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Sull'ordine dei lavori.
DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, pochi minuti fa, nei pressi della Camera dei deputati, il ministro Mussi, che ci ha raggiunto adesso in aula, è stato aggredito da un gruppo di tassisti (Commenti)...
Il ministro Mussi è stato aggredito da un gruppo di tassisti che hanno fermato la macchina e l'hanno danneggiata prendendola a sputi, pugni e calci. Il ministro Mussi è stato costretto (Commenti del deputato Gardini)...
MARCO BOATO. Vergogna!
ELISABETTA GARDINI. Vergogna! Vergogna!
PRESIDENTE. Chiedo all'Assemblea di consentire all'onorevole Franceschini di proseguire (Commenti).
PAOLO FADDA. Presidente, deve richiamare lei. Zitta!
PRESIDENTE. Onorevole Franceschini, prosegua pure.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, ricordo che quest'aula, che è terreno naturale di scontro politico, di fronte ad episodi di questo tipo ha sempre saputo trovare la capacità di manifestare la solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo, di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, dell'Italia dei Valori, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani, dei Verdi, dei Popolari-Udeur e di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Signor Presidente, le chiederei di attivarsi sia presso i servizi di sicurezza della Camera dei deputati che controllano le zone circostanti la Camera, sia presso il Governo, perché sia garantito il legittimo diritto di chiunque di manifestare, ma anche la sicurezza di chi ricopre incarichi di Governo e, in funzione di quel suo ruolo, si assume delle responsabilità (Applausi).
PRESIDENTE. Onorevole Franceschini, la Presidenza prende atto dei suoi rilievi; si attiverà e, in ogni caso e preliminarmente, esprime la sua condanna per l'episodio (Applausi).
GIANFRANCO FINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO FINI. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, desidero innanzitutto esprimere - a nome del mio gruppo e, credo di poterlo dire senza alcuna arroganza, di tutte le forze della Casa delle libertà - la personale solidarietà all'onorevole Mussi per il gesto di aggressione di cui è stato vittima (Applausi).
Ritengo, e riteniamo, che non possa esistere ragione al mondo tale da determinarePag. 26comportamenti incivili, irrispettosi della dignità della persona umana, irrispettosi del sacrosanto diritto per ognuno in una democrazia, sia questo un rappresentante del Governo o meno, di circolare liberamente.
Proprio in ragione di questa ferma, sincera ed esplicita convinzione e condanna, credo che quel che sta accadendo fuori di qui sia la conseguenza di una esasperazione - certamente condannabile, così come è stata condannata sinceramente da me e da tutti quanti - che riguarda, lo dico senza alcuna ironia nei confronti dei colleghi della sinistra, dei lavoratori. Si tratta di lavoratori che, a torto o a ragione, a mio modo di vedere con molte ragioni, si sentono colpiti nel loro sacrosanto diritto-dovere di lavorare. È evidente che nessuno può pensare di esprimere indignazione attraverso la violenza, ma credo sia altrettanto evidente per il Parlamento, e mi auguro anche per il Governo, che occorre cercare di comprendere le ragioni che portano dei lavoratori e dei padri di famiglia a dar vita a manifestazioni così clamorose e, in alcuni casi, così indignate (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).
Mi auguro pertanto, associandomi all'invito dell'onorevole Franceschini, che il Governo si faccia carico di garantire la libertà di ognuno di noi di raggiungere il Parlamento, ci mancherebbe altro! Mi auguro, altresì, che il Governo si faccia carico, attraverso quella concertazione, che secondo noi doveva essere preventiva, ma che oggi non può che essere successiva, di comprendere le ragioni di chi protesta. È evidente che protestare non può significare impedire la libertà degli altri, ma protestare è un diritto che, se giunge a forme estreme, è perché è frutto di una esasperazione. Comprendere le esasperazioni di chi lavora credo che sia interesse primario di tutto il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Informo i colleghi che sullo stesso argomento hanno chiesto di intervenire gli onorevoli Volontè, Elio Vito e La Malfa.
