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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le politiche per la famiglia, il Ministro della giustizia e il Ministro per l'attuazione del programma di Governo.
(Effetti distorsivi derivanti dalla recente rimodulazione degli assegni familiari - n. 3-00973)
PRESIDENTE. Il deputato Widmann ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brugger n. 3-00973 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.
JOHANN GEORG WIDMANN. Signor Presidente, signor Ministro, l'INPS a gennaio ha emanato una circolare con i nuovi calcoli degli importi degli assegni per il nucleo familiare in base alle disposizioni della legge finanziaria per il 2007, evidenziando una penalizzazione delle famiglie più numerose e con disabili, che si dovevano, invece, tutelare.
L'assegno per il nucleo familiare è stato istituito nel 1988 ed è considerato una prestazione di carattere previdenziale erogata ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati da lavoro dipendente e, dopo il 2002, ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell'INPS. Tutti gli anni si rideterminano gli importi degli assegni per il nucleo familiare, ciò però non avviene per i vecchi assegni familiari istituiti nel 1955, gli unici spettanti ai coltivatori diretti.
Chiedo quindi, signor Ministro, come intenda procedere per correggere tale grave effetto distorsivo ed ingiusto, evidenziato dai calcoli INPS...
PRESIDENTE. Onorevole Widmann, concluda.
JOHANN GEORG WIDMANN. ...e se ritenga opportuno adeguare gli importi dei vecchi assegni familiari per i coltivatori diretti e concedere anche agli artigiani e ai commercianti un beneficio simile.
PRESIDENTE. Il Ministro per le politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, onorevole Widmann, nella legge finanziaria dell'anno corrente abbiamo provveduto alla rideterminazione degli assegni al nucleo familiare, come una prima tappa di un progetto più ampio che intendiamo sviluppare già a partire dal prossimo Documento di programmazione economico-finanziaria, che vada a configurarsi come un vero e proprio sostegno alla genitorialità e che riunifichi, in un unico istituto, sia le detrazioni sia gli assegni al nucleo familiare: un vero e proprio assegno per i figli.
Riteniamo che debba avere un carattere universale e, quindi, prescindere dallo status lavorativo dei genitori e, come tale, estendersi oltre i lavoratori dipendenti, per essere diretto anche ai figli dei lavoratori autonomi. Deve configurarsi come un assegno che abbia, però, una natura fiscale e, come tale, dovrebbe implicare anche la riduzione della pressione fiscale sulle famiglie, intervenendo ovviamente anche nei confronti dei cosiddetti «incapienti» verso i quali intenderemmo, già in sede di redistribuzione dell'extra-gettito, intervenire, così come previsto dal comma 4 della legge finanziaria.
Per quanto riguarda gli effetti distorsivi, abbiamo provveduto a correggere la circolare emanata dall'INPS con una nuova circolare, frutto di un nuovo decreto interministeriale, che ha previsto che le famiglie con soggetti inabili non possano avere una corresponsione inferiore agli altri nuclei familiari, mentre intendiamo naturalmente provvedere, nella prossima legge finanziaria a introdurre vantaggi per tali famiglie.
Per quanto riguarda poi le famiglie con più figli, le famiglie numerose, tengo a precisare che con l'ultima legge finanziaria abbiamo esteso fino al reddito di 90 mila euro lordi l'anno i benefici per nuclei familiari con cinque figli che percepiscono, per ciascun figlio, 116 euro annui. Si tratta di una misura assolutamente nuova perché, come l'onorevole Widmann ricorderà, precedentemente la corresponsione degli assegni familiari si fermava ad un reddito molto più basso.
Per quanto riguarda il futuro, intendiamo sicuramente intervenire sui cosiddetti «vecchi assegni familiari», in maniera particolare rivolti ai coltivatori diretti ....
PRESIDENTE. Signor Ministro, concluda.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia.. ..a fronte di un nuovo accordo con la categoria e a fronte, naturalmente, di adeguata copertura economica.
Per il futuro, è nostra intenzione estendere questa misura anche a tutti i figli dei lavoratori autonomi, riordinando anche il trattamento fiscale, che, come lei sa, è diverso fra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, perché riteniamo che i figli dei lavoratori autonomi non sono «figli di un dio minore».
PRESIDENTE. L'onorevole Widmann ha facoltà di replicare.
JOHANN GEORG WIDMANN. Signor Ministro, ho seguito con interesse e con attenzione la sua esposizione e anche le prospettive positive per il futuro. Mi dichiaro soddisfatto.
(Iniziative per contrastare il dilagare di fenomeni di violenza e di eversione - n. 3-00974)
PRESIDENTE. L'onorevole Menia ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00974 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.
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ROBERTO MENIA. Signor Ministro, una volta di più siamo costretti ad occuparci di questioni che attengono a violenza, eversione, intimidazioni ed altro. Anche lo scorso fine settimana Roma è stata teatro di manifestazioni violente, che sono seguite alla visita del Presidente Bush. In particolare, al termine del corteo, e poi della manifestazione, in nottata, ci sono state le vicende della stazione Tiburtina. Sono avvenuti scontri gravi, che hanno causato danni materiali ed economici e una trentina di feriti - e di ciò ci importa ancora di più - tra le Forze dell'ordine. Ma quello che ci ha sconcertato è l'ordine impartito alle Forze dell'ordine, in particolare ai poliziotti e ai carabinieri, come testimoniato da diversi loro componenti e riportato dai giornali, che sono stati costretti a subire, per oltre un'ora, la sassaiola e il lancio di oggetti contundenti di tutti i tipi. Ci sono stati oltre una trentina di feriti e l'ordine impartito - ripeto - è stato di lasciarsi colpire impunemente.
Vorremmo capire da questo Governo se si tutela la legge, se si tutelano le Forze dell'ordine, se si tutela la gente e l'ordinato vivere o se si dà, piuttosto, copertura a delinquenti in libera uscita. Chiediamo a questo Governo cosa intenda fare, da ora in poi, per garantire per davvero il rispetto della legge.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, la risposta che oggi mi viene sollecitata dagli onorevoli interroganti mi induce ad esprimere, ancora una volta, la forte indignazione che provo per tutte le forme di intolleranza politica e di violenza. L'ho fatto pochi giorni fa, manifestando sdegno per chi, lo scorso 3 giugno, a L'Aquila ha inneggiato alla morte dei carabinieri in Nassiriya, dei professori Biagi e D'Antona, dell'ispettore Raciti, e lo faccio oggi, considerando infame l'oltraggio alla lapide di via Fani e condannando tutti coloro i quali hanno trasceso i limiti di un libero manifestare, trasformando il dissenso in attacco all'ordine pubblico, a settori, a cose e a persone.
Tuttavia, per quanto le premesse del discorso possano apparire in linea con quelle degli interroganti, devo dire che sono diverse le conclusioni. A mio avviso, infatti, non si tratta di assumere iniziative o di programmare interventi normativi. Si tratta, invece, di applicare soltanto con rigore e giustizia gli strumenti di cui già disponiamo, per garantire la sicurezza della comunità. Il nostro sistema è già tarato da tempo per la tutela dell'ordine pubblico, nel rispetto della libera manifestazione del pensiero, di ogni pensiero. Purtroppo, però, non si può escludere che talvolta i facinorosi travalichino i limiti di una pacifica manifestazione, sconfinando nel sopruso e nella violenza. In casi come quello della visita a Roma del Presidente Bush, in cui l'attenzione delle istituzioni è stata necessariamente alta, non si può semplicisticamente trasformare ogni evento negativo in una critica generica o in un giudizio sfavorevole sulla bontà dei controlli e degli strumenti predisposti dal Governo e da forze di polizia assai esperte. Gli onorevoli ricordano, del resto, che disordini di piazza e comportamenti eversivi, come affermato anche dall'onorevole La Russa nella sua interrogazione, non sono mancati neanche nella scorsa legislatura. Sul versante della prevenzione, le Forze dell'ordine continuano a fornire un servizio organizzato ed efficiente e sono intervenute con attenzione e fermezza. Manifesto nei loro confronti la solidarietà mia personale e del Governo.
Sul versante giudiziario, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma ha riferito che gli arrestati sono stati portati dinanzi al tribunale per la convalida dell'arresto e saranno giudicati nei prossimi giorni, con rito direttissimo, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, con l'aggravante della lesione personale aggravata. Il tribunale ha convalidato l'arresto e, a seguito della richiesta di misura cautelare avanzata dal pubblico ministero, ha applicato la misura dell'obbligo di firma ad uno degli imputati. GliPag. 45altri sono stati liberati, tenuto conto del fatto che non presentavano precedenti penali.
Oltre le mie competenze, però, non mi permetto di andare. Ben comprendono gli onorevoli interroganti che il potere politico non può sconfinare in valutazioni di merito, rimesse esclusivamente all'autorità giudiziaria e da operarsi soltanto all'interno del processo penale.
PRESIDENTE. L'onorevole Menia ha facoltà di replicare.
ROBERTO MENIA. La ringrazio, signor Ministro, e sarei tentato di dichiararmi quasi totalmente soddisfatto a proposito della sua risposta, per i termini, vorrei dire morali, che lei ha usato, perché ha fatto bene a definire «infame» colui il quale o coloro i quali hanno usato certe parole nei confronti dei nostri eroi di Nassiriya, e a pronunciare parole come «sdegno» e «indignazione».
