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Sull'ordine dei lavori.
LUCIANO VIOLANTE (Ulivo). A nome del suo gruppo, stigmatizza le espressioni utilizzate da Umberto Bossi in una recente manifestazione indetta dal suo partito, richiamando il significato che il termine «liberazione» assume nella cultura politica di un Paese la cui democrazia nasce dalla Resistenza e lamentando il preoccupante silenzio sulla vicenda da parte della Casa delle libertà. Nel ribadire gli effetti negativi prodotti da dichiarazioni che possono essere interpretate come inneggianti alla violenza, preannunzia la presentazione di un documento di indirizzo per aprire un dibattito parlamentare che faccia chiarezza sul fatto che l'opposizione considera inaccettabile il ricorso alle invettive e ad un linguaggio violento nel confronto politico.
FABIO EVANGELISTI (IdV). Si associa alle considerazioni svolte dal deputato Violante, ritenendo che la gravità delle affermazioni di Umberto Bossi sia il sintomo di un vero e proprio degrado politico.
ANTONELLO FALOMI (RC-SE). Si associa alle considerazioni svolte dal deputato Violante sulle dichiarazioni rese da Umberto Bossi, che giudica ancor più gravi in quanto provenienti dal leader di un movimento politico. Condivide altresì la necessità che il Parlamento discuta della questione e faccia chiarezza sulla inaccettabilità nel confronto politico di un linguaggio violento.
PRESIDENTE. Prende atto delle considerazioni svolte, richiamando i valori fondamentali che sono alla base della Costituzione, tra cui l'unità e l'indivisibilità della Repubblica, nonché il metodo democratico come strumento unico e imprescindibile attraverso cui tutti i cittadini possono concorrere a determinare la politica nazionale: valori fondanti delle istituzioni che devono essere ribaditi con fermezza a fronte di qualsiasi intervento inteso a porli in discussione.