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Seguito della discussione della mozione Ciocchetti ed altri n. 1-00134 sulle iniziative in favore di centri di studio, ricerca e cura della poliomielite.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Pignataro. Ne ha facoltà.
ROCCO PIGNATARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, si stima che in Europa vi sia un milione e mezzo di sopravvissuti alla poliomielite. In Italia, sono circa 100 mila e la maggior parte di essi ha contratto la malattia durante le epidemie degli anni Quaranta e Cinquanta.
Il 50 per cento dei superstiti, di età compresa tra i quaranta e i settanta anni, sta per terminare l'attività lavorativa. La post polio, denominata anche «effetti tardivi della polio» è uno stato neurologico conosciuto, anche se non ben valutato, che colpisce i muscoli precedentemente lesi dalla polio.
La sindrome provoca debolezza, fatica, dolore muscolare, disturbi del sonno e, eccezionalmente, problemi della respirazione. Tali condizioni possono essere alleviate con trattamenti di fisioterapia o ausili per la deambulazione, e si stima che circa il 60 per cento dei sopravvissuti alla polio abbia sviluppato o svilupperà la sindrome post polio circa trentacinque-quarant'anni dopo l'attacco primario del poliovirus.
La sindrome post polio dovrebbe essere causata - anzi è sicuramente causata - da decenni di uso eccessivo di muscoli affaticati da un grande lavoro, nonostante il numero esiguo di neuroni. I superstiti la cui debolezza muscolare non è stata trattata possono perdere ogni anno il 7 per cento dei neuroni rimanenti. I post poliomielitici devono essere informati sui benefici del risparmio di energie, per evitare di danneggiare ulteriormente i neuroni, i muscoli e le articolazioni colpite dal virus: camminando di meno, curando eventuali disordini del sonno, utilizzando ausili e protesi.
Tra i ricercatori si sta sviluppando un crescente consenso sul fatto che questa nuova progressiva debolezza, sintomo principale della sindrome, sia dovuta ad una degenerazione delle unità motorie, primo bersaglio del virus durante la fase acuta della malattia. La degenerazione avviene su due fronti: a livello dei neuroni motori e a livello delle giunture neuromuscolari. Ciò che rimane ancora un mistero, invece, è il motivo per cui tali neuroni comincino a non funzionare. Vi sono, a tale proposito, varie teorie: l'eccessivo utilizzo dei muscoli colpiti, il loro prematuro invecchiamento, dovuto al risveglio di frammenti del virus della polio. Si tratta di ipotesi tutte possibili, anche se nessuna, al momento, può essere esclusa o provata.
Si deve comunque tener conto del fatto che, fra i quaranta e i sessanta anni, l'uomo perde in media il 25 per cento della forza muscolare: tale riduzione in una persona normodotata non costituisce un problema, per un poliomielitico, che ha una limitata funzionalità muscolare, il normale indebolimento incide invece fortemente sulla potenzialità residua.
Desidero ricordare ancora che il 21 giugno 2002, a Copenaghen, l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l'Europa territorio polio free, cioè libero dalla poliomielite. Tuttavia, i cittadini colpiti dalla malattia della poliomielite e dai suoi effetti tardivi, denominati appunto sindrome post polio, si trovano ad affrontare nuove problematiche, che non trovano giuste risposte nelle istituzioni. Benché dunque oggi in Italia la poliomielite non rappresenti più un problema sanitario, vi è ancora un numero molto elevato di persone - stimate in circa 70 mila -, sopravvissute alla poliomielite, che ne hanno subito e patiscono tuttora gli esiti.Pag. 43
I cittadini sopravvissuti alla polio, dopo l'eradicazione della poliomielite nel nostro Paese, hanno però assistito, viceversa, ad un progressivo disinteresse, se non addirittura a una vera e propria indifferenza nei loro confronti. Tale indifferenza si è manifestata in primo luogo nella dismissione dei vari centri di ricerca, di recupero e di riabilitazione, seguita dalla totale mancanza di informazione da parte dei medici ed è vissuta nel quasi totale disinteresse da parte delle istituzioni, incapaci, a loro volta, di affrontare i problemi legati alla patologia della sindrome post polio che, come abbiamo visto, sono in costante crescita.