L'onorevole Volontè ha facoltà di parlare.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, abbiamo poche parole da aggiungere, ma vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà al ministro Mussi, non solo per la simpatia e per il lavoro comune svolto in quest'aula parlamentare per tanti anni, ma anche e soprattutto per ciò che gli è accaduto in rappresentanza di un ruolo di Governo e non in qualità di ministro che ha una certa storia politica. I ministri governano in nome del popolo italiano e, quindi, in virtù di questa funzione e per il rapporto e la stima reciproca che si sono avuti in quest'aula per tanti anni, il ministro Mussi ha la nostra assoluta solidarietà.
Il diritto di manifestare un'opinione è un diritto sacrosanto, l'abbiamo richiamato e lo vogliamo rispettare tutti insieme. È opportuno che la Presidenza della Camera si faccia carico di garantire, da un lato, la sicurezza, nelle parti antistanti Palazzo Montecitorio, di manifestare questo diritto, dall'altro la sicurezza di circolare liberamente da parte dei cittadini, dei deputati e dei ministri. Lo dicemmo quando, nel corso di una manifestazione, all'onorevole Selva venne impedito fisicamente di entrare nel Parlamento e nell'emiciclo di Montecitorio, ed a maggior ragione e sempre in nome del rispetto dei diritti lo diciamo ora, condividendo la sollecitazione rivolta dall'onorevole Franceschini alla Presidenza della Camera in questa circostanza.
Evidentemente, il ministro Mussi, come tutti noi del resto, ha la possibilità di chiedere alla Presidenza del Consiglio di tutelare la sicurezza dei membri del Governo, cosa che, immagino, verrà ulteriormente fatta nelle prossime ore.
Oltre alla solidarietà per queste ragioni, voglio riprendere una riflessione già svolta dal presidente Fini. Non voglio entrare nelle polemiche che ci saranno sul merito dei decreti che esamineremo nelle prossime settimane, ma è evidente che l'esasperazione è frutto anche del convincimentoPag. 27- che può anche essere falso - che una parte di chi protesta si è fatto leggendo i giornali in queste settimane. Il convincimento è che alcuni provvedimenti non siano modificabili né da parte del Parlamento, né attraverso un incontro ex post con l'esecutivo che li ha adottati. Forse, affrontare e governare questa esasperazione vuol dire anche darsi un metodo ed una possibilità di veder coinvolte queste categorie, affinché anche chi è più esagitato abbia un freno; chi invece è la maggioranza dei manifestanti non ha certamente voluto, né vuole - evidentemente - seguire chi indegnamente ha aggredito il ministro Mussi, cui va ancora una volta la nostra assoluta solidarietà. Grazie ((Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. L'onorevole Elio Vito ha facoltà di parlare.
ELIO VITO. Signor Presidente, mi riconosco appieno nelle parole dei colleghi che sono già intervenuti e credo che sia giusto, come ha detto il collega Franceschini, che quando ci sono aggressioni alla politica, ai politici e ai rappresentanti del Governo e delle istituzioni, vi sia la solidarietà da parte di tutte le forze politiche.
Tali aggressioni noi le abbiamo sofferte sulla nostra pelle: oggi abbiamo addirittura pensato se fosse il caso o meno - e ne abbiamo parlato anche con il collega interessato - di rilevare che un membro del nostro Governo, il senatore Sacconi, è stato fatto oggetto addirittura di piani concreti per il suo assassinio da parte delle Brigate rosse. Nostri rappresentanti di Governo, nella scorsa legislatura, sono stati ripetutamente fatti oggetto di episodi di aggressione; ricordo solo quelli più fastidiosi nei confronti del ministro Moratti durante la manifestazione del 1o maggio, rea di accompagnare il povero padre in carrozzella che aveva espresso la volontà di partecipare (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania), o anche - perché ne sono stato in particolare testimone - le aggressioni ripetute delle quali è stato fatto oggetto il Presidente Berlusconi, non ultima quella avvenuta durante la campagna elettorale a Napoli, dove le persone che avevano aggredito il Presidente Berlusconi il giorno dopo sono state intervistate come cittadini eroi da parte della stampa locale (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania) e additati ad esempio da parte dei rappresentanti delle istituzioni napoletane, invitati sui palchi come persone che avevano cacciato Berlusconi. Ma tant'è: questa è la cultura politica alla quale noi sicuramente non apparteniamo.
