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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,02).
(Compatibilità ambientale di un progetto dell'ENI per la costruzione di un impianto in territorio di Ortona (Chieti) - n. 2-00763)
PRESIDENTE. L'onorevole Costantini ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00763, concernente la compatibilità ambientale di un progetto dell'ENI per la costruzione di un impianto in territorio di Ortona (Chieti) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7).
CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, signor Viceministro, l'ENI ha deciso di realizzare un impianto per il trattamento di idrocarburi liquidi e gassosi alimentato da diversi pozzi petroliferi in Abruzzo, per l'esattezza ad Ortona. La centrale è prevista in luoghi densamente abitati, nel cuore di una zona vitivinicola DOC, su 12 ettari circa di terreno coltivato a vigneto, in una posizione panoramica a circa 500 metri di distanza in linea d'aria dal mare. In tale area operano alcune centinaia di aziende vitivinicole e agricole in generale, proprio per la qualità del contesto ambientale che le ospita.
Sempre in tale zona, insieme ad altre dell'Abruzzo (che ha un terzo del suo territorio vincolato), sono state messe in campo diverse iniziative finanziate dalla regione, che puntano sul marketing turistico: a poca distanza, in provincia di Chieti, c'è la Costa dei Trabocchi, che negli ultimi anni ha stimolato l'interesse di migliaia di turisti, soprattutto stranieri.
Si tratta di iniziative, che puntano sull'agricoltura biologica, con formali dichiarazioni di impegno per investimenti nel settore, esternate da assessori regionali e, più in generale, sull'agricoltura di qualità.
Le preoccupazioni delle imprese vitivinicole delle popolazioni residenti sembrano, quindi, più che giustificate. È infatti ragionevole la possibilità che tale insediamento - a prescindere dagli interventi per certi versi scontati per assicurare la salute dei cittadini e la salvaguardia dell'area - possa, di fatto, imporre un radicale cambiamento alla vocazione di un'economia, che sull'ambiente e sull'integrità del proprio territorio ha costruito uno sviluppo dal quale dipendono alcune migliaia di posti di lavoro.
È avvenuto un cambiamento, che ben difficilmente potrà essere compensato dall'impresa petrolifera, che, superata la fase degli investimenti iniziali, ha dichiarato che a regime occuperà circa trenta dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato.
Fatta tale premessa devo anche rappresentarle alcune novità, che si sono succedute negli ultimi giorni, dalla presentazione dell'interpellanza ad oggi, e che potrebbero anche condizionare in qualche misura la sua risposta.
Pochi giorni fa l'assessore regionale all'agricoltura aveva testualmente dichiarato la propria contrarietà ad un intervento tanto invasivo da compromettere gli sforzi compiuti finora per l'agricoltura e vanificare diversi progetti di sviluppo territoriale basati sui prodotti tipici: si tratta di dichiarazioni dell'assessore regionale all'agricoltura.
Sempre pochi giorni fa, l'assessore all'ambiente aveva dichiarato che la decisione non poteva che essere il frutto di scelte del territorio ed il territorio non haPag. 62certo perso occasione per manifestare, in tutte le forme civili, la propria contrarietà all'impianto. Addirittura il 25 settembre si è espresso anche il consiglio regionale, che con una risoluzione votata a larga maggioranza ha espresso la propria contrarietà all'impianto ed ha impegnato il presidente della giunta regionale e la stessa giunta a mettere in campo ogni iniziativa per sospendere la realizzazione di tale progetto.
Fino a ieri, quindi, i soli pareri favorevoli erano quelli tecnici degli uffici regionali, relativi alle sole caratteristiche tecniche del progetto. Del resto in nessun atto di programmazione, mai, gli organi democraticamente eletti avevano formalizzato il proprio consenso all'iniziativa ed il conseguente stravolgimento dei propri originali progetti di valorizzazione dell'ambiente, dichiarati - come ho detto prima - dagli stessi assessori regionali ed in modo impegnativo con la risoluzione votata dal consiglio e dallo stesso presidente della regione.
