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Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la Camera è convocata domani, alle ore 11, con il medesimo ordine del giorno della seduta odierna, cui si aggiunge l'esame di un documento in materia di insindacabilità (Doc. IV-quater, n. 17), oltre allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, già previsto per le ore 15, e delle interpellanze urgenti, al termine delle votazioni.
A seguito della richiesta dei gruppi di opposizione che il Presidente del Consiglio riferisca in Aula sulla situazione conseguente alla vicenda delle dimissioni del Ministro della giustizia, la Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi domattina alle ore 9,30.
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, lei ci ha preannunciato l'ordine del giorno della seduta di domani. Al primo punto, tale ordine del giorno reca «Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia» e via dicendo: ma questo presuppone che vi sia un Ministro della giustizia! Dobbiamo, dunque, chiederle che il Governo precisi adesso se domani vi sarà un Ministro della giustizia; altrimenti, vi è una contraddizione nella convocazione dell'Assemblea: come può l'Assemblea essere convocata per discutere le comunicazioni di un Ministro che ha appena rassegnato le proprie dimissioni? La prego, dunque, di spiegare meglio all'Aula come sia possibile prevedere questo ordine del giorno dopo le comunicazioni di questa mattina dell'onorevole Mastella.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, da quanto cominciano a riportare le agenzie di stampa abbiamo notizia di una ventina di arresti a Napoli e nella Campania. Questi arresti - dico venti per difetto, ma si parla in effetti di trenta - coinvolgerebbero un prefetto, due consiglieri di Stato, due assessori regionali, due consiglieri regionali, il sindaco di una città importante della Campania e via dicendo. Abbiamo anche appreso che la moglie del Ministro Mastella, fino alle ore 14 di oggi, non aveva ricevuto alcun avviso di garanzia.
Domando, dunque: la comunicazione di questa mattina del Ministro in carica veniva Pag. 23svolta sulla base di un'informazione che aveva il Ministro? Quelle dichiarazioni, che hanno fatto scaturire grande solidarietà, servivano forse - con il massimo rispetto, il dubbio viene! - per tentare in zona cesarina (Commenti)... cesarini, sì: sempre di manette si tratta... Servivano, forse, per tentare di fermare un'operazione di polizia ordinata dalla magistratura?
Signor Presidente, di fronte a queste notizie, di fronte alle dimissioni annunciate in Aula dal Ministro della giustizia, la Camera non può «andare in vacanza»! Abbiamo un dovere nei confronti del Paese. All'ordine del giorno della nostra seduta vi sono le comunicazioni sull'amministrazione della giustizia: e, nel momento in cui all'ordine del giorno vi sono le comunicazioni sull'amministrazione della giustizia, il Parlamento sospende i propri lavori con un Ministro dimissionario? Il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto venire qui oggi a dichiarare se si accettano o meno le dimissioni del Ministro Mastella!
Gli italiani questa sera apprenderanno che il vertice dell'Udeur della Campania è in galera e apprenderanno di queste ipotesi di reato che legano istituzioni e politica, ma vedranno anche che il Parlamento sospende i lavori e non svolge neppure il dibattito sulla relazione, che lei ha consentito a Mastella di consegnare questa mattina fuori da ogni forma di Regolamento. Infatti, o quelle erano le sue dimissioni oppure Mastella non avrebbe potuto tenere quell'intervento, perché avrebbe dovuto svolgere le sue comunicazioni.
Credo, signor Presidente, e concludo, che sia un grande errore rinviare a domani i lavori della Camera. Credo che ciò interessi tutti, ma anche la maggioranza, dal momento che si tratta di una vicenda losca ed inquietante (anche se noi non siamo magistrati per stabilire se essa sia vera o non sia vera). Questa mattina, infatti, la solidarietà veniva da una ipotesi per la quale vi era quasi una persecuzione politica. Tuttavia, nel momento in cui dieci, venti, trenta esponenti delle istituzioni vengono arrestati, la Camera non chiude, ma aspetta che le vengano date notizie; e se non lo può fare il Ministro della giustizia perché è dimissionario, deve venire il Presidente del Consiglio o il Vicepresidente del Consiglio, ma qualcuno deve venire (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-La Destra, Forza Italia e Lega Nord Padania)! Deve venire a dire cosa sta accadendo a Napoli e quali relazioni hanno questi arresti con le dimissioni dell'onorevole Mastella!