Ad una questione non mi ha, però, risposto: lo sdegno e l'indignazione non bastano, quando constatiamo che, purtroppo, da quando il Governo di cui lei è membro è in carica, vi è una tolleranza oggettiva nei confronti di una certa fascia che si colloca politicamente all'estrema sinistra. Con la strana «vicenda» di una sinistra «di lotta e di governo» notiamo che ci sono ministri che stringono le mani e segretari di partito che prendono parte a manifestazione assieme a teppisti di vario tipo. In particolare, ci preoccupa il fatto - ed è che questo il punto sul quale lei non mi ha risposto - che alle Forze dell'ordine sia stato dato l'ordine di non reagire, di non rispondere: centinaia e centinaia di esponenti delle Forze dell'ordine, alle quali va la nostra solidarietà. Ma la solidarietà non dev'essere soltanto un fatto di parole, dev'essere anche un fatto di atti concreti. Gli esponenti delle Forze dell'ordine hanno subito, per oltre un'ora, una sassaiola con cubetti di porfido, con bottiglie, con oggetti contundenti di tutti i tipi, che avrebbe potuto portare facilmente a conseguenze ben più pesanti di quelle che si sono prodotte. Ciò che ci preoccupa è che c'è tuttora una parte di questa maggioranza, di questo Governo che si «coccola» certi personaggi, che si «coccola» quelle aree estreme nelle quali, poi, c'è il «brodo di coltura», per il quale qualcuno pensa poi legittimamente di andare a L'Aquila ad inneggiare alla Lioce o alle Brigate Rosse. Ci sono altri elementi che spiegano come la lotta politica possa facilmente degenerare nell'intolleranza e nella violenza: è il caso di coloro che, purtroppo, mettono in pratica tali comportamenti.
Signor Ministro, apprezzo quanto lei ha detto, apprezzo i termini che ha usato.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO MENIA. Però, le ripeto, la nostra solidarietà alla polizia, alle Forze dell'ordine, a coloro che ogni giorno fanno sì che possiamo vivere civilmente ed ordinatamente in Italia e tutelano la nostra libertà è anche un fatto che va oltre le parole. Chiedo un esame di coscienza a tutti i rappresentanti di questo Governo. Se si avesse il coraggio di andare, in coscienza, oltre le parole, ed arrivare per davvero ai fatti, con certi modi di fare sarebbe ora di chiudere per davvero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
(Iniziative in relazione all'inchiesta del pubblico ministero di Potenza sulle «logge occulte» - n. 3-00975)
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00975 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, con un socialista garantista non si può parlare che di giustizia, e in particolare di «malagiustizia», di comportamenti a dir poco discutibili e inquietanti del pubblico ministero di Potenza, che, con disinvoltura, ha disposto arresti avventati, ha inflitto la tortura del carcere preventivo a molte persone risultate innocenti:Pag. 46vallette, attori, artisti, uomini del mondo dello spettacolo, sindaci, e ad altre persone. Tale atteggiamento persecutorio ha un costo sociale altissimo.
Ora, il nostro eroico indagatore ha progettato di fare una «radiografia» di tutte le logge massoniche italiane, non di Potenza, dove è la sua sede, ma a trecentosessanta gradi, «dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno». Il nostro «securo fulmine» ora vuole aprire fascicoli con corsi e ricorsi storici tipo quelli di Palmi, che hanno portato Cordova ad aprire decine di migliaia di fascicoli e a chiuderli, con l'effetto di saccheggiare le risorse dello Stato...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUCIO BARANI. ...che avrebbero potuto essere destinate ad un più utile impiego. Cosa intende fare, signor Ministro?
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, sarei tentato di dire: faccio quanto mi è consentito dalle norme, non è che posso andare al di là di esse. Devo dire, in verità, che le doglianze avanzate dall'onorevole Barani sono un po' generiche da questo punto di vista, perché non è che rinvenga l'indicazione concreta e specifica di comportamenti giudiziari che possano assumere rilievo ai fini di un'eventuale stigmatizzazione. L'interrogante fa riferimento al fatto che un pubblico ministero, in un processo, abbia richiesto numerosi arresti nei confronti di persone che, successivamente, le indagini avrebbero rivelato immeritevoli di misure cautelari; che in un altro processo abbia disposto una capillare acquisizione degli elenchi degli appartenenti a logge massoniche.
Questi, di per sé, secondo giurisprudenza corrente, non sono atti illegittimi, abnormi o abusivi: non scorgo cioè provvedimenti inficiati da violazione di legge. Non sappiamo quali esigenze delle indagini abbiano indotto il pubblico ministero al compimento di tali atti, né la nostra posizione politica ed istituzionale ci consente di entrare in valutazioni di merito, che spettano esclusivamente ai giudici e vanno esercitate in sede processuale.
Come l'onorevole Barani sa, tutte le attività investigative sono sottoposte al vaglio dell'organo giudicante deputato alla verifica di carattere endoprocessuale degli atti posti in essere dal pubblico ministero e dalle altre parti del procedimento. Mi sembra dunque chiaro che, riguardo alle vicende in questione, non sussiste alcun presupposto per un approfondimento di tipo disciplinare. Allo stesso modo, non ritengo necessario intraprendere iniziative di carattere normativo: a mio parere, i rimedi di carattere giurisdizionale già assicurati dall'ordinamento alle parti all'interno del processo garantiscono un efficace controllo e l'eventuale correzione degli atti posti in essere e delle valutazioni di merito compiute.
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, debbo dire che gli unici complimenti che posso rivolgere all'indirizzo del Ministro sono quelli per la cravatta: per il resto, non condivido quel che è stato detto.
Signor Ministro, ci troviamo di fronte a piccole storie di miserabili protagonisti, alla ricerca di notorietà, che, forse col concorso dei mass media, sperano di trovare la strada più agevole per far soldi e buona carriera - come, del resto, ha fatto illo tempore il suo collega Di Pietro. Razionalmente, questa volontà di effettuare un censimento di logge massoniche è inconcepibile: essa porterà alla spesa di oltre 20 milioni di euro (10 sono stati già spesi). Se vi fossero cento pubblici ministeri di questo tipo in Italia, il Ministero spenderebbe all'incirca 2 miliardi di euro, 4 mila miliardi di vecchie lire: tutte risorse che dovrebbero essere, piuttosto, indirizzate al sociale, alle pensioni, alle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese o a mandare i propri figli all'università.Pag. 47Invece, costoro sperperano il denaro pubblico per loro megalomania, per farsi grandi, per andare in televisione, a mo' di fotomodelle della giustizia sculettanti, solo per avere notorietà. Costoro infliggono un danno incommensurabile alla giustizia e sottraggono risorse incredibilmente elevate, che potrebbero essere meglio utilizzate.
Signor Ministro, lei sa che, all'inizio del Novecento, vi erano massoni in quest'aula; il suddetto pubblico ministero li avrebbe indagati tutti. Così avrebbe indagato parlamentari quali Garibaldi o Mazzini, ma anche un altro massone di nome Mozart. Ma dove vuole andare? Non si può aprire un fascicolo su 20 o 30 mila nomi in quanto affiliati alla massoneria, tutti regolarmente registrati: è una megalomania! Noi socialisti riformisti presenteremo dunque una proposta di legge affinché, come avviene in tutti i Paesi europei, anche in Italia vengano effettuate visite psicoattitudinali e psichiatriche periodiche ai magistrati, in modo da garantire le legittime aspettative del popolo italiano, sovrano anche nel campo della giustizia.
(Iniziative relative al fenomeno delle minacce da parte di brigatisti detenuti nelle carceri di massima sicurezza - n. 3-00976)
PRESIDENTE. L'onorevole Galletti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Volontè n. 3-00976 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 4), di cui è cofirmatario.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, signor Ministro, nei giorni scorsi si è svolta a L'Aquila una manifestazione organizzata dal gruppo Olga (Ora di liberarsi dalle galere) per esprimere solidarietà a Nadia Lioce e agli altri brigatisti. Durante la manifestazione sono stati scanditi slogan odiosi contro Biagi, D'Antona ed Ilda Boccassini. Ne cito uno per tutti, non per fare una graduatoria dei più vergognosi, ma perché lo trovo particolarmente odioso: «Marco Biagi non pedala più». Nel frattempo, comparivano scritte analoghe sui muri di Bologna, la mia città, e Monsignor Bagnasco riceveva lettere di minaccia di morte. Mentre accadeva tutto questo, leggevamo su un giornale di un continuo scambio di informazioni fra i brigatisti incarcerati e il mondo esterno. Vorremmo dunque sapere quali provvedimenti si intenda adottare per reprimere definitivamente il fenomeno delle comunicazioni e delle minacce dei brigatisti detenuti nelle carceri di massima sicurezza, e se siano in corso indagini per accertare ogni responsabilità connessa alla manifestazione, in particolare con riguardo ai partecipanti che hanno evidenziato un inaccettabile collateralismo nei confronti delle Brigate rosse.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta agli onorevoli interroganti comunico quanto mi è stato riferito dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. La detenuta Lioce Nadia Desdemona fa parte di una organizzazione eversiva denominata BR-PCC ed è stata sottoposta al regime detentivo speciale di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario per il ruolo primario ricoperto in quella organizzazione.
Gli altri brigatisti, che - come lei - hanno avuto un ruolo di spicco, sono ristretti in un apposito circuito ad elevato indice di vigilanza. In merito al fenomeno di comunicazioni e minacce cui fa riferimento l'onorevole interrogante, tengo a sottolineare che il testo dattiloscritto quasi illegibile, riportato sulla busta da lettere rinvenuta nella cella della Lioce durante una perquisizione ordinaria, è stato sequestrato proprio grazie alle misure speciali applicate ai soggetti sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis.
La busta, infatti, è stata sequestrata perché la corrispondenza della detenuta è sottoposta al visto di censura, su disposizione della competente autorità giudiziaria.Pag. 48Tale carteggio è stato trasmesso alla Procura della Repubblica de L'Aquila, che non si è limitata a convalidare il sequestro, ma ha anche disposto un'ulteriore perquisizione della camera detentiva della Lioce.
Tutta la documentazione relativa all'episodio è stata, quindi, inviata alle procure della Repubblica di Roma, Bologna e Firenze per l'ulteriore corso. Con riguardo, poi, alla manifestazione confluita all'esterno del carcere de L'Aquila, in cui è stata espressa solidarietà nei confronti delle nuove Brigate rosse e, in particolare, della detenuta Lioce, mi ricollego a quanto già riferito in occasione di un recentissimo e analogo question time, ossia alla mia riprovazione, evidentemente, per quanto si è verificato in quella circostanza.