Credo, però, che sia anche giusto, signor Presidente - come ha detto il presidente Fini -, cercare sempre di comprendere le ragioni dell'esasperazione delle persone, proprio perché siamo soggetti che fanno politica. Dobbiamo farci carico di queste ragioni di esasperazione, le dobbiamo raccogliere: noi non ci opponemmo, anzi, in qualche modo, sorridemmo di fronte alla decisione che l'allora vicepresidente della Camera Fabio Mussi - come egli stesso ricorderà - assunse di far portare delle bottiglie d'acqua per rifocillare i giovani che contestavano la riforma Moratti nei pressi del Parlamento e che pure avevano aggredito l'onorevole Selva (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania).
Anche noi crediamo che nei confronti dei tassisti che stanno manifestando, pur senza condividere manifestazioni di aggressione e di intolleranza, vada espressa comprensione da parte della classe politica e, se fosse possibile, si potrebbe portare anche a loro delle bottiglie d'acqua, signor Presidente, se intendono continuare in modi civili la loro manifestazione di protesta,Pag. 28che credo sia espressione di una legittima rabbia (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Colleghi, hanno chiesto di intervenire gli onorevoli La Malfa, Evangelisti, Barani, Gibelli e Mascia.
L'onorevole La Malfa ha facoltà di parlare.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, l'onorevole Franceschini ha chiesto al Parlamento di manifestare la solidarietà all'onorevole Mussi per l'incivile episodio di cui egli è stato fatto oggetto. Lo facciamo ben volentieri, in quanto riteniamo che la violenza non sia mai mezzo per affermare le proprie ragioni nella lotta politica e nelle richieste sociali; noi riteniamo che, in particolare, debba essere assicurata ai rappresentanti del Parlamento, fra gli altri diritti, la libertà di circolazione. Quindi, valuteremo con grande equanimità il decreto-legge che sarà adottato. Tuttavia - mi rivolgo ai colleghi della maggioranza -, l'importante questione delle liberalizzazioni e della concorrenza pone il problema di stabilire a carico di chi debba essere posto il costo di queste liberalizzazioni.
Per quanto riguarda il provvedimento sulla privatizzazione nel settore dei taxi, ciò che muove la categoria interessata è l'effetto della svalutazione del valore capitale delle licenze che i tassisti hanno accumulato, spesso dopo una vita di lavoro. Se quel provvedimento determinerà il crollo dei valori degli investimenti del lavoratore realizzati nel corso degli anni, è comprensibile che si determini una condizione di rabbia. Forse, il provvedimento andava studiato meglio, tenendo conto di tali effetti. Non si possono porre a carico solo di una categoria gli effetti della liberalizzazione. Forse, è stato commesso un errore di presentazione di questo provvedimento da parte di alcuni esponenti della maggioranza e del Governo. È difficile parlare della categoria dei tassisti come di una categoria privilegiata. Non si tratta dei «furbetti del quartierino»; non sono titolari di grandi ricchezze. Nella maggioranza, sono titolari di modesti redditi realizzati attraverso un lavoro molto pesante. Dunque, non è che con questo provvedimento la maggioranza e il Governo abbiano aggredito i privilegi del paese! Se questo venisse detto nei confronti di una categoria di persone che lavora molto, creerebbe una grandissima esasperazione.
Quindi, credo che l'impostazione di questo provvedimento debba essere corretta profondamente e debba essere introdotta una maggiore equità (Applausi dei deputati del gruppo Misto e di deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di parlare.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vorrei esprimere al ministro Mussi la solidarietà politica mia e del gruppo parlamentare a cui appartengo, l'Italia dei Valori.