Non si può far finta di niente ed io mi auguro che l'opposizione voglia chiedere a gran voce che non si esca da quest'aula se Prodi non viene qui a riferire su tali questioni! Non è possibile, cari colleghi, che la Camera venga trattata a schiaffoni, come se fosse l'ultima ruota del carro!
Quindi, e concludo, sono contrario a rinviare i lavori a domani: decidano i capigruppo o la Presidenza della Camera come si intenda procedere, ma non possiamo andare in vacanza fino a domani con le notizie che rimbalzeranno tra poco su tutti i media e che vedono un Ministro dimissionario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-La Destra)!
Si dice che c'è un'emergenza della magistratura e della giustizia, ma non affrontiamo il dibattito sulla giustizia. Inoltre, domani che cosa verremmo a fare qui? Un'altra mattinata di attesa, in attesa delle decisioni del Palazzo? Vedete, è una pagina che ho già visto nel 1992, nel 1993 e nel 1994. La politica si deve assumere le sue responsabilità, sia quando queste responsabilità sono gradite sia quando non lo sono. Ma quando la politica è così debole e trova un Ministro della giustizia che dice al Parlamento che noi abbiamo una magistratura che agisce con il timer e con una concomitanza di tempo, allora, se fosse vero che oggi l'iniziativa della magistratura - ed io non lo credo - servisse a bloccare la riforma della giustizia, a maggior ragione questo Parlamento deve continuare i suoi lavori e, comunque, Prodi deve venire a riferire alle Camere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-La Destra)!
MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, sulla base delle informazioni che lei ha dato all'Aula, vi è una riflessione che il gruppo di Alleanza Nazionale intende svolgere. Se, per un'ipotesi assurda, domani ci trovassimo a riprendere la discussione sul documento che - come lei ha ricordato - oggi non è stato letto dal Ministro ma è stato, secondo una consuetudine che non esiste, consegnato agli atti, se facessimo finta che nulla è accaduto in quest'aula nella giornata di oggi, credo che ciò suonerebbe offensivo per il Parlamento e per i suoi membri.
TEODORO BUONTEMPO. Scusa collega, ma non c'è nessuno del Governo! Aspettiamo che venga qualcuno del Governo!
MANLIO CONTENTO. Ma il Governo non esiste più, per cui non mi meraviglio che non vi sia nessuno del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Misto-La Destra)! Mi sto rivolgendo al Presidente della Camera - non al Governo - e ritengo, quindi, che lei, Presidente della Camera, debba tutelare questa Camera ed i suoi membri.
Dopo quello che è accaduto, non credo che vi siano le condizioni politiche per affrontare una discussione, domani, come se nulla fosse successo, come se un Ministro non fosse venuto qui a fare un discorso di fuoco nei confronti della magistratura, come se le sue affermazioni non fossero tanto rilevanti da coinvolgere l'intero Governo e come se la responsabilità che ha messo sul tappeto fosse solo la responsabilità - signor Presidente - del Ministro della giustizia, e non dell'intero Governo!
La politica sulla giustizia, infatti, è stata condotta con i provvedimenti a firma del Presidente del Consiglio e di tutti o di molti Ministri del Governo, ed è stata sostenuta e votata da larga parte della maggioranza di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Quindi, Alleanza Nazionale, si rivolge davvero al Presidente della Camera per evitare che possa verificarsi una situazione come questa. Non vi è la serenità per affrontare un dibattito come questo né sappiamo se, a questo punto, sulla base dell'anticipazione che lei ci ha fornito, dobbiamo considerare quelle dimissioni come revocate, ma ci permetterà - signor Presidente - di affermare che le dimissioni, che formalmente sono state annunciate da un Ministro alla Camera, devono essere formalmente revocate di fronte alla Camera, o quanto meno deve essere data notizia alla Camera del fatto che tali dimissioni sono state formalmente revocate.
