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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1609)
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Montani 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi l'emendamento in esame affronta il problema alla radice poiché il disegno di legge del Governo tendeva a prorogare di diciotto mesi l'attuazione della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, sull'istituzione degli ordini delle professioni sanitarie infermieristiche ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.
Tale proroga di diciotto mesi era stata motivata, nella relazione di accompagnamento del Governo, con l'affermazione che, dovendosi procedere ad una generale riforma degli ordini professionali, in tale contesto si sarebbe dovuta inserire anche l'istituzione di ordini professionali per le categorie in esame.
Tutto ciò, invece, non è avvenuto; non sono stati modificati gli altri ordini professionali e quindi, essendo cadute le motivazioni, non vi è ragione di prorogare ulteriormente, come dicevamo in Commissione, anche perché il termine di diciotto mesi è già scaduto o meglio dovrebbe scadere il 4 settembre 2007, tra due mesi e tre settimane: considerato che il provvedimento deve ancora essere trasmesso al Senato, il tempo rimasto non sarebbe sufficiente. Pertanto il Governo dovrebbe procedere all'attuazione della delega perché in ogni caso l'ulteriore proroga di sei mesi chiesta dal relatore non risolverebbe il problema. Infatti, trascorso anche tale lasso di tempo, la ventilata, l'annunciata riforma di tutti gli ordini professionali sicuramente non verrà realizzata.
La richiesta di una proroga di sei mesi è puramente formale, il relatore si preoccupa della forma poiché il provvedimento deve essere approvato anche dal Senato. Penso che il provvedimento potrebbe essere respinto già dalla Camera, senza essere trasmesso al Senato. Bisognerebbe piuttosto chiedere al Governo se abbia realmente l'intenzione di istituire questi ordini professionali. Non vedo perché si dovrebbe creare una discriminazione, applicando due pesi e due misure rispetto a professioni diverse che già hanno gli ordini. Anche le categorie professionali in discussione hanno diritto ad avere gli ordini anche in virtù del provvedimento che la Camera, così come il Senato, hanno approvato nella scorsa legislatura all'unanimità.
Non è quindi un provvedimento del Governo Berlusconi, come qualcuno ha detto, anche se durante l'iter di approvazione del provvedimento è stato presentato un disegno di legge del Governo; piuttosto, questa disciplina deriva da una proposta di legge di iniziativa parlamentare approvata da tutto il Parlamento.Pag. 4
Ricordo che sono stato relatore su questo provvedimento alla Camera e in quell'occasione l'approvazione è stata unanime; pertanto le motivazioni sono alquanto pretestuose e non vedo perché bisogna ancora continuare a girare attorno all'argomento, come un cane che si morde la coda.
Non vedo perché dobbiamo continuare a insistere dato che sicuramente tra sei, sette mesi, così come chiesto il relatore, ci troveremo di nuovo di fronte alla richiesta di un'ulteriore proroga da parte del Governo in quanto non si saranno verificate le condizioni dallo stesso richieste, ossia la riforma di tutti gli ordini professionali.
In ogni caso, anche se gli ordini professionali venissero modificati, quelli oggetto del provvedimento in esame subiranno la stessa sorte degli altri. Non vedo, quindi, perché si dovrebbero discriminare tali ultime categorie professionali che hanno gli stessi diritti, anche perché esiste una legge che lo impone. Il Governo andrebbe quindi contro l'attuazione di una legge già esistente, voglio stigmatizzare tale atteggiamento del Governo che dovrebbe vergognarsi ad insistere dopo che i termini sono abbondantemente scaduti.
Pertanto, voteremo a favore dell'emendamento Montani 1.2 soppressivo dell'articolo 1 del provvedimento in esame. Con la soppressione di tale articolo, infatti, la legge decade e avremo messo una pietra tombale su tale argomento imbarazzante per il Governo e anche imbarazzante e discriminatorio per tali categorie professionali di cui, lo ricordo, fanno parte 500 mila persone che operano per la salute dei cittadini e hanno tutto il diritto di essere trattati come gli altri operatori professionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baiamonte. Ne ha facoltà.
GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, intervengo in merito ad un provvedimento che ha dello straordinario, e dico subito perché. Questo Governo, nella legislatura durata dal 1996 al 2001, si è premurato di istituire le lauree brevi per poter creare tutta una serie di professioni sanitarie non mediche - a mio avviso, giustamente - per poter differenziare queste varie categorie che assumono una certa importanza nel Servizio sanitario nazionale.
Chi vi parla, avendo vissuto qualche decennio - forse anche di più - nel mondo sanitario, ricorda che una volta c'era l'infermiere generico, poi dall'infermiere generico si è arrivati, giustamente, a istituire i diplomi infermieristici; grazie ad essi, i giovani, dopo la terza media, facevano cinque anni di liceo - così possiamo definire tali istituti - al cui esito conseguivano i titolo di infermieri professionali.
Oggi, con le lauree brevi, questa categoria comincia ad assumere una dignità propria, perché ci sono infermieri che si occupano delle corsie, altri che stanno in sala operatoria, altri che si occupano di endoscopia, di cardiologia. Si tratta di un corso di laurea, sia pur breve, che comincia ad assumere un peso notevole.
Il numero è veramente serio nel nostro Paese: si tratta - per quanto riguarda queste varie categorie di cui stiamo parlando, cioè le professioni sanitarie non mediche - di circa 332 mila persone, che hanno un'influenza e un'importanza notevole al fine di portare avanti il Servizio sanitario nazionale. Signori miei, dovremmo occuparci degli infermieri soltanto per aumentare la possibilità di assunzione. Nel nostro Paese mancano circa 40 mila infermieri e gli ospedali sono arrivati al punto che non possono dare le ferie ad alcune categorie e ad alcune specialità di cui parlavo proprio perché non hanno il ricambio ovvero la possibilità di sostituirli.
Signori, di tali figure, che raggiungono questi numeri, dobbiamo occuparci sempre di più per razionalizzare la loro attività; dobbiamo organizzarla meglio, istituendo al più presto, per tali professioni, gli ordini professionali - per ora esistono soltanto i collegi - per poter controllare, non in senso negativo, la loro attività, al fine di garantire al cittadino del personale qualificato, iscritto all'albo. Ma si trattaPag. 5nel contempo di garantire la loro attività, che può diventare pericolosa. Oggi come oggi, dopo che, grazie a certi sistemi che avete istituito - dico «avete», perché il mondo sanitario è stato assolutamente contrario -, avete consentito la rottura del rapporto che c'era tra il personale medico e sanitario ed il cittadino paziente, sicché, con una certa facilità, si va incontro a denunce e insulti a ripetizione. Assistiamo allo spettacolo di gente che arriva nei pronti soccorsi e rompe tutto, addirittura aggredisce gli infermieri.
Di recente, nella mia città, c'è stato un episodio clamoroso: un infermiere è stato preso a botte da un cittadino, solo perché si ritardava la sua cura. Signori, accelerare la formazione degli ordini professionali è fondamentale! Io ho un sospetto. Mi auguro che sia un sospetto.
Questo Governo parla di liberalizzazioni. Lo abbiamo constatato ieri in Commissione: addirittura si vuole liberalizzare la possibilità di avere la responsabilità di certificare l'idoneità alla guida. Ma queste sono cose serie, non vogliamo «inquadrare» le persone; voi invece cercate di inquadrarle e metterle inquadrate e coperte, come vivessimo ancora negli anni Trenta.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIACOMO BAIAMONTE. Voglio dire: cerchiamo, invece di rinviare il provvedimento relativo all'istituzione degli albi, di accelerarne l'iter. Ecco perché voteremo a favore di questo emendamento, presentato dal collega Montani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ulivi. Ne ha facoltà.
ROBERTO ULIVI. Intervengo solo perché questo è un provvedimento che interessa oltre 500 mila cittadini, e, secondo quanto riportato dagli uffici, riguarda 348 mila unità delle professioni infermieristiche ed ostetriche, 82.200 delle riabilitative, 61 mila di quelle tecnico-sanitarie e 38 mila di altre professioni.
Questi cittadini aspettano dal febbraio 2006 l'istituzione dei loro ordini. Più volte è stato affrontato questo problema, e tutte le volte è stato rimandato, senza nemmeno calendarizzarne il relativo provvedimento per l'esame in Assemblea. Perché? Perché si dice che bisogna aspettare i provvedimenti sulla riorganizzazione degli ordini sanitari, degli ordini in generale. Mi domando: nel momento in cui dovremo intervenire con la nuova normativa sugli ordini dovremo farlo anche per quelli già costituiti; cosa ci impedisce di intervenire anche sugli ordini professionali che dovremmo oggi istituire? Il Governo e il Parlamento ci devono dire se è intenzione di questo Governo realizzare quanto era stato approvato all'unanimità nel corso della precedente legislatura, nell'ambito di un disegno di legge presentato dal Governo, oppure se si vuole ancora continuare a prendere in giro i suddetti cittadini. Ecco il motivo per il quale noi, o almeno io, voterò a favore dell'emendamento in esame, proprio perché il Governo presenti immediatamente quanto previsto dalla legge delega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, non avevo personalmente depositato alcun emendamento volto a far sì che venga data attuazione alla legge delega entro sei, otto o dodici mesi, perché ritenevo, come tutta Alleanza Nazionale, indecente, vergognoso e inaccettabile che un provvedimento che doveva essere emanato entro sei mesi dall'approvazione della legge, avvenuta in Parlamento dopo tre anni di lavoro parlamentare, sia ancora lettera morta. Lo dico soprattutto ai colleghi al primo mandato parlamentare, che non hanno vissuto questa esperienza nella precedente legislatura: è bene che lo sappiate e lo ricordiate - consultate pure gli atti dei lavori parlamentari - che fu un momento alto e nobile del Parlamento quando approvammo tale legge, che venne proposta da alcuni parlamentari di sinistra...
Pag. 6PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. ...venne proposta e approvata in Consiglio dei ministri dal Governo Berlusconi, venne approvata al Senato con voto unanime in Commissione sanità (all'epoca, ero sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca con delega alle professioni, e ho seguito tutto l'iter della legge), fu approvata dal Senato nel 2005...
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. ...giunse all'esame di questo ramo del Parlamento e venne successivamente approvata, dirò in seguito con quanti voti a favore. Fu un momento alto e nobile, lo ripeto, di un voto bipartisan...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. ...forse l'unico della scorsa legislatura. Oggi, con l'emendamento in esame, il provvedimento viene «affossato». Il resto lo spiegherò successivamente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
Onorevoli colleghi, vi prego di segnalare per tempo la volontà di intervenire. Prego, onorevole Allasia, può intervenire.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, avevo segnalato di voler intervenire prima ancora che terminasse l'intervento della collega Siliquini.
L'esigenza di differire il termine per l'esercizio della delega è stata giustificata con l'opportunità di inserire il riordino delle professioni sanitarie nel più ampio provvedimento di riforma degli ordini professionali: tale scelta solleva numerose perplessità, sia sotto il profilo tecnico sia dal punto di vista più prettamente politico. Sotto il profilo tecnico, riteniamo che le professioni sanitarie, per la complessità della materia e per il radicamento delle organizzazioni sanitarie, debbano essere trattate con un provvedimento ad hoc. Si osserva infatti che l'obiettivo della legge n. 43 del 2006 era non solo quello di provvedere all'istituzione di appositi ordini professionali per le professioni sanitarie, ma anche quello di prevedere un percorso di carriera per tali figure all'interno delle aziende sanitarie ed ospedaliere: tale disciplina, evidentemente, fuoriesce dalla materia propria di un provvedimento generale di riordino delle professioni.
Sotto il profilo politico, poi, riteniamo che il differimento del termine della delega previsto dal disegno di legge al nostro esame non solo sia troppo lungo in termini di tempo, ma nasconda anche un intento meramente dilatorio, volto, di fatto, a prorogare, per venire incontro agli interessi di alcune categorie professionali, l'entrata in vigore di una riforma che è richiesta dalla maggior parte degli operatori del settore.
A queste considerazioni si aggiunge una semplice notazione di carattere formale sull'inappropriatezza, sotto il profilo giuridico e procedurale, di una legge finalizzata a differire il termine di una delega già scaduta: tecnicamente, infatti, si dovrebbe procedere con l'approvazione di una nuova legge delega. Di conseguenza, la Lega Nord Padania mantiene l'emendamento interamente soppressivo dell'articolo 1 e domanda all'intera Assemblea di esprimersi su di esso favorevolmente, in modo tale che il Governo ne prenda atto e che venga presentato un disegno di legge appropriato per il riordino della materia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montani 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 235).
Prendo atto che i deputati Minardo e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ho accennato poco fa, il relatore si preoccupa di salvaguardare la forma, ma non pensa alla sostanza. Nella sostanza, infatti, ci chiediamo se il Governo voglia davvero attuare la delega concessagli. Noi crediamo di no: ulteriori otto mesi e mezzo - sembrerebbe quasi il titolo del film Otto e 1/2 - non cambieranno le cose. I termini sono infatti in realtà quasi scaduti, poiché i diciotto mesi che il Governo aveva richiesto scadono il 4 settembre 2007 e, considerato che il provvedimento deve ancora essere esaminato dal Senato, anche ammesso che quest'ultimo lo approvi, si arriverebbe a ridosso di tale data.
Questa ulteriore proroga è dunque una mistificazione ed è un modo scorretto ed incongruo di affrontare il problema. Siamo perciò contrari alla concessione di questa proroga di diciotto mesi, poiché si tratta di una mistificazione, di una bugia, di un'ipocrisia nei confronti delle categorie professionali interessate, che meritano invece tutto il nostro rispetto. Un rispetto che deve peraltro tenersi anche nei confronti di una legge che è stata approvata dal Parlamento, e dunque nei confronti del Parlamento stesso che, nella scorsa legislatura, aveva approvato questo provvedimento all'unanimità sia alla Camera sia al Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, colleghi, con questo emendamento siamo davvero arrivati alla farsa. State, in un certo senso, imitando la favola delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Questo, certo, non vi giova ed anzi vi fa perdere anche quella poca credibilità che ancora conservate dopo appena un anno di governo. State infatti illudendo i 530 mila professionisti interessati dal provvedimento al nostro esame.
I colleghi che hanno parlato prima di me hanno già ricordato i fatti: la legge n. 43 fu approvata nel febbraio 2006 e con essa fu concessa al Governo una delega della durata di sei mesi; siete dunque arrivati in Consiglio dei Ministri con la delega pronta, ma non la avete esercitata ed avete così chiesto una proroga. Desidero ricordare, in proposito, quel che dichiarò in Commissione affari sociali il qui presente sottosegretario Serafino Zucchelli, che è persona preparata, proveniente dal mondo sanitario, e che conosce la problematica: egli si oppose ad un mio emendamento contro questa proroga, affermando che il Ministero della giustizia stava studiando un provvedimento per il riordino complessivo degli ordini professionali. In seguito, avete richiesto una proroga di diciotto mesi.
Abbiamo esaminato il provvedimento nel febbraio scorso, ma poi ne è stata sospesa la discussione. Voi presentate ora la proposta di un'altra proroga di ventiquattro mesi: dite chiaramente, allora, che non volete istituire gli ordini professionali, perché volete liberalizzare tutto. Ieri abbiamo approvato il provvedimento sulle liberalizzazioni ed ora volete probabilmente eliminare anche gli ordini esistenti, che già da molti decenni hanno dato prova di grande responsabilità (Applausi della deputata Siliquini).
I professionisti dell'area infermieristica sono 332 mila - come ha ricordato il collega Baiamonte - e in Italia mancano oltre 40 mila infermieri. Quale segnalePag. 8positivo diamo, allora, ai giovani affinché vengano a frequentare le scuole infermieristiche ed a colmare questo grave gap, mentre noi andiamo a reclutare infermieri professionali, come sapete, nell'Est europeo e in Sudamerica - e non ho nulla contro questi Paesi - pur avendo giovani che potrebbero benissimo esercitare tale professione? I professionisti sono 15 mila nell'area ostetrica, 82 mila in quella riabilitativa, 66 mila per l'area tecnico-sanitaria e 38 mila per quella della prevenzione. È veramente strana la motivazione addotta dal Governo a sostegno di questo ampio differimento dei termini, che non si giustifica assolutamente e che evidenzia una contraddizione in termini tra la volontà di liberalizzare gli ordini - più volte espressa dall'Esecutivo, come ho detto in precedenza - e la scelta di istituire nuovi ordini per le professioni sanitarie.