Ho apprezzato gli interventi degli onorevoli Fini, Volontè e Vito, che però hanno palesemente contraddetto il brusio che immediatamente si è sollevato in quest'aula. Non credo che, di fronte a spiacevoli episodi come quello che si è registrato oggi, ci si possa mettere a fare l'elenco delle reciproche aggressioni subite o delle volte in cui noi, che svolgiamo attività politica, siamo stati vittime di manifestazione di intolleranza.
Ma si è colta l'occasione per entrare già ora nel merito dei provvedimenti che saranno oggetto di una discussione approfondita quando la cosiddetta manovrina arriverà in quest'aula. Vorrei esprimere un invito alla pacatezza e al confronto, perché se c'è la volontà di un confronto, tutto può essere modificato, tutto può essere migliorato, nel rispetto delle ragioni dei lavoratori, nel rispetto delle ragioni della politica e dei suoi rappresentanti e nel rispetto del ruolo delle istituzioni.
Con questo, l'Italia dei Valori si dissocia da simili manifestazioni di intolleranza e offre la propria solidarietà politica e personale all'onorevole Mussi.
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di parlare.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, a nome del gruppo della Democrazia cristiana-Partito socialista, esprimo solidarietà all'onorevole Fabio Mussi.
La nostra condanna riguarda tutte le violenze. Siamo per un civile confronto di tutte le idee e siamo vicini anche alla famiglia dell'onorevole Mussi, perché siamo convinti che in questo momento sia preoccupata. Sappiamo cosa significhi violenza e ricevere violenza. Gli onorevoli Volontè e Vito hanno fatto dei nomi; anche noi vogliamo fare un nome ed è quello di Bettino Craxi, che ha subito lanci di monetine, calci e pugni (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista e di deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale). Sappiamo cosa significhi ricevere violenza e non avere la solidarietà del Parlamento. Noi siamo qui a mostrarla a lei, ministro, e alla sua famiglia, ma la invitiamo a capire i suoi aggressori: si tratta di padri di famiglia. Non li vogliamo giustificare - non li giustifichi, onorevole Mussi - ma perdonare sì. Stanno vivendo un clima di esasperazione. In alcuni momenti vi è bisogno anche di capire e perdonare.
Mi rivolgo a lei, onorevole Mussi, perché siamo stati studenti insieme, nella stessa università e, a volte, contestando, anche noi abbiamo esagerato. Condanniamo tale esagerazione e esprimiamo solidarietà a lei ed a tutta la sua famiglia (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. L'onorevole Gibelli ha facoltà di parlare.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, anche la Lega Nord esprime la propria solidarietà al ministro Mussi.
Francamente, senza veli di ipocrisie, vi è da sottolineare una circostanza: l'intervento dell'onorevole Franceschini a noi pare fuori luogo, considerate le situazioni che si sono verificate negli ultimi anni. Abbiamo assistito ad una denigrazione continua, sistematica e strutturale dell'ex maggioranza di Governo, fino al punto che ci siamo trovati ad una manifestazione organizzata contro il ministro Moratti e in più di un'occasione, non solo l'ex ministro Moratti, ma anche l'ex ministro Calderoli sono stati oggetto di aggressioni; e tali aggressioni sono state «liquidate» da questa maggioranza, quella che oggi pretende di governare il paese, come fatti assolutamente normali, fino al punto che abbiamo assistito all'aggressione vera e propria di un europarlamentare di nome Mario Borghezio: vi sono stati deputati di questo Parlamento che hanno dichiarato alla stampa che se l'era cercata (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia)!
Ora, invece, si fanno esercizi di ipocrisia, quando evidentemente, in maniera assolutamente manichea, ci si trova di fronte ad un fatto che deve essere condannato. Tuttavia, cerchiamo di far tornare la questione nei propri ranghi: le persone che stanno manifestando fuori di questo Palazzo sono padri di famiglia, sono lavoratori, non sono guastatori organizzati in manifestazioni come quelle a cui siamo stati abituati ad assistere durante la scorsa legislatura e che ora non esistono più, i quali sono ritornati nei centri sociali, e sono tornati «imboscati» in quel paese che viene fuori solo quando non governa la sinistra! Questa è la vera ipocrisia del paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia)! Infatti, chi protesta qui fuori sono i lavoratori veri, non quelli che vengono utilizzati, ancora oggi, come consulenti dei ministeri.