Signor Presidente, per dirla tutta con Flaiano, credo che la situazione sia grave ma non sia seria. Oso sperare, e con me il gruppo di Alleanza nazionale, che il dibattito venga rinviato per consentirci intanto di capire (come qualcuno ha già anticipato) se parliamo con un Ministro in carica oppure no - perché vorremmo saperlo - a meno che non sia intervenuto un provvedimento con cui il Presidente del Consiglio assume ad interim la funzione di Ministro della giustizia.
Il rinvio del dibattito consentirà all'Assemblea di esaminare non solo i documenti, ma anche il corposo allegato con cui il Ministro si è presentato alla Camera e - concludo, signor Presidente - di evitare che il Parlamento venga trascinato in una discussione che si svolga in un clima come questo e, soprattutto, che venga posto alla stregua di una vicenda che oggi effettivamente ha messo in larghissima discussione l'onorabilità del Parlamento stesso e, ancora prima - mi permetta - di questo Governo latitante (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire ciò che è sotto gli occhi di tutti e come si sia venuta a creare una situazione che, a dir poco, sembra kafkiana. Dobbiamo, infatti, analizzare per un attimo, dal punto di vista sia tecnico sia politico, quello che sta accadendo ed è accaduto, non sapendo ciò che potrà verificarsi di qui a qualche ora.
Siamo di fronte a un atto del Parlamento che è dovuto; stavamo prendendo in considerazione (anzi avremmo dovuto prendere in considerazione) la relazione predisposta dal Guardasigilli sullo stato dell'amministrazione della giustizia, al fine di portare all'attenzione del Parlamento ciò che il Governo ha realizzato, nonché le questioni che l'Esecutivo intende sottoporre all'attenzione dell'organo rappresentativo e dei magistrati in materia di giustizia, dando la possibilità all'Assemblea di esprimersi attraverso una risoluzione con cui porre sotto gli occhi di un altro potere dello Stato le misure che il Parlamento intenda eventualmente adottare in tale settore.
È accaduto che il Ministro della giustizia sia venuto in Aula e abbia depositato la relazione, che tra l'altro è abbastanza copiosa e corposa, come avete potuto notare essendo stata distribuita a tutti. Tuttavia, sta di fatto che, depositata tale relazione, a latere il Ministro della giustizia ha esposto un'altra relazione; non si è limitato - come qualcuno sostiene - a parlare di un fatto personale; si è «limitato», invece, a fare esattamente il contrario di ciò che affermava nella relazione che aveva depositato. Ha sferrato un attacco violento alla magistratura, e che ciò sia scaturito da un fatto personale sono fatti suoi, non sono fatti che ci interessano.
È necessario, allora, che il Parlamento rifletta su questo perché siamo in presenza di un Presidente del Consiglio che, nel momento in cui forma il suo Esecutivo, conferisce una delega ad una persona - Clemente Mastella - che per sua delega dovrà assumere la funzione di Ministro della giustizia. Quindi, costui gode della sua fiducia, perché evidentemente il Presidente del Consiglio sa che quel Ministro farà esattamente ciò che egli intende fare in materia di giustizia, altrimenti che delega è! Viene formalizzato il tutto ed oggi in quest'Aula assistiamo ad un attacco del Ministro della giustizia e alle dimissioni conseguenti a quell'attacco, perché evidentemente non condivide l'azione alla magistratura.
Il Presidente del Consiglio intelligentemente che cosa fa? Dice: «Caro, tu hai rassegnato le dimissioni, ma io non le voglio e le respingo». Che cosa significa tutto ciò? Lapalisse che cosa avrebbe detto? Avrebbe detto che il Presidente del Consiglio condivide l'attacco che il Ministro della giustizia ha fatto alla magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Allora, per quale motivo il Presidente del Consiglio, invece di nascondersi, non è venuto in quest'Aula per dire a questo Parlamento che cosa sta accadendo? Perché ha respinto le dimissioni del Ministro della giustizia? Con quali motivazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)? Condivide quello che ha detto il Ministro Mastella o non lo condivide? Che lo venga a dire! Non può lasciare il Parlamento e l'Italia nel dubbio: non sappiamo se abbiamo o non abbiamo un Ministro.