È altresì vero che la proposta del Governo è demagogica: è innegabile, infatti, la fondamentale funzione assolta dagli ordini professionali, ma è anche vero che la completa liberalizzazione di determinate professioni è contraria alla dignità di quanti le esercitano ed agli interessi dei cittadini. Sarebbe forse meglio disciplinare la funzione degli ordini, i quali troppo spesso assolvono compiti - ad esempio, di carattere formativo - che, a mio avviso, non dovrebbero rientrare nelle loro competenze. La riforma è senz'altro necessaria, ma dovrebbe servire a conferire maggiore rigore e serietà al funzionamento degli ordini professionali. Spero nell'intervento del sottosegretario Zucchelli, che - lo ripeto - è persona molto pratica della materia e capace di portare il contributo di una grande esperienza nel campo.
Deve essere, inoltre, ricordata la specificità delle professioni sanitarie, come riconosciuto nella scorsa legislatura anche da voi, allora all'opposizione, e come è stato rammentato dall'onorevole Siliquini. Avete votato con noi una legge che va incontro alla modernizzazione ed alle attese non soltanto corporativiste, ed è proprio per la specificità della materia che non si ritiene corretto, da parte dell'attuale Governo, attendere che siano delineate le linee fondamentali del riordino, come è stato accennato dal Ministero della giustizia. A che punto è, quanto tempo vuole il Ministero della giustizia per operare il completo riordino degli ordini professionali?
La realtà, evidentemente, è diversa: voi non volete assolutamente istituire gli ordini! Ditelo chiaramente! Ma i professionisti in parola lo hanno compreso benissimo e puniranno la vostra contrarietà demagogica agli ordini, e per tali ragioni, esprimeremo un voto contrario sull'emendamento 1.100 della Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzaracchio. Ne ha facoltà.
SALVATORE MAZZARACCHIO. Signor Presidente, premesso che i termini della proroga sono già scaduti nel mese di settembre del 2006, il sottosegretario di Stato Patta, il 7 novembre 2006, in Commissione affari sociali dichiarò che il Consiglio dei Ministri aveva dato mandato al Ministero della giustizia di istruire un riordino complessivo degli ordini professionali.
Oggi viene presentata una nuova proroga. Ma il Governo può dirci, per cortesia, a che punto sono i lavori del Ministero della giustizia?
PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole.
SALVATORE MAZZARACCHIO. Diversamente, in base a quale criterio oggi si può stabilire un nuovo termine? Il Governo ci chiede un atto di fede: la fede può soddisfare qualche coscienza, ma certamente non è sufficiente a soddisfare quelle di coloro che attendono, ormai da qualche anno, il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baiamonte. Ne ha facoltà.
Pag. 9GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, ho già precedentemente esposto, sull'argomento, la mia opinione. Proprio su tale materia l'onorevole di Virgilio ha già precisato ciò che sarà il nostro atteggiamento. Voteremo contro questo emendamento, perché concettualmente siamo contrari al principio di rinviare l'istituzione degli ordini professionali per le menzionate categorie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei intervenire leggendo due comunicati, perché è necessario che si comprenda la realtà.
Una legge, come ho già detto, approvata con voto bipartisan dopo tre anni di lavori parlamentari, approda in Consiglio dei ministri - nel vostro Consiglio dei ministri - ad agosto del 2006. Nel mese di maggio, il Ministro Turco, che contesto per non avere dato esecuzione a questa delega, emetteva un comunicato stampa in cui affermava che avvertiva l'obbligo di istituire immediatamente gli ordini professionali in questione. A tal proposito, vi è una notizia dell'agenzia giornalistica ANSA delle ore 16,24 del 27 maggio 2006 che testualmente afferma: «È mio preciso dovere, applicherò sicuramente la legge. Il mio compito è quello di rendere operativa la delega. Il ministro della salute Livia Turco assicura la volontà di dare applicazione alla legge n. 43 del 2006».
Questa è un'ennesima presa in giro dei 550 mila professionisti coinvolti, perché ciò è stato sostenuto nel mese di maggio 2006; invece, in occasione di una riunione del Consiglio dei ministri del successivo mese di agosto un'altra notizia dell'agenzia ANSA delle ore 15,51 del 31 agosto 2006, afferma: «Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro Turco, un disegno di legge per il differimento di dodici mesi del termine per l'esercizio della delega».
Questa mattina viene detto che la maggioranza, contro il voto dell'opposizione in sede di Comitato dei nove - lo sappiano i quasi 600 mila professionisti coinvolti - ha chiesto l'approvazione di un rinvio della delega di ventiquattro mesi. Allora, si decidano questa maggioranza e questo Governo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Deve dare una immediata esecuzione o deve rinviare sine die? Dite la verità! Tutti devono saperlo. Non stupitevi se tutti dicono che siete «scollegati» dal mondo reale. Quest'ultimo è costituito da 600 mila professionisti che lavorano e dai cittadini italiani che hanno bisogno delle funzioni sanitarie. Voi siete coloro che non capiscono questa realtà e perciò non stupitevi se siete ridotti a numeri da servizio telefonico. Siete «scollegati», non mantenete le promesse, siete incoerenti, contraddittori, state affossando le professioni sanitarie, i cui operatori oggi possiedono la laurea triennale, quella quinquennale, il dottorato di ricerca. Sono professionisti di serie A. Voglio sapere quanti di voi hanno la laurea quinquennale per capire questi argomenti! Andrò a vedere quanti di voi la possiedono!
E allora, non avete assolutamente capito che la liberalizzazione del mercato è un'altra faccenda: si tratta dell'energia, delle municipalizzate, dove si trovano i vostri «amici». Non stiamo discutendo di una liberalizzazione del mercato, ma di un tema che richiede la necessaria tutela della salute dei cittadini attraverso prestazioni professionali che devono essere riservate e controllate. La ricordata legge non prevedeva solo gli ordini, ma anche la dirigenza; disciplinava inoltre tutte le funzioni dei professionisti e dava ai cittadini italiani la certezza di non essere assistiti da cialtroni, da abusivi. Si trattava di una legge contro l'abusivismo di cui, purtroppo, l'Italia è piena.
Voi, rinviando sine die, state affossando tale legge e ve ne assumete tutte le responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di centro))!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 10
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 434
Astenuti 3
Maggioranza 218
Hanno votato sì 251
Hanno votato no 183).
Prendo atto che i deputati Balducci e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
I successivi identici emendamenti Lucchese 1.1 (Nuova formulazione), Montani 1.3 (Nuova formulazione) e Di Virgilio 1.4 (Nuova formulazione) sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento testé votato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato sì 248
Hanno votato no 189).
Prendo atto che i deputati Balducci e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1609)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2
(Vedi l'allegato A - A.C. 1609 sezione 3), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 422
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato sì 236
Hanno votato no 186).
Prendo atto che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che i deputati Balducci, D'Ippolito, Vitale e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
(Esame di un ordine del giorno - A.C. 1609)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 1609 sezione 4).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
SERAFINO ZUCCHELLI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor presidente, pur nel dovuto rispetto del parere dell'Authority, che viene riportato nell'ordine del giorno Poretti n. 9/1609/1, riteniamo che la sua approvazione sarebbe contraddittoria rispetto alla volontà che il Governo ribadisce oggi di volere giungere, nel tempo più rapido possibile, all'approvazione della riforma degli ordini professionali.
Pag. 11PRESIDENTE. Quindi, il Governo non accetta l'ordine del giorno Poretti n. 9/1609/1?
SERAFINO ZUCCHELLI, Sottosegretario di Stato per la salute. No, signor Presidente, non lo accetta.
PRESIDENTE. Chiedo alla deputata Poretti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1609/1, non accettato dal Governo.
DONATELLA PORETTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA PORETTI. Vorrei davvero un po' di attenzione sul mio ordine del giorno. Lo chiedo a tutti, sia a destra, sia a sinistra. So benissimo che avete approvato, nella scorsa legislatura, la legge che ha previsto la delega di cui oggi si chiede la proroga dei termini.
Con quel provvedimento si chiedeva l'istituzione di nuovi ordini professionali e il Governo Berlusconi e il Parlamento di allora lo sottoposero al parere dell'Autorità antitrust.
L'ordine del giorno che in questo momento il Governo sta respingendo riporta fedelmente, in buona parte, il parere dell'Antitrust (lo sottolineo: si tratta dell'authority a cui spesso molti liberali, che siedono alla mia sinistra e, quindi, nella destra dell'emiciclo, si richiamano).
Ebbene, l'Antitrust scrisse testualmente: «Si rileva che la costituzione di nuovi ordini professionali e dei relativi albi provoca una significativa restrizione della concorrenza, comportando limitazioni all'entrata di nuovi operatori»; ed inoltre: «Non sembrano sussistere asimmetrie informative tali da giustificare una limitazione della concorrenza attraverso l'imposizione di barriere all'accesso nel relativo mercato». Ciò significa che si chiede di non istituire nuovi ordini professionali. Essi possono essere istituiti solo laddove esista realmente un problema per il consumatore, un'asimmetria informativa, e quindi a favore del consumatore è riconosciuta la possibilità di creare nuovi ordini.
Non era questo il caso. Ciò fu scritto dall'Antitrust nel 2004 che, successivamente, rese un altro parere, sempre in queste materie, scrivendo che non si rilevava neppure la necessità di ulteriori albi per l'attività di informazione scientifica e per gli informatori scientifici del farmaco. È inutile soffermarsi a ricordare quante sono le proposte di legge (le più incredibili!) che chiedono l'istituzione degli albi più assurdi. Si potrebbe veramente fare un elenco che ha dell'incredibile: dagli ex parlamentari agli agenti dello spettacolo, ed anche gli artisti, i cuochi, i tecnici di riabilitazione equestre, gli statistici, i pianificatori urbanistici, addirittura gli esercenti gli spettacoli pirotecnici. Siamo in un'Italia in cui si vuole creare un'infinità di nuovi albi professionali, che - lo ripeto - costituiscono una limitazione all'ingresso per l'esercizio di una professione.
Abbiamo sentito interventi, poco fa, che dicevano che oggi vi sono dei ciarlatani perché non esistono i relativi ordini professionali; si dice che oggi gli ostetrici e gli infermieri sono dei ciarlatani! Vi rendete conto della responsabilità di quello che state dicendo? Oggi vi sono persone che studiano e che esercitano la professione nel sistema sanitario pubblico e dall'opposizione si dice che sono dei ciarlatani...
LUCA VOLONTÈ. Ma chi l'ha detto (Commenti del deputato Di Virgilio)?
DONATELLA PORETTI. ... perché non esiste l'ordine professionale! Ma di cosa state parlando? Ci siete mai andati negli ospedali? O forse andate soltanto all'estero, nelle cliniche all'estero, dove non ci sono gli ordini professionali?
Questo ordine del giorno, con cui si impegna il Governo a tenere conto delle indicazioni fornite dall'Antitrust - non a seguirle pedissequamente - viene rifiutato dal Governo davvero in maniera incredibile.
Il Governo ha dichiarato di essere contrario a tenere conto delle indicazioniPag. 12dell'Antitrust: davvero complimenti! Mi auguro davvero che su questo ordine del giorno ci sia un po' di riflessione dei singoli deputati a livello personale e che sia approvato (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Girolamo. Ne ha facoltà.
LEOPOLDO DI GIROLAMO. È vero - come appena affermato dall'onorevole Poretti - che nella passata legislatura l'Antitrust formulò quel parere. Tuttavia, il Senato e la Camera, dopo un'istruttoria molto lunga, approvarono, all'unanimità e sulla base di altre valutazioni, la legge n. 43 del 2006: in primo luogo, per la disparità che vi è all'interno delle ventidue tipologie di professionisti sanitari (alcune erano provviste di albi e ordini, mentre altre no).
In secondo luogo, il CNEL affermò in un documento, dopo una lunga riflessione, che i settori della salute e della giustizia possono essere opportunamente regolati anche attraverso albi ed ordini in quanto vi si svolgono attività caratterizzate da rischi di danno sociale conseguente ad eventuali prestazioni non adeguate e, quindi, siamo in presenza di un interesse costituzionalmente rilevante da tutelare.
Infine, la Commissione europea e il Consiglio europeo avevano escluso proprio i servizi sanitari dall'applicazione delle direttive sulla concorrenza.
Quindi, sulla base di valutazioni politiche adeguate e sostenute da questi pronunciamenti, il Parlamento nella passata legislatura approvò la legge n. 43 del 2006. Non possiamo, pertanto, oggi votare un ordine del giorno che sconfessa completamente ciò che abbiamo fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, devo replicare all'onorevole Poretti, perché ci ha accusato di una cosa che non abbiamo affatto detto, non vera e assolutamente falsa.
Difendiamo questi professionisti per un motivo molto semplice. La funzione degli ordini, di quelli istituiti attualmente, è deontologica, educativa e disciplinare ed evita la presenza di falsi professionisti che si dichiarano capaci di svolgere le professioni. Quindi, crediamo in questi ordini: siete voi che ci dovete dire se li volete o meno!
Da quanto ha dichiarato l'onorevole Poretti, sembra che non li vogliate! Allora, non bluffate chiedendo un'ulteriore proroga. Chiedete una proroga di settantadue mesi, annunciando chiaramente che non volete gli ordini professionali!
DONATELLA PORETTI. Il Governo non l'ha accettato!
DOMENICO DI VIRGILIO. Noi ne prenderemo atto e questi professionisti sapranno che voi non volete gli ordini professionali. Dovete avere il coraggio di dichiararlo chiaramente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, a nome del gruppo Lega Nord Padania sottoscrivo l'ordine del giorno Poretti n. 9/1609/1 e ribadisco la nostra perplessità sul disegno di legge in esame. Riteniamo, infatti, che in questo momento esso sia inappropriato, perché c'era tutta le tempistica per proporre un disegno di legge ad hoc sugli ordini professionali.
Per quanto riguarda la polemica politica non entro nel dibattito, perché riteniamo che gli ordini professionali sanitari siano impegnati sul territorio a pieno titolo per salvaguardare la vita di tutti i cittadini.
Pertanto, per evitare ulteriori discussioni, appoggiamo pienamente l'ordine del giorno Poretti n. 9/1609/1. Chiediamo,Pag. 13quindi, che il Governo svolga un'attenta rilettura di questo ordine del giorno, perché il gruppo Lega Nord Padania non ritiene assolutamente possibile una sua bocciatura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare, a nome di Alleanza Nazionale, la totale contrarietà all'ordine del giorno Poretti n. 9/1609/1 e per ribadire quanto già detto dal collega Di Virgilio.
In questa Assemblea quello che manca, da parte della maggioranza, è la chiarezza. Vede, onorevole Poretti, lei oggi ha fatto un discorso molto fumoso, ma la realtà è quella che lei ha scritto in un comunicato e mi dispiace che non ascolti. La verità - come ha detto il collega Di Virgilio - è che voi volete abolire gli ordini professionali, ma lo devono sapere tutti, non solo in quest'aula del Parlamento, e lei lo ha scritto nel comunicato delle ore 19,48 del 12 febbraio. Pertanto, onorevole Di Virgilio, ha ragione! È inutile che continuiamo a raccontarci di proroghe e di rinvii sine die. La realtà è quello che l'onorevole Poretti scrive nel comunicato: «Credo che sia giunto il momento di valutare l'opportunità di abolire gli ordini professionali» (Commenti del deputato Volontè).
DONATELLA PORETTI. Il Governo è contrario!
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Allora, stiamo discutendo del nulla: non stiamo discutendo di rinvii né del collegamento con la riforma delle professioni. Sono panzane che cercate di raccontare ai cittadini, che le capiscono e non vi votano più! Lo avete capito che il Paese reale vuole lavorare negli ordini, nelle regole e nella chiarezza (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)?
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Lo volete capire che non siamo in una giungla, ma siamo in un Paese che vuole regole e chiarezza, soprattutto in campo sanitario?