Avanziamo, dunque, due proposte: anzitutto, considerato che il Presidente della Camera - lo dico garbatamente e senza ipocrisia - ha dichiarato alcune settimane fa che questa dovrebbe essere la nuova «casa del popolo», perché non invitiamo, per sottolineare le differenze tra chi lavora veramente e chi no, i suddetti lavoratori in questa sede a confrontarsi con gli organi più alti di questa istituzione, senza condannarli a priori, a differenza di quantoPag. 30abbiamo ascoltato nell'intervento dell'onorevole Franceschini, che velatamente «liquida» la questione con un'ottica radicalmente diversa da quella che dovrebbe essere adottata?
Rivolgiamo, inoltre, un invito al Governo: poiché l'onorevole Mussi si è prodigato nel sostenere il dialogo sociale, il confronto e la concertazione, chiediamo che il medesimo possa trovare l'occasione, attraverso iniziative proprie, del Governo o dei presidenti delle Commissioni di merito, per invitare tali persone in apposite audizioni e ascoltare le loro ragioni. Ci si accorgerebbe, ancora una volta, che coloro che sono fuori da questo Palazzo a protestare sono padri di famiglia che hanno in mente il loro lavoro e la loro dignità, dignità che viene cancellata con un «colpo di spugna» da un'iniziativa di questo Governo. Se lo avessimo fatto noi, sarebbero entrati in questo Palazzo (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia)! L'ipocrisia è questa (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia)!
In molte occasioni abbiamo notato che, quando si è maggioranza, le regole si interpretano e, quando si è all'opposizione, invece, si applicano, ed ancora una volta abbiamo assistito oggi ad una triste pagina scritta da chi vuole strumentalizzare una situazione che, evidentemente, va condannata per il gesto, ma che ha un sapore ben diverso da tutto ciò che abbiamo ascoltato negli ultimi anni e che rimandiamo al mittente come puro esercizio di ipocrisia politica (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. L'onorevole Mascia ha facoltà di parlare.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, vorrei sottolineare che, quando si esprime solidarietà ad un ministro, o a chiunque altro, non ci sono condizioni: la solidarietà o c'è o non c'è, non ci sono altre giustificazioni.
Non voglio riprendere molti argomenti e molte bugie che ho ascoltato nella riproposizione di alcune esperienze che abbiamo vissuto in tempi più o meno recenti davanti a questo Parlamento, o anche in ambiti più lontani. Sono un po' colpita dal fatto che - a partire dall'onorevole Fini e sino all'ultimo intervento ascoltato - c'è comprensione e comprensione; in altri termini, secondo gli esponenti dell'opposizione, ci sono padri di famiglia e padri di famiglia. Infatti, siete tanto comprensivi oggi, ma non ho mai visto la vostra comprensione tempo fa.
Inoltre, collegandomi ad un tema che è stato sollevato dall'onorevole Franceschini e che mi sta molto a cuore, vorrei capire anch'io come abbiano funzionato i sistemi di sicurezza. Sono favorevole al fatto che le istituzioni siano aperte, che sia possibile penetrare in esse, anche dal punto di vista del merito, e che ognuno abbia la possibilità di manifestare e dissentire. Sono stata molto colpita dagli episodi gratuiti di cariche di polizia a cui abbiamo assistito, due anni fa, contro i lavoratori di Melfi e, pochi mesi fa, contro altri lavoratori di Napoli e contro i ragazzi che sono legittimamente venuti a manifestare davanti al Parlamento mentre era in corso la discussione della riforma Moratti; tutto gratuitamente. Chissà perché, in quell'occasione, la comprensione si è tradotta in cariche della Polizia. Oggi abbiamo assistito all'arrivo di questi signori che legittimamente possono esprimere il loro dissenso, fino alle porte di Palazzo Chigi. Soltanto dopo qualche ora o, comunque, dopo molto tempo, si è intervenuti. Oggi, noi assistiamo addirittura alla comprensione rispetto all'esasperazione.