Dirò di più: abbiamo il Ministro, perché nel momento in cui le dimissioni non sono reiterate evidentemente un Ministro c'è. E se un Ministro c'è, perché quel Ministro, che non ha inteso reiterare fino ad ora le dimissioni, non viene in quest'Aula, in modo da continuare a svolgere ciò che si era cominciato a fare attraverso la sua relazione sull'amministrazione della giustizia? Perché non dà la possibilità a questo Parlamento di portare all'attenzione dei magistrati, che il 25 gennaio apriranno l'anno giudiziario presso la Corte di cassazione, la relazione del Ministro e l'intendimento del Parlamento?
La ratio della norma voluta all'epoca dall'allora Ministro Castelli era legata al fatto che una cassa di risonanza dovesse essere anche il Parlamento, oltre alle corti e alle aperture degli anni giudiziari all'interno Pag. 26delle varie corti, nonché della Cassazione. Il Parlamento, infatti, si deve esprimere sulla giustizia prima che i magistrati diano i numeri - non è un doppio senso! - durante l'apertura dell'anno giudiziario. Se così non fosse, saremmo di fronte ad un inghippo grandissimo, signor Presidente. Infatti, delle due è l'una: o il Ministro della giustizia deve continuare a venire...
TEODORO BUONTEMPO. È indagato anche il Ministro Mastella!
ANTONIO LEONE. Tra l'altro... ma non voglio entrare in questo argomento. Dicevo che o il Ministro deve venire in Aula in modo da proseguire il dibattito, o immediatamente e quanto prima - e ribadiamo la nostra posizione tenuta all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo - il Presidente del Consiglio deve venire in Aula e deve dire, non a noi, di che morte deve morire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, è chiaro che è nella responsabilità di ciascuno anche intervenire per esprimere la propria posizione. Molto pacatamente e umilmente vorrei soltanto suggerire sobrietà, soprattutto quando questa mattina si sono svolti sia un dibattito, sia delle argomentazioni, ancorché sull'ordine dei lavori, alla presenza del Ministro, che si è assunto la responsabilità di fare alcune affermazioni.
I gruppi si sono potuti esprimere, ciascuno spiegando in che cosa condivideva o in che cosa non condivideva le dichiarazioni del Ministro. Resta il fatto che mi pare vi fosse in generale - e ciò non stona mai - un'attenzione, anche umana, rispetto alla situazione verificatasi.
Mi rivolgo al collega Buontempo - che comunque stimo, anche se spesso non mi trovo d'accordo con lui - e a tutti quanti. Ci siamo trovati di fronte ad una determinata situazione. Sappiamo, infatti, che per legge questo dibattito - mi rivolgo al collega Leone e a tutti quanti - possiamo svolgerlo esclusivamente alla presenza del Ministro della giustizia: non possiamo svolgerlo in presenza di un «surrogato», come un sottosegretario o un Vicepresidente del Consiglio, in quanto deve essere presente il Ministro della giustizia. Noi sappiamo perfettamente, perché non vi è nessun segreto, che il Ministro ha annunciato di voler presentare le dimissioni, il Presente del Consiglio gli ha chiesto di soprassedere e il Ministro ha chiesto qualche ora di tempo per poterci pensare.
Ci troviamo in una situazione in cui formalmente il Ministro Mastella è in carica, ma credo che, anche in ragione di tutte le considerazioni, dal punto di vista umano, che voi questa mattina avete svolto, pretendere che in questo momento il Ministro venga a rispondere in questa situazione forse appartiene più alla speculazione e a una voglia di forzare, piuttosto che ad un'esigenza reale.
Tutti noi sappiamo - vi sono dei precedenti al riguardo - che entro il 20 gennaio - e comunque prima dell'apertura dell'anno giudiziario - deve essere affrontato il dibattito sulla relazione presentata. Credo che noi tutti siamo assolutamente d'accordo che ciò debba accadere con il Ministro in carica.
In questa contingenza vi è un problema relativo ad una situazione per cui tutti abbiamo considerato che fosse probabilmente utile sospendere i lavori.