Il procuratore della Repubblica presso il tribunale de L'Aquila, naturalmente nei limiti in cui lo consente il riserbo investigativo, ha riferito che la magistratura inquirente si è subito attivata, iscrivendo in merito ai fatti segnalati il procedimento penale tuttora in corso.
Risulta confermato che alla manifestazione hanno partecipato anche ex brigatisti, tra i quali Maurizio Ferrari. Il procedimento è assegnato al magistrato che ebbe a ricevere l'informativa preliminare della Digos, la quale ha acquisito materiale fotografico, cinematografico e sonoro che sarà utilizzato per ricostruire i fatti e individuare eventuali responsabilità penali.
È stato, inoltre, riferito che per il prossimo 18 giugno è fissato un incidente probatorio nel quale sarà disposta una perizia altamente specialistica, utile ad accertare gli eventuali collegamenti tra la detenuta Lioce e persone esterne al carcere.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Ministro, apprezziamo molto la sua risposta e la determinazione delle sue opinioni in merito ai fatti che abbiamo sollevato con il question time. Resta, però, qualche interrogativo, che ovviamente non riguarda lei ma il tempo che viviamo, e cioè come sia stato possibile autorizzare o tollerare una manifestazione come quella de L'Aquila, alla quale hanno partecipato tutti i movimenti - lo sottolineo: tutti - presenti oggi nel nostro Paese, che fanno riferimento all'area antagonista, all'area anarco-insurrezionalista o a quella, peggiore, di continuità con le nuove Brigate rosse.
Si tratta di un elemento di grande e viva preoccupazione per tutti i cittadini italiani, considerata la saldatura esistente o il pericolo di una saldatura, anche con le organizzazioni, criminali in nome dello smantellamento dell'articolo 41-bis, e il collegamento tra la manifestazione de L'Aquila e, in particolare, quella di Roma anti-Bush. Credo, quindi, tali elementi ci debbano fare riflettere per il futuro, perché, come lei ben sa signor Ministro, sono usciti e stanno uscendo dal carcere tanti brigatisti condannati e cosiddetti irriducibili non pentiti, come il Ferrari di cui si parlava. Riaffiora, quindi, in tutta la sua emergenza un pericolo eversivo che, in forme violente, conoscevamo da tempo.
Riteniamo - concludo, signor Presidente - che sia necessario tenere più alta la guardia e che così debbano comportarsi tutte le istituzioni responsabili, perché inneggiare agli assassini di servitori dello Stato è da carogne, che meritano solo la galera, in quanto uccidono per la seconda volta Biagi, D'Antona e tutte le vittime del terrorismo, annientano di nuovo le famiglie delle vittime e rischiano di farci precipitare nuovamente nel periodo più scuro del nostro paese, gli anni di piombo. Sollecitiamo questo tipo di attenzione e ce ne facciamo carico per la nostra parte.
(Iniziative ispettive in relazione al procedimento penale riguardante l'omicidio di Renato Biagetti - n. 3-00977)
PRESIDENTE. L'onorevole Smeriglio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00977 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5).
MASSIMILIANO SMERIGLIO. Signor Presidente, signor Ministro, il 7 maggio haPag. 49preso avvio l'udienza preliminare del processo scaturito dall'omicidio di Renato Biagetti, giovane frequentatore del centro sociale Acrobax di Roma.
All'udienza preliminare i difensori facevano presente di non aver rinvenuto, all'interno del fascicolo di indagine, i verbali delle dichiarazioni rilasciate da Biagetti poco prima di morire.
Alla successiva udienza la procura depositava in atti una notazione di servizio dalla quale risultava che i carabinieri di Ponte Galeria avevano, in effetti, assunto il Biagetti a sommarie informazioni testimoniali, ma avevano omesso di redigerne apposito verbale, sicché l'effettivo contenuto di quanto dichiarato dal Biagetti è ormai consegnato al solo ricordo del carabiniere operante, il quale, solo dietro formale richiesta, si è deciso a consegnare agli atti la verbalizzazione delle operazioni compiute.
Si è appreso, inoltre, che l'imputato del processo appena iniziato è figlio di uno dei carabinieri in forza presso la stazione che ha condotto l'indagine.
Le chiedo quali iniziative si intendano porre in essere per verificare i fatti e le circostanze sopra riportate e le eventuali responsabilità per il mancato affidamento delle indagini ad altri organi di polizia giudiziaria, meno coinvolti emotivamente nell'accertamento dei fatti.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta all'onorevole Smeriglio faccio presente che il presidente del tribunale di Civitavecchia ha comunicato che, con atto depositato il 26 marzo 2007, il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio di Vittorio Emiliani, imputato dell'omicidio di Renato Biagetti commesso il 27 agosto 2006. Il processo è tuttora in fase di udienza preliminare.
Il presidente del tribunale ha precisato che le circostanze riferite dall'interrogante riguardo all'attività difensiva svolta nell'interesse dei familiari della vittima, al provvedimento emesso dalla GUP in ordine alla ricerca dei verbali delle dichiarazioni rese ai carabinieri dal Biagetti poco prima di morire e al conseguente deposito all'udienza del 24 maggio 2007 della notazione dei militari di Ponte Galeria attestante l'omessa redazione dei verbali, corrispondono fedelmente al contenuto degli atti del procedimento penale.
Le eventuali conseguenze processuali della circostanza sono ovviamente in corso di valutazione nell'ordinario giudizio, che sarà chiamato in prosieguo all'udienza preliminare del prossimo 28 giugno.
Sulla base di tali premesse, gli accertamenti di carattere ispettivo richiesti dall'onorevole Smeriglio verrebbero a sovrapporsi all'attività giurisdizionale in corso provocando un'indebita interferenza nel procedimento penale.
È rimesso al giudice procedente, d'altra parte, il compiuto accertamento dei fatti, il chiarimento dei dubbi avanzati e la valutazione delle prove che sono state acquisite.
Per tale ragione, allo stato non può essere accolta la richiesta dell'interrogante diretta a ottenere l'attivazione dei poteri ispettivi del Ministro la giustizia, come anche quella diretta a verificare l'esistenza dell'ipotesi di conflitto di interessi in capo ad uno dei carabinieri che partecipa alle indagini, dovendosi peraltro far presente che la verifica di tale ultimo aspetto non rientra comunque nelle competenze del Ministro della giustizia.
PRESIDENTE. L'onorevole Smeriglio ha facoltà di replicare.
MASSIMILIANO SMERIGLIO. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la risposta dettagliata. Chiaramente non posso dichiararmi soddisfatto. Credo che intorno a questo processo vi sia un clima non sereno. Continua anche durante il dibattimento un clima di difficoltà, nato sin dall'inizio, ossia da indagini probabilmente non svolte nel migliore dei modi e dal tentativo di farle coincidere con un omicidio per futili motivi quando, invece,Pag. 50siamo di fronte ad altra fattispecie, spiegata dai fatti e anche dal processo.
Peraltro, i due imputati avevano già in tasca due biglietti per Santo Domingo che, come lei sa, è un Paese senza l'estradizione per l'Italia. Inoltre, la informo che il comune di Roma si è costituito parte civile in questo processo. Quindi, credo che tutte le iniziative tese a rompere il clima di omertà e di difficoltà intorno al processo vadano messe in atto a partire - lo ripeto - dall'evidente conflitto tra chi indaga e chi è indagato.
(Interventi per salvaguardare la vocazione turistica dell'isola di Lampedusa - n. 3-00978)
PRESIDENTE. L'onorevole Cota ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00978 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6), di cui è cofirmatario.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, signor Ministro, da un recente studio de Il Sole 24 Ore - che non è un organo di parte o, quantomeno, non della nostra parte - risulta che i clandestini sul nostro territorio sarebbero 650 mila. Il nostro Paese sarebbe, quindi, ai vertici della graduatoria europea.
Molti di questi clandestini, circa i quattro quinti, sbarcano sull'isola di Lampedusa. L'ultimo sbarco, verificatosi la notte scorsa, è stato di 315 clandestini. Con la presente interrogazione chiediamo al Governo come intenda fronteggiare tale fenomeno, se intenda o meno arginarlo e quali intenzioni abbia proprio con riferimento all'isola di Lampedusa. Lo stesso Governo, infatti, aveva inserito tra i punti prioritari del proprio programma elettorale - è vero che constava di 270 pagine, ma era stato più volte evidenziato - la valorizzazione del Mezzogiorno e della sua vocazione turistica.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il fenomeno degli sbarchi di provenienza dalle coste del nord Africa è una delle conseguenze dell'accentuazione dei movimenti migratori prodotti dalla globalizzazione, dalle differenze di reddito e dalla situazione demografica nei vari continenti.
Tutti i Paesi mediterranei dell'Unione europea affrontano gli stessi problemi di contenimento dei flussi irregolari, ma anche di salvaguardia della vita e dei diritti umani dei migranti e dei richiedenti asilo. I 22.016 sbarchi sulle coste italiane del 2006, ad esempio, non sono molto differenti dai quasi 30 mila sbarchi sulle coste spagnole nello stesso anno o sull'isola di Malta.
Queste stesse difficoltà sono state affrontate dal passato Governo, durante la cui gestione - lo ricordo - gli sbarchi in Sicilia sono aumentati dai 5.504 del 2001 ai quasi 23 mila del 2005.
Lampedusa è la zona più esposta a questo fenomeno e sulle sue coste, in effetti, è stato rintracciato l'82,4 per cento degli sbarchi avvenuti in Italia nel 2006.
Per affrontare tale questione, il Governo sta procedendo su un doppio binario: il contenimento degli arrivi irregolari e il miglioramento dei servizi di rapido spostamento dei nuovi arrivati verso la terraferma. Il Governo ha rilanciato la cooperazione con la Libia per il controllo delle partenze regolari dalla sponda sud e si registrano già chiari segni di miglioramento. Gli arrivi a Lampedusa nei primi cinque mesi del 2007 sono calati del 26 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Inoltre, il Governo intende anche riaffermare il ruolo della cooperazione allo sviluppo a favore dei Paesi di origine come fattore di contenimento della spinta migratoria regolare.