La novità sorprendente, o meglio sconcertante, è arrivata ieri proprio dal presidente della regione Abruzzo che, smentendo il suo assessore regionale all'agricoltura, il suo assessore all'ambiente e disattendendo il voto del suo stesso consiglio regionale ha dichiarato che, sul centro oli, la regione Abruzzo avrebbe già deciso.
Il sì della regione Abruzzo, secondo il presidente Del Turco, andrebbe ricercato in un investimento di 60 milioni di euro messi in campo dalla regione sul porto di Ortona, un investimento - a detta del presidente della regione - incompatibile con il rifiuto degli investimenti dell'ENI.
Il problema, secondo me, è che nessuno aveva detto o aveva scritto che un tratto di mare così importante per l'economia turistica abruzzese dovesse ospitare non già mercantili, merci e traghetti, ma petroliere ed oleodotti.
Il problema, inoltre, è che non credo che il presidente della regione abbia il potere di decidere per tutti, in assoluta solitudine, contraddicendo attività ed investimenti della sua stessa giunta e andando contro la volontà formalmente espressa dal consiglio regionale.
Tale dichiarazione è servita evidentemente a costruire le condizioni perché il consiglio comunale di Ortona potesse esprimere anche il proprio consenso. È in corso in questi minuti una riunione del consiglio comunale di Ortona, ma, dalle informazioni che ho, con ogni probabilità sarà espresso il consenso alla realizzazione dell'impianto.
Anche su ciò voglio evidenziare alcune anomalie: ad Ortona si è votato da pochissimi mesi e l'attuale maggioranza - sindaco compreso - sapevano perfettamente che, a poche settimane dalle elezioni amministrative, avrebbero dovuto prendere una decisione importantissima sul futuro della città.
Ebbene, ho letto personalmente il programma amministrativo del sindaco Fratino, che neppure un rigo ha speso per comunicare agli elettori quale tipo di decisione avrebbe assunto.
Il sindaco ha pensato bene, quindi, di «incamerare» prima il voto di tutti cittadini di Ortona, anche della stragrande maggioranza contraria all'insediamento, per poi utilizzare il mandato elettorale ricevuto contro la volontà degli stessi cittadini che lo hanno eletto.
Emerge quindi una situazione desolante, con una politica arrogante, totalmente priva di sensibilità nei confronti dei propri amministrati e per certi versi, addirittura, scorretta; considero infatti scorretto il voto del consiglio comunale di Ortona se sarà espresso, nei prossimi minuti o nelle prossime ore, in assenza di qualsiasi forma di consultazione delle popolazioni interessate e senza alcuna indicazione di mandato nel programma amministrativo votato solo poche settimane fa dagli elettori di Ortona.
Per questo oggi, forse, è ancora più importante il contributo che può dare il Governo alla soluzione di questo problema rispetto ad una situazione che vede nascere un impianto di dimensioni enormi e di forte impatto sul territorio, senza che alcun organo democraticamente eletto abbiaPag. 63espresso il proprio consenso ed, anzi, con il voto contrario del consiglio regionale, che non solo ha detto «no», ma ha anche messo in evidenza gravi anomalie procedurali.
Cito le irregolarità nel procedimento, le violazioni di legge, in particolare dell' articolo 68 della legge regionale n. 18 del 1998, che tutela le colture agricole intensive. Cito l'incompatibilità con il piano di sviluppo rurale e con la vocazione vitivinicola del comprensorio. È un «no» argomentato, quello espresso dal consiglio regionale abruzzese. Per questo, tra le domande e gli inviti posti, considero fondamentale l'invito ad intervenire presso l'ENI perché renda trasparenti le procedure, renda noti i progetti, faccia conoscere i nomi di professionisti e di imprese. Non si limiti ad interloquire esclusivamente con gli uffici tecnici regionali!
