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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per la ratifica della Convenzione internazionale «Protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie» - n. 3-01475)
PRESIDENTE. La deputata Frias ha facoltà di illustrare la sua interrogazionePag. 28n. 3-01475, concernente iniziative per la ratifica della Convenzione internazionale «Protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2).
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Presidente, signor Ministro, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, il 18 dicembre 1990, la Convenzione internazionale «Protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie», che tende a integrare la legislazione vigente, soprattutto dell'Organizzazione internazionale del lavoro.
Il programma di Governo dell'Unione prevede, esattamente a pagina 251, non solo la ratifica della Convenzione, ma anche la promozione della stessa di fronte agli altri partner europei. Il nostro gruppo ha presentato una risoluzione presso la III Commissione (Affari esteri), chiedendo al Governo di aderire alla suddetta Convenzione. Il Governo ha risposto vincolando tale ratifica a quella di altri Paesi europei. Chiediamo se si possa vincolare un impegno del Governo - assunto con una Convenzione di tale importanza - alla legislazione di altri Paesi.
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, il programma di Governo, effettivamente, prevede una maggiore inclusione sul lavoro degli immigrati nell'ambito di politiche del soggiorno e della cittadinanza, tra le quali rientra l'attuazione della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, adottata nel 1990 dalle Nazioni Unite.
Il Governo, anche a seguito della risoluzione presentata in Commissione affari esteri nel luglio 2007, ha avviato un'attività istruttoria al fine di esaminare l'impatto che avrebbe una ratifica di tale strumento. L'accettazione di nuovi impegni internazionali da parte dell'Italia in materia migratoria non può, infatti, prescindere dal quadro europeo delle politiche migratorie, a seguito del Trattato di Amsterdam e della conseguente crescita del numero di direttive europee sul tema.
Le scelte degli altri Paesi dell'Unione europea riflettono anch'esse tale realtà. Finora, stando alla rilevazione effettuata dal Ministero degli affari esteri, nessun membro dell'Unione ha ratificato la Convenzione.
Il Governo è impegnato per altre vie a dare concreta attuazione ai principi difesi dalla Convenzione nel campo dei diritti umani fondamentali, della lotta allo sfruttamento dei lavoratori migranti, riconoscendo in maniera più ampia il principio di uguaglianza di trattamento. Questo impegno si concretizza sia in misure amministrative, sia in misure legislative. Per facilitare l'ingresso legale di lavoratori extracomunitari, offrendo una concreta alternativa all'irregolarità e al lavoro sommerso, sono state aumentate le quote di ingresso nel 2006 ed è stato predisposto un nuovo decreto flussi per il 2007, che permetterà nelle prossime settimane di avviare la procedura per 170 mila ingressi legali di lavoratori extracomunitari.
Inoltre, il disegno di legge sull'immigrazione, presentato dai Ministri Amato e Ferrero, opera nella direzione indicata, semplificando la gestione degli ingressi e della presenza straniera in Italia, facilitando l'incontro tra domanda e offerta di lavoro con meccanismi di ingresso più realistici, lottando contro la precarietà e l'occupazione irregolare e assicurando una politica di inclusione caratterizzata da pieni diritti, con l'introduzione del diritto di voto alle elezioni amministrative, oltre che di un sistema di gestione dei rimpatri più articolata, in funzione delle diverse situazioni personali, e più rispettoso dei diritti della difesa.
Il disegno di legge sulla cittadinanza è destinato a facilitare l'acquisizione della cittadinanza da parte dei bambini nati inPag. 29Italia e ad accorciare il tempo di attesa per la naturalizzazione degli adulti, in base alla durata del soggiorno.
Infine, il disegno di legge contro lo sfruttamento grave delle attività lavorative e dei lavoratori irregolarmente presenti sul territorio nazionale è già stato approvato dal Senato ed è in corso di discussione alla Camera. Questo insieme di misure delinea una politica organica di inclusione e protezione dei diritti dei lavoratori migranti, conforme al programma di Governo e agli impegni comunitari dell'Italia.
PRESIDENTE. La deputata Frias ha facoltà di replicare.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Ministro, mi dichiaro parzialmente soddisfatta della sua risposta. La parte positiva riguarda il percorso avviato per riconoscere questi diritti. La ringrazio per l'illustrazione di tutti i provvedimenti su cui il Governo sta lavorando, ma rimane la questione di una Convenzione che riguarda persone e non soltanto braccia. Desidero qui ricordare che gli immigrati partecipano all'economia di questo Paese per il 6 per cento del PIL e che, secondo i dati ISTAT, l'80 per cento degli immigrati regolari pagano regolarmente le tasse.
Vi sono un contributo e un'inclusione economica degli immigrati, che non corrisponde alle risposte sociali e culturali che vengono date. I Paesi che premono per la ratifica della Convenzione sono, nella maggior parte, quelli impoveriti dall'uscita di migranti, mentre i Paesi reticenti sono quelli di arrivo. Per i primi partono persone, mentre per i secondi arrivano «braccia».
Vi è una resistenza a riconoscere la persona e i membri della sua famiglia nella loro interezza, come soggetti di diritto. Ciò suscita molte perplessità nei confronti di una coalizione di Governo di centrosinistra, che si ispira ad alcuni valori. L'Europa è un ampio spazio di concertazione di politiche. Desidero ricordare che la maggior parte delle politiche dell'Unione europea relative all'immigrazione per due terzi affrontano questioni repressive.
L'Italia, che intende essere d'avanguardia su moltissimi aspetti, in questo caso darebbe un contributo di civiltà, se facesse da apripista per il riconoscimento delle persone nella loro interezza.
In pratica, la Convenzione non parla di diritti particolari, ma semplicemente affronta questioni come la non riduzione in schiavitù, i diritti alla vita e alla libertà di espressione, che non capisco quali resistenze possano incontrare, considerato che sono volte a riconoscere un minimo di tutela ad individui, in quanto esseri umani.