Infine, allo scopo di migliorare la gestione degli sbarchi è in corso di ultimazione a Lampedusa un nuovo centro, l'ex caserma dell'esercito Luigi Adorno, vicino all'aeroporto e lontano dalle zone turistiche dell'isola. Tale centro non è aggiuntivo, bensì sostitutivo di quello attualmente esistentePag. 51e permetterà di accogliere i nuovi arrivati in condizioni più dignitose e con strutture più moderne. Peraltro, il centro di Lampedusa non è più un centro di permanenza temporanea dal 2006, con un'ordinanza, tra l'altro, a firma dell'allora Ministro Maroni.
Lampedusa ospita un centro di primo soccorso e di accoglienza che non è destinato al trattenimento prolungato degli stranieri, ma ai primi soccorsi e al loro rapido trasferimento verso altri centri in Italia, proprio per minimizzare l'impatto della loro presenza sull'isola. La vocazione turistica di Lampedusa viene così assecondata dal miglioramento del centro di primo soccorso, oltre che dalla predisposizione di un servizio di telemedicina a favore della popolazione isolana previsto nel vecchio centro.
PRESIDENTE. L'onorevole Cota ha facoltà di replicare.
ROBERTO COTA. Non siamo soddisfatti della risposta del Ministro. Non ha chiarito nulla dal punto di vista dell'immigrazione, ossia su come fare ad arginare i fenomeni migratori. Il nuovo disegno di legge che il Governo sta cercando di presentare, che propaganda - anzi, realizza - il modello dell'immigrazione libera, secondo la nostra opinione, non è la soluzione per Lampedusa, così come per il resto del Paese. Non siamo, inoltre, soddisfatti per la risposta che ha dato con riferimento all'isola di Lampedusa.
Il Ministro ha sostenuto che l'obiettivo è quello di spostare rapidamente gli immigrati che arrivano sull'isola e ha confermato che sull'isola stessa sarà a breve realizzato un nuovo centro, che è fortemente osteggiato proprio dal territorio.
Quindi, non capiamo qual è il vero orientamento del Governo. Lo stato di fatto è di grave difficoltà, tanto è vero che nelle ultime elezioni nell'isola di Lampedusa è emerso un forte malcontento nei confronti del Governo e della sua politica. I risultati ottenuti dalla Lega Nord sono una testimonianza di questo malcontento e noi ci faremo carico, ovviamente, in maniera assolutamente decisa e anche propositiva, di tutelare gli interessi dell'isola di Lampedusa, perché il federalismo è un modello che va senz'altro bene al nord, ma è anche l'unica via per lo sviluppo del sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Iniziative per una politica europea comune in materia di immigrazione - n. 3-00979)
PRESIDENTE. L'onorevole Cassola ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00979 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7).
ARNOLD CASSOLA. Signor Presidente, signor Ministro, come abbiamo visto, le tragedie umanitarie nel Mar Mediterraneo nel corso delle ultime settimane sono davanti agli occhi di tutti. È evidente che ogni Paese deve impegnarsi nel salvare le vite umane nelle proprie zone di competenza e vi deve essere maggiore cooperazione tra gli Stati per affrontare efficacemente il problema dell'immigrazione clandestina.
Il programma di questo Governo titola uno dei capitoli relativi alle politiche dell'immigrazione: «Gestire l'immigrazione con l'Europa e col mondo», sottolineando la necessità di gestire e governare in maniera efficace le migrazioni internazionali con efficaci forme di collaborazione tra Paesi di destinazione e con i Paesi di origine e di transito.
In questa ottica, vorremmo conoscere cosa intende fare il Governo italiano presso le istituzioni europee perché l'Unione europea adotti una politica comune riguardo l'immigrazione e affinché il concetto di solidarietà venga tradotto in pratica, con tutti i 27 Paesi membri, che contribuiscano fattivamente al coordinamento e alla cooperazione nelle operazioni di soccorso nel Mar Mediterraneo, coinvolgendo in quest'ambito anche le autorità libiche.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
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GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Il problema delle ricorrenti tragedie dell'immigrazione nel Mediterraneo è costantemente oggetto dell'attenzione del Governo. La pericolosità del passaggio dall'Africa all'Europa tramite barconi e imbarcazioni di vario tipo e foggia dirette verso le isole che formano la frontiera più esterna dell'Unione europea - le Canarie, Lampedusa, Malta - è indubbiamente un problema europeo, che nessuno Stato può pensare di risolvere singolarmente.
La normativa internazionale, le regole europee e il senso comune convergono nell'imporre l'obbligo di salvataggio in mare quando delle vite sono in pericolo. L'Italia sta facendo il suo dovere intervenendo sia nelle proprie acque territoriali, sia andando a prestare soccorso, in caso di necessità, in zone talvolta relativamente lontane.
L'Italia partecipa attivamente all'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne (Frontex) di cui è il secondo contributore in mezzi e la cui costituzione era stata invocata già dal 2000 dall'allora Presidente del Consiglio Amato.
Tra pochi giorni verrà avviata un'operazione comune europea nell'ambito di Frontex, denominata operazione Nautilus, destinata al pattugliamento del Mediterraneo meridionale. Tale operazione permetterà sia di contrastare l'immigrazione irregolare, sia di individuare le situazioni di emergenza in mare, riducendo così le perdite di vite umane con una struttura flessibile e in un ambito di condivisione dei costi.
Per assicurare pieno successo a tali operazioni è necessario ricercare la partecipazione alle operazioni di pattugliamento da parte della Libia, con la quale è già stata migliorata in altri campi la cooperazione al contrasto dell'immigrazione clandestina. Questa cooperazione va comunque ricercata in un contesto scrupoloso di rispetto dei diritti umani.
Da molti anni l'Italia fa presente in sede europea la necessità di introdurre dei meccanismi di condivisione dei costi di soccorso e di asilo. Il regolamento europeo Dublino 2 attribuisce l'obbligo di trattare la domanda di asilo al primo Paese di transito nell'Unione e, così facendo, pone un peso elevato sulle spalle dei Paesi che costituiscono la frontiera sud dell'Unione.
Il libro verde della Commissione europea, presentato il 6 giugno scorso, ricorda che entro la fine del 2010 verrà adottato un sistema europeo comune in tema di asilo e riconosce che gli obiettivi della seconda fase dovrebbero essere sia di raggiungere più elevati standard comuni di protezione dell'Unione europea, sia di assicurare un maggior grado di solidarietà tra gli Stati membri.
L'Italia intende continuare a lavorare in sede europea in tale direzione.
Vorrei infine ricordare che, oltre ad assicurare la sicurezza in mare e il pieno rispetto del diritto di asilo in un ambito di giusta di distribuzione dei costi tra i paesi, servono anche altre misure per scoraggiare i viaggi della disperazione e l'immigrazione clandestina: è necessario offrire agli aspiranti migranti dei canali di ingresso ai lavori legali effettivamente percorribili, in misura compatibile con le necessità dell'economia italiana e con le possibilità di integrazione.
Il Governo ha approvato un disegno di legge delega di riforma del testo unico sull'immigrazione proprio per completare in maniera costruttiva la combinazione di misure necessarie a contrastare l'immigrazione clandestina, il traffico di persone e lo sfruttamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Cassola ha facoltà di replicare.
ARNOLD CASSOLA. Signor Ministro, sono parzialmente soddisfatto della risposta del Governo, perché mi preoccupa proprio la mancanza di solidarietà che ancora esiste tra i paesi dell'Unione europea, che di fatto stanno lasciando soli Malta, Spagna e Italia nell'affrontare questo problema. Non è possibile che vari paesi membri dell'Unione non si curino di tale questione: si tratta di un problema europeo di cui devono farsi carico tutti iPag. 5327 Stati e, a tal proposito, noto anche un senso di frustrazione da parte del commissario Frattini per la mancata partecipazione di certi paesi.
Un altro grande problema che lei ha menzionato è costituito dall'atteggiamento della Libia, in relazione al quale non mi sembra vi siano grandi segni di cambiamento. Le autorità libiche non si stanno adoperando per salvare vite umane ed evitare tragedie umanitarie, nonostante le continue sollecitazioni: questo è inaccettabile. Inoltre, il problema è ulteriormente complicato dal fatto che la Libia non ha firmato la Convenzione di Ginevra del 1951, che tutela i diritti fondamentali della persona.
Mi sembra che l'Unione europea non stia insistendo con il vigore dovuto con le autorità di Tripoli, in merito a questa delicata materia. Non vorrei che gli interessi commerciali di Malta con la Libia, gli interessi riguardanti il rifornimento di gas libico all'Italia, la vendita di un sistema missilistico alla Libia da parte di Tony Blair, stiano impedendo ai governi europei di parlare in maniera chiara alle autorità libiche di cosa significhi il rispetto per i diritti umani e per il valore della vita.
Sono convinto che il Governo italiano farà ben presente alla Commissione europea che la dignità delle persone non può e non deve mai essere oggetto di baratto con alcun interesse economico.
(Tempi per l'applicazione della normativa in materia di credito d'imposta - n. 3-00980)
PRESIDENTE. L'onorevole Li Causi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00980 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro per portare all'attenzione del Governo, a nome del gruppo dei Popolari-Udeur, due ordini di questioni di rilevante importanza per l'economia italiana, nelle aree svantaggiate del nostro Paese.
Il primo riguarda il ritardo dell'avvio a regime del nuovo credito d'imposta, che frena il rilancio dell'economia; il secondo riguarda il blocco cautelativo del precedente credito d'imposta. Tale sospensione è paradossale perché vige anche per le imprese, che sono già state riconosciute titolari del diritto al credito d'imposta e hanno maturato un legittimo affidamento sulla base delle scelte compiute dal nostro Governo con il cosiddetto decreto mille proroghe, che concede una proroga per l'ultimazione degli investimenti, che rischia di essere, in realtà, infruttuosa.