EGIDIO LUIGI PONZO. Lo dica al ministro!
GRAZIELLA MASCIA. Faccio notare che si poteva arrivare solo sino ad un certo punto di via del Corso, e solo a fronte di lunghe trattative, e che non si era mai consentito neanche di accedere alla via del Corso per manifestare davanti a Palazzo Chigi. Tutte le dichiarazioni che abbiamo ascoltato oggi sono veramente incredibili!
Pag. 31EGIDIO LUIGI PONZO. Il ministro è cambiato!
GRAZIELLA MASCIA. Detto ciò, siccome oggi la responsabilità è sua, della Presidenza, credo che questa verifica rispetto al modo in cui si sono svolti i fatti in ogni caso debba essere effettuata.
Infine, entrando nel merito del provvedimento che esamineremo in questa Assemblea nelle prossime settimane, da parte nostra vi è la totale condivisione, ma noi siamo convinti della necessità di prendere sul serio un conflitto sociale, quando si determina. Quindi, il percorso parlamentare sarà seguito esattamente per esaminare le richieste ed i problemi e per discutere con questi lavoratori.
Vorrei far notare, sempre ai signori che hanno governato fino a pochi mesi fa, che sono pendenti migliaia di cause amministrative e penali riguardanti i tranvieri di Milano ed i ferrovieri, i quali non hanno fatto quello che è stato fatto oggi, ma hanno semplicemente violato alcune regole di preavviso degli scioperi. In quell'occasione, avete utilizzato la mano dura, da tutti i punti di vista. Oggi, sono ancora pendenti migliaia di cause per i tranvieri di Milano e per i ferrovieri. Allora, inviterei ad essere prudenti nel ricorrere a determinati criteri e nell'utilizzare parole quali quelle che sono state pronunciate fino ad ora. Siccome noi siamo più coerenti, naturalmente riteniamo che il conflitto sociale sia un fatto positivo del quale tener conto.
Difenderemo le nostre ragioni e sosterremo le motivazioni che hanno determinato una serie di provvedimenti, a nostro avviso, favorevoli alla stragrande maggioranza dei cittadini di questo paese. Peraltro, siamo molto sensibili alle regole democratiche e faremo di tutto perché siano rispettate (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Avverto che si sono aggiunte altre due richieste di intervento, da parte, rispettivamente, dell'onorevole Picano e dell'onorevole Reina. Credo che, al termine di tali interventi, la discussione sul punto possa considerarsi conclusa.
Prego, onorevole Picano, ha facoltà di parlare.
ANGELO PICANO. Signor Presidente, a nome del gruppo dell'Udeur, vorrei esprimere la piena solidarietà al ministro Mussi e manifestare le nostre preoccupazioni per un linguaggio che sembra legittimare alcune azioni di violenza nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni.
Noi possiamo capire il disagio di chi si sente colpito da azioni riformatrici; d'altra parte, vorrei osservare che, ogni volta che si vara una riforma, si colpiscono sempre interessi precostituiti. Bisogna comprendere il disagio, ma occorre al contempo condannare la violenza, soprattutto quando essa si esercita nei confronti di rappresentanti delle istituzioni, perché ciò può mettere in pericolo la democrazia.
Se al paese si dà la sensazione di legittimare forme di protesta che oltrepassano i canoni tradizionali della democrazia, si finisce per affermare una mentalità distorta rispetto alla civile convivenza. Ciò, naturalmente, può indurre tutte le categorie colpite da azioni riformiste ad adottare forme di protesta che non hanno niente a che vedere con la nostra tradizione.
