministri ad alimentare le tensioni tra le forze di maggioranza, che hanno poi indotto il Governo a mettere la fiducia sul provvedimento che oggi votiamo, una competizione che si è scaricata sull'attività del Parlamento in aula e che ha introdotto provvedimenti assolutamente negativi ed incomprensibili, come la revoca delle concessioni TAV e il blocco della riforma della scuola. Tutto questo nonostante avessimo ascoltato chiaramente le posizioni di molti leader, capigruppo della maggioranza, che condividevano la nostra richiesta di stralcio per questi articoli che stravolgono il sistema scolastico e bloccano le grandi opere pubbliche infrastrutturali.
Si utilizza il decreto-legge per continuare a smantellare le riforme del precedente Governo con furia, quasi ci trovassimo nel vortice di una perenne resa dei conti.
Il paese ha bisogno di un clima diverso, esige normalità nel confronto democratico tra chi governa e chi fa opposizione. Occorre, dunque, mettere la parola «fine» Pag. 100ad una pratica inaccettabile e pericolosa: bisogna spezzare una spirale perversa che non giova a nessuno.
E ricordiamo all'onorevole Prodi che la campagna elettorale è finita da un pezzo e proprio a lei, onorevole Prodi, che con questi comportamenti - lei, Prodi - continua ad alimentare un clima di scontro di cui prima o poi resterà vittima.
Noi le chiediamo al contrario di lavorare insieme per il bene del paese, assecondando, senza confondere i rispettivi ruoli, un preciso desiderio degli italiani. Le liberalizzazioni non possono venirci offerte per parti separate. Occorre che il Governo dimostri, una volta per tutte, di avere le idee chiare ed una visione organica del problema e che introduca un disegno di legge omogeneo in grado di affrontare i veri nodi delle liberalizzazioni.
Signor Presidente, siamo alla sesta fiducia in questa Camera, dove pure il centrosinistra gode di un'ampia maggioranza numerica. Questa decisione, ancora una volta, mortifica il Parlamento e impedisce all'Assemblea di Montecitorio di fare quello per cui è stata eletta dagli italiani: discutere e migliorare i provvedimenti. Così come per la legge finanziaria si sceglie la via più semplice, ma anche la meno efficace: la scorciatoia della fiducia per imbavagliare il Parlamento e la maggioranza ed evitare che le profonde divergenze del centrosinistra portino ad una nuova crisi.
Tutto questo, onorevoli Prodi, è inaccettabile, non serve agli interessi del paese e, ne sia certo, non la porterà da nessuna parte.
Signori della maggioranza, ministro Bersani, onorevole Prodi, vi aspettiamo tutti ad una prova di maturità. Qui, oggi, l'UDC vi lancia una sfida in un vero confronto, libero dai condizionamenti e dai ricatti paralizzanti che vengono dalle forze più estremiste della vostra coalizione. Noi come sempre siamo pronti, voi ancora oggi avete dimostrato il contrario.
Vi chiediamo di abbandonare gli interessi e la tutela di una coalizione sempre più traballante e di guardare invece al bene comune e agli interessi profondi del paese: è lì che vi aspettiamo, perché è da lì che dovrete necessariamente passare e rendere conto agli italiani, a cominciare da quelli che vi hanno votato, del vostro fallimento (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, il provvedimento che ci apprestiamo a votare è un decreto-legge i cui benefici sono già operanti presso i cittadini consumatori italiani. Lo dico anche perché, a guardare alcune delle pagine pubblicitarie pagate a caro prezzo da molte aziende telefoniche, parrebbe che eliminare la gabella insopportabile dei costi di ricarica dei telefoni cellulari sia stato un atto di gentile concessione liberale.
È stato invece il Governo ad obbligare le grandi compagnie telefoniche a farlo. Lo stesso Governo ha già avviato ed è già operante l'azione che obbliga i gestori della rete autostradale a rendere più trasparente il prezzo dei carburanti e ha già obbligato le compagnie aeree e le aziende alimentari a rendere trasparenti i messaggi sui prezzi e sulla qualità dei prodotti venduti.
È inoltre già operante la tutela dei consumatori nei confronti di quei luoghi, quali gli istituti assicurativi e bancari, dove spesso i cittadini entrano chiedendo permesso, dove, invece, si pagano e si sono pagati, fino a due mesi fa, costi aggiuntivi e nei cui contratti venivano inserite clausole scritte a caratteri microscopici, che invece vanno rapidamente ed urgentemente abolite, come abbiamo fatto noi.