Il mio intervento vuole avere anche lo scopo di sapere quale ingranaggio si sia inceppato nella procedura volta ad ottenere il nulla osta da parte dell'Unione europea, nonché i tempi entro i quali la situazione si sbloccherà, in modo da dare precise indicazione alle numerose imprese che si trovano in stato di incertezza.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, nell'ambito delle politiche a sostegno delle aree svantaggiate del Paese, e segnatamente del Mezzogiorno, il Governo ha introdotto, principalmente con la legge finanziaria per il 2007, una serie di strumenti tesi ad agevolare le attività di nuovo investimento e di ricorso delle imprese al lavoro a tempo indeterminato. La riduzione del cuneo fiscale, ad esempio, consente alle imprese del Sud una riduzione della base imponibile dell'IRAP pari a 10 mila euro per ogni addetto a tempo indeterminato.
Il credito di imposta per i nuovi investimenti nelle aree svantaggiate rende agevolabili le acquisizioni di macchinari, impianti, attrezzature varie, programmi informatici utilizzati dalle piccole e medie imprese e brevetti riguardanti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi.
Ciò che appare rilevante, anche ai fini di una più agevole programmazione finanziaria degli investimenti da parte dellePag. 54imprese che intendono allargare o migliorare la propria dotazione di capitale, è l'estensione del periodo di incentivazione, che copre un lungo arco temporale, che va dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2006, sino al termine del periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013.
Le norme che riguardano il nuovo credito di imposta sono costruite in modo tale da essere pienamente conformi alle regole comunitarie, in particolare alle deroghe previste dall'articolo 87 del Trattato istitutivo della Comunità europea in tema di aiuti di Stato. Il credito di imposta previsto dalla legge finanziaria risulta, infatti, essere del tutto coerente con la previsione di un sostegno alle imprese nel caso in cui gli aiuti siano destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni, in cui il tenore di vita sia anormalmente basso o si abbia una grave forma di sottoccupazione (paragrafo 3 dell'articolo 87 del Trattato), oppure nell'ipotesi in cui gli aiuti siano destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività economiche in alcune regioni, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse.
Non vi dovrebbero essere, pertanto, dubbi sulla piena operatività di quanto previsto dai commi 271 e 279 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) e il fatto che tale strumento fosse previsto dal programma di Governo e che all'impegno assunto nei confronti degli elettori e soprattutto nei confronti delle imprese che operano nel Mezzogiorno corrisponda un'effettiva realizzazione, costituisce un elemento per il Governo di notevole importanza.
In ordine al nulla osta definitivo da parte delle autorità comunitarie, il Governo al momento è attivamente impegnato a garantire in tempi rapidi - ovvero nell'arco delle prossime settimane - la definitiva autorizzazione della Comunità europea riguardo all'approvazione della Carta degli aiuti a finalità regionale, che è stata notificata dal Governo in sede comunitaria, e che ha visto, tra l'altro, il pieno coinvolgimento delle regioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Li Causi ha facoltà di replicare.
VITO LI CAUSI. Signor Presidente, potrei anche ritenermi soddisfatto per la risposta del Ministro Santagata, perché mi pare di aver capito che il Governo non voglia sottrarsi al suo ruolo.
Come parlamentare voglio, al riguardo, ricordare l'impegno profuso con la legge finanziaria 2007, in occasione della quale abbiamo lavorato per favorire gli investimenti per il Mezzogiorno, ma duole constatare che, nonostante gli sforzi del Governo, ad oggi tale bonus non risulti ancora operativo. La mancata utilizzabilità degli incentivi sta frenando il rilancio del Meridione, zona in cui, spostando un volume adeguato di capitali di investimento dall'esterno e insieme agli investimenti di iniziativa locale, si può suscitare un processo di crescita della produzione. Per attirare nuovi capitali di investimento le politiche di sviluppo locale ricorrono essenzialmente allo strumento degli investimenti pubblici diretti e allo strumento agevolativo degli investimenti privati (è una coniugazione per far sì che l'area svantaggiata possa avere anche una risorsa positiva).
Il fermo dell'Unione europea alla Carta degli aiuti, indispensabile per l'operatività del credito di imposta, causa notevoli preoccupazioni tra gli operatori dei vari settori, soprattutto se confrontato con l'impegno straordinario che il Governo ha mostrato di voler proseguire e perseguire per il rilancio dell'economia nelle aree svantaggiate.
I nostri imprenditori vogliono investire nelle proprie terre, senza volersene andare. I cittadini italiani sono ormai convinti che la velocità dell'economia è maggiore di quella della politica. Ministro Santagata, se disattendiamo coloro i quali hanno diritti acquisiti, mi chiedo cosa penseranno di noi coloro che attendono tali diritti. Aggiunge che, comunque, non sì può attendere all'infinito.
(Rispetto degli impegni assunti dal Governo italiano nei confronti del Global fund per la lotta contro l'AIDS, la malaria e la tubercolosi - n. 3-00981)
PRESIDENTE. L'onorevole Spini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00981 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
VALDO SPINI. Signor Presidente, signor Ministro, attribuiamo un grande valore all'impegno - che non è solo umanitario, ma anche sociale e che, in certe aree, diventa addirittura un fatto economico - della lotta contro le grandi epidemie, in particolare l'AIDS, ma anche la malaria e la tubercolosi. Abbiamo più volte sottolineato, con grande rincrescimento, che l'Esecutivo in carica nel 2005, il Governo Berlusconi, era inadempiente per 25 milioni di euro nel conferimento al Global fund; anche nel 2006 l'intera quota di 120 milioni di euro non è stata corrisposta, così come è avvenuto nel 2007 (la scadenza era prevista per il mese di giugno).
Abbiamo anche sottolineato che nell'ultimo vertice del G8 svoltosi in Germania il Presidente del Consiglio ha dichiarato che l'Italia avrebbe stanziato, per la lotta all'AIDS, 400 milioni di dollari all'anno per i prossimi dieci anni. Anche nella mia qualità di ambasciatore del Partito del socialismo europeo per la lotta contro l'AIDS, le chiedo - felicitandomi di questo impegno, che sottolineo positivamente - se ciò, concretamente, significhi che gli impegni pregressi e non onorati nella lotta all'AIDS verranno ottemperati.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il fondo globale per la lotta all'AIDS, alla tubercolosi e alla malaria nasce in sede di G8 nel 2001, anche grazie all'iniziativa del nostro Paese. Con il passare degli anni, il fondo ha mostrato di essere uno strumento efficace nel contrastare la diffusione di malattie, che da sole sono responsabili ogni anno della morte di circa sei milioni di persone. Le informazioni disponibili mostrano, infatti, che oltre 1 milione 800 mila persone sono state salvate, negli ultimi cinque anni, in virtù degli interventi finanziati dal fondo globale.
L'efficacia degli interventi del fondo appare legata alla loro immediata concretezza: somministrazione diretta di medicinali anti-AIDS, anti-tubercolosi e anti-malaria; distribuzione di tende anti-malaria; assistenza ai bambini rimasti orfani. Le risorse messe a disposizione del fondo, in questi anni, da un ampio numero di paesi e di istituzioni private superano ormai 7,5 miliardi di dollari e, come dicevo prima, hanno consentito di intervenire su oltre due milioni di persone. È quindi molto importante che le iniziative del fondo non solo possano andare avanti, ma possano anche rafforzarsi sul piano finanziario e dell'ampiezza degli interventi.
Da questo punto di vista, il Presidente del Consiglio Prodi, in occasione del recente G8 tenutosi in Germania, ha rinnovato l'impegno del Governo italiano nel contribuire al finanziamento del fondo globale. Le risorse che verranno indirizzate nel 2007 verso il fondo, annunciate dal Presidente del Consiglio, sono pari a 260 milioni di euro, al fine in primo luogo di riparare alla mancata erogazione di risorse verso il fondo, da parte del Governo precedente, per oltre 130 milioni di euro; in secondo luogo di coprire, per il 2007, l'ammontare di risorse annuali che il nostro Governo è impegnato a dare al fondo medesimo. Lo strumento tramite il quale l'Italia sarà in grado di onorare i suoi impegni con il fondo globale, attuali e pregressi, sarà fornito dall'assestamento del bilancio di giugno di quest'anno.
PRESIDENTE. L'onorevole Spini ha facoltà di replicare.
VALDO SPINI. Signor Ministro, abbiamo apprezzato il quadro da lei tracciato:Pag. 56noi parliamo di fondi e di euro, dietro ai quali però ci sono vite umane, che concretamente, con tali stanziamenti, possono essere salvate. Sappiamo quanto si tratti di una situazione delicata, in particolare in zone come l'Africa - in cui sono colpiti bambini incolpevoli, o colpevoli solo di essere nati da genitori che sono stati o sono sieropositivi - o in situazioni in cui, addirittura, intere generazioni lavorative sono falcidiate. Vi è oggettivamente una grande priorità in questa direzione e non ci sono ostacoli di carattere finanziario che tengano nei confronti della necessità di onorare tali impegni.
Dalle parole del Ministro mi sembra di comprendere che il Governo sia pienamente consapevole della necessità di chiudere positivamente la vicenda con l'assestamento di bilancio. Le nostre parole sono anche tese a rafforzare quest'intenzione. Sappiamo bene che, quando si arriva all'assestamento di bilancio, vi sono numerose spinte in varie direzioni: sia chiaro che leviamo la nostra voce in Parlamento affinché lo stanziamento sia rispettato. In tal senso segnalo al Ministro che, insieme all'onorevole Leoni, abbiamo presentato una proposta di legge, attualmente in discussione, che stabilisce una quota fissa nel bilancio dello Stato per il fondo anti-AIDS, in modo che essa non venga posta in discussione - ogni volta che c'è un assestamento di bilancio - per altri e nobilissimi obiettivi, che pure il Governo può porsi.