Dunque, prima di tutto, questa norma che oggi proponete è incostituzionale. In secondo luogo, qualunque ordine del giorno fasullo come questo, che avanza delle proposte fasulle, va respinto, perché la riforma delle professioni - come fate a non capirlo! - non c'entra niente. La legge n. 43 del 2006 vive, esiste ed è legge dello Stato! Voi dovevate emanare i decreti delegati entro sei mesi: lo avevamo previsto per qualunque Governo fosse stato eletto, non abbiamo dato un incarico a noi stessi. Voi venite meno ad una precisa legge dello Stato e accampate delle argomentazioni ridicole circa una presunta futura riforma, semmai verrà alla luce, cosa di cui ho qualche dubbio, visto che deve ancora partire alla Camera e, comunque, il Senato è quello che è e le leggi non passano più.
Pertanto, state accampando delle argomentazioni fasulle per prendere in giro i cittadini italiani. Ne renderete conto sempre a loro (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo e della deputata Poretti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, questo ordine del giorno è illegale e illogico. È illegale perché va contro una legge dello Stato che è stata approvata, e non è logico perché non ci si può appellare alle indicazioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato per l'applicazione di una legge.
Quindi, bene ha fatto il Governo a dare parere contrario. Anche noi siamo contrari a questa presa di posizione che - lo ripeto - non ha senso in alcun modo, né di ordine legale, né di ordine logico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mellano. Ne ha facoltà.
Pag. 14
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, intervengo brevemente per ricondurre, forse, a chiarezza una discussione veramente troppo esagitata.
In questo momento noi radicali del gruppo La Rosa nel Pugno stiamo dicendo quello che abbiamo sempre sostenuto e non c'è nulla di strano: noi siamo contro gli ordini professionali.
Volevamo che il nostro Governo, che appoggiamo convintamente, tenesse conto di quanto scritto in un ordine del giorno che, pur blando, impegna il Governo a rivalutare la situazione - ci diamo ancora un margine di tempo per la riflessione - per capire se le indicazioni dell'Authority hanno una valenza. Noi crediamo che ce l'abbiano e per questo chiediamo di votare e voteremo a favore di un ordine del giorno che il Governo non accetta, cara collega Siliquini! Lei è d'accordo con il Governo: lei, con il suo corporativismo storico che rivendica!
Il Governo, in questo caso, non sa approfittare di un ordine del giorno che - lo ripeto - è correttamente blando per non mettere in imbarazzo nessuno. Chiedo che i liberali e i riformatori di questo Parlamento vogliano concederci uno spazio ulteriore di riflessione e di riforma (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sostenere questo ordine del giorno. Abbiamo discusso per tante giornate sulla necessità di prevedere addirittura una legge ad hoc sulle liberalizzazioni che faccia tesoro delle indicazioni dell'Antitrust. Credo sia giusto chiedere al Governo di riconsiderare la questione, come poi è stato detto anche dal collega della Lega Nord.
Non mi riferisco alla questione generale degli ordini professionali - su cui pure sarebbe bene tornare - ma a tale questione specifica.
Credo sia una richiesta ben motivata e fondata; quindi, ritengo opportuno che il Parlamento impegni il Governo a riconsiderare la questione, se intende mantenere la sua posizione contraria (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia e dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo per sostenere quanto appena dichiarato, a titolo personale, dall'onorevole Mellano, ma anche per ribadire che il testo di questo ordine del giorno impegna semplicemente il Governo a tener conto di un parere dell'Antitrust.
Votare contro tale ordine del giorno e non accettarlo, come ha fatto il Governo, significa sostanzialmente affermare che il Governo non intende considerare un parere dell'Antitrust: lo ritengo veramente clamoroso! Evidentemente, quando si tratta di difendere privilegi corporativi, tutte le forze di questo Parlamento - con qualche lodevole eccezione - si uniscono e mi dispiace che anche il Governo che sostengo faccia questa scelta.
Pertanto, rinnovo l'invito ai liberali a votare a favore dell'ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, anche i socialisti della Rosa nel Pugno sono d'accordo su questo ordine del giorno. Richiamiamo il Governo ad una particolare attenzione, perché certamente si possono fare «lenzuolate» e anche scelte buone - com'è stato fatto nel provvedimento che abbiamo approvato ieri, anche se un po' di coraggio su tali questioni sarebbe stato utile - ma, in particolare, in tema di libere professioni, la necessità di aprire il mercato a una concorrenza vera e non protetta da parte diPag. 15alcuni ordini professionali (non tutti per la verità, ma alcuni sicuramente) è una necessità del Paese, non di una forza politica o soltanto di una visione unilaterale (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulio Conti. Ne ha facoltà.
GIULIO CONTI. Signor Presidente, credo che fare chiarezza significhi innanzitutto sapere se gli ordini professionali devono sopravvivere oppure no; in secondo luogo, bisogna rilevare che il disegno di legge in esame riguarda le professioni sanitarie, che sono ben diverse da altri tipi di professioni o di «paraprofessioni». Quindi questo è il discorso di fondo. Osservo le ostetriche autonome protestare perché vogliono l'autonomia: cosa significa? Significa fare le ostetriche senza avere il titolo di studio riconosciuto? Significa incentivare la concorrenza nella qualità o incentivarla nel disordine, aprendo la professione a tutti coloro i quali avranno un titolo di studio che potrebbe essere rilasciato anche da nazioni delle quali non riconosciamo tali titoli?
Pretendere ciò, come dice l'onorevole Poretti, ma anche altri, è sbagliato. Anzi, lei ha presentato un ordine del giorno nel quale cerca di spiegare qualcosa che poi, in realtà, non spiega o lo spiega male.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIULIO CONTI. Concludo, signor Presidente. Ritengo che in nome della concorrenza, non si possa abbattere la qualità (Commenti della deputata Poretti). Quando una ragazza vuole avere un figlio a domicilio con l'assistenza di un'ostetrica - soprattutto considerando il progetto di legge che stiamo discutendo attualmente in Commissione affari sociali ...
PRESIDENTE. Onorevole Conti, concluda.
GIULIO CONTI. ... concludo, Presidente - se non c'è il massimo della qualificazione professionale, come pensate che l'abolizione degli ordini professionali o paraprofessionali possa essere un aiuto alla qualità? È necessario essere molto attenti e fare chiarezza. La necessità di ulteriori dodici mesi è un'esagerazione, però ritengo che il Governo dovrebbe darci una risposta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Poretti n. 9/1609/1, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 435
Astenuti 7
Maggioranza 218
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 386).
Prendo atto che il deputato Fugatti ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole e che il deputato Giulio Conti ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Prendo altresì atto che gli onorevoli Germontani e Castellani hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario e che la deputata Ravetto ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi. Infine, prendo atto che i deputati Balducci e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1609)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Poretti. Ne ha facoltà.
DONATELLA PORETTI. Signor Presidente, mi dispiace davvero per ciò che è successo fino a poco fa; eviterò di proseguire nella polemica, ma, poiché qualcuno mi ha chiesto spiegazioni, mi verrebbe da rispondere che, forse, era il caso di leggere effettivamente l'ordine del giorno, in modo tale da avere già le spiegazioni. Tuttavia, quando si parla di ordini professionali si chiudono gli occhi, si tappano le orecchie e si vota comunque. Nei convegni, poi, si afferma che è necessario rivedere il tutto e che bisogna liberalizzare il mercato, ma, quando si arriva in Parlamento, si istituiscono nuovi ordini professionali.
Votiamo comunque a favore del disegno di legge in esame che prevede, per il momento, solo il differimento del termine per l'esercizio della delega con cui dovrebbero essere istituiti gli ordini e gli albi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.
Riteniamo opportuna l'approvazione del provvedimento per due motivi: il primo è costituito dalla necessità di collegare la regolamentazione del settore all'annunciata e più ampia riforma di tutti gli ordini professionali, e ci associamo nel chiedere a che punto sia il disegno di riforma, auspicando che al più presto si intervenga su tale settore. Oggi, però, ci limitiamo soltanto a differire i termini per istituire nuovi ordini. La seconda motivazione, per cui esprimeremo voto favorevole, è costituita dalla necessità di prendere tempo, e oggi ne prenderemo ancora di più. Si prevedono, infatti, ventiquattro mesi per istituire i nuovi ordini, e tale termine credo che possa essere ben utilizzato per rivalutare il problema (anche se, con dispiacere, devo prendere atto che il Governo non ha intenzione di considerare le segnalazioni dell'Autorità antitrust).
Colgo, però, l'occasione di tale dibattito per denunciare un'anomalia del nostro modo di procedere da un punto di vista parlamentare. La legge n. 43 del 2006 fissava la data del 4 settembre 2006 per istituire i nuovi ordini ed albi. Il disegno di legge che stiamo esaminando è datato 1o settembre 2006, ed è stato licenziato dalla Commissione affari sociali il 4 dicembre 2006, ovvero tre mesi dopo la scadenza entro la quale dovevano essere istituiti i nuovi ordini. Oggi è ancora all'esame dell'Assemblea un testo, che poi dovrà passare al Senato, che proroga prima di dodici, poi di diciotto, ora di ventiquattro mesi, un termine già scaduto da otto mesi, rinviandolo al 4 settembre 2008. Ritengo che ciò sia esemplificativo del modo di procedere del Parlamento, e su ciò la responsabilità è comune a maggioranza e opposizione: è il Parlamento che procede in tal modo.
Tutto ciò per quanto attiene al metodo. In ordine al merito, invece, ritengo che sia giunto il momento di rivalutare, più in generale, l'opportunità di abolire gli ordini professionali, figli delle corporazioni fasciste e di una concezione statalista dell'economia, per sostituirli con libere associazioni di liberi professionisti, e non con ciarlatani, abusivi, malandrini o delinquenti: liberi professionisti, in una società di liberi contratti, di liberi lavori e liberi valori.
La rigidità organizzativa degli ordini, in particolar modo in ambito sanitario, insieme alle pessime leggi, di ispirazione vaticana, che caratterizzano questo ambito e non solo, hanno contribuito a far sì che il nostro Paese si collocasse ai margini della ricerca scientifica e medica europea ed internazionale.
Tale rigidità e le leggi approvate, però, hanno anche contribuito alla fuga di cervelli verso paesi in cui la libertà professionale individuale e leggi non confessionali costituiscono un incentivo ed un limite. Sulla questione si era espressa l'Autorità antitrust nel dicembre 2004: inutile che vi rilegga quello che aveva segnalato l'allora presidente Giuseppe Tesauro, purtroppo inascoltato dal legislatore (e temo,Pag. 17purtroppo, che non vogliamo ascoltarlo nemmeno oggi). Oggi approviamo soltanto il differimento dei termini: utilizziamo questo tempo per ripensare a ciò che aveva scritto l'Antitrust, ovvero che non sussistono asimmetrie informative tali da giustificare una limitazione della concorrenza attraverso l'imposizione di barriere all'accesso nel relativo mercato.
Sono veramente necessari nuovi ordini professionali? Siamo sicuri che tale organizzazione delle professioni sia ciò che serve per la crescita della nostra economia e per garantire professionalità, qualità, economicità, accessibilità, e cioè concorrenza? Quella professionalità, quella qualità, quella economicità non ci devono vedere separati tra chi chiede di mantenere l'attuale struttura corporativa dell'Italia, ereditata dal fascismo, e chi, invece, oggi vuole rivederla e riformarla.
Purtroppo, come è stato detto, nell'attuale legislatura e nelle legislature precedenti sono state presentate numerose proposte di legge per l'istituzione di nuovi ordini e nuovi albi per ogni professione: spero che, invece, si vada in un'altra direzione, e spero che il Governo oggi abbia soltanto fatto un passo falso, dettato dalla strana discussione che vi è stata con l'opposizione, che chiedeva di non votare il differimento dei termini perché sosteneva un'altra tesi.
Il Governo si è perfino rifiutato di tenere conto delle indicazioni dell'Antitrust: spero che si sia trattato solo di un passo falso e che, invece, se ne tenga conto. Per non creare nuove difficoltà è bene, comunque, che si proceda al differimento previsto dal disegno di legge del Governo: è necessario un maggiore confronto, una maggiore analisi, una maggiore conoscenza dei guasti e dei limiti che le professioni organizzate in ordini corporativi apportano alla nostra economia e alla nostra società. (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, tra poco approveremo la proroga di altri otto mesi e mezzo per l'emanazione della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43. Cerco di immaginare cosa succederà in questi otto mesi e mezzo: sicuramente non accadrà quello che voleva il Governo, e cioè che il Parlamento approvi la riforma di tutti gli ordini professionali. Si tratta, quindi, di un falso problema, perché non succederà niente.
Mi sembra che faccia bene il Governo, quindi, a fermare il provvedimento in questo ramo del Parlamento e a non trasmetterlo al Senato, procedendo velocemente all'emanazione della delega. Leggo nella relazione di accompagnamento al disegno di legge: «Il Ministero della salute ha predisposto in tempo utile il relativo provvedimento di attuazione, che è stato sottoposto al Consiglio dei ministri». Allora, se il provvedimento è già pronto, a cosa servono altri otto mesi e mezzo? A niente! Il Governo aveva già chiesto diciotto mesi, che scadono il 4 settembre 2007: quindi siamo nei termini. Si tratta di un falso problema! Possiamo dire: così è, se vi pare... e così sia! Ma non sarà così, perché sicuramente, tra otto mesi e mezzo, il Governo ritornerà a chiedere una proroga, perché manca la volontà di attuare la delega. Il Governo dovrà modificare il provvedimento. Le leggi del Parlamento si applicano, non si interpretano: non si chiedono differimenti, che sono inutili e dannosi e discriminano una categoria professionale che ha il diritto di vedere approvata la delega e istituiti gli ordini. Hanno affermato tutti - e non occorre che lo ripeta - che questa benemerita categoria ha bisogno di avere un ordine professionale per svolgere in modo completo un servizio a favore dei cittadini, di primaria importanza per la salute di tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, è necessario fare chiarezza,Pag. 18perché voi della maggioranza anche in questo caso siete in piena contraddizione, come sempre su tutti gli argomenti che riguardano il nostro Paese. Vi è, infatti, una parte di voi che vuole differire il termine previsto dalla legge n. 43 del 2006, sperando che nel frattempo possa succedere qualcosa, mentre un'altra parte vuole abolire radicalmente gli ordini professionali.
Quindi, non siete neanche d'accordo al vostro interno. Noi, invece, siamo d'accordo sul fatto che la legge n. 43 del 2006 sia di primaria importanza, poiché non ha solo istituito gli ordini professionali, ma ha anche consentito una grandissima valorizzazione della formazione specialistica volta ad assicurare la qualità dei servizi sanitari offerti al cittadino. A voi sfugge che, parlando di sanità, la concorrenza non c'entra niente. La sanità, sia in Europa sia in Italia, pretende e richiede titolo di studio, formazione universitaria e controllo della qualità: voglio vedere chi di voi si fa mettere le mani addosso da una professionista sanitaria senza controllare prima se ha fatto quel corso di studi!
Stiamo parlando di diritti costituzionali primari, mentre vi perdete in chiacchiere, discutendo se differire o non differire, se abolire o non abolire. Intanto, i cittadini, come tutti vi abbiamo fatto presente, hanno bisogno di qualità dei servizi professionali. Perché credete che nella scorsa legislatura ci siano stati voti bipartisan ed anche un voto all'unanimità in Senato? Erano pazzi i vostri colleghi della passata legislatura o siete pregiudizialmente e concettualmente prevenuti oggi in questa legislatura? Oppure la legge non deve essere applicata solo perché porta il nome del Governo Berlusconi?
Chiedo questo al Parlamento italiano, perché non posso credere che nella scorsa legislatura voi - intendo dire sinistra e centrosinistra - abbiate ragionato con una certa impostazione e votato in un certo modo, mentre oggi, a distanza di un anno, la pensiate in un modo assolutamente contrario. Non è così! Vi state semplicemente appiattendo su richieste del Governo che partono dal Ministro Turco e dal Ministro Bersani, ma, come ho detto prima, il Paese reale chiede altre cose.
Come è successo questo? È successo, come spiega un comunicato ANSA, che nel corso del Consiglio dei Ministri del 31 agosto - e lo dico per tutti coloro che stanno ascoltando, che sono tanti - è stato dato un alt sull'esercizio della delega. Caro collega Mantini, non so se è presente, ma le rinfresco la memoria.
L'alt è giunto in prima battuta dal Vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli, al quale si sono poi associati i Ministri D'Alema, Amato e Bonino. Quindi, la questione è stata affondata! Vi è stato uno stop nel Consiglio dei ministri, e non una riflessione sulla riforma delle professioni in atto.