Vi sembra logico che fino a due mesi fa si dovesse cambiare classe di merito e pagare di più nel caso di una seconda auto oppure pagare penali per l'estinzione anticipata dei mutui immobiliari o per trasferirli presso istituti che, magari, potevano praticare condizioni più vantaggiose? Pag. 101A noi non pare giusto, ma se queste misure sembrano anche a voi così urgenti, ci fareste la cortesia, signori dell'opposizione, di dirci per quale motivo volete impedirle? In questo, infatti, consiste il vostro ostruzionismo.
Ditelo qui, in quest'aula, davanti a milioni di persone che ci stanno ascoltando. Spiegate che il vostro ostruzionismo avrebbe impedito la conversione del decreto-legge entro i sessanta giorni previsti dalla Costituzione e spiegate, soprattutto, le ragioni per le quali da giorni cambiate versione e di volta in volta giustificate il vostro ostruzionismo per inconfessabili interessi.
Prima avete detto che c'erano degli emendamenti importanti. Noi ne abbiamo approvati alcuni, ma neanche ciò è bastato. Da un paio di giorni sostenete che la maggioranza vuole porre la questione di fiducia perché è divisa: vi sfido. Sfido l'onorevole La Russa e gli altri capigruppo dell'opposizione a dirci su quali aspetti saremmo divisi, perché sapete bene che noi non avremmo mai posto la questione di fiducia (Commenti del deputato Baiamonte).
Da questo punto di vista, vi dovete rassegnare: la maggioranza su questo provvedimento è compatta. Siete voi che ancora una volta vi siete sottomessi al volere di Forza Italia e di una parte di Alleanza nazionale, che hanno costretto tutto il resto dell'opposizione a fare un'arrampicata sugli specchi, sempre più scivolosi.
La verità è molto più semplice, perché la destra italiana - questa destra - non vuole attuare nessuna delle misure previste nel decreto-legge. Cito il nome corretto del provvedimento, che non è quello che appare nei sottotitoli della televisione genericamente come «pacchetto sulle liberalizzazioni»: si tratta di «misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese».
Avete fatto ostruzionismo perché non siete in grado di sostenere questo tipo di misure. La prova più chiara del fatto che non abbiate considerato urgenti né necessarie queste misure a favore dei consumatori è molto banale. Questo è il nostro secondo decreto-legge a sostegno e a tutela dei consumatori. Già a luglio abbiamo messo in discussione rendite di posizione e privilegi feudali. Voi, che prendete in considerazione con urgenza i consumatori solo quando si siedono di fronte ai «consigli per gli acquisti», avete governato per cinque anni e non avete trovato il tempo per approvare neppure uno di questi piccoli benefici quotidiani (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Comunisti Italiani e La Rosa nel Pugno). Si tratta di benefici, che noi oggi, invece, approveremo.
Avete trovato il tempo per fare leggi contro gli immigrati, contro i tossicodipendenti e contro i precari. Avete trovato persino il tempo di istituire otto tipi diversi di liceo, tra i quali quelli più singolari sono il liceo economico ed il liceo tecnologico, che oggi, invece, con urgenza noi aboliamo.
Avete trovato il tempo di disegnare un sistema scolastico con una controriforma, come la Moratti, che avrebbe diviso la società in figli di dottori e figli di operai, così come ha ricordato più volte, pensando che questa fosse la sua normale società, il presidente Berlusconi.
Non avete neppure trovato il tempo - mi rivolgo all'ex ministro Tremonti - di annullare gli oneri di ricarica sui cellulari. Insomma, smettetela di raccontare storie e spiegate perché non avete mai toccato gli interessi delle banche e delle assicurazioni! Dite le ragioni per le quali non vi crea alcun problema etico la pubblicità poco chiara e fraudolenta di alcune compagnie low cost.
Noi vogliamo contribuire, anche per questa via, al risarcimento sociale necessario al paese, il quale ha sicuramente ricominciato a crescere nei grandi numeri, ma che in tante sue parti tira ancora la cinghia.
Quindi, se dobbiamo favorire i consumatori - lo affermo con estrema pacatezza e fermezza - dobbiamo convertire Pag. 102oggi il decreto-legge in esame e, subito dopo, dobbiamo approvare - mi rivolgo ai qui presenti ministri Chiti e Bersani - la moratoria dei processi di privatizzazione dell'acqua. Oggi ne ricorre la giornata mondiale e noi ce ne ricordiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo e Comunisti Italiani).