Chiedo al Governo di valutare se e quali iniziative sia possibile intraprendere rispetto alle denunce circostanziate del consiglio regionale ed alle violazioni di legge riportate nella risoluzione dello stesso consiglio regionale; di verificare se esista una carta dei rischi, degli inconvenienti e degli incidenti in impianti analoghi e di renderli disponibili a tutte le istituzioni interessate, ai comuni e non solo a quello di Ortona, perché interessati al progetto sono anche i comuni di Miglianico, di Tollo, di Francavilla; di valutare l'opportunità di intervenire per rinnovare le strategie di sviluppo dell'Eni, che sembrano ancora esclusivamente incentrate per i prossimi decenni sul petrolio; di valutare l'opportunità di promuovere una procedura di valutazione di impatto ambientale nazionale, proprio in considerazione delle evidenti lacune della procedura fin qui seguita, denunciate dallo stesso consiglio regionale; di valutare la compatibilità di questo intervento con un territorio come quello abruzzese, costituito per un terzo da aree protette; di valutare se la trasformazione del porto di Ortona in porto petrolifero sia compatibile con le caratteristiche di quel tratto di costa; di valutare, infine, se e come intervenire, anche direttamente presso l'ENI, se possibile, per evitare o compensare i danni gravissimi che l'impianto produrrebbe al settore vitivinicolo locale, ormai da anni protagonista sui mercati nazionali ed internazionali.
PRESIDENTE. Il Viceministro dello sviluppo economico, Sergio Antonio D'Antoni, ha facoltà di rispondere.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, l'impianto di trattamento di oli di cui l'interpellante si occupa sta per essere realizzato, come è stato ricordato, nel territorio di Ortona, nell'ambito della concessione «Miglianico», conferita con decreto ministeriale del 19 aprile 2002 alla società ENI Spa per la durata di anni venti su un'area di 29 chilometri quadrati.
Nell'area della concessione risultano perforati tre pozzi: due hanno dato esito negativo, mentre uno, il Miglianico 2, lo ha dato positivo.
La revisione dello studio di giacimento, condotta dalla società ENI a seguito di risultati negativi dei pozzi, ha dimezzato l'estensione del giacimento Miglianico; le riserve producibili in diciotto anni ammontano a 2,7 milioni di metri cubi di olio e 581 milioni di metri cubi di gas.
Conseguentemente è stato ridimensionato anche il progetto, che attualmente prevede: una centrale per il trattamento degli idrocarburi comprendente la desolforazione del gas, sempre in contrada Feudo; gli impianti di superficie per l'estrazione e il trasporto degli idrocarburi e per la reiniezione dell'acqua; le condotte di collegamento della centrale di trattamento con il deposito costiero della società ENI di Ortona.
Il totale degli investimenti, di cui una parte già effettuati, viene stimato, secondo il nuovo programma lavori, pari a 130 milioni di euro, mentre la stima dei costi operativi previsti per l'intera vita del giacimento ammonta a 34 milioni di euro.
Si segnala inoltre che sono in corso lavori di ammodernamento degli impianti del deposito costiero della società ENI di Ortona, per i quali è stato rilasciato inPag. 64data 19 giugno 2007 parere favorevole ai fini della compatibilità ambientale dalla regione Abruzzo in relazione agli adeguamenti impiantistici e risulta in corso l'iter di variante urbanistica e permesso a costruire presso il comune di Ortona, come veniva ricordato dall'interpellante.
Per quanto riguarda la risoluzione del 25 settembre 2007 del consiglio regionale d'Abruzzo, si fa presente in base alle informazioni acquisite che in primo luogo il procedimento seguito per la localizzazione dell'impianto produttivo risulta svolto secondo il disposto dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 447 del 1998: sono stati richiesti infatti allo sportello unico del comune di Ortona, in data 24 luglio 2006, il rilascio del permesso a costruire e in data 10 agosto 2006 il rilascio della variante urbanistica. Il comune, conformemente a quanto prescritto dal citato articolo 5, ha espresso in data 1 settembre 2006 parere negativo al rilascio del permesso, come veniva ricordato, in quanto in contrasto con lo strumento urbanistico. Conseguentemente, sempre ai sensi dell'articolo 5, è stata convocata la conferenza dei servizi finalizzata all'adozione della variante urbanistica e al rilascio del permesso di costruire. Inoltre, in sede di conferenza dei servizi nell'aprile 2007, presso il comune di Ortona, è stato espresso parere favorevole per l'adozione della variante urbanistica e il rilascio del permesso di costruire. Infine, relativamente al presunto difetto di legittimazione del comune di Ortona, che veniva descritto nell'interpellanza, si segnala che tutti gli impianti di estrazione esistenti nonché le opere da realizzare ricadono nell'ambito del comune medesimo.