Gli studi effettuati in Europa hanno portato alla conclusione che la sindrome post polio deve essere considerata e classificata come una patologia progressiva. Questo fenomeno patologico nuovo ha portato a considerare che gli stadi della poliomielite sono quattro e non tre: attacco del virus, periodo di parziale recupero, periodo di parziale stabilità per almeno quindici anni e, quindi, insorgenza di sintomi che determinano affaticabilità, dolori muscolari e quant'altro. Il 70 per cento dei superstiti paralizzati e il 40 per cento dei superstiti non paralizzati sta sviluppando sequele post polio, che portano sintomi imprevisti e sovente debilitanti.
Fra le realtà esistenti, una certamente è rappresentata dall'ospedale ortopedico riabilitativo di Malcesine, che fin dalla sua costituzione, alla fine degli anni Quaranta, ha sempre operato come centro ortopedico riabilitativo per la cura delle malattie riconducibili al secondo motoneurone, e principalmente della poliomielite, divenendone nel tempo punto di riferimento nazionale.
La difesa che l'associazione disabili motori dell'ospedale di Malcesine sta facendo dell'ospedale stesso, unico vero centro di cura e recupero di disabili motori, consente di cogliere appieno le necessità di una reale tutela dei portatori di queste disabilità, seguendo l'articolo 3 della Costituzione.
Recentemente l'ospedale di Malcesine ha intrapreso un rapporto collaborativo con l'istituto di neurologia dell'università di Verona per effettuare uno screening sui pazienti affetti da poliomielite che utilizzano questa struttura ospedaliera. Si può ben affermare, quindi, che negli anni questa struttura è diventata il polo nazionale per la cura degli effetti tardivi della sindrome post polio.
Per tali motivi, il gruppo Popolari-Udeur voterà convintamente a favore delle mozioni in esame intese a rafforzare il lavoro portato avanti dal centro per il controllo della malattia del Ministero della salute e dal dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore della sanità e dai centri di riferimento attivati, affinché si possa fornire una risposta concreta a quei cittadini italiani che un giorno potranno sperare di veder debellata tale patologia (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mancuso. Ne ha facoltà.
GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, preannuncio, a nome del gruppo Alleanza Nazionale, e desidero che ciò rimanga agli atti, il voto favorevole sulle mozioni in esame.
Colgo questa occasione per svolgere alcune brevi considerazioni.
Prima di occuparmi dell'argomento, in Commissione e in Assemblea, ignoravo che questa patologia facesse parte delle malattie croniche e invalidanti e che ancora nell'anno 2007 vi fosse la necessità di dover adottare un provvedimento - tardivo, ma è un bene che si faccia - che vada a occuparsi di questa problematica
Sul fronte della individuazione di due, tre o quattro centri nazionali ben distribuiti sul territorio nazionale qualche perplessità rimane, perché parrebbe più logico e funzionale disporre di un centro presso ogni regione.
Il vero problema della polio sono i nuovi casi che derivano dall'immigrazione. La malattia in questione nel nostro Paese,Pag. 44e, in generale, nel nostro continente, era sostanzialmente sparita, tant'è che l'Italia era definita territorio polio free.
In merito alla sindrome post polio che, come è stato ricordato, colpisce in Italia circa 70-80 mila persone, ritengo che il nostro Paese sia attrezzato in maniera tale da fornire una risposta adeguata. Ad esempio, io provengo dal Piemonte e mi occupo di sanità da qualche anno ma non ho mai percepito che ci fosse a questo riguardo una particolare necessità in quella parte del territorio italiano. Ben venga, quindi, questo alzare la guardia per fornire risposte più articolate allo stato neurologico di quelle persone - una parte di quei 70 mila che sono i sopravvissuti a quelle che erano un tempo delle violentissime epidemie - che purtroppo scontano un peggioramento dei sintomi. Sono persone che rientrano nei sistemi di tutela delle invalidità e, quindi, forse anche su quel fronte sarebbe opportuno rivalutare l'ammontare economico, con un maggiore intervento di ristoro per i danni subiti. Un'attenzione particolare va posta per i casi acuti nei reparti di malattie infettive e di virologia attualmente diffusi in tutte le ASL italiane. Sul fronte della post polio un'attenzione particolare va rivolta ai servizi nell'ambito dei dipartimenti di neurologia, della neuro-riabilitazione perché certamente possono apportare un miglioramento alla qualità della vita di queste persone.