Siccome il consumatore medio dell'acqua è ciascun essere vivente, ogni cittadina ed ogni cittadino di questo paese, ne consegue che si tratta di un bene che non può che essere comune e pubblico, che quindi deve essere tutelato, in questo caso dalla voracità monopolistica del mercato.
Ricordo, altresì, che abbiamo apprezzato la sospensione delle concessioni per l'alta velocità non affidate attraverso una gara. Per una volta, infatti, abbiamo smascherato i falsi liberalizzatori, come oggi ha avuto occasione di ripetere anche la nostra collega e compagna Marilde Provera.
Infatti dietro questa maschera di «liberalizzatori» hanno agito le potenti lobby dei costruttori e dietro questa logica oggi è finita anche la cosiddetta legge Lunardi sulle grandi opere, che consentiva concessioni in via diretta.
Altro che sviluppo e grandi opere! In questo paese vi sono stati Governi - il vostro, per esempio - che hanno realizzato incrementi inaccettabili del costo per chilometro! Noi che siamo convinti che l'operazione dell'alta velocità non serva, chiediamo innanzitutto trasparenza e rigore, perché anche questi sono soldi dei contribuenti!
Anche per tali motivi, che ho fin qui illustrato, dobbiamo impegnare le risorse destinate al futuro del nostro paese nella direzione dell'equità e del risarcimento sociale. Se è vero (e non ho motivo di dubitarne) ciò che afferma il ministro Padoa Schioppa, cioè che l'economia va bene e che l'extragettito tributario è strutturale, allora dobbiamo lanciare segnali concreti a favore della redistribuzione e del risarcimento sociale.
Con il decreto-legge in esame lo facciamo in via indiretta, attraverso interventi che favoriscono quella concorrenza, che in questo caso non ci sembra una cattiva parola. Tra breve dovremmo realizzare ciò con misure a sostegno dei salari e delle pensioni basse, nonché mediante intervenenti sui costi degli affitti e delle case.
Vedete, signor Presidente e colleghi, a quell'importante ministro del nostro Governo che ci ammonisce dal frequentare le osterie, vorrei rispondere che le frequento. Anzi, penso sia istruttivo frequentarle per chiunque faccia politica, perché nelle osterie vanno persone che lavorano, che pagano le tasse e che sperano in un Esecutivo che possa cambiare in meglio le nostre e le loro vite, non gente che spreca il denaro pubblico.
Lì, insomma, ci vanno i pensionati e coloro che pagano l'affitto, non le persone che, nel corso di questi anni, si sono arricchite grazie alle politiche che hanno favorito l'evasione e l'elusione fiscale in questo paese!
Noi, che vogliamo restituire dignità e futuro al nostro paese, diciamo che una politica che combatta veramente l'evasione fiscale è in grado anche di dare fiducia e sicurezza a quelle classi sociali meno abbienti, che in questi ultimi anni hanno dovuto pagare troppo - lo ripeto, troppo - il risanamento dell'Italia!
PRESIDENTE. La prego di concludere!
GENNARO MIGLIORE. A queste persone, a questi uomini ed a queste donne dobbiamo molto: dobbiamo innanzitutto l'impegno a migliorare e rendere più giusto il nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'onorevole Migliore, nel suo intervento...
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato La Russa. Colleghi, per favore...!
Pag. 103
IGNAZIO LA RUSSA. Non si preoccupi, signor Presidente, non danno fastidio.
Come stavo dicendo, l'onorevole Migliore, nel corso del suo intervento, ha esplicitamente sfidato l'opposizione, facendo anche direttamente il mio nome, a contestare che la nostra non sia stata un'azione ostruzionistica ed a spiegare perché esprimeremo un voto contrario sul decreto-legge in esame.
Io lo ringrazio perché ciò significa che avrò l'attenzione sua e dei suoi elettori nei pochi minuti che mi spettano.
Onorevole Migliore, onorevoli colleghi, questo provvedimento che all'inizio chiamavate di liberalizzazione (poi, con un po' di pudore, avete dovuto modificare almeno il titolo, parlando di un decreto-legge sulla modernizzazione) non ha molto a che vedere con la materia cui ha fatto riferimento l'onorevole Migliore. Non c'entra niente con i salari, non c'entra niente con le pensioni, non c'entra niente con gli sgravi fiscali, non c'entra niente con nessuna di queste cose. Invece, c'entra - e non se ne comprende il motivo - con materie che non hanno nulla a che vedere né con la modernizzazione né con la liberalizzazione.