Prendiamo atto con molto piacere che l'assestamento di bilancio, sul quale certamente vigileremo, sarà l'occasione per chiudere questa vicenda di inadempienze pregresse. Credo che se il Governo sosterrà la proposta di legge presentata dall'onorevole Leoni e da me - che in qualche modo blocca e individua le risorse per questo fine, che come dicevo è di grandissimo rilievo umanitario, ma anche economico e sociale - potremo risolvere definitivamente il problema. Se poi i fondi saranno ulteriormente incrementati come annunciato, certamente anche in quel caso ci saranno il nostro sostegno e il nostro consenso.
(Misure per l'efficienza e la modernizzazione della pubblica amministrazione - n. 3-00982)
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00982 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10).
FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, desidero in primo luogo rivolgere un invito e una preghiera al Ministro Santagata perché possa rassicurare il Ministro Mastella, ma anche i telespettatori. Avrà capito, infatti, dal suo intervento che il povero collega Barani ha ancora molti scheletri nel suo vecchio armadio socialista, visto che vede il pubblico ministero Di Pietro agitare ancora i suoi sonni.
Per venire all'interrogazione in esame, lei conosce la sensibilità del gruppo Italia dei Valori sul tema dei costi della politica, ma non siamo meno sensibili al tema dei costi della pubblica amministrazione. Come lei ben sa, nel programma di governo dell'Unione è scritto a chiare lettere che è dalla qualità dell'amministrazione che dipendono la qualità dell'attuazione delle politiche pubbliche e la qualità dei servizi resi ai cittadini. La domanda che le rivolgiamo è volta a conoscere quali siano le intenzioni del Governo rispetto alla necessità di mettere in campo una serie di provvedimenti capaci di valorizzare al meglio la pubblica amministrazione e quali gli strumenti per riuscire ad adeguare i costi ai risultati.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il programma di governo ha elevato il miglioramento della qualità dell'azione della pubblica amministrazione e la valorizzazione del ruolo di questa nell'ambito economico e sociale a questione centrale della politica dell'Esecutivo.Pag. 57
Come evidenziato nella direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri sulla pianificazione strategica nel 2007 e 2008, le amministrazioni dovranno procedere a snellimenti degli adempimenti amministrativi gravanti sui cittadini e le imprese. Particolare attenzione dovrà essere concentrata sulla semplificazione delle procedure per l'apertura e l'ampliamento di attività economiche e, più in generale, gli interventi tesi alla maggiore efficienza della pubblica amministrazione, a livello sia centrale, sia locale, dovranno essere basati sui principi di meritocrazia e di misurazione dei risultati conseguiti. In attuazione del programma, il Governo è fortemente impegnato nel dare concrete e fattive risposte agli italiani, che chiedono un'amministrazione che tuteli i loro diritti e che eroghi servizi pubblici di qualità, assicuri sicurezza e integrità del territorio e sostenga le attività imprenditoriali ed economiche. In particolare, per realizzare tali obiettivi è stato presentato il cosiddetto disegno di legge Nicolais, che reca un complesso di misure finalizzate a garantire l'efficienza delle amministrazioni pubbliche ed a ridurre i costi burocratici per i cittadini e per gli operatori economici.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 16)
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Il conseguimento di tali obiettivi viene perseguito attraverso la semplificazione e l'accelerazione dei tempi e delle modalità di svolgimento dell'attività amministrativa. Il disegno di legge introduce, inoltre, interventi di modernizzazione di funzioni e di procedure, limitando l'intervento pubblico ai casi in cui lo stesso risulti strettamente indispensabile, in attuazione del noto principio di sussidiarietà di derivazione comunitaria.
Un'altra importante direttrice lungo la quale il disegno di legge si snoda è l'estensione ai gestori di servizi pubblici di alcune disposizioni poste a presidio della trasparenza e della tutela dell'utente privato.
Il Governo, poi, è fortemente impegnato nell'opera di riduzione dei costi cosiddetti della politica delle strutture burocratiche. Partiamo dalle iniziative già prese con il decreto-legge Bersani nel 2006 (decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248) per continuare con quelle della legge finanziaria 2007, che hanno portato a significative riduzioni dei costi, a snellimenti e alla chiusura di alcune strutture non più ritenute necessarie.
Il Governo - lo ripeto ancora una volta - è impegnato a presentare entro il mese di giugno un apposito disegno di legge sui costi della politica e sulla riorganizzazione della struttura amministrativa, che porti ad eliminare soprattutto le sovrapposizioni di funzioni, che generano i maggiori costi ed anche le maggiori disfunzioni per i cittadini, a garantire una maggiore trasparenza dell'attività pubblica ed a snellire le strutture sia politiche che amministrative.
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di replicare.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro perché è stato puntuale nella risposta. Tuttavia, non me ne vorrà se insisto nel sottolineare che nei fatti la nostra amministrazione è ancora lontana dagli standard di efficienza sui quali potrebbe attestarsi.
Sappiamo tutti che pesano sull'amministrazione ritardi dovuti spesso a distorsioni politiche e burocratiche e, al di là di ogni propaganda, i dati dell'OCSE fin dal 2001 rilevano come il cammino compiuto dalla nostra pubblica amministrazione sulla via dello sviluppo e della modernizzazione sia stato particolarmente lento (con riferimento soprattutto al precedente Governo e alla precedente legislatura).
Come gruppo dell'Italia dei Valori continuiamo a considerare la pubblica amministrazione come una risorsa nevralgica, ma abbiamo il dovere di saperla valorizzare. Occorre creare un ambiente più favorevole agli investimenti - come abbiamoPag. 58sostenuto nella nostra interrogazione -, migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e ridurre i costi della pubblica amministrazione.
Soltanto attraverso una più coerente ed efficace riduzione dei costi è possibile ottenere un sensibile miglioramento della qualità dei servizi, puntando anche - perché no? - sulla meritocrazia come principale strumento di selezione del personale e su criteri di valutazione dell'azione della pubblica amministrazione.
Al tempo stesso, come lei opportunamente ha sottolineato, ci serve un sistema decentrato che richiede, però, inevitabilmente, amministrazioni locali più efficaci ed un sistema comunicativo interno ai vari livelli molto più veloce, capace, tra le altre cose, di contribuire alla riduzione degli sprechi.
Infine, lo sottolineo con forza, ciò che noi chiediamo è un'azione volta ad evitare ritardi e sprechi, che non possono essere più tollerati in un sistema democratico competitivo e moderno.
(Iniziative per la messa in sicurezza dei depositi di materiale radioattivo di Trino e di Saluggia (Vercelli) e per il riconoscimento delle compensazioni ambientali - n. 3-00983)
PRESIDENTE. Il deputato Rosso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Leone n. 3-00983 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 11), di cui è cofirmatario.
ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, signor Ministro, come lei ben sa, in Italia ci sono circa dieci siti deputati a raccogliere scorie radioattive, tanti quanti erano in precedenza le centrali nucleari dismesse o i siti di ritrattamento del combustibile nucleare. Tre di essi si trovano in provincia di Vercelli, a 25 chilometri di distanza l'uno dall'altro: due di essi, gli impianti Eurex e Avogadro, presso Saluggia e uno, la vecchia centrale Enrico Fermi, a Trino.
I siti richiamati sono assolutamente inadeguati allo scopo poiché sono stati investiti da due successive alluvioni nel 1994 e nel 2000; addirittura, nella seconda alluvione, le acque del fiume Dora Baltea sono entrate all'interno del sito Eurex provocando lo sbandamento dei bidoni radioattivi e il rilascio di radioattività all'esterno (da notare che a pochi metri di distanza c'è l'adduzione dei pozzi del più grande acquedotto piemontese, che è l'acquedotto del Monferrato).
A fronte di tutto ciò il Governo Berlusconi cercò di trovare una soluzione, dapprima, con l'individuazione del sito di Scanzano e, dopo, prevedendo l'evacuazione delle scorie almeno dal sito già esistente.
Per tale ragione, signor Ministro, chiediamo quali iniziative stia intraprendendo il Governo per accelerare e non rallentare i suddetti processi.
PRESIDENTE. La prego di concludere. Grazie.
ROBERTO ROSSO. Un'ultima cosa: vorrei sapere se finalmente, a distanza di cinque anni, verranno riconosciute le compensazioni ambientali che i siti oggetto di deposito aspettano e che il Governo si ostina a non dare.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, si tratta di una questione rilevante che richiederebbe più spazio di quello consentito dal question time.
Si rende noto che la nuova amministrazione dell'APAT competente per materia, all'indomani del suo insediamento, si è trovata di fronte al problema di rilevamenti di tracce di contaminazione da stronzio 90, registrate nello scorso mese di agosto nelle immediate vicinanze della piscina all'interno dell'impianto Eurex, ed ha immediatamente richiesto alla Sogin, la società che detiene il combustibile e che gestisce l'impianto, un piano di intervento destinato a risolvere definitivamente ilPag. 59problema. Tale richiesta ha portato alla presentazione del programma di svuotamento della piscina con il trasferimento del combustibile irraggiato in essa nell'adiacente deposito Avogadro.
L'APAT, in considerazione della temporaneità della permanenza del combustibile all'interno del deposito Avogadro, il cui svuotamento dovrà comunque iniziare entro tre anni, e del limitato quantitativo del combustibile da trasferire in esso dall'impianto Eurex, rispetto a quanto già attualmente presente, ha ritenuto accettabile il sito di destinazione proposto, lasciando tuttavia aperta, nel corso dell'iter istruttorio, la possibilità di soluzioni alternative.
La conclusiva autorizzazione al trasporto è stata data tenendo conto del parere espresso dalla giunta regionale del Piemonte, oltre che di quello del dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Al fine di verificare e tenere sotto controllo l'infiltrazione della radioattività, che potrebbe eventualmente essersi accumulata nel terreno e nelle falde freatiche, la campagna di monitoraggio idrogeologico e radiologico di tutta l'area interessata sarà proseguita sotto il controllo dell'APAT, anche dopo il rilascio della piscina Eurex.