Quello che succede oggi non è che la riprova della volontà di affossare la legge n. 43 del 2006 con un procedimento del tutto incostituzionale. Vi ricordo che state per approvare, se l'approverete, una norma profondamente incostituzionale per violazione dell'articolo 76, che prevede la necessità di esercitare il potere legislativo delegato entro un determinato periodo di tempo.
Faccio appello ai giuristi: non è possibile una delega di questo tipo! Vedremo cosa ne penserà la Corte costituzionale, perché i ricorsi sono già pronti. Voglio vedere se una delega già scaduta può essere oggetto di un disegno di legge che la rinvia di ventiquattro mesi, mentre l'articolo 76 prevede esattamente il contrario. Ci sono diverse sentenze che stigmatizzano la proroga dei termini per l'esercizio di delega legislativa, con la quale si crea un'oggettiva lesione di quello che la consolidata giurisprudenza della Corte costituzionale individua e definisce come principio della tutela dell'affidamento.
Forse non vi rendete conto che state approvando una norma incostituzionale. Abbiamo avuto dieci mesi di vuoto legislativo. Abbiamo impiegato tre anni per approvare la legge in Parlamento (attenzione, in Parlamento); poi è intervenuto il Ministro Turco che all'inizio, a maggio-giugno, aveva detto: è mio dovere (ed era giusto: quando aveva dichiarato che eraPag. 19suo dovere ha detto l'unica cosa giusta sul tema); poi vi è stato questo rinvio: dieci mesi, in totale, di vuoto normativo, senza avere emanato i decreti delegati. Ritengo che ciò sia imputabile anche alle inefficienze e alle incapacità del Governo - di cui abbiamo prova tutti i giorni - ma soprattutto alla volontà di affondare la legge. Oggi ci troviamo a questo punto.
Vorrei ricordare che il provvedimento in esame prevede il miglioramento della qualità delle prestazioni e l'affidabilità dei professionisti, soprattutto in un momento in cui cresce la richiesta di assistenza a domicilio e di assistenza nei centri: la politica sanitaria - non voglio dilungarmi, ma chi segue tali vicende lo sa - è una politica finalizzata a svuotare gli ospedali e a incrementare i centri di assistenza e le attività domiciliari. Fisioterapisti, ostetriche, infermieri: tutte queste persone entrano sempre di più in centri familiari e di assistenza, perché l'età della vita media italiana è aumentata moltissimo. Da parte del Ministero della salute vi è una tendenza - anche per ridurre le spese - a una minore ospedalizzazione.
Per tali motivi è importante che chi va a casa di un malato cronico, o colpito da un ictus, o malato terminale, o deve assistere alla nascita di un bambino, abbia un curriculum formativo serio, di laurea e post laurea, perché le mani addosso non devono essere messe dagli abusivi, dai cialtroni, dagli incapaci, di cui purtroppo in Italia vi sono esempi: vada a vedere quante denunce di abusivismo vi sono! Tutti i cittadini dovrebbero fare veramente argine contro tale situazione. Poiché vi è sempre più bisogno di infermieri e vi è una sempre maggiore domanda di assistenza nel nostro Paese, e per l'evoluzione delle politiche sanitarie, si richiedono professionisti più preparati.
Formulo alcune conclusioni politiche: abbiamo capito che nella presente legislatura il centrosinistra non vuole più approvare il provvedimento in esame, dopo averlo approvato nella scorsa legislatura. Ci troviamo nella totale confusione, siamo nel vostro caos e lo lasciamo tutto a voi.
Però voglio anche ricordare alcuni interventi passati - sono andata a rileggermi gli atti parlamentari - soprattutto a chi è qui per la prima legislatura: colleghi, parlo per voi, perché forse non vi hanno informato a sufficienza. Ad esempio, nel corso dell'esame alla Camera nel 2005, l'onorevole Burtone, a nome dei gruppi della Margherita e dell'Ulivo, aveva espresso soddisfazione per il provvedimento, molto atteso dagli operatori sanitari, e per accelerare l'iter dichiarò che non avrebbe presentato emendamenti.
Mi chiedo come voterà oggi l'onorevole Katia Zanotti, del gruppo DS-L'Ulivo, dopo che nella scorsa legislatura ha dichiarato che il provvedimento in esame (cioè la nostra legge n. 43 del 2006) è importante per colmare un vuoto normativo, riconosce il ruolo di tanti professionisti e dà una risposta congrua alle aspettative di quelle professionalità. E tale intervento è stato accompagnato - udite udite - dagli applausi di tutto il gruppo DS! Cari amici del gruppo DS, ma quando dite la verità? La dicevate allora o la dite oggi? Non voglio credere che avete cambiato idea: state solo appiattendovi su una richiesta sbagliata del Governo. Voglio vedere, oggi, se l'onorevole Katia Zanotti voterà esattamente in modo contrario a come ha votato un anno fa, perché poi si tratta solo di un anno fa.
L'onorevole Tiziana Valpiana, del gruppo di Rifondazione Comunista, all'epoca in cui rappresentavo il Governo in aula, dichiarò: a nessuno può sfuggire l'importanza di questo provvedimento, a questi professionisti dobbiamo le scuse per il ritardo con cui in Italia ci si è resi conto dell'importanza di dare queste risposte, ricevendo applausi da parte di tutto il gruppo di Rifondazione Comunista. (Applausi polemici dei deputati del gruppo dell'Ulivo)
Ma come fate oggi ad applaudire un provvedimento assolutamente contrario? Mi chiedo come è possibile che voi oggi sosteniate una posizione completamente diversa.
Cito ancora Marida Bolognesi, la quale, tra gli applausi dei membri del gruppo DS,Pag. 20ha dichiarato il loro voto favorevole. Pertanto - e concludendo - un Governo che per un anno è stato inerte e non ha realizzato nulla...
PRESIDENTE. Deve concludere onorevole.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Concludo, il Governo, che oggi viene a chiederci un termine di diciotto mesi per una legge che ha contribuito a votare pienamente e totalmente, e la maggioranza tradiscono la fiducia che è stata loro accordata dai cittadini italiani. Il voto del gruppo di Alleanza Nazionale sarà dunque assolutamente contrario al provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Pignataro. Ne ha facoltà.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo dei Popolari-Udeur, che in questa sede oggi rappresento, vorrei svolgere brevi considerazioni al fine di sgomberare il campo da facili fraintendimenti e da inutili strumentalizzazioni.
Il provvedimento che ci apprestiamo a votare, come è a tutti noto, reca la proroga di dodici mesi del termine per l'esercizio da parte del Governo della delega prevista dalla legge n. 43 del 2006 per l'istituzione degli ordini e degli albi delle professioni sanitarie.
Come già ricordato da altri colleghi, in sede di discussione generale la legge varata durante il precedente Governo di centrodestra è stata approvata dal Parlamento potendo contare su un largo consenso, avendo i gruppi allora all'opposizione cooperato con la maggioranza affinché si pervenisse ad un testo di legge che completasse il processo riformatore delle professioni non mediche, avviato con le leggi n. 42 del 1999 e n. 251 del 2000.
Si è così dunque lavorato con spirito di collaborazione, per consentire che anche per le professioni sanitarie non mediche si potesse contare su un'organizzazione impegnata ed attenta alle necessità di valorizzazione delle professionalità specifiche. L'istituzione degli albi anche per queste professioni è stata infatti concepita per contribuire, da un lato alla tutela della qualità professionale degli operatori del settore, dall'altro per assicurare maggiormente l'interesse dei cittadini in un campo così delicato, quale quello sanitario. Con la legge n. 43 del 2006 dunque si è fatto un importantissimo passo avanti dal punto di vista della qualità di questi settori professionali, proprio perché alle nuove professioni si accede attraverso una laurea con valore abilitante, e si fa altresì un passo in avanti anche sul piano della deontologia, sorgente essenziale della responsabilizzazione professionale e di responsabilità nei confronti degli utenti di tali prestazioni. Inoltre, così come abbiamo richiesto, con la ricordata legge, di attribuire alcune responsabilità agli operatori professionali, allo stesso modo oggi dobbiamo comportarci con responsabilità nel favorire l'approvazione del provvedimento in esame, concedendo all'attuale Governo il tempo necessario per attuare la delega prevista dalla legge.
Come è stato ricordato in quest'aula dal sottosegretario di Stato per la salute, al termine della discussione sulle linee generali del provvedimento, nella seduta del 12 febbraio 2007, il Governo ha fatto tutto il possibile per attuare tale delega, consultando tutte le associazioni rappresentative delle professioni sanitarie ed arrivando a raccogliere un ampio consenso sul provvedimento preparato dal Ministro della salute. Credo sia intenzione dell'Esecutivo procedere ad un riordino complessivo degli ordini professionali, ed appare allora perfettamente logico l'orientamento della maggioranza volto a ricollegare alla più ampia riforma degli ordini professionali la regolamentazione di tale specifico settore.
A ben vedere dunque, la richiesta di proroga del termine per l'esercizio della delega in materia di professioni sanitarie non mediche non può essere letta, e considerata, come una sorta di pigrizia legislativa da imputarsi al Governo ma, semmai,Pag. 21come il giusto tentativo di regolamentare in maniera omogenea ed uniforme tutto un settore, quale quello degli ordini professionali, che necessita ormai di un'ampia riforma, che tenga in considerazione sempre di più i bisogni dei nostri cittadini, sia di coloro che tali professioni esercitano, sia di coloro che ne usufruiscono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Astore. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE ASTORE. Signor Presidente, credo che non si possa fare a meno di intervenire dopo aver ascoltato da parte del centrodestra alcune furbizie, ed è importante che il gruppo dell'Italia dei Valori intervenga - anche a nome di parte del centrosinistra - perché ciò che abbiamo ascoltato in quest'aula ha dell'incredibile. In altre parole, dalla unanimità dei consensi nei confronti della legge n. 43 del 2006 oggi si passa alle furbizie ed agli ammiccamenti di chi sta al di fuori di questa aula.
Me ne dispiace assai, perché in questo periodo voler strumentalizzare anche le professioni e questa professione in particolare, credo sia un errore grave, specialmente da parte di chi pensa che le elezioni siano prossime: lo dico con estrema sincerità e lealtà culturale. Questi ammiccamenti, queste strizzatine d'occhio, credo debbano assolutamente essere abbandonate in questa aula, soprattutto, onorevole Siliquini, quando si tratta di questi argomenti. Il centrosinistra non può essere rimproverato di fronte alla sua storia e, soprattutto, sulla materia della sanità, perché la differenza di sostanza culturale, politica, tra noi e voi è proprio il campo del welfare e della sanità, nel rispetto assoluto delle posizioni di tutti. È la storia che lo dice!
Caro Di Virgilio, la storia dice che questa Unione, questo centrosinistra ha riordinato la professione di infermiere. Erano gli ultimi della classe: abbiamo approvato tre leggi, dal 2000 al 2002, con le quali abbiamo addirittura attribuito a questi professionisti la dignità della dirigenza. Qualcuno forse se lo dimentica? L'infermiere oggi, oltre ad accedere alla laurea, prevista da questo Parlamento con una guida che era diversa da quella di alcuni anni fa, può accedere anche alla dirigenza ed all'autonomia, onorevole Siliquini, nelle aziende sanitarie. Certamente se lei, che è così attenta, può andare a rileggersi il dibattito che si è svolto a suo tempo, se ne renderà conto. Allora, bando alla polemica! Si è svolta, anche contro il disegno di legge Bersani, una manifestazione di 30 mila operatori della sanità, perché forse interpretavano erroneamente la volontà di questo Governo, ritenendo che non volesse istituire l'ordine. Lo possiamo dire con chiarezza: - penso di interpretare anche la volontà di altri partiti e vogliamo dirlo per comunicare all'esterno, senza furbizia - siamo a favore dell'istituzione dell'ordine professionale degli infermieri. Ma siamo anche a favore di un riordino generale delle professioni: questa è la differenza! Non siamo favorevoli all'abolizione totale degli ordini - ecco perché invito ad una riflessione aggiuntiva anche la collega Poretti - siamo a favore di una riflessione seria che porti certamente alla cancellazione di una miriade di ordini, quelli citati dalla collega, ma che conduca soprattutto alla valorizzazione di alcuni ordini; uno di essi credo debba essere l'ordine professionale degli infermieri. Ciò, collega Poretti, anche approfittando di direttive europee che stabiliscono che tali ordini possono costituirsi anche in associazioni private con il controllo pubblico.
Rivolgo un invito alla riflessione anche agli amici del centrodestra che giocano su un mese...
LUCA VOLONTÈ. Ma quali mesi!
GIUSEPPE ASTORE. Colleghi, giocate su un mese! La gente deve saperlo. Il disegno di legge alla vostra attenzione parla di diciotto mesi: vengono presentati emendamenti che prevedono diciassette mesi. Credo che gli infermieri non accettino questo gioco sulla loro dignità, sullaPag. 22loro professione, perché anche noi siamo convinti che quella di infermiere - siamo per la loro autonomia - sia una professione assolutamente da valorizzare nel campo della sanità, come hanno detto il Ministro Turco e diversi presidenti di gruppo in questa sede, soprattutto considerando che oggi la malattia più diffusa è la cronicità, che occupa il primo posto delle malattie in Italia. Per questo motivo dobbiamo assolutamente valorizzare tale professione anche con l'istituzione dell'ordine. Vi dico di più, il mio gruppo ha presentato una proposta di legge, che vogliamo discutere con tutti, per attivare anche la libera professione in piena autonomia, magari con il controllo delle aziende sanitarie, all'esterno degli ospedali, all'esterno dei distretti sanitari.
Ritengo che una popolazione come la nostra, che invecchia ed è la più anziana d'Europa, soprattutto in alcune aree del nostro Paese, abbia assolutamente bisogno che anche gli infermieri in piena autonomia attivino determinate reti di assistenza. Altro che furbizia! Altro che dire, oggi, che non si vuole l'istituzione dell'ordine degli infermieri! Il Governo, l'Unione, hanno dimostrato negli ultimi dieci, quindici anni, di avere a cuore questo settore del campo sanitario. Del resto, ripercorrendo la storia, ritengo che le più grandi riforme, anche quelle costate in termini elettorali, siano state realizzate da una determinata parte politica. Non me le fate citare, perché potrei ricordare che il Governo precedente...
LUCA VOLONTÈ. Qual è la parte?
GIUSEPPE ASTORE. Onorevole Volontè, ti ricordo che il Governo precedente non ha messo assolutamente mano su nient'altro che non si riferisse alla gestione e, a parte aver tollerato che l'extramoenia venisse disciplinata in quel modo, non ha determinato riordino e riforme.
LUCA VOLONTÈ. Voi avete aumentato il livello consentito di cannabis!
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, per cortesia!
GIUSEPPE ASTORE. Ci stiamo pensando. Va bene, qualcuno sa perfettamente come si gestisce la sanità nel nostro territorio. Per non andare oltre!
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole Astore.
GIUSEPPE ASTORE. Siamo convinti che occorra affrontare il tema della sanità. Mi rivolgo al Governo perché, oramai, tale tema è diventato il campo di battaglia di «bande armate», che in alcune regioni, hanno il dominio assoluto, di fronte al bisogno forte, che proviene da parte dei cittadini. Per tali ragioni, vi preghiamo di essere d'accordo con noi in merito al rinvio del provvedimento in esame, lasciando una possibilità al Governo, che saremmo i primi a criticare, qualora entro sei mesi non arrivasse in Parlamento l'istituzione dell'ordine degli infermieri insieme, tuttavia, al riordino generale delle professioni.
GIUSEPPE PALUMBO. Voglio vedere, aspettiamo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Katia Zanotti. Ne ha facoltà.
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo non ha avuto modo di intervenire nella discussione sulle linee generali. Pertanto, vorrei fare alcune sottolineature e considerazioni. Ritengo di dover evidenziare nuovamente a quest'Assemblea che la salute è il bene primario delle persone e delle comunità ed è sempre più avvertita, da parte dei cittadini, come una delle responsabilità primarie da parte della politica.