Per quanto concerne la carta dei rischi, degli inconvenienti e degli incidenti, si evidenzia che gli impianti in oggetto sono sottoposti al rispetto delle norme di sicurezza vigenti in materia (decreto del Presidente della Repubblica n. 624 del 1996). È previsto infatti che il titolare, al fine di ottenere l'autorizzazione all'inizio dei lavori da parte dell'autorità di vigilanza, deve depositare il documento di sicurezza e salute, contenente l'analisi dei rischi e le misure di prevenzione. Il titolare inoltre deve attuare le procedure previste dal decreto legislativo n. 334 del 1999, come modificato dal decreto legislativo n. 238 del 2005, in quanto applicabili, per gli impianti a rischio di incidente rilevante.
A tal proposito, si segnala che, da elementi forniti dal Ministero dell'ambiente, risulta che il gestore dello stabilimento ai sensi della normativa vigente ha presentato la notifica e ha anche il redatto rapporto di sicurezza.
Il Ministero dell'ambiente segnala inoltre che risulta ancora in corso l'istruttoria tecnica per la valutazione dell'aggiornamento quinquennale del rapporto di sicurezza, avviata dal comitato tecnico regionale (CTR) in data 10 luglio 2006.
Lo stesso ministero ha poi precisato che il gestore, ai sensi del decreto legislativo n. 334 del 1999, ha presentato al comitato tecnico regionale un rapporto preliminare di sicurezza per «la realizzazione di due serbatoi da 10 mila metri cubi cadauno per prodotti petroliferi e potenziamento oleodotto per il trasferimento del prodotto via mare - riduzione di un serbatoio esistente relativo al deposito costiero di idrocarburi sito in località Peticcio e San Pietro-Ortona». Il comitato tecnico regionale ha rilasciato il nulla osta di fattibilità in data 27 marzo 2007, con prescrizioni integrative che il gestore dovrà recepire nel rapporto definitivo di sicurezza. Non risulta ad oggi avviata l'istruttoria per il rilascio del parere tecnico consultivo.
Per quanto riguarda la promozione dell'uso delle energie rinnovabili (che veniva descritto nel testo dell'interpellanza in una parte poi non riportata nell'esposizione orale) e dell'uso delle biomasse per fini energetici, si segnala che in data 8 aprile 2004 il Ministero dell'ambiente ha sottoscritto con la regione Abruzzo un accordo di programma finalizzato ad attivare nella regione medesima lo sviluppo di filiere complete per lo sfruttamento delle biomasse di origine agri-forestale e residuale. In merito, il predetto Ministero ha precisato che si tratta di un'attività chePag. 65prevede la raccolta, il trattamento, la distribuzione, la commercializzazione, l'utilizzo negli usi finali e la termovalorizzazione in impianti dedicati delle biomasse utilizzate.
Con tale accordo si punta alla valorizzazione delle biomasse forestali, delle biomasse di origine agricola, quali ad esempio le portatore di ulivi e vigneti, nonché delle biomasse residuali derivanti dagli scarti prodotti dalla lavorazione artigianale ed industriale del legno vergine. In particolare, le attività dell'accordo si sviluppano secondo un programma triennale che porterà, fra le altre cose, alla definizione di criteri e linee guida finalizzati alla replicabilità dell'esperienza su scala regionale, nonché allo sviluppo di filiere più idonee nei diversi contesti ambientali.
Per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale - le cui competenze in materia erano state trasferite dallo Stato alle regioni con il decreto legislativo n. 112 del 1998, in quanto inerenti i progetti di ricerca e coltivazione di idrocarburi in terraferma - il progetto risulta aver superato favorevolmente una serie di iter procedimentali in materia, attraverso l'emanazione degli atti necessitati. Detti atti sono: il parere favorevole di compatibilità ambientale (VIA) rilasciato dalla regione Abruzzo in data 12 marzo 2002; il parere di compatibilità ambientale rilasciato dalla regione Abruzzo in data 9 agosto 2002; il parere favorevole alla compatibilità ambientale (VIA) rilasciato dalla regione in data 20 dicembre 2005, relativo alla variazione del programma dei lavori che prevedeva la reiniezione dell'acqua di giacimento; il nulla osta beni ambientali della regione Abruzzo, rilasciato in data 9 agosto 2002; il parere positivo di compatibilità idrogeologica della regione Abruzzo, rilasciato in data 6 dicembre 2005.