In altri termini, all'interno di questo decreto-legge si annida - chissà perché proprio in un decreto-legge e chissà perché sulle liberalizzazioni - la controriforma dell'ottima legge Moratti sulla scuola. All'interno di questo decreto-legge si annida - e non si capisce cosa c'entri - il tentativo di annullare le concessioni concernenti le infrastrutture, la TAV ed i treni ad alta velocità.
Onorevole Migliore, lei è giovane, ma deve sapere che le concessioni dirette non le ha previste il Governo Berlusconi. Le concessioni dirette risalgono al 1991, quando l'IRI era diretta da un signore che si chiamava Prodi! Ne sia bene informato, perché altrimenti commette un grave, incredibile errore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
Che in Parlamento non sia possibile dibattere ampiamente su un decreto-legge (come potrebbe avvenire rispetto a un disegno di legge) concernente materie come queste, non possiamo accettarlo! E non abbiamo fatto ostruzionismo! Presidente Bertinotti, lei mi è testimone e può dire all'onorevole Migliori se l'opposizione...
MAURIZIO ACERBO. Migliore!
IGNAZIO LA RUSSA. Va bene: Migliore. Non volevo paragonarlo a quello più importante di tanti anni fa. Ho usato il plurale; se ci tiene, lo chiamerò come l'altro e lui capirà benissimo.
Onorevole Migliore, si informi e chieda al Presidente Bertinotti se sia vero o meno che l'opposizione ha usato meno del 10 per cento del tempo che il regolamento gli mette a disposizione. Se lei insiste a definire ostruzionistica la nostra azione, gli chieda se anche in questo momento non potremmo iscrivere più di 200 deputati nelle dichiarazioni di voto e rinviare la votazione di questo provvedimento fino a chissà quando!
Allora, attenzione alle parole! Non ribaltate su di noi le vostre divisioni, le vostre debolezze, la vostra impossibilità di trovare un accordo. Lei sa benissimo che in molte occasioni sulla scuola e sulla TAV avete espresso chiaramente posizioni diverse.
Andiamo al merito del provvedimento. Abbiamo cercato di discuterne e di migliorarlo: ce ne ha dovuto dare atto. Tuttavia, sappiamo che è un decreto-legge veramente misero.
Di cosa tratta questo provvedimento? Nel momento in cui si parla di liberalizzazioni, ci si aspetterebbe che ci si occupi dei servizi pubblici locali. Invece, l'esame di questo provvedimento è bloccato al Senato proprio dall'azione del suo partito e di larga parte delle forze che sostengono il Governo.
Ci si aspetterebbe che le liberalizzazioni riguardino i trasporti, il gas, l'energia elettrica, le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti e quelle del servizio idrico: niente di tutto questo! Nessun vantaggio sulla cosa fondamentale che andrebbe liberalizzata!
Ci si aspetterebbe che almeno ci sia la possibilità di realizzare una vera concorrenza, Pag. 104non quella attualmente sleale delle cooperative che non si pongono fini di solidarietà, ad esempio le Coop, che beneficiano di ingiustificati vantaggi fiscali: niente di tutto questo!
Così come non vengono minimamente toccati il mondo della finanza e il mondo delle banche. Noi almeno avevamo provato a predisporre una legge sul risparmio. Se non altro, il Governatore della Banca d'Italia è cambiato e in qualche modo avevamo messo mano in tale settore. Niente di tutto ciò, perché secondo voi vi sono cose più importanti. E quali sono le cose più importanti?
Non bisogna mai trasformare quest'aula in un luogo che assomiglia a un teatrino di cabaret, ma la voglia verrebbe. Veramente volete convincere gli italiani che si tratta di vantaggi seri, quando parlate di liberalizzazioni come quelle contenute in questo provvedimento?
Voi avete dato agli italiani il grande vantaggio di poter andare dal barbiere anche di lunedì! Questo è uno dei grandi e fondamentali punti del provvedimento! Non sussiste più l'obbligo, per i barbieri, di tenere chiuso il locale il lunedì.