Per tali motivi, come detto, preannuncio il voto favorevole sulle mozioni in esame da parte del gruppo di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, sono molto contenta sia perché finalmente si discute di sindrome post polio, sia per il parere espresso dal Governo.
Si tratta, infatti, della prima vera svolta che registro riguardo a questa problematica così complessa e fino ad ora sin troppo trascurata. Ricordo che già nella scorsa legislatura il gruppo dei Verdi presentò una proposta di legge - ero io la prima firmataria - tesa al riconoscimento di questa malattia anche in Italia.
Vi fu anche una presentazione pubblica, un'iniziativa molto importante a cui presenziò lo scienziato statunitense Lauro S. Halstead, scopritore della sindrome, poliomielitico ed affetto da PPS egli stesso. Il professore ha pubblicato una serie di studi sull'argomento e, in particolare, il suo Come gestire la sindrome post polio, tradotto anche in italiano, rappresenta una guida importante sia per i medici sia per i pazienti.
Polio survivor è un termine derivato dalla letteratura medica inglese ed indica quelle persone che furono colpite dal virus della poliomielite, riportandone esiti non fatali, che consistono generalmente in paralisi muscolari degli arti inferiori e o superiori, ed in tali casi, come effetti collaterali, a lungo andare si possono presentare anche ulteriori complicazioni, come è stato descritto nei precedenti interventi. Secondo alcune stime i polio survivor attualmente in Italia sarebbero tra i 70 mila e i 100 mila, ed in totale il fenomeno allargato ai familiari coinvolgerebbe 150 mila persone circa, ma nel mondo si tratta di un numero veramente poderoso: sarebbero coinvolte ben 20 milioni di persone.
Verso la fine degli anni Ottanta i polio survivor hanno cominciato a denunciare, in numero sempre crescente, nuovi sintomi apparentemente legati alla patologia che li aveva colpiti trenta o quaranta anni prima. Questa serie di sintomi, non facilmente sistematizzabile e diagnosticabile, fu raggruppata sotto una nuova nosologia medica definita appunto sindrome post polio.
I sintomi si possono presentare in forma acuta o sub-acuta, e sono senso di stanchezza e spossatezza, dolore muscolare e articolare, crampi, fascicolazioni, intolleranza al freddo, nuove atrofie muscolari e, nei casi più gravi, disfagia, cioè difficoltà a deglutire, e financo problemi di respirazione. La sindrome è stata denominata con diversi termini: effetti tardiviPag. 45della polio; sequela post polio; atrofia progressiva muscolare della post polio, disfunzione dei muscoli post polio e finalmente e sinteticamente sindrome da post polio, così come viene oggi definita dai clinici e dai ricercatori.
Contestualmente alla eradicazione della poliomielite si è assistito infatti nel nostro Paese al progressivo disimpegno e disinteresse nei confronti delle persone colpite a suo tempo dalla poliomielite. La diagnosi della sindrome post polio - sottolineo - si effettua per esclusione di altre patologie neurologiche, e ciò necessita di esami approfonditi, quali una dettagliata anamnesi della poliomielite iniziale, l'elettromiografia e il monitoraggio del sonno, ed il tutto richiede un approccio di équipe in cui vengano coinvolti neurologo, fisiatra, ortopedico, chirurgo-ortopedico, ergoterapeuta, pneumologo, fisioterapista, psicologo ed altre figure ancora.
È evidente che questa serie di esami è necessaria per una valutazione clinica che consenta di adottare i presidi terapeutici più opportuni per far fronte a tale patologia, in quanto si tratta di una sindrome con caratteri degenerativi che deve essere assolutamente prevenuta e, nel momento in cui viene individuata, assolutamente contrastata.
Una volta accertata la diagnosi e stabilita una prognosi, si deve quindi procedere ad attuare cure mirate. Per questo motivo abbiamo tanto insistito negli anni sul fatto che è necessario istituire ambulatori e reparti in grandi centri ospedalieri lungo la penisola, con équipe mediche tra loro collegate ed in grado di affrontare la pluralità dei sintomi, limitare la degenerazione e consentire un recupero, per quanto sia possibile, della funzionalità motoria che ripristini un certo grado di autonomia personale. Si tenga presente che i clinici ritengono che gli effetti siano equiparabili a gravi malattie degenerative, come dicevo in precedenza, quali la distrofia muscolare o addirittura la sclerosi multipla; quindi, la sindrome post polio è una patologia che va assolutamente valutata nella giusta misura, perché provoca pesanti e gravi ripercussioni sul benessere della persona.
