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Svolgimento di interrogazioni.
(Ipotesi di chiusura degli uffici ENI in Calabria - n. 3-00960)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Marco Stradiotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Ippolito Vitale n. 3-00960, concernente ipotesi di chiusura degli uffici ENI in Calabria (Vedi l'allegato A -Interrogazioni sezione 1).
MARCO STRADIOTTO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, in via preliminare si evidenzia che non sussistono competenze del Ministero dello sviluppo economico in merito alle scelte di carattere organizzativo e commerciale della società ENI. Si forniscono, pertanto, elementi di informazione assunti presso la società stessa.
L'ENI, per far fronte alla crescente competizione nel settore commerciale del gas, ha in corso un processo riorganizzativo che, in sintesi, prevede i seguenti interventi. In primo luogo, la cessazione di attività di sportello al pubblico in trentacinque centri clienti territoriali a decorrere dal 2 luglio 2007; inoltre, un programma di formazione per circa trecento risorse umane, tra le quali quelle dei predetti centri territoriali, per rafforzarne l'orientamento al presidio della clientela gas, anche in relazione all'apertura del mercato elettrico ai consumatori domestici; infine, la riduzione delle sedi operative da cinquanta a venticinque, nonché la creazione di centri di competenza a presidio delle attività chiave del gas e dell'energia elettrica, aggregati su cinque poli operativi.
Il riassetto organizzativo è stato oggetto di un confronto con le organizzazioni sindacali, che ha portato alla firma di un verbale di accordo fra le parti il 27 giugno 2007.
La divisione commerciale Gas & Power di ENI è oggi presente in Calabria attraverso cinque sedi operative a Cosenza, Corigliano Calabro, Catanzaro, Crotone e Siderno. Per esse, il piano prevede la conferma delle sedi di Cosenza e Catanzaro, mentre la sede di Crotone è stata inserita tra quelle oggetto di valutazione circa la loro rispondenza al modello organizzativo. Inoltre, le sedi di Corigliano Calabro e Siderno saranno chiuse e per i relativi dipendenti sarà verificata la possibilità di rimanere presso il comune ove operano, passando ad altra società dell'ENI operante in loco. Le sedi calabresi che rimarranno operative saranno inserite, insieme a quelle siciliane, nel «polo Sud», che si occuperà delle richieste di servizio dei clienti ad alta complessità, tra cui la gestione delle richieste di agevolazioni su IVA e accise per tutti i clienti ENI di gas ed energia elettrica sul territorio nazionale.
Secondo lo stesso piano riorganizzativo, il livello di servizio al cliente e il presidio del territorio saranno assicurati dalla rete di negozi in franchising, che dispone di dieci negozi in tutto il territorio calabrese e che prevede la prossima apertura di un negozio a Crotone.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Ippolito Vitale ha facoltà di replicare.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, signor sottosegretario, l'interrogante era ben consapevole dell'incompetenza del Ministero di riferimento sulla questione proposta: naturalmente, l'auspicio era quello, da lei oggi inverato, di poter utilizzare l'autorevolezza del Ministero di riferimento per avere un'adeguata informativa. Come lei registrerà anche dalla lettura della mia interrogazione, la stessa era partita in anticipo rispetto all'accordo siglato con i sindacati nel giugno del 2007 e si riferisce, quindi, alla presentazione delPag. 79piano industriale del maggio dello stesso anno.
Apprendo con soddisfazione - e ringrazio per questo il Governo per la puntualità dell'informativa resa - della tenuta delle due sedi di Catanzaro, città capoluogo di regione, e di Cosenza. Rispetto a Crotone, registro con favore anche la notizia finale fornita dell'apertura nella stessa sede di un nuovo sportello, previa verifica della conformità della medesima sede rispetto al modello organizzativo che l'ENI si propone di realizzare.
Con riferimento alle sedi di Corigliano Calabro e Siderno, voglio sottolineare l'attenzione del Governo, poiché parliamo di una regione profondamente colpita e lesa da un ritardo nell'ambito dello sviluppo e della piena efficienza in termini di lavoro e di possibilità di occupazione. Non si tratta soltanto della disoccupazione giovanile e femminile, ma anche della perdita dell'occupazione di tante maestranze e di tanti lavoratori proprio all'interno di processi di razionalizzazione di quelle realtà che rappresentano i riferimenti fondamentali per il lavoro di tanti calabresi.
Mi rassicura quanto affermato dal Governo, comunque, sulla tutela garantita ai lavoratori e sulla possibilità che gli stessi rimangano nelle sedi dei comuni di riferimento. Per il resto, posso solo concludere, cogliendo l'occasione di questo confronto, per rafforzare l'appello che, in più modi e in diverse sedi, giunge già al Governo, da parte di una regione afflitta da tanti problemi, a partire da quello della sicurezza e dell'ordine pubblico, con riferimento al problema ancora irrisolto, ma fondamentale per la normalizzazione di questa regione, di questa amata Calabria, dell'occupazione e dello sviluppo. Quindi, è necessaria un'attenzione speciale a questa terra, non nella logica di privilegi, ma nella logica di quella solidarietà nazionale che deve guidare i processi di investimento e delle scelte strategiche di un Governo che, per essere equo, deve naturalmente, innanzitutto, far superare alle fasce più deboli, in questo caso alle regioni più deboli, i gap che impediscono il pieno rilancio delle tante potenzialità, che pure esistono.