I panettieri, ah... Noi eravamo tristissimi, avevamo problemi seri; non vi erano abbastanza panettieri! Oggi - sappiatelo! -, potrete avere un panettiere su ogni via: forse, il pane sarà industrializzato; forse, non vi saranno più i forni; forse, la qualità sarà molto peggiore: ma tanti, tanti - comunitari, extracomunitari; italiani, non italiani... - potranno impastare farina, non del loro sacco ma, magari, delle Coop, vendendo il pane.
E poi, avevamo dimenticato l'altra conquista di questo provvedimento: le guide turistiche non avranno più bisogno del patentino! Così, il famoso film di Totò - ve lo ricordate, «Totòtruffa '62»? - potrà diventare realtà e qualcuno, a Decio Cavallo, potrà finalmente spacciare la fontana di Trevi come luogo possibile da acquistare (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
FRANCESCO GIORDANO. È già stato fatto questo tipo di commento!
IGNAZIO LA RUSSA. Siamo giunti veramente al ridicolo. Ma non è tutto qui!
Ci saremmo aspettati da voi, forse in altri provvedimenti, qualche intervento sulla vicenda Alitalia: che fine ha fatto la vendita di Alitalia? No, di ciò non si parla. Però, nel decreto è contenuta una norma importantissima, in base alla quale i caratteri tipografici con i quali è espresso il costo delle tasse aeroportuali - sappiatelo, italiani! - devono essere molto più visibili: prima, erano piccoli; adesso, saranno scritti in grande, così come le date di scadenza dei prodotti alimentari.
Notate la differenza? Noi abbiamo diminuito le tasse; voi avete scritto più in grande quali sono le tasse che gli italiani devono pagare [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Questa è la differenza!
Ma non illudetevi che non tratterò, seppur brevemente, degli altri due argomenti, dei mutui e delle ricariche. Quanto ai mutui, vedete, si tratta di una presa in giro; si stabilisce che per il futuro non si pagherà più il sovrapprezzo se si passa da una banca all'altra, ma ciò non vale per i mutui in essere. Perché? Perché solo con i mutui nuovi le banche potranno recuperare, attraverso gli interessi, quell'uno per cento che non ricaveranno più a seguito della natura non più onerosa di eventuali surrogazioni o estinzioni anticipate nei contratti di mutuo.
Informo i colleghi della sinistra che oggi, prima che entrino in vigore le disposizioni di cui al decreto, esistono tutta una serie di mutui - ne ho personalmente acceso uno - per i quali non si paga alcun sovrapprezzo nei casi in esame. Certo, ciò significa che il tasso di interesse è poco più alto; ma se poi si vuole cambiare, non si paga niente. Non avete fatto altro, dunque, che rendere obbligatorio un tipo di contratto di mutuo già esistente, facendo pagare ai cittadini qualcosa di più in cambio di un vantaggio di cui prima potevano scegliere di avvalersi mentre ora voi li avete obbligati.Pag. 105
Lo stesso discorso vale per le cariche telefoniche; vogliamo fare una scommessa? Il risparmio dei cittadini che oggi prevedete per legge - le compagnie devono scaricare sui costi quella parte del prezzo che non è di traffico -, nella miriade di tariffe e complicazioni varie che a me fanno incrociare gli occhi quando cerco di orientarmi tra le mille opzioni proposte dalle compagnie, in men che non si dica sarà «ricaricato» sui cittadini medesimi, che, come al solito, avranno fatto la figura di Pantalone.
Allora, vedete, vi sono mille motivi per dichiarare che non potete prenderci in giro. Avremmo voluto discutere, approfonditamente, almeno di queste misure: non ci avete fatto discutere, neanche di questo punto. Bisognava procedere in fretta.
PRESIDENTE. Deve concludere...
IGNAZIO LA RUSSA. Concludo, Presidente. Vengo all'ultimo argomento sperando di avere ancora un minuto. Quello che voi chiamavate il declino dell'Italia, ce lo state ammannendo voi!
Anche la revoca delle concessioni per la TAV significa una rottura delle regole: nessuno vorrà più investire in Italia! Capisco che piove sul bagnato: cosa è, infatti, questo, in confronto alla figura che, a livello di politica internazionale, state facendo fare all'Italia... Cos'è questo, in confronto a quanto Stati Uniti, Inghilterra, ma anche Germania e altri paesi, dichiarano, dopo che avete consentito la liberazione di cinque terroristi e dopo che dichiarate che bisogna sedersi al tavolo della pace insieme ai Talebani [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere!
IGNAZIO LA RUSSA. Abbiate un po' di decenza! Noi voteremo contro [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tremonti. Ne ha facoltà.