Nei centri di ricerca di altri Paesi si stanno conducendo interessanti esperimenti con le cellule staminali, che sembrerebbero, per ora, una soluzione molto, molto importante contro la progressiva degenerazione nervosa. Anche nel nostro Paese sarebbe auspicabile che i pochissimi centri in cui si attua la ricerca sulle cellule staminali potessero occuparsi in modo specifico di questa patologia invalidante. Vogliamo anche sottolineare che in tutti i Paesi occidentali la sindrome post polio è stata ampiamente riconosciuta: un numero considerevole di medici, clinici e ricercatori si occupa di trovarne le cause e le possibili cure. Quindi, siamo indietro: è un recupero che va assolutamente attuato. Nella scorsa legislatura, come ho detto all'inizio del mio intervento, ho presentato una proposta di legge che è stata sottoscritta da ben altri sessanta deputati. Tale proposta di legge, che ho ripresentato anche nella legislatura in corso, propone il riconoscimento della sindrome post polio come malattia cronica e invalidante, consentendo ai pazienti di trovare centri specializzati, luoghi di eccellenza in cui si sappia sia attuare una diagnosi sia una strategia di cura adatta, ma soprattutto in essa viene riconosciuta come sindrome, considerato che attualmente ancora non è considerata tale.
Quindi, sono contenta, anche se non è stato possibile riconoscere in questa fase - un po' affrettata, va detto al Governo - la necessità di stabilire l'esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni sanitarie, quantomeno ai pazienti al presente meno gravi.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Zanella.
LUANA ZANELLA. Sono comunque soddisfatta che su gli altri punti presenti nel dispositivo della mozione presentata da me e dagli altri colleghi del gruppo dei Verdi il Governo abbia espresso parere favorevole.
Pag. 46PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere le tre mozioni presentate e ringraziare i colleghi che le hanno presentate. Sottoscrivo le tre mozioni originarie, non quelle «emendate» dal Governo, perché, cari colleghi, ho delle difficoltà a credere nella riformulazione. Viene stravolto completamente lo spirito delle mozioni. Anzitutto ci dobbiamo mettere d'accordo su un punto: non è vero che la sindrome post polio è inserita tra le malattie invalidanti e croniche che comportano l'esenzione dal ticket. Ciò è vero solo per i casi gravi, ma nelle mozioni è previsto che in tutti i casi, sia quelli clinicamente evidenti, sia in quelli subliminali e, quindi, subclinici, che potrebbero portare a disturbi e ad invalidità futura, ci sia il riconoscimento sic et simpliciter come malattia cronica e invalidante che comporta l'esenzione.
Il sottosegretario, quindi, lo deve specificare. La filosofia delle mozioni Ciocchetti ed altri n. 1-00134, Zanella ed altri n. 1-00206 e Fogliardi ed altri n. 1-00207 è completamente stravolta. Non è vero ciò che ha affermato il sottosegretario questa sera, non è vero che ci si può fidare solo di centri regionali, con accordi nella Conferenza Stato-regioni.
Le mozioni in esame dicono qualcosa di più e cioè che sia il Governo a creare dei centri di eccellenza - come esistono in tutto il mondo - per il riconoscimento, per la diagnosi precoce di tutti quei casi che, altrimenti, non emergerebbero. La collega Zanella ha dichiarato che esistono studi che si riferiscono alla sindrome laterale amiotrofica (SLA), alla sclerosi multipla; siamo, quindi, in corso di evidenziazione scientifica di tali casi. I suddetti centri servono per questo motivo, per la diagnosi precoce. Questa è la filosofia delle mozioni Ciocchetti ed altri n. 1-00134, Zanella ed altri n. 1-00206 e Fogliardi ed altri n. 1-00207. Esse sembrano uguali, sembrano l'una la fotocopia dell'altra e il Governo è intervenuto con tre decisioni diverse. Infatti, all'inizio del suo intervento il rappresentante dell'Esecutivo ha sostenuto di essere contrario a tutte e tre; in seguito, grazie all'onorevole Spini - che con la sua esperienza l'ha portato a riflettere - per qualcuna si è rimesso alla decisione dell'Assemblea e, infine, ha proposto una riformulazione.