Si segnala inoltre che il progetto di sviluppo del giacimento Miglianico risulta inserito fra quelli di interesse strategico per l'approvvigionamento di energia di cui alla legge n. 443 del 2001.
In riferimento alla tematica del rispetto delle disposizioni in materia di aree protette, si evidenzia infine che dalla verifica cartografica, secondo quanto comunicato dal Ministero dell'ambiente, risulta che i comuni di Ortona e Miglianico distano circa venti chilometri dai confini del parco nazionale della Majella e da alcuni siti «Natura 2000» distribuiti sul territorio.
L'identificazione delle località citate, formulata in ambito di comitati preposti alla pianificazione dei programmi, dovrà tenere conto della tutela delle aree protette a diverso titolo individuate ed eventualmente interferite.
Pertanto, la richiesta formulata dalla società ENI dovrà essere sottoposta al vaglio di tutte le procedure previste in materia ambientale, nel rispetto delle normative vigenti. Su questo punto, per quel che riguarda la nostra responsabilità, come Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente, possiamo dare la più ampia assicurazione che queste procedure saranno rispettate in maniera tale da garantire il rispetto dell'ambiente, la tutela della salute dei cittadini e insieme la salvaguardia della natura di quei territori.
PRESIDENTE. L'onorevole Costantini ha facoltà di replicare.
CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, sul piano personale ringrazio il Viceministro per le puntuali informazioni che ci ha fornito, ma evidentemente non posso esprimere soddisfazione. Ciò per tutta una serie di considerazioni.
In primo luogo, prendo atto del forte ridimensionamento dell'impianto sia in termini di capacità estrattiva sia in termini di investimenti. Credo pertanto che saltino completamente gli equilibri valutati: dato infatti quel che questo impianto aggiunge, non vi è alcuna compensazione rispetto a quel che si perde in termini delle attività economiche che esistono e che - come ho detto - occupano centinaia di migliaia di lavoratori. Mi pare che manchi il punto di equilibrio e che nessuno si sia occupato di svolgere questa fondamentale verifica.
Trovo per altro verso sconcertante il riferimento a pareri rilasciati nelPag. 662002: quando la pubblica amministrazione si esprime, infatti, essa ha bensì la capacità di prendere decisioni ma ha anche quella di rimuoverle. Tale rimozione può avvenire in due forme: in forma tacita, quando si assumono provvedimenti o iniziative incompatibili con le decisioni precedenti; in forma esplicita, quando si esprime una volontà diversa sul piano formale. Nel caso della regione Abruzzo, vi è stata sia incompatibilità tacita sia incompatibilità esplicita. Dal 2001-2002 in poi, infatti, i territori di cui si parla sono stati interessati da enormi investimenti sul piano della produzione e dello sviluppo del turismo, nonché sul piano della promozione dell'agricoltura biologica, dell'ambiente e dell'agricoltura di qualità. Simili comportamenti, decisioni ed investimenti manifestano evidentemente una volontà politica assolutamente incompatibile con i pareri resi cinque o sei anni fa.
A tale incompatibilità tacita, legata a comportamenti contraddittori, deve aggiungersi un'incompatibilità esplicita, perché soltanto pochi giorni fa il consiglio regionale ha con chiarezza detto «no» all'impianto. Scopro, in maniera davvero sorprendente, che la realizzazione dell'impianto sta andando avanti - nonostante manifestazioni di volontà contrarie e ripetute della regione Abruzzo - sulla base di pareri tecnici rilasciati cinque o sei anni fa.
Devo quindi purtroppo ribadire, pur confermando il mio ringraziamento sul piano personale per la ricostruzione puntuale dell'attività amministrativa messa in campo dall'ENI, la mia valutazione negativa in merito alla risposta ricevuta.