Mi rivolgo all'onorevole Siliquini, se ha la cortesia di prestarmi attenzione, perché, come dimostra il suo intervento di oggi in aula, la cultura politica ci differenzia profondamente. L'azione del Governo sulla salute è molto complessa - e non può essere terreno di scorrerie, preda di facili demagogie urlate, come oggi è stato fattoPag. 23da lei - (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo) perché riguarda molto le relazioni con le persone, cittadini e cittadine competenti, che vogliono essere protagonisti e codecisori della loro salute. Tuttavia, riguarda altresì la valorizzazione delle professioni e le responsabilità di queste ultime nel governo della salute.
Per questo motivo sottolineiamo la valorizzazione delle professione non sanitarie. Ciò deve essere molto chiaro, senza nessuna ambiguità, né fraintendimento. Attualmente, come già detto dai colleghi nel corso della discussione sulle linee generali, gli operatori delle professioni sanitarie non mediche sono più di 500 mila. Peraltro, come sappiamo, ci troviamo in presenza di una tendenza all'aumento delle domande per i corsi di laurea relativi a tali professioni. Al momento, vi sono esattamente 466 corsi in Italia, ma vi è un'ulteriore richiesta perché essi sono insufficienti a soddisfare le aspirazioni degli studenti. Pertanto, ci troviamo in presenza di una situazione complessa, che va governata. I posti a disposizione, peraltro, nonostante i numeri, non sono sufficienti a coprire il fabbisogno reale di tali figure sul territorio nazionale. Cito, per tutte le categorie, gli infermieri. Siamo a conoscenza che mancano almeno seimila posti di infermieri. Si tratta di un problema molto serio per il sistema sanitario, del quale ci stiamo occupando. Il nostro ordinamento, rispetto a quello degli altri Paesi europei, ha purtroppo preso atto con molto ritardo del ruolo e della qualità delle professioni sanitarie non mediche.
Tuttavia, non c'è dubbio che, anche in modo condiviso, maggioranza e opposizione a partire dal 1999 hanno rivisto la normativa, aggiornando conseguentemente il profilo e, soprattutto, rimarcando l'esigenza che anche il nostro Paese provvedesse alla formazione dei ricordati operatori con un percorso formativo di tipo universitario. Tale percorso prevede il conseguimento sia del diploma triennale, sia della laurea, sia addirittura del dottorato di ricerca, ciò al fine di valorizzare e di costruire di un profilo di competenza molto alto.
La legge n. 43 del 2006 ha ulteriormente perfezionato la formazione, legando alla stessa anche la carriera, con il possesso di titoli specifici e regolando le procedure per l'individuazione di nuove professioni sanitarie. È indubbio - e in ciò vorrei interloquire con l'onorevole Poretti - che nel settore della salute si svolgano attività caratterizzate da rischi di danno sociale conseguenti ad eventuali prestazioni non adeguate. Siamo quindi in presenza di un interesse costituzionalmente rilevante e da tutelare; la stessa Commissione europea e il Consiglio europeo escludono i servizi sanitari dall'applicazione delle direttive sulla libera concorrenza. Da parte del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo Europeo vi è condivisione politica nel dar corso alla proroga di ventiquattro mesi della delega, per le ragioni assolutamente oggettive di cui ha parlato questa mattina il relatore, l'onorevole Grassi, poi supportate dall'emendamento presentato dalla stessa Commissione e successivamente approvato. Si tratta, ripeto, di motivi ragionevoli e assolutamente oggettivi.
Onorevole Siliquini, mi rivolgo ancora a lei perché credo sappia che nella maggioranza non esiste alcuna volontà di rinvio. La sua «urlata» all'interno dell'aula è troppo scontata ed è facile demagogia. La inviterei a guardare meglio dietro le quinte dell'opposizione per vedere dov'è davvero la volontà di rinvio, almeno dietro alcune quinte.
Vi è, concludo, grande convinzione politica da parte del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo Europeo sul fatto che la materia delle professioni intellettuali debba essere riformata profondamente perché sono profondamente mutati gli scenari e i contesti. È altrettanto indubbio che il tema sarà al nostro esame quando tratteremo dell'apposito disegno di legge del Ministro Mastella, attualmente all'esame della Commissione Giustizia, per il quale, come sappiamo, sono in corso le relative audizioni. La proroga richiestaPag. 24serve, quindi, solo per armonizzare le disposizioni e le regole che deriveranno da tale testo con quelle inerenti l'istituzione di nuovi ordini professionali riguardanti le professioni sanitarie non mediche ed il cui ruolo e la cui funzione particolare saranno normati da specifici decreti attuativi, peraltro varati, ovviamente, di concerto con il Ministero della salute.
Per quanto detto, il voto di Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo sarà assolutamente favorevole al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dioguardi. Ne ha facoltà.
DANIELA DIOGUARDI. Signor Presidente voteremo a favore del provvedimento in materia di ulteriore differimento e voglio dire alla collega del gruppo di Alleanza Nazionale che ciò non significa che abbiamo cambiato opinione rispetto al 2006, quando abbiamo espresso un voto favorevole.
Si tratta infatti - si gioca, purtroppo, molto con le parole - di un ulteriore differimento, non di tornare indietro e tale differimento è stato reso necessario dai tempi stretti e può esser utilizzato per una ulteriore riflessione al fine di approvare una legge che crei determinate regole per i lavoratori, soprattutto per quelli del settore sanitario. Dovrebbe essere un provvedimento che dia alcune tutele e che non si trasformi - ed è questo, secondo me, l'aspetto fondamentale - in autoreferenzialità contrapposta alle domande ed ai bisogni dei cittadini e delle cittadine in un campo così delicato come quello della sanità.
Voglio dire che il Paese reale, di cui si è tanto parlato stamattina, non ha bisogno di leggi, ma di buone leggi. Il Paese reale non ha bisogno, proprio in questo periodo, di demagogia e di interventi urlati, che vorrebbero ribaltare la realtà delle cose. Il Paese reale, cari colleghi, sa chi in Italia ha assunto sempre, coerentemente, la difesa del mondo del lavoro e chi ha difeso la sanità pubblica universale.
Per questo motivo, convintamente, voteremo a favore del disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, questo nostro dibattito non riguarda, almeno apparentemente, l'opportunità di istituire nuovi ordini per le professioni sanitarie infermieristiche ed altre, ma soltanto il termine entro il quale il Governo è autorizzato, anzi obbligato, ad esercitare questa delega.
Ricordo ai colleghi della maggioranza che l'articolo 76 della Costituzione autorizza la delega della funzione legislativa al Governo, ma con la determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per un tempo limitato. È chiaro che l'espressione «tempo limitato» vuol dire che nell'esercizio della delega, nell'approvare la legge che conferisce la delega al Governo, si deve indicare un termine entro il quale la stessa deve essere esercitata.
In questo senso, il tempo limitato è previsto nella delega, ma è anche evidente che la norma costituzionale va interpretata nel senso che il Governo non possa avere a disposizione un tempo, per così dire, infinito nell'esercizio di questa delega. Vi è il dubbio che, salvo circostanze eccezionali, il tempo per l'esercizio della delega possa essere prolungato progressivamente.
Quando il Parlamento autorizza il Governo ad esercitare una delega entro il tempo limitato di sei mesi, è difficile pensare che sia altrettanto nello spirito della Costituzione spostare il termine da sei a diciotto mesi e poi, su proposta del Comitato dei nove o della Commissione, portarlo a ventiquattro mesi.
L'esercizio della delega non può durare metà o l'intera legislatura, a meno che non siano emerse particolari difficoltà, che sono del resto indicate nella relazione del Governo.Pag. 25
Sono emerse necessità di coordinamento con la riforma degli altri ordini professionali. Forse non ci sono le condizioni per l'esercizio della delega. Sarebbe più trasparente dire: «Non ci sono le condizioni per esercitare questa delega entro un tempo limitato, come la Costituzione prevede. Quindi, la lasciamo decadere e quando saremo pronti la eserciteremo».
In altre parole, onorevoli colleghi, poiché la questione di cui si tratta non è il merito, ma l'esercizio della delega e i tempi di esercizio della delega, credo che non si possa che respingere questo disegno di legge, perché introduce un principio molto pericoloso: quando il Governo riceve una delega, questa può essere successivamente estesa nel tempo a piacere.
Mi riferisco a questo problema e mi rivolgo ai colleghi di tutte le parti politiche, perché questo è un tema molto più generale. Se noi, attraverso la nostra legislazione, continuiamo a ridurre le prerogative del Parlamento - questo può oggi valere per l'attuale opposizione, ma domani può valere per un'altra opposizione - distruggiamo le basi costituzionali della nostra attività legislativa. Questa è la ragione del nostro voto contrario su questo disegno di legge (Applausi del deputato Siliquini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palumbo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, devo dire che mi trovo un po' a disagio, perché come presidente della Commissione affari sociali nella passata legislatura ho seguito attentamente tutto l'iter legislativo dell'approvazione della legge n. 43 del 2006 e non posso, cari colleghi del centrosinistra, che trovarmi d'accordo con l'onorevole Siliquini, allora sottosegretario, giacché ricordo perfettamente tutte le dichiarazioni che sono state da lei riportate sulla necessità, l'importanza e l'urgenza di regolamentare tali professioni. Quelle nuove professioni, come l'onorevole Astore ha ricordato, sono state istituite nel 1999 con la legge Berlinguer, che ha introdotto le lauree brevi - perché tutto è iniziato da lì - e dal 1999 ad oggi ancora non hanno una regolamentazione, caro onorevole Astore, e sono così lasciate a se stesse, mentre vi sono anche delle direttive europee che impongono le regole per l'esercizio della professione, con degli esami di Stato e l'istituzione dei relativi ordini professionali.
Poi si può essere o non essere d'accordo sull'istituzione degli ordini professionali: noi siamo per la riconferma degli ordini professionali e, soprattutto, come ha detto l'onorevole Di Virgilio, per una rimodulazione delle loro funzioni, perché non le svolgono in maniera non dico corretta, ma precisa.
Si sono poi anche avanzate delle ipotesi di non istituzione degli ordini professionali. Oltretutto, giustamente, l'onorevole La Malfa si è chiesto quanto debba durare questa delega al Governo? Dodici, diciotto, ventiquattro mesi? Fra sei mesi saremo un'altra volta al punto di partenza, perché del coordinamento che avete richiesto al Ministero della giustizia e che vi porterebbe a coordinare di tutti gli ordini professionali, ancora non sappiamo niente. Nella passata legislatura si era lavorato anche a ciò e, se non ricordo male, vi era l'onorevole sottosegretario Vietti che si occupava di tale problema, ma non si riesce a portare avanti le soluzioni prospettate.
Queste professioni, colleghi, sono di una grandissima importanza. Non si tratta del problema politico di accattivarsi 500 mila voti in più: fortunatamente in questo momento il centrodestra ha di più di 500 mila voti di vantaggio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale), non avremmo, quindi, simili problemi se andassimo in questo momento alle elezioni. Non è questo il problema: semmai è quello della validità e dell'importanza di tali professioni.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 11,55)
GIUSEPPE PALUMBO. Parliamo di infermieristica, ostetrica (ci sono qui le ostetriche,Pag. 26che stanno protestando per la legge che dovremmo approvare) e delle riabilitative, che sono importantissime, sono le più preziose in questo momento, con l'aumento della vita media. Ci riempiamo tanto la bocca, onorevole Astore, del grande lavoro che abbiamo svolto da un anno a questa parte in Commissione. Non abbiamo fatto niente! Abbiamo esitato solo un provvedimento, ossia quello sui defibrillatori. Aspettiamo ancora quella sul parto e sulla non-autosufficienza: anche su questo da un anno in Commissione non abbiamo fatto niente. Fra poco avremo anche il provvedimento - si dice da un momento all'altro - sulla proroga o meno del regime intramoenia.
La Commissione ha parlato molto, abbiamo svolto tremila audizioni sulla famiglia e un'indagine conoscitiva importantissima, che è durata otto mesi, ma dopo un anno non ho ancora visto un provvedimento legislativo che sia finalizzato ai problemi sociali o ai problemi medici di cui voi dite. E ancora chiediamo proroghe, aspettiamo altri sei mesi, eccetera.
Cari colleghi, a proposito dell'importanza di tali professioni, dobbiamo anche considerare i guai di cui spesso leggiamo nella stampa, quando vi sono degli errori - così vengono chiamati - in campo sanitario.
Tali errori sono dovuti anche ad un'inesatta organizzazione nel campo delle professioni che un tempo si chiamavano paramediche, poiché non è sempre e solo il medico che ha la colpa. Anche l'organizzazione che circonda il medico deve essere regolamentata, gestita ed aggiornata: istituzione degli ordini significa anche aggiornamento e controllo su tali nuove professioni di importanza fondamentale. Quando si verificano degli incidenti, dunque, non ci possiamo lamentare se non facciamo altro che rimandare ancora la soluzione di questo tipo di problemi!
Il punto, dunque, non è se attendere sei mesi più o sei mesi in meno. Quel che occorre è essere chiari su ciò che si vuol fare: vogliamo forse restare in questa situazione di limbo e di assenza degli ordini professionali? Noi siamo in favore della conferma dell'istituzione degli ordini e per il loro riordino.
Andare avanti con la situazione attuale non è possibile, neppure dal punto di vista costituzionale, come ha sottolineato l'onorevole La Malfa. Non è più pensabile continuare a gestire il sistema salute come lo si sta gestendo in questo momento, poiché stiamo rischiando di creare un disordine nel campo delle organizzazioni non solo mediche, ma soprattutto paramediche, che sono di fondamentale importanza (ne cito una sola: il tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, che è importantissimo per tutti gli interventi in sala operatoria).
Se, dunque, non regolamentiamo subito queste professioni, rischiamo davvero di causare danni alla popolazione. Su questo problema non si può più giocare né fare demagogia: occorre dare al più presto una regolamentazione a queste professioni.
Del resto, abbiamo istituito tali professioni nel 1999, abbiamo istituito la laurea triennale, la laurea specialistica e il master: ora dobbiamo regolamentarle, non vi è altro da fare. È per queste ragioni che preannunzio il voto contrario del mio gruppo, non già per non concedere una proroga di sei mesi, ma per una questione di principio, ossia per la sicurezza e la legalità che dobbiamo garantire a queste professioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il nostro voto contrario sul provvedimento in esame. Il compito del Parlamento è legiferare, non differire. Nell'ultimo anno, non abbiamo fatto altro che differire e prorogare: non siamo mai riusciti ad entrare nel merito di un problema e risolverlo. Sento parole come «demagogia» e «Paese reale». Sono un po' stanco del «socialismo reale», di cui abbiamo visto i guai che ha causato! È ora che Governo e Parlamento entrinoPag. 27nel merito del problema e lo risolvano una volta per tutte.
Cari colleghi, l'intervento dell'onorevole La Malfa ci deve far riflettere, poiché egli evidenzia che non stiamo rispettando la Costituzione. Quella stessa Costituzione che voi sbandierate ad ogni piè sospinto, stabilisce infatti, all'articolo 76, che non è possibile concedere simili proroghe: ciononostante, con violenza, voi volete far proprio questo.
Si tratta di un chiaro segnale di debolezza del Governo, che si riflette sul Parlamento (al Senato più che alla Camera). Ne derivano uno stallo ed una paralisi. Come non riuscite a mettervi d'accordo su nulla, sono convinto che non riuscirete nemmeno a portare avanti questa cultura di governo complessa e preda della demagogia. Parlate di «valorizzazione delle professioni»: sono tutte fregnacce! Non riuscite a concludere!
Il Paese si aspetta da noi una risposta su argomenti tanto importanti. Considerate che stiamo assumendo infermieri e tecnici dall'estero che conoscono pochissimo la lingua italiana e Dio solo sa quanto sia importante conoscere e comprendere il significato delle parole in campo sanitario, poiché si possono sbagliare le diagnosi! Soprattutto al nord si fa sempre maggiore uso di personale straniero, causando grandi difficoltà sia ai pazienti, sia al raggiungimento degli obiettivi sanitari.
Alla luce di questa critica, preannunzio il voto contrario del mio gruppo su questo provvedimento che dispone il differimento dei termini per l'esercizio della delega, anche perché esso è contrario - desidero che ciò sia sottolineato - all'articolo 76 della Costituzione italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Girolamo. Ne ha facoltà.
LEOPOLDO DI GIROLAMO. Signor Presidente, sempre più la qualità dei servizi che acquistano importanza in misura crescente nei Paesi avanzati è determinata dalla qualità della risorsa umana.