La riformulazione, cari colleghi, stravolge le tre mozioni. Con essa è come non averle proposte! Colleghi Ciocchetti, Zanella e Fogliardi, la riformulazione è «acqua fresca» e, se voi la accettate, è come se non aveste proposto le richiamate mozioni. Esse conservano un senso se rimangono nella loro formulazione originaria ed è necessario farle rimanere così tutte e tre, altrimenti risulterebbero completamente stravolte. Non riusciremmo a concretizzare, quindi, la filosofia delle tre mozioni e sarebbe - lo ripeto - come non averle presentate. Abbiamo affermato che una commissione delle aziende ASL valuterà l'invalidità del paziente che, qualora fosse superiore all'80 per cento, consentirà al paziente stesso di ottenere l'esenzione e, quindi, il riconoscimento dell'invalidità stessa. Non è questa, tuttavia, la filosofia delle mozioni. Essa si basa sul fatto che tutte le «sindromi post polio», in quanto tali, siano annoverate tra le malattie croniche ed invalidanti. È questo che dobbiamo ottenere oggi, altrimenti sarebbe come - lo ripeto ancora - non aver presentato alcuna mozione. Quindi, invito il sottosegretario a riconsiderare le riformulazioni che ha proposto, e a dire la verità, di fronte al Parlamento, perché nemmeno lui si può permettere di indurci in errore, di fornirci informazioni sbagliate. Sarebbe opportuno, quindi, che interpellasse i suoi uffici, come ho avuto modo di fare io con i miei, facendomi mostrare la normativa, e che verificasse se la «sindrome post polio» rientri tra le malattie invalidanti e croniche. Nella legge precedente non c'è riconoscimento e non ce n'è traccia. Quindi, non è vero. È vero, tuttavia, che se una persona raggiunge una percentuale di invalidità con la «sindrome post polio», si riconosce a quest'ultimaPag. 47l'invalidità civile, ma come nel post traumatizzato, sul lavoro, per incidenti stradali o per cadute.
Quindi, signor Presidente, vorrei sottoscrivere tutte e tre le mozioni, ma nella loro formulazione originaria e chiederei ai presentatori di non accettare la riformulazione, in modo che si possano votare così come sono state presentate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nucara. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, qualunque cosa si faccia per gli sfortunati oggetto della mozione è sempre poco.
Pertanto, onorevoli colleghi, vi prego di sottoscrivere le tre mozioni in discussione, su cui io esprimerò convintamente un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Virgilio. Ne ha facoltà.
DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, vorrei in primo luogo ricordare a tutti i colleghi che il punto focale delle mozioni in discussione è rappresentato dalla «sindrome post polio» e non dalla poliomielite la quale, come è noto, per fortuna è scomparsa, almeno in Europa. In Italia gli ultimi due casi si sono verificati circa venticinque anni or sono, grazie ad una massiccia campagna di prevenzione attuata tramite la vaccinazione, tanto che nel giugno del 2002 l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l'Europa - e, quindi, l'Italia - totalmente affrancate dalla poliomielite. Ciò rappresenta un dato di fatto. Pertanto, non si parla di poliomielite. Una parte di coloro che ne sono stati affetti e sono sopravvissuti, possono - possono, lo ripeto - sviluppare tale sindrome, che costituisce un'entità clinica particolare; non è una malattia, bensì una sindrome cioè - per coloro che non sono medici - un insieme di sintomi che il paziente riferisce, in parte obiettivi, e che danno origine a tale «sindrome post polio», cioè che fa seguito alla poliomielite. Inoltre, vorrei ricordare, anche al collega Barani, che rappresenta un assurdo scientifico chiederne, per questo motivo, l'inserimento tra le malattie cronico-invalidanti, perché gli esiti della poliomielite fanno già parte di tali malattie. Pertanto, si tratta di una diretta conseguenza - che di per se stessa già ne fa parte - in quanto non rappresenta un'altra entità clinica, ma fa parte di un'entità già riconosciuta.