GIULIO TREMONTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho dieci minuti e dunque devo stare attento con i tempi, altrimenti mi potreste accusare di ostruzionismo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! I decreti-legge vanno convertiti entro sessanta giorni; questo decreto-legge è stato discusso in quest'aula soltanto per sette sedute. Sette sedute su sessanta giorni non è ostruzionismo. Se non voi qui, chi ci ascolta a casa davanti alla televisione capisce che non dite la verità.
La seconda accusa che ci rivolgete è: siete contro il decreto-legge, dunque siete contro le liberalizzazioni. Ciò non è vero. Questo è un tipico caso di pubblicità ingannevole per merce contraffatta (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Nel titolo del decreto-legge si parla di tutela dei consumatori, promozione della concorrenza, sviluppo di attività economiche e nascita di nuove impresa, ma all'interno del testo del decreto-legge avete nascosto la controriforma della scuola e il blocco dei lavori pubblici (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale), tutto insieme, prendere o lasciare. Noi non prendiamo! Voi negoziate su tutto, da ultimo negoziate anche con i talebani (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale), mentre rifiutate di discutere in Parlamento con l'opposizione. Ciò che deve sapere chi ci ascolta da fuori è che bloccare le opere pubbliche revocando le concessioni per riassegnarle voi a chissà chi - ma noi sappiamo a chi - è solo voglia di potere, non è liberalizzare, anzi è l'opposto, è contro la certezza del diritto che rappresenta la base di ogni libera attività economica. La concessione è stata data, giusta o sbagliata, pacta sunt servanda! Questo non è mercato, è dirigismo, non è diritto, bensì abuso del diritto (Applausi dei deputati Pag. 106dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Controriformare l'ordinamento della scuola, di colpo e per decreto-legge, è contro i principi di base del nostro ordinamento giuridico e parlamentare, ed è per questo che noi non abbiamo alternativa, dobbiamo in assoluto votare contro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia Alleanza Nazionale).
In ogni caso, noi non siamo contro le liberalizzazioni, ma siamo contro queste false liberalizzazioni. Faccio due esempi per tutti, la ricarica dei telefonini e l'apertura istantanea delle imprese. Sulla ricarica dei telefonini voi, nel decreto-legge, ragionate come quello che per ridurre il costo dei ristoranti proibisce la voce «coperto», ma non impedisce l'aumento del «primo» o del «secondo», del «dolce» o della «frutta» (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale ). Ci vedremo fra un po' di tempo per vedere se alla fine il telefonino costerà veramente meno o molto di più di ora. La stessa prova di trasparenza, lo stesso esame finestra, lo faranno gli italiani e lo faremo noi su tutte le altre voci di pseudo-liberalizzazioni: sui taxi, sulle banche, sulla RC auto. Ad esempio, ci vedremo dopo per vedere chi paga meno di RC auto.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Possiamo vederci anche prima! Basta andare a guardare gli ultimi cinque anni!
GIULIO TREMONTI. Vedo che siamo in difficoltà, signor ministro. Lei parli di sé e del futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Tornando ai telefonini, noi, con un emendamento, vi abbiamo chiesto di eliminare la vera causa del relativo supercosto: la tassa di concessione governativa. Voi avete detto che l'emendamento era inammissibile, e proprio questa è la differenza tra noi e voi: per voi è inammissibile l'emendamento, per noi è inammissibile la tassa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia Alleanza Nazionale)! Se non lo capite voi qui, lo capisce sicuramente chi ci ascolta in televisione.
Sull'apertura istantanea delle imprese voi fate un miracolo: si apre un'impresa con un solo atto in un solo giorno. Dov'è il trucco? La burocrazia non è ridotta, è solo spostata. La vecchia sequenza era: prima la burocrazia poi l'apertura. La nuova: prima l'apertura poi la burocrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Mutando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia, è sempre la stessa burocrazia di prima.
Leggiamo a caso un pezzo del vostro decreto-legge, l'articolo 9, comma 9: «A decorrere dalla data di cui al comma 7 sono abrogati: l'articolo 14, comma 4, della legge n. 412 del 30 dicembre 1991 e successive modificazioni; l'articolo 1 del decreto-legge n. 6 del 15 gennaio 1993, convertito con modificazioni dalla legge n. 63 del 17 marzo del 1993 ferma restando... eccetera.».