Tutti gli studi sottolineano che i risultati raggiungibili da un sistema sanitario, in termini di miglioramento delle condizioni di salute della popolazione e della stessa capacità di risposta ai bisogni di salute, dipendono non soltanto dall'innovazione tecnologica, ma, soprattutto, dalla organizzazione del sistema stesso e, quindi, dalla qualità dei servizi offerti e, in primo luogo, dalle capacità professionali e relazionali degli operatori coinvolti.
Il discorso vale per tutte le professioni, ma ancor più per quelle che si esplicano nel settore sanitario, nel quale la qualità della risorsa umana e la capacità di relazione con i cittadini costituiscono elemento fondamentale del risultato.
Per tale ragione, l'evoluzione di questi anni nel settore delle professioni sanitarie, concretizzatasi nei decreti sui nuovi profili delle professioni sanitarie, nelle leggi n. 42 del 1999 e n. 251 del 2000 (volute e votate - lo ricordo, come ha già fatto l'onorevole Astore - dal centrosinistra allora al Governo) e nella stessa legge n. 43 del 2006, che ha visto un concorso unanime delle forze politiche su una proposta di legge di iniziativa parlamentare, ha seguito l'evoluzione organizzativa del Servizio sanitario nazionale che, con il passaggio all'aziendalizzazione, ha concretamente avviato una organizzazione del lavoro per modelli professionali, con una radicale ridefinizione del ruolo di ogni operatore all'interno dell'organizzazione sanitaria.
Tale evoluzione è stata dettata dalla necessità di fornire risposte adeguate a domande di salute rivolte ad una medicina sempre più complessa e articolata, in quanto non identificabile solo con la cura, ma anche con il benessere, la prevenzione, l'assistenza, la riabilitazione e l'educazione alla salute.
Ciò comporta l'affermarsi di una modalità di lavoro fondata non più su un rigido vincolo gerarchico, ma su un sistema di relazioni fra i vari professionisti, che interagiscono, ciascuno per il proprio ruolo e competenza, per dare una risposta il più possibile compiuta e qualificata ai bisogni dell'utente.Pag. 28
Si realizza, quindi, un approccio organizzativo e gestionale prevalentemente orientato alla complessità, tramite un intervento interdisciplinare che fonda i suoi presupposti sulle categorie dell'autonomia, della responsabilità e della cooperazione.
Da queste premesse, nella passata legislatura scaturì la legge n. 43 del 2006, che valorizzò ancor più la formazione dei professionisti sanitari (attraverso il completamento del loro percorso formativo di tipo universitario), regolò le procedure per l'individuazione di nuove professioni sanitarie, ponendo fine ad una eccessiva creatività regionale, e dettò al Governo norme per l'istituzione di ordini e albi per le professioni sanitarie.
Sappiamo che su questa ultima indicazione si è sviluppata negli anni passati - e ancora permane - una vasta discussione che ha visto quasi una contrapposizione fra chi puntava ad estendere il sistema ordinistico a tutte le professioni intellettuali e chi voleva, invece, abolire gli ordini professionali medesimi. La scelta compiuta con l'approvazione di quella legge fu quella di dare vita a nuovi ordini sulla base di due fondamentali riflessioni: In primo luogo, sul fatto che la stessa Commissione europea escludesse i servizi sanitari dal campo di applicazione della direttiva europea sulla concorrenza, ritenendo la salute un bene costituzionalmente garantito e, quindi, di interesse generale; in secondo luogo, perché una parte dei professionisti sanitari si era già dotata di ordini e albi e, quindi, si rendeva necessario procedere ad una omogeneizzazione e perequazione.
Dopo il suo insediamento, il Governo Prodi ha lavorato per ottemperare al disposto della delega e, con il pieno accordo delle categorie interessate, il Ministro della salute aveva predisposto (Deputati del gruppo della Lega Nord Padania si recano al centro dell'emiciclo, mostrando all'indirizzo dei banchi del Governo copie del quotidiano La Padania recante in prima pagina il titolo: «Fuori dalle balle»)...
PRESIDENTE. Onorevole Di Girolamo, le chiedo scusa un attimo... (Deputati del gruppo Lega Nord Padania si collocano ai banchi del Governo mostrando copie del quotidiano La Padania recante in prima pagina il titolo: «Fuori dalle balle» - Commenti). Onorevoli colleghi, voi sapete che questo comportamento non è assolutamente consentito! Onorevoli colleghi, per cortesia, non è consentito questo comportamento! Non costringetemi a richiamarvi all'ordine! Non costringetemi a richiamarvi all'ordine, per favore!
La seduta è sospesa (Deputati del gruppo della Lega Nord Padania gridano: Fuori dalle balle).
La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 12,55.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, il comportamento tenuto dai deputati della Lega Nord, nelle forme in cui si è svolto, non ha precedenti ed è da considerarsi del tutto inaccettabile.
Ho tempestivamente provveduto a informare il Presidente della Camera (Commenti di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). .. Ho tempestivamente provveduto a informare il Presidente della Camera, il quale investirà dell'episodio l'Ufficio di Presidenza per le determinazioni di competenza.
La Presidenza della Camera intende comunque impegnarsi perché episodi di questo tipo non abbiano a ripetersi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, quest'aula ha visto molte cose nel corso degli anni: proteste, più o meno decorose, ma non abbiamo mai visto occupare in questo modo, senza peraltro nessun motivo riferito all'andamento dei lavori, i banchi del Governo, e restare in modo prepotente e offensivo seduti su quelle sedie.
Credo che noi tutti, maggioranza e opposizione, dobbiamo evitare una specie di assuefazione alle stupidaggini, per cui ci si abitua a tutto e a forza di abituarsi a tutto non si valuta fino in fondo la gravità dei gesti che sono stati compiuti. StamattinaPag. 29è stato compiuto un gesto molto grave, per cui non basteranno neanche sanzioni disciplinari, uno sfregio alla dignità di quest'Aula e alla dignità delle istituzioni [(Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur, di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
Occupare i banchi del Governo non è un atto di protesta legittima da parte dell'opposizione contro la maggioranza, è un atto di squadrismo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
Pertanto, chiedo, e spero, che i presidenti dei gruppi dell'opposizione, non coinvolti in nessun modo in questa protesta, abbiano parole di dissociazione netta, perché in quest'aula ci alterniamo nei ruoli, ma l'aula e il Parlamento sono di tutti, e credo che solo il senso di responsabilità dei parlamentari del centrosinistra abbia evitato che la situazione degenerasse.
Per tale motivo, signor Presidente, la preghiamo di trasmettere al Presidente della Camera la richiesta di un'attenzione dura fino in fondo, con sanzioni disciplinari serie per il comportamento avvenuto. Alla vergogna politica ci penseremo noi, fuori da quest'aula. Non ci trascinerete mai - lo voglio dire agli esponenti della Lega Nord, che ora non sono presenti - in una rissa che calpesta la dignità del Parlamento. Occupare quei banchi non è un atto contro il Governo del momento, ma è un atto vile e stupido contro tutto il Parlamento [(Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur, di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Parlamento deve essere lo specchio del nostro Paese, nel senso dei buoni costumi, di una presa di coscienza che sia effettivamente adeguata alla gravità del momento, a ciò che sta avvenendo intorno a noi e alle attese che ci sono per il nostro lavoro.
Ci siamo trovati dinanzi ad un'utilizzazione dei mass media - perché questo si è voluto fare - cinica e irresponsabile, che tutti dobbiamo denunciare (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
Siamo stati volta a volta al Governo e all'opposizione, lo diceva bene l'onorevole Franceschini, ma tutti sappiamo molto bene che il nostro prestigio dipende anche dallo stile, dalla serietà e dal modo con cui ci confrontiamo.
So cosa si è voluto fare con questa occupazione: in un momento in cui vi è da parte dell'opinione pubblica un'ansiosa richiesta di modificazione, di riforma della politica e così via, si è voluto in qualche modo alimentare uno specchio ed un'immagine del Parlamento che fosse deprecabile.
Sappiamo infatti ciò che avviene e come reagisce la gente. La gente non guarda solo coloro che occupano quei banchi, ma dice: ma che spettacolo inverecondo, di questo spettacolo siete in qualche modo responsabili tutti. Vi è solo un modo per sottrarsi ad un simile giudizio: che, tutti insieme, lo stigmatizziamo con sincerità, con autorevolezza e con impegno. Questo è l'invito che rivolgiamo a tutte le forze del Parlamento italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-SinistraPag. 30Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
Sembrano lontani i tempi in cui Piero Calamandrei, allora deputato, poteva far scrivere sulla sua rivista a Vittorio Emanuele Orlando, il Presidente della vittoria, un saggio magistrale, Il parlare in Parlamento, in cui si aveva un senso quasi religioso di questa funzione Ma è giusto che sia così, perché chi ha vivo il senso della democrazia sa che, senza il Parlamento, la democrazia è messa in pericolo. Con un alto prestigio del Parlamento la democrazia è difesa, con un basso prestigio del Parlamento la democrazia è messa in pericolo. Non c'è maggioranza o minoranza che tenga: si tratta di un tema che attiene alla coscienza democratica della nostra Repubblica.
È vero ciò che è stato detto: una cosa del genere non era mai avvenuta. Verrebbe voglia di far ricorso al Vangelo: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale), perché non sanno il male che fanno anche nei loro confronti. La cosa che dobbiamo assolutamente dire, tutti insieme, è quanto segue: o noi, tutti insieme, sappiamo respingere questi metodi, o essi tornano in testa a tutti noi. Per questo motivo chiediamo un comportamento severo della Presidenza, e che il Parlamento sia restituito alla sua funzione. Tanto più si sa parlare meglio in Parlamento, tanto meno si ha bisogno di ricorrere a tali comportamenti; tanto più gli argomenti sono forti, tanto meno si ha bisogno di ricorrere ai cartelli.
Con questo spirito vogliamo che questa brutta pagina sia chiusa, e sia chiusa con una grande responsabilità collettiva che permetta al nostro Paese di guardare al Parlamento come a un'Assemblea seria, di gente che si confronta seriamente, che si combatte anche aspramente, ma sempre nell'interesse della democrazia e del popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, non vi è motivo, anche grave, che possa spingere un gruppo parlamentare ad un'iniziativa così grave e offensiva delle istituzioni democratiche del nostro Paese [(Applausi dei deputati del gruppo DCA- Democrazia Cristiana per le autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI, L'Ulivo, Forza Italia, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche)].
Forse, signor Presidente della Camera, non sarebbe stato inopportuno un atto da parte sua che immediatamente correggesse questa iniziativa, per far sgomberare il gruppo della Lega dai banchi del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur).
Sono stato parlamentare per due legislature, compresa quella, inaugurata nel 1992, che vide i leghisti, per la prima volta, entrare in Parlamento. E stavo pensando, proprio in questi giorni, a quanto il gruppo della Lega di oggi fosse diverso da quello conosciuto tra il 1992 e il 1994, che agitava i cappi in Parlamento.
Pensavo che vi fosse stata un'assuefazione del gruppo della Lega al rispetto delle istituzioni democratiche, anche dovuta al fatto che si matura negli anni, attraverso lo svolgimento di incarichi istituzionali, anche a livello locale oltre che nazionale, una confidenza con le regole della democrazia. Purtroppo tale atto mi fa ricredere su questa mia sensazione, e, pertanto, lo condanno, in quanto lesivo della dignità del Parlamento della RepubblicaPag. 31e della Camera dei deputati, e mi associo a quanti, prima di me, si sono augurati che tutte le forze parlamentari prendano nettamente atto della gravità di quanto è avvenuto e che l'Ufficio di Presidenza, del quale faccio parte, possa prendere i provvedimenti necessari [(Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche e di deputati del gruppo Forza Italia)].
PRESIDENTE. Onorevole Del Bue, quanto al comportamento della Presidenza, è evidente che la sospensione della seduta era necessaria in quella condizione, ed è altrettanto evidente che la sospensione della seduta viene disposta affinché il comportamento contrario al Regolamento venga rimosso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle parole dei colleghi che mi hanno preceduto e per esprimere un senso profondo di amarezza - quasi di angoscia - per ciò a cui abbiamo assistito durante la sospensione dei lavori. Quanto è avvenuto non solo è inaccettabile, ma deve essere stroncato con provvedimenti che dicano che gesti come questi non si possono ripetere. Assistendo a questa sceneggiata drammatica dei colleghi della Lega, sono stato colpito da quella sorta di sorriso quasi ebete di alcuni di questi nostri colleghi, che sembravano contenti di fare un gesto goliardico. In verità, dietro quel sorriso, più che un gesto goliardico, c'era un atto blasfemo nei confronti delle istituzioni repubblicane, che sono di tutti e che non possiamo lasciare travolgere, a metà tra la tragedia il grottesco. Non possiamo accettare cose come queste (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche)!
Ritengo anche che questa interruzione sia durata troppo a lungo. Mi sarei aspettato un gesto rapido con l'ordine di sgombero, utilizzando la forza d'ordine che abbiamo all'interno della Camera e che sono i commessi. Infatti, c'è mancato un pelo che non fossero gli stessi deputati, la maggioranza di quest'aula, a prendere una misura di autodifesa della propria dignità. Non si può arrivare a questo punto! Non si può arrivare a questo punto (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche)!
Vorrei ricordare che quest'aula ha vissuto in anni lontani la tragedia di dover vedere una parte dei suoi componenti ritirarsi, per difenderne la dignità, «sull'Aventino». Ho chiesto per scherzo e con un'ironia non leggera a qualche collega durante la sospensione se dovevamo andare «sull'Aventino». È chiaro che non vogliamo andare «sull'Aventino», ma - attenzione - è vero che le tragedie si ripetono a volte come farsa, ma dietro le farse possono tornare anche le tragedie, per parafrasare un detto famoso.
Consentitemi non solo di unirmi a questo sentimento di protesta, non solo di chiedere misure drastiche da parte della Presidenza della Camera, non solo di rinnovare la critica per l'eccessiva durata della sospensione e dell'atto cui abbiamo assistito, ma anche di chiedere a tutti i gruppi, perfino a coloro che hanno compiuto questo gesto, di rendersi conto che in un momento di crisi profonda del Paese, in cui anche con leggerezza si parla di crisi della politica, gesti come questi possono colpire drammaticamente la nostra democrazia. (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi,Pag. 32Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mia indignazione è totale, e non lo dico oggi dimenticandomi di ieri. Purtroppo - lo può dire il Presidente Violante, lo avrebbe potuto dire chi è stato con noi la scorsa legislatura - abbiamo visto atti di una gravità molto simile anche in altre circostanze.
DOMENICO VOLPINI. Mai!
LUCA VOLONTÈ. L'atto di oggi della Lega, il singolo atteggiamento che oggi ha tenuto, l'ho definito, e lo definisco anche in quest'aula, un atteggiamento squadrista. [(Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche)]. Un atteggiamento che viola non solo la dignità del Parlamento, ma che impedisce volontariamente che il Parlamento possa operare. Ciò non significa che le camicie verdi sono uguali alle camicie nere, ma che questo singolo atto è inaccettabile. Senza mezze parole e senza mezze misure, non si può che condannare questo atto, così come si sono condannati in quest'aula, con la stessa enfasi e con lo stesso impegno, anche da parte di entrambi gli schieramenti, comportamenti posti in essere da altre forze politiche che lì sono state, con altri cartelli.
Pertanto, signor Presidente, anche io voglio invitare lei e il Presidente Bertinotti a smettere un atteggiamento...
TEODORO BUONTEMPO. Meglio squadristi che ladri!
LUCA VOLONTÈ. ...di benevolenza nei confronti di quanto abbiamo visto non solo oggi, ma anche nel corso della legislatura, con le diverse gravità delle situazioni.
Sono convinto che il Parlamento non è solo il luogo in cui il popolo elegge i propri rappresentanti, chiedendo loro di trovare una via per il bene comune, senza rinunciare alle proprie identità. È soprattutto il luogo dove si svolge l'opposizione, perché l'opposizione non può essere al Governo, perché l'opposizione non può essere dentro gli organi della magistratura, perché l'opposizione non è negli enti locali, ma è qui!
Pertanto, chiedo all'opposizione - allora come oggi, con gravità diverse ma con la gravità assoluta dell'atto di oggi - di non sfruttare l'occasione di rappresentare le proprie ragioni nel Parlamento, con un atto che non è goliardico, ma grave, perché impedisce al Parlamento di lavorare: è doppiamente grave, per la prima e per la seconda ragione.