Tant'è che, proprio perché è bene che le cose avvengano alla luce del sole, condivido l'opinione che il Parlamento non dovrebbe arrestarsi (mi rivolgo al collega Buontempo, non so se la componente politica alla quale appartiene abbia un rappresentante nella Conferenza dei presidenti di gruppo).
Vi sono, però, altri punti all'ordine del giorno. Ritengo utile, pertanto, l'ipotesi - emersa in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo - di proseguire nei lavori previsti dal calendario, lasciando in standby questa vicenda. Ricordo che nel Pag. 271993 vi era qualcuno che affermava che anche in momenti difficili il Parlamento deve svolgere il suo lavoro e il suo mestiere. Vi sono altri punti all'ordine del giorno: non sono i gruppi di maggioranza ad aver chiesto di non affrontare neanche gli altri punti finché la questione non fosse risolta. Ritenendo che in questo momento non fosse utile operare forzature da alcuna parte, eravamo ovviamente intenzionati ad andare avanti con l'esame delle questioni pregiudiziali, con il dibattito sulla vicenda Alitalia, con le ratifiche e con l'esame del disegno di legge comunitaria. Tuttavia, stiamo attraversando un momento delicato per il Parlamento e, per rispetto anche nei confronti dell'opposizione, abbiamo deciso di riconvocare la Conferenza dei presidenti di gruppo per domani mattina alle 9,30 e di osservare l'evoluzione della situazione, tenendo conto, ovviamente, anche delle richieste avanzate dall'opposizione in ordine alla presenza del Presidente del Consiglio: si valuteranno tutte queste situazioni.
Tuttavia - lo ripeto con grande sobrietà e pacatezza - quello che è emerso in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo deriva dal fatto che è stata avanzata una richiesta esplicita di non affrontare altri punti, prima di un chiarimento politico sulla vicenda in questione. Che adesso si dica che è la maggioranza a non voler proseguire nei lavori parlamentari o che chissà quale segreto si nasconde sotto tale vicenda, mi sembra obiettivamente inutile e dannoso, anche per il rispetto di noi stessi.
Ci troviamo, quindi, in una situazione chiara, limpida e sotto gli occhi di tutti: in questo momento si è suggerito di sospendere i lavori e di rinviare la decisione a domani mattina. Ad avviso del Partito Democratico - e presumo anche ad avviso di tutti gli altri gruppi della maggioranza - se si ritiene di andare avanti con i lavori previsti in calendario, lasciando in standby il punto all'ordine del giorno riguardante le comunicazioni del Ministro della giustizia e affrontando tutti gli altri punti all'ordine del giorno, non solo siamo a disposizione, ma crediamo anche che ciò sia utile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, sono state poste alcune questioni formali e alcune questioni politiche. A quelle politiche, evidentemente, non sono tenuto a rispondere. Sul piano formale, le dimissioni di un Ministro hanno effetto quando sono accettate con decreto del Presidente della Repubblica, adottato su proposta del Presidente del Consiglio. Tale decreto è oggetto di specifica comunicazione alle Camere; esso, peraltro, non è stato comunicato alle Camere. Anzi, secondo quanto precisato dal rappresentante del Governo durante la riunione odierna della Conferenza dei presidenti di gruppo, il Presidente del Consiglio ha respinto le dimissioni a lui comunicate dal Ministro Mastella e non risulta, allo stato, che le dimissioni siano state reiterate.
Resta di tutta evidenza, peraltro, l'impossibilità di procedere materialmente all'esame della relazione presentata dal Ministro Mastella, per la sua assenza fisica, posto che la legge n. 150 del 2005 prevede, come si è affermato, che l'esame medesimo avvenga alla presenza del Ministro. Non vi sono ostacoli di natura formale, quindi, alla definizione dell'ordine del giorno - non allo svolgimento, alla definizione -, come ho preannunziato a seguito della Conferenza dei presidenti di gruppo.
Ovviamente, sul piano politico ogni valutazione è legittima e può essere fondata. Non a caso, la Conferenza dei presidenti di gruppo, come ho già annunciato, è riconvocata per domani mattina, a seguito della richiesta avanzata da tutti i gruppi dell'opposizione che il Presidente del Consiglio venga in Aula per riferire sulla situazione politica.