In tale campagna sono e continueranno ad essere coinvolti, oltre all'APAT e alla Sogin, anche l'ARPA Piemonte e gli uffici tecnici della regione, della provincia e dei comuni interessati.
È in tale contesto di analisi tecnica che possono essere valutate eventuali proposte d'integrazione e di miglioramenti sia delle tecnologie di rilevazione sia delle metodologie di controllo del potenziale inquinamento radioattivo, individuando le misure di tutela ambientale e sanitaria eventualmente da adottare.
Per quanto attiene al programma di trasferimento all'estero del combustibile irraggiato dei siti di Trino e Saluggia, esso si è reso concretamente possibile solo a seguito dell'accordo intergovernativo sottoscritto il 24 novembre 2006 dal Ministro Bersani e dal suo omologo francese.
Sul piano operativo a tale accordo ha fatto seguito la stipula del contratto tra Sogin e la società francese Areva per il trasferimento e il riprocessamento presso l'impianto di La Hague della quasi totalità del combustibile irraggiato oggi presente nei siti italiani.
PRESIDENTE. La prego di concludere
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Vorrei solo dire che, riguardo alle misure compensative previste dalla legge n. 368 del 2003, la legge stessa affida il compito di indicare il quantitativo di materiale presente nei singoli siti e le relative condizioni di rischio per le quali è stato richiesto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una verifica delle stime già effettuate, ed è stata constatata una non adeguata rispondenza di tali stime rispetto ai parametri indicati dalla legge.
PRESIDENTE. La ringrazio...
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Su una nuova base tecnica, quindi, ben allineata con tali parametri, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare potrà trasferire in tempi brevi le proprie valutazioni al CIPE, con le adozioni delle delibere di competenza.
PRESIDENTE. Il deputato Rosso ha facoltà di replicare.
ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, la risposta del Ministro è preoccupante, perché sappiamo che già da anni si trasferiscono, per fortuna, le scorie radioattive accumulate a Trino e, soprattutto, a Saluggia presso gli stabilimenti inglesi, e più recentemente si è arrivati a stipulare un accordo con la Francia.
È preoccupante il fatto che l'ARPA, l' Agenzia regionale per l'ambiente del Piemonte, ha riscontrato specificamente, in merito a quanto lei prima affermava, signorPag. 60Ministro - lo cito testualmente - l'impossibilità per mancanza di fondi pubblici di scavare nuovi pozzi e di monitorare laddove effettivamente serve, al fine di tenere sotto controllo non solo i recenti casi di contaminazione da stronzio 90, ma anche tutto il processo di smantellamento dei siti previsto nei prossimi anni.
Quindi si tratta di uno stato d'incuria che speriamo sia migliorato con fondi pubblici, anche perché, come ricordava Carlo Jean - l'allora Commissario straordinario del Governo -, non vi sono protezioni né vi è alcuna tutela contro attacchi terroristici e incidenti. Infatti, nel caso in cui si verificassero tali eventi, ci sarebbe la necessità di evacuare dal Nord Italia, in particolare dal nord-ovest, alcuni milioni di persone.
Infine, per quanto riguarda le compensazioni ambientali, l'APAT, l'Agenzia pubblica territoriale per l'ambiente, aveva già individuato le risorse da trasferire ai siti. Il Governo ha lasciato passare un altro anno e mezzo per studiare il problema.
Signor Ministro, francamente, cosa si aspetta ancora? È possibile mantenere il danno ed in più subire la beffa? È possibile che i luoghi non adeguati ad accogliere i depositi radioattivi, in considerazione dei fiumi che li possono inondare, continuino ad averne, ed inoltre che non vengano loro conferite neppure le compensazioni approvate all'unanimità dal Parlamento?
Speriamo davvero che le sue parole sui tempi brevi possano essere registrate come tali, e non solo come «venticello».
(Tempi di adozione del decreto interministeriale in materia di accertamenti sull'assenza di tossicodipendenza per particolari categorie di lavoratori - n. 3-00984)
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00984 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12).
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, signor Ministro, questa interrogazione nasce a seguito di alcune vicende di cronaca, in particolare quella che ha visto coinvolta una scolaresca del Vercellese che, durante una gita scolastica, ha subito un incidente stradale. A seguito di indagini e accertamenti, è risultato che l'autista, forse, nei giorni precedenti poteva aver assunto droghe.
Al di là dell'episodio specifico, sul quale non voglio intervenire e non chiedo notizie al Ministro, ho potuto verificare, però, che l'articolo 125 del testo unico delle leggi sugli stupefacenti fin dal 1990 - quindi da diciotto anni, con tredici Governi che si sono succeduti, di collocazione politica diversa - prevedeva degli accertamenti rivolti verso persone appartenenti a determinate categorie che con il loro lavoro avrebbero potuto mettere a rischio l'incolumità altrui. Tale parte del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 non è mai stata attuata.
In questa fase in cui, per fortuna, il nostro Governo ha in previsione di rivedere...
PRESIDENTE. Onorevole Mellano, deve concludere.
BRUNO MELLANO. ...la legislazione sulla droga, chiedo se quella parte della normativa sia in corso di attuazione.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, onorevole Mellano, questa interrogazione solleva l'attenzione sul decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 recante il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e, in particolare, sull'attuazione dell'articolo 125, inerente agli accertamenti di assenza di tossicodipendenza.
In merito si evidenzia primariamente che, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione, l'attribuzione della materia della tutela e sicurezza del lavoro alla competenza concorrente di Stato e regioni comportaPag. 61che lo Stato non possa esercitare autonomamente la potestà regolamentare sulla materia, così come invece previsto dall'articolo 125 del decreto del Presidente della Repubblica suddetto, antecedente alla riforma del Titolo V.
Per questo motivo il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, unitamente al Ministero della salute, ha riproposto nel corso dell'anno 2006 al coordinamento tecnico con le regioni e le province autonome due schemi di decreto, uno riguardante le alcooldipendenze e l'altro le tossicodipendenze, da sottoporre alla decisione della Conferenza Stato-regioni.
In sede tecnica, al momento, è stato già approvato un accordo sullo schema legislativo relativo alle alcooldipendenze dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome nella seduta del 16 maggio 2006. In tale sede, vi è stata anche un'assunzione di impegno da parte delle regioni di far pervenire delle proposte in ordine allo schema sulle tossicodipendenze elaborato dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale e da quello della salute. Tale riformulazione dello schema è stata solo di recente inoltrata dal coordinamento delle regioni ai suddetti Ministeri che, attualmente, ne stanno esaminando i contenuti e stanno lavorando alla elaborazione di un accordo da sottoporre al più presto alla Conferenza Stato-regioni.
PRESIDENTE. Il deputato Mellano ha facoltà di replicare.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, signor Ministro, sono soddisfatto della risposta perché testimonia un lavoro in corso, quanto mai importante e decisivo, su un tema che vede la classe politica, ma anche i media, occuparsi del problema, anche in modo emergenziale, solo quando ci sono episodi che hanno il colore della cronaca o il colore della tragedia.
Noi, come Rosa nel Pugno, con l'appoggio convinto che diamo al Governo, siamo in attesa che il Governo stesso dia attuazione alle pagine 186 e 187 del suo programma, dove si prevedeva la riforma drastica della legislazione attuale sulla droga.
Nei giorni scorsi il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha illustrato le linee guida, sia al Senato sia alla Camera, di un possibile intervento governativo per riformare la normativa e, all'interno di questa riforma complessiva, speriamo si possa dare piena attuazione anche a quelle norme non attuate del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, che possono recare un vantaggio ed un'agevolazione rispetto ad una sicurezza generale dell'opinione pubblica. Ciò sempre, però, tenendo conto che il consumatore di droghe dovrebbe essere punibile solo se provoca danni ad altri. Lo Stato deve, invece, riservarsi il lavoro di prevenzione, di cura, di informazione, con un taglio che vorrei antiproibizionista, ma che fosse almeno di limitazione del danno.
Il 26 giugno prossimo ricorre la giornata mondiale contro la droga. Speriamo che, almeno in quella data, le Commissioni parlamentari possano cominciare a lavorare sulla riforma del testo unico sugli stupefacenti.
È quanto mai allarmante la relazione che nello scorso anno il Ministro ha presentato al Parlamento, in cui emerge un raddoppio soprattutto dei consumatori di droghe pesanti, ma anche di droghe leggere; emerge, altresì, la sconfitta evidente...
PRESIDENTE. Onorevole Mellano, concluda.
BRUNO MELLANO. ...di un sistema proibizionistico che non ha saputo limitare i danni, neanche rispetto ai consumatori.
(Misure volte al superamento del fenomeno della precarietà nel mondo del lavoro - n. 3-00985)
PRESIDENTE. La deputata Codurelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00985 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13).
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LUCIA CODURELLI. Signor Ministro, il precariato colpisce in modo drammatico i giovani e le donne del nostro Paese, che sono il nostro futuro. Tale fenomeno è emerso con grande drammaticità anche in occasione dell'indagine conoscitiva sulle cause e le dimensioni del precariato nel mondo del lavoro svolta dalla Commissione lavoro.
In Italia, il precariato si caratterizza soprattutto per una lunga ed eccessiva permanenza nel lavoro flessibile; non si può certo definire tutto il lavoro flessibile «precariato», ma è possibile farlo quando è gestito come tale, in alcune occasioni ben specifiche. In moltissimi casi, invece, soprattutto nell'ambito delle nuove occupazioni, si assiste alla trasformazione di tale fenomeno in precarietà.
PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, concluda.
LUCIA CODURELLI. Il lavoro nero, poi, rappresenta un altro grosso problema. Dati dimostrano con drammaticità che in esso sono coinvolte almeno 3 milioni di persone.
PRESIDENTE. Deve concludere onorevole.