Se queste sono le semplificazioni per chi lavora, francamente preferiamo restare come prima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Vedete, il problema è che tutto quello che voi pensate di sapere in dottrina, in teoria, vi impedisce di capire cosa è la realtà. Leggete questo libro (L'onorevole Tremonti mostra un libro), dal titolo «Volevo solo vendere la pizza. Le disavventure di un piccolo imprenditore» e vedrete quanta burocrazia c'è: l'antincendio, la legge n. 626 del 1994, la ASL, i regolamenti d'igiene, l'obbligo di installare trappole per topi, il decalogo per come bisogna lavarsi le mani, le marche da bollo e le tasse (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
MARCO BOATO. Ha governato cinque anni, cosa ha fatto?
ANDREA RONCHI. Stai zitto!
PRESIDENTE. Per favore, non interrompete l'oratore, vi prego. Vi prego di non interrompere l'oratore e chiedo al deputato Tremonti di proseguire il suo intervento.
GIULIO TREMONTI. L'oratore prova un certo divertimento per questi commenti. Pag. 107Lo ripeto, si raccontano le disavventure di un piccolo imprenditore. Con le vostre liberalizzazioni e semplificazioni vendere la pizza da asporto sarà come prima: complicatissimo!
Se ci aveste chiesto di ridurre la burocrazia, di eliminarne anche solo un pezzo, vi avremmo sostenuto, ma voi non l'avete fatto. Voi - vedete - delle liberalizzazioni avete la stessa idea che si registrava durante lo stadio finale dell'Unione Sovietica con la perestroika, dove c'era tutto tranne la libertà. Non per caso, nel vostro decreto-legge, su più di 5 mila parole, solo due volte appare, piccola piccola, la parola «libertà». Non è un caso, perché voi sapete fare, fin troppo bene, una sola cosa: voi sapete fare le tassazioni, non le liberalizzazioni, e su questa siete davvero bravi.
Ci avete detto che forse questa è la vostra ultima lenzuolata; ebbene, è arrivato il momento, anche perché è quaresima, che voi passiate dalla lenzuolata normativa al sudario politico, e noi voteremo anche per spingervi verso quest'ultimo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marina Sereni. Ne ha facoltà.
MARINA SERENI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe, con il voto positivo di oggi rispondiamo ad una domanda che ci viene dalle famiglie, dai cittadini, dalla concreta realtà economica e sociale del Paese. È una domanda di crescita, di modernizzazione dell'economia, di apertura alle regole della concorrenza e di tutela dei diritti dei consumatori.
Il decreto-legge Bersani, che oggi il Parlamento è chiamato a convertire in legge, si occupa della vita quotidiana delle persone. Potremmo ricordare il divieto di far pagare penali ai clienti delle banche per l'estinzione anticipata dei mutui, oppure la portabilità dei mutui da un istituto bancario ad un altro o, ancora, l'abolizione dei costi di ricarica dei telefonini e la facoltà di cambiare senza costi il gestore, scegliendo le offerte più vantaggiose sul mercato. Potremmo ricordare la modifica dei criteri di attribuzione della classe di merito nei contratti RC auto e la maggiore trasparenza nel settore assicurativo. Potremmo citare l'abbattimento delle barriere per i giovani che vogliono aprire nuove attività di guida turistica, di estetista, di acconciatore, di pulizia e facchinaggio, di autoscuola. Potremmo ricordare la valorizzazione dell'istruzione tecnica anche ai livelli superiori, la semplificazione delle procedure per la nascita di una nuova impresa, la maggiore chiarezza sulla data di scadenza dei prodotti alimentari. Potremmo, infine, citare la revoca delle concessioni rilasciate ormai da decenni per tratte della TAV mai realizzate; noi, caro Tremonti, le abbiamo revocate per poter finalmente attivare le gare d'appalto, per fare davvero le opere necessarie all'alta velocità, perché per noi le imprese sono tutte uguali e trasparenza, rigore, efficienza nella spesa pubblica sono principi di cui non ci dimentichiamo mai (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani).
VALENTINA APREA. Questo ve lo potevate risparmiare!
MARINA SERENI. La filosofia che ha ispirato questo provvedimento è molto chiara. Vogliamo far risparmiare le famiglie italiane, introducendo maggiore trasparenza e concorrenza nel mercato. Vogliamo offrire più opportunità ai giovani, rompendo incrostazioni e rendite di posizione, che penalizzano il paese e la sua economia. È un provvedimento dunque che produce benefici certi per i cittadini consumatori e contemporaneamente stimola le imprese a crescere, ad innovare e a puntare sulla qualità, scommettendo sul saper fare e sul capitale umano e tecnologico del paese.