Non ci possono essere mezze misure, neanche in sede di Ufficio di Presidenza, per i richiami e le sanzioni che esso vorrà irrogare agli autori di questo atto. Inoltre, mi consenta, signor Presidente, forse un richiamo anche nei confronti dei questori, o della Presidenza, che non ha agito tempestivamente, non sarebbe male (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur). Non sarebbe male, perché non impedire che venga sequestrata l'aula per mezz'ora mi sembra un atteggiamento di eccessiva tolleranza rispetto ai lavori del Parlamento [(Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, inizio dandole atto di aver ripreso la seduta, dopo la sospensione, con una chiara e precisa condanna - ha detto «inaccettabile» - dell'iniziativa della Lega Nord. La ringrazio per il modo con cui ha condotto la seduta, e le esprimo la solidarietà che spero sia di tutta l'Assemblea [(Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), e di deputati del gruppo L'Ulivo)].
Non so cos'altro, caro collega Volontè, avrebbe dovuto e potuto fare il Presidente, che si è anche recata successivamente a parlare personalmente con coloro che si trovavano in aula, pur non essendo suo compito, ma compito dei questori. Si è addirittura sostituita, semmai, ad altre inadempienze. Cerchiamo di misurare le parole.
Per il resto, credo che la vicenda si commenti da sola. Ritengo che con i fatti, e non con le parole, il gruppo di Alleanza Nazionale ha reso chiaro qual era il proprio atteggiamento: non ha partecipato all'iniziativa ed è uscito vistosamente dall'aula quando l'iniziativa è trasmodata in scontro fisico. Questa è la nostra posizione, chiara, inequivocabile, con i fatti, non col senno di poi e con le parole, con le chiacchiere.
Perché le chiacchiere vanno a zero quando c'è la memoria. Qui nessuno è in grado di scagliare la prima pietra, perché quella poltrona di Presidente...
ENRICO BUEMI. Noi non l'abbiamo mai fatto!
IGNAZIO LA RUSSA. Stai zitto!
ROBERTO VILLETTI. Noi non l'abbiamo mai fatto!
IGNAZIO LA RUSSA. Stai zitto! Stai zitto! Stai zitto, col baffetto!
PRESIDENTE. Colleghi, per favore...
IGNAZIO LA RUSSA. Quella poltrona fu occupata - ero giovane - da un esponente della sinistra, non dei banchi del Governo, ma della Presidenza della Camera! Allora, qui nessuno scagli la prima pietra. Che il fatto sia da condannare... (Proteste dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)
Una voce: Mani pulite!
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
IGNAZIO LA RUSSA. Non ce l'ha pulite! Alleanza Nazionale ha espresso la propria condanna, ripeto, con i fatti. E alla Lega dico di più: la memoria vale anche per gli amici della Lega. Quando con ben altro stile, in un'altra stagione politica, i giovani di Alleanza Nazionale (che furono, per questo, perseguiti dalla legge e poi assolti) fecero un semplice girotondo - poi diventati famosi ed eleganti, allora considerati atto squadristico, perché nella maglietta avevano scritto «elezioni anticipate» - a dire che si trattava di un atto inaccettabile contro la democrazia c'era la Lega che allora sosteneva, insieme a voi, il Governo di quel momento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Allora, qui nessuno può scagliare la prima pietra. Se la condanna dell'atteggiamento dei colleghi della Lega è chiaro, devo anche rilevare che la parte più inaccettabile, se ci può esser una graduatoria, di quello che è successo, non è la prima, che è gravissima, ma la successiva: il trasmodare in scontro fisico. Lì c'è la colpa degli esponenti della Lega, che hanno accettato una provocazione, ma c'è stata una provocazione.
Vedete, le regole vanno rispettate: il compito di liberare l'aula spetta ai commessi, su ordine dei questori; invece alcuni deputati di sinistra hanno provato a farsi giustizia da sé, quegli stessi che quando proponiamo leggi sulla legittima difesa sono contrari. Predicate bene e razzolate male (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!Pag. 34
Male ha fatto la Lega a raccogliere la provocazione, male avete fatto voi a cercare di farvi giustizia da soli (Commenti del deputato Buemi - Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur)!
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, la invito a proseguire nel suo intervento.
IGNAZIO LA RUSSA. Fatti, non parole! Signor Presidente, nel rinnovarle il ringraziamento per il modo in cui ha condotto i lavori dell'Assemblea in questo difficile momento, ritengo di dover ribadire la nostra assoluta distanza da questo atteggiamento - è l'ultimo argomento che affronto, se mi volete ascoltare -, che porta acqua al mulino dell'antipolitica e di una campagna che, a mio avviso, non è casuale, ed è condotta da ambienti ben circoscritti e ben definiti, che hanno tutto l'interesse a gettare fango sul Parlamento e sulla politica, non quella con la «p» minuscola - per cui potrebbero aver ragione - ma anche quella con la «p» maiuscola, alla quale noi di Alleanza Nazionale vogliamo continuare a richiamarci (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, colleghi, vorrei esprimere, se me lo consentite, tre semplici concetti. Il primo: anch'io mi associo alle parole di condanna che il Presidente di turno della Camera ha espresso a nome di tutti, e credo che sia inutile fare a gara ad aggiungere nuovi o più pesanti aggettivi rispetto a quanto è successo (intollerabile, inaccettabile, inqualificabile); è accaduto qualcosa che non doveva accadere e che non corrisponde al decoro ed al rispetto delle istituzioni che ciascuno di noi deve sempre portare, anche quando la polemica politica diventa aspra.
Il secondo concetto - lo dico senza polemica, credetemi - è che sono contento che in questo momento, sulla condanna di questo gesto, siamo tutti - ripeto: tutti - d'accordo e sono altresì contento per il fatto che ciò avvenga in maniera quasi scontata. Non vi sono qui i colleghi dell'allora PCI napoletano, ma racconterò un episodio del 1992, di quando ero giovane consigliere comunale radicale: furono occupate l'aula del consiglio comunale, l'aula e i banchi della giunta, da esponenti della società civile che entrarono nel consiglio comunale per chiederne lo scioglimento, in quanto ritenevano quel consiglio non più rappresentativo della città (eravamo, infatti, in piena tangentopoli e in quello scandalo furono coinvolti esponenti del pentapartito, che avevano un'ampia maggioranza a Napoli, e anche esponenti dell'opposizione di sinistra). Quando, alla fine, l'aula del consiglio comunale fu liberata, fui l'unico a protestare contro quell'episodio, e il pentapartito, onorevole Bianco, concordò con l'allora Ministro dell'interno Mancino un frettoloso decreto di scioglimento del consiglio comunale di Napoli, nonostante non ne ricorressero le ragioni amministrative (decreto contro il quale presentai ricorso al TAR, con esito prevedibile), L'atteggiamento che ebbero allora la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista fu quello di concordare una via d'uscita; il Partito Comunista commissariò Napoli e se stesso, arrivò il commissario Bassolino, e i frutti di tale gestione si sono notati. Quindi, sono contento che rispetto all'occupazione che vi è stata poco fa, vi sia questa condanna totale ed unanime.
Il terzo concetto che vorrei esprimere - vi pregherei di prestare un po' di attenzione - è il seguente: non credo che le sanzioni che giustamente l'Ufficio di Presidenza assumerà rispetto alla gravità dell'episodio possano risolvere la questione, e se qualcuno si illude che la questione possa essere risolta o arginata con le sanzioni dell'Ufficio di Presidenza si sbaglia di grosso.
Come detto giustamente dal presidente La Russa, nel Paese è in atto una campagna contro la politica e di delegittimazionePag. 35delle istituzioni, rispetto alla quale non solo siamo acquiescenti, ma - consentitemi di dirlo - assistiamo al fatto che i Presidenti delle Camere ne sono partecipi; perché quando vengono rese dichiarazioni e assunte decisioni dall'Ufficio di Presidenza che tentennano sulla difesa del ruolo e della dignità del Parlamento, credo si ponga un problema che vada affrontato tutti insieme [(Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di deputati del gruppo La Rosa nel Pugno)].
Non è che non ci siano sprechi, o non ci siano «tagli» da fare alla politica. Credo, però, che stiamo assistendo, in maniera acquiescente, ad una campagna volta ad aggredire la legittimità stessa delle istituzioni e che qualcuno, che dovrebbe avere titolo più di altri per difendere la dignità e la rappresentatività delle istituzioni, non si stia comportando in tal senso. A volte, quindi, diamo la sensazione di essere noi stessi, con il capo chino, a subire le giuste fustigazioni popolari.
Non è solo questa la ragione per cui non saranno sufficienti le sanzioni, alle quali, immagino, i colleghi della Lega Nord erano ben preparati e per le quali non saranno certo preoccupati. Tali sanzioni saranno, per loro, ragione di ulteriore vanto rispetto all'opinione pubblica del nord. Credo che stia accadendo qualcosa di più grave, di cui la maggioranza dovrebbe rendersi conto, ovvero che dall'esito delle scorse elezioni politiche, del quale nessuno ha voluto mai prendere seriamente atto, sta crescendo nel Paese un vero e proprio moto di rivolta (Applausi della deputata Biancofiore). Sta crescendo nel Paese, e in alcune zone del Paese, un vero e proprio moto di rivolta nei confronti dell'operato del Governo. Ritengo che continuare a far finta di nulla e continuare a pensare che si possa galleggiare in una situazione del genere sia un ulteriore elemento che rischia di produrre delegittimazione delle istituzioni. La politica deve prendere atto di quando giunge il momento di «cambiare la mano», di fornire risposte coraggiose ed adeguate, anche al consenso popolare.
Se la politica cerca di far finta di nulla rispetto al consenso e alla volontà popolare, credo che anche ciò partecipi a quel gioco al massacro nei confronti delle istituzioni e della politica stessa dal quale noi ci vogliamo sottrarre (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghi, ovviamente il gruppo parlamentare dei Verdi esprime sconcerto totale per l'accaduto. Ci associamo alle parole che sono state pronunciate. Un atto di squadrismo è avvenuto in Parlamento, si è scritta una pagina nera della storia della Repubblica, ma devo dire che, non perché voglia alimentare tensioni ulteriori in aula, certamente gli ultimi due interventi hanno provocato, in me, ulteriore sconcerto. Non si può, sull'episodio poc'anzi accaduto, fare dell'equilibrismo e trovare giustificazioni politiche riguardo ad una presunta rivolta nel Paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche). Di quale rivolta si parla quando si calpestano le istituzioni? È una questione di stile, onorevole Elio Vito, di senso delle istituzioni e dello Stato. In circostanze del genere, le uniche parole che devono essere pronunciate sono di condanna!
La rivolta, a cui lei fa riferimento, si trova, probabilmente, nelle vostre idee, legittima, ma oggi dobbiamo essere uniti nel condannare quanto è accaduto. Voglio leggervi alcune affermazioni, indicative della forte preoccupazione che dobbiamo avere tutti. Sono le dichiarazioni che il vicepresidente del gruppo della Lega Nord, subito dopo aver lasciato l'aula, ha reso ai giornalisti. Le voglio leggere: vogliamo elezioni subito, vogliamo le elezioni subito, per la seconda volta, questo Governo devePag. 36andare a casa per il bene di tutti. Fino a che non ci sarà una risposta del Presidente della Repubblica continueremo così. Attendiamo l'incontro tra Bossi e Napolitano.
Ebbene colleghi, questa è una vergogna, è una minaccia alle istituzioni inaccettabile! Hanno ragione coloro i quali sostengono che nessuna sanzione potrà cancellare un tale atto: é una minaccia nei confronti delle istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche)!
A questo punto, mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, ma anche a quelli dell'opposizione, che con grande senso delle istituzioni e dello Stato sono intervenuti: dobbiamo andare noi dal Presidente della Repubblica, noi che abbiamo a cuore la tutela delle istituzioni dello Stato! Non possiamo accettare che esse siano calpestate in questa maniera (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, colleghe e colleghi, il nostro gruppo è sconcertato e indignato per quanto accaduto finora. L'episodio di squadrismo - che anch'io non esito a definire tale - apre una voragine democratica all'interno di quest'aula. Peraltro, come vedete, i banchi ancora vuoti della Lega e le dichiarazioni testé lette dal presidente Bonelli indicano che c'è bisogno non solo di una sanzione, ma anche di una prevenzione nei confronti di atteggiamenti, che con irresponsabilità una forza rappresentata all'interno del Parlamento potrebbe continuare ad assumere.
Sappia, signora Presidente - e sappiano anche i questori - che per quanto ci riguarda è impossibile mantenere un livello di accettabilità della convivenza democratica all'interno dell'aula, se vengono violati i principi minimi della rappresentanza parlamentare e della tutela di coloro che rappresentano il popolo che li ha eletti.
Il fatto che questo sia il primo episodio nella storia, ahimé, non mi rassicura, come non rassicura coloro i quali pensano che ciò sia frutto di una strategia politica di una parte del Parlamento, ma allo stesso tempo che questa non sia stata l'occasione giusta - lo voglio dire anche ai presidenti La Russa ed Elio Vito - per riaprire polemiche. Ringrazio, da tale punto di vista, la linearità dell'intervento del presidente Volontè: o la condanna è unanime - e si giudica il Parlamento un patrimonio comune di tutta la rappresentanza istituzionale del Paese democraticamente eletta - oppure penso...
CARLA CASTELLANI. Zitto, buffone! Pensa a Caruso e alla droga!
PRESIDENTE. Onorevoli, per cortesia...
GENNARO MIGLIORE. ...che la possibilità di esprimere una condanna sia semplicemente un'occasione sprecata: è vero, penso che quest'azione abbia un corrispettivo fuori da quest'aula e che l'idea che le istituzioni si debbano tutelare non parta dalla difesa di privilegi, ma innanzitutto dalla difesa e dall'affermazione delle nostre prerogative.
Voi - lo dico a quei banchi vuoti, che però rappresentano una parte politica del Paese - non potete delegittimare l'istituzione parlamentare: non vi sarà consentito dalla coscienza democratica del Paese. Saranno necessarie non solo sanzioni amministrative, ma anche prese di posizione politiche da parte degli organismi competenti della Camera, che impediscano il ripetersi di simili atti.
Colleghe e colleghi, il ragionamento sull'antipolitica non può essere svolto sulla base di iniziative come queste, che contribuiscono in maniera grave e clamorosa alla crescita di una disaffezione: occorrePag. 37rendere impraticabili questi comportamenti e trasparenti le misure da intraprendere per sanzionarli. Penso che, in questo momento, l'appello all'unità di tutto il Parlamento sia un elemento necessario, ma, nello stesso tempo, non vi nascondo che considero assolutamente preoccupante utilizzare questa sede, ancora una volta, per avanzare richieste che riguardano anche altissime cariche ed esponenti dell'opposizione che ricoprono importanti incarichi, come quelli che affermano che non si può più tirare la corda. Di quale corda state parlando, se in questo momento noi siamo così esposti rispetto alla credibilità vostra e nostra, dell'opposizione e della maggioranza?
Penso che questo sia il patrimonio comune da difendere. Non ci si deve arrogare il diritto della memoria di dire che lo avevo denunciato anch'io in un'altra forma, ma occorre pronunciarsi oggi in maniera decisa su quello che è accaduto e sullo squadrismo. Vorrei sentire questa parola, perché di squadrismo si è trattato e come tale va sanzionato.
Colleghe e colleghi, oggi siamo ad un passaggio delicato ed importante. Sarà assolutamente decisivo che si manifesti la compattezza, che almeno a parole si è determinata sul giudizio sull'episodio e che la prossima Conferenza dei presidenti di gruppo non sia semplicemente una nuova arena di polemiche, ma il tributo dovuto al rispetto di questa istituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, L'Ulivo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, non ho nessuna difficoltà a riconoscerle un'assoluta correttezza nella conduzione dell'Assemblea ed anche per il suo intervento nel momento in cui la seduta è stata sospesa. Vorrei, però, riprendere ora alcune considerazioni che sono state svolte.