È questo il motivo per cui mi appello al Governo, affinché garantisca alle istituzioni il normale svolgimento delle loro attività e permetta ai suoi componenti di esercitare, fino in fondo, il proprio dovere (Applausi dei deputati del gruppo dei Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. L'onorevole Reina ha facoltà di parlare.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, desidero esprimere anch'io, a nome della componente politica Movimento per l'Autonomia del gruppo parlamentare Misto, la nostra piena e convinta solidarietà al ministro Fabio Mussi per l'episodio che lo ha così infaustamente colpito e coinvolto.
Tuttavia, se la comunicazione che l'onorevole Franceschini ha fatto all'Assemblea, e che ha avviato il dibattito chePag. 32si è fin qui svolto, fosse stata resa ancor prima dell'esame delle mozioni concernenti i costi della politica, cui abbiamo da poco assistito, mi domando se l'andamento della discussione sarebbe stato lo stesso.
Ho assistito con una certa stanchezza alle tesi ed alle controtesi che in questa sede sono state dibattute, perfettamente consapevole che il Parlamento si stava allontanando (semmai vi fosse stato vicino prima dell'inizio del dibattito) dalla vera vita del paese.
Se in quest'aula qualcuno pensa seriamente che il ministro Mussi sia stato colpito in quanto espressione del Governo che attualmente ha la responsabilità di guidare il paese, ebbene questo qualcuno è fuori dalla realtà! L'onorevole Mussi non è stato colpito o indicato per questo motivo: egli rappresenta la politica, e l'episodio si è svolto davanti al Parlamento proprio perché il paese rischia di perdere il rapporto con esso, il quale deve svolgere un ruolo di rappresentanza.
Questo è ciò che viene messo in discussione: non c'è un rischio per la democrazia. La nostra democrazia, infatti, è solida: siamo noi, il Parlamento, ad essere in discussione rispetto al paese! Se non la smettiamo di riempire le ore del nostro lavoro attraverso l'esercizio inutile di dibattiti vuoti e privi di consistenza, e se non ci rimbocchiamo le maniche per impegnarci seriamente, nell'interesse del paese, saremo noi a non essere credibili: altro che pericolo per la democrazia! Questo è il vero tema in discussione!
Si tratta della stessa ragione per cui abbiamo rifiutato, anche in altre circostanze, di prestarci al gioco di svolgere dibattiti vuoti, rincorrendo espressioni dissennate che non hanno più significato. Vorrei rilevare che non siamo di fronte alla seconda Repubblica: le Repubbliche si cambiano, signori, quando si cambiano le Costituzioni! Non siamo in Francia!
Ci troviamo in una fase diversa della storia di questa Repubblica...
PRESIDENTE. Onorevole Reina, la invito a concludere!
GIUSEPPE MARIA REINA. ... ma non siamo ancora legittimati ad esprimere il vero cambiamento che il paese invoca e rispetto al quale dovremmo essere impegnati, caro Presidente e cari colleghi!
Ribadisco, quindi, la nostra solidarietà al ministro Mussi; tuttavia, invoco un diverso impegno da parte nostra, tutti insieme, maggioranza ed opposizione, sia pur nella distinzione dei ruoli. Se non dovessimo comprendere tale questione, infatti, l'episodio che riguarda l'onorevole Mussi resterebbe un triste e circostanziato evento, ma, ancora una volta, questo nuovo Parlamento rischierebbe di non comprendere quale sia la strada che gli italiani vogliono che noi percorriamo seriamente.
Mi auguro che nei prossimi giorni il Parlamento riacquisisca la sua dignità e il ruolo che gli compete, nonché la consapevolezza di doversi impegnare responsabilmente nell'interesse della nostra comunità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Data la rilevanza della questione, la Presidenza ha consentito, ai sensi dell'articolo 45 del regolamento, un intervento per gruppo.
La Presidenza si associa alla condanna dell'episodio e alle considerazioni formulate dai colleghi, esprimendo solidarietà al ministro Mussi; naturalmente, se il Governo lo riterrà, potrà riferire all'Assemblea sull'episodio. In questi termini, potranno essere concordati i tempi per un'informativa urgente.