LUCIA CODURELLI. Per questo motivo, in particolare, oggi il nostro Paese ha bisogno di misure adeguate, di ammortizzatori sociali, affinché si offra una risposta a questi nuovi lavori.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione a risposta immediata proposta dall'onorevole Codurelli, va innanzitutto ricordato il confronto già in atto fra Governo e parti sociali nell'ambito del tavolo di concertazione «Tutele, mercato del lavoro e previdenza» istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, che sta esaminando proprio queste specifiche tematiche.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 16,20)
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. In tale sede, il Governo ha illustrato gli interventi individuati come prioritari: quelli volti ad un miglioramento del sistema di tutele per i lavoratori, alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, alla riforma degli ammortizzatori sociali, all'emersione del lavoro irregolare, alla tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché alle iniziative da intraprendere in materia previdenziale.
Scendendo nel dettaglio di tali interventi prioritari, si ritiene opportuno un sempre maggiore impegno per garantire migliore qualità e stabilità nel lavoro, in modo da valorizzare le forme di buona flessibilità e contrastare tipologie contrattuali che comportano situazioni precarizzanti.
Con specifico riferimento alle misure volte a favorire il superamento del fenomeno della precarietà nel mondo del lavoro, desidero evidenziare le misure di stabilizzazione dei rapporti di lavoro che il Ministero del lavoro sta perseguendo in base agli impegni assunti nella legge finanziaria 2007: sono quelle relative ai percorsi di stabilizzazione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto.
Una particolare attenzione, come detto, sarà dedicata alla riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, intesa a realizzare un sistema universale di tutele indipendenti dalle dimensioni di impresa e che non abbia nell'appartenenza settoriale o nella tipologia dei contratti un possibile elemento di esclusione.
Fra le priorità da segnalare c'è il potenziamento degli interventi volti a contrastare il lavoro nero e irregolare e a sviluppare, contestualmente, gli strumenti per l'emersione del sommerso, anche attraversoPag. 63un'azione incisiva da parte dei servizi ispettivi, in coordinamento con gli altri soggetti istituzionali competenti. In tal modo potranno essere realizzati uniformi ed efficaci interventi sul territorio, ottimizzando l'impiego delle risorse disponibili, mediante l'impiego di tecnologie informatiche condivise, con particolare riguardo ai settori più delicati, quali ad esempio quello dell'edilizia e dell'agricoltura.
PRESIDENTE. L'onorevole Schirru, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.
AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, desidero ringraziare il Ministro per la risposta, che è abbastanza chiara e puntuale, pur vertendo su temi che - me ne rendo conto - sono difficili, richiedono studi, attenzione e, soprattutto, l'individuazione di soluzioni concrete, concertate e condivise tra le parti sociali.
Per tale motivo mi ritengo soddisfatta, tuttavia vorrei ribadire e ricordare a tutti noi che il lavoro è un bisogno fondamentale per affermare la dignità della persona: è autonomia, libertà, capacità di stare alla pari nella società.
La strategia della flessibilità del mercato del lavoro per favorire una maggiore occupazione, in Italia, più che in altri Paesi, ha portato a forme pesanti di precarietà, con contratti di lavoro discriminanti sia per la durata, sia per l'instabilità, ma soprattutto per l'assenza di tutele sociali come malattia, cassa integrazione guadagni, disoccupazione e maternità.
I giovani e le donne sono le persone più segnate dal fenomeno della precarietà e del lavoro nero, come è stato richiamato. Sono anche le categorie, oggi, più a rischio di povertà e disagio sociale. Gli stessi disabili, nonostante la buona legge 12 marzo 1999, n. 68, faticano a realizzare l'integrazione lavorativa. Sono i soggetti più istruiti ma meno remunerati, sottoinquadrati, costretti spesso a lavori invisibili, umili, con orari ridotti, a chiamata o da ripartire con altri lavoratori, così come previsto dalla legge 14 febbraio 2003, n. 30.
Per tale motivo, desidero sottolineare che - come ribadito dal Ministro - fra le priorità dell'azione di Governo è previsto che si mettano in campo, da subito, quei provvedimenti capaci di estendere, a tutti i lavoratori a contratto o soggetti a forme atipiche di lavoro, in tutti i settori di attività, quelle tutele sociali minime previste dallo Statuto dei lavoratori.
Va bene ridurre il costo del lavoro, che è un problema molto sentito dalle imprese, ma occorre pensare anche ad uniformare gli oneri previdenziali per assicurare a tutti i lavoratori - a questi lavoratori - una pensione più dignitosa.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
AMALIA SCHIRRU. Concludo, Presidente. Ma soprattutto, e giustamente, bisogna individuare regole affinché la flessibilità sia momentanea, funzionale alla produzione di particolari settori di attività e, comunque, tutelata. Inoltre...
PRESIDENTE. Onorevole Schirru, dovrebbe concludere.
AMALIA SCHIRRU. Sì, signor Presidente. È importante stimolare le regioni per rendere i servizi per l'impiego più efficienti, capaci di accompagnare i lavoratori durante i periodi di disoccupazione e favorire l'assunzione mirata dei disabili.
Suggerisco, in conclusione, di promuovere una campagna nazionale di sensibilizzazione, per affermare che l'assunzione dei disabili conviene ed è utile alla crescita economica e sociale del Paese (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
(Problemi occupazionali presso la cartiera di Foggia - n. 3-00986)
PRESIDENTE. L'onorevole Napoletano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00986 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 14) per un minuto.
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FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, signor Ministro, l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Foggia rappresenta, da oltre cinquant'anni, una delle strutture produttive più importanti e rappresentative del capoluogo dauno e dell'intera Capitanata. Negli anni Ottanta, infatti, la cartiera di Foggia era in grado di garantire l'occupazione di 1.600 unità lavorative. Attualmente, invece, fra un'esternalizzazione e l'altra, i lavoratori occupati sono poco più di 400, mentre il consiglio di amministrazione ha effettuato, dal 1o giugno 2007, la chiusura della seconda linea continua.
Tale scelta aziendale determina, da subito, un forte ridimensionamento dei livelli produttivi ed una grave preoccupazione sul futuro dei lavoratori e della cartiera stessa. Pertanto, si chiede a nome del gruppo dei Comunisti Italiani di sapere se il Ministro del lavoro e della previdenza sociale non ritenga necessaria un'iniziativa del Governo, in grado di favorire un dialogo ed una soluzione condivisa tra le parti interessate, al fine di tutelare i livelli occupazionali e di rilancio dell'azienda.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione a risposta immediata presentata dall'onorevole Napoletano e relativa alla situazione della cartiera di Foggia, illustro quanto comunicato in merito dalla competente direzione provinciale del lavoro.
In particolare, il predetto ufficio ha reso noto che il 1o giugno 2007, a causa della riduzione di commesse per la produzione della carta commerciale, è stata fermata, per una sospensione temporanea, la seconda linea industriale, nella quale risultano impiegate venticinque unità lavorative. In seguito a tale sospensione temporanea, le medesime unità sono state impiegate, nello stesso impianto, in attività di manutenzione conservativa.
L'azienda ha dichiarato nel corso dell'accesso ispettivo, di non voler sopprimere tale linea di produzione e che, anche in caso di prolungata inattività della stessa, non sarebbero previste riduzioni di organico. Ha fatto presente, inoltre, per una maggiore precisione, che nello stabilimento di Foggia non esiste alcuna macchina continua litotipografica.
Il direttore dello stabilimento, sentito in merito, avrebbe dichiarato inoltre che non è prevista l'interruzione della produzione di targhe per ciclomotori e per automobili. Non sono emersi elementi che facciano pensare ad un'interruzione della produzione di carte speciali per la carta di identità, passaporti e ricettari medici.
Da qualche mese è stata trasferita presso lo stabilimento di Foggia la produzione degli scontrini del gioco lotto, con un impiego di manodopera pari a circa quaranta unità.
È prevista, infine, l'entrata in funzione, nella seconda metà dell'anno prossimo, di un impianto di adesivizzazione di carte speciali. In proposito è stato già sottoscritto il contratto di acquisto della macchina da una azienda tedesca, con un investimento di circa 7 milioni di euro.
Dagli accertamenti effettuati sembrerebbe quindi che la situazione di criticità, così descritta, sia in via di risoluzione. Vorrei comunque assicurare all'onorevole Napoletano che il Governo continuerà comunque a seguire tale vicenda con la dovuta attenzione fino alla sua definitiva risoluzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Napoletano ha facoltà di replicare.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, signor Ministro, non posso che dichiararmi soddisfatto da quanto ella ha testé evidenziato, che tranquillizza almeno i lavoratori interessati e l'intera cittadinanza di Foggia e dell'intera Capitanata, che hanno visto sempre in questa azienda una delle strutture produttive più rappresentative.
In realtà la preoccupazione è derivata dal fatto che (è venuta adesso questa viaPag. 65aziendale e ci fa piacere) in passato ciò che doveva essere temporaneo, purtroppo è diventato stabile. Il tutto perché le scelte aziendali sono state dirette sempre verso l'esternalizzazione, così da far temere anche per il valore aggiunto dato dalla qualità di alcune carte speciali, che, come è stato ricordato, servono alla produzione di carte di identità, passaporti, gioco del lotto e altro. Anche perché il Poligrafico aveva beneficiato di fondi speciali già istituiti dal Governo D'Alema e, anche se gli stessi erano stati ridotti dal successivo Governo Berlusconi, comunque lo Stato aveva predisposto un piano di investimenti, un piano di rilancio.
Per cui siamo soddisfatti e siamo convinti che il Governo continuerà a sostenere l'attività in questione guardando anche ad un rilancio effettivo di tale azienda da parte dello Stato nell'ambito del quale si sappia anche concertare con i rappresentanti dei lavoratori, dando sicurezza e certezza alle famiglie di un territorio, come quello della Capitanata, che ha già subito forti riduzioni occupazionali da parte di aziende non solo pubbliche, ma anche private.
Bisogna, in buona sostanza, difendere con le unghie il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 16,35.