È del tutto evidente che, dovendo convocare l'Assemblea per domani mattina, riproporrò l'ordine del giorno senza modifiche, così come è stato definito; ma è del tutto evidente che domani mattina, prima dello svolgimento dei lavori dell'Assemblea, si terrà una Conferenza dei presidenti Pag. 28di gruppo, che valuterà anche la risposta che dovrò fornire a seguito del colloquio chiesto al Presidente del Consiglio al fine di esaminare la condizione posta dalle opposizioni. Questa è la ragione della mia precedente comunicazione: darei seguito, perciò, alla lettura di un ordine del giorno che l'Assemblea già conosce.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intervengo brevemente perché vorrei che qualcuno del Governo ci desse, se possibile, immediata conferma o smentita di una nuova notizia di agenzia, che preoccupa questo Parlamento, che stamattina ha assistito alle dimissioni del Ministro Mastella e che ora apprende da un'agenzia di stampa che lo stesso Ministro Mastella è indagato e inquisito per il reato riferito alla moglie (Una voce dai banchi del gruppo Alleanza Nazionale: «per concussione»)... per concussione, lo stesso reato per l'appunto... tentata concussione... insomma, la notizia è che il Ministro è indagato, non mi date suggerimenti, perché non ne ho bisogno!
Credo che il Governo debba farci sapere se questa notizia era già conosciuta dal Presidente Prodi quando ha respinto le dimissioni del Ministro Mastella. Vorremmo averne notizia subito, se possibile.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, capisco la correttezza dell'intervento dell'onorevole Giachetti, ma, anche alla luce di questa nuova notizia, onorevole Giachetti, si profilano un'altra seduta, un altro scenario, un'altra situazione. Credo che questa mattina vi sia stato un atto di responsabilità da parte di tutti. Poiché, signor Presidente, non riteniamo di partecipare a questo coro, abbiamo chiesto che il Presidente del Consiglio o un rappresentante del Governo venga a riferire sugli arresti e su cosa sta accadendo: stando a quanto da lei riferito, il Presidente del Consiglio ha respinto le dimissioni, queste non sono state reiterate e quindi, in questo momento, avremmo un Ministro della giustizia, se venisse confermata questa notizia (uso il condizionale), che ha ricevuto un avviso di garanzia.
Signor Presidente, credo che chiudere la Camera questa sera sia un atto inopportuno per la politica e per la stessa Camera. Pertanto annuncio, a nome de La Destra - siamo io, la collega Santanchè e l'onorevole Salerno - che, se questa sera si chiuderanno i lavori senza che nessuno venga a riferire sullo stato della situazione (se c'è o non c'è un Governo, se c'è o non c'è un Ministro della giustizia), noi occuperemo l'Aula di Montecitorio, a difesa della democrazia e della libertà dei deputati. Quindi, le comunico ufficialmente, con alto senso di responsabilità e invitando i colleghi che lo volessero ad unirsi a noi, che occuperemo l'Aula, perché questa è l'unica risposta che i deputati possono dare agli italiani in un momento così difficile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-La Destra).
PRESIDENTE. Mi pare che a questo punto siano state poste questioni di informazione. Il Governo non ritiene di avere informazioni ulteriori da comunicare: è ovvio che non possiamo chiedere al Governo di confermare notizie di agenzie di stampa. Questa è la situazione.
Peraltro, inviterei tutti i colleghi a valutare la decisione che ho prima comunicato: per domattina è convocata la Conferenza dei presidenti dei gruppi per rivalutare la situazione, alla luce della risposta che il Presidente del Consiglio darà in ordine alla richiesta, che i gruppi dell'opposizione hanno avanzato, di un suo intervento in Aula.
Mi pare che siano state ampiamente soddisfatte le richieste che sono state avanzate.Pag. 29
È ovvio che la comunicazione che ha dato l'onorevole Buontempo è una comunicazione che non posso considerare, perché è un gesto assolutamente illegale, che la Presidenza - è evidente - non potrà mai accettare.