Mi associo naturalmente a chi ha denunciato il carattere squadrista di questa operazione preordinata. Essa è molto di più di una stupidaggine e mi richiama alla mente un altro passaggio difficile: era il 1992 quando, sempre dai banchi del gruppo della Lega, l'onorevole Leoni Orsenigo faceva sventolare il cappio. Il clima era lo stesso, da basso impero. Di questo dobbiamo ragionare. Ho ascoltato gli interventi, soprattutto politici, dei colleghi del centrodestra. Ieri non ho avuto nessun problema a polemizzare duramente con il collega Volontè sul terreno della politica, ma oggi non ho nessun problema - anzi mi onoro di farlo - a riconoscergli un alto senso delle istituzioni e dello Stato. Sottoscrivo interamente il suo intervento e ringrazio anche gli altri colleghi del centrodestra, che non si sono allineati alle posizioni e all'atteggiamento scelto dal gruppo della Lega Nord. Nelle parole che sono state pronunciate da altri, invece, è passato il giustificazionismo. Non vi è stata la dissociazione, è arrivata addirittura la delegittimazione di questo Parlamento!
Quando si parla di antipolitica, come correttamente è stato fatto, si deve anche sapere che l'antipolitica non travolgerà, e non travolgerebbe, soltanto chi oggi sta al Governo, ma tutti. Oggi non è stata messa in discussione la legittimità del Parlamento, ma la sua credibilità. Agli occhi del Paese oggi siamo tutti meno credibili. Di ciò vorrei che anche i colleghi del centrodestra fossero chiaramente coscienti, anche perché abbiamo osservato alcuni riflessi condizionati, che purtroppo vi sono stati. Faccio riferimento soltanto ad un episodio, rispetto ai tanti che si potrebbero citare, verificatosi nella mezz'ora in cui la seduta era sospesa. Nel momento in cui i colleghi della Lega Nord hanno lasciato l'aula, una collega - l'onorevole Lussana - rivolgendosi ad un collega di Forza Italia, cercava di spiegargli quale fosse l'atteggiamento del «vero uomo». Il «vero uomo» è quello che ha coraggio. Il «vero uomo», però, è anche quello che ha il coraggio delle proprie azioni.
I «colleghi uomini» della Lega Nord non hanno nemmeno il coraggio dellePag. 38proprie azioni, perché, come nella favola del lupo e dell'agnello, di Fedro, il «lupo leghista» - quando lei, signora Presidente, è scesa giù insieme al capogruppo Maroni - ha affermato di essere stato aggredito e provocato, mentre è stato aggredito il Parlamento. Noi tutti siamo stati provocati dal loro atteggiamento. (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche).
Da questa situazione, quindi, si può uscire soltanto con la politica, oltre che con i provvedimenti, che giustamente l'Ufficio di Presidenza, che immagino si riunirà immediatamente, dovrà adottare. Con la politica! Non mi permetto di dire che cosa dovrà fare il Presidente Napolitano.
Ci mancherebbe altro che mi aggiungessi ai tanti che cercano di tirargli la giacca!
Vorrei però che, prima di ricevere il presidente Bossi, il Presidente Napolitano gli chiedesse la dissociazione dal comportamento di oggi; che il Presidente Prodi, prima di tornare ad incontrare Bossi sul tema del federalismo fiscale, chiedesse la condanna di quello che oggi è successo; che il presidente Berlusconi, prima di salire al Quirinale, chiedesse prima a Bossi la condanna di quanto è successo oggi. Allora, forse sì, saremmo tutti un pochino più credibili di fronte a questo Paese e ai nostri elettori (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche).
PRESIDENTE. Prima di passare al prossimo intervento, comunico ai colleghi che, al termine di questa fase, procederemo comunque alla votazione finale sul disegno di legge in esame.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, anche io, a nome del gruppo Popolari-Udeur, voglio manifestare un profondo senso di disagio e di frustrazione. Non avrei mai pensato che bastasse entrare in quest'aula - che si trasforma, ogni giorno di più, in una sorta di girone dell'inferno - per essere etichettato come ladro, imbroglione, drogato, truffatore, di tutto e di più: è il giudizio che aleggia nel Paese e che noi rafforziamo con questi gesti, che non voglio assolutamente commentare, perché si sono commentati da soli: sono inqualificabili.
Tuttavia dico che, così facendo, si contribuisce a scavare una fossa comune, dentro la quale poi, alla fine, rischiano di finire tutti. Chiedo, invece, di andare alla radice del problema e di cercare di capire quali siano le motivazioni che spingono a gesti così sconsiderati.
È stato avanzato qualche paragone anche con i comuni: devo dire che, talvolta, i comuni hanno atteggiamenti molto più seri e responsabili di quelli che abbiamo dimostrato stamattina in quest'aula.
Immagino che questo nervosismo - accentrato e acuito negli ultimi giorni, forse da qualche vicenda elettorale - trovi un minimo di comprensione e che si torni a ragionare: qualche gita fuori porta, qualche pic-nic sui colli romani forse può restituire quella calma che qui è necessaria.
Se le motivazioni di tali gesti sono anche gli ultimi risultati elettorali, vorrei ricordare - mi sono documentato per non sbagliare - che nel precedente Governo, di fronte ad una serie infinita di insuccessi e di sconfitte, il giudizio non era così catastrofico com'è oggi.
Infatti, in occasione delle elezioni amministrative del 2002, su Il Sole 24 ore del 28 maggio 2002, il centrodestra commentava la sconfitta con le seguenti parole: «Non me ne sono occupato neanche ieri, ma mi sembra che l'incontro di domani per la firma dell'accordo NATO-Russia sia cosa più alta e importante delle elezioni amministrative, che sono passate in secondo piano».
Quando si registrava la sconfitta alle amministrative del 2003, si dichiarava a IlPag. 39Giornale del 27 maggio 2003: «È un voto amministrativo, il risultato non può riguardare il Governo».
Quando si registrava la sconfitta alle amministrative del 2004, sempre il centrodestra dichiarava a Il Messaggero del 28 giugno 2004: «Non vedo perché il Governo non debba rimanere, abbiamo un mandato di cinque anni e intendiamo rispettare il programma. Tutto il resto è strumentale».
Potrei continuare con le europee, con le regionali, con tutte le elezioni possibili e immaginabili che nella precedente legislatura sono state perse dal Governo che guidava il Paese.
Da parte nostra non c'è stato lo stesso atteggiamento, non c'è stata la richiesta, la rincorsa e lo strattonamento nei confronti delle nostre figure istituzionali e delle nostre cariche più alte per cercare di ottenere quanto ci era stato negato dal voto, quando ci siamo presentati agli elettori, in maniera diversa.
Consigliamo, allora, di tornare alla calma, al ragionamento e a quel dialogo necessario fra le parti, altrimenti la delegittimazione reciproca produrrà l'effetto per cui, qualora a seguito di elezioni dovesse cambiare il Governo del Paese, di sicuro non cambierebbe il giudizio dei cittadini, che abbiamo fatto «schifare» ed allontanare irrimediabilmente dall'interesse per la politica (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgobio. Ne ha facoltà.
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non penso nella maniera più assoluta che quello che si è consumato in quest'aula poco fa possa essere inserito nella rubrica come un atto di scarsa dignità oppure che offende solo la dignità del Parlamento. Non si tratta di qualcosa che attiene alla sfera morale o a quella, ancora più ristretta, del decoro; si tratta di un atto, nel suo valore simbolico, eversivo, che non è stato compiuto per caso. Non è una svista: i colleghi della Lega sapevano quello che facevano, sapevano di sferrare un colpo terribile alle istituzioni democratiche e sapevano, altresì, che la loro presa di posizione e il loro atto vandalico costituivano il tassello di un mosaico, costruito nel nostro Paese da tempo, che ha come obiettivo principale la democrazia e, soprattutto, la Costituzione repubblicana. (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
Questa è la verità. Si tratta di un atto che va consegnato come un ulteriore tassello di quel piano di rinascita nazionale, che fu scoperto tra le carte di Gelli, ma che chiaramente non atteneva solo al capo della P2: era qualcosa di molto più vasto che interessava gangli notevolmente più grandi del Paese.
Se analizziamo la storia del Paese negli ultimi quindici anni, ci accorgiamo come atti come quello appena consumato, l'uno dopo l'altro, e proposte simili, che ledono la dignità del Parlamento e la sua funzione, siano venuti accatastandosi l'uno sull'altro. È vero, presidente Vito. Si tratta di un atto che si colloca nell'ambito della destabilizzazione del Paese; è un attacco alla politica, non nei confronti dei politici e del loro reddito; si tratta di un attacco sferrato nei confronti delle istituzioni democratiche, perché indebolire la politica e far sì che essa compia gli innumerevoli passi indietro che è chiamata a fare significa consegnare il potere del Paese nelle mani di altri: si tratta di un potere che, non attenendo alla politica, atterrà a qualcosa di diverso, ossia a quelle forze oscure, economiche e sociali, che vorrebbero fare a meno della politica e impossessarsi completamente di quel potere.
Sono d'accordo con lei, presidente Vito: la difesa delle istituzioni attiene a tutti coloro - a prescindere dalla collocazione in questa aula - i quali hanno a cuore la difesa delle stesse, della democrazia e della libertà. Siamo tutti chiamati a difenderle, ma con gli atti e i fatti, seriamente.
Presidente Vito, lei parla continuamente di rivolta. Le rivolte sono quelle che nascono dal popolo e che mettono in campo il popolo, che si ribella nei confronti dei governi. Quando l'attacco arrivaPag. 40attraverso poteri occulti, i dossier, gli attacchi di stampa e dall'interno del palazzo, non si tratta di rivolta, ma di eversione, di un tentativo dall'interno di attaccare i processi democratici dello Stato.
Anche a lei mi rivolgo, presidente La Russa: capisco che dalle sue radici venga la definizione di «provocatori» per coloro i quali sono scesi dai banchi della sinistra per tentare di liberare i banchi del Governo. Ma così come dalle sue radici viene la parola «provocazione» nei loro confronti, è dalle radici di coloro i quali siedono in questi banchi che è venuta la rivoluzione, la rivolta vera (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale) per riconquistare le libertà che venivano negate, per riconquistare, con le armi in pugno e con il sangue, la capacità di poter sedere oggi su questi scranni e di poter decantare la democrazia!
Vede - onorevole Presidente, mi avvio alla conclusione - la Presidenza non può fare molto in queste occasioni, ma voglio ricordarle che nella passata legislatura il gruppo dei Comunisti Italiani per avere esposto, in silenzio, mentre parlava il Presidente del Consiglio dell'epoca, un cartello «No War», cioè no alla guerra, fu sospeso per una settimana dall'aula. I colleghi Cento e Bulgarelli furono trascinati fuori a viva forza. Non chiedo altrettanto, ma chiedo che la severità che fu applicata allora nei confronti del nostro gruppo e dei colleghi del gruppo dei Verdi (Commenti del deputato Marinello) sia applicata adesso, perché non è possibile difendere la democrazia solamente con le belle parole, ma è necessario il rispetto delle leggi e dei regolamenti ed è quanto chiediamo noi Comunisti Italiani (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non esiste giustificazione alcuna, né politica, né regolamentare, per impedire il normale svolgimento dei lavori del nostro Parlamento e per violarne le regole. Questo è il punto di fondo che deve governare il giudizio di questo gravissimo episodio cui abbiamo assistito.
La gravità dell'episodio è nel fatto che esso si sia verificato. Poco, sfortunatamente, possono fare le parole, che pur devono essere pronunciate, a commento di un episodio molto doloroso della vita democratica del nostro Paese.
In questo senso mi associo alle parole di quanti, a cominciare dall'onorevole Franceschini, hanno condannato con chiarezza questo episodio che ferisce il nostro Parlamento. Esprimo questa valutazione recisa e negativa del comportamento della Lega, tanto più che con questo partito siamo stati insieme in un'alleanza di Governo nell'ultima legislatura e oggi condividiamo l'opposizione a questo Governo.
Voglio però dire a tutti i colleghi dell'opposizione che, proprio perché sentiamo che nel Paese vi è oggi un maggiore consenso e forse la maggioranza degli italiani condivide le critiche che muoviamo al Parlamento, si impone a tutti noi una maggiore compostezza e un maggiore rispetto del Parlamento, che è proprio di chi aspira al diritto di governare l'Italia.
Queste sono le ragioni per le quali, signor Presidente, ho voluto esprimere in questo modo la solidarietà a lei, che ha presieduto pro tempore la nostra seduta ed esprimere insieme la piena fiducia che la Presidenza della Camera saprà difendere, come essa deve, la dignità del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori, Popolari-Udeur e La Rosa Nel Pugno e di deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole La Malfa.
In conclusione del dibattito, desidero dare atto ai deputati questori per il modo con cui, insieme alla Presidenza, hanno gestito la situazione creatasi in aula, con l'intento di stemperare le animosità per ricondurre la vicenda entro i termini di contesto parlamentare (Commenti).
Ribadisco, avendo parlato con il Presidente della Camera, che l'Ufficio di Presidenza sarà convocato al più presto per le determinazioni di competenza - valuteremoPag. 41se sia possibile convocarlo anche domani - in relazione all'episodio ad opera dei deputati della Lega.
Riprendiamo le dichiarazioni di voto finale.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Di Girolamo, che non aveva potuto concludere il suo intervento per dichiarazione di voto.
LEOPOLDO DI GIROLAMO. Signor Presidente, intendo concludere l'intervento, anche se non è facile riprendere la parola sulla politica e sulle questioni che interessano la vita quotidiana delle persone, dopo quanto accaduto. Tuttavia, proprio per non dare ragione a chi vuole delegittimare la politica e i luoghi in cui essa si pratica (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani) e perché riteniamo che il libero confronto delle idee sia l'essenza stessa della democrazia, continuerò e finirò il mio intervento.
Come ho già detto poc'anzi, il Governo Prodi ha lavorato tempestivamente per ottemperare a quanto stabilito nella delega e ha preparato, entro il mese di luglio, il testo del decreto di attuazione. Nel frattempo, l'esigenza di riformare complessivamente la normativa sulle professioni, ormai divenuta inadeguata rispetto a quella europea e alle dinamiche imposte dalla globalizzazione, ha indotto lo stesso Governo a presentare, per il tramite del Ministro della giustizia, un disegno di legge delega in materia di riforma delle professioni intellettuali, attualmente all'esame delle Commissioni riunite giustizia e attività produttive.
Si tratta di un compito non facile, lo ricordo all'onorevole Siliquini. Nel corso della precedente legislatura il Governo Berlusconi non è riuscito, con la propria maggioranza, ad attuare alcuna riforma delle professioni, malgrado i propri intenti, e l'unico testo arrivato al voto è stato proprio quello di iniziativa parlamentare, poi divenuto la legge 1o febbraio 2006, n. 43.
Pertanto, la necessità di armonizzare il testo del decreto attuativo della legge n. 43 del 2006 con le nuove disposizioni, che risulteranno dal provvedimento di riforma delle professioni intellettuali, ha determinato la necessità di differire il termine per l'esercizio della delega sull'istituzione dei nuovi ordini professionali sanitari. Siamo convinti che ciò sia opportuno e non rappresenti un escamotage per venir meno ad un impegno assunto da tutto il Parlamento.
Per questo motivo voteremo a favore del provvedimento in discussione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Correzioni di forma - A.C. 1609)
GERO GRASSI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GERO GRASSI, Relatore. Signor Presidente, desidero sottoporre all'Assemblea la seguente correzione di forma da apportare al testo del disegno di legge n. 1609: nel titolo, la parola: «ostetriche» è sostituita dalla seguente: «ostetrica».
Inoltre, prima del voto finale, seppure in un momento particolarmente delicato per l'Assemblea, mi sia consentito esprimere alcune considerazioni sul provvedimento in discussione. Sarò breve, senza rispondere al livore polemico proveniente da alcuni interventi che mi hanno preceduto.
Non siamo in presenza di alcuna proroga o rinvio (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia)...
PRESIDENTE. Onorevole Grassi, le chiedo scusa, ma le ricordo che ci troviamo nella fase della votazione. Pertanto, la invito a concludere.
Pag. 42GERO GRASSI, Relatore. Vorrei solo fare presente che, al centro del provvedimento in discussione, si mantiene l'interesse superiore del paziente.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
(Così rimane stabilito).
(Coordinamento formale - A.C. 1609)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1609)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1609 , di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Differimento del termine per l'esercizio della delega di cui all'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, recante istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione» (1609)
Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato sì 239
Hanno votato no 149
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.