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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative normative per definire criteri di priorità nella trattazione dei processi in relazione all'applicazione dell'indulto concesso con la legge n. 241 del 2006 - n. 3-01404)
PRESIDENTE. Il deputato Palomba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01404, concernente iniziative normative per definire criteri di priorità nella trattazione dei processi in relazione all'applicazione dell'indulto concesso con la legge n. 241 del 2006 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), per un minuto.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, Signor Ministro, il gruppo Italia dei Valori era contrario all'indulto, non solo e non tanto perché avrebbe assunto vastissime proporzioni - oltre 26 mila scarcerati e oltre 40 mila beneficiari - ma anche perché concedeva un bonus di tre anni di reclusione «a futura memoria» per tutti i reati commessi fino al 2 maggio 2006, anche se i processi non erano conclusi con sentenza definitiva.
Prevedevamo che in questa situazione gli operatori sarebbero stati demotivati nel celebrare i processi per condanne che non sarebbero mai state eseguite. Inoltre, queste norme avrebbero creato una «zavorra giudiziaria», che secondo il Consiglio superiore della magistratura rappresenta oltre l'80 per cento dei processi pendenti, e avrebbero intralciato il lavoro giudiziario e la celebrazione degli altri processi.
Ella, rendendosi conto dell'inconveniente, assai responsabilmente chiese al CSM la fissazione di regole di priorità, che, però, secondo quell'organo, compete solo alla sede legislativa. Le chiedo, quindi, Signor Ministro, di sapere se ella ritiene...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FEDERICO PALOMBA. ...se vi sia ancora l'esigenza di stabilire i criteri di priorità nella trattazione, che pongano in posizione residuale i processi in questione o, comunque, come ritiene che il problema possa essere risolto.
Pag. 49PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, premetto che ho già avuto modo di affrontare tali problemi connessi all'adozione della cosiddetta «circolare Maddalena», in quanto ho risposto al riguardo a più riprese in sede di sindacato ispettivo. In questa occasione, quindi, mi limiterò soltanto a ricordare che i dirigenti degli uffici inquirenti e giudicanti possono e devono, nell'ambito delle competenze in tema di amministrazione della giurisdizione, adottare iniziative e provvedimenti idonei ad elaborare soluzioni organizzative dirette ad assicurare la più sollecita definizione dei processi pendenti.
Anzi, voglio sottolineare che lo stesso CSM, in attuazione dell'articolo 227 del decreto legislativo n. 51 del 1998, sul giudice unico di primo grado, ha dettato criteri e priorità e prospettato molteplici soluzioni operative volte alla gestione dell'arretrato esistente presso gli uffici giudiziari. Successivamente, a seguito della legge n. 241 del 2006, di concessione dell'indulto, è stata prospettata da più parti la possibilità di differenziare, rispetto agli altri procedimenti, la tempistica dei processi penali interessati all'indulto.
In questa prospettiva, che trova fondamento nei principi di buon andamento dell'amministrazione sanciti anche dagli articoli 97 e 111 della Costituzione, con nota del 13 settembre 2006 ho proposto - l'ha ricordato l'onorevole Palomba - al CSM e ai magistrati dirigenti degli uffici la possibilità di adottare la stessa ratio del sistema indicato dal citato articolo 227, così da venire incontro alle esigenze che sono state richiamate. Ovviamente, tutte le iniziative adottate dai capi degli uffici al fine di razionalizzare la trattazione degli affari non possono prescindere dal principio dell'obbligatorietà dell'azione penale, ovvero non possono operare, in via di principio, una selezione dei procedimenti, per destinarne alcuni alla non trattazione.
Si aggiunga anche che l'iniziativa del dottor Maddalena non blocca i procedimenti penali suscettibili di indulto, ma consiglia soltanto un'estesa applicazione dell'articolo 125 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale. Peraltro, la preoccupazione che l'ufficio della procura possa, attraverso propri orientamenti organizzativi, come la circolare in esame, condizionare l'attività giurisdizionale in senso stretto non è configurabile, giacché l'iniziativa del pubblico ministero si limita al potere di richiesta e non integra certo i provvedimenti definitivi. Questi ultimi sono, infatti, riservati al giudice, ovvero ad un organo terzo, cui spetta il potere di accertare se ricorrono gli elementi sufficienti per sottoporre l'imputato a giudizio, affinché l'eventuale richiesta di archiviazione non rappresenti un'elusione dell'obbligo di esercitare l'azione penale, anche quando sia applicabile il beneficio dell'indulto.
Per tali ragioni, ritengo che la «circolare Maddalena» e analoghe iniziative rientrino, in generale, nei poteri di organizzazione propri del capo dell'ufficio. Al riguardo rilevo, altresì, che anche il Consiglio superiore della magistratura, nella seduta del 15 maggio 2007, ha adottato, anche se a maggioranza, una delibera nella quale ha preso atto, allo stato, dell'adeguatezza dei moduli organizzativi adottati con la circolare del procuratore della Repubblica di Torino.
Il Governo non è inattivo rispetto all'intera materia, che riguarda lo smaltimento di una serie di vicende, e prossimamente sarà presentato un disegno di legge per la riforma organica della magistratura ordinaria.
PRESIDENTE. Il deputato Palomba ha facoltà di replicare, per due minuti.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la chiarificazione resa sulla materia in discussione: mi sembra di aver capito che il Ministro non reputi necessario un intervento legislativo, ma consideri che, nell'ambito e nella sfera dell'autorganizzazione, ogni ufficioPag. 50 possa determinarsi come ritiene. Questa situazione crea alcuni problemi, come il signor Ministro può comprendere.
Il fatto che il CSM abbia dichiarato che la «circolare Maddalena» non sia «irritante» rispetto ai principi generali non significa che, forse, non sarebbe stato necessario un provvedimento normativo di carattere generale, che indicasse le priorità nella trattazione dei processi. Prendiamo comunque atto, signor Ministro, della sua risposta, e la ringraziamo.