Come gruppo di Forza Italia, se le mozioni fossero rimaste quelle originariamente presentate, ci saremmo astenuti, in quanto non possedevano una base scientifica obiettiva. La riformulazione proposta, volta a riconoscere la necessità di un ulteriore studio, approfondimento e adeguamento delle tecniche riabilitative per i soggetti richiamati, di centri di riferimento delle regioni nella loro autonomia - in base alla modifica apportata al Titolo V della Costituzione, come è noto - modifica le mozioni in oggetto radicalmente, ma in senso migliorativo e in modo maggiormente obiettivo, concreto e scientificamente più valido.
Per tali ragioni, preannuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sul testo riformulato e relativamente a tutte le mozioni in discussione, in quanto esse colgono la realtà, possiedono un substrato obiettivo e scientifico che permette al Governo di varare le disposizioni esecutive che ne costituiscono parte integrante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Girolamo. Ne ha facoltà.
LEOPOLDO DI GIROLAMO. Signor Presidente, brevemente per non ripetere affermazioni di altri colleghi, vorrei far presente che le tre mozioni in discussione pongono alla nostra evidenza un quadro clinico, di tipo sindromico che interviene nei soggetti che sono stati affetti dalla poliomielite. Come è noto, tale malattia ha mietuto milioni di vittime in passato e, dopo l'introduzione del vaccino - specie nella sua forma orale, che risale ai primiPag. 48mesi del 1964 - la morbosità e, quindi, l'ammalarsi, si è ridotta drasticamente con una diminuzione di casi che, già dai primi anni, è stata del 70 per cento in meno rispetto all'anno precedente, sicché l'Italia è libera dalla poliomielite dalla seconda metà degli anni Ottanta. Infatti, gli ultimi casi autoctoni registrati da ceppi di poliovirus selvaggio risalgono al 1982. Successivamente sono stati registrati soltanto due casi, che riguardavano soggetti provenienti dall'estero, specificamente dalle regioni africane dove, invece, il ceppo virale è ancora attivo. L'esempio dell'Italia riguarda l'Europa intera e infatti, come hanno già ricordato altri colleghi, nel 2002 tutta l'Europa è stata dichiarata polio free, in quanto gli ultimi casi previsti si sono verificati in Turchia all'inizio degli anni Novanta.
Le mozioni alla nostra attenzione pongono la questione del riconoscimento di tale sindrome come esito della malattia. Il problema, come ha già sottolineato l'onorevole Di Virgilio, è che non c'è un accordo scientifico adeguato fra chi ritiene questa malattia un'entità a sé stante, e chi la ritiene esclusivamente un postumo naturale dovuto ad un progressivo aggravamento della patologia cronica indotta dalla malattia a carico dei muscoli scheletrici; e naturalmente questa individuazione nosografica della malattia come entità a sé stante è elemento fondamentale per poterla poi inserire all'interno delle malattie croniche invalidanti, come forma specifica. Se ci sarà, quindi, questo lavoro importante da parte dei centri che seguono tali questioni, in primo luogo naturalmente il Centro controllo malattie presente presso il Ministero della salute, il Dipartimento malattie infettive presente presso l'Istituto superiore di sanità, i centri regionali, esso sarà propedeutico affinché, poi, entri nella revisione, che sta facendo il Ministero, delle esenzioni per patologie. Da questo punto di vista è importante l'opera che svolgono alcuni centri, e il riconoscimento che è avvenuto per l'ospedale di Malcesine ha seguito una procedura certificata che ha compreso la domanda di inclusione da parte della regione Veneto attraverso dati certi sull'attività, e un accordo Stato-regioni che attraverso un voto lo ha poi qualificato come centro di riferimento nazionale. Questa è, quindi, la via corretta da seguire, anche per tutti quanti gli altri centri che hanno dimostrato di avere le professionalità adeguate, le competenze, la storia clinica per essere centri di riferimento nazionale per la ricordata malattia. Accettiamo quindi la riformulazione proposta dal sottosegretario Gaglione e voteremo a favore di tutte e tre le mozioni.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Alla luce di quanto espresso nelle dichiarazioni di voto, mi pare che tutti i presentatori abbiano accettato le riformulazioni proposte dal Governo.