Per queste ragioni abbiamo trovato incomprensibili le argomentazioni dell'opposizione e soprattutto l'ostruzionismo: sì, l'ostruzionismo di queste settimane! Dobbiamo dare atto che nel centrodestra alcune Pag. 108forze hanno mostrato una diversa attitudine al confronto. La maggioranza e il Governo hanno corrisposto a questo atteggiamento, con una disponibilità davvero grande. Basti ricordare che sono state approvate complessivamente 36 modifiche e, di queste, ben 21 sottoscritte o presentate da colleghi dell'opposizione. Non regge dunque la favola della maggioranza chiusa e sorda al confronto.
È vero, invece, che la Casa delle libertà mostra dall'opposizione una grande coerenza con ciò che ha fatto stando al Governo. Di riforme nella direzione della concorrenza e del mercato, nei cinque anni di Governo della destra, non se ne è vista neppure una (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Italia dei Valori)! Il Presidente Berlusconi lo ha ammesso più volte, gettando la colpa sugli alleati. Ancora poche settimane fa, davanti alle telecamere diceva: le liberalizzazioni non le abbiamo potuto fare, per via della coalizione che avevamo; mi sono dovuto stoppare.
Ora, il re è nudo! Non ci sono più alibi! Caro Tremonti, se foste davvero una destra seria e liberale, avreste almeno potuto abbandonare la strada dell'opposizione pregiudiziale e ostruzionistica, di fronte ad una maggioranza di centrosinistra, che compatta e convinta ha messo in campo una strategia di riforme per la modernizzazione dell'economia. Invece, vi siete fatti interpreti dei corporativismi peggiori. Avete difeso privilegi e inefficienze. Avete dimostrato di essere voi il cuore del conservatorismo e delle resistenze, che bloccano lo sviluppo e la crescita del nostro paese.
Ma noi andiamo avanti. Il provvedimento che oggi approviamo è un altro tassello di un mosaico più grande e ambizioso, che abbiamo cominciato a costruire a luglio con la legge che ha liberalizzato la vendita dei farmaci da banco, con la concessione delle licenze dei taxi, con l'eliminazione dei costi per la gestione dei conti correnti e con l'abolizione delle tariffe minime delle prestazioni professionali. Proseguiremo nei prossimi mesi, qui alla Camera, con la proposta di legge Capezzone per la semplificazione delle procedure per l'avvio di nuove attività produttive e con il disegno di legge del ministro Bersani, che interviene sulla rete dei distributori di carburante, sull'estensione dei pagamenti elettronici, sull'abolizione del pubblico registro automobilistico, sugli sgravi fiscali per le imprese che rafforzano il patrimonio e si quotano sui mercati finanziari e sulla riduzione dei costi per i conti correnti bancari con l'eliminazione degli interessi sul cosiddetto massimo scoperto. E poi, ancora, con i disegni di legge sulla riforma delle professioni intellettuali e per l'introduzione dell'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori. E poi ancora, al Senato, con altri provvedimenti che hanno lo stesso segno: il riordino dei servizi pubblici locali, proposto dal ministro Lanzillotta e la liberalizzazione dei settori dell'energia elettrica e del gas naturale, che in parte è stata già anticipata con la legge finanziaria.
Sono tanti i cittadini che in questi giorni ci hanno sostenuto, sollecitandoci ad andare avanti. A loro diciamo che presto queste riforme saranno realtà. Noi ci stiamo occupando del bene del paese.
Abbiamo messo mano ad un'azione riformatrice, vera, complessa, che tocca banche, assicurazioni, società di telecomunicazioni! Altro che piccole cose! Veri e propri santuari che non avete avuto il coraggio e la voglia nemmeno di guardare (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori)!
I primi risultati, come ci dicono le cifre dell'economia, si stanno vedendo. Voi, o almeno la maggior parte di voi, avete scelto la difesa degli egoismi corporativi e delle spinte protezioniste e fate un'opposizione contro gli interessi delle famiglie e delle imprese italiane!
Noi manteniamo una disponibilità vera al confronto e al dialogo. In ogni caso, non smetteremo di lavorare per rendere l'Italia più giusta, più forte e più competitiva in Europa